UBS service
per PMI
FOCUS: START-UP
Edizione 2 / luglio 2011
La Svizzera
e la febbre
dei fondatori
Intervista
Christine Novakovic
su leadership,
donne e PMI
CURIOSITÀ
Lianpeng Jing:
inventore,
cantante d’opera,
leader mondiale
2
EDITORIALE
3
4
Siate intraprendenti
In Svizzera non sono mai state fondate così
tante imprese come l’anno scorso: è un dato
che ispira ottimismo. Il nostro Paese, infatti,
ha bisogno di imprenditori e imprenditrici
che osino e affrontino le sfide dando l’anima,
oggi più che mai. Non importa che si tratti
di giovani fondatori che realizzano il sogno di una ditta tutta per
loro o di capi esperti che affrontano le sfide del franco forte
con idee innovative.
Parlate con noi dei vostri progetti! Insieme scopriremo di
quanta banca ha bisogno la vostra impresa. Vi offriamo una
solida consulenza e cerchiamo insieme le soluzioni calibrate
sulle esigenze, sugli obiettivi e sui processi della vostra ditta,
aiutandovi a rendere vincenti i vostri affari.
IN BREVE
BUSINESS DI SUCCESSO
Swiss Economic Forum 2011: una classe a parte
Concorso: come vincere un buono per un viaggio
Scoprite il fascino della Svizzera
Seminari gratuiti sull’import / export
Operazioni di cambio: ora anche on line
18 Un piede in due staffe
FOCUS: START-UP
20 Un sorriso contro la paura
6 La febbre dei fondatori
Non sono mai state fondate così tante aziende come
oggi. Tre esempi mostrano come le giovani aziende
svizzere affrontano le loro attività.
Le tendenze della moda sono come le valute:
difficilmente prevedibili. Ma Zapato SA,
ditta importatrice di calzature di Basilea, gestisce
entrambe con maestria.
Nel suo studio dentistico a Bulle, Eliska Tofel-­
Kanalik toglie ai suoi pazienti la paura del dentista
con fascino e colori vivaci.
NOZIONI
Buona lettura!
AFFARI DI FAMIGLIA
12 Il prezzo della propria fatica
22 Factoring
Il trasferimento della gestione dei debitori crea
liquidità e sostiene le aziende in crescita.
Le nostre emozioni influenzano la valutazione
delle aziende, dice Thomas Zellweger.
Fulvio Micheletti
Senior Executive Corporate & Institutional Clients
P.S. La vostra opinione è importante per noi. Diteci cosa pensate di UBS service
per PMI, preferibilmente scrivendo un’e-mail a [email protected].
Potete abbonarvi on line al magazine e all’E-Newsletter UBS service per PMI alla
pagina www.ubs.com/pmi-service. Oppure contattate il vostro consulente.
Impressum
UBS service è una pubblicazione rivolta alle società e agli esercenti clienti di UBS Svizzera.
Editore: UBS SA, casella postale, 8098 Zurigo
E-mail: [email protected]
Consiglio redazionale: Martha Braide,
Fulvio Micheletti, Markus Steffen, Stephan Stotz,
Markus Suter, Kathrin Wolff Schmandt
UBS SERVICE Per PMI — luglio 2011
Direzione redazionale: Adrian Roost
Grafica e produzione: Raffinerie AG
für Gestaltung, Zurigo
Photo editing: Maria Schönbucher, Zurigo
Traduzione: Textissimo AG, Adliswil
Management produzione: Gothuey & Partner,
Zurigo
Produzione e-magazine: Designwerft, Zurigo
Prestampa: Detail AG, Zurigo
Stampa: Vogt-Schild AG, Derendingen
Pubblicata in italiano, francese e tedesco.
N. 80440I-1102
© UBS SA 2011. Tutti i diritti riservati.
Cover: Jos Schmid, ritratto: Elizabeth Traynor, foto: Adrian Sonderegger / Jojakim Cortis, Maurice Haas, Véronique Hoegger, Jos Schmid
ANALISI
INTERVISTA
14 «Se i miei team hanno
successo, ce l’ho anch’io»
Christine Novakovic, la nuova responsabile
Corporate & Institutional Clients, parla di PMI
svizzere, del suo stile dirigenziale e del fascino
che il rapporto con la gente esercita su di lei.
24 La paura dell’inflazione
Daniel Kalt, capo economista per la Svizzera presso
UBS, parla dei rischi di una spinta inflazionistica.
CURIOSITÀ
26 Lianpeng Jing
Con impegno e intelligenza il geniale lavoratore
certosino è riuscito a raggiungere la vetta del
mercato mondiale. Ma la realizzazione del suo
sogno nel cassetto deve ancora avvenire.
4
IN BREVE
5
Concorso: vincete
un buono viaggio
Swiss Economic Forum 2011:
una classe a parte
C
oncedetevi una vacanza in
Svizzera. Estraiamo tre buoni
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ciascuno: potete riscattarli per un’interessante offerta di Svizzera Turismo. Vi auguriamo buona fortuna e
buon divertimento!
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Al concorso
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Seminari gratuiti
sull’import / export
L
Una felice vincitrice dello Swiss Economic Award 2011: Susanne Schanz (Gourmet15box) si rallegra insieme alla
presidente della giuria Carolina Müller-Möhl e al membro della giuria Christine Novakovic (UBS, a sinistra).
L’
«NZZ» scrive semplicemente di un «incontro di famiglia delle PMI». Tuttavia, lo
Swiss Economic Forum (SEF) – la «piattaforma per la promozione dell’imprenditorialità e dell’innovazione in Svizzera» – è
diventato l’evento più gettonato tra i leader
dell’Economia Svizzera. La partecipazione alla 13a
edizione dell’SEF il 19 e il 20 maggio è stata notevole e ­l’evento ha registrato il tutto esaurito già mesi
fa. Anche chi ha voluto seguire senza biglietto le attrazioni offerte all’insegna del motto «Discover Potentials» ha potuto farlo, dato che la televisione e la
radio hanno trasmesso l’evento dal vivo.
Quasi 1300 decision maker del mondo
dell’economia, della politica e della scienza in possesso del biglietto hanno sfruttato l’occasione per allacciare nuovi contatti e curare quelli vecchi. 60 relatori nazionali e internazionali hanno fatto sì che ai
presenti non mancassero gli argomenti di cui discutere. Il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle ha discusso, infatti, con il consigliere federale
Johann Schneider-Ammann sui rapporti tra Svizzera
ed Europa. Niall Ferguson, esperto di storia dell’economia e autore di best seller, ha stuzzicato la curiosità dei partecipanti con il suo progetto per la crescita della Cina. Anche i presidenti di PSS, PPD, PLR e
UDC si sono affrontati brevemente nell’anno elettorale. Ad apportare un po’ di colore ed emozioni ai
dibattiti sono stati i cosiddetti «pensatori alternativi», tra cui sorprendentemente erano presenti molti
imprenditori con un impegno sociale marcato.
UBS SERVICE Per PMI — luglio 2011
Franziska A. Tschudi, CEO di Wicor Holding, e
Thomas Daum, direttore dell’Associazione svizzera
dei datori di lavoro, hanno discusso con Lukas Gäh­
wiler, CEO di UBS Svizzera, sulla banca svizzera del
futuro in seno a una sessione tematica parallela. Gli
imprenditori si aspettano dalle banche soprattutto
trasparenza nella politica commerciale e una forte affidabilità, ha dichiarato Tschudi. Daum ha sottolineato, inoltre, che l’industria svizzera delle esportazioni
avrebbe problemi enormi senza le grandi banche.
Come di consueto, il conferimento dello Swiss
Economic Award è stato un ulteriore momento culminante dell’SEF. Il premio promozionale dell’ammontare di 75 000 franchi viene assegnato ogni anno
a imprese giovani innovative. Christine Novakovic,
membro della giuria e responsabile Corporate &
­Institutional Clients di UBS, ha consegnato il primo
premio nella categoria Produzione / artigianato a Susanne Schanz. La sua azienda Gourmet15box GmbH
offre pregiati menu per buongustai con consegna a
domicilio a portata di clic. Nella categoria Hightech /
biotecnologia ha vinto Dacuda AG con un mouse per
computer che funge al contempo da scanner. Nella
categoria Servizi il premio è andato a Loylogic AG, la
cui soluzione e-business per programmi di fidelizzazione dei clienti è il numero uno a livello mondiale.
UBS è uno dei partner di spicco dello Swiss
Economic Forum fin dalla sua fondazione e cosponsorizza lo Swiss Economic Award.
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a vostra ditta commercia con
l’estero? Desiderate approfondire argomenti come «i rischi
del commercio con l’estero»,
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esperti non trasmettiamo solamente
teoria, bensì mostriamo con casi studio come applicare quanto appreso.
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Operazioni di cambio:
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clienti e le clienti con accesso a UBS
e-banking possono effettuare in tutta comodità le proprie transazioni in
valuta estera con pochi clic nel proprio con­sueto ambiente di UBS ebanking: in qualsiasi momento e
luogo. Potete trattare autonomamente durante i comuni orari d’ufficio spot, forward e swap con informazioni sui prezzi in tempo reale. Il
vostro consulente alla clientela vi
spiegherà meglio la nuova funzione
«Operazioni di cambio» del vostro
UBS e-banking.
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Vivere il fascino della Svizzera sulle tracce di Sebi e Paul.
Scoprite il fascino della
Svizzera nella sua varietà
S
commettiamo che la Svizzera
può sorprendere anche voi?
Nella guida «Città», 23 affascinanti città svizzere mostrano cosa
hanno da offrire… Dalla raffinata
prima colazione al pranzo, dai parchi
ai giardini, attrazioni turistiche, possibilità per lo shopping e musei da
­visitare: in questo opuscolo di 80 pagine trovate tutte le esperienze che
potete fare in 24 ore. Non importa
se siete a Coira, Bellinzona o Neuchâtel: «Città» vi mostra tante splendide attrazioni turistiche poco note e
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e un libretto con dieci interessanti
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Olimpico di Losanna a 10 franchi in
meno.
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«Città» è il nuovo opuscolo speciale
«100 esperienze straordinarie», che
risveglierà in voi la voglia di scoprire la Svizzera con altri consigli per
alberghi e gastronomia. Conoscete il
covo di contrabbandieri di Gandria?
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di Derborence? E quando siete stati
l’ultima volta sul Napf?
Tutti questi opuscoli vi aspettano in ogni filiale UBS. Prendeteli e
godetevi un periodo di riposo in una
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vostra Svizzera.
