Centro di Ricerca
e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”
“25 Anni di Ricerca,
Sperimentazione e
Formazione
per il progresso dell’Agricoltura”
Locorotondo, 5-6 Luglio 2012
Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura
“Basile Caramia”
“25 Anni di Ricerca, Sperimentazione e
Formazione per il progresso dell’Agricoltura”
Locorotondo, 5-6 Luglio 2012
a cura di
A. Cagnazzo, M. Convertini, C. Dongiovanni, M. Fasano, P. Giannini,
G. Maggi, P. Natale, F. Palmisano, D. Perrelli, M.G. Piepoli, V. Savino, P. Venerito
Finito di stampare nel mese di giugno 2012
Stampa GRAFICA MERIDIONALE
Tutti i diritti sono riservati - E’ vietata la riproduzione con qualsiasi mezzo
COMITATO D’ONORE
Presidente: N. Vendola - Presidente della Regione Puglia
G. Fumarola - Presidente della Banca di Credito Cooperativo, Locorotondo
Cosimo Lacirignola - Direttore dell’Istituto Agronomico Mediterraneo, Bari
T. Miano - Direttore del Dipartimento di Scienze del suolo, delle piante e degli alimenti, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”
G. Scarascia Mugnozza - Direttore del Dipartimento di Scienze Agroambientali e Territoriali, Bari
M. Pastore - già Presidente del CRSA “Basile Caramia”, Locorotondo
C. Petrocelli - Rettore dell’Università degli studi di Bari Aldo Moro
D. Pignone - Direttore del Dipartimento Agroalimentare del CNR, Roma
M. Ruggieri - Dirigente Scolastico Istituto Istruzione Superiore Secondaria “B. Caramia - F. Gigante”, Locorotondo
A. Sasso - Assessore Regionale Istruzione e Formazione, Regione Puglia
T. Scatigna - Sindaco del Comune di Locorotondo
F. Schittulli - Presidente della Provincia di Bari
D. Stefano - Assessore alle Risorse Agroalimentari, Regione Puglia
G. Volpe - Rettore dell’Università degli Studi di Foggia
COMITATO ORGANIZZATORE
Presidente: C. Fideghelli - Presidente del Comitato Tecnico Scientifico CRSA “Basile
Caramia”, Locorotondo
N. Calella - Vicepreside Istituto Istruzione Superiore Secondaria “B. Caramia - F.
Gigante”, Locorotondo
F. Faretra - Professore del Dipartimento di Scienze del suolo, delle piante e degli alimenti, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”
P. La Notte - Responsabile Settore Viticoltura ed Enologia CRSA “Basile Caramia”,
Locorotondo
M. Lisi - Direttore Servizi Generali e Amministrativi Istituto Istruzione Superiore
Secondaria “B. Caramia - F. Gigante”, Locorotondo
G. Palmisano - Consigliere della Provincia di Bari
D. Pentassuglia - Consigliere della Regione Puglia
M.G. Piepoli - Responsabile Settore Formazione CRSA “Basile Caramia”, Locorotondo
S. Pollastro – Professoressa del Dipartimento di Scienze del suolo, delle piante e degli
alimenti, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”
M. Saponari – Responsabile Settore Miglioramento genetico e sanitario delle colture
CRSA “Basile Caramia”, Locorotondo
A. Santomauro - Responsabile Settore Produzione integrata e biologica delle colture
e Centro di saggio CRSA “Basile Caramia”, Locorotondo
V. N. Savino - Preside della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Bari
“Aldo Moro”
A. Sette - Direttore della Banca di Credito Cooperativo di Locorotondo
A. Sevi - Preside della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Foggia
N. Trisciuzzi - Responsabile settore Laboratorio Diagnosi Fitopatologica CRSA “Basile Caramia”, Locorotondo
COMITATO TECNICO OPERATIVO
G. Altamura, A. Cagnazzo, R. Cardone, L. Catucci, M. Convertini, M. Di Carolo, C.
Dongiovanni, M. Fasano, P. Giannini, G. Maggi, P. Natale, A. Palmisano, D. Palmisano, F. Palmisano, D. Perrelli, P. Pollastro, A. Saponari, M.R. Silletti, P. Venerito
- CRSA “Basile Caramia”, Locorotondo.
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
M. Caroli, M. Guida, A. Palmisano, M. Pinto - CRSA “Basile Caramia”, Locorotondo.
INDICE
1.
Il Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura
“Basile Caramia” (CRSA) dal 1987 al 2012
09
2. 2.1 2.2 2.2.1 2.2.2 2.2.3 2.3 2.3.1 2.3.2 2.4 2.5 2.5.1 2.5.2 2.5.3
I Settori e le Attività del CRSA
Area amministrativa
Area Ricerca e Sviluppo
Produzione integrata e biologica delle colture
Viticoltura ed Enologia
Miglioramento genetico, sanitario e clonale delle colture
Area Coordinamento
Attività delegate
Rapporti con il territorio
Area Formazione
Servizi
Centro di saggio
Laboratorio di analisi agroalimentare ed agro-ambientali
Laboratorio di diagnosi fitopatologica
17
18
20
21
23
41
70
71
86
94
116
117
119
134
3. Curriculum vitae e archivio fotografico del CRSA
153
25
anni
1. Il Centro di Ricerca e Sperimentazione
in Agricoltura “Basile Caramia” CRSA dal 1987 al 2012
Ieri
10
1. IL CENTRO DI RICERCA E SPERIMENTAZIONE
IN AGRICOLTURA “BASILE CARAMIA” (CRSA)
DAL 1987 AL 2012
Agli inizi degli anni ottanta, per iniziativa degli allora amministratori dell’Opera Pia
Scuola Agraria “Basile Caramia” di Locorotondo, prese corpo l’idea di costituire una
struttura che avesse lo scopo di:
-
fungere da collegamento tra il mondo produttivo e le Istituzioni dedite alla
ricerca e sperimentazione nel settore dell’agricoltura;
-
migliorare dal punto di vista qualitativo e produttivo le produzioni orto-frutticole locali;
-
contribuire ad innalzare il livello culturale dei tecnici ed operatori agricoli;
-
fornire informazioni tempestive sui finanziamenti pubblici inerenti il settore
dell’agricoltura;
-
assicurare una continuità formativa ai ragazzi diplomati presso l’Istituto
Tecnico Agrario Statale (I.T.A.S.) di Locorotondo.
Per l’attuazione dell’ambizioso programma, gli amministratori dell’Opera Pia, coinvolsero altre istituzioni, pubbliche e private, operanti sul territorio. I lavori preparatori si protrassero per alcuni anni, e l’attuale Centro di Ricerca e Sperimentazione
in Agricoltura “Basile Caramia” (CRSA) fu costituito con atto notarile del 22 luglio
1987, per merito dell’Opera Pia, dell’Amministrazione Provinciale di Bari, dell’Istituto Tecnico I.T.A.S. di Locorotondo e della Cantina Sociale di Locorotondo.
Dal luglio del 1987, trascorsero ulteriori cinque anni, prima che il Centro di Ricerca,
entrasse effettivamente nella fase operativa. In ottobre del 1992 s’insediò prima il
Consiglio di Amministrazione e poi il Comitato Tecnico Scientifico (C.T.S.). Nel dicembre dello stesso anno, il C.T.S. con documento approvato dal Consiglio di Amministrazione presentò il primo programma attuativo, avente le seguenti finalità:
-
ricerca, sperimentazione, formazione, dimostrazione e divulgazione, prevalentemente nei settori vitivinicolo ed olivicolo;
-
qualificazione e valorizzazione delle produzioni agroalimentari mediante certificazione fitosanitaria delle produzioni vivaistiche e certificazione di qualità dei prodotti orto-frutticoli;
-
allestimento di strutture e campi sperimentali, dimostrativi, al servizio e per
lo sviluppo del territorio;
-
salvaguardia della biodiversità mediante l’attuazione di progetti mirati al
recupero, alla conservazione e alla valorizzazione di ecotipi autoctoni (agrumi, drupacee, fico, mandorlo, olivo, pesco, vite).
Inizialmente l’attività principale del CRSA “Basile Caramia” era incentrata sulla
11
produzione di materiale di propagazione vegetale di categoria certificato da destinare
ai vivaisti. Con delibera n. 871 del 23 giugno 1993 la Regione Puglia delegò al CRSA
l’attività di Premoltiplicazione nell’ambito dei programmi di certificazione volontaria, per agrumi, drupacee, olivo e vite.
Per l’avvio di tale attività, per soddisfare le esigenze e le aspettative maturate nel
comparto vivaistico pugliese di produzioni di qualità, per svolgere al meglio le attività programmate dal Consiglio di amministrazione e dal C.T.S., il CRSA si avvalse
del supporto scientifico del Dipartimento di Protezione delle Piante e Microbiologia
Applicata (DPPMA) dell’Università degli Studi di Bari, del Centro di Studio sui Virus
e Virosi delle Colture Mediterranee del CNR, dell’Istituto Agronomico Mediterraneo
(IAM), del supporto tecnico e logistico del Consorzio Vivaistico Pugliese e del contributo economico dell’Amministrazione Provinciale di Bari, delle Casse Rurali ed Artigiane di Sammichele e Locorotondo, della Federazione Provinciale Coldiretti di Bari.
Grazie alla collaborazione di questi Enti e Istituzioni, fu selezionato e formato personale tecnico qualificato, furono allestiti i primi campi, progettate e realizzate le prime
strutture (serre, ombrai etc.), fu attivato il laboratorio di diagnosi fitovirologica, fu
realizzato il laboratorio per la coltura in vitro per la produzione di materiale di propagazione di Categoria “Base” micropropagato e per il risanamento da virus ed agenti
virus-simili del germoplasma frutticolo locale.
La Regione Puglia per aderire al “Servizio di Certificazione Volontaria del materiale di propagazione vegetale”, come previsto dalla Delibera della Giunta Regionale
N°1119 del 15 maggio 1993, dedicò nell’ambito P.O.P. Puglia 1994/1999 una specifica
Misura (Misura 4.1.6 “Vivaismo”) per la realizzazione delle strutture necessarie per
l’attivazione del Servizio. L’attività di Premoltiplicazione del CRSA fu dislocata sul
territorio della Regione in diverse Sezioni Operative (Sez. Operativa “Ferragnano”
Locorotondo (BA) – Sez. Operativa “Amendolacchia” Massafra (TA) – Sez. Operativa
“Conca d’Ora Palagiano (TA) – Sez. Operativa “Torcito” Cannole (LE)), considerando le condizioni pedoclimatiche e la vocazionalità delle differenti specie vegetali in
premoltiplicazione.
Le strutture e le attività realizzate, oltre a creare le condizioni per il riconoscimento,
da parte del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, del CRSA nel sistema di
certificazione Nazionale, lo resero idoneo alla partecipazione a programmi di ricerca
per il miglioramento degli agrumi, drupacee, olivo e vite e mirati al trasferimento
delle innovazioni tecnologiche dal mondo scientifico a quello operativo.
In data 06 aprile 1998, il Servizio Fitosanitario Regionale, riscontrando nel laboratorio fitopatologico del CRSA i requisiti strutturali e professionali previsti dai DD.MM.
14 aprile 1997 per l’esecuzione di diagnosi fitopatologiche, ha concesso, l’accreditamento per la diagnosi di funghi, virus, fitoplasmi, nematodi e batteri, facendo del
CRSA, il primo laboratorio fitopatologico accreditato dell’Italia meridionale.
12
Il 18 settembre del 2000, il CRSA è stato accreditato, con DD.MM: 33303 e 33304 del
MIPAAF, come Centro di saggio per la conduzione di prove ufficiali di campo sui residui e sull’efficacia dei prodotti fitosanitari ai sensi del D.L. n. 194 del 17 marzo 1995.
Inoltre, al fine di interpretare e dare risposte concrete alla domanda formativa e
divulgativa del territorio, il CRSA ha promosso numerosi incontri, a diversi livelli,
coinvolgendo Enti locali, Università, Enti di Ricerca, Scuole, Organizzazioni professionali, Parti sociali nonché professionisti ed operatori del settore agricoltura partecipando fra l’altro a specifici programmi di formazione su tematiche riguardanti il
settore agricoltura nel senso più ampio del termine. In tale ambito il CRSA è stato
accreditato come sede operativa per la realizzazione di attività formative finanziate
con fondi pubblici ai sensi dell’art. 25, comma 1 della L.R.N. 15 del 07 agosto 2002
– Delibera di Giunta Regionale n. 2023 del 29 dicembre 2004. È membro dell’Associazione Europea, con sede in Bruxelles, che riunisce tra i suoi aderenti Scuole ed
Enti, appartenenti a vari paesi europei, impegnati nella formazione professionale in
agricoltura e ha come finalità lo sviluppo di modalità comuni di insegnamento nel
settore dell’agricoltura.
Successivamente, presso il CRSA, con il contributo dell’I.T.A.S. “Basile Caramia”
ed in risposta alla crescente attenzione rivolta verso tematiche quali, tutela dell’ambiente, sicurezza delle filiere agro-alimentari e sanità pubblica, è stato allestito il laboratorio chimico per l’esecuzione delle analisi di residui di prodotti fitosanitari in
matrici vegetali per le determinazioni analitiche su terreni ed acque, ed il laboratorio
di microvinificazione ed analisi enologiche; laboratori accreditati Accredia n. 985 dal
2010 (UNI CEI EN ISO/IEC/17025:2005). Inoltre, con DM del 19 febbraio 2010 (G.U.
sg n. 56) il laboratorio di analisi enologica è stato autorizzato del MIPAAF al rilascio
di rapporti di prova ufficiali nel settore vitivinicolo.
Nell’anno 2008 il CRSA ha assunto l’impegno nella progettazione prima e gestione
successivamente del Piano di Sviluppo Locale (PSL) relativo al Gruppo di Azione
Locale, GAL “Valle d’Itria” (programma LEADER 2007-2013). Infatti il Consiglio
di Amministrazione del GAL, dopo aver espresso l’apprezzamento per il fondamentale e qualificato supporto fornito da questo Centro per la costituzione del GAL Valle
d’Itria, nelle more che si organizzasse la propria struttura tecnico amministrativa, ha
affidato anche la segreteria amministrativa che ha riguardato sia il coordinamento
per l’attuazione del PSR sia l’attività strettamente amministrativa.
L’espandersi dell’attività del CRSA, l’intensificarsi dei rapporti con alcune Istituzioni scientifiche proprie del settore, nonché la crescente collaborazione con la Regione
Puglia portarono ad una necessaria revisione dello Statuto nella prospettiva di un
13
ampliamento delle rappresentanze all’interno degli organi di governo, di una ulteriore
definizione dei compiti e dei ruoli di ciascuna parte e di un aggiornamento delle finalità del CRSA. Il nuovo statuto prevedeva che:
-
il Consiglio di Amministrazione comprendesse, oltre alle rappresentanze
dei Soci fondatori, quelle della Regione Puglia, dell’Amministrazione Provinciale di
Taranto, dell’Amministrazione Comunale di Locorotondo (subentrata in qualità di
Socio fondatore all’ex Opera Pia “Basile Caramia”, della Facoltà di Agraria dell’Università di Bari, dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Valenzano e del Consorzio
Vivaistico Pugliese;
-
agli organi sociali del primo Statuto (Consiglio di Amministrazione, Presidente del CRSA, C.T.S., Collegio dei Revisori Contabili) fossero aggiunti l’Assemblea
dei Soci, la Giunta Esecutiva e il Direttore del Centro;
In quanto alle finalità esse venivano arricchite di nuove sfaccettature, quali:
-
lo sviluppo e il trasferimento di biotecnologie;
-
la qualificazione genetica e sanitaria del germoplasma d’interesse agrario;
-
la diffusione di materiale vivaistico sanitariamente e geneticamente migliorato;
-
l’assistenza agli operatori del settore;
-
la costituzione di campi di orientamento varietale al fine di promuovere la
conoscenza delle novità vegetali;
-
la valutazione dei rischi connessi all’impiego di fitofarmaci;
-
il controllo e la certificazione qualitativa dei prodotti agricoli.
14
ORGANIGRAMMA
La complessità organizzativa e strutturale assunta dal CRSA nel corso degli anni,
ha comportato, dal 2005, la suddivisione dello stesso in aree e relativi settori (tab.1)
ognuno dei quali, operando di concerto con le istanze provenienti dalle forze sociali
ed economiche del territorio, assicura lo sviluppo delle proprie competenze, coordina
attività di ricerca, favorisce la diffusione dei risultati e il confronto con il territorio,
promuove le collaborazioni con Università e Istituti di ricerca italiani e stranieri, Enti
pubblici e privati nonché società e imprese del settore.
Tabella 1 Organizzazione in aree e settori del CRSA
Area
SETTORI
Amministrativa
Segreteria generale
Gestione contabilità
Ricerca e sviluppo
Produzione integrata e biologica delle colture
Viticoltura ed Enologia
Miglioramento genetico, sanitario e clonale
delle colture
Coordinamento
Attività delegate
Rapporti con il territorio
Progetti speciali
Formazione
Progettazione e gestione dei corsi
Didattica
Biblioteca
Servizi
Centro di saggio
Laboratorio di analisi agroalimentare
ed agro-ambientali
Laboratorio di microvinificazione
ed analisi enologiche
Laboratorio di diagnosi fitopatologica
Certificazione di qualità
15
25
anni
2. I Settori e le Attività
Oggi
17
25
anni
2.1 Area Amministrativa
Settori:
Segreteria generale
Gestione contabile
18
Oggi
2.1 AREA AMMINISTRATIVA
L’Area Amministrativa si articola nei settori segreteria generale e gestione contabilità.
Il Settore “Segreteria Generale” è impegnato nella gestione della corrispondenza generale, nel funzionamento degli organi sociali nonché della formalizzazione di tutti i
rapporti di collaborazione con Enti Pubblici e Privati, occupandosi della stesura di
convenzioni ed accordi di programma. Fornisce il supporto amministrativo nella fase
di progettazione dei progetti di ricerca e formativi nonché la gestione amministrativa di tutti i progetti di ricerca e formativi. Fornisce il supporto tecnico, logistico ed
amministrativo all’organizzazione di convegni. Per la parte di competenza, nell’applicazione del manuale della qualità e delle procedure gestionali per l’accreditamento
ACCREDIA del laboratorio di analisi agroalimentari ed agroambientali.
Il Settore “Gestione contabilità” è impegnato nella gestione della contabilità fiscale
(fatturazione, dichiarazioni fiscali, bilanci), del lavoro (contratti, paghe, denunce e
dichiarazioni fiscali), finanziaria (pagamenti, incassi, bilancio di previsione e consuntivo), ed elementare (gestione ordini, gestione acquisti, viaggi e trasferte, elaborazione rendiconti), nella gestione dei crediti nonché nella gestione contabile, fiscale,
finanziaria e del lavoro dei progetti formativi e dei progetti di ricerca.
Personale afferente all’Area
-
-
-
-
-
Piepoli Maria Grazia (Responsabile Area)
Pinto Maria (Responsabile Settori: Segreteria generale e Gestione contabilità)
Caroli Martino (Collaboratore)
Guida Milena (Collaboratore)
Palmisano Antonella (Collaboratore)
19
25
anni
2.1 Area Ricerca e Sviluppo
2.2.1 Settore
Produzione integrata e biologica
delle colture
20
Oggi
2.2.1 SETTORE “PROTEZIONE INTEGRATA E BIOLOGICA DELLE COLTURE E SICUREZZA ALIMENTARE”
Dal 1997, sulla scorta della pregressa e
consolidata esperienza dell’allora Dipartimento di Protezione delle Piante dell’Università di Bari, vengono svolte attività correlate alla realizzazione di prove di
campo per la valutazione dell’efficacia di
strategie di protezione integrata e biologica basate sull’impiego di nuovi fungicidi, di antagonisti microbici e di sostanze
naturali, impiegandoli sia da soli sia in
differenti programmi di protezione sulle
colture di maggiore interesse regionale. Le
attività sperimentali vengono svolte, principalmente presso aziende commerciali,
sia nell’ambito di convenzioni con Società
agro-chimiche interessate allo sviluppo di
prodotti fitosanitari di propria produzione
e/o commercializzazione, sia di programmi
di ricerca in collaborazione con istituzioni
quali MiPAAF, Regione Puglia, U.E., ecc.
Per l’attuazione di tali prove, il personale
di questo settore, talvolta in collaborazione con personale afferente ad altri settori, svolge attività quali: impostazione di
campi sperimentali, effettuazione di trattamenti parcellari, rilevazioni dei dati di
infezione e relativa elaborazione statistica,
compilazione delle relazioni tecniche ecc.
Nel corso di questi anni, attraverso l’intenso lavoro di sperimentazione svolto, anche
in collaborazione con i Dipartimenti della
Facoltà di Agraria di Bari, il Settore ha
contribuito al miglioramento e all’aggiornamento delle conoscenze tecniche relative
alla protezione integrata e biologica delle
più importanti colture mediterranee dalle
21
principali avversità.
Obiettivo principale delle attività è la razionalizzazione delle strategie di protezione
integrata e il trasferimento al territorio delle conoscenze acquisite nei diversi contesti
colturali e sulle specifiche colture, attraverso la realizzazione di incontri in campo,
visite guidate, seminari e workshop con agricoltori e tecnici, oltre che mediante partecipazioni a convegni nazionali e internazionali, pubblicazioni su riviste specializzate
e produzioni editoriali contribuendo, in tal modo, alle attività di divulgazione che
rientrano fra le finalità più ampie del CRSA. Ciò, nell’ottica dell’implementazione di
sinergie tra soggetti privati e istituzionali, mondo della ricerca e realtà produttive,
elemento imprescindibile per la crescita e la valorizzazione del territorio in un contesto quanto mai attuale di sostenibilità delle produzioni agricole.
Personale afferente al Settore
-
Santomauro Agostino (Responsabile Settore)
-
Dongiovanni Crescenza (Viceresponsabile di settore)
-
Di Carolo Michele (Collaboratore)
22
25
anni
2.2 Area Ricerca e Sviluppo
2.2.2 Settore
Viticoltura ed Enologia
Oggi
23
2.2.2 VITICOLTURA ED ENOLOGIA
Le attività del Settore Viticoltura ed Enologia sono finalizzate al recupero, la caratterizzazione, il miglioramento genetico/sanitario e la valorizzazione (anche attraverso
il miglioramento della qualità dei vini) di varietà di interesse regionale che, nel caso
delle uve da vino, sono quasi esclusivamente locali ed autoctone. Nel dettaglio le principali attività sono:
Selezione clonale e sanitaria: condotta a stretto contatto con le aziende sul
-
territorio mira all’individuazione, nell’ambito della variabilità intravarietale accumulata in secoli di coltivazione, di accessioni e/o biotipi geneticamente e sanitariamente superiori. Oltre alle varietà autoctone minori per le quali non ci sono ancora
cloni registrati, l’attività prosegue senza interruzione anche su importanti vitigni regionali al fine di ottenere, in funzione dei mutati obiettivi qualitativi e di selezione,
cloni con caratteristiche produttive e tecnologiche differenti adattati alla produzione
delle svariate tipologie di vino. Oltre ad alcune attività condotte all’estero (Albania,
Malta, Croazia, Serbia), negli ultimi la selezione ha interessato oltre 20 vitigni regionali pugliesi. Dopo la selezione in vecchi vigneti commerciali ed l’inserimento nelle
collezioni di germoplasma a Locorotondo, le accessioni, coltivate e confrontate nello
stesso campo di conservazione, sono sottoposte ad una seconda selezione al fine di
individuare i migliori candidati cloni da avviare quasi sempre al risanamento prima
ancora di giungere in campo di omologazione.
Veduta aerea di alcuni dei campi di Conservazione del germoplasma (Fig. 1) :
-
Conservazione del germoplasma: Il
CRSA ospita a Locorotondo la più grande
collezione di germoplasma del centro-sud
Italia che, derivando da oltre 40 anni di selezione clonale, ospita, unica nel suo genere,
non solo variabilità genetica intra-specifica ma anche intra-varietale. La collezione,
estesa su oltre 6,5 ettari ed attualmente in
fase di risconoscimento presso la FAO, è suddivisa in 11 diversi campi distinti per origine, destinazione produttiva (varietà ad uva
da tavola, vino, portainnesti), caratteristiche varietali (colore e caratteristiche aroFig. 1 Campi collezione
matiche) e stato sanitario (piante madri e
piante risanate). Complessivamente ospita oltre 5000 accessioni appartenenti a circa
550 varietà ed in particolare per 70 varietà autoctone italiane sono conservate oltre
1.500 selezioni. Il germoplasma selezionato da diverse Istituzioni scientifiche pugliesi
24
(Dip. Protezione delle Piante dell’Università di Bari, Istituto di Virologia Vegetale
del CNR, CRSA “Basile Caramia” ed Istituto Agronomico Mediterraneo) comprende
varietà italiane (di Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Abruzzo) ed estere (Albania, Croazia, Serbia, Tunisia, Libano, Malta, Grecia, etc.).
Omologazione di cloni e registra-
zione di antichi vitigni minori.
I candidati cloni più interessanti, dopo l’eventuale risanamento, sono introdotti in campi
di omologazione/confronto ove si procede a
studiare le performances produttive ed enologiche attraverso opportuni rilievi vegeto-produttivi, fenologico-ampelografici, tecnologici
nonché analisi di mosti, micro vinificazioni
ed analisi chimico/fisiche/organolettiche dei
vini. Parallelamente oltre alla costituzione
Fig. 2 Campo omologazione vino
della fonte primaria sono condotti gli accertamenti fitosanitari prescritti (analisi ELISA e soprattutto indexaggio biologico per
innesto). L’attività, per quanto concerne le caratteristiche dei campi di omologazione,
la durata (minimo triennale) ed il tipo di rilievi segue i protocolli ufficiali definiti dalla
normativa vigente (DPR 24/12/1969 n° 1164 in parte modificato ed integrato soprattutto dai D.M. 11/09/2006 n° 211 e D.M. 24/06/2008). Terminate le attività in campo e
cantina, l’elaborazione dei dati permette di individuare tra i diversi candidati quali siano i cloni migliori e più differenziabili meritevoli di registrazione al Catalogo nazionale.
Dopo l’invio al Ministero della richiesta di registrazione corredata da un dossier, ovvero tutta la documentazione tecnica (ampelografia, agronomica, genetica, enologica
e fitosanitaria) che sarà esaminata dagli esperti del Comitato per l’esame delle varietà
di vite, l’iter, complessivamente di durata anche decennale, si conclude formalmente
con l’inserimento dei cloni approvati in un apposito decreto e la sua pubblicazione in
Gazzetta ufficiale. Per l’iscrizione di un vitigno, oltre a tutte le attività descritte per i
cloni, è necessario inserire nella documentazione tecnica uno studio storico, una descrizione ampelografia molto più approfondita (comprensiva di descrizione fillometrica e
carpometrica) e l’analisi genetica con profilo micro satellite.
Gran parte dei tangibili risultati ottenuti nell’ultimo quadriennio (6 vitigni autoctoni
registrati, 32 cloni omologati e 3 in attesa di approvazione) sono stati raggiunti, attraverso progetti di ricerca come “Selezione clonale e sanitaria di vitigni ad uva da vino,
da tavola e dei relativi portinnesti”, “Recupero dei vitigni autoctoni per la valorizzazione
di produzioni enologiche di nicchia della Provincia di Bari” e “Recupero e valorizzazione
della viticoltura nel comprensorio dei Trulli”, grazie al sostegno finanziario di Regione
Puglia, Provincia di Bari, Camera di Commercio di Taranto, alcuni Comuni (Locoro-
25
tondo, Cisternino e Martina Franca) ed aziende. Il prosieguo dell’attività, soprattutto
in un nuovo campo di omologazione costituito nel 2006 con 42 candidati cloni di oltre
27 vitigni, nel prossimi anni potrà garantire anche per molti altri vitigni pugliesi
minori (Impigno, Marchione, Maresco, Moscatello selvatico, Notardomenico, Ottavianello, San Nicola, Santa Teresa, Somarello nero, Uva della Scala, Uva Pane) la
disponibilità di materiali clonali certificati a livello vivaistico.
-
La sperimentazione viticola: l’attività ha riguardato principalmente il controllo dei marciumi del grappolo attraverso prove diradamento dei grappoli e impiego
di mezzi alternativi come il caolino su 4 varietà locali ad uva da vino nonché il confronto, tutt’ora in corso, delle performance produttive dei vitigni Bianco d’Alessano
e Verdeca (base delle DOC Locorotondo e Martina Franca) innestati su 16 diverse
varietà portainnesto. Relativamente al settore delle uve da tavola l’attività ha riguardato in particolare l’innovazione varietale ed in particolare: a) nell’ambito del
progetto “Valutazione di nuovo germoplasma resistente per coltivazioni di uva da tavola a ridotto impatto ambientale”- MiPAAF, finalizzato all’allargamento della base
ampelografia dell’uva da tavola ed alla riduzione dell’impiego di fitofarmaci, il settore
è stato coinvolto in rilievi ampelografici, nella valutazione agronomico-produttiva e
di adattamento alle condizioni pedoclimatiche pugliesi di 29 varietà ad uva da tavola
costituite per incrocio da tre Istituzioni scientifiche in Serbia, Ungheria e Moldavia;
b) già da quest’anno, a seguito dell’avvio fin dal 2007 di un programma di breeding
per l’ottenimento per l’ottenimento di nuove varietà ad uva da tavola, saranno avviate le valutazioni agronomico-produttive dei primi 800 incroci impiantati in un
vigneto sperimentale a Palagiano. Infine tra le attività più recenti nell’ambito di due
Progetti integrati di filiera (PSR Puglia 2007/2013) è utile ricordare l’avvio di prove
di valutazione dell’effetto di interventi di potatura verde meccanizzata (cimatura e
sfogliatura) sul vitigno Negroamaro nonché di rilievi ed analisi delle uve per la zonazione viticola della DOC Gioia del
Colle.
-
La sperimentazione enologica: il settore dispone di una cantina
sperimentale completamente attrezzata per il trattamento delle uve, la
conduzione di micro e meso vinificazioni in condizioni controllate, trattamenti ed affinamento di vini e vinificazioni speciali (spumantizzazione
e produzione di vini dolci). Oltre alle
attività di micro vinificazione per
Fig. 3 Microvinificatori
l’omologazione di candidati cloni il
26
settore è impegnato soprattutto: a) nello sviluppo e messa a punto di protocolli di vinificazione (ad es. adattati alle caratteristiche varietali ovvero esaltare le potenzialità
e superare i problemi tecnologici come nel caso ad esempio del confronto di differenti
tecniche estrattive per il miglioramento delle componenti fenoliche e/o aromatiche
(Primitivo, Negroamaro, vitigni bianchi della Valle d’Itria); b) sperimentazione di
nuovi prodotti enologici da vitigni autoctoni minori come vini monovarietali o da
uvaggio o ancora vini speciali (passiti e spumanti). Pur di natura leggermente diversa, è possibile citare tra le sperimentazioni enologiche la recente attività inerente la
microbiologia enologica ed in particolare i batteri lattici autoctoni impiegabili nella
FML; il settore dopo aver costituito e parzialmente caratterizzato (su base morfologica e molecolare) una collezione di ceppi isolati da vini di Negroamaro, Primitivo ed
Uva di troia, ha avviato la selezione tecnologica dei ceppi migliori nonché la sperimentazione, ad esempio nell’ambito del progetto PIF “Al cuore del Primitivo”, delle
performance qualitative su vini sperimentali e commerciali in fase di affinamento.
-
Laboratorio Enologico: il laboratorio enologico nasce nel 2004 con funzione di
supporto alle attività di ricerca e sperimentazione Viticolo Enologica nell’ambito di
progetti nazionali ed internazionali. Nel 2010 il laboratorio ha conseguito l’accreditamento ACCREDIA N. 985 secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 e
l’autorizzazione del MIPAAF (DM 19/02/2010 – G.U. sg n.56 del 19 febbraio 2010) al
rilascio di rapporti di prova ufficiali nel settore vitivinicolo. Il Laboratorio enologico
esegue circa 25 analisi enologiche fondamentali sia per la gestione della cantina che
la certificazione della qualità dei vini e l’esportazione. La struttura è dotata di numerose, modernissime e sofisticate apparecchiature analitiche come GC-MS, HPLC,
Spettrofotometro, Spettrometro ad assorbimento atomico, ecc.
-
Altre attività: Il personale afferente al settore è coinvolto in numerose altre
attività come:
1.
Moltiplicazione e distribuzione a viticoltori e vivaisti di materiale clonale sanitariamente migliorato di vitigni minori autoctoni non ancora registrati.
2.
Supporto durante stage e tirocini di corsi di formazione tecnico scientifica
superiore (IFTS) e Master Universitari.
3.
Supporto tecnico alla Regione Puglia/ Comitato Vitivinicolo Regionale. In
particolare il Settore ha prodotto studi/analisi e redatto relazioni tecniche e storiche
per: il riconoscimento della DOCG Primitivo di Manduria dolce naturale; il riconoscimento delle DOC Terra d’Otranto e Negroamaro di Terra d’Otranto; la registrazione
dei sinonimi Negroamaro e Nero Amaro al Catalogo Nazionale; la definizione dei “Vitigni autoctoni regionali” della Puglia in base all’accordo Stato Regioni 3 febbraio
2005 “Tutela e valorizzazione delle produzioni ottenute da vitigni autoctoni o di antica coltivazione”; le modifiche ad alcuni discliplinari di produzione di vini DOC e IGT
esistenti.
27
4.
organizzazione e partecipazione in qualità di relatori a convegni, manifestazioni, seminari divulgativi.
5.
allestimento di mostre pomologiche e di sedute di degustazione dei vini sperimentali.
6.
redazione e presentazione di progetti di ricerca in ambito regionale, nazionale
ed internazionale.
- Le collaborazioni: Il settore Viticoltura & Enologia del CRSA ha una pluriennale
attiva collaborazione con Istituzioni pubbliche regionali (Regione Puglia, Province,
Camere di Commercio, numerosi Comuni), Consorzi di Tutela, Associazioni di categoria, Cantine, Aziende agricole nonchè attività di ricerca congiunte con l’Istituto di
Virologia Vegetale del CNR di Bari, l’Università di Bari, altre Istituzioni scientifiche
italiane (es. Politecnico di Bari, Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, Università di Foggia, Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del CNR, etc.) ed estere
(in Albania, Bosnia, Cile, Cina, Croazia, Grecia, Malta, Moldova, Portogallo, Serbia,
Ungheria, USA).
Personale afferente al Settore
-
La Notte Pierfederico (Responsabile Settore)
-
Giannini Pamela Beatrice (Collaboratore)
-
Venerito Pasquale (Collaboratore)
-
Cagnazzo Alessandra (Collaboratore)
-
Palmisano Donato (Collaboratore)
28
CLONI OMOLOGATI E VITIGNI REGISTRATI: IL CONTRIBUTO DEL CRSA AL
PANORAMA VITIVINICOLO REGIONALE
La Notte P.1,2, Venerito P.2, Giannini P.2, Pirolo C.S.3, Cagnazzo A.2, Palmisano D. 2,
Catucci L.2, Silletti M.R.2, Savino V.2,3
1
CNR, Istituto di Virologia Vegetale - UOS di Bari, Via Amendola 165/A 70126 Bari;
2
Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”, Via Cisternino
281, 70010 Locorotondo (Ba);
3
Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti, Università degli Studi
di Bari “Aldo Moro”, Via Amendola, 165/A 70126 Bari.
RIASSUNTO
L’intensa attività di selezione clonale e sanitaria svolta dal CRSA ha consentito anno
dopo anno il miglioramento dell’offerta vivaistica relativa alle varietà regionali (e
non solo), nonché la possibilità, per i produttori, di accedere agevolmente al materiale
di propagazione sanitariamente sicuro e geneticamente corrispondente alle proprie
necessità. Da una parte, la registrazione al Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite
di alcuni vecchi vitigni ha permesso, una volta dissipata la confusione legata all’omonimia, l’uso legittimo (anche sulla stessa etichetta della bottiglia) di un nome storicamente verificato. Dall’altra, l’omologazione dei primi cloni di una serie importante
di varietà ad uva da tavola e da vino, ha reso disponibili materiali di propagazione
certificati, punto di partenza imprescindibile per il raggiungimento di standard qualitativi elevati.
INTRODUZIONE
La situazione della viticoltura regionale non offriva fino a qualche anno fa un ventaglio di scelta adeguato del materiale di propagazione viticolo in quanto troppo limitato, nonché calibrato su parametri qualitativi spesso molto diversi rispetto agli
obiettivi dei produttori attuali, sia in termini di diversificazione delle produzioni che
delle caratteristiche produttive, carpometriche e tecnologiche delle uve. In definitiva,
appare apprezzabile lo sforzo e la lungimiranza delle Istituzioni di Ricerca e della
Regione Puglia che, impegnate da decenni sul territorio regionale per la valorizzazione del germoplasma autoctono, hanno fortemente creduto nel recupero delle tipicità
regionali e, in questo caso, dei vitigni autoctoni locali. Oggi, i viticoltori pugliesi possono finalmente affrancarsi dall’uso di materiali standard ed empirici, spesso causa di
insuccesso dei nuovi vigneti e soprattutto riproporre, con soluzioni economicamente
valide, varietà recuperate la cui importanza e potenzialità sono state intuite e in alcuni casi segnalate dai vari attori delle filiere produttive frutticole ed enologiche.
29
MATERIALI E METODI
La metodologia seguita è codificata a livello nazionale dal DPR 24/12/69 n° 1164 e
successive modifiche ed integrazioni. La fase di omologazione, che si colloca a valle di
una serie di altre attività che compongono la selezione clonale e sanitaria della vite
(selezione di campo pluriennale, condotta nei più importanti e tradizionali comprensori viticoli delle province pugliesi, con individuazione e recupero di interessanti biotipi, la definizione dello stato sanitario, il risanamento, ecc.) prevede lo svolgimento
delle seguenti attività:
-
Impianto dei campi di omologazione: per i cloni ad uva da vino sono stati
realizzati due campi di confronto, uno in agro di Locorotondo (Ba) con 26 candidati
cloni e uno in agro di Manduria (Ta) con 17 candidati cloni. Il campo di omologazione
dell’uva da tavola invece è allestito in Agro di Palagiano (Ta), località “Conca d’oro”.
Accertamenti sanitari: gli accertamenti sanitari a cui sono stati sottoposti i candidati
cloni, risanati attraverso termoterapia o coltura in vitro di apici meristematici e successivamente introdotti in campo di omologazione, sono consistiti in:
a)
Test ELISA per la diagnosi di GFLV, GLRaV 1, GLRaV 3 e anticorpi monoclonali per GVA, GVB, GFkV e GLRaV 2.
b)
Trasmissione meccanica su indicatori erbacei per la diagnosi dei Nepovirus
GFLV e ArMV agenti dell’Arriciamento o Degenerazione Infettiva della vite.
c)
Indexaggio biologico con osservazione su indicatori legnosi dell’eventuale
sintomatologia specifica indotta dalle malattie virali e virus-simili quali Degenerazione infettiva, Accartocciamento fogliare, Legno riccio, Maculatura infettiva, Necrosi
delle nervature e Mosaico delle nervature.
- Rilievi ampelografici, ampelometrici, fenologici, agronomici, produttivi. I rilievi sono stati effettuati, attenendosi ai descrittori ufficiali OIV, al fine di verificare
l’identità varietale dei candidati cloni,, individuare eventuali caratteri ampelografici
e produttivi differenziali e, caratterizzare le proprietà produttive, qualitative e tecnologiche specifiche.
Sono stati usati allo scopo anche metodi ampelometrici con misurazioni dei diversi
descrittori attraverso digitalizzazione delle immagini delle foglie e loro elaborazione
con l’ausilio del sofware Superampelo (Soldavini et al., 2009).
- Analisi con marcatori molecolari per la verifica dell’identità varietale attraverso
l’utilizzo di microsatelliti (SSR) e confronto con banche dati varietali.
- Valutazione delle caratteristiche tecnologiche: le analisi sono state effettuate secondo le metodiche ufficiali contemplate dal Reg. CEE n. 2676/90 e successive modificazioni, con determinazione delle curve di maturazione. Alla vendemmia, sulle varietà
da vino a bacca rossa, è stata effettuata una valutazione quali-quantitativa dei polifenoli (in spettrofotometria e HPLC). Sui vini, ottenuti da microvinificazione, sono
state condotte le analisi chimico-fisiche di base (pH, acidità, ceneri, estratto secco,
etc.) e la determinazione dei profili polifenolici.
30
- Analisi sensoriali dei vini: i vini sono stati sottoposti ad un panel composto da assaggiatori selezionati del CRSA e del IVV-CNR. La valutazione della qualità globale dei
vini è stata eseguita mediante l’ausilio di scale non strutturate da 0 a 100, valutando
numerosi descrittori singolarmente nonché esprimendo un giudizio complessivo sui
vini.
Registrazione delle varietà
La registrazione delle varietà ha richiesto in aggiunta alle attività già svolte per
l’omologazione dei cloni:
-
descrizione ampelografica molto più dettagliata con l’elaborazione, attraverso l’impiego del software superampelo, della foglia tipo della varietà (Fig. 1);
-
approfondita ricerca documentale nella bibliografia storica ufficiale e locale a
supporto sia dell’origine dei nomi per cui si è chiesta la registrazione, sia della storia e
dell’importanza dei vitigni per la loro ripresa in coltivazione nell’ambito del territorio
regionale.
RISULTATI
Negli ultimi quattro anni l’attività ha permesso di raggiungere importanti e concreti
risultati: 6 nuove varietà iscritte nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite delle
quali 5 ad uva da vino ed 1 ad uva da tavola (D.M. 12/01/2009 e D.M. 22/4/11) (Fig. 3);
16 cloni di vitigni ad uva da vino (D.M. 28/5/10 e D.M. 22/4/11) e 16 ad uva da tavola
(D.M. 23/06/08 e D.M. 12/01/2009) sono stati registrati e sono entrati nella filiera della
certificazione del materiale di propagazione, Per 3 candidati nuovi cloni di Primitivo,
completata la documentazione necessaria, è stata presentata, nell’aprile del 2012, richiesta di registrazione al Comitato per l’esame delle varietà di vite del MIPAAF (Fig.
2 e Tabelle 1 e 2).
CONCLUSIONI
I risultati conseguiti consentono, per quasi tutti i vitigni di importanza regionale,
l’ampliamento della gamma di materiali certificati attraverso l’offerta di nuove selezioni clonali sanitariamente migliorate e rappresentative delle migliori caratteristiche varietali. Si tratta di risultati di importanza strategica, considerata la tendenza
all’aumento della superficie viticola destinata alla coltivazione di vitigni autoctoni a
discapito di quella coperta dai vitigni internazionali; risultati che accompagnano la
ripresa in coltivazione di antiche varietà, stimolano il rilancio di una viticoltura in
simbiosi con il territorio e l’offerta di prodotti enologici regionali nuovi anche all’interno delle attuali produzioni a marchio. La registrazione delle varietà è tappa necessaria per la ripresa della coltivazione di varietà storiche che meritano di essere recuperate e, in particolare per le varietà ad uva da vino è condizione essenziale per l’uso
legittimo dei nomi in etichetta. Nel caso delle varietà da vino Francavilla, Bombino
Bianco, Bianco d’Alessano, Bombino nero, Susumaniello, Minutolo, Somarello rosso
31
e da tavola Almeria, Baresana, Baresana rossa, Cimminita, Lattuario nero, Matilde,
Michele Palieri, Regina bianca, Regina dei vigneti, si tratta dei primi cloni iscritti nel
Catalogo italiano ed in molti casi in assoluto i primi cloni certificati a livello mondiale
(Pirolo et al, 2008). Nel caso del Primitivo i cloni di cui si attende la registrazione non
rispondono più alla vetusta esigenza della superproduzione (caratteristica ricercata
fino ad una quindicina di anni fa) ma si differenziano per caratteristiche produttive
(grappoli più spargoli e acini più piccoli), fitosanitarie (maggiore resistenza a marciumi) e tecnologiche (maggiore contenuto di sostanze coloranti) compatibili con la
moderna richiesta di prodotti di alta gamma.
BIBLIOGRAFIA
PIROLO C., LA NOTTE P., GIANNINI P., BOTTALICO G., PASTORE F., SAVINO V., 2008. New clones for Italian table grape industry. XXXI Congresso Mondiale
OIV, Verona 15-20 giugno 2008. SOLDAVINI C., STEFANINI M., DALLASERRA M., POLICARPO M., SCHNEIDER A., 2009. Superampelo, a software for ampelometric and ampelographic descriptions in Vitis. Acta Hort. (ISHS) 827:253-258.
Fig. 1 - Foglie tipo di Antinello (a sinistra) e Somarello rosso (a destra) elaborate con software Superampelo
32
Fig. 2 – Alcuni dei cloni omologati (da vino e da tavola)
Fig. 3 – Le varietà registrate (da vino e da tavola)
Tabella 1- Nuove varietà registrate
Varietà autoctone registrate
Gazzetta Ufficiale
Baresana rossa
n. 93 del 22/04/2009
Antinello
n.170 del 23/07/2011
Marchione
n.170 del 23/07/2011
Maresco
n.170 del 23/07/2011
Minutolo
n.170 del 23/07/2011
Somarello rosso
n.170 del 23/07/2011
33
Tabella 2 – Cloni omologati dal CRSA.
Cvs
da tavola
Denominazione
Denominazione
Clone omologato
Almeria
CRSA 157
Aglianico
Baresana
CRSA 91
Bianco d’Alessano CRSA - Regione Puglia
C2 e C5
Baresana rossa
CRSA 203
Bombino b.
