REGIONE VENETO
ULSS N° 1 BELLUNO
DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE
SERVIZIO PREVENZIONE IGIENE e SICUREZZA
negli AMBIENTI di LAVORO
RELAZIONE ANNUALE di ATTIVITÀ 2013
e
PROGRAMMA 2014
PRESENTAZIONE
Anche quest'anno ci presentiamo all'opinione pubblica attraverso la pubblicazione del consuntivo
dell'attività svolta nell’anno trascorso e della programmazione per l’anno in corso.
Il “resoconto dell’anno” rappresenta un’occasione per parlare del Servizio, dei suoi risultati e delle
sue strategie. Infatti, l’obiettivo del rapporto annuale non è solo quello di pubblicare i “numeri” ma quello di
garantire una informazione chiara e trasparente, dando un senso ai numeri.
Il rapporto testimonia il lavoro di tutto il personale del Servizio, medici, tecnici della prevenzione,
chimico, assistenti sanitarie e personale amministrativo, documenta le prestazioni effettuate e le attività
progettate per fornire risposte concrete ai bisogni del territorio, rende pubbliche le modalità di lettura e di
analisi dei rischi del tessuto produttivo e dei problemi di salute dei lavoratori e le strategie adottate per la
loro riduzione, così da stimolare il confronto e la partecipazione.
Il documento è suddiviso in capitoli, relativi ai vari campi di intervento, in cui vengono illustrate le attività
svolte nel corso del 2013, i metodi di lavoro seguiti e gli obiettivi per il prossimo anno.
Sperando che questo possa contribuire ad accrescere la collaborazione reciproca, si accolgono
con piacere eventuali osservazioni o proposte dai lettori della presente relazione.
INDICE
INDICE
pag. 2
IL SERVIZIO SPISAL
Mission e attività
Organizzazione – Operatori
pag. 3
pag. 4
CARATTERISTICHE PRODUTTIVE DEL TERRITORIO
pag. 5
RIEPILOGO DELLE ATTIVITÀ SVOLTE
pag. 6
INTERVENTI DI COMPARTO
Prevenzione in Agricoltura
Prevenzione in Edilizia
Prevenzione nelle aziende ad alto indice infortunistico
Prevenzione del rischio da ambienti confinati
Prevenzione dei rischi nel comparto delle Onoranze Funebri
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
GLI INFORTUNI SUL LAVORO
Le inchieste giudiziarie per infortuni
pag. 14
pag. 15
LE MALATTIE PROFESSIONALI
Le inchieste giudiziarie per tecnopatie
pag. 17
pag. 18
AMBULATORIO DI MEDICINA DEL LAVORO
Resoconto e descrizione delle attività svolte
pag. 19
IGIENE E TOSSICOLOGIA INDUSTRIALE
Resoconto e descrizione delle attività svolte
Controllo sulle attività di rimozione dei materiali contenenti amianto
Ricerca attiva dei siti lavorativi con presenza di amianto
Regolamenti REACH e CLP
pag. 21
pag. 22
pag. 23
pag. 24
ATTIVITÀ DI PROMOZIONE DELLA SALUTE E DELLA
SICUREZZA SUL LAVORO
Assistenza e informazione
Promozione della cultura della sicurezza nelle scuole
Promozione degli stili di vita corretti negli ambienti di lavoro
Progetto regionale “promozione della salute del lavoratore autonomo”
pag.
pag.
pag.
pag.
ATTIVITÀ AUTORIZZATIVA
pag. 29
COMMISSIONE PROVINCIALE PATENTI GAS TOSSICI
pag. 29
2
8
9
12
13
13
26
27
27
28
IL SERVIZIO S.P.I.S.A.L
La mission istituzionale dello S.P.I.S.A.L., servizio del Dipartimento di Prevenzione della ULSS, è riportata
nell’art. 7 del D.Lgs. 502/92, modificato dal D.Lgs. 229/99, nella legislazione regionale (L.R. 54/82) e trova
conferma nel DPCM 29 novembre 2001 dove si indicano i Livelli Essenziali di Assistenza:
“La mission dello SPISAL è la prevenzione degli infortuni e delle malattie da lavoro ed il miglioramento del
benessere di chi lavora e viene perseguita attraverso azioni di vigilanza, assistenza, formazione e
promuovendo nelle aziende una cultura orientata allo sviluppo dei sistemi di gestione della sicurezza e al
controllo dei determinanti di salute”.
Le azioni tipiche del Servizio consistono in:
Vigilanza:
• Verifica dell'attuazione delle norme in materia di igiene e sicurezza in tutti i luoghi di lavoro
• Controllo dei fattori di nocività attraverso misurazioni degli inquinanti ambientali
• Riconoscimento delle cause e delle responsabilità nei casi di infortunio e malattia professionale
con accertamento delle violazioni delle norme di sicurezza e di igiene del lavoro
Attività sanitarie:
• Certificazioni di idoneità al lavoro
• Ricorsi contro il parere espresso dal medico competente
• Tutela delle lavoratrici madri mediante accertamento delle condizioni di rischio lavorativo e
ambientale
• Visite specialistiche in Medicina del Lavoro ed accertamenti strumentali per consulenza (a medici
di base e ospedalieri) o per indagini mirate a rischi particolari
• Sorveglianza sanitaria per lavoratori ex esposti ad amianto e lavoratori autonomi
• Coordinamento delle attività svolte dai medici competenti aziendali
• Partecipazioni ai collegi medico-legali
• Sportello di ascolto e assistenza contro il disagio psicosociale correlato al lavoro
Attività amministrative - autorizzative:
• Vidimazione dei registri infortuni
• Valutazione dei requisiti di idoneità e salubrità dei nuovi insediamenti produttivi
• Valutazione dei requisiti di idoneità e salubrità per i distributori di carburanti
• Valutazione dei piani di lavoro/notifiche per la rimozione di amianto ex titolo IX-capo III D.Lgs.
81/2008
• Concessioni di deroghe:
- all’uso dei DPI per rumore ex art. 197 D.Lgs.81/2008
- all’uso di laboratori interrati ex art. 65 D.Lgs.81/2008
• Ricezione di comunicazioni, notifiche o registri obbligatori
- comunicazione per nuove attività o impianti ex art. 67 D.Lgs.81/2008
- notifica per apertura cantieri ex art. 99 D.Lgs.81/2008
- comunicazioni per situazioni pericolose, di superamento dei limiti o di emergenza (rumore,
impiego di cancerogeni, o di agenti biologici, amianto)
- registro degli esposti (rumore, cancerogeni, agenti biologici, amianto)
- relazione annuale sulle attività di rimozione amianto
• Rilascio e rinnovo delle patenti di abilitazione all’impiego dei gas tossici
Attività di assistenza – informazione (sportello informativo):
• Progettazione e realizzazione di corsi di formazione/informazione
• Progettazione e realizzazione di interventi di educazione e promozione alla salute
• Divulgazione di documentazione scientifica, tecnica e normativa
• Dati statistici ed epidemiologici su infortuni e malattie professionali.
• Pareri su soluzioni di bonifica ambientale o di antinfortunistica
3
ORGANIZZAZIONE
Lo SPISAL è dislocato su due sedi: Belluno, in Via S. Andrea, 8 e Pieve di Cadore in Via degli Alpini, 39.
L'organizzazione interna prevede:
• un servizio amministrativo per informazioni, vidimazione di registri infortuni, appuntamenti, con
orario di apertura al pubblico dalle ore 8 alle ore 13 dal lunedì al sabato
• lo sportello informativo per assistenza tecnica, normativa, sanitaria, su appuntamento
• lo sportello di ascolto e assistenza contro il disagio psicosociale correlato al lavoro, su
appuntamento.
OPERATORI
L'organico del Servizio è costituito da diverse figure professionali che operano in modo integrato: 2 medici
del lavoro, 1 assistente sanitaria, 1 igienista industriale, 6 ispettori-tecnici della prevenzione. Tutti gli
operatori (eccetto l’amministrativo) hanno la qualifica di Ufficiali di Polizia Giudiziaria con conseguente
responsabilità del rapporto alla Magistratura e della gestione dell’iter procedurale sanzionatorio di cui al
D.Lgs. 758/94.
I medici, specialisti in Medicina del lavoro, si occupano prevalentemente della gestione degli aspetti di
tipo sanitario, dalle indagini giudiziarie per patologia professionale, al controllo sanitario dei lavoratori
esposti a rischi professionali. Effettuano interventi di vigilanza negli ambienti di lavoro per la verifica degli
aspetti di igiene e delle misure di sorveglianza sanitaria e in particolare sulle attività svolte dai medici
competenti.
Il chimico igienista si occupa della vigilanza sugli aspetti di igiene industriale: controllo sul contenimento
degli inquinanti professionali e sulla dell'efficacia degli impianti. Esprime i pareri su: piani di lavoro per
rimozione amianto, installazione impianti distribuzione di carburante e nuovi insediamenti produttivi.
Effettua i controlli ispettivi nei cantieri di rimozione di amianto.
L’assistente sanitaria cura tutte le attività di tipo informativo, formativo e di promozione della salute per
lo sviluppo di una cultura della sicurezza tra lavoratori e imprenditori. Effettua indagini giudiziarie di
malattie professionali e di alcuni casi di infortuni sul lavoro. Collabora nella gestione delle attività sanitarie
e ambulatoriali.
I tecnici della prevenzione vigilano e controllano tutti gli ambienti di lavoro (aziende, cantieri, etc)
affinché le strutture, gli impianti, le macchine, le attrezzature, il processo produttivo e l’organizzazione
delle prevenzione rispondano ai requisiti di igiene e sicurezza; ricercano le cause e le responsabilità degli
infortuni sul lavoro redigendo i rapporti giudiziari; esprimono pareri sulle attività di bonifica e sulle
caratteristiche dei fabbricati utilizzati a scopo produttivo.
Il personale amministrativo: cura il protocollo, la spedizione e l’archiviazione delle pratiche, garantisce
supporto giuridico-amministrativo (accesso atti, privacy, etc), cura la gestione degli aspetti economicofinanziari (rendicontazione spese/entrate, predisposizione e spedizione delle fatture, etc). Sostiene i
rapporti con l’utenza (front-office) fornendo le informazioni di primo livello. Con la collaborazione del
personale amministrativo del Dipartimento di Prevenzione, vengono gestite, a livello provinciale, le
pratiche di rilascio e rinnovo delle patenti per l’impiego dei gas tossici.
ORGANIGRAMMA
Direttore
Amministrativo
Medico del Lavoro
Chimico igienista
Assistente Sanitaria
Tecnici della Prevenzione
Daniela Marcolina
Raffaella Della Libera
Maria Teresa Riccio
Stefania Peterle
Mariagrazia Smaniotto
Tommaso Bernardi
Sergio Boso
Giandamiano Candeago
Alberto De Carli
(a tempo determinato e orario ridotto)
Massimo Pomarè
Alessandro Urdich
(attualmente in comando presso la Procura
della Repubblica di Belluno)
4
CARATTERISTICHE PRODUTTIVE DEL TERRITORIO
L’ambito di competenza della ULSS n° 1 è caratteriz zato da un territorio molto vasto, pari a 2.748 kmq di
superficie, ubicato prevalentemente in zona montana con una viabilità non sempre scorrevole. E’
composto di 51 Comuni e vi risiede una popolazione di 129.410 abitanti, con una densità di 47 abitanti per
Km2.
Le aziende presenti nel territorio, alla fine del 2012 ammontavano a 9.803 unità di cui circa un terzo con
almeno un dipendente; gli addetti ammontavano erano 45.321; la tabella seguente riporta le informazioni
sulle dimensioni dei vari settori della realtà produttiva locale ricavate dalla Banca Dati INAIL Epiwork.
Aziende per settore di attività economica presenti nel territorio dell’ULSS n. 1 Belluno nell’anno
2012
SETTORI ATTIVITA’
Agriindustria e pesca
Estrazione Minerali
Industria Alimentare
Attività Manifatturiera
di cui
AZIENDE
137
19
94
1.619
91
2
408
71
30
9
506
94
408
Tessile
Conciaria
Legno
Carta
Chimica e Petrolio
Gomma
Metalmeccanica
Elettronica e Ottica
altre manifatture
Elettricità Gas Acqua
Costruzioni
Commercio
Trasporti e Magazzinaggio
Alloggio e Ristorazione
Sanità
Servizi
Attività non classificate
TOTALE
13
1.727
1.367
298
1.230
199
2.952
148
9.803
La crisi economica globale ha colpito duramente anche la nostra realtà provinciale dove anche per il 2013
è continuato il calo delle attività produttive e del numero dei lavoratori nei comparti di tipo produttivo
(manifatturiero, edile, metalmeccanico).
5
RIEPILOGO DELLE ATTIVITÀ SVOLTE
La tabella seguente illustra le principali attività svolte dallo SPISAL di Belluno nell’ultimo anno.
Attività di prevenzione svolta nel 2013 dal Servizio SPISAL
TIPO DI INTERVENTO
Aziende controllate
Cantieri ispezionati
Sopralluoghi
Attività giudiziaria per infortuni (inchieste per infortuni)
Attività giudiziaria per tecnopatie (inchieste per malattie professionali)
Attività sanitaria (visite, accertamenti)
Aziende controllate con indagini ambientali e di rischio
Pareri di interventi per bonifica amianto
Attività autorizzativa (Nuovi Insediamenti Produttivi, distributori
carburante, inizio attività ex art 67)
Assistenza/sportello informativo (risposte scritte)
Ore di docenza / Figure formate
2013
397
167
351
44
61
104
9
78
102
70
76/420
L’obiettivo stabilito dalle indicazioni nazionali e regionali è di ispezionare il 5% delle aziende con almeno
un dipendente o equiparato che per l’anno in esame è stato calcolato in 334: nel corso del 2013 lo
SPISAL ha controllato 397 imprese, superando l’obiettivo stabilito. La tabella illustra le tipologie
produttive oggetto degli interventi.
