1. PROGETTO DEL SERVIZIO COLLEGAMENTI INTERVENTI
PROSTITUZIONE (C.I.P) – “UNITA’ DI STRADA STREETLIGHTS”
PERIODO 01/11/2006-30/09/2007
INFORMAZIONI GENERALI
Premessa (massimo 2 pagine)
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1. breve storia cooperativa strutture organizzativa cooperativa
C.A.T. (Centro di Animazione Triccheballacche) Cooperativa
Sociale è una ONLUS costituitasi nel 1985 a Firenze con lo scopo di
offrire opportunità lavorative, finalizzate al perseguimento dell'interesse
generale della comunità, della promozione umana e integrazione sociale
dei cittadini, attraverso lo svolgimento di attività nel campo della
prevenzione, dell'assistenza, del reinserimento sociale e lavorativo.
C.A.T. Cooperativa Sociale possiede una forte esperienza professionale
nell'ambito dei servizi sociali alla persona, e si caratterizza per l'offerta di
interventi innovativi, dalla progettazione alla realizzazione, grazie ad una
costante attenzione ai mutamenti della società e alla formazione
permanente del personale.
Una quota rilevante della base sociale è in possesso di titoli di studio
elevati, laurea e diplomi di specializzazione e molto alta è la percentuale
di giovani e donne.
Le professionalità messe in campo da C.A.T. Cooperativa Sociale sono
molteplici e comprendono: psicologi, pedagogisti, sociologi, formatori,
orientatori, educatori professionali, operatori di strada, animatori, grafici,
video operatori, esperti in musica, comunicazione e informatica.
2. strutture organizzativa cooperativa
Le risorse umane e le competenze.
C.A.T. Cooperativa Sociale consta attualmente (al 31/12/2005/) di 82
addetti, fra i quali: 58 soci lavoratori, 8 soci volontari, 14 dipendenti.
Le qualifiche professionali presenti in Cooperativa sono le seguenti:
Operatori di Strada, Educatori professionali, Operatori delle marginalità
sociali, Operatori socioculturali, Animatori di comunità, Educatore
domiciliare (per l’infanzia), ADB – OTA, Mediatori linguistico-culturali,
ISEF, Psicologi, Pedagogisti, Sociologi, Antropologi, Esperti in musica,
video, grafica, animazione sociale, comunicazione ed informatica.
Figure trasversali: Responsabile Ufficio Prevenzione e Protezione a norma
L.626/94, Medico competente, Rappresentante dei lavoratori,
Responsabile Privacy a norma D.L. 196/2003
Tecnostruttura e Dirigenza
La struttura organizzativa e gestionale è costituita dai seguenti organi:
Consiglio di Amministrazione, Responsabili di Area (Prevenzione,
Immigrazione, Dipendenze e Marginalità, Scuola e Animazione e Nuove
Opportunità), Responsabili di Settore (Amministrazione, Risorse Umane,
Progettazione), Coordinatori dei servizi.
Il Consiglio di Amministrazione della Cooperativa ha il compito di
gestire operativamente le attività sulla base di quanto stabilito in indirizzi
e strategie dall’Assemblea dei soci. Costituisce l’organo di governo della
cooperativa, definisce i criteri per la gestione, redige i bilanci consuntivi e
preventivi e compie tutti gli atti di ordinaria e straordinaria
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Responsabile cooperativa (max 10 righe)
Dott.ssa Silvia Ciofi Baffoni
Presidente di C.A.T. Cooperativa Sociale
Viale le Guidoni, 26 – 50127 Firenze
tel : +39.055.4222390
fax : +39.055.4369384
E-mail: [email protected] Sito web www.coopcat.it
Obiettivi del progetto (max una pagina)
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Il progetto del C.I.P. si rivolge a tutte le donne, minori ed adulte, che
svolgono prostituzione di strada, con azioni integrate volte alla
prevenzione, al sostegno ed al reinserimento. L'intervento, avendo come
finalità generale quella di offrire un'alternativa al lavoro di strada, laddove
sia vissuto in una condizione di coazione e sfruttamento e comunque di
non libertà, tende a sostenere con azioni di supporto tutte le persone,
anche quelle che decidono di continuare a prostituirsi.
Punto di forza dell’intervento del CIP è quello di essere strutturato in
modo tale da monitorare (osservare, valutare e analizzare) l’evoluzione
della situazione sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo.
Questo meccanismo di flessibilità funge da garanzia per il livello operativo
(il metodo osservare-valutare-intervenire) e per il livello di qualità
dell’intervento. Questa grande flessibilità e velocità operativa, insita nel
metodo di lavoro che il coordinamento si è dato, è più difficilmente
applicabile alle relazioni con il resto della rete. Ciò determina una
limitazione dell’efficacia dovuta ad un mancato scambio di informazioni e
conoscenze tra le risorse del territorio, sulle quali la presente proposta
progettuale intende, insieme ad altri ambiti, dedicare spazi di
elaborazione ed azioni ad hoc.
Obbiettivi specifici dell’unità di strada Streetlights
- Conoscere il fenomeno nella sua declinazione locale (osservatorio);
- Costruzione e manutenzione della rete territoriale (sensibile/efficace)
dei servizi sociosanitari, delle risorse territoriali e delle FF.OO.
- Individuazione dei comportamenti a rischio per la salute messi in atto
dalle donne che si prostituiscono in strada (MTS, Igiene, uso del
condom, contraccezione e gravidanze-IVG, uso di sostanze psicoattive
etc….) ed incentivazione al cambiamento educando alla
responsabilizzazione verso la cura del proprio corpo e al contenimento
dei rischi derivanti da questa attività (autotutela ed empowerment);
- Contribuire alla salvaguardia della salute pubblica (prostitute, clienti,
famiglie);
- Permettere una maggiore conoscenza dei servizi del territorio di
riferimento e di quelli individuati nelle “aree di scorrimento” del target
(Principalmente
nell’asse
Prato-Arezzo1),
proponendo
anche
accompagnamenti guidati.
- Sollecitare la domanda sia sulla tutela della salute, che sulla
attivazione di percorsi alternativi alla prostituzione, tramite
l'accompagnamento alle agenzie del territorio e l’orientamento alle
altre azioni previste dal progetto CIP nella sua interezza. In particolare
lo Spazio Intermedio progetto finanziato a partire dal 2000 sui fondi ex
art.18.
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A questo
proposito CAT è partner insieme all’Associazione Pronto Donna del Progetto “Un'altra Strada” titolare
Provincia di Arezzo.
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Valore aggiunto al progetto (max mezza pagina)
Disponibilità della cooperativa a sostegno del progetto
Paolo Piazzesi
Tel: 335 716 12 80
E-mail: [email protected]
Responsabile dell’Area Immigrazione e Diritti sociali. Figura di Cofinanziamento CAT per 2 ore settimanali nel periodo considerato a Euro
18,5 per un totale di 1763,67 Euro. Livello CCNL Coop. Soc.: 6° più
indennità di responsabilità di area.
Diploma universitario in statistica. Qualifica operatore di strada.
Formazione specifica sull'orientamento per donne immigrate. Formazione
per responsabili di settore in ambito cooperativo. Formazione Interna.
Contenuti operativi Area Immigrazione: gestione di progetti di
riduzione del danno e prevenzione socio-sanitariarivolti alla popolazione
immigrata che si prostituisce in strada e alla popolazione
tossicodipendente straniera. Conduzione di centri di accoglienza per
lavoratori stranieri, sportelli di informazione, orientamento e consulenza
rivolti a cittadini immigrati e a donne immigrate in difficoltà, servizi di
sostegno in favore della popolazione Rom (minori e famiglie) presso i
campi nomadi, inserimenti lavorativi, interventi di formazione
professionale, attività di ricerca sociale, servizi di mediazione linguistico
culturale, servizi di sostegno scolastico per minori, animazione territoriale.
All’interno del progetto CIP riveste le seguenti funzioni: progettazione e
consulenza sulla verifica e valutazione, monitoraggio, politiche attive
rispetto alle strategie di progetto.
Ambito del progetto (max 1 pagina)
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Il territorio fiorentino vede alcune zone maggiormente interessate al
fenomeno della prostituzione di strada: Firenze Nord (quartiere 5),
Firenze Sud (quartiere 2) e parte del Quartiere 4. Nell’area metropolitana,
il territorio di Calenzano è fortemente interessato dal fenomeno,
soprattutto dal target nigeriano. Mediamente il flusso annuo è stimabile
complessivamente sulla base di 300-350 unità. Negli anni, però, il
fenomeno della prostituzione di strada ha subito varie trasformazioni nella
sua declinazione (variazioni degli spazi e degli orari, presenza
prostituzione indoor), nelle persone che la praticano e in quelle che la
gestiscono, portando punti di criticità importanti per il servizio che ha
dovuto adeguare le proprie metodologie per mantenere quello che sta
alla base dell’intervento stesso: la creazione di una relazione di fiducia tra
il target e l’équipe degli operatori/mediatori.
Sul territorio si è osservato, ad esempio il ritorno delle donne
sudamericane e in particolare provenienti dal Brasile. Si sono verificate
anche notevole novità con la presenza di donne di origine asiatica o
ancora di donne rumene sempre più numerose (da 32 contatti nel ’02 a
102 nel 2005). Il 2005 ha visto anche la diversificazione dei paesi di
origine delle donne dedite ad attività di prostituzione; con l’allargamento
della comunità europea e l’illusione di potere emigrare più liberamente
sono arrivate donne provenienti dalla Bulgaria, dall’Ungheria e dai paesi
baltici. Si è osservato una presenza sempre più visibile e inquietante, e in
particolare modo nell’ultimo anno, di minorenne, in grande maggioranza
di nazionalità rumena. Inoltre, il monitoraggio continuo del territorio
verifica la presenza di numerosi maschi stranieri, molto giovani e
presumibilmente in alcuni casi, minorenni, che si prostituiscono nel luogo
ormai “storico” del Parco delle Cascine.
Il target che più subisce il turn-over è quello rumeno: in base all’insieme
dei contatti con le donne rumene nel ‘05, quelli nuovi rappresentano circa
il 37%, mentre per le donne nigeriane, con le quali abbiamo il maggior
numero di contatti, quelli nuovi sono solo il 10%. Tali osservazioni hanno
portato l’unità di strada a potenziare le sue metodologie (con l’ingresso
ad esempio della mediatrice rumena) e ad elaborare nuovi strumenti
capaci di garantire il raggiungimento degli obiettivi di prevenzione. Gli
altri gruppi nazionali vedono invece altre tipologie di trasformazioni
rispetto all’età e al numero; ad esempio, le donne provenienti dai paesi
dell’Ex-URSS tendono ad essere più adulte. Un dato importante sul quale
l’unità di strada sta elaborando un intervento specifico è quello
trasversale a molte donne dei Paesi dell’Est europeo che vivono gravi
disagi sociali e sanitari, legati inoltre al consumo, l’abuso e la dipendenze
da sostanze o da alcool.