CRSA - Regione Puglia
C191 e C197
Cardinal
CRSA 197
Bombino n.
CRSA - Regione Puglia
D205
Ciminnita
CRSA 156
Minutolo
CRSA - Regione Puglia
B7 e B1
Italia
CRSA 118, 121,124 Francavidda
CRSA - Regione Puglia
C134 e C135
Lattuario Nero
CRSA 277
Moscato giallo
CRSA - Regione Puglia
F38
Matilde
CRSA 132, 133
Negro Amaro
CRSA - Regione Puglia
D18 e D23
Michele Palieri
CRSA 229
Susumaniello
CRSA - Regione Puglia
D86
Regina Bianca
CRSA 11
Somarello rosso
CRSA - Regione Puglia
D282
Regina dei Vigneti CRSA 76
Victoria
34
Cv da vino
CRSA 40, 41
CRSA - Regione Puglia
D382 e D386
POTENZIALITÀ ENOLOGICHE E NUOVI PRODOTTI DA VITIGNI MINORI
La Notte P.1,2, Giannini P.2, Venerito P.2, Cagnazzo A.2, Palmisano D.2, Catucci L.2,
Pirolo C.S.3, Savino V.2,3
1
CNR, Istituto di Virologia Vegetale - UOS di Bari, Via Amendola 165/A 70126 Bari;
2
Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”, Via Cisternino
281, 70010 Locorotondo (Ba);
3
Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti, Università degli Studi
di Bari “Aldo Moro”, Via Amendola, 165/A 70126 Bari.
RIASSUNTO
La valorizzazione dei vitigni autoctoni fa leva su considerazioni di ordine etico e su
ragioni di opportunità economica. Per le Istituzioni Scientifiche, salvaguardare il germoplasma viticolo e tramandarne la biodiversità, frutto del secolare lavoro dei nostri
avi nelle vigne, rappresentano un dovere nei confronti delle future generazioni. Allo
stesso tempo, alcuni vitigni minori e talvolta in via di scomparsa, prestandosi pienamente a nuove produzioni enologiche e andando ad arricchire la gamma dell’offerta,
assicurano una buona collocazione sui mercati di nicchia ed una maggiore remuneratività.
Il CRSA da diversi anni ha affiancato alla sperimentazione per il miglioramento delle
produzioni enologiche a marchio già consolidate ottenute da vitigni autoctoni più
importanti (Primitivo, Negroamaro, Uva di Troia), la vinificazione di varietà minori
ottenendo nuovi promettenti vini monovarietali o da uvaggio e nuovi prodotti quali
soprattutto passiti e spumanti.
INTRODUZIONE
In considerazione dell’attuale internazionalizzazione e globalizzazione, la ricchezza
del germoplasma viticolo autoctono, patrimonio esclusivo dei paesi mediterranei e
del Sud Italia in particolare, rappresenta un vantaggio competitivo nei confronti dei
nuovi produttori mondiali (Stati Uniti, Australia, Sud America, Sud Africa, Cina);
lo stretto legame di questi vitigni con il territorio è alla base di innovative e vincenti
strategie integrate di sviluppo rurale (agriturismo, turismo enogastronomico).
Disporre di risorse genetiche viticole uniche è certamente da stimolo allo studio e
approfondimento delle caratteristiche produttive ed enologiche peculiari, necessari
sia per valutarne le potenzialità di affermazione commerciale che, attraverso l’adattamento delle tecniche di vinificazione, per ottenere vini qualitativamente superiori.
La sperimentazione enologica sui vitigni più promettenti interessa attualmente nuovi
prodotti da uvaggio, vini monovarietali, vini speciali (spumanti, passiti), con l’obiettivo di ampliare la gamma e l’offerta di prodotti enogastronomici locali in un’ottica di
35
interazione prodotto/territorio. Per una corretta e vincente valorizzazione dei vitigni
autoctoni minori, è infatti necessaria l’attenta analisi delle peculiarità tecnologiche
delle uve e, in base ai dati raccolti, l’uso e/o adattamento della tecnica di trasformazione enologica nella cosiddetta “enologia varietale”. Quanto detto è verificabile, oltre che per il Minutolo, antica varietà aromatica idonea alla produzione di vini
bianchi secchi o abboccati, vini spumanti, vini passiti e distillati, anche per numerosi
altri interessantissimi vitigni minori pugliesi.
MATERIALI E METODI
Ottenimento di vini monovarietali con tecnica di vinificazione in bianco in riduzione
Per i vitigni a bacca bianca, tra cui rientrano un cospicuo numero di varietà minori
(Minutolo, Marchione, Maruggio, diversi Moscati, Antinello, ecc.), la tecnica è stata
scelta al fine di preservare ed esaltare le caratteristiche aromatiche dei vitigni ed in
particolare alcune classi di aromi facilmente degradabili come i tioli. La vinificazione
è stata condotta in condizioni di riduzione, attraverso l’utilizzo di anidride carbonica solida (ghiaccio secco) nelle diverse fasi di trasformazione, dalla pigiadiraspatura
all’illimpidimento. Nello specifico si realizza la criomacerazione delle uve intere per
12 h a 2-3 °C, dopodichè si avvia la pigiadiraspatura, sistemando il ghiaccio secco sul
fondo del recipiente che accoglierà il pigiato. Si ripete la criomacerazione per 24 h a 23°C del pigiato e successivamente si avvia la pressatura. Al mosto si aggiungono enzimi pectolitici; una volta illimpidito il mosto per refrigerazione si effettuano i dosaggi
di metabisolfito di potassio, si innescano lieviti e sali ammoniacali avviando così la
fermentazione alcolica condotta a temperatura controllata di 18-20°C per tutta la sua
durata. Ai vini ottenuti si prestano le consuete cure, controlli analitici e compensazioni ai
travasi; la conservazione viene effettuata ad
temperatura di 16 °C circa e , prima dell’imbottigliamento, si procede con una filtrazione sterilizzante.
Prove di appassimento
Le prove di appassimento sono state condotte, a partire dal 2006, su diverse varietà a
bacca bianca quali Minutolo, Verdeca, Bianco d’Alessano, Moscatello selvatico nonché
varietà a bacca rossa come Aleatico e Primitivo; l’appassimento è stato realizzato con
due differenti sistemi: il primo su pianta, con
taglio del capo a frutto a maturazione tecnologica raggiunta e successivo appassimento;
36
Fig. 1 - Taglio del capo a frutto e appassimento
in ambiente condizionato
il secondo in ambiente condizionato, dopo raccolta delle uve alla naturale maturazione tecnologica (Fig. 1). Attraverso il monitoraggio, durante l’appassimento, della
concentrazione zuccherina, pH e acidità totale si individua il momento del raggiungimento di una concentrazione zuccherina prossima ai 300 g/l e si procede quindi alla
vinificazione seguendo uno dei due protocolli classici (in bianco o in rosso). Il primo
prevede l’immediata pigiadiraspatura, la macerazione prefermentativa per 48 h, la
successiva pressatura e chiarifica attraverso l’utilizzo di enzimi pectolitici e la gestione della fermentazione fino a 12-13 %vol. di alcool; a questo punto si procede con il
blocco della fermentazione attraverso solfitazione e abbassamento della temperatura
a 4°C; infine il travaso e la filtrazione sterilizzante prima dell’imbottigliamento. Per i
rossi la fermentazione avviene con macerazione delle bucce e successiva pressatura.
Prove di spumantizzazione con metodo classico
Le prove sono state avviate nel settembre
2009 e sono state ripetute nel 2010, con risultati che sembrano interessanti anche se, dati
i lunghi tempi tecnici di ottenimento del prodotto finito, non è stata ancora condotta una
valutazione completa degli spumanti sperimentali. Il primo passo, così come previsto
dal metodo classico di rifermentazione in
bottiglia, è stato l’ottenimento del vino base
monovarietale per otto vitigni: Minutolo,
Bianco d’Alessano, Francavilla, Marchione,
Somarello rosso (sostituito dall’Impigno nel
2010), Maruggio, Bombino bianco, Ottavianello. I quantitativi su cui si è lavorato sono
stati di circa mezzo quintale per ogni varie- Fig. 2 - Prove di spumantizzazione impostate su
vari vitigni minori.
tà. Nel mese di febbraio sono state effettuate
le prove di degustazione dei vini del 2010, dopo 18 mesi di maturazione sulle fecce
(Fig.2). Anche nel 2011 sono state impostate le prove di spumantizzazione utilizzando
però per la rifermentazione non lieviti microincapsulati, bensì con ceppo commerciale
di Saccharomyces cerevisiae (FERMICRU LS2 della DSM Oenology) e un Saccharomyces bayanus (BW BAYANUS della Enolife s.r.l.). Le varietà utilizzate nel 2011
sono state Marchione vinificato in bianco e in rosso e Minutolo, sia in purezza che in
taglio con percentuali differenti delle tre tipologie di vino base.
RISULTATI E DISCUSSIONE
I risultati delle prove condotte per l’ottenimento di nuovi vini, sebbene sia necessario
confermare le migliori le tesi sperimentali su media scala, appaiono molto interessan-
37
ti. a) Vinificazione in riduzione per esaltare le caratteristiche di vitigni locali a bacca
bianca. La vinificazione in riduzione ha consentito di conservare le caratteristiche
aromatiche proprie di alcuni vitigni come dimostrato anche dai profili sensoriali varietali (Fig. 3 e 4) determinati attraverso prove di degustazione; la tecnica permette
inoltre una perfetta conservazione dell’acidità che, ad esempio nel caso del Maruggio,
riesce a mantenersi elevata anche con gradazioni alcoliche elevate e temperature elevate nel periodo di maturazione (Tabella 1).
Fig. 3 – Profilo sensoriale del vino monovarietale di Antinello
Fig. 4 – Profilo sensoriale del vino monovarietale di Marchione
38
Tabella 1- Caratteristiche dei vini monovarietali di alcune varietà minori a bacca bianca
ANALISI CHIMICHE DI VINI
Antinello
BIANCHI MONOVARIETALI
Minutolo
Marchione
Maresco
Grado alcolico (%)
12,15
10,45
10,66
12,77
Acidità totale (g/l)
4,72
6,35
6,46
6,69
pH
3,57
3,39
3,31
3,32
Densità vino (20°/20°)
0,99328
0,994
0,991297
0,9923
Densità del distillato (20°/20°)
0,98789
0,981
0,994813
0,993877
Estratto secco totale (g/l)*
23,12
19,3
22,42
25,54
Acidità volatile (g/l)
0,32
0,24
0,26
0,32
Ceneri (g/l)
3,88
2,1
2,81
3,47
Alcalinità delle ceneri (meq/l)
26
22,1
28,33
29,75
Acido tartarico (g/l)
3,25
4,2
3,76
3,02
Acido malico (g/l)
1,19
0,26
1,58
0,61
Acido lattico (g/l)
0,65
0,35
2,01
2,07
b) Vini passiti: la sperimentazione ha evidenziato che entrambi i sistemi di appassimento testati, così come i protocolli di vinificazione impiegati sono idonei alla produzione di vini dolci da uve stramature; le degustazioni dei vini sperimentali, mostrando
un ottimo apprezzamento da parte degli operatori, confermano che tutti i vitigni
impiegati sono idonei alla produzione di passiti diversi e di ottima qualità.
c) Spumanti da vitigni autoctoni: le prove di spumantizzazione se pur da dati preliminari rivelano interessanti profili sensoriali per il Bianco d’Alessano, il Marchione, il
Bombino bianco ma anche per vitigni rossi come il Susumaniello (Fig. 5).
Le attività fin qui condotte hanno anche permesso di evidenziare per alcuni vitigni (in
particolare Minutolo, Maruggio, Marchione e Bianco d’Alessano) una notevole versatilità tecnologica potendo essere impiegati nella produzione di differenti tipologie di
vino. Acquisizione di conoscenze circa la duplice o multipla attitudine di alcuni vitigni all’ottenimento di prodotti diversificati; e) Diffusione delle conoscenze acquisite
tramite seminari e convegni con degustazione e apprezzamento dei nuovi prodotti da
parte di esperti delle associazioni quali ASSOENOLOGI, ONAV, AIS ecc.
39
Fig. 5 – Confronto del profilo sensoriale di vini spumante monovarietali
CONCLUSIONI
L’approfondimento delle tecniche di trasformazione già messe in atto e il perfezionamento di alcuni protocolli (vinificazione in bianco in riduzione e spumantizzazione)
fanno presagire risultati molto interessanti. Conclusa la fase di sperimentazione e
confermata l’attitudine delle varietà considerate per uno o più dei metodi di trasformazione adottati, sarà avviata una più intensa fase di la diffusione dei risultati (dati
analitici ma anche vini sperimentali da degustare) nelle aziende vitivinicole anche al
fine di sperimentare su scala industriale e commercialmente i migliori protocolli di vinificazione ed i nuovi vini più promettenti. Alla luce del recente ritrovamento di altri
vitigni minori ritenuti estinti, la sperimentazione enologica del CRSA sicuramente
proseguirà per aprire all’enologia pugliese nuovi più ampi scenari eno-gastronomici e
turistici ove sono molto richiesti prodotti alternativi di nicchia, originali e maggiormente legati al territorio.
BIBLIOGRAFIA
GIANNINI P., PIROLO C.S., PASTORE F., MUTINATI G., LA NOTTE P., 2008.
I vitigni minori visti dal CRSA. Messaggi in bottiglia, Rivista dell’AIS Puglia, anno
IV marzo 2008, pp. 53-56.
40
25
anni
2.2 Area Ricerca e Sviluppo
2.2.3 Miglioramento genetico, sanitario
e clonale delle colture
Oggi
41
2.2.3 MIGLIORAMENTO SANITARIO
E GENETICO DELLE COLTURE
Il settore “Miglioramento sanitario e genetico delle colture” si occupa, in collaborazione con altri Enti, di attività che riguardano:
-
lo sviluppo di programmi di selezione sanitaria finalizzati alla produzione
di Fonti Primarie di accessioni di fruttiferi, agrumi ed olivo, e relativa registrazione
nel sistema nazionale di certificazione. Recentemente, a seguito della conclusione del
progetto interregionale OLVIVA – Qualificazione del vivaismo olivicolo, il CRSA e’
stato co-costitutore di Fonti Primarie di cultivar autoctone di olivo;
-
l’ottenimento di nuove cultivar di pesco e di albicocco attraverso tecniche
classiche di miglioramento genetico finalizzato alla selezione di ecotipi particolarmente adatti agli ambienti meridionali. Questo programma, in atto da circa 10 anni,
utilizza parentali con stato sanitario “virus esente” al fine di rigenerare semenzali
(alcuni dei quali future varietà) con stato sanitario minimo garantito. Questo ultimo
aspetto viene assicurato anche con l’allevamento dei parentali in condizioni di isolamento all’interno di serre a rete a prova di insetto. La valutazione delle caratteristiche qualitative e delle potenzialità produttive delle nuove selezioni avviene in pieno
campo in diverse parcelle sperimentali;
-
la valutazione della suscettibilita’ di germoplasma di Prunus spp. alle infezioni
di Plum pox virus (PPV), agente della sharka, finalizzata all’individuazione di fonti di
resistenza in pesco ed alla fenotipizzazione di semenzali di albicocco. L’attività rientra
in un programma di supporto tecnico-logistico alle Istituzioni Scientifiche (Università degli Studi di Bari, Bologna, Milano e Udine; Istituto di Virologia Vegetale, CNR)
piu’direttamente coinvolte in specifici progetti di ricerca nazionale ed internazionale. Il
CRSA e’ infatti sito autorizzato di quarantena per lo svolgimento delle prove sperimentali connesse all’impiego, utilizzo ed allevamento di materiale infetto da PPV;
-
il risanamento di germoplasma vegetale di elevato pregio pomologico o ampelografico. Si tratta solitamente di cultivar/accessioni/cloni che nei programmi di
selezione clonale e sanitaria sono risultati infetti dagli agenti infettivi pregiudizievoli
la qualità del materiale di propagazione, nonché dai patogeni da quarantena. Le
tecniche adottate per perseguire il risanamento del materiale vegetale sono la termoterapia, coltura di apici meristematici e microinnesto.
Personale afferente al Settore
-
Saponari Maria (Responsabile Settore)
-
Palmisano Francesco (Supporto scientifico)
-
Saponari Antonella (Dipendente a tempo indeterminato)
-
Altamura Giuseppe (Collaboratore)
42
43
VALUTAZIONE DELLA SUSCETTIBILITÀ VARIETALE DI CULTIVAR DI
CITRUS SPP. IN CONDIZIONI DI INFEZIONI NATURALI DAL VIRUS DELLA
TRISTEZZA DEGLI AGRUMI
Altamura G. 1,2, Saponari A.1, Palmisano F.2,3, Silletti M. R.1, Natale P.1, Mondelli G.2,
Loconsole G.2, Saponari M.2,3
1
Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”
2
Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti, Università degli Studi
di Bari “Aldo Moro”
3
Istituto di Virologia Vegetale, CNR Unità Organizzativa di Supporto di Bari
RIASSUNTO
Il virus della tristezza degli agrumi (CTV) rappresenta ormai una reale minaccia per
l’agrumicoltura pugliese, raggiungendo in alcuni impianti percentuali di infezioni
molto elevate, che pregiudicano l’efficacia del lavoro di eradicazione e controllo della
diffusione della malattia causata da questo virus: la “tristezza”. Il lavoro qui di seguito riportato e’ parte di un programma di ricerca supportato dal Servizio Fitosanitario
Regionale con l’obiettivo di valutare la virulenza dei ceppi di CTV diffusi negli areali
agumicoli dell’arco jonico. Nell’ambito delle diverse attivita’ sviluppate, un’azione
ha interessato la valutazione degli effetti dell’infezione virale sulla vigoria e produttivita’ di piante di agrumi in pieno campo. In particolare, le comparazioni hanno
interessato piante di una delle piu’ diffuse cultivar di arancio dolce (var. Navelina) e di
clementino (var. Comune), innestate su arancio amaro ed infette dal ceppo blando di
CTV, comunemente riscontrato negli impianti adulti dell’area monitorata. I risultati
evidenziano chiaramentela diversa risposta, alle infezioni causate da ceppi blandi di
CTV, delle due specie ospiti oggetto di valutazione. Il quadro sintomatologico non di
rilevante gravità su clementino, fornisce evidenze a supporto dell’importanza della
intercettazione dei ceppi severi del virus che potrebbero essere causa di gravi alterazioni, laddove invece oggi le infezioni, in presenza dei soli ceppi blandi, risultano per lo
più latenti anche in presenza dell’arancio amaro quale portainnesto del clementino.
INTRODUZIONE
Il virus della tristezza (Citrus tristeza virus, CTV) è l’agente eziologico di una delle
più gravi virosi degli agrumi. Il termine “tristeza” fu impiegato per indicare il lento e
progressivo deperimento osservato nelle piante infette di arancio dolce (Citrus sinensis (L.) Osbeck) innestate su arancio amaro (C. aurantium L.) in Paesi quali l’Argentina e il Brasile, dove la malattia cominciò a manifestarsi in forma epidemica già a
partire dagli anni 30 del secolo scorso (Bar-Joseph et al., 1989). Con molta probabilità
il virus si è diffuso dai Paesi d’origine (sud-est asiatico e arcipelago malese) ad altre
aree agrumicole, con il materiale di propagazione. Contestualmente, al fine di con-
44
trastare i gravi problemi causati da funghi del genere Phytophthora, in diversi Paesi si
diffuse l’impiego massiccio dell’arancio amaro come portinnesto. Entrambi i fattori,
in coincidenza, favorirono la comparsa della malattia, chiamata appunto tristezza,
dovuta all’interazione del virus con ospiti sensibili, come appunto l’arancio amaro.
Il virus può essere considerato ormai presente in tutte le aree agrumicole del mondo
con diversa incidenza: endemico in gran parte dell’Asia, dell’Australia, del Sudafrica
e dell’America Meridionale, con incidenza elevata nelle più importanti zone agrumicole degli Stati Uniti, di Israele e della Spagna. La tristezza, pur senza avere carattere
epidemico, è stata segnalata in molti paesi del Mediterraneo (Albania, Algeria, Cipro, Croazia, Egitto, Grecia, Libia, Marocco, Portogallo, Tunisia) e del Medio Oriente
(Giordania, Libano, Palestina, Siria, Turchia) (Moreno et al., 2008). La malattia in
Italia è stata segnalata per la prima volta nel 1955 in Sicilia, su piante di limone
Meyer (C. meyeri) e mandarino Satsuma (C. unshiu (Macf.) Marc.) introdotte dall’estero (Russo, 1956), successivamente in Sardegna su Satsuma (Servazzi et al., 1967)
e in Calabria su limoni Meyer (Catara, 1968). A partire dagli anni 1980, monitoraggi
eseguiti sistematicamente in agrumeti italiani hanno portato alla individuazione di
focolai più estesi in Sicilia, Calabria (Davino et al., 1983) e Toscana (Davino e Terranova, 1999) e in tutti i casi la presenza di CTV era da collegarsi all’impiego di materiale di propagazione importato illegalmente.
Negli anni ’90 la saltuaria segnalazione della presenza del CTV sul territorio nazionale, indusse il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, di concerto con i Servizi
Fitosanitari Regionali, a emanare il decreto ministeriale del 22/11/1996 che prevede la lotta obbligatoria contro il virus. L’Italia, infatti, nell’ambito della normativa
dell’UE per le misure di protezione contro gli organismi da quarantena è stata per
anni zona protetta. Obiettivo prioritario del decreto è stata l’adozione di una serie
integrata di interventi che impedissero l’introduzione e la diffusione del virus. Le indagini di questo ultimo quinquennio mostrano, purtroppo, in modo chiaro che CTV è
ormai diffuso in nelle principali aree agrumicole italiane, con incidenza variabile (dallo 0,005 al 64%)e con esiti esiziali allorché le piante sono innestate su arancio amaro.
Dal punto di vista della severità dei ceppi di CTV diffusi in Italia, i risultati preliminari delle attività di caratterizzazione genetica e biologica indicano purtroppo
accanto ad una elevata diffusione di ceppi di tipo “blando” anche la presenza di ceppi
“severi”nelle aree agrumetate calabresi e siciliane (Davino et al., 2005; Ferretti et al.,
2009; 2010; Rizza et al., 2007). Le indagini effettuate in Puglia, dove i primi gravi focolai sono stati segnalatia partire dal 2002, rivelano la diffusa presenza di uno
stessoceppo, verosimilmente identico al ceppo blando T30 della Florida. L’analisi dei
risultati deimonitoraggi effettuati nelle aree circostanti i focolai, dimostrano che vi
è trasmissionee diffusione del virus da parte delle popolazioni afidiche locali. Lestesse sembrano essere responsabili della contaminazione delle produzioni dialcuni vivai
ubicati in aree limitrofe a focolai.Sintomatologie assimilabili a deperimenti, ritardi
45
nella ripresa vegetativa esofferenze delle piante sono riscontrabili in diversi impianti
ove l’infezione èpresente. Non sono stati tuttavia riscontrati casi di stem pitting, a confermache si tratterebbe di ceppi blandi. Studi sono in corso per verificare l’efficienzadi
trasmissione da parte delle popolazioni locali di A. spiraecola e A. gossypii.
Al fine di verificare l’impatto delle infezioni da CTV sugli aspetti quali-quantitativi
della produzione agrumicola, rilievi di acampo atti a valutare la vigoria e la produttivita’ delle piante infette sono stati condotti per un triennio in due impianti-focolaioubicati nel territorio del comune di Massafra (TA), ove le operazioni di eradicazione
(obbligatorie) delle piante infette segnalate, non sempre sono state messe in atto. Il
programma sperimentale sviluppato dal Dipartimento di Biologia e Chimica Agroforestale dell’Università di Bari e dall’Istituto di Virologia Vegetale del CNR, ha visto
il coinvolgimento del CRSA nel supporto tecnico ai rilievi di campo e nelle attività di
valutazione dei parametri chimico-analitici sui frutti.
MATERIALI E METODI
Descrizione delle parcelle sperimentali, rilievi visivi e parametri quali-quantitativi
rilevati sulla produzione
Gli impianti–focolaio sono stati selezionati tra quelli in cui dalle attività annuali di
monitoraggio era stata rilevata la presenza di piante infette da CTV, privilegiando impianti uniformi (per eta’, portainnesto, ecc.) costituiti sia con cultivar di arancio dolce
che con cultivar di clementino. In particolare, gli impianti selezionati ed identificati
come “MA-1” e “MA-2”; consistevano sia di piante di arancio dolce cv Navelina (Fig.
1) che di clementino Comune (Fig. 2), innestate su arancio amaro e di circa 25-30 anni
di età. Nel campo MA-1 i rilievi sintomatologici e le valutazioni sulla produttivita’
sono state condotte per un solo anno (2009), in quanto le piante infette sono state
successivamente alla segnalazione, estirpate. Nell’impianto MA-2, a causa della reticenza del proprietario alla estirpazione delle piante infette, e’ stato possibile condurre
una parte dei rilievi per 3 anni consecutivi (2009-2011).
Nel campo MA-1 sono state sottoposte a rilievi pomologici 6 piante di arancio e 2 di
clementino, come specificato in tabella 1. Nel campo MA-2 i rilievi pomologici sono
stati eseguiti su 7 piante di arancio (4 infette e 3 sane) e su 7 piante di clementino (3
infette e 4 sane) (Tab. 1a e b).
Le valutazioni hanno riguardato sia la produzione totale presente sulle piante selezionate, che le caratteristiche dei singoli frutti. Per quest’ultimo aspetto, da ogni
pianta sono stati raccolti circa 25 frutti dai quattro punti cardinali della chioma e
da tre diverse altezze diverse (medio-alta, media e bassa). I frutti sono stati utilizzati
per il rilievo dei seguenti parametri: (i) peso medio; (ii) calibro; (iii) circonferenza; (iv)
grado Brix; (v) acidita’; (vi) sostanza secca; (vii) indice colorimentrico (L, a, b). Il
grado Brix (zuccheri totali o solidi solubili totali) e’ stato misurato con il rifrattometro, l’acidità ( espressa in percentuale di acido citrico) è stata misurata attraverso la
46
Figura 1. Foto relative a due delle piante di arancio dolce cv Navelina, ubicate nel campo MA-1 (sopra) e MA-2
(sotto), infette dal virus della Tristezza degli agrumi ed utilizzate per i rilievi sulla produzione.
Figura 2. Foto relativa alla parcella di clementino Comune ubicata nel campo MA-2.
47
titolazione con soda N10 utilizzando 10cc di succo, l’indice colorimetrico della buccia
dei frutti è stato misurato con un colorimetro con il quale sono stati rilevati la luminosità (L) e le coordinate di cromaticità (a e b) che indicano la direzione del rosso e la
direzione del giallo.
Inoltre, limitatamente all’impianto MA-2 al fine di verificare l’effetto sulla vigoria
causato dalla alterazione della funzionalità dei vasi conduttori al punto di innesto,
è stata valutata la ripresa vegetativa, attraverso il rilievo della lunghezza dei nuovi
germogli nel corso del periodo primaverile. In particolare, da ogni pianta sono stati
raccolti otto rami lignificati con diversi germogli, tra cui ne sono stati selezionati tre
per ciascun ramo.
Tabella 1a. Elenco delle piante selezionate nell’impianto MA-1 per le valutazioni sulla produzione.
Pianta
Specie
Presenza di CTV
Sintomatologia
IMPIANTO MA-1
AA-32/8
NO
Asintomatico
AA-36/7
SI
Deperimento accentuato
SI
Clorosi e defogliazione
SI
Clorosi e defogliazione
AA-32/4
SI
Deperimento accentuato
AA-37/10
NO
Asintomatica
NO
Asintomatica
SI
Asintomatica
AA-31/1
AA-31/4
CL-29/12
CL-28/14
48
Citrus sinensis
var. Navelina
Citrus clementina
var. Comune
Tabella 1b. Elenco delle piante selezionate nell’impianto MA-2 per le valutazioni sulla produzione.
Pianta
Specie
Presenza di CTV
Sintomatologia
IMPIANTO MA-2
AA-31/16
SI
Nanismo e frutti piccoli
AA-28/22
NO
Asintomatica
AA-27/5
SI
Nanismo
AA-29/20
SI
Clorosi generalizzata
e frutti piccoli
SI
Asintomatica
AA-30/18
NO
Asintomatica
AA-32/5
NO
Asintomatica
CL-4/18
NO
Asintomatica
CL-1/22
SI
Asintomatica
CL-3/15
NO
Asintomatica
NO
Asintomatica
SI
Asintomatica
CL-2/20
NO
Asintomatica
CL-2/16
SI
Asintomatica
AA-27/13
Citrus sinensis
var. Navelina
CL-1/21
CL-2/17
Citrus clementina
var. Comune
RISULTATI
Dalla comparazione dei dati rilevati sui frutti si può notare che sulle piante infette
di clementino sono stati rilevati valori del tutto simili a quelli riscontrati sui frutti
provenienti dalle piante di clementino esenti da CTV. In taluni casi il peso medio dei
frutti provenienti dalle piante infette supera il peso medio del frutto delle piante non
infette. Mentre sui frutti delle piante di Navelina sono stati riscontrati valori significativamente diversi. In particolare, il peso medio dei frutti delle piante non infette
è sensibilmente più elevato rispetto al peso medio dei frutti delle piante infette (Fig.
3). Correlato al minor peso sono ovviamente le dimensioni ridotte del frutti (circonferenza, calibro, altezza). Per quanto riguarda il contenuto medio in gradi brix e l’indice colorimentrico [espresso come luminosità (L)] non si sono riscontrate differenze
49
significative tra i frutti di Navelina provenienti da piante infette e quelli provenienti
da piante sane.
A riguardo della produzione totale, i dati rilevati (Tabb. 2-3; Fig. 4) evidenziano che
in entrambi gli impianti è stata riscontrata una significativa diminuzione della produzione sulle piante di Navelina infette e soprattutto in quelle con sintomatologie
di deperimento più accentuate. Infatti, per esempio per la pianta infetta AA-27/13
selezionata nel campo MA-1, ed affetta da sintomi poco evidenti di sofferenza, la produzione si è poco discostata da quella dei testimoni non infetti.
Per le piante di clementino la produzione totale dei frutti delle piante infette da CTV
e’ stata comparabile a quella delle piante esenti da CTV; ciò in linea con quanto atteso, dal momento che nessuna della piante di clementino infette da CTV presentava
alterazioni sintomatologiche tali da poter pregiudicare il potenziale vegeto-produttivo delle stesse.
Anche gli effetti sulla vigoria hanno rispecchiato i dati rilevati sulla produzione (Tab 4).
Ossia una sensibile riduzione nel vigore e nello sviluppo della nuova vegetazione sulle
piante di Navelina infette rispetto alle piante esenti da CTV. Nessuna differenza e’ stata
invece riscontrata tra le piante infette o esenti da CTV di clementino Comune.
Tabella 2. Produzione totale (in Kg) sulle piante selezionate nel campo MA-1
Pianta
Annata: 2009
Navelina
AA-36/7 (CTV +)
108,00
AA-31/1 (CTV +)
110,00
AA-31/4 (CTV +)
113,00
AA-32/4 (CTV +)
72,00
Media nelle piante (CTV +)
100,75
AA-32/8 (CTV -)
144,00
AA-37/10 (CTV -)
166,00
Media nelle piante (CTV -)
155,00
Clementino Comune
50
CL-29/12 (CTV -)
74,50
CL-28/14 (CTV +)
76,00
Tabella 3. Produzione totale (in Kg) sulle piante selezionate nel campo MA-2
Pianta
2010
2011
Navelina
AA-31/16 (CTV +) (deperimento grave)
45,48
56,80
AA-27/13(CTV +) (deperimento leggero)
128,60
60,00
AA-30/18 (CTV -)
159,40
10,20
CL-1/21 (CTV -)
155,20
10,40
CL-1/22 (CTV +)
142,67
4,80
Clementino Comune
Tabella 4. Accrescimento dei germogli (cm) in piante di Navelina e clementino Comune infette o esenti da CTV
Pianta
Lunghezza media dei germogli (cm)
Navelina
AA-31/16 (CTV +)
5,46
AA-27/5 (CTV +)
4,54
AA-29/20 (CTV +)
2,10
AA-27/13 (CTV +)
4,80
Media nelle piante CTV (+)
4,23
AA-28/22 (CTV -)
6,70
AA-30/18 (CTV -)
6,88
AA-32/5 (CTV -)
6,84
Media nelle piante CTV (-)
6,81
Clementino Comune
CL-1/22 (CTV +)
8,00
CL-2/17 (CTV +)
5,84
CL-2/16 (CTV +)
7,17
Media nelle piante CTV (+)
7,00
CL-4/18 (CTV -)
6,48
CL-2/20 (CTV -)
7,91
CL-1/21 (CTV -)
7,35
Media nelle piante CTV (-)
7,25
51
CONCLUSIONI
I rilievi vegeto-produttivi effettuati in due impianti agrumentati del comprensorio
agrumicolo del comune di Massafra, hanno permesso di delineare, relativamente agli
effetti causati dalle infezioni da ceppi blandi di CTV, due tipologie di situazioni di
campo: (i) presenza di sintomatologie più o meno accentuate in piante di cultivar di
arancio dolce; (ii) latenza delle infezioni da CTV in presenza di cultivar di clementino.
Come atteso, ai sintomi di deperimento, clorosi e nanismo osservati sulla cultivar
di arancio dolce Navelina, corrisponde una marcata riduzione di pezzatura, spessore
della buccia dei frutti e relativa produzione per pianta. Nell’impianto MA-2 dove il
rilievo sulla produzione totale è stato effettuato per due anni, è risultato evidente
come la sintomatologia di deperimento sulle piante infette si aggrava con il proseguire del processo di infezione sino a raggiungere una fase stabile di deperimento grave
accompagnato da marcata riduzione della produzione. Tutto ciò non è stato invece
riscontrato sulle piante infette di clementino.
A tal proposito è da evidenziare che contestualmente a questo lavoro, altre ricerche
hanno riguardato la caratterizzazione biologica e molecolare dei ceppi di CTV rinvenuti nei medesimi impianti. Tali studi hanno confermato che trattasi dello stesso
ceppo virale (Barbarossa e Savino, 2006; Saponari et al., 2009), assimilabile ai ceppi
blandi, sia nell’impianto MA-1 che MA-2 e sia su arancio che clementino. Pertanto,
la diversa risposta sintomatologia tra le due specie, non può essere ascritta ad una
diversa virulenza del ceppo.
Ricerca svolta con il supporto finanziario del Servizio Fitosanitario Regionale, Assessorato Agricoltura – Regione Puglia.
BIBLIOGRAFIA
BARBAROSSA L., SAVINO V., 2006. Comparative sequenceanalysis of coat protein
gene of Apulian citrus tristeza virusisolates. Journal of Plant Pathology, 88, S32
BAR-JOSEPH M., LOEBENSTEIN G., 1973. Effects of strain,source-plant, and
temperature on the transmissibility ofCitrus tristeza virus by the melon aphid.
Phytopathology, 63, 716-720.
CATARA A., 1968. Un nuovo caso di tristezza riproponel’urgenza del controllo sanitario delle nostre coltivazioniagrumicole. Tec. Agric. Catania, 20, 45-90.
DAVINO M., RUSSO F., CARTIA G., TERRANOVA G., 1983. Nuovi casi di tristezza
degli agrumi accertati in Calabria.Informatore Fitopatologico, 33 (5), 51-55.
DAVINO M., TERRANOVA G.,1999. Il virus della tristezzadegli agrumi e i criteri di
prevenzione e controllo.Frutticoltura, 61 (1), 18-24.
DAVINO S., RUBIO L., DAVINO M., 2005. Molecular analysis suggests that recent
Citrus tristeza virus outbreaks in Italy were originated by at least two independent
introductions. European Journal of Plant Pathology 111: 289-293.
52
FERRETTI L., FONTANA A., SCHIMIO R., SCIARRONI R., ALBANESE G.,
BARBA M., 2009. Molecular characterization of citrus tristeza virus (CTV) isolates
in Calabria region (South Italy). Journal of Plant Pathology 91 (4, Supplement):
61-62.
FERRETTI L., SAPONARI M., SCIARRONI R., FONTANA A., SCHIMIO R.,
ALBANESE G., 2010. Molecular Investigation on Genetic Variability Of Citrus tristeza virus Isolates Recovered in Calabria (Southern Italy). Petria 20: 303-304.
MORENO P., AMBROS S., ALBIACH-MARTÍ M.R., GUERRI J., PENA L., 2008.
Citrus tristeza virus: a pathogen that changed the course of the citrus industry. Molecular Plant Patholology 9: 251-268.
RIZZA S., LOMBARDO A., NOBILE G. AND. CATARA A., 2007. Biological and
molecular characterization of two additional Citrus tristeza virus isolates associated
with sour orange inverse pitting. Journal of Plant Pathology 89 (3, Suppl.): S57.
RUSSO F., 1956. La presenza del virus della tristezza sulimone “Dwarf Meyer” e
mandarino “Satsuma” riscontratain Sicilia. Rivista di Agrumicoltura, 1, 281-289.
SAPONARI M., ABOU KUBAA R., LOCONSOLE G., PERCOCO A., SAVINO V.,
2009. Low genetic complexity in the Citrus Tristeza virus population spreading in
Apulia. Journal of Plant Pathology 91, (4 supplement) S4.87-S4.88.
SERVAZZI O., MARRAS F., FODDAI A., 1967. La presenza del virus della tristezza
degli agrumi in Sardegna. StudiSassaresi, Sez. III, 15, 215-219.
53
VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO DI SEMENZALI DI ALBICOCCO ALLE
INFEZIONI ARTIFICIALI CON PLUM POX VIRUS (PPV)
Palmisano F.2,6, Adami M.3, Boscia D.2, Cardone A.1, Catucci L.1, Dondini L.3, Gaiotti
F.3, Geuna F. 4, Guidarelli M.3, Lain O.5, Negri P.3, Rizzo M.4, Saponari A.1, Saponari
M.2,6, Tartarini S.3, Vendramin V.5, Vivoli D.4, Castellano M.6, Savino V.1,6, Bassi D.4,
Testolin R.5
Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”
Istituto di Virologia Vegetale, Bari
3
Dipartimento di Colture Arboree, Università degli Studi di Bologna
4
Dipartimento di Produzione Vegetale - Università di Milano
5
Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, Università di Udine
6
Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti - Università degli Studi
di Bari.
1
2
RIASSUNTO
L’individuazione di genotipi di Prunus armeniaca con resistenza quantitativa (tolleranza/resistenza) nei confronti del virus della vaiolatura del susino (PPV) ha indotto
a impiegare tali genotipi in diversi programmi di miglioramento genetico.
In questo lavoro sono sintetizzate le attività svolte da diverse Istituzioni scientifiche,
nell’ambito di progetti nazionali PRIN, nella fenotipizzazione di semenzali di albicocco derivanti da due distinti incroci intraspecifici (Lito X BO81604311 e Harcot X
Reale d’Imola). Il tutto è stato realizzato al fine di identificare la posizione dei geni di
resistenza e di individuare dei marcatori genetici utili per la selezione assistita.
INTRODUZIONE
Il virus della vaiolatura del susino (Plum pox virus acronimo: PPV), agente della
sharka, è l’affezione virale che provoca i maggiori danni alle coltivazioni di susino,
albicocco e pesco. Per questi motivi, data l’entità del danno e la sua elevata diffusione
nel territorio, l’Organizzazione Europea e Mediterranea per la Protezione delle Piante (EPPO/OEPP) ha inserito il PPV nella lista dei patogeni da quarantena.
La lotta contro la Sharka, come per tutte le malattie di origine virale, è esclusivamente di tipo preventivo poiché non esiste nessuna possibilità di curare, in frutteti commerciali, le piante a infezione avvenuta. Per controllare la malattia quindi si
deve ricorrere a una serie di azioni, il cui obiettivo principale è innanzitutto quello di
prevenire l’introduzione del patogeno in un areale sano. Tra queste strategie riveste
primaria importanza il quadro legislativo che può sia impedire l’ingresso di PPV attraverso materiale di propagazione infetto sia limitare la diffusione della malattia alla
presenza di focolai. Altra possibilità di lotta, in quelle aree in cui la malattia non è più
54
gestibile con la sola applicazione della legislazione vigente (aree endemiche), consiste
nell’utilizzazione di cultivar tolleranti/resistenti alla malattia.
In questo lavoro sono sintetizzate le attività svolte dal Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” (CRSA) di Locorotondo, in collaborazione
con altre Istituzioni scientifiche, nell’esecuzione della fenotipizzazione di semenzali di
albicocco. Questa attività, svolta su semenzali provenienti dall’Università di Milano
nell’ambito di diversi progetti di ricerca, è stata svolta per identificare la posizione dei
geni di resistenza e di conseguenza per ottenere strumenti atti alla selezione assistita
nelle future attività di miglioramento genetico.
MATERIALI E METODI
Ubicazione e materiale vegetale
Le prove di valutazione sono state condotte nella screen house ubicata presso il sito di
quarantena del CRSA (Fig. 1). La scelta della località è stata dettata siadalla disponibilità di strutture e delle autorizzazioni necessarie per la detenzione di materiale infetto
da PPV per scopi scientifici sia dalla temperatura ambientale media che si mantiene nel
periodo aprile-giugno su valori di 22-25 °C Fig. 1 - Screen house autorizzata per la detenzione
consentendo pertanto di ampliare il periodo
di materiale infetto da PPV per scopi scientifici
(Dlgs. 214/2005).
durante il quale è possibile osservare eventuali sintomi da infezione di PPV.
Le principali prove di fenotipizzazione, avviate dal 2003, hanno interessato il seguente
germoplasma fornito dal Dipartimento di
Produzione Vegetale - sez. Coltivazioni Arboree dell’Università di Milano:
-
349 semenzali dell’incrocio segregante Lito X BO81604311(Fig. 2),
-
98 semenzali dell’incrocio segregante Harcot X Reale d’Imola.
Protocollo di valutazione della resistenza a
Fig. 2 Semenzali di albicocco della popolazione
PPV
‘Lito’ X ‘BO81604311’
Il protocollo utilizzato per eseguire la fenotipizzazione è stato quello descritto da Amenduni et al. (2004), che prevede le fasi
descritte in seguito.
1.
Esecuzione degli inoculi di PPV sulle varietà/semenzali
Gli inoculi sono stati eseguiti, prima della ripresa vegetativa, mediante l’inserzione di
55
due tasselli di P. persica GF 305 infetto da
PPV ceppo Marcus. Il portainnesto utilizzatoè stato il Mirabolano 29C (P. cerasifera).
Per ciascuna varietà/selezione sono state
inoculate circa 5 piante diverse lasciando
due controlli sani.
2.
Rilievi sintomatologici e saggi di
laboratorio
L’intensità dei sintomi, è stata valutata periodicamente in maniera visiva, considerando
Fig. 3 Astone di albicocco mostrante sintomi da
sia il portainnesto sia la varietà, dalla ripresa
PPV (classe sintomatologica 3)
vegetativa sino al mese di luglio (~ 3-4 rilievi
visivi). I rilievi, sono stati fatti utilizzando una scala arbitraria di valutazione che prevede
quattro classi sintomatologiche: 0 (assenza di sintomi), 1 (presenza di sintomi blandi su
poche foglie e limitatamente a una parte della pianta), 2 (Presenza di sintomi evidenti su
più foglie variamente distribuite nella pianta) e 3 (Presenza di sintomi evidenti diffusi su
tutta la pianta) (Fig. 3).
Contemporaneamente al rilievo visivo, tutte le piante, sia sintomatiche sia asintomatiche (con una valutazione pari a 0 o 1), sono state sottoposte, nel periodo di massima
espressione sintomatologica, ad una diagnosi per PPV, mediante saggio immunoenzimatico TAS-ELISA (Cambra et al., 1994), utilizzando l’anticorpo monoclonale universale 5B (MAb5B, Agritest, Italia). Per questo saggio, è stato prelevato un campione costituito da foglie mostranti i sintomi, nel caso delle piante sintomatiche, o da più
foglie prelevate da diversi punti della pianta, nel caso di piante asintomatiche.
3.
Classificazione delle varietà/selezione
Sulla base dei rilievi sintomatologici e saggi di laboratorio le varietà sono state classificate nel seguente modo: Suscettibili (piante con sintomatologia pari alla classe
2-3), tolleranti (piante con sintomatologia pari alla classe 0-1 e positive in ELISA),
resistenti (piante asintomatiche, negative in ELISA e positive in RT-PCR), immuni
(piante asintomatiche, negative in ELISA e negative in RT-PCR).
RISULTATI E DISCUSSIONI
L’analisi dei dati ottenuti complessivamente nei diversi anni di osservazioni per le due
popolazioni oggetto di valutazione ha mostrato una generale suscettibilità a PPV-M.
In particolare, i risultati ottenuti dal momento dell’inoculazione dimostrano chela maggior parte dei semenzali della popolazione ‘Harcot’ X‘Reale d’Imola’ (circa 80,26%) sono suscettibili. Invece, per quanto riguarda la popolazione ‘Lito’
X‘BO81604311’ le percentuali di semenzali risultati suscettibili, tolleranti e resistenti
sono state, rispettivamente, 59, 25 e 16.
Inoltre, durante la prova sperimentale alcuni semenzali mostranti sintomi nel primo
56
anno di osservazioni hanno perso questa caratteristica negli anni successivi (“recovery”); pertanto, i rilievi e saggi di laboratorio del primo ciclo vegetativo non permettono una corretta classificazione del genotipo.
