IL FUNGO Periodico del Gruppo Micologico e Naturalistico “Renzo Franchi” di Reggio Emilia - Associazione di Volontariato - ONLUS Siti Internet - http://space.comune.re.it/micologico; http://it-it.facebook.com/people/Gruppo-Micologico-Franchi/100000945364455. E-mail: [email protected] - Anno XXVIII - n° 4 - dicembre 2010 Sped. in abb. post. 70% DBC - Reggio E. Tassa riscossa - Taxe perçue (contiene inserto redazionale) Registrazione Trib. Reggio E. N° 531 del 15/11/1982. Direttore responsabile: Paolo Vecchi. Proprietario: Ulderico Bonazzi. Periodico del Gruppo “Renzo Franchi” di R.E. (A.M.B.) -Via Amendola, 2 - 42100 R.E (I) - Tipografia: Grafitalia (0522 511251) Comitato di Redazione: U. Bonazzi, L. Cocchi, G. Donelli, F. Franceschetti, G. Borgatti, G. Valentini CORSO DI MICOLOGIA (e non solo) 2011 PROGRAMMA Il Corso si terrà, come lo scorso anno, nella “Sala della Quercia” (presso l’Igiene Pubblica dell’ASL di Reggio Emilia - Via Amendola, 2 - ex Istituti Neuropsichiatrici S. Lazzaro) il cui ingresso è sul lato destro del parcheggio, proprio dietro alla farnia secolare che da il nome alla sala. Al Corso (che inizierà lunedì 31 gennaio 2011 alle ore 21,00) sono invitati tutti i cittadini che desiderano iniziare a conoscere i funghi ed i loro ambienti di crescita o vogliono approfondire ed accrescere le loro conoscenze micologiche ed ecologiche. Tutte le lezioni si baseranno sulla proiezione di diapositive, lucidi e videoproiezione. COME CI SI ISCRIVE AL CORSO L'iscrizione al Corso è possibile presso la sede del Gruppo tutti i lunedì sera dalle ore 21,00 alle ore 23,00 e durante lo svolgimento del Corso stesso. La quota di iscrizione è di € 35,00 per i non Soci e dà diritto a ricevere un testo di micologia; per i Soci del Gruppo Micologico l’iscrizione è gratuita e con il versamento di € 5,00 anche i Soci potranno ricevere il testo. Le quote servono per coprire le spese di organizzazione. PROGRAMMA 2011 31/01 - Boletaceae Parte I - Rel. G. Simonini 04/04 - Genere Cortinarius: consigli determinativi, poi le specie più comuni 07/02 - Boletaceae Parte II - Rel. G. Simonini Rel. C. Orlandini 14/02 - Genere Agaricus: specie comuni e di facile determinazione - Rel. U. 11/04 - Funghi, piante e insetti: alcuni dei loro modi di riproduzione, poi Bonazzi qualche determinazione - Rel. A. Montecchi 21/02 - Genere Russula: cenni di metodologia determinativa e specie utili in 18/04 - Altri funghi comuni e non ancora osservati - Rel. G. Donelli cucina - Rel. G. Donelli 02/05 - Micotossicologia: specie velenose o tossiche, ancora tante incertezze 28/02 - Genere Tricholoma: le specie più comuni del nostro territorio - Rel. - Rel. R. Nadalutti C. Orlandini 09/05 - Le farfalle reggiane - Rel. P. Gallingani 07/03 - Genere Amanita: specie comuni e di facile determinazione - Rel. M. 16/05 - Escursioni molesano-abruzzesi: piante e fiori - Rel. G. Valentini Comuzzi 23/05 - I funghi della legge regionale - Rel. L. Cocchi 14/03 - Funghi ipogei: storia del loro consumo ed alcune specie comuni - Rel. 30/05 - Gli ascomiceti epigei reggiani più comuni - Rel. M. Comuzzi A. Montecchi 06/06 - I piccoli animali dei nostri boschi: un bell’esempio di biodiversità 21/03 - Generi Macrolepiota e Leucoagaricus: specie facili e comuni - Rel. Rel. M. Gigante U. Bonazzi 13/06 - Il regno dei funghi: nuove importanti conoscenze scientifiche - Rel. 28/03 - Genere Lactarius: le specie commestibili e non solo - Rel. G. Donelli L. Cocchi Speriamo di vedervi numerosi. A coloro che già sanno, ricordo che c'è sempre qualcosa da imparare. Giuseppe Donelli, Responsabile del corso. IL GRUPPO “R. FRANCHI” COMPIE 35 ANNI FACCIAMO FESTA CON LA CENA DI CHIUSURA DELL’ATTIVITA’ SOCIALE 2010 E CON LA CONSEGNA DEI DIPLOMI AI SOCI FEDELI E FEDELISSIMI di Ulderico Bonazzi Trentacinque anni fa, nel dicembre del 1975 in una sala concessa dalla Parrocchia di S. Alberto, si riunì il primo gruppetto di una trentina di persone e decise di presentare la richiesta al Gruppo “G. Bresadola” di Trento (successivamente divenuto Associazione Micologica Bresadola) di divenire sezione staccata del Gruppo. In pochi mesi si raggiunse un centinaio di aderenti e la sede ci venne offerta “gratuitamente” da quello che in seguito diverrà il ristorante “Amarcord”. Ecco le iniziative che qualificarono il gruppo nel primo anno: un corso, molto artigianale e certamente carente, di micologia totalmente gestito dal sottoscritto che allora sapeva ben poco di funghi, gite per raccolta di funghi molto spesso collegate al (continua a pag. 5) Le informazioni sulla cena di chiusura dell’attività sociale (17 dicembre 2010 - ore 20,30) presso Il Centro Sociale “Il Carrozzone” sono a pag. 7 *** *** *** Per motivi di spazio rinviamo al prossimo numero la continuazione del “Viaggio al Monte Ventasso” di Filippo Re Un’immagine della 1° Mostra Reggiana del Fungo (1976) presso il Palazzo del Capitano del Popolo (RE) Varie - pag. 2 IL FUNGO n. 4 - dicembre 2010 Una storia di Natale di Maria Antonella, la Zia dei funghi (Volterra 21 nov 2010) C'era una volta, e c'è ancora, una giovane donna, bella come un mattino di primavera ma molto molto povera. Il suo sposo faceva il carbonaio, ma spesso si faceva intenerire dalla