Aziende ispezionate dallo SPISAL nel 2013 suddivise per comparto produttivo
COMPARTO
N° AZIENDE
ISPEZIONATE
306
21
19
10
7
7
Edilizia
Agricoltura
Panifici
Commercio
Occhialeria
Manifatture (legno, elettronica,
tessile, chimica)
Metalmeccanica
Sanità e servizi sanitari
Trasporti
Pubblica Amministrazione
Esercizi pubblici/ hotel/ristoranti
Fonderia
Altro
TOTALE
6
4
2
1
1
1
12
397
Come per gli anni precedenti, la maggior parte dell’attività di vigilanza ha interessato il comparto
dell’edilizia attraverso l’ispezione nei cantieri e il controllo sulle aziende in essi presenti (77% delle ditte
controllate). Le indicazioni nazionali e regionali prevedono un impegno costante in questo settore, anche
attraverso interventi eseguiti in collaborazione con gli altri Enti: per il 2013 l’obiettivo stabilito per questa
ULSS era di ispezionare 156 cantieri di cui almeno il 10% in congiunta. L’attività svolta, consistente nel
controllo di 167 cantieri di cui 23 insieme ai colleghi della DTL,INAIL, INPS, ha superato il valore
assegnato.
Anche gli interventi effettuati nelle aziende del settore agricolo rientrano nell’ambito di attività di vigilanza
dettate da direttive nazionali e regionali; in considerazione dello scarso numero di imprese agricole con
dipendenti nel nostro territorio, l’obiettivo stabilito dalla Regione per questa ULSS per il 2013 era di
ispezionarne una dozzina, di cui cinque in collaborazione con i colleghi dei Servizi del Dipartimento di
Prevenzione che si occupano della sicurezza alimentare e ambientale nell’uso dei fitosanitari.
Complessivamente sono state ispezionate 21 aziende agricole, qualche unità in più rispetto al numero
stabilito, in quanto alcuni controlli sono stati fatti in conseguenza di infortuni.
Negli altri settori le ispezioni hanno avuto luogo a seguito di segnalazioni da parte dei lavoratori o per il
verificarsi di un infortunio o di una malattia professionale, oppure per un intervento di prevenzione su
rischio specifico come nel caso della ricerca di amianto nei forni dei panifici (vedi capitolo sulla ricerca dei
6
siti lavorativi con amianto a pag.22).
Circa il 50% circa delle aziende visitate non erano mai state oggetto di precedenti controlli da parte del
Servizio.
Durante le ispezioni sono state verificate tutte le condizioni di igiene e sicurezza (antinfortunistica,
impiantistica, igiene ambientale e dei locali, sorveglianza sanitaria, aspetti documentali ed organizzativi).
Gli atti amministrativi e giudiziari redatti a seguito delle ispezioni nei luoghi di lavoro sono:
• 87 verbali all’autorità giudiziaria con riscontro di 100 violazioni penali in materia di salute e
sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 758/96)
• 4 verbali di accertamento di illeciti amministrativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro
(D.Lgs. 81/08 art. 301)
• 4 verbali contenenti disposizioni migliorative;
• 294 relazioni informative agli interessati (verbale “negativo”)
Rispetto agli anni precedenti la percentuale delle imprese sanzionate sul totale di quelle visitate è
diminuita passando dal 51% del 2010, al 40% del 2011, al 37% nel 2012, fino a raggiungere il 23%
nel 2013. Ciò sta sicuramente a significare che le aziende bellunesi –e in particolare le imprese edili, visto
che la maggior parte dell’attività ispettiva ha interessato il comparto delle costruzioni- hanno continuato il
percorso di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei posti di lavoro, già iniziato nel 1996
con l’attuazione delle normative comunitarie, e che i lavoratori hanno maturato una maggior responsabilità
e sensibilizzazione nei confronti della sicurezza e salute sul lavoro, senza dimenticare l’importante azione
di prevenzione effettuata dagli Enti di tutela e vigilanza (SPISAL, INAIL, DTL).
Il numero dei sopralluoghi effettuati (351) è inferiore al numero di aziende controllate perché durante i
sopralluoghi in cantiere vengono controllate più imprese, tuttavia il numero complessivo dei sopralluoghi
risulta sempre rilevante perché, se viene redatto un verbale di prescrizioni, è necessario successivamente
eseguire il successivo sopralluogo di verifica per controllare l’attuazione delle indicazioni impartite.
L’attività giudiziaria per indagini per infortuni e malattie professionali rappresenta una attività
istituzionale dovuta ai sensi del Codice di Procedura Penale, effettuata sia di iniziativa, che su richiesta
della Magistratura e costituita da rapporti giudiziari per infortuni e tecnopatie.
Per quanto riguarda le inchieste per infortunio sul lavoro, il Servizio assicura le indagini in tutti i casi
gravi (prognosi superiore a 40 giorni) e mortali. Nel corso dell'anno 2013 il Servizio ha effettuato n° 44
rapporti giudiziari per infortuni gravi, aventi le caratteristiche di cui sopra, in 1 caso l’indagine ha
riguardato un infortunio mortale.
Il numero delle inchieste per malattie professionali è collegato alle segnalazioni di tecnopatie che
giungono al Servizio. Le segnalazioni di sospetta malattia professionale, pervenute nel corso dell’anno,
sono state 80; tutte sono state valutate, in primo luogo, per definirne l’origine professionale, riconosciuta
in 34 casi e, successivamente, per selezionare i casi in cui fare rapporto alla Magistratura (indebolimento
permanente di un organo di senso o di un apparato). Nel corso del 2013 sono state redatte n. 61 inchieste
complete di sopralluogo e sommarie informazioni testimoniali e sono stati inoltrati 6 rapporti giudiziari
nei casi dovuti. In nessun caso l’indagine ha evidenziato violazioni alle norma di igiene e sicurezza sul
lavoro.
L’attività sanitaria dello SPISAL consiste nell’evadere le richieste dell’utenza, in particolare: certificati per
idoneità lavorative specifiche (uso di esplosivo, gas tossici, volontari antincendio boschivo, etc.),
consulenza specialistica a medici di base e/o ospedalieri, sorveglianza sanitaria agli ex esposti ad
amianto e ai lavoratori autonomi ed, infine, partecipazione ai collegi medici per ricorsi contro il giudizio del
medico competente. In totale sono state effettuate 104 visite mediche.
L’attività autorizzativa è rappresentata dalle prestazioni attribuite istituzionalmente al Servizio Pubblico
dalle leggi vigenti e consiste nel ricevere comunicazioni e notifiche e nell’esprimere pareri e autorizzazioni.
I pareri sono prevalentemente rappresentati dalle pratiche edilizie per i nuovi insedimenti produttivi per i
quali i Comuni richiedono il parere sanitario di competenza. Nell’ambito di queste attività, il Servizio
SPISAL, oltre a svolgere attività di formazione a professionisti e tecnici comunali ha garantito un aiuto
concreto verificando gli aspetti tecnici dei progetti, favorendo l’applicazione delle nuove indicazioni
regionali riguardanti la prevenzione delle cadute dall’alto negli edifici.
Gli interventi di promozione alla salute, di formazione e di assistenza sono rappresentate dalle
prestazioni di assistenza alle imprese, tesa a fornire indirizzi e procedure per facilitare l’attuazione della
normativa prevenzionale e dalla realizzazione di progetti di promozione della salute.
Nei capitoli successivi vengono illustrate le singole tipologie di attività
7
INTERVENTI di COMPARTO
Uno dei principali obiettivi di salute indicati dalla pianificazione nazionale, per quanto riguarda la
prevenzione nei luoghi di lavoro, è la riduzione del 15% degli eventi gravi e invalidanti. Per ottenere ciò è
necessario localizzare il problema a livello strategico (comparti principalmente interessati) e tattico
(individuazione delle aziende su cui effettuare specifici interventi).
Pertanto le indicazioni regionali sono di intervenire con azioni di vigilanza e prevenzione nelle aziende del
comparto agricolo, nelle aziende edili e nelle aziende degli altri comparti con elevato indice infortunistico.
Nel corso del 2013, inoltre, il Ministero del lavoro ha sollecitato le Direzioni Territoriali del Lavoro e gli
SPISAL ad effettuare anche una speciale vigilanza in attività con presenza di ambienti confinati ove il
rischio di infortuni mortali per asfissia e intossicazione risulta molto elevato.
Di seguito vengono illustrate gli interventi effettuati in questi comparti.
INTERVENTO DI PREVENZIONE IN AGRICOLTURA
Tecnico della Prevenzione Giandamiano Candeago, referente del progetto, con la partecipazione
degli altri Tecnici della Prevenzione
Il settore dell’agricoltura e silvicoltura rappresenta una priorità di intervento stante la rilevanza del
problema infortunistico, tanto che il Piano Nazionale di Prevenzione ha stabilito che ogni regione deve
programmare con “particolare urgenza” azioni di prevenzione e vigilanza nel proprio territorio. Anche nel
Veneto il fenomeno infortunistico in Agricoltura è di dimensioni rilevanti: pur presentando un andamento
decrescente (dovuto al calo del numero degli occupati), l’incidenza (numero di infortuni in rapporto agli
occupati) risulta pressoché doppia rispetto a quelle degli operai dell’industria. Oltre alla elevata frequenza
va sottolineato che questi infortuni sono quasi sempre molto gravi perché avvengono per l’uso di
attrezzature e di trattori.
Per quanto riguarda le malattie professionali, secondo i numeri delle statistiche INAIL, esse non sembrano
rappresentare un problema essendo poco numerose, ma a ben guardare ciò può essere dovuto alla
grande sottostima del fenomeno reale dovuto al fatto che le malattie non vengono segnalate e
riconosciute come professionali anche a causa della carente sorveglianza sanitaria.
Per questi motivi la Regione Veneto ha elaborato un progetto finalizzato a definire una procedura per il
controllo uniforme su tutto il territorio delle aziende agricole, dei costruttori e rivenditori di macchine,
promuovere la cultura della sicurezza nel mondo agricolo e redigere delle linee guida per la sorveglianza
sanitaria degli occupati. Il piano ha stabilito anche un numero minimo di ispezioni da effettuarsi per ogni
SPISAL che nel caso della nostra ULSS ammontava a 12 unità.
Dopo aver pubblicizzato la campagna di prevenzione e vigilanza del piano attraverso l’infomazione alle
associazioni, la partecipazione a convegni pubblici sul tema, e la comunicazione mirata ai rivenditori
(lettera con check list di autoverifica), lo SPISAL di questa ULSS ha effettuato, nel 2013, 17 controlli di
iniziativa nel comparto (16 in aziende agricole e 1 presso una officina di macchine agricole);
inoltre, altre 4 aziende agricole sono state controllate a seguito di infortuni.
Nel territorio della ULSS n. 1 di Belluno l’agricoltura è poco rappresentata e nella maggior parte dei casi si
tratta di aziende familiari o individuali.Tuttavia anche i coltivatori diretti e le imprese familgliari sono
soggetti agli obblighi del D.Lgs. 81/08 relativamente alla sicurezza delle attrezzature da lavoro e del
trattore, e a quello di utilizzare i dispositivi di protezione individuali (DPI).
Nel corso del sopralluogo sono stati verificati tutti gli aspetti della igiene e sicurezza sul lavoro, con
particolare attenzione agli aspetti della sicurezza delle attrezzature e dei trattori come da indicazioni
regionali, nello specifico sono stati controllati n. 49 trattori e n. 53 attrezzature da lavoro.
Per quanto riguarda le carenze riscontrate, in 11 imprese sono state riscontrate violazioni riguardanti
la sicurezza delle attrezzature. Il limitato numero dei casi esaminati non ci permette di trarre delle
valutazioni statistiche, ma sicuramente va segnalato il fatto che li comparto agricolo presenta maggiore
difficoltà ad attuare le norme di sicurezza, vuoi per il carattere familiare delle imprese vuoi per la vetustà
del parco macchine che rende molto oneroso l’adeguamento.
Come da programma regionale una parte delle ispezioni è stato effettuato insieme ad altri Enti/Servizi di
vigilanza e precisamente:
1 controllo congiuntamente con gli ispettori della DTL e dell’INPS che si sono interessati della
regolarità dei rapporti di lavoro;
5 controlli congiuntamente con i nostri colleghi del Dipartimento di Prevenzione Servizi SIAN e
SISP che hanno verificato gli aspetti relativi all’impiego dei fitofarmaci.
Per il prossimo anno si continuerà la vigilanza nel comparto agricolo garantendo lo stesso numero di
ispezioni e mantendo la collaborazione con gli altri Enti e Servizi.
8
INTERVENTO DI PREVENZIONE IN EDILIZIA
Tecnico della Prevenzione Sergio Boso, referente del progetto, con la partecipazione degli altri
Tecnici della Prevenzione
Il settore delle costruzioni continua a rappresentare uno dei comparti più a rischio per frequenza e gravità
degli infortuni sul lavoro, pertanto è prioritario intervenire con azioni di informazione e vigilanza costanti.
Nella tabella seguente viene descritta l'attività ispettiva svolta nel corso del 2013 che comprende, oltre
all’attività di vigilanza, anche quella giudiziaria per infortuni e tecnopatie.
