S P I G O L AT U R E
Lunga vita
a Tac e mammografi
In Italia un’apparecchio per effettuare
Tac è considerato vecchio dopo circa quattro
anni. In Africa ci sono ospedali
che non ne hanno nemmeno uno.
E così può ancora capitare che un bambino
muoia soffocato da un oggetto ingerito
per sbaglio, solo perché l’ospedale
non ha le semplicissime pinze per estrarlo;
oppure che una donna non sappia nemmeno
di avere un tumore perché manca
il mammografo. È bastato pensare a questo
incredibile divario perché nascesse l’idea
di un banco destinato al recupero
di attrezzature mediche da noi giudicate
obsolete e donarle alle strutture sanitarie
che non ne dispongono. Già da due anni
il Banco informatico tecnologico
e biomedico (Biteb) dona attrezzature
a decine di ospedali in Africa, Medio Oriente,
America Latina ed Est Europa, pur restando
altissimo il numero di richieste da valutare.
Il sostegno delle istituzioni non è mancato:
la Regione Lombardia ha bandito
un concorso che ha l’obiettivo di prolungare
la vita delle apparecchiature biomedicali
dismesse. Cosa che, tra l’altro, ha numerosi
vantaggi in termini ambientali.
Allergia,
guidiamola meglio
A
lcol, velocità: sì, ma anche sonnolenza. Se un incidente su cinque
può infatti essere collegato a uno
stato poco vigile del guidatore, forse qualche
attenzione in più bisognerebbe riservarla ai
farmaci, come gli antistaminici, che possono
farsi sentire quando si sta al volante. E così è
nato il progetto Guidare (con)
l’allergia, realizzato da Federasma, Lega italiana contro
l’asma bronchiale e le malattie allergiche respiratorie,
l’Automobile club di Milano e
la Società italiana di medicina
generale. L’iniziativa nasce
dall’esigenza di informare e
sensibilizzare i cittadini sui
problemi legati alle allergie,
che tutto sono tranne che disturbi trascurabili: spesso, infatti, la percezione più diffusa
è quella di una specie di
“mezza malattia”. Il progetto, avviato in Lombardia, ha visto la diffusione di un opuscolo
che informa i guidatori allergici e non sulle interazioni tra i farmaci e la guida, aiutando a
gestire asma e riniti con numerosi consigli e
indicazioni. L’intento è di avvicinare il paziente a una maggiore consapevolezza dei propri
disturbi e dei farmaci che assume. E lo specialista è invitato a
mettere in guardia l’allergico sui
rischi che corre mentre guida:
«Anche il farmacista», ha sottolineato Floriano Bonifazi, direttore del Dipartimento di malattie respiratorie e allergiche all’Umberto I di Ancona, «ha in
questo un ruolo essenziale, visto che è lui a dispensare i farmaci di automedicazione». L’opuscolo può essere trovato dal
proprio medico di famiglia e
presso le sedi Aci.
Mezzo secolo
per Federfarma Potenza
ederfarma Potenza celebra i suoi cinquant’anni. Premiati con una targa gli
ex presidenti, Giuseppe Cervone e Mario
Claps. Premiati, per oltre cinquant’anni di
titolarità, sempre Giuseppe Cervone e Angela Mastopietro; per i quarant’anni, invece, Filippo Iura, Dorotea Sapone, Giuseppe Savino e Pasquale Apicella.
«Riflettere su cinquant’anni di storia di Federfarma Potenza aiuta a risolvere le attuali difficoltà e a migliorare il rapporto con
la realtà sociale», ha esordito Franco
Caiazza, attuale presidente. «Il farmaco
F
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da banco ha avuto un’evoluzione poco
consona alla reale portata della vocazione della farmacia», è intervenuto Giorgio
Siri. «Titolari del nord e del sud hanno
aperto una parafarmacia senza considerare un’obiettiva visione prospettica. Le
farmacie vanno aperte là dove sono indispensabili».
Secondo Giacomo Leopardi «Bisogna
proseguire nell’ammodernamento della
dispensazione del farmaco e rispettare alcuni criteri, come un quorum unico a
3.800 abitanti, centri commerciali a 1.500
metri di distanza da una sede farmaceutica, concorso per soli titoli riservato a non
titolari e rurali sussidiati». «Duecentotre
farmacie della Regione, rappresentate da
Federfarma e dislocate in ogni paese», ha
illustrato Antonio Guerricchio di Federfarma Basilicata, «assicurano capillarmente
il servizio. Le misure correttive alla spesa
farmaceutica, come l’introduzione dei farmaci equivalenti, hanno contribuito a una
perdita consistente di fatturato, soprattutto per le sedi rurali».