bellezza degli alberi e non riusciva a tagliarli per farne carbone, per cui guadagnava poco. Un bel giorno, a coronare la loro felicità, ci fu la certezza di un bimbo in arrivo. La casetta nel bosco forse non era adatta per un bimbo piccolo, era fredda, un po' umida, non c'era la corrente elettrica, né il gas, né l’acqua corrente.. avrebbero dovuto lasciarla e trasferirsi al villaggio. Il Bambino invece decise che quello era un posto molto carino e che gli piaceva nascere li. Gli adulti si fanno mille problemi, ma i bambini decidono e agiscono. Erano ancora lontano il tempo del parto quando cominciò a farsi sentire..toc toc...mamma...voglio uscire…Il giovane padre andò a cercare un’ostetrica per un consulto, ma era occupata e li avrebbe raggiunti prima possibile. La notte stava calando, difficilmente col buio avrebbe trovato la strada e la casetta nel bosco ma avvenne un fatto strano, molto strano (ma si sa, la notte di Natale succedono fatti strani...). Gli alberi e i paletti di confine divennero tutti fluorescenti e si trasformarono in piccoli lampioni così che giunse facilmente in vista della casetta. Magia? Incanto? Miracolo? No, niente di tutto questo, solo un fungo gentile, Omphalotus olearius, che ha la proprietà di essere luminescente, aveva per l’occasione colonizzato velocemente tutto il legno lungo il sentiero. L’interno della casetta era stranamente illuminato, come uno strano scintillio, piccolissimi Mixomicetes dal corpo gelatinoso riflettevano come in mille specchi la luce proveniente da una lucerna, sul telaio della finestra facevano capolino piccole Mycena lux coeli. Il fuoco era spento e faceva molto freddo, per fortuna dentro un Fomes fomentarius bruciava ancora un po' di carbone e fu possibile riaccenderlo, riscaldando un po' la piccola cucina. In una culla improvvisata con la rastrelliera per il fieno per i cavalli, il bambino dormiva come un piccolo ghiro, vegliato a vista da mamma e papà. Arrivarono attratti da questa strana luce che si vedeva anche a distanza notevole, pastori, mandriani e abitanti del villaggio e, dopo un attimo di perplessità, decisero che bisognava far festa al piccolo Re. Bisognava far presto, i nostri amici funghi si presentarono prontamente per aiutare: alcuni entrarono nella farina impastata con l'acqua e la trasformarono in un soffice impasto che fu presto pane profumato, altri che fino ad allora erano stati tranquilli tranquilli sulla buccia dell'uva, si gettarono nel mosto e lo resero effervescente...Un giovane pastore non aveva molto da offrire, era poco che faceva formaggio ed aveva solo forme fresche, un fungo intraprendente entrò dentro una forma e...mmm che delizia, era un formaggio dolcissimo e il nostro amico fungo ci si stabilì volentieri, lo lavorò un po' e fu pronta per essere portata alla festa una forma di squisito gorgonzola. Altri si misero a fare la birra, perché fa molto bene per il latte della mamma (Hebeloma birrum controllò che lavorassero bene, ma non ci mise niente di suo per non rendere la birra troppo amara). In breve la casa si riempì di gente e di profumi, chi portava dolci, chi portava frutta, chi carne, chi salumi, chi fiori colorati, chi pezze e magliettine per il piccolo e anche (ma chi l'aveva portato?) un cesto profumato di porcini...Gli sposi non erano certi se fosse realtà o uno splendido sogno, avevano il bambino più bello del mondo, una casa piena di UNA RICETTA AL MESE a cura di U. Bonazzi Da una ricetta di Giuseppe Vanoli GNOCCHI DI PATATE ALLE FINFERLE (Ricetta dell’Osteria “La Panca” di San Pietro Querciola Ingredienti (per 6 persone): 1,2 Kg di gnocchi di patate; 2 hg di finferle fresche; 3 cucchiai di olio d’oliva; mezzo spicchio d’aglio; un ciuffetto di prezzemolo; una punta di cucchiaio di zafferano; mezzo cucchiaio di fecola; sale e pepe q.b. Preparazione: fare soffriggere le finferle con aglio e prezzemolo sino all’evaporazione dell’acqua di vegetazione; aggiungere sale, pepe, zafferano e fecola mescolando bene. A parte sbollentare gli gnocchi, scolarli lasciando mezzo dito di acqua di cottura, aggiungere il sugo di finferle e dare bollire il tutto per alcuni minuti. Servire ben caldi amici, un bosco pieno di amici. L'amicizia è il sentimento che scalda il cuore, se tutto questo è stato possibile è solo perché, in una notte di Natale, un fungo gentile si è messo a disposizione di un giovane uomo, che da allora è per sempre suo amico. Ricordalo la prossima volta che vai nel bosco e incontri un fungo, forse è proprio lui il tuo amico per la vita, rispettalo e insegna agli altri a rispettarlo. Nel bosco ci sarà più festa e certo anche per te sarà un Natale speciale. TESSERAMENTO 2011 Le quote sociali 2011 (rimaste invariate rispetto al 2010) sono: Soci € 25,00; Familiari € 1,60; Soci sostenitori oltre € 25,00. Il versamento della quota potrà essere fatto direttamente in sede o sul C.C.P. N° 10550424 intestato a "Il Fungo” o sul C.C.B. N. 000100232113 aperto presso Unicredit Banca, Agenzia di Via Gandhi (42100 - RE), le cui coordinate IBAN sono le seguenti: IT 38 J 02008 12813 000100232113. I Gruppi, gli Enti, le Associazioni interessati a ricevere regolarmente "Il Fungo" dovranno versare € 5,50 per rimborso spese postali. I