Attività svolta nel settore edile dallo SPISAL nel 2013
ATTIVITÀ
Cantieri visitati
di cui NON a norma al primo sopralluogo 30%
Sopralluoghi effettuati
Imprese e/o lavoratori autonomi controllati
Verbali di ispezione con prescrizioni
di cui riguardanti:
Imprese (datori lavoro, dirigenti, preposti)
Lavoratori autonomi
Committenti/responsabili dei lavori
Altro
Inchieste per infortunio
Inchieste per tecnopatia
N°
167
51
236
306
59
48
7
3
1
13
10
Nel 2013 è aumentato il numero di cantieri ispezionati (n.167 rispetto ai 141 del 2012), superando
l’obiettivo quantitativo stabilito dalla regione (156). L’obiettivo del Piano Nazionale di Prevenzione in
Edilizia è quello di essere presenti e visibili sul territorio assicurando il controllo su almeno il 10% dei
cantieri operanti nel territorio: quest’anno nel nostro territorio è stato possibile raggiungere la percentuale
del 15% rispetto al numero delle notifiche di “apertura cantiere” inoltrate al Servizio
.
Anche nel 2013 si è confermato il trend di miglioramento delle condizioni di sicurezza dei cantieri
operanti nel bellunese. Infatti rispetto agli anni precedenti la percentuale dei cantieri non a norma
è diminuita passando dal 68% del 2010, al 58% del 2011, al 54% nel 2012, fino a raggiungere il 30%
nel 2013.
Il 14% delle ispezioni, pari a 23 cantieri, è stato eseguito in collaborazione con gli altri enti di vigilanza
INAIL-INPS-DTL-Carabinieri, in particolare, erano sempre presenti gli ispettori della Direzione Territoriale
del Lavoro, integrati di volta in volta anche dagli altri Enti. L’importanza della vigilanza congiunta fra Enti
che hanno competenze diverse sta nel fatto che il controllo risulta completo sotto tutti gli aspetti: sia quelli
relativi alla sicurezza e all’igiene, sia quelli riguardanti la regolarità dei rapporti di lavoro.
L’attività di vigilanza viene organizzata in modo da coprire uniformemente tutto il territorio di competenza;
il cantiere viene individuato sulla base delle notifiche pervenute, privilegiando le situazioni che risultano più
rischiose, quali i pericoli di caduta dall’alto o in profondità, oppure si utilizza il metodo dell’avvistamento
(percorrendo in auto il territorio selezionato), negli altri casi le motivazioni sono state l’accadimento di
infortuni gravi e le segnalazioni, come illustra la tabella seguente.
Oltre alle ispezioni fatte congiuntamente, tutta l’attività di vigilanza nel settore delle costruzioni viene fatta
in coordinamento con gli Enti di vigilanza, grazie all’azione di coordinamento fatta all’interno del
l’Organismo di Coordinamento Provinciale per la prevenzione e vigilanza sul lavoro e all’attivazione del
flusso informativo che permette lo scambio continuo e costante delle notizie. Infatti, al fine di prevenire
interferenze o sovrapposizioni, periodicamente viene scambiato fra gli Enti di vigilanza il resoconto dei
cantieri ispezionati e l’elenco delle zone da controllare.
Anche quest’anno sono pervenute al Ns Servizio numerose segnalazioni (28 esposti pari al 17% dei
cantieri ispezionati); si tratta prevalentemente di richieste da parte di privati, residenti nelle vicinanze del
cantiere, preoccupati per la loro incolumità e per la sicurezza degli spazi comuni; in alcuni casi l’esposto è
stato fatto da Imprese, preoccupate per una concorrenza sleale.
9
Attività di vigilanza in cantiere: motivo dell’ispezione
Motivo
A vista o su notifica
Indagini per infortunio
Esposto
Controllo piano rimozione amianto
Totale
Numero
116
7
28
16
167
Tutti gli interventi ispettivi all’interno dei cantieri si possono considerare dei momenti informativi e formativi
per tutte le maestranze presenti in quel momento e quando possibile, anche per i Coordinatori per la
Sicurezza in fase di Esecuzione (CSE), convocati nel cantiere. In questo modo si ricerca l’obiettivo di fare
promozione attuando sia la fase ispettiva sia la fase di supporto, informativa e di assistenza, che
rappresenta la “mission” dello SPISAL.
Il 30% dei cantieri non risulta adeguatamente protetto rispetto ai principali rischi infortunistici (caduta
dall’alto, sicurezza di impianti o macchine) e organizzativi (gestione, coordinamento, documentazione).
Nella tabella seguente vengono analizzate le più frequenti carenze riscontrate.
Carenze riscontrate durante le ispezioni nei cantieri: anno 2013
CARENZE
Ponteggi, impalcature e parapetti, attrezzature da lavoro in quota, operazioni di
montaggio e smontaggio, protezioni contro le cadute dall’alto in genere
Ambienti e posti lavoro, passaggi, scale, viabilità e recinzione
Obblighi dei datori di lavoro delle imprese esecutrici (POS, vigilanza, formazione
valutazione dei rischi, nomine, contratto d’appalto, pimus, etc)
Obblighi lavoratore autonomo
Obblighi del committente (nomine, notifica, verifiche idoneità imprese, etc)
Scavi, fondazioni e demolizioni lavori
Impianti e apparecchiature elettriche
Protezione delle macchine e delle attrezzature e loro manutenzione
Obblighi della impresa affidataria
Obblighi del lavoratore
Totale
N° VIOLAZIONI
27
11
6
7
4
2
2
2
1
1
63
Le carenze più diffuse riguardano sempre le protezioni contro le cadute dall'alto, che sono proprio la
causa degli infortuni più gravi o mortali. Il persistere di tali carenze è indicativo del fatto che c’è una
sottostima del rischio da parte di alcuni imprenditori; d’altra parte è necessario che anche i lavoratori,
formati a lavorare in sicurezza ed addestrati a riconoscere le situazioni pericolose, si attivino nel segnalare
le condizioni di lavoro non a norma, diventando attori positivi di prevenzione, come previsto dalle norme
antinfortunistiche.
Un altro aspetto a cui è stata rivolta particolare attenzione riguarda la voce “Ambienti e posti lavoro,
passaggi, scale, viabilità e recinzione”. In questi casi l’attività ispettiva è stata orientata anche alla
tutela dell’ambiente esterno al cantiere in particolare finalizzata alla tutela della popolazione, pretendendo
dalle imprese una chiara delimitazione tra attività lavorativa e ambiente di vita quotidiana, valutando le
possibili interferenze ambientali.
Durante i controlli in cantiere del 2013 si sono incontrati circa 30 lavoratori autonomi rilevando in 7 casi
delle violazioni relative alla loro attività. Per questa categoria di lavoratori si è continuato l’aspetto
informativo: come da progetto regionale è avviata la campagna d’informazione e prevenzione per il
“LAVORATORE AUTONOMO Sano Sicuro Informato” con la pubblicazione di opuscoli informativi e
manifesti distribuiti in tutti i Comuni della Provincia e avviando i corsi di formazione gratuiti per detta
categoria.
Si sono riscontrati alcuni committenti intenti ad eseguire lavorazioni in supporto alle imprese, non
essendo qualificati e con adeguata formazione, sono stati invitati ad allontanarsi dal cantiere. Si ricorda
che la responsabilità, in caso d’infortuni al committente intento ad eseguire lavorazioni, nel cantiere attivo,
ricade sull’impresa titolare del cantiere.
Gli aspetti organizzativi della gestione della sicurezza, rappresentati dai documenti della sicurezza
(Piano Operativo di Sicurezza –POS-, Piani di Coordinamento e Sicurezza –PSC-, fascicolo dell’edificio,
10
etc.) giocano un ruolo importante nella gestione del cantiere.
Purtroppo questi documenti vengono considerati ancora come meri adempimenti formali, affidandone
spesso l’elaborazione a studi e consulenti esterni che a volte li redigono in modo standardizzato. Un
documento sì fatto perde il suo scopo, che è quello di prevedere le situazioni di rischio nel cantiere e di
organizzare il lavoro in modo sicuro e resta, effettivamente, solo “un pezzo di carta” inutile, come si
riscontra in alcuni cantieri dove tali documentazioni si presentano allo stato originale di stampa, senza
segni di avvenuta consultazione.
Per quanto concerne il fascicolo dell’opera e il suo contenuto relativo alle misure da installarsi
nell’edificio per la protezione dei lavoratori delle future opere di manutenzione, si sottolinea come questo
documento si integri perfettamente con la norma regionale cioè le DGRV 2774/09 e DGRV 97/12 “Misure
preventive e protettive da predisporre negli edifici per le manutenzioni in quota in condizioni di sicurezza”.
Infatti le indicazioni per la sicurezza delle manutenzione future vanno adottate nella fase progettuale
dell’immobile descrivendole nel progetto (come vuole la norma regionale) e inserendole contestualmente
nel fascicolo dell’opera (come prevede la normativa in materia di sicurezza sul lavoro). Tali soluzioni
tecniche non rappresentano solo un aspetto formale normativo o preventivo per futuri lavori, ma diventano
una concreta misura di sicurezza da utilizzare già durante la fase costruttiva della copertura dell’edifico,
determinando fin da subito maggiori garanzie di sicurezza per l’operatore.
Su questo argomento il Servizio ha investito molto anche nel corso del 2013, collaborando con il Gruppo
Regionale per la Prevenzione in Edilizia e, in loco, organizzando interventi formativi per il personale degli
Uffici Tecnici dei Comuni della Provincia, partecipando alle iniziative formative degli ordini dei
professionisti, esprimendo i pareri preventivi sui progetti e fornendo risposte ai quesiti dei cittadini.
Anche quest’anno è continuato il monitoraggio sull’ottemperanza al divieto di assunzione di bevande
alcoliche per le lavorazioni del comparto costruzioni: sono stati controllati 9 cantieri dove erano presenti
15 imprese o lavoratori autonomi. Il controllo alcolimetrico è stato effettuato su 18 persone e in due casi è
stata riscontrata, seppur in bassa concentrazione, la presenza di alcol nell’aria espirata. Il limitato numero
dei casi esaminati non ci permette di trarre delle valutazioni statistiche, ma sicuramente il riscontro di
positività ci induce a mantenere alta l’attenzione su questo aspetto.
Per il prossimo anno si continuerà l’attività di prevenzione e vigilanza nel comparto delle costruzioni,
secondo le direttive nazionali e regionali, con l’obiettivo di:
garantire una sufficiente copertura ispettiva del territorio;
offrire controlli omogenei, mirati a ridurre i rischi rilevanti, con soluzioni di prevenzione condivise e
uniformi. Onde evitare valutazioni difformi per queste aziende che operano sull’intero territorio
provinciale, la vigilanza si effettuerà in maniera congiunta con i colleghi dello SPISAL di Feltre;
evitare pratiche inutili e sovrapposizione dei controllo delle varie ammininistrazioni attraverso il
coordinamento degli interventi fra Enti;
monitoraggio sul divieto assunzione bevande alcoliche.
11
INTERVENTI IN AZIENDE AD ALTO RISCHIO INFORTUNISTICO
Dirigente Chimico Stefania Peterle, referente del progetto, con la partecipazione dei Tecnici della
Prevenzione
Uno dei principali obiettivi di salute indicati dalla pianificazione nazionale e regionale, per quanto riguarda
la prevenzione degli infortuni sul lavoro, è la riduzione del 15% degli eventi gravi e invalidanti. Per ottenere
ciò è necessario localizzare il problema a livello strategico (comparti principalmente interessati) e tattico
(individuazione delle aziende su cui effettuare specifici interventi).
Per quanto riguarda il primo punto, lo SPISAL ha effettuato gli interventi di prevenzione e controllo
prioritariamente nei comparti più a rischio, rappresentati da edilizia e agricoltura, come illustrati nei
paragrafi precedenti.
Relativamente al secondo aspetto, si sono effettuati controlli mirati nelle aziende appartenenti ai
comparti a più alto indice infortunistico, secondo i seguenti criteri di priorità:
aziende che hanno avuto infortuni invalidanti;
aziende che hanno i tassi di incidenza più elevati di 3 per 1000 addetti per infortuni gravi (eventi con
prognosi superiore a 30 giorni);
aziende che hanno “eventi sentinella” cioè con dinamica significativa per carenze di sicurezza).
In queste aziende l'approccio utilizzato, secondo le indicazioni regionali, mira a verificare, oltre al rispetto
generale della normativa, anche gli specifici fattori di rischio per infortuni gravi; uno degli strumenti più utili
a questo scopo è l'esame del Sistema di Gestione della Sicurezza sul Lavoro (SGS) e del modello
organizzativo e di gestione (MOG) presente in azienda, come previsto dall' art. 30 del D.lgs. 81/08.
L' obiettivo diventa l'individuazione e la rimozione dei fattori di rischio tramite l'analisi dell'organizzazione
della sicurezza che individua figure, compiti e responsabilità, le azioni da attuare, le modalità di verifica
della loro efficacia; in tal modo si intende far intraprendere all' Azienda un percorso virtuoso in grado di
tener sotto controllo i fattori di rischio che nel tempo si presentano in azienda, ricordando che oggi la
nostra realtà produttiva è caratterizzata da frequenti cambiamenti, da esigenze di flessibilità, da continua
innovazione tecnologica e, non da ultimo, da difficoltà contingenti che potrebbero far percepire come
spesa non prioritaria gli adempimenti per la sicurezza.
Nel 2013 sono state analizzate, con questa metodica (analisi e miglioramento SGS) 14 Aziende dei
comparti: metalmeccanico, occhialeria, galvanica, calcestruzzi.
In gran parte delle aziende ispezionate nel corso di quest'anno, il tema SGS aziendale è risultato essere
ormai ben conosciuto in relazione agli aspetti legati alla L.231/01 (responsabilità amministrativa dell'Ente,
che prevede, in caso di infortuni gravi, sanzioni molto elevate ove l'Azienda non dimostri di aver adottato,
ed efficacemente attuato, un modello organizzativo e gestionale efficiente in materia di sicurezza sul
lavoro).
