U.E. FOCUS LETTERA DA BRUXELLES GIUGNO 2006 – NUMERO 6 INDICE Imprese, Innovazione e Società dell’Informazione 6.1 La Commissione prepara la revisione dell’art. 82 6.2 La Commissione europea ha ben accolto il voto del Parlamento a favore della proposta della Commissione di realizzare un collegamento tra il sistema Europeo per la registrazione dei brevetti industriali e il sistema internazionale dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale Ambiente, Riqualificazione Urbana e Agricoltura 6.3 Nuovo piano comunitario per preservare la biodiversitài Politica dei Consumatori, Salute e Sicurezza Alimentare 6.4 Parlamento europeo: divieto di utilizzo di trucioli di legno nel vino Trasporti ed Energia 6.5 Revisione a metà strada del Libro bianco sui trasporti: la Commissione punta per il futuro sul contributo di tutti i tipi di trasporto compreso quello stradale Mercato Interno, Servizi Finanziari e Commercio 6.6 La Commissione europea lancia un appello per l’introduzione di obblighi di trasparenza sui mercati obbligazionari e degli altri strumenti finanziari diversi dalle azioni 6.7 Accordo politico quasi unanime sulla direttiva servizi 6.8 Mc Creevy parla di due piste di riflessione per una revisione del quadro di regolamento sui fondi di 1 investimento Inserto Speciale: Conferenza per il lancio della piattaforma tecnologica europea sui biocarburanti – Bruxelles 8 giugno 2006e Imprese, Innovazione e Società dell'Informazione 6.1 La Commissione prepara la revisione dell’art. 82 Dalla procedura di consultazione chiusa a fine marzo è emersa un’ampia condivisione delle parti circa l’intenzione della Commissione europea di adottare un approccio più economico all’art. 82 del Trattato CE (abuso di posizione dominante). L’obiettivo della revisione è duplice: da un lato migliorare la qualità delle decisioni e dall’altro accertarsi che esse continuino sulla buona strada. La consultazione consentirà all’Esecutivo di presentare un documento formale, eventualmente sotto forma di linee direttive. La Commissione ha inteso esaminare in modo più preciso gli effetti potenziali in termini economici di comportamenti di evizione delle imprese che si trovano in posizione dominante. Il documento si concentrava sugli ostacoli all’ingresso nel mercato attraverso pratiche sui prezzi, ribassi o vendite legate ma non trattava di altri comportamenti discriminatori o di sfruttamenti abusivi da parte di un’azienda della sua posizione sul mercato (per esempio attraverso prezzi elevati). Tali categorie di abuso saranno infatti specificate entro fine anno e in primavera verrà organizzata un’audizione pubblica al riguardo. Con l’introduzione della nozione di guadagni efficienti nell’analisi tradizionale degli abusi in posizione dominante, la Commissione cercherà di determinare se gli effetti benefici pratici di aziende permetteranno di compensare le perdite della concorrenza che ne derivano. Non tutti i comportamenti sono necessariamente abusivi o restrittivi; rispetto al passato, l’analisi degli effetti pratici commerciali delle aziende si accentrerà su più aspetti. Per constatare i guadagni in efficacia, l’esame dovrà mostrare l’effetto di causa dell’azienda e i benefici supplementari che ne derivano per i clienti e i consumatori. Per quanto riguarda le pratiche legate come ad esempio i ribassi la Commissione si interroga sull’opportunità di considerare come abusive solo le pratiche che rischiano di escludere concorrenti altrettanto efficaci rispetto all’azienda in posizione dominante. Torna ad Indice Riferimenti Il Dossier è di competenza della DG Concorrenza. Per approfondimenti 2 http://ec.europa.eu/comm/competition/antitrust/others/article_82_review.html#public_dis cussion 6.2 La Commissione europea ha ben accolto il voto del Parlamento a favore della proposta della Commissione di realizzare un collegamento tra il sistema Europeo per la registrazione dei brevetti industriali e il sistema internazionale dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale. Le proposte permetteranno alle imprese di ottenere con una sola richiesta la protezione dei brevetti non solo in Europa, grazie al sistema comunitario, ma anche nei paesi che fanno parte dell’Atto di Ginevra sulla registrazione internazionale dei brevetti industriali. La prima proposta riguarda l’adesione della Comunità europea all’Atto di Ginevra, mentre la seconda contiene le disposizioni necessarie per dare effetto a tale adesione, in particolare in riferimento ad una modifica del regolamento n° 6/2002 del Consiglio sui brevetti comunitari. Il Commissario europeo Mc Creevy ha sottolineato l’importanza del voto, per il raggiungimento di obiettivi quali la salvaguardia da parte delle imprese dei diritti sui brevetti e modelli e lo snellimento delle procedure burocratiche in modo da incoraggiare gli scambi commerciali. Il sistema di protezione dei disegni comunitari prevede la protezione dei brevetti registrati su tutto il territorio dell’UE, mentre la Convenzione di Ginevra permette di ottenere la protezione in un certo numero di paesi mediante un’unica domanda di registrazione internazionale. Grazie a questa procedura semplificata, sarà possibile realizzare economie di costo ottenendo un impatto positivo sulle attività di ricerca, sviluppo e innovazione. Il collegamento tra i due sistemi di protezione porterà dei vantaggi soprattutto a settori industriali quali il tessile, dell’arredamento, dell’automobile, della gioielleria e dei telefoni cellulari. Torna ad Indice Riferimenti Per maggiori informazioni consultare i siti: http://ec.europa.eu/internal_market/indprop/design/index_en.htm http://wipo.int/hague/en Ambiente, Riqualificazione Urbana e