soci di altri Gruppi A.M.B. potranno, in base allo statuto, divenire anche nostri soci, ricevendo in tal modo regolarmente sia “IL FUNGO” che “IL FUNGO REGGIANO”, versando la quota di € 13,00 (per i residenti all’estero vanno aggiunti € 4,00 per spese postali) Micologia - pag. 3 IL FUNGO n. 4 - dicembre 2010 UN FUNGO AL MESE a cura di Ulderico Bonazzi Leucoagaricus leucothites (Vitt.) Wass. (Immagine dell’archivio del Gruppo “R. Franchi”) Cappello: 4-10 cm, inizialmente emisferico, poi convesso, infine pianoconvesso, a volte un po' depresso al centro. Cuticola di colore bianco, bianco sporco con tonalità giallo-brunastre a partire dal centro. Lamelle: fitte, spesse, libere al gambo con collarium, con lamellule, bianche poi rosate, a maturità rosa carico. Gambo: 5-9 x 1-2 cm, eterogeneo al cappello, da pieno a farcito, infine cavo, cilindrico un po' bulboso alla base, bianco o con sfumature crema, con un anello membranoso di dimensioni ridotte e staccato dal gambo e quindi scorrevole. . Carne: inizialmente soda poi più molla, bianca immutabile, fibrosa nel gambo. Odore fungino, sapore dolce. Spore: ellittiche, con poro germinativo, lisce, 8-10 x 5-6,5 µm. Sporata: rosa. Habitat: campi coltivati. Commestibilità:commestibile apprezzato. Osservazioni: può essere confusa con Amanita verna (Bull. : Fr.) Lam. o Amanita phalloides var. alba (Vtt.) Gilb. entrambi mortali, che si differenziano in particolare per avere una volva al piede, un anello pendente a gonellina attaccato al gambo, lamelle sempre bianche e luogo di crescita bosco o margini di esso. Nomi volgari e dialettali di Leucoagaricus leucothites (Vitt.) Wasser [= Lepiota naucina (Fr.) Kummer] e consimili: Bubbola buona, Bubbola di neve, Prataiolo: nomi volgari; Plarö biênch: nome dialettale novarese; Colombina: nome dialettale lombardo; Culumbina: nome dialettale di Vestone (Brescia); Fonzine: nome dialettale di Provezze d'Iseo (Brescia); Pris: nome dialettale di Bedizzole (Brescia); Pagnòca: nome dialettale di Soprazocco in Valtenesi (Brescia); Garisella: nome dialettale modenese; Garôþa bianca, Garòusla, Sfarinâs, Garusla: nomi dialettali reggiani; Liscione: nome dialettale di Correggio (Reggio E.); Calzèta: nome dialettale romagnolo; Pestello, Bubbola bianca, Agarico Leucoagaricus leucothites (foto di Giuseppe Donelli) pudico: nomi dialettali toscani; Tobietta bianca: nome dialettale lombardo ed aretino; Culumbina: nome dialettale di Collebeato (Brescia); Fungo bianco: nome dialettale di Castelluccio di Norcia (Perugia) di Miranda e Cesi (Terni); Farinello: nome dialettale Città di Castello (Perugia); Cappellone: nome dialettale di Fossato di Vico (Perugia); Cappelletto: nome dialettale di Foligno (Perugia); Cappella: nome dialettale di Sellano e Roccaporena di Cascia (Perugia); Lodoletta: nome dialettale di Monteleone di Spoleto (Perugia); Pratarello: nome dialettale di La Piana di Castiglione del Lago (Perugia); Pratarella: nome dialettale di Bagnara di Nocera Umbra (Perugia); Pratajola: nome dialettale di Nocera Umbra (Perugia); Pratajolo: nome dialettale di Tazzo di Cascia (Perugia); Pratajolo cattivo: nome dialettale di Frattaguida di Parrano (Terni); Pratarolo cattivo: nome dialettale di San Cristoforo di Ficulle (Terni); Buino: nome dialettale di Cesi (Terni); Cappelletta: nome dialettale di Arrone (Terni); Cròcola: nome dialettale di Nepi e Castel RUBRICA “ FUNGHI - METALLI - RADIOATTIVITA’ ” a cura di Luigi Cocchi & Luciano Vescovi Scheda 48: Leucoagaricus leucothites (Vitt.) Wasser Le tabelle si riferiscono a tutti i campioni che abbiamo analizzato, anche provenienti fuori dalla provincia di Reggio Emilia. Tab. 1: Dati per tutti i campioni (9422 camp.); Tab. 2: Dati Genere Leucoagaricus (55 camp.); Tab. 3: Dati Leucoagaricus leucothites (31 camp). Questa specie è conosciuta tra i ricercatori più esperti soprattutto della pianura e viene raccolta e consumata ma, crediamo, non in grandi quantità. L'habitat (campi coltivati, spesso vigneti) può far pensare ad un impatto sui funghi dei prodotti usati in agricoltura per la lotta antiparassitaria. Non possiamo dire nulla sulle molecole organiche, misurando noi soltanto gli elementi chimici presenti nei funghi, tuttavia i siti di crescita possono fare pensare che questa specie “risenta” della presenza del rame (Cu): non è così (per fortuna) e questo fatto ci fa ben sperare in una corretta gestione dei vigneti in quanto, anche per ragioni di mercato che richiedono prodotti di qualità, nelle nostre zone viene prodotto il Lambrusco, ottimo vino che sta ottenendo sempre più i giusti riconoscimenti anche in campo internazionale. Probabilmente L. leucothites è saprofita terricolo, ma potrebbe essere simbionte di graminacee. Per quanto riguarda i metalli pesanti tradizionalmente oggetto delle nostre considerazioni, cadmio (Cd), piombo (Pb) e mercurio (Hg), dal confronto delle colonne grigie intitolate Med della Tab. 1 (il “fungo di riferimento” ovvero “reference mushroom”) e della Tab. 3, si hanno, per Cd e Pb, valori praticamente simili e comunque inferiori ai tenori massimi stabiliti dai Regolamenti della CE per i funghi selvatici. Come abbiamo già segnalato nella schede precedenti il Regolamento (CE) N. 