Il nostro Servizio ha inteso richiamare l'attenzione delle Aziende sui vantaggi derivanti da una efficace
organizzazione della sicurezza, non tanto come “deterrente” ai fini della citata L.231, ma in relazione alla
maggiore “tranquillità” per il datore di lavoro che così può gestire, ossia tenere sotto controllo, la sicurezza
sul lavoro e le attività ad essa collegate affidate alle varie figure (datore di lavoro, dirigenti, preposti;
RSPP, RLS, addetti alle emergenze, Medico Competente). Il nostro sforzo è stato quello di avviare una
riflessione, con i protagonisti della sicurezza aziendale, sull'importanza di definire “chi fa, che cosa, come
e quando” e le conseguenze delle eventuali carenze nello svolgimento dei compiti di ciascuno, partendo
dai problemi oggettivi emersi in sede di sopralluogo ispettivo: in altre parole, si stimolavano le figure
aziendali ad individuare il perchè si fosse potuta verificare una situazione pericolosa (macchina non
protetta, aspirazione non funzionante.....) e come evitare che la situazione si ripeta. Per aspetti che hanno
riguardato soprattutto la carenza di sicurezza di macchine, luoghi di lavoro o il contenuto del documento di
valutazione dei rischi, in tre situazioni si redatto il verbale di contravvenzione in materia di sicurezza
sul lavoro.
Ciononostante, le Aziende visitate hanno dimostrato, in generale, una buona condizione organizzativa
(figure dedicate, chiarezza di ruoli e responsabilità), ormai irrinunciabile per un'azienda strutturata che
deve confrontarsi con un mercato internazionale.
Nella maggior parte delle Aziende visitate i RSPP hanno condiviso e recepito di buon grado anche i
suggerimenti forniti in tema di miglioramento continuo, ritenendolo un punto di forza poter “esibire“
l'attenzione dedicata alla sicurezza, dentro e fuori l'Azienda.
Nel corso del prossimo anno verranno proseguite queste azioni in altre aziende e altri comparti,
selezionate secondo i criteri sopra descritti.
12
INTERVENTI IN AZIENDA CON RISCHIO DA AMBIENTI CONFINATI
Dirigente Chimico Stefania Peterle, referente del progetto, con la partecipazione dei Tecnici della
Prevenzione
Negli ultimi anni si sono verificati, in Italia, infortuni mortali in occasione di lavoro in ambienti confinati, cioè
chiusi (silos, cisterne e simili) causati da asfissia od intossicazione. Tali incidenti hanno coinvolto più
lavoratori e talvolta anche il personale di soccorso, sollevando l’attenzione dei mass media e allarme
nell’opinione pubblica. Nel quinquennio 2005-2010 sono accaduti in Italia 33 eventi che hanno causato 45
decessi in ambienti quali cisterne, serbatoi, vasche; nel 70 % dei casi erano interessate ditte di piccole
dimensioni (da 1 a 9 addetti). Dalla casistica emerge che, molto spesso, i decessi si sono verificati
durante lavori di ispezione, manutenzione, pulizia e simili, dati in appalto a Ditte esterne e/o a lavoratori
autonomi, non sempre adeguatamente istruiti, con scarsa esperienza, con attrezzature di lavoro e DPI
carenti. L'analisi degli infortuni accaduti dimostra che le principali cause, che tendono a ripetersi, sono:
a) mancata o carente valutazione delle condizioni dell'aria (carenza di ossigeno e/o presenza di
vapori e gas tossici in quantità pericolose), da verificare anche tramite apposita strumentazione
(ossimetro);
b) mancato utilizzo di DPI respiratori o la loro non idoneità (esempio: uso di respiratori a filtro invece
di respiratori isolanti, in presenza di atmosfere carenti di ossigeno);
c) mancanza di attrezzature utili al recupero di persone prive di sensi (imbracature di sicurezza con
verricello).
Per tali motivi è stato emanato il DPR n.177 del 14.09.2011 che ha stabilito le norme per la qualificazione
delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati.
Anche la Regione Veneto ha confermato la necessità di intensificare la vigilanza, da parte dei Servizi
SPISAL, sui lavori in ambienti confinati (D.G.R. 1097 del 26.07.2011 e Circolare 08.09.2011), da
effettuarsi in collaborazione con il personale ispettivo della Direzione Provinciale del Lavoro per quanto
riguarda la regolarità contrattuale degli appalti.
Pertanto, a partire dal 2011 il nostro Servizio ha avviato una specifica attività di vigilanza anche in questo
settore, indagando i comparti produttivi che potessero risultare d'interesse su questo rischio specifico.
Nel 2013 si è proseguita l'attività di vigilanza nelle piscine, in cui il rischio è determinato dal locale
tecnologico ove sono installati gli impianti di depurazione e clorazione con il deposito delle relative
sostanze chimiche (cisterne con la soluzione di ipoclorito di sodio e con acido solforico). In un’ambiente
ispezionato i due contenitori erano identici per forma, aspetto e volume, con evidente pericolo potenziale
di scambio accidentale dei liquidi in fase di rifornimento dei reagenti con possibilità di formazione del
pericoloso gas cloro. A seguito del nostro intervento il gestore ha redatto una istruzione operativa per
l'addetto all'impianto, che prevede una segnaletica specifica ben evidente sul punto di rabbocco, la
vigilanza costante dell'operatore in fase di caricamento e una formazione speciale dell'addetto
all'autocisterna. Per questo tipo di ambienti, trattandosi di locali interrati e con scarso ricambio d'aria, le
criticità, per quanto riguarda il rischio di asfissia (carenza di ossigeno o presenze di gas/vapori
irrespirabili), non sono collegate alle operazioni di conduzione dell'impianto, bensì ad eventuali incidenti
(spandimenti accidentali, miscelazione di sostanze incompatibili) che possono determinare lo sviluppo di
gas tossici e la necessità di intervenire in condizioni di emergenza.
Un altro intervento di vigilanza, effettuato insieme con la DTL, ha interessato un impianto di
betonaggio; in questo caso il “sito confinato” era costituito dalla betoniera stessa nel momento in cui si
rende necessario il lavaggio manuale delle sue parti interne, con accesso del lavoratore all' interno della
”botte”. Dopo aver analizzato come si svolgeva l'operazione, è stato indicato un miglioramento della
procedura, soprattutto per quanto riguarda la presenza costante di almeno un secondo operatore fuori
dalla betoniera per tutta la durata dell'operazione di lavaggio.
Anche per il prossimo anno si prevede di proseguire con i controlli su questi ambienti, in vari comparti
lavorati individuati in collaborazione con gli altri Enti (VVFuoco e DTL)
INTERVENTO NEL COMPARTO DELLE ONORANZE FUNEBRI
Dirigente Medico Maria Teresa Riccio, referente di area, con la partecipazione della Assistente
Sanitaria Mariagrazia Smaniotto
Come da programma dello scorso anno, nel 2013 lo SPISAL ha organizzato l’intervento di prevenzione
nper le imprese di Onoranze Funebri: è stato predisposto materiale informativo sui principali rishi e
indicazioni per la redazione del documento di valutazione dei rischi. Quindi, il 26 giugno, si sono incontrate
tutte le imprese del territorio dell’ULSS n. 1, circa una ventina, per illustrare e fornire loro il materiale
informativo. Nel mese di novembre sono stati fatti i primi accertamenti presso due imprese,
congiuntamente con gli ispettori dela DTL, in quanto il settore rientrava anche nel loro programma di
vigilanza.
Nel primo semestre del 2014 si completeranno i controlli presso tutte le aziende del comparto.
13
GLI INFORTUNI SUL LAVORO NELLA PROVINCIA DI BELLUNO
Nella tabella seguente si riportano i dati degli infortuni accaduti e denunciati nell’intera provincia di Belluno
nell’ultimo decennio.
N° infortuni
lavoratori
dipendenti
N° infortuni
titolari,
famigliari, e
soci
N° infortuni
agricoli con
trattore
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
4.038
3.960
3.774
3.935
3.878
3.412
2.829
2.771
2.508
2.204
446
499
416
409
381
342
236
249
210
225
179
171
192
190
183
170
149
134
145
124
4.761
4.531
4.663
4.586
4.087
3.400
3.319
3.038
2.684
Totali
4.769
* dato non consolidato
2013
2.523 *
Banca dati INAIL
Come si può notare nel decennio si registra un continuo calo del numero totale degli infortuni.
Pur non trascurando il fatto che ngli ultimi 5 anni le consistenti riduzioni sono in gran parte dovute alla crisi
produttiva, riteniamo che il trend positivo sia collegato ad un reale miglioramento in termini di sicurezza
degli ambienti di lavoro, il cui merito va attribuito alle aziende e a chi le ha supportate nell’impegno
pluriennale per rafforzare la cultura della prevenzione. Infatti si deve ricordare che:
• La tendenza alla riduzione è iniziata negli anni 90, quindi in anni antecedenti alla crisi.
• Gli infortuni si sono ridotti soprattutto in quei comparti produttivi seguiti con più costanza e attenzione
dalle Associazioni Imprenditoriali e dei Lavoratori, ma anche dai Servizi di Prevenzione delle AULSS
provinciali, vale a dire Metalmeccanica, legno, costruzioni.
Inoltre, per cercare di capire il fenomeno infortunistico nel suo complesso e i cambiamenti intervenuti si
segnala che:
• Le modalità di accadimento degli eventi sono cambiate, in quanto fino agli anni ‘90 prevaleva
l’infortunio durante l’impiego di macchine o attrezzature, ora sono più frequenti gli infortuni collegati a
cause organizzative, ambienti di lavoro. Una parte rilevante degli infortuni infatti è dovuta a
scivolamenti o inciampi con successiva caduta. Si crede erroneamente che questo tipo di eventi sia
legato a fatalità, fretta o disattenzione. Non si considera invece che alla base vi possono essere
problemi strutturali e organizzativi quali ad esempio il tipo e l’integrità del pavimento, l’ordine in
azienda, l’illuminazione, etc.
• Molte segnalazioni sono collegate alla movimentazione manuale dei carichi o a movimenti ripetitivi
degli arti superiori, spesso scambiando per infortunio ciò che può essere meglio inquadrato come
malattia correlata al lavoro essendo la conseguenza di una esposizione prolungata nel tempo a fattori
di rischio comunque sempre presenti nella specifica attività lavorativa.
ATTIVITA’ dello SPISAL
Tenendo conto della riduzione degli infortuni e dei cambiamenti del fenomeno infortunistico sopra
descritti, la vigilanza del servizio SPISAL sarà orientata, oltre al consueto e costante monitoraggio dei
cantieri e delle lavorazioni agricole e del controllo delle aziende con elevato indice infortunistico, anche
verso nuove attività quali:
• Aziende con possibili rischi derivanti da movimentazione manuale dei carichi e da movimenti ripetuti
degli arti superiori.
• Applicazione delle normative su alcol, fumo e sostanze stupefacenti nel mondo del lavoro.
• Condizioni di lavoro con movimentazione di merci.
14
LE INCHIESTE GIUDIZIARIE PER INFORTUNI
Tecnico della Prevenzione Massimo Pomarè, referente di area, con la partecipazione
degli altri operatori SPISAL
Lo svolgimento di indagini sugli infortuni costituisce un'importante attività di prevenzione degli infortuni.
Per garantire efficacia al lavoro di investigazione è stato attivato un flusso informativo in tempo reale
(telefonata) dal Pronto Soccorso o direttamente dal SUEM per i casi più gravi (mortali o con prognosi
riservata) in modo da permettere agli ispettori di recarsi tempestivamente sul luogo dell’incidente. Per gli
altri incidenti i Servizi di Pronto Soccorso Ospedaliero garantiscono l’invio allo SPISAL della copia del
certificato di infortunio entro le 24-48 ore successive e via fax, in tempo reale, se la prognosi è di almeno
30 giorni.
Sulla base di queste informazioni vengono selezionati i casi da indagare:
• infortuni mortali e gravi con prima prognosi superiore ai 40 giorni, per i quali l’indagine è
obbligatoria in quanto la lesione ha le caratteristiche di cui agli artt. 583, 589 o 590 del CP (lesioni
personali gravi);
• infortuni di una certa gravità, soprattutto se nella dinamica presentavano possibili carenze
antinfortunistiche nelle macchine o negli impianti;
• infortuni, anche non gravi, ma che si ripetono frequentemente nella stessa azienda.
Oltre alle precedenti informazioni, fin dal 2010 si è attivato un flusso informativo dall’INAIL per i casi di
infortuni sul lavoro che, pur avendo una prognosi iniziale breve, si sono aggravati successivamente,
superando i 40 giorni di assenza dal lavoro.
Per tutti i casi selezionati, ad esclusione degli incidenti stradali e di quelli accaduti a lavoratori autonomi
senza dipendenti, il Servizio procede con approfondimento del singolo caso ed eventualmente con
l’inchiesta giudiziaria.
L'inchiesta giudiziaria per infortunio è un’attività delicata ed impegnativa e comprende l’effettuazione dei
seguenti interventi:
• primo sopralluogo conoscitivo sul luogo dell'infortunio ed eventuali sopralluoghi successivi con
raccolta di documentazione, foto, schizzi e qualsiasi altra prova utile allo svolgimento dell’inchiesta;
• raccolta di sommarie informazioni testimoniali dall'infortunato e dai testimoni;
• eventuali verbali d'ispezione contenenti le prescrizioni atte ad eliminare il rischio infortunistico;
• eventuali sequestri e relativi dissequestri;
• rapporto alla Magistratura.
Inchieste giudiziarie
Nel corso dell'anno 2013 il Servizio ha effettuato n° 44 indagini per infortuni gravi, di cui 1 mortal e; le
conclusioni sono state le seguenti:
nel 25% dei casi indagati (pari a 11 casi) si è riscontrata una carenza delle condizioni oggettive di
sicurezza di tipo tecnico o organizzativo, evidenziando una violazione alla normativa;
nel 41% degli incidenti si sono individuati fattori di rischio legati alla componente soggettiva del
lavoratore quali disattenzione, operazione non corretta, imprudenza, errori di valutazione etc.;
nel restante 34% non è stato possibile riconoscere carenze antinfortunistiche o comportamenti
errati nella dinamica degli incidenti, per la maggior parte si tratta di incidenti dovuti a cadute in
piano, distorsioni, urti o altre tipologie di accadimento che possono essere rientrare nel cosiddetto
“rischio generico”.
