Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” “25 Anni di Ricerca, Sperimentazione e Formazione per il progresso dell’Agricoltura” Locorotondo, 5-6 Luglio 2012 Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” “25 Anni di Ricerca, Sperimentazione e Formazione per il progresso dell’Agricoltura” Locorotondo, 5-6 Luglio 2012 a cura di A. Cagnazzo, M. Convertini, C. Dongiovanni, M. Fasano, P. Giannini, G. Maggi, P. Natale, F. Palmisano, D. Perrelli, M.G. Piepoli, V. Savino, P. Venerito Finito di stampare nel mese di giugno 2012 Stampa GRAFICA MERIDIONALE Tutti i diritti sono riservati - E’ vietata la riproduzione con qualsiasi mezzo COMITATO D’ONORE Presidente: N. Vendola - Presidente della Regione Puglia G. Fumarola - Presidente della Banca di Credito Cooperativo, Locorotondo Cosimo Lacirignola - Direttore dell’Istituto Agronomico Mediterraneo, Bari T. Miano - Direttore del Dipartimento di Scienze del suolo, delle piante e degli alimenti, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” G. Scarascia Mugnozza - Direttore del Dipartimento di Scienze Agroambientali e Territoriali, Bari M. Pastore - già Presidente del CRSA “Basile Caramia”, Locorotondo C. Petrocelli - Rettore dell’Università degli studi di Bari Aldo Moro D. Pignone - Direttore del Dipartimento Agroalimentare del CNR, Roma M. Ruggieri - Dirigente Scolastico Istituto Istruzione Superiore Secondaria “B. Caramia - F. Gigante”, Locorotondo A. Sasso - Assessore Regionale Istruzione e Formazione, Regione Puglia T. Scatigna - Sindaco del Comune di Locorotondo F. Schittulli - Presidente della Provincia di Bari D. Stefano - Assessore alle Risorse Agroalimentari, Regione Puglia G. Volpe - Rettore dell’Università degli Studi di Foggia COMITATO ORGANIZZATORE Presidente: C. Fideghelli - Presidente del Comitato Tecnico Scientifico CRSA “Basile Caramia”, Locorotondo N. Calella - Vicepreside Istituto Istruzione Superiore Secondaria “B. Caramia - F. Gigante”, Locorotondo F. Faretra - Professore del Dipartimento di Scienze del suolo, delle piante e degli alimenti, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” P. La Notte - Responsabile Settore Viticoltura ed Enologia CRSA “Basile Caramia”, Locorotondo M. Lisi - Direttore Servizi Generali e Amministrativi Istituto Istruzione Superiore Secondaria “B. Caramia - F. Gigante”, Locorotondo G. Palmisano - Consigliere della Provincia di Bari D. Pentassuglia - Consigliere della Regione Puglia M.G. Piepoli - Responsabile Settore Formazione CRSA “Basile Caramia”, Locorotondo S. Pollastro – Professoressa del Dipartimento di Scienze del suolo, delle piante e degli alimenti, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” M. Saponari – Responsabile Settore Miglioramento genetico e sanitario delle colture CRSA “Basile Caramia”, Locorotondo A. Santomauro - Responsabile Settore Produzione integrata e biologica delle colture e Centro di saggio CRSA “Basile Caramia”, Locorotondo V. N. Savino - Preside della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” A. Sette - Direttore della Banca di Credito Cooperativo di Locorotondo A. Sevi - Preside della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Foggia N. Trisciuzzi - Responsabile settore Laboratorio Diagnosi Fitopatologica CRSA “Basile Caramia”, Locorotondo COMITATO TECNICO OPERATIVO G. Altamura, A. Cagnazzo, R. Cardone, L. Catucci, M. Convertini, M. Di Carolo, C. Dongiovanni, M. Fasano, P. Giannini, G. Maggi, P. Natale, A. Palmisano, D. Palmisano, F. Palmisano, D. Perrelli, P. Pollastro, A. Saponari, M.R. Silletti, P. Venerito - CRSA “Basile Caramia”, Locorotondo. SEGRETERIA ORGANIZZATIVA M. Caroli, M. Guida, A. Palmisano, M. Pinto - CRSA “Basile Caramia”, Locorotondo. INDICE 1. Il Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” (CRSA) dal 1987 al 2012 09 2. 2.1 2.2 2.2.1 2.2.2 2.2.3 2.3 2.3.1 2.3.2 2.4 2.5 2.5.1 2.5.2 2.5.3 I Settori e le Attività del CRSA Area amministrativa Area Ricerca e Sviluppo Produzione integrata e biologica delle colture Viticoltura ed Enologia Miglioramento genetico, sanitario e clonale delle colture Area Coordinamento Attività delegate Rapporti con il territorio Area Formazione Servizi Centro di saggio Laboratorio di analisi agroalimentare ed agro-ambientali Laboratorio di diagnosi fitopatologica 17 18 20 21 23 41 70 71 86 94 116 117 119 134 3. Curriculum vitae e archivio fotografico del CRSA 153 25 anni 1. Il Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” CRSA dal 1987 al 2012 Ieri 10 1. IL CENTRO DI RICERCA E SPERIMENTAZIONE IN AGRICOLTURA “BASILE CARAMIA” (CRSA) DAL 1987 AL 2012 Agli inizi degli anni ottanta, per iniziativa degli allora amministratori dell’Opera Pia Scuola Agraria “Basile Caramia” di Locorotondo, prese corpo l’idea di costituire una struttura che avesse lo scopo di: - fungere da collegamento tra il mondo produttivo e le Istituzioni dedite alla ricerca e sperimentazione nel settore dell’agricoltura; - migliorare dal punto di vista qualitativo e produttivo le produzioni orto-frutticole locali; - contribuire ad innalzare il livello culturale dei tecnici ed operatori agricoli; - fornire informazioni tempestive sui finanziamenti pubblici inerenti il settore dell’agricoltura; - assicurare una continuità formativa ai ragazzi diplomati presso l’Istituto Tecnico Agrario Statale (I.T.A.S.) di Locorotondo. Per l’attuazione dell’ambizioso programma, gli amministratori dell’Opera Pia, coinvolsero altre istituzioni, pubbliche e private, operanti sul territorio. I lavori preparatori si protrassero per alcuni anni, e l’attuale Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” (CRSA) fu costituito con atto notarile del 22 luglio 1987, per merito dell’Opera Pia, dell’Amministrazione Provinciale di Bari, dell’Istituto Tecnico I.T.A.S. di Locorotondo e della Cantina Sociale di Locorotondo. Dal luglio del 1987, trascorsero ulteriori cinque anni, prima che il Centro di Ricerca, entrasse effettivamente nella fase operativa. In ottobre del 1992 s’insediò prima il Consiglio di Amministrazione e poi il Comitato Tecnico Scientifico (C.T.S.). Nel dicembre dello stesso anno, il C.T.S. con documento approvato dal Consiglio di Amministrazione presentò il primo programma attuativo, avente le seguenti finalità: - ricerca, sperimentazione, formazione, dimostrazione e divulgazione, prevalentemente nei settori vitivinicolo ed olivicolo; - qualificazione e valorizzazione delle produzioni agroalimentari mediante certificazione fitosanitaria delle produzioni vivaistiche e certificazione di qualità dei prodotti orto-frutticoli; - allestimento di strutture e campi sperimentali, dimostrativi, al servizio e per lo sviluppo del territorio; - salvaguardia della biodiversità mediante l’attuazione di progetti mirati al recupero, alla conservazione e alla valorizzazione di ecotipi autoctoni (agrumi, drupacee, fico, mandorlo, olivo, pesco, vite). Inizialmente l’attività principale del CRSA “Basile Caramia” era incentrata sulla 11 produzione di materiale di propagazione vegetale di categoria certificato da destinare ai vivaisti. Con delibera n. 871 del 23 giugno 1993 la Regione Puglia delegò al CRSA l’attività di Premoltiplicazione nell’ambito dei programmi di certificazione volontaria, per agrumi, drupacee, olivo e vite. Per l’avvio di tale attività, per soddisfare le esigenze e le aspettative maturate nel comparto vivaistico pugliese di produzioni di qualità, per svolgere al meglio le attività programmate dal Consiglio di amministrazione e dal C.T.S., il CRSA si avvalse del supporto scientifico del Dipartimento di Protezione delle Piante e Microbiologia Applicata (DPPMA) dell’Università degli Studi di Bari, del Centro di Studio sui Virus e Virosi delle Colture Mediterranee del CNR, dell’Istituto Agronomico Mediterraneo (IAM), del supporto tecnico e logistico del Consorzio Vivaistico Pugliese e del contributo economico dell’Amministrazione Provinciale di Bari, delle Casse Rurali ed Artigiane di Sammichele e Locorotondo, della Federazione Provinciale Coldiretti di Bari. Grazie alla collaborazione di questi Enti e Istituzioni, fu selezionato e formato personale tecnico qualificato, furono allestiti i primi campi, progettate e realizzate le prime strutture (serre, ombrai etc.), fu attivato il laboratorio di diagnosi fitovirologica, fu realizzato il laboratorio per la coltura in vitro per la produzione di materiale di propagazione di Categoria “Base” micropropagato e per il risanamento da virus ed agenti virus-simili del germoplasma frutticolo locale. La Regione Puglia per aderire al “Servizio di Certificazione Volontaria del materiale di propagazione vegetale”, come previsto dalla Delibera della Giunta Regionale N°1119 del 15 maggio 1993, dedicò nell’ambito P.O.P. Puglia 1994/1999 una specifica Misura (Misura 4.1.6 “Vivaismo”) per la realizzazione delle strutture necessarie per l’attivazione del Servizio. L’attività di Premoltiplicazione del CRSA fu dislocata sul territorio della Regione in diverse Sezioni Operative (Sez. Operativa “Ferragnano” Locorotondo (BA) – Sez. Operativa “Amendolacchia” Massafra (TA) – Sez. Operativa “Conca d’Ora Palagiano (TA) – Sez. Operativa “Torcito” Cannole (LE)), considerando le condizioni pedoclimatiche e la vocazionalità delle differenti specie vegetali in premoltiplicazione. Le strutture e le attività realizzate, oltre a creare le condizioni per il riconoscimento, da parte del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, del CRSA nel sistema di certificazione Nazionale, lo resero idoneo alla partecipazione a programmi di ricerca per il miglioramento degli agrumi, drupacee, olivo e vite e mirati al trasferimento delle innovazioni tecnologiche dal mondo scientifico a quello operativo. In data 06 aprile 1998, il Servizio Fitosanitario Regionale, riscontrando nel laboratorio fitopatologico del CRSA i requisiti strutturali e professionali previsti dai DD.MM. 14 aprile 1997 per l’esecuzione di diagnosi fitopatologiche, ha concesso, l’accreditamento per la diagnosi di funghi, virus, fitoplasmi, nematodi e batteri, facendo del CRSA, il primo laboratorio fitopatologico accreditato dell’Italia meridionale. 