466/2001, che stabiliva i tenori massimi di Cd e Pb (rispettivamente 0,2 e 0,3 mg/kg di sostanza fresca) solo per i funghi coltivati è ora abolito e superato dal Reg. N. 629/2008 che ha rivisto tali tenori massimi introducendo, per Cd, limiti anche per i funghi selvatici. Per Pb non cambia nulla (viene mantenuto il limite di 0,3 mg/kg di sostanza fresca per i funghi coltivati e non viene posto nessun limite per i funghi selvatici) mentre per Cd viene abbassato il limite a 0,05 per i funghi coltivati (ad eccezione di Agaricus bisporus, Pleurotus ostreatus e Lentinus edodes per i quali viene mantenuto il limite di 0,2) e viene introdotto il limite di 1 mg/kg di sostanza fresca per i funghi selvatici. Per mercurio (Hg) non cambia nulla (non vengono stabiliti limiti né per i funghi coltivati né per i selvatici), ma per questa specie i valori sono simili a quelli del “fungo di riferimento”. Ricordiamo che l'unità di misura dei valori delle nostre tabelle è milligrammo per chilogrammo di sostanza secca, in sigla mg/kg s.s.: perciò, per potere confrontare i dati delle tabelle con i limiti della CE, bisogna moltiplicare tali limiti per dieci contenendo i funghi, mediamente, il 90% d'acqua. Questa specie si caratterizza per avere concentrazioni di elementi chimici in generale simili a quelle del “fungo di riferimento” (“reference mushroom”) e più alte per boro (B), cadmio (Cd), fosforo (P), magnesio (Mg), (continua a pag. 7) COLLEGATI AL NOSTRO SITO WEB http://space.comune.re.it/micologico/ Attività del Gruppo - pag. 4 IL FUNGO n. 4 - dicembre 2010 Il Corso annuale di Micologia, le uscite didattiche e le Mostre rappresentano i momenti più alti dell’ attività di divulgazione micologica e di sensibilizzazione ed educazione ambientale che il nostro Gruppo svolge ogni anno in provincia di Reggio Emilia. Lo sforzo organizzativo e l’impegno sono notevoli, ma qualificanti; le persone che entrano in contatto con noi sono diverse migliaia. In particolare è da sottolineare che questa intensa attività è resa possibile dallo studio, dalla preparazione e dall’aggiornamento continuo dei Micologi e dei Botanici del Gruppo che rendono disponibile un patrimonio di conoscenze senza le quali tutte queste attività non sarebbero nemmeno pensabili. C’é una continuità naturale tra il Corso di Micologia che organizziamo nella prima parte di ogni anno (il programma del Corso 2011 è pubblicato in prima pagina di questo numero del giornale) e le Mostre: per chi vuole cominciare il suo cammino nella conoscenza della Natura attraverso la Micologia e la Botanica le Mostre costituiscono, insieme alle giornate di Studio ed altre nostre iniziative, un’occasione straordinaria di lavoro fianco a fianco con chi tale cammino ha da tempo iniziato. Non voglio fare i nomi dei Soci e degli Amici che hanno contribuito all’organizzazione di ben nove Mostre nel 2010 per non correre il rischio di dimenticare qualcuno. Dico soltanto che, pur con qualche necessario aggiustamento alla “macchina organizzativa”, la partecipazione di una trentina di Soci, oltre alla soddisfazione per i risultati raggiunti, rende in pieno il senso dell’importanza di appartenere ad un’associazione di volontariato qual’é il Gruppo Micologico e Naturalistico “Renzo Franchi” di Reggio Emilia - Associazione Micologica Bresadola. La rassegna fotografica che qui si presenta vuole documentare il nostro lavoro nel 2010. Le immagini della Mostra a Votigno (inizio estate) e di Civago sono già state pubblicate in numeri precedenti e non abbiamo immagini dell’ultima Mostra (Cadelbosco Sopra) che si è svolta in uno stato di emergenza per la situazione meteorologica. Ora la sfida che abbiamo è di reggere un impegno analogo nel 2011. Abbiamo bisogno del contributo di ciascuno. Grazie ed auguri a tutti. Il responsabile organizzativo delle Mostre Luigi Cocchi Mostra di Guastalla (RE) - 26 set 10 In fase di allestimento La Mostra Mostra di Rolo (RE) - 30/31 ott 10 Mostra di Viano (RE) - 14 nov 10 Mostra di Montecchio (RE) - 23/24 ott 10 Alcuni momenti della Mostra Mostra di Reggio E. - 9/10 ott 10 (un momento di ...approfondimento) Mostra di Albinea (RE) - 6/7 nov 10 SONO APERTE PER L’ANNO 2011 LE ISCRIZIONI AL GRUPPO MICOLOGICO E NATURALISTICO “R. FRANCHI” DI REGGIO EMILIA - ASSOCIAZIONE MICOLOGICA BRESADOLA ISCRIVETEVI - ISCRIVETEVI - ISCRIVETEVI SE AMATE LA NATURA VENITE A CONOSCERLA CON NOI ATTRAVERSO LA MICOLOGIA Varie - pag. 5 IL FUNGO n. 4 - dicembre 2010 (continua da pag. 1) 35 ANNI Gruppo di Trento e soprattutto la prima Mostra Reggiana del Fungo presso la “Sala del Capitano del Popolo” in Piazza del Monte; due importanti micologi di Parma, il dott. Sacconi e il dott. Lazzari, furono preziosi per aiutarci a determinare i funghi raccolti, con l'entusiasmo dei neofiti, praticamente da tutti i soci. La mostra fu un successo strepitoso. Fu allora che l'architetto Quintilio Prodi, nostro socio e membro del primo direttivo, ci propose, per premiare quanti si erano così attivamente impegnati per la mostra, di organizzare una “polentata” presso il Castello di Bebbio, residenza estiva sua e dei suoi fratelli. Fu la prima “polentata” che diverrà una tradizione di ogni anno per il nostro Gruppo. L’anno dopo riuscimmo