Consigliera Nazionale di Parità
FORUM PA: ALESSANDRA SERVIDORI – CONSIGLIERA NAZIONALE DI PARITA’
Ringrazio le consigliere presenti che da ogni parte d’Italia hanno voluto partecipare a
questa nostra iniziativa in un ambito così importante come il FORUM PA 2013.
Ringrazio altresì le/i relatrici/ori che animeranno la nostra giornata di lavoro e le/i
partecipanti, che rappresentano altri organismi ministeriali e istituzionali con i quali
abbiamo fatto o comunque faremo percorsi interessanti.
Io sono convinta che il lavoro di squadra, soprattutto sui temi dell’occupabilità femminile,
come sostiene l’attuale Ministro Giovannini, preceduto da Fornero e ancora prima da
Sacconi, sia una opportunità prima di tutto culturale che, portata avanti sistematicamente e
con determinazione, può sostenere lo sviluppo di questo nostro Paese.
Noi Consigliere di parità siamo convinte che anche in condizioni molto difficoltose, come le
attuali, sia necessario perseverare nella ricerca di preziosi alleati con i quali agire
concretamente. Sicuramente, il Dipartimento della Funzione Pubblica e il gabinetto del
Ministro, attraverso la Prof.ssa Fiore è un’alleata strategica ed indispensabile. Formez PA
inoltre, da tre anni rappresenta per noi un partner con il quale sviluppare progetti molto
positivi e ben finalizzati. Ne parleranno più compiutamente durante la mattinata le/i
relatrici/ori, intanto a me preme ricordare e informarvi, sulle altre importanti attività che,
non solo con Formez PA, abbiamo messo in campo:
o la promozione della conoscenza delle nuove riforme e delle regole del lavoro, dei
contesti e delle possibilità di inserimento e della crescita occupazionale sia per i
giovani maschi sia per le femmine, e delle politiche attive del lavoro offerte da
soggetti pubblici e privati sul territorio, per sostenere e ottimizzare l’occupabilità
femminile;
o stiamo promuovendo esperienze di lavoro, attraverso l’offerta di stage, tirocini e
lavoro accessorio, realtà rese disponibili nel periodo estivo e/o nelle festività
natalizie, attraverso la possibilità di un riconoscimento economico simbolico
dell’esperienza, finanziata da un accordo tra le parti pubbliche e private. Ci siamo
dotati di materiale sintetico (opuscoli semplici ma efficaci) che abbiamo distribuito
nelle scuole;
o abbiamo attivato una serie d’incontri a carattere itinerante sull’intero territorio
nazionale. Lo scopo delle iniziative è collegare giovani donne inoccupate e donne
1
disoccupate con operatori del mercato del lavoro. Un grande successo che in
queste ore ha visto la ratifica di un Tridente operativo Consigliere - Ispettori –
Consulenti del Lavoro, per una serie di proposte di alto livello formativo territoriale
da giugno fino a dicembre 2013;
o saremo nuovamente in campo per sviluppare, per conto del Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali, i Corsi sulle PO con particolari criteri dettati a
sistema per la valutazione delle performance di genere nella PA. La finalità di
questo lavoro interministeriale, interdisciplinare, associativo è di parlare lo stesso
linguaggio, aggiornarsi reciprocamente per sostenere un circolo virtuoso finalizzato
a favorire l’occupabilità femminile e giovanile, creando allo stesso tempo reti di
sostegno e di sistema;
o le esperienze sui CUG. Per noi Consigliere di parità, sono di notevole interesse e
la partecipazione, sia a livello nazionale - come Gruppo che monitora la
sperimentazione delle linee guida, che si occupa dei quesiti (oltre 200 risposte) - sia
a livello territoriale che vede la Consigliera di parità sostenere l’azione in campo
senza confondere i ruoli tra i vari soggetti che operano sul mercato del lavoro,
perseguendo insieme un unico obiettivo, è una posizione di strategica peculiarità.
A tale proposito, non posso non citare, l’iniziativa di Varese e di Ispra, due
esperienze straordinarie, per aver coinvolto tutti i partner locali a Varese, e l’OIV in
ISPRA. Ascolteremo l’intervento della Presiedente del CUG del Ministero della
Salute che, dall’inizio del nostro percorso, è un riferimento di reciprocità molto
concreto e pro/attivo. I modelli di funzionamento dei vari CUG sono utilissimi per
trarne suggerimenti e idee;
o abbiamo contribuito al successo del Progetto presentato dal MEF. Siamo
orgogliose infatti di aver partecipato concretamente al raggiungimento per il MEF
(Ministero dell’Economia e delle Finanze) di un concreto obiettivo: il Progetto che
ha presentato al Nation Public Service Awards – UNPA, che è stato giudicato, dalle
Nazioni Unite, come meritevole e come miglior progetto della PA. Si tratta di un
servizio che il MEF assicura ai figli dei propri dipendenti: nei periodi di chiusura
delle scuole, uno spazio ricreativo per chi non ha a chi affidare i propri figli. Un
pragmatico esempio di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;
o noi, come Staff della Consigliera Nazionale di Parità, abbiamo svolto nel ruolo
di docenti, il corso per le Pari Opportunità. La serie di lezioni, si è svolta prima
per gli OIV (su mandato della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione),
successivamente per tutti i dirigenti del Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali. Quest’anno, su mandato del Ministero del Lavoro, ci apprestiamo a tenere
un nuovo ciclo di lezioni per i nostri neo dirigenti;
o come ben sappiamo, le norme sono in costante evoluzione e per il ruolo che
ricopriamo, siamo tenute ad un costante aggiornamento. È importante
ricordare:
 la legge 215/2012 (Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle
rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei
consigli regionali. Disposizioni in materia di pari opportunità nella
2
composizione
delle
commissioni
di
concorso
nelle
pubbliche
amministrazioni);
 legge 120/2011 Donne nei CdA: la parità di accesso agli organi di
amministrazione e di controllo delle società quotate in mercati
regolamentati. Abbiamo fatto un’operazione di sensibilizzazione e di
appoggio alla divulgazione della legge;
o sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, noi siamo in prima linea. Dallo
sviluppo del TU81/2008 in Commissione consultiva, abbiamo raggiunto obiettivi
innovativi sui criteri da adottare sui luoghi di lavoro per assicurare la prevenzione,
la salute e la sicurezza anche in dimensione di genere;
o il nostro OSSERVATORIO nazionale sulla contrattazione, la nostra Banca Dati
sulle discriminazioni e la raccolta giuslavorista e normativa sulle tematiche
del mercato del lavoro, rappresentano un prodotto eccellente, una
documentazione straordinaria a disposizione di tutti gli operatori del MDL, di prassi
che riconducono alla flessibilità, alla conciliazione, alla produttività e alla
dimensione organizzatoria innovativa e versatile dalla quale attingere.
