STUDIO PASSI
PROGRESSI DELLE AZIENDE SANITARIE PER LA
SALUTE IN ITALIA
ASL DELLA PROVINCIA DI VARESE - ANNO 2008
A CURA DI
Lorena Balconi Cristina Degli Stefani
Servizio Osservatorio Epidemiologico
CORSO
Educazione alla salute: le indicazioni provenienti dalla sorveglianza
epidemiologica mediante lo Studio Passi
Varese, 24 marzo 2010
AZIENDA SANITARIA LOCALE – ASL DELLA PROVINCIA DI VARESE
Dipartimento PAC – Servizio Osservatorio Epidemiologico
FUMO
Il fumo di tabacco è tra i principali fattori di rischio
nell’insorgenza di numerose patologie cronicodegenerative (in particolare a carico dell’apparato
respiratorio e cardiovascolare) ed il maggiore fattore
di rischio evitabile di morte precoce.
L’abitudine al fumo negli ultimi 40 anni ha subito
notevoli cambiamenti: la percentuale di fumatori negli
uomini, si è ridotta, mentre è cresciuta tra le donne; è
inoltre in aumento la percentuale di giovani che fumano.
FUMO
Evidenze scientifiche mostrano:
• la sospensione del fumo dimezza il rischio di infarto al
miocardio già dopo un anno di astensione;
• dopo 15 anni il rischio diventa pari a quello di un non
fumatore.
• smettere prima dei 50 anni riduce a metà il rischio di morir
nei successivi 15 anni rispetto a coloro che continuano a
fumare.
• dopo 10 anni di astensione, si dimezza il rischio di tumore
al polmone.
FUMO
I medici e gli altri operatori sanitari rivestono
un ruolo importante nell’informare gli assistiti
circa i rischi del fumo; un passo iniziale è quello
di intraprendere un dialogo con i propri pazienti
sull’opportunità di smettere di fumare.
FUMO
PERCENTUALE DEI FUMATORI
DATO ASL
VARESE
DATO NAZIONALE
21,5%
(IC: 16,8-26,8)
29,8%
AZIENDA SANITARIA LOCALE – ASL DELLA PROVINCIA DI VARESE
Dipartimento PAC – Servizio Osservatorio Epidemiologico
FUMO
DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DELL’ABITUDINE AL
FUMO TRA I 275 SOGGETTI INTERVISTATI.
ASL DELLA PROVINCIA DI VARESE
70
Uomini
63,0
Donne
60
50
43,1
35,0
40
%
30
21,9 21,0
15,9
20
10
0
Fumatori *
Ex Fumatore **
Non Fumatore****
*Fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato più di 100 sigarette nella
propria vita e attualmente fuma tutti i giorni o qualche giorno o ha smesso
da meno di 6 mesi
**Ex fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato più di 100 sigarette
nella propria vita e attualmente non fuma da almeno 6 mesi
****Non fumatore: soggetto che dichiara di non aver mai fumato o di aver
fumato meno di 100 sigarette nella propria vita e attualmente non fuma
AZIENDA SANITARIA LOCALE – ASL DELLA PROVINCIA DI VARESE
Dipartimento PAC – Servizio Osservatorio Epidemiologico
FUMO
Caratteristiche dei fumatori
üsi sono osservate percentuali più alte di fumatori nella
fascia d’età 25 – 34
ütra le persone con istruzione di scuola media inferiore
ütra coloro con più difficoltà economiche
üsono similari tra i due sessi.
AZIENDA SANITARIA LOCALE – ASL DELLA PROVINCIA DI VARESE
Dipartimento PAC – Servizio Osservatorio Epidemiologico
FUMO
A quante persone sono state fatte domande in merito alla
loro abitudine al fumo da parte di un operatore sanitario?
Fumatori
64,2
Ex-fumatori
45,0
Non fumatori
38,3
0
20
40
60
%
80
100
FUMO
A quanti fumatori è stato consigliato da un operatore
sanitario di smettere di fumare? E perché?
A scopo preventivo
25,9
Motivi di salute
11,1
Per entrambe le ragioni
11,1
Nessun consiglio
51,9
0
20
40
%
60
FUMO
Come è riuscito l’ex fumatore a smettere di fumare?