12 Il 18 settembre del 2000, il CRSA è stato accreditato, con DD.MM: 33303 e 33304 del MIPAAF, come Centro di saggio per la conduzione di prove ufficiali di campo sui residui e sull’efficacia dei prodotti fitosanitari ai sensi del D.L. n. 194 del 17 marzo 1995. Inoltre, al fine di interpretare e dare risposte concrete alla domanda formativa e divulgativa del territorio, il CRSA ha promosso numerosi incontri, a diversi livelli, coinvolgendo Enti locali, Università, Enti di Ricerca, Scuole, Organizzazioni professionali, Parti sociali nonché professionisti ed operatori del settore agricoltura partecipando fra l’altro a specifici programmi di formazione su tematiche riguardanti il settore agricoltura nel senso più ampio del termine. In tale ambito il CRSA è stato accreditato come sede operativa per la realizzazione di attività formative finanziate con fondi pubblici ai sensi dell’art. 25, comma 1 della L.R.N. 15 del 07 agosto 2002 – Delibera di Giunta Regionale n. 2023 del 29 dicembre 2004. È membro dell’Associazione Europea, con sede in Bruxelles, che riunisce tra i suoi aderenti Scuole ed Enti, appartenenti a vari paesi europei, impegnati nella formazione professionale in agricoltura e ha come finalità lo sviluppo di modalità comuni di insegnamento nel settore dell’agricoltura. Successivamente, presso il CRSA, con il contributo dell’I.T.A.S. “Basile Caramia” ed in risposta alla crescente attenzione rivolta verso tematiche quali, tutela dell’ambiente, sicurezza delle filiere agro-alimentari e sanità pubblica, è stato allestito il laboratorio chimico per l’esecuzione delle analisi di residui di prodotti fitosanitari in matrici vegetali per le determinazioni analitiche su terreni ed acque, ed il laboratorio di microvinificazione ed analisi enologiche; laboratori accreditati Accredia n. 985 dal 2010 (UNI CEI EN ISO/IEC/17025:2005). Inoltre, con DM del 19 febbraio 2010 (G.U. sg n. 56) il laboratorio di analisi enologica è stato autorizzato del MIPAAF al rilascio di rapporti di prova ufficiali nel settore vitivinicolo. Nell’anno 2008 il CRSA ha assunto l’impegno nella progettazione prima e gestione successivamente del Piano di Sviluppo Locale (PSL) relativo al Gruppo di Azione Locale, GAL “Valle d’Itria” (programma LEADER 2007-2013). Infatti il Consiglio di Amministrazione del GAL, dopo aver espresso l’apprezzamento per il fondamentale e qualificato supporto fornito da questo Centro per la costituzione del GAL Valle d’Itria, nelle more che si organizzasse la propria struttura tecnico amministrativa, ha affidato anche la segreteria amministrativa che ha riguardato sia il coordinamento per l’attuazione del PSR sia l’attività strettamente amministrativa. L’espandersi dell’attività del CRSA, l’intensificarsi dei rapporti con alcune Istituzioni scientifiche proprie del settore, nonché la crescente collaborazione con la Regione Puglia portarono ad una necessaria revisione dello Statuto nella prospettiva di un 13 ampliamento delle rappresentanze all’interno degli organi di governo, di una ulteriore definizione dei compiti e dei ruoli di ciascuna parte e di un aggiornamento delle finalità del CRSA. Il nuovo statuto prevedeva che: - il Consiglio di Amministrazione comprendesse, oltre alle rappresentanze dei Soci fondatori, quelle della Regione Puglia, dell’Amministrazione Provinciale di Taranto, dell’Amministrazione Comunale di Locorotondo (subentrata in qualità di Socio fondatore all’ex Opera Pia “Basile Caramia”, della Facoltà di Agraria dell’Università di Bari, dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Valenzano e del Consorzio Vivaistico Pugliese; - agli organi sociali del primo Statuto (Consiglio di Amministrazione, Presidente del CRSA, C.T.S., Collegio dei Revisori Contabili) fossero aggiunti l’Assemblea dei Soci, la Giunta Esecutiva e il Direttore del Centro; In quanto alle finalità esse venivano arricchite di nuove sfaccettature, quali: - lo sviluppo e il trasferimento di biotecnologie; - la qualificazione genetica e sanitaria del germoplasma d’interesse agrario; - la diffusione di materiale vivaistico sanitariamente e geneticamente migliorato; - l’assistenza agli operatori del settore; - la costituzione di campi di orientamento varietale al fine di promuovere la conoscenza delle novità vegetali; - la valutazione dei rischi connessi all’impiego di fitofarmaci; - il controllo e la certificazione qualitativa dei prodotti agricoli. 14 ORGANIGRAMMA La complessità organizzativa e strutturale assunta dal CRSA nel corso degli anni, ha comportato, dal 2005, la suddivisione dello stesso in aree e relativi settori (tab.1) ognuno dei quali, operando di concerto con le istanze provenienti dalle forze sociali ed economiche del territorio, assicura lo sviluppo delle proprie competenze, coordina attività di ricerca, favorisce la diffusione dei risultati e il confronto con il territorio, promuove le collaborazioni con Università e Istituti di ricerca italiani e stranieri, Enti pubblici e privati nonché società e imprese del settore. Tabella 1 Organizzazione in aree e settori del CRSA Area SETTORI Amministrativa Segreteria generale Gestione contabilità Ricerca e sviluppo Produzione integrata e biologica delle colture Viticoltura ed Enologia Miglioramento genetico, sanitario e clonale delle colture Coordinamento Attività delegate Rapporti con il territorio Progetti speciali Formazione Progettazione e gestione dei corsi Didattica Biblioteca Servizi Centro di saggio Laboratorio di analisi agroalimentare ed agro-ambientali Laboratorio di microvinificazione ed analisi enologiche Laboratorio di diagnosi fitopatologica Certificazione di qualità 15 25 anni 2. I Settori e le Attività Oggi 17 25 anni 2.1 Area Amministrativa Settori: Segreteria generale Gestione contabile 18 Oggi 2.1 AREA AMMINISTRATIVA L’Area Amministrativa si articola nei settori segreteria generale e gestione contabilità. Il Settore “Segreteria Generale” è impegnato nella gestione della corrispondenza generale, nel funzionamento degli organi sociali nonché della formalizzazione di tutti i rapporti di collaborazione con Enti Pubblici e Privati, occupandosi della stesura di convenzioni ed accordi di programma. Fornisce il supporto amministrativo nella fase di progettazione dei progetti di ricerca e formativi nonché la gestione amministrativa di tutti i progetti di ricerca e formativi. Fornisce il supporto tecnico, logistico ed amministrativo all’organizzazione di convegni. Per la parte di competenza, nell’applicazione del manuale della qualità e delle procedure gestionali per l’accreditamento ACCREDIA del laboratorio di analisi agroalimentari ed agroambientali. Il Settore “Gestione contabilità” è impegnato nella gestione della contabilità fiscale (fatturazione, dichiarazioni fiscali, bilanci), del lavoro (contratti, paghe, denunce e dichiarazioni fiscali), finanziaria (pagamenti, incassi, bilancio di previsione e consuntivo), ed elementare (gestione ordini, gestione acquisti, viaggi e trasferte, elaborazione rendiconti), nella gestione dei crediti nonché nella gestione contabile, fiscale, finanziaria e del lavoro dei progetti formativi e dei progetti di ricerca. Personale afferente all’Area - - - - - Piepoli Maria Grazia (Responsabile Area) Pinto Maria (Responsabile Settori: Segreteria generale e Gestione contabilità) Caroli Martino (Collaboratore) Guida Milena (Collaboratore) Palmisano Antonella (Collaboratore) 19 25 anni 2.1 Area Ricerca e Sviluppo 2.2.1 Settore Produzione integrata e biologica delle colture 20 Oggi 2.2.1 SETTORE “PROTEZIONE INTEGRATA E BIOLOGICA DELLE COLTURE E SICUREZZA ALIMENTARE” Dal 1997, sulla scorta della pregressa e consolidata esperienza dell’allora Dipartimento di Protezione delle Piante dell’Università di Bari, vengono svolte attività correlate alla realizzazione di prove di campo per la valutazione dell’efficacia di strategie di protezione integrata e biologica basate sull’impiego di nuovi fungicidi, di antagonisti microbici e di sostanze naturali, impiegandoli sia da soli sia in differenti programmi di protezione sulle colture di maggiore interesse regionale. Le attività sperimentali vengono svolte, principalmente presso aziende commerciali, sia nell’ambito di convenzioni con Società agro-chimiche interessate allo sviluppo di prodotti fitosanitari di propria produzione e/o commercializzazione, sia di programmi di ricerca in collaborazione con istituzioni quali MiPAAF, Regione Puglia, U.E., ecc. Per l’attuazione di tali prove, il personale di questo settore, talvolta in collaborazione con personale afferente ad altri settori, svolge attività quali: impostazione di campi sperimentali, effettuazione di trattamenti parcellari, rilevazioni dei dati di infezione e relativa elaborazione statistica, compilazione delle relazioni tecniche ecc. Nel corso di questi anni, attraverso l’intenso lavoro di sperimentazione svolto, anche in collaborazione con i Dipartimenti della Facoltà di Agraria di Bari, il Settore ha contribuito al miglioramento e all’aggiornamento delle conoscenze tecniche relative alla protezione integrata e biologica delle più importanti colture mediterranee dalle 21 principali avversità. Obiettivo principale delle attività è la razionalizzazione delle strategie di protezione integrata e il trasferimento al territorio delle conoscenze acquisite nei diversi contesti colturali e sulle specifiche colture, attraverso la realizzazione di incontri in campo, visite guidate, seminari e workshop con agricoltori e tecnici, oltre che mediante partecipazioni a convegni nazionali e internazionali, pubblicazioni su riviste specializzate e produzioni editoriali contribuendo, in tal modo, alle attività di divulgazione che rientrano fra le finalità più ampie del CRSA. Ciò, nell’ottica dell’implementazione di sinergie tra soggetti privati e istituzionali, mondo della ricerca e realtà produttive, elemento imprescindibile per la crescita e la valorizzazione del territorio in un contesto quanto mai attuale di sostenibilità delle produzioni agricole. Personale afferente al Settore - Santomauro Agostino (Responsabile Settore) - Dongiovanni Crescenza (Viceresponsabile di settore) - Di Carolo Michele (Collaboratore) 22 25 anni 2.2 Area Ricerca e Sviluppo 2.2.2 Settore Viticoltura ed Enologia Oggi 23 2.2.2 VITICOLTURA ED ENOLOGIA Le attività del Settore Viticoltura ed Enologia sono finalizzate al recupero, la caratterizzazione, il miglioramento genetico/sanitario e la valorizzazione (anche attraverso il miglioramento della qualità dei vini) di varietà di interesse regionale che, nel caso delle uve da vino, sono quasi esclusivamente locali ed autoctone. Nel dettaglio le principali attività sono: Selezione clonale e sanitaria: condotta a stretto contatto con le aziende sul - territorio mira all’individuazione, nell’ambito della variabilità intravarietale accumulata in secoli di coltivazione, di accessioni e/o biotipi geneticamente e sanitariamente superiori. Oltre alle varietà autoctone minori per le quali non ci sono ancora cloni registrati, l’attività prosegue senza interruzione anche su importanti vitigni regionali al fine di ottenere, in funzione dei mutati obiettivi qualitativi e di selezione, cloni con caratteristiche produttive e tecnologiche differenti adattati alla produzione delle svariate tipologie di vino. Oltre ad alcune attività condotte all’estero (Albania, Malta, Croazia, Serbia), negli ultimi la selezione ha interessato oltre 20 vitigni regionali pugliesi. Dopo la selezione in vecchi vigneti commerciali ed l’inserimento nelle collezioni di germoplasma a Locorotondo, le accessioni, coltivate e confrontate nello stesso campo di conservazione, sono sottoposte ad una seconda selezione al fine di individuare i migliori candidati cloni da avviare quasi sempre al risanamento prima ancora di giungere in campo di omologazione. Veduta aerea di alcuni dei campi di Conservazione del germoplasma (Fig. 1) : - Conservazione del germoplasma: Il CRSA ospita a Locorotondo la più grande collezione di germoplasma del centro-sud Italia che, derivando da oltre 40 anni di selezione clonale, ospita, unica nel suo genere, non solo variabilità genetica intra-specifica ma anche intra-varietale. La collezione, estesa su oltre 6,5 ettari ed attualmente in fase di risconoscimento presso la FAO, è suddivisa in 11 diversi campi distinti per origine, destinazione produttiva (varietà ad uva da tavola, vino, portainnesti), caratteristiche varietali (colore e caratteristiche aroFig. 