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Concorso UBS
Chi visita entro il 31 ottobre 2011 almeno quattro delle mete descritte
nell’opuscolo «100 esperienze straordinarie» partecipa a un concorso
con un primo premio del valore di
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e anche un omaggio a sorpresa (fino
a esaurimento scorte).
Maggiori informazioni
sul concorso:
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6
Focus: start-up
7
Fondare è in!
Un popolo di fondatori: nel 2010
un numero mai visto di 15 000
donne e uomini ha realizzato il
­sogno di una ditta propria.
Jost Dubacher, Kaspar Meuli (testo) e Cortis / Sonderegger (foto)
U
Fondare imprese è di moda. Considerando il rapporto di costituzioni per numero di abitanti, la Svizzera è al vertice in Europa.
UBS SERVICE Per PMI — luglio 2011
n normalissimo giorno feriale nella sede centrale della borsa svizzera a Zurigo
Selnau. Mentre ai piani
superiori vengono contrattati titoli di grandi ditte, al piano terra
si sono riuniti 30 investitori di capitale
di rischio per ascoltare attentamente la
presentazione di sei fondatori d’impresa. L’evento è organizzato da CTI Invest,
progetto congiunto tra Confederazione
e investitori privati.
Ma al centro ci sono giovani imprenditori, che raccontano di blocchi
per gli appunti basati su Internet, analisi proteiche e macchine ultraveloci
per la cernita dei cereali. I potenziali
investitori fanno domande dopo ogni
presentazione. L’aperitivo che segue,
nell’atrio della borsa, è un’occasione
per dialogare.
Già a prima vista è chiaro che la
Svizzera dispone di uno scenario di
start-up molto innovativo, con un ambiente professionale di investitori, avvocati specializzati in brevetti, business
angel, giuristi ed esperti di marketing.
Oggi sembra naturale, ma negli anni
’90 del secolo scorso non era così: «Allora le giovani imprese high-tech erano rarissime nonostante ingenti spese
per la formazione», ricorda Thomas
Knecht, ex capo di McKinsey.
Al contempo la Svizzera era uno
dei Paesi a minor crescita in Europa.
Si temeva di perdere il benessere. Ma
mentre tanti si lamentavano e basta,
Knecht passò all’azione: contattò il
rettorato del PF di Zurigo e avviò un
concorso per business plan, che nel
2012 arriverà all’ottava edizione, con
UBS come sponsor e giurato.
La straordinarietà di «Venture»
è il legame tra concorso e coaching.
Già alla prima edizione nel 1998 partecipavano anche top ­manager, con­
sulenti internazionali e capi di PMI:
come trainer dei potenziali fondatori o
come giurati.
Spirito imprenditoriale risvegliato
Nell’ambito di «Venture», da allora, oltre 4000 studenti, ingegneri e dirigenti si sono scambiati opinioni. Fino ad
oggi sono così nate almeno 250 ditte,
con oltre 2500 posti di la­voro. ­Thomas
Knecht è soddisfatto: «Venture ha dato
uno stimolo duraturo alla creatività,
alla disponibilità a rischiare e allo spirito imprenditoriale del Paese.»
Il registro di commercio lo conferma: la Svizzera sta vivendo un nuovo periodo di fondatori d’impresa. Dal
2001 le nuove iscrizioni sono cresciute
da 31 000 alla cifra record di 37 695 nel
2010. Togliendo le mere ridenominazioni, le nuove affiliate e le case madri,
si arriva comunque a 15 000 vere e proprie costituzioni, un quinto delle quali
guidate da una donna. Queste sono stime di Rolf Meyer, professore di economia della Scuola universitaria professionale della Svizzera nord-occidentale
a Olten. Meyer si occupa soltanto del
mondo delle start-up, dei fondatori e
degli autonomi. Per comprendere meglio la giovane economia, distingue
quattro gruppi di giovani imprenditori.
8
Focus: start-up
• S
tart-up high-tech: mirano al
mercato mondiale nei settori in
crescita (life science, tecnologie
informatiche oppure micro- e nanoingegneria) e lavorano con
capitale di rischio. Gli esperti stimano da 200 a 300 nuove
imprese all’anno.
• N
uove aziende innovative: vanno
dai gestori di un’intelligente piattaforma Internet agli ingegneri
meccanici dall’orientamento industriale. Si tratta di quasi un quarto
di tutte le nuove costituzioni.
• I mprese commerciali nei settori
dell’artigianato, del commercio
al dettaglio, delle consulenze, dei
fiduciari e del design grafico.
• L
avoratori indipendenti: costituiscono il gruppo numericamente
maggiore, pari al 40 %. Il lavoratore autonomo tipico lavora
da solo e spesso ha un’attività
accessoria.
In Svizzera tutti questi fondatori
possono oggi contare su tantissimi punti di riferimento e consulenti. Ad esempio nella Svizzera orientale c’è un centro apposito per giovani impren­ditori
supportato dall’economia regionale, dal
Cantone di San Gallo e dai Comuni locali di Gossau, Flawil, Wil e Wattwil.
Da dieci anni offre una consulenza gratuita su forma giuridica, finanziamento
e marketing. Centinaia di futuri fon­
datori d’impresa hanno già sfruttato
l’offerta: dall’estetista con un proprio
negozio per ricostruire le unghie al gio-
9
“
Lo status di fondatore conferisce
prestigio: vengono apprezzate la libertà
personale e l’autodeterminazione.
”
vane gruppo di programmatori fino ai
coniugi che avvicinano i propri clienti al
mondo degli affari.
Il programma «Venture Kick»
ha un approccio diverso. Si rivolge soltanto a studenti e collaboratori uni­
versitari allo scopo di individuare per
tempo idee commerciali promettenti,
finanziate al massimo con 130 000
franchi. L’iniziativa è sostenuta da
Heinrich Gebert, fondatore di Geberit,
e da altre tre istituzioni. Dal 2007 ha
fatto confluire più di sei milioni di franchi nella giovane economia svizzera:
questi soldi sono apprezzati soprattutto per i progetti ambiziosi, ancora troppo acerbi per gli investitori di capitale
di rischio oppure dal potenziale ancora
troppo limitato.
Ma funziona anche senza finanziatori professionisti. Secondo alcuni
studi, ben oltre il 90 % dei fondatori
d’impresa svizzeri si procura il capi­
tale di partenza tra familiari o amici:
come capitale proprio o crediti. Nella
fase iniziale di una storia aziendale,
le banche svolgono soprattutto il ruolo di sparring partner. «Offriamo ai
­fondatori d’impresa un feedback onesto ed eventualmente forniamo loro
c­ ontatti dalla nostra rete locale», dice
Gregor Knoblauch, responsabile per
UBS dell’area PMI nella regione di
Winterthur e nell’Oberland zurighese.
E si offre loro anche il pacchetto per
nuovi clienti «UBS Welcome PMI»,
che per dodici mesi esonera da tutte le
commissioni per conto, carte di credito e pagamenti (vedi anche p. 21).
I fondatori d’impresa accelerano il
ricambio strutturale
Da quattro anni Knoblauch fa
parte della giuria del premio per giovani imprenditori Heuberger, di fama
nazionale. Ha visto da vicino come la
città industriale sul fiume Eulach sia
diventata una dinamica metropoli dei
servizi e città residenziale. «Una parte
sostanziale è dovuta ai fondatori d’impresa», osserva l’esperto di UBS. E
questo è generalizzabile, oltre che statisticamente provato: in Svizzera le
ditte con meno di cinque anni offrono
al giorno d’oggi 170 000 posti di lavoro. Producono quasi il 5 % del rendimento economico nazionale ed esercitano una pressione permanente sulla
popolazione imprenditoriale esistente,
contribuendo conseguentemente ad
Fattori di successo per fondatori d’impresa
Grazie allo straordinario sistema di formazione svizzero, a pochissimi fondatori d’impresa svizzeri manca il know-how pratico nelle attività primarie. Ma tanti giovani imprenditori hanno scarse conoscenze a livello gestionale. Così, in base alle statistiche, soltanto una
giovane ditta svizzera su due arriva al quinto compleanno. I fondatori d’impresa dovrebbero tenere a mente alcuni aspetti, per evitare che il sogno diventi un incubo.
• P rima dell’avvio si deve necessariamente redigere un business
plan. Scrivere aiuta a chiarire le idee e notare le contraddizioni.
Maggiori informazioni su www.ubs.com/pmi con la parola
chiave «costituzione».
• Verificate le vostre conoscenze gestionali. Prima dell’avvio le
UBS SERVICE Per PMI — luglio 2011
•
•
•
•
•
lacune sono ancora facili da colmare.
Scegliete la forma giuridica idonea alla vostra attività.
Se si prevedono grandi investimenti, è meglio una società di
capitale.
Effettuate un’accurata analisi di mercato. Un imprenditore
deve conoscere i propri clienti e le loro esigenze.
Sviluppate un piano di marketing dettagliato. Al centro dovrebbe esserci la vostra USP.
Stabilite una strategia a lungo termine. Soprattutto si deve
chiarire presto se in un secondo momento si intende assumere
collaboratori.
Non dimenticate la gestione della liquidità, in modo da cavarvela con termini di pagamento tra i 30 e i 90 giorni.
aumentare l’efficienza dell’economia
complessiva.
È difficile stabilire quanto questa
funzione economica venga valutata
bene dall’opinione pubblica. Ma è certo, afferma il professore di economia
Rolf Meyer, «che l’apprezzamento della giovane imprenditoria negli ultimi
due decenni è nettamente aumentato».
Lo status di fondatore d’impresa
conferisce prestigio, non per ultimo
grazie a un generale cambiamento di
valori: il significato soggettivo della
­sicurezza materiale sta diminuendo,
mentre vengono apprezzate la libertà
personale e l’autodeterminazione. Essere imprenditori sta diventando più
stimolante anche per chi è altamente
qualificato: se nel 1999 soltanto il
15 % dei fondatori d’impresa disponeva di un titolo a livello universitario,
nel 2009 erano più del 35 %.
Ci vogliono sudore e fatica
Creare aziende non è cosa da pigri: in base alle esperienze, nei primi
anni si lavora tra le 50 e le 55 ore settimanali. In situazioni limite i giovani
imprenditori devono essere disposti a
investire oltre 80 ore alla settimana per
i propri affari; e questo con un salario
per il quale i loro colleghi con posto
fisso non piegherebbero un dito.
Rolf Meyer nota nei propri
­studenti, non per ultimo, quanto sia
­diventata allettante l’indipendenza.
In collaborazione con la promozione
­eco­nomica di Olten e sponsor privati
come UBS, ha creato una specie di
zona artigianale per giovani innovatori. Il concetto di «plug & start» poggia
sul conveniente utilizzo temporaneo di
immobili commerciali e ha dimostrato
di fare presa: negli ultimi sei mesi si
sono insediate già otto giovani imprese e altri dieci team sono in attesa.