CONCLUSIONI
L’ottenimento di cultivar resistenti/tolleranti, come deducibile dall’attività sopra descritta, ha bisogno di tempi lunghi perché nessun progetto di miglioramento genetico
potrebbe dare risultati applicativi in pochi anni di ricerca specialmente se il carattere
da selezionare è una resistenza. A tal riguardo, lo sviluppo di metodologie di selezione
assistita potrà fornire un efficace aiuto nella riduzione dei tempi.
Il lavoro di tipo multidisciplinare, svolto dal CRSA e altre Istituzioni scientifiche, ha
contribuito a fornire strumenti utili per l’avvio sperimentale della selezione assistita.
Tutto ciò è stato possibile mediante analisi QTL delle popolazioni segreganti (Dondini et al., 2010).
BIBLIOGRAFIA
AMENDUNI, T., BAZZONI, A., MINAFRA A. AND SAVINO, V. (2004). Evaluation of the susceptibility of seedlings from apricot crosses to the Marcus strain of
Plum pox virus. Acta Horticulture 657: 305-308.
DONDINI L., LAIN O., VENDRAMIN V., RIZZO M., VIVOLI D., ADAMI M.,
GUIDARELLI M., GAIOTTI F., PALMISANO F., BAZZONI A., GEUNA F., BOSCIA D., TARTARINI S., NEGRI P., CASTELLANO M.A., SAVINO V., BASSI D.,
TESTOLIN R. (2010). QTLs for Resistance to Plum pox virus strains M and D comap in the linkage group 1 of both ‘Lito’ and ‘Harcot’ apricot cultivars. Molecular
Breeding. DOI 10.1007/s11032-010-9431-3.
57
Il recupero del germoplasma frutticolo, viticolo ed olivicolo
autoctono in Puglia
La Notte P.1,2, Saponari M.1,3, Palmisano F.1,3, Venerito P.2, Cagnazzo A.2, Giannini P.2,
Palmisano D.2, Catucci L.2, Saponari A.2, Savino V.2,3
1
CNR, Istituto di Virologia Vegetale - UOS di Bari, Via Amendola 165/A 70126 Bari;
2
Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”, Via Cisternino
281, 70010 Locorotondo (Ba);
3
Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti, Università degli Studi di
Bari “Aldo Moro”, Via Amendola, 165/A 70126 Bari.
Riassunto
Diverse varietà autoctone di fruttiferi, vite e olivo sono state selezionate, caratterizzate e moltiplicate nell’ambito di programmi di recupero e valorizzazione finanziati da
diversi Enti pubblici. Per ogni accessione georeferenziata e recuperata è stata redatta
una scheda, comprendente gli aspetti pomologici/ampelografici e tecnologici, utile per
l’identificazione ed il riconosciemento varietale. Inoltre, le diverse accessioni caratterizzate sono state conservate in appositi campi collezione allestiti presso il Centro di
Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” di Locorotondo.
Introduzione
Con l’avvento della frutticoltura industriale, le varietà delle specie arboree frutticole
sono state progressivamente selezionate in base a criteri noti: facilità di applicazione
delle tecniche di coltivazione meccanizzata, elevata produttività, resistenza alla manipolazione, elevata shelf-life, preminenza attribuita a criteri estetici e dimensionali del
frutto. Inoltre, il ricorso crescente ad acquisizioni di nuove cultivar da altri paesi ha
preso rapidamente il sopravvento sulle varietà locali delle diverse regioni italiane, la cui
produzione ha iniziato inesorabilmente a diminuire. Allo stato attuale non si conosce il
numero di varietà che in questo modo sono andate perdute; è però prevedibile che, persistendo l’attuale tendenza, nel giro di pochi decenni questa biodiversità agraria potrebbe quasi del tutto scomparire e con essa gran parte del patrimonio di conoscenze, usi e
tradizioni legate all’utilizzazione dei frutti. In Puglia sono presenti diverse varietà autoctone, in via di estinzione, caratterizzate da un elevato pregio per caratteristiche produttive, tecnologiche e soprattutto organolettiche (es. Minutolo). Tra le piante arboree,
oltre alla vite e all’olivo, il fico, gli agrumi, le diverse drupacee e pomacee, rappresentano elementi caratteristici del territorio pugliese. Nel presente lavoro si riportano i risultati dei programmi di recupero, conservazione e valorizzazione con l’obiettivo generale
di conservare il patrimonio genetico di specie ed ecotipi di interesse agrario che hanno
determinato e tutt’ora caratterizzano il “paesaggio storico e tradizionale” del territorio
58
Pugliese così come ambienti naturali di particolare interesse conservazionistico.
Materiali e metodi
Il recupero del germoplasma autoctono ha riguardato diverse fasi di lavoro:
1. Individuazione degli ecotipi sul territorio e loro Georeferenziamento
L’attività è consistita nella individuazione sui diversi territori delle piante appartenenti alle varietà autoctone a rischio di estinzione; l’individuazione è stata avviata preliminarmente attraverso informazioni già disponibili quali documentazioni storiche e
fonti bibliografiche nonché con la ricerca di nuove informazioni presso agricoltori ed
appassionati, collezioni varietali di Enti, privati, Organizzazioni di categoria, mercati
generali, guardie campestri, ecc. Sulla base delle indicazioni reperite sono stati effettuati i sopralluoghi in campo per la verifica dell’identità varietale delle accessioni, il
loro georeferenziamento con GPS e la raccolta della documentazione fotografica. La
descrizione ed il confronto tra le differenti accessioni individuate ha consentito di verificare l’identità varietale, individuare casi di sinonimia/omonimia nonché individuare
eventuali biotipi/cloni fenologicamente differenti.
2. Realizzazione e validazione dei descrittori ai fini della redazione delle schede pomologiche
Per ogni varietà è stata redatta una scheda varietale con le informazioni sui principali
caratteri pomologici corredata da un opportuno dossier fotografico. Per ciascuna delle
specie considerate si è proceduto a valutare i descrittori ufficiali secondo gli standard
disponibili (ad es. CPVO-Community Plant Variety Office, UPOV-International Union
for the Protection of New Varieties of Plants, IPGRI-International Plant Genetic Resources Institute, OIV-Organisation Internationale de la Vigne et du Vin, ecc.), selezionandone quelli caratterizzati da elevato potere discriminante e facilità di rilevamento.
Per ciascuna delle specie è stato quindi redatto l’elenco dei descrittori minimi corredato,
per ciascun descrittore, da illustrazioni, periodo e modalità di rilevamento, eventuali
varietà di riferimento per il confronto.
3. Moltiplicazione del materiale
Dalle accessioni individuate e georeferenziate è stato raccolto materiale di propagazione
utile alla moltiplicazione. Le accessioni delle specie arboree sono state moltiplicate agamicamente per innesto (vite, drupacee, pero, olivo, agrumi) o talee autoradicate (fico).
L’innesto è stato eseguito, su idonei portainnesti allevati in vaso, a gemma dormiente
a fine estate. Le piante sono state allevate in tunnel condizionato e sono state eseguite
tutte le operazioni colturali necessarie (costante ed equilibrata irrigazione e concimazione, trattamenti antiparassitari contro patogeni fungini, eliminazione manuale delle
infestanti) a favorire l’attecchimento degli innesti ed il rapido e completo e sviluppo
delle piantine.
4. Costituzione dei campi collezione e ampliamento delle collezioni esistenti
Le diverse varietà/cloni, separatemente per le singole tipologie di specie, sono state in-
59
serite nei diversi campi collezione del CRSA. A tal riguardo i dettagli sono citati nel
paragrafo seguente.
Risultati
Sono state individuate sul territorio 48 diverse cultivar di pero, 4 di melo, 6 di cotogno,
5 di nespolo germanico, 27 di ciliegio, 71 di mandorlo, 21 di albicocco, 20 di susino, 12
di pesco, 47 di fico, 8 di agrumi, 3 di melograno, 25 di olivo, 20 di vite. Per 117 varietà
complessive, completando i necessari rilievi, sono state redatte le schede pomologiche/
ampelografiche (Fig. 1, 2).
Per drupacee (Albicocco, Ciliegio Dolce, Mandorlo, Pesco, Percoco, Susino), Pomacee
(Melo e Pero) e Fico è stato costituito un nuovo campo collezione di 12.000 mq su terreni gestiti dal CRSA in contrada Marangi a Locorotondo. Il campo è stato suddiviso
in due appezzamenti, il primo di circa 75 are ospitante drupacee e fico, il secondo di
circa 45 are in cui sono state messe a dimora le varietà di pomacee e gli altri fruttiferi
minori. Per le altre specie si è proceduto ad integrare ed ampliare con le nuove accessioni recuperate i campi di conservazione già esistenti rispettivamente a Locorotondo la
vite (Masseria Ferragnano, 9 campi per complessivi 6,5 ettari) ed a Palagiano olivo ed
agrumi (Ctr. Conca d’Oro).
Conclusioni
Il recupero di nuovo germoplasma e la costituzione dei nuovi campi citati svolgeranno
un importante ruolo nella strategia di salvaguardia e valorizzazione della biodiversità
regionale. I campi collezione infatti, oltre alla conservazione e la tutela del germoplasma, potranno essere utilizzati per studi ed attività sperimentali come individuare caratteri genetici di interesse (con particolare riferimento ad aspetti colturali, nutrizionali,
organolettici, di resistenza a fattori biotici ed abiotici), avviare programmi di breeding,
confrontare e caratterizzare le varietà dal punto di vista genetico, produttivo e tecnologico, etc. I campi collezione sono inoltre impiegati per produrre e distribuire materiale
di moltiplicazione richiesto da amatori (per realizzare altre piccole collezioni ex situ) e/o
agricoltori favorendo così la ripresa in coltivazione di molte antiche varietà.
BIBLIOGRAFIA
Bellini E., Giordani E., Giannelli G, Picardi E. 2007. Le Specie Legnose da frutto-Liste
dei caratteri descrittivi- Arsia Toscana
http://www.oiv.int
http://www.upov.int
http://www.cpvo.europa.eu
http://www.bioversityinternational.org
60
SCHEDA n. VIT. 8
ALLEGATO n.1
VITE
“Marchione”
PIANTA
- Buona fertilità reale (1,78 grappoli per gemma) uniformemente distribuita lungo il tralcio, più
elevata nelle gemme del tratto centrale e distale.
- Germogliamento medio-tardivo (metà di aprile), fioritura media (a fine maggio).
GERMOGLIO
- Apice del germoglio: apice bianco-rosato con orlature rosso vinose, cotonoso. Asse del germoglio dorsalmente verde con sfumature rossastre più accentuate in corrispondenza dei nodi,
ventralmente verde con presenza di rosso ai nodi.
- Perule rossastre. Quarta foglia con pagina superiore verde-rosato, lanuginosa. Pagina inferiore
biancastra. Lanuginosità intensa sulla lamina, rada sulle nervature. Foglioline apicali con pagina
superiore biancastra e sfumature giallo-rosato, lanuginosa. Pagina inferiore bianca, intensamente
lanuginosa sulla lamina; nervature con peli radi, evidentemente verdi.
FOGLIA MATURA
- foglia media pentagonale, verde cupo, a 5 o 7 lobi e seno peziolare a V.
Laciniata a seni incisi, denti pronunciati e nervature ben evidenti evidenzia un profilo tormentato e
una discreta presenza di peli striscianti sulla pagina inferiore. Tralcio di colore rossastro.
PRODUZIONE
- media (circa 4 Kg per pianta allevata a controspalliera con sesto di 2,5 x
1 m).
- la maturazione cade di solito nella terza decade di settembre.
CARATTERI DEL PRODOTTO
Grappolo
- Medio (peso medio 300 g), conico, allungato, semplice, mediamente compatto.
Acino
- medio, ellittico, con buccia lucida e spessa, dal caratteristico colore rosa intenso.
Caratteristiche della polpa
- mediamente croccante
Sapore
- aromatico.
Fig 1 – Scheda varietale cv Marchione
61
SCHEDA n. FRU. 22 ALLEGATO n. 1
PERO
“CICC’ANTONIO”
PIANTA:
- di medio-elevato vigore e habitus espanso.
RAMO DI 1 ANNO:
Internodi di media lunghezza, colore grigio-verde, gemme medie, conico-ovoidale, scarsamente
libere.
FOGLIA:
media (6,8 cm x 4,3 cm in media), obovata, con apice ottuso o ad angolo retto, angolo basale ad
angolo retto, margine intero o leggermente serrato, picciolo medio.
FIORE:
- Fioritura medio-precoce ed intensa.
- Petali circolari, bianchi.
PRODUZIONE:
-Maturazione seconda decade di agosto.
-Fruttificazione prevalente su lamburde.
-Di medio-elevata produttività.
-Alta scalarità di maturazione.
-Media resistenza alle manipolazioni.
CARATTERI DEL PRODOTTO:
Dimensione frutto:
- medio-piccolo (peso medio 40-60 g)
Caratteristiche del frutto:
-forma piriforme o turbinato, leggermente asimmetrico, posizione del diametro massimo verso il
calice, profilo lati quasi retto, -cavità peduncolare assente, cavità calicina poco profonda e stretta,
sepali aperti.
Caratteristiche della buccia:
- liscia, colore verde-giallo, sovracolore presente sulla parte esposta al sole, sfumato, rosso scuro, sottile, rugginosa vicino al peduncolo, lenticelle elevate.
Peduncolo:
- medio-lungo e mediamente spesso, curvatura assente o media, dritto o angolato a destra rispetto all’asse del frutto.
Caratteristiche della polpa:
- di colore biancastro, tessitura media con sclereidi, mediamente soda, succosa, ossidazione
media.
Caratteristiche del seme:
- piccolo, ovale allungato, colore marrone scuro.
Sapore:
- mediamente saporita e dolce. Acidità media.
Fig. 2 Scheda varietale Cv Cicc’Antonio
62
Fig. 3 Cv Arancio Vaniglia
Fig. 4 Cv Ciliegio Dura di Bisceglie
Fig. 5 Cv Albicocco Risomma
63
Fig. 6 Cv susino San Pietro
Fig. 7 Fico Cv Monaca
Fig. 8 Cv Mandorlo Rachele
64
Fig. 9 Cv Minutolo
Fig. 10 Cv Oliva rossa
65
PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO GENETICO DEL PESCO IN AMBIENTE
MERIDIONALE
Palmisano F.2,4, Saponari A.1, Cardone A.1, Catalano L.3, Moser L.3, Catucci L.1, Romanazzi S.3, Nicola N.3, Saponari M.2,4, Savino V.1,4
Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”
Istituto di Virologia Vegetale, Bari
3
Consorzio Vivaistico Pugliese COVIP
4
Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti - Università degli Studi
di Bari.
1
2
RIASSUNTO
Lo sviluppo della peschicoltura in nuove aree, non può prescindere da due aspetti
fondamentali:
1.
disponibilità di varietà che si adattino e sappiano sfruttare al meglio le caratteristiche ambientali delle zone dove sono introdotte;
2.
possibilità di impiego di materiale di propagazione sano, che rispetti le norme
che regolamentano l’attività vivaistica e permetta di preservare la coltura da pericolose fitopatie.
Questi concetti appaiono ancor più importanti per le zone di nuova colonizzazione
del pesco, ed in quelle meridionali, dove vi è la possibilità di produrre in epoche che
sfuggono alla attuale difficoltà di mercato, ossia il periodo extra-precoce e precoce, ed
all’opposto quello tradivo ed extra-tardivo.
Con queste finalità è stata avviata una collaborazione tra il Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” (CRSA) ed il Consorzio Vivaistico Pugliese (COVIP) che procede da oltre un decennio.
INTRODUZIONE
L’importanza del settore della propagazione delle piante, all’interno del composito
mondo della frutticoltura, nel corso degli anni ha assunto sempre maggior spessore
e, per alcune specie, un ruolo strategico. Tra queste specie, il pesco, comprendendo anche nettarine sono caratterizzati da un vorticoso rinnovamento varietale. Per
questi motivi, un settore vivaistico che sappia prontamente interpretare le esigenze
del mondo della produzione, dando nello stesso tempo quelle garanzie di sanità e
sicurezza varietale richieste, riveste un ruolo fondamentale per il successo dell’intero
comparto frutticolo.
Inoltre, i regolamenti comunitari e nazionali in materia di produzione e commercializzazione del materiale di propagazione vegetale, richiedono standard fitosanitari
elevati per arginare la diffusione di organismi nocivi. Tra gli organismi nocivi pregiu-
66
dizievoli la qualità, i virus occupano un
posto di rilievo. Tra di essi, escludendo
quelli da quarantena (Plum pox virus
PPV), il virus della maculatura anulare necrotica dei Prunus (PNRSV) ed il
virus del nanismo del susino (PDV) sono
frequentemente rinvenuti anche nelle nuove varietà, compromettendo un
loro utilizzo nel rispetto delle normative. Trattandosi di virus che si trasmettono anche per polline, si capisce come
intere linee di selezioni, seppur valide
sotto il profilo pomologico e per epoche
di maturazione interessanti, non siano
propagabili e quindi disponibili per i
frutticoltori, se non dopo l’applicazione
di lunghe e costose procedure per il loro
risanamento. Si evince che i programmi
di miglioramento genetico devono procedere di pari passo al miglioramento sanitario per non vanificarne il risultato.
In questa situazione sta operando, in
collaborazione con il Consorzio Vivaistico Pugliese (COVIP), il Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura
“Basile Caramia” di Locorotondo che
ha avviato dal 2003 un programma di
miglioramento genetico basato esclusivamente sull’incrocio (controllato) di parentali
certificati (DD.MM del 24 luglio 2003, 4 maggio 2006, 20 novembre 2006). Il programma ha come obiettivo finale la produzione di varietà con caratteristiche pomologiche
e fitosanitarie tali da permetterne la pronta commercializzazione.
MATERIALI E METODI
Le varietà di pesco e nettarine utilizzate come parentali sono di categoria certificato,
o quanto meno libere da virus che si trasmettono per polline.
L’attività d’incrocio è stata avviata in piante allevate in contenitori riposti in una
serra a rete a prova d’insetto ubicata a Locorotondo (BA). Da queste piante, il polline
è stato ottenuto in parte tramite forzatura in serra di rami raccolti anticipatamente,
e poi frigoconservato a –20°C; in parte raccolto direttamente dalle piante donatrici in
pieno campo. I fiori sono stati impollinati manualmente 24 ore dall’emasculazione.
67
Tutti i semi ottenuti, dopo una concia con
fungicida (Tiram in polvere al 50%) sono stati
stratificati in sabbia in camera fredda a 3-4 °C
per un periodo di 6 settimane.
Prima della semina in contenitori alveolari
riempiti con substrato sterilizzato a vapore, i
semi sono stati sottoposti a scarificatura meccanica. In seguito sono stati conciati nuovamente in soluzione di Benomyl allo 0,1%.
La germinazione dei semi e le prime fasi di allevamento dei semenzali è avvenuta in serra condizionata alla temperatura di 22 +/- 2 °C, in
piccoli tunnel utilizzati per l’acclimatamento
di materiale di propagazione prodotto in vitro.
Una volta raggiunti i 15 cm di altezza, i semenzali sono stati trapiantati in vasi di polietilene
Ø 20 e trasferiti in ombraio.
Prima del loro trasferimento in pieno campo, è
stato eseguito un saggio sierologico per i virus PDV e PNRSV per mezzo della tecnica
DAS-ELISA.
I semenzali sono stati trapiantati in agro di Palagiano (Ta) utilizzando un sesto d’impianto di 3,00 m X 1,2 m sulla fila e allevati secondo una forma di vaso libero. Tutte le
piante sono servite da irrigazione a goccia con un impianto di fertirrigazione. Nell’allevamento dei semenzali sono state assicurate tutte le cure necessarie per una buona
protezione da parassiti e patogeni, oltre che un buon apporto nutrizionale.
Dal terzo anno dall’impianto sono iniziate le attività di analisi visive e rilievi pomologici
dei diversi semenzali al fine di individuare le accessioni meritevoli di altre valutazioni. In
particolare, per ciascun semenzale sono stati considerati gli aspetti fenologici (es. epoca di
fioritura e maturazione) e pomologici (forma del frutto, diametro, peso, ecc.).
Risultati e conclusioni
Nel 2011 sono proseguiti i rilievi pomologici che hanno interessato circa 1000 semenzali (900 peschi + 100 albicocchi) derivanti da oltre 20 combinazioni di incrocio
eseguiti nel 2006. I dati ottenuti hanno permesso di confermare la validità delle 50
accessioni di pesco valutate positivamente negli anni precedenti. Queste ultime, innestate su GF 677, sono state impiantate in campi commerciali al fine di confermarne le
qualità pomologiche. In particolare, le accessioni ritenute interessanti derivano dalle
seguenti combinazioni di incroci:
-
Spring Lady x Glohaven: sel. P-00-2-19 (Fig. 1a,b);
-
Armking X Big Top: sel. N-05-1-4, N-05-1-5, N-05-1-6, N-05-1-7, N-05-1-8,
68
N-05-1-11, N-05-1-12, N-05-1-13, N-05-1-14, N-05-1-17;
-
Suncrest X Greta: sel. P-05-6-13, P-05-6-22, P-05-6-08, P-05-6-02, P-05-606, P-05-6-07, P-05-6-12;
-
Red Cal X Early Crest: sel. P-05-2-10, P-05-2-12, P-05-2-18, P-05-2-20, P-052-23;
-
Flavortop X Armking: sel. N-05-2-38, N-05-2-41, N-05-2-48 (fig.2);
-
Red Cal X Lolita: sel. P-05-2-54, P-05-2-66, P-05-2-68.
Le attività future saranno mirate alla valutazione in campo delle selezioni risultate
interessanti nelle prime fasi del programma e nella preparazione della documentazione necessaria per avviare le privative comunitarie per ritrovati vegetali (brevetto europeo). Inoltre, considerando la continua diffusione di PPV Marcus (particolarmente
aggressivo su pesco) in molti areali frutticoli si procederà in futuro alla valutazione del
comportamento dei genotipi interessanti alle infezioni artificiali con questo virus.
69
25
anni
2.3 Area Coordinamento
2.3.1 Settore
Attività Delegate
70
Oggi
CENTRO REGIONALE PER LA PREMOLTIPLICAZIONE
Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura
“Basile Caramia”
IL RUOLO DEL CENTRO REGIONALE PER LA
PREMOLTIPLICAZIONE NEL SISTEMA NAZIONALE
DI CERTIFICAZIONE DELLE PRODUZIONI
VIVAISTICHE FRUTTICOLE ED OLIVICOLE
IL CONTESTO DI RIFERIMENTO
La certificazione delle produzioni vivaistiche è un processo finalizzato alla produzione
di materiale di propagazione controllato da un punto di vista sanitario e genetico, nel
rispetto di quanto previsto dai disciplinari di produzione.
Ad oltre un ventennio dalla emanazione delle prime norme fitosanitarie per la certificazione delle produzioni viviastiche (D.M. 23 ottobre 1987, D.M. 289 - 2 luglio 1991)
e dall’attivazionedelle prime procedure di certificazione, dapprima a livello di singole
Regioni e poi a livello nazionale, l’industria vivaistica italiana può oggi contare su un
sistema di certificazione adeguato alle esigenze di un mercato vivaistico sempre più
soggetto a richieste di innovazioni varietali e di prodotto, proiettando il settore in un
contesto europeo che richiede garanzie proceduraliall’avanguardia per essere competitivo e riconoscibile.
Dopo diversi anni di lavoro interdisciplinare, le nuove norme (DDMM 24/07/2003;
4/05/2006, 20/11/2006) per la certificazione nazionaledel materiale vivaistico hanno
dato impulso alla riorganizzazione e riqualificazione del Servizio Nazionale di Certificazione, a servizio di un settore che assume, un ruolo strategico nello sviluppo
71
enell’innovazione della frutticoltura industriale e specializzata,puntando su produzioni attente alla continua evoluzione genetico-varietale, con garanziefitosanitarie edi
corrispondenza varietale.
Il produttore frutticolo ha un ruolo molto importante come utilizzatore finale delle produzioni vivaistiche. Prediligere produzioni vivaistiche certificate per la costituzione di
nuovi frutteti significa assicurarsi le migliori condizioni di partenza del proprio impianto;
la moltiplicazione di materiale vivaistico infetto rappresenta, infatti, la via preferenziale
di diffusione di diverse malattie.E’ inoltre interesse del produttore frutticolo collaborare
con la struttura regionale nell’opera di controllo e prevenzione per la diffusione attraverso
i materiale vivaistico di patogeni da quarantena, con particolare attenzione a quelli per i
quali è in vigore un provvedimento di “lotta obbligatoria”.
NORMATIVA ED ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DI CERTIFICAZIONE
Con la pubblicazione dei DDMM del 20/11/2006 è stato completato l’iter di aggiornamento della normativa fitosanitaria relativa alla certificazione dei materiali di propagazione
(DM 24/7/2003, DM 4/05/2006). Il percorso di revisione ed aggiornamento della normativa era stato avviato nel 1999 nell’ambito del “Convegno Nazionale su Certificazione
delle Produzioni Vivaistiche” quando a distanza di circa un decennio dall’attivazione del
sistema di certificazione, ne furono esaminati risultati e punti critici.
Il processo di certificazione si svolge attraverso una serie di fasi che sono la conservazione, la premoltiplicazione, la moltiplicazione e il vivaio (Tab. 1). L’organizzazione
del sistema di certificazione nazionale fa riferimento ad un processo di filiazione diretta (Fig. 1) che assicura la tracciabilita’ del sistema e la rintracciabilita’ del prodotto.
La conservazione - che parte dalla Fonte Primaria di una accessione registrata nel
registro nazionale delle accessioni certificate - e la premoltiplicazione, sia pure con
alcune eccezioni, prevedono il mantenimento delle piante madri (rispettivamente di
categoria Prebase e Base) all’interno di apposite strutture (screen house) atte a garantire l’isolamento delle piante dai principali organismi patogeni (virus, fitoplasmi
e altri) e loro vettori. Nella fase di moltiplicazione le piante madri ( di categoria certificato) vengono coltivate in pieno campo, realizzando i campi di piante madri, in
aree indenni da patogeni da quarantena (qualora per una determinata specie siano
segnalati patogeni da quarantena) e in condizioni tali da rispettare i requisiti, in termini di distanze da impianti convenzionali, previsti dagli specifici disciplinari tecnici.
In vivaio si completa il processo di certificazione e le piante, prodotte rispettando
i requisiti e le condizioni previste dai disciplinari, vengono commercializzate come
materiale certificato virus esente (VF, virus free) o virus controllato (VT, virus tested)
e con la garanzia della corrispondenza genetica e varietale.Il vivaista che aderisce al
programma di certificazione si impegna a seguire scrupolosamente quanto previsto
dai disciplinari tecnici di ciascuna specie, che stabiliscono tra l’altro come devono
essere eseguiti i controlli fitosanitari e le verifiche delle caratteristiche genetiche.
72
Figura 1. Schematizzazione del processo di propagazione per filiazione diretta
all’interno del sistema di certificazione.
La responsabilità del coordinamento del sistema di certificazione a livello nazionale è
demandata al Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali attraverso il
Servizio Nazionale di Certificazione (SNC) ed un apposito Comitato Nazionale per la
Certificazione (CNC). Il SNC si avvale della collaborazione tra il Ministero, le Regioni
e le Province Autonome, le quali assumono, attraverso i propri Servizi Fitosanitari, le
funzioni di organo di controllo e certificazione. Il Servizio Fitosanitario ha la responsabilità del controllo del processo di certificazione in tutte le fasi, attraverso attività
ispettive e di verifica della conformità della documentazione relativa al materiale in
Figura 2. Esempio di cartellino-certificato rilasciato per le piante in vivaio, a seguito delle opportune
procedure di verifica e controllo da parte del Servizio Fitosanitario.
73
certificazione (documenti di filiazione, di commercializzazione, cartellini-certificato,
ecc.). Spettano al Servizio Fitosanitario, competente per territorio, anche il riconoscimento dell´idoneità dei campi di piante madri, dei laboratori di micropropagazione,
dei vivai e delle rispettive strutture produttive. Accertata la conformità rispetto a
quanto disposto dalle normative, il Servizio rilascia la certificazione ai materiali prodotti, attestata dal cartellino-certificato apposto sulle piante (Fig. 2).
Tabella 1. Organizzazione del sistema di certificazione volontaria
secondo quanto stabilito dal D.M. del 24/07/2003
Fasi
Categoria
dei
materiali
Costituzione
Fonte
delle fonti primarie primaria
Registrazione
Fonte
primaria
Conservazione per la
Prebase
premoltiplicazione
Premoltiplicazione Base
Responsabilità
Gestione
Controlli
Istituti di ricerca
pubblici e privati
Costitutore
Costitutore
MiPAAF
MiPAAF-CNC
Centro di
Organismo
Conservazione per la riconosciuto dal- SFR
Premoltiplicazione l’Organocertificante
Organismo
Centro di
riconosciuto dal- SFR
Premoltiplicazione
l’Organocertificante
Moltiplicazione
Certificato
Campo di
Piantemadri
Vivaisti (associazioni,
SFR
consorzi)
Propagazione
(Controlli)
certificato
Vivaio
Vivaisti
SFR
MiPAAF: Ministero per le Politiche Agricole e Forestali
CNC: Comitato Nazionale per la Certificazione
SFR: Servizio Fitosanitario Regionale competente per territorio
Più in generale, il Servizio fitosanitario ha il compito di sorveglianza del territorio
rispetto alla diffusione delle malattie di “quarantena”; ciò è particolarmente importante per garantire che l’attività vivaistica si svolga in aree idonee a prevenire contaminazioni del materiale vivaistico.
Con la nuova normativa le attività di Conservazione per la Premoltiplicazione e Premoltiplicazione possonoessere attivate presso Organismi pubblici e/o privati riconosciuti
idonei dal CNC; con la possibilità quindi diattivare, sul territorio nazionale, diversi centri di Premoltiplicazione, dando più flessibilità al sistema e, di conseguenza, maggiori-
74
possibilità di acquisire, moltiplicare e distribuire agli operatori agricoli le nuoveselezioni
e/o novità varietali, riducendo i tempi che intercorrono tra registrazionedella Fonte Primaria e disponibilità del relativo materialedi propagazione presso i vivaisti.
IL CENTRO REGIONALE DI PREMOLTIPLICAZIONE DELLA REGIONE PUGLIA
Il Centro di Premoltiplicazione della Regione Puglia, ubicato presso il Centro di
Ricerca e Sperimentazione “Basile Caramia”, è stato istituito con Deliberazione di
Giunta Regionale n. 1119 del 17/05/1993 e Deliberazione del Consiglio Regionale del
23/06/1994, n. 871, e successivamente riconosciuto nell’ambito del Servizio Nazionale
di Certificazionecon DM 7/9/2005 - G.U. 290 del 14/12/2005. L’attività di premoltiplicazione è attiva per prunoidee, agrumi e olivo in distinte sezioni operative:
-
Sezione Operativa “Amendolecchia” - c/o Istituto Tecnico Agrario “C. Mondelli”, Massafra (TA) (Premoltiplicazione Agrumi).
-
Sezione Operativa “Vivai Conca d’Oro” (Premoltiplicazione Olivo).
-
Sezione Operativa “Ferragnano”(Premoltiplicazione Prunoidee in vivo ed
in vitro).
Per tutte le specie in Premoltiplicazione, l’attività si concretizza nel rispetto di un
idoneo piano di gestione agronomica e fitosanitaria finalizzato al mantenimento delle
piante madri in condizioni di allevamento ideali per la produzione di marze o semi,
nonché libere da infestazioni/attacchi parassitari e altre condizioni di stress biotico ed
abiotico che possono pregiudicare lo standard qualitativo e i requisiti minimi stabiliti
dagli specifici disciplinari tecnici. Oltre alle strutture per la conservazione ed il mantenimento delle piante madri di categoria Base, ogni SO è attrezzata con strutture
dedicate all’attività vivaistica, nello specifico alla produzione ed allevamento di semenzali, alla propagazione per autoradicazione ed innesto, alla propagazione in vitro
e all’ambientamento dei portainnesti micropropagati (Fig. 4).
Le accessioni attualmente conservate e propagate presso le diverse SO (Fig. 3), consistono in:
- 37 accessioni di Citrus spp. e relativi ibridi, per un totale di 183 piante madri (screenhouse) (Allegato 1);
- 215 accessioni di Prunus spp. per un totale di 490 piante madri (screen-house) (Allegato 2);
- 17 accessioni di olivo per un totale di 153 piante allevate in pieno campo (Allegato
3).
La produzione di astoni di categoria Base non riguarda esclusivamente le accessioni
in conservazione, ma qualora pervengano richieste di astoni di varietà ed accessioni
mantenute presso altri Centri di Premoltiplicazione (CP) nazionali, si provvede a propagare anche i materiali (gemme, marze) forniti da altri CP, in particolare dal CP di
Acireale (CT) (per gli agrumi) e dal CP del CAV di Faenza (RA) (per le prunoidee e
pomoidee).
75
Figura 3. Screen houses (A) e campo di piante madri di categoria Base di olivo (B). Particolare delle piante
madri di prunoidee (C) e agrumi (D) all’interno delle screen house.
Figura 4. Strutture impiegate per l’attivita’ vivaistica. Sopra da sx verso dx: camera climatica per l’allevamente
del materiale in vitro e tunnel per l’ambientamento. Sotto semenzali pronti per l’innesto.
76
Figura 5 . Produzione e cessione di piante madri di Categoria Base per ciascuna specie (2001-2012).
Come si evince dal grafico riportato in figura 5, il flusso di piante (astoni) cedute
per la costituzione di centri di moltiplicazione (campi di piante madri), sia in Italia
(oltre che in Puglia, anche in Abruzzo,Basilicata, Calabria, Sicilia e Toscana) che all’estero (Albania, Algeria, Serbia, Turchia, ecc.) si è dimostrato essere discontinuo, e
soprattutto per quel che riguarda l’olivo praticamente in stasi dal 2001. Ciò sia per la
maggior durata del ciclo produttivo delle piante madri portamarze, sia per il minore
ricambio della piattaforma varietale che contraddistingue l’olivo rispettoalle prunoidee e agli agrumi.
Oltre ai dati riportati riportati in figura 5, la cessione di materiali di propagazione di
categoria Base ha riguardato anche seme e marze, forniti ai vivaisti come materiale di
categoria Certificato per la produzione di astoni e semenzali certificati.
Il programma di attività sviluppato dal CP del CRSA viene supportato finanziariamente da un contributo annuale della Regione Puglia – Servizio Fitosanitario, e dai
ricavi relativi alla cessione di materiale di propagazione di categoria Base.
Personale afferente al Settore
-
Venerito Pasquale (Responsabile Settore)
-
Maria Saponari (Responsabile Premoltiplicazione agrumi)
-
La Notte Pierfederico (Responsabile Premoltiplicazione vite)
-
Palmisano Francesco (Responsabile Premoltiplicazione prunoidee)
-
Catucci Leonardo (Dipendente a tempo indeterminato)
-
Saponari Antonella (Dipendente a tempo indeterminato)
-
Altamura Giuseppe (Collaboratore)
77
Allegato 1
Sezione operativa “Ferragnano”
78
Materiale in allevamento
A) Pesco
Varietà
Baracca Cardinal Dixired Early Crest Early Red Fairhaven Fay Elberta
Fayette Fortiner
JH Hale Laure May Crest May Flower May Gold Michellini
O’Henry
Pesco Giapponese Red Haven Red Skin Red Top Redwing Robin Sanguine Southland Spring Crest Spring Gold Springtime Suncrest
Velvet Vivian Villa Giulia
Pontina
Selezione Stato Sanitario
IAM-UBA /Ppr-235 VF
IAM-UBA/Ppr-132 VF
IAM-UBA/Ppr-136 VF
IAM-UBA/Ppr-141 VF
IAM-UBA/Ppr-138 VF
IAM-UBA/Ppr-229 VF
IAM-UBA/Ppr-536 VF
IAM-UBA/Ppr-227 VF
IAM-UBA/Ppr-150 VF
IAM-UBA/Ppr-5680 VT
IAM-UBA/Ppr-177 VF
IAM-UBA/Ppr-157 VF
IAM-UBA/Ppr-159 VF
IAM-UBA/Ppr-161 VF
IAM-UBA/Ppr-231 VF
IAM-UBA/Ppr-164 VF
IAM-UBA/Ppr-173 VF
IAM-UBA/Ppr-179 VF
IAM-UBA/Ppr-181 VF
IAM-UBA/Ppr-183 VF
IAM-UBA/Ppr-241 VF
IAM-UBA/Ppr-185 VF
IAM-UBA/Ppr-187 VF
IAM-UBA/Ppr-191 VF
IAM-UBA/Ppr-193 VF
IAM-UBA/Ppr-760 VF
IAM-UBA/Ppr-233 VF
IAM-UBA/Ppr-195 VF
IAM-UBA/Ppr-197 VF
IAM-UBA/Ppr-199 VF
Ppr-4450
VF
Ppr-4260
VF
Accessioni eliminate
June Gold IAM-UBA/Ppr-155 VF
B) Nettarine
Armking Fantasia Nectared IAM-UBA /Ppr-116 IAM-UBA/Ppr-223 IAM-UBA/Ppr-225 VF
VF
VF
Materiale in allevamento
C) Percoco
Andross Babygold 6 Babygold 7 Babygold 9 Maria Serena Percoco di Turi Percoco Novembre IAM-UBA/Ppr-114 IAM-UBA/Ppr-122 IAM-UBA/Ppr-124 IAM-UBA/Ppr-128 IAM-UBA/Ppr-171 IAM-UBA/Ppr-167 IAM-UBA/Ppr-169 VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
Materiale in allevamento
D) Albicocco
Antonio Errani Baracca Bebeco Boccuccia Liscia Boccuccia Spinosa Bulida Cafona Canino Canino Tardivo Cibo del Paradiso COT 1 Don Gaetano Flamingold Fracasso Fronne Fresche Giulia Haggit Harcot Haward Jameloppis Laura Luizet Modesto IAM-UBA/Par-1300
IAM-UBA/Par-321
IAM-UBA/Par-323
IAM-UBA/Par-325
IAM-UBA/Par-524
IAM-UBA/Par-331
IAM-UBA/Par-337
IAM-UBA/Par-1260
IAM-UBA/Par-335
IAM-UBA/Par-516
IAM-UBA/Par-1280
IAM-UBA/Par-499
IAM-UBA/Par-1310
IAM-UBA/Par-345
IAM-UBA/Par-490
IAM-UBA/Par-1170
IAM-UBA/Par-510
IAM-UBA/Par-341
IAM-UBA/Par-1330
IAM-UBA/Par-522
IAM-UBA /Par-1340
IAM-UBA/Par-343
IAM-UBA/Par-347
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
79
80
Monaco Bello Montedoro Noemi Nonno Ouardì Pelese di Giovaniello Pellecchiella Precoce d’Imola Precoce d’Italia San Castrese Schiavona Sungiant Tadeo Tilton Tirynthos Spagnola IAM-UBA/Par-355
IAM-UBA/Par-1380
IAM-UBA/Par-1220
IAM-UBA/Par-1460
IAM-UBA/Par-1470
IAM-UBA/Par-1480
IAM-UBA/Par-1490
IAM-UBA/Par-1510
IAM-UBA/Par-351
IAM-UBA/Par-357
IAM-UBA/Par-1540
IAM-UBA/Par-590
IAM-UBA/Par-1560
IAM-UBA/Par-1580
IAM-UBA/Par-1570
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
Accessioni eliminate
Ameur Leuch Ninfa Tirynthos IAM-UBA/Par-2220
IAM-UBA/Par-1410
IAM-UBA/Par-361
VF
VF
VF
Materiale in allevamento
E) Mandorlo
Biancolella Caitanuccia Caputo Catuccia Cristomorto Don Carlo Falsa Barese Falsa Mollesca Ferragnes Ferrante Filippo Ceo Fragiulio Fragiulio Grande Fragiulio Piccolo Genco Mallardi Marcona IAM-UBA/Pam-488
IAM-UBA/Pam-486
IAM-UBA/Pam-378
IAM-UBA/Pam-382
IAM-UBA/Pam-380
IAM-UBA/Pam-384
IAM-UBA/Pam-474
IAM-UBA/Pam-394
IAM-UBA/Pam-386
IAM-UBA/Pam-466
IAM-UBA/Pam-388
IAM-UBA/Pam-396
IAM-UBA/Pam-1800
IAM-UBA/Pam-1810
IAM-UBA/Pam-398
IAM-UBA/Pam-1820
IAM-UBA/Pam-412
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
Mare di Cozze Masbovera Monaco Moncaio Montrone Ne plus Ultra Non Pareil Occhio Rosso Pepparudda Piangente Pizzuta d’Avola Pizzutella Rachele Grande Santo Padre Scaglione Supernova Texas Troito Tuono Ualano Viscarda Zanzanello IAM-UBA/Pam-414
IAM-UBA/Pam-1830
IAM-UBA/Pam-416
IAM-UBA/Pam-1840
IAM-UBA/Pam-418
IAM-UBA/Pam-426
IAM-UBA/Pam-484
IAM-UBA/Pam-428
IAM-UBA/Pam-430
IAM-UBA/Pam-432
IAM-UBA/Pam-436
IAM-UBA/Pam-438
IAM-UBA/Pam-440
IAM-UBA/Pam-442
IAM-UBA/Pam-468
IAM-UBA/Pam-444
IAM-UBA/Pam-450
IAM-UBA/Pam-472
IAM-UBA/Pam-454
IAM-UBA/Pam-460
IAM-UBA/Pam-482
IAM-UBA/Pam-462
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
Materiale in allevamento
F) Ciliegio dolce
Adriana Bella d’Italia Burlat Moreau Napoleon Bing Corina Duroncina Celeste Ferrovia Forlì Giorgia Jubilee Lapins Mora di Vignola IAM-UBA/Pav-1
IAM-UBA/Pav-31
IAM-UBA/Pav-67
IAM-UBA/Pav-3
IAM-UBA/Pav-35
IAM-UBA/Pav-76
IAM-UBA/Pav-900
IAM-UBA/Pav-5
PAV-089
IAM-UBA/Pav-41
IAM-UBA/Pav-2200
IAM-UBA/Pav-950
IAM-UBA/Pav-13
IAM-UBA/Pav-45
IAM-UBA/Pav-47
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
81
82
Napoletana Salmo Sunburst Van Celeste
Stella
IAM-UBA/Pav-17
IAM-UBA/Pav-19
IAM-UBA/Pav-680
IAM-UBA/Pav-55
Pav-089
IAM-UBA/Pav-21
VF
VF
VF
VF
VF
VF
Materiale in allevamento
G) Ciliegio acido
Amanda Amarena Amarena Mattarello Cusana
Marasca di Verona Stevnbaer Stokton Morello Visciola Visciola di Ninno Visciola di Sannicandro Visciola di Vignola IAM-UBA/Pcr-1860
IAM-UBA/Pcr-1880
IAM-UBA/Pcr-1870
IAM-UBA/Pcr-1890
IAM-UBA/Pcr-2020
IAM-UBA/Pcr-3740
IAM-UBA/Pcr-2030
IAM-UBA/Pcr-2040
IAM-UBA/Pcr-2050
IAM-UBA/Pcr-2060
IAM-UBA/Pcr-2070
VT
VT
VT
VT
VT
VT
VT
VT
VT
VT
VT
Materiale in allevamento
H) Susino Cino-Giapponese
Angeleno Bianca Notarangelo Black Amber Black Beaut Black Star Burbank Durado Early Golden Fortune Friar Ivana Obylnaya Ozark Premier Queen Rose Roma Sangue di Drago
Santa Rosa IAM-UBA/Psl-243
IAM-UBA/Psl-3730
IAM-UBA/Psl-281
IAM-UBA/Psl-1600
IAM-UBA/Psl-2170
IAM-UBA/Psl-247
IAM-UBA/Psl-285
IAM-UBA/Psl-1620
IAM-UBA/Psl-1630
IAM-UBA/Psl-253
IAM-UBA/Psl-1640
IAM-UBA/Psl-2180
IAM-UBA/Psl-257
IAM-UBA/Psl-291
IAM-UBA/Psl-1690
IAM-UBA/Psl-269
IAM-UBA/Psl-271
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
Satsuma Shiro Sorriso di Primavera Sungold IAM-UBA/Psl-294
IAM-UBA/Psl-373
IAM-UBA/Psl-273
IAM-UBA/Psl-1720
VF
VF
VF
VF
Materiale in allevamento
I) Susino Europeo
Bleu Free President Prugna di Terlizzi Rossa Settembre Regina d’Italia Stanley IAM-UBA/Pdm-279
IAM-UBA/Pdm-261
IAM-UBA/Pdm-301
IAM-UBA/Pdm-267
IAM-UBA/Pdm-245
IAM-UBA/Pdm-275
VF
VF
VF
VF
VF
VF
Materiale in allevamento
L) Portinnesti
P. avium
Mazzard F 12-1 P. mahaleb
/
P. mahaleb
/
P. mahaleb
SL 64 P. serrulata
Shirofugen
P. cerasus x P. munsoniana P. marianna 2624 P. cerasus x P. munsoniana P. marianna GF 8/1 P. cerasifera
Mirabolano 29C P. cerasifera
Mirabolano B P. cerasifera
Mirabolano P. cerasifera
Mirabolano MRS 2/5 P. persica x P. amigdalus
GF 677 P. persica
GF 305 P. persica
Missour P. persica
Nemaguard P. persica
Rubirà
P. persica
Titan P. persica
Titan W. T.
