U.E. FOCUS
LETTERA DA BRUXELLES
GIUGNO 2006 – NUMERO 6
INDICE
Imprese, Innovazione e Società dell’Informazione
6.1
La Commissione prepara la revisione dell’art. 82
6.2
La Commissione europea ha ben accolto il voto del Parlamento a favore della proposta della
Commissione di realizzare un collegamento tra il sistema Europeo per la registrazione dei brevetti
industriali e il sistema internazionale dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale
Ambiente, Riqualificazione Urbana e Agricoltura
6.3 Nuovo piano comunitario per preservare la biodiversitài
Politica dei Consumatori, Salute e Sicurezza Alimentare
6.4 Parlamento europeo: divieto di utilizzo di trucioli di legno nel vino
Trasporti ed Energia
6.5
Revisione a metà strada del Libro bianco sui trasporti: la Commissione punta per il futuro sul
contributo di tutti i tipi di trasporto compreso quello stradale
Mercato Interno, Servizi Finanziari e Commercio
6.6 La Commissione europea lancia un appello per l’introduzione di obblighi di trasparenza sui mercati
obbligazionari e degli altri strumenti finanziari diversi dalle azioni
6.7 Accordo politico quasi unanime sulla direttiva servizi
6.8 Mc Creevy parla di due piste di riflessione per una revisione del quadro di regolamento sui fondi di
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investimento
Inserto Speciale: Conferenza per il lancio della piattaforma tecnologica europea sui biocarburanti –
Bruxelles 8 giugno 2006e
Imprese, Innovazione e Società dell'Informazione
6.1 La Commissione prepara la revisione dell’art. 82
Dalla procedura di consultazione chiusa a fine marzo è emersa un’ampia condivisione
delle parti circa l’intenzione della Commissione europea di adottare un approccio più
economico all’art. 82 del Trattato CE (abuso di posizione dominante). L’obiettivo della
revisione è duplice: da un lato migliorare la qualità delle decisioni e dall’altro accertarsi
che esse continuino sulla buona strada.
La consultazione consentirà all’Esecutivo di presentare un documento formale,
eventualmente sotto forma di linee direttive.
La Commissione ha inteso esaminare in modo più preciso gli effetti potenziali in termini
economici di comportamenti di evizione delle imprese che si trovano in posizione
dominante. Il documento si concentrava sugli ostacoli all’ingresso nel mercato attraverso
pratiche sui prezzi, ribassi o vendite legate ma non trattava di altri comportamenti
discriminatori o di sfruttamenti abusivi da parte di un’azienda della sua posizione sul
mercato (per esempio attraverso prezzi elevati). Tali categorie di abuso saranno infatti
specificate entro fine anno e in primavera verrà organizzata un’audizione pubblica al
riguardo. Con l’introduzione della nozione di guadagni efficienti nell’analisi tradizionale
degli abusi in posizione dominante, la Commissione cercherà di determinare se gli effetti
benefici pratici di aziende permetteranno di compensare le perdite della concorrenza
che ne derivano.
Non tutti i comportamenti sono necessariamente abusivi o restrittivi; rispetto al passato,
l’analisi degli effetti pratici commerciali delle aziende si accentrerà su più aspetti. Per
constatare i guadagni in efficacia, l’esame dovrà mostrare l’effetto di causa dell’azienda
e i benefici supplementari che ne derivano per i clienti e i consumatori. Per quanto
riguarda le pratiche legate come ad esempio i ribassi la Commissione si interroga
sull’opportunità di considerare come abusive solo le pratiche che rischiano di escludere
concorrenti altrettanto efficaci rispetto all’azienda in posizione dominante.
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Riferimenti
Il Dossier è di competenza della DG Concorrenza.
Per approfondimenti
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http://ec.europa.eu/comm/competition/antitrust/others/article_82_review.html#public_dis
cussion
6.2 La Commissione europea ha ben accolto il voto del Parlamento a favore
della proposta della Commissione di realizzare un collegamento tra il
sistema Europeo per la registrazione dei brevetti industriali e il sistema
internazionale dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale.
Le proposte permetteranno alle imprese di ottenere con una sola richiesta la protezione
dei brevetti non solo in Europa, grazie al sistema comunitario, ma anche nei paesi che
fanno parte dell’Atto di Ginevra sulla registrazione internazionale dei brevetti industriali.
La prima proposta riguarda l’adesione della Comunità europea all’Atto di Ginevra,
mentre la seconda contiene le disposizioni necessarie per dare effetto a tale adesione,
in particolare in riferimento ad una modifica del regolamento n° 6/2002 del Consiglio sui
brevetti comunitari.
Il Commissario europeo Mc Creevy ha sottolineato l’importanza del voto, per il
raggiungimento di obiettivi quali la salvaguardia da parte delle imprese dei diritti sui
brevetti e modelli e lo snellimento delle procedure burocratiche in modo da incoraggiare
gli scambi commerciali.
Il sistema di protezione dei disegni comunitari prevede la protezione dei brevetti
registrati su tutto il territorio dell’UE, mentre la Convenzione di Ginevra permette di
ottenere la protezione in un certo numero di paesi mediante un’unica domanda di
registrazione internazionale.
Grazie a questa procedura semplificata, sarà possibile realizzare economie di costo
ottenendo un impatto positivo sulle attività di ricerca, sviluppo e innovazione.
Il collegamento tra i due sistemi di protezione porterà dei vantaggi soprattutto a settori
industriali quali il tessile, dell’arredamento, dell’automobile, della gioielleria e dei telefoni
cellulari.
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Riferimenti
Per maggiori informazioni consultare i siti:
http://ec.europa.eu/internal_market/indprop/design/index_en.htm
http://wipo.int/hague/en
Ambiente, Riqualificazione Urbana e Agricoltura
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6.3 Nuovo piano comunitario per preservare la biodiversità
La Commissione europea ha comunicato un’ambiziosa strategia politica per cercare di
limitare l’impoverimento della biodiversità entro il 2010.