La misurazione delle performance in dimensione di genere, prevede una formazione
culturale a sistema dei criteri che coinvolgono l’aspetto organizzatorio dell’azienda
pubblica, delle/dei lavoratrici/ori, delle/dei clienti e dunque del servizio. Vi sono poi novità
sostanziali per la Pubblica Amministrazione, sulle quali sono convinta, abbiamo a
disposizione una strada da percorrere insieme.
La pratica della denuncia della irregolarità non costituisce solo una sfida per le Parti
Sociali ma anche e soprattutto per la Pubblica Amministrazione e naturalmente per il
benessere organizzativo e per noi che ci occupiamo di qualità del lavoro.
I primi ad esser chiamati a “soffiare il fischietto” infatti, sono proprio i dipendenti statali.
Con la legge n.190/2012, meglio nota come legge anticorruzione, il Legislatore ha
disciplinato, per la prima volta nella storia dell’ordinamento italiano, questo fenomeno,
mediante l’aggiunta dell’articolo 54-bis al decreto legislativo n. 165/2001. Da un punto di
vista politico, la c.d. legge anticorruzione è sempre stata un terreno di scontro tra le due
maggiori forze rappresentate in Parlamento e questa situazione ha paralizzato per lungo
tempo l’attività normativa in merito. Tale stallo politico, ha di fatto aumentato il ritardo
dell’Italia nel dotarsi di un apparato legislativo specificatamente dedicato alla lotta
alla corruzione. Solo con l’Esecutivo guidato dall’ex premier Mario Monti la
situazione si è sbloccata e non senza aspre polemiche, il provvedimento è entrato in
vigore nel novembre del 2012.
Come chiarisce l’articolo 59 della legge n. 190/2012, le disposizioni di prevenzione alla
corruzione sono da intendersi come una diretta attuazione dell’articolo 97 della
Costituzione e, in quanto tali, si applicano a tutte le Amministrazioni Pubbliche ex articolo
1, comma 2, del decreto legislativo n. 165/2001. Per rafforzare l’imparzialità del sistema
pubblico italiano, dunque, si procede mediante la costruzione di un complesso e articolato
impianto normativo fatto di pesi, contrappesi, controlli incrociati e sistemi di prevenzione.
3
La normativa riguardante il fenomeno della denuncia di irregolarità, viene inserita
all’articolo 54-bis del decreto legislativo n. 165/2001, rubricato Tutela del dipendente
pubblico che segnala illeciti. Nel dettaglio, il comma primo prevede che: «il pubblico
dipendente che denuncia all’autorità giudiziaria o alla Corte dei conti, ovvero riferisce al
proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione
del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura
discriminatoria, diretta o indiretta, aventi effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati
direttamente o indirettamente alla denuncia». Il dipendente che denuncia dunque, non
può subire ritorsioni né lavorative né essere oggetto di qualsiasi forma di discriminazione.
È bene sottolineare, tuttavia, come il Legislatore abbia chiarito che le condotte illecite da
denunciare devono essere riconducibili al rapporto di lavoro e non riguardare l’attività
amministrativa in generale. Il dipendente che denuncia nella sua declinazione italiana,
rimane così dentro gli spazi ristretti dell’ufficio dove si svolge la prestazione lavorativa e
non tocca l’Amministrazione Pubblica tout court.
Altre forme di tutela nei confronti del denunciante sono previste dal successivo comma
secondo per cui: «nell’ambito del procedimento disciplinare, l’identità del segnalante non
può essere rivelata, senza il suo consenso, sempre che la contestazione dell’addebito
disciplinare sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione.
Qualora la contestazione sia fondata, in tutto o in parte, sulla segnalazione, l’identità può
essere rivelata ove la sua conoscenza sia assolutamente indispensabile per la difesa
dell’incolpato».
A sorvegliare contro ritorsioni di tipo discriminatorio nei confronti di coloro che
procederanno a denunciare illeciti, l’articolo 54-bis pone il Dipartimento della
Funzione Pubblica. Da qui naturalmente noi, come Consigliere di parità, partiamo
per rilanciare la nostra iniziativa, lasciando la parola alle relatrici e ai relatori che ci
aiuteranno a dialogare e insieme ad approfondire i temi oggetto del nostro incontro.
ALESSANDRA SERVIDORI
FORUM PA
MAGGIO 2013
4
Scarica

La contrattazione collettiva, sia nel settore pubblico che nel