IAM-UBA/Pav-367
IAM-UBA/Pmh-29
IAM-UBA/Pmh-365
IAM-UBA/Pmh-2140
IAM-UBA/Psr-371
IAM-UBA/PM-1730
IAM-UBA/PM-1750
IAM-UBA/Pcs-1780
IAM-UBA/Pcs-1770
IAM-UBA/Pcs-363
IAM-UBA/Pcs-594
IAM-UBA/AxP-209
IAM-UBA/Ppr-207
IAM-UBA/Ppr-730
IAM-UBA/Ppr-203
IAM-UBA/Ppr-205
IAM-UBA/Ppr-780
IAM-UBA/Ppr-790
83
Allegato 2
Sezione operativa “Amendolecchia”
Materiale in allevamento
A) Mandarino e mandarino simili
Varietà
Avana Apirene Selezione Stato Sanitario
INIASEL 189-5
VF
B) Ibridi
Tangelo Minneola Tangor Ellendale Hernandina V.C.R Nova INIASEL 84-2
INIASEL 194
CSSA ISA
PAL 11F-14-5-ISA
VF
VF
INIASEL 198
INIASEL 2-7
INIASEL 127-1
INIASEL 55-1
IAM-UBA A0005
IAM-UBA A0006
IAM-UBA A0009
IAM-UBA A0012
Pal 8-2-4
Pal 8-20-8-R
Pal 8-5-6 ISA
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VT
INIASEL 22-19 SRA 63 INIASEL 350 INIASEL 8-34 IAM-UBA A0011 IAM-UBA A0001 IAM-UBA A0002 IAM-UBA A0003 IAM-UBA A0010 IAM-UBA A0004 Pal 8-14-4
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
VF
C) Arancio dolce
Lane Late Navelate Valencia late Olinda Newhall
Washington Navel Navelina Navel tardivo Tarocco Tarocco Gallo V.C.R. Tardivo di ciaculli nuc 60 22 A2 Sanguinello Moscato nuc 49-5-5 D) Clementine
Clemenules Fina Nour Oroval
Oroval Fedele Fedele Comune Precoce Comune
Spinoso Spinoso V.C.R. 84
E) Limone
Sfusato Amalfitano Meyer Femminello siracusano 2KR Bergamotto Fantastico V.C.R Bergamotto Femminello V.C.R Diamante V.C.R IAM-UBA A0008 IAM-UBA A0021 CSSA ISA
SG 5-19-10 ISA
SG 5-19-16 ISA
SG 1-5-5-ISA
VF
VF INIASEL 387 INIASEL 288 Montruosa (Flying Dragon) IAM-UBA A0015 VF
VF
VF
VF
F) Portinnesti
Citrange Carrizo C. Macrophylla Poncirus Trifoliata Arancio Amaro Allegato 3
Sezione operativa “Conca d’Oro”
Materiale in allevamento
Varietà
Cima di Melfi
Coratina
Frantoio
Leccino Carolea Cipressino
Coratina
Frantoio
Leccino
Oliva Rossa
Termite di Bitetto
Dolce di Rossano/Rossanese
Grossa di Cassano/ Cassanese
Sinopolese
Tonda di Filadelfia
Tondina
Gentile di Larino
Selezione Stato Sanitario
IAM-UBA OER-0062
VF
IAM-UBA OER-0069
VF
IAM-UBA OER-0033
VF
IAM-UBA OER-0047
VF
OLVIVA-PU01
VF
OLVIVA-PU03
VF
OLVIVA-PU04
VF
OLVIVA-PU05
VF
OLVIVA-PU06
VF
OLVIVA-PU07
VF
OLVIVA-PU10
VF
OLVIVA- CAL04
VF
OLVIVA- CAL05
VF
OLVIVA-CAL08
VF
OLVIVA-CAL09
VF
OLVIVA-CAL10
VF
OLVIVA-MO01
VF
85
25
anni
2.3 Area Coordinamento
2.3.1 Settore
Rapporti con il territorio
86
Oggi
RAPPORTI CON IL TERRITORIO
Il Settore è stato impegnato in attività di collaborazione con Enti Pubblici e Privati che
riguardano sia programmi specifici che attività afferenti ad altri settori.
Nel corso del 2005 si è avviata una collaborazione con il comune di Locorotondo e dal 2006
fino al 2009, è continuata la collaborazione con l’Amministrazione comunale di Sammichele di Bari per la gestione dello “Sportello informativo per l’agricoltura”; occupandosi
anche dell’istruttoria per la determinazione dei danni relativi alle calamità atmosferiche
nel comune di Sammichele di Bari. Nel 2009 sono state espletate le procedure amministrative per l’avvio di una collaborazione con il comune di Conversano per l’apertura di uno
“sportello informativo sull’agroalimentare all’interno della struttura comunale che è stata
avviata nel 2010 all’interno della struttura comunale, e in particolare nel 2012 sono stati
organizzati 4 seminari tematici su:
- Impianto e reimpianto dei frutteti
- Uso sostenibile dei prodotti fitosanitari
- Sicurezza in agricoltura
- Sviluppo rurale tra presente e futuro
Il settore per il 2006-2007 è stato impegnato nelle attività previste dal protocollo d’intesa
dal titolo “Cultura, Tradizioni e Specialità Locali: opportunità per la promozione del Territorio” che ha visto il coinvolgimento dei comuni di: Cisternino, Locorotondo, Sammichele
di Bari, Noicàttaro, Ceglie Messapica, Martina Franca, Alberobello, Toritto, Bitetto, Noci,
Castellana Grotte, dell’IISS “Basile Caramia” di Locorotondo, dell’Istituto Professionale
Alberghiero IPSSAR di Castellana Grotte, del GAL dei “Terra dei Trulli e Barsento”, dell’Università degli Studi di Bari con le Facoltà di Agraria e Medicina Veterinaria. L’obiettivo
generale del protocollo è stato la promozione e la valorizzazione dei prodotti locali attraverso l’organizzazione coordinata di eventi culturali, enogastronomici, nonché progetti di
ricerca finalizzati, corsi di formazione, di aggiornamento e di educazione alimentare.
Nel corso del 2007 (7-8 agosto) è stato organizzato a Locorotondo la prima edizione dell’evento “Il treno dei tipici”. L’evento si è ripetuto nel 2008 a Ceglie Messapica e infine nel
corso del 2009 è stato organizzato a Castellana Grotte che ha visto la collaborazione di
tutto il personale del CRSA e il coinvolgimento di un numero di visitatori molto elevato.
Sempre nel corso dell’anno 2008 è stata organizzata col partenariato di diverse scuole superiori l’iniziativa “Sfavellando” nell’ambito della quale le diverse scuole hanno sviluppato
un tema specifico sulle tradizioni legate alla coltivazione della fava in Puglia. L’iniziativa si
è conclusa con l’organizzazione della manifestazione conclusiva nel comune di Castellana
Grotte ove oltre alla presentazione degli elaborati delle singole scuole sono stati organizzati
seminari specifici sull’argomento seguita da un evento ludico ricreativo.
Il settore, inoltre, ha partecipato attivamente alla progettazione del Documento Strategico Territoriale (DST) relativo alla costituzione del GAL “Valle d’Itria” (programma LEA-
87
DER 2007-2013) coinvolgendo le amministrazioni comunali di Cisternino, Locorotondo,
Martina Franca nonché un numeroso partenariato privato. L’attività ha riguardato anche
la organizzazione delle azioni necessarie per il coinvolgimento del territorio di riferimento
e degli operatori economici e non dello stesso (animazione territoriale attraverso la organizzazione di tavoli tematici, convegni e seminari).
Nel 2007 si è avviato il progetto “AgriCulture Point”, quale progetto pilota per la creazione
nella provincia di Bari del primo sito pugliese dedicato all’accoglienza di consumatori e turisti con proposte di degustazioni dell’agroalimentare di eccellenza ed itinerari integrati per
raggiungere e scoprire i luoghi in cui nascono le produzioni più rappresentative del territorio. Un’occasione di produzione e vendita per i produttori locali direttamente nelle proprie
aziende. Un esempio di filiera agroalimentare che si accorcia sempre più. tale progetto è
stato finanziato dalla Provincia di Bari e dalla Regione Puglia e gestito in collaborazione
con il Movimento Turismo del Vino.
Nel 2008 il settore ha organizzato la manifestazione “Antichi Frutti della tradizione e uve
autoctone della Valle d’Itria” una mostra pomologica organizzata nel giardino storico della
Masseria Ferragnano aperta soprattutto agli alunni delle scuole del territorio finalizzata alla
diffusione delle conoscenze in merito agli antichi frutti legati alle tradizioni contadine della
Valle d’Itria. Nel corso dell’anno 2008 è stata organizzata, col partenariato di diverse scuole
superiori, l’iniziativa “Dettagli di Carne” nell’ambito della quale gli Istituti superiori hanno
sviluppato un tema specifico legato all’utilizzo delle carni povere nella tradizione contadina.
L’iniziativa si è conclusa con l’organizzazione della manifestazione conclusiva nel comune di
Castellaneta ove oltre alla presentazione degli elaborati delle singole scuole è stato organizzato un seminario specifico sull’argomento seguito da un evento gastronomico.
Nel 2010 ha attivamente partecipato alle fasi propedeutiche alla costituzione del Gruppo di
Azione Costiera (GAC) relativo ai comuni di Fasano, Monopoli, Polignano e Mola di Bari.
Nel 2011 il CRSA ha stipulato una convenzione con “I giardini di Pomona” di Cisternino
che sancisce la collaborazione per attività di studio e sperimentazione sulle modalità e gli
effetti dei processi di essiccazione sulla composizione analitica e la qualità organolettica di
frutti di varietà antiche e locali; l’elaborazione di un programma generale e la presentazione di specifici progetti finalizzati all’ottenimento di risorse per l’istituzione di un “Polo
della Biodiversità” in Valle d’Itria.
Il CRSA, in collaborazione con la Cooperativa Progresso Agricolo di Pezze del Greco e
l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, ha organizzato degli incontri per attività
finalizzate ad ottenere il riconoscimento del marchio DOP per i Carosello Barattiere ed il
pomodoro Regina. In particolare, predisponendo una prima bozza di statuto ha contribuito alla costituzione dell’Associazione “Orti e Frutteti Costieri della Via Traiana”. Inoltre
ha preparato un progetto preliminare volto a svolgere i necessari studi per predisporre le
relazioni tecniche a corredo della richiesta di riconoscimento dei marchi stessi.
Personale Afferente al Settore: La Notte Pierfederico (Responsabile di Settore)
Il settore si è avvalso della collaborazione di altre unità di personale afferenti al CRSA.
88
CULTURA, TRADIZIONI E SPECIALITÀ LOCALI: OPPORTUNITÀ PER LA PROMOZIONE DEL TERRITORIO
Ente Finanziatore: Provincia di Bari (Assessorato all’Agricoltura)
Durata: 3 anni
Presidente del Comitato di Coordinamento: prof. Vito Nicola Savino
Presidente del Comitato Tecnico Scientifico: dott. Matteo Antonicelli
Istituzioni partecipanti: Comuni di Alberobello, Altamura, Bitetto, Bitonto, Cassano
Murge, Castellana Grotte, Ceglie Messapica, Cisternino, Gioia del Colle, Locorotondo,
Martina Franca, Monopoli, Noci, Noicàttaro, Sammichele di Bari, Toritto, Triggiano
e Turi, l’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione (I.P.S.S.A.R.) di Castellana Grotte, l’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore
(I.I.S.S.) “B. Caramia – F. Gigante” con sedi in Locorotondo e Alberobello, il GAL Terra
dei Trulli e di Barsento, la Provincia di Bari (Assessorato all’Agricoltura), le Facoltà di
Agraria e Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Bari ed il Centro di Ricerca
e Sperimentazione in Agricoltura (CRSA) “Basile Caramia” di Locorotondo
DESCRIZIONE E OBIETTIVI
Obiettivo del progetto è stato quello di promuovere la “specialità” dei Comuni aderenti
al partenariato e valorizzare le produzioni agricole e i prodotti agroalimentari legati
al territorio ed alle sue tradizioni, affinché questi diventino un modo per far conoscere
la Puglia e contribuire alla sua crescita economica. A tale scopo il progetto ha inteso
riscoprire e promuovere i prodotti locali, non industriali, ma tradizionali e tipici, migliorandone, al contempo, la tracciabilità e incrementandone il valore aggiunto. Il progetto
si è posto inoltre l’obiettivo di adattare l’offerta dei prodotti locali alle esigenze del
consumatore, di sensibilizzarlo rispetto alle peculiarità del prodotto preservando e diffondendo una coscienza culturale e storica dei metodi di produzione. L’Accordo infine
ha voluto coinvolgere anche i ragazzi, depositari di questi saperi e padroni del futuro. I
giovani infatti, grazie alla conoscenza del passato saranno liberi di muoversi per la difesa della proprie radici e con la piena consapevolezza delle nostre risorse e ricchezze.
Nello specifico, gli obiettivi sono stati perseguiti attraverso le seguenti azioni:
organizzazione di una manifestazione gastronomica, ludico-culturale itine1.
rante (Il Treno dei Tipici) che si è svolta il 7 e 8 agosto di ogni anno in alcuni dei
comuni aderenti all’Accordo. L’evento si è svolto nel 2007 a Locorotondo, nel 2008 a
Ceglie Messapica e nel 2009 a Castellana Grotte. Grazie a questa iniziativa i visitatori
hanno avuto la possibilità di conoscere e di degustare le peculiarità produttive di ogni
singolo Comune, contraddistinto da un proprio stand. In tutte e tre le edizioni, la
manifestazione è stata inaugurata da una tavola rotonda a tema.
sviluppo di un progetto (Alla riscoperta delle nostre origini), che ha previsto
2.
la partecipazione attiva di alcune scuole superiori pugliesi e finalizzato all’approfondi-
89
mento, in base all’indirizzo scolastico, di tematiche riguardanti uno specifico prodotto tipico. Il Progetto infatti, a posto al centro dell’attenzione, ogni anno, un prodotto
legato alle tradizioni locali, un prodotto da conoscere meglio attraverso le ricerche
compiute dalle scuole. La sintesi delle ricerche condotte sono servite a comprendere
le origini e il ruolo che alcuni prodotti tradizionali hanno avuto nell’alimentazione
locale e le tradizioni e i riti ad essa legata. Il tutto è stato opportunamente raccolto
in opuscoli divulgativi presentati in occasione dell’evento conclusivo che ha previsto
la premiazione della scuola che maggiormente si è distinta per l’impegno e l’originalità. Il progetto, nel 2007 a preso il titolo di “S..favellando”, in quanto, oggetto delle
ricerche è stata la fava, nel 2008 “Det..tagli di carne” con oggetto le “carni povere”
(animali a fine carriera, incidentati, ecc.) ed infine nel 2009 “Tutto fa olio” con oggetto appunto l’olio extra vergine d’oliva pugliese.
RISULTATI CONSEGUITI
Grazie all’evento “Il Treno dei Tipici”, i piccoli comuni aderenti all’Accordo, hanno
notato un aumento del flusso turistico di gente che incuriosita dalla manifestazione
chiedevano di poter acquistare o consumare nei locali del paese il prodotto tipico degustato. Non da meno l’attenzione riservata dalla stampa locale all’Accordo, come a
testimoniare la particolarità di questo Progetto che vede insieme i tanti protagonisti
della cosiddetta filiera che prima lavoravano individualmente ma grazie a questa iniziativa hanno fuso in maniera costruttiva il proprio Know How e le proprie idee per
oliare il motore dell’economia locale.
Con il Progetto “Alla riscoperta delle nostre origini”, nel corso dell’anno scolastico,
i ragazzi hanno reinterpretato in varie forme espressive (disegni, foto, scritti) alcuni
dei prodotti della nostra tradizione contadina che in questi anni hanno registrato una
particolare riscoperta sulle nostre tavole. Il progetto ha puntato alla riscoperta di
prodotti autoctoni e di antiche tradizioni, un patrimonio ormai di pochi, ma che sempre più costituisce grande attrattiva per il turismo gastronomico. Il tutto è servito a
favorire l’acquisizione di maggiori conoscenze e competenze da parte degli studenti
delle nostre scuole. Sono proprio le giovani generazioni infatti, le eredi di una cultura
antica, troppo spesso dimenticata o persa nella frenesia del quotidiano.
90
Il Treno
dei Tipici
Fig. 1 Il Treno dei Tipici
a Locorotondo
Fig. 2 Il Treno dei Tipici
a Locorotondo
Fig. 3 Alla riscoperta
delle nostre origini
91
92
93
25
anni
2.4. Area Formazione
Settori:
Progettazione e gestione corsi
Didattica
Biblioteca
94
Oggi
AREA FORMAZIONE
Il CRSA persegue finalità di ricerca, sperimentazione, formazione, dimostrazione e
divulgazione nel settore dell’agricoltura (Art. 6 dello Statuto).
È sede operativa accreditata per la realizzazione di attività formative finanziate con
fondi pubblici ai sensi dell’art. 25, comma 1 della L.R.N. 15 del 07 agosto 2002 – Delibera di Giunta Regionale n. 2023 del 29/12/04.
È membro dell’Associazione Europea, con sede in Bruxelles, che riunisce tra i suoi
aderenti Scuole ed Enti, appartenenti a vari paesi europei, impegnati nella formazione professionale in agricoltura ed inoltre, ha come finalità lo sviluppo di modalità
comuni di insegnamento nel settore.
L’Area Formazione si occupa della progettazione, organizzazione ed erogazione di
attività di formazione, informazione, divulgazione e promozione culturale, rivolta a
giovani e/o adulti, occupati e/o disoccupati.
L’Area è articolata in tre settori:
-
Progettazione e Gestione Corsi;
-
Didattica;
-
Biblioteca.
Settore Progettazione e Gestione Corsi
Il CRSA è sempre stato convinto dell’importanza dell’istruzione e della formazione tecnica professionale che miri a far acquisire conoscenze e competenze spendibili nel mercato
del lavoro purché rispondenti a reali esigenze formative. A partire dal 1999 il CRSA si è
occupato dei corsi IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) istituiti con Legge
n. 144/99 art. 69. Infatti, ha progettato e coordinato in qualità di Partner i primi 4 Corsi
IFTS realizzati in Puglia relativamente al Settore Agricoltura.
Le competenze acquisite dal CRSA in materia di formazione hanno consentito di
essere parte attiva con il MIUR, l’Istituto Tecnico Agrario “Basile Caramia” di Locorotondo e l’Istituto Professionale Agricoltura Ambiente “G. Fortunato” di Potenza
nel “Programma di determinazione degli standard minimi dei percorsi IFTS” del
settore agricoltura.
Ad oggi ha realizzato in qualità di Soggetto Capofila n. 15 Corsi IFTS afferenti al
settore Agricoltura di cui due realizzati nel Comune di Locorotondo e gli altri in dodici Comuni Pugliesi ubicati in diverse Province (iniziativa possibile grazie alla preziosa collaborazione degli Istituti Scolastici di indirizzo tecnico/professionale soci del
CRSA).
Ha collaborato all’istituzione del Comitato di Coordinamento Regionale IFTS per la
promozione in Puglia della costituzione di Poli Formativi Stabili per il Settore Agricoltura.
95
Il CRSA ha promosso la costituzione di partenariati, con Capofila un Istituto Scolastico tecnico o professionale, che hanno ottenuto dal Ministero della Pubblica Istruzione l’approvazione per la realizzazione di Corsi Cipe IFTS/Ricerca di cui al Piano di
intervento CIPE, Delibera n° 83/03 Avviso Pubblico 28 dicembre 2005.
Il CRSA ha collaborato con l’IISS “B. Caramia – F. Gigante” di Locorotondo, Nodo
della Rete costituita tra i partenariati che in Puglia erano affidatari di un Progetto
Cipe IFTS/Ricerca afferenti ai Settori “Biologie avanzate e sue applicazioni” e “Produzioni agroalimentari” (n° 8 partenariati), alla realizzazione di azioni di sistema
previste tra le quali, in particolare, quella sull’indagine dei fabbisogni formativi delle
aziende operanti nel settore e la Formazione Formatori.
Nel 2010 ha aderito alla Fondazione ITS Area Nuove Tecnologie per il Made in Italy
– Sistema Alimentare – Settore Produzioni Agroalimentari (con sede legale a Locorotondo), che rappresenta una delle 3 fondazioni presenti in Puglia ed una delle 59
riconosciute in Italia di cui 9 relative al Settore Agroalimentare. Attualmente, in
qualità di Ente di Formazione di riferimento, si occupa della gestione amministrativa
e organizzativa delle diverse attività della predetta Fondazione.
L’attività dell’Area Formazione non si è limitata alla progettazione e realizzazione di
Progetti IFTS ma ha implementato ed attuato molteplici corsi di qualifica, specializzazione e/o aggiornamento finanziati dalla Regione Puglia, dall’Amministrazione
della Provincia di Bari o da altri Enti.
In particolare, sono stati realizzati in qualità di Soggetto Capofila oltre 70 interventi
formativi che hanno consentito a oltre n. 1500 soggetti di arricchire le proprie conoscenze e competenze in una logica di life-long learning.
Il CRSA è stato sede di n. 2 Master Universitari di 1° livello in “Certificazione sanitaria
delle produzioni vivaistiche e sementiere” e “Produzioni viticole di qualità” con soggetto
capofila l’Università degli Studi di Bari collaborando alla loro realizzazione. Altresì
ha collaborato alla progettazione del Master Universitario di 2° livello in “Viticoltura
ed Enologia per vini di alta qualità dell’area ionico-salentina” con soggetto capofila
l’Università degli Studi di Bari ed alla realizzazione di Corsi di Alta Formazione e
Master non Universitari.
Il CRSA ha partecipato in qualità di Partner ai seguenti Corsi sperimentali a livello
europeo “Tagete - La formazione alternativa” e “Stop & Restart”.
Il CRSA ha bandito le seguenti borse di studio per la formazione di tecnici:
- “Miglioramento Sanitario e Genetico di Drupacee ed Olivo per la certificazione delle
Produzioni Vivaistiche” per la formazione di n. 1 tecnico diplomato (con il contributo
96
della Cassa Rurale ed Artigiana di Sammichele, Bari).
- “Monitoraggio, Eradicazione e Certificazione al Virus della Sharka” per la formazione di n. 1 tecnico laureato in Scienze Agrarie (con il contributo della Regione Puglia).
- “Miglioramento Qualitativo del D. O. C. Locorotondo” per la formazione di n. 1 tecnico laureato in Scienze Agrarie (con il contributo della Banca di Credito Cooperativo
di Locorotondo, Bari);
- “Selezione clonale e sanitaria, valutazione comparata dei candidati cloni di primitivo, valutazione di vitigni e cloni per l’impiego in uvaggi migliorativi della qualità dei
vini, ottimizzazione delle pratiche enologiche per il miglioramento della qualità ed
esaltare le caratteristiche di tipicità dei vini” per la formazione di n. 1 tecnico laureato in Scienze Agrarie (con il contributo della CCIAA di Taranto).
In collaborazione con Amministrazioni Comunali e/o associazioni di categoria il CRSA
organizza corsi per il rilascio del patentino per l’acquisto e l’uso dei fitosanitari molto
tossici, tossici e nocivi (D.P.R. 24/04/2001, n° 290), corsi di apicoltura, ecc
Settore Didattica
Il CRSA ospita presso i propri laboratori, annualmente, per attività di tirocinio e/o
esercitazione e/o stage, studenti di Istituti Tecnici e Professionali, studenti dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e di altri Atenei Pugliesi. Altresì i laboratori
ospitano tecnici provenienti spesso da altre Nazioni quali Algeria, Albania, Malta e
Libano interessati ad aggiornarsi sui temi della micropropagazione, della certificazione delle produzioni vivaistiche ecc..
Personale afferente ad altri settori del CRSA è spesso coinvolto nella progettazione e/
o nella docenza in corsi di formazione professionale gestiti dal CRSA e da altri Enti.
Settore Biblioteca
Il Settore Biblioteca archivia e rende disponibili su richiesta riviste specializzate e
testi scientifici inerenti il settore agricoltura.
Di concerto con altri settori è attivamente impegnato nell’organizzazione di seminari/
incontri tecnici/convegni e manifestazioni divulgative a carattere internazionale, nazionale, interregionale, regionale e locale. L’attività è stata svolta coinvolgendo Enti
locali, Università, Enti di Ricerca, Scuole, Organizzazioni professionali, Parti sociali
nonché professionisti ed operatori del settore agricoltura al fine di interpretare e dare
risposte concrete alla domanda formativa del territorio.
Tanti anni sono stati dedicati alla crescita del settore agroalimentare a livello locale,
regionale e nazionale. L’attività è stata sempre portata avanti, seppur con difficoltà
legate alle mentalità radicate sul territorio, cercando di rendere partecipi tutti gli
97
attori coinvolti direttamente e indirettamente nel settore promuovendo un lavoro di
rete, in sinergia, in grado di creare valore aggiunto rispettando le specificità di ciascuno.
La leva che ha spinto il tutto è stata la convinzione che la crescita di una Nazione non
può prescindere dalla crescita del proprio capitale umano.
Personale afferente all’Area
-
-
-
-
-
98
Piepoli Maria Grazia (Responsabile Area)
Cardone Rosanna (Collaboratore)
Convertini Michela (Collaboratore)
Fasano Maria (Collaboratore)
Maggi Giuseppe (Collaboratore)
POR Puglia 2000 – 2006 Asse III Misura 3.7 Azione C
Atto Dirigenziale G.R. n. 595 dell’11/11/2004
CORSI IFTS SETTORE AGRICOLTURA
Annualità 2000 - 2001
DENOMINAZIONE PROFILO CORSO
TECNICO SPECIALISTA NELLE PRODUZIONI
LATTIERO-CASEARIE
TECNICO SPECIALISTA NELLA FILIERA
OLIVICOLA-OLEARIA CON METODO
BIOLOGICO
TECNICO ESPERTO NEI SISTEMI DI QUALITA’
NELLE AZIENDE AGROALIMENTARI
TECNICO SPECIALISTA IN VIVAISMO
ORTOFLORICOLO
TECNICO SPECIALISTA IN TECNICHE DI
ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DI AZIENDE
AGRITURISTICHE
TECNICO SPECIALISTA NELLA FILIERA
ENOLOGICA
TECNICO ESPERTO DELLE TECNICHE DI
PRODUZIONE BIOLOGICA ED INTEGRATA IN
ORTOFRUTTICOLTURA
TECNICO SPECIALISTA NELLA FILIERA
OLIVICOLO OLEARIA
TECNICO SPECIALISTA PER LA GESTIONE DEI
PARCHI E DELLE RISERVE NATURALI
SEDE DI SVOLGIMENTO
I.T. Agr. "B. Caramia - F.
Gigante", Alberobello (BA)
I.T.A.P. "Umberto I", Andria
(BA)
I.T.I.S. "L. Dell'Erba", Castellana
Grotte (BA)
I.T. Agr. "Pavoncelli", Cerignola
(FG)
I.T. Agr. "G. Presta", Lecce (LE)
I.T. Agr. "B. Caramia - F.
Gigante",
Locorotondo (BA)
I.T. Agr. "C. Mondelli", Massafra
(TA)
I.T. Agr. "E. Pantanelli", Ostuni
(BR)
I.T. Agr. "M. Di Sangro", San
Severo (FG)
n.123 allievi hanno
conseguito il
certificato di
specializzazione
99
POR PUGLIA 2000-2006 Avviso 1/2006 Misura 3.7 Azione c) IFTS,
la Regione Puglia con determinazione dirigenziale n. 495 del 03/05/07
CORSI IFTS SETTORE AGRICOLTURA
Annualità 2007-2008
DENOMINAZIONE PROFILO
CORSO
TECNICO SUPERIORE ESPERTO NELLA PRODUZIONE
E COMMERCIALIZZAZIONE DI PRODUZIONI
FRUTTICOLE IN REGIME DI AGRICOLTURA
ECOCOMPATIBILE
TECNICO SUPERIORE ESPERTO NELLE PRODUZIONI
VEGETALI IN REGIME DI AGRICOLTURA BIOLOGICA
SEDE DI SVOLGIMENTO
Istituto Tecnico Commerciale Statale
"S. Pertini" di Turi
Centro di Ricerca e Sperimentazione in
Agricoltura "Basile Caramia" di
Locorotondo
I.P.S.I.A. "Agherbino" di Putignano
TECNICO SUPERIORE ESPERTO NELLA PRODUZIONE
E QUALIFICAZIONE DELLE PRODUZIONI LATTIERO
CASEARIE
TECNICO SUPERIORE ESPERTO NELLA
CONSERVAZIONE, TRASFORMAZIONE E
COMMERCIALIZZAZIONE DI PRODOTTI ORTICOLI ED
OLIVICOLI
TECNICO SUPERIORE ESPERTO DI LABORATORIO
PER ASPETTI CHIMICO-BIOLOGICI
TECNICO SUPERIORE ESPERTO NELLA CONSERVAZIONE
TRASFORMAZIONE E CONTROLLO
DI QUALITÀ DEI PRODOTTI AGROINDUSTRIALI
n.83 allievi hanno
conseguito il
certificato di
specializzazione
100
I.T. Agr. Statale "Pavoncelli" di
Cerignola
Istituto di Istruzione Secondaria
Superiore di Santeramo
Istituto di Istruzione
Secondaria Superiore "PepeCalamo" di OSTUNI
POR PUGLIA 2000 – 2006
ASSE I – Risorse Naturali
Mis. 1.10 - “Formazione e sostegno alla imprenditorialità nei settori
interessati all’asse risorse naturali”
Azione b) Avviso n°3/2009
Determinazione del Dirigente del Settore Agricoltura n. 552 del 21/04/2009, pubblicata sul BURP
n. 62 del 23/04/2009.
DENOMINAZIONE CORSO
SEDE DI SVOLGIMENTO
ESPERTO DI SISTEMI DI GESTIONE AI FINI
Istituto Tecnico Commerciale e
Turistico Statale “A. Moro”Monopoli
Istituto Professionale di Stato per
l’Agricoltura, l’Ambiente, l’Industria
e l’Artigianato “G. De Gemmis” –
Terlizzi
DELLA SICUREZZA DELLE IMPRESE DI
AUTOTRASPORTO
GESTIONE E CONTROLLO DELL’AMBIENTE:
TECNICHE E TECNOLOGIE PER LA
SOSTENIBILITÀ DELLA GESTIONE DI
COLTIVAZIONI FLORICOLE IN AMBIENTE
PROTETTO
MARCHI, AGRICOLTURA E TURISMO
NEL SISTEMA DELLE AREE PROTETTE
PROGETTAZIONE E GESTIONE
SOSTENIBILE DEL TERRITORIO
Centro di Ricerca e Sperimentazione
in Agricoltura “Basile Caramia” Locorotondo
Istituto di Istruzione Secondaria
Superiore “A. Agherbino” - Noci
AGROFORESTALE
n.60 allievi hanno
conseguito il
certificato di
aggiornamento/
perfezionamento
101
POR Puglia 2000-2006
ASSE IV Misura 4.20 azione b) - AVVISO n. 5/2009
Determinazione Dirigenziale n. 554 del 21/04/2009 pubblicata sul BUR Puglia n.
62 del 23/04/09
Denominazione progetto
Marketing internazionale per le piccole e medie imprese
Lo sviluppo del settore agroalimentare pugliese
attraverso l’export management
Marketing internazionale dei prodotti agroalimentari
n. 48 allievi
hanno
conseguito il
certificato di
aggiornamento/
perfezionamento
102
Sede di svolgimento
IISS “Tommaso
Fiore”
Modugno (BA)
ITC “S. Pertini”
Turi (BA)
ITC “A. Moro”
Monopoli (BA)
POR PUGLIA 2000 – 2006 ASSE III – Risorse Umane
Mis. 3.14 “Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro”
Azione d) Avviso n°8/2009
D.D. n. 930 del 12/06/2009 pubblicata sul BURP n. 89 del 18/06/09
Corsi di specializzazione della durata di 600 ore totali di cui 240 ore di stage
Sede Locorotondo
Sede Terlizzi
n. 35 donne giovani e adulte disoccupate
hanno conseguito il certificato di
specializzazione
103
104
1
ComunitÀ
Europea
Ministero delle
Politiche Agricole e
Forestali
I
Centro di Ricerca
e Sperimentazione
in Agricoltura
“Basile Caramia”
Regione Puglia
quadernI
della misura 4.21
POR Puglia 2000-2006
ASSE IV Misura 4.21
(FEOGA – Sezione Orientamento)
ato nell’ambito di un Progetto cofinanziato dal FEOGA
a 2000-2006 ASSE IV - Sistemi locali di sviluppo mento ed innovazione delle competenze tecniche
nditori agricoli e operatori del settore”
105
POR PUGLIA FSE 2007-2013 – ASSE II “OCCUPABILITÀ”
AVVISO N. 15/2009
“FORMAZIONE PER DISOCCUPATI ULTRACINQUANTENNI”
DETERMINA DI APPROVAZIONE N. 308 DEL29/04/10
PUBBLICATA SUL BURP N. 82 DEL 06/05/2010
Sede LOCOROTONDO
Sede COPERTINO
n. 33 allievi ultracinquantenni
disoccupati residenti in Puglia hanno
conseguito con successo il certificato
di specializzazione
106
FSE POR Puglia 2007/2013 – ASSE IV Capitale Umano
Avviso n° BA/5/2009 “Lotta alla dispersione scolastica”
Prog. Cod. POR09VBA13.1
"Agricoltura, Ambiente, Alimentazione per una migliore qualità della vita"
D.D. n° 246/F.P.F. del 18/12/2009 pubblicata sul BURP n. 23 suppl. del
04/02/2010
N°5 Interventi Forma-Lavoro
N°1 Interventi FormaDocenti
1. “Gestione agronomica e fitosanitaria di aree verdi 1. “Caratterizzazione botanica e
pubbliche e private in ambiente mediterraneo”
composizione chimica delle specie
SEDE: IISS “B. Caramia – F. Gigante” di
spontanee eduli e loro trasformazione”
Locorotondo
SEDE: CRSA “B. Caramia” di
Locorotondo e IPSSAR “Perotti” di Bari
2. “Riconoscimento delle specie erbacee eduli
spontanee”
SEDE: IISS “B. Caramia – F. Gigante” di
Alberobello
3. “Utilizzazione gastronomica e trasformazione
delle specie erbacee spontanee eduli”
SEDE: IPSSAR “Perotti” di Bari
4. “Recupero e riqualificazione degli spazi verdi
urbani in ambiente mediterraneo”
SEDE: IISS “G. De Gemmis” di Terlizzi
5. “Ottimizzazione della gestione delle filiere
olivicola - olearia e lattiero – casearia”
SEDE: IISS “G. De Gemmis” di Bitonto
n.16 Docenti
Formati
n.42 Studenti
Formati
Opuscolo prodotto:
Le piante officinali
alimentari ed
ornamentali.
IMMAGINE 7
107
POR Puglia 2007-2013 ASSE IV Capitale Umano - Avviso n. BA/8/2009
“Informazione e sensibilizzazione in materia di sostenibilità ambientale” –
Prog. Cod. POR09VIIIBA16.1
“Gestione sostenibile del territorio agro-forestale”
Determinazione del Dirigente Servizio Pubblica Istruzione, Formazione Professionale, Sport n. 262/F.P.F.
Reg. Serv. P.I, - F.P. – Sport del 24/12/2009, pubblicata sul BURP n. 23 suppl. del 04/02/2010
AZIONE 1 - INTERVENTI FORMATIVI
- n. 3 interventi formativi sul tema “Gestione eco-sostenibile del
suolo” realizzati presso l’ITC “S. Pertini” di Turi; l’IISS “N.
Chiarulli” di Acquaviva e l’IISS “G. De Gemmis” di Terlizzi.
Durata del singolo corso: n. 30 ore
- n. 3 interventi formativi sul tema della “Gestione sostenibile
delle aree protette e naturali” realizzati presso il CRSA “Basile
Caramia” di Locorotondo, l’IISS – IPSIA – ITC - LS di
Santeramo in Colle e l’IISS “A. Agherbino”, sede di Noci.
Durata del singolo corso: n. 30 ore
AZIONE 2 - ATTIVITA’ SEMINARIALI
N° 36 seminari organizzati in collaborazione con l’Ass. Terranostra
rivolti alla cittadinanza, realizzati nei seguenti Comuni:
Conversano, Gioia del Colle, Castellana Grotte, Alberobello,
Monopoli, Mola di Bari, Sammichele di Bari, Altamura, Barletta,
Trani, Corato, Molfetta, Cellamare, Bitritto, Bitetto, Adelfia,
Toritto e Bari.
Le tematiche trattate nell’ambito dei seminari sono state:
L’inquinamento del suolo: l’importanza della prevenzione
Il compostaggio: la rivalutazione di biomasse di scarto in
agricoltura
I parchi naturali: una opportunità di sviluppo?
Aree protette ed agricoltura: un binomio possibile?
Salvaguardia, conservazione e valorizzazione del territorio
agro-forestale
La gestione della risorsa idrica: dalla siccità alle alluvioni
La tutela del paesaggio: obiettivi e strategie
Le opportunità di sviluppo nelle aree rurali pugliesi
108
AZIONE 3 - CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE,
INFORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE
- servizi televisivi specialistici ed interventi redazionali
realizzati nell’ambito della trasmissione Agri7 e di altre
trasmissioni specializzate curate da Telenorba SpA
- attivazione di un canale web-tv con messa in onda delle
riprese integrali delle attività seminariali
- comunicati stampa, inserzioni redazionali su carta stampata
tra cui periodici di settore
AZIONE 4
REALIZZAZIONE DI MATERIALE
INFORMATIVO/DIVULGATIVO
Un manuale tecnico destinato agli operatori e/o tecnici
del settore agro-ambientale realizzato allo scopo di
informare e aggiornare relativamente a problematiche e
soluzioni inerenti la gestione sostenibile del territorio
agro-forestale.
Interventi formativi “Gestione eco-sostenibile del suolo”:
n° 48 allievi hanno ricevuto l’attestato finale
Interventi formativi “Gestione sostenibile delle aree protette e
naturali”: n° 49 allievi hanno ricevuto l’attestato finale
n°18 Seminari svolti a cura del C.R.S.A.
109
FSE POR Puglia 2007-2013 ASSE IV – Capitale Umano
“Mobility Manager & Campagna di sensibilizzazione sul tema dei rifiuti”
Avviso pubblico n. BA/10/2010
D.D. Servizio Formazione Professionale e P.I. n. 286 del 21/12/2010 - BURP n. 194 del 30/12/2010
Formati n. 18 Operatori di Enti Pubblici e aziende private, liberi
professionisti, residenti in uno dei Comuni della Provincia di Bari o nei
Comuni di Andria, Barletta, Bisceglie, Canosa di Puglia, Minervino
Murge, Spinazzola o Trani.
110
P.O. PUGLIA - F.S.E. 2007/2013 - Obiettivo Convergenza - approvato
con Decisione C(2007)5767 del 21/11/2007 (2007IT051PO005)
Asse V – Transnazionalità e Interregionalità - Avviso n. 1/2011 –
“Catalogo Interregionale Alta Formazione”
Inseriti nel Catalogo Interregionale dell’Alta
Formazione n. 10 Corsi in cui è coinvolto il
CRSA in qualità di capofila o partner
111
P.O. Puglia FSE 2007/2013 Asse V Transnazionalità e Interregionalità
Avviso n. 7/2010 “Valorizzazione e Recupero degli Antichi Mestieri”
D. D. n.. 1761 del 30/09/2011 pubblicata sul BURP n.. 160 del 13/10/2011
“ESPERTO POTATORE DI
SPECIE FRUTTICOLE E
VITICOLE”
CERIGNOLA
“ESPERTO CANTINIERE”
LOCOROTONDO
“ESPERTO POTATORE DI
SPECIE FRUTTICOLE E
VITICOLE”
LOCOROTONDO
n. 48 disoccupati frequentano i corsi in fase di
svolgimento
112
CATALOGO REGIONALE DELL’OFFERTA FORMATIVA –
PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 ASSE I MISURA 111
AZIONE 1 “FORMAZIONE”
Determina dell’Autorità di Gestione del PSR 2007-2013 N° 39 del 02/04/2012
BURP N° 50 del 05/04/2012
n. 395 Corsi ammessi nel Catalogo Regionale
dell’Offerta Formativa
- n. 33 diversi Corsi
- n.23 Comuni coinvolti
113
Piano di Intervento CIPE IFTS/Ricerca “L’Istruzione e la Formazione
Tecnica Superiore per lo sviluppo della Ricerca nel Mezzogiorno”
(Delibera CIPE n. 83/2003 e n. 20/2004)
L’intervento ha carattere
sperimentale e si configura come
una misura nazionale di sistema a
sostegno del collegamento
organico tra specializzazione
tecnica superiore (IFTS) e ricerca
scientifica e tecnologica nel
Mezzogiorno
Nodo della Rete costituita tra i
partenariati coinvolti in Corsi
Cipe IFTS/Ricerca afferenti ai
Settori “Biologie avanzate e sue
applicazioni” e “Produzioni
agroalimentari”
IMMAGINE 25
Ruolo del CRSA:
-Partner di n. 3 Corsi Cipe IFTS/Ricerca con ruolo di
supporto all’organizzazione e gestione amministrativa
-Supporto al Nodo della Rete per la realizzazione delle
Azioni di Sistema tra cui l’Indagine sui Fabbisogni
114
Fondazione ITS – Istituto Tecnico Superiore
Area “Nuove Tecnologie per il Made in Italy - Sistema Alimentare Settore Produzioni Agroalimentari”
Ruolo del CRSA:
- Promotore della costituzione della Fondazione
- Socio Fondatore in qualità di Ente di formazione di
riferimento
- Affidatario dell’incarico di gestione
organizzativa/amministrativa fino al 31/12/2012
115
25
anni
2.5 Servizi
2.5.1 Settore
Centro di Saggio
116
Oggi
CENTRO DI SAGGIO
Il Settore ha ottenuto l’accreditamento come centro di saggio dal Ministero delle Politiche
Agricole Alimentari e Forestali con i decreti del 18 settembre 2000, in riferimento al DL n.
194 del 17/03/1995 in materia di immissione in commercio di prodotti fitosanitari.
Questo settore è impegnato in attività correlate alla realizzazione di studi ufficiali per
la valutazione di efficacia e di attività residuale di prodotti fitosanitari, commissionati da Società agrochimiche, in regime di buone pratiche sperimentali (GEP).
In tale contesto, le Società agrochimiche interessate ad ottenere dati ufficiali relativi
all’efficacia e/o all’attività residuale di nuove sostanze attive (fungicidi, erbicidi e insetticidi), finalizzati alla registrazione dei prodotti fitosanitari, commissionano al Centro
di Saggio la realizzazione di appositi studi da effettuare mediante allestimento di campi
sperimentali. Per l’attuazione di tali studi, il personale di questo settore, in collaborazione con personale afferente ad altri settori, svolge attività quali: impostazione di campi sperimentali, effettuazione di trattamenti parcellari, rilevazioni dei dati di infezione
e relativa elaborazione statistica, compilazione delle relazioni tecniche, calibrazione e
manutenzione di strumenti di misura e attrezzature di distribuzione, ecc., oltre alla
stesura di lavori per la pubblicazione dei dati ottenuti su riviste scientifiche.
Personale afferente al Settore
-
Santomauro Agostino (Responsabile Settore)
-
Pollastro Stefania (Unità di garanzia di qualità)
-
Dongiovanni Crescenza (Dipendente a tempo indeterminato)
-
Di Carolo Michele (Collaboratore)
117
Personale e attività del Centro di Saggio
118
25
anni
2.5 Servizi
2.5.2 Settore
laboratorio di analisi agroalimentare
ed agro-ambientali
Oggi
119
LABORATORIO DI ANALISI AGROALIMENTARI
ED AGRO-AMBIENTALI
Il profilo
Il laboratorio di analisi agroalimentari ed agro-ambientali nasce nel 2002 come “Laboratorio Chimico” del CRSA “Basile Caramia” con funzione di supporto alle attività
del comparto Agro-alimentare nell’ambito di progetti di ricerca e sperimentazione
regionali, nazionali ed internazionali e sviluppando, contestualmente, conoscenze e
competenze che sono alla base dei servizi per l’agricoltura. Nel tempo, il Laboratorio
ha ampliato gli ambiti di competenza e oggi si propone come laboratorio di Analisi
Agroalimentari ed Agro-ambientali (LAAA) al servizio del territorio. Il laboratorio
all’interno del CRSA è in strettissima collaborazione con i settori “Protezione integrata e biologica delle colture e sicurezza alimentare”, “Centro di Saggio per prove
ufficiali su prodotti fitosanitari” e “Viticoltura ed enologia/Laboratorio Enologico” al
quale, in particolare, assicura l’operatività nelle prove accreditate.
Accreditamento e proficiency test
La dotazione strumentale acquisita, la crescente e costante richiesta di nuovi servizi
e la qualificazione certificata hanno indotto il personale del Laboratorio a dotarsi di
procedure di buone pratiche di lavoro (BPL). Il laboratorio, che opera quindi secondo
la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 e costantemente partecipa a proficiency
test, ha ottenuto nel 2009 l’accreditamento ACCREDIA (numero di accreditamento
0985, www.accredia.it) relativamente alla determinazione di prodotti fitosanitari in
matrici ortofrutticole, all’analisi del vino, inclusa la determinazione di Ocratossina A.