In particolare, si prevedono misure concrete per stabilire le competenze rispettive degli
organi dell’Unione europea e degli Stati membri.
Gli interventi comunitari si dovranno concentrare su quattro questioni chiave:
ƒ la biodiversità nell’Unione europea
ƒ l’Unione europea e la biodiversità nel mondo
ƒ la biodiversità e il cambiamento climatico
ƒ la base di conoscenze
In relazione a questi quattro ambiti si propongono dieci obiettivi prioritari tra i quali:
• habitats e specie più importanti
• zone rurali e ambiente marino
• adattamento al cambiamento climatico
• miglioramento della compatibilità dello sviluppo regionale con la natura
Il tema dalla biodiversità sottintende la circolazione di beni e servizi legati all’ecosistema,
come derrate alimentari, combustibili, fibre, qualità dell’aria e dell’acqua, fertilità dei suoli
e cicli degli elementi nutritivi, e costituisce anche una risorsa per il turismo. Nonostante
l’importanza della questione, circa due terzi dei servizi legati all’ecosistema nel mondo
sono in declino.
Nell’Unione europea il quadro di azione politica che mira a preservare la biodiversità
esiste già e gli interventi per tutelare la biodiversità sono stati rafforzati grazie a recenti
riforme di politica agricola comunitaria e di politica comunitaria sulla pesca,.
Il problema cruciale della biodiversità mondiale riguarda soprattutto i paesi in via di
sviluppo: è anche a questi paesi, infatti, che si rivolge la politica comunitaria per la tutela
dalla biodiversità sul piano internazionale.
Nel 2001 era già stato fissato l’obiettivo della tutela della bioversità entro il 2010; tuttavia
ad oggi,pur essendo stati fatti molti sforzi, i risultati restano ancora insufficienti.
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Riferimenti
Per maggiori informazioni:
http://ec.europa.eu/environment/nature/biodiversity/current_biodiversity_policy/biodiversi
ty_com_2006/index_en.htm
Comunicazione della Commissione [COM (2006) 216 final]
Politica dei Consumatori, Salute e Sicurezza Alimentare
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6.4 Parlamento europeo: divieto di utilizzo di trucioli di legno nel vino
In base a un'interrogazione orale alla Commissione europea si è svolto un dibattito in PE
sulla proposta di consentire l'invecchiamento del vino ricorrendo a trucioli di legno.
La questione dei trucioli di legno come metodo di produzione in cantina del vino era
stata già sollevata con molte polemiche all'epoca dell'Accordo siglato tra l'UE e gli Stati
Uniti sul commercio vitivinicolo che, tra le altre cose, riconosceva questa pratica
enologica.
Secondo dati elaborati dall'organizzazione degli imprenditori agricoli Coldiretti - che ha
peraltro condannato la proposta all'esame del comitato vini - nell'ultimo quarto di secolo
il consumo di vini di qualità classificati in Europa come VQPRD (DOC e DOCG per
l'Italia) è aumentato del 54,6% in Italia, del 51,4% in Francia e dell'82,4% in Spagna,
mentre contemporaneamente in questi stessi Paesi si è praticamente dimezzato il
consumo di vini da tavola. L’Italia, inoltre, che rappresenta circa il 25 per cento delle
esportazioni mondiali e ha recentemente conquistato negli Usa il primato delle vendite.
Nel 2005 la produzione di vino in Italia era pari a 48,1 milioni di ettolitri, con un fatturato
di 9 miliardi di euro e un valore delle esportazioni di 3 miliardi di euro realizzati grazie
anche a 460 vini DOC, DOCG e IGT. Il nostro Paese, infine, conta 147 strade del vino e
dei sapori e 540 città del vino, che delimitano territori e aziende aperti ai visitatori.
Il PE evidenzia il rischio di mettere a repentaglio gli sforzi dei produttori tesi al
miglioramento della qualità del vino. I deputati chiedono il divieto di utilizzo dei trucioli di
legno per i vini di qualità, mentre sulle etichette degli altri deve essere indicato il ricorso
a tale metodo.
Promossa da Vincenzo LAVARRA (PSE, IT), l'interrogazione orale alla Commissione
ricorda che l'UE ritiene prioritarie le politiche di tutela dei consumatori, di trasparenza
delle etichette dei prodotti alimentari e di valorizzazione della qualità dei prodotti agricoli.
Tuttavia, in sede di Comitato di gestione vino, sarebbe stata raggiunta una intesa di
massima fra la maggioranza dei delegati nazionali che include tra le pratiche enologiche
di invecchiamento anche il ricorso all'utilizzo di trucioli. D'altra parte, è sottolineato che i
consumatori europei si stanno sempre più orientando verso i vini di qualità, «anche in
virtù dell’affidamento a pratiche tradizionali e sicure di produzione con forte radicamento
territoriale», e che la competitività del settore vitivinicolo europeo «si fonda
principalmente su prodotti di qualità certificata, che incontrano sempre più il favore dei
consumatori del mercato internazionale».
Pertanto, alla luce degli orientamenti comunitari in materia di qualità e trasparenza delle
etichette, è chiesto alla Commissione come valuta la proposta all'esame del Comitato
Vini e se, al riguardo, non ritiene che detta pratica enologica potrebbe essere lesiva dei
principi di trasparenza «simulando impropriamente le caratteristiche dei vini che si
ottengono normalmente attraverso un invecchiamento tradizionale in barrique». Inoltre,
la Commissione è invitata ad esprimere la sua opinione sulla necessità, sottolineata
dall'interrogazione, di non autorizzare tali pratiche per i vini DOC, DOCG, IGT e, per gli
altri vini, di imporre l’obbligo di citare in etichetta la pratica di utilizzo di truciolato di
legno.
D'altra parte, è chiesto all'Esecutivo se non ritiene che l’autorizzazione di detta pratica
possa provocare un abbandono da parte dei produttori europei dei metodi tradizionali di
invecchiamento, «a causa dei costi superiori di dette pratiche rispetto alla eventuale
nuova» e se ha valutato gli impatti di questa proposta, in particolare quelli dei riflessi
sulla competitività del mercato europeo dei vini di qualità.