ad organizzare una conferenza tenuta dall’Ing. Bruno Cetto riempiendo la Sala “Verdi”, lo stesso anno l’Ing. Cetto venne ad aiutarci ad allestire una mostra. Le mostre di quegli anni ebbero sempre un enorme numero di visitatori, costringendoci, a volte, a chiudere periodicamente le porte di accesso per impedire l’ingorgo. Purtroppo ben presto il ristorante “Amarcord”, avendo ottenuto l'autorizzazione ad aprire, ci relegò in un buio solaio, praticamente sfrattandoci; per fortuna, anche per merito di Prodi, allora consigliere comunale, il Comune di Reggio E. ci concesse l'uso gratuito dell'ex Gabella di Porta S. Pietro. Nella primavera del 1978 si tenne un Comitato scientifico nazionale nella nostra provincia, ospiti dell’Albergo Marola di Marola. Nel 1983 iniziammo la pubblicazione del nostro periodico “Il Fungo”, che fino al 1994 era un ciclostilato, e nel marzo dello stesso anno la sede del Gruppo si spostò in Via Amendola 2, nell’attuale sede (con un contratto di comodato gratuito da parte dell’allora U.S.L. N.9). Il 29 agosto 1984 a Castelnovo ne' Monti organizzammo il nostro primo simposio internazionale sui funghi che si concluse il 2 settembre con grande successo. E' il 21 ottobre dello stesso anno che, con un pullman, il Gruppo organizzò un’uscita per raccolta e studio di funghi nella tenuta del Presidente della Repubblica di S. Rossore. Sempre nel 1984, in occasione della IX mostra Reggiana del Fungo uscì, edito da Tecnostampa di Reggio Emilia, un opuscoletto compilato dai nostri soci “Guida ai funghi del reggiano” che rapidamente venne esaurito. Il 24-25 agosto 1985 realizzammo una giornata di studio a Febbio di Villa Minozzo e, in occasione della X Mostra Reggiana del Fungo, come supplemento del periodico “Il Fungo”, uscì il primo opuscolo stampato a colori e collegato alla mostra. Nello stesso anno a Marola, dal 22 al 24 novembre, si svolse il “1° Seminario Internazionale sui funghi ipogei”. Il 6 aprile 1986 ripetemmo l’escursione nella tenuta del Presidente della Repubblica di S. Rossore. Il 10-11 maggio 1986 il gruppo organizzò un incontro di microscopia, esperienza, questa, che verrà ripetuta nel 1987. Ed ecco finalmente il 28-30 agosto 1987 il 1° Seminario Internazionale su “Russulales e Boletales” a Castelnovo ne' Monti che ebbe grande successo per la grande partecipazione, la qualità delle relazioni presentate e l’abbondantissima raccolta di funghi durante le uscite. Da quella data ogni due anni si ripeterà il Seminario. Due di questi seminari sono stati realizzati da noi in altre provincie, in particolare nel 2000 a Tempio Pausania (SS) e nel 2002 a Baselga del Pinè (TN). Dal 12 al 15 ottobre 1989 si svolse il 1985: Pranzo Sociale del 10° compleanno del Gruppo “R. Franchi” 2° Seminario Internazionale sui funghi ipogei, mentre dal 24 al 27 ottobre 1991 si è tenuto un seminario internazionale sulle “Tricholomataceae”. Negli anni successivi si ripetono le iniziative del nostro Gruppo su microscopia, seminari e uscite didattiche sui funghi in provincia e fuori. E’ alla fine del 1993 che, su iniziativa del nostro Gruppo, tutti i gruppi micologici dell’Emilia Romagna decidono di raccogliere le firme per una proposta di legge di iniziativa popolare che fissasse una normativa per la raccolta dei funghi in applicazione della legge quadro nazionale, raccolta di firme che ebbe grande successo (13092 firme) e che portò anche ad un boom di iscrizioni al gruppo (350 soci), divenendo allora il quarto gruppo micologico italiano per numero di soci. Purtroppo la proposta di legge non ebbe uguale successo nel Consiglio Regionale, infatti la legge che uscì accolse ben poco delle nostre proposte. Nel frattempo, oltre alla mostra provinciale, cominciarono ad arrivare, da parte di vari Enti della provincia, richieste di mostre locali, prima da Civago poi da molte altre zone, mostre che il Gruppo si è sempre impegnato ad allestire. Negli ultimi anni mediamente sono 10 le mostre che organizziamo. Nel 1996 il nostro Gruppo si è dotato di uno statuto (modificato nel 1998) ed è divenuto Gruppo Micologico e Naturalistico “R. Franchi” A.M.B. e da allora molto spesso alle mostre fungine si sono aggiunte mostre di erbe e bacche e frutti antichi. Sarebbe lungo e noioso continuare ad elencare le molteplici iniziative del nostro gruppo, prima di chiudere questa mia panoramica vorrei però ricordare che in questi anni alcuni nostri soci hanno pubblicato opere di rilievo: “Atlante fotografico di funghi ipogei” (prima e seconda edizione) di cui è coautore Amer Montecchi, “Xerocomus” di cui è coautore Giampaolo Simonini, Giuseppe Donelli ha (continua a pag. 7) Via D. Cecati, 3/1 - Reggio Emilia Tel e fax 0522 431875 - [email protected] - www.reggiogas.it Varie - pag. 6 IL FUNGO n. 4 - dicembre 2010 F U N G H I M I S T I Questa non vuole essere una rubrica vera e propria con una rigorosa periodicità e a tema fisso, ma una sorta di libero spazio dove scrivere curiosità, stranezze, informazioni particolari sul mondo dei funghi e dintorni. Mi capita spesso, infatti, leggendo libri, riviste e pubblicazioni diverse (soprattutto in riferimento al lavoro di ricerca nel quale sono impegnato) di incappare in notizie strane e curiose, a volte di