Agricoltura 3 6.3 Nuovo piano comunitario per preservare la biodiversità La Commissione europea ha comunicato un’ambiziosa strategia politica per cercare di limitare l’impoverimento della biodiversità entro il 2010. In particolare, si prevedono misure concrete per stabilire le competenze rispettive degli organi dell’Unione europea e degli Stati membri. Gli interventi comunitari si dovranno concentrare su quattro questioni chiave: la biodiversità nell’Unione europea l’Unione europea e la biodiversità nel mondo la biodiversità e il cambiamento climatico la base di conoscenze In relazione a questi quattro ambiti si propongono dieci obiettivi prioritari tra i quali: • habitats e specie più importanti • zone rurali e ambiente marino • adattamento al cambiamento climatico • miglioramento della compatibilità dello sviluppo regionale con la natura Il tema dalla biodiversità sottintende la circolazione di beni e servizi legati all’ecosistema, come derrate alimentari, combustibili, fibre, qualità dell’aria e dell’acqua, fertilità dei suoli e cicli degli elementi nutritivi, e costituisce anche una risorsa per il turismo. Nonostante l’importanza della questione, circa due terzi dei servizi legati all’ecosistema nel mondo sono in declino. Nell’Unione europea il quadro di azione politica che mira a preservare la biodiversità esiste già e gli interventi per tutelare la biodiversità sono stati rafforzati grazie a recenti riforme di politica agricola comunitaria e di politica comunitaria sulla pesca,. Il problema cruciale della biodiversità mondiale riguarda soprattutto i paesi in via di sviluppo: è anche a questi paesi, infatti, che si rivolge la politica comunitaria per la tutela dalla biodiversità sul piano internazionale. Nel 2001 era già stato fissato l’obiettivo della tutela della bioversità entro il 2010; tuttavia ad oggi,pur essendo stati fatti molti sforzi, i risultati restano ancora insufficienti. Torna ad Indice Riferimenti Per maggiori informazioni: http://ec.europa.eu/environment/nature/biodiversity/current_biodiversity_policy/biodiversi ty_com_2006/index_en.htm Comunicazione della Commissione [COM (2006) 216 final] Politica dei Consumatori, Salute e Sicurezza Alimentare 4 6.4 Parlamento europeo: divieto di utilizzo di trucioli di legno nel vino In base a un'interrogazione orale alla Commissione europea si è svolto un dibattito in PE sulla proposta di consentire l'invecchiamento del vino ricorrendo a trucioli di legno. La questione dei trucioli di legno come metodo di produzione in cantina del vino era stata già sollevata con molte polemiche all'epoca dell'Accordo siglato tra l'UE e gli Stati Uniti sul commercio vitivinicolo che, tra le altre cose, riconosceva questa pratica enologica. Secondo dati elaborati dall'organizzazione degli imprenditori agricoli Coldiretti - che ha peraltro condannato la proposta all'esame del comitato vini - nell'ultimo quarto di secolo il consumo di vini di qualità classificati in Europa come VQPRD (DOC e DOCG per l'Italia) è aumentato del 54,6% in Italia, del 51,4% in Francia e dell'82,4% in Spagna, mentre contemporaneamente in questi stessi Paesi si è praticamente dimezzato il consumo di vini da tavola. L’Italia, inoltre, che rappresenta circa il 25 per cento delle esportazioni mondiali e ha recentemente conquistato negli Usa il primato delle vendite. Nel 2005 la produzione di vino in Italia era pari a 48,1 milioni di ettolitri, con un fatturato di 9 miliardi di euro e un valore delle esportazioni di 3 miliardi di euro realizzati grazie anche a 460 vini DOC, DOCG e IGT. Il nostro Paese, infine, conta 147 strade del vino e dei sapori e 540 città del vino, che delimitano territori e aziende aperti ai visitatori. Il PE evidenzia il rischio di mettere a repentaglio gli sforzi dei produttori tesi al miglioramento della qualità del vino. I deputati chiedono il divieto di utilizzo dei trucioli di legno per i vini di qualità, mentre sulle etichette degli altri deve essere indicato il ricorso a tale metodo. Promossa da Vincenzo LAVARRA (PSE, IT), l'interrogazione orale alla Commissione ricorda che l'UE ritiene prioritarie le politiche di tutela dei consumatori, di trasparenza delle etichette dei prodotti alimentari e di valorizzazione della qualità dei prodotti agricoli. Tuttavia, in sede di Comitato di gestione vino, sarebbe stata raggiunta una intesa di massima fra la maggioranza dei delegati nazionali che include tra le pratiche enologiche di invecchiamento anche il ricorso all'utilizzo di trucioli. D'altra parte, è sottolineato che i consumatori europei si stanno sempre più orientando verso i vini di qualità, «anche in virtù dell’affidamento a pratiche tradizionali e sicure di produzione con forte radicamento territoriale», e che la competitività del settore vitivinicolo europeo «si fonda principalmente su prodotti di qualità certificata, che incontrano sempre più il favore dei consumatori del mercato internazionale». Pertanto, alla luce degli orientamenti comunitari in materia di qualità e trasparenza delle etichette, è chiesto alla Commissione come valuta la proposta all'esame del Comitato Vini e se, al riguardo, non ritiene che detta pratica enologica potrebbe essere lesiva dei principi di trasparenza «simulando impropriamente le caratteristiche dei vini che si ottengono normalmente attraverso un invecchiamento tradizionale in barrique». Inoltre, la Commissione è invitata ad esprimere la sua opinione sulla necessità, sottolineata dall'interrogazione, di non autorizzare tali pratiche per i vini DOC, DOCG, IGT e, per gli altri vini, di imporre l’obbligo di citare in etichetta la pratica di utilizzo di truciolato di legno. D'altra parte, è chiesto all'Esecutivo se non ritiene che l’autorizzazione di detta pratica possa provocare un abbandono da parte dei produttori europei dei metodi tradizionali di invecchiamento, «a causa dei costi superiori di dette pratiche rispetto alla eventuale nuova» e se ha valutato gli impatti di questa proposta, in particolare quelli dei riflessi sulla competitività del mercato europeo dei vini di qualità. 