•
Maggiori informazioni:
lo sportello elettronico per la creazione di
imprese della Confederazione su
www.pmi.admin.ch
Altri punti di riferimento per fondatori
d’impresa:
www.swissparks.ch, www.venturekick.ch,
www.venture.ch, www.plug-and-start.ch,
www.ubs.com/pmi con la parola chiave
«costituzione»
Marvida: stile di marca
Verso il centro cucine perfetto:
i fratelli Vincenzo e Davide Marchionna.
Vincenzo (a sinistra) e Davide
Marchionna puntano alto:
Marvida deve
diventare il
marchio delle
cucine e dei
bagni in stile.
U
n edificio commerciale alla periferia di Pratteln. Al piano
terra un rivenditore di accessori per l’edilizia, a fianco un
concessionario. «Il centro cucine è tra otto scalini» c’è scritto sul pianerottolo. Poi la sorpresa: il visitatore entra in una
lu­minosa stanza vuota con sei cucine esposte, angolo bambini e un accogliente bar per l’espresso. I padroni di casa sono Davide e
Vincenzo Marchionna. Vincenzo, il maggiore dei due fratelli, ha diretto
per anni una filiale di una nota catena specializzata in cucine. «La costituzione di Marvida mi ha permesso di realizzare la mia idea del centro
cucine perfetto», spiega il 42enne. E Davide, informatico economico responsabile degli aspetti commerciali, rivela: «L’autonomia mi ha sempre attratto.»
Quattro anni fa i Marchionna sono partiti in quarta: con una rappresentanza del costruttore di cucine austriaco Ewe e un falegname autonomo, che personalizza le cucine e costruisce accessori. Allo stesso
tempo lavoravano per il sostentamento. Tempi duri: i fratelli avevano
puntato in alto, con consulenza gratuita in loco e risposta alle richieste
di offerta in 24 ore. «Non ci pagavamo il salario, così potevamo investire tutti i proventi negli affari», racconta il 36enne Davide. Per esempio in spot su Tele Basel, annunci sulla stampa o uno stand alla fiera di
Basilea. Lo scopo dell’aggressiva campagna pubblicitaria è creare un
marchio noto a livello locale. Nell’area di Basilea, Marvida dovrebbe
diventare sinonimo di abitazioni curate. «Qui ci sono già 200 centri cucine», osserva Vincenzo. «Vogliamo essere qualcosa di speciale.»
Finora i due fratelli hanno investito circa 200 000 franchi di capitale proprio: risparmi e un prestito dei genitori. Grazie a una garanzia bancaria di UBS hanno superato gli ostacoli più ardui come l’acquisto delle prime cucine da esposizione dall’Austria. «Siamo una vera
azienda familiare», sottolineano i fratelli Marchionna. Alla contabi­lità
pensa una sorella e la moglie di Vincenzo dà una mano quando si tratta di tirare a lucido lo showroom.
•
Marvida GmbH, Basilea
Fatturato 2010: 0,6 milioni di franchi
Collaboratori: 3
Internet: www.marvida.ch
10
Focus: start-up
11
Tutti conoscono Schmutz
Opticiens-Horlogers
A 50 anni Michel Surdez è diventato imprendi­tore e realizza passo passo le innovazioni che ha
sempre sognato.
C
i ha messo più tempo del
previsto. Ma a 50 anni
­Michel Surdez ha realizzato il proprio sogno: un’attività tutta sua. A prima vista è cambiato poco nel lavoro di tutti
i ­giorni. Già da tempo era a capo del
r­ eparto ottico di Schmutz OpticiensHorlogers, il suo ex principale era responsabile degli orologi. Per 20 anni
questo orologiaio e maestro ottico ha
lavorato come dipendente e da tempo
era stato concordato che avrebbe rilevato l’attività. «Il mio obiettivo è sem-
pre stato quello di crescere personalmente», spiega Michel Surdez. «Volevo
imporre le mie idee e mettere più in risalto la mia personalità.»
Il nuovo patron non ha stravolto
le cose. Il negozio, situato nel centro
­medioevale di Romont e conosciuto nei
dintorni da 40 anni, ha mantenuto il
nome e sono rimasti anche i 4 dipendenti. Le innovazioni vengono adagio, passo per passo. Così, ad esempio, Surdez
ha recepito nell’assortimento una nuova marca di orologi e per i gioielli punta sulle offerte anche per i budget minori. Ma soprattutto ha riarredato il
reparto ottico. «Soltanto quando hanno visto i nuovi mobili i clienti hanno
capito che il negozio aveva un nuovo
proprietario.»
Progetti ambiziosi
Dietro le quinte, tuttavia, ci sono
stati cambiamenti assolutamente ra­di­
cali: prima di tutto Michel Surdez si
occupa maggiormente delle questioni
finanziarie. «In principio sono rimasto
stupito quando ho realizzato quali importi si muovevano in questa attività.»
Ma i rischi non hanno tolto ore di sonno al neoimprenditore. Dopo tutto sapeva bene in cosa si era andato a impelagare.
E il primo anno finanziario gli ha
dato ragione: il suo ambizioso progetto
di armonizzare entro cinque o sei anni il
credito per l’acquisto di Schmutz Opticiens-Horlogers si è rivelato realistico.
Chi diventa imprenditore soltanto a 50
anni, a quanto pare, vuole raggiungere i
propri obiettivi un po’ prima.
•
Schmutz Opticiens-Horlogers SA,
Romont FR
Fondazione: 1971
Management buy-out: 2010
Collaboratori: 6
Fatturato: nessun dato
Nuova vita per Michel
Surdez: ha rilevato il negozio del suo ex datore di
lavoro e si gode la sensazione di essere il proprio capo.
UBS SERVICE Per PMI — luglio 2011
Panamax
fa ordine
nello spazio
Bryan Meyer vuole
rendere abbordabile la
geolocalizzazione anche
per le piccole aziende.
O
ra o mai più! Bryan Meyer
(27), informatico del Vaud,
ha capito che era arrivato
il momento di tuffarsi in
un’avventura imprenditoriale. «Dispongo di un prodotto smerciabile e so che ce n’è una grande necessità», dice Meyer. «Se non ci provassi
oggi, me lo rinfaccerei per sempre. Non
ci si può fare scappare una chance
come questa.» L’idea commerciale di
Meyer: la geolocalizzazione per una gestione migliore dei parchi macchine. E
questo a prezzi che qualsiasi impresa
possa permetterselo.
All’inizio del 2011, questo in­
formatico che fino ad allora era dipendente nel settore medico ha fondato
la propria ditta. Si chiama Panamax
GmbH, la produzione avviene in Cina
e con GoTrack quest’estate lancerà il
suo primo prodotto.
Imprenditore anima e corpo
«Non mi è mai mancato lo spi­
rito imprenditoriale», spiega Bryan
Meyer. «Non mi accontento delle soluzioni più semplici e ho sempre cercato
nuove strade.» La sfida che Meyer si è
prefissato con Panamax: rendere accessibile a chiunque una tecnologia per la
localizzazione dei propri trasporti che
finora potevano impiegare soltanto
gruppi mondiali come FedEx e DHL.
Tramite web o smartphone, anche le
piccole ditte terranno sempre sott’occhio il luogo in cui si trovano i propri
veicoli e potranno richiamare infor­
mazioni come i tempi di attesa in coda
o la temperatura nello spazio di carico.
Finora per la maggior parte degli utenti la geolocalizzazione era semplicemente troppo cara. Ma con un software di propria ideazione, grazie all’­abile
Bryan Meyer, giovane imprendi­tore del Vaud, dispone di
un prodotto innovativo e vuole
­stravolgere il mercato.
combinazione delle tecnologie esistenti
del GPS e del cellulare, Panamax vuole
cambiare questa situazione. «Il mio
prodotto GoTrack è veramente rivoluzionario sia per le dimensioni che per il
prezzo», promette Bryan Meyer.
Il giovane imprenditore è già riuscito a convincere Swisscom del potenziale della propria creazione. In futuro i
dati di localizzazione verranno tras­
messi tramite la rete del provider di telefonia mobile. Un passo importante per
Bryan Meyer: «La difficoltà maggiore
nella creazione di un’impresa consiste
nel trovare il partner giusto.»
•
Panamax Sàrl, Lutry VD
Fondazione: gennaio 2011
Collaboratori: 1
Fatturato: nessun dato
Internet: www.panamax.ch
Primo aiuto
federale
La promozione dei giovani imprenditori della Confederazione dipende dalla
Commissione per la tecnologia e l’innovazione (CTI). In primo piano ci sono
tre programmi.
CTI Entrepreneurship: sensibilizzazione e formazione dei potenziali
fondatori d’impresa, rivolto rispettivamente a diplomati delle scuole universitarie e a professionisti esperti.
CTI Start-up: programma di coach­
ing per fondatori in erba o già attivi, in
grado di fatturare diversi milioni di
franchi in cinque anni. Il marchio CTI
Start-up sostiene queste ditte a cercare capitale.
CTI Invest: piattaforma di contatti
per giovani imprenditori e investitori
che dovrebbe permettere la transizione
«from science to money to market».
Maggiori informazioni sull’aiuto
iniziale della Confederazione
www.kti.admin.ch
12
13
AFFARI DI FAMIGLIA
a­ ggiungono anche altre domande: vende a meno il fondatore o il successore?
I proprietari litigiosi fanno pagare meno
la propria azienda di quelli che vivono
in armonia?
Influsso dell’età della ditta e della
tradizione
La prassi dimostra che in media
chi ha fondato una società a carattere
familiare è disposto a vendere a meno
rispetto a chi non l’ha fondata. Perché?
Secondo le ricerche, sia nei duri anni
iniziali che in seguito, i fondatori hanno spesso investito per decenni sangue,
sudore e lacrime nella propria azienda.
Verso la fine della propria carriera,
spesso, vogliono soltanto uscire dalla
ditta. Inoltre, constatiamo che un maggiore carico fisico e psichico porta ad
accettare prezzi di vendita minori.
Un ruolo contrario, invece, è
quello della tradizione familiare e del
­relativo sostentamento, che portano ad
accettare soltanto prezzi di vendita maggiori. La dimensione temporale ha un
effetto simile: se l’azienda si trova in
mani familiari da più tempo, il prezzo di
vendita dovrebbe essere maggiore. Per
un motivo comprensibile: se un membro della quinta generazione abbandona la tradizione familiare, deve almeno
valerne la pena. Così non sorprende neanche che ci siano imprenditori disposti
a vendere in media al 20 % in meno a
membri della famiglia che a estranei.