1 Campi collezione matiche) e stato sanitario (piante madri e piante risanate). Complessivamente ospita oltre 5000 accessioni appartenenti a circa 550 varietà ed in particolare per 70 varietà autoctone italiane sono conservate oltre 1.500 selezioni. Il germoplasma selezionato da diverse Istituzioni scientifiche pugliesi 24 (Dip. Protezione delle Piante dell’Università di Bari, Istituto di Virologia Vegetale del CNR, CRSA “Basile Caramia” ed Istituto Agronomico Mediterraneo) comprende varietà italiane (di Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Abruzzo) ed estere (Albania, Croazia, Serbia, Tunisia, Libano, Malta, Grecia, etc.). Omologazione di cloni e registra- zione di antichi vitigni minori. I candidati cloni più interessanti, dopo l’eventuale risanamento, sono introdotti in campi di omologazione/confronto ove si procede a studiare le performances produttive ed enologiche attraverso opportuni rilievi vegeto-produttivi, fenologico-ampelografici, tecnologici nonché analisi di mosti, micro vinificazioni ed analisi chimico/fisiche/organolettiche dei vini. Parallelamente oltre alla costituzione Fig. 2 Campo omologazione vino della fonte primaria sono condotti gli accertamenti fitosanitari prescritti (analisi ELISA e soprattutto indexaggio biologico per innesto). L’attività, per quanto concerne le caratteristiche dei campi di omologazione, la durata (minimo triennale) ed il tipo di rilievi segue i protocolli ufficiali definiti dalla normativa vigente (DPR 24/12/1969 n° 1164 in parte modificato ed integrato soprattutto dai D.M. 11/09/2006 n° 211 e D.M. 24/06/2008). Terminate le attività in campo e cantina, l’elaborazione dei dati permette di individuare tra i diversi candidati quali siano i cloni migliori e più differenziabili meritevoli di registrazione al Catalogo nazionale. Dopo l’invio al Ministero della richiesta di registrazione corredata da un dossier, ovvero tutta la documentazione tecnica (ampelografia, agronomica, genetica, enologica e fitosanitaria) che sarà esaminata dagli esperti del Comitato per l’esame delle varietà di vite, l’iter, complessivamente di durata anche decennale, si conclude formalmente con l’inserimento dei cloni approvati in un apposito decreto e la sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Per l’iscrizione di un vitigno, oltre a tutte le attività descritte per i cloni, è necessario inserire nella documentazione tecnica uno studio storico, una descrizione ampelografia molto più approfondita (comprensiva di descrizione fillometrica e carpometrica) e l’analisi genetica con profilo micro satellite. Gran parte dei tangibili risultati ottenuti nell’ultimo quadriennio (6 vitigni autoctoni registrati, 32 cloni omologati e 3 in attesa di approvazione) sono stati raggiunti, attraverso progetti di ricerca come “Selezione clonale e sanitaria di vitigni ad uva da vino, da tavola e dei relativi portinnesti”, “Recupero dei vitigni autoctoni per la valorizzazione di produzioni enologiche di nicchia della Provincia di Bari” e “Recupero e valorizzazione della viticoltura nel comprensorio dei Trulli”, grazie al sostegno finanziario di Regione Puglia, Provincia di Bari, Camera di Commercio di Taranto, alcuni Comuni (Locoro- 25 tondo, Cisternino e Martina Franca) ed aziende. Il prosieguo dell’attività, soprattutto in un nuovo campo di omologazione costituito nel 2006 con 42 candidati cloni di oltre 27 vitigni, nel prossimi anni potrà garantire anche per molti altri vitigni pugliesi minori (Impigno, Marchione, Maresco, Moscatello selvatico, Notardomenico, Ottavianello, San Nicola, Santa Teresa, Somarello nero, Uva della Scala, Uva Pane) la disponibilità di materiali clonali certificati a livello vivaistico. - La sperimentazione viticola: l’attività ha riguardato principalmente il controllo dei marciumi del grappolo attraverso prove diradamento dei grappoli e impiego di mezzi alternativi come il caolino su 4 varietà locali ad uva da vino nonché il confronto, tutt’ora in corso, delle performance produttive dei vitigni Bianco d’Alessano e Verdeca (base delle DOC Locorotondo e Martina Franca) innestati su 16 diverse varietà portainnesto. Relativamente al settore delle uve da tavola l’attività ha riguardato in particolare l’innovazione varietale ed in particolare: a) nell’ambito del progetto “Valutazione di nuovo germoplasma resistente per coltivazioni di uva da tavola a ridotto impatto ambientale”- MiPAAF, finalizzato all’allargamento della base ampelografia dell’uva da tavola ed alla riduzione dell’impiego di fitofarmaci, il settore è stato coinvolto in rilievi ampelografici, nella valutazione agronomico-produttiva e di adattamento alle condizioni pedoclimatiche pugliesi di 29 varietà ad uva da tavola costituite per incrocio da tre Istituzioni scientifiche in Serbia, Ungheria e Moldavia; b) già da quest’anno, a seguito dell’avvio fin dal 2007 di un programma di breeding per l’ottenimento per l’ottenimento di nuove varietà ad uva da tavola, saranno avviate le valutazioni agronomico-produttive dei primi 800 incroci impiantati in un vigneto sperimentale a Palagiano. Infine tra le attività più recenti nell’ambito di due Progetti integrati di filiera (PSR Puglia 2007/2013) è utile ricordare l’avvio di prove di valutazione dell’effetto di interventi di potatura verde meccanizzata (cimatura e sfogliatura) sul vitigno Negroamaro nonché di rilievi ed analisi delle uve per la zonazione viticola della DOC Gioia del Colle. - La sperimentazione enologica: il settore dispone di una cantina sperimentale completamente attrezzata per il trattamento delle uve, la conduzione di micro e meso vinificazioni in condizioni controllate, trattamenti ed affinamento di vini e vinificazioni speciali (spumantizzazione e produzione di vini dolci). Oltre alle attività di micro vinificazione per Fig. 3 Microvinificatori l’omologazione di candidati cloni il 26 settore è impegnato soprattutto: a) nello sviluppo e messa a punto di protocolli di vinificazione (ad es. adattati alle caratteristiche varietali ovvero esaltare le potenzialità e superare i problemi tecnologici come nel caso ad esempio del confronto di differenti tecniche estrattive per il miglioramento delle componenti fenoliche e/o aromatiche (Primitivo, Negroamaro, vitigni bianchi della Valle d’Itria); b) sperimentazione di nuovi prodotti enologici da vitigni autoctoni minori come vini monovarietali o da uvaggio o ancora vini speciali (passiti e spumanti). Pur di natura leggermente diversa, è possibile citare tra le sperimentazioni enologiche la recente attività inerente la microbiologia enologica ed in particolare i batteri lattici autoctoni impiegabili nella FML; il settore dopo aver costituito e parzialmente caratterizzato (su base morfologica e molecolare) una collezione di ceppi isolati da vini di Negroamaro, Primitivo ed Uva di troia, ha avviato la selezione tecnologica dei ceppi migliori nonché la sperimentazione, ad esempio nell’ambito del progetto PIF “Al cuore del Primitivo”, delle performance qualitative su vini sperimentali e commerciali in fase di affinamento. - Laboratorio Enologico: il laboratorio enologico nasce nel 2004 con funzione di supporto alle attività di ricerca e sperimentazione Viticolo Enologica nell’ambito di progetti nazionali ed internazionali. Nel 2010 il laboratorio ha conseguito l’accreditamento ACCREDIA N. 985 secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 e l’autorizzazione del MIPAAF (DM 19/02/2010 – G.U. sg n.56 del 19 febbraio 2010) al rilascio di rapporti di prova ufficiali nel settore vitivinicolo. Il Laboratorio enologico esegue circa 25 analisi enologiche fondamentali sia per la gestione della cantina che la certificazione della qualità dei vini e l’esportazione. La struttura è dotata di numerose, modernissime e sofisticate apparecchiature analitiche come GC-MS, HPLC, Spettrofotometro, Spettrometro ad assorbimento atomico, ecc. - Altre attività: Il personale afferente al settore è coinvolto in numerose altre attività come: 1. Moltiplicazione e distribuzione a viticoltori e vivaisti di materiale clonale sanitariamente migliorato di vitigni minori autoctoni non ancora registrati. 2. Supporto durante stage e tirocini di corsi di formazione tecnico scientifica superiore (IFTS) e Master Universitari. 3. Supporto tecnico alla Regione Puglia/ Comitato Vitivinicolo Regionale. In particolare il Settore ha prodotto studi/analisi e redatto relazioni tecniche e storiche per: il riconoscimento della DOCG Primitivo di Manduria dolce naturale; il riconoscimento delle DOC Terra d’Otranto e Negroamaro di Terra d’Otranto; la registrazione dei sinonimi Negroamaro e Nero Amaro al Catalogo Nazionale; la definizione dei “Vitigni autoctoni regionali” della Puglia in base all’accordo Stato Regioni 3 febbraio 2005 “Tutela e valorizzazione delle produzioni ottenute da vitigni autoctoni o di antica coltivazione”; le modifiche ad alcuni discliplinari di produzione di vini DOC e IGT esistenti. 27 4. organizzazione e partecipazione in qualità di relatori a convegni, manifestazioni, seminari divulgativi. 5. allestimento di mostre pomologiche e di sedute di degustazione dei vini sperimentali. 