5 Torna ad Indice Riferimenti Per la documentazione visitare l’indirizzo del Parlamento europeo: http://www.europarl.europa.eu/omk/sipade3?L=IT&OBJID=121912 Interrogazione orale sull'utilizzo di truciolato di legno per pratiche di invecchiamento del vino Procedura: Interrogazione orale Trasporti ed Energia 6.5 Revisione a metà strada del Libro bianco sui trasporti: la Commissione punta per il futuro sul contributo di tutti i tipi di trasporto compreso quello stradale Il 22 giugno la Commissione europea ha presentato il bilancio a metà strada sull’attuazione del Libro Bianco sulla politica UE dei trasporti del 2001. Con la comunicazione, attesa da lungo tempo, la Commissione intende riequilibrare il rapporto fra trasporto basato sulla strategia di Lisbona, nuove tecnologie e logistica proponendo varie azioni da qui al 2010. Nel Libro Bianco del 2001 si era scelto un approccio ambizioso puntando sul trasporto intermodale, dando ampio spazio al rilancio delle ferrovie per limitare la crescita del trasporto stradale. La Commissione afferma che dal 2001 gli obiettivi non sono cambiati. E’ mutato tuttavia il quadro: allargamento dell’UE, ambiente industriale internazionale competitivo, scarsa crescita, impegni ambientali, terrorismo. La Commissione preferisce adesso gestire il potenziale di ogni tipo di trasporto. Se nel 2001 si dava priorità alle ferrovie, oggi si deve puntare sui vantaggi di tutti i tipi di trasporto compreso quello stradale. Contrariamente al Libro bianco del 2001 che proponeva ben 60 misure precise da prendere a livello UE, il documento di revisione propone azioni generali che privilegino la concertazione con i partner, secondo il seguente calendario: 2006: Bilancio del mercato interno stradale, azioni per eliminare gli ostacoli tecnici all’interoperatività e al riconoscimento reciproco delle strutture ferroviarie e dei programmi per promuovere i corridoi ferroviari di merci nella logistica; bilancio della liberalizzazione in campo aereo, esame degli oneri e capacità aeroportuali; strategia quadro per la logistica del trasporto merci europeo e dibattito su una possibile azione a livello UE; identificazione di futire eventuali applicazioni per i trasporti del sistema europeo Galileo; strategia per la sicurezza delle infrastrutture critiche; piano d’azione per l’efficacia energetica e tabella di marcia per energie rinnovabili; 2007: Libro Verde sui trasporti urbani; definizione di un piano d’azione per la logistica dei trasporti; consultazione per una tassazione intelligente delle infrastrutture (ogni tipo di trasporto); revisione delle regole su condizioni di lavoro per il trasporto stradale; revisione del mercato interno ferroviario; inizio di Naiades (programma di azione UE per la navigazione); 6 2008: Libro Bianco sullo spazio marittimo comune; definizione di una politica UE per la tassazione intelligente delle infrastrutture; seguito del Libro verde sui trasporti urbani; avvio di un programma per introdurre sistemi intelligenti nel trasporto stradale; bilancio delle regole di sicurezza in campo marittimo e aereo, esame di un regime di sicurezza per il trasporto pubblico; 2009: Adesione dell’UE alle organizzazioni internazionali (in particolare all’OMI, Organizzazione marittima internazionale, ed all’OACI, Organizzazione dell’aviazione civile internazionale); inizio della concessione per Galileo; attuazione del sistema UE di gestione del traffico ferroviario (RTMS) su alcuni corridoi; Torna ad Indice Riferimenti Per il testo della comunicazione: http://ec.europa.eu/transport/transport_policy_review/doc/2006_transport_policy_review _en.pdf Mercato Interno, Servizi Finanziari e Commercio 6.6 La Commissione europea lancia un appello per l’introduzione di obblighi di trasparenza sui mercati obbligazionari e degli altri strumenti finanziari diversi dalle azioni L’appello si inserisce nell’ambito delle direttive per la regolamentazione dei mercati finanziari, riferendosi in particolar modo ai mercati obbligazionari e degli strumenti finanziari diversi dalle azioni. L’obiettivo dell’inchiesta è quello di raccogliere informazioni e dati sull’introduzione di nuovi obblighi di trasparenza. Le risposte a quest’appello serviranno a redigere il rapporto che la Commissione dovrà trasmettere al Consiglio dei Ministri e al Parlamento nell’ottobre 2007. Si tratta una questione d’importanza notevole per determinare quanto sarà conveniente l’introduzione su scala europea di nuove esigenze di trasparenza pre e post negoziazione. L’appello sollecita pareri riguardo alla pertinenza delle priorità proposte e pone una serie di questioni sull’esistenza di problemi che l’introduzione di nuovi obblighi di trasparenza servirà a risolvere. Il commissario McCreevy ha sottolineato l’importanza della questione, che riguarda un aspetto fondamentale del mercato interno degli strumenti finanziari diversi dalle azioni, auspicando di ricevere un riscontro da parte di tutti gli stakeholders europei . Le risposte all’appello e i relativi dibattiti serviranno alla Commissione per redigere un 7 progetto di rapporto che sarà oggetto di una consultazione, e che precederà la redazione definitiva del rapporto l’autunno del prossimo anno. La data limite per rispondere all’appello è il 15 settembre 2006. Torna ad Indice Riferimenti Per maggiori