Il prezzo della fatica
Le emozioni stabiliscono il prezzo
Un altro aspetto interessante è la
conflittualità tra i proprietari. Per pri-
Il nostro giudizio su ogni cosa è influenzato
in modo determinante dalle emozioni alle
quali viene associata. E questo è importante
anche per valutare la proprietà aziendale.
Per
puntualizzare
P
er alcuni è soltanto un anello di metallo giallo.
È facilissimo valutare il suo valore: peso per prezzo al chilo. Per altri invece è la fede nuziale, che
simboleggia una felice unione per tutta la vita. Il
prezzo? Impagabile! Per altri ancora è una fede,
ma nella peggiore delle ipotesi simboleggia una costosa guerra per il divorzio. In questo caso, se fosse possibile, chi lo
possiede pagherebbe addirittura per liberarsene. Questo
esempio mostra che il valore di un oggetto è fortemente in-
UBS SERVICE Per PMI — luglio 2011
fluenzato dal legame emotivo. Per le società a carattere familiare il fenomeno è particolarmente rilevante: il pro­
prietario è pronto a vendere al valore di mercato? Oppure
vuole ricavarne un profitto per compensare le emozioni andate? Oppure ancora le emozioni portano ad accettare anche riduzioni di prezzo? In altre parole: come viene influenzato il prezzo di vendita più basso che si è disposti ad
accettare dal valore finanziario e da quello emotivo della
proprietà aziendale? E che parte ha il valore emotivo? Si
Ritratto: Elizabeth Traynor
Thomas Zellweger (testo) e Sarah Pickering (illustrazione)
Il valore complessivo ovvero il prezzo
minimo di vendita accettabile di
un’azienda è composto dal valore finanziario e da quello emotivo. Le ricerche hanno dimostrato che nell’Europa
germanofona il valore emotivo delle
imprese private medio-grandi è mediamente il 30 % del valore complessivo.
Se ne deve tenere conto anche per l’acquisto o la vendita di un’azienda.
Mediamente i proprietari
“ sopravvalutano
il valore
della propria azienda quasi
della metà.
”
ma cosa si vede che maggiori sono i
conflitti, minore è il prezzo che i proprietari vogliono ottenere. Il ragionamento, in questo caso, è che desiderano
farla finita con la lotta perenne e si sono
rassegnati. Ma questo cambia non appena i conflitti cominciano ad aumentare. Da questo momento i proprietari
si dicono: non ho sopportato per anni
queste scocciature con i comproprietari per nulla! Adesso è venuto il momento del risarcimento. Così il prezzo di
vendita accettabile cresce nuovamente.
Il valore emotivo svolge quindi
un ruolo importante nella valutazione
della proprietà aziendale, perlomeno
dal punto di vista del proprietario. Ma
si può esprimere tutto ciò anche in
­moneta? Confrontando i minori prezzi
di vendita accettabili e i relativi prezzi
di mercato calcolati oggettivamente,
emerge una tendenza di fondo: in media il valore emotivo rappresenta il
30 % del prezzo minimo di vendita accettabile. Mediamente, quindi, i proprietari sopravvalutano il valore della
propria azienda quasi della metà.
La fatica porta vantaggi e svantaggi
Sopravvalutare la propria azienda può avere effetti sia positivi che
­negativi. Da un lato i proprietari con
un maggiore legame emotivo sono tendenzialmente pronti a guidare la propria azienda anche attraverso una
­crisi, vedendo nella propria ditta un
valore maggiore del mero prezzo di
vendita finanziariamente realizzabile
nell’immediato. Se si tratta delle proprie fatiche, è anche più facile abbracciare progetti innovativi e raggiungere
il successo. D’altra parte, un valore
troppo alto può anche fare passare il
momento ideale per il prezzo di vendita, evitando così di pianificare la successione. Se i vantaggi non finanziari
prendono il sopravvento, può essere
compromessa anche la disciplina del
profitto.
I proprietari dovrebbero, quindi,
analizzare regolarmente le proprie previsioni di prezzo soggettive e metterle in
discussione. In caso di vendita, in­fatti,
con ogni probabilità dovranno fare i
conti con un acquirente razio­nale. Per
tornare all’esempio della fede nuziale:
un potenziale acquirente di una fede
usata potrebbe essere poco ­disposto a
pagare un sovrapprezzo per le emozioni
di chi vende. Al contrario, le fedi nuziali che il venditore associa ad emozioni
negative sono oggetti di vendita con un
certo interesse finan­ziario: comprensibilmente l’acquirente sfrutterà la disponibilità del venditore a vendere a un
prezzo minore di quello di mercato.
•
Thomas Zellweger,
36 anni, è professore
incaricato di econo­mia aziendale all’Università di San Gallo.
Come specialista in società a carattere
familiare dirige dal 2007 il Center for
­Family Business CFB-HSG. Nel 2010
ha insegnato come docente ospite
alla Sauder School of Business di Vancouver, Canada.
14
Intervista
15
«Il mio successo
dipende da quello dei
miei collaboratori»
Christine Novakovic, responsabile
Corporate & Institutional Clients presso UBS
Svizzera, parla del suo stile dirigenziale,
del suo carisma con le persone e del lavoro
in un ambiente dominato dagli uomini.
Jörg Becher, Adrian Roost (intervista) e Maurice Haas (foto)
S
ignora Novakovic,
lei è rientrata
da poco a lavorare
in banca e ora è
in UBS. Le piace il
nuovo lavoro?
Christine Novakovic: Tantissimo. Ho
trovato personale impegnato e presente con il cuore. È interessante e affascinante fare parte del team che porterà di
nuovo in primo piano UBS.
Quando era autonoma
forse aveva anche maggiori
libertà. Non le mancano?
Sapevo bene che rientrare in una grande banca sarebbe stata una sfida. Come
parte di una struttura così grande come
quella di UBS, talvolta il margine di
manovra sembra piuttosto limitato: in
tante situazioni si dipende da altri reparti, che a loro volta hanno le proprie
priorità.
Come affronta queste
limita­zioni?
Essenzialmente in una grande azienda
si lotta sempre per le stesse tre risorse:
UBS SERVICE Per PMI — luglio 2011
capitale, personale e tempo. Se voglio
smuovere qualcosa in un ambiente di
questo tipo, devo fare in modo che i
colleghi e le colleghe di altri reparti
considerino le mie priorità anche loro.
E posso arrivarci soltanto se trasmetto
loro la sensazione di essere parte del
team e se sanno che ho bisogno di loro.
Motivare trasmettendo il
«senso del noi»?
Non sono a favore di una società in cui
si sgomita: mi prendo cura di un approccio fortemente orientato al team e
alla collaborazione. Ciò si basa sul riconoscimento che il successo a lungo
termine di un’azienda dipende da una
buona collaborazione tra i dipendenti
di tutti i reparti.
Come descriverebbe il suo
stile gestionale?
Beh, è meglio che lo chieda a chi lavora
per me (ride). Rispetto particolarmente
ciò che ogni collaboratore fa nel proprio ruolo: che si tratti del call center,
del risk management o direttamente del
rapporto con la clientela. Soltanto se
tutti danno il meglio ogni giorno nel
proprio ambito, la banca funziona nella sua totalità: trovo straordinariamente importante che tutti lo capiscano.
Qual è in tal senso il suo
ruolo da dirigente?
In prima linea penso di essere un servizio a favore dei miei collaboratori: in
fin dei conti sono loro che guadagnano
il mio stipendio. Penso che il mio compito principale sia creare le condizioni
affinché il mio personale si senta a proprio agio e possa svolgere nel modo migliore possibile i compiti affidati. Il mio
successo dipende da quello dei miei
collaboratori.
Che cosa la stimola nei
Corporate Clients svizzeri?
In linea di principio il settore è ben impostato, ma questo non deve significare che non veda ancora del potenziale
di miglioramento. Penso che con il tempo si dovrebbe riuscire ad aggiungere
una marcia o due in più. Ma prima bisogna trovare un denominatore comune, affinché all’interno di questo setto-
Christine Novakovic è responsabile dei Corporate & Institutional Clients di UBS. Ha iniziato la carriera nel 1990 alla Dresdner
Bank, passando poi nel 1992 a UBS (Francoforte). Dal 1996 ha svolto varie funzioni dirigenziali in Citibank nel reparto
interno di Investment Banking e nel 2001 ha assunto la guida del Retail in Germania. Nel 2005 è entrata nel consiglio di amministrazione del gruppo Hypo Vereinsbank come responsabile di Asset Management, Private e Retail Banking. Nel 2007
ha fondato la propria azienda: CNB AG, primariamente improntata alla consulenza aziendale e al commercio di opere d’arte.
­Figlia di un albergatore di Castelrotto, in Alto Adige, ama le belle arti, fare passeggiate e le montagne.
16
Intervista
re commerciale ci si senta sempre più
un team. È a questo che sto lavorando
e lo trovo stimolante.
Come vuole creare questo
cambiamento culturale?
Trasmettendo alle persone l’idea che, in
ultima analisi, i Corporate Clients sono
il cuore della banca. È qui che si sviluppano i prodotti che rendono una banca
qualsiasi una di fiducia. Come piattaforma centrale, il settore Corporate
Clients si diffonde in tutti gli ambiti
commerciali di UBS: nella Investment
Bank, nell’Asset Management, nelle
operazioni dei clienti privati e nel
­Wealth Management. Il successo del
17
nostro settore dipende dalla coerenza e
dall’efficienza con cui viviamo questo
modello integrato. Meglio riusciamo a
incarnarlo, più successo avremo come
partner per i nostri clienti e migliore
sarà anche il nostro apporto alla banca
nel suo complesso.
pongono a una banca richieste più complesse. Naturalmente questo know-­how
deve anche raggiungere effettivamente i
nostri clienti in loco. Per noi sono altrettanto importanti, quindi, la formazione e il perfezionamento dei nostri
collaboratori.
Quali vantaggi avranno i clienti?
Come istituto a indirizzo globale disponiamo di un ingente know-how e
di un’ampissima gamma di prodotti
che una banca regionale non riesce a
offrire. Questo fa una differenza enorme, soprattutto per le aziende e le istituzioni che vogliono crescere o espandersi all’estero e che nell’insieme
Questi sono vantaggi di cui
possono beneficiare soprattutto
le aziende di maggiori
dimensioni. Quali sono i punti
di forza di UBS per le aziende
più piccole?
Le nostre dimensioni e il nostro knowhow offrono ai clienti l’opportunità
di attingere a una gamma globale di
Signora Novakovic: bianco o nero?