6. redazione e presentazione di progetti di ricerca in ambito regionale, nazionale ed internazionale. - Le collaborazioni: Il settore Viticoltura & Enologia del CRSA ha una pluriennale attiva collaborazione con Istituzioni pubbliche regionali (Regione Puglia, Province, Camere di Commercio, numerosi Comuni), Consorzi di Tutela, Associazioni di categoria, Cantine, Aziende agricole nonchè attività di ricerca congiunte con l’Istituto di Virologia Vegetale del CNR di Bari, l’Università di Bari, altre Istituzioni scientifiche italiane (es. Politecnico di Bari, Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, Università di Foggia, Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del CNR, etc.) ed estere (in Albania, Bosnia, Cile, Cina, Croazia, Grecia, Malta, Moldova, Portogallo, Serbia, Ungheria, USA). Personale afferente al Settore - La Notte Pierfederico (Responsabile Settore) - Giannini Pamela Beatrice (Collaboratore) - Venerito Pasquale (Collaboratore) - Cagnazzo Alessandra (Collaboratore) - Palmisano Donato (Collaboratore) 28 CLONI OMOLOGATI E VITIGNI REGISTRATI: IL CONTRIBUTO DEL CRSA AL PANORAMA VITIVINICOLO REGIONALE La Notte P.1,2, Venerito P.2, Giannini P.2, Pirolo C.S.3, Cagnazzo A.2, Palmisano D. 2, Catucci L.2, Silletti M.R.2, Savino V.2,3 1 CNR, Istituto di Virologia Vegetale - UOS di Bari, Via Amendola 165/A 70126 Bari; 2 Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”, Via Cisternino 281, 70010 Locorotondo (Ba); 3 Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Via Amendola, 165/A 70126 Bari. RIASSUNTO L’intensa attività di selezione clonale e sanitaria svolta dal CRSA ha consentito anno dopo anno il miglioramento dell’offerta vivaistica relativa alle varietà regionali (e non solo), nonché la possibilità, per i produttori, di accedere agevolmente al materiale di propagazione sanitariamente sicuro e geneticamente corrispondente alle proprie necessità. Da una parte, la registrazione al Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite di alcuni vecchi vitigni ha permesso, una volta dissipata la confusione legata all’omonimia, l’uso legittimo (anche sulla stessa etichetta della bottiglia) di un nome storicamente verificato. Dall’altra, l’omologazione dei primi cloni di una serie importante di varietà ad uva da tavola e da vino, ha reso disponibili materiali di propagazione certificati, punto di partenza imprescindibile per il raggiungimento di standard qualitativi elevati. INTRODUZIONE La situazione della viticoltura regionale non offriva fino a qualche anno fa un ventaglio di scelta adeguato del materiale di propagazione viticolo in quanto troppo limitato, nonché calibrato su parametri qualitativi spesso molto diversi rispetto agli obiettivi dei produttori attuali, sia in termini di diversificazione delle produzioni che delle caratteristiche produttive, carpometriche e tecnologiche delle uve. In definitiva, appare apprezzabile lo sforzo e la lungimiranza delle Istituzioni di Ricerca e della Regione Puglia che, impegnate da decenni sul territorio regionale per la valorizzazione del germoplasma autoctono, hanno fortemente creduto nel recupero delle tipicità regionali e, in questo caso, dei vitigni autoctoni locali. Oggi, i viticoltori pugliesi possono finalmente affrancarsi dall’uso di materiali standard ed empirici, spesso causa di insuccesso dei nuovi vigneti e soprattutto riproporre, con soluzioni economicamente valide, varietà recuperate la cui importanza e potenzialità sono state intuite e in alcuni casi segnalate dai vari attori delle filiere produttive frutticole ed enologiche. 29 MATERIALI E METODI La metodologia seguita è codificata a livello nazionale dal DPR 24/12/69 n° 1164 e successive modifiche ed integrazioni. La fase di omologazione, che si colloca a valle di una serie di altre attività che compongono la selezione clonale e sanitaria della vite (selezione di campo pluriennale, condotta nei più importanti e tradizionali comprensori viticoli delle province pugliesi, con individuazione e recupero di interessanti biotipi, la definizione dello stato sanitario, il risanamento, ecc.) prevede lo svolgimento delle seguenti attività: - Impianto dei campi di omologazione: per i cloni ad uva da vino sono stati realizzati due campi di confronto, uno in agro di Locorotondo (Ba) con 26 candidati cloni e uno in agro di Manduria (Ta) con 17 candidati cloni. Il campo di omologazione dell’uva da tavola invece è allestito in Agro di Palagiano (Ta), località “Conca d’oro”. Accertamenti sanitari: gli accertamenti sanitari a cui sono stati sottoposti i candidati cloni, risanati attraverso termoterapia o coltura in vitro di apici meristematici e successivamente introdotti in campo di omologazione, sono consistiti in: a) Test ELISA per la diagnosi di GFLV, GLRaV 1, GLRaV 3 e anticorpi monoclonali per GVA, GVB, GFkV e GLRaV 2. b) Trasmissione meccanica su indicatori erbacei per la diagnosi dei Nepovirus GFLV e ArMV agenti dell’Arriciamento o Degenerazione Infettiva della vite. c) Indexaggio biologico con osservazione su indicatori legnosi dell’eventuale sintomatologia specifica indotta dalle malattie virali e virus-simili quali Degenerazione infettiva, Accartocciamento fogliare, Legno riccio, Maculatura infettiva, Necrosi delle nervature e Mosaico delle nervature. - Rilievi ampelografici, ampelometrici, fenologici, agronomici, produttivi. I rilievi sono stati effettuati, attenendosi ai descrittori ufficiali OIV, al fine di verificare l’identità varietale dei candidati cloni,, individuare eventuali caratteri ampelografici e produttivi differenziali e, caratterizzare le proprietà produttive, qualitative e tecnologiche specifiche. Sono stati usati allo scopo anche metodi ampelometrici con misurazioni dei diversi descrittori attraverso digitalizzazione delle immagini delle foglie e loro elaborazione con l’ausilio del sofware Superampelo (Soldavini et al., 2009). - Analisi con marcatori molecolari per la verifica dell’identità varietale attraverso l’utilizzo di microsatelliti (SSR) e confronto con banche dati varietali. - Valutazione delle caratteristiche tecnologiche: le analisi sono state effettuate secondo le metodiche ufficiali contemplate dal Reg. CEE n. 2676/90 e successive modificazioni, con determinazione delle curve di maturazione. Alla vendemmia, sulle varietà da vino a bacca rossa, è stata effettuata una valutazione quali-quantitativa dei polifenoli (in spettrofotometria e HPLC). Sui vini, ottenuti da microvinificazione, sono state condotte le analisi chimico-fisiche di base (pH, acidità, ceneri, estratto secco, etc.) e la determinazione dei profili polifenolici. 30 - Analisi sensoriali dei vini: i vini sono stati sottoposti ad un panel composto da assaggiatori selezionati del CRSA e del IVV-CNR. La valutazione della qualità globale dei vini è stata eseguita mediante l’ausilio di scale non strutturate da 0 a 100, valutando numerosi descrittori singolarmente nonché esprimendo un giudizio complessivo sui vini. Registrazione delle varietà La registrazione delle varietà ha richiesto in aggiunta alle attività già svolte per l’omologazione dei cloni: - descrizione ampelografica molto più dettagliata con l’elaborazione, attraverso l’impiego del software superampelo, della foglia tipo della varietà (Fig. 1); - approfondita ricerca documentale nella bibliografia storica ufficiale e locale a supporto sia dell’origine dei nomi per cui si è chiesta la registrazione, sia della storia e dell’importanza dei vitigni per la loro ripresa in coltivazione nell’ambito del territorio regionale. RISULTATI Negli ultimi quattro anni l’attività ha permesso di raggiungere importanti e concreti risultati: 6 nuove varietà iscritte nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite delle quali 5 ad uva da vino ed 1 ad uva da tavola (D.M. 12/01/2009 e D.M. 22/4/11) (Fig. 3); 16 cloni di vitigni ad uva da vino (D.M. 28/5/10 e D.M. 22/4/11) e 16 ad uva da tavola (D.M. 23/06/08 e D.M. 12/01/2009) sono stati registrati e sono entrati nella filiera della certificazione del materiale di propagazione, Per 3 candidati nuovi cloni di Primitivo, completata la documentazione necessaria, è stata presentata, nell’aprile del 2012, richiesta di registrazione al Comitato per l’esame delle varietà di vite del MIPAAF (Fig. 2 e Tabelle 1 e 2). CONCLUSIONI I risultati conseguiti consentono, per quasi tutti i vitigni di importanza regionale, l’ampliamento della gamma di materiali certificati attraverso l’offerta di nuove selezioni clonali sanitariamente migliorate e rappresentative delle migliori caratteristiche varietali. Si tratta di risultati di importanza strategica, considerata la tendenza all’aumento della superficie viticola destinata alla coltivazione di vitigni autoctoni a discapito di quella coperta dai vitigni internazionali; risultati che accompagnano la ripresa in coltivazione di antiche varietà, stimolano il rilancio di una viticoltura in simbiosi con il territorio e l’offerta di prodotti enologici regionali nuovi anche all’interno delle attuali produzioni a marchio. La registrazione delle varietà è tappa necessaria per la ripresa della coltivazione di varietà storiche che meritano di essere recuperate e, in particolare per le varietà ad uva da vino è condizione essenziale per l’uso legittimo dei nomi in etichetta. Nel caso delle varietà da vino Francavilla, Bombino Bianco, Bianco d’Alessano, Bombino nero, Susumaniello, Minutolo, Somarello rosso 31 e da tavola Almeria, Baresana, Baresana rossa, Cimminita, Lattuario nero, Matilde, Michele Palieri, Regina bianca, Regina dei vigneti, si tratta dei primi cloni iscritti nel Catalogo italiano ed in molti casi in assoluto i primi cloni certificati a livello mondiale (Pirolo et al, 2008). Nel caso del Primitivo i cloni di cui si attende la registrazione non rispondono più alla vetusta esigenza della superproduzione (caratteristica ricercata fino ad una quindicina di anni fa) ma si differenziano per caratteristiche produttive (grappoli più spargoli e acini più piccoli), fitosanitarie (maggiore resistenza a marciumi) e tecnologiche (maggiore contenuto di sostanze coloranti) compatibili con la moderna richiesta di prodotti di alta gamma. BIBLIOGRAFIA PIROLO C., LA NOTTE P., GIANNINI P., BOTTALICO G., PASTORE F., SAVINO V., 2008. New clones for Italian table grape industry. XXXI Congresso Mondiale OIV, Verona 15-20 giugno 2008. SOLDAVINI C., STEFANINI M., DALLASERRA M., POLICARPO M., SCHNEIDER A., 2009. Superampelo, a software for ampelometric and ampelographic descriptions in Vitis. Acta Hort. (ISHS) 827:253-258. Fig. 1 - Foglie tipo di Antinello (a sinistra) e Somarello rosso (a destra) elaborate con software Superampelo 32 Fig. 2 – Alcuni dei cloni omologati (da vino e da tavola) Fig. 3 – Le varietà registrate (da vino e da tavola) Tabella 1- Nuove varietà registrate Varietà autoctone registrate Gazzetta Ufficiale Baresana rossa n. 93 del 22/04/2009 Antinello n.170 del 23/07/2011 Marchione n.170 del 23/07/2011 Maresco n.170 del 23/07/2011 Minutolo n.170 del 23/07/2011 Somarello rosso n.170 del 23/07/2011 33 Tabella 2 – Cloni omologati dal CRSA. Cvs da tavola Denominazione Denominazione Clone omologato Almeria CRSA 157 Aglianico Baresana CRSA 91 Bianco d’Alessano CRSA - Regione Puglia C2 e C5 Baresana rossa CRSA 203 Bombino b. CRSA - Regione Puglia C191 e C197 Cardinal CRSA 197 Bombino n. CRSA - Regione Puglia D205 Ciminnita CRSA 156 Minutolo CRSA - Regione Puglia B7 e B1 Italia CRSA 118, 121,124 Francavidda CRSA - Regione Puglia C134 e C135 Lattuario Nero CRSA 277 Moscato giallo CRSA - Regione Puglia F38 Matilde CRSA 132, 