interesse scientifico, altre volte solo note di colore e folklore, ogni tanto vere e proprie superstizioni legate ad usanze e credenze di popoli anche molto lontani, nel tempo e nello spazio, da noi. Ho allora pensato che potrebbe essere gradevole, utile e divertente, per i nostri lettori, ritrovare su “Il Fungo” tali notizie. Naturalmente sarebbe anche simpatico se ogni lettore, a sua volta, mi comunicasse notizie strane sul mondo dei funghi trovate durante le sue letture o sentite raccontare, in modo da portarle a conoscenza di tutti. In questa puntata pubblichiamo due notizie tratte da “Newsletter” di “Le Scienze” dell’11 novembre 2009 e del 20 settembre 2010 (www.lescienze.it) Il segreto della resistenza delle spore Per sopravvivere a condizioni ambientali avverse o a periodi di “carestia” alcuni batteri hanno sviluppato la capacità di produrre spore nelle quali, circondati da una serie di barriere protettive, trovano posto il DNA e alcuni enzimi essenziali. In questa forma il batterio può sopravvivere allo stato latente per migliaia, forse milioni, di anni resistendo a siccità, temperature estreme, radiazioni e tossine che distruggerebbero rapidamente il batterio originario, per poi tornare nella forma attiva quando le condizioni lo permettano. Ora un gruppo di microbiologi e ingegneri dell’Università di Lund, in Svezia, ha svelato parte del mistero. Finora si sapeva che questa eccezionale resistenza é connessa al basso contenuto di acqua nel nucleo delle spore, là dove sono conservati il DNA e diversi enzimi. Tuttavia non era affatto chiaro come potesse essere raggiunta questa capacità. Una parte dei biologi riteneva, per esempio, che in quelle condizioni l'acqua assumesse uno stato quasi solido, in grado di sigillare il corpuscolo e di proteggere gli apparati cellulari presenti, un po’ come avviene nei semi delle piante. Una delle ragioni per cui il mondo scientifico si è così lungamente diviso su questa questione è legata alla mancanza di tecniche che permettessero l’osservazione dell’acqua e del suo comportamento all’interno spore. Gli ingegneri di Lund sono riusciti però a mettere a punto una tecnica grazie alla quale è possibile osservare, con una risoluzione della risposta compresa fra un millesimo e un miliardesimo di secondo, il movimento delle molecole d’acqua in seguito a variazioni nel campo magnetico. Già utilizzata per lo studio dei batteri, questa tecnica è stata ora applicata alle spore. “Ciò che abbiamo scoperto è che l'acqua contenuta nelle spore resta allo stato fluido pressoché nello stesso modo in cui è presente nei batteri normali, mentre gli enzimi sono sostanzialmente immobili. Riteniamo quindi che la resistenza al calore delle spore e la capacità di arrestare il proprio macchinario cellulare possa essere ascritto al fatto che certi enzimi critici non funzionano con la scarsa acqua presente nel nucleo della spora. Serve però ancora molto lavoro per capire i dettagli del meccanismo”, ha osservato Bertil Halle, che ha diretto la ricerca e firma con i collaboratori un articolo sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” (PNAS). La resistenza delle spore sarebbe di fatto da attribuire in buona parte allo stretto impacchettamento a cui sono sottoposte le proteine. “Quando la temperatura sale, le molecole delle proteine si dispiegano in lunghe catene. Dato che le molecole nel nucleo della spora sono immobilizzate, non si aggrovigliano e non interagiscono le une con le altre come nella cellula ordinaria. Così, quando la temperatura cala si ripiegano normalmente senza aver subito danni” spiega Erik Sunde. Nel corso della ricerca i biologi hanno anche appurato che la permeabilità della barriera di protezione interna del nucleo della spora è di due ordini di grandezza inferiore a quella della membrana batterica, formando così una barriera resistente alla penetrazione di sostanze tossiche che potrebbero danneggiare il DNA. Come le piante si riconoscono Le piante sono in grado di riconoscere i propri parenti: lo ha mostrato una ricerca di alcuni botanici dell’Università del Delawar che ne parlano in un articolo pubblicato sulla rivista "Communicative&Integrative Biology". In una serie di esperimenti, giovani pianticelle di Arabidopsis thaliana sono state esposte a un mezzo liquido contenente secrezioni radicali di piante “sorelle”, di piante non imparentate e loro stesse, misurando poi la lunghezza della più lunga radice laterale e dell’ipocotile, la parte del fusticino compresa tra i cotiledoni e l’apice radicale. In un altro esperimento gli essudati radicali sono stati inibiti con una sostanza, l’ortovanadato di sodio, che li blocca senza peraltro interferire con la crescita delle radici. E’ risultato che l’esposizione agli essudati di piante estranee induce la formazione di radici laterali più grandi e profonde. Per lo studio, diretto da Harsh Bais, sono state utilizzate oltre 3000 piante (tutte di origine selvatica, per evitare i problemi connessi con le varietà tipiche di laboratorio, spesso imparentate fra loro) per ciascuna delle quali sono stati registrati quotidianamente i dati di crescita. Le piante estranee che crescono le une vicine alle altre, osserva Bais, sono spesso