informazioni consultare il sito: http://ec.europa.eu/internal_market/securities/isd/index_en.htm Il testo integrale dell’appello è disponibile all’indirizzo: http://ec.europa.eu/internal_market/securities/docs/isd/call_for_evidence_en.pdf 6.7 Accordo politico quasi unanime sulla direttiva servizi Il 29 maggio i ministri dell’economia dei 25 hanno trovato un accordo sulla proposta di direttiva sui servizi nel mercato interno. Quasi tutte le delegazioni hanno indicato che sostengono il compromesso. Solo Lituania e Belgio si sono astenuti. Quando il Consiglio adotterà la posizione comune il dossier verrà trasmesso al PE. Un accordo in seconda lettura a fine anno pare possibile. Si è trattato di un accordo politico senza voti contrari, che ha evitato uno scontro tra vecchi e nuovi membri. Il testo del Consiglio è vicino al compromesso del PE votato in prima lettura, ripreso poi dalla Commissione nella proposta modificata, segno dell’affermazione del PE nel gioco istituzionale comunitario. Il documento rispetta il campo di applicazione della direttiva e approva il principio di libera prestazione dei servizi che sopprime il principio del paese di origine per la prestazione transfrontaliera dei servizi. Per trovare un accordo la presidenza austriaca doveva fare un passo verso una maggioranza di paesi che ritengono restrittivo il compromesso, riprendendo l’idea del meccanismo valutativo (screening) delle esigenze nazionali per la prestazione transfrontaliera di servizi. I paesi UE che hanno autorizzazioni dovranno comunicarle alla Commissione (l’elemento è stato uno dei più controversi). Alla data limite di trasposizione della direttiva ogni paese UE presenterà una relazione sulle esigenze nazionali per la prestazione transfrontaliera di servizi attuati per motivi politici, di salute e sicurezza pubblica, protezione dell’ambiente e legati alla protezione del lavoro. Le reazioni del mondo politico, delle parti sociali e degli ambienti economici sono stati in maggioranza positive. I gruppi PPE-DE e PSE del Parlamento europeo esprimono soddisfazione. In febbraio, la loro intesa era stata indispensabile per far votare il compromesso con un’ampia maggioranza; Al contrario, i Verdi/ALE del PE riconoscono alcuni progressi ma deplorano che l’accordo del Consiglio Competitività non porti risposte soddisfacenti ai rischi che questa direttiva fa correre al modello sociale europeo. La Confederazione europea dei sindacati (CES) si rallegra dell’accordo politico sulla direttiva, ritenendo tuttavia che talune disposizioni restano da chiarire riguardo alla dimensione sociale del campo d’applicazione, ovvero l’esclusione del diritto del lavoro e dei servizi sociali d’interesse generale e il rispetto dei diritti fondamentali. 8 EuroCommerce si dichiara “rinfrancata” dall’accordo politico e accoglie positivamente le disposizioni relative alla cooperazione amministrativa, all’accesso agevolato all’informazione e all’obbligo per gli Stati membri di analizzare la propria legislazione nazionale alla luce della direttiva. La realizzazione di un vero mercato interno dei servizi è sentita sempre più come una priorità: i ministri dell’area euro infatti si sono recentemente detti preoccupati per l’alto livello dell’inflazione nel settore dei servizi. Jean Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo, ha deciso di approfondire l’analisi paese per paese e settore per settore per far si che ogni Stato membro sappia che misura adottare. Il Commissario Almunia ha dichiarato che l’inflazione nel settore dei servizi è stata generalmente più elevata (2.3 per cento) dell’inflazione in generale, e molto più elevata nel settore dei prodotti industriali non energetici 0.7 per cento). I motivi sono stati individuati nella produttività più debole della manodopera, che ha determinato una crescita maggiore del costo del lavoro, e inoltre nella concorrenza che ha patito dell’assenza di un mercato unico dei servizi. Il commissario ha quindi auspicato un’applicazione a breve scadenza di un direttiva sui servizi. Ad un recente incontro a Bruxelles di Confrontation Europe si è evidenziato come oramai la questione della direttiva servizi porti ad interrogarsi sulla concezione europea: se zona di libero cambio o costruzione politica con apertura di mercati e rispetto dei diritti sociali. Il Consiglio trasmetterà la posizione comune sulla direttiva servizi probabilmente a settembre nell’ottica di una seconda lettura del PE a novembre-dicembre. Il prof. Nicolaidis dell’Università di Oxford ha paragonato il dibattito odierno sulla direttiva servizi a quello sulle merci di due decenni fa. La grande differenza è la polarizzazione data dalle preoccupazioni nate dalla mondializzazione e la distinzione tra vantaggi comparati e dumping sociale. Poiché il principio del paese di origine non è stato accolto e quello del paese di destinazione neanche, la signora Nicolaidis ha parlato di “riconoscimento reciproco regolato”: non è possibile “chiedere tutto prima” tramite un atto legislativo, la regolamentazione è caratterizzata in questo caso da un processo dinamico. Attraverso tale metodo, gli Stati membri non si affidano ciecamente l’uno all’altro Ma creano fra loro una “fiducia che li lega”. Vi sarà più automatismo se i paesi ospitanti sono rassicurati dal buon funzionamento della cooperazione amministrativa e in particolare dai controlli. Un ruolo significativo sarà sicuramente rivestito in materia dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia. Altra questione è se i servizi siano merci o meno. Secondo Evelyn Gebhardt esiste un’enorme differenza tra servizi e prodotti. Per Norman Rose, che dirige la BSA implicata nei servizi, “i servizi