Rispetto all’insieme del target si è visto il numero delle richieste di
accompagnamento ai servizi sociosanitari aumentare notevolmente negli
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ATTIVITA’ PREVISTE UNITA’ DI STRADA
Destinatari dell’intervento
Destinatari diretti
 Donne straniere che si prostituiscono sulla strada e/o vittime di
tratta nel territorio del Comune di Firenze; periodicamente inoltre
l’unità di strada effettua uscite nel territorio di Calenzano
I destinatari diretti dell’intervento sono tutte le donne, adulte o
minorenni, dedite ad attività di prostituzione. Alcune caratteristiche
specifiche di tali donne sono: straniere, sprovviste di regolare permesso
di soggiorno, vittime di tratta e di sfruttamento, livello di istruzione
mediamente basso e che agiscono vari comportamenti a rischio per la
loro salute e sicurezza (dovuti in parte alle condizioni caratteristiche
sopraindicate).
Destinatari indiretti
 Clienti e potenziali clienti
 Comunità locale in riferimento alle ricadute delle attività del
progetto nel territorio
 Rete dei servizi socio-sanitari in riferimento alle ricadute delle
attività del progetto nel territorio
Lavorando alla prevenzione sanitaria e alla riduzione dei rischi, si possono
considerare destinatari indiretti tutti i cliente delle donne dedite ad
attività di prostituzione.
L’altro destinatario indiretto è rappresentato dalla cittadinanza residente
nei quartieri interessati al fenomeno, attraverso, come si già detto, la
mediazione dei conflitti, allo scopo di migliorare le condizioni della
convivenza tra appunto i cittadini e le donne prostitute.
Coordinamento unità di strada (max mezza pagina)
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Serena Mordini
Coordinatrice dell’unità di strada (Coordinatrice titolare - attualmente in
congedo maternità). Livello CCNL Coop. Soc.: 5° più indennità di
coordinamento
Diploma di maturità. Qualifica operatore di strada 600 ore. Formazione
per coordinatori di servizi in ambito cooperativo Formazione interna
Tel: 335 545 12 27
Fax: 055 43 69 384
[email protected]
e
mail
del
servizio:
[email protected]
Orari: 10 ore settimanali su 44 settimane nel periodo considerato per
Euro 18,00 orarie , per un totale di Euro 7920,00.
Settimanalmente, il coordinatore, responsabile della conduzione
dell’equipe, della qualità e funzionalità del lavoro, fa circolare le
informazioni interne ed esterne alla cooperativa, organizza il piano di
lavoro e l’impegno del personale, organizza e conduce le riunioni, si
rapporta con la committenza, si rapporta con i soggetti in rete, partecipa
alle riunioni del coordinamento del progetto CIP, partecipa alle riunioni
dell’Area Immigrazione e Diritti Sociali di CAT, analizza, elabora e
progetta insieme al responsabile di area, all’équipe e al coordinamento
del CIP i dati e le relative questioni legate all’intervento, scrive le
relazioni, collabora alla manutenzione della rete e alle comunicazioni
esterne. Partecipa inoltre come consulente tecnico del lavoro di strada
specifico del Progetto CIP presso i vari enti pubblici o privati allo scopo di
sviluppare il lavoro di rete e gli interventi innovativi, e di comunicare e
sensibilizzare sulla tematica inerente al Progetto.
Risorse utilizzate (locali ed attrezzature)
CO-FINANZIAMENTO C.A.T.
Furgone
attrezzato:
costi
ammortamento
e
assicurazione
1.314,5 euro
Quota
spese
telefoniche:
costi
cellulari
reperibilità
183,33 euro
Quota aggiornamento formativo degli operatori: gettoni di presenza
660,00 euro
Attrezzatura informatica completa e uso delle risorse materiali d’ufficio.
USCITE UNITA’ DI STRADA
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1. attività svolta (breve descrizione: obiettivi, finalità)
L’unità di strada rappresenta una prima antenna di comprensione del
territorio e delle persone che lo abitano nelle sue varie modalità.
Le uscite sono finalizzate al contatto e alla costruzione di una relazione di
fiducia con il target, all’osservazione e al monitoraggio del fenomeno,
all’offerta diretta di servizi, informazioni ed orientamento, alla
comunicazione di nozioni di prevenzione sanitaria e di riduzione dei rischi,
ad un monitoraggio del territorio rispetto all’impatto del fenomeno.
2. caratteristiche delle attività svolte (interventi e azioni prioritarie,
metodologia e strumenti utilizzati)
La suddivisione delle uscite qui sotto riportate è stata individuata al fine
di ottimizzare le risorse e di raggiungere al meglio le donne interessate al
contatto in funzione delle mediazioni culturali:
 Una uscita sarà rivolta al target nigeriano; il gruppo che esce in
strada è composto dalla mediatrice nigeriana e da 2 operatori di
strada. Il giorno prescelto è il lunedì per garantire un invio
funzionale e fluido allo sportello Spazio Intermedio del CIP che
appunto è aperto il martedì per le donne nigeriane.
 Una uscita sarà rivolta a tutte le altre donne (che visibilmente non
sono nigeriane); il gruppo è composto da 2 operatori di strada,
dalla mediatrice albanese e in alternanza, con cadenza settimanale,
dalle mediatrice russa e rumena. Sempre in relazione
all’organizzazione dello sportello Spazio Intermedio del CIP, il
giorno prescelto è il mercoledì.
La mediazione culturale è uno strumento fondamentale nel contatto con
le donne. Facilita la comunicazione e il rapporto tra il servizio e il target,
usando dell’elemento della conterraneità. Offre all’équipe una lettura dei
comportamenti e dei bisogni delle donne e permettono l’adeguamento
tempestivo delle risposte. Affiancano l’operatore nella conduzione del
contatto e nella gestione complessiva dell’uscita.
La metodologia che sta alla base di tutto l’intervento e che viene espresso
nel lavoro di strada è la sospensione del giudizio. Le donne prostitute di
origine straniere sentono fortemente il peso del giudizio. Un elemento
che richiama a questa metodologia è la distribuzione di condoms (3) alla
fine del contatto. Attraverso questo gesto viene chiarita la motivazione
del contatto che si basa sostanzialmente sulla tutela della salute, il
rispetto del proprio corpo e l’assenza di giudizio. Inoltre questa offerta è
spesso considerata interessante e molto ben venuta da quasi la totalità
delle donne.
Durante il colloquio che si stabilisce con le donne, vengono affrontate
varie tematiche in funzione delle esigenze. L’operatore e il mediatore
praticano l’ascolto attivo allo scopo di comprendere e fare emergere le
richieste, di sostenere l’elaborazione delle scelte e di incrementare
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ACCOMPAGNAMENTO A SERVIZI SOCIO-SANITARI
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1. attività svolta (breve descrizione: obiettivi, finalità)
Le donne possono usufruire dell’accompagnamento di operatore o di un
mediatore culturale per accedere ai servizi socio-sanitari del territorio.
L’accompagnamento rappresenta la costruzione di un percorso che porta
in sé varie finalità: sfruttare un momento diverso dalla strada per
l’approfondimento della relazione di fiducia, incrementare l’autostima,
orientare sulla tutela della salute, permettere la sperimentazione di
momenti di autonomia, formare ed orientare alla corretta ed autonoma
fruizione dei servizi territoriali, la diffusione di comportamenti preventivi
rispetto alla salute.
2. caratteristiche delle attività svolte (interventi e azioni prioritarie,
metodologia e strumenti utilizzati)
Il cellulare di reperibilità riveste un ruolo centrale nella gestione degli
accompagnamenti. Serve per fissare gli appuntamenti e collegare
l’utenza, l’accompagnatore e i vari servizi tra loro (CIP e servizi
territoriali). L’accompagnamento viene fissato e confermato tramite la
chiamata al cellulare direttamente dall’utente. L’operatore che gestisce il
cellulare deve allora considerare la richiesta emessa dalla persona,
valutare il percorso idoneo a tale richiesta e contattare gli operatori e i
mediatori culturali disponibili all’accompagnamento. Vengono inoltre
valutati dall’équipe o in raccordo con il coordinamento alcuni fattori per
svolgere al meglio l’accompagnamento: urgenza sanitaria della richiesta,
intervento specifico per casi singoli, valutazione dell’intervento
accompagnamento in base agli obbiettivi prefissati e mirati ad un utente,
passaggio e contatto preliminare con il servizio territoriale, particolari
necessità dell’utente (ad esempio: la presenza della mediatrice culturale).
L’operatore/mediatore che accompagna non riveste il ruolo di guida, ma
segue la metodologia che sta alla base dell’intero intervento attraverso la
creazione di un rapporto di fiducia.
3. risultati attesi
L’accesso autonomo ai servizi e l’assunzione di comportamenti preventivi
rispetto alla tutela della salute, da parte del target. Creazione e
rafforzamento della relazione di fiducia allo scopo di sviluppare
l’elaborazione e l’offerta di opportunità. Sviluppo e rafforzamento del
lavoro di rete e sensibilizzazione e comunicazione rispetto al fenomeno
rivolta agli operatori dei servizi socio-sanitari.
4. personale impiegato retribuito (nome,cognome, titolo di studio e
qualifica, compiti e funzioni, n° ore settimanali volontariato, n° ore
settimanali retribuite, n° ore impiego nel progetto, tipologia
contratto)
Gli operatori sono gli stessi già citati in precedenza. Le ore vengono
suddivise in funzione delle esigenze del servizio e della disponibilità di
ognuno.
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SPERIMENTAZIONI DI INTERVENTI INNOVATIVI SUL TARGET,
SUL TERRITORIO E/O SULLA CITTADINANZA
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1. attività svolta (breve descrizione: obiettivi, finalità)
In questa voce ci proponiamo di considerare la possibilità di sperimentare
degli interventi nell’ottica della valutazione del monitoraggio e di quanto
emerge dal target, dal territorio (rete) e dalla cittadinanza.
La mediazione dei conflitti territoriali è l’oggetto di una particolare
attenzione dell’unità di strada sia durante le normali attività di contatto
con il target sul territorio, sia attraverso uno specifico lavoro di
costruzione della rete, che si sta sviluppando in particolar modo in questo
ultimo periodo (maggio/giugno ’06). In particolare ci riferiamo agli
sviluppi di una ricerca intervento attivata nel Quartiere 5 denominata
PROSTITUZIONE E COMUNITÀ LOCALE: PERCEZIONE
DEL FENOMENO, VIVIBILITÀ URBANA,
MEDIAZIONE DEI CONFLITTI, SPERIMENTAZIONI SUL TERRITORIO (Ricerca-intervento finanziata dalla
Regione Toscanacon Decreto n° 4246 del 21 Luglio 2004). La fase dell’intervento ha
previsto l’attivazione di un tavolo pilota multiattoriale (Assessorato Pari
Opportunità, Assessorato Vivibilità Urbana, Quartiere 5, FF.OO, Ufficio
Città Sicura, servizi del CIP, Opinion leaders territoriali individuati fra la
cittadinanza e l’associazionismo).