1,4
Servizi Asl
Da solo
91,4
Farmaci
4,3
Altro
2,9
0
20
40
60
%
80
100
FUMO
IL RISPETTO DEL DIVIETO
DI FUMARE NEI LUOGHI PUBBLICI
DATO ASL
VARESE
DATO NAZIONALE
91%
87,2%
AZIENDA SANITARIA LOCALE – ASL DELLA PROVINCIA DI VARESE
Dipartimento PAC – Servizio Osservatorio Epidemiologico
FUMO
IL RISPETTO DEL DIVIETO
DI FUMARE NEI LUOGHI DI LAVORO
DATO ASL
VARESE
87,4%
DATO NAZIONALE
87,1%
AZIENDA SANITARIA LOCALE – ASL DELLA PROVINCIA DI VARESE
Dipartimento PAC – Servizio Osservatorio Epidemiologico
ALCOL
L’alcol insieme a fumo, attività fisica e alimentazione ha
assunto nell’ambito della promozione degli stili di vita sani
un’importanza sempre maggiore per le conseguenze che il
suo uso eccessivo può avere soprattutto per i giovani.
L’abuso di alcol porta comportamenti a rischio per se stessi
e per gli altri (quali guida pericolosa di autoveicoli,
comportamenti sessuali a rischio, infortuni e lavoro in
condizioni psico-fisiche inadeguate, violenza).
Il danno causato dall'alcol, oltre che al bevitore, grava
anche sull'intera società: si stima che i problemi di salute
indotti dal suo consumo/abuso siano responsabili del 9%
della spesa sanitaria.
ALCOL
I medici e gli altri operatori possono svolgere un
ruolo importante nella prevenzione dell’abuso di
alcol: un passo iniziale è quello di intraprendere un
dialogo con i propri pazienti riguardo al consumo di
alcol.
ALCOL
% persone che hanno bevuto almeno un’unità di
bevanda alcolica* nell’ultimo mese
DATO ASL
VARESE
69,3%
DATO
NAZIONALE
59,3%
*Una unità di bevanda alcolica equivale a una lattina di birra o un bicchiere di vino o un bicchierino di liquore
ALCOL
Secondo l’OMS:
üConsumatore forte: soggetto che riferisce di aver
assunto più di 3 unità/giorno per gli uomini, più di
2 unità/giorno per le donne (nuova definizione INRAN:
più di 2 unità/giorno per gli uomini, più di
1unità/giorno per le donne).
üConsumatore a rischio: soggetto che riferisce “binge
drinking” oppure consumo fuori pasto o consumo
forte.
AZIENDA SANITARIA LOCALE – ASL DELLA PROVINCIA DI VARESE
Dipartimento PAC – Servizio Osservatorio Epidemiologico
ALCOL
ü “Binge drink” o grande bevuta (consumo di 6 o più
unità di bevanda alcolica, in un’unica occasione,
almeno una volta al mese).
ü Guida in stato di ebbrezza: soggetto che riferisce di
aver assunto 2 o più bevande alcoliche da meno di 1
ora prima di mettersi al volante.