Christine Novakovic: «In ultima analisi, i Corporate
Clients sono il cuore della banca.»
Orso o toro?
Toro. Fondamentalmente penso positivo.
Innovazione o riduzione dei costi?
L’innovazione è l’unica cosa che mantiene in vita la creatività.
Teoria o prassi?
Tutte e due: nessuna delle due funziona senza l’altra.
Colloquio personale o PowerPoint?
Colloquio. Per me linguaggio del corpo e contatto visivo sono importanti.
Dolce & Gabbana o Dior?
Nessuno dei due.
Frédéric Chopin o Keith Jarrett?
Tutti e due. Ci manca soltanto Johann Sebastian Bach.
Vincent van Gogh o Andy Warhol?
Van Gogh, per la sua intensità ed espressività.
Mercedes o mountain bike?
Sarebbe cool se adesso dicessi mountain bike …
Parigi o Milano?
Nessuna delle due. La mia città preferita è Hong Kong.
Sylt o Sils Maria?
Sils Maria.
Moon boot o scarpe da trekking?
Scarpe da trekking. Sono più comode per raccogliere funghi.
Sylvester Stallone o Robert de Niro?
De Niro.
Novak Djokovic o Rafael Nadal?
Nadal.
UBS SERVICE Per PMI — luglio 2011
sempre di buonumore.
“Sono
E mi lascio coinvolgere
soltanto in conflitti per i quali
vale la pena lottare.
”
­ rodotti e a servizi finanziari di prima
p
­classe. La sfida consiste proprio nel
comprendere le precise esigenze di ogni
singolo cliente, per trovare una soluzione su misura. In tal senso, le dimensioni del cliente non hanno importanza. Se
riusciamo a seguire a lungo termine i
nostri clienti nel loro percorso, allora
facciamo un buon lavoro. La cosa più
importante è diventare la banca di prima scelta: la banca di fiducia. A tale
scopo offriamo proprio nel settore delle PMI il nostro pacchetto di base
UBS Welcome PMI con conto, carte di
credito, e-banking e operazioni di pagamento. Il primo anno è gratis.
I requisiti per le grandi banche
vengono ridefiniti. Le parole
chiave sono Basilea III e Swiss
Finish. Questo si ripercuoterà
sulla concessione di crediti?
È ancora presto per poter valutare con
precisione quali effetti avranno i requisiti più alti. Nelle operazioni di credito
la qualità delle nostre pendenze è complessivamente ottima grazie al fatto che,
nella nostra valutazione dei rischi, rivolgiamo la nostra attenzione al rapporto con il cliente nella sua totalità. In
questo modo, normalmente possiamo
valutare con relativa precisione gli
even­tuali rischi della concessione di un
credito. Ma lo Swiss Finish potrebbe
anche comportare che la qualità e l’intensità della relazione con il cliente aumentino di importanza.
Non è la prima volta che riveste
un ruolo dirigenziale per una
banca. Quando ha diretto la filiale di Citibank in Germania
la stampa economica le ha
conferito nel 2003 il premio
«Manager dell’anno». Due anni
dopo si è ritirata dal settore
finanziario. Cos’era successo?
Adesso forse sembra un po’ banale, ma
all’epoca avevo appena compiuto 40
anni e volevo cambiare qualcosa nella
mia vita. Il semplice fatto di essere
­stata la prima e finora l’unica donna
ad aggiudicarsi il titolo di «Manager
dell’anno» era già qualcosa di straordinario. E poi si dice che è bene smettere di fare qualcosa quando si è raggiunto il massimo.
Sinceramente, lei non ha
lasciato il posto soltanto per
seguire questo motto, vero?
In Citibank avevo uno dei compiti più
interessanti che ci si possa immaginare. Dovevo rimettere in riga il reparto
retail in Germania: grazie al sostegno
di uno straordinario team ci sono riuscita. Dopo il giro di boa, volevo effettivamente approdare ancora una volta
a nuovi lidi.
Per molto tempo prima della
sua carriera nelle finanze
desiderava diventare pianista
di concerti. È vero?
Sì, da giovane ero ostinatamente convinta che un giorno avrei svolto una
professione che avesse a che fare con la
musica classica o il balletto. Ma sicuramente non con una materia fredda e razionale come il settore bancario.
E nonostante ciò oggi se ne
occupa di nuovo.
Il motivo per cui oggi lavoro di nuovo
per una banca, in fondo, ha meno a che
fare con il settore finanziario che con
l’interesse in compiti dirigenziali.
E allora cosa la affascina?
Ho avuto la grande fortuna di avere un
esempio veramente buono già all’inizio
della mia carriera. Così ho imparato
che le emozioni e la personalità svolgono un ruolo importante proprio in un
mondo dominato dalle cifre. Il rendimento e la passione sono strettamente
correlati. Se si riesce a trasmettere questo concetto, con il proprio team si ot-
tengono prestazioni di spicco. E anche
i clienti lo percepiscono.
Da cosa dipende che, come
sempre, anche oggi solamente
poche donne riescono a
raggiungere i massimi livelli dirigenziali di grandi aziende?
Credo che in parte dipenda proprio da
noi donne. Molte di noi non hanno voglia dei conflitti interni che, purtroppo,
si devono affrontare per arrivare in alto.
In generale le donne si definiscono meno
in base allo stato o a un titolo gerarchico o al numero di collaboratori, quanto
piuttosto in termini di mansioni stesse.
Ecco perché la maggior parte è riluttante a dedicare tanto tempo alle lotte
interne per il potere, piuttosto che a fare
ciò per cui si è effettivamente pagate.
Conosco tante donne che sono arrivate
a un livello alto, ma che dopo un paio di
anni hanno detto: adesso basta. Sono
­diventate autonome o sono entrate in
aziende più piccole dove possono impiegare meglio le proprie capacità e anche
smuovere effettivamente qualcosa.
Possiamo dedurre che rispetto
alle sue colleghe lei ha una capacità superiore alla media di sopportare le sofferenze?
Beh, vede, io per natura sono sempre di
buonumore. Mi lascio coinvolgere soltanto in conflitti per i quali vale la pena
lottare. E poi mi appassiono soltanto
alle cose che posso cambiare in prima
persona. Per farla breve: ho imparato a
sopravvivere in un ambiente dominato
dagli uomini.
•
18
BUSINESS DI SUCCESSO
19
Coppia cool con
scarpe da favola
Moda e valute sono imprevedibili. Zapato SA,
ditta importatrice di calzature di
Basilea, gestisce entrambe con maestria.
Kaspar Meuli (testo) e Véronique Hoegger (foto)
A
Si completano perfetta­
mente: Fredi Jegerlehner
(a sinistra) è esperto
di tendenze della moda,
Andreas Eichenberger
­garantisce che i conti tornino.
UBS SERVICE Per PMI — luglio 2011
nche negli affari la fortuna
sorride agli audaci. Per la
ditta importatrice di calzature Zapato SA, la proposta
di rappresentare la marca
FitFlop si rivela un’opportunità redditizia: in soli tre anni, i sandali wellness alla
moda sono diventati la principale fonte
di fatturato dell’impresa commerciale.
Nei Paesi anglosassoni le FitFlop ­vanno
a ruba da tempo. Per farle conoscere
­anche da noi, Zapato punta sulla vicinanza al mondo della moda: l’impresa
di Basilea sponsorizza in Svizzera e in
­Austria il concorso per talenti «Elite
Model Contest».
Zapato ha mosso i primi passi
con una marca completamente diversa:
Dr. Martens, scarpe rozze ideate per gli
operai che dagli anni ’60 del secolo
scorso sono diventate di culto, non per
ultimo negli ambienti musicali. Quasi
nessun artista sarebbe salito sul palco
senza i Docs: dagli oscuri punk a superstar come Madonna o Elton John.
Quando nel 2004 Fredi Jegerlehner, uno dei due fondatori di Zapato,
ricevette da Dr. Martens la richiesta di
rappresentare questa marca come importatore generale, era già una vecchia
volpe nel settore calzaturiero. E il momento era giusto: Jegerlehner aveva già
lavorato come agente per Dr. Martens
e aveva appena ricevuto le prenotazioni dai negozi di calzature per la collezione successiva. Sapeva bene che la
marca stava andando forte. Ma per
creare una propria azienda gli mancava un partner esperto nel settore finan-
ziario: lo trovò nell’imprenditore Andreas Eichenberger. In breve decisero
insieme, convinti, di fondare Zapato
SA. Il loro modello commerciale? «A
dire il vero agiamo esattamente come
un importatore generale del settore
­automobilistico», dice Andreas Eichen­
berger; e aggiunge sorridendo: «Ma in
un ambito più ristretto.»
Oggi Zapato offre occupazione a
dieci collaboratori e da ditta importatrice generale gestisce in esclusiva tre
marche in Svizzera e in Austria. I due
basilesi riforniscono l’intero commercio al dettaglio: dalla boutique alla
moda alle catene di negozi come il
gruppo Dosen­bach-Ochsner, Fricker o
­SportXX della ­Migros.
Destreggiarsi con le valute
Gli affari vanno bene e la ditta
studia costantemente offerte per prodotti aggiuntivi. «Il nostro fatturato
cresce proprio bene», osserva Andreas
Eichenberger. Ma il responsabile delle
finanze di Zapato non specifica le cifre.
La moda è effimera. Ma Zapato,
grazie a Dr. Martens, ha nella manica
un vero e proprio long seller. «Negli
ultimi 50 anni queste scarpe hanno fatto parte di tutti i movimenti giovanili.
­Attualmente forse i Docs sono un
po’ meno richiesti, ma poi capita che ricompaiono», racconta Fredi Jegerlehner. «Revival di questo tipo sono possibili soltanto con una marca dalla
grande storia.»
Ma l’ambiente in cui Zapato si
muove è turbolento non soltanto per le
tendenze della moda. «Poiché compriamo la merce in Estremo Oriente e siamo attivi in Svizzera e in Austria, le nostre attività sono piuttosto complesse
dal punto di vista tecnico finanziario»,
dice Andreas Eichenberger. In concreto
Cash management
e gestione delle valute
I clienti UBS possono approfittare del
know-how di un fornitore leader nelle
operazioni globali di valuta:
• g aranzia della valuta estera, per
tenere in pugno i rischi valutari;
• UBS EUR Gateway Account,
l’accesso diretto ed economico allo
spazio UE / SEE;
• conto corrente UBS, la base per le
vostre operazioni bancarie;
• pagamenti all’estero, con UBS è
facile passare il confine;
• operazioni di valuta con
UBS Online Services, l’accesso
­diretto alla negoziazione globale
di divise;
• UBS Research, per avere in qualsiasi
momento informazioni aggiornate
sui principali mercati finanziari del
mondo.