I percorsi per garantire la verifica dell’intervento sono ancora in fase di
progettazione. Proponiamo in questa sede alcune linee guide delle attività
possibili (anche in relazione al budget) inerenti a degli interventi
innovativi rivolti alla cittadinanza, che sviluppino il lavoro già avviato nel
Quartiere 5 e che possano rappresentare buone prassi rispetto ad un
allargamento ad altre zone della città.
2. caratteristiche delle attività svolte (interventi e azioni prioritarie,
metodologia e strumenti utilizzati)
Si possono definire alcuni elementi di base della metodologia che si
esprimono attraverso la sensibilizzazione e la conoscenza del fenomeno
prostituzione e tratta nel contesto territoriale, il sostegno di un percorso
di rete basato sull’accoglimento delle segnalazioni, la consulenza e
l’elaborazione congiunta con la rete multiattoriale di alcune azioni
specifiche, il contatto mirato con le persone che si prostituiscono in
strada.
3. risultati attesi
Diffusione della conoscenza del fenomeno prostituzione e tratta, del
progetto CIP e delle politiche attive nel settore. Riduzione delle situazioni
di conflitto nel territorio tra cittadini e prostitute e formazione di tavoli
territoriali multiattoriali ad hoc.
4. personale impiegato retribuito (nome,cognome, titolo di studio e
qualifica, compiti e funzioni, n° ore settimanali volontariato, n° ore
settimanali retribuite, n° ore impiego nel progetto, tipologia
contratto)
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ATTIVITA’ E SPESE AGGIUNTIVE DEL PROGETTO
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1. Supervisore
(nome, cognome, qualifica, mansioni, n° ore
settimanali retribuite, costo ora e totali)
Michela Da Prato – Psicologa – Supervisore metodologico
3 ore di supervisione al mese per 10 mesi nel periodo 01/11/200630/09/2007 a 62,00 euro orario
Totale costo : 1.860,00 euro
2. supervisione (n° operatori coinvolti, loro mansioni, n° ore,
frequenza, obiettivi e finalità, costo ora e totali)
Elaborazione, in accordo con il coordinatore e secondo le esigenze
dell’èquipe, le linee principali sulle quali verte il lavoro di supervisione.
Elaborazione di alcuni materiali per lo svolgimento del lavoro. Espressione
e valutazione dei nodi metodologici incontrati sul lavoro. formulazione di
esiti e decisioni che sono emersi dalle discussioni di èquipe.
Operatori coinvolti: 3 operatori di strada e 4 mediatrici culturali, e la
coordinatrice.
3 ore mensili per 10 mesi nel periodo 01/11/2006-30/09/2007 per 7
operatori/mediatori per 18,00 euro.
Totale costo: 3.780,00 euro
3. riunioni di èquipe (n° operatori coinvolti, loro mansioni, n° ore,
frequenza, obiettivi e finalità, costo ora e totali)
Durante le riunioni di équipe vengono riportate e discusse le attività
svolte, analizzate ed elaborate le osservazioni e le problematiche emerse,
definite le azioni da intraprendere, elaborati i materiali, verificati i risultati
ottenuti, programmate le attività. La finalità è quella di monitorare
l’andamento del servizio rispetto all’andamento del fenomeno.
Operatori coinvolti: 7 operatori e la coordinatrice.
6 ore al mese per 11 mesi per 18,00 euro.
Totale costo: 8.316,00 euro
4. Elaborazione materiale, dati monitoraggio e report (n° operatori
coinvolti, loro mansioni, n° ore, frequenza, obiettivi e finalità, costo
ora e totali).
La finalità dell’attività è quella di elaborare i contenuti del materiale
informativo ad Hoc su varie tematiche, impostare e implementare il
monitoraggio dati utenza sulla base del sistema di monitoraggio e
valutazione, elaborare report periodici.
Leslie Mechi – Operatrice di strada e di rete - diploma di maturità,
Diploma Universitario in Storia e Filosofia, Formazione interna,
Formazione per coordinatori di servizi in ambito cooperativo. Operatrice
di collegamento con lo sportello dello Spazio Intermedio, elaborazione
dati uscite e accompagnamenti, realizzazione tecnica del materiale. Socio
lavoratrice, 5° livello del CCNL.
L’attività è prevista sulla base di 3 ore settimanali nel periodo considerato
per un totale di Euro 2376,00.
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MONITORAGGIO DELL’INTERVENTO
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 indicatori di controllo: strumenti quantitativi
strumenti qualitativi
 strumenti di monitoraggio adottati in fase di progettazione, in
itinere e rispetto ai risultati attesi alla fine dell’intervento
L’azione di monitoraggio di Streetlights, coerentemente con l’intero
progetto CIP, sarà finalizzata al controllo del processo e dei risultati di
progetto, al fine di verificare il corretto svolgimento di tutte le attività, dal
punto di vista del rispetto dei termini temporali e della garanzia del
raggiungimento di risultati di qualità.
Il processo di MONITORAGGIO prevede 3 moduli:
MODULO 1 - monitoraggio ex ante, attivato in fase di progettazione
dell’intervento, in funzione della progettazione di successivi percorsi
valutativi. Propedeutico alla progettazione dell’intervento, tale modulo
prevede:
 la definizione degli indicatori di controllo:
Raggiungimento degli obiettivi individuati, correlazione tra obiettivi e
progettazione esecutiva, impatto sulla comunità territoriale, utilizzo e
valorizzazione delle risorse umane ed economiche.
 la definizione degli strumenti di monitoraggio:






Strumenti Quantitativi:
Scheda di mappatura territoriale: raccoglie dati relativi alla
declinazione del fenomeno sul territorio;
Scheda uscita: raccoglie dati relativi al singolo soggetto; raccoglie dati
relativi all’uscita effettuata sul territorio;
Scheda
riepilogo
accompagnamenti
sanitari:
notizie
sugli
accompagnamenti effettuati;
Scheda accompagnamento: notizie sul percorso di un singolo
soggetto;
Scheda telefono: raccoglie dati sulle telefonate ricevute;
Verbali incontri territoriali e tavoli locali.
In particolare gli strumenti quantitativi sono stati modificati e rinnovati
nel tempo in seguito alle necessità di rilevazione relative ai tempi, i
modi, e le tematiche ritenuti interessanti ai fini dell’elaborazione che
ne segue; tale elaborazione viene svolta e proiettata in una logica
d’intervento che si rifà agli obiettivi dell’intero progetto, della specifica
fase di lavoro, nonché dell’individuo al quale ci si relaziona.
I dati raccolti con gli strumenti quantitativo saranno inseriti in un data
base e elaborati periodicamente
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Firenze 09/10/2006
La Presidente di C.A.T. Cooperativa Sociale ONLUS
Dott.ssa Silvia Ciofi Baffoni
DOCUMENTAZIONE
 documentazione relativa alla gestione del servizio
Ultima relazione dell’attività dell’Unità di strada Streetlights Periodo
Gennaio Marzo 2006
Relazione annuale 2005
Relazione sull’attività dell’Unità di Strada Streetlights
Gennaio – Marzo ‘06
In questi tre ultimi mesi, malgrado un notevole calo delle presenze
in strada delle donne dedite ad attività di prostituzione, l’unità di strada
ha avuto l’occasione di usufruire di un nuovo strumento, risultato di un
lungo lavoro, il CD Audio, di accogliere nuovi componenti all’interno
dell’équipe, arricchendo cosi il suo bagaglio di possibilità e di competenze
e di partecipare alla ricerca-intervento sulla mediazione dei conflitti sul
Quartiere 5 del comune di Firenze. Tali aspetti continuano a crescere
all’interno stesso del lavoro degli operatori portando in itinere nuovi
sviluppi ed interessanti riscontri per l’approfondimento degli strumenti e
delle metodologie al fine di raggiungere al meglio gli obiettivi prefissati
del servizio. Inoltre, l’osservazione continua del fenomeno e della sua
declinazione sul territorio e le problematiche che emergono dal target
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permettono un monitoraggio diretto all’adeguamento delle risposte e
delle possibilità che l’unità di strada può offrire attraverso le sue azioni.
Il forte calo delle presenze delle donne in strada è stato osservato
su tutto il territorio abitualmente considerato dall’unità di strada. Tutti gli
anni, nei periodi invernali e festivi, le donne dedite ad attività di
prostituzione hanno diminuito la loro presenza in strada.
Questo anno però, si è visto il protrarsi della situazione per tutto il
periodo ora preso in esame e che vede come prima spiegazione le
massicce azioni di repressione da parte delle FFOO. Gli operatori hanno
assistito più di una volta alle operazioni di pattugliamento e di retate
messe in atto allo scopo di “svuotare le strade”. Si è ripetuto il già noto
scenario del lungo periodo di repressione del ’02-’03, durante il quale la
popolazione prostituta era stata costretta ad adeguarsi a tale situazione
mettendo in atto dei cambiamenti per evitare le retate ed i controlli.
Di fatto, luoghi come il centro storico nelle vicinanze della stazione
centrale e il parco delle Cascine nelle ore diurne hanno visto il ritorno
delle donne prostitute, evitando di esporsi alle FFOO nei luoghi e negli
orari maggiormente occupati e noti.
Se da una parte, l’unità di strada ha visto un calo delle presenze che si è
manifestato direttamente con un numero minore di contatti2, dall’altra ha
accolto e gestito il doppio delle richieste di accompagnamento ai servizi
del territorio rispetto al trimestre precedente. Dai racconti delle donne
stesse e dalle osservazioni dell’équipe, l’ipotesi più probabile per spiegare
questo fatto è che le azioni delle FFOO erano tendenzialmente di
controllo, non implicando quindi né il rimpatrio immediato, né il
trattenimento in Centri di Permanenza Temporanea. Si è soprattutto
trattato di fermi durante una notte, di controlli dei documenti e di
pattugliamenti. Queste azioni, a parte modificare in modo temporaneo la
declinazione del fenomeno sul territorio, ha avuto l’effetto purtroppo già
noto di innalzare il turn-over delle donne in strada. Le organizzazioni
criminali tendono in questi casi a spostare molto frequentemente le
donne e a gestire diversamente i flussi e le permanenze sul territorio.