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Riferimenti
Per la documentazione visitare l’indirizzo del Parlamento europeo:
http://www.europarl.europa.eu/omk/sipade3?L=IT&OBJID=121912
Interrogazione orale sull'utilizzo di truciolato di legno per pratiche di invecchiamento del
vino
Procedura: Interrogazione orale
Trasporti ed Energia
6.5 Revisione a metà strada del Libro bianco sui trasporti: la Commissione
punta per il futuro sul contributo di tutti i tipi di trasporto compreso
quello stradale
Il 22 giugno la Commissione europea ha presentato il bilancio a metà strada
sull’attuazione del Libro Bianco sulla politica UE dei trasporti del 2001.
Con la comunicazione, attesa da lungo tempo, la Commissione intende riequilibrare il
rapporto fra trasporto basato sulla strategia di Lisbona, nuove tecnologie e logistica
proponendo varie azioni da qui al 2010.
Nel Libro Bianco del 2001 si era scelto un approccio ambizioso puntando sul trasporto
intermodale, dando ampio spazio al rilancio delle ferrovie per limitare la crescita del
trasporto stradale.
La Commissione afferma che dal 2001 gli obiettivi non sono cambiati. E’ mutato tuttavia
il quadro: allargamento dell’UE, ambiente industriale internazionale competitivo, scarsa
crescita, impegni ambientali, terrorismo. La Commissione preferisce adesso gestire il
potenziale di ogni tipo di trasporto. Se nel 2001 si dava priorità alle ferrovie, oggi si deve
puntare sui vantaggi di tutti i tipi di trasporto compreso quello stradale.
Contrariamente al Libro bianco del 2001 che proponeva ben 60 misure precise da
prendere a livello UE, il documento di revisione propone azioni generali che privilegino la
concertazione con i partner, secondo il seguente calendario:
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2006: Bilancio del mercato interno stradale, azioni per eliminare gli ostacoli
tecnici all’interoperatività e al riconoscimento reciproco delle strutture ferroviarie
e dei programmi per promuovere i corridoi ferroviari di merci nella logistica;
bilancio della liberalizzazione in campo aereo, esame degli oneri e capacità
aeroportuali; strategia quadro per la logistica del trasporto merci europeo e
dibattito su una possibile azione a livello UE; identificazione di futire eventuali
applicazioni per i trasporti del sistema europeo Galileo; strategia per la sicurezza
delle infrastrutture critiche; piano d’azione per l’efficacia energetica e tabella di
marcia per energie rinnovabili;
2007: Libro Verde sui trasporti urbani; definizione di un piano d’azione per la
logistica dei trasporti; consultazione per una tassazione intelligente delle
infrastrutture (ogni tipo di trasporto); revisione delle regole su condizioni di lavoro
per il trasporto stradale; revisione del mercato interno ferroviario; inizio di
Naiades (programma di azione UE per la navigazione);
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2008: Libro Bianco sullo spazio marittimo comune; definizione di una politica UE
per la tassazione intelligente delle infrastrutture; seguito del Libro verde sui
trasporti urbani; avvio di un programma per introdurre sistemi intelligenti nel
trasporto stradale; bilancio delle regole di sicurezza in campo marittimo e aereo,
esame di un regime di sicurezza per il trasporto pubblico;
2009: Adesione dell’UE alle organizzazioni internazionali (in particolare all’OMI,
Organizzazione marittima internazionale, ed all’OACI, Organizzazione
dell’aviazione civile internazionale); inizio della concessione per Galileo;
attuazione del sistema UE di gestione del traffico ferroviario (RTMS) su alcuni
corridoi;
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Riferimenti
Per il testo della comunicazione:
http://ec.europa.eu/transport/transport_policy_review/doc/2006_transport_policy_review
_en.pdf
Mercato Interno, Servizi Finanziari e Commercio
6.6 La Commissione europea lancia un appello per l’introduzione di
obblighi di trasparenza sui mercati obbligazionari e degli altri strumenti
finanziari diversi dalle azioni
L’appello si inserisce nell’ambito delle direttive per la regolamentazione dei mercati
finanziari, riferendosi in particolar modo ai mercati obbligazionari e degli strumenti
finanziari diversi dalle azioni.
L’obiettivo dell’inchiesta è quello di raccogliere informazioni e dati sull’introduzione di
nuovi obblighi di trasparenza.
Le risposte a quest’appello serviranno a redigere il rapporto che la Commissione dovrà
trasmettere al Consiglio dei Ministri e al Parlamento nell’ottobre 2007.
Si tratta una questione d’importanza notevole per determinare quanto sarà conveniente
l’introduzione su scala europea di nuove esigenze di trasparenza pre e post
negoziazione.
L’appello sollecita pareri riguardo alla pertinenza delle priorità proposte e pone una serie
di questioni sull’esistenza di problemi che l’introduzione di nuovi obblighi di trasparenza
servirà a risolvere.
Il commissario McCreevy ha sottolineato l’importanza della questione, che riguarda un
aspetto fondamentale del mercato interno degli strumenti finanziari diversi dalle azioni,
auspicando di ricevere un riscontro da parte di tutti gli stakeholders europei .
Le risposte all’appello e i relativi dibattiti serviranno alla Commissione per redigere un
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progetto di rapporto che sarà oggetto di una consultazione, e che precederà la
redazione definitiva del rapporto l’autunno del prossimo anno.
La data limite per rispondere all’appello è il 15 settembre 2006.
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Riferimenti
Per maggiori informazioni consultare il sito:
http://ec.europa.eu/internal_market/securities/isd/index_en.htm
Il testo integrale dell’appello è disponibile all’indirizzo:
http://ec.europa.eu/internal_market/securities/docs/isd/call_for_evidence_en.pdf
6.7 Accordo politico quasi unanime sulla direttiva servizi
Il 29 maggio i ministri dell’economia dei 25 hanno trovato un accordo sulla proposta di
direttiva sui servizi nel mercato interno. Quasi tutte le delegazioni hanno indicato che
sostengono il compromesso. Solo Lituania e Belgio si sono astenuti.