La partecipazione a proficiency test è un pre-requisito necessario per ottenere e mantenere l’accreditamento oltreché essere un utile strumento di autocontrollo rispetto
alla qualità del servizio offerto. Il LAAA partecipa annualmente a controlli di laboratorio nazionali ed internazionale, quali circuito FAPAS per l’analisi dei residui di
fitofarmaci, circuito UIV per le analisi
del vino e circuito SILPA per l’analisi
del suolo.
La Strumentazione
Il LAAA è dotato di strumentazione
all’avanguardia che comprende:
-
gascromatografi equipaggiati
con rilevatori ECD, NPD e FID
-
gascromatografi equipaggiati
con spettrometro di massa
120
-
HPLC equipaggiati con rivelatori UV-Vis, DAD, rivelatori Fluorimetrici
e derivatizzatori post colonna (Pickering)
per la determinazione degli N-metilcarbammati
-
Spettrofotometro in assorbimento
atomico in fiamma e fornetto di grafite
-
Distillatore in corrente di vapore, mineralizzatore a blocco, cappa a
flusso laminare, incubatori, centrifughe,
bilance tecniche e analitiche.
I Servizi
I servizi che oggi offre il LAAA sono di
seguito brevemente descritti.
Analisi di residui di prodotti fitosanitari in
matrici ortofrutticole.
In funzione delle delle necessità, esegue
analisi multiresiduali o ricerche mirate
garantendo affidabilità e tempestività.
Propone una griglia di ricerca di circa
160 principi attivi definita che include
tutti quelli di più ampio uso in agricoltura e costantemente implementata
con sostanze di nuova registrazione.
L’analisi multiresiduale è accreditata
ACCREDIA (numero di accreditamento 0985; www.accredia.it). La procedura utilizzata è la EN 15662:2008, detta
anche Quechers, procedura di riferimento a livello europeo per la determinazione dei residui di prodotti fitosanitari in matrici ortofrutticole. Si basa su
una fase di estrazione con solvente (acetonitrile) in ambiente a pH tamponato
intorno a 5,5 ed una fase successiva di purificazione dell’estratto con diversi substrati a seconda della tipologia di matrice analizzata (ricca di zuccheri, ricca di
clorofilla, acida). Vengono inoltre eseguite analisi di residui di Rame su qualsiasi
matrice agro-alimentare, e residui di ditiocarbammati (sottoforma di CS2 totale)
su matrici ortofrutticole.
121
Analisi del terreno per scopi agronomici.
Le analisi sono eseguite secondo i metodi ufficiali pubblicati nel S.O. della G.U. n.
248 del 21/10/1999 e successive modifiche. Anche in questo caso sono offerte diverse tipologie di servizi che vanno dalla analisi completa, senza la determinazione dei
microelementi, a quella per la scelta del portainnesto. L’analisi completa prevede la
determinazione di scheletro, tessitura (Sabbia, Limo, Argilla), pH, conducibilità elettrica, calcio carbonato attivo, carbonio organico e sostanza organica, azoto totale,
fosforo assimilabile, cloruri solubili, basi di scambio (K, Ca, Mg, Na), capacità di
scambio cationico, microelementi assimilabili (Fe, Mn, Cu, Zn) e boro solubile. Ciò
permette all’utente di disporre del quadro completo delle caratteristiche chimico-fisiche del terreno e, quindi, di poter redigere piani di fertilizzazione e di correzione delle
anomalie in modo ponderato sulle reali necessità e nel rispetto dell’uso a cui il terreno
è destinato. Ciò ovviamente costituisce uno dei punti di partenza per operare in una
logica di produzione integrata come peraltro previsto dai disciplinari di produzione
integrata annualmente pubblicati dalla Regione Puglia (www.regione.puglia.it).
Analisi di micotossine in prodotti agro-alimentari
Particolarmente ricca è l’esperienza maturata dai tecnici del laboratorio sulla determinazione della contaminazione da Ocratossina A in campioni di mosto e vino, anche
per l’intensa attività condotta nell’ambito di diversi progetti di ricerca. La metodica
analitica applicata è quella ufficiale riconosciuta a livello comunitario per la determinazione dell’Ocratossina A (OIV-MA-AS315-10 R2009) e l’analisi è accreditata ACCREDIA (www.accredia.it; numero di accreditamento 0985).
Analisi delle acque per uso irriguo.
Parametri fondamentali, quali durezza e salinità, possono incidere notevolmente sulla produzione delle piante e sulla tenuta in buono stato degli impianti di irrigazione.
Le metodiche utilizzate per le analisi sono quelle messe a punto dall’IRSA-CNR e
pubblicate nel S.O. della G.U. n. 87 del 13/04/2000. L’analisi chimica completa dell’acqua per uso irriguo prevede la determinazione di: pH, conducibilità, residuo fisso
a 180°C, durezza, carbonati e bicarbonati, cloruri, sodio, calcio, magnesio, potassio,
SAR e SAR modificato, microelementi (Fe, Mn, Cu, Zn, B). L’analisi microbiologica
è eseguita con il metodo delle membrane filtranti e prevede la determinazione di: coliformi totali, coliformi fecali, streptococchi fecali ed Escherichia coli. L’analisi chimica
completa associata a quella microbiologica soddisfano quanto richiesto da L.R. n.
18 del 05/05/1999 per ottenere anche l’autorizzazione per l’emungimento dei pozzi
artesiani.
Analisi dell’olio d’oliva
La norma di riferimento per l’analisi dell’olio è il Regolamento CEE n. 2568 del
122
11/07/1991 e successive modifiche. Acidità, numero di perossidi e letture spettrofotometriche sono determinati al fine di assegnare la classe di appartenenza di un olio di oliva
dal punto di vista qualitativo. La determinazione dei polifenoli totali eseguita applicando una procedura di prova interna appositamente sviluppata dai tecnici del Laboratorio può dare un valore aggiunto alle caratteristiche qualitative di un olio di oliva.
Analisi fogliare.
L’analisi può essere di notevole aiuto per un uso sostenibile dei fertilizzanti; l’interpretazione dei risultati è la fase più critica dell’analisi mancando un’idonea e appropriata documentazione bibliografica. In questo ambito, il personale tecnico del
LAAA ha sviluppato negli ultimi anni una buona competenza, in particolare per ciò
che riguarda la vite. In generale, l’approccio ideale è di tipo comparativo fra campione “sintomatico”/ “asintomatico”. In assenza di comparazione, è particolarmente
critica è la fase di campionamento per rendere comunque possibile il confronto con
quanto riportato in letteratura. Per la vite, il LAAA opera con il protocollo di seguito
sintetizzato:
- appezzamento: la superficie da campionare di norma non deve superare i 2 ettari
per la stessa varietà, per superfici superiori moltiplicare il numero di campioni per i
sub-appezzamenti.
- dimensione del campioni: individuare 20 piante per appezzamento, nel caso di evidenza di sintomi di carenza selezionare le piante sintomatiche e campionare 2 foglie
per pianta, prelevate da tralci diversi e intermedi del capo a frutto. All’allegagione è
preferibile prelevare la foglia opposta al grappolo, all’invaiatura invece è preferibile
prelevare la quarta foglia dopo l’ultimo grappolo; conservare i campioni in sacchetto
di rafia o carta in condizioni refrigerate.
- epoca di campionamento: è preferibile campionare in due periodi, allegazione e d
invaiatura.
I parametri determinati sono: sostanza secca, azoto, fosforo, potassio, boro, ferro,
manganese, rame e zinco; la metodica applicata è una procedura interna di prova
appositamente messa a punto dal personale tecnico del laboratorio.
Analisi chimico-biologica di compost, substrati e terricci.
Tali analisi sono principalmente indirizzate a chi opera nel comparto vivaistico e nella
loro articolazione sono generalmente concertate con il committente. I parametri da
analizzare, infatti, possono variare in base alle esigenze specifiche; in linea generale
l’analisi di un compost prevede la determinazione del pH e dalla conducibilità elettrica dell’estratto acquoso, il contenuto in azoto organico e carbonio organico, umidità e
l’indice di germinazione. Le metodiche ufficiali di riferimento sono il Manuale ANPA
3/2001 “Metodi di Analisi dei compost” e Manuale APAT 20/2003 “Metodi Microbiologici di Analisi dei compost”.
123
Personale afferente al Settore
-
Perrelli Donato (Responsabile Settore)
-
Patrizia Natale (Collaboratore)
Il laboratorio si avvale, inoltre, dell’apporto scientifico del Prof. F. Faretra, mentre la
Dott.ssa Stefania Pollastro svolge la funzione di Responsabile Qualità.
124
DETERMINAZIONE DI RESIDUI DI PRODOTTI
FITOSANITARI IN MATRICI VEGETALI:
CINQUE ANNI DI ATTIVITÀ (2007-2011)
Perrelli D., Natale P.
Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”
RIASSUNTO
Nel presente articolo si riporta l’attività di analisi di residui di prodotti fitosanitari
eseguita dal Laboratorio di Analisi Agroalimentari ed Agro-ambientali nel quinquennio 2007-2011 con alcune considerazioni rispetto alla frequenza di riscontro dei principi attivi e dei relativi residui massimi ammessi.
INTRODUZIONE
Al fine di garantire un adeguato livello di protezione del consumatore, i prodotti alimentari di origine vegetale possono essere commercializzati solo se rispondono a certi
requisiti di qualità e salubrità. Il controllo dei residui di prodotti fitosanitari rappresenta uno strumento a disposizione sia dei produttori sia dei consumatori al fine di
ridurre il rischio per la salute pubblica. Negli ultimi anni, molte sono le normative
pubblicate a livello europeo e mirate a minimizzare il rischio per il consumatore e a
ridurre l’impatto ambientale connesso all’impiego di prodotti fitosanitari. Un momento di grande transizione rispetto a pratiche consolidate nella gestione di funghi
e insetti fitopatogeni è stato il 2007 con la revoca di molte molecole sino ad allora
comunemente impiegate. L’entrata in vigore del Reg. (CE) n. 396/2005 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 febbraio 2005 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
dell’Unione europea il 16 marzo 2005) e dai collegati Regolamenti (CE) n. 149/2008
della Commissione del 29 gennaio 2008 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea il 1° marzo 2008), n. 260/2008 della Commissione del 18 marzo 2008 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea il 19 marzo 2008) e n. 839/2008
della Commissione del 31 luglio 2008 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione
europea il 30 agosto 2008) ha, invece, armonizzato a livello europeo i Residui Massimi
Ammessi (RMA) rinvenibili nei prodotti di origine vegetale alimentari uniformando
così le garanzie rispetto all’esposizione di tutti i cittadini europei. I limiti massimi di
residui sono espressi in mg di sostanza attiva per kg di prodotto vegetale e vengono
fissati al momento dell’autorizzazione con criteri internazionalmente condivisi, al fine
di garantire un’esposizione accettabile da parte dei consumatori. Il corretto impiego
dei prodotti fitosanitari secondo le modalità riportate nelle etichette autorizzate assicura il rispetto di tali limiti. L’armonizzazione dei RMA, oltre a garantire un elevato
125
livello di tutela dei consumatori europei, perché contemporanei ed uniforme in tutta
la Comunità europea, ha consentito di eliminare gli ostacoli agli scambi commerciali tra gli Stati Membri e tra i Paesi terzi e la Comunità, nonché di conseguire un
più efficace utilizzo delle risorse nazionali. Il LAAA del CRSA “Basile Caramia” nel
quinquennio 2007-2011 ha svolto la sua attività portando avanti specifiche attività
di ricerca nella valutazione dei residui nei prodotti di origine vegetale e attività di
servizio al territorio. Ciò ha permesso di ottenere dati significativi sulla presenza di
residui di prodotti fitosanitari in matrici ortofrutticole soprattutto in relazione al loro
residuo massimo ammesso (RMA). Nella presente nota oltre a dettagliare le metodiche analitiche utilizzate si riportano alcune considerazioni su quanto riscontrato nei
prodotti analizzati.
MATERIALI E METODI
Nel quinquennio di riferimento la metodica applicata è stata modificata poiché la
pubblicazione nel 2009 della metodica europea ufficiale EN 15662:2008 ha imposto
l’abbandono delle linee guida dei Rapporti ISTISAN 23/1997 applicate dal laboratorio sino all’entrata in vigore della nuova norma. Complessivamente sono stati analizzati oltre 500 campioni.
Rapporti ISTISAN 23/1997
Da ciascun campione omogeneizzato sono stati prelevati 10 g che sono mescolati intimamente con 15 g di terra di diatomee. La sospensione è così trasferita nella colonna
di estrazione e assestata adeguatamente. Dopo 5 minuti si è proceduto all’estrazione
dei residui con eluizione della fase con 100 ml di una miscela (9:1) di cloruro di metilene:acetone. L’estratto è stato raccolto in un pallone da 150 ml e addizionato 1 mL di
iso-ottano come ancora (keeper) prima di essere concentrato con evaporatore rotante.
L’estratto concentrato è stato quindi trasferito quantitativamente in un palloncino
da 25 ml e portato a secco in flusso di azoto. Per campioni con basso contenuto di
interferenti, l’estratto è stato ripreso in 1 mL di una miscela 1:1 di esano acetone
contenente lo standard interno e quindi sottoposto alle e determinazioni cromatografiche. Estratti con elevato contenuto di interferenti (clorofilla, carotenoidi, ecc),
invece, sono stati ripresi con 2 mL di una miscela 1:1 etileacetato-cicloesano e, quindi,
purificati in Gel permeation GPC. Il purificato è stato poi ripreso in una miscela 1:1
Esano-Acetone e sottoposto alle determinazioni gascromatografiche.
Metodo EN 15662:2008
A 10 g di omogenato del campione sono stati addizionati 10 mL di acetonitrile, 4 g
di MgSO4, 1 g di NaCl, 1 g di trisodio citrato diidrato, 0,5 g di sodio idrogenocitrato sesquidrato e lo standard interno. La sospensione, mantenuta in agitazione per 1
minuto su vortex, è stata centrifugata alla velocità di 4.000 giri per 5 minuti. Per la
126
purificazione, il surnatante (6 mL) è stato trasferito in una provetta da centrifuga da
12 mL contente PSA (ammina primaria e secondaria) e MgSO4, per campioni poveri
di clorofilla, e anche CBG (carbone attivo grafitato) per campioni ricchi di clorofilla e
carotenoidi, e mantenuto in agitazione su vortex per 30 sec o 2 min, rispettivamente, prima di essere centrifugato per 5 min a 4000 giri. Un’aliquota del surnatante (5
mL), trasferita in un palloncino a cuore da 10 mL, è stata addizionata di 250 μL di
una soluzione all’1% di acido formico in acetonitrile e 250 μL di isottano come keeper.
L’estratto, portato a secco in due tempi, prima con una riduzione del volume con
evaporatore rotante sotto vuoto a 45°C e quindi con leggero flusso di azoto, è stato ricostituito in 0,5 mL di una miscela 1:1 di esano/acetone per le determinazioni gas-cromatografiche o in 0,5 mL di acetonitrile per le determinazioni in HPLC-UV(DAD).
Analisi quali-quantitativa in GC: I residui sono stati determinati quantitativamente
in GC-ECD e GC-NPD previa taratura con una miscela di standard certificati. La
presenza di residui è stata anche confermata in GC-MS.
Analisi quali-quantitativa in HPLC: I residui sono stati determinati quantitativamente tramite HPLC-UV(DAD) previa taratura con una miscela di standard certificati.
La presenza di residui è stata anche confermata tramite spettro-UV.
RISULTATI E DISCUSSIONE
I risultati sono riassunti in Tab. 1-2.
In generale, si può rilevare che l’88% dei campioni è risultato conforme presentando
residui massimi ammessi compatibili con quanto normato per la combinazione matrice/sostanza attiva. Non sono state rilevate differenze importanti fra gli anni, anche se
nel 2007 i campioni non conformi sono stati tendenzialmente in numero superiore rispetto a quanto osservato negli anni successivi. Tale risultato potrebbe essere ascritto
alla evoluzione normativa dell’anno che ha portato alla revoca di numerose sostanze
attive e che potrebbe aver trovato impreparati gli operatori del settore anche nella
gestione delle scorte.
In Tabella 2 sono riportati per anno/matrice le sostanze attive rilevate e le eventuali
anomalie. In generale, le non conformità del campione hanno riguardato nel 39%
dei casi matrici che presentavano un residuo superiore a quello massimo ammesso
e il 61% dei campioni, invece, conteneva tracce di sostanze attive non ammesse sulla coltura, che peraltro riguardavano in prevalenza insetticidi. Considerato che in
questo contesto non sono possibili collegamenti con quelli che sono i programmi di
protezione applicati dall’agricoltore e considerato che l’analisi potrebbe essere stata
eseguita anche prima del momento reale di raccolta e commercializzazione proprio
per deciderne l’epoca, si pone l’accento sulle anomalie legate all’impiego di sostanze
non registrate sulla coltura, che oltre a rappresentare un momento di deprecabile
127
scorrettezza dell’operatore pone il dubbio sul fatto che, in taluni casi, la mancanza
di sostanze attive disponibili ed efficaci impedisce una corretta gestione dei patogeni
e dei fitofagi in campo, soprattutto per le colture minori. Infine, sembra interessante
notare che nonostante tutti i campioni di uva da tavola sono risultati conformi indipendentemente dall’annata.
Tabella 1. Ripartizione dei campioni in funzione dei residui rilevati
Anno di
Indagine
128
% di campioni con residui
Non rilevati
≤ RMA
> RMA
2007
41,8
38,8
19,4
2008
61,7
29,1
9,2
2009
42,9
45,7
11,4
2010
39,4
51,5
9,1
2011
47,4
42,1
10,5
Totale quinquennio
46,6
41,4
12,0
Tabella 2 Sostanze attive rilevate e anomalie
Anno di riferimento
Matrici Analizzare
Sostanze rilevate
Anomalie
Clorpirifos-etile
Clorpirifos-metile
2007
Malation
Dimetoato
2008
Dimetoato
Arance
Metidation
NA
Clorpirifos-etile
2009
Clorpirifos-metile
Clorpirifos-etile
2010
Fenazaquin
Etofenprox
2007
2008
2010
2011
Baratteri, Caroselli
Bietola
2010
2007
Carciofi
0
0
0
0
2007
2009
0
Propiconazolo
2008
2008
Clorotalonil
Cavoli
Metomil
> RMA
Tetraconazolo
NA
0
0
2010
0
2011
0
2010
Cicoria
0
Azoxystrobin
2011
Cipolla
Dimetomorf
Iprovalicarb
> RMA
129
Clorpirifos-etile
Clorpirifos-metile
Fenamifos
2007
Fosmet
Malation
Metidation
Clorpirifos-etile
Clorpirifos-metile
2008
Malation
Metidation
Clorpirifos-etile
Clementine
Clorpirifos-metile
Metidation
2009
NA
Buprofezin
Fenazaquin
Fosmet
> RMA
Dimetoato
> RMA
Clorpirifos-etile
2010
Clorpirifos-metile
Etofenprox
Clorpirifos-etile
2011
Etofenprox
Pyriproxyfen
Iprodione
2007
Fagiolini freschi
Procimidone
Acrinatrina
Clorpirifos-etile
2009
Cyprodinil
Finocchio
2010
Clorpirifos-metile
NA
Propamocarb
NA
Azoxystrobin
Dicloran
130
NA
2007
2008
Lattughe e simili (insala- Procimidone
ta, cicoria)
0
2009
Limoni
2007
Clorpirifos
Melanzane
2008
2009
Clorotalonil
NA
0
Melone
2008
2009
Clorpirifos-etile
Olio
2010
0
Fention
NA
Fenitrotion
NA
0
0
Azinfos-metile
Clorpirifos-etile
2007
Olive
Clorpirifos-metile
NA
Dimetoato
> RMA
Fention
> RMA
Fenitrotion
Fosmet
2008
0
2011
0
2007
Pere
Procimidone
Clorpirifos
Dimetoato
2007
2008
NA
Clorpirifos-etile
Pesche e Nettarine
Procimidone
Clorpirifos-etile,
Azinfos-metile
2009
2008
2007
2010
Dimetoato
Pomodoro
Prezzemolo
NA
0
0
0
131
Clorpirifos-metile
Malation
2007
2008
Metomil
Sedano
Clorotalonil
0
Azoxystrobin
2010
Clorpirifos-etile
Clorpirifos-metile
Ciflutina
2007
Metalaxyl
Fenexamide
Etofenprox
2009
Fenexamide
Clorpirifos-etile
Clorpirifos-metile
Ciflutina
Metalaxyl
Fenexamide
Uva da Tavola
Triadimenol+Triadimefon
Penconazolo
Iprovalicarb
Quinoxyfen
Spiroxamina
Clorpirifos-etile
Clorpirifos-metile
Bifentrin
2011
Metalaxyl
Miclobutanil
Penconazolo
Pirimetanil
Dimetomorf
132
> RMA
Difenoconazolo
Propamocarb
2010
NA
> RMA
2007
Malation
Metalaxyl
Procimidone
Fenexamide
2008
Uva da vino
Clorpirifos-etile
Dimetoato
NA
Kresoxym-metile
Trifloxystrobin
2011
Metalaxyl
2007
0
2008
2011
Zucchine
0
Endosulfan (a+b+solfato) > RMA
133
25
anni
2.5 Servizi
2.5.3 Settore
laboratorio di diagnosi fitopatologica
134
Oggi
IL LABORATORIO ACCREDITATO DI DIAGNOSI
FITOPATOLOGIA DEL CENTRO DI RICERCA
E SPERIMENTAZIONE IN AGRICOLTURA
“BASILE CARAMIA”
Trisciuzzi N.1, Silletti M.R.1, Pollastro P.1, Dongiovanni C.1, Catucci L.1, Palmisano
F.2,3, Saponari M.2,3, Savino V.1-2
1
Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura
“Basile Caramia” Via Costernino 281, 70010 Locorotondo (BA);
2
Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti, Università Degli Studi di Bari
Via Amendola 165/A, 70126 Bari;
3
Istituto di Virologia Vegetale del Centro Nazionale di Ricerche di Bari
Via Amendola 165/A, 70126 Bari.
RIASSUNTO
Il laboratorio fitopatologico del Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura
“Basile Caramia” (CRSA) è un laboratorio di analisi di patogeni vegetali, nato grazie
al supporto dell’attuale Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti dell’Università di Bari, a supporto del Servizio Fitosanitario Regionale (SFR)
nello svolgimento dei propri compiti di vigilanza, tutela e qualificazione delle produzioni vegetali e più recentemente di prevenzione verso l’introduzione da Paesi terzi di
nuovi patogeni e parassiti dannosi.
Il D.M. del 14 aprile 1997, che recepisce le Direttive della Commissione Europea n.
93/48/CEE del 23 giugno 1993, n. 93/64/CEE del 5 luglio 1993 e n. 93/79/CEE del 21
settembre 1993, immette una nuova categoria di materiali di moltiplicazione, definita
C.A.C. (Conformitatis Agricola Comunitaria) al fine di migliorare lo stato sanitario
minimo richiesto per la commercializzazione delle produzioni vivaistiche. Si definiscono “materiali C.A.C.: i materiali di
moltiplicazione delle piante da frutto e le
piante da frutto che soddisfano i requisiti minimi stabiliti per questa categoria”
(art. 3, comma 1 del Decreto). Per tale
categoria di materiali di moltiplicazione,
il decreto prescrive i requisiti sanitari e di
corrispondenza varietale, e caratterizza i
punti critici del processo produttivo.
Fig.1 Laboratorio di analisi sierologica
135
INTRODUZIONE
Il laboratorio (fig.1) è stato accreditato dal Servizio Fitosanitario Regionale in data 6
aprile 1998 a svolgere “analisi fitosanitarie relative a batteri, funghi, fitoplasmi (MLO’s),
viroidi e virus su piantine ortive e relativi materiali di moltiplicazione (art. 3 comma 1
lettera d del D.P.R. 21/12/1996, n.698), e su piante da frutto e relativi materiali di moltiplicazione (art. 3 comma 1 lettera d del D.P.R. 21/12/1996, n. 697)”. In data 21 maggio
è stato accreditato ha svolgere analisi fitosanitarie relative ai nematodi, mentre in data
24 febbraio 2006 è stato accreditato a svolgere analisi su piante ornamentali e relativi
materiali di moltiplicazione (secondo il D.Lvo n.151 del 19/05/2000).
In linea con la politica regionale e comunitaria, il laboratorio fitopatologico del CRSA
ha messo e continua a mettere a disposizione delle aziende vivaistiche, dei tecnici, dei
produttori agricoli, degli enti pubblici e privati e di tutti i cittadini, i propri laboratori di diagnostica fitopatologica oltre alle professionalità per il supporto delle strategie
di controllo e di difesa delle piante.
Le attività del laboratorio, inizialmente rivolte alle sole aziende vivaistiche accreditate secondo i D.D.M.M. del 14/04/1997 (principalmente orticole e frutticole) (Murolo et
al, 1999), hanno visto incrementare nel corso degli ultimi anni la richiesta di supporto
da parte di aziende vivaistiche ornamentali, tecnici, produttori agricoli, enti pubblici
e privati e di tutti i cittadini.
Supporto ad aziende vivaistiche convenzionate con il CRSA
Le direttive comunitarie concernenti le norme tecniche sulla commercializzazione delle piante di ortaggi, dei fruttiferi, delle piante ornamentali e dei relativi materiali di
moltiplicazione, che prevedono controlli obbligatori, soprattutto di carattere fitosanitario e di identità varietale, hanno assicurato alle aziende vivaistiche “accreditate”
di raggiungere quei requisiti minimi, necessari per la libera circolazione delle piante e
materiali vivaistici all’interno della comunità Europea.
Il laboratorio di diagnosi fitopatologia del CRSA, ha contribuito al raggiungimento di
tali obbiettivi, fornendo l’assistenza necessaria principalmente nel prelievo dei campioni (effettuato in modo tecnicamente corretto e statisticamente attendibile, in base
al tipo di analisi da effettuare), abbinato ai controlli visivi atti a verificare la presenza
di insetti, funghi, batteri e virus, e a verifiche di laboratorio obbligatorie per i virus, e
altri patogeni da quarantena (Atti POM A32, 2001).
In stretta collaborazione con l’Università degli Studi di Bari (Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti) e con il Consiglio Nazionale delle Ricerche
di Bari (Istituto di virologia vegetale sezione di Bari e Istituto di Nematologia Agraria), il laboratorio negli ultimi anni ha visto aumentare il grado di specializzazione
dei propri tecnici e delle relative attività di laboratorio, facendo sì che prendessero
sempre più piede le nuove tecnologie. Altresì, oltre a tale supporto, il laboratorio si
attiene anche alle indicazioni impartite dal SFR relativamente alle modalità di cam-
136
pionamento, ai patogeni e alle tecniche di diagnosi.
Il ricorso a tecniche di diagnosi sensibili a validate per un impiego su larga scala, ha
permesso e permette al laboratorio fitopatologico del CRSA di ottenere risultati attendibili e in tempi limitati (in funzione della tipologia di analisi richieste).
Servizi diagnostici forniti dal laboratorio
Sopralluoghi, rilievi e campionamenti
Diagnosi visiva
-
osservazione dei sintomi delle malattie direttamente in
“campo” o in laboratorio.
Diagnosi dei virus, virus simili e viroidi
-
diagnosi sierologica: ELISA (fig.2) – DTBIA
-
diagnosi molecolare: (ibridazione molecolare, tissue
print, amplificazione genica, dsRNA)
-
diagnosi biologica: (trasmissione meccanica, saggio legnoso)
Diagnosi dei fitoplasmi
-
amplificazione genica
Diagnosi di funghi e batteri
-
isolamento ed allevamento su idonei substrati colturali (Fig.3), allestimento camere
2
3
4
5
Fig.2 Fase di caricamento di una piastra
ELISA per la diagnosi di virus
Fig.3 Osservazione allo stereo microscopio di
isolamenti fungini
Fig. 4, 5 Femmina di Meloidogyne spp. e
galle su radici di piante di pomodoro.
137
umide, amplificazione genica, saggi biochimici, amplificazione genica
Diagnosi dei Nematodi
-
morfo-tassonomia stadi larvali e adulti (fig. 4,5)
-
saggio biologico
-
amplificazione genica
RISULTATI E DISCUSSIONI SUGLI ULTIMI DIECI ANNI
In questi ultimi dieci anni di attività, il laboratorio fitopatologico del CRSA ha lavorato
per aziende vivaistiche principalmente ubicate in Puglia (Trisciuzzi et al, 2003; Potere et
al, 2004; Trisciuzzi et al, 2008, Trisciuzzi et al, 2009) ma anche di altre Regioni (Basilicata,
Molise, Calabria, Sicilia, Lazio, Toscana, Liguria), allo scopo di migliorare in collaborazione con le stesse aziende, il livello qualitativo delle loro produzioni. I risultati sono sintetizzati nelle Tabelle 1, 2 e 3, che riassumono l’attività svolta nel periodo 2002-2012, ed
in cui si riportano, le tipologie di analisi, il numero dei campioni e le specie vegetali e non
analizzate, rispettivamente ad aziende vivaistiche convenzionate e a tecnici, produttori
agricoli, vivai non convenzionati, enti pubblici e privati e singoli cittadini.
CONCLUSIONI
Il laboratorio di diagnosi fitopatologica offre servizi diagnostici qualificati e in stretta
collaborazione principalmente con il Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e
degli Alimenti dell’Università di Bari e con il Servizio Fitosanitario Regionale (SFR).
In questi ultimi dieci anni, sono stati analizzati quasi 70.000 campioni provenienti da
attività di controllo ad aziende vivaistiche convenzionate con il CRSA (di cui circa il
98% riguardava esclusivamente analisi per la ricerca di virus), e oltre 20.000 campioni
effettuati a favore di tecnici, produttori agricoli, vivai non convenzionati, enti pubblici e privati, singoli cittadini (di cui circa il 95% riguardava esclusivamente analisi
per la ricerca di virus).
BIBLIOGRAFIA
MUROLO O., CARDONE A., 1999. Vivaismo orticolo, in Puglia si afferma la nuova
normativa. Colture Protette, n. 12 1999, 35-39.
SAVINO V., AMENDUNI T., BAZZONI A., BOSCIA D., POLLASTRO S., M. SAPONARI M., COORD., 2001. Atti progetto POM A32 Validazione e trasferimento alla pratica agricola di norme tecniche per l’accertamento dello stato sanitario di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle produzioni vivaistiche, Locorotondo,
4-7 dicembre 2001, Vol. 1 e 2.
TRISCIUZZI N., SILLETTI M.R., BAZZONI A., POLLASTRO P., 2003. Stato sanitario delle fonti di approvvigionamento di agrumi e di drupacee individuate in Puglia per
la produz.ione di materiale di propagazione di categoria CAC. Italus Hortus. Volume 10,
supplemento al n. 4, 308-311.
138
POTERE O., TRISCIUZZI N., SAPONARI M., LO CONSOLE G., SAVINO V., 2004.
Stato sanitario di accessioni di agrumi. Supplemento n.1 L’informatore agrario, 17-19.
TRISCIUZZI N., SILLETTI M.R., POLLASTRO P., 2008. Risultati di controlli fitosanitari eseguiti dal 2001 al 2007 su piantine ortive in vivai Pugliesi. Atti Giornate Fitopatologiche, 2008, 2, 485-490.
TRISCIUZZI N., SILLETTI M.R., POLLASTRO P., 2009. Incidence of virus infections
in stone and pome fruit selected for nursery industry in southern italy. Atti del XIV Congresso SiPAV Locorotondo (BA) 28 settembre – 1 ottobre 2009.
Personale afferente all’Area
-
Trisciuzzi Nico (Responsabile Settore)
-
Silletti Maria Rosaria (Dipendente a tempo indeterminato)
-
Pollastro Paola (Dipendente a tempo indeterminato)
-
Dongiovanni Crescenza (Dipendente a tempo indeterminato)
Tabella 1. Numero di campioni analizzati nel periodo 2002-2012 ad aziende vivaistiche convenzionate con il
CRSA, distinte per tipologia di analisi e per tipologia di piante.
Anno
Agrumi
Tipologia di piante
Prunoidee Pomoidee Olivo Ortive
Ornamentali
Vite
2002
650
1320
12
20
2350
2003
698
1331
10
24
2497
2004
636
2046
24
52
3625
2005
981
1328
27
293
4297
2006
570
1618
140
72
4566
2007
584
1683
120
105
4784
151
2008
293
1795
110
64
4089
97
2009
722
1931
219
105
3886
36
2010
815
1941
220
45
3254
169
2011
713
2224
54
351
2374
650
2012*
780
2200
50
0
1300
12
1600**
19417
986
1131
37022
1115
1600
Totale 7442
N.B. il 98% delle analisi ha riguardato esclusivamente controlli virologici
*dato aggiornato a fine maggio
**primi controlli effettuati nel 2012
139
Tabella 2. Numero di campioni complessivo analizzati nel periodo 2002-2012 a tecnici, produttori agricoli, vivai
non convenzionati, enti pubblici e privati, singoli cittadini, distinte per tipologia di analisi.
Anno
140
Genere di piante
2002
virus
funghi
batteri
nematodi
fitoplasmi
2003
6253
2
2004
1727
110
45
10
2005
528
8
2
4
542
2006
8
11
19
2007
473
12
3
495
2008
844
12
38
894
2009
2547
2010
18
19
19
2011
5914
2
4
2012
1156
165
61
95
4
1481
Totale
19468
330
138
190
42
20168
10
7
Totale
6265
20
1912
2547
19
18
93
5920
Tabella 3. Numero di campioni analizzati nel periodo 2002-2012 a tecnici, produttori agricoli, vivai non convenzionati, enti pubblici e privati, singoli cittadini, distinte per tipologia di analisi e per tipologia di piante.
Anno
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Totale Agrumi
virus
1063
5180
10
6253
funghi
2
2
batteri
8
2
10
Anno
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Totale Ortive
virus
130
160
178
157
183
172
231
228
98
170
20
1727
funghi
3
2
4
20
11
5
6
11
13
10
25
110
Agrumi
nematodi
batteri
0
0
4
4
1
3
6
5
11
11
45
Ortive
nematodi
10
10
fitoplasmi
Totale
1071
5184
10
6265
fitoplasmi
Totale
133
164
186
181
195
180
243
244
122
221
25
1914
20
20
141
Anno
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Totale Olivo
funghi
virus
15
20
127
127
batteri
Totale
15
20
127
127
24
24
20
57
63
43
32
528
8
8
2
2
3
1
4
20
57
63
46
43
542
Anno
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Totale
Pomoidee
142
Olivo
nematodi
virus
funghi
batteri
fitoplasmi
Pomoidee
nematodi
fitoplasmi
Totale
8
11
11
8
8
11
19
Anno
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Totale
Prunoidee
virus
330
143
funghi
4
8
4
3
batteri
2
1
Totale
340
155
473
12
7
3
495
Anno
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Totale
Orn./For./altro
Prunoidee
nematodi
virus
59
382
112
273
14
4
funghi
9
4
844
13
fitoplasmi
Ornamentali/Forestali/Altro
batteri
nematodi
fitoplasmi
2
13
20
30
62
121
25
273
Totale
2
72
402
142
335
144
33
1130
143
Solanum jasminoides*
Anno
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Totale S.
jasminoides
virus
funghi
batteri
fitoplasmi
Totale
376
419
140
1289
233
90
376
419
140
1289
233
90
2547
2547
Anno
virus funghi
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
18
18
2012
1
Totale Fragole 18
19
*dato aggiornato a fine maggio
144
nematodi
batteri
18
1
19
Fragole
nematodi
18
1
19
fitoplasmi
18
18
Totale
90
3
93
Anno
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Totale
Actinidia
Anno
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Totale Vite
virus
Actinidia
nematodi
funghi
2
2
2
batteri
4
2
2
4
6
Vite
virus funghi batteri
nematodi
85
0
0
15
56
3
0
20
160
3
13
49
32
4
5
50
129
21
3
48
124
9
1
68
139
12
2
85
143
8
2
55
122
14
6
108
116
15
19
190
50
10
10
50
1156
99
61
738
fitoplasmi
fitoplasmi
4
4
Totale
Totale
100
79
225
91
201
202
238
208
250
344
120
2058
145
Morfologica, istopatologia e relazione ospite parassita del nematode cisticolo Heterodera cruciferae rinvenuto in Italia
meridionale su piante di cavolo
Sasanelli N.1, Vovlas N.1, Trisciuzzi N.2, Castillo P.3
1
Istituto per la Protezione delle Piante (IPP)–CNR, via Amendola 122/D, 70126 Bari,
Italia;
2
Centro Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura (CRSA) “Basile Caramia”, via Cisternino 281, 70010 Locorotondo (BA);
3
Instituto de Agricoltura Sostenibile (IAS), CSIC Apto 4084, 14080 Cordoba, Spagna.
Riassunto
La patogenicità e la relazione ospite parassita su piante di cavolo (Brassica oleracea)
causata da Heterodera cuciferae è stata determinata con un esperimento condotto in
condizioni di serra e con osservazioni di campo. Piante di cavolo della cv Aviso artificialmente inoculate e piante della cv Lupini, naturalmente infestate dal nematode,
mostravano sintomi di ingiallimento e crescita stentata. La morfologia della popolazione italiana del nematode cisticolo coincideva con quella della descrizione originale
e successive descrizioni del nematode Heterodera cruciferae. Nel presente studio vengono riportati solo alcuni caratteri morfo-diagnostici utili per una rapida identificazione
della specie.
In un esperimento in serra su piante di cavolo è stata studiata la relazione tra la densità di popolazione iniziale del parassita e la crescita delle piante, con livelli di inoculo
del nematode nel terreno che variavano da 0 a 512 uova e larve/ml di terreno. Per verificare la corrispondenza dei dati sperimentali relativi al peso fresco della parte aerea
delle piante con i livelli iniziali della densità di inoculo nel terreno è stato utilizzato il
modello di Seinhorst. Il limite di tolleranza (T) per le piante di cavolo della cv Aviso
a H. cruciferae è stato stimato in 1,5 uova e larve/ml di terreno, relativamente al peso
fresco della parte aerea. Il tasso massimo di riproduzione (Pf/Pi) del nematode è risultato di 4,6, corrispondente ad un valore della densità iniziale di popolazione pari a
8 uova e larve/ml di terreno.
Sono state altresì studiate le alterazioni anatomiche indotte dalla popolazione italiana del nematode cisticolo su radici di cavolo. Osservazioni istopatologiche su sezioni
di radici di piante di cavolo della cv Lupini naturalmente infette dal nematode hanno
rivelato la presenza costante di alterazioni permanenti (strutture sinciziali) localizzate nei siti di alimentazione indotti dal parassita.
Introduzione
Il nematode cisticolo delle crucifere (Heterodera cruciferae Franklin, 1945) è considerato
146
un parassita di minore importanza e la sua azione trofica e moltiplicativa risulta limitata alle Cruciferae e ad alcune infestanti appartenenti alla famiglia delle Labiaceae.
Tuttavia, diverse segnalazioni di danni causati in Europa, Russia, California, Australia, Iran e Turchia sono invece stati riportati da diversi Autori nell’ultimo ventennio
(Kirjanova & Krall, 1971; Stone & Rowe, 1976; Mennan & Handoo, 2006; Jabbari
& Niknamm, 2008; Chizhov et al., 2009). In Italia meridionale nel 2011 sono state
rilevate alte densità di popolazione di H. cruciferae (64 uova e larve/ml di terreno) con
rilevanti danni su cavolo bianco Brassica oleracea cv Lupini coltivato in pieno campo
in provincia di Taranto (Fig. 1). Le numerose cisti neo-formate e femmine bianche
osservate verso la fine di gennaio sulle radici hanno suggerito una specializzata interazione ospite-parassita. Gli obiettivi del presente studio sono: (i) la caratterizzazione
morfologica del nematode; (ii) lo studio istopatologico dei siti di alimentazione in
radici di cavolo e (iii) la relazione tra densità di popolazione iniziale del nematode e la
crescita delle piantine di cavolo allevate in serra.
Materiali e Metodi
Popolazione del nematode. Le osservazioni morfometriche sono state effettuate su una
popolazione rinvenuta a Castellaneta (TA). Le cisti, i maschi e le larve di H. cruciferae
sono state isolate dal terreno e dalle radici di Brassica oleracea cv Lupini. La popolazione originale è stata poi allevata in serra su piante di cavolo bianco per ulteriori
osservazioni morfometriche.
L’identificazione del nematode è stata condotta su stadi giovanili di seconda età, maschi e cisti, preparati secondo le tradizionali procedure di infiltrazione in glicerina,
per consentire la rilevazione dei parametri morfometrici di valore diagnostico della
specie. (Seinhorst, 1966).
Relazione ospite parassita (test di patogenicità) H. cruciferae-cavolo. Le cisti sono state
estratte con l’apparato di Fenwick da un terreno altamente infestato (64 uova e larve/
ml di terreno) nel quale le piante di cavolo mostravano una crescita stentata (Fig. 1).
Un appropriato numero di stadi giovanili e uova è stato miscelato con terreno sterile
al fine di ottenere densità di popolazione variabili da 0 a 512 uova e larve/ml di terreno
secondo una scala geometrica di progressione (0, 0,25, 0,5, 1, 2, 4, 8, 16, 32, 64, 128,
256, 512). Successivamente il terreno infestato dal nematode alle diverse densità di
inoculo è stato utilizzato per riempire vasi di argilla del volume di 700 ml. In ciascun
vaso è stata poi trapiantata una piantina di cavolo (cv Aviso) allevata per 55 giorni in
serra ad una temperatura di 20-22 °C.
I vasi sono stati sistemati su bancali secondo un disegno sperimentale a blocchi randomizzati con 6 ripetizioni per ciascuna densità iniziale di popolazione. Durante
l’esperimento le piante sono state mantenute nella serra distribuendo la posizione dei
blocchi e allo stesso tempo riposizionando ciascuna pianta all’interno del blocco ogni
settimana. Le piante hanno ricevuto tutte le cure agronomiche necessarie per la loro
147
Fig. 1. Sintomatologia di campo e presenza del nematode sulle radici. Foto in alto: vistosa area depressa. In
basso a sinistra: popolazione del nematode cisticolo. Si nota la presenza di maschi in forma vermiforme ed i
larghi ovisacchi associati con femmine bianche e/o con cisti neoformate. In basso, al centro e a destra: femmine
bianche e cisti neoformate sulla superficie radicale.
crescita (fertilizzazione, irrigazione, etc.).
Dopo 55 giorni dal trapianto le piante sono state divelte dai vasi e le radici sciacquate
in acqua per liberarle dalle particelle di terreno. Sono stati effettuati i rilievi dei pesi
della parte aerea e delle radici. Il terreno da ciascun vaso è stato seccato a temperatura ambiente e le cisti estratte da 200 g di terreno mediante l’apparato di Fenwick. Le
cisti sono state contate e ne è stato calcolato il contenuto in uova e larve/ml di terreno
al fine di accertare la densità finale di popolazione (Pf). Il tasso di riproduzione (Pf
/Pi) è stato anche calcolato per ciascun valore della densità iniziale di popolazione del
nematode. L’esperimento è stato replicato due volte.
148
Analisi statistica
La relazione tra densità iniziale di popolazione della H. cruciferae e la crescita delle
piante (valutata attraverso il peso della pianta e l’altezza) è stata valutata applicando
i dati sperimentali col modello di Seinhorst y = m + (1-m) z(P-T) . con P>T e y = 1
quando P < T (Seinhorst, 1965; 1979). In questo modello, trasformato da Sasanelli
(1994) in y = m + (1-m)1.05^(P/-T), y = il valore del parametro preso in considerazione (peso, altezza, etc.); m = il minimo valore del parametro considerato (y a valori
molto alti della densità iniziale di popolazione Pi); P è il valore iniziale della densità
di popolazione di H. cruciferae, T è il limite di tolleranza della coltura al nematode
(densità iniziale di popolazione in corrispondenza della quale non si manifestano riduzione della crescita delle piante o del parametro considerato), e z una costante < 1 che
riflette il danno provocato dal nematode con z-T = 1.05 (Sasanelli, 1994). L’equazione
di Seinhorst è stata utilizzata applicando il programma SeinFit (Viane et al., 1997).
Il coefficiente di determinazione (R2= 0.86) e il valore della somma dei quadrati sono
stati utilizzati per verificare il grado di bontà dell’interpolazione dei dati secondo
l’equazione proposta da Seinhorst. L’analisi della varianza è stata condotta utilizzando il software Statistix 8.0 (NH Analytical Software).
Istopatologia
Per gli studi istopatologici sono state impiegate radici
di cavolo bianco naturalmente infestate da H. cruciferae. Le radici sono state lavate, liberate dal terreno e
sono state selezionate porzioni di 4-5 mm di lunghezza
contenenti cisti assieme a porzioni non infestate dal nematode; esse sono state successivamente fissate in una
soluzione cromo acetica di formaldeide per 4 giorni. I
diversi segmenti, infetti e non, sono stati disidratati in
una serie di soluzioni di alcool butilico terziario (50-7085-90-100%) e inclusi a 58 °C in paraffina per l’osservazione istopatologica. I diversi segmenti sono stati
quindi sezionati in fettine dello spessore di 10-12 µm,
montati su vetrini, colorati con safranina e fast green
e successivamente montati permanentemente in una
soluzione di xylene al 40% di estere polimetacrilico
(Synocril 9122X, Cray Valley Products) e sottoposte
all’esame microscopico (Johansen, 1940).
Fig. 2. Microfotografie di Heterodera cruciferae maschio (A-D) e stadio
giovanile di II età (E-H). A & B) Porzione anteriore del corpo. C) Porzione
posteriore del corpo. D) Dettaglio delle
strutture nei campi laterali. E) Corpo
intero. F & G) Porzione anteriore e posteriore del corpo. H) Campi laterali.