Maggiori informazioni su
Cash management e gestione
delle valute di UBS su
www.ubs.com/cashmanagement
20
21
BUSINESS DI SUCCESSO
questi importatori di Basilea pagano in
dollari USA, ma emettono fatture in
franchi ed euro. «Ci giostriamo tra tre
valute», dice Eichenberger, «quindi per
noi i prodotti FX di UBS sono estremamente interessanti.»
Non per ultimi gli sviluppi turbolenti sui mercati dei cambi degli scorsi
mesi hanno posto il responsabile delle
finanze di fronte ad alcune sfide, che affronta con operazioni a termine su divise: una garanzia per i rischi valutari.
«Per noi è prioritaria la stabilità dei
prezzi», dice Fredi Jegerlehner. «Per la
nostra ditta è essenziale riuscire a calcolare in modo chiaro le spese per le
merci.» Zapato SA riesce a farlo stipulando contratti a termine su divise in
dollari USA, che permettono di mantenere stabili i prezzi d’acquisto perlomeno a lungo termine.
Ottimamente in rete con la zona
dell’euro
Un altro prodotto per la gestione
delle valute che Zapato SA ha imparato ad apprezzare è l’UBS EUR Gateway
Account, cioè un conto in euro che tec­
nicamente viene gestito da UBS Germania e serve da interfaccia per i rapporti
commerciali nell’Eurozona. Per l’importatore di scarpe, attivo sia in Svizzera che
in Austria, questo strumento si è rivelato estremamente utile. «Oggi nell’Eurozona veniamo trattati come se fossimo
un’impresa tedesca», afferma soddisfatto Andreas Eichenberger. Questo è
importante, ad esempio, per la restituzione dell’IVA o le formalità doganali.
Un ulteriore vantaggio dell’EUR Gateway Account: non ci sono spese per le
operazioni bancarie tra Svizzera e UE.
Da un punto di vista tecnico
finanziario lo specialista in calzature di
Basilea Zapato si muove in tutto e per
tutto sul terreno europeo. Da un altro
punto di vista, però, le metropoli come
Londra, Milano e Parigi battono il
tempo: «Siamo sinceri», pensa Fredi
Jegerlehner. «Le tendenze della moda
non vengono fissate in Svizzera: noi arranchiamo sempre con due o tre anni
di ritardo.»
•
UBS SERVICE Per PMI — luglio 2011
Eliska TofelKanalik si
prende tempo
per i propri
­pazienti, che
dovrebbero
sentirsi il meno
possibile
dal dentista.
Un sorriso contro
la paura
Nel suo studio dentistico Eliska
Tofel-Kanalik offre un ambiente
sereno. Per le sue finanze, UBS
è il partner ideale.
dal piano Tofel-Kanalik: «I miei pazienti devono avere il meno possibile la
sensazione di essere dal dentista.»
La serenità che si respira è dovuta sicuramente ai quadri con paesaggi
e alla musica discreta di sottofondo,
ma soprattutto ai modi accattivanti di
Eliska Tofel-Kanalik. «Mi prendo il
tempo necessario per stabilire un dialogo con i pazienti», dice la ceca trasferitasi in Svizzera cinque anni fa. «La cosa
primaria, infatti, è il rapporto personale tra paziente e medico.»
Eliska Tofel-Kanalik e suo marito Tom, laureato in filosofia che in previsione dell’apertura dello studio si è
perfezionato come assistente dentistico, avevano già dal principio le idee
chiarissime su come dovesse funzionare lo studio, anche dal punto di vista finanziario. Armati di business plan e un
vivace progetto di ristrutturazione, si
sono dati da fare con colloqui in banca
sulla piazza di Bulle.
Colpiti dalla positività
Hanno ottenuto la prima offerta
di finanziamento proprio dalla banca
alla quale si sono rivolti per ultima:
UBS. Ma la dentista non è entrata in affari con questa banca soltanto perché
UBS ha preso posizione in modo «rapido e chiaro» sul progetto Tofel-Kanalik.
«Ci siamo sentiti presi sul ­serio fin
dall’inizio e siamo rimasti colpiti dalla
positività con la quale il nostro consulente Raphaël Galley ha considerato il
nostro dossier», spiega Eliska TofelKanalik. «UBS ha dimostrato grande
flessibilità da ogni punto di vista.» E
poi tra tutte le banche contattate offriva le condizioni migliori.
Ma un dentista non dipende dal
sostegno di una banca soltanto per la
ristrutturazione e importanti investimenti come le poltrone e l’impianto
­radiologico digitale. Anche per il normale funzionamento è decisiva un’offerta che sia perfettamente su misura in
base alle necessità dello studio. Per questo Eliska Tofel-Kanalik approfitta del
pacchetto di servizi UBS Welcome PMI.
Per lei era particolarmente importante che le operazioni di pagamento elettroniche interagissero bene con il
software per la contabilità appositamente sviluppato per dentisti. Come dimostrato da una prova, l’interfaccia tra
i due programmi funzionava perfettamente fin dal principio.
Il progetto di Eliska Tofel-Kanalik di uno studio dentistico sereno ha
dato prova di sé. Già poche settimane
dopo l’apertura c’era un gran viavai di
pazienti. Non è una cosa scontata, considerando che la dentista laureata
all’Università di Olomouc, la seconda
più antica della Repubblica Ceca, non
ha potuto rilevare alcuna clientela fissa.
Cominciare da zero
Dopo un anno e mezzo di tenta­
tivi inutili di rilevare uno studio nel
Greyerzerland, ha deciso di «cominciare da zero». Il problema in caso di un
nuovo avvio è che per la pubblicità ai
servizi dentistici sono riservati posti limitati: in caso di nuova apertura sono
Kaspar Meuli (testo) e Véronique Hoegger (foto)
P
er aprire uno studio dentistico occorre soprattutto un locale idoneo. E trovarlo non è affatto facile. Deve avere un’ubicazione favorevole ed è bene che il proprietario non abbia
nulla da ridire sulle ristrutturazioni. I dentisti, infatti, hanno
bisogno di un’infrastruttura un po’ speciale. Oltre che dell’acqua, necessitano anche di aria compressa e tanta elettricità per l’impianto radiologico. E tutte queste installazioni non devono essere visibili. «La
nostra principale preoccupazione in fase di progetto era riuscire a sistemare le condutture a pavimento», ricorda Eliska Tofel-Kanalik.
Dopo lunghe ricerche, la giovane dentista ha trovato le premesse
ideali per il suo studio aperto a febbraio 2011. È vicinissimo alla stazione di Bulle, le stanze sono spaziose e luminose e grazie alla tinta giallo limone e azzurro irradia un’atmosfera spensierata. Proprio come previsto
consentiti soltanto annunci sui giornali.
Le inserzioni sulla stampa locale, compresa una simpatica foto della
­dentista Tofel-Kanalik, hanno sortito
gli effetti desiderati: «Posso soltanto
sperare che continui come finora», dice
la giovane e avventurosa ceca, che un
giorno ha deciso di utilizzare le proprie
conoscenze ginnasiali di francese per
candidarsi con un annuncio per un posto di lavoro a Bulle. Come sembra, si
è stabilita più a lungo nella piccola città ai piedi delle alpi friburghesi.
•
La nostra offerta per nuovi clienti
«UBS Welcome PMI» propone ai nuovi
clienti un’offerta completa, gratuita nel
primo anno, che semplifica gli affari
quotidiani.
• Il conto corrente, base per tutte le
operazioni bancarie, consente di
effettuare transazioni, operazioni di
pagamento e investimenti.
• Il Conto di risparmio UBS per le imprese, con durata del vincolo a
scelta, offre condizioni vantaggiose
per investire la liquidità in eccesso.
• Con le operazioni di pagamento
elettroniche si effettuano tutti i pagamenti on line: in modo rapido,
semplice e sicuro. Le entrate vengono accreditate immediatamente e
grazie all’interfaccia con i programmi di contabilità (KeyDirect) è
­possibile sincronizzare in automatico i crediti aperti.
• Con la UBS Maestro Card si può
pagare senza contanti, ma anche
ritirare contanti.
• UBS Business Card Basic semplifica
la gestione delle spese. Si possono
stabilire limiti individuali su un
massimo di cinque carte: i pagamenti in contanti e le spese anticipate ai collaboratori diventano
superflue.
Maggiori informazioni su
UBS Welcome per PMI su
www.ubs.com/pmi-welcome
Aprire uno studio è un’impresa dispendiosa. Per farlo, il sostegno
di una banca è particolarmente apprezzato.
NOZIONI
Come funziona
il factoring?
Il factoring libera liquidità
ed è idoneo per le
ditte in forte crescita.
Il factoring è lo strumento ideale per le aziende dinamiche che vogliono
disporre il più possibile nell’immediato dei propri crediti pendenti.
I
n una ditta commerciale di Lucerna, chiamiamola Elettronica SA, tutto andava benissimo, fino a quando il fondatore si ritirò dagli affari.
La figlia prese il suo posto e realizzò idee fresche: voleva vendere i componenti elettronici importati dall’Asia non soltanto in Svizzera, ma anche in tutta la zona germanofona. Il suo progetto si realizzò in modo
sorprendentemente rapido, ma la giovane e dinamica imprenditrice non aveva
considerato un aspetto: anche se il fatturato aumentò molto e i crediti aperti con
i fornitori raggiunsero livelli massimi, la ditta aveva sempre problemi di liquidità.
UBS SERVICE Per PMI — luglio 2011
23
Faticava a pagare i fornitori entro le
scadenze e una volta dovette anche lasciarsi scappare un’occasione straordinaria, quando le venne offerta a breve
termine una partita di prodotti particolarmente convenienti. Proprio allora
mancava la liquidità per l’acquisto.
In questa situazione lo strumento di finanziamento UBS Factoring
Flex si rivelò la soluzione perfetta per
accompagnare l’indomita crescita di
Elettronica SA. La ditta poteva garantire ai compratori all’ingrosso le condizioni di pagamento usuali del ramo, ottenendo tempestivamente liquidità
grazie al factoring.
Flessibilità e liquidità
Elettronica SA è soltanto una delle tante PMI che hanno imparato ad
­apprezzare i vantaggi del factoring. In
­parole semplici: liquidità offerta tempestivamente e outsourcing della gestione
dei debitori. Il factoring offre alle aziende un’elevata flessibilità finanziaria e
una migliore gestione della liquidità. E
l’impresa può concentrarsi sulle proprie attività primarie.