Quando il Consiglio adotterà la posizione comune il dossier verrà trasmesso al PE. Un
accordo in seconda lettura a fine anno pare possibile.
Si è trattato di un accordo politico senza voti contrari, che ha evitato uno scontro tra
vecchi e nuovi membri. Il testo del Consiglio è vicino al compromesso del PE votato in
prima lettura, ripreso poi dalla Commissione nella proposta modificata, segno
dell’affermazione del PE nel gioco istituzionale comunitario.
Il documento rispetta il campo di applicazione della direttiva e approva il principio di
libera prestazione dei servizi che sopprime il principio del paese di origine per la
prestazione transfrontaliera dei servizi. Per trovare un accordo la presidenza austriaca
doveva fare un passo verso una maggioranza di paesi che ritengono restrittivo il
compromesso, riprendendo l’idea del meccanismo valutativo (screening) delle esigenze
nazionali per la prestazione transfrontaliera di servizi. I paesi UE che hanno
autorizzazioni dovranno comunicarle alla Commissione (l’elemento è stato uno dei più
controversi).
Alla data limite di trasposizione della direttiva ogni paese UE presenterà una relazione
sulle esigenze nazionali per la prestazione transfrontaliera di servizi attuati per motivi
politici, di salute e sicurezza pubblica, protezione dell’ambiente e legati alla protezione
del lavoro.
Le reazioni del mondo politico, delle parti sociali e degli ambienti economici sono stati in
maggioranza positive. I gruppi PPE-DE e PSE del Parlamento europeo esprimono
soddisfazione. In febbraio, la loro intesa era stata indispensabile per far votare il
compromesso con un’ampia maggioranza;
Al contrario, i Verdi/ALE del PE riconoscono alcuni progressi ma deplorano che
l’accordo del Consiglio Competitività non porti risposte soddisfacenti ai rischi che questa
direttiva fa correre al modello sociale europeo.
La Confederazione europea dei sindacati (CES) si rallegra dell’accordo politico sulla
direttiva, ritenendo tuttavia che talune disposizioni restano da chiarire riguardo alla
dimensione sociale del campo d’applicazione, ovvero l’esclusione del diritto del lavoro e
dei servizi sociali d’interesse generale e il rispetto dei diritti fondamentali.
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EuroCommerce si dichiara “rinfrancata” dall’accordo politico e accoglie positivamente le
disposizioni relative alla cooperazione amministrativa, all’accesso agevolato
all’informazione e all’obbligo per gli Stati membri di analizzare la propria legislazione
nazionale alla luce della direttiva.
La realizzazione di un vero mercato interno dei servizi è sentita sempre più come una
priorità: i ministri dell’area euro infatti si sono recentemente detti preoccupati per l’alto
livello dell’inflazione nel settore dei servizi. Jean Claude Juncker, presidente
dell’Eurogruppo, ha deciso di approfondire l’analisi paese per paese e settore per
settore per far si che ogni Stato membro sappia che misura adottare. Il Commissario
Almunia ha dichiarato che l’inflazione nel settore dei servizi è stata generalmente più
elevata (2.3 per cento) dell’inflazione in generale, e molto più elevata nel settore dei
prodotti industriali non energetici 0.7 per cento).
I motivi sono stati individuati nella produttività più debole della manodopera, che ha
determinato una crescita maggiore del costo del lavoro, e inoltre nella concorrenza che
ha patito dell’assenza di un mercato unico dei servizi. Il commissario ha quindi auspicato
un’applicazione a breve scadenza di un direttiva sui servizi.
Ad un recente incontro a Bruxelles di Confrontation Europe si è evidenziato come
oramai la questione della direttiva servizi porti ad interrogarsi sulla concezione europea:
se zona di libero cambio o costruzione politica con apertura di mercati e rispetto dei diritti
sociali.
Il Consiglio trasmetterà la posizione comune sulla direttiva servizi probabilmente a
settembre nell’ottica di una seconda lettura del PE a novembre-dicembre.
Il prof. Nicolaidis dell’Università di Oxford ha paragonato il dibattito odierno sulla direttiva
servizi a quello sulle merci di due decenni fa. La grande differenza è la polarizzazione
data dalle preoccupazioni nate dalla mondializzazione e la distinzione tra vantaggi
comparati e dumping sociale.
Poiché il principio del paese di origine non è stato accolto e quello del paese di
destinazione neanche, la signora Nicolaidis ha parlato di “riconoscimento reciproco
regolato”: non è possibile “chiedere tutto prima” tramite un atto legislativo, la
regolamentazione è caratterizzata in questo caso da un processo dinamico.
Attraverso tale metodo, gli Stati membri non si affidano ciecamente l’uno all’altro
Ma creano fra loro una “fiducia che li lega”. Vi sarà più automatismo se i paesi ospitanti
sono rassicurati dal buon funzionamento della cooperazione amministrativa e in
particolare dai controlli. Un ruolo significativo sarà sicuramente rivestito in materia dalla
giurisprudenza della Corte di Giustizia.
Altra questione è se i servizi siano merci o meno. Secondo Evelyn Gebhardt esiste
un’enorme differenza tra servizi e prodotti. Per Norman Rose, che dirige la BSA
implicata nei servizi, “i servizi sono da considerare legati alle persone” perché il capitale
umano è altrettanto importante del capitale finanziario. Pisani Ferry invece ritiene da
economista che non esista una differenza fondamentale: i servizi evidenziano problemi
che comunque esistono anche con i prodotti.
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Riferimenti
Per la documentazione e approfondimenti rivolgersi al Dott. Marco Digioia all’indirizzo
[email protected]
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6.8 Mc Creevy parla di due piste di riflessione per una revisione del quadro
di regolamento sui fondi di investimento
Il commissario Mc Creevy ha recentemente parlato degli elementi che potrebbero
comportare il miglioramento dei regolamenti per i fondi di investimento.