Risultati e Discussione
Identificazione del Nematode. (Fig. 2 e 3). I dati morfologici e biometrici a valore
diagnostico, ottenuti con osservazioni di preparati temporanei e permanenti di stadi
149
Fig. 3. Cisti e struttura del cono vulvare di H. cruciferae. A) Ciste intera piena di uova in essa trattenute.
B-E) Morfologia del cono vulvare.
giovanili di seconda età, maschi e cisti, concordano pienamente con le quelli della descrizione proposta da Stone A.R. & Rowe J.A. (1976) per Heterodera cruciferae.
Nella tavola illustrativa Fig. 2 sono illustrati dettagli e peculiarità morfologiche di
stadi giovanili di II età e maschi, quali lo stiletto, i campi laterali, la forma e la lunghezza della coda etc. mentre in Fig. 3 sono illustrate forme e peculiarità morfo-anatomiche dei coni vulvari delle cisti.
Istopatologia
I siti di alimentazione di nematodi adulti sono stati costantemente trovati in associazione con la formazione delle tipiche cellule sinciziali, caratteristiche per i membri
appartenenti al genere Heterodera (Fig. 4). Le pareti cellulari delle strutture sinciziali
sono generalmente ispessite nella parte a stretto contatto con la porzione anteriore
del capo del nematode. All’interno del sincizio sono visibili numerose interruzioni
di continuità della parete cellulare che consentono al contenuto citoplasmatico delle
strutture sinciziali di fluire verso la cellula nutrice, a diretto contatto col nematode.
Il citoplasma sinciziale, granulare e denso, contiene diversi vacuoli con dimensioni
differenti e nuclei e nucleoli ipertrofici.
Densità di inoculo e relazione con la crescita delle piante. La relazione tra la densità di
popolazione iniziale di H. cruciferae (Pi) ed il peso fresco della parte aerea della pianta
è propriamente descritto dall’equazione di Seinhorst. (Fig. 5). I sintomi dell’attacco
150
Fig. 4. Alterazioni anatomiche indotte da Heterodera cruciferae in radici di cavolo.
Abbreviazioni: n = nematode; s = struttura sinciziale.
di H. cruciferae sono evidenti già dopo 20 giorni dopo l’emergenza con ingiallimenti e
stentata crescita delle piante. Un limite di tolleranza (T) di 1,5 uova e larve/ml terreno è stato stimato per il cavolo bianco (cv Aviso) nei confronti di H. cruciferae per il
peso della parte aerea delle piante attaccate. Il valore minimo relativo del peso della
pianta (m) è stato di 0,71 a un valore di popolazione iniziale di Pi pari a 64 uova e
larve/ml terreno. Il massimo tasso di riproduzione (Pf/Pi) pari a 4,6 è stato rilevato
in corrispondenza ad un valore iniziale di densità di popolazione del nematode pari a
8 uova e larve/ml terreno (Tabella 1).
Fig 5. Relazione tra la densità di popolazione iniziale di H. cruciferae (Pi)
ed il peso fresco della parte aerea della pianta.
151
Tabella 1. Riproduzione del nematode su piante di cavolo. (I dati sperimentali sono descritti nel testo).
Popolazione iniziale
(Pi)*
0
Popolazione finale
(Pf)*
0
Tasso di riproduzione
(Pf/Pi)
0
0,25
0,8
3,2
0,50
1,5
3,0
1
2,9
2,9
2
6,8
3,4
4
17,0
4,2
8
36,8
4,6
16
47,0
2,9
32
69,6
2,8
64**
184,5
2,9
128
159,0
1,2
256
441,4
1,7
512
692,1
1,3
* Pi; Pf: (uova e larve per ml di terreno).
** Popolazione di campo.
Bibliografia
Jabbari H. & Niknam, G. 2008. SEM observations and morphometrics of the
cabbage cyst nematode Heterodera cruciferae Franklin 1945, collected where Brassica spp. Are grown in Tabliz, Iran. Turkish Journal of Zoology, 32: 253-262.
Johansen D.A. 1940. Plant microtechnique. McGraw-Hill Book Co., Ney York
523 pp.
Kirianova E.S. & Krall E., 1971. Parasitic nematodes of plants and their control. Vol. 2. Nauka, Lenigrand, 522 pp.
Mennan S. & Handoo Z.A. 2006. Plant parasitic nematodes associated with cabbages (Brassica spp.) in Samsun (Meedle Black Sea Region) Turkey. Nematropica 36:
99-104.
Sasanelli N. 1994. Tables of Nematode-Pathogenicity. Nematologia Mediterranea, 22: 153-157.
Seinhorst J.W. 1966. Killig nematodes for taxonomic study with hot f.a. 4:1,
Nematolgica 12, 178.
Stone A.R. & Rowe J.A. 1976. Heterodera cruciferae. C.I.H. Descriptions of plant
Parasitic Nematodes. Set, 6 n. 90, 4 pp.
Whitehead A.G. 1998. Plant Nematode Control. CAB International, Wallingford, Oxon, OX10. 8DE, UK. 384 pp.
152
25
anni
Curriculum vitae
e archivio fotografico
del CRSA
Oggi
153
CURRICULUM CRSA
Il Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” (CRSA) è
un’associazione senza scopo di lucro, costituita il 22 luglio 1987 con atto n. 10844/4255,
che ha ottenuto il riconoscimento giuridico con Decreto del Presidente della Regione
Puglia n. 65 del 9/02/1994. Dal 9 marzo 2004 è iscritta all’Anagrafe Nazionale delle Ricerche del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con codice
55530GBK. È membro dell’Associazione Europea, con sede in Bruxelles, che riunisce
tra i suoi aderenti Scuole ed Enti, appartenenti a vari paesi europei, impegnati nella
formazione professionale in agricoltura e ha come finalità lo sviluppo di modalità
comuni di insegnamento nel settore dell’agricoltura.
Attualmente i soci del CRSA sono la Regione Puglia; l’Amministrazione Provinciale
di Bari; l’Amministrazione Comunale di Locorotondo; l’Amministrazione Comunale
di Otranto; l’Università degli Studi di Bari; l’Università degli Studi di Foggia; l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Valenzano (BA); il Centro di Ricerca Produzione
Vegetali (CRPV), l’Istituto Istruzione Secondaria Superiore “B. Caramia – F. Gigante” di Locorotondo (BA); l’Istituto Tecnico Agrario Statale “E. Pantanelli” di Ostuni
(BR); l’Istituto Tecnico Agrario Statale “M. di Sangro” di San Severo (FG); l’Istituto
Tecnico Agrario Statale “G. Pavoncelli” di Cerignola (FG); l’Istituto Tecnico Agrario
Statale “C. Mondelli” di Massafra (TA); l’Istituto Tecnico Agrario Statale “C. Ridolfi” di Scerni (CH); l’Istituto Tecnico Agrario Statale “P. Cuppari” di Alanno (PE);
l’Istituto Tecnico Industriale “L. dell’Erba” di Castellana Grotte (BA); l’Istituto Professionale Statale per i Servizi Ristorativi Turistici ed Alberghieri di Castellana Grotte (BA); l’Istituto di Istruzione Superiore “L.G.M. Columella” di Lecce; l’Istituto
Professionale “G. De Gemmis” di Terlizzi (BA); l’Istituto Professionale “Motolese” di
Martina Franca (TA); l’IPSSCTP “ Antonietta De Pace” di Lecce; l’IPAA “Giustino
Fortunato” di Potenza; l’ Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore di Leporano;
l’En.A.I.P. Puglia con sede in Bari; la Cantina Sociale Cooperativa a.r.l. di Locorotondo; il Consorzio Vivaistico Pugliese di Valenzano (BA), la Coldiretti Puglia (BA).
Organi sociali del CRSA sono l’Assemblea dei Soci, il Consiglio di Amministrazione,
la Giunta Esecutiva, il Collegio dei Revisori, il Presidente, il Direttore ed il Comitato
Tecnico Scientifico (Art. 11 dello statuto).
A norma dell’Art. 6 dello Statuto, il CRSA persegue finalità di ricerca, sperimentazione, formazione, dimostrazione e divulgazione nel settore dell’agricoltura ed in
particolare mira a:
a.
promuovere e sviluppare la sperimentazione di tecniche, metodi, modelli e
sistemi evolutivi nella gestione di risorse ambientali per uso agricolo;
154
b.
sperimentare direttamente, o in collaborazione con altri Enti o Istituti, aventi finalità analoghe, moderne tecnologie per la produzione, trasformazione, e conservazione dei prodotti agricoli ed agro - alimentari;
c.
promuovere lo sviluppo di biotecnologie ed attuarne il trasferimento;
d.
assumere idonee iniziative per la qualificazione genetica e sanitaria del germoplasma di interesse agrario;
e.
promuovere ed attuare la diffusione del materiale vivaistico sanitariamente
e geneticamente migliorato delle principali specie di interesse agrario dell’area mediterranea;
f.
promuovere le conoscenze delle novità vegetali mediante la partecipazione a
specifici programmi di ricerca e la realizzazione di campi di orientamento varietale;
g.
salvaguardare la biodiversità mediante l’attuazione di progetti mirati al recupero, alla conservazione e alla valorizzazione di ecotipi delle specie autoctone pugliesi (agrumi, fico, drupacee, olivo, pero, vite, ecc.).
h.
ridurre l’impatto ambientale delle attività agricole e dei rischi connessi all’impiego di fitofarmaci;
i.
promuovere la rilevazione della qualità e sicurezza dell’intera filiera produttiva “dal campo alla tavola” in particolare riguardo a olivo, vite, fruttiferi e ortive.
j.
valorizzare i prodotti tipici regionali;
k.
assistere gli operatori del settore vivaistico mediante l’organizzazione di corsi
di formazione con l’assistenza di tecnici di laboratori sia del CRSA che delle Istituzioni che con esso;
l.
qualificare ed aggiornare gli imprenditori agricoli attraverso lo svolgimento
di attività in forma associata per la valorizzazione delle produzioni agro-alimentari e
l’uso dei marchi collettivi;
m.
diffondere e trasferire i risultati conseguiti con la sperimentazione anche attraverso un servizio di divulgazione tecnico-scientifica;
n.
organizzare ed attuare corsi di formazione, stage, convegni, seminari, per
tecnici impegnati in agricoltura nonché realizzare strutture, campi sperimentali e
dimostrativi;
o.
istituire, a favore di tecnici meritevoli e bisognosi, borse di studio finalizzate
all’approfondimento di conoscenze teorico-pratiche;
p.
promuovere e sviluppare ogni altra attività che si traduca in un servizio socialmente utile per l’agricoltura;
q.
svolgere tutte le attività che si riconoscono utili per il raggiungimento dei fini
che il Centro si propone.
Come da specifico regolamento, il CRSA organizza le proprie attività in continua e
costante evoluzione per garantire ampio pluralismo e uniformità di intenti con quelle
che sono le esigenze del territorio che includono fra l’altro le importanti tematiche di
155
tutela dell’ambiente, sicurezza delle filiere agro-alimentari e sanità pubblica, partecipa a programmi di ricerca e organizza attività di formazione, informazione, divulgazione e promozione culturale.
Il CRSA è organizzato in aree e relativi settori ognuno dei quali, operando di concerto
con le istanze provenienti dalle forze sociali ed economiche del territorio, assicura lo
sviluppo delle proprie competenze, coordina attività di ricerca, favorisce la diffusione
dei risultati e il confronto con il territorio, promuove le collaborazioni con Università
e Istituti di ricerca italiani e stranieri, Enti pubblici e privati nonché società e imprese
del settore.
Il partenariato e le numerose collaborazioni scientifiche attivate consentono al CRSA
il coinvolgimento in Progetti di ricerca (Elenco progetti) a livello internazionale, nazionale e locale finanziati da Enti pubblici (Unione Europea, MIPAAF, Regioni, Province, Comuni, Camere di Commercio, ecc.) e privati, molti dei quali su tematiche
inerenti la qualità e la sicurezza degli alimenti, che lo pongono in stretto rapporto
con il mondo culturale, imprenditoriale e produttivo regionale, nazionale ed internazionale.
Il CRSA, che si avvale nel proprio organico di tecnici qualificati, ha collaborato alla
progettazione e alla realizzazione di numerosi progetti di ricerca e sviluppo come soggetto capofila o partner (Elenco Progetti) su tematiche riguardanti il settore agricoltura nel senso più ampio del termine ed in particolare con approfondimenti su
sicurezza alimentare, applicazione di programmi di produzione a basso impatto ambientale, tutela dell’ambiente e del consumatore, certificazione della qualità nel settore agro-alimentare, certificazione delle produzioni vivaistiche, ecc.. L’intensa attività
di ricerca e sviluppo nei settori dell’ambiente e della qualità e sicurezza alimentare
hanno permesso al CRSA di apportare significativi contributi all’ampliamento delle
conoscenze su messa a punto, validazione e trasferimento di strategie di protezione integrata delle produzioni agro-alimentari a basso impatto ambientale, in armonia con
quelle che sono le direttive comunitarie e i recepimenti nazionali e produzione di materiale di propagazione sano o adeguatamente risanato. Le esperienze maturate nella
determinazione dei residui di fitofarmaci in diverse matrici agro-alimentari (frutta,
verdura, olio, vino, acqua), eseguite utilizzando metodi di indagine ufficiali, innovativi e sensibili, poi, hanno permesso al CRSA di apportare un importante contributo al
conseguimento dell’obiettivo di valorizzazione di produzioni agroalimentari sia locali
che nazionali che rispondano ai requisiti di qualità richiesti dal consumatore.
Le collaborazioni con le più importanti case farmaceutiche hanno consentito l’approfondimento di problematiche inerenti l’efficacia di sostanze di nuova sintesi da
utilizzare in campo agrario nonché di quelle già in commercio per usi diversi da quelli
previsti; mentre quelle con Enti di ricerca e imprese del settore vitivinicolo riguardo
alla determinazione del contenuto di Ocratossina A in campioni di uva, mosto e vino
hanno fornito un importante contributo all’innovazione tecnologica nella qualità e
156
salubrità dei vini.
Il CRSA è sede operativa accreditata per la realizzazione di attività formative finanziate con fondi pubblici ai sensi dell’art. 25, comma 1 della L.R.N. 15 del 07 agosto
2002 – Delibera di Giunta Regionale n. 2023 del 29/12/04.
Il CRSA è dotato di laboratori accreditati: Laboratorio per la Diagnosi fitopatologia
di cui ai DD.MM. 14/04/1997 (Prot. 745/OMP del 06/04/1998); Centro di saggio per
la conduzione di prove ufficiali di campo con prodotti fitosanitari per valutazione
sull’efficacia e sui residui di cui al D.L. n. 194 del 17/03/199; Laboratorio di Analisi
Agroalimentare ed Agro-ambientale e Laboratorio enologico accreditati ACCREDIA
n.0985 secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025, riconosciuto dal Ministero
delle Politiche Agricole e Forestali quale laboratorio autorizzato per le analisi sui vini
ai fini dell’esportazione.
Le competenze acquisite e la disponibilità di celle (frigorifere e climatiche), serre termocondizionate, tunnel di acclimatamento, serre a rete a prova di insetto, ombrai
e terreni hanno permesso al CRSA, inoltre, di svolgere diverse attività delegate. Il
CRSA ha ottenuto dal MIPAAF la delega (Convenzione 12/02/2002) alla realizzazione e gestione della Sezione Incrementale Nazionale degli Agrumi, dalla Regione Puglia, quella a svolgere attività di Premoltiplicazione di agrumi, prunoidee, olivo e vite
(deliberazione di Consiglio Regionale n. 871 del 23/06/1994), attività di supporto al
Servizio Fitosanitario Regionale (giuste convenzioni annuali a partire dal 29/08/1995)
ed ad istituire (deliberazione della Giunta Regionale n. 2254 del 23/12/2003) presso
il CRSA il Comitato di Concertazione per la valorizzazione del patrimonio vivaistico
viticolo regionale.
L’attività è dislocata sul territorio della Regione in diverse Sezioni Operative (S.O.) a
differente vocazione per rispettare le esigenze pedoclimatiche delle diverse specie in premoltiplicazione. Ogni S.O. è dotata di campi e strutture, previsti dai protocolli tecnici
per le diverse specie, idonee all’allevamento, alla conduzione delle piante madri di cat.
“Base” ed all’ attività vivaistica per la produzione di astoni cat. “base” (innestati e
franchi di piede), nonché alla produzione di vasi di portinnesti cat. “Base” allevati in
vitro.
La Regione Puglia ha inoltre delegato al CRSA, un programma per il miglioramento
qualitativo delle produzioni agricole per il controllo dei residui di prodotti fitosanitari
finalizzato alla razionalizzazione delle tecniche di difesa delle colture.
Il CRSA è inoltre impegnato nell’attività di Conservazione del germoplasma della
vite in collaborazione con Istituti e Dipartimenti dell’Università degli Studi di Bari
e di Foggia, l’Istituto Agronomico Mediterraneo e l’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Turi.
157
Al fine di interpretare e dare risposte concrete alla domanda formativa e divulgativa
del territorio, il CRSA ha promosso numerosi incontri, a diversi livelli, coinvolgendo
Enti locali, Università, Enti di Ricerca, Scuole, Organizzazioni professionali, Parti
sociali nonché professionisti ed operatori del settore agricoltura partecipando fra l’altro a specifici programmi di formazione su tematiche riguardanti il settore agricoltura nel senso più ampio del termine.
Di concerto con l’apparato produttivo per il trasferimento tecnologico, il CRSA è
anche attivamente impegnato nell’organizzazione di convegni e manifestazioni divulgative a carattere internazionale, nazionale, interregionale, regionale e locale (Elenco
Convegni), nonché nella Formazione mediante attivazione di borse di studio.
Sulla base di quanto sin qui riassunto e in piena sintonia con quelli che sono gli obiettivi prioritari del CRSA, la ricchezza di strutture, competenze e professionalità anche
documentate dalla produzione scientifica (Elenco Pubblicazioni) sono messi a disposizione al fine di perseguire l’obiettivo di sicurezza alimentare per la tutela della vita
e della salute umana e del patrimonio agro-alimentare italiano proprio dell’Autorità
italiana per la sicurezza.
COLLABORAZIONI SCIENTIFICHE E FORMATIVE
CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE
- Istituto di Nematologia Agraria, Bari;
- Istituto di Scienze delle Produzioni Animali, Bari;
- Istituto di Virologia Vegetale sezione di Bari (I.V.V.-BA);
- Istituto di Virologia Vegetale unità distaccata vite di Grugliasco (TO);
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI di Bari
- Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti
POLITECNICO DI BARI
- Dipartimento di Ingegneria delle Acque e di Chimica
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI di Foggia
- Istituto di Produzioni e Preparazioni Alimentari
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI di Bologna
-Dipartimento di Colture Arboree
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI di Milano
- Istituto di Coltivazioni Arboree
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI di Firenze
- Dipartimento di Ortofrutticoltura
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TIRANA
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BELGRADO
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PATRASSO
158
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ZAGABRIA
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NOVI SAD
MINISTERO PER LE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI - CRA
-
Istituto sperimentale per l’Agrumicoltura di Acireale (CT);
-
Istituto Sperimentale per la Frutticoltura di Roma;
-
Istituto Sperimentale per la Patologia Vegetale di Roma;
-
Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Turi (BA);
-
Istituto Sperimentale per l’Enologia di Barletta (BAT):
ISTITUTO AGRONOMICO MEDITERRANEO, Valenzano (BA)
ISTITUTO AGRONOMICO PER L’OLTREMARE di Firenze
ISTITUTO NAZIONALE PER IL COMMERCIO ESTERO - PUGLIA
CAMERA di COMMERCIO, Taranto
CENTRO DI RICERCHE “BONOMO”
D.A.RE. PUGLIA
G.A.C. “Mare degli Ulivi”
G.A.L. “Valle d’Itria”
G.A.L. “Luoghi del Mito”
G.A.L. “Terre del Primitivo”
INNOVATIVE SOLUTIONS SRL
Istituti secondari
I.T.Ag. “E. Pantanelli”, Ostuni
I.I.S.S. “Agherbino”, Noci
I.I.S.S. “L. Da Vinci” Fasano
I.I.S.S. “Leporano”
I.I.S.S. “M. De Nora”, Altamura
I.I.S.S. “M. Lentini – A. Einstein”, Mottola
I.I.S.S. “N. Chiarulli” Acquaviva delle Fonti
I.I.S.S. “San Benedetto”, Conversano
I.I.S.S. “Tommaso Fiore” di Modugno
I.I.S.S. “Vito Sante Longo” ITC “A. Moro” di Monopoli,
I.I.S.S. Santeramo in Colle
I.P.A.A. “G. De Gemmis” Terlizzi
I.P.S.A.R. Castellana Grotte
I.P.S.A.R.T.P. “ M. Perrone”, Castellaneta
I.P.S.I.A. «Archimede», Barletta
I.P.S.S. “A. Motolese” Martina Franca
I.P.S.S.A.R.“A. Perotti”
I.P.S.S.C.T.P. “A. De Pace” Lecce
I.S.I.S.S. “B. Caramia- F. Gigante” Locoortondo
159
I.S.I.S.S. “G. Pavoncelli” Cerignola
I.S.I.S.S. “Pepe- Calamo”, Ostuni
I.T.Ag. “G. Presta”, Lecce
I.T.Ag.“C. Mondelli”, Massacra
I.T.Ag.“M. Di Sagro”, San Severo
I.T.C. “A. Moro” Monopoli
I.T.C. “E. Montale”, Rutigliano
I.T.C. “G. Toniolo”, Manfredonia
I.T.C. “S. Pertini”, Turi
I.T.C. “V. Bachelet” di Copertino
I.T.C. “V. Emanuele III”, Lucera
I.T.C.G. “L.Einaudi” Manduria
I.T.I.S. “L. Dell’Erba” Castellana Grotte
Aziende
A.P.I.M., Brindisi
Agriflor s.r.l. vivaistica ornamentale di Terlizzi,
Agritest Srl, Valenzano
Agriplan SRL, Bari
AIAB Puglia
Asso Apulian di Bari
Az. Agr. Agrisol di Balzano Enza di Terlizzi,
Az. Agr. Querceta, Putignano
Az.Florovivaistica La Mediterranea di Terlizzi,
Azienda Agr. Ceci Consalvo, Andria
Azienda Agr. Lanzillotti, Bari
Azienda Agr. Bio. Santoro Marco Emilio
Azienda Agr. F.LLI TANDOI, Corato
Azienda Agricola Caterina Giannoccaro di Sammichele di Bari
Azienda Agricola di Floricoltura di Carallo Antonio di Monteroni di Lecce
Azienda Agricola Tiberio Cairo Piante di Copertino
Azienda Agrituristica SERINE, Castrignano del Capo (LE)
Azienda Arboviridis sas di Lecce
Azienda Floricoltura Marti di Leverano
Azienda Florovivaistica La Mediterranea di Terlizzi,
Azienda Ortoflorovivaistica Piante Mediterranee di Monteroni di Lecce
Azienda Paglialunga Antonio di Leverano
Azienda Progetto Verde di Monteroni di Lecce
Azienda Viticola Perrini, Castellaneta
Azienda Vivai Piante Ortaggi e Fiori di Perrone Cosimo di Leverano
160
Azienda Zecca Flavio di Leverano
Azienda Zootecnica Casulli, Putignano
BonassisaLab, Foggia
Cantina del Locorotondo
Cantina Cooperativa Soc. “Dolce Morso”
CAP - Cooperativa Allevatori, Putignano
Caseificio Nettis Martino Snc,
Caseificio Vito Cosimo Copertino, Ostini
Cescot Centro di Sviluppo Commercio Turismo e Terziario, Bari
CiVi Italia
COGEA S.p.A., Roma
Consea S.r.l. di Martina Franca (TA),
Coop. A.r.l. di Ostuni, Oleificio Cooperativo
Coop. Agr. U.P.A.L. di Costernino
Didonna Trade srl, Rutigliano
EDEN /94 s.r.l di Manduria (TA)
Edison Consulting snc di Noci (BA),
Emittente Telenorba SpA di Conversano
Euroquality Lab. Gioia del Colle
Florovivaistica Pinto Nicola di Locorotondo
Florpagano di Antonio Pagano e Co. s.s. di Ruvo di Puglia,
Frudis Prod. Import – Export Prodotti Ortofrutticol, Noicattaro
Giuliano s.r.l.
La Bella di Cerignola Soc. Coop. A R.L.
Leader Soc. Coop. Consortile di Brindisi
Masseria LO PRIENO Galatone
MercaFlor di Taviano
Mozzarella Gioiella, Gioia del Colle
O.P.OLI.BRI Soc
Oleificio Cooperativo Coltivatori Coldiretti, Ostuni
PROGEVA S.r.l di Laterza (TA).
Puglia Alimentare s.r.l. di Martina Franca
Puglia Conserve s.r.l. di Modugno,
RECSEL S.r.l di Taranto,
RI.QU.AL Sas
Serveco S.r.l. di Montemesola (TA),
Società Cooperativa GEDA di Noci,
Società Semplice Agricola FLORPAGANO di Ruvo di Puglia (BA),
Studio dott. Agr. A. Palmisano
Tecnolab Altamura
161
Tecnopiante di Monopoli
Valcoop Piccola Soc. Coop. Agr. a r.l. Martina Franca
Villetta delle Palme di Perriccia Palma
Vitivinicola Colavecchio, Putignano
Vitivinicola Melillo
Vivai Aversa di Monopoli
Vivai Capitanio Stefano di Monopoli
Vivai Colucci di Martina Franca
Vivai De Michele di Ostuni
Vivai De Nicolo di Terlizzi
Vivai Giannoccaro, Sammichele di Bari
Vivai Pichichero Pasquale di Cassano delle Murge
Vueffe Consulting S.r.l. di Terlizzi,
Consorzi
Consorzio Puglia Natura
Consorzio Italiano per il Biologico, Bari
Consorzio di Gestione di Torre Guaceto con sede a Carovigno (BR),
Consorzio delle Aziende Agrituristiche Ostunesi di Ostuni.
Consorzi Di Difesa Delle Produzioni Intensive Delle Province Di Bari, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto
Consorzio di Tutela Murgia di Mottola
Consorzio per la Tutela del Vino D.O.C. di Locorotondo
Consorzio Paniere di Puglia di Martina Franca,
Consorzio Produttori Vini E Mosti Rossi Soc. Coop. A R. L.
Consorzio A.T.O. Bari/5 di Putignano
Associazioni di categoria
Confederazione Italiana Agricoltori - Puglia
Confederazione Italiana Agricoltori - Provincia di Bari
Federazione Regionale Coldiretti Puglia di Brindisi
Federazione Regionale Coldiretti Puglia di Taranto
Federazione Regionale Coldiretti di Bari,
Federazione Regionale Coldiretti Puglia
Comuni
Comune di Carpino
Comune di Conversano
Comune di Lesina
Comune di Ostuni,
Comune di Putignano
162
Comune di Locorotondo
Comune di Terlizzi
Altri
Centro Internazionale Alti Studi Universitari
Centro Ricerche Delle Produzioni Vegetali Di Diegaro, Cesena
Centro Territoriale per l’Impiego di Monopoli
Associazione Enologi Enotecnica Italiani
Associazione Jonico-Salentina Tra Produttori Ortofrutticoli Ed Agrumari
ASSOENOLOGI Sezione Puglia Basilicata Calabria
Associazione Regionale Terranostra Puglia
Fondazione Heliantus di Noci
Enaip Puglia
Società Agrochimiche
AlzChemAG
Basf Italia Spa
Bayer CropScience
Belchim Crop Protection Italia SpA
Certis Europe B.V.
Dow AgroSciences Italia S.r.l.
Du Pont de Nemours Italiana S.r.l. Crop Protection
Gowan Italia
Intrachem Bio Italia
Isagro Italia
Makhteshim-Agan Italia
Sipcam
Syngenta CropProtection
PROGETTI DI RICERCA
SOGGETTO CAPOFILA
Internazionali
Valorizzazione del germoplasma ortofrutticolo locale albanese mediante l’introduzione di tecniche innovative di coltivazione e di protezione integrata - INTERREG II
Cooperazione Italia-Albania
Ente Finanziatore: Comunità Europea - Regione Puglia
Durata: 2000-2001
Progetto integrato per la valorizzazione delle produzioni tipiche locali (PRINT) – Interreg III A Italia-Albania 2000-2006 Asse III Misura 3.1.
163
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata: 2000-2006
INTERREG III A Transfrontaliero Adriatico “Valorization, sanitation and production of local vines and wines” (VARIPROVIT).
Ente Finanziatore: Unione Europea
Durata: 2005-2007
Interregionali
Validazione e Trasferimento alla pratica agricola di norme tecniche per l’accertamento dello stato sanitario di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle produzioni vivaistiche - Programma Operativo Multiregionale - Misura 2
“Attività di sostegno ai Servizi di Sviluppo Agricolo”
Ente Finanziatore: Comunità Europea
Durata: 1999-2001
Individuazione dei momenti critici della filiera viticolo enologica - “Programma Interregionale - Agricoltura e Qualità”
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata: 2001-2002
Programma Interregionale “Agricoltura e Qualità” Misura 2. “Controllo dell’impiego
di fitofarmaci in agricoltura”
Ente Finanziatore: Mi.Pa.F.
Durata: 2001-2002
Programma Interregionale “Agricoltura e Qualità” Misura 2. “Controllo dell’impiego
di fitofarmaci in agricoltura”
Ente Finanziatore: Mi.Pa.F.
Durata: 2008-2009
Regionali
Verifica della base ampelografica Progetto Finalizzato Vitivinicolo
Ente Finanziatore: MIPAAF - Regione Puglia.
Durata: 1997-2000
Progetto “Selezione e produzione di materiale di propagazione certificato di vitigni
ad uva da vino, da tavola, e portinnesti, di drupacee, di agrumi e di olivo” (POP
Puglia 1994/99-Misura 4.3.1.)
Ente Finanziatore: Regione Puglia
164
Durata 1998-2001
“Alterazioni del legno della vite (escoriosi, mal dell’esca e imbrunimenti delle barbatelle)” (POP Puglia 1994/99 - Misura 4.3.1.).
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata 1998-2001
“Messa a punto di strategie di protezione integrata per Phillocnistis citrella S. in biotopo di agrumeto” (POP Puglia 1994/99 - Misura 4.3.1.).
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata 1998-2001
“Mezzi alternativi di lotta contro le malattie postraccolta dell’Uva da tavola e delle
ciliegie” (POP Puglia 1994/99 - Misura 4.3.1.).
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata 1998-2001
“Messa a punto di strategie di protezione integrata per Frankliniella occidentalis (Pergande, Tripide dei Fiori) su biotopo vigneto (uva da tavola)” (POP Puglia 1994/99 Misura 4.3.1.).
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata 1998-2001
“Messa a punto di strategie di protezione integrata per Capnodis Tenebronis L., Buprestide nero delle rosacee su drupacee” (POP Puglia 1994/99 - Misura 4.3.1.).
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata 1998-2001
“Lotta chimica, biologica ed integrata contro il marciume radicale degli agrumi da
Phytophtora spp.” (POP Puglia 1994/99 - Misura 4.3.1.).
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata 1998-2001
Progetto “Liste di Orientamento Varietale degli Agrumi”
Ente Finanziatore: MIPAAF
Durata: 2000-2001
Progetto “Agricoltura e Qualità: Filiera Viticolo - Enologica” Programma Interregionale “Agricoltura e Qualita’ - Misura 1 “Qualificazione Delle Produzioni”
Ente Finanziatore: Regione Puglia
165
Durata 2001-2003
Progetto “Promozione e valorizzazione delle produzioni autoctone agrumicole, frutticole, olivicole e viticole di alcuni areali pugliesi”
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata 2004-2005
Programma Regionale: “Ricerca e sperimentazione, trasferimento e programmi a
forte contenuto innovativo” intervento 2.1 Progetto di ricerca “Selezione clonale e
sanitaria di vitigni ad uva da vino, da tavola e dei relativi portinnesti” – SELMIVI.
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata 2005-2007
Programma L.E.A.D.E.R.- G.A.L. “Luoghi del mito” (mis. I.3.1, int. b1) - “La vitivinicoltura nell’area GAL Terre del Mito“.
Ente Finanziatore: Unione Europea
Durata: 2006
Progetto: “Realizzazione di una scala di valutazione della maturazione di varietà di
ciliegio dolce su base colorimetrica – IN.CO.CI”.
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata: 2006-2007
ProgrammaL.E.A.D.E.R. + G.A.L. “Terre del Primitivo”: misura I.3. intervento 1 b)
– “Realizzazione di studi per il miglioramento della qualità del vino primitivo- Studi mirati alla selezione clonale e valutazione comparata dei diversi ecotipi locali del
primitivo”.
Ente Finanziatore: Unione Europea
Durata: 2007
L.E.A.D.E.R. + G.A.L. “Terre del Primitivo” Studio per la denominazione di origine
controllata e garantita “Primitivo di Manduria dolce naturale” DOCG.
Ente Finanziatore: Unione Europea, Regione Puglia
Durata: 2007
Progetto di Ricerca POR Puglia 2000-2006-Misura 3.12, azione A)- Intervento specifico A.1-Borse per lavori di ricerca. Titolo: “Messa a punto di metodologie innovative
prontamente trasferibili per migliorare la qualità e sicurezza dei vini tipici pugliesi”.
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata: 2007-2008
166
Progetto di Ricerca POR Puglia 2000-2006-Misura 3.12, azione A)- Intervento specifico A.1-Borse per lavori di ricerca. Titolo: “Selezione e valorizzazione di Batteri
lattici autoctoni per la produzione di vini rossi regionali”.
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata: 2007-2008
Provinciali
“Innovazione della tecnica enologica, caratterizzazione e miglioramento sanitario del
vitigno Primitivo per la valorizzazione delle produzioni enologiche tipiche della provincia di Taranto”.
Ente Finanziatore: Camera di Commercio di Taranto Consorzio Produttori Vini e
Mosti Rossi soc. coop. a.r.l. (CPVMR), Cantine Cooperative Dolce Morso.
Durata: 2002-2007
“Recupero di vitigni autoctoni per la valorizzazione di produzioni enologiche di nicchia della provincia di Bari”
Ente Finanziatore: Provincia di Bari
Durata: 2005-2008
Miglioramento della qualità delle produzioni e delle capacità di mercato del vivaismo
viticolo pugliese.
Ente Finanziatore: Provincia di Lecce
Durata: 2006-2009
Progetto pilota “Incentivazione all’adozione di protocolli di certificazione volontaria
di prodotto da parte di aziende agricole”. Approvato dalla Giunta Provinciale con
delibera n. 244 del 28-12-2007.
Ente Finanziatore: Provincia di Bari
Durata: 2008-2009
Di privati
“Ricerca e sperimentazione sulla efficacia di fungicidi, insetticidi, erbicidi e antagonisti microbici sulla protezione integrata e biologica delle colture mediterranee” (Isagro
Italia SrL; Basf Italia SpA; Dow Agrosciences b.v.; Syngenta CropProtection SpA;
Bayer Crop Science SpA; Dupont de Nemours Italiana SrL; Agribiotec SrL; Makhteshim Agan SrL; Intrachem Bio Italia SpA; Agrimport SpA; Cerexagri SA; Cheminova Agro Italia Srl; Novartis Protezione Piante SpA; Solplant SpA; Agrevo Italia Srl;
Rhône-Poulenc Agro Italia SpA; Sipcam SpA; Nufarm).
167
SOGGETTO PARTNER
Internazionali
Produzione, conservazione ed uso del materiale di propagazione certificato per lo sviluppo di un’attività vivaistica qualificata in Albania” (Ministero per gli Esteri in collaborazione con IAMB).
“Complesso di strutture ed interventi di completamento per il centro di diagnosi e
terapia fitopatologica di Lija” (cooperazione con il Ministero dell’Agricoltura di Malta).
“Promozione della produzione di piante arboree e viticole certificate” (promosso dalla G.T.Z., cooperazione tedesca con il Ministero dell’Agricoltura dell’Algeria).
P.I.C. Interreg II Italia - Albania Cooperazione transfrontaliera - Cooperazione in
Agricoltura “Introduzione di Innovazioni Tecnologiche nei Processi Produttivi” (Regione Puglia deliberazione n. 713 dell’11/03/1996).
Twinning Project Malta – Italy “Capacity Building at the Health Department” (Ministry for Plural Affaire and the Environment Malta – MIPAAF Italia)
Programma di Iniziativa Comunitaria INTERREG IIIA Grecia-Italia 2000-2006,
Asse 2 “Imprenditorialità”, Misura 1 ”Cooperazione nel campo della ricerca, dello
sviluppo e del trasferimento delle tecnologie”, Progetto “Sviluppo e promozione per i
sistemi di produzione biologica” (ProBioSis);
Ente Finanziatore: Regione Puglia e Unione Europea
Durata 2006-2008
Interreg Grecia-Italia “Support and promotion of local characteristic products “
(LocPro).
Ente Finanziatore: Unione Europea
Durata: 2007-2008
Nazionali
Progetto PON - SIVINA “Individuazione di metodologie innovative prontamente
trasferibili per migliorare la sicurezza dei vini rossi di qualità del Salento”.
Ente Finanziatore: M.I.U.R.
Durata 2004-2008
Progetto “Valutazione di nuovo germoplasma resistente per coltivazioni di uva da
168
tavola a ridotto impatto ambientale” - Programma Nazionale della Ricerca (PNR
2005-2007). Progetti di ricerca e sperimentazione nel settore dell’agricoltura proposti
dalle piccole e medie imprese condotte da giovani imprenditori agricoli, da realizzarsi
attraverso la collaborazione di Istituzioni pubbliche di ricerca.
Durata: 2005-2007
Messa a punto di metodologie innovative prontamente trasferibili per migliorare la
qualità e sicurezza dei vini tipici pugliesi. Contratti di Programma
D.G.R. n. 1134 dell’8/8/02: POR PUGLIA 2000-2006 – Misura 4.18. Sviluppo della
competitività del sistema cooperativo vitivinicolo pugliese
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata: 2006-2009
Progetto “Ricerche per il miglioramento della frutticoltura meridionale” (FRUMED), Sottoprogetto 1 “Produzione di materiale vivaistico di qualità in regime di
agricoltura biologica” (ProViSUD)
Ente Finanziatore: M.I.P.A.F
Durata 2008-2011
Gruppo di lavoro ARON-ARNADIA per l’Armonizzazione dei protocolli di diagnosi
per i principali virus della vite e per il viroide Potato spindle tuber (PSTVd) ed altri
agenti viroidali delle piante ornamentali
Ente Finanziatore: M.I.P.A.F
Durata 2009-2010
Valutazione di nuovo germoplasma resistente per coltivazioni di uva da tavola a ridotto impatto ambientale.
Ente Finanziatore: MiPAAF (bando OIGA)
Durata: 2009-2011
Progetto Nazionale“Interventi strategici per la difesa e tutela del vivaismo ornamentale nei confronti di Potato spindle tuber viroid (PSTVd) ed altri agenti viroidali”
Ente Finanziatore: M.I.P.A.F
Durata: 2009-2012
Progetto “Definizione di mezzi tecnici, protocolli impiegabili nel Vivaismo Biologico
di Olivo e Agrumi” MIPAAF D.M. n. 200 del 18-07-2007.
Ente Finanziatore: M.I.P.A.F
Durata: 2010-2012.
169
Interregionali
Progetto P.O.M. A32: “Attività di sostegno a servizi di sviluppo per l’Agricoltura”
Misura 2. “Innovazioni tecnologiche e trasferimento dei risultati della ricerca. Validazione e trasferimento alla pratica agricola di norme tecniche per l’accertamento dello
stato sanitario di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle
produzioni vivaistiche”.
Ente Finanziatore: M.I.P.A.F
Durata: 1999-2001
Progetti di collaborazione per la valutazione di nuove cultivar di “Fruttiferi adatti
alla coltivazione in ambienti meridionali ed esenti dalle virosi ed altre malattie economicamente rilevanti” in collaborazione con le Università degli Studi di Bari, Bologna,
Firenze e Milano, lo IAMB e Co.Vi.P. di Valenzano, il C.R.P.V. di Forlì e l’Istituto
Sperimentale per la Frutticoltura di Roma.
Progetto Interregionale OLVIVA “ Qualificazione del Vivaismo Olivicolo: Caratterizzazione Varietale, Sanitaria e Innovazioni nella Tecnologia Vivaistica 2006-2009
(L.499/99 – Programmi Interregionali Programma “Sviluppo Rurale Sottoprogramma “Innovazione e Ricerca” D.M. N. 25279 del 23/12/2003).
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata: 2006-2009
Progetto di ricerca “valutazione dell’efficacia contro Plasmopara viticola di composti
rameici utilizzati a dosi ridotte in viticoltura biologica e valutazione di prodotti alternativi” (Bando Ricerca e Sperimentazione della Regione Marche – L.R. 37/99 – DGR
1234/05);
Ente Finanziatore: Regione Marche
Durata: 2008-2010
Regionali
“Progetto di salvaguardia del patrimonio viticolo calabrese e selezione clonale e sanitaria dei vitigni D.O.C. di Cirò” (Regione Calabria - delibera di G. R. n.7907 del
30/12/1991).
Ente Finanziatore: Regione Calabria
Durata: 1991-2002
Verifica della base ampelografica Progetto Finalizzato Vitivinicolo
Ente Finanziatore: MIPAAF - Regione Puglia.
DURATA: 1997-2000
170
Progetto finalizzato “Vitivinicolo” Sottoprogetto “Zonazione del Bianco Locorotondo e Martina”
Ente Finanziatore: MIPAAF - Regione Puglia.
DURATA: 1997-2000
Selezione clonale e sanitaria per la salvaguardia del patrimonio viticolo delle Marche.
Ente Finanziatore: Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche
Durata: 1997 - 2004
Progetto “Miglioramento sanitario della cultivar di ciliegio Cappuccia” – Sicilia.
Recupero e valorizzazione del Moscatello di Castiglione a Casauria – Abruzzo.
Ente Finanziatore: Regione Abruzzo
Durata: 2005-2007
Progetto CICP: “Studio bio-etologico della cavalletta crociata, finalizzato al controllo
delle relative infestazioni con metodi a basso impatto ambientale e con metodi biologici”
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata: 2005-2007
Progetto: PROTVINI – La protezione integrata dalle malattie fungine: fattore di
qualità e sicurezza alimentare nella filiera vitivinicola”.
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata 2005-2007
ENOCOOP Messa a punto di metodologie innovative prontamente trasferibili per
migliorare la qualità e sicurezza dei vini tipici pugliesi
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata 2006-2009
Recupero e valorizzazione della viticoltura nel comprensorio dei Trulli
Ente Finanziatore: Provincia di Bari e Comuni di Cisternino (Br), Locorotondo (Ba)e
Martina Franca (Ta)
Durata: 2007-2009
Messa a punto di un nuovo metodo per la ricerca di residui di fitofarmaci presenti o
potenziali in prodotti ortofrutticoli - Progetto Bonassisa - P.O. PUGLIA 2007-2013
Linea 1.1 – Bando “AIUTI AGLI INVESTIMENTI IN RICERCA PER LE PMI”
171
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata: 2010-2011
Analisi e validazione di protocolli di ricerca territoriale finalizzati alla zonazione e all’affermazione commerciale dei prodotti vitivinicoli del PIF “Al cuore del Primitivo”
(PRIMITIVO ZONE). Misura 124 – Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti,
processi e tecnologie nei settori agricolo e alimentare, e in quello forestale
Ente Finanziatore: Unione Europea, Regione Puglia
Durata: 2011-2012
Valorizzazione della qualità e della sicurezza delle produzioni vitivinicole a base Negroamaro (VAL. NEGR. ). Misura 124 – Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo e alimentare, e in quello forestale
Ente Finanziatore: Unione Europea, Regione Puglia
Durata: 2011-2012
Prodotti innovativi per l’industria enologica – (P.I.ENO.) P.O. PUGLIA per il FSE
2007 – 2013 Asse IV – Capitale Umano AVVISO 19/2009 “Ritorno al futuro – Borse
di ricerca”
Ente Finanziatore: Regione Puglia
Durata: 2011-2012
Provinciali
Miglioramento dei vini ottenuti da Nero di Troia
Ente Finanziatore: Provincia di Bari.
Durata: 2008-2009
Di privati
Progetto MAGIS Uva da tavola
Ente Finanziatore: Bayer Cropscience
Durata: 2011-2013
PROGETTI FORMATIVI - FORMAZIONE
SOGGETTO CAPOFILA
Corso I.F.T.S. in “Vivaismo Ortoflorofrutticolo”
Sede: Istituto Tecnico Agrario Statale “Basile Caramia”, Locorotondo
Corso I.F.T.S. in “Viticoltura ed Enologia”
Sede: Istituto Tecnico Agrario Statale “Basile Caramia”, Locorotondo
Corso I.F.T.S. in “Olivicoltura ed Elaiotecnica”
172
Sede: Istituto Tecnico Agrario Statale“G. Presta”, Lecce
Corso I.F.T.S. in “Ortofrutticoltura conserviera”
Sede: Istituto Tecnico Agrario Statale “M. Di Sangro”, San Severo
ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - Deliberazione della Giunta Regionale n.
1625 del 23/11/1999 – BURP n. 118 del 25/11/1999
DURATA: 1800 ore
N. 9 Corsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore - IFTS
1.“Tecnico Specialista nelle Produzioni Lattiero Casearie” (Sede: I.T.Agr. “B. Caramia – F. Gigante”, Alberobello)
2.“Tecnico Specialista nella Filiera Olivicola-Olearia con metodo biologico” (Sede:
I.T.Agr. Prov. “Umberto I”, Andria)
3. “Tecnico esperto nei sistemi di qualità nelle aziende agroalimentari” (Sede: I.T.I.S.