più basse perché gran parte della loro energia viene destinata alla crescita delle radici, mentre nel caso di piante sorelle, che non cercano di crescere l’una a scapito dell'altra, le radici sono spesso più superficiali e le loro foglie si toccano e intrecciano, cosa che difficilmente avviene fra le piante non imparentate, che tendono a crescere dritte verso l'alto e senza contatti fra loro. Ora i ricercatori intendono capire come questa scoperta possa influenzare la crescita di piante sorelle nei campi a monocultura, e come possano crescere senza una serrata competizione. “E' possibile che quando piante imparentate crescono insieme, possano bilanciare l'assunzione di nutrienti e non mostrarsi avide", ipotizza Bais. A cura di Luigi Cocchi; e-mail: [email protected] A. Montecchi e M. Sarasini si sono formati all'interno dell'A.M.B. La simbiosi tra due personalità molto diverse ha fatto nascere un’opera di livello assoluto. Prezzo ai Soci: € 70,00 Spese spedizione: + € 2,00 Italia; + € 10,00 Estero La Redazione invita i lettori a contribuire al giornalino con articoli, idee, materiale vario. E’ preferibile che tali contributi ci pervengano su supporto elettronico o per e-mail entro il mese precedente la pubblicazione (giugno, settembre, dicembre). Sono comunque graditi anche contributi in altri formati: in questo caso contattare il numero 348 3125968 e-mail: [email protected] Il volume (528 pag.) rilegato contiene 290 fotocolor e 343 micrografie degli autori (H. Ladurner & G. Simonini), 21 tavole a colori di E. Rebaudengo e di F. Boccardo. Chiavi di determinazione in inglese, italiano, francese e tedesco. Prezzo € 56,00 Varie - pag. 7 IL FUNGO n. 4 - dicembre 2010 (continua da pag. 3) Scheda 48: Leucoagaricus leucothites potassio (K) e sodio (Na) e leggermente più basse per rubidio (Rb, il che significa, in generale, crescita su substrati non acidi). Ribadiamo che tali notazioni hanno per noi unicamente finalità tassonomiche; sono particolarmente significativi, per questa specie, i bassi valori della deviazione standard fosforo (P), magnesio (Mg), potassio (K), zinco (Zn) e zolfo (S): anche in questo caso si conferma la caratteristica, sempre segnalata, che ci permette di considerare questi elementi “fisiologici” per tutti i funghi. Per quanto riguarda la presenza di isotopi radioattivi, dai nostri dati e da quelli della letteratura scientifica, questa specie non è mai risultata contaminata in modo significativo. Conclusioni Questa specie, per gli aspetti che noi studiamo, va considerata sostanzialmente pulita e può quindi essere consumata tenendo ovviamente presenti le cautele che in generale consigliamo per i funghi che non sono mai da considerare “alimento”. Bibliografia: per ragioni di spazio facciamo riferimento a tutte le schede precedenti. Aggiungiamo soltanto una pubblicazione recente: Stijve T. - 2010: Métaux lourds dans les vesses de loup comestibles, in Bollettino Svizzero di Micologia 5/2010: 199-205 Come lo scorso anno la chiusura dell’attività sociale del 2010 sarà presso il Centro Sociale CARROZZONE. Ci troveremo il giorno 17 dicembre alle ore 20,30 per una cena e, a seguire, attività varie. Avremo inoltre l’onore di avere la presenza del Presidente nazionale dell’AMB Arch. Luigi Villa. I Soci e gli Amici del Gruppo che, per i motivi più diversi, non potessero o non volessero partecipare alla cena sono caldamente invitati (alle 21,30) a partecipare alle attività previste per la serata. I momenti conviviali e di amicizia sono importanti per il nostro Gruppo (come per tutte le associazioni di volontariato) ed è importante per tutti esserci. Saranno consegnati gli attestati di fedeltà al Gruppo ai seguenti Soci: Per i 30 anni di iscrizione: Angelo Ciavarella, Giampaolo Simonini Per i vent’anni di iscrizione: Luciano Campioli, Giuliano Ligabue, Vittorio Milani ed Emidio Sassi Il menù della cena prevede: Torteli verdi e gialli al burro e/o al soffritto - Arrosto di carne argentina al forno - Radicchi di stagione - Acqua, Vino, Dolce, Caffé, Limoncino Il costo della cena è di € 20,00 pro capite. Per partecipare ci si può prenotare presso il Gruppo (il lunedì sera dalle 2100 alle 23,00) o rivolgersi a Romano Iotti (cel 329 2805939) che raccoglierà le prenotazioni. Per la prenotazione è necessario versare un acconto di € 10,00. PARTECIPATE PARTECIPATE PARTECIPATE Per arrivare al Centro sociale “Il Carrozzone”: imboccata Via Kennedy (indipendentemente dal senso di marcia) alla rotonda all’altezza della Chiesa San Pio X bisogna girare dietro al Centro Kennedy, svoltare a sinistra imboccando così Via Brigata Reggio, avanzare di circa 300 m: a destra c’é Via Gallinari AGEVOLAZIONI PER I SOCI In seguito ad accordi con il nostro Gruppo verranno concessi sconti a tutti i soci A.M.B. in regola con il pagamento della quota sociale annuale da: BAR LOCANDA Tini - Ospitaletto di Ligonchio (RE) Tel 0522 899138; Fax 0522 899639 FOTO MATTIOLI s.n.c. - Via Monte Etna, 2 - 42123 F o g l i a n o ( R . E . ) - Te l 0 5 2 2 5 2 1 2 2 0 ; e - m a i l : [email protected]; sito web: www.fotomattioli.com. Sconti del 15% sullo sviluppo e stampa nella misura 13x19 cm da pellicola; del 20% sullo sviluppo e stampa nella misura 10X15 cm