Come il Parlamento europeo, la Commissione vuole infatti migliorare il funzionamento
dell’opuscolo semplificato, con una particolare attenzione al modo in cui i fondi e altri
prodotti di investimento vengono venduti agli investitori per poter fare una scelta accorta.
Il miglioramento dell’aspetto distribuzione del settore dei fondi di investimento è una
seconda pista di riflessione, vale a dire come utilizzare meglio le libertà del mercato
interno diminuendo i costi relativamente alti nel settore europeo dei fondi.
La Commissione ha chiesto ad un gruppo di esperti di ripresentare entro fine giugno una
relazione sulle strozzature maggiori.
A luglio poi la Commissione proporrà un’audizione pubblica su tale relazione e su un
ulteriore documento sui fondi alternativi.
Lo scorso aprile il Parlamento europeo aveva adottato una relazione sulla gestione degli
attivi, seguendo la linea del Libro verde del luglio 2005.
I deputati rilevano carenze per la protezione degli investitori, la diversità dei prodotti, le
condizioni di concorrenza giuste e la competitività globale del settore malgrado le
direttive UE (1985/61, 2001/107/CE, 2001/108/CE) sugli organi di investimento collettivo
in valori mobiliari (OPCVM). Secondo il PE é necessario modificare il diritto europeo sui
seguenti punti: un opuscolo semplificato, la procedura di notifica, l’eliminazione degli
ostacoli fiscali per le fusioni, l’adattamento degli attivi eleggibili alle evoluzioni di
mercato.
Per l’informazione e la protezione degli investitori, si rileva che il prospetto semplificato è
stato introdotto sotto forme diverse da un paese UE all’altro e che a volte delle esigenze
nazionali rigorose si sono aggiunte malgrado la raccomandazione 2004/384/CE della
Commissione. Il PE propone un nuovo opuscolo semplificato sotto forma di scheda
tecnica che avrebbe nella lingua dell’investitore un insieme armonizzato a livello UE di
informazioni sul tipo di strumenti finanziari usati e sul rischio che hanno, sulla relazione
totale spese generali-premi, e una chiara descrizione della strategia di gestione di attivi.
Il PE sottolinea anche la diversità delle esigenze nazionali per la procedura di notifica di
un fondo e fa notare che in pratica la procedura di notifica si è trasformata in una
procedura di autorizzazione rilasciata dall’autorità competente del paese di origine.
Infine i deputati invitavano la Commissione a identificare ostacoli, fiscali in particolare,
alle fusioni transfrontaliere dato che dimensione e numero dei fondi UE non sono ottimali
e soli il 18 % di essi sono transfrontalieri.
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Riferimenti
Per la Commissione europea il Dossier è di competenza della DG Mercato Interno e
Servizi
finanziari.
Maggiori
informazioni
all’indirizzo
http://ec.europa.eu/internal_market/finances/index_en.htm
Per
il
Parlamento
europeo:
http://www.europarl.europa.eu/news/public/documents_par_theme/907/default_it.htm
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Risoluzione del parlamento europeo sulla gestione di attivi 2006/2037 (INI)
Inserto Speciale: Conferenza per il lancio della piattaforma
tecnologica europea sui biocarburanti – Bruxelles 8 giugno 2006
Tre recenti sviluppi- aumento del prezzo del petrolio, cambiamento climatico,
dipendenza dai paesi produttori- spingono governi ed operatori economici a cercare
un’alternativa ai carburanti fossili. In particolare, la ricerca si è concentrata su quei
carburanti per trasporti ed energia che siano, allo stesso tempo, economici, sicuri e che
rispettino l’ambiente.
In quest’ambito, la Commissione europea ha deciso di promuovere l’uso dei
biocarburanti (“Biofuels”), sia attraverso la legislazione comunitaria (Direttiva
2003/30/EC) che attraverso la ricerca europea (7° Programma Quadro).
In uno sforzo per meglio coordinare e implementare la sua azione, la Commissione ha
chiesto ad un gruppo di esperti di alto livello (il BIOFRAC - Biofuels Research Advisory
Council) di preparare un rapporto per sviluppare i biocarburanti in Europa (“Biocarburanti
nell’Unione Europea – Una visione per il 2030 ed oltre”).
La Conferenza dell’8 giugno è stata organizzata dalla Commissione europea con il
supporto della BIOFRAC per presentare le principali conclusioni contenute nel rapporto
e per lanciare ufficialmente la Piattaforma tecnologica sui biocarburanti.
La Piattaforma tecnologica sui biocarburanti mira a:
¾ Sviluppare biocarburanti competitivi in termini di costi e prestazioni;
¾ Contribuire a sviluppare l’industria europea dei biocarburanti;
¾ Favorirne la commercializzazione.
Il programma della giornata ha previsto i seguenti interventi:
La prospettiva energetica (An energy perspective)
Luc Werring, DG Trasporti ed energia.
Secondo la DG Trasporti, è possibile applicare la seguente periodizzazione allo sviluppo
dell’energia alternativa:
Crisi energetica (anni ‘70): necessità di sviluppare le fonti alternative;
Contro–shock petrolifero (anni ‘80): il petrolio torna a prezzi ragionevoli;
Anni ’90-‘00: riprende la ricerca sui biocarburanti a causa dei:
Problemi nel rifornimento;
Problemi ambientali (cambiamento climatico).
Recentemente, le problematiche legate a aumenti dei prezzi ed alla sicurezza nel
rifornimento hanno spinto i politici a rivedere il loro approccio e la Direttiva del 2003 è
stata rivalutata.
La Biomassa può essere usata in sostituzione dei carburanti fossili nella produzione di
energia perché emette meno CO2, mentre nei trasporti non rappresenta la soluzione
migliore in termini economici ed ambientali, ma garantisce la sicurezza degli
approviggionamenti.
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La Direttiva del 2003 funge da Roadmap per lo sviluppo dei biocarburanti. Essa intende
fare salire la loro quota di mercato dallo 0,6% del 2004 al 5,75% nel 2010 attraverso:
Obiettivi obbligatori;
Obiettivi per i distributori di carburante;
Percentuale di biocarburanti nella benzina.