133 Negro Amaro CRSA - Regione Puglia D18 e D23 Michele Palieri CRSA 229 Susumaniello CRSA - Regione Puglia D86 Regina Bianca CRSA 11 Somarello rosso CRSA - Regione Puglia D282 Regina dei Vigneti CRSA 76 Victoria 34 Cv da vino CRSA 40, 41 CRSA - Regione Puglia D382 e D386 POTENZIALITÀ ENOLOGICHE E NUOVI PRODOTTI DA VITIGNI MINORI La Notte P.1,2, Giannini P.2, Venerito P.2, Cagnazzo A.2, Palmisano D.2, Catucci L.2, Pirolo C.S.3, Savino V.2,3 1 CNR, Istituto di Virologia Vegetale - UOS di Bari, Via Amendola 165/A 70126 Bari; 2 Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”, Via Cisternino 281, 70010 Locorotondo (Ba); 3 Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Via Amendola, 165/A 70126 Bari. RIASSUNTO La valorizzazione dei vitigni autoctoni fa leva su considerazioni di ordine etico e su ragioni di opportunità economica. Per le Istituzioni Scientifiche, salvaguardare il germoplasma viticolo e tramandarne la biodiversità, frutto del secolare lavoro dei nostri avi nelle vigne, rappresentano un dovere nei confronti delle future generazioni. Allo stesso tempo, alcuni vitigni minori e talvolta in via di scomparsa, prestandosi pienamente a nuove produzioni enologiche e andando ad arricchire la gamma dell’offerta, assicurano una buona collocazione sui mercati di nicchia ed una maggiore remuneratività. Il CRSA da diversi anni ha affiancato alla sperimentazione per il miglioramento delle produzioni enologiche a marchio già consolidate ottenute da vitigni autoctoni più importanti (Primitivo, Negroamaro, Uva di Troia), la vinificazione di varietà minori ottenendo nuovi promettenti vini monovarietali o da uvaggio e nuovi prodotti quali soprattutto passiti e spumanti. INTRODUZIONE In considerazione dell’attuale internazionalizzazione e globalizzazione, la ricchezza del germoplasma viticolo autoctono, patrimonio esclusivo dei paesi mediterranei e del Sud Italia in particolare, rappresenta un vantaggio competitivo nei confronti dei nuovi produttori mondiali (Stati Uniti, Australia, Sud America, Sud Africa, Cina); lo stretto legame di questi vitigni con il territorio è alla base di innovative e vincenti strategie integrate di sviluppo rurale (agriturismo, turismo enogastronomico). Disporre di risorse genetiche viticole uniche è certamente da stimolo allo studio e approfondimento delle caratteristiche produttive ed enologiche peculiari, necessari sia per valutarne le potenzialità di affermazione commerciale che, attraverso l’adattamento delle tecniche di vinificazione, per ottenere vini qualitativamente superiori. La sperimentazione enologica sui vitigni più promettenti interessa attualmente nuovi prodotti da uvaggio, vini monovarietali, vini speciali (spumanti, passiti), con l’obiettivo di ampliare la gamma e l’offerta di prodotti enogastronomici locali in un’ottica di 35 interazione prodotto/territorio. Per una corretta e vincente valorizzazione dei vitigni autoctoni minori, è infatti necessaria l’attenta analisi delle peculiarità tecnologiche delle uve e, in base ai dati raccolti, l’uso e/o adattamento della tecnica di trasformazione enologica nella cosiddetta “enologia varietale”. Quanto detto è verificabile, oltre che per il Minutolo, antica varietà aromatica idonea alla produzione di vini bianchi secchi o abboccati, vini spumanti, vini passiti e distillati, anche per numerosi altri interessantissimi vitigni minori pugliesi. MATERIALI E METODI Ottenimento di vini monovarietali con tecnica di vinificazione in bianco in riduzione Per i vitigni a bacca bianca, tra cui rientrano un cospicuo numero di varietà minori (Minutolo, Marchione, Maruggio, diversi Moscati, Antinello, ecc.), la tecnica è stata scelta al fine di preservare ed esaltare le caratteristiche aromatiche dei vitigni ed in particolare alcune classi di aromi facilmente degradabili come i tioli. La vinificazione è stata condotta in condizioni di riduzione, attraverso l’utilizzo di anidride carbonica solida (ghiaccio secco) nelle diverse fasi di trasformazione, dalla pigiadiraspatura all’illimpidimento. Nello specifico si realizza la criomacerazione delle uve intere per 12 h a 2-3 °C, dopodichè si avvia la pigiadiraspatura, sistemando il ghiaccio secco sul fondo del recipiente che accoglierà il pigiato. Si ripete la criomacerazione per 24 h a 23°C del pigiato e successivamente si avvia la pressatura. Al mosto si aggiungono enzimi pectolitici; una volta illimpidito il mosto per refrigerazione si effettuano i dosaggi di metabisolfito di potassio, si innescano lieviti e sali ammoniacali avviando così la fermentazione alcolica condotta a temperatura controllata di 18-20°C per tutta la sua durata. Ai vini ottenuti si prestano le consuete cure, controlli analitici e compensazioni ai travasi; la conservazione viene effettuata ad temperatura di 16 °C circa e , prima dell’imbottigliamento, si procede con una filtrazione sterilizzante. Prove di appassimento Le prove di appassimento sono state condotte, a partire dal 2006, su diverse varietà a bacca bianca quali Minutolo, Verdeca, Bianco d’Alessano, Moscatello selvatico nonché varietà a bacca rossa come Aleatico e Primitivo; l’appassimento è stato realizzato con due differenti sistemi: il primo su pianta, con taglio del capo a frutto a maturazione tecnologica raggiunta e successivo appassimento; 36 Fig. 1 - Taglio del capo a frutto e appassimento in ambiente condizionato il secondo in ambiente condizionato, dopo raccolta delle uve alla naturale maturazione tecnologica (Fig. 1). Attraverso il monitoraggio, durante l’appassimento, della concentrazione zuccherina, pH e acidità totale si individua il momento del raggiungimento di una concentrazione zuccherina prossima ai 300 g/l e si procede quindi alla vinificazione seguendo uno dei due protocolli classici (in bianco o in rosso). Il primo prevede l’immediata pigiadiraspatura, la macerazione prefermentativa per 48 h, la successiva pressatura e chiarifica attraverso l’utilizzo di enzimi pectolitici e la gestione della fermentazione fino a 12-13 %vol. di alcool; a questo punto si procede con il blocco della fermentazione attraverso solfitazione e abbassamento della temperatura a 4°C; infine il travaso e la filtrazione sterilizzante prima dell’imbottigliamento. Per i rossi la fermentazione avviene con macerazione delle bucce e successiva pressatura. Prove di spumantizzazione con metodo classico Le prove sono state avviate nel settembre 2009 e sono state ripetute nel 2010, con risultati che sembrano interessanti anche se, dati i lunghi tempi tecnici di ottenimento del prodotto finito, non è stata ancora condotta una valutazione completa degli spumanti sperimentali. Il primo passo, così come previsto dal metodo classico di rifermentazione in bottiglia, è stato l’ottenimento del vino base monovarietale per otto vitigni: Minutolo, Bianco d’Alessano, Francavilla, Marchione, Somarello rosso (sostituito dall’Impigno nel 2010), Maruggio, Bombino bianco, Ottavianello. I quantitativi su cui si è lavorato sono stati di circa mezzo quintale per ogni varie- Fig. 2 - Prove di spumantizzazione impostate su vari vitigni minori. tà. Nel mese di febbraio sono state effettuate le prove di degustazione dei vini del 2010, dopo 18 mesi di maturazione sulle fecce (Fig.2). Anche nel 2011 sono state impostate le prove di spumantizzazione utilizzando però per la rifermentazione non lieviti microincapsulati, bensì con ceppo commerciale di Saccharomyces cerevisiae (FERMICRU LS2 della DSM Oenology) e un Saccharomyces bayanus (BW BAYANUS della Enolife s.r.l.). Le varietà utilizzate nel 2011 sono state Marchione vinificato in bianco e in rosso e Minutolo, sia in purezza che in taglio con percentuali differenti delle tre tipologie di vino base. RISULTATI E DISCUSSIONE I risultati delle prove condotte per l’ottenimento di nuovi vini, sebbene sia necessario confermare le migliori le tesi sperimentali su media scala, appaiono molto interessan- 37 ti. a) Vinificazione in riduzione per esaltare le caratteristiche di vitigni locali a bacca bianca. La vinificazione in riduzione ha consentito di conservare le caratteristiche aromatiche proprie di alcuni vitigni come dimostrato anche dai profili sensoriali varietali (Fig. 3 e 4) determinati attraverso prove di degustazione; la tecnica permette inoltre una perfetta conservazione dell’acidità che, ad esempio nel caso del Maruggio, riesce a mantenersi elevata anche con gradazioni alcoliche elevate e temperature elevate nel periodo di maturazione (Tabella 1). Fig. 3 – Profilo sensoriale del vino monovarietale di Antinello Fig. 4 – Profilo sensoriale del vino monovarietale di Marchione 38 Tabella 1- Caratteristiche dei vini monovarietali di alcune varietà minori a bacca bianca ANALISI CHIMICHE DI VINI Antinello BIANCHI MONOVARIETALI Minutolo Marchione Maresco Grado alcolico (%) 12,15 10,45 10,66 12,77 Acidità totale (g/l) 4,72 6,35 6,46 6,69 pH 3,57 3,39 3,31 3,32 Densità vino (20°/20°) 0,99328 0,994 0,991297 0,9923 Densità del distillato (20°/20°) 0,98789 0,981 0,994813 0,993877 Estratto secco totale (g/l)* 23,12 19,3 22,42 25,54 Acidità volatile (g/l) 0,32 0,24 0,26 0,32 Ceneri (g/l) 3,88 2,1 2,81 3,47 Alcalinità delle ceneri (meq/l) 26 22,1 28,33 29,75 Acido tartarico (g/l) 3,25 4,2 3,76 3,02 Acido malico (g/l) 1,19 0,26 1,58 0,61 Acido lattico (g/l) 0,65 0,35 2,01 2,07 b) Vini passiti: la sperimentazione ha evidenziato che entrambi i sistemi di appassimento testati, così come i protocolli di vinificazione impiegati sono idonei alla produzione di vini dolci da uve stramature; le degustazioni dei vini sperimentali, mostrando un ottimo apprezzamento da parte degli operatori, confermano che tutti i vitigni impiegati sono idonei alla produzione di passiti diversi e di ottima qualità. c) Spumanti da vitigni autoctoni: le prove di spumantizzazione se pur da dati preliminari rivelano interessanti profili sensoriali per il Bianco d’Alessano, il Marchione, il Bombino bianco ma anche per vitigni rossi come il Susumaniello (Fig. 5). Le attività fin qui condotte hanno anche permesso di evidenziare per alcuni vitigni (in particolare Minutolo, Maruggio, Marchione e Bianco d’Alessano) una notevole versatilità tecnologica potendo essere impiegati nella produzione di differenti tipologie di vino. Acquisizione di conoscenze circa la duplice o multipla attitudine di alcuni vitigni all’ottenimento di prodotti diversificati; e) Diffusione delle conoscenze acquisite tramite seminari e convegni con degustazione e apprezzamento dei nuovi prodotti da parte di esperti delle associazioni quali ASSOENOLOGI, ONAV, AIS ecc. 39 Fig. 5 – Confronto del profilo sensoriale di vini spumante monovarietali CONCLUSIONI L’approfondimento delle tecniche di trasformazione già messe in atto e il perfezionamento di alcuni protocolli (vinificazione in bianco in riduzione e spumantizzazione) fanno presagire risultati molto interessanti. Conclusa la fase di sperimentazione e confermata l’attitudine delle varietà considerate per uno o più dei metodi di trasformazione adottati, sarà avviata una più intensa fase di la diffusione dei risultati (dati analitici ma anche vini sperimentali da degustare) nelle aziende vitivinicole anche al fine di sperimentare su scala industriale e commercialmente i migliori protocolli di vinificazione ed i nuovi vini più promettenti. Alla luce del recente ritrovamento di altri vitigni minori ritenuti estinti, la sperimentazione enologica del CRSA sicuramente proseguirà per aprire all’enologia pugliese nuovi più ampi scenari eno-gastronomici e turistici ove sono molto richiesti prodotti alternativi di nicchia, originali e maggiormente legati al territorio. BIBLIOGRAFIA GIANNINI P., PIROLO C.S., PASTORE F., MUTINATI G., LA NOTTE P., 2008. I vitigni minori visti dal CRSA. Messaggi in bottiglia, Rivista dell’AIS Puglia, anno IV marzo 2008, pp. 53-56. 