ALCOL
Bevitori a rischio * per categorie
Bevitori a
rischio
18,6
"Binge"
5,5
Fuori pasto
12,4
Forte
bevitore
2,9
0
10
20
30
40
%
*I bevitori a rischio possono essere presenti in più di una delle tre categorie di rischio (fuori
pasto/binge/forte bevitore)
50
ALCOL
Consumatore a rischio
DATO ASL
VARESE
DATO
NAZIONALE
BEVITORI
A RISCHIO
BEVITORI
BINGE
BEVITORI
FUORI PASTO
FORTI
BEVITORI
18,6%
(IC: 14,2 - 23,7)
5,5%
(IC: 3,1 - 8,9)
12,4%
(IC: 8,7 - 16,8)
2,9%
(IC: 1,3 - 5,7)
19,6%
6,3%
8,2%
10,3%
AZIENDA SANITARIA LOCALE – ASL DELLA PROVINCIA DI VARESE
Dipartimento PAC – Servizio Osservatorio Epidemiologico
ALCOL
Caratteristiche dei bevitori “binge”
üsi è osservata una percentuale più alta nella fascia
d’età 18 – 24 anni
ütra gli uomini
ücon un livello di istruzione medio basso
ülieve distinzione tra le persone con molte difficoltà
economiche e nessuna difficoltà
ALCOL
CONSIGLIO DA PARTE DI UN OPERATORE SANITARIO
DI MODERARE IL CONSUMO DI ALCOL
(esclusi quelli che non sono stati dal medico negli ultimi 12 mesi)
DATO ASL
VARESE
4,6%
DATO NAZIONALE
6,2%
ALCOL
% bevitori che hanno ricevuto il consiglio di bere meno
da un operatore sanitario
(esclusi quelli che non sono stati dal medico negli ultimi 12 mesi)
Bevitori a rischio
9,3
16,7
Bevitori "binge"
Bevitori fuoripasto
6,7
16,7
Forti bevitori
0
10
20
30
%
40
50
INFORTUNI DOMESTICI
Gli infortuni domestici rappresentano un problema
di interesse rilevante per la sanità pubblica, sia dal punto di
vista della mortalità e della morbosità, sia per l’impatto
psicologico sulla popolazione, in quanto il domicilio è
ritenuto essere il luogo “sicuro” per eccellenza.
I gruppi di popolazione maggiormente a rischio sono
bambini e anziani, in particolare sopra gli 80 anni; il
principale carico di disabilità da incidente domestico è
rappresentato dagli esiti di frattura del femore nell’anziano.
INFORTUNI DOMESTICI
La definizione di caso adottata per l’indagine PASSI,
coerente con quella ISTAT, prevede: la
compromissione temporanea o definitiva delle
condizioni di salute, l’accidentalità dell’evento e che
questo si sia verificato in una civile abitazione, sia
all’interno che all’esterno di essa.
INFORTUNI DOMESTICI
PERCEZIONE DEL RISCHIO BASSO O ASSENTE DI SUBIRE
UN INFORTUNIO DOMESTICO
ü il 91,6 % degli intervistati
ü nella fascia 18 – 34 anni
ü gli uomini
ü coloro che hanno un’istruzione medio bassa
ü coloro che hanno più difficoltà economiche
INFORTUNI DOMESTICI
INFORMAZIONI RICEVUTE NEGLI ULTIMI 12 MESI
ü il 29,1 % degli intervistati
ü nella fascia 50 – 69 anni
ü gli uomini
ü coloro che hanno un’istruzione medio bassa
ü coloro che hanno più difficoltà economiche
ü coloro che vivono con persone potenzialmente a rischio
(anziani e/o bambini)
INFORTUNI DOMESTICI
LE PRINCIPALI FONTI DI INFORMAZIONE
SUGLI INFORTUNI DOMESTICI
Opuscoli
15,6
Mass media
12 , 4
Tecnici
2,2
Medici e/o altro sanitario
0,4
P a r e n t i / a m ici
1,1
0
5
10
%
15
20
25
INFORTUNI DOMESTICI
PERSONE CHE DICHIARANO DI AVER ADOTTATO MISURE DI
SICUREZZA PER L’ABITAZIONE
ücoloro che hanno una bassa percezione del rischio
üil 20 % degli intervistati
ünella fascia 35 – 49 anni
ügli uomini
ücoloro che hanno un’istruzione medio alta
ücoloro che hanno più difficoltà economiche
ücoloro che vivono con persone potenzialmente a rischio
(anziani e/o bambini)
SICUREZZA STRADALE
Prima causa di morte nella popolazione maschile italiana sotto
i 40 anni, gli incidenti stradali rappresentano un serio problema
di sanità pubblica nel nostro Paese. L’obiettivo dell’Unione
Europea è dimezzare nel 2010 il numero di morti da incidente
stradale rispetto al 2000.
Gli incidenti stradali sono spesso provocati dall’alcol: si stima
che in Italia oltre un terzo della mortalità per questa causa sia
provocata dalla guida in stato di ebbrezza.