“L. dell’Erba”, Castellana Grotte)
4. “Tecnico specialista in vivaismo ortofloricolo” (Sede: I.S.I.S.S. “G. Pavoncelli”,
Cerignola)
5. “Tecnico Specialista in tecniche di organizzazione e gestione di aziende agrituristiche” (Sede: I.T.Agr. G. Presta, Lecce)
6. “Tecnico Specialista nella filiera enologica” (Sede: Istituto di Istruzione Secondaria
Superiore “B. Caramia - F. Gigante”, Locorotondo)
7. Tecnico Esperto delle tecniche di produzione biologica ed integrata in ortofrutticoltura” (Sede: Istituto Tecnico Agrario “C. Mondelli”, Massafra)
8.“Tecnico Specialista nella filiera olivicola olearia” (Sede: Istituto Tecnico Agrario
“E. Pantanelli”, Ostuni)
9.“Tecnico Specialista per la gestione dei parchi e delle riserve naturali” (Sede: Istituto Tecnico Agrario “M. Di Sangro”, San Severo)
ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - POR Puglia 2000 – 2006 - Asse III – Misura 3.7 – Azione C. Atto Dirigenziale G. R. n. 595 dell’11/11/2004
DURATA: 1200 ore
N. 6 Corsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore - IFTS
1.“Tecnico Superiore Esperto nella produzione e commercializzazione di produzioni
frutticole in regime di agricoltura ecocompatibile”(Sede: Istituto Tecnico Commerciale “S. Pertini”, Turi)
2. Tecnico Superiore esperto nella conservazione, trasformazione e commercializzazione di prodotti orticoli ed olivicoli” (Sede: I.S.I.S.S. “G. Pavoncelli”, Cerignola)
3. “Tecnico Superiore Esperto nelle produzioni vegetali in regime di agricoltura biologica” (Sede: Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”,
Locorotondo);
4. Tecnico Superiore Esperto nella conservazione, trasformazione e controllo di qua-
173
lità dei prodotti agroindustriali (Sede: Istituto di Istruzione Secondaria Superiore
“Pepe-Calamo” Ostuni);
5. Tecnico Superiore Esperto nella produzione e qualificazione delle produzioni lattiero casearie (Sede: Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “A. Agherbino”, Putignano);
6. “Tecnico Superiore Esperto di laboratorio per aspetti chimico-biologici” (Sede:
Istituto di Istruzione Secondaria Superiore I.P.S.I.A. – I.T.C., Santeramo in Colle)
ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - Avviso n.1/2006 Determinazione del Dirigente del Settore Formazione Professionale n. 140 del 17 marzo 2006 - BURP n. 38 del
23 marzo 200 Misura 3.7, azione c) del complemento di programmazione del POR Puglia
2000 – 2006
DURATA: 1200 ore
N. 41 corsi di formazione rivolti a giovani agricoltori beneficiari del premio per il primo
insediamento in agricoltura tenutisi in diversi Comuni Pugliesi
ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - P. O. R. Puglia 2000 – 2006 Fondo FEOGA
Sezione Orientamento – Asse IV – Sistemi locali di sviluppo – Misura 4.21 “Consolidamento ed innovazione delle competenze tecniche degli imprenditori agricoli e operatori
del settore”. Determinazione del Dirigente del Settore Agricoltura n. 697 del 06.05.2008
- BURP n. 77 del 15.05.2008
DURATA 200 Ore
N. 4 Corsi
1.“Esperto di sistemi di gestione ai fini della sicurezza delle imprese di autotrasporto”
(Sede: ITC “A. Moro” Monopoli)
2.“Gestione e controllo dell’ambiente: tecniche e tecnologie per la sostenibilità della
gestione di coltivazioni floricole in ambiente protetto” (Sede: Istituto Professionale
“G. De Gemmis” di Terlizzi)
3. “Marchi, agricoltura e turismo nel sistema delle aree protette” (Sede: Centro di
Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” CRSA – Locorotondo)
4.“Progettazione e gestione sostenibile del territorio agroforestale” (Sede: IISS “A.
Agherbino” Noci)
ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - POR Puglia 2000-2006, ASSE I Misura
1.10 azione b) - AVVISO n. 3/2009 - Determinazione Dirigenziale n. 552 del 21/04/2009
–BURP n. 62 del 23/04/2009
DURATA: 100 ore
N. 4 Corsi
1.“Lo sviluppo del settore agroalimentare pugliese attraverso l’export management”
174
(Sede: ITC “S. Pertini” di Turi)
2. “Marketing internazionale dei prodotti agroalimentari” (Sede: ITC “A. Moro” di
Monopoli)
3. “Tecnico Specialista nell’organizzazione e gestione informatizzata di aziende agroalimentari” (Sede: Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” CRSA – Locorotondo)
4. “Marketing internazionale per le piccole e medie imprese” (Sede: IISS “Tommaso
Fiore” di Modugno)
ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - POR Puglia 2000-2006, ASSE IV Misura 4.20 azione b) - AVVISO n. 5/2009 - Determinazione Dirigenziale n. 554 del
21/04/2009 - BURP n. 62 del 23/04/2009
DURATA: 100
Progetto”Esperto in tecniche vivaistiche floricole ed ornamentali”
Sede: Istituto Professionale “G. De Gemmis” di Terlizzi
ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - POR Puglia 2000-2006 ASSE III Mis. 3.14
azione d). Avviso n. 8/2009 - D.D. n. 930 del 12/06/09 - BURP n. 89 del 18/06/09
DURATA: 600
Corso “Tecnico Specialista nell’organizzazione e gestione informatizzata di aziende
agroalimentari”
Sede: Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” Locorotondo
ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - POR Puglia 2000-2006 ASSE III Mis.
3.14 Azione d). Avviso n. 8/2009 D.D. n. 930 del 12/06/09 - BURP n. 89 del 18/06/09.
DURATA: 600 ore
Progetto “Agricoltura, Ambiente, Alimentazione per una migliore qualità della vita”
Il progetto articolato in più interventi ha visto coinvolte il CRSA “B. Caramia” di
Locorotondo; l’ IPSSAR “Perotti” di Bari; l’ IISS “B. Caramia – F. Gigante” sedi di
Locorotondo ed Alberobello; l’ IISS “G. De Gemmis” sedi di Terlizzi e Bitonto.
ENTE FINANZIATORE: Provincia di Bari - POR Puglia 2007-2013 - ASSE IV - Avviso n. 5/2009 - D.D. N. 246/F.P.F. del 18/12/2009 - BURP n. 23 suppl. del 04/02/2010
DURATA: 12 mesi
Corso “Tecnico della gestione integrata di Aree verdi con l’impiego di essenze autoctone”
ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - P.O.R. PUGLIA FSE 2007-2013 – ASSE
II – Avviso n. 15/2009 DD N. 308 del 29/04/10 - BURP n. 82 del 06/05/2010
DURATA: 300 ore
175
Corso “Esperto in tecniche vivaistiche floricole ed ornamentali”
Sede: ITC “V. Bachelet” di Copertino
ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia- P.O.R. PUGLIA FSE 2007-2013 – ASSE
II – Avviso n. 15/2009 D.D. N. 308 del 29/04/10 - BURP n. 82 del 06/05/2010
DURATA: 300 ore
Progetto “Gestione sostenibile del territorio agro-forestale”
ENTE FINANZIATORE: Provincia di Bari - POR Puglia 2007-2013 FSE ASSE IV Avviso n. BA/8/2009 D.D. N. 262/F.P.F. del 24/12/2009 - BURP n. 23 del 04/02/2010
DURATA: 12 mesi
Corso “Esperto in Gestione Sostenibile della Risorsa Suolo”
ENTE FINANZIATORE: Provincia di Bari - POR Puglia 2007-2013 FSE ASSE IV
–Avviso n. BA/10/2010 – D.D n. 286 del 21/12/2010 - BURP n. 194 del 30/12/2010
DURATA: 140 ore
Corso“Esperto Cantiniere”
Corso“Esperto potatore di specie frutticole e viticole”
Corso“Esperto potatore di specie frutticole e viticole” Sede: ISISS “G. Pavoncelli”
Cerignola
ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - P.O.R. Puglia FSE 2007/2013 Asse V Avviso n.7/2010 “D. D. n.. 1761 del 30/09/2011 - BURP n. 160 del 13/10/2011
DURATA: 610 ore
SOGGETTO PARTNER
Corso Cipe IFTS/Ricerca “Tecnico Superiore esperto nella certificazione genetica e
sanitaria delle specie vegetali (Sede: Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”, Locorotondo)
Corso Cipe IFTS/Ricerca “Tecnico superiore esperto nei sistemi di controllo di qualità
nelle filiere delle produzioni vegetali” (Sede: Istituto Tecnico Agrario “C. Mondelli”,
Massafra)
Corso Cipe IFTS/Ricerca “Tecnico superiore esperto del controllo di qualità e sicurezza dei prodotti agroalimentari” (Sede: Istituto Professionale di Stato per i Servizi
Alberghieri e della Ristorazione di Castellana Grotte)
Corso Cipe IFTS/Ricerca “Tecnico esperto sulla certificazione di qualità delle produzioni vegetali” (Sede: Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile
Caramia”, Locorotondo)
Corso Cipe IFTS/Ricerca “Tecnico Superiore Esperto sulla qualità e sostenibilità delle produzioni vegetali ” (Sede: Istituto Tecnico Agrario “C. Mondelli”, Massafra)
ENTE FINANZIATORE: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca De-
176
libere CIPE n. 83/2003 e n. 20/2004
DURATA: 1200 ore
Corso IFTS “Tecnico Superiore esperto nella valorizzazione di beni e percorsi eno-gastronomici” organizzato nell’ambito della Scuola Internazionale della Gastronomia Mediterranea del Comune di Ceglie Messapica
ENTE FINANZIATORE: PIC INTERREG III A Grecia – Italia 2000-2006 – Asse
Prioritario III – Misura 3.2
DURATA: 1200 ore
Corso “Tecnico superiore esperto di rete nei sistemi enogastronomici e del turismo
rurale” Capofila: Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione di Castellana Grotte (BA)
ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia -POR Puglia 2000-2006 Misura 4.20
azione b).
DURATA: 500 ore
Corso “Tecnico superiore esperto di rete nei sistemi enogastronomici e del turismo
rurale” Capofila: Istituto di Istruzione Secondaria Superiore Mediterraneo con sede
in Leporano (TA)
ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - POR Puglia 2000-2006 Misura 4.20
azione b)
DURATA: 500 ore
Corso “Progettazione e gestione sostenibile del territorio agroforestale”
Capofila: Dipartimento PROGESA dell’Università degli Studi di Bari – Facoltà di
Agraria per la realizzazione
ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia POR Puglia 2000-2006 Asse I Misura 1.10
azione b) – Avviso n. 3/2009.
DURATA: 100 ore
Master universitari
Master Universitario di 1° livello in “Certificazione sanitaria delle produzioni vivaistiche e sementiere” con soggetto capofila l’Università degli Studi di Bari e partner
l’Università degli Studi di Foggia, l’Istituto di Virologia Vegetale del CNR, Sez di
Bari, l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Valenzano (BA) ed il Consorzio Vivaistico Pugliese;
Master Universitario di 1° livello in “Produzioni viticole di qualità” con soggetto capofila l’Università degli Studi di Bari e partner l’Istituto di Virologia Vegetale del
177
CNR, Sez di Bari, l’Istituto Agronomico Mediterraneo, l’Istituto Tecnico Agrario
Statale “Basile Caramia” Locorotondo (BA);
Corsi sperimentali
Progetto “Tagete – La formazione alternativa”
Progetto Leonardo dal titolo “Stop & Restart”.
Determinazione degli Standard Nazionali delle competenze tecnico – professionali del
settore agricoltura
Laboratori tematici ISFOL
Orientamento al lavoro
Regione Basilicata (borsa lavoro settore economico vivaismo prevista con avviso pubblico 03/2003).
Borse di Studio per la formazione di quadri:
“Miglioramento Sanitario e Genetico di Drupacee ed Olivo per la certificazione delle
Produzioni Vivaistiche” per la formazione di n. 1 tecnico diplomato (con il contributo
della Cassa Rurale ed Artigiana di Sammichele, Bari).
“Monitoraggio, Eradicazione e Certificazione al Virus della Sharka” per la formazione di un tecnico laureato in Scienze Agrarie (con il contributo della Regione Puglia).
“Miglioramento Qualitativo del D. O. C. Locorotondo” per la formazione di un tecnico laureato in Scienze Agrarie (con il contributo della Banca di Credito Cooperativo
di Locorotondo, Bari);
“Selezione clonale e sanitaria, valutazione comparata dei candidati cloni di ‘Primitivo’, valutazione di vitigni e cloni per l’impiego in uvaggi migliorativi della qualità
dei vini, ottimizzazione delle pratiche enologiche per il miglioramento della qualità
ed esaltare le caratteristiche di tipicità dei vini” per la formazione di n. 1 tecnico laureato in Scienze Agrarie (con il contributo della CCIAA di Taranto)
CONVEGNI E INCONTRI DIVULGATIVI
Internazionali
−
XIV Meeting of the International Council for the study of virus and virus
like diseases of the grapevine (ICVG) (Locorotondo 12-17 settembre 2003)
−
10° European Meeting of the IOBC/WPRS Working Group “Insects pathogens and insects parasitic nematodes” “Invertebrate patogens in biological control:
present and future” (Locorotondo 06/2005)
−
Convegno “PRINT” Progetto”Interreg III A Italia Albania, Asse 3 Misura
3.1 azione A” Progetto Integrato per la valorizzazione delle produzioni tipiche locali
(Locorotondo 17-18 giugno 2005) (Incontro internazionale)
−
IUFRO Unit 8.01.03 (Landscape ecology) “Patterns and Processes in Forest
178
Landscapes” Consequences of human management (Locorotondo 26-29 settembre
2006)
−
III° SharCo Meeting (Sharka Containment), Progetto Europeo del 7° Programma Quadro - Locorotondo, 27 -28 aprile 2009 (Incontro internazionale)
Nazionali
−
“La Certificazione Sanitaria delle Colture Agrarie in Puglia: Stato dell’Arte”
(Locorotondo 25 maggio 1994)
−
“Lo Stato Sanitario della Certificazione delle Produzioni Vivaistiche in Puglia” (Locorotondo 23 febbraio 1996)
−
Incontri Divulgativi - progetto finalizzato RAISA “Correlazioni tra Virus
Floematici ed il Complesso dell’Accartocciamento Fogliare e del Legno Riccio della
Vite” (Locorotondo 3-4 ottobre 1996)
−
Aggiornamento delle “Liste Varietali dei Fruttiferi” (Locorotondo 6 novembre 1998)
−
Convegno Nazionale “Certificazione delle Produzioni Vivaistiche” (Locorotondo - Valenzano 14-15 ottobre 1999)
−
Incontri Divulgativi sul “Programma Operativo Multiregionale Misura 2 Innovazioni Tecnologiche e Trasferimento dei Risultati della Ricerca” (Locorotondo
9 febbraio 2000)
−
Tavola Rotonda sulla “Conformità Agraria Comunitaria (C. A. C.): Strumento di sviluppo concreto o formale?” (Locorotondo 10 febbraio 2000)
−
Incontri Divulgativi sul Programma Operativo Plurifondo Feoga - Puglia
1994/1999 - Misura 4.3.1. “Servizi di Sviluppo Agricolo” (Locorotondo 11 febbraio
2000)
−
Convegno nazionale “Norme fitosanitarie e commercializzazione delle produzioni vivaistiche” (Locorotondo 4-5-6-7/12/2001)
−
Incontro divulgativo sul Programma “La qualità per un’agricoltura sostenibile” (Locorotondo 4 marzo 2002)
−
Seminario “Il nuovo protocollo Eurep Gap: revisione del 02/01/2004” (Locorotondo 10-11/05/2004)
−
14° Forum di Medicina Vegetale sulle innovazioni per un’agricoltura rispettosa dell’ecosistema e dei consumatori (Locorotondo 02/12/2004)
−
Seminario sulle difficoltà nella protezione integrata antiperonosporica della
vite nell’annata 2004.
−
Seminario interregionale “Cooperazione in rete e percorsi IFTS” Il ruolo del
territorio per l’innovazione e la ricerca (Potenza, 24 - 25 ottobre 2005)
−
V Convegno Nazionale sulla Peschicoltura Meridionale (Locorotondo 29-30
settembre 2005)
−
Seminario di diffusione e disseminazione “Formazione in alternanza: Dimen-
179
sione Europea e specificità territoriale” Progetto Leonardo Stop & Restart (Locorotondo 27-28 Ottobre 2005)
−
Seminario “La produzione agroalimentare come risorsa dell’ecoturismo”
(Martina Franca, 21 gennaio 2006)
−
Seminario “Qualificazione del vivaismo olivicolo: Caratterizzazione varietale, sanitaria e innovazioni nella tecnica vivaistica – Olviva” (Locorotondo 06 luglio
2006)
−
Convegno “Il sistema vitivinicolo pugliese fra ricerca della qualità e riforma
dei regolamenti comunitari” (Locorotondo 14 luglio 2006)
−
Incontro dibattito “Cultura, tradizioni e specialità locali: opportunità per la
promozione del territorio” (Sammichele di Bari 28 settembre 2006)
−
Incontro dibattito “Forum di medicina vegetale” (Bari 18 dicembre 2006)
−
Convegno “Quali prospettive per l’agrumicoltura dell’arco jonico?” e Mostra
pomologica degli agrumi (Massafra, 02 febbraio 2007)
−
Incontro dibattito “Cultura, tradizioni e specialità locali: opportunità per la
promozione del territorio” (Locorotondo 3 marzo 2007)
−
Seminario “Il Fiano della Valle d’Itria cambia nome” (Locorotondo 22 marzo
2007)
−
Convegno “Ricerca e Formazione in Agricoltura: Domanda, Offerta e Programmazione” (Bari 30 marzo 2007)
−
Convegno: “Difesa del reddito agricolo da calamità naturali o eventi eccezionali attraverso lo strumento dell’Assicurazione agevolata” (Sammichele di Bari, 2
aprile 2007)
−
Convegno “Le nuove competenze delle Figure Professionali del Settore Agricoltura” Progetto comunitario Leonardo FANCAM – Formazione Agronomica e
Nuove Competenze in un’Agricoltura Multifunzionale (Locorotondo 8 giugno 2007)
−
Seminario “Latte, mozzarelle e primitivo: idee progettuali a confronto”
(Gioia del Colle 31 luglio 2007)
−
Tavola rotonda “Cultura, tradizioni e specialità locali: opportunità per la
promozione del territorio” (Locorotondo 7 agosto 2007)
−
Convegno “Vino e Territorio” (Sammichele di Bari 28 settembre 2007)
−
Convegno “La certificazione delle produzioni vivaistiche in Italia” (Agrilevante 18 Ottobre 2007)
−
Seminario “Attuazione ed operatività del Servizio Nazionale di Certificazione” (Agrilevante 18 Ottobre 2007)
−
Tavola rotonda “Salvaguardia delle risorse genetiche in frutticoltura e valorizzazione delle diversità biologiche” (Agrilevante 20 Ottobre 2007)
−
Tavola rotonda “Il canale formativo IFTS: esperienze a confronto” (Locorotondo 5 novembre 2007)
−
Convegno “Presentazione del progetto Loc. Pro. Sostegno dei Prodotti Tipici
180
Locali (Bari 28 novembre 2007)
−
Convegno “Valorizzazione risanamento e produzione di materiale vitivinicolo
d’area” (Locorotondo 14 dicembre 2007)
−
Convegno “Aggiornamenti tecnici sulla coltivazione del ciliegio” (Sammichele di Bari 19 febbraio 2008)
−
Convegno “Aggiornamenti tecnici sulla coltivazione del ciliegio” (Lecce 20
febbraio 2008)
−
Convegno “Aggiornamenti tecnici sulla coltivazione del Pesco” (Mesagne 28
febbraio 2008)
−
Convegno “La fava Un prodotto radicato nelle tradizioni” (Castellana Grotte
24 maggio 2008)
−
Incontro dibattito “Enogastronomia, tipicità e turismo: Opinioni a confronto” (Locorotondo 26 luglio 2008)
−
Convegno “Innovazioni tecnologiche e olio di qualità” (A.I.F.O) (Locorotondo 28 marzo 2009)
−
Convegno “SharCo meeting” VII Programma Quadro (Locorotondo 27 - 28
Aprile 2009)
−
Congresso annuale Società Italiana di FotoBiologia - Sezione Nazionale della
International Union for Photobiology (Locorotondo 4-5 giugno 2009)
−
XV Convegno Nazionale della Società Italiana di Patologia Vegetale –Sipav
(Locorotondo 28 settembre – 01 ottobre 2009)
−
Convegno “La Puglia enologica si confronta Mosella e Valle d’Itria: Terre di
Bianchi”, (Locorotondo 8 Marzo 2009).
−
Convegno “Il Fiano nelle Puglie”, Tornata dell’Accademia della Vite e del
Vino (Minervino Murge 26 settembre 2009).
−
Convegno “L’eccellenza dei vini della DOC Gioia del Colle e gli strumenti per
la loro valorizzazione”, (Gioia del Colle 4 dicembre 2009)
−
Giornata di Studio “La biodiversità agraria e le azioni per la sua salvaguardia
in Puglia” (Bari 18 dicembre 2009).
−
Seminario “I “Fiani” una nuova opportunità per la vitivinicoltura salentina”
(Manduria 17 marzo 2010)
−
Seminario “Risultati del Progetto di Ricerca Recupero e valorizzazione della
viticoltura nel comprensorio dei trulli” (Locorotondo 29 luglio 2010)
−
L’inquinamento del suolo: l’importanza della prevenzione (Bitritto 14/05/2010
- Adelfia 05/10/2010 – Conversano 14/10/2010)
−
Il compostaggio: la rivalutazione di biomasse di scarto in agricoltura (Molfetta 11/05/2010 - Cellammare 28/09/2010 - Bitetto 12/10/2010)
−
I parchi naturali: una opportunità di sviluppo? (Trani 07/10/2010 - Bari
21/10/2010)
−
Aree protette ed agricoltura: un binomio possibile? (Altamura 28/05/2010
181
– Monopoli 04/10/2010)
−
Salvaguardia, conservazione e valorizzazione del territorio agro-forestale
(Gioia del colle 18/06/2010 – Sammichele 26/10/2010)
−
La gestione della risorsa idrica: dalla siccità alle alluvioni (Barletta 25/06/2010
- Mola di Bari 22/10/2010)
−
La tutela del paesaggio: obiettivi e strategie (Castellana Grotte 21/05/2010
- Alberobello 24/09/2010)
−
Le opportunità di sviluppo nelle aree rurali pugliesi (Toritto 21/09/2010 - Corato 26/01/2011)
−
Seminario “Antinello e Marchione: primi passi per la Valorizzazione di antichi
vitigni locali” (Conversano 25 marzo 2011).
−
Convegno “Giornata divulgativa e di aggiornamento in viticoltura ed enologia” (Locorotondo 27 maggio 2011).
−
Convegno “II Giornata divulgativa e di aggiornamento in viticoltura ed enologia” (Locorotondo 15 giugno 2012).
PUBBLICAZIONI
1.
Santomauro A., Faretra F., Tauro G., Lospalluti M., 1997. Protezione chimica della vite dall’escoriosi (Phomopsis viticola). Difesa Piante, 20 (3-4), 149-156.
2.
Santomauro A., Tauro G., Sorrenti M., Pollastro S., De Guido M.A., Faretra
F., 1997. Miglioramenti nella protezione dell’uva da tavola dalla muffa grigia (Botryotinia fuckeliana). Difesa Piante, 20 (1-2), 5-20.
3.
Santomauro A., Faretra F., Tauro G., Lospalluti M., Lasorella V., 1997. Miglioramenti nella protezione dell’uva da tavola dall’oidio (Uncinula necator). Difesa
Piante, 20 (3-4), 117-141.
4.
Savino V., Murolo O., Calella N., 1997. Obiettivo Certificazione. Terra e Vita,
45, 87-88.
5.
Santomauro A., Tauro G., Sorrenti M., De Guido M.A., Pollastro S., Faretra
F., 1998. Protezione antibotritica dei vigneti ad uva da tavola coperti con teli di plastica per ritardare la raccolta dell’uva. Inf.tore agr., 54 (suppl. n. 50), 41-44.
6.
Cardone A., 1999. Il centro regionale di premoltiplicazione di agrumi, drupacee, olivo e vite. Atti del convegno nazionale su certificazione delle produzioni vivaistiche. Locorotondo 14/10/1999 - Valenzano 15/10/1999, pagg. 243-265.
7.
Cavone L., Catalano L., Calella N., Di Terlizzi B., Murolo O. 1999. La certificazione delle produzioni vivaistiche in Puglia. 10 anni di certificazione. Atti del convegno nazionale su certificazione delle produzioni vivaistiche. Locorotondo 14/10/1999
- Valenzano 15/10/1999, pagg. 219-225.
8.
Murolo O., Cardone A., 1999. Vivaismo Orticolo, in Puglia si afferma la nuova normativa. Colture Protette, N. 12, 35-39.
2.
Saponari M., Crudele F., Calella N., Murolo O., Catalano L., 1999. Organiz-
182
zazione della certificazione in Puglia. Atti del convegno nazionale su certificazione
delle produzioni vivaistiche. Locorotondo 14/10/1999 - Valenzano 15/10/1999, pagg.
227-242.
3.
Tauro G., Santomauro A., Pollastro S., Faretra F., Savino V., Moleas T., 2000.
Il progetto pilota: la qualità per un’agricoltura sostenibile. Inf.tore agr., 57 (5), 5253.
11.
Amenduni T., Trisciuzzi N., Bazzoni A., Myrta A., Murolo O., Di Terlizzi B.,
Savino V., 2001. Nuove acquisizioni sullo stato sanitario del ciliegio in Puglia. Frutticoltura n. 3, 12-16.
12.
Amenduni T., Bazzoni A., Romanazzi G., Cariddi C., Vovlas N., Trisciuzzi N.,
Schena L., Finetti-Sialer M.M., Myrta A., 2001. Distribuzione dei patogeni delle drupacee in Puglia. In: Atti progetto POM A32 Validazione e trasferimento alla pratica
agricola di norme tecniche per l’accertamento dello stato sanitario di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle produzioni vivaistiche (Savino V.,
T. Amenduni, A. Bazzoni, D. Boscia, S. Pollastro, M. Saponari, coord.), Locorotondo,
4-7 dicembre 2001, Vol. 1, 143-179.
13.
Cardone A., Trisciuzzi N., Saponari M., 2001. Validazione di protocolli di diagnosi massale per i virus dell’olivo. In: Atti progetto POM A32 Validazione e trasferimento alla pratica agricola di norme tecniche per l’accertamento dello stato sanitario
di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle produzioni vivaistiche (Savino V., T. Amenduni, A. Bazzoni, D. Boscia, S. Pollastro, M. Saponari,
coord.), Locorotondo, 4-7 dicembre 2001, Vol. 2, 809 - 814.
14.
Cariddi C., Gallone P., Greco F., Loconsole G., Nigro F., Romanazzi G., Saponari M., Trisciuzzi N., Vovlas N., 2001. Protocolli per gli accertamenti sanitari degli
organismi patogeni di qualità dell’olivo. In: Atti progetto POM A32 Validazione e
trasferimento alla pratica agricola di norme tecniche per l’accertamento dello stato
sanitario di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle produzioni vivaistiche (Savino V., T. Amenduni, A. Bazzoni, D. Boscia, S. Pollastro, M.
Saponari, coord.), Locorotondo, 4-7 dicembre 2001, Vol. 2, 815-839.
15.
D’Onghia A.M., Ippolito A., Vovlas N., Djelouah K., Trisciuzzi N., 2001. Distribuzione dei patogeni degli agrumi in Puglia. In: Atti progetto POM A32 Validazione e trasferimento alla pratica agricola di norme tecniche per l’accertamento dello
stato sanitario di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle
produzioni vivaistiche (Savino V., T. Amenduni, A. Bazzoni, D. Boscia, S. Pollastro,
M. Saponari, coord.), Locorotondo, 4-7 dicembre 2001, Vol. 1, 131-142.
16.
D’Onghia A.M., Ippolito A., Vovlas N., Trisciuzzi N., Savino V., 2001. Punti critici degli agrumi. In: Atti progetto POM A32 Validazione e trasferimento alla
pratica agricola di norme tecniche per l’accertamento dello stato sanitario di specie
ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle produzioni vivaistiche
(Savino V., T. Amenduni, A. Bazzoni, D. Boscia, S. Pollastro, M. Saponari, coord.),
183
Locorotondo, 4-7 dicembre 2001, Vol. 1, 259-275.
17.
Digiaro M., Bica D., Boscia D., Abbatecola A., Faretra F., Garau R., Martelli
G.P., Pollastro S., Prota V.A., Saldarelli P., Savino V., Tauro G., Tolu G., Vovlas N.,
2001. Protocollo tecnico per l’individuazione dei punti critici nel processo produttivo
del materiale di propagazione di categoria C.A.C.. In: Difesa delle vite – Mbrojtja e
hardhisë (D. Boscia, B. Di Terlizzi, G. Nuzzaci, V. Savino e G. Tauro, coord.). Interreg
II Italia-Albania, Asse 6 Cooperazione Internazionale, Misura 6.2 Cooperazione in
agricoltura, Sottomisura 6.2.C Introduzione di innovazioni tecnologiche nei processi
produttivi. Ed. Tecnomack, Bari, 79-94.
18.
Di Giaro M., Pollastro S., Boscia D., Garau R., Vovlas N., Saldarelli P., Bica
D., Dongiovanni C., Tolu G., Tauro G., Prota V.A., Faretra F., Savino V., Martelli G.P.,
2001. Punti critici della vite. In: Atti progetto POM A32 Validazione e trasferimento
alla pratica agricola di norme tecniche per l’accertamento dello stato sanitario di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle produzioni vivaistiche
(Savino V., T. Amenduni, A. Bazzoni, D. Boscia, S. Pollastro, M. Saponari, coord.),
Locorotondo, 4-7 dicembre 2001, Vol. 1, 325-339.
19.
Digiaro M., Pollastro S., Boscia D., Garau R., Vovlas N., Saldarelli P., Bica
D., Dongiovanni C., Tolu G., Tauro G., Prota V.A., Faretra F., Savino V., Martelli
G.P., 2001. Punti critici della vite. Appunti Incontro divulgativo “Progetto POM A32
– Validazione e trasferimento alla pratica agricola di norme tecniche per l’accertamento dello stato sanitario di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla
qualità delle produzioni vivaistiche”, Termoli, 1-2 marzo, 33-34 (riassunto).
20.
Digiaro M., Pollastro S., Boscia D., Vovlas N., La Notte P., Abbatecola A.,
Simeone V., 2001. Distribuzione dei patogeni della vite in Puglia. In: Atti progetto
POM A32 Validazione e trasferimento alla pratica agricola di norme tecniche per
l’accertamento dello stato sanitario di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle produzioni vivaistiche (Savino V., T. Amenduni, A. Bazzoni, D.
Boscia, S. Pollastro, M. Saponari, coord.), Locorotondo, 4-7 dicembre 2001, Vol. 1,
195-220.
21.
Djelouah K., D’Onghia A.M., Ippolito A., Romanazzi G., Schena L., Trisciuzzi N., Vovlas N., 2001. Protocolli per gli accertamenti sanitari degli organismi
patogeni di qualità degli agrumi. In: Atti progetto POM A32 Validazione e trasferimento alla pratica agricola di norme tecniche per l’accertamento dello stato sanitario
di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle produzioni vivaistiche (Savino V., T. Amenduni, A. Bazzoni, D. Boscia, S. Pollastro, M. Saponari,
coord.), Locorotondo, 4-7 dicembre 2001, Vol. 1, 483-519.
22.
Guario A., Faretra F., Tauro G., Giampaolo C., 2001. Programma Interregionale Agricoltura e Qualità, Misura 2, Controllo dell’impiego dei fitofarmaci in agricoltura, Regione Puglia, Attività 1999-2000. Centro di ricerca e Sperimentazione in
Agricoltura Basile Caramia, Locorotondo, Bari, pp. 79.
184
23.
Murolo O., Cardone A., 2001. L’Attività del C.R.S.A. Pugliese nella Certificazione Volontaria di Agrumi, Olivo e Drupacee, Frutticoltura Anno LXIII - n. 5
Maggio 2001.
24.
Pollastro S., Dongiovanni C., Abbatecola A., De Guido M.A., De Miccolis
Angelini R.M., Santomauro A., Miazzi M., Hajjeh H., Faretra F., 2001. Mezzi diagnostici molecolari per funghi associati a malattie del legno della vite. In: Atti progetto
POM A32 Validazione e trasferimento alla pratica agricola di norme tecniche per
l’accertamento dello stato sanitario di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle produzioni vivaistiche (Savino V., T. Amenduni, A. Bazzoni, D.
Boscia, S. Pollastro, M. Saponari, coord.), Locorotondo, 4-7 dicembre 2001, Vol. 2,
885-889.
25.
Saponari M., Nigro F., Vovlas N., Cariddi C., Grieco F., Trisciuzzi N., Savino
V., Martelli G. P., 2001. Punti Critici dell’Olivo. In: Atti progetto POM A32 Validazione e trasferimento alla pratica agricola di norme tecniche per l’accertamento dello
stato sanitario di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle
produzioni vivaistiche (Savino V., T. Amenduni, A. Bazzoni, D. Boscia, S. Pollastro,
M. Saponari, coord.), Locorotondo, 4-7 dicembre 2001, Vol. 1, 311-324.
26.
Savino V., Lanotte P.F., Bottalico G., Cardone A., Martelli G.P. 2001. Situazione sanitaria della vite nell’Italia Centro meridionale. Quaderni della scuola di specializzazione in Scienze viticole ed enologiche del 2001. Università di Torino, 25.
27.
Tauro G., Santomauro A., Pollastro S., Faretra F., Savino V., Moleas T., 2001.
Il progetto pilota: la qualità per un’agricoltura sostenibile. Inf.tore agr., 57 (5), 5253.
28.
Trisciuzzi N., Cardone A., 2001. Il laboratorio accreditato di diagnosi fitopatologica del Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”,
Locorotondo (BA). In: Atti progetto POM A32 Validazione e trasferimento alla
pratica agricola di norme tecniche per l’accertamento dello stato sanitario di specie
ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle produzioni vivaistiche
(Savino V., T. Amenduni, A. Bazzoni, D. Boscia, S. Pollastro, M. Saponari, coord.),
Locorotondo, 4-7 dicembre 2001, Vol. 1, 355-363.
29.
Minafra A., Silletti M.R.; Bazzoni A..; 2001.“Diagnosi di PNRSV e PDV
mediante amplificazione genica da diverse specie di Prunus. In: Atti del Convegno
Nazionale “Norme fitosanitarie e commercializzazione delle produzioni vivaistiche”,
Locorotondo 4-7 Dicembre 2001, pp. 621-630.
30.
Saponari M., Murolo S., Trisciuzzi N., El Beaino T., Murolo O., D’ascenzio
D., Caruso T., Savino V., 2002. Selezione e miglioramento sanitario di ecotipi locali di
olivo di alcune aree olivicole dell’Italia Meridionale. Stato dell’arte nel miglioramento
genetico delle specie ortofrutticole d’interesse mediterraneo- III Workshop Gruppo di
lavoro SOI Miglioramento genetico. 25-26 giugno 2002 Valenzano (Ba).
31.
La Notte P., Bottalico G., Digiaro M., Cardone A., Pirolo C., Campanale A.,
185
Catucci L. e Savino V., 2002. Miglioramento sanitario di ecotipi di vitigni autoctoni
di alcune regioni dell’Italia centro-meridionale. In: Atti del III Workshop del gruppo
di lavoro SOI “Stato dell’arte nel miglioramento genetico delle specie ortofrutticole
di interesse mediterraneo”, Valenzano (BA) 25-26 giugno 2002
32.
Savino V., M. Saponari, T. El Beaino, G. Bottalico, M. E. Rodio, G. Loconsole, N. Trisciuzzi, 2002. Miglioramento sanitario dell’olivo in Puglia. Convegno Internazionale di olivicoltura, Spoleto 22-23 Aprile 2002, 477-482.
33.
Bazzoni A., Saponari M., Amenduni T., Boscia D., Ippolito A., Pollastro S.,
Savino V., 2002. Convegno Nazionale “Norme fitosanitarie e commercializzazione delle produzioni vivaistiche”: contributi operativi del Progetto POM A32. Frutticoltura,
64 (4), 33-42.
34.
Casulli F., Santomauro A., Tauro G., Gatto M.A., Faretra F., 2002. Behaviour
of natural compounds in the control of the powdery mildew fungi Sphaerotheca fusca and Uncinula necator. Proc. 7th Workshop of the IOBC Phytopathogens WG
“Influence of abiotic and biotic factors on biocontrol agents”, Kusadasi (Turchia),
22-26 maggio. IOBC/WPRS Bulletin, Vol. 25 (10), 179-182.
35.
Pollastro S., Dongiovanni C., Abbatecola A., De Guido M.A., De Miccolis
Angelini R.M., Faretra F., 2002. Specific SCAR primers for fungi associated with
wood decay of grapevine. Phytopathologia mediterranea, 40, Supplement 362-368.
36.
Pollastro S., Giampaolo C., Natale P., Abbatecola A., Faretra F., 2002. RAPD
analysis in Diaporthe helianthi. Abstract Book 6th European conference on Fungal
Genetics, Pisa, Italia, 6-9 aprile, 431. (riassunto).
37.
Pollastro S., Natale P., Abbatecola A., Dongiovanni C., De Miccolis Angelini
R.M., Faretra F., 2002. Caratterizzazione di Diaporthe helianthi mediante analisi del
cariotipo elettroforetico e marcatori PCR-RAPD. Notiziario sulla Protezione delle
Piante, 15 (N.S.), 417-418 (riassunto).
38.
Pollastro S., De Miccolis Angelini R.M., Dongiovanni C., Natale P., Faretra
F., 2002. Variation in vegetative compatibility groups of Phomopsis viticola. Abstract
book 6th European conference on Fungal Genetics, Pisa, Italia, 6-9 aprile, 418 (riassunto).
39.
Santomauro A., Guario A., Tauro G., Pollastro S., Faretra F., 2002. La protezione integrata della vite ad uva da tavola. Inf.tore fitopatol., 52 (4), 9-16.
40.
Santomauro A., Tauro G., Sorrenti M., Faretra F., 2002. Protection of grapevine from powdery mildew by using natural substances and the microbial antagonist
Ampelomyces Quisqualis. Proc. International Congress “Biological products: which
guarantees for the consumers”, Milano, Italia, 15-16 ottobre 2002, 25-26.
41.
Trisciuzzi N., Silletti M.R., Bazzoni A., Pollastro P., 2003. Stato sanitario
delle fonti di approvvigionamento di agrumi e di drupacee individuate in Puglia per
la produz.ione di materiale di propagazione di categoria CAC. Italus Hortus. Volume
10, supplemento al n. 4, 308-311.
186
42.
Bottalico G.; Silletti M.R.; Campanile A.; 2003. Risanamento di virus da
selezioni di susino. In: Atti del IX convegno nazionale S.I.P.A.V. “ Innovazioni in
patologia vegetale”. Abstract pag. 143
43.
Abbatecola A., Dongiovanni C., Pollastro S., Natale P., Hajjeh H., Faretra F.,
2003. Observations on Petri and esca diseases and development of molecular diagnostic methods for Phaeomoniella chlamydospora. Journal of Plant Pathology, 85, 313
(riassunto).
44.
Bazzoni A., Ippolito A., Cariddi C., Faretra F., Nigro F., Pollastro S., Savino
V., Martelli G. P., Boscia D., Saponari M., Vovlas N., Digiaro M., D’Onghia A.M.,
Trisciuzzi N., Tauro G., Dongiovanni C., 2003. I punti critici della filiera vivaistica di
agrumi, drupacee, olivo e vite da tavola. Italus Hortus, 279-282.
45.
Pollastro S., Dongiovanni C., Abbatecola A., Tauro G., Natale P., Pascale M.,
Visconti A., Faretra F., 2003. Wine contamination by ochratoxin A in South Italy:
causes and preventive actions. Journal of Plant Pathology, 85, 281 (riassunto).
46.
Santomauro A, Tauro G., Dongiovanni C., Giampaolo C., Abbatecola A.,
Miazzi M., Hajjeh H., Faretra F., 2003. A four-years experience with trifloxystrobin
against powdery mildew on table grape in Southern Italy. Pflanzenschutz Nachrichten Bayer, 56 (2), 373-386.
47.
Santomauro A., Casulli F., Tauro G., Gatto M.A., Dongiovanni C., Giampaolo C., Faretra F., 2003. Protezione antioidica delle cucurbitacee con prodotti naturali.
Informatore Fitopatologico, 52 (7-8), 36-43.
48.
Savino V., La Notte P., Bottalico G., Cardone A., Martelli G.P., 2003. Situazione sanitaria della vite in Italia Centro- Meridionale. In: Quaderni della scuola di
specializzazione in Scienze viticole ed enologiche 2001, 67-76.
49.
Amenduni T.; Bazzoni A.; Silletti M.R.; Minafra A.; Di Terlizzi B.; Bassi D.;
Guerriero R.; Savino V.; 2003. Valutazione della suscettibilità di selezioni di albicocco
del ceppo M del virus della vaiolatura del susino. In: Atti del IX convegno nazionale
S.I.P.A.V. “ Innovazioni in patologia vegetale”. Abstract pag. 57.
50.
La Notte P., Digiaro M., Bottalico G., Pirolo C., Campanale A., Boscia D.,
Savino V., 2003. Stato sanitario e risanamento di varietà ad uva da tavola in Puglia.
Frutticoltura, 4, pp.42-51.
51.
Bottalico G., Campanale A., La Notte P., Pirolo C. and Savino V., 2003. “Sanitation of wine grape selection from central and southern Italy”, Extended Abstracts of the 14th Meeting Council for the Study of virus and virus-like diseases of
the grapevine, Locorotondo (Bari), Italy, p. 256.
52.
Romanazzi G., Murolo S., La Notte P., Virgili S., Branzanti M.B., Silvestroni
O and Savino V., 2003. “Clonal and sanitary selection of the grapevine in the Marche,
central-eastern Italy”, Extended Abstracts of the 14th Meeting ICVG, Locorotondo
(Bari), Italy, 95-96.
53.
Pollastro S., Dongiovanni C., De Miccolis Angelini R.M., Abbatecola A., Na-
187
tale P., Lepore A., De Guido M.A., Faretra F., 2004. La contaminazione del vino da
ocratossina A: una della conseguenze dei marciumi del grappolo d’uva. Atti Seminario “Studio delle cause che portano alla presenza di contaminanti micotici nelle uve e
nei vini: Risultati di un biennio di attività”, Roma, 27 aprile 2004, 42-53.
54.
Pollastro S., Dongiovanni C., De Miccolis Angelini R.M., Abbatecola A., Natale P., Lepore A., De Guido M.A., Faretra F., 2004. La contaminazione del vino da
ocratossina A: una delle conseguenze dei marciumi dell’uva. Atti Seminario MIPAAF
Progetto “Studio delle cause che portano alla presenza i contaminanti micotici nelle
uve e nei vini, Roma 27.4.04, 42-54.
55.
Potere O., Trisciuzzi N., Saponari M., Lo Console G., Savino V., 2004. Stato
sanitario di accessioni di agrumi. Supplemento n.1 a L’informatore agrario, 17-19.
56.
Abbatecola A., Dongiovanni C., Pollastro S., De Miccolis Angelini R.M., Pierelli E., Faretra F., 2004. Analisi geostatistica della distribuzione del mal dell’esca
nei vigneti. Atti III Giornate di Studio su: Metodi numerici, statistici e informatici
nella difesa delle colture agrarie e delle foreste: ricerca e applicazioni, Firenze, 24-26
Novembre, 39-43.
57.
La Notte P., Savino V., Bottalico G., Boscia D., Digiaro M., Cardone A., Basile A., Campanale A., Martelli G.P., 2004. Selezione clonale e miglioramento sanitario
della vite in alcune regioni dell’Italia Centro-Meridionale: situazione in Abruzzo, Calabria, Marche e Puglia. Atti Convegno Nazionale La Vite: aspetti tecnici, normativi
e sanitari della certificazione della vite in vista del recepimento della nuova normativa CE 11/2002 e relativi allegati.Villa Gualino, Torino 2-3 dicembre 2004, pp, 74-83.
58.
Pollastro S., Cardone R., Pollastro P., Silletti R.M., 2004. Il Primitivo dai
Peucezi ai Messapi – Catalogo di etichette. pp. 371.
59.
Saponari M., Saponari A., Salamida A., Marasciulo A., Marzolla F., Palmisano F., Piepoli M. G., 2004. Etichette degli Oli Extra Vergine di Oliva della “Murgia
dei Trulli e delle Grotte” – Catalogo pp. 166.
60.
Saponari M., Boscia D., Catalano L., Crescente V., Guario A., Ippolito A.,
Pennone C., Nigro F., Reggidori G., Salamida A., Savino V., 2004. Analisi di alcuni
punti critici della filiera agrumicola – Quaderno degli incontri tecnici. pp. 168.
61.