40 25 anni 2.2 Area Ricerca e Sviluppo 2.2.3 Miglioramento genetico, sanitario e clonale delle colture Oggi 41 2.2.3 MIGLIORAMENTO SANITARIO E GENETICO DELLE COLTURE Il settore “Miglioramento sanitario e genetico delle colture” si occupa, in collaborazione con altri Enti, di attività che riguardano: - lo sviluppo di programmi di selezione sanitaria finalizzati alla produzione di Fonti Primarie di accessioni di fruttiferi, agrumi ed olivo, e relativa registrazione nel sistema nazionale di certificazione. Recentemente, a seguito della conclusione del progetto interregionale OLVIVA – Qualificazione del vivaismo olivicolo, il CRSA e’ stato co-costitutore di Fonti Primarie di cultivar autoctone di olivo; - l’ottenimento di nuove cultivar di pesco e di albicocco attraverso tecniche classiche di miglioramento genetico finalizzato alla selezione di ecotipi particolarmente adatti agli ambienti meridionali. Questo programma, in atto da circa 10 anni, utilizza parentali con stato sanitario “virus esente” al fine di rigenerare semenzali (alcuni dei quali future varietà) con stato sanitario minimo garantito. Questo ultimo aspetto viene assicurato anche con l’allevamento dei parentali in condizioni di isolamento all’interno di serre a rete a prova di insetto. La valutazione delle caratteristiche qualitative e delle potenzialità produttive delle nuove selezioni avviene in pieno campo in diverse parcelle sperimentali; - la valutazione della suscettibilita’ di germoplasma di Prunus spp. alle infezioni di Plum pox virus (PPV), agente della sharka, finalizzata all’individuazione di fonti di resistenza in pesco ed alla fenotipizzazione di semenzali di albicocco. L’attività rientra in un programma di supporto tecnico-logistico alle Istituzioni Scientifiche (Università degli Studi di Bari, Bologna, Milano e Udine; Istituto di Virologia Vegetale, CNR) piu’direttamente coinvolte in specifici progetti di ricerca nazionale ed internazionale. Il CRSA e’ infatti sito autorizzato di quarantena per lo svolgimento delle prove sperimentali connesse all’impiego, utilizzo ed allevamento di materiale infetto da PPV; - il risanamento di germoplasma vegetale di elevato pregio pomologico o ampelografico. Si tratta solitamente di cultivar/accessioni/cloni che nei programmi di selezione clonale e sanitaria sono risultati infetti dagli agenti infettivi pregiudizievoli la qualità del materiale di propagazione, nonché dai patogeni da quarantena. Le tecniche adottate per perseguire il risanamento del materiale vegetale sono la termoterapia, coltura di apici meristematici e microinnesto. Personale afferente al Settore - Saponari Maria (Responsabile Settore) - Palmisano Francesco (Supporto scientifico) - Saponari Antonella (Dipendente a tempo indeterminato) - Altamura Giuseppe (Collaboratore) 42 43 VALUTAZIONE DELLA SUSCETTIBILITÀ VARIETALE DI CULTIVAR DI CITRUS SPP. IN CONDIZIONI DI INFEZIONI NATURALI DAL VIRUS DELLA TRISTEZZA DEGLI AGRUMI Altamura G. 1,2, Saponari A.1, Palmisano F.2,3, Silletti M. R.1, Natale P.1, Mondelli G.2, Loconsole G.2, Saponari M.2,3 1 Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” 2 Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” 3 Istituto di Virologia Vegetale, CNR Unità Organizzativa di Supporto di Bari RIASSUNTO Il virus della tristezza degli agrumi (CTV) rappresenta ormai una reale minaccia per l’agrumicoltura pugliese, raggiungendo in alcuni impianti percentuali di infezioni molto elevate, che pregiudicano l’efficacia del lavoro di eradicazione e controllo della diffusione della malattia causata da questo virus: la “tristezza”. Il lavoro qui di seguito riportato e’ parte di un programma di ricerca supportato dal Servizio Fitosanitario Regionale con l’obiettivo di valutare la virulenza dei ceppi di CTV diffusi negli areali agumicoli dell’arco jonico. Nell’ambito delle diverse attivita’ sviluppate, un’azione ha interessato la valutazione degli effetti dell’infezione virale sulla vigoria e produttivita’ di piante di agrumi in pieno campo. In particolare, le comparazioni hanno interessato piante di una delle piu’ diffuse cultivar di arancio dolce (var. Navelina) e di clementino (var. Comune), innestate su arancio amaro ed infette dal ceppo blando di CTV, comunemente riscontrato negli impianti adulti dell’area monitorata. I risultati evidenziano chiaramentela diversa risposta, alle infezioni causate da ceppi blandi di CTV, delle due specie ospiti oggetto di valutazione. Il quadro sintomatologico non di rilevante gravità su clementino, fornisce evidenze a supporto dell’importanza della intercettazione dei ceppi severi del virus che potrebbero essere causa di gravi alterazioni, laddove invece oggi le infezioni, in presenza dei soli ceppi blandi, risultano per lo più latenti anche in presenza dell’arancio amaro quale portainnesto del clementino. INTRODUZIONE Il virus della tristezza (Citrus tristeza virus, CTV) è l’agente eziologico di una delle più gravi virosi degli agrumi. Il termine “tristeza” fu impiegato per indicare il lento e progressivo deperimento osservato nelle piante infette di arancio dolce (Citrus sinensis (L.) Osbeck) innestate su arancio amaro (C. aurantium L.) in Paesi quali l’Argentina e il Brasile, dove la malattia cominciò a manifestarsi in forma epidemica già a partire dagli anni 30 del secolo scorso (Bar-Joseph et al., 1989). Con molta probabilità il virus si è diffuso dai Paesi d’origine (sud-est asiatico e arcipelago malese) ad altre aree agrumicole, con il materiale di propagazione. Contestualmente, al fine di con- 44 trastare i gravi problemi causati da funghi del genere Phytophthora, in diversi Paesi si diffuse l’impiego massiccio dell’arancio amaro come portinnesto. Entrambi i fattori, in coincidenza, favorirono la comparsa della malattia, chiamata appunto tristezza, dovuta all’interazione del virus con ospiti sensibili, come appunto l’arancio amaro. Il virus può essere considerato ormai presente in tutte le aree agrumicole del mondo con diversa incidenza: endemico in gran parte dell’Asia, dell’Australia, del Sudafrica e dell’America Meridionale, con incidenza elevata nelle più importanti zone agrumicole degli Stati Uniti, di Israele e della Spagna. La tristezza, pur senza avere carattere epidemico, è stata segnalata in molti paesi del Mediterraneo (Albania, Algeria, Cipro, Croazia, Egitto, Grecia, Libia, Marocco, Portogallo, Tunisia) e del Medio Oriente (Giordania, Libano, Palestina, Siria, Turchia) (Moreno et al., 2008). La malattia in Italia è stata segnalata per la prima volta nel 1955 in Sicilia, su piante di limone Meyer (C. meyeri) e mandarino Satsuma (C. unshiu (Macf.) Marc.) introdotte dall’estero (Russo, 1956), successivamente in Sardegna su Satsuma (Servazzi et al., 1967) e in Calabria su limoni Meyer (Catara, 1968). A partire dagli anni 1980, monitoraggi eseguiti sistematicamente in agrumeti italiani hanno portato alla individuazione di focolai più estesi in Sicilia, Calabria (Davino et al., 1983) e Toscana (Davino e Terranova, 1999) e in tutti i casi la presenza di CTV era da collegarsi all’impiego di materiale di propagazione importato illegalmente. Negli anni ’90 la saltuaria segnalazione della presenza del CTV sul territorio nazionale, indusse il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, di concerto con i Servizi Fitosanitari Regionali, a emanare il decreto ministeriale del 22/11/1996 che prevede la lotta obbligatoria contro il virus. L’Italia, infatti, nell’ambito della normativa dell’UE per le misure di protezione contro gli organismi da quarantena è stata per anni zona protetta. Obiettivo prioritario del decreto è stata l’adozione di una serie integrata di interventi che impedissero l’introduzione e la diffusione del virus. Le indagini di questo ultimo quinquennio mostrano, purtroppo, in modo chiaro che CTV è ormai diffuso in nelle principali aree agrumicole italiane, con incidenza variabile (dallo 0,005 al 64%)e con esiti esiziali allorché le piante sono innestate su arancio amaro. Dal punto di vista della severità dei ceppi di CTV diffusi in Italia, i risultati preliminari delle attività di caratterizzazione genetica e biologica indicano purtroppo accanto ad una elevata diffusione di ceppi di tipo “blando” anche la presenza di ceppi “severi”nelle aree agrumetate calabresi e siciliane (Davino et al., 2005; Ferretti et al., 2009; 2010; Rizza et al., 2007). Le indagini effettuate in Puglia, dove i primi gravi focolai sono stati segnalatia partire dal 2002, rivelano la diffusa presenza di uno stessoceppo, verosimilmente identico al ceppo blando T30 della Florida. L’analisi dei risultati deimonitoraggi effettuati nelle aree circostanti i focolai, dimostrano che vi è trasmissionee diffusione del virus da parte delle popolazioni afidiche locali. Lestesse sembrano essere responsabili della contaminazione delle produzioni dialcuni vivai ubicati in aree limitrofe a focolai.Sintomatologie assimilabili a deperimenti, ritardi 45 nella ripresa vegetativa esofferenze delle piante sono riscontrabili in diversi impianti ove l’infezione èpresente. Non sono stati tuttavia riscontrati casi di stem pitting, a confermache si tratterebbe di ceppi blandi. Studi sono in corso per verificare l’efficienzadi trasmissione da parte delle popolazioni locali di A. spiraecola e A. gossypii. Al fine di verificare l’impatto delle infezioni da CTV sugli aspetti quali-quantitativi della produzione agrumicola, rilievi di acampo atti a valutare la vigoria e la produttivita’ delle piante infette sono stati condotti per un triennio in due impianti-focolaioubicati nel territorio del comune di Massafra (TA), ove le operazioni di eradicazione (obbligatorie) delle piante infette segnalate, non sempre sono state messe in atto. Il programma sperimentale sviluppato dal Dipartimento di Biologia e Chimica Agroforestale dell’Università di Bari