Ne consegue che gli attuali standard devono essere cambiati. Ad esempio, è possibile
sostituire il carburante con l’etanolo, ma bisogna modificare i motori ed inserire derivati
dell’etanolo nella benzina.
La prospettiva agricola (An agricultural perspective)
H. Summa, DG Agricoltura
I Biocarburanti sono di particolare interesse per gli agricoltori poiché sono questi a
fornire la materia prima.
I Biocarburanti sono una scelta vincente per:
¾ Riduzione delle emissioni di gas serra;
¾ Sicurezza negli approvvigionamenti;
¾ Spinta per l’innovazione;
¾ Sbocco per la produzione agricola;
¾ Fonte di lavoro e denaro per le comunità rurali.
La Commissione ha pubblicato una Comunicazione riguardante i biocarburanti, i cui
punti principali sono:
¾ Cominciarne la promozione ora (anche se la tecnologia dà qualche problema);
¾ Prepararsi per un utilizzo su larga scala (migliorare i costi per renderli più
competitivi);
¾ Esplorare le possibilità d’impiego nei paesi in via di sviluppo (che sono fonti di
materie prime).
Per raggiungere questi obiettivi, si propone di:
¾ Stimolarne la domanda (il documento intende basarsi sulle regole di mercato);
¾ Catturare i benefici ambientali;
¾ Sviluppare produzione e distribuzione di biocarburanti;
¾ Espandere la produzione (gli strumenti sono già a disposizione, manca solo la
domanda);
¾ Migliorare le opportunità commerciali per ottenere rifornimenti a costi più bassi;
¾ Sostenere i paesi in via di sviluppo per fargli produrre le materie prime in maniera
sostenibile;
¾ Supportare la ricerca e sviluppo.
Per raggiungere l’obiettivo del 5,75% del mercato nel 2010, l’Europa dovrà utilizzare 1518 milioni ha (15-16% del totale) per produrre materie prime per biocarburanti. Questa
superficie potrebbe essere quella lasciata libera dalla barbabietola da zucchero e dai
cereali dopo la fine dei sussidi.
L’Europa ha bisogno di una strategia equilibrata basata su produzione ed importazione.
Attualmente meno del 2% della superficie arabile europea è usata per produrre
biocarburanti. Secondo uno scenario di crescita bilanciata, metà delle materie prime
dovranno essere importate.
Quello che succederà dipenderà dagli sviluppi del mercato e della PAC (Politica Agricola
Comune). La riforma della PAC (2003) con il disaccoppiamento, gli incentivi alla
produzione di prodotti non alimentari ed il premio per i prodotti energetici, favorisce la
produzione delle materie prime per biocarburanti. Un altro passo importante è stata la
Riforma dello zucchero (2005).
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I Programmi di sviluppo rurale (2007-13) aiuteranno a creare una catena dei
biocarburanti ed ad informare gli agricoltori sui biocarburanti (in questo quadro potrà
essere supportata l’autonomia energetica degli agricoltori).
Oggi i biocarburanti si trovano in uno stadio intermedio. L’arrivo della seconda
generazione (che avrà una resa migliore) potrebbe portare ad una riduzione dei costi
nell’ordine del 20-30%, ma sono necessarie maggiori informazioni sull’energia da
materie prime e sulla tecnologia di conversione avanzata.
La prospettiva ambientale (An environmental perspective)
Ian Hodgson, DG Ambiente
I biocarburanti sono la soluzione ai nostri problemi se fanno parte di una politica di più
ampio respiro.
Possono contribuire a ridurre le emissioni di CO2 e l’utilizzo dei carburanti fossili, ma c’è
una grossa differenza tra l’esempio migliore (riduzione delle emissioni del 90%) e quello
peggiore (nessuna riduzione).
Anche i biocarburanti sono un risorsa esauribile e quindi è necessario usarli e produrli
saggiamente, evitando tecniche non sostenibili.
I potenziali svantaggi dei biocarburanti non sono stati menzionati nella Comunicazione.
La coltivazione è la maggiore preoccupazione, poiché le piante sono coltivate anche per
sfamare la popolazione. Esiste la possibilità di mettere a coltura la terra abbandonata,
ma una parte di essa è usata per proteggere specie in pericolo. Le nuove coltivazioni
potrebbero, poi, avere un impatto sull’ambiente (uso dell’acqua e delle risorse, fertilità
del suolo, ecc.).
La politica sui biocarburanti si dovrebbe dunque prefiggere due obiettivi: (1) ridurre la
CO2 e l’uso di carburanti fossili, (2) ridurre l’impatto ambientale.
Una Piattaforma tecnologica per i biocarburanti (A Technology Platform for
Biofuels)
A. Röj, Volvo, presidente BIOFRAC ([email protected])
Membri: La Piattaforma riunisce i classici stakeholders (interessati) ai biocarburanti più
l’industria petrolifera.
Finanziamenti: La Piattaforma riceve contributi dall’UE e dalla comunità scientifica.
Struttura: working group.
Stato dei lavori: a giugno 2005 si è tenuto il primo incontro, a maggio 2006 è stato
redatto il primo rapporto, entro la fine dell’anno sarà organizzata la Piattaforma e per il
prossimo anno verrà implementata.
Recentemente il Comitato guida (Steering Committee) ha scelto come presidente L.
Cabra (Repsol).
Il Comitato farà in modo di garantire l’interazione con altre piattaforme tecnologiche
europee (chimica, boitecnologica, ecc.).
Una visione per i biocarburanti (A Vision for Biofuels)
A. Rojey, IFP, membro del BIOFRAC
Il Rapporto è molto ambizioso: prevede di raggiungere gli obiettivi nel 2030.
È essenziale produrre biocarburanti in maniera eco–sostenibile ma anche competitiva.
Le principali priorità sono:
¾ Progredire nella prima generazione;
¾ Arrivare alla seconda generazione;
¾ Coproduzione avanzata di biocarburanti;
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¾ Facilitare l’accesso alle biomasse;
¾ Adattare gli standard ICE ai biocarburanti.