Faretra F., Micucci D., Piepoli M. G., Salamida A., Tauro G., 2004. I Marchi
di Qualità – Quaderno degli incontri tecnici. pp. 43.
62.
Tenore M., Cardone A., Pollastro S., Savino V., La Notte P., 2004. Barbatelle
per il vigneto – Catalogo dei vivaisti pp. 178
63.
Basile A., Cardone R., De Fuoco G., Giannini P., La Notte P., Pastore F.,
Piepoli M.G., Pollastro P., Pollastro S., Saponari A., Silletti M.R., 2004. Salvaguardia
e valorizzazione delle produzioni vitivinicole della Valle d’Itria – Catalogo delle etichette pp. 139.
64.
Saponari M., Catalano L., Mattatelli B., 2004. L’Olivo in Puglia “Propagazione, Forme di Allevamento e Piattaforma Varietale” – Quaderno degli incontri tec-
188
nici. pp. 76.
65.
Faretra F., Micucci D., Pirolo C., Tauro G., Santomauro A., Armagno P.,
2004. L’Uva da tavola nel sapore della Puglia – Schede ampelografiche. pp. 51.
66.
Netti G., Catalano L., Savino V., Ippolito A., Santomauro A., Nigro F., Mattatelli B., Guario A., 2004. Gestione ecocompatibile di impianti frutticoli: dall’impianto alla raccolta – Quaderno degli incontri tecnici. pp. 71
67.
Odoardi M., Novello V., Savino V., de Palma L. and La Notte P., 2004. “Nuove selezioni clonali di vitigni da vino abruzzesi”, pp. 1-38, Ed. Regione Abruzzo.
68.
Romanazzi G., Murolo S., La Notte P., Virgili S., Branzanti M.B., Silvestroni
O. e Savino V., 2004. “Stato sanitario della vite nelle Marche”, Atti Giornate Fitopatologiche, 2, 379-384.
69.
Cutoli M.; Palmisano F.; Pollastro P.;Bazzoni A.; Silletti M.R.; Savino V.; Caruso T.; 2005. Valutazione della suscettibilità del germoplasma siciliano di pesco al
virus della Sharka (PPV).Convegno Nazionale della peschicoltura. Locorotondo 2930 Settembre 2005.
70.
Cardone A., Moser L., Catalano L., Romanazzi S., Bottalico G., Saponari A.,
Palmisano F. (2005). Un programma di miglioramento genetico utilizzando materiale
esente da virus. Atti del V Convegno Nazionale sulla peschicoltura meridionale, p.
103-107
71.
Pollastro S., Dongiovanni C., De Miccolis Angelini R.M., Abbatecola A., Natale P., De Guido M.A., Faretra F., 2005. Marciumi dell’uva e contaminazione del vino
da ocratossina A. Informatore fitopatologico, 55 (4), 15-21.
72.
Santomauro A., Pollastro S., Dongiovanni C., Tauro G., Giampaolo C., Faretra F., 2005. Protezione integrata dalle malattie fungine nella viticoltura da tavola.
Frutticoltura.
73.
Dongiovanni C., Tauro G., Giampaolo C., Lepore A., Santomauro A., Faretra
F., 2005. Efficacia di nuovi fungicidi nella protezione della vite dall’escoriosi. L’informatore agrario, 50, 69-72.
74.
Marannino P., Giampaolo C., De Lillo E., 2005. Prove di efficacia in campo di
spinosad per il controllo degli adulti di Capnodis tenebrionis (L.) in Atti del V Convegno Nazionale sulla Peschicoltura Meridionale, in corso di stampa.
75.
Guario A., Dongiovanni C., Giampaolo C., Faretra F., 2005. Programma Interregionale Agricoltura e Qualità, Misura 2, Controllo dell’impiego dei fitofarmaci in
agricoltura, Regione Puglia, attività 2004-2005. Centro di Ricerca e Sperimentazione
in Agricoltura “Basile Caramia”, Locorotondo, Bari, pp. 245;
76.
Palmisano F., Bazzoni A., Savino V.. 2005 Atti del V Convegno Nazionale
Sulla Peschicoltura Meridionale;
77.
Bazzoni A., Palmisano F., Didonna A. and Savino V. poster Preliminary results of trials evaluating the behaviour to Plum pox virus of different apricot crosses
,XX° International Symposium on virus and virus-like diseases of temperate fruit
189
crops and International Symposium on small fruit virus diseases. Antalya, Turchia
22-26 Maggio 2006;
78.
La Notte P., Digiaro M., Boscia D., Bottalico G., Savino V., and Martelli G.P.,
2005. “Problemi virologici e miglioramento sanitario dell’uva da tavola in Puglia”,
Atti del Convegno dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, Bari 28-30 ottobre
2004. In press.
79.
La Notte P., 2005. Un progetto di ricerca per la valorizzazione del Primitivo.
Alceo Talentino, Anno III n.2 luglio 2005, p. 11-13.
80.
Pollastro S.,Dongiovanni C., De Miccolis Angelini R.M., Abbatecola A., Natale P., De Guido A.M., Faretra F., 2005. Marciumi dell’uva e contaminazione del vino
da ocratossina A. Inf.tore fitopat.ologico, 55 (4), 15-21.
81.
Pollastro S., Dongiovanni C., De Miccolis Angelini R.M., Abbatecola A., De
Guido M.A., Lepore A., Natale P., Miazzi M., Perrelli D., Pastore C., Masi G., Faretra
F., 2005. Occurrence and distribution of ochratoxin-producing fungi in vineyards in
South Italy. Atti International Workshop: Ochratoxin A in grapes and wine: prevention and control. Marsala (TP), 20-21 Ottobre, 61 (riassunto).
82.
Pollastro S., Dongiovanni C., Santomauro A., Lepore A., Giampaolo C., Pollastro P.,Perrelli D., Pastore C., Pascale M., Faretra F., 2005. Influence of integrated
protection of vineyards on ochratoxin producing fungi in South Italy. Atti International Workshop: Ochratoxin A in grapes and wine: prevention and control. Marsala
(TP), 20-21 Ottobre, 71 (riassunto).
83.
Pollastro S., De Miccolis Angelini R.M., Natale P., Pastore C., Pascale M.,
Faretra F., 2005. Observations on ochratoxin A production in Aspergillus carbonarius and Aspergillus niger. Atti International Workshop: Ochratoxin A in grapes and
wine: prevention and control. Marsala (TP), 20-21 Ottobre, 82 (riassunto).
84.
Santomauro A., Pollastro S, Dongiovanni C, Tauro G., Giampaolo C., Faretra F., 2006. Protezione integrata dalle malattie fungine nella viticoltura da tavola.
Frutticoltura, 2, 29-33.
85.
La Notte F.; Di Giaro M.; Silletti M. R.;Giallumi da fitoplasmi:analisidi alcune malattie causate da citoplasmi. Alceo salentino periodico di cultura enoica e
territorio a cura del consorzio produttori vini. Novembre 2006
86.
Giampaolo C., Dongiovanni C., Tauro G., Silletti M.R., Pollastro P., Santomauro A., Faretra F., 2006. La difesa antioidica. Le esperienze in Italia. In Puglia
nelle province di Brindisi e Taranto. Terra e vita, suppl. 6, 37-39.
87.
Dongiovanni C., Tauro G., Giampaolo C, Lepore A., Lops F., Mucci M., Frisullo S., Santomauro A., Faretra F., 2006. Nuovi fungicidi per la protezione antiperonosporica del pomodoro. L’informatore agrario, 11, 57-61.
88.
Dongiovanni C., Tauro G., Giampaolo C., Santomauro A., Faretra F., 2006.
Valutazioni su dosi ridotte di rame e nuovi fungicidi nella protezione della vite dalla
peronospora in Puglia. Atti Giornate Fitopatologiche, 187-192.
190
89.
Tauro G., Giampaolo C., Dongiovanni C., Santomauro A., Faretra F., 2006.
Protezione antioidica delle cucurbitacee in Puglia: sintesi dei risultati di sette anni di
prove. Atti Giornate Fitopatologiche, 353-360.
90.
Dongiovanni C., Santomauro A., Pollastro S., Giampaolo C., Faretra F.,
2006. Gestione fitosanitaria del vigneto per la produzione di uva da tavola di qualità.
Agronomica, 4, 6-15.
91.
Pollastro S., Dongiovanni C., De Miccolis Angelini R.M., Giampaolo C., Pollastro P., Silletti M.R., Faretra F., 2006. La protezione integrata della vite: fattore
cruciale per la qualità e la sicurezza dei vini. Atti: I Convegno Nazionale di Viticoltura. Ancona 21-23 Giugno 2006;
92.
Dongiovanni C., Giampaolo C., Guario A., Faretra F., 2006. Monitoraggio sui
residui di prodotti fitosanitari nei prodotti ortofrutticoli svolto nel 2004-2005 nella
Regione Puglia. Ambiente & Agricoltura. 1 (6) 51-57;
93.
Pollastro S., Dongiovanni C., De Miccolis Angelini R.M., Giampaolo C., Faretra F, 2006. Protezione integrata e sicurezza alimentare: prevenzione della contaminazione dei vini da ocratossina A. Atti incontri fitoiatrici: Problemi fitosanitari delle
colture ortofrutticole ed evoluzione delle strategie di difesa, Torino 2-3 marzo, 27-31.
94.
Pirolo C, La Notte P., Giannini P., Marinoni D., Savino V. 2006 Vitigni tradizionali ad uva da tavola per nicchie di mercato: l’esempio del baresana in puglia
Atti del Convegno Nazionale I Vitigni autoctoni minori: aspetti tecnici, normativi e
commerciali;
95.
La Notte P., Susca L., Pirolo C., Giannini P., Savino V. 2006 Il progetto “valorizzazione, risanamento e produzione di materiale vitivinicolo d’area” (Variprovit)
Atti del Convegno Nazionale I Vitigni autoctoni minori: aspetti tecnici, normativi e
commerciali;
96.
Giannini P., Pirolo C., Pastore F., De Fuoco G., Catucci L., Palmisano D., La
Notte P., Savino V. 2006 Potenzialità di due nuovi vini bianchi pugliesi: Fiano della
valle d’itria e Bianco d’Alessano Atti del Convegno Nazionale I Vitigni autoctoni
minori: aspetti tecnici, normativi e commerciali;
97.
Giannini P., Pirolo C., Pastore F., Bottalico G., Campanale A., Cardone A.,
Proscia A., Palmisano D., De Fuoco G., La Notte P., Savino V. Recupero e valorizzazione dei vitigni minori pugliesi. 2006 Atti del Convegno Nazionale I Vitigni autoctoni minori: aspetti tecnici, normativi e commerciali;
98.
Savino V., La Notte P., Digiaro M., Boscia D., Martelli G.P., 2006. “Miglioramento sanitario dell’uva da tavola in Puglia ed ipotesi di nuova regolamentazione”,
Rivista di Frutticoltura, 2, 34-38.
99.
La Notte P., Pirolo C., Bottalico G., Campanale A., Savino V., 2006. “Sanitary
status and sanitation of local germoplasm in southern Italy”, Extended Abstracts of
the 15th Meeting ICVG, Stellenbosch (Cape Town), South Africa, p. 214-215.
100. Pirolo C., Boscia D., La Notte P., Campanale A., Savino V., Martelli G.P.,
191
2006. “Further evidence of the involvement of grapevine leafroll associated virus 2 in
graft incompatibility”, Extended Abstracts of the 15th Meeting ICVG, Stellenbosch
(Cape Town), South Africa, p. 242.
101. Romanazzi G., Murolo S., La Notte P., Pizzichini L., Talevi S., Stimilli G.,
Nardi S., Virgili S., Branzanti M.B., Savino V., 2006. Incidenza delle virosi della vite
nei vitigni marchigiani. Convegno Nazionale di Viticoltura, Ancona 21-23 giugno
2006.
102. Romanazzi G., Murolo S., La Notte P., Virgili S., Silvestroni O., Savino V.,
2006. Miglioramento sanitario di vitigni autoctoni minori nelle Marche. Atti del Convegno Nazionale “I vitigni autoctoni minori: aspetti tecnici, normativi e commerciali”, Villa Gualino (Torino) 30 novembre -1 dicembre 2006. ISBN 88-6136-001-7.
103. La Notte P., 2006. Un Forum per la viticoltura pugliese. Alceo Salentino (periodico di cultura enoica e territorio), Anno IV n.1 marzo 2006, p. 13.
104. La Notte P., Digiaro M., Silletti M.R., 2006. Giallumi da fitoplasmi. Alceo
Salentino (periodico di cultura enoica e territorio), Anno VI n.3 novembre 2006, p.
9-11.
105. Romanazzi G., Prota V.A., Casati P., Murolo S., Silletti M.R., Di Giovanni
R., Landi L., Zorloni A., D’Ascenzo D., Virgili S., Garau R., Savino V., Bianco P.A.,
Incidenza del recovery in viti infette da fitoplasmi in diverse condizioni climatiche
e varietali italiane e tentativi di comprensione e induzione del fenomeno. Atti del
Convegno Nazionale “Nuove possibilità di lotta contro le fitoplasmosi dellla vite edei
fruttiferi basae sul recovery, resistenze indotte e antagonisti” Ancona , 17-18 settembre 2007.
106. Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Laguardia C., Santomauro A.,
Faretra F., 2007. Difesa dell’oidio delle cucurbitacee. L’informatore Agrario, 21, 6264.
107. Marannino P., Dongiovanni C., de Lillo E., 2007. Efficacia e persistenza in
campo di spinosad nella lotta agli adulti di Capnodis tenebrionis L. (Coleoptera buprestidae). Atti XXI Congresso Nazionale Italiano di Entomologia, Campobasso 11-12
giugno 2007. 201.
108. Pollastro S., Dongiovanni C., Giampaolo C., De Miccolis Angelini R.M., Mingolla F., Natale P., Faretra F., 2007. Ochratoxin A contamination of musts and wines:
observations on predisposing factors in vineyards. Journal of Plant Pathology, 89.
55.
109. Pollastro S., Dongiovanni C., Giampaolo C., De Miccolis Angelini R.M.,
Mingolla F., Natale P., Faretra F., 2007. Ocratoxin A contamination of musts and
wine: observations on predisponing factors in vineyards. In: Atti del XIV Congresso
Nazionale SIPaV, Perugia, 18-21 Settembre, 80 (riassunto).
110. Di Serio, Silletti M.R., Trisciuzzi N., Guario A., Percoco A. and Lillo A..
Identification and characterization of Potato spindle tuber viroid infecting ornamental
192
Solanaceae in Italy. Atti del XIV Congresso SiPAV Perugia 18-21 settembre 2007.
111. La Gatta B., Arace E., Gambacorta G., La Notte E. and La Notte P. 2007.
Phenolic characterization of some native varieties of grapes and wines from Southern Italy. Acta Hort. (ISHS) 754: 65-72
112. CRSA Settore Viticoltura & Enologia, 2007. “Selezione clonale e valutazione
comparata dei diversi ecotipi locali del Primitivo”. Studio commissionato dal GAL
Terre del Primitivo,I.3.2 Intervento - Sub intervento b1). 105 pagine.
113. CRSA Settore Viticoltura & Enologia, 2007. “La vitivinicoltura nell’area del
G.A.L. Luoghi del Mito”. Studio commissionato dal GAL Luoghi del Mito, mis. I.3
- az. I.3.1 - interv. b3 Studi finalizzati al trasferimento dei risultati della ricerca nei
processi produttivi, progetti di prodotto, all’innovazione ed al recupero di antichi
mestieri e/o arti tradizionali. 127 pagine
114. Murolo S., Romanazzi G., Rowhani A., Minafra A., La Notte P., Branzanti M.B., Savino V. 2007. Genetic variability and population structure of Grapevine
virus A coat protein gene from naturally infected Italian vines. Eur J Plant Pathol.
DOI 10.1007/s10658-007-9202-0
115. Giannini P., Pirolo C.S., Pastore F., Mutinati G., La Notte P., 2008. I vitigni
minori visti dal CRSA. Messaggi in bottiglia, Rivista dell’AIS Puglia, anno IV marzo
2008, pp. 53-56.
116. Cara M., Pollastro S., La Notte P., Merkuri J., Ajazi. A., 2008 Ochratoxina A
in Albanian wine. The international annual meeting, Takimi i tretë vjetor i Institutit
Alb-Shkenca IASH 2008, Tirane.
117. Bazzoni A., Boscia D., Digiaro M., Frasheri D., Hasani M., Ippolito A., Lo
console G., Mercuri J., Milano R., Minafra A., Nigro F., Pace H., Palmisano F., Pollastro S., Saponari M., Santomauro A., Silletti M.R., Trisciuzzi N., 2008 Progetto
integrato per la valorizzazione delle produzioni tipiche locali Atti del progetto Vol 1
“Protocolli per la diagnosi di patogeni virali e fungini”;
118. Bottalico G., Campanale A., Cardone A., Catucci L., Digiaro M., D’onghia
A.M., Ferrara G., Frasheri D., Godini A., Lo console G., Palmisano F., Saponari M.,
Savino V., Spahiu E., Veizi A., 2008 Progetto integrato per la valorizzazione delle
produzioni tipiche locali Atti del progetto Vol 2 “Protocolli tecnici per il risanamento,
la conservazione e la moltiplicazione in sanità delle varietà tipiche”;
119. Addante R. Bazzoni A., Calderaio M., Camposeo S., Cavalli D., Cardone A.,
De Bellis L., Digiaro M., Ferrara G., Gallotta A., Giorgio V., Godini A., Guri S., Kullaj
E., La Gravinese G., Novello N., Nuzzaci G., Palasciano M., Palmisano F., Savino V.,
Tomai F. 2008 Progetto integrato per la valorizzazione delle produzioni tipiche locali
Atti del progetto Vol 3 “Schede descrittive di cultivar di olivo e drupacee”;
120. Casieri A., De Blasi G., De Gennaro B., Maraglino A., Stamo B., Teqja Z.
2008 Progetto integrato per la valorizzazione delle produzioni tipiche locali Atti del
progetto Vol 4 “La convenienza economica delle imprese e del mercato delle produzio-
193
ni tipiche: casi studio della filiera oleicola e frutticola”;
121. Bazzoni A., Didonna A., Savino V., and Palmisano F. 2008. Preliminary results of trials evaluating the behaviour to Plum pox virus of different apricot crosses
. Proc. XXth IS on Fruit Tree Virus Diseases, ISHS 2008, Acta Hort. 781,p. 295-302.
ISBN 978-90-66050-80-8. ISSN 0567-7572;
122. Bazzoni A., Palmisano F., Tavano D. e Savino V. (2008). Confronto di tecniche
per la diagnosi di Ilarvirus su materiale dormiente di drupacee. Atti del VI Convegno
Nazionale sulla Peschicoltura Meridionale p. 282-285 (ISBN 88-95230-09-4978- 8895230-09-2)
123. Palmisano F., Bazzoni A., Didonna A. e Savino V. (2008). Resistenza a sharka
in pesco: risultati preliminary. Atti del VI Convegno Nazionale sulla Peschicoltura
Meridionale p. 264-270 (ISBN 88-95230-09-4978-88-95230-09-2)
124. Silletti M.R., Murolo S., Romanazzi G., Savino V., Caratterizzazione molecolare di legno nero della vite in Puglia. PETRIA Giornale di patologia delle piante;
Atti IV Incontro Nazionale sulle malattie da fitoplasmi”, C.R.A. – Centro di Ricerca
per la Patologia Vegetale, Roma 28-30 maggio 2008, pp287-289.
125. Pirolo C., La Notte P., Giannini P., Bottalico G., Pastore F., Savino V., 2008
New clones for Italian table grape industry. XXXI Congress OIV, Verona 15-20 giugno 2008;
126. Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Gasparre A., Masiello N., Santomauro A., Faretra F., 2008. Attività antiperonosporica di dosi ridotte di rame e di
sostanze alternative in vigneti dell’Italia meridionale. Atti Giornate Fitopatologiche.
Volume II, 315-320.
127. Giampaolo C, Dongiovanni C., Santomauro A., Di Carolo M., Faretra F.,
2008. Attività antiperonosporica di fungicidi nuovi o di recente introduzione su vite
ad uva da vino in Puglia. Atti Giornate Fitopatologiche. Volume II, 307-314.
128. Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Pollastro P., Catucci L., 2008.
Valutazione dell’efficacia di insetticidi eco-compatibili nel controllo della tignoletta
della vite. Atti Giornate Fitopatologiche. Volume I, 193-198.
129. Trisciuzzi N., Silletti M.R., Pollastro P., Risultati di controlli fitosanitari eseguiti dal 2001 al 2007 su piantine ortive in vivai Pugliesi. Atti Giornate Fitopatologiche, 2008, 2, 485-490
130. Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Natale P., Venerito P., 2008.
Valutazione dell’efficacia di differenti modalità di applicazione di Bacillus thuringiensis nei confronti della tignoletta della vite in Puglia. Atti Giornate Fitopatologiche.
Volume I, 199-202.
131. Pollastro S., Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Gasparre A., Natale P., Mingolla F., Masiello N., Habib W., Faretra F., 2008. Impiego di mepanipirim
nella prevenzione della contaminazione da ocratossina A nei vini: risultati di tre anni
di attività. Atti Giornate Fitopatologiche. Volume II, 385-392.
194
132. Pollastro S., Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Mingolla F., Natale P., Pollastro P., De Miccolis Angelici R.M., Pichierri A., Faretra F., 2008. Osservazioni sull’attività di sostanze naturali verso il fungo Aspergillus carbonarius e la
contaminazione da ocratossina A delle uve. Atti Giornate Fitopatologiche. Volume
II, 393-398.
133. Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Santomauro A., Faretra F.,
2008. Una strategia di difesa efficace e sicura. Italia meridionale: tre anni di prove con
Proquinazid. Terra e vita, 14 (Suppl.), 6-7.
134. Santomauro A., Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Miazzi F., Faretra F., 2008. Contro l’oidio della vite protezione integrata e preventiva. Informatore
agrario, 30 (Suppl.), 4-6;
135. Santomauro A., Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M, Pollastro P.,
2008. Susceptibility of wine and table grape cultivars to powdery mildew. 9th International Congress of Plant Pathology, Torino (Italy), August, 24-29;
136. Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Santomauro A., Faretra F.,
2008. Valutazione dell’efficacia e della resistenza al dilavamento di composti rameici
su vite in condizioni controllate. Atti del convegno. Cupramontana (AN), 26 Novembre 2008;
137. Pollastro S., Dongiovanni C., Giampaolo C., De Miccolis Angelini R.M., Mingolla F., Pichierri A., Di Carolo M., Pollastro P., Natale P., 2008. Studies on OTA
contamination of musts and wines in South Italy. Journal of Plant. Pathology, 90 (2,
Supplement), 324.
138. Palmisano F., Minafra A., Bazzoni A., Savino V. (2009). Migliorano le tecnologie per gli accertamenti sanitari diagnostici delle Prunoidee. Rivista di Frutticoltura e di ortofloricoltura, n. 4, p. 60-63. ISSN: 0392-954X.
139. La Notte P., Pirolo C., Giannini P., Bottalico G., Campanale A., Savino V.,
Martelli G., 2009. Contribution of new certified clones to the improvement of the
Italian table grape industry. Extended Abstracts of the 16th Meeting ICVG, Dijion
(France): 58-59.
140. Mandic B., Ivanovic Z., Susca L, Bottalico G., Starovic M., Jakšic D., Kuzmanovic S., Ivaniševic D., Gavrilovic V., Korac N., Digiaro M., La Notte P., 2009. Clonal selection and sanitary status of local grapevine germplasm in Serbia. Extended
Abstracts of the 16th Meeting ICVG, Dijion (France): 60-61.
141. Pirolo C., Boscia D., La Notte P., Cardone A., Martelli G., 2009. Further data
on the sensitivity of different rootstocks to the graft incompatibility associated with
GLRaV-2 infection. Extended Abstracts of the 16th Meeting ICVG, Dijion (France):
320-321.
142. Pirolo C.S., La Notte P., Pastore F., Torello-Marinoni D., Giannini P., Venerito P., Cagnazzo A., Schneider A., 2009. Verdeca e Pampanuto sono la stessa varietà.
L’Informatore Agrario, 49: 55-56.
195
143. A.A.V.V. (coordinatore La Notte P.), 2009. Quaderno n. 11 Uva da Vino,
nell’ambito della Collana realizzata nell’ambito del POR Puglia 2000-2006, Asse
IV Misura 4.21 (Feoga Sez. Orientamento), Ed. CRSA Locorotondo, 146 pp. ISBN
9788896578117
144. A.A.V.V., 2009. Quaderno n. 7 Uva da Tavola, nell’ambito della Collana
realizzata nell’ambito del POR Puglia 2000-2006, Asse IV Misura 4.21 (Feoga Sez.
Orientamento), Ed. CRSA Locorotondo, 151 pp. ISBN 9788896578063
145. Dongiovanni C., Tauro G., 2009. Principali insetti dannosi delle colture orticole. In: Quaderno Orticoltura (P. Santamaria, F. Serio, coord.), POR Puglia 20002006, Asse IV, Misura 4.21. Ed. Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura
“Basile Caramia”, Locorotondo (Bari), 107-120.
146. Dongiovanni C., 2009. Principali insetti dannosi del ciliegio. In. Quaderno Ciliegio (L. Catalano, coord.), POR Puglia 2000-2006, Asse IV, Misura 4.21. Ed. Centro
di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”, Locorotondo (Bari),
101-105.
147. Dongiovanni C., 2009. Principali insetti dannosi del pesco. In. Quaderno Pesco (C. Fideghelli, coord.), POR Puglia 2000-2006, Asse IV, Misura 4.21. Ed. Centro
di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”, Locorotondo (Bari),
121-130.
148. Trisciuzzi N., 2009. Scelta del materiale di propagazione Quaderno n.13 agrumicoltura POR Puglia 2000-2006 – Asse IV Misura 4.21 (FEOGA-Sezione Orientamento), 27-40.
149. Trisciuzzi N., 2009. Principali virus, virus simili e viroidi degli agrumi. Quaderno n.13 agrumicoltura POR Puglia 2000-2006 – Asse IV Misura 4.21 (FEOGASezione Orientamento), 99-108.
150. Pollastro S., Dongiovanni C., Giampaolo C., De Miccolis Angelini R.M., Mingolla F., Pichierri A., Di Carolo M., Pollastro P., Natale P., 2008. Studies on OTA
contamination of musts and wines in South Italy. Journal of Plant Pathology, 90 (2,
Supplement), 324.
151. Simeone V., Perrelli D., Baser N., Cesari G., El Bilali H., Natale P., 2008.
Attività residuale di sostanze naturali utilizzate contro Bactrocera oleale in olive e
olio prodotti in regime di agricoltura biologica. Atti Giornate Fitopatologiche, Cervia
(RA), 12-14 marzo, vol.1 ,393-398 (riassunto).
152. Simeone V., Perrelli D., Baser N., Cesari G., El Bilali H., Natale P., Residues
of rotenone, azadirachtin, pyrethrins and copper used to control Bactrocera oleae
(Gmel.) in organic olives and oil, 2009, 1-7, Food Additives and Contaminants. IF
(2009) 2.131
153.
Santomauro A., Pollastro S., De Miccolis Angelini R.M., Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Faretra F., 2009. Attualità nella protezione integrata della vite
dalle malattie fungine in Italia Meridionale. Protezione delle colture. 24-28;
196
154. Pollastro S., Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Perrelli D., Natale
P., Pollastro P., De Miccolis Angelini R.M., Piccione L., Pinto L., Cantele G., Faretra
F., 2009. Strategie di protezione integrata da funghi responsabili dell’accumulo di
Ocratossina A: risultati di quattro anni di attività di ricerca e validazione. Progetto
Sivina. Alceo salentino, Luglio 2009, 10-12;
155. Pollastro S., Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Perrelli D., Natale
P., Pollastro P., De Miccolis Angelini R.M., Piccione L., Pinto L., Cantéle G., Faretra
F., 2009. Studio dei fattori predisponenti la contaminazione da Ocratossina A nei vitigni ‘Negroamaro’ e ‘Primitivo’: risultati di quattro anni di attività di ricerca. Alceo
salentino, VII (4), 10-12
156. Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Santomauro A., Faretra F.,
2009. Integrated protection of table-grape from powdery mildew in Southern Italy.
IOBC Bull.;
157. Pollastro S., Dongiovanni C., De Miccolis Angelini R.M., Giampaolo C., Mingolla F., Natale P., Perrelli D., Faretra F., 2009. Fattori predisponenti la contaminazione dei vini Salentini da ocra tossina A. Atti Acc. It. Vite Vino;
158. Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Guario A., Faretra F., 2009.
Programma Interregionale Agricoltura e Qualità, Misura 2, Controllo dell’impiego
dei fitofarmaci in agricoltura, Regione Puglia, attività 2006-2008. Centro di Ricerca
e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”, Locorotondo, Bari, pp. 85;
159. Dongiovanni C., Pollastro P., Catucci L., Pollastro S., Faretra F, 2009. Collybia sp. causes white bark rot on grapevine. Journal of Plant Pathology;
160. Palmisano F., Bazzoni A., Tavano D., Didonna A., Castellano M. and Savino
V., 2009. Experimental screening of an apricot cross for resistance to Plum pox virus
(M and D strains).
161. Bottalico G., Fatone M.T., Campanale A., Saponari A., Savino V., 2009 “Validazione e trasferimento di protocolli per la coltura in vitro di tessuti vegetali di
fruttiferi e olivo” Rivista di frutticoltura n° 4/2009 pg 70-73;
162. Silletti M.R., Navarro B., Bozzano G., Trisciuzzi N., Di Serio F., 2009. Il viroide PSTVd minaccia pomodoro e patata. L’informatore agrario, n.11, 89-90.
163. Santomauro A., Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Faretra F.,
2009. Efficacia di mandipropamid su Montepulciano allevato a controspalliera. Terra
e Vita, 14 (Suppl.), 28-29.
164. Giampaolo C., Di Carolo M., Dongiovanni C., Palmisano D., Santomauro A.,
Lops F., Faretra F., 2009. Fluopicolide+propamocarb, efficacia contro la peronospora
del pomodoro. Terra e Vita, 19 (Suppl.), 42-45.
165. Santomauro A., Dongiovanni C., Faretra F., 2009. Peronospora al Nord e al
Sud: strategie di lotta preventiva per bloccare i patogeni. Terra e Vita, 17 (Suppl. n.
2), 27-29.
166. Santomauro A., Pollastro S., De Miccolis Angelini R.M., Dongiovanni C.,
197
Giampaolo C., Di Carolo M., Faretra F., 2009. Attualità nella protezione integrata
della vite dalle malattie fungine in Italia meridionale. Protezione delle Colture, 2, 2428.
167. Santomauro A., Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Faretra F.,
2009. Efficacia di mandipropamid su Montepulciano allevato a controspalliera. Terra
e Vita, 14 (Suppl.), 28-29.
168. Pollastro S., Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Perrelli D., Natale
P., Pollastro P., De Miccolis Angelini R.M., Piccione L., Pinto L., Cantéle G., Faretra
F., 2009. Strategie di protezione integrata da funghi responsabili dell’accumulo di
Ocratossina A: risultati di quattro anni di attività di ricerca e validazione. Alceo salentino, VII (3), 10-12
169. Santomauro A., Dongiovanni C., Faretra F., 2009. Peronospora al Nord e al
Sud: strategie di lotta preventiva per bloccare i patogeni. Terra e Vita, 17 (Suppl. n.
2), 27-29.
170. Giampaolo C., Di Carolo M., Dongiovanni C., Palmisano D., Santomauro A.,
Lops F., Faretra F., 2009. Fluopicolide+propamocarb, efficacia contro la peronospora
del pomodoro. Terra e Vita, 19 (Suppl.), 42-45.
171. Navarro B., Silletti M.R., Trisciuzzi N. and Di Serio F., 2009. Identification
and characterization of Potato Spinale Tuber Viroid infecting tomato in Italy. Journal of Plant Pathology (2009), 91 (3), 723-726.
172. Trisciuzzi N., Silletti M.R., Pollastro P., 2009. Incidence of virus infections
in stone and pome fruit selected for nursery industry in southern italy. Atti del XIV
Congresso SiPAV Locorotondo (BA) 28 settembre – 1 ottobre 2009.
173. Navarro B., Silletti M.R., Trisciuzzi N., Di Serio F., 2009. Identification and
characterization of potato spindle tuber viroid infecting tomato in italy. Atti del XIV
Congresso SiPAV Locorotondo (BA) 28 settembre – 1 ottobre 2009.
174. Pollastro S., Dongiovanni C., Habib H., Faretra F., 2009. Long-term observations on spatial distribution of Esca disease in vineyards. In: Atti del XV Congresso
Nazionale SIPaV, Locorotondo (BA), 28 Settembre – 1 Ottobre, 123 (riassunto)
175. Pollastro S., Dongiovanni C., Habib H., Faretra F., 2009. Long-term observations on spatial distribution of Esca disease in vineyards. Journal of Plant Pathology
91 (64), 80.
176. Quaglino F., Zhao Y., Bianco P. A., Wei W., Romanazzi G., Murolo S., Silletti
M.R., Savino V., Casati P., Durante G., Davis R.E., - In: Progrès Agricole et Viticole. Molecular markers among stolbur phytoplasma (16SrXII-A) strains and their
association with natural ecologies of grapevine Bois noir in Italy. - ISSN 0369-8173.
- Horse Série – 16th Meeting of ICVG(2009). - p. 145-146. (Intervento presentato al
16. Meeting of ICVG)
177. Bazzoni A., Palmisano F., Tavano D., Didonna A., Al Rwahnih M., Savino V.
(2010). Pathogenecity of Ten Isolates of Apple Chlorotic Leaf Spot Virus to Prunus
198
Species. Proc. XIVth IS on Apricot Breeding and Culture, ISHS 2010, Acta Hort.
862, p. 507- 514. ISBN 978-90-66053-56-4. ISSN 0567-7572F
178. Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Santomauro A., Casulli F., Faretra F., 2010. Osservazioni sulla protezione da malattie fogliari del grano duro in
Italia meridionale. Atti Giornate Fitopatologiche, 2, 391-392.
179. Dongiovanni C., Di Carolo M., Giampaolo C., Santomauro A., Natale P., Faretra F., 2010. Osservazioni sull’efficacia antiperonosporica su vite di dosi ridotte di
rame e di sostanze alternative e resistenza al dilavamento di composti rameici. Atti
del workshop “Dosi ridotte di rame e prodotti alternative per la difesa antiperonosporica”, Ancona, 26 febbraio 2010. Petria, 20 (1), 13-14.
180. Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Santomauro A., Faretra F.,
2010. Strategie di protezione antioidica su vite ad uva da tavola in Puglia. Atti Giornate Fitopatologiche, 2, 339-344.
181. Dongiovanni C.,Giampaolo C., Di Carolo M., Santomauro A., Casulli F., Faretra F., 2010. Osservazioni sulla protezione da malattie fogliari del grano duro in
Italia meridionale. Atti Giornate Fitopatologiche, 2, 391-392.
182. Giampaolo C.,Di Carolo M., Dongiovanni C., Santomauro A., La Guardia
C., Faretra F., 2010. Protezione delle cucurbitacee dall’oidio in Puglia. Atti Giornate
Fitopatologiche, 2, 427-432.
183. Dongiovanni C., Pollastro P., Catucci L., Pollastro S., Faretra F., 2010. Collybia sp. causes white bark rot on grapevine. Journal of Plant Pathology, 92 (1), 227229.
184. Santomauro A., Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Perrelli D.,
2010. Peronospora su uva da tavola, al Sud è possibile limitare i trattamenti. Terra e
Vita, 11, 70-72.
185. Dongiovanni C., Santomauro A., Giampaolo C., Di Carolo M., Faretra F.,
2010. Integrated protection of table-grape from powdery mildew in Southern Italy.
Proc. 7th International Conference on Integrated Fruit Production Avignon (France), October 27-30, 2008, IOBC/WPRS Bulletin, 54, 175-182.
186. Pollastro S., Dongiovanni C., De Miccolis Angelini R.M., Natale P., Perrelli
D., Faretra F., 2010. Influences of cultural practices on bunch rots and ochratoxin A
contamination in wine. Atti XVI Convegno Nazionale di Patologia vegetale, Firenze
14-17 settembre 2010, 52.
187. Loconsole G., Saponari M., Faggioli F., Albanese G., Bouyahia H., Elbeaino
T., Materazzi A., Nuzzaci M., Prota V., Romanazzi G., Trisciuzzi N. and Savino V.,
2010. Inter-laboratory validation of PCR-based protocol for detection of olive viruses. Bulletin OEPP/EPPO Bulletin 40, 423-428; ISSN: 1365-2338.
188. Navas-Cortes J.A., Vovlas N., Trisciuzzi N., Castillo P., Troccoli A., 2010.
Anatomical changes induced by two soil-borne pathogens (Plasmodiophora brassicae
and Meloidogyne javanica) in cabbage. Nematologia Mediterranea giugno 2010, 39-
199
43.
189. Palmisano F., Bazzoni A., Tavano D., Didonna A., Castellano M., Savino V.
(2010). Experimental screening of an Apricot Cross for resistance to Plum pox virus
M and D strains. Proc. XIVth IS on Apricot Breeding and Culture, ISHS 2010, Acta
Hort. 862, p. 501-506. ISBN 978-90-66053-56-4. ISSN 0567-7572
190. Cardone A., Palmisano F., Saponari A., Catucci L., Lugli S., Trotta L., Catalano L. (2010). Un indice colorimetrico per individuare il periodo ottimale di raccolta.
Rivista di Frutticoltura e di ortofloricoltura, n. 5, p. 22-26. ISSN: 0392-954X.
191. Pirolo C., La Notte P., Cardone A., 2010. Recupero, miglioramento sanitario,
valorizzazione e promozione della Baresana. “Foglie” (Periodico di informazione
192. tecnico agraria della Regione Puglia) Anno V, 1, pp. 26-27.
193. La Notte P., Catucci L., Pastore F., Giannini P., Venerito P., Cagnazzo A.,
Pirolo C., 2010. Scoperta la sinonimia di Verdeca e Pampanuto. “Foglie” (Periodico
di informazione tecnico agraria della Regione Puglia) Anno V, 4, pp. 26-27.
194. La Notte P., Giannini P., Pirolo C., Venerito P., Cagnazzo A., Catucci L.,
2010. Imminente il riconoscimento ufficiale di un antico vitigno minore pugliese: il
Minutolo. Alceo Salentino (Periodico di cultura enoica e territorio), Anno VIII n.1,
pp. 13-15.
195. La Notte P., Pirolo C., 2010. Terra d’Otranto: dalla storia del vino alla proposta di nuove DOC. Alceo Salentino (Periodico di cultura enoica e territorio), Anno
VIII n.2, pp. 10-13.
196. La Notte P., 2010. Strategia ed esperienze di recupero e valorizzazione dei
vitigni autoctoni minori in Puglia. Atti del Convegno “Il vino: un’importante risorsa
per il futuro economico del Cilento“. Giungano (SA)(23/10/2009), pp. 75-82. Enzo
Albano Editore (NAPOLI) ISBN 9788889677377
197. Sabrina Giannetto S., Randall Caruana R., La Notte P., Costacurta A., and
Crespan M., 2010. A Survey of Maltese Grapevine Germplasm Using SSR Markers,
Am. J. Enol. Vitic. 61(3), 419-424.
198. Torchetti E.M., Navarro B., Trisciuzzi N., Silletti M.R. and Di Serio F., Mixed
Viroid Infections of Solanum jasminoides in Italy. SIPAV Bologna 12-14 settembre
2011- Poster
199. Torchetti E.M., Navarro B., Trisciuzzi N., Silletti M.R. and Di Serio F., Identification and characterization of Chrysanthemum stunt viroid infecting Argyranthemum frutescens in Italy. SIPAV Bologna 12-14 settembre 2011- Poster
200. Luigi M., Navarro B., Silletti MR., Torchetti E.M., Costantini E., Luison D.,
Mangiaracina P., Trisciuzzi V.N., Altieri L., Tomassoli L., Di Serio F., Faggioli F..The
Potato spindle tuber viroid threat: studies on its detection, characterization, trasmission, diffusion, risk assessment and control strategies in the frame of the “PSTVdfree” project. SIPAV Bologna 12-14 settembre 2011- Atti
201. Palmisano F.,Barletta L., Venerito P., Pollastro P., Trisciuzzi N., Savino V.,
200
Germoplasma di ciliegio autoctono pugliese: stato sanitario.8-10 giugno 2011 convegno nazionale del ciliegio - Rocca Di Vignola.
202. Dongiovanni C., Giampaolo C., Di Carolo M., Santomauro A., Faretra F.,
2011. Prime esperienze per la validazione di protocolli per la conduzione di vivai di
prunoidee in biologico. Frutticoltura, in corso di stampa.
203. Dongiovanni C., Di Carolo M., Giampaolo C., Saponari A., 2011. Valutazione
dell’efficacia di insetticidi impiegabili in agricoltura biologica nel contenimento di
Monosteira unicostata in ciliegio. Frutticoltura, in corso di stampa.
204. Dondini L., Lain O., Vendramin V., Rizzo M., Vivoli D., Adami M., Guidarelli
M., Gaiotti F., Palmisano F., Bazzoni A., Geuna F., Boscia D., Tartarini S., Negri P.,
Castellano M.A:, Savino V., Bassi D., Testolin R. (2011). QTLs for Resistance to Plum
pox virus strains M and D co-map in the linkage group 1 of both ‘Lito’ and ‘Harcot’
apricot cultivars. Molecular Breeding. DOI 10.1007/s11032-010-9431-3
205. De Miccolis Angelini G., De Petro T., Fucilli V., Gentile F., Piepoli M.G., Savino
V. N., Spagnuolo M., 2011. Opuscolo - La gestione sostenibile del tuo territorio pp.35.
206. La Notte P., Venerito P., Savino V., Martelli G., 2011. Management and prevention of virus infection in grapevine gene-banks. Extended abstract of Meeting
“Phytoplasmas and viruses management in Grapevine Collections for Germplasm
Conservation, Mobilization and Evaluation”, of COST Actions FA1003 & FA0807,
8-9 May 2012 Sofia (Bulgaria) - Alceo Salentino, in stampa
207. Dongiovanni C., Di Carolo M., Natale P., Santomauro A., Faretra F., 2012.
Valutazione dell’efficacia della miscela boscalid+pyraclostrobin per il contenimento
della septoriosi del sedano. Atti Giornate Fitopatologiche, 2, 571-575.
208. Dongiovanni C., Di Carolo M., Santomauro A., Faretra F., 2012. Valutazione
dell’efficacia del nuovo fungicida antioidico pyriofenone su vite in Puglia. Atti Giornate Fitopatologiche, 2, 351-356.
209.
Dongiovanni C., Di Carolo M., Santomauro A., Faretra F., Guario A., Antonino
N., Lasorella V., Grande O., Milella G., 2012. Ultime novità nella protezione delle solanacee e cucurbitacee dall’oidio in puglia. Atti Giornate Fitopatologiche, 2, 531-538.
210. Dongiovanni C., Di Carolo M., Faretra F., Lasorella V., Grande O., Guario
A., 2012. Esperienze in Puglia nella protezione antioidica della vite con nuovi mezzi
tecnici. Atti Giornate Fitopatologiche, 2, 357-361.
211. Loconsole G., Saponari M., Faggioli F., Albanese G., Bouyahia H., Elbeaino
T., Materazzi A., Nuzzaci M., Prota V., RomanazziG., Trisciuzzi N., Savino V., Tematica II. Progetto OLVIVA. Manuale per la diagnosi fitopatologia e per il risanamento da virus dell’olivo. Bari Villa Romanazzi 6-7 giugno 2012. Protocollo per
la diagnosi dei virus, tematica II, 35-38.
212. La Notte P., Pirolo C., Giannini P., Cagnazzo A., Venerito P., Bottalico G.,
Savino V., 2012 “Registrati 5 “nuovi” antichi vitigni pugliesi”. Atti Convegno Conavi.
Torino, Luglio 2012.
201
Foto 1 – Foto di gruppo dipendenti e collaboratori del CRSA
Foto 2 – La Masseria Ferragnano sede dell’Area Amministrativa
Foto 3 – Campo di collezione del germoplasma di vite ad uva da tavola
e screen house sullo sfondo
202
Foto 4 – Le screen house – Premoltiplicazione sezione operativa Ferragnano
Foto 5 – La biblioteca e le aule
Foto 6 – Laboratorio di colture in vitro e sede
del Centro Regionale di Premoltiplicazione
203
Foto 7 – Laboratori di analisi agroalimentari ed enologiche
Foto 8 – Cantina didattica sperimentale
Foto 9 – Serre e screen house per la premoltiplicazione
204
Foto 10 – Campo di omologazione ad uva da vino
Foto 11 - Screen house sezione operativa Amendolecchia, Massafra (Ta)
Foto 12 – Camera di crescita del laboratorio di coltura in vitro
205
Foto 13 – Laboratorio diagnosi molecolare
Foto 14 – Laboratorio agroalimentare (particolare)
Foto 15 – Aula 1
206
Foto 16 – Mostra pomologica – Convegno Progetto Interreg Print. Locorotondo, luglio 2008
Foto 17 – Concorso di pittura estemporanea – Evento “Tipica…mente”. Locorotondo, luglio 2008
Foto 18 – Giornata Mondiale per l’Ambiente (WED). Bari, giugno 2010
207
25
anni
Un sentito ringraziamento a tutti coloro che
in questi 25 anni hanno contribuito
con abnegazione, professionalità e spirito di sacrificio
alla nascita e alla crescita del CRSA.
208
Scarica

Scarica il volume in pdf