e dall’Istituto di Virologia Vegetale del CNR, ha visto il coinvolgimento del CRSA nel supporto tecnico ai rilievi di campo e nelle attività di valutazione dei parametri chimico-analitici sui frutti. MATERIALI E METODI Descrizione delle parcelle sperimentali, rilievi visivi e parametri quali-quantitativi rilevati sulla produzione Gli impianti–focolaio sono stati selezionati tra quelli in cui dalle attività annuali di monitoraggio era stata rilevata la presenza di piante infette da CTV, privilegiando impianti uniformi (per eta’, portainnesto, ecc.) costituiti sia con cultivar di arancio dolce che con cultivar di clementino. In particolare, gli impianti selezionati ed identificati come “MA-1” e “MA-2”; consistevano sia di piante di arancio dolce cv Navelina (Fig. 1) che di clementino Comune (Fig. 2), innestate su arancio amaro e di circa 25-30 anni di età. Nel campo MA-1 i rilievi sintomatologici e le valutazioni sulla produttivita’ sono state condotte per un solo anno (2009), in quanto le piante infette sono state successivamente alla segnalazione, estirpate. Nell’impianto MA-2, a causa della reticenza del proprietario alla estirpazione delle piante infette, e’ stato possibile condurre una parte dei rilievi per 3 anni consecutivi (2009-2011). Nel campo MA-1 sono state sottoposte a rilievi pomologici 6 piante di arancio e 2 di clementino, come specificato in tabella 1. Nel campo MA-2 i rilievi pomologici sono stati eseguiti su 7 piante di arancio (4 infette e 3 sane) e su 7 piante di clementino (3 infette e 4 sane) (Tab. 1a e b). Le valutazioni hanno riguardato sia la produzione totale presente sulle piante selezionate, che le caratteristiche dei singoli frutti. Per quest’ultimo aspetto, da ogni pianta sono stati raccolti circa 25 frutti dai quattro punti cardinali della chioma e da tre diverse altezze diverse (medio-alta, media e bassa). I frutti sono stati utilizzati per il rilievo dei seguenti parametri: (i) peso medio; (ii) calibro; (iii) circonferenza; (iv) grado Brix; (v) acidita’; (vi) sostanza secca; (vii) indice colorimentrico (L, a, b). Il grado Brix (zuccheri totali o solidi solubili totali) e’ stato misurato con il rifrattometro, l’acidità ( espressa in percentuale di acido citrico) è stata misurata attraverso la 46 Figura 1. Foto relative a due delle piante di arancio dolce cv Navelina, ubicate nel campo MA-1 (sopra) e MA-2 (sotto), infette dal virus della Tristezza degli agrumi ed utilizzate per i rilievi sulla produzione. Figura 2. Foto relativa alla parcella di clementino Comune ubicata nel campo MA-2. 47 titolazione con soda N10 utilizzando 10cc di succo, l’indice colorimetrico della buccia dei frutti è stato misurato con un colorimetro con il quale sono stati rilevati la luminosità (L) e le coordinate di cromaticità (a e b) che indicano la direzione del rosso e la direzione del giallo. Inoltre, limitatamente all’impianto MA-2 al fine di verificare l’effetto sulla vigoria causato dalla alterazione della funzionalità dei vasi conduttori al punto di innesto, è stata valutata la ripresa vegetativa, attraverso il rilievo della lunghezza dei nuovi germogli nel corso del periodo primaverile. In particolare, da ogni pianta sono stati raccolti otto rami lignificati con diversi germogli, tra cui ne sono stati selezionati tre per ciascun ramo. Tabella 1a. Elenco delle piante selezionate nell’impianto MA-1 per le valutazioni sulla produzione. Pianta Specie Presenza di CTV Sintomatologia IMPIANTO MA-1 AA-32/8 NO Asintomatico AA-36/7 SI Deperimento accentuato SI Clorosi e defogliazione SI Clorosi e defogliazione AA-32/4 SI Deperimento accentuato AA-37/10 NO Asintomatica NO Asintomatica SI Asintomatica AA-31/1 AA-31/4 CL-29/12 CL-28/14 48 Citrus sinensis var. Navelina Citrus clementina var. Comune Tabella 1b. Elenco delle piante selezionate nell’impianto MA-2 per le valutazioni sulla produzione. Pianta Specie Presenza di CTV Sintomatologia IMPIANTO MA-2 AA-31/16 SI Nanismo e frutti piccoli AA-28/22 NO Asintomatica AA-27/5 SI Nanismo AA-29/20 SI Clorosi generalizzata e frutti piccoli SI Asintomatica AA-30/18 NO Asintomatica AA-32/5 NO Asintomatica CL-4/18 NO Asintomatica CL-1/22 SI Asintomatica CL-3/15 NO Asintomatica NO Asintomatica SI Asintomatica CL-2/20 NO Asintomatica CL-2/16 SI Asintomatica AA-27/13 Citrus sinensis var. Navelina CL-1/21 CL-2/17 Citrus clementina var. Comune RISULTATI Dalla comparazione dei dati rilevati sui frutti si può notare che sulle piante infette di clementino sono stati rilevati valori del tutto simili a quelli riscontrati sui frutti provenienti dalle piante di clementino esenti da CTV. In taluni casi il peso medio dei frutti provenienti dalle piante infette supera il peso medio del frutto delle piante non infette. Mentre sui frutti delle piante di Navelina sono stati riscontrati valori significativamente diversi. In particolare, il peso medio dei frutti delle piante non infette è sensibilmente più elevato rispetto al peso medio dei frutti delle piante infette (Fig. 3). Correlato al minor peso sono ovviamente le dimensioni ridotte del frutti (circonferenza, calibro, altezza). Per quanto riguarda il contenuto medio in gradi brix e l’indice colorimentrico [espresso come luminosità (L)] non si sono riscontrate differenze 49 significative tra i frutti di Navelina provenienti da piante infette e quelli provenienti da piante sane. A riguardo della produzione totale, i dati rilevati (Tabb. 2-3; Fig. 4) evidenziano che in entrambi gli impianti è stata riscontrata una significativa diminuzione della produzione sulle piante di Navelina infette e soprattutto in quelle con sintomatologie di deperimento più accentuate. Infatti, per esempio per la pianta infetta AA-27/13 selezionata nel campo MA-1, ed affetta da sintomi poco evidenti di sofferenza, la produzione si è poco discostata da quella dei testimoni non infetti. Per le piante di clementino la produzione totale dei frutti delle piante infette da CTV e’ stata comparabile a quella delle piante esenti da CTV; ciò in linea con quanto atteso, dal momento che nessuna della piante di clementino infette da CTV presentava alterazioni sintomatologiche tali da poter pregiudicare il potenziale vegeto-produttivo delle stesse. Anche gli effetti sulla vigoria hanno rispecchiato i dati rilevati sulla produzione (Tab 4). Ossia una sensibile riduzione nel vigore e nello sviluppo della nuova vegetazione sulle piante di Navelina infette rispetto alle piante esenti da CTV. Nessuna differenza e’ stata invece riscontrata tra le piante infette o esenti da CTV di clementino Comune. Tabella 2. Produzione totale (in Kg) sulle piante selezionate nel campo MA-1 Pianta Annata: 2009 Navelina AA-36/7 (CTV +) 108,00 AA-31/1 (CTV +) 110,00 AA-31/4 (CTV +) 113,00 AA-32/4 (CTV +) 72,00 Media nelle piante (CTV +) 100,75 AA-32/8 (CTV -) 144,00 AA-37/10 (CTV -) 166,00 Media nelle piante (CTV -) 155,00 Clementino Comune 50 CL-29/12 (CTV -) 74,50 CL-28/14 (CTV +) 76,00 Tabella 3. Produzione totale (in Kg) sulle piante selezionate nel campo MA-2 Pianta 2010 2011 Navelina AA-31/16 (CTV +) (deperimento grave) 45,48 56,80 AA-27/13(CTV +) (deperimento leggero) 128,60 60,00 AA-30/18 (CTV -) 159,40 10,20 CL-1/21 (CTV -) 155,20 10,40 CL-1/22 (CTV +) 142,67 4,80 Clementino Comune Tabella 4. Accrescimento dei germogli (cm) in piante di Navelina e clementino Comune infette o esenti da CTV Pianta Lunghezza media dei germogli (cm) Navelina AA-31/16 (CTV +) 5,46 AA-27/5 (CTV +) 4,54 AA-29/20 (CTV +) 2,10 AA-27/13 (CTV +) 4,80 Media nelle piante CTV (+) 4,23 AA-28/22 (CTV -) 6,70 AA-30/18 (CTV -) 6,88 AA-32/5 (CTV -) 6,84 Media nelle piante CTV (-) 6,81 Clementino Comune CL-1/22 (CTV +) 8,00 CL-2/17 (CTV +) 5,84 CL-2/16 (CTV +) 7,17 Media nelle piante CTV (+) 7,00 CL-4/18 (CTV -) 6,48 CL-2/20 (CTV -) 7,91 CL-1/21 (CTV -) 7,35 Media nelle piante CTV (-) 7,25 51 CONCLUSIONI I rilievi vegeto-produttivi effettuati in due impianti agrumentati del comprensorio agrumicolo del comune di Massafra, hanno permesso di delineare, relativamente agli effetti causati dalle infezioni da ceppi blandi di CTV, due tipologie di situazioni di campo: (i) presenza di sintomatologie più o meno accentuate in piante di cultivar di arancio dolce; (ii) latenza delle infezioni da CTV in presenza di cultivar di clementino. Come atteso, ai sintomi di deperimento, clorosi e nanismo osservati sulla cultivar di arancio dolce Navelina, corrisponde una marcata riduzione di pezzatura, spessore della buccia dei frutti e relativa produzione per pianta. Nell’impianto MA-2 dove il rilievo sulla produzione totale è stato effettuato per due anni, è risultato evidente come la sintomatologia di deperimento sulle piante infette si aggrava con il proseguire del processo di infezione sino a raggiungere una fase stabile di deperimento grave accompagnato da marcata riduzione della produzione. Tutto ciò non è stato invece riscontrato sulle piante infette di clementino. A tal proposito è da evidenziare che contestualmente a questo lavoro, altre ricerche hanno riguardato la caratterizzazione biologica e molecolare dei ceppi di CTV rinvenuti nei medesimi impianti. Tali studi hanno confermato che trattasi dello stesso ceppo virale (Barbarossa e Savino, 2006; Saponari et al., 2009), assimilabile ai ceppi blandi, sia nell’impianto MA-1 che MA-2 e sia su arancio che clementino. Pertanto, la diversa risposta sintomatologia tra le due specie, non può essere ascritta ad una diversa virulenza del ceppo. Ricerca svolta con il supporto finanziario del Servizio Fitosanitario Regionale, Assessorato Agricoltura – Regione Puglia. BIBLIOGRAFIA BARBAROSSA L., SAVINO V., 2006. Comparative sequenceanalysis of coat protein gene of Apulian citrus tristeza virusisolates. Journal of Plant Pathology, 88, S32 BAR-JOSEPH M., LOEBENSTEIN G., 1973. Effects of strain,source-plant, and temperature on the transmissibility ofCitrus tristeza virus by the melon aphid. Phytopathology, 63, 716-720. CATARA A., 1968. Un nuovo caso di tristezza riproponel’urgenza del controllo sanitario delle nostre coltivazioniagrumicole. Tec. Agric. Catania, 20, 45-90. DAVINO M., RUSSO F., CARTIA G., TERRANOVA G., 1983. Nuovi casi di tristezza degli agrumi accertati in Calabria.Informatore Fitopatologico, 33 (5), 51-55. DAVINO M., TERRANOVA G.,1999. Il virus della tristezzadegli agrumi e i criteri di prevenzione e controllo.Frutticoltura, 61 (1), 18-24. DAVINO S., RUBIO L., DAVINO M., 2005. Molecular analysis suggests that recent Citrus tristeza virus outbreaks in Italy were originated by at least two independent introductions. European Journal of Plant Pathology 111: 289-293. 