A cura di Nunzio Longo
A CURA DELLA REDAZIONE
Ferrara tra arte
e prevenzione
A
rte e cardiologia, un binomio
azzardato, sembra. Ma non
quando un’intera città, patrimonio dell’Unesco, si mobilita per sostenere la salute del cuore. «Abbiamo la fortuna di vivere in un luogo dalle caratteristiche uniche», dice Roberto Ferrari, direttore della Clinica cardiologica dell’Università
di Ferrara e presidente della Società europea di cardiologia. «Il nostro obiettivo è
realizzare la prima città europea studiata
per ridurre il rischio cardiovascolare. Utilizziamo quanto abbiamo di più prezioso:
arte, storia e cultura ma anche aria buona,
cibo sano, la possibilità di muoversi in bicicletta, una forte solidarietà sociale. Tutto
questo viene condensato in un percorso
per sensibilizzare turisti e cittadini ad avere
a cuore la propria salute». Accanto a visite
gratuite e consigli sugli stili di vita, verrà attivato un healthy bar, dove si troveranno
solo alimenti utili al benessere del cuore.
L’ambiente è centrale nella lotta contro le
malattie tipiche della società occidentale:
l’impianto urbanistico della città estense è
davvero fatto a misura d’uomo, per camminare e andare in bicicletta. L’eccellenza
dell’ateneo ferrarese e la collaborazione di
aziende e istituzioni locali porteranno la
città a trasformarsi, per il 2010, in “Città
europea della prevenzione”.
Big pharma in cerca
di nuovi settori
cadono i brevetti, le big pharma corrono ai ripari. Con l’immissione in
commercio, nel corso dei prossimi anni,
delle versioni generiche di molti farmaci,
le maggiori aziende farmaceutiche stanno cercando di diversificare il più possibile il proprio business. È una ricetta adottata in molti casi: focalizzarsi su settori alternativi, cosa che, tra l’altro, migliora
l’immagine dell’azienda. E non dipendere più solo dai medicinali di maggior successo. Novartis, per esempio, ha di recente acquisito da Nestlé il 77 per cento
di Alcon, specializzata in prodotti oftalmologici, dopo aver rafforzato Sandoz, la
sua unità generici, e comprato Chiron,
S
che produce vaccini. E come lei si sono
mosse Gsk, Pfizer e Johnson&Johnson.
Una tendenza diffusa negli ultimi tempi,
se si pensa che solo nel 2006 la stessa
Pfizer vendeva la sua divisione Consumer
Health, sollevando non poche perplessità
fra gli esperti. Quindi ben vengano vaccini, diagnostica molecolare e veterinaria,
dicono gli analisti, in alternativa allo sviluppo di nuovi farmaci, anche se questo
non potrà essere la panacea di tutti i mali:
nel caso di Novartis, infatti, sostiene Philipp Buchli di Q Investments, «il core business rimangono i farmaci su prescrizione», ossia il 63 per cento delle vendite totali nel 2007.
Il gene del Parkinson,
contributo italiano
Da anni ormai si continuano a scoprire geni
responsabili delle più diverse alterazioni,
aprendo la strada a nuovi fronti di terapia.
Nel caso del morbo di Parkinson, che in Italia
colpisce 200.000 persone, di cui circa 10.000
al di sotto dei quarant’anni, è ancora
più importante aggiungere particolari allo
scenario ancora poco chiaro di questa malattia.
Una buona notizia arriva da uno studio pubblicato
sull’American journal of human genetics:
alterazioni del gene GIGYF2 sono state messe
in relazione con lo sviluppo del morbo.
E la scoperta è avvenuta grazie agli sforzi
congiunti di Italia, Usa e Francia: la ricerca,
infatti, è stata possibile grazie alla banca dati
del Dna messa a disposizione dalla Fondazione
Grigioni per il morbo di Parkinson,
in collaborazione con Telethon. «Corinne Lautier,
che stava svolgendo le sue ricerche sul gene
presso l’Ospedale del Rhode Island» racconta
Gianni Pezzoli, direttore del Centro Parkinson
di Milano, «ha notato il nostro data base
attraverso il sito www.parkinson.it
della Fondazione Grigioni e si è messa subito
in contatto con il responsabile, che le ha fornito
i campioni di Dna per lo studio».
Smettono in tanti
e il mercato decolla
Negli Usa i farmaci antifumo
vedranno un aumento
vertiginoso delle vendite:
più del 1.300 per cento.
A stimarlo è una ricerca
Frost & Sullivan.
Questo mercato,
già forte adesso di ricavi
pari a 111 milioni di dollari, passerà, tra il 2012
e il 2013, a 1.532 milioni di dollari.
Merito del lancio previsto di due nuovi farmaci
e di una serie di novità che riguardano
la gestione della terapia antifumo;
Pfizer, per esempio, offre già da tempo
un servizio gratuito di supporto al paziente.
Negli Stati Uniti è notevole l’attenzione
prestata al problema dei danni da sigaretta,
e lo provano numerosi recenti divieti
per chi fuma. E sono sempre di più i “pentiti”:
il 75 per cento dei fumatori, infatti, dichiara
di volersi liberare dal vizio delle “bionde”.
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