SICUREZZA STRADALE
La prevenzione degli incidenti stradali deve
basarsi su un approccio integrato orientato tra
l’altro a ridurre la guida sotto l’effetto dell’alcol e
al miglioramento dell’utilizzo dei dispositivi di
protezione individuale (casco, cinture e seggiolini).
SICUREZZA STRADALE
Uso dei dispositivi di sicurezza
DATO ASL
VARESE
DATO
NAZIONALE
CINTURA
ANTERIORE
CINTURA
POSTERIORE
CASCO
91,6%
(IC: 87,6 - 94,6)
18,3%
(IC: 13,5 - 24)
98,6%
(IC: 92,2 - 100)
83,2%
19,3%
93,7%
SICUREZZA STRADALE
Guida sotto l’effetto dell’alcol*
(*Il denominatore comprende solo le persone che nell’ultimo mese hanno bevuto e guidato N=185 )
ül’ 11,4% ha dichiarato di aver guidato in stato di ebbrezza
üil 10,7% ha viaggiato in auto o in moto con il guidatore in
stato di ebbrezza
ü l’abitudine di guidare sotto l’effetto dell’alcol sembra
aumentare dopo i 25 anni
ütra gli uomini
ütra le persone con un livello d’istruzione basso
ülieve distinzione tra le persone con molte difficoltà
economiche e nessuna difficoltà
AZIENDA SANITARIA LOCALE – ASL DELLA PROVINCIA DI VARESE
Dipartimento PAC – Servizio Osservatorio Epidemiologico
SCREENING ONCOLOGICI
La patologia neoplastica è una delle più diffuse,
rappresenta la seconda causa di morte con
un’incidenza in costante aumento e richiede un
notevole carico di assistenza e di costi sociali.
Per diminuire l’incidenza il Piano Sanitario
Nazionale 2006-2008 riconosce tra i suoi programmi
l’utilizzo dei test di screening, tra cui quelli di
provata efficacia sono: il pap-test per i tumori della
cervice uterina, la mammografia per il cancro della
mammella e la ricerca del sangue occulto nelle feci
per i tumori del colon-retto.
SCREENING ONCOLOGICI
Riguardo all’utilizzo di test di screening
nell’ambito della prevenzione oncologica
(il pap-test, la mammografia, la ricerca del sangue
occulto nelle feci e la colonscopia), l’analisi ha
preso in considerazione l’adesione, la motivazione,
il consiglio degli operatori sanitari e l’utilizzo delle
strutture pubbliche.
SCREENING ONCOLOGICI
DISTRIBUZIONE DELLA PREVALENZA DELLE PERSONE CHE HANNO EFFETTUATO
TEST DI SCREENING ONCOLOGICI, ALMENO UNA VOLTA NELLA FASCIA D’ ETA’
CONSIGLIATA SECONDO LE LINEE GUIDA.
PAP-TEST*
MAMMOGRAFIA
**
RSO***
N. soggetti eleggibili
114
52
102
% soggetti invitati
ASL
22,7%
90,6%
75,0%
% soggetti aderenti
75,4%
86,5%
43,1%
% di soggetti con un
consiglio da un
operatore sanitario
64,5%
50,9%
19,2%
% uso struttura
pubblica per ultimo
test
20,9%
82,2%
95,5%
* femmine di età 25-64 anni
** femmine di età 50-69 anni
*** femmine e maschi di età 50-69 anni (ricerca sangue occulto nelle feci)
SCREENING ONCOLOGICI
DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DELL’ADESIONE AI TEST DI
SCREENING ONCOLOGICI A SCOPO PREVENTIVO
PAP –TEST
MAMMOGRAFIA
RSO /
RETTOSIGMOIDO
SCOPIA
DATO ASL
VARESE
75,4%
(IC: 66,5-83,0)
86,5%
(IC: 74,2-94,4)
49,5%
(IC: 39,5-59,5)
DATO
NAZIONALE
75,2%
75%
31,6%
SCREENING ONCOLOGICI
PAP TEST
Il carcinoma del collo dell’utero a livello mondiale è il
secondo tumore maligno della donna, con circa 500.000
nuovi casi stimati all’anno, l’80% dei quali nei Paesi in via
di sviluppo. Nei Paesi con programmi di screening
organizzati si è assistito negli ultimi decenni a un importante
decremento di incidenza delle forme invasive di carcinomi
della cervice uterina e della mortalità.