L’inchiesta per infortuni risponde a esigenze giudiziarie (giustizia penale), ma deve anche rispondere a
criteri di efficacia, cioè la capacità di intervenire là dove ci sono situazioni pericolose ed impedire che
permangano in essere situazioni a rischio. Poiché non è possibile analizzare tutti gli infortuni che
accadono nel territorio, è necessario effettuare una attenta selezione dei casi da indagare.
L’efficacia della azione preventiva si basa proprio sulla capacità di estrapolare da tutte le segnalazioni i
casi che sottendono una carenza delle misure di sicurezza, fermo restando i casi mortali e gravi che
devono essere eseguiti d’ufficio e le richieste della Magistratura. Il dato che misura questa efficacia è il
rapporto fra il totale delle inchieste fatte e quelle conclusasi con l’individuazione di una violazione, che
nella nostra casistica raggiunge il 25%, dato che risulta essere coerente con la media regionale.
15
Nel 2013 si è verificato 1 infortunio mortale che ha copinvolto un dipendente di una carrozzeria.
Gli operatori del Servizio sono intervenuti anche in altri due inciedenti mortali anche se non si trattava di
veri infortuni sul lavoro in quanto erano coinvolti pensionati o hobbisti che eseguivano lavori agricoli o
boschivi. Questi fatti confermano come le lavorazioni agro-forestali siano effettivamente molto pericolose.
Comparto
Carrozzeria
Lavori agricolo
Lavori boschivi
Modalità accadimento
Scoppio di una bombola: il lavoratore è stato investito dallo scoppio della
bombola che stava caricando, travasando il gas da un contenitore a
pressione più grande
Ribaltamento di trattore agricolo: hobbista schiacciato a causa del
ribaltamento del trattore
Ribaltamento di trattore agricolo: pensionato schiacciato a causa del
ribaltamento del trattore lungo la strada silvo-pastorale
I settori produttivi principalmente interessati dalle indagini per infortuni sono quelli a maggior rischio come
l’edilizia; tuttavia si evidenziano le numerose inchieste nel terziario, dovute soprattutto ai fattori di rischio di
“tipo generico”, come sopra descritti.
Inchieste giudiziarie svolte nel 2013: suddivisione numerica per comparto produttivo.
COMPARTO
Edilizia
Metalmeccanica
Commercio e alberghiero
Agricoltura, lavori boschivi
Impianti risalita/trasporti
Legno, segherie
Terziario, Servizi, Pubb. Amministrazione
Chimico
Distribuzione energia elettrica, gas, acqua
TOTALE
N° inchieste infortuni
12
5
5
2
1
4
9
1
5
44
Altre indagini
Per altri infortuni, non soggetti all’obbligo del rapporto giudiziario, si sono attivate analisi di tipo diverso:
per mezzo di verifiche documentali, interviste telefoniche o con l’invio di questionari; tali metodologie
risultano meno impegnative in termine di carico di lavoro, ma sono comunque utili per individuare
eventuali situazioni che necessitano di ulteriori indagini e per rendere consapevoli le aziende che la
vigilanza sul fenomeno è continua.
Con queste strategie alternative sono stati approfonditi ulteriori 40 casi. In particolare sono stati inviati
10 questionari a ditte e/o lavoratori per la raccolta di informazioni sulle modalità di accadimento
dell’incidente e sulla gestione del fenomeno infortunistico aziendale.
Gli infortuni indagati con quest’ultima metodologia, che riguardano casi di proiezione di schegge negli
occhi e di movimentazione di carichi, sono caratterizzati in genere da prognosi di breve durata e da
modalità di accadimento riconducibili a carenze di misure di prevenzione primaria principalmente
individuabili nella informazione, addestramento, impiego dei DPI.
Nella maggior parte dei casi le risposte ottenute sono state esaurienti, mentre negli altri casi sono stati
richiesti chiarimenti integrativi, in alcuni è stata fatta l’ispezione.
Per il prossimo anno l’obiettivo è di mantenere lo standard medio degli ultimi anni, garantendo indagini
su tutti gli infortuni gravi con più di 40 giorni di prima prognosi e su quelli la cui dinamica fa sospettare una
carenza di misure di sicurezza.
Inoltre, anche per il prossimo anno si continuerà a monitorare il fenomeno relativo agli infortuni con pochi
giorni di prognosi, inviando i questionari e sensibilizzando le aziende a riflettere sulle cause di tali incidenti,
eventualmente ispezionando quelle aziende dove il fenomeno si ripete con particolare frequenza.
16
LE MALATTIE PROFESSIONALI
Dirigente Medico Maria Teresa Riccio, referente di area, con la partecipazione della Assistente
Sanitaria Mariagrazia Smaniotto
Le malattie professionali sono le patologie contratte a causa del lavoro, legate cioè ai fattori di rischio
presenti nell'ambiente di lavoro (rumore, vibrazioni, microclima, inquinanti aerodispersi, fattori
ergonomici). La possibilità che questi fattori determinino stati di malattia è in diretta relazione con la loro
concentrazione, con la durata dell'esposizione e con la diversa ricettività individuale.
Il D.M. 11/12/2009 elenca le malattie correlate al lavoro per le quali è obbligatoria, da parte dei medici che,
nell'esercizio della loro professione, ne riconoscano l'esistenza, la denuncia all' ULSS (SPISAL) e all’INAIL
competente per territorio (art. 139 del DPR 1124/65).
Oltre alle suddette segnalazioni, pervengono allo SPISAL anche i certificati di malattia professionale
tabaellata di cui al DM 09/04/2008 (elenco delle malattie professionali INAIL ”tabellate”) e i referti nel caso
in cui la malattia assuma i caratteri di una lesione personale grave.
Tutte le segnalazioni che pervengono al Servizio hanno una triplice finalità:
permettono di realizzare una mappatura delle aziende a rischio attraverso il riconoscimento
dell'incidenza della patologia da lavoro;
permettono di programmare l'attività ispettiva nelle singole realtà aziendali;
attivano l’azione giudiziaria.
Relativamente a questo ultimo punto, si ricorda che se il danno è imputabile a violazioni delle norme
sull'igiene e sicurezza del lavoro ed assume carattere di lesione personale grave o gravissima a causa di
un indebolimento permanente di un organo, vige l'obbligo per lo SPISAL che ha personale avente
qualifica di UPG (Ufficiale di Polizia Giudiziaria) di indagare sulle violazioni in materia di salute e sicurezza
sul lavoro, ricercare i soggetti responsabili delle lesioni ed, infine, di redigere il rapporto giudiziario.
La tabella seguente illustra la progressione delle segnalazioni di sospetta malattia professionale inviate al
Servizio negli ultimi 10 anni.
Segnalazioni di sospette malattie professionali. Periodo 2003-2013
TECNOPATIE
Osteo-artrotendinopatie
Ipoacusie
Dermatiti
Broncopneumo-pleuro
patie
Disagio
lavorativo
Altro
Tumori e
mesoteliomi
TOTALE
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
34
44
31
53
42
41
44
30
51
33
50
45
27
47
23
53
22
46
8
47
9
36
13
23
9
22
9
14
2
13
6
14
3
3
1
1
1
-
3
-
2
2
-
1
1
2
3
3
1
2
4
5
5
3
2
9
2
3
3
2
2
6
8
1
1
15
6
3
6
115
118
111
118
111
99
80
80
85
59
80
Complessivamente il numero delle segnalazioni si è mantenuto stabile negli ultimi anni, dopo essere
diminuite costantemente nella prima metà del decennio considerato.
Le segnalazioni sono state fatte nella maggior parte dai medici INAIL e del patronato; solo pochi casi sono
stati segnalati dai medici competenti o dai medici di base; in alcuni situazioni è stato il medico dello
SPISAL ha redigere il certificato di malattia professionale.
Anche nel 2013 sono state numerose le segnalazioni per malattie osteoarticolari, confermando che
ormai queste malattie rappresentano il vero problema del mondo del lavoro. Si tratta prevalentemente di
disturbi muscolo-tendinei da movimenti ripetitivi degli arti superiori tipici delle lavorazioni dell’occhiale,
dell’elettronica e della metalmeccanica, e da patologie osteoarticolari da sovraccarico biomeccanico del
rachide, frequenti nelle lavorazioni dell’edilizia (muratori) o della sanità (infermieri/assistenti alla persona).
Continuano ad essere poche le patologie da rumore, confermando che le bonifiche fatte dalle aziende
producono i loro effetti positivi. Il problema continua a permanere in edilizia, proprio perché si tratta di
lavorazioni rumorose difficilmente migliorabili con interventi ambientali.
Da quando è stato istituito presso lo SPISAL lo sportello di assistenza e ascolto per il disagio psicosociale
lavoro-correlato, sono comparsi anche i primi casi di stress e mobbing (confronta il paragrafo dedicato
allo sportello a pag.19)
17
Le indagini svolte
Per ognuna delle segnalazioni precedentemente citate, il Servizio valuta, in primo luogo, se effettivamente
si tratta di una patologia causata o correlata all’esposizione professionale; dopodiché interviene, là dove è
possibile, per eliminare o ridurre i rischi dell’ambiente lavorativo, infine ricerca le eventuali responsabilità
penali.
Si tratta di un’attività impegnativa per il personale sanitario (medico e assistente sanitaria) che ha il
compito di effettuare:
raccolta di documentazione aziendale
sopralluogo in azienda con valutazione del rischio lavorativo
raccolta delle sommarie informazioni dal lavoratore;
visita medica ed eventuali accertamenti strumentali
redazione di rapporto giudiziario se del caso (vedi paragrafo seguente Attività Giudiziaria)
Nel corso del 2013, i casi di sospetta malattia professionale segnalati o riscontrati direttamente sono stati
complessivamente 80. Tutte le segnalazioni sono state valutate per selezionare quelle meritevoli di
approfondimento o di archiviazione. In 20 casi l’analisi ha portato all’archiviazione della pratica, perché
riguardanti i titolari, o di competenza di altra ULSS, o già segnalati in anni precedenti, etc). Per le altre 61
è stata fatta in primo luogo l’indagine per il riconoscimento dell’origine lavorativa e nel 56% dei casi si
sono ritrovati elementi sufficienti per confermare l’origine professionale della malattia segnalata, come
illustra la seguente tabella.
Segnalazioni e casi con riconoscimento di origine professionale. Anno 2013
Patologie
Ipoacusie
Osteo-artro-tendinopatie
Dermatiti
Tumori e mesotelioma
Bronco-pneumo-pleuro patie
Disagio lavorativo
Altro
TOTALE
N°
segnalazioni
11
34
3
6
1
3
3
61
Casi di origine
professionale
10
17
3
1
1
2
34
Come si può notare nel caso delle malattie ostearticolari sono frequenti le segnalazioni improprie, cioè
vengono attribuite all’esposizione lavorativa malattie che invece sono originate da fattori endogeni o da
esposizioni extraprofessionali. Nell’ambito delle indagini riguardanti queste patologie sono state eseguite
anche misurazioni del rischio ergonomico in 3 aziende per verificare la correttezza delle valutazioni del
rischio esegute dal datore di lavoro: è stato misurato il rischio da movimenti e sforzi ripetuti degli arti
superiori in 12 mansioni tipiche del comparto occhialeria e in 3 mansioni della metalmeccanica.
Per quanto riguarda le neoplasie, le indagini svolte hanno confermato, per tutti i casi segnalati, che non
c’erano esposizioni lavorative a cancerogeni. Nel corso del 2013 non sono pervenute segnalazioni di
mesoteliomi da esposizione pregressa ad amianto.
L’attività Giudiziaria
Quando l’indagine svolta a seguito delle segnalazione di sospetta malattia professionale assume la
caratteristica di indebolimento permanente di un organo di senso o di un apparato (es. ipoacusie). lo
SPISAL deve redigere il rapporto all’Autorità Giudiziaria
Per 6 casi di malattie professionali è stato anche inoltrato il rapporto alla Magistratura perché la malattia
aveva la caratteristiche di cui agli artt. 583, 589 o 590 del CP (lesioni personali).
In nessun caso l’indagine ha evidenziato violazioni attuali alle norma di igiene e sicurezza sul lavoro
18
AMBULATORIO DI MEDICINA DEL LAVORO
Dirigente Medico Maria Teresa Riccio, referente di area, con la partecipazione della Assistente
Sanitaria Mariagrazia Smaniotto
L’attività sanitaria dello SPISAL consiste nell’evadere le richieste dell’utenza, in particolare: certificazioni di
idoneità lavorativa (impiego di esplosivo o gas tossici, volontariato per antincendio boschivo, etc.),
consulenza specialistica a medici di base e/o ospedalieri e sorveglianza sanitaria per lavoratori ex esposti
ad amianto e per lavoratori autonomi.