sono da considerare legati alle persone” perché il capitale umano è altrettanto importante del capitale finanziario. Pisani Ferry invece ritiene da economista che non esista una differenza fondamentale: i servizi evidenziano problemi che comunque esistono anche con i prodotti. Torna ad Indice Riferimenti Per la documentazione e approfondimenti rivolgersi al Dott. Marco Digioia all’indirizzo [email protected] 9 6.8 Mc Creevy parla di due piste di riflessione per una revisione del quadro di regolamento sui fondi di investimento Il commissario Mc Creevy ha recentemente parlato degli elementi che potrebbero comportare il miglioramento dei regolamenti per i fondi di investimento. Come il Parlamento europeo, la Commissione vuole infatti migliorare il funzionamento dell’opuscolo semplificato, con una particolare attenzione al modo in cui i fondi e altri prodotti di investimento vengono venduti agli investitori per poter fare una scelta accorta. Il miglioramento dell’aspetto distribuzione del settore dei fondi di investimento è una seconda pista di riflessione, vale a dire come utilizzare meglio le libertà del mercato interno diminuendo i costi relativamente alti nel settore europeo dei fondi. La Commissione ha chiesto ad un gruppo di esperti di ripresentare entro fine giugno una relazione sulle strozzature maggiori. A luglio poi la Commissione proporrà un’audizione pubblica su tale relazione e su un ulteriore documento sui fondi alternativi. Lo scorso aprile il Parlamento europeo aveva adottato una relazione sulla gestione degli attivi, seguendo la linea del Libro verde del luglio 2005. I deputati rilevano carenze per la protezione degli investitori, la diversità dei prodotti, le condizioni di concorrenza giuste e la competitività globale del settore malgrado le direttive UE (1985/61, 2001/107/CE, 2001/108/CE) sugli organi di investimento collettivo in valori mobiliari (OPCVM). Secondo il PE é necessario modificare il diritto europeo sui seguenti punti: un opuscolo semplificato, la procedura di notifica, l’eliminazione degli ostacoli fiscali per le fusioni, l’adattamento degli attivi eleggibili alle evoluzioni di mercato. Per l’informazione e la protezione degli investitori, si rileva che il prospetto semplificato è stato introdotto sotto forme diverse da un paese UE all’altro e che a volte delle esigenze nazionali rigorose si sono aggiunte malgrado la raccomandazione 2004/384/CE della Commissione. Il PE propone un nuovo opuscolo semplificato sotto forma di scheda tecnica che avrebbe nella lingua dell’investitore un insieme armonizzato a livello UE di informazioni sul tipo di strumenti finanziari usati e sul rischio che hanno, sulla relazione totale spese generali-premi, e una chiara descrizione della strategia di gestione di attivi. Il PE sottolinea anche la diversità delle esigenze nazionali per la procedura di notifica di un fondo e fa notare che in pratica la procedura di notifica si è trasformata in una procedura di autorizzazione rilasciata dall’autorità competente del paese di origine. Infine i deputati invitavano la Commissione a identificare ostacoli, fiscali in particolare, alle fusioni transfrontaliere dato che dimensione e numero dei fondi UE non sono ottimali e soli il 18 % di essi sono transfrontalieri. Torna ad Indice Riferimenti Per la Commissione europea il Dossier è di competenza della DG Mercato Interno e Servizi finanziari. Maggiori informazioni all’indirizzo http://ec.europa.eu/internal_market/finances/index_en.htm Per il Parlamento europeo: http://www.europarl.europa.eu/news/public/documents_par_theme/907/default_it.htm 10 Risoluzione del parlamento europeo sulla gestione di attivi 2006/2037 (INI) Inserto Speciale: Conferenza per il lancio della piattaforma tecnologica europea sui biocarburanti – Bruxelles 8 giugno 2006 Tre recenti sviluppi- aumento del prezzo del petrolio, cambiamento climatico, dipendenza dai paesi produttori- spingono governi ed operatori economici a cercare un’alternativa ai carburanti fossili. In particolare, la ricerca si è concentrata su quei carburanti per trasporti ed energia che siano, allo stesso tempo, economici, sicuri e che rispettino l’ambiente. In quest’ambito, la Commissione europea ha deciso di promuovere l’uso dei biocarburanti (“Biofuels”), sia attraverso la legislazione comunitaria (Direttiva 2003/30/EC) che attraverso la ricerca europea (7° Programma Quadro). In uno sforzo per meglio coordinare e implementare la sua azione, la Commissione ha chiesto ad un gruppo di esperti di alto livello (il BIOFRAC - Biofuels Research Advisory Council) di preparare un rapporto per sviluppare i biocarburanti in Europa (“Biocarburanti nell’Unione Europea – Una visione per il 2030 ed oltre”). La Conferenza dell’8 giugno è stata organizzata dalla Commissione europea con il supporto della BIOFRAC per presentare le principali conclusioni contenute nel rapporto e per lanciare ufficialmente la Piattaforma tecnologica sui biocarburanti. La Piattaforma tecnologica sui biocarburanti mira a: ¾ Sviluppare biocarburanti competitivi in termini di costi e prestazioni; ¾ Contribuire a sviluppare l’industria europea dei biocarburanti; ¾ Favorirne la commercializzazione. Il programma della giornata ha previsto i seguenti interventi: La prospettiva energetica (An energy perspective) Luc Werring, DG Trasporti ed energia. Secondo la DG Trasporti, è possibile applicare la seguente periodizzazione allo sviluppo dell’energia alternativa: Crisi energetica (anni ‘70): necessità di sviluppare le fonti alternative; Contro–shock petrolifero (anni ‘80): il petrolio torna a prezzi ragionevoli; Anni ’90-‘00: riprende la ricerca sui biocarburanti a causa dei: Problemi nel rifornimento; Problemi ambientali (cambiamento climatico). Recentemente, le problematiche legate a aumenti dei prezzi ed alla sicurezza nel rifornimento hanno spinto i politici a rivedere il loro approccio e la Direttiva del 2003 è stata rivalutata. La Biomassa può essere usata in sostituzione dei carburanti fossili nella produzione di energia perché emette meno CO2, mentre nei trasporti non rappresenta la soluzione migliore in termini economici ed ambientali, ma garantisce la sicurezza degli approviggionamenti. 