Lo screening si basa sul Pap-test effettuato ogni tre anni alle
donne nella fascia d’età 25-64 anni.
Nell’ASL della Provincia di Varese non è attivo un
programma di screening.
SCREENING ONCOLOGICI
PAP TEST
Caratteristiche delle donne tra i 25-64 anni
ü si è osservata una percentuale più alta di
adesione nella fascia d’età 35 – 49
ü tra le donne con un livello di istruzione elevato
ü tra le donne senza molte difficoltà economiche
SCREENING ONCOLOGICI
PAP TEST
Promozione del Pap test
Lettera ASL
22,7
Consiglio
medico
64,5
Campagna
informativa
40,9
nessuna
azione
18,2
0
20
40
%
60
80
100
SCREENING ONCOLOGICI
PAP TEST
Percezione dell’influenza degli interventi
di promozione del Pap test
INFLUENZA
POSITIVA
LETTERA
CONSIGLIO
CAMPAGNA
INFORMATIVA
45%
65%
45,5%
SCREENING ONCOLOGICI
PAP TEST
Tra le 7 donne (25-64 anni) che non hanno mai
effettuato il Pap test, quali sono le motivazioni?
penso di non averne
bisogno
32,1
già operata/motivi
sanitari
14,3
altro
14,3
nessuno me lo ha
consigliato
3,6
25,0
mi sento imbarazzata
ho paura dei risultati
0,0
è difficile prenotare
l'esame
0,0
è
fastidioso/doloroso
10,7
0
10
%
20
30
40
SCREENING ONCOLOGICI
MAMMOGRAFIA
Il tumore della mammella rappresenta la neoplasia più
frequente tra le donne in Italia.
Nell’ASL della Provincia di Varese nel 2008, fra tutte le cause
di morte nel sesso femminile, il 5% è attribuibile alla neoplasia
della mammella e la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi
negli anni 1995-1999 risulta dell’84%.
Lo screening mammografico è consigliato con cadenza
biennale, alle donne nella fascia d’età 50 – 69 anni.
SCREENING ONCOLOGICI
MAMMOGRAFIA
Caratteristiche delle donne tra i 50-69 anni
üsi è osservata una percentuale più alta di
adesione nella fascia d’età 50 – 59
ütra le donne con un livello di istruzione elevato
ütra le donne con qualche difficoltà economica
SCREENING ONCOLOGICI
MAMMOGRAFIA
Promozione della mammografia
Lettera ASL
90,6
Campagna
informativa
79,2
Consiglio
medico
50,9
nessuna azione
1,9
0
20
40
%
60
80
100
SCREENING ONCOLOGICI
MAMMOGRAFIA
Percezione dell’influenza degli interventi
di promozione della mammografia
INFLUENZA
POSITIVA
LETTERA
CONSIGLIO
CAMPAGNA
INFORMATIVA
65,9%
78,3%
62,9%
SCREENING ONCOLOGICI
MAMMOGRAFIA
Tra le 8 donne (50-69 anni) che non hanno mai effettuato
la mammografia, quali sono le motivazioni?
penso di non
averne bisogno
37,5
altro
25
già operata/motivi
sanitari
25
0
10
20
%
30
40
SCREENING ONCOLOGICI
RICERCA SANGUE OCCULTO
I tumori del colon-retto rappresentano la seconda causa di
morte per neoplasia, dopo il cancro al polmone tra gli
uomini e il cancro al seno tra le donne.
Nell’ASL della Provincia di Varese queste neoplasie sono
responsabili dell’11.5% dei decessi per tumore, pari a 306
casi nel 2008.
I principali test di screening per la diagnosi in pazienti
asintomatici sono la ricerca di sangue occulto nelle feci e la
colonscopia; questi esami sono in grado di diagnosticare più
del 50% di tumori negli stadi più precoci, ossia quando
maggiori sono le probabilità di guarigione.