Attività sanitaria svolta nel 2013
VISITE/ACCERTAMENTI
Visite mediche di idoneità al lavoro
Sorveglianza sanitaria a lavoratori autonomi
Partecipazione a collegi medico-legali
Visite mediche in corso di indagini di tecnopatia o infortunio
Visite mediche di consulenza
Visite mediche per ex esposti amianto
Audiometrie
Spirometrie
Visus
N°
77
9
10
12
2
4
57
59
37
SPORTELLO DI ASSISTENZA e ASCOLTO per il DISAGIO PSICOSOCIALE LAVORO-CORRELATO
In ottemperanza all’art. 6 della LR n. 8 del 22/01/2010 è stato attivato presso lo SPISAL un nuovo servizio:
lo Sportello di Assistenza ed Ascolto sul Mobbing, sul Disagio Lavorativo e sullo Stress
Psico−Sociale nei luoghi di lavoro. Lo Sportello ha la funzione di fornire informazioni ed indicazioni sui
diritti dei lavoratori e sui relativi strumenti di tutela e orientare il lavoratore verso le strutture di supporto
presenti nella Regione. La procedura di assistenza ed ascolto consiste nel colloquio semistrutturato e nei
questionari autosomministrati per l’individuazione della condizione di disagio al lavoro. Un software
dedicato elabora in tempo reale i dati dei questionari i cui risultati, insieme alle valutazioni del personale
sanitario che ha condotto il colloquio, consentono di individuare le diverse situazioni e fornire al lavoratore
i consigli mirati. Se si riconoscono condizioni di disagio/malessere l’interessato viene inviato al Centro di
Riferimento di 2° livello per la valutazione diagno stica che per la Provincia di Belluno è il centro
diagnostico regionale di riferimento di Verona. Quando, invece, emergono problematiche non collegabili
alla sicurezza sul lavoro, ma riconducibili ad ambiti di competenza di altri enti, il lavoratore viene
indirizzato ai servizi territoriali competenti come la Direzione Provinciali Lavoro, la Consigliera di Parità
Provinciale, il Consigliere di Fiducia o il Comitato Unico di Garanzia (art. 21, c 4, Legge 4 novembre 2010,
n. 183) nel caso in cui l’utente provenga da una Pubblica Amministrazione.
Nel corso del 2013 5 lavoratori si sono rivolti allo sportello di ascolto dell’ULSS di Belluno:
tre soggetti sono stati inviati al centro di riferimento di Verona per la valutazione diagnostica che in un
caso ha confermato il nesso causale con l’ambiente lavorativo;
negli altri due casi non si sono riscontrati né situazioni patologiche conclamate, né elementi tali da
ipotizzare un nesso causale con l’ambiente di lavoro.
SORVEGLIANZA SANITARIA PER EX ESPOSTI AD AMIANTO
La Regione Veneto ha promosso un progetto di sorveglianza sanitaria per gli ex esposti ad amianto (DGR
2041 del 22/07/2008), grazie al quale i lavoratori, ex esposti ad amianto, CVM od ad altri cancerogeni
professionali, possono accedere gratuitamente, presso gli ambulatori SPISAL, alle prestazioni indicate
nelle linee guida regionali di cui alla L.R. 25/02/2005 n. 9. Nel nostro territorio non c’erano siti industriali di
lavorazione di materiali contenenti amianto, tuttavia ci sono alcune popolazioni lavorative che hanno
avuto, in passato, esposizione ad amianto per aver lavorato, prevalentemente al di fuori del territorio
bellunese, in ambienti inquinati da fibre di asbesto. Nel 2013, 4 persone con esposizione pregressa ad
amianto si sono rivolte al nostro Servizio per essere sottoposti al controllo sanitario e spirometrico e per
essere informati sul rischio; in alcuni casi la visita è stata integrata da accertanenti strumentali mirati
(TAC) o da controlli specialistici (visita pneumologica); nei casi dovuti, è stata rilasciata anche la
certificazione di esenzione ticket per le prestazioni connesse al rischio amianto.
RICORSO AVVERSO IL GIUDIZIO DEL MEDICO COMPETENTE
Il D.Lgs.81/08 concede agli interessati (lavoratore o datore di lavoro) facoltà di ricorrere contro il giudizio
espresso dal medico competente rivolgendosi all’organo di vigilanza. Presso il Servizio SPISAL è istituito
il collegio medico costituito dal Direttore e dal dirigente medico dello SPISAL e dal Medico Legale del
SISP del Dipartimento di Prevenzione. Nel corso del 2013 sono pervenuti n. 2 ricorsi, ma la valutazione
medico collegiale non è stata eseguita in quanto la richiesta, in entranbi i casi, è stata ritirata dai lavoratori
prima della convocazione.
19
IGIENE E TOSSICOLOGIA INDUSTRIALE
Dirigente Chimico Stefania Peterle, referente di area, con la partecipazione degli altri operatori
Nel corso del 2013 l’attività di igiene industriale ha riguardato:
la valutazione di efficienza e di efficacia degli impianti di aspirazione localizzata, in aziende che
utilizzano prodotti vernicianti e solventi, e nelle attività di saldatura (occhialerie, galvaniche,
metalmeccaniche, serigrafie). In totale sono stati effettuati circa trenta rilievi con fumogeni,
riscontrando in molti casi condizioni di funzionalità non corrette rispetto ai criteri standard di
impiantistica industriale, ad esempio per scarsa velocità di captazione o eccessiva distanza del punto
di captazione o presenza di correnti d’aria interferenti.
una indagine ambientale (con l’effettuazione di 9 campionamenti di aria) mirata a misurare
l'esposizione personale del lavoratore ad agenti chimici aerodispersi presso una occhialeria di
montature in metallo, in occasione di sospetta malattia professionale. La saldatura dei componenti
metallici degli occhiali e la loro “ricottura” ad alta temperatura prevede la preliminare immersione della
minuteria in una miscela disossidante a base di: alcool metilico (metanolo), acido borico, fluoruro di
potassio. Dopo l'immersione nel liquido, i componenti, dentro apposito cestello, vengono lasciati ad
asciugare a temperatura ambiente, ed in tal modo il metanolo evapora.; rimane sul componente un
“velo” di fluoruro e acido borico, ausiliari per la saldobrasatura (o altri trattamenti termici) dell'occhiale.
Durante tale operazione l'addetto è esposto a vapori di metanolo e, in piccola parte, di fluoruri. La
misura di tali inquinanti aerodispersi ha fornito valori molto bassi (intorno al 10.5 % del rispettivo TLV).
Nonostante i risultati tranquilizanti dell’indagine ambientale, considerata l’elevata pericolosità
intrinseca delle sostanze utilizzate (sia disossidanti che decapanti) e l’elevata volatilità del metanolo,
si è preteso che l’azienda adotasse ulteriori cautele oltre alle misure gia in essere, in particolare:
• potenziamento della aspirazione localizzata sopra la vasca e manutenzione periodica;
• formazione e vigilanza sul rispetto delle procedure previste per le corrette operazioni di
travaso e manipolazione, ed in caso di spandimenti accidentali;
• protezione delle vie respiratorie, della pelle, e degli occhi;
• misure di prevenzione antincendio (estintore, divieto di fumare e usare fiamme libere) a causa
dell'elevata infiammabilità del metanolo;
• etichettatura e segnaletica ben visibili sopra la vasca.
il controllo del rischio amianto, sia in termini di verifica dei materiali sospetti presenti in parti di edifici
ed impianti (9 campionamenti), che in termini di verifica di corretta bonifica e smaltimento da parte
delle ditte specializzate, che, infine, di indagini per la ricerca di siti ancora contenenti amianto.
L’informazione e l’assistenza alle aziende nella implementazione dei nuovi Regolamenti REACH e
CLP e sperimentazione della vigilanza in materia
Nele pagini seguenti illustreremo in dettaglio questi ultimi due argomenti.
Per quanto riguarda l'attività di igiene industriale prevista per il 2014, si è programmato di approfondire il
rischio di inquinanti aerodispersi nelle operazioni di schiumatura di poliuretano, attività presente nel
nostro territorio soprattutto nel settore della refrigerazione industriale; ci si propone di analizzare le
aziende che effettuano questa lavorazione, durante la quale possono liberarsi in aria vapori di isocianati
aromatici, potenti sensibilizzanti delle vie respiratorie, ben conosciuti come causa di asma allergico. Si
valuteranno in dettaglio: i componenti utilizzati e il tenore di monomero libero, la presenza e l'efficacia di
impianti di aspirazione localizzata dei vapori, la formazione dei lavoratori ai fini del corretto uso degli
impianti di schiumatura del poliuretano a partire dai componenti. Onde evitare valutazioni difformi per
queste poche aziende dislocate sull’intero territorio provinciale, la vigilanza si effettuerà in maniera
congiunta con i colleghi dello SPISAL di Feltre.
20
CONTROLLO SULLE ATTIVITÀ DI RIMOZIONE DEI MATERIALE CONTENENTI AMIANTO
La L. 257/92 prevede che lo SPISAL venga informato su tutti gli interventi di demolizione, rimozione o
scoibentazione di materiali contenenti amianto, attraverso la presentazione di un dettagliato piano
contenente le modalità di esecuzione, le misure tecniche di protezione dei lavoratori e dell’ambiente,
nonché le indicazioni logistiche del cantiere, dei soggetti responsabili e della data di inizio dei lavori. Il
D.Lgs. 81/08, Titolo IX ha modificato in parte il regime autorizzativo: l’impresa specializzata può effettuare
i lavori trascorsi 30 giorni dalla presentazione del piano all’organo di vigilanza. Lo SPISAL valuta la
documentazione pervenuta ed esprime eventuali osservazioni, tenendo presenti sia gli aspetti
antinfortunistici che quelli relativi alla protezione personale e ambientale. Inoltre, vigila sul rispetto delle
procedure descritte nel piano e delle misure di protezione ed igiene, effettuando sopralluoghi e misure
ambientali (rilievo di fibre aerodisperse).
Nel corso del 2013 sono pervenuti 78 piani/notifiche (articoli 250 e 256 del D.Lgs.81/08) per interventi su
materiali contenenti amianto.
Anche quest'anno la maggior parte dei piani ha interessato la rimozione di materiali in matrice
compatta, ovvero coperture in cemento amianto (“eternit”), il cui rischio principale per il lavoratore è
quello infortunistico, in considerazione della fragilità delle lastre che non sostengono il peso di una
persona. I piani di lavoro presentati sono stati numerosi perchè molti proprietari di edifici, che hanno
utilizzato gli incentivi per l’installazione sul tetto di impianti fotovoltaici, hanno approfittato dell’occasione
per effettuare la bonifica delle coperture in amianto. Una larga fetta di questi interventi hanno riguardato
aziende agricole (coperture e tettoie di stalle, fienili, ecc) ed alcune attività commerciali.
In altri casi, Società bancarie e Società telefoniche di rilevanza nazionale, hanno avviato una campagna di
completa eliminazione di materiali con amianto ancora presenti nelle loro strutture; in questi casi si è
trattato soprattutto di parti di impianti tecnologici, cioè guarnizioni o impasti isolanti di materiale friabile.
Un'altra quota di lavori ha riguardato la rimozione di pavimenti fatti di piastrelle in vinil-amianto in edifici ad
uso pubblico (amministrazioni ed attività commerciali).
Non potendo effettuare l’ispezione su tutti i cantieri di bonifica segnalati, si sono selezionati quelli che
presentavano fattori di rischio maggiori per superficie, pendenza o altezza del tetto, per l’assenza di
struttura portante sotto la copertura o per la vicinanza con zone sensibili (centri abitati o scuole), o infine
con presenza di amianto nella forma più pericolosa, cioè friabile. Seguendo questi criteri, sono stati
controllati:
12 cantieri per la rimozione di amianto compatto. I cantieri ispezionati hanno evidenziato, in
generale, un comportamento corretto da parte delle ditte specializzate nella bonifica, con rispetto dei
contenuti del piano di lavoro, mentre le carenze più significative sono state individuate a carico
dell'organizzazione del cantiere, in caso di lavori di ristrutturazione importanti, con più Ditte coinvolte:
in questo caso sono risultati carenti l'individuazione delle aree, la corretta segregazione del cantiere, il
deposito rifiuti, il coordinamento dei lavori in caso di attività della Committenza contemporaneamente
presenti (es.attività commerciali).
4 cantieri per la rimozione di amianto in matrice friabile. Si trattava di interventi di rimozione di
guarnizioni isolanti nei locali tecnologici di edifici privati, ma ad uso pubblico (banca, assicurazione). In
questi casi, trattandosi della forma di amianto più pericolosa per liberazione di fibre in aria, i cantieri
sono stati controllati assiduamente in tutte le loro fasi: durante l’allestimento, per accertarsi che
venissero installate tutte le misure preventive, durante i lavori, per assicurare che le operazioni si
svolgessero secondo le procedure di sicurezza, ed, infine, al termine dei lavori per controllare che
l’area fosse stata ben ripulita e per accertare che non residuassero fibre aerodisperse, anche
attraverso misure ambientali. In tutti i casi, controlli non hanno aveidenziato carenze dal punto di vista
della sicurezza dei lavoratori e dell’ambiente.
Attività svolta per il controllo del rischio amianto: anno 2013
TIPO DI ATTIVITÀ
Autorizzazioni piani di lavoro e notifiche artt. 250 e 256 D.Lgs. 81/08
Relazioni annuali ex art. 9 D.Lgs. 257/92
Cantieri di rimozione di amianto compatto visitati
Cantieri di rimozione di amianto friabile visitati
Quantità di materiale compatto rimosso (tonnellate)
Quantità di materiale friabile rimosso (tonnellate)
Certificazioni di restituibilità
Campioni di materiale sospetto prelevati
21
N° Interventi
78
21
12
4
249
2,9
2
8
RICERCA ATTIVA DI SITI LAVORATIVI CON PRESENZA DI AMIANTO
La Regione Veneto ha individuato la necessità di censire tutti siti produttivi, attivi o dismessi, con presenza
di amianto, in tutte le tipologie di materiali (compatto e friabile). All’interno di questo censimento, una
particolare attenzione è stata rivolta al settore della panificazione, perché una ricerca condotta dal Servizio
SPISAL di Rovigo aveva evidenziato la presenza di amianto in diverse parti dei forni di panificazione
antecedenti il 1992.