Questo aspetto si è potuto verificare in particolare per le ragazze di
origine rumene, di cui il numero di contatti nuovi è proporzionalmente e
notevolmente superiore a quello delle donne di altri gruppi nazionali.
Una considerazione importante rispetto al target rumeno è la giovane età
delle donne costrette a prostituirsi. L’unità di strada ha segnalato la
presenza in strada di due ragazze minorenni rumene; e salvo rare
2
Rispetto al trimestre precedente e proporzionalmente al numero delle uscite sono stati effettuati circa 50 contatti
in meno; allo stesso modo, sono state rilevate circa 87 presenze in meno.
19
eccezioni, l’età delle donne rumene è sensibilmente basso, anche rispetto
all’insieme delle donne straniere che si prostituiscono sul territorio.
Si sono anche verificati alcuni rimpatri soprattutto di donne di origine
nigeriana che si prostituivano nella zona di Firenze Nord e che
costituivano un gruppo che da mesi l’unità di strada aveva contattato,
costruendo buone relazioni. Le donne avevano spesso espresso
l’intenzione e l’interesse di usufruire del nostro servizio, senza purtroppo
poterlo fare a causa di un forte controllo da parte delle loro sfruttatrice.
Alcune di loro, non avendo finito di pagare il loro debito tenteranno(e in
base a quanto verificato in passato), entro un breve tempo, di tornare in
Italia, accrescendo cosi ulteriormente l’ammontare di tale debito.
La presenza in strada di donne di nazionalità diverse a quelle più
comunemente incontrate continua a radicarsi sul territorio. Sono donne
provenienti dalla Lituania, dalla Lettonia, dall’Uzbekistan e dalla Georgia,
tutti paesi dell’Ex-URSS. Dato confermato da altri fonti e che indicano i
nuovi percorsi della tratta nell’insieme dell’Est Europeo, e che vede l’Italia
come luogo di destinazione.
Le donne che provengono complessivamente dall’Ex-URSS e che vivono
sul territorio fiorentino hanno legami tra loro e che di fatto si trovano a
prostituirsi nelle stesse zone della città, due in particolare: Bellariva e
Viale Guidoni. Durante i contatti, si sono individuate delle connessioni tra
le due zone, non solo dovuti alla comune provenienza geografica delle
donne, ma - si può pensare - anche dovuti al fatto che l’organizzazione
criminale che ne gestisce lo sfruttamento sia la medesima per i due
gruppi.
Contatti
totali
per
Nuovi
contatti
nazionalità
nazionalità
Albania
22
Albania
Romania
25
Romania
Est Europa
3
Est Europa
Russia
17
Russia
Moldavia
9
Moldavia
Ucraina
5
Ucraina
Altri Ex URSS
9
Altri Ex URSS
Nigeria
104
Nigeria
Brasile
2
Brasile
Totale
196
Totale
Allegato 1: I dati complessivi dell’unità di strada.
per
2
11
1
5
2
2
3
10
1
37
20
Il CD audio “MusIcare” è stato pubblicato e distribuito in strada e
allo Spazio Intermedio dalla fine del mese di Febbraio. Oltre alla grande
partecipazione al rinfresco organizzato dallo sportello allo scopo di
presentare il CD e di rafforzare la relazione di fiducia con le donne
nigeriane, “MusIcare” sta riscontrando successo ed interesse in tutto il
gruppo delle donne nigeriane che vivono a Firenze e non solo. L’oggetto,
visto come prezioso, è gradito e anche ricercato. Il passaparola nella
comunità delle donne nigeriane ha manifestato le sue potenzialità: il cd
viene richiesto da donne poco contattate dall’équipe o addirittura
sconosciute.
Il CD, concepito come un materiale informativo (allegato 2: la descrizione
dei contenuti) raggiunge a pieno gli obiettivi di prevenzione e riduzione
dei rischi rispetto alla tutela della salute. Le tematiche affrontate nel CD
vengono riprese durante i colloqui in strada, attraverso le domande e le
curiosità espresse dalle donne.
Grazie alla festa organizzata allo Spazio Intermedio e a “MusIcare”
stesso, gli operatori hanno stretto rapporti più profondi con gruppi di
donne che fino a quel momento avevano sempre dimostrato alcune
diffidenze nei confronti del servizio.
Nello stesso periodo, l’équipe ha aggiornato il proprio materiale di
prevenzione e di informazione sui servizi del territorio allo scopo di
garantire le azioni e il raggiungimento degli obiettivi del servizio.
La seguente tabella indica il numero di materiali distribuiti alle donne
durante i contatti in strada. Si tratta di volantini che informano sia sui
servizi territoriali e le modalità di accesso (creati tutti dall’équipe degli
operatori), sia sulle questione sanitarie e di sicurezza.
Materiale distribuito
Informazione sui
servizi
Prevenzione
sanitari
Altro (saponi,
ecc…)
CD MusIcare
(Distribuiti
dall’unità di
strada)
Profilattici
51
41
12
28
Circa
600
21
In questo periodo l’équipe dell’unità di strada si è ampliata con
l’ingresso della mediatrice linguistico-culturale rumena. Per motivi di
organizzazione del lavoro e rispetto alle possibilità del servizio, la
mediatrice rumena partecipa a tutte le riunioni d’équipe ed alla
supervisione, ed alterna le uscite in strada con la mediatrice russa,
garantendo cosi continuità ed ottimizzazione delle risorse. La mediatrice
ha permesso, oltre alla comprensione linguistica, l’approfondimento della
relazione di fiducia con le ragazze e la garanzia di una buona
comunicazione dei messaggi di prevenzione e di diritto.
Per la vicinanza linguistica con l’italiano, le ragazze rumene tendono ad
affermare la loro comprensione delle informazioni date dagli operatori,
quando invece appare, grazie alla mediatrice e alla possibilità che gli
viene offerta di porre delle domande nella propria lingua, i messaggi non
sono stati compresi correttamente, o magari ne viene sottovalutato
l’interesse. Inoltre, la mediatrice offre all’équipe l’opportunità di
incrementare la propria conoscenza della cultura rumena e dei modi di
vivere e di pensare, per esempio l’approccio ai servizi socio-sanitari, alla
legalità, al concetto di diritto, ecc… In questo breve periodo, si è
osservato che le donne rumene provengono dalla città, prevalentemente
da Bucarest, Vaslui ed Iasi (le ultime due sono città del nord-est della
Romania confinante con la Repubblica Moldova). Tra le ragazze rumene
si incontra il fenomeno del lavoro “pendolare”, in quanto adeguano il loro
tempo di permanenza in Italia in funzione del tempo concesso dal visto
turistico, cioè tre mesi, ma dopo un breve ritorno in patria intraprendono
di nuovo il viaggio verso l’Italia.
Ultimamente, attraverso l’ingresso di un nuovo operatore ricco di una
lunga esperienza di lavoro nel campo della tossicodipendenza, l’équipe
tende ad orientare le sue osservazioni sul target e del suo eventuale uso,
consumo od abuso di sostanze, di alcool e di psicofarmaci. Tale impegno
rientra nel lavoro complessivo della tutela della salute e della riduzione
del danno. L’attività di prostituzione di strada comporta non pochi rischi:
si rivela regolarmente casi di aggressioni, furti e violenze subite dalle
donne da parte di finti clienti. È quindi necessario per le ragazze
mantenere lucidità e capacità di valutazione, oltre che ad evitare i danni
conseguenti dall’abuso di sostanze in generale.
In strada come allo sportello, e attraverso l’osservazione dei dati
degli accompagnamenti (vedi sotto tabella 2), le problematiche di ordine
sanitario che emergono dalle richieste delle donne, ci indicano le
molteplice difficoltà che le stesse incontrano nel tutelare la propria salute
e nell’agire comportamenti di prevenzione; le condizioni di vita delle
22
donne comportano vari rischi, e spesso i loro sfruttatori non le
permettono di intraprendere liberamente qualsiasi azione di tutela in
questo senso. Di fatto, le ragazze che richiedono gli accompagnamenti
sono quasi sempre in emergenza sanitaria. Rari sono i casi in cui viene
richiesto il sostegno degli operatori in vista della prevenzione, malgrado
gli sforzi forniti dall’équipe. Le donne incontrano maggiore difficoltà a
giustificare un’uscita diurna a tale scopo, che non viene considerato come
necessario dai i loro protettori. Le viene invece concesso quando di fatto,
non sono in grado di svolgere il proprio “lavoro”.
Dalla relazione di fiducia instaurata con le ragazze, gli operatori
rappresentano un’opportunità concreta per risolvere al meglio i loro
disagi sanitari. Nel corso del tempo, il messaggio dell’uso dei servizi
sanitari è arrivato alle donne come la garanzia di una presa in carico
sicura, a fronte delle pratiche di auto-cura spesso molto dannose per le
stesse, ma cementate nella credenza di tante di loro come l’unica strada
veramente percorribile. A proposito di queste pratiche, si ricorda quanto
già detto nelle precedenti relazioni rispetto all’uso di un farmaco
(acquisito presumibilmente attraverso un mercato nero) che induceva
l’aborto e addirittura usato, per alcune di loro, come prevenzione della
gravidanza, portando gravi conseguenze fisiche, quali emorragie e forti
dolori. L’attenzione particolare da parte degli operatori su questo
argomento ha permesso la conoscenza della possibilità di percorrere vie
più sicure e legali. Solo nel primo trimestre di questo anno, sono state 9
le donne che hanno richiesto uno o più accompagnamenti per effettuare
un’interruzione volontaria di gravidanza. Nell’ottica di prevenire l’IVG, le
equipe dell’unità di strada e dello Spazio Intermedio stanno elaborando
un nuovo materiale cartaceo ad hoc da proporre alle donne.
Un’intensa
attività
di
accompagnamenti
corrisponde
ad
un’altrettanta intensa attività del cellulare di reperibilità. Viene tenuto
acceso 12 ore al giorno, 7 giorni su 7 e gli operatori dell’équipe, che lo
gestiscono, si alternano ogni 15 giorni. Il numero del cellulare viene
distribuito ad ogni contatto in strada e allo sportello ed è indicato come
risorsa per le richieste di informazioni, sostegno e accompagnamento. Si
è rilevato una media di 2 casi/richieste al giorno (incluso sabato e
domenica, momenti in cui il cellulare viene usato meno dalle donne) che
l’operatore deve gestire. Ciò comporta l’accoglienza della richiesta, il
collegamento con i servizi del CIP quando è necessario un
accompagnamento e la gestione degli appuntamenti. Il ruolo del cellulare
è trasversale al servizio e all’utenza e garantisce una continuità
dell’intervento per un target che conosce condizioni di vita
particolarmente complesse per l’accesso a servizi, che hanno magari una
copertura in termini di orari più ristretta. Le richieste di
23
accompagnamenti, come già accennato, sono soprattutto legate a
situazioni di emergenza e quindi, sapere di poter chiedere sostegno a
persone conosciute, può permettere alle ragazze di esprimere al meglio la
richiesta ed ottenere un primo orientamento. In effetti, accade anche che
l’operatore faccia un vero e proprio accompagnamento a distanza,
comunicando sul momento con gli operatori sanitari. Concludendo, il
cellulare rappresenta un valido strumento in quanto può essere definito
una rete, un filetto di sicurezza.