11 La Direttiva del 2003 funge da Roadmap per lo sviluppo dei biocarburanti. Essa intende fare salire la loro quota di mercato dallo 0,6% del 2004 al 5,75% nel 2010 attraverso: Obiettivi obbligatori; Obiettivi per i distributori di carburante; Percentuale di biocarburanti nella benzina. Ne consegue che gli attuali standard devono essere cambiati. Ad esempio, è possibile sostituire il carburante con l’etanolo, ma bisogna modificare i motori ed inserire derivati dell’etanolo nella benzina. La prospettiva agricola (An agricultural perspective) H. Summa, DG Agricoltura I Biocarburanti sono di particolare interesse per gli agricoltori poiché sono questi a fornire la materia prima. I Biocarburanti sono una scelta vincente per: ¾ Riduzione delle emissioni di gas serra; ¾ Sicurezza negli approvvigionamenti; ¾ Spinta per l’innovazione; ¾ Sbocco per la produzione agricola; ¾ Fonte di lavoro e denaro per le comunità rurali. La Commissione ha pubblicato una Comunicazione riguardante i biocarburanti, i cui punti principali sono: ¾ Cominciarne la promozione ora (anche se la tecnologia dà qualche problema); ¾ Prepararsi per un utilizzo su larga scala (migliorare i costi per renderli più competitivi); ¾ Esplorare le possibilità d’impiego nei paesi in via di sviluppo (che sono fonti di materie prime). Per raggiungere questi obiettivi, si propone di: ¾ Stimolarne la domanda (il documento intende basarsi sulle regole di mercato); ¾ Catturare i benefici ambientali; ¾ Sviluppare produzione e distribuzione di biocarburanti; ¾ Espandere la produzione (gli strumenti sono già a disposizione, manca solo la domanda); ¾ Migliorare le opportunità commerciali per ottenere rifornimenti a costi più bassi; ¾ Sostenere i paesi in via di sviluppo per fargli produrre le materie prime in maniera sostenibile; ¾ Supportare la ricerca e sviluppo. Per raggiungere l’obiettivo del 5,75% del mercato nel 2010, l’Europa dovrà utilizzare 1518 milioni ha (15-16% del totale) per produrre materie prime per biocarburanti. Questa superficie potrebbe essere quella lasciata libera dalla barbabietola da zucchero e dai cereali dopo la fine dei sussidi. L’Europa ha bisogno di una strategia equilibrata basata su produzione ed importazione. Attualmente meno del 2% della superficie arabile europea è usata per produrre biocarburanti. Secondo uno scenario di crescita bilanciata, metà delle materie prime dovranno essere importate. Quello che succederà dipenderà dagli sviluppi del mercato e della PAC (Politica Agricola Comune). La riforma della PAC (2003) con il disaccoppiamento, gli incentivi alla produzione di prodotti non alimentari ed il premio per i prodotti energetici, favorisce la produzione delle materie prime per biocarburanti. Un altro passo importante è stata la Riforma dello zucchero (2005). 12 I Programmi di sviluppo rurale (2007-13) aiuteranno a creare una catena dei biocarburanti ed ad informare gli agricoltori sui biocarburanti (in questo quadro potrà essere supportata l’autonomia energetica degli agricoltori). Oggi i biocarburanti si trovano in uno stadio intermedio. L’arrivo della seconda generazione (che avrà una resa migliore) potrebbe portare ad una riduzione dei costi nell’ordine del 20-30%, ma sono necessarie maggiori informazioni sull’energia da materie prime e sulla tecnologia di conversione avanzata. La prospettiva ambientale (An environmental perspective) Ian Hodgson, DG Ambiente I biocarburanti sono la soluzione ai nostri problemi se fanno parte di una politica di più ampio respiro. Possono contribuire a ridurre le emissioni di CO2 e l’utilizzo dei carburanti fossili, ma c’è una grossa differenza tra l’esempio migliore (riduzione delle emissioni del 90%) e quello peggiore (nessuna riduzione). Anche i biocarburanti sono un risorsa esauribile e quindi è necessario usarli e produrli saggiamente, evitando tecniche non sostenibili. I potenziali svantaggi dei biocarburanti non sono stati menzionati nella Comunicazione. La coltivazione è la maggiore preoccupazione, poiché le piante sono coltivate anche per sfamare la popolazione. Esiste la possibilità di mettere a coltura la terra abbandonata, ma una parte di essa è usata per proteggere specie in pericolo. Le nuove coltivazioni potrebbero, poi, avere un impatto sull’ambiente (uso dell’acqua e delle risorse, fertilità del suolo, ecc.). La politica sui biocarburanti si dovrebbe dunque prefiggere due obiettivi: (1) ridurre la CO2 e l’uso di carburanti fossili, (2) ridurre l’impatto ambientale. Una Piattaforma tecnologica per i biocarburanti (A Technology Platform for Biofuels) A. Röj, Volvo, presidente BIOFRAC ([email protected]) Membri: La Piattaforma riunisce i classici stakeholders (interessati) ai biocarburanti più l’industria petrolifera. Finanziamenti: La Piattaforma riceve contributi dall’UE e dalla comunità scientifica. Struttura: working group. Stato dei lavori: a giugno 2005 si è tenuto il primo incontro, a maggio 2006 è stato redatto il primo rapporto, entro la fine dell’anno sarà organizzata la Piattaforma e per il prossimo anno verrà implementata. Recentemente il Comitato guida (Steering Committee) ha scelto come presidente L. Cabra (Repsol). Il Comitato farà in modo