Pertanto, già a partire dal 2012, è iniziata la ricerca presso i panifici dell’ULSS n. 1: in totale sono stati
visitati ed esaminati più di 50 panifici, praticamente la totalità delle Ditte del territorio.
La ricerca di materiale contenente amianto è stata rivolta in particolare ai seguenti componenti del forno:
1. coibentante tra le mura in refrattario e la struttura metallica del forno (es: amianto miscelato con
bentonite) nei forni più vecchi (prima degli anni '60);
2. piattaforme di cottura del pane (miscela molto compatta di resina e crisotilo);
3. guarnizioni (solitamente crisotilo): sul “piede” di appoggio delle porte di entrata/uscita del pane
(“battivetro”) e sul bruciatore del forno e sulla porta delle “biscottiere” (frequenti nei forni anni '70'80).
Su un totale di 83 forni esaminati, 68 erano esenti da amianto; i rimenenti 15 sono risultati “sospetti”,
in base alla data di costruzione.
Non è stato possibile effettuare il campionamento del materiale sospetto in tutti i casi, poiché gli impianti
erano funzionanti, ma nei 4 casi in cui è stato possibile campionare le guarnizioni l'analisi ha confermato
la presenza di amianto crisotilo.
Nei casi di forni con accertata o sospetta presenza di amianto, si è ricordato ai panificatori l'obbligo di:
mantenere in perfetto stato di integrità e conservazione le parti del forno “sospette” (in particolare
guarnizioni isolanti e simili), tramite un adeguato programma di controllo e manutenzione (D.M.
06.09.1994), in attesa della necessaria bonifica definitiva con eliminazione del materiale;
di affidare i lavori a Ditta abilitata (“Albo Gestori Rifiuti, Categoria 10”) in caso di manutenzioni
straordinarie o smantellamento del forno in questione.
22
I REGOLAMENTI REACH E CLP: LA STRATEGIA REGIONALE E LE INIZIATIVE LOCALI
I Regolamenti REACH e CLP rappresentano un sistema integrato di registrazione, valutazione,
autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche, miscele e articoli che mira ad assicurare un
maggiore livello di protezione della salute umana e dell'ambiente. Obiettivo principale dei regolamenti è
migliorare la conoscenza dei pericoli e dei rischi derivanti dai prodotti chimici e al contempo mantenere e
rafforzare la competitività e le capacità innovative dell'industria chimica europea. Grazie a loro sarà
possibile ottenere informazioni più numerose e più complete sulle proprietà pericolose dei prodotti
manipolati, sui rischi connessi all'esposizione, sulle misure di sicurezza da applicare, in quanto oltre
30.000 agenti chimici, fabbricati o importati all’interno della UE, saranno soggetti ad un esame della loro
pericolosità ed inseriti in un data-base comune a tutti gli Stati membri.
Il Regolamento REACH prevede l’obbligo per i produttori ed importatori di Registrazione, e di definizione
delle misure di gestione del rischio delle sostanze chimiche.
Le modalità di trasmissione delle informazioni sui pericoli associati ai prodotti chimici sono invece stabilite
dal Regolamento CLP, entrato in vigore nel 2009, che introduce un nuovo sistema di classificazione,
etichettatura ed imballaggio e redazione della scheda di dati di sicurezza (SDS) delle sostanze e delle
miscele.
L’applicazione dei Regolamenti è iniziata il 1° giu gno 2007, in modo graduale. Gli obblighi di registrazione
per alcune categorie di sostanze sono entrati in vigore nel giugno 2008 e si completeranno entro il 2018,
in funzione sia della quantità prodotta annualmente, sia della intrinseca pericolosità.
I Regolamenti influenzeranno sicuramente i rapporti tra le imprese imponendo un necessario scambio e
condivisione, tra produttori, importatori e utilizzatori, delle informazioni sulle sostanse, necessarie non solo
per la registrazione, ma anche per la gestione del rischio, attraverso la valutazione della potenziale
esposizione dei lavoratori e dell'ambiente (scenari d'esposizione, condizioni operative di utilizzo e usi
identificati, analisi sulla sicurezza chimica).
Per assicurare trasparenza, imparzialità e coerenza a livello internazionale gli Stati membri, devono
stabilire un appropriato quadro sanzionatorio che permetta di irrogare sanzioni effettive, proporzionate e
dissuasive in caso di mancata ottemperanza: in Italia sono stati emanati i D.Lgs. n.133/2009 e n.186/2011
e individuate le Autorità competenti in materia (Ministero della Salute), che opera d'intesa con le Regioni,
attraverso ASL e ARPA. L'Autorità Regionale del Veneto è la Sezione Regionale Prevenzione.
Con le DGRV n.4283 del 2009 e DGRV n.3461 del 2010 La regione Veneto ha individuato le seguenti
linee di lavoro, finalizzate non solo agli aspetti di vigilanza, soprattutto orientate aa aiutare le aziende
nelll’applicazione delle norme:
1. La Formazione del personale degli Enti di controllo (ASL e ARPAV) per la costruzione di una rete
territoriale di operatori destianata all'attività di controllo sulla corretta applicazione delle norme al fine di
garantire uniformità su territorio regionale.
2. L' Assistenza alle imprese, per la divulgazione alle Aziende ed agli Enti delle novità introdotte dai
nuovi Regolamenti Europei REACH e CLP. A tale scopo si sono realizzati:
la stampa di materiale informativo destinato alle Aziende;
la creazione dl un sito dedicato (www.reachregioneveneto.it);
Convegni Provinciali destinati ad Aziende, Associazioni di categoria, Enti territoriali. Per la
nostra provincia l’ULSS n. 1 ha organizzato un Convegno a maggio 2013, presso l' Ospedale
Civile di Belluno, a cui hanno partecipato in totale 34 persone (RSPP aziendali, Studi di
Consulenza, Rappresentanti di Categorie di datori di lavoro e Sindacati);
incontri formativi per il personale del Dipartimento di Prevenzione. Per la nostra provincia
l’ULSS n. 1 ha organizzato un corso a giugno 2013 che ha interessato circa 50 operatori delle
ULSS n. 1 e 2 finalizzato ad illustrare i principali contenuti delle nuove norme ed il compito
spettante ai nostri Dipartimenti riguardo alla futura vigilanza;
creazione di “sportelli informativi” presso ogni Servizio SPISAL; per l’ULSS n. 1 di Belluno
risponde la Dr.ssa Stefania Peterle.
3. La Vigilanza ha avuto come primo obiettivo la definizione di un modello di intervento uniforme, per tale
motivo è stata costituita la “rete regionale di coordinamento Reach” per l’elaborazione di modelli e
protocolli di ispezione, l’individuazione dei laboratori deputati alle analisi dei campioni prelevati nelle
attività di controllo. Il gruppo regionale di vigilanza ha effettuato:
nel 2011 e nel 2012 alcuni interventi di tipo “sperimentale” fra cui un'Azienda della nostra
provincia, con sede nel territorio dell' ULSS n.2;
23
la costituzione di postazioni informatiche per il collegamento diretto fra operatori territoriali
addetti alla vigilanza e e l'Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA) e Autorità
Competente Nazionale.
Per il 2013 la Regione Veneto ha definito il Piano Regionale dei controlli REACH (DGRV 1311/013),
definendo il numero degli interventi (7 nel territorio regionale), le modalità e la tipologia di Azienda da
controllare.
Per quanto riguarda il territorio della provincia di Belluno si sono organizzate le attività di vigilanza in
modo congiunto tra le due ULSS e i referenti del gruppo regionale e si è effettuato n° 1 accesso ispettivo
in una Azienda (produttore di vernici e colle), appartenente all’ULSS n. 1. A seguito dell'ispezione sono
stati redatti gli atti previsti: (verbale di accesso, verbale conclusivo, relazione finale alla Regione,
questionario standardizzato da inviare (tramite l'Autorità Regionale e Nazionale) all'Agenzia Europea
ECHA). L'ispezione si è incentrata sull'esame delle SDS e delle etichette di 3 miscele scelte casualmente
tra quelle prodotte dall'Azienda in questione. L'accertamento non ha dato esito a sanzioni, anche se
sono state fornite indicazioni migliorative sul contenuto di alcuni punti della SDS.
Per il 2014, proseguiranno le attività di vigilanza da parte dei referenti territoriali, attenendosi alle
indicazioni Europee/Nazionali/Regionali, in collaborazione con il supporto del gruppo regionale.
24
ATTIVITÀ DI PROMOZIONE DELLA SALUTE e SICUREZZA SUL LAVORO
Questa attività vede coinvolti tutti operatori del Servizio SPISAL, i quali ognuno nell’ambito della loro
professionalità e competenza, si impeganno ad promuovere la cultura della salute e sicurezza sul lavoro.
In particolare gli interventi hanno interessato:
1. l’assistenza e l’informazione alle aziende, ai lavoratori e alle figure della sicurezza
2. Il sostegno alle politiche di gestione della cultura della salute e sicurezza nelle scuole
3. la promozione degli stili di vita corretti negli ambienti di lavoro
4. la tutela della salute e sicurezza del lavoratore autonomo
1° ASSISTENZA e INFORMAZIONE
• Sportello informativo
Nel corso del 2013 tutti gli operatori del servizio, ognuno per la propria specificità, hanno fornito risposte
alle richieste di informazioni da parte di Tecnici, Progettisti, Consulenti aziendali, RSPP e funzionari di
Associazioni, effettuando 130 incontri “ad personam”, rispondendo per iscritto a 70 quesiti e a oltre
200 richieste telefoniche di informazioni. I quesiti riguardavano principalmente: modalità di applicazione
del decreto sulla sicurezza nei cantieri edili, dubbi sulle norme per la costruzione di nuovi insediamenti
produttivi, gli obblighi inerenti la formazione dei lavoratori e delle altre figure della sicurezza, e, in genere,
l’applicazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro.
• Incontri informativi e formativi
Oltre alla forma diretta costituita dallo “sportello”, nel corso del 2013 sono stati organizzati incontri
informativi strutturati con associazioni di imprese e di lavoratori, professionisti e consulenti vari, per
affrontare specifiche problematiche:
Convegno del 15 maggio a Belluno: “Incontro informativo si regolamenti REACH/CLP”
organizzato dallo SPISAL nell’ambito del progetto regionale omonimo
Incontro del 26 giugno a Belluno: “Prevenzione e controllo nelle imprese di onoranze
funebri”, rivolto alle aziende di onoranze funebri del territorio dell’ULSS n. 1 per informarle sui
principali rischi del settore e sugli obblighi da attuare in materia di sicurezza sul lavoro.
Incontro del 4 ottobre a Sedico: “Verifica, consulenza e monitoraggio nel cantiere edile”,
organizzato insieme al CPT, per creare un confronto fra gli ispettori degli enti di vigilanza e gli
esperti del CPT che fanno monitoraggio e consulenze nei cantieri.
Seminario di aggiornamento del 27 novembre: “Sistemi di sicurezza fissi contro le cadute
dall’alto”, rivolto ai tecnici comunali di tutti i comuni della provincia.
Corso di formazione per lavoratori autonomi del settore edile a dicembre, di 16 ore, in
collaborazione con il CPT nell’ambito del progetto regionale omonimo (vedi paragrafo successivo
dedicato all’argomento)
Due incontri dell’Organismo Provinciale di Coordinamento (OPC) delle attività di vigilanza
di cui all’art. 7 del D.Lgs. 81/2008 e DPCM 21.12.2007, istituito in data 16.12.2009. Nel corso del
2013 il comitato si è riunito due volte: 1 febbraio, 8 maggio, 13 settembre. Nell’ambito delle attività
promosse da questo Organismo con la collaborazione degli Enti e delle Associazioni costitutivi
dello stesso, sono stati organizzati i seguenti eventi formativi:
• Convegno del 20 giugno: “La sicurezza delle manutenzioni in quota degli edifici”,
rivolto ad imprese e professionisti del settore delle costruzioni.
• Corso del 9 e 10 maggio: “Procedure standardizzate per la valutazione dei rischi
indicazioni per la stesura del documento approvate dal CRC regionale” rivolto ai
funzionari degli Enti di vigilanza e ai tecnici delle associazioni datoriali e dei lavoratori.
• Partecipazioni a manifestazioni scientifiche
Gli operatori del Servizio hanno partecipato nel 2013 ai seguenti incontri scientifici, in qualità di relatori:
Seminario a Belluno 13 marzo: Imprese & Enti: accessi nelle aziende per vigilanza e
controlli”, organizzato da Confartigianato -Donne Impresa Belluno, con la relazione,“I servizi di
prevenzione e vigilanza delle ASL nei luoghi di lavoro”
Seminario a Sedico il 23 marzo: “I lavoratori Autonomi in Cantiere”, organizzato da
Confartigianato nell’ambito della Assemblea Provinciale Edilizia, con una relazione sulle attività di
vigilanza svolte dagli SPISAL nel settore delle costruzioni.
Convegno a Venezia il 5 aprile: “Strategie di promozione della cultura della sicurezza nella
scuola” organizzato dal SiRVeSS (Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole)
con la relazione: “La strategia regionale e il nuovo manuale “Gestione del sistema sicurezza e
cultura della prevenzione nella scuola”
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Convegno 1 giugno ad Asiago: Boschi e boscaioli: quale futuro per il Veneto”, organizzato
dal Consorzio Legno Veneto, con la relazione: “Prevenzione e tutela della salute e sicurezza degli
operatori forestali”
Convegno a Firenze il 10 giugno: “Abitudine al fumo e luoghi di lavoro: esperienze degli
operatori della prevenzione”, organizzato dalla ASL 10 di Firenze, con la relazione: “Il progetto
CCM: definizione ed implementazione di un sistema di monitoraggio del rispetto della normativa
sul fumo in Italia”
2° ATTIVITA’ di PROMOZIONE nelle SCUOLE
Fin dal 2005 è attiva nelle provincia di Belluno la “rete delle scuole per la salute e la sicurezza” (RESIS) a
cui partecipano quasi tutti gli istituti scolastici del territorio con la collaborazione di Enti e Istituzioni e
agenzie extrascolastiche (associazioni degli imprenditori e dei lavoratori, Provincia, ULSS, INAIL). La rete
ha lo scopo di promuovere la gestione della sicurezza nelle scuole e la cultura della sicurezza,
coinvolgendo gli allievi in un percorso di sensibilizzazione e formazione in materia di sicurezza sul lavoro.