Gli accompagnamenti effettuati da Gennaio a Marzo ’06 dall’unità di
strada sono 41.
24
Tabella 1
Nazionalità
Albania
Nigeria
Romania
Russia
Moldavia
Uzbekistan
Totale
MTS
15
10
3
11
1
2
41
Tabella 2
Problemi/Richieste
Dermatologia/infezion
i
Dolori alla addome
Altri dolori
Problemi mestruali
IVG
STP
Controlli / analisi
Contraccezione
Malattie infettive
Laboratorio
analisi
8
Ambulatori
o
4
Ospedale
Anagrafe
comunale
Totale
7
1
1
2
7
Pergola
11
Borgo Pinti
Fanfani e
altri
Vle
Morgagni
S. Rosa
Careggi
Palazzo
Vecchio
5
3
3
1
2
7
8
6
10
6
4
10 (9
donne)
1
7
1
3
(cure)
Tabella 3
Tipo luogo
Consultorio
4
4
Anagrafe
sanitarie
STP
1
0
Luogo
specifico
S. Monaca 25
Ss.
19
Annunziata
Bgo
Ognissanti
10
25
Allo scopo di migliorare e ottimizzare l’azione degli accompagnamenti, il coordinamento del Progetto CIP
sta attivando dei contatti con operatori e referenti dell’Azienda Sanitaria con la quale di fatto collabora da anni.
Questo percorso ha come primo obiettivo di presentare il Progetto a figure responsabili dei servizi sanitari.
Attraverso questi contatto ci auspichiamo inoltre di costruire una rete funzionale sia al Progetto, che all’Asl, in
quanto alcune difficoltà sono riscontrate da tutte e due le parti. Consolidare una tale collaborazione
permetterebbe all’insieme del Progetto di garantire i servizi di prevenzione e tutela della salute e l’accesso
autonomo da parte delle donne ai suddetti servizi.
La C.A.T. Cooperativa Sociale e l’Associazione Progetto Arcobaleno stanno partecipando dal mese di
Ottobre ’05 al lavoro di ricerca “Prostituzione e comunità locale: percezione del fenomeno, vivibilità urbana
mediazione dei conflitti, sperimentazioni sul territorio”3. Tale partecipazione si è tradotta con la collaborazione
degli operatori del Progetto CIP nelle attività della ricerca a vari livelli, alcuni di loro facendo parte dell’équipe
stessa della ricerca. Oltre a fornire informazioni e conoscenze acquisite sul fenomeno della prostituzione e della
tratta, il Progetto CIP ha partecipato attivamente ad un Workshop con giornalisti di stampa locale, allo scopo di
migliorare la comunicazione sui temi riguardante il suddetto fenomeno. L’occasione è stata colta per presentare il
Progetto e sensibilizzare sulle tematiche della prostituzione e della tratta, ma soprattutto per offrire ai giornali
locali una fonte attendibile di riferimento. Questo fatto costituisce un nuovo ed interessante mezzo di
comunicazione sociale, che possiamo auspicare fruttuoso in termini di conoscenza e di sensibilità verso il
fenomeno da parte dell’insieme della cittadinanza.
La ricerca ha inoltre previsto tutta una serie di contatti sia con portatori di interesse territoriali (cittadini, comitati,
associazionismo ecc….) che con riferimenti delle forze dell’ordine (vigili urbani, carabinieri, Ufficio Città Sicura,
Polizia, ecc…). Sulla base di questo lavoro, è in fase di valutazione la costituzione di un “Tavolo sperimentale di
mediazione dei conflitti fra cittadini e prostituzione” promosso dal Consiglio di Quartiere 5. Il CIP, e in particolare
l’unità di strada, vengono individuati come un valido punto di ancoraggio per la creazione di una rete indirizzata
alla mediazione dei conflitti e alla garanzia di un dialogo non strumentale verso le due parti in questioni: la
popolazione prostituta e la popolazione cittadina residente.
3
Ricerca-intervento finanziata dalla Regione Toscana con Decreto n° 4246 del 21 Luglio 2004.
26
Allegato 1
periodo di riferimento: Gennaio - Marzo 2006
DONNE
nazionalità
18 -22
Albania
nuovi contatti
contatti totali
fasce d'età presunta
fasce d'età presunta
23 -27
1
Brasile
più di 27
non
rilevati
18 -22
23 -27
più di 27
1
20
4
1
1
1
Bulgaria
esito dei contatti
solo
informativo
non
rilevati
accesso
altri
servizi CIP
156
invio
servizi
sociali
11
altro
0
29
1
1
Cina
ex-Yugoslavia
colloqui d'approfondimento
argomenti trattati
1
Moldavia
Nigeria
9
Perù
Polonia
Romania
Russia
1
7
3
1
1
2
4
5
1
70
30
3
2
4
12
9
7
6
3
2
3
1
1
5
5
86
ambito sanitario
55
legale amministrativo
24
altro
31
accompagnamenti fatti
48
Sud America
Ucraina
U.E.
altro
2
3
2
24
Totale
10
0
119
60
37
17
0
196
MINORI
contatti
nuovi
totali
1
2
segnalazioni
Procura Questura Serv. Territ.
1
1
U.O. Minori
1
27
Allegato 2
Il CD Audio “MusIcare”
L’idea di creare un cd-audio da utilizzare come materiale
informativo nasce dall’esigenza di far comprendere in modo più incisivo
i messaggi che gli operatori comunicano alle donne che si prostituiscono
in strada, le quali, in molti casi manifestano un forte “analfabetismo” a
causa del quale appaiono insufficienti gli opuscoli informativi cartacei.
Per costruire questo prodotto si è scelto di creare un percorso durante il
quale si affrontano vari argomenti legati alla tutela della salute, alla
conoscenza dei diritti civili e legali, alla conoscenza ed all’utilizzo di
materiali igienico sanitari specifici, dei servizi territoriali e di quelli forniti
dal Progetto C.I.P.. Le protagoniste del dialogo sono due donne
nigeriane che svolgono attività di prostituzione sulla strada e che
sono amiche. La forma del dialogo4 tra le due donne è stata scelta perché
ritenuta una modalità che risponde ai caratteri culturali della
comunicazione usati nei paesi africani (e quindi dalla maggior parte delle
donne che vengono contattate in strada), e per questo motivo
particolarmente incisiva per chi la ascolta.
Nello specifico i temi affrontati sono:
–
l’uso corretto del preservativo e del lubrificante;
–
il virus dell’HIV e i modi di trasmissione;
–
l’uso corretto dei medicinali;
–
le Malattie Trasmissibili Sessualmente;
–
l’accesso ai servizi sanitari con il tesserino STP e il diritto alla salute;
–
l’acceso e i limiti della legge 194 e le questioni sanitarie legate
all’aborto;
–
la contraccezione;
–
le possibilità della gravidanza;
–
l’igiene intima;
–
igiene alimentare;
L’insieme rappresenta 9 tracce audio, incluse l’introduzione e l’invito allo
sportello Spazio Intermedio; ad ogni dialogo è stato indicato il numero di
reperibilità dell’unità di strada invitando le donne a chiamare sia per
informazioni sia per richiedere un accompagnamento presso le strutture
sanitarie.
Attraverso il dialogo, le donne si confrontano su i dubbi, le credenze
pregresse e le pratiche esistenti nella comunità nigeriana e nello specifico
fra le donne nigeriane dedite ad attività di prostituzione. L’esperienza e la
4
Forma classica del passaparola che avviene tra le donne nigeriane.
28
conoscenza da parte degli operatori del CIP, insieme alla collaborazione
della mediatrice culturale nigeriana, hanno permesso di individuare quei
particolari comportamenti a rischio più praticati dalle donne.
I brani musicali che accompagnano i messaggi sono stati scelti sia
per i loro contenuti sia per i gusti rilevati dall’utenza; infatti, gran parte
delle donne alle quali l’intervento è rivolto è di giovane età e manifesta
spesso interesse per la musica che si trova in questa compilation.
Gli artisti che hanno gentilmente concesso l’uso gratuito dei
propri brani sono musicisti locali conosciuti anche attraverso i vari
progetti di prevenzione e di educativa di strada svolti da C.A.T.
Cooperativa Sociale. Un particolare ringraziamento va a Il Generale, I
Bomba Bomba, Il Jaka, Toni Moretto, Pavle, Paparino, A.N.D., I
Red Dread.
Il ritorno qualitativo auspicato da un tale investimento di risorse e di
lavoro attraverso la destinazione mirata ed esclusiva alle donne nigeriane
che svolgono attività di prostituzione di strada, sarà quello di rendere
ancor più incisiva e funzionale la comunicazione anche con quelle
donne che, per motivi soprattutto legati al livello culturale, non sono in
grado di capire il materiale cartaceo e di conseguenza non possono
usufruire a pieno dei servizi a loro disposizione e delle possibilità che si
presentano loro di sottrarsi dalle condizioni di schiavitù e sfruttamento.
La distribuzione del CD Audio “MusIcare” sarà effettuata in un primo
tempo, all’occasione di un incontro organizzato con la partecipazione
delle donne interessate e gli operatori dei servizi, e dove saranno invitati
gli operatori sanitari che lavorano in stretta collaborazione con il progetto
CIP, ormai da anni. In un secondo tempo, è prevista la distribuzione
diretta alle donne nigeriane dedite ad attività di prostituzione sia da parte
dell’unità di strada che dello sportello. È prevista anche la promozione
di questo lavoro ad altre realtà esistenti e a contatto con lo stesso
gruppo target, al fine di diffondere un materiale che si ritiene efficace
ed innovativo.
29
Relazione finale 2005
La costante attività di monitoraggio relativa al fenomeno della
prostituzione coatta sul territorio fiorentino permette all’unità di strada di
svolgere una analisi frequente ed assidua dei dati che vengono rilevati.
Inoltre, durante la relazione con l’utenza vengono raccolte informazioni
che definiscono la realtà delle donne che lavorano in strada, ciò permette
all’équipe di avere sempre ben presente il quadro di riferimento del
proprio lavoro e concede ad essa la capacità di agire la flessibilità che le è
propria nell’affrontare le mutazioni del fenomeno.