da pellicola; del 10% sulle stampe in digitale da file in qualsiasi formato; sviluppo diapositive professionali a prezzi convenzionati; pellicole a prezzi convenzionati. Eventuali altre ditte disponibili ad agevolazioni per i soci A.M.B. sono reperibili sui nostri siti web: http://space.comune.re.it/micologico/AGEVOLAZIONI.htm http://it-it.facebook.com/profile.php?id=100000945364455 (continua da pag. 5) 35 ANNI revisionato il secondo volume del Genere “Russula” di Sarnari, “I nomi volgari e dialettali dei funghi in Italia e nel Canton Ticino” sono opera dello scrivente ed infine Luigi Cocchi e Luciano Vescovi sono coautori dell’EUR Report “Elementi chimici nei funghi superiori”. Credo che molto si sia fatto, dei soci fondatori alcuni ci hanno purtroppo lasciato per sempre (per andare a funghi nelle praterie celesti), altri hanno scelto di impegnarsi diversamente e non sono più iscritti. Alfine siamo rimasti in sette (I Magnifici Sette): oltre al sottoscritto, Giacomo Borgatti, Enrico Capiluppi, Edoardo Fiordalisi, Bruno Franchi, Amer Montecchi e Giovanni Olivi. A questo punto mi sembra giusto formulare l'auspicio che si aggiungano nuove leve capaci di fare di più e meglio di quanto sino ad oggi abbiamo realizzato. Via Gallinari, 1 (RE) - Tel 0522 381412 Questo giornale è stampato su carta riciclata. Nessun albero è stato abbattuto per questo giornale Micologia - pag. 8 IL FUNGO n. 4 - dicembre 2010 I FUNGHI DELLA CALIFORNIA da Michael Wood & Fred Steven (traduzione e commenti di U. Bonazzi) Diversi funghi, creduti per lungo tempo esclusivi di altri continenti, in seguito sono stati reperiti anche in Europa ed anche nella nostra provincia: questa rubrica continua a presentare funghi reperibili in California e fino ad oggi non segnalati nelle nostre zone, nella speranza che qualche amico possa smentire questa affermazione, documentandone la presenza. Riprendiamo, come annunciato nel numero precedente, la scheda su Amanita jacksonii Pomerleau proponendo la discussione su specie americane simili ad Amanita caesarea europea Problematica: sono numerose le discussioni sulla specie europea Amanita caesarea descritta da Fries e poi ridefinita da altri. La presenza o meno della vera “Amanita caesarea” nel Nord America è incerta. Una specie robusta e massiccia, comune sotto pino in Arizona e nel New Mexico, è stata “provvisoriamente” per anni data come Amanita caesarea ed ha un gambo di spessore 1,5-3 cm (vedi descrizione e foto in Arora, 1986). La maggior parte delle versioni nel nord America di Amanita caesarea, tuttavia, è di funghi con gambi esili e talvolta indicati come caesarea “snella”. A livello mondiale, le caesarea snelle formano un insieme sconcertante di funghi, molti dei quali sono stati descritti, ma non ancora ufficialmente pubblicati. In Nord America, il palcoscenico è solo leggermente meno affollato: Amanita arkansana, trovata sotto pino e quercia nel sud-est degli Stati Uniti, è di colore che va dall’arancione-marrone al giallo, ha un gambo più pallido di Amanita jacksonii ed ha lamelle che presto Amanita banningiana (foto di Michael Kuo) Amanita murilliana (foto di Michael Kuo) passano dal giallo al quasi bianco. La volva è stretta saldamente alla base. Una specie di Amanita forse ancora senza nome, raccolta in New Jersey e simile a Amanita jacksonii, è stata raffigurata e brevemente descritta da Phillips (1991). Potrebbe anche essere lo stesso fungo descritto in seguito come Amanita banningiana (nome provvisorio Tulloss). Il cappello è brunastro al centro e giallastro verso il margine, il gambo è bianco. In una nota nel testo intitolato “American Caesar's Mushroom”, Phillips, in un interessante esempio (ma forse non del tutto appropriato - ndr), rappresenta probabilmente Amanita jacksonii, anche se usa come nome “Amanita caesarea”, ma con cautela dichiarando che “... si discute molto sul nome che dovrebbe essere data a questa forma di fungo.” Amanita murrilliana si trova a est delle Grandi Pianure sotto rovere o in boschi misti di conifere e betulle e si differenzia da Amanita jacksonii per avere colori molto più chiari e una volva ampiamente attaccata al gambo. Amanita banningiana (nom prov. Tulloss.) ha un cappello che è di colore giallo in un primo momento e diventa dal marrone- giallastro al marrone-arancio al centro, si trova in boschi di faggio, quercia e pino, ha spore lunghe 8,5-12 micron. Amanita sp. (specie non ancora identificata e siglata F10 nel testo originale - ndr), una specie della Florida crescente in legno di pino / boschi di querce, ha un cappello giallo brillante che è arancione rossastro al centro e spore lunghe 9-11 micron. Amanita sp. (specie non ancora identificata e siglata CR6 nel testo originale) cresce sotto una quercia tipica dell’America centrale, ha un cappello che dimostra tonalità oliva da giovane ed è poi bruno giallo con colore marrone-rossastro al centro, il gambo ha resti gialli del velo universale, le spore sono lunghe 8-11 micron. Diverse “caesarea” messicane, tra cui Amanita basii, A. laurae e A. yema, sono state descritte da Guzman & Ramirez-Guillen (2001) e tutte collegate alla Amanita caesarea europea. SE AMI LA NATURA IMPARA A CONOSCERLA ATTRAVERSO LA MICOLOGIA