La riduzione di CO2 è la chiave per promuovere i biocarburanti, quindi occorre migliorare
e massimizzare il fattore di riduzione dell’anidride carbonica.
Per favorire lo sviluppo dei biocarburanti sono necessari:
¾ Una roadmap per la produzione;
¾ Ottimizzare l’intera catena di produzione;
¾ Sviluppare una cornice di lavoro;
¾ Una buona coordinazione e cooperazione a livello europeo.
Per raggiungere gli obiettivi prefissati entro il 2020, sarà necessario sviluppare la
seconda generazione di biocarburanti (biomassa).
Le questioni politiche aperte sono:
¾ La cooperazione internazionale;
¾ Stabilire la regolamentazione e gli standard;
¾ Stabilire la legislazione della produzione di biomasse.
Per raggiungere tutti i nostri obiettivi si raccomandano un approccio flessibile al
problema e la creazione di una piattaforma a Bruxelles che si occupi anche dei trasporti
via aria e mare (non menzionati dalla direttiva).
La prospettiva di una compagnia petrolifera (An Oil Company Perspective)
Luis Cabra, Direttore, Repsol-YPF
Repsol condivide molti dei punti contenuti nel rapporto e insiste sulla necessità di ridurre
i costi dei biocarburanti per renderli più competitivi.
I contributi di Repsol sono i seguenti:
¾ Prima e seconda generazione sono termini dogmatici, è meglio usare la prima
generazione per evitare sovrapposizioni;
¾ Tecnologie addizionali (biodiesel, grasso animale, olio usato) possono dare buoni
risultati, bisogna lavorare per migliorarne la legislazione;
¾ Puntare sull’”Upstream Business” per:
¾ Convertire produzioni in vere produzioni energetiche;
¾ Sviluppare nuovi approcci (piante marine).
La Piattaforma dovrebbe essere aperta ai paesi UE ed a quelli asiatici e latino–
americani.
La ricerca e sviluppo pone la Repsol ai vertici in Europa nello sviluppo di biocarburanti.
Nel 2000, è stato convertito il bioetanolo in ETBE.
Nel 2005 è cominciata la strategia “Downstreaming”, ovvero investimenti nella
raffinazione di biocarburanti e diversificazione delle fonti energetiche con biocarburanti.
Grazie a questi sforzi, la società sarà in grado di raggiungere gli obiettivi fissati dalla
Direttiva nel 2030 per quanto riguarda la sua quota di mercato.
Nel 2006 Repsol è diventata coordinatrice e principale finanziatrice di un progetto
spagnolo da 23 milioni di € mirante a ridurre i costi dei biocarburanti, che raggruppa oltre
20 organizzazioni e che riceve un 15% di finanziamento statale.
La prospettiva del trasporto su strada (A road transport perspective)
Rudolf Kunze, presidente ERTRAC, Ford Motor Company/EUCAR
Il settore dei trasporti in Europa è piuttosto grande (20% del PIL, 9% degli occupati) e se
ne prevede un’ulteriore crescita nel futuro. Il nostro sistema di trasporti non è sostenibile
in termini economici, ambientali e sanitari (problemi per la salute dei cittadini).
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Le società automobilistiche hanno deciso di creare ERTAC per rispondere a queste
sfide. L’organizzazione ha una struttura aperta e processi trasparenti. Tutti i principali
stakeholder sono presenti.
Gli obiettivi sono gli stessi che provengono dalla società civile, ovvero ridurre:
¾ Le congestioni di traffico;
¾ Gli incidenti;
¾ Il costo del carburante e rendere più sicuri i rifornimenti.
ERTRAC condivide gli stessi obiettivi di BIOFRAC, EUCAR (organizzazione di ricerca
delle case automobilistiche europee) e SUSCHEM SRA.
Tutti gli stakeholder che esprimono delle critiche all’attuale processo di sviluppo dei
biocarburanti dovrebbero partecipare al BIOFRAC, poiché l’UE ha bisogno di un posto in
cui confrontarsi con i biocarburanti.
BIOFRAC dovrebbe stabilire e mantenere stretti rapporti con altre piattaforme
tecnologiche e dovrebbe prendere in considerazione lo sviluppo di una powertrack.
La detassazione dei biocarburanti aiuterebbe a centrare l’obiettivo del 2030, il fatto che
un paese come la Germania abbia deciso di eliminare l’esenzione (prima al 100%) fa
capire quanto sia necessaria un’armonizzazione in Europa per minimizzare la
complessità delle infrastrutture ed anche per favorire l’allineamento dell’agricoltura.
Nel 2030, le case automobilistiche raggiungeranno EURO8, uno standard che richiederà
complessi sistemi di controllo. Il carburante potrebbe, quindi, aiutare a semplificare le
procedure.
Il consenso di cittadini, ONG e mondo accademico è necessario per sviluppare i
biocarburanti.
www.ertrac.org
La strategia dei biocarburanti in Polonia (Biofuel strategy in Poland)
Z. Kamienski, Ministero dell’economia polacco
Il mercato dei biocarburanti si sta lentamente sviluppando anche in Polonia. La
percentuale di biocomponenti utilizzata è ancora risibile, ma la nuova legislazione in via
d’approvazione cambierà le cose.
Il nuovo documento approvato dal Consiglio dei ministri è la c.d. “Green light” per
raggiungere gli obiettivi della direttiva nel 2010.
Il nuovo regolamento ha quattro pilastri:
1. Sostegno ai biocarburanti;
2. Possibilità che gli agricoltori producano biocarburanti;
3. Obblighi per favorire lo sviluppo dei biocarburanti (per es. mettere una certa
percentuale di biocarburanti nella benzina);
4. Meccanismo di supporto (nuove tasse, aiuto finanziario, supporto agli
investimenti, ecc.).
Il supporto agli investimenti prevede fondi da:
¾ Unione europea;
¾ Fondi nazionali;
¾ ECOFUND;
¾ Fondi dalle multe per la violazione delle regole.