La relazione di fiducia che si instaura con molte delle utenti contattate in
strada fornisce agli operatori dell’èquipe conoscenze approfondite sulle
condizioni di vita, sugli atteggiamenti che le donne tengono nei confronti
di ciò che affrontano perché quotidianamente costrette. Questo porta il
gruppo di lavoro a riflettere sulle azioni più consone al raggiungimento
degli obiettivi principali del Progetto e, più specificatamente, di quelli che
nascono in itinere durante il lavoro dell’Unità di strada.
1 - Territorio
Nei primi mesi dell’anno la situazione relativa al numero di presenze su
strada delle donne vittime di tratta e dedite ad attività di prostituzione ed
alla loro dislocazione sul territorio è rimasta più o meno stabile se
confrontata con i mesi finali dell’anno 2004.
Nella seconda metà dell’anno la situazione legata alla dislocazione delle
donne dedite ad attività di prostituzione sul territorio fiorentino è apparsa
variata sia dal punto di vista numerico, sia dal punto di vista dei paesi di
origine delle stesse.
Nel periodo al quale ci si riferisce sono state effettuate dalle FF.OO. varie
retate durante le quali molte donne hanno subito provvedimenti di
“rimpatrio forzato” o di altro tipo relativamente alle condizioni di
clandestinità, etc.. Sappiamo bene oramai quanto le molteplici retate
siano causa di “migrazioni territoriali” da parte delle donne che lavorano
in strada, in conseguenza ad una continua riorganizzazione da parte delle
bande criminali che le sfruttano e che le spostano in conseguenza alle
vicissitudini su strada ed alle “richieste di mercato”.
La zona di Firenze Nord ha visto un grosso calo delle donne nigeriane,
molte delle quali sono state rimpatriate; si sono svuotati Viale Guidoni,
Torre Agli, via di Novoli, ed è avvenuto uno spostamento delle donne in
oggetto verso via Forlanini.
In queste zone era presente un gruppo di donne nigeriane conosciute da
diverso tempo dall’unità di strada e per questo denominate “Gruppo
30
Peretola”; tale gruppo si componeva di 7 elementi, ma non esiste più a
causa del fatto che 4 di queste persone sono tornate in patria.
Tra Torre Agli e via di Novoli sono state rilevate alcune donne, seppure
pochi e isolati soggetti, di nazionalità difficilmente rilevate e contattate;
Cina e Africa del nord.
La zona di via Pistoiese, generalmente frequentata da molte donne di
origine europea (in particolare provenienti dalla Romania) si è svuotata in
seguito ad un’operazione delle FF.OO, le quali hanno potuto sgominare
una banda di sfruttatori in seguito ad una denuncia da parte di vittime
degli stessi.
Anche nella zona di Firenze Sud, in particolare nell’area di Bellariva,
risulta notevolmente diminuito il numero delle presenze negli ultimi mesi
dell’anno. Durante tutto l’arco dell’anno la presenza delle donne dedite ad
attività di prostituzione in questo luogo si è presentata irregolare dal
punto di vista dei tempi e della turnazione delle persone; l’aspetto
costante è stato quello del calo del numero di presenze, infatti se prima
veniva registrata una media presenze di 17/18 soggetti, adesso se ne
registrano non più di 5/6.
La zona di Firenze Centro risulta meno abitata dalle donne costrette a
prostituirsi, almeno per quanto riguarda l’attività su strada; si pensa
infatti, che questo territorio sia più interessato dall’attività di prostituzione
al chiuso (locali pubblici o privati).
Il lavoro dell’unità di strada continua anche nella zona di Calenzano, la
quale è frequentata in maniera costante ed assidua dalla popolazione
prostituta. In questo territorio non si sono registrati particolari cali relativi
al numero di presenze; piuttosto, è possibile parlare di notevoli quantità
di persone che vi lavorano ogni notte. È stata rilevata una media di 30/35
soggetti presenti (tenendo conto della regolarità della rilevazione,
seppure l’èquipe passi una volta la settimana, si potrebbe parlare di
media quotidiana) sul territorio e tutti di origine nigeriana.
Durante i mesi estivi si è verificato un episodio degno di attenzione,
relativo ad episodi di conflittualità tra gli abitanti della zona di Calenzano
e le donne che si prostituiscono su quel territorio. Di seguito, si allega la
breve relazione sugli accadimenti.
Sit-In a Calenzano
«Una solita uscita nere (cosiddette le uscite durante le quali si
contattano donne nigeriane) a Calenzano. Uno dei primi posti che di
consueto, per collocazione geografica, andiamo ad osservare, è la zona
vicino ad un negozio Tim da noi definita ‘Tim/Culi Nudi’ per l'usanza tipica
delle ragazze di mostrare e far toccare al cliente la 'merce' prima
dell'acquisto; MA QUESTA VOLTA AL POSTO DELLE RAGAZZE TROVIAMO
31
DEI SOGGETTI DIVERSI, gli abitanti delle case limitrofe che occupano la
strada. Prima intuiamo e poi ci diventa chiaro, che si tratta di un sit-in di
protesta contro la presenza delle ragazze. Appaiono come avanguardisti
di un esercito arrivati per primi a recuperare un territorio perso. Subito il
gruppo cittadino ci riconosce e dimostra contentezza nel vederci. In modo
diverso: da un signore molto informato sulla nostra azione, ad una
signora che da poco sa chi siamo e che in passato ci conosceva così bene
da aver segnalato la nostra targa alle Forze dell'Ordine (che poi le hanno
spiegato) perché sospettati di trasporto in loco delle ragazze, in quanto
collaboratori della loro organizzazione. "Vi vidi una sera di questo inverno
dalla finestra che davate il tè alle ragazze e parlavate con loro e allora..."
. La conversazione appare, comunque, da subito cortese… Ed iniziano le
rimostranze:
“ Sono 35 anni che vivo a Calenzano e un sudicio come ora non l’ho mai
visto… Preservativi, materassi, siringhe e tutto questo sotto le nostre
finestre. E ora d’estate l’insopportabile schiamazzo mi impedisce di
dormire, perché chiaramente col caldo devo tenere le finestre aperte”.
Incalzano gli altri: “Il via vai dei clienti e le grida sono davvero
insopportabili”. “L’altro giorno si è sentita una lite per ore ad alto volume
fra i trans e le ragazze”.
Per tutti gli abitanti, in rappresentanza, uno dice: “Basterebbe che
andassero più in là dove non ci sono case”.
In mezzo a tutto questo, però, si intravedono bagliori in crescendo di
tentativi di comprensione delle ragazze. “Magari non possono spostarsi
da qui perché chi le controlla le impedisce di farlo”, “Non è che sono
contro la prostituzione, tra l’altro non è un reato, però così non c’è
rispetto”, “A me basta che non urlino”. “So che loro vivono una situazione
difficile, ma anch’io non ce la faccio più”. Chiediamo ai cittadini se, finora
hanno fatto richieste particolari alle autorità o se si sono organizzati in un
comitato. Tirano fuori una lettera inviata ai consiglieri comunali. La
leggiamo a voce alta insieme. La lettera finisce con la minaccia di
contattare giornali, ministeri e altre autorità superiori se la situazione non
verrà velocemente risolta. Particolarità: Una delle partecipanti al sit-in,
una delle più propositive, è la moglie dell’Assessore al turismo.
A questo punto proponiamo di contattare le ragazze che lavoravano nella
parte non vietata (dai cittadini) della strada. I cittadini accettano fra il
“contento e il titubante”. Parliamo con le ragazze e illustrandogli il
problema loro propongono come rappresentante una ragazza di nome
Anna.
Mentre si avvicina ai ‘cittadini’, c’è un’aria densa di emozione. I cittadini
guardano arrivare la ragazza nera come aspettassero il messaggero di
una tribù sconosciuta. Un qualcosa che fino ad allora era per loro un
32
oggetto lontano stava per essere visto diversamente. Dovevano subito
riassettare i loro codici di riconoscimento.
L’incontro è veramente cordiale e c’è un manifesto reciproco interesse.
Anna è molto disponibile e con la mediazione di Magdalene (la mediatrice
nigeriana del nostro gruppo di lavoro) si instaura un clima di reciproco
ascolto. Gli abitanti chiedono che le ragazze non vadano più nella zona
vicino alle case o che perlomeno se proprio non possono farne a meno,
che stiano in silenzio. La ragazza promette di impegnarsi a garantire
questo. Una stretta di mano simbolica e grossi sorrisi enunciano la fine
dell’incontro. Gli abitanti sono soddisfatti. Noi gli avvertiamo subito che
quasi sicuramente gli accordi non saranno rispettati per molto. Anche
perché, la zona assegnata alle ragazze, diversamente da quella vicino alle
case, non ha campi come via di fuga in caso di retate.
Più o meno così ci lasciamo, dicendoci di sentirci per telefono nei prossimi
giorni e comunque di tornare a verificare la situazione il lunedì
successivo. Poi andiamo dalle ragazze e le invitiamo a rispettare gli
accordi che loro hanno deciso essere per loro vantaggiosi. Gli abitanti
infatti, hanno fra l’altro detto che se la situazione si risolve non
chiameranno più la polizia per fare le retate.
Poi, dopo tre giorni una retata richiesta dai cittadini per “non rispetto
degli accordi”. Poi, nell’uscita successiva, spieghiamo alle ragazze che
non sempre se arriva la polizia, è perché l’hanno chiamata i ‘cittadini’, ma
se loro continuano a fare casino vicino alle case allora è quasi sicuro che
la polizia arriva. Poi, una telefonata da parte della moglie dell’assessore,
la quale ci chiede di parlare ancora con le ragazze, le quali solo per pochi
giorni rispettano gli accordi. Poi, vedremo. »
2 - Presenze, nazionalità, tendenze
Una significativa novità è legata alla presenza in strada ed al contatto con
donne di origine orientale, nello specifico cinesi. All'inizio dell'anno ne
abbiamo incontrate circa 5 all'angolo tra via di Novoli e via Torre degli
Agli. La mediatrice dell’èquipe di origine russa (grazie anche ai propri
tratti somatici orientaleggianti) è riuscita a stabilire un contatto e a fare
in modo che queste donne accettassero da noi almeno thè. Altre volte
infatti, ci hanno respinti. È risultata molto difficoltosa la comunicazione
con queste persone, in quanto è stato quasi impossibile capirsi e non si
può affermare con certezza che loro abbiano capito chi siamo. Durante
questo contatto si sono anche avvicinati due uomini della stessa
nazionalità, grazie ai quali le ragazze non hanno più voluto parlare con
noi.
33
Non è chiaro il giro, l'organizzazione e le condizioni di vita delle donne
cinesi, ma si può affermare che il racket e lo sfruttamento si stia
indirizzando anche verso l'esterno, piuttosto che esclusivamente in luoghi
chiusi. Sono molte le “dicerie” che le altre donne raccontano di quelle
orientali e per noi risulta complicato verificare tali voci: spaccio di
cocaina, uso di sostanze stupefacenti varie, proposta di massaggi come
“esca” per i clienti, mancato uso dei preservativi, etc..