SCREENING ONCOLOGICI
RICERCA SANGUE OCCULTO
Caratteristiche dei soggetti tra i 50-69 anni
ü si è osservata una percentuale più alta di
adesione nella fascia d’età 60 – 69
ü nelle donne
ü tra le persone con un livello di istruzione
elevato e senza difficoltà economiche
SCREENING ONCOLOGICI
RICERCA SANGUE OCCULTO
Promozione dello screening colon-rettale
Lettera ASL
75,0
Campagna
informativa
55,8
Consiglio
medico
19,2
nessuna
azione
18,3
0
20
40
60
%
80
100
SCREENING ONCOLOGICI
RICERCA SANGUE OCCULTO
Tra le 52 persone (50-69 anni) che non hanno mai effettuato esami per
la diagnosi precoce dei tumori colon-rettali,
quali sono le motivazioni?
N o n
s o / n o n
r i c o r d o
10 , 9
F a s t i d i o s o / d o l o r o s o
P e n s o
4,3
d i n o n a v e r n e
b i s o g n o
3 2 , 6
G i à o p e r a t o . A l t r i
m o t i v i s a n i t a r i
2,2
A ltro
N e s s u n o m e l o
c o n s i g l i a t o
10 , 9
h a
3 0 , 4
Im b a r a z z a t o / a
2,2
P a u r a d e i r i s u l t a t i
6,5
0
10
2 0
3 0
%
4 0
5 0
VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE
La copertura vaccinale antinfluenzale nei soggetti portatori
di almeno una patologia cronica di eta’ 18 - 64 anni è del 28,6%,
ed è maggiore:
ü nella fascia 50 - 64 anni
ü negli uomini
ü nelle persone con alto livello d’istruzione
ü basse coperture tra gli ammalati di tumore e di patologie
respiratorie croniche
ü poco più elevati i valori tra le persone affette da insufficienza
renale, malattie cardiovascolari e diabete
VACCINAZIONE ANTIROSOLIA
Valutazione dello stato immunitario nei confronti
della rosolia nelle 85 donne di età’ compresa tra i
18 - 49 anni:
ü il 51,8% e’ immune: il 35,3% sono vaccinate
contro rosolia e il 16,5% e’ positivo al rubeotest
ü il 48,2% non risulta protetto.
CONCLUSIONI
üLa diffusione del tabagismo si discosta leggermente
da quanto rilevato nel quadro nazionale
üIl consumo di alcool è più elevato rispetto al
centro-sud dell’Italia.
Il 18,6% della popolazione, per lo più giovanile, lo
usa in modo rischioso
üL’uso dei dispositivi di sicurezza è soddisfacente con
l’eccezione dell’utilizzo della cintura sui sedili
posteriori; costituisce ancora un problema piuttosto
diffuso la guida sotto l’effetto dell’alcol
CONCLUSIONI
ü Gli incidenti domestici sono sempre più riconosciuti
come un problema emergente di sanità pubblica,
l’indagine nazionale PASSI evidenzia tuttavia che le
persone intervistate riferiscono (91,6%) una bassa
consapevolezza del rischio infortunistico;
ü L’uso di test di screening oncologici è in generale
buono rispetto al quadro nazionale, anche se
l’organizzazione degli stessi è più consolidata in
altre regioni del centro - nord; infatti il pap-test
viene erogato prevalentemente in strutture private
CONCLUSIONI
ü gli operatori sanitari dovrebbero raccomandare
stili di vita atti a promuovere la salute, ma tale
comunicazione o non viene percepita o riguarda
poco piu’ del 50% dei cittadini a rischio
ü gli ambiti piu’ carenti di interventi preventivi
appaiono quelli meno controllabili con farmaci, ad
esempio gli interventi per contrastare il sovrappeso,
la sedentarieta’ e l’uso a rischio di alcool.
LA SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA
PUO’ SUGGERIRE OPPURE ORIENTARE
INTERVENTI DI SANITA’ PUBBLICA I CUI
EFFETTI POTRANNO ESSERE MISURATI
SEMPLICEMENTE TRAMITE LE VARIAZIONI DI
FREQUENZA CHE NE SEGUIRANNO NEL TEMPO.
GRAZIE PER
L’ATTENZIONE
Scarica

Servizio Osservatorio Epidemiologico