In concreto il factoring funziona
così: la ditta cede alla banca i propri
crediti verso i clienti e fornisce con regolarità un elenco dei debitori e le copie delle fatture emesse. Per la banca i
crediti pendenti sono una garanzia per
calcolare un limite del credito al quale
può accedere la ditta. A seconda della
composizione dei debitori, di norma si
tratta del 60 – 85 % della somma aperta delle fatture. Gli interessi vengono
pagati soltanto per il credito effettivamente percepito.
Le tasse vanno pagate per il secondo aspetto del factoring: se la banca
gestisce anche i debitori, per questo servizio fattura una commissione in base al
numero di fatture o al volume d’affari.
L’idea di fondo del factoring è che
le imprese dovrebbero ottenere il più rapidamente possibile i soldi per le prestazioni eseguite. Questo strumento per il
finanziamento dell’attivo circolante è
idoneo alle ditte di ogni dimensione. I
criteri minimi vengono rispettati già da
una ditta che emette dieci fatture al
mese, corrispondenti a un limite complessivo del credito di 50 000 franchi.
Il factoring risulta particolarmente interessante per le imprese in forte
crescita. Contrariamente ad altri strumenti di finanziamento, infatti, il fac­
“
L’idea di fondo è che le imprese
dovrebbero ottenere il più
rapidamente possibile i soldi
per le prestazioni eseguite.
”
toring è flessibile. Questo comporta che
i mezzi d’esercizio vengono finanziati
di pari passo con il crescente fatturato.
I mezzi liquidi sono sempre a disposizione ogni volta che si tratta di pagare i
salari oppure i fornitori e non soltanto
quando i clienti hanno pagato le fatture. In questo modo aumenta il margine
di manovra delle imprese.
Ammortizzare i lunghi termini di
pagamento
Un’altra situazione in cui il fac­
toring viene particolarmente apprez­
zato anche dalle ditte più piccole è
­rappresentata dai rapporti commerciali con i grandi clienti, che esigono dai
propri fornitori condizioni di pagamento scon­venienti. Termini di pagamento
di 90 giorni possono portare rapidamente a problemi di liquidità. Ma quale PMI può permettersi di insistere su
termini più brevi? In questa situazione
il factoring aiuta a ottenere mezzi liquidi appena la merce viene consegnata
oppure le prestazioni vengono eseguite
e fatturate.
Una terza condizione favorevole
del factoring: grazie alla liquidità aggiuntiva i clienti possono sfruttare nei
confronti dei propri fornitori gli sconti
di pagamento e approfittare degli sconti commerciali.
Ritratto: Elizabeth Traynor, foto: Raffinerie
22
UBS Factoring offre tre soluzioni
diverse
• UBS Factoring Flex è una soluzione
full service particolarmente idonea
al miglioramento della gestione
­della liquidità e alleggerisce i clienti
dalla gestione dei debitori.
• UBS Finance Flex è uno strumento
di finanziamento flessibile con il
quale i debitori continuano a essere
gestiti dal cliente. Questa soluzione
viene definita in house factoring
e si presta per ditte di dimensioni
maggiori con un largo portfolio di
debitori.
• UBS Purchase Flex è una variante
del factoring che prevede la vendita, piuttosto che la cessione, dei
propri crediti alla banca da parte
del cliente.
Il factoring è stato sviluppato negli anni
’60 del secolo scorso negli USA e da
tempo è considerato un collaudato repertorio di forme di credito sia là che in
altri Paesi come la Germania, la Gran
Bretagna e la Francia.
Il factoring è sempre più apprezzato
In Svizzera, invece, il factoring
non è ancora molto diffuso. Questo
principalmente per motivazioni storiche: per tanto tempo le banche locali
sono ricorse ai crediti pendenti come
garanzia soltanto se i loro clienti ave­
vano l’acqua alla gola. Ma questo non
succede più da tempo. Sempre più clienti UBS ritengono il factoring un importante strumento per il finanziamento
dell’attivo circolante e l’ottimizzazione
della liquidità.
•
Samy Amara
è specialista in soluzioni di credito
presso UBS Svizzera.
Con i suoi colleghi
fornisce consulenza
alle imprese nella
scelta e nell’utilizzo del factoring e
di altri prodotti.
Termini tecnici
Tutto sul
factoring
Liquidità
Per liquidità si intende la capacità di
un’impresa di rispettare nei termini i
propri impegni di pagamento. In senso
stretto questa parola designa la disponibilità di mezzi liquidi di un’impresa,
ma anche del mercato monetario e finanziario.
Attivo circolante
L’attivo circolante è composto dalle parti del patrimonio aziendale destinato a
circolare nel processo aziendale. Oltre
alla liquidità, vi fanno parte anche le
merci e i crediti che di solito vengono rapidamente trasformati in mezzi liquidi.
Cessione
Una cessione è il trasferimento di un debito regolato da un contratto. Il creditore originario cede il proprio credito a un
nuovo creditore. Si distingue fra cessione tacita e aperta. Nel caso della cessione tacita il creditore cede i propri crediti senza informare il debitore, mentre
con quella aperta il debitore viene informato del trasferimento.
Rischio delcredere
Si tratta del rischio che i crediti dei clienti per le merci consegnate o per prestazioni eseguite vengano pagati soltanto
in parte o per nulla. Il rischio delcredere
è particolarmente elevato nel commercio estero a causa dei diversi rapporti
giuridici a livello internazionale.
In house factoring
Con il factoring una ditta cede a una
banca i crediti nei confronti dei propri
clienti e anche la relativa gestione. L’in
­house factoring è una variante del factoring che prevede che una ditta con­
tinui a gestire i propri debitori. Viene
sfruttata soprattutto dagli imprenditori
più grandi.
24
ANALISI
25
“
L’inflazione è l’inferno
dei creditori e il paradiso
dei debitori. André Kostolany
L’inflazione arriva,
ma solo più tardi
La spinta inflazionistica si farà sentire
più avanti
Ci troviamo quindi alla vigilia
della temuta spinta inflazionistica? Lo
escludiamo per il momento. Finora
l’inflazione è stata quasi esclusivamente stimolata dal forte aumento dei prez­
zi delle materie prime. Se questi rimarranno fermi ai livelli correnti si
prevedono presto nuovamente tassi
d’inflazione più contenuti. E se, contrariamente alle nostre previsioni, l’economia dovesse crollare in modo più
drammatico la deflazione potrebbe tornare a fare paura. Ciò potrebbe indurre l’istituto di emissione USA a immettere ulteriormente nuovo denaro sul
mercato per dare nuovo vigore all’economia. Tuttavia, ciò comporterebbe il
rischio ancora maggiore di fare aumentare notevolmente l’inflazione in un secondo momento.
Se, però, la ripresa mondiale
dell’economia continua, è probabile
che le misure estremamente espansive
in materia di politica monetaria vengano cautamente ridotte con un conseguente aumento progressivo dei tassi
d’interesse di riferimento. In un tale
scenario tutto dipende dal fatto che le
banche centrali aumentino per tempo
gli interessi in modo sufficientemente
vigoroso. Qualora gli interventi siano
in ritardo o esitanti l’inflazione aumenterà prima che le misure di contenimento possano sortire i loro effetti.
Negli USA e nell’Eurozona la quantità di denaro
cresce più velocemente rispetto al volume totale delle merci. Tuttavia, l’inflazione è stata finora contenuta. Resta da chiedersi per quanto tempo ancora.
L
o spettro dell’inflazione si
aggira ovunque. A causa
dell’aumento dei prezzi delle materie prime, nel primo
semestre di quest’anno i
tassi d’inflazione sono aumentati notevolmente in tutto il mondo. Tuttavia, le
opinioni riguardo allo sviluppo dell’inflazione sono molto discordanti.
Mentre gli uni credono che l’aumento dell’inflazione sia solo passeggero e che il mondo nel caso di un nuovo
indebolimento dell’economia ricadrà
in una fase deflazionaria, vale a dire in
una situazione caratterizzata da prezzi
al ribasso, gli altri, tenendo conto soprattutto dell’aumento enorme del volume di denaro, dipingono drammatici
scenari iperinflazionistici. Ma chi ha
ragione?
Si crea inflazione quando in
un’economia il volume di denaro cresce
più rapidamente rispetto al volume delle merci prodotte. Ed è proprio questo
quello che è successo negli ultimi due
anni a livelli mai visti prima. Per fronteggiare la crisi finanziaria e del debito
tutte le banche centrali importanti hanno aumentato massicciamente il volume
di denaro. Ma questo non è sufficiente
per creare immediatamente inflazione in
modo diffuso. Negli ultimi due anni si è
visto che nonostante l’aumento enorme
del volume di denaro a livello globale
l’inflazione è rimasta piuttosto bassa. Il
denaro deve prima di tutto «arrivare
alla gente». Ciò significa che le banche
devono concedere crediti, il consumo e
gli investimenti devono prendere il via.
L’inflazione viene a crearsi solo quando
il denaro viene messo in circolazione più
rapidamente e non tesaurizzato presso
banche, imprese o privati. E non da ultimo, in genere il rincaro si fa sentire
quando la situazione si fa difficile sui
mercati del lavoro, cioè quando i lavoratori specializzati diventano rari, i salari aumentano mettendo in movimento
la spirale salari-prezzi. Ciò accade in
molti paesi emergenti asiatici e sempre
più anche in Svizzera e in Germania. Gli
USA, così come i paesi dell’Europa meridionale colpiti dalla crisi, sono ancora
lontani da tali scenari.
Rubinetti monetari aperti negli USA
700
2.5
600
2.0
500
400
1.5
300
1.0
200
0.5
100
0
0
1920
1930
1940
1950
UBS SERVICE Per PMI — luglio 2011
1960
1970
1980
1990
2000
2010
Dall’ottobre 2008 l’istituto di
emissione USA ha aumentato il volume di denaro da un bilione di
dollari statunitensi (cioè 1000 miliardi) a oltre 2,5 bilioni. In questo
modo si è creata una premessa fondamentale per la svalutazione del
denaro. Tuttavia, la massiccia quantità di denaro in più non ha creato
la spinta inflazionistica ampiamente
temuta.
Volume di denaro (in bilioni di USD, scala
a sinistra)
Prezzi al consumo (indice, scala destra)
Fonti: Thomson Reuters, UBS WMR
Ritratto: Elizabeth Traynor
3.0
”
Il paradiso dei debitori, l’inferno dei
creditori
Per sapere a chi giova e a chi nuoce l’inflazione basta leggere le parole di
André Kostolany: «L’inflazione è l’inferno dei creditori e il paradiso dei debitori.» Se si tiene conto dell’enorme
indebitamento (estero) degli USA si
comprende subito che lì un «incidente»
nella lotta all’inflazione è molto più
probabile. Infatti, un’inflazione maggiore e un tasso di cambio del dollaro
in ulteriore picchiata mettono gli USA
nelle condizioni di poter scaricare co-
modamente i loro problemi d’indebitamento sui loro creditori.