di garantire l’interazione con altre piattaforme tecnologiche europee (chimica, boitecnologica, ecc.). Una visione per i biocarburanti (A Vision for Biofuels) A. Rojey, IFP, membro del BIOFRAC Il Rapporto è molto ambizioso: prevede di raggiungere gli obiettivi nel 2030. È essenziale produrre biocarburanti in maniera eco–sostenibile ma anche competitiva. Le principali priorità sono: ¾ Progredire nella prima generazione; ¾ Arrivare alla seconda generazione; ¾ Coproduzione avanzata di biocarburanti; 13 ¾ Facilitare l’accesso alle biomasse; ¾ Adattare gli standard ICE ai biocarburanti. La riduzione di CO2 è la chiave per promuovere i biocarburanti, quindi occorre migliorare e massimizzare il fattore di riduzione dell’anidride carbonica. Per favorire lo sviluppo dei biocarburanti sono necessari: ¾ Una roadmap per la produzione; ¾ Ottimizzare l’intera catena di produzione; ¾ Sviluppare una cornice di lavoro; ¾ Una buona coordinazione e cooperazione a livello europeo. Per raggiungere gli obiettivi prefissati entro il 2020, sarà necessario sviluppare la seconda generazione di biocarburanti (biomassa). Le questioni politiche aperte sono: ¾ La cooperazione internazionale; ¾ Stabilire la regolamentazione e gli standard; ¾ Stabilire la legislazione della produzione di biomasse. Per raggiungere tutti i nostri obiettivi si raccomandano un approccio flessibile al problema e la creazione di una piattaforma a Bruxelles che si occupi anche dei trasporti via aria e mare (non menzionati dalla direttiva). La prospettiva di una compagnia petrolifera (An Oil Company Perspective) Luis Cabra, Direttore, Repsol-YPF Repsol condivide molti dei punti contenuti nel rapporto e insiste sulla necessità di ridurre i costi dei biocarburanti per renderli più competitivi. I contributi di Repsol sono i seguenti: ¾ Prima e seconda generazione sono termini dogmatici, è meglio usare la prima generazione per evitare sovrapposizioni; ¾ Tecnologie addizionali (biodiesel, grasso animale, olio usato) possono dare buoni risultati, bisogna lavorare per migliorarne la legislazione; ¾ Puntare sull’”Upstream Business” per: ¾ Convertire produzioni in vere produzioni energetiche; ¾ Sviluppare nuovi approcci (piante marine). La Piattaforma dovrebbe essere aperta ai paesi UE ed a quelli asiatici e latino– americani. La ricerca e sviluppo pone la Repsol ai vertici in Europa nello sviluppo di biocarburanti. Nel 2000, è stato convertito il bioetanolo in ETBE. Nel 2005 è cominciata la strategia “Downstreaming”, ovvero investimenti nella raffinazione di biocarburanti e diversificazione delle fonti energetiche con biocarburanti. Grazie a questi sforzi, la società sarà in grado di raggiungere gli obiettivi fissati dalla Direttiva nel 2030 per quanto riguarda la sua quota di mercato. Nel 2006 Repsol è diventata coordinatrice e principale finanziatrice di un progetto spagnolo da 23 milioni di € mirante a ridurre i costi dei biocarburanti, che raggruppa oltre 20 organizzazioni e che riceve un 15% di finanziamento statale. La prospettiva del trasporto su strada (A road transport perspective) Rudolf Kunze, presidente ERTRAC, Ford Motor Company/EUCAR Il settore dei trasporti in Europa è piuttosto grande (20% del PIL, 9% degli occupati) e se ne prevede un’ulteriore crescita nel futuro. Il nostro sistema di trasporti non è sostenibile in termini economici, ambientali e sanitari (problemi per la salute dei cittadini). 14 Le società automobilistiche hanno deciso di creare ERTAC per rispondere a queste sfide. L’organizzazione ha una struttura aperta e processi trasparenti. Tutti i principali stakeholder sono presenti. Gli obiettivi sono gli stessi che provengono dalla società civile, ovvero ridurre: ¾ Le congestioni di traffico; ¾ Gli incidenti; ¾ Il costo del carburante e rendere più sicuri i rifornimenti. ERTRAC condivide gli stessi obiettivi di BIOFRAC, EUCAR (organizzazione di ricerca delle case automobilistiche europee) e SUSCHEM SRA. Tutti gli stakeholder che esprimono delle critiche all’attuale processo di sviluppo dei biocarburanti dovrebbero partecipare al BIOFRAC, poiché l’UE ha bisogno di un posto in cui confrontarsi con i biocarburanti. BIOFRAC dovrebbe stabilire e mantenere stretti rapporti con altre piattaforme tecnologiche e dovrebbe prendere in considerazione lo sviluppo di una powertrack. La detassazione dei biocarburanti aiuterebbe a centrare l’obiettivo del 2030, il fatto che un paese come la Germania abbia deciso di eliminare l’esenzione (prima al 100%) fa capire quanto sia necessaria un’armonizzazione in Europa per minimizzare la complessità delle infrastrutture ed anche per favorire l’allineamento dell’agricoltura. Nel 2030, le case automobilistiche raggiungeranno EURO8, uno standard che richiederà complessi sistemi di controllo. Il carburante potrebbe, quindi, aiutare a semplificare le procedure. Il consenso di cittadini, ONG e mondo accademico è necessario per sviluppare i biocarburanti. www.ertrac.org La strategia dei biocarburanti in Polonia (Biofuel strategy in Poland) Z. Kamienski, Ministero dell’economia polacco Il mercato dei biocarburanti si sta lentamente sviluppando anche in Polonia. La percentuale di biocomponenti utilizzata è ancora risibile, ma la nuova legislazione in via d’approvazione cambierà le cose. Il nuovo documento approvato dal Consiglio dei ministri è la c.d. “Green light” per raggiungere gli obiettivi della direttiva nel 2010. Il nuovo regolamento ha quattro pilastri: 1. Sostegno ai biocarburanti; 2. Possibilità che gli agricoltori producano biocarburanti; 3. Obblighi per favorire lo sviluppo dei biocarburanti (per es. mettere una certa percentuale di biocarburanti nella benzina); 4. Meccanismo di supporto (nuove tasse, aiuto finanziario, supporto agli investimenti, ecc.). Il supporto agli investimenti prevede fondi da: ¾ Unione europea; ¾ Fondi nazionali; ¾ ECOFUND; ¾ Fondi dalle multe per la violazione delle regole. La stabilità della legge è una questione importante. Altrettanto importante è ricordare agli automobilisti che i biocarburanti non costituiscono un pericolo per la loro auto. L’armonizzazione delle legislazioni nazionali è importante, così come l’estensione della direttiva al resto dei trasporti (ad es. in Polonia più del 30% del carburante è usato in agricoltura). 