Il numero delle donne brasiliane è aumentato in confronto agli anni 2003
e 2004 (in questi anni il
numero delle brasiliane risultava diminuito rispetto anche aglivanni
precedenti 2000, 2001, 2002). Abbiamo notato che la permanenza in
strada delle donne brasiliane è piuttosto breve; questo ci fa pensare ad
un legame con l’attività indoor (durante le telefonate “indoor” sono
emerse molte donne di origine brasiliana), e ad ipotizzare che questo
avvenga grazie anche ad una “accondiscendente” comunità brasiliana a
Firenze. Anche nella zona di Calenzano sono presenti transessuali di
origine brasiliana (con queste persone è stato riscontrato uso e abuso di
sostanze stupefacenti. Dato, questo, confermato anche dai colleghi di
Pisa, i quali lavorano molto con i transessuali).
In occasione dell’uscita in strada insieme al legale del Progetto C.I.P.
(uscita sperimentale in previsione di un workshop di approfondimento) è
emerso che le donne brasiliane che sia al telefono, sia in strada
affermavano di avere i documenti, in realtà ignoravano la realtà (per loro
era abbastanza essere in Italia) e forse anche l'esistenza del permesso di
soggiorno.
Relativamente alle donne di origine rumena è stata rilevata una flessione
delle presenze che ha visto abbassare drasticamente il numero in strada
nei mesi di Agosto, Settembre, Ottobre, per poi di nuovo aumentare in
Novembre e Dicembre.
È da evidenziare come in Romania, nel mese di Agosto, sia entrato in
vigore un decreto di legge riguardante il visto per l’Italia. In pratica, se
una persona ottiene un visto di 3 mesi per l’Italia deve assolutamente
rientrare in Romania entro la scadenza di quel periodo. Se la scadenza
viene superata anche di un solo giorno, le autorità rumene ritirano il
passaporto e non permettono il rilascio di un nuovo visto prima di 5 anni.
Questo decreto è stato richiesto dal governo italiano per tentare di
limitare la massiccia migrazione dalla Romania di persone che poi
rimangono sul territorio in condizioni di clandestinità.
34
È stato rilevato una sorta di “gemellaggio” tra le organizzazioni criminali
rumene ed albanesi, in quanto accade spesso che donne rumene abbiano
sfruttatori albanesi e viceversa (dai racconti delle ragazze sembra
preferibile non fidarsi dei propri connazionali maschi). Sembra che lo
scambio avvenga in Italia; vale a dire, che le donne vengono reperite da
connazionali nel paese di origine, per poi essere vendute ad altri nel
nostro paese. Può inoltre capitare che le donne trafficate e sfruttate in
Italia divengano a loro volta sfruttatrici fornendo ai propri protettori
nuove donne (queste ultime vengono reperite nei paesi di origine).
Il numero delle donne provenienti dall'Ex-URSS è stabile ed elevato
(sembra che queste donne subiscano meno retate da parte delle FF.OO).
Sono da considerare consolidate molte delle relazioni stabilite con queste
donne (vedi capitolo “accompagnamenti UdS”).
Anche in questo caso sono molti gli sfruttatori di origine albanese, i quali
adottano spesso la strategia del “fidanzato/protettore”, rendendo, più
“accettabile” (per le ragazze – le quali sembra non si rendano conto delle
contraddizioni che vivono) la condizione di sfruttamento.
L’età media di queste donne risulta più elevata rispetto alle altre. Appare
inoltre in calo il livello culturale, soprattutto delle ragazze più giovani; le
conseguenze che è possibile constatare sono legate ai comportamenti
ritenuti a rischio e ad una più scarsa capacità di analisi delle situazioni e
delle occasioni da cogliere (in genere le donne di origine russa sono state
quelle considerate più “scaltre” nella giungla in cui si vengono a trovare).
Come di consueto, vige l’uso e l’abuso di alcool e anche di cocaina.
3 - Tabelle e grafici relativi ai contatti effettuati in strada
Tabella 1: “Contatti effettuati dall’unità di strada nel periodo
Gennaio ’05-Dicembre ‘05”
C.
C.Nuov
Mese
Totali i
gennaio
108
22
febbraio
99
18
marzo
101
20
aprile
112
25
maggio
73
13
giugno
106
17
luglio
120
27
agosto
79
13
settembr
e
72
10
35
ottobre
novembre
dicembre
Totale
55
91
50
13
15
6
1066
199
Grafico 1: “Flusso contatti effettuati”
Flusso contatti totali
140
120
100
80
60
40
20
0
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
Tabella 2: “Contatti totali effettuati dall’anno 2002 all’anno
2005”
N° totale
Anno contatti
2002
2003
2004
2005
1098
850
1061
1066
3 - Accompagnamento ai servizi del territorio
36
Unità di strada e Spazio intermedio
Sono stati effettuati 183 accompagnamenti ai servizi del territorio su un
totale di 208 appuntamenti (a 25 dei quali non si sono presentate le
donne interessate). Di questi ne risultano prenotati e svolti 77 dallo
Spazio Intermedio e 131 dall’Unità di Strada.
Per fornire un termine di confronto, nell’anno 2004 ne sono stati
effettuati 193 in totale.
Tabella 1acc: nazionalità delle donne accompagnate
Nazionalit
à
Albania
39
Moldavia
1
Nigeria
80
Romania
19
Russia
29
Ucraina
12
Uzbekistan
3
Totale
183
Tabella 2acc:
Presenza in
Italia
Durante il
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1996
periodo di presenza in Italia
43
50
23
25
10
12
1
2
1
37
NC
16
Questo dato è utile all’èquipe per fare una valutazione sul livello di
autonomia delle donne accompagnate. In questo caso, l’autonomia è
intesa sia sulla capacità di accesso ai servizi del territorio, sia nei
confronti degli sfruttatori dai quali le donne riescono ad ottenere “libertà”
per intraprendere un percorso sanitario.
Tabella 3acc: livello di conoscenza della lingua da parte delle
donne accompagnate
Conoscenza della
lingua
Nulla
29
Scarsa
65
Sufficiente
66
Buona
23
Totale
183
Tabella 4acc: situazione relativa ai documenti di soggiorno delle
donne accompagnate
Documenti in
possesso
Nessuno
103
Passaporto
48
Permesso di
28
soggiorno
NC
4
Totale
183
Questo dato rivela anche la condizione di tratta delle donne
accompagnate, in quanto solo una minima parte dichiara di possedere
documenti in regola, avvalorando la tesi che mostra come sia utilizzata la
modalità di trattenimento dei documenti per il ricatto delle vittime.
38
Tabella 5 acc: tipologia delle richieste da parte delle donne
contattate e poi accompagnate
Problemi/Richiest
e
Bolle / Prurito /
10
Dermatologia
Dolori alla addome
15
Altri dolori
17
Problemi mestruali
10
Infezioni (varie)
5
Infiammazioni
8
IVG
32 (17
soggetti)
Perdite vaginali
4
Rottura preservativi
4
STP
3
Controlli / analisi
36
Contraccezione
9
Gravidanza
19
Legale
5
Altro
8
In questa tabella è rilevante la quantità di Interruzioni Volontarie di
Gravidanza che sono state effettuate dalle donne in contatto con il
servizio.
Se si confronta la presenta tabella con quella seguente, emerge un dato
significativo relativamente al tesserino STP. Infatti, nella presente tabella
è possibile leggere come solo tre soggetti abbiano fatto richiesta esplicita
del tesserino, mentre leggendo la tabella seguente si può notare come di
fatto, 48 soggetti abbiano avuto bisogno di richiedere ed ottenere il
tesserino STP. Da questo si evince il basso livello di conoscenza e
consapevolezza dei propri diritti da parte delle donne, e di come gli
operatori abbiano, in fase di accompagnamento, la possibilità di orientare
ulteriormente l’utente.
Tabella 6acc: luoghi accompagnamenti
Tipo luogo
Luogo specifico
S. Monaca
Consultorio
90
Ss. Annunziata
40
50
39
Tipo luogo
Anagrafe
sanitarie STP
(1 non
rilasciato)
MTS
Laboratorio
analisi
48
42
7
Ambulatorio
18
Opedale
7
Pronto
Soccorso
9
Anagrafe
comunale
9
Luogo specifico
Bgo Ognissanti
S. Rosa
Vle Morgagni
42
3
3
Pergola (Brunelleschi)
Pergola
42
7
Vle Morgagni
Stesone
Bgo Ognissanti
S. Rosa
Via Canova
IOT
Careggi
S.M. Nuova
Careggi
Ponte a Niccheri
Torregalli
Palazzo Vecchio
8
7
1
2
1
4
2
1
7
1
1
9
Questura
Prefettura
Arcobaleno
Privato sociale
5
Caritas
CAV
CUP
5
Bgo Ognissanti
Altro
1
Privato
In questa tabella non si ottiene un risultato
accompagnamenti in quanto può accadere che un
effettuato presso diverse strutture.
FF.OO.
6
5
1
2
1
2
5
1
pari al numero di
appuntamento venga
Grafico 7 acc: flusso mensile accompagnamenti
40
Andam ento accom pagnam enti
30
25
20
15
10
5
e
m
br
e
D
ic e
br
m
e
br
tto
O
No
ve
br
e
Se
t
te
m
st
o
Ag
o
io
Lu
gl
iug
no
G
gi
o
M
ag
ile
Ap
r
zo
M
ar
io
bb
ra
Fe
G
en
na
io
0
Nell’ambito dei percorsi legati alla sfera della salute, in fase di valutazione
dell’intervento, rientrano anche tutti quei casi di disagio psichiatrico e di
comportamenti a rischio legati all’uso di medicinali.
Questi due ambiti specifici emergono in maniera particolare negli ultimi
anni, durante i quali sono certamente peggiorate le condizioni di vita
delle vittime di tratta sia da un punto di vista umano che da punto di
vista legale e amministrativo. Risultano molto aumentati i casi di disagio
psichiatrico esplicati attraverso patologie depressione, anoressia e
conseguenze di abuso di sostanze stupefacenti.
Inoltre si è rilevato, a proposito dei comportamenti a rischio legati all’uso
di medicinali, un sempre maggiore uso di sostanze che provocano
l’aborto “spontaneo” in caso di gravidanza. Da questo si evince
innanzitutto una manipolazione da parte degli sfruttatori, i quali tentano
in tutti modi di evitare ambiti istituzionali anche a costo della vita della
persona sfruttata. Inoltre, nel caso ad esempio delle donne nigeriane
avviene un uso autogestito e sconsiderato dei medicinali, percepiti come
“strumenti di emancipazione” e risoluzione veloce dei problemi.