La stabilità della legge è una questione importante. Altrettanto importante è ricordare
agli automobilisti che i biocarburanti non costituiscono un pericolo per la loro auto.
L’armonizzazione delle legislazioni nazionali è importante, così come l’estensione della
direttiva al resto dei trasporti (ad es. in Polonia più del 30% del carburante è usato in
agricoltura).
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Biocarburanti nel contesto globale (Biofuels in a global context)
P. Tulej, IEA Energy Technology Office
La prima generazione di biocarburanti hanno un buon posizionamento sul mercato e la
tecnologia è abbastanza buona. Nel 2005 i biocarburanti costituivano il 2% della
produzione mondiale di gasolina e lo 0,2% di quella del diesel.
I paesi leader sono, nell’ordine, Brasile (l 17,5 miliardi, 50% del totale mondiale), Stati
Uniti, Cina, Germania.
Molti motori (circa il 10%) accettano biocarburanti, molte macchine sono flessibili (85%)
e potrebbero essere convertite a biocarburante. I costi di conversione sono piuttosto
bassi.
L’uso di carburanti fossili per produrre biocarburanti è particolarmente vantaggioso se si
considera il biodiesel (1:3) ed il bioetanolo da canna da zucchero (1:8), altri non sono
così vantaggiosi (1:<2).
La differenza nell’emissione di CO2 è piuttosto grande e questo dipende da fattori critici
quali l’efficienza agricola: si passa dal una riduzione del 90% con la canna da zucchero
ed il grasso animale, ad una del 15% dal biodiesel.
Gli obiettivi di Stati Uniti ed Europa sono:
Crescita del 10% annua e produzione di 28 miliardi nel 2020 per gli Stati Uniti;
Quota di mercato del 5,75% per l’UE.
Il costo del biocarburante varia a seconda del paese, dalla dimensione degli stock, dalla
posizione geografica e dal costo del lavoro. Oggi i biocarburanti competono già con i
carburanti tradizionali.
L’OMC ha chiesto di eliminare le tariffe sui biocarburanti ed alcuni paesi hanno chiesto di
riconoscerne la caratteristica ambientale.
I governi dovrebbero verificare se stanno sviluppando i biocarburanti giusti.
La prospettiva della bioraffinazione (The Biorefinery perspective)
M. Askew, Central Science Laboratory
La bioraffinazione è molto utile, specie oggi che si verifica una convergenza/coincidenza
di strategie (riforma PAC, pericolo da cambiamento climatico, iniziative UE su energia e
biocarburanti) ed un avanzamento tecnologico (spostamento verso la seconda
generazione).
Il secondo pilastro della PAC riformata riguarda la fornitura di beni pubblici ambientali, in
particolare la loro restaurazione.
Nel 2030 le bioraffinerie integrate tratteranno anche i rifiuti urbani (che hanno un costo
negativo) e quindi entreranno in competizione con gli agricoltori. La bioraffinazione
permette di utilizzare un prodotto per produrne un altro e usare gli scarti per fare altro
(esempio: gli scarti dalla produzione di margarina potrebbero essere usati per produrre
energia).
I problemi legati al commercio di biocarburanti (Biofuel trade issue)
M. Junginger, Università di Utrecht
La produttività della terra è il fattore chiave per lo sviluppo dei biocarburanti: se
l’agricoltura sviluppa la sua produttività, la biomassa potrebbe coprire il 50% del
fabbisogno energetico mondiale nel 2050.
Una delle aree più promettenti è l’Africa del sud, ad es. il Mozambico.
Il prezzo può variare di molto in funzione di diversi fattori (costo del lavoro, clima, ecc.),
ma il fattore più importante è il costo del lavoro.
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Le barriere che bloccano il commercio di biocarburanti sono:
¾ Economiche: molte risorse ancora troppo care;
¾ Tecniche;
¾ Tariffarie (tariffe doganali);
¾ Logistiche (pretrattamento inadeguato, capacità logistica insufficiente, prezzi dei
trasporti);
¾ Disponibilità terriera;
¾ Altri criteri di sostenibilità;
¾ mancanza di regole contabili.
Per maggiori informazioni: www.bioenergytrade.org
La ricerca sui biofuels nel 7PQ (Biofuel RTD in FP7)
W. Raldow, DG Ricerca
Il 7PQ coinvolge I 25 membri dell’UE, più i quattro paesi candidati ed i quattro paesi
associati. È un programma aperto e rientra nella Strategia di Lisbona.
I biocarburanti sono finanziati con il budget dei programmi per l’energia (2.3 miliardi di
euro). Lo scopo della ricerca energica è rendere la nostra energia più pulita, e quindi la
ricerca sui biocarburanti deve essere inquadrata in una visione generale.
I fondi per la ricerca sui biocarburanti possono provenire da:
¾ Fondi del 7PQ:
¾ Programmi Ideas, People e Capacities;
¾ Altri programmi;
¾ Temi che riguardano l’energia;
¾ Fonti esterne al 7PQ:
¾ Intelligent Energy Europe (IEE);
¾ Fondi strutturali;
¾ Banca europea per gli investimenti (BEI).
I biocarburanti fanno parte della Piattaforma energetica insieme a: fotovoltaico
(piattaforma operativa), solare (operativa), ecc. è importante ricordare la propria
Piattaforma tecnologica.
Le slide degli interventi possono essere scaricate dal seguente indirizzo:
http://ec.europa.eu/research/energy/gp/gp_events/etpbiofuels/article_3765_en.htm
Il testo della Direttiva 2003/30/CE può essere scaricato dal seguente indirizzo:
http://europa.eu.int/eur-lex/pri/it/oj/dat/2003/l_123/l_12320030517it00420046.pdf
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Questa lettera, a cura del Dott. Marco Digioia, è un servizio dell’Ufficio Unioncamere
Piemonte di Bruxelles.
Hanno contribuito a questo numero il Dott. Luca Bertinazzi e la Dott. Ssa Stefania Ferroni.
Per ulteriori informazioni sugli argomenti trattati rivolgersi al numero 0032 2 5500253 o
all’indirizzo e-mail [email protected]
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