L’esperta americana di storia
dell’economia Carmen Reinhart ha
scritto in un suo recente articolo di
come gli stati indebitati in passato abbiano cercato ripetutamente di ridurre
le loro montagne di debiti attraverso
tassi d’inflazione maggiori, puntando
spesso su complessi meccanismi normativi che obbligassero risparmiatori e
investitori a mantenere elevati volumi
di obbligazioni statali che perdevano
continuamente valore: attraverso delle
norme più rigide le banche vengono
­costrette a mantenere le loro liquidità,
mentre le casse pensioni vengono tenute sotto il mantello della «sicurezza».
Questo è quello che succede anche oggi in tutto il mondo, anche se in
misura diversa. Da questo punto di
­vista l’inflazione non è altro che una
tassa a scapito di quei risparmiatori
che non possono tutelarsi contro gli effetti infidi di questa politica.
I vostri investimenti sono immuni
all’inflazione?
Il mio consiglio: fatevi un’idea del
volume degli investimenti a rischio d’inflazione nel vostro portafoglio (compresa la cassa pensione), inclusi il denaro in contante e le obbligazioni (statali)
a lungo termine. Pensate a quanto volete che sia alto questo volume rispetto
allo sviluppo dell’inflazione. Se necessario, distribuite parti del vostro porta­
foglio in investimenti come materie
­prime, immobili o anche azioni che offrono una maggiore protezione contro
l’inflazione.
•
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UBS service per PMI
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Interviste agli analisti UBS su temi economici attuali (in inglese o tedesco).
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Daniel Kalt
è capoeconomista
per la Svizzera
presso UBS.
Una pubblicazione per investitori attivi che fornisce informazioni e prognosi utili alle decisioni d’investimento.
Contattate il vostro consulente alla
clientela.
26
CURIOSITÀ
27
Zelo,
fumo
e Verdi
Jörg Becher (testo) e
Jos Schmid (foto)
A
Il premiato inventore Lianpeng Jing: ama l’opera e canta mentre lavora.
UBS SERVICE Per PMI — luglio 2011
l microscopio sono tutte
uguali: rosse e tonde. Minuscole particelle che si ammassano spontaneamente e
si muovono come catene di
carbonio nell’aria: fuliggine! Lianpeng
Jing è esperto di questo sottoprodotto di
tutti i motori a combustione interna. Ma
c’è di più: ha perfezionato la capacità di
produrre particelle di fuliggine precise
al nanometro, nella quantità e concentrazione desiderate. «Sono noto come
esperto e i miei strumenti sono leader a
livello mondiale», spiega con una punta
di orgoglio questo lavoratore certosino
immigrato dalla Cina.
A dire il vero, la sua vita avrebbe
dovuto prendere tutt’altra direzione.
Lianpeng Jing fa parte di una famiglia
di artisti di Pechino. Suo padre e uno
dei suoi fratelli maggiori erano cantanti d’opera popolare cinese. Fin dall’infanzia il piccolo Jing voleva solamente
una cosa: diventare cantante d’opera o
attore. All’inizio il suo sogno sembra
avverarsi. A undici anni aveva supe­rato
le severe selezioni dell’Opera di Pechino. Ma per un cavillo burocratico gli
venne negato l’accesso nella sezione
delle nuove leve di questa rinomata istituzione. Non gli restò altro che trovare
una nuova strada. Presto gli venne sottratto il sogno professionale, quindi il
giovane amante della cultura scelse la
strada della resistenza minima e optò
per una formazione nel campo delle
scienze naturali. Gli sarebbe interessato maggiormente uno studio a indirizzo sociale, ma ci sarebbero state ben
più possibilità di urtare contro la dottrina di partito. Jing si occupò quindi
per forza di chimica. Una volta conclusi gli studi, nel 1985 arrivò in Svizzera.
Ma qui il suo diploma non venne
riconosciuto, quindi si fece convincere
che nella sua situazione la cosa più sensata sarebbe stata riallacciarsi a quanto finora appreso. Contrariamente alla
propria inclinazione artistico-musicale,
Jing si iscrisse nuovamente a chimica a
Berna. Tre anni dopo conseguì il diploma universitario svizzero e allo zelante
immigrato venne offerta l’opportunità
di svolgere una tesi di dottorato. Jing
approfondì le «emissioni di particelle
dei motori diesel». Diversi uffici federali si dimostrarono interessati, così venne incoraggiato a mettere in pratica le
proprie scoperte presso il PF di Zurigo
nell’ambito di una borsa di studio di ricerca. «La mia dissertazione costituisce
la base per lo sviluppo del generatore
di fuliggine», ricorda Jing. «Poi sapevo
benissimo a che cosa servisse in pratica
e cosa mancasse ancora sul mercato.»
Leader mondiale per generatori di
fuliggine
Con queste conoscenze speciali
non c’era niente di più immediato che
rendersi autonomo. Quindi dopo gli
studi il giovane Jing provò a commercializzare fumo standardizzato e riproducibile. Con la sua ditta individuale
con sede a Zollikofen (BE) oggi è leader sul mercato mondiale di generatori
di fuliggine. Da tempo vende i propri
apparecchi non più soltanto in Europa,
ma li esporta anche negli USA, in Giappone, nella Corea del Sud e in Cina. Altri all’industria automobilistica: con le
sue precisissime «macchine inquinanti
in miniatura» rifornisce anche produttori di filtri industriali, istituti di ricerca e laboratori di analisi. «Anche
l’agenzia spaziale NASA ha già ordinato tre generatori di fuliggine», afferma
con gioia il cinese, che nel frattempo ha
ottenuto la cittadinanza svizzera. Nel
2004 gli è stato anche conferito il premio per giovani imprenditori della fondazione De Vigier.
Lo specialista in fuliggine, con
tanto di dottorato, si occupa di tutti i
lavori: dal design delle apparecchiature alla produzione, fino alla spedizione. Ognuno dei suoi generatori di
fumo è un pezzo unico, personalizzato
sulle esigenze del relativo utente. Jing è
un autodidatta convinto. È uno che si
perfeziona in modo mirato e amplia
così la gamma delle proprie competenze. «Mi compro i libri adatti e imparo
da solo.»
Il richiamo delle belle arti
Per il resto Jing è una persona che
raramente forza le cose. Non fa pubblicità attiva, non invia alcuna newsletter
e non si presenta alle mostre mercato.
Gli interessa un modello commerciale
a lungo termine, non il guadagno a breve: «Non ho debiti e posso smettere in
qualsiasi momento, se gli affari non
­dovessero andare più. Per me questo è
molto importante, anche se si potrebbe
pensare che sono un uomo d’affari
troppo poco aggressivo», rimugina il
fornitore di nicchia.
L’entusiasmo contenuto di Jing è
comprensibile, se si pensa che la costruzione di macchine per la fuliggine è
nata dalla necessità. Ma il suo cuore
non batte per i lavoretti metrologici,
bensì come sempre per le belle arti:
film, canto e teatro. A Jing piace tantissimo l’opera italiana. Talmente tanto
che l’anno scorso ha fatto domanda
per lo show del sabato «Die grössten
Schweizer Talente» (i maggiori talenti
svizzeri). Con «O sole mio!» ha raggiunto le eliminatorie. Ma questo non
basta alle ambizioni artistiche di Jing:
«Mi candido nuovamente», promette
il multitalento di Pechino.
mi serve una nuova
“Secapacità,
mi compro i libri
e imparo da solo.
”
•
Contatti per PMI
Il portale PMI di UBS
Per prendere le decisioni giuste ser­vono
informazioni fondate: per non farvi cercare troppo a lungo, abbiamo raccolto
le principali nel nostro portale PMI.
­Troverete maggiori informazioni su costituzione di società, pagamenti, finanziamenti, investimenti, previdenza, import / export, immobili o pianificazione
successoria, ecc.
www.ubs.com/pmi
UBS Service Line PMI
Al numero 0844 853 003 troverete informazioni generali sulle operazioni
ban­carie giornaliere: 24 ore al giorno,
365 giorni all’anno. Consulenza indi­
viduale su questioni come pagamenti
in entrata, conti aggiuntivi oppure una
modifica delle procure, ecc.: da lunedì
a venerdì, dalle ore 8 alle 18.
La UBS Service Line per PMI offre aiuto
anche in caso di questioni meno quotidiane come la costituzione di ditte
­oppure domande su finanziamenti, investimenti, previdenza oppure pianificazione della successione aziendale:
creiamo per voi il contatto con i nostri
specialisti.
www.ubs.com/serviceline-pmi
UBS e-banking Support
Al numero 0848 848 063 troverete 24
ore al giorno, 365 giorni all’anno, un
­sostegno per l’UBS e-banking. Così potrete svolgere le vostre operazioni bancarie on line quando volete, senza mai
rinunciare al sostegno eventualmente
necessario.
www.ubs.com/e-banking
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Questa pubblicazione viene distribuita solo
a fini informativi e non rappresenta né
un’offerta né una sollecitazione di offerta
diretta alla compravendita di prodotti
di investimento o di altri prodotti specifici.
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prodotti e prezzi in qualsiasi momento
­senza preavviso. Alcuni prodotti e servizi
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­possono essere offerti in tutto il mondo in
modo incondizionato e / o potrebbero
non essere idonei alla vendita a tutti gli
investitori. © UBS 2011. Il simbolo
delle chiavi e UBS sono fra i marchi protetti
di UBS. Tutti i diritti riservati.
Una brillante innovazione.
Congratulazioni.
Gourmet15box ha vinto il prestigioso
Swiss Economic Award 2011
nella categoria Produzione/Artigianato.
L’azienda, fondata nel 2007, si è aggiudicata
il principale riconoscimento destinato alle
giovani imprese svizzere. Il servizio di consegna
a domicilio di menu a più portate appena
preparati, creato da Susanne Schanz, è riuscito
in breve tempo ad occupare una nicchia di
mercato ancora inesplorata. UBS si congratula
vivamente per questo brillante successo e
augura a Gourmet15box un radioso futuro.
Le PMI e le loro soluzioni innovative rappresentano il motore e la spina dorsale dell’economia
svizzera. Per questo e per far sì che anche
in futuro l’innovazione e l’imprenditorialità
continuino a far sentire forte la loro voce,
ci impegniamo da oltre un decennio a favore
dello Swiss Economic Forum.
Non ci fermeremo
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Lianpeng Jing: inventore, cantante d`opera, leader mondiale