Lo SPISAL di Belluno nel 2013 ha collaborato con la Rete al completamento della formazione delle figure
scolastiche della sicurezza e al sostegno degli insegnanti impegnati nelle attività didattiche in materia di
sicurezza.
•
Formazione
Nell’ambito delle attività formative il Servizio, come di consueto, ha collaborato con la rete delle scuole
per la docenza in corsi di formazione delle figure della sicurezza scolastiche (RSPP, RLS) e si è
impegnato nelle organizzazione dei corsi per gli addetti al primo soccorso. La docenza è stata affidata
ai medici dei Servizi di Pronto Soccorso Ospedalieri per gli argomenti relativi al primo intervento
(comprendenti anche esercitazioni di rianimazione cardio-respiratoria su manichino) e al medico
SPISAL per la parte organizzativa e normativa.
5 moduli per la formazione di base. La durata del corso è di 12 ore, ad ogni edizione hanno
partecipato in media 20 persone, formando così oltre 100 nuovi addetti al primo soccorso.
11 moduli per l’aggiornamento. La durata dei modulo di aggiornamento è di 4 ore. Per ogni
edizione hanno partecipato in media 22 persone, garantendo così il mantenimento delle
competenze nelle manovre di primo soccorso a 242 addetti.
•
Didattica della sicurezza
Per aiutare, sostenere e formare gli insegnanti al fine di implementare le attività educative rivolte agli
allievi, all’interno delle Rete è attivo un gruppo di lavoro costituito da un coordinatore, 2 insegnanti e
l’Assistente Sanitaria dello SPISAL. Nel 2013 è continuata l’attività di sostegno agli insegnanti in tema
di sicurezza per la realizzazione dei progetti didattici che prevedono il coinvolgimento degli allievi.
3° PROMOZIONE DEGLI STILI DI VITA CORRETTI: fumo e alcol negli ambienti di lavoro
Il nuovo approccio preventivo per le problematiche correlate con scorretti stili di vita, in particolare il fumo
di tabacco e il consumo di alcool, consiglia di utilizzare la strategia della promozione della salute.
L’efficacia degli interventi dipende sia dalla fattiva collaborazione e impegno di tutti i soggetti aziendali,
che dall’azione continua e perseverante di controllo e prevenzione da parte dei servizi pubblici.
Nel 2013 è continuata, quindi, l’azione di supporto nelle aziende interessate promuovere una politica di
informazione e sensibilizzaione dei lavoratori.
L’Assistente Sanitaria, prendendo spunto dagli interventi di vigilanza o su richiesta delle ditte stesse, ha
stimolato le aziende all’attuazione di politiche di promozione della salute che comprendessero oltre al
rispetto della normativa (gestione del problema), anche l’educazione (incontri con i lavoratori) e l’aiuto alla
disassuefazione (collaborazione con il SER.D. e coinvolgimento del medico competente). In questo modo
sono state coinvolte 2 realtà lavorative (1 Comuni e 1 Azienda chimica); si sono svolti 2 incontri
gestionali con la dirigenza (Sindaco e/o datore di lavoro, dirigenti, RSPP, RLS, Medico competente) e
successivamente sono stati effettuati, in collaborazione del personale del SER.D., 2 incontri di
formazione ed educazione coinvolgendo circa 30 lavoratori; gli argomenti trattati hanno riguardato sia il
fumo di tabacco che l’assunzione di bevande alcoliche.
Infine si segnala la collaborazione della Assistente Sanitaria al progetto coordinato dal SER.D. di Belluno
“non solo cura, ma cultura”, finalizzato alla formazione delle figure sanitarie ospedaliere e del terrritorio
(medici, infermieri e operatori vari) per la prevenzione dei problemi alcol-correlati. Sono state effettuate 4
edizione di un corso di 8 ore a cui hanno partecipato 68 operatori sanitari. Il nostro operatore ha
partecipato alla organizzazione e alla docenza del corso di 8 ore che è stato ripetuto per 4 edizioni nelle
varie sedi territoriali e ha visto la partecipazione di 68 operatori sanitari.
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4° PROMOZIONE DELLA SALUTE NEI LAVORATORI AUTONOMI
Il numero di lavoratori autonomi è aumentato in modo rilevante negli ultimi anni. L’analisi del fenomeno
infortunistico evidenzia che gli autonomi sono più esposti a rischio infortunistico rispetto al lavoratori
dipendenti: infatti, l’incidenza dei casi invalidanti e mortali risulta doppia rispetto agli altri lavoratori, mentre
l’incidenza degli incidenti più lievi è più bassa di quella dei dipendenti, spiegabile con una scarsa denuncia
per tali eventi. Per quanto riguarda le malattie professionali, non esistono dati certi sul fenomeno
riguardante gli autonomi: sicuramente esiste una sottostima del problema per mancata volontà di
denuncia da parte dell’interessato, ma anche perché l’eventuale patologia non viene diagnosticata, non
esistendo per questa popolazione lavorativa una sorveglianza sanitaria fatta da uno specialista
competente in medicina del lavoro. Nonostante questa situazione preoccupante i lavoratori autonomi non
sono stati tutelati come i lavoratori dipendenti dalle norme in materia di sicurezza e salute sul lavoro.
Con il Piano Regionale della Prevenzione (DGRV 3139/2010) si è voluto dare una tutela a questa
categoria di lavoratori con lo specifico progetto regionale il n° 2.2.11 “Promozione della salute nei
lavoratori autonomi” affidato al Servizio di questa ULSS. Il progetto ha lo scopo di ottenere una riduzione
degli infortuni sul lavoro dei lavoratori autonomi intervenendo con azioni da effettuarsi da parte degli
SPISAL regionali che si sono impegnati a:
• Fornire ad una categoria di lavoratori, finora esclusa da obblighi formativi in materia di sicurezza, una
formazione specifica sui rischi specifici derivanti dalle mansioni effettuate ai sensi dell’art. 37 D.Lgs
81/08 e dell’Accordo Stato/Regioni del 21-12-2011;
• Offrire una tutela sanitaria in medicina del lavoro ad una popolazione lavorativa finora esclusa dalla
sorveglianza sanitaria;
• Garantire una certificazione di avvenuta formazione in materia di sicurezza e di idoneità sanitaria
necessarie per attestare l’idoneità tecnico-professionale di cui all’all. XVII D.Lgs 81/2008.
Per la realizzazioni del progetto, nella provincia di Belluno, si è ottenuta subito una fattiva collaborazione
da parte delle Associazioni delle imprese e dei lavoratori, e del CPT in particolare, e degli Enti di vigilanza
(INAIL e DTL). Tra il mese di dicembre 2012 e per tutto il 2013 lo SPISAL dell’ULSS n.1 ha organizzato
6 corsi a livello provinciale, rivolti ai lavoratori autonomi del comparto edile. Il corso comprendeva 1
modulo per la formazione generale di base e 3 moduli per la formazione specifica, di 4 ore cadauno, per
un totale di 16 ore. Le docenze in tema di normativa, di concetti generali e di aspetti tecnici di sicurezza e
di salute sono state tenute da operatori (medici e tecnici) degli SPISAL, mentre i funzionari dell’INAIL e
della DTL hanno approfondito gli aspetti assicurativi e di rapporti di lavoro e le conseguenze del cosiddetto
“uso improprio del lavoratore autonomo”.
In totale sono stati coinvolti 120 lavoratori autonomi e 10 professionisti tecnici impegnati nel settore
edile (geometri, periti edili, ingegneri o architetti). 108 lavoratori autonomi, avendo partecipato a tutti i
moduli, hanno ricevuto l’attestazione della formazione di cui all’art. 37 del D.Lgs 81/08 e Accordo
Stato/Regioni 21.12.2011. Per i restanti 12 lavoratori autonomi e 3 professionisti è stato rilasciato un
certificato di presenza per i moduli frequentati.
n°1 corso ad Agordo, in collaborazione con APPIA, nel me se di dicembre 2012, a cui hanno partecipato 21
persone
n°1 corso ad Agordo, in collaborazione con CPT, nel periodo febbraio-marzo 2013, a cui hanno partecipato
a tutto il corso 12 persone, mentre 3 hanno frequentato solo alcuni moduli;
n°1 corso ad Pieve di Cadore, in collaborazione con CPT, nel periodo gennaio-febbraio 2013, a cui hanno
partecipato a tutto il corso 9 persone, mentre 3 hanno frequentato solo ad alcuni moduli;
n°1 corso a Feltre, in collaborazione con CPT, nel p eriodo gennaio-febbraio 2013, a cui hanno partecipato
a tutto il corso 12 persone, mentre 5 hanno frequentato solo ad alcuni moduli;
n° 1 corso a Sedico, in collaborazione con CPT, nel p eriodo gennaio-febbraio 2013, a cui hanno partecipato
a tutto il corso 28 persone, mentre 3 hanno frequentato solo alcuni moduli.
N° 1 corso a Sedico, in collaborazione con CPT, nel p eriodo novembre-dicembre 2013, a cui hanno
partecipato a tutto il corso 24 lavoratori autonomi e 7 professionisti tecnici, mentre 3 lavoratori autonomi e 3
professionisti hanno frequentato solo alcuni moduli.
Per quanto riguarda la sorveglianza sanitaria 9 Lavoratori Autonomi si sono rivolti allo SPISAL di
Belluno per l’effettuazione della visita medica di idoneità lavorativa.
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ATTIVITÀ AUTORIZZATIVA
Il Servizio SPISAL, in qualità di organo di vigilanza della ULSS, è destinatario di numerose segnalazioni,
notifiche, richieste di autorizzazioni e pareri previsti da numerose Leggi.
L’attività autorizzativa è rappresentata dalle prestazioni attribuite istituzionalmente al Servizio Pubblico
dalle leggi vigenti e consiste nel ricevere comunicazioni e notifiche e nell’esprimere pareri e autorizzazioni.
I pareri sono prevalentemente rappresentati dalle pratiche edilizie per i nuovi insediamenti produttivi per i
quali i Comuni richiedono il parere sanitario di competenza. Il Servizio SPISAL, oltre a svolgere attività di
formazione a professionisti e tecnici comunali, garantisce un aiuto concreto verificando gli aspetti tecnici
dei progetti favorendo in tal modo l’applicazione delle nuove indicazioni regionali sulla prevenzione delle
cadute dall’alto negli edifici.
Attività Amministrativa svolta dallo SPISAL nel 2013
RIFERIMENTO NORMATIVO
Pareri per rilascio permesso di costruire
Notifiche cantieri art. 99 D.Lgs.81/08
Piani di lavoro e notifiche amianto artt. 250 e 256 D.Lgs. 81/08
Relazioni annuali imprese amianto art. 9 L.257/92
Comunicazioni inizio lavori (L.449/97 e L.55/90)
Altre (registri degli esposti)
Vidimazione Registro Infortuni
N° PRATICHE
102
1.100
78
21
149
18
597
COMMISSIONE PROVINCIALE PATENTI GAS TOSSICI
Con Decreto della Giunta regionale del Veneto del 31.12.2001 n° 3887, la Regione ha disposto, a
decorrere dal 01.01.2002, ed a norma della Legge Regionale 11/2001, l’esercizio effettivo da parte delle
ULSS capoluogo di Provincia delle funzioni amministrative concernenti il rilascio e il rinnovo delle patenti
di abilitazione all’impiego dei gas tossici di cui all’art. 4 del R.D. 147 del 1927. A seguito di tali
provvedimenti, questa ULSS ha istituito nel Dipartimento di Prevenzione presso il Servizio SPISAL l’ufficio
competente all’espletamento delle suddette attività, valevole per tutto l’ambito provinciale. E’ stata, quindi,
costituita la Commissione Provinciale composta da esperti di: Prefettura, Questura, Comando Provinciale
dei Vigili del Fuoco, Laboratorio Provinciale dell’ARPAV e ULSS– Dipartimento di Prevenzione.
Rilascio
Nel 2013 è stata effettuata una sessione d’esame nel mese di giugno.
Hanno presentato domanda per il conseguimento della patente in totale 5 persone.
Lo svolgimento dell’esame prevedeva:
- una prova orale su nozioni elementari inerenti la preparazione e utilizzazione industriale dei gas,
sulle sorgenti di intossicazione, sulle norme preventive e protettive e sui soccorsi d’urgenza;
conoscenze sul Regolamento dei gas tossici (R.D. 147/27) ,
- una prova pratica comprendente la tecnica di manipolazione connesse con la conservazione e
custodia, nonché trasporto dei gas, le operazioni di utilizzo e manutenzione della maschera e
degli apparecchi di protezione contro i gas.
Tutti i candidati hanno superato le prove e conseguito l’abilitazione.
Rinnovo
La patente deve essere rinnovata ogni 5 anni, esibendo idonea documentazione sanitaria comprovante
l’idoneità psico-fisica. Per agevolare l’utenza il Servizio ricorda con lettera la scadenza del patentino; nel
2013 sono stati spediti 23 inviti e sono state presentate 21 domande di rinnovo, alla quali è stata data
regolare risposta.
Patenti gas tossici. Attività svolta nel 2013
Tipo di attività
Domande per rilascio
Soggetti esaminati
Patenti rilasciate
Domande per rinnovo
Patenti rinnovate
N° interventi
5
5
5
23
21
28
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attività 2013 28febbraio