15 Biocarburanti nel contesto globale (Biofuels in a global context) P. Tulej, IEA Energy Technology Office La prima generazione di biocarburanti hanno un buon posizionamento sul mercato e la tecnologia è abbastanza buona. Nel 2005 i biocarburanti costituivano il 2% della produzione mondiale di gasolina e lo 0,2% di quella del diesel. I paesi leader sono, nell’ordine, Brasile (l 17,5 miliardi, 50% del totale mondiale), Stati Uniti, Cina, Germania. Molti motori (circa il 10%) accettano biocarburanti, molte macchine sono flessibili (85%) e potrebbero essere convertite a biocarburante. I costi di conversione sono piuttosto bassi. L’uso di carburanti fossili per produrre biocarburanti è particolarmente vantaggioso se si considera il biodiesel (1:3) ed il bioetanolo da canna da zucchero (1:8), altri non sono così vantaggiosi (1:<2). La differenza nell’emissione di CO2 è piuttosto grande e questo dipende da fattori critici quali l’efficienza agricola: si passa dal una riduzione del 90% con la canna da zucchero ed il grasso animale, ad una del 15% dal biodiesel. Gli obiettivi di Stati Uniti ed Europa sono: Crescita del 10% annua e produzione di 28 miliardi nel 2020 per gli Stati Uniti; Quota di mercato del 5,75% per l’UE. Il costo del biocarburante varia a seconda del paese, dalla dimensione degli stock, dalla posizione geografica e dal costo del lavoro. Oggi i biocarburanti competono già con i carburanti tradizionali. L’OMC ha chiesto di eliminare le tariffe sui biocarburanti ed alcuni paesi hanno chiesto di riconoscerne la caratteristica ambientale. I governi dovrebbero verificare se stanno sviluppando i biocarburanti giusti. La prospettiva della bioraffinazione (The Biorefinery perspective) M. Askew, Central Science Laboratory La bioraffinazione è molto utile, specie oggi che si verifica una convergenza/coincidenza di strategie (riforma PAC, pericolo da cambiamento climatico, iniziative UE su energia e biocarburanti) ed un avanzamento tecnologico (spostamento verso la seconda generazione). Il secondo pilastro della PAC riformata riguarda la fornitura di beni pubblici ambientali, in particolare la loro restaurazione. Nel 2030 le bioraffinerie integrate tratteranno anche i rifiuti urbani (che hanno un costo negativo) e quindi entreranno in competizione con gli agricoltori. La bioraffinazione permette di utilizzare un prodotto per produrne un altro e usare gli scarti per fare altro (esempio: gli scarti dalla produzione di margarina potrebbero essere usati per produrre energia). I problemi legati al commercio di biocarburanti (Biofuel trade issue) M. Junginger, Università di Utrecht La produttività della terra è il fattore chiave per lo sviluppo dei biocarburanti: se l’agricoltura sviluppa la sua produttività, la biomassa potrebbe coprire il 50% del fabbisogno energetico mondiale nel 2050. Una delle aree più promettenti è l’Africa del sud, ad es. il Mozambico. Il prezzo può variare di molto in funzione di diversi fattori (costo del lavoro, clima, ecc.), ma il fattore più importante è il costo del lavoro. 16 Le barriere che bloccano il commercio di biocarburanti sono: ¾ Economiche: molte risorse ancora troppo care; ¾ Tecniche; ¾ Tariffarie (tariffe doganali); ¾ Logistiche (pretrattamento inadeguato, capacità logistica insufficiente, prezzi dei trasporti); ¾ Disponibilità terriera; ¾ Altri criteri di sostenibilità; ¾ mancanza di regole contabili. Per maggiori informazioni: www.bioenergytrade.org La ricerca sui biofuels nel 7PQ (Biofuel RTD in FP7) W. Raldow, DG Ricerca Il 7PQ coinvolge I 25 membri dell’UE, più i quattro paesi candidati ed i quattro paesi associati. È un programma aperto e rientra nella Strategia di Lisbona. I biocarburanti sono finanziati con il budget dei programmi per l’energia (2.3 miliardi di euro). Lo scopo della ricerca energica è rendere la nostra energia più pulita, e quindi la ricerca sui biocarburanti deve essere inquadrata in una visione generale. I fondi per la ricerca sui biocarburanti possono provenire da: ¾ Fondi del 7PQ: ¾ Programmi Ideas, People e Capacities; ¾ Altri programmi; ¾ Temi che riguardano l’energia; ¾ Fonti esterne al 7PQ: ¾ Intelligent Energy Europe (IEE); ¾ Fondi strutturali; ¾ Banca europea per gli investimenti (BEI). I biocarburanti fanno parte della Piattaforma energetica insieme a: fotovoltaico (piattaforma operativa), solare (operativa), ecc. è importante ricordare la propria Piattaforma tecnologica. Le slide degli interventi possono essere scaricate dal seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/research/energy/gp/gp_events/etpbiofuels/article_3765_en.htm Il testo della Direttiva 2003/30/CE può essere scaricato dal seguente indirizzo: http://europa.eu.int/eur-lex/pri/it/oj/dat/2003/l_123/l_12320030517it00420046.pdf Torna al Sommario Questa lettera, a cura del Dott. Marco Digioia, è un servizio dell’Ufficio Unioncamere Piemonte di Bruxelles. Hanno contribuito a questo numero il Dott. Luca Bertinazzi e la Dott. Ssa Stefania Ferroni. Per ulteriori informazioni sugli argomenti trattati rivolgersi al numero 0032 2 5500253 o all’indirizzo e-mail [email protected] 17