4 - Formazione e partecipazione ad eventi
Durante l’anno 2005, il Progetto CIP ha avviato una serie di azioni atte a
divulgare e fare conoscere l’intero intervento a varie realtà presenti sul
41
territorio fiorentino. Nello specifico, l’unità di strada ha svolto alcune
docenze relativo al fenomeno “tratta, sfruttamento e prostituzione” e
partecipato ad eventi durate i quali veniva presentato il Progetto CIP e le
sue funzioni.
Docenze formative e informative: formazione rivolta agli operatori
dei servizi MTS dell’area vasta dell’azienda sanitaria; formazione rivolta
agli operatori dei servizi sanitari e specifica sulle “metodologie di
accoglienza delle persone straniere”; docenza su “fenomeno tratta,
sfruttamento e prostituzione” e presentazione del modello di intervento
del Progetto CIP durante il ciclo di formazione dal titolo “Non si tratta”
tenutosi in Sardegna dal 6 al 9 Aprile 2005; docenza sul fenomeno
“tratta, sfruttamento e prostituzione” in occasione della settimana
formativa del gruppo Scout di Firenze; presentazione del modello di
intervento e delle funzioni del Progetto CIP in occasione di incontro
organizzato tra Medici del Mondo e Studenti della Facoltà di medicina
dell’Università di Firenze; presentazione del modello di intervento e delle
funzioni del Progetto CIP presso la comunità Valdese di Reggello in
occasione di una visita di studio da parte di psicologi neo laureati
americani.
Percorsi formativi svolti dall’équipe: approfondimento sulla tematica
MTS da parte del Dott. Blé, approfondimento sulla cultura e la storia dei
popoli nigeriani da parte una docente di Storia dell’Africa nera presso
l’università di Firenze; ciclo di 6 incontri formativi a cura del Prof. Piero
Coppo, etnopsichiatra. Nell’ambito di questo ciclo di incontri l’équipe di
strada ha fatto un lavoro di analisi sulle proprie metodologie e sulle
persone alle quali sono rivolte. Gli obiettivi di questo lavoro concordato
con il Prof. Coppo sono emersi dalla volontà di comprendere, sul piano
etnico e psichiatrico, in quale modo e per quale motivo vengono investiti
una serie di atteggiamenti sia da parte degli operatori che da parte
dell’utenza.
Di seguito, si allega una breve relazione che ha preceduto la visione di un
video ottenuto unendo spezzoni di un film nigeriano con lo scopo di
affrontare gli argomenti desiderati nel gruppo di lavoro. Inoltre, con
l’obiettivo di presentare il lavoro dell’unità di strada CIP all’intero gruppo
di formazione (questo gruppo si compone di tutti gli operatori della
Cooperativa CAT impegnati nei progetti rivolti alle persone straniere) è
stato creato un video di 4 minuti che mostra i luoghi, le immagini, i suoni
che compogono le notti in uscita dell’équipe di strada.
Presentazione Film nigeriano.
42
«Tra i vari film nigeriani che abbiamo visto, alla fine ne abbiamo
selezionati tre.
Il primo, Brotherhood, parla di una setta segreta (una sorta di famiglia
mafiosa), dei suoi poteri e dei vincoli che crea; il secondo ha per
argomento la stregoneria e mette in relazione la chiesa cristiana e il culto
animista. Il terzo, che è quello che poi abbiamo scelto per la formazione
Coppo, è un film che affronta direttamente anche il tema della
prostituzione e si intitola My promise land.
Lo abbiamo scelto perché ci permette di capire meglio quale realtà spinge
alcune ragazze nigeriane a fare la scelta di iniziare a prostituirsi e come il
legame con la madame possa essere complesso e avere molte facce.
Nel film la protagonista è una ragazza appena laureata che vive in un
villaggio con la famiglia. Decide di andare in città, a Lagos, per trovare un
lavoro. Arrivata a Lagos si reca a casa di una compagna di università che
si è laureata con lei e rimane molto stupita dal lusso di cui l’amica si
circonda. Mentre la ragazza è a Lagos, al villaggio il fratello si ammala e il
dottore spiega alla famiglia che per curarlo e operarlo di appendicite sono
necessari molti soldi.
Di fronte all’alternativa di lasciarlo morire la ragazza accetta l’offerta di
aiuto dell’amica, che la fa entrare a lavorare come prostituta in un locale.
Libera (Volontaria del Servizio Civile): Mi sembra che questo film sia più
strettamente attinente ai motivi che spingono una ragazza a
intraprendere una vita così. Mi sembra emblematica l’espressione della
ragazza che si trova nel locale per la prima volta. Ritengo che gli altri film
abbiano bisogno di un tempo molto maggiore di comprensione. Mi
sembra difficile creare un percorso tra immagini e cultura nigeriana in soli
15 minuti di video.
Magdalene (mediatrice culturale): Sono d’accordo sulla scelta del film. A
parte i giuramenti che le ragazze fanno, bisogna capire il motivo per cui
sono riconoscenti alle madame. La madame spesso è vissuta come una
salvatrice, quella che ti permette di realizzarti come persona o anche solo
di sopravvivere e far sopravvivere la tua famiglia.
Lucia(operatrice): La scelta di My promise land non è stata immediata,
ma è venuta naturale dopo un percorso tra i film nigeriani che ha avuto
Magda come guida.
Abbiamo parlato tanto di vudù, così tanto da farmi arrivare a immaginare
un nesso tra una nigeriana delirante, ubriaca e deforme, incontrata a
Calenzano la sera del mio compleanno, e il manifestarsi del mio male il
giorno dopo.
43
Dopo tanto parlare e rimuginare ci è sembrato, però, che il vudù finisse
per diventare il passepartout per spiegare tutto.
In realtà tutti sappiamo che spesso è una persona conosciuta che offre
alle ragazze nigeriane i soldi e i documenti per arrivare in Europa. Il libro
di Carla Corso ci conferma poi quello che a volte sentiamo da alcune
ragazze in strada: “nel racconto di alcune ragazze nigeriane, si intuisce la
responsabilità della famiglia, che fa pressioni e spinge le ragazze a
trovare un modo per aiutare economicamente.”
La storia del film è emblematica sia perché racconta di una doppia
migrazione, dal villaggio alla città e poi da Lagos verso l’Europa, sia
perché la ragazza sceglie di iniziare a prostituirsi per salvare la vita al
fratello.
Sempre Carla Corso e Ada Trifirò:
“In Nigeria le bambine oltre a farsi carico di incombenze domestiche,
sono costrette a rinunciare alla scuola perché i soldi sono destinati agli
studi dei fratelli maschi.”
Le famiglie nigeriane spesso sono molto numerose e sono le bambine a
pagarne le conseguenze maggiori.
Nel film la ragazza e la sua madame sono amiche. Il sentimento della
ragazza quando l’amica si offre di aiutarla iniziandola alla prostituzione, è
esclusivamente di riconoscenza. Sono amiche e restano amiche. L’amicamadame, effettivamente, è vissuta come una salvatrice e non, come
potremmo immaginare, come una approfittatrice, una sfruttatrice, una
traditrice.
Una mediatrice culturale nigeriana intervistata nel libro di Carla Corso
dice “le ragazze nigeriane non riescono a denunciare, perché tante volte
sono legate a quelli che le sfruttano o sanno che la famiglia è legata a
loro e non vogliono creare problemi”.
E’ il vincolo che lega una ragazza che si prostituisce alla sua madame ad
essere ambiguo, complesso e sfaccettato, tanto che per certi aspetti fa
quasi pensare al legame che alcune ragazze dell’est hanno con i fidanzati
papponi.
Gli altri due film sono secondo me impossibili da sintetizzare in 15 minuti
senza renderli per noi incomprensibili. »
5 – Creazione materiale
Come di consueto sono stati distribuiti i profilattici a tutte le persone
contattate ed è stato distribuito il materiale informativo cartaceo sia in
occasione dei normali colloqui, sia in occasione di vere e proprie
campagne di informazione (questione “uso e abuso dei medicinali”,
campagna “gravidanza e maternità”).
 Condoms 3300
44


Materiale cartaceo prevenzione 350
Materiale info Servizi Sanitari 360
È stato concluso il lavoro chiamato “MusIcare”, un cd audio rivolto alle
donne nigeriane. L’idea di creare un cd-audio da utilizzare come materiale
informativo nasce dall’esigenza di far comprendere in modo più incisivo i
messaggi che gli operatori comunicano alle donne che si prostituiscono in
strada, le quali, in molti casi manifestano un forte “analfabetismo” a
causa del quale appaiono insufficienti gli opuscoli informativi cartacei.
Per costruire questo prodotto si è scelto di creare un percorso durante il
quale si affrontano vari argomenti legati alla tutela della salute, alla
conoscenza dei diritti civili e legali, alla conoscenza ed all’utilizzo di
materiali igienico sanitari specifici, dei servizi territoriali e di quelli forniti
dal Progetto C.I.P.. Le protagoniste del dialogo sono due donne nigeriane
che svolgono attività di prostituzione sulla strada e che sono amiche. La
forma del dialogo5 tra le due donne è stata scelta perché ritenuta una
modalità che risponde ai caratteri culturali della comunicazione usati nei
paesi africani (e quindi dalla maggior parte delle donne che vengono
contattate in strada), e per questo motivo particolarmente incisiva per chi
la ascolta.
I brani musicali che accompagnano i messaggi sono stati scelti sia per i
loro contenuti sia per i gusti rilevati dall’utenze; infatti, gran parte delle
donne alle quali l’intervento è rivolto è di giovane età e manifesta spesso
interesse per la musica che si trova in questa compilation.
Gli artisti che hanno gentilmente concesso l’uso gratuito dei propri brani
sono musicisti locali conosciuti anche attraverso i vari progetti di
prevenzione e di educativa di strada svolti da C.A.T. Cooperativa Sociale6.
Il ritorno qualitativo auspicato da un tale investimento di risorse e di
lavoro attraverso la destinazione mirata ed esclusiva alle donne nigeriane
che svolgono attività di prostituzione di strada, sarà quello di rendere
ancor più incisiva e funzionale la comunicazione anche con quelle donne
che, per motivi soprattutto legati al livello culturale, non sono in grado di
capire il materiale cartaceo e di conseguenza non possono usufruire a
pieno dei servizi a loro disposizione e delle possibilità che si presentano
loro di sottrarsi dalle condizioni di schiavitù e sfruttamento.
5
Forma classica del passaparola che avviene tra le donne nigeriane.
Un particolare ringraziamento va a Il Generale, I Bomba Bomba, Il Jaka, Toni Moretto, Pavle, Paparino, A.N.D.,
I Red Dread.
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45
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Allegato n. 1 - Società della Salute di Firenze