52 FERRETTI L., FONTANA A., SCHIMIO R., SCIARRONI R., ALBANESE G., BARBA M., 2009. Molecular characterization of citrus tristeza virus (CTV) isolates in Calabria region (South Italy). Journal of Plant Pathology 91 (4, Supplement): 61-62. FERRETTI L., SAPONARI M., SCIARRONI R., FONTANA A., SCHIMIO R., ALBANESE G., 2010. Molecular Investigation on Genetic Variability Of Citrus tristeza virus Isolates Recovered in Calabria (Southern Italy). Petria 20: 303-304. MORENO P., AMBROS S., ALBIACH-MARTÍ M.R., GUERRI J., PENA L., 2008. Citrus tristeza virus: a pathogen that changed the course of the citrus industry. Molecular Plant Patholology 9: 251-268. RIZZA S., LOMBARDO A., NOBILE G. AND. CATARA A., 2007. Biological and molecular characterization of two additional Citrus tristeza virus isolates associated with sour orange inverse pitting. Journal of Plant Pathology 89 (3, Suppl.): S57. RUSSO F., 1956. La presenza del virus della tristezza sulimone “Dwarf Meyer” e mandarino “Satsuma” riscontratain Sicilia. Rivista di Agrumicoltura, 1, 281-289. SAPONARI M., ABOU KUBAA R., LOCONSOLE G., PERCOCO A., SAVINO V., 2009. Low genetic complexity in the Citrus Tristeza virus population spreading in Apulia. Journal of Plant Pathology 91, (4 supplement) S4.87-S4.88. SERVAZZI O., MARRAS F., FODDAI A., 1967. La presenza del virus della tristezza degli agrumi in Sardegna. StudiSassaresi, Sez. III, 15, 215-219. 53 VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO DI SEMENZALI DI ALBICOCCO ALLE INFEZIONI ARTIFICIALI CON PLUM POX VIRUS (PPV) Palmisano F.2,6, Adami M.3, Boscia D.2, Cardone A.1, Catucci L.1, Dondini L.3, Gaiotti F.3, Geuna F. 4, Guidarelli M.3, Lain O.5, Negri P.3, Rizzo M.4, Saponari A.1, Saponari M.2,6, Tartarini S.3, Vendramin V.5, Vivoli D.4, Castellano M.6, Savino V.1,6, Bassi D.4, Testolin R.5 Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” Istituto di Virologia Vegetale, Bari 3 Dipartimento di Colture Arboree, Università degli Studi di Bologna 4 Dipartimento di Produzione Vegetale - Università di Milano 5 Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, Università di Udine 6 Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti - Università degli Studi di Bari. 1 2 RIASSUNTO L’individuazione di genotipi di Prunus armeniaca con resistenza quantitativa (tolleranza/resistenza) nei confronti del virus della vaiolatura del susino (PPV) ha indotto a impiegare tali genotipi in diversi programmi di miglioramento genetico. In questo lavoro sono sintetizzate le attività svolte da diverse Istituzioni scientifiche, nell’ambito di progetti nazionali PRIN, nella fenotipizzazione di semenzali di albicocco derivanti da due distinti incroci intraspecifici (Lito X BO81604311 e Harcot X Reale d’Imola). Il tutto è stato realizzato al fine di identificare la posizione dei geni di resistenza e di individuare dei marcatori genetici utili per la selezione assistita. INTRODUZIONE Il virus della vaiolatura del susino (Plum pox virus acronimo: PPV), agente della sharka, è l’affezione virale che provoca i maggiori danni alle coltivazioni di susino, albicocco e pesco. Per questi motivi, data l’entità del danno e la sua elevata diffusione nel territorio, l’Organizzazione Europea e Mediterranea per la Protezione delle Piante (EPPO/OEPP) ha inserito il PPV nella lista dei patogeni da quarantena. La lotta contro la Sharka, come per tutte le malattie di origine virale, è esclusivamente di tipo preventivo poiché non esiste nessuna possibilità di curare, in frutteti commerciali, le piante a infezione avvenuta. Per controllare la malattia quindi si deve ricorrere a una serie di azioni, il cui obiettivo principale è innanzitutto quello di prevenire l’introduzione del patogeno in un areale sano. Tra queste strategie riveste primaria importanza il quadro legislativo che può sia impedire l’ingresso di PPV attraverso materiale di propagazione infetto sia limitare la diffusione della malattia alla presenza di focolai. Altra possibilità di lotta, in quelle aree in cui la malattia non è più 54 gestibile con la sola applicazione della legislazione vigente (aree endemiche), consiste nell’utilizzazione di cultivar tolleranti/resistenti alla malattia. In questo lavoro sono sintetizzate le attività svolte dal Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” (CRSA) di Locorotondo, in collaborazione con altre Istituzioni scientifiche, nell’esecuzione della fenotipizzazione di semenzali di albicocco. Questa attività, svolta su semenzali provenienti dall’Università di Milano nell’ambito di diversi progetti di ricerca, è stata svolta per identificare la posizione dei geni di resistenza e di conseguenza per ottenere strumenti atti alla selezione assistita nelle future attività di miglioramento genetico. MATERIALI E METODI Ubicazione e materiale vegetale Le prove di valutazione sono state condotte nella screen house ubicata presso il sito di quarantena del CRSA (Fig. 1). La scelta della località è stata dettata siadalla disponibilità di strutture e delle autorizzazioni necessarie per la detenzione di materiale infetto da PPV per scopi scientifici sia dalla temperatura ambientale media che si mantiene nel periodo aprile-giugno su valori di 22-25 °C Fig. 1 - Screen house autorizzata per la detenzione consentendo pertanto di ampliare il periodo di materiale infetto da PPV per scopi scientifici (Dlgs. 214/2005). durante il quale è possibile osservare eventuali sintomi da infezione di PPV. Le principali prove di fenotipizzazione, avviate dal 2003, hanno interessato il seguente germoplasma fornito dal Dipartimento di Produzione Vegetale - sez. Coltivazioni Arboree dell’Università di Milano: - 349 semenzali dell’incrocio segregante Lito X BO81604311(Fig. 2), - 98 semenzali dell’incrocio segregante Harcot X Reale d’Imola. Protocollo di valutazione della resistenza a Fig. 2 Semenzali di albicocco della popolazione PPV ‘Lito’ X ‘BO81604311’ Il protocollo utilizzato per eseguire la fenotipizzazione è stato quello descritto da Amenduni et al. (2004), che prevede le fasi descritte in seguito. 1. Esecuzione degli inoculi di PPV sulle varietà/semenzali Gli inoculi sono stati eseguiti, prima della ripresa vegetativa, mediante l’inserzione di 55 due tasselli di P. persica GF 305 infetto da PPV ceppo Marcus. Il portainnesto utilizzatoè stato il Mirabolano 29C (P. cerasifera). Per ciascuna varietà/selezione sono state inoculate circa 5 piante diverse lasciando due controlli sani. 2. Rilievi sintomatologici e saggi di laboratorio L’intensità dei sintomi, è stata valutata periodicamente in maniera visiva, considerando Fig. 3 Astone di albicocco mostrante sintomi da sia il portainnesto sia la varietà, dalla ripresa PPV (classe sintomatologica 3) vegetativa sino al mese di luglio (~ 3-4 rilievi visivi). I rilievi, sono stati fatti utilizzando una scala arbitraria di valutazione che prevede quattro classi sintomatologiche: 0 (assenza di sintomi), 1 (presenza di sintomi blandi su poche foglie e limitatamente a una parte della pianta), 2 (Presenza di sintomi evidenti su più foglie variamente distribuite nella pianta) e 3 (Presenza di sintomi evidenti diffusi su tutta la pianta) (Fig. 3). Contemporaneamente al rilievo visivo, tutte le piante, sia sintomatiche sia asintomatiche (con una valutazione pari a 0 o 1), sono state sottoposte, nel periodo di massima espressione sintomatologica, ad una diagnosi per PPV, mediante saggio immunoenzimatico TAS-ELISA (Cambra et al., 1994), utilizzando l’anticorpo monoclonale universale 5B (MAb5B, Agritest, Italia). Per questo saggio, è stato prelevato un campione costituito da foglie mostranti i sintomi, nel caso delle piante sintomatiche, o da più foglie prelevate da diversi punti della pianta, nel caso di piante asintomatiche. 3. Classificazione delle varietà/selezione Sulla base dei rilievi sintomatologici e saggi di laboratorio le varietà sono state classificate nel seguente modo: Suscettibili (piante con sintomatologia pari alla classe 2-3), tolleranti (piante con sintomatologia pari alla classe 0-1 e positive in ELISA), resistenti (piante asintomatiche, negative in ELISA e positive in RT-PCR), immuni (piante asintomatiche, negative in ELISA e negative in RT-PCR). RISULTATI E DISCUSSIONI L’analisi dei dati ottenuti complessivamente nei diversi anni di osservazioni per le due popolazioni oggetto di valutazione ha mostrato una generale suscettibilità a PPV-M. In particolare, i risultati ottenuti dal momento dell’inoculazione dimostrano chela maggior parte dei semenzali della popolazione ‘Harcot’ X‘Reale d’Imola’ (circa 80,26%) sono suscettibili. Invece, per quanto riguarda la popolazione ‘Lito’ X‘BO81604311’ le percentuali di semenzali risultati suscettibili, tolleranti e resistenti sono state, rispettivamente, 59, 25 e 16. Inoltre, durante la prova sperimentale alcuni semenzali mostranti sintomi nel primo 56 anno di osservazioni hanno perso questa caratteristica negli anni successivi (“recovery”); pertanto, i rilievi e saggi di laboratorio del primo ciclo vegetativo non permettono una corretta classificazione del genotipo. CONCLUSIONI L’ottenimento di cultivar resistenti/tolleranti, come deducibile dall’attività sopra descritta, ha bisogno di tempi lunghi perché nessun progetto di miglioramento genetico potrebbe dare risultati applicativi in pochi anni di ricerca specialmente se il carattere da selezionare è una resistenza. A tal riguardo, lo sviluppo di metodologie di selezione assistita potrà fornire un efficace aiuto nella riduzione dei tempi. Il lavoro di tipo multidisciplinare, svolto dal CRSA e altre Istituzioni scientifiche, ha contribuito a fornire strumenti utili per l’avvio sperimentale della selezione assistita. Tutto ciò è stato possibile mediante analisi QTL delle popolazioni segreganti (Dondini et al., 2010). BIBLIOGRAFIA AMENDUNI, T., BAZZONI, A., MINAFRA A. AND SAVINO, V. (2004). Evaluation of the susceptibility of seedlings from apricot crosses to the Marcus strain of Plum pox virus. Acta Horticulture 657: 305-308. DONDINI L., LAIN O., VENDRAMIN V., RIZZO M., VIVOLI D., ADAMI M., GUIDARELLI M., GAIOTTI F., PALMISANO F., BAZZONI A., GEUNA F., BOSCIA D., TARTARINI S., NEGRI P., CASTELLANO M.A., SAVINO V., BASSI D., TESTOLIN R. (2010). QTLs for Resistance to Plum pox virus strains M and D comap in the linkage group 1 of both ‘Lito’ and ‘Harcot’ apricot cultivars. Molecular Breeding. DOI 10.1007/s11032-010-9431-3. 57 Il recupero del germoplasma frutticolo, viticolo ed olivicolo autoctono in Puglia La Notte P.1,2, Saponari M.1,3, Palmisano F.1,3, Venerito P.2, Cagnazzo A.2, Giannini P.2, Palmisano D.2, Catucci L.2, Saponari A.2, Savino V.2,3 1 CNR, Istituto di Virologia Vegetale - UOS di Bari, Via Amendola 165/A 70126 Bari; 2 Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”, Via Cisternino 281, 70010 Locorotondo (Ba); 3 Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Via Amendola, 165/A 70126 Bari. Riassunto Diverse varietà autoctone di fruttiferi, vite e olivo sono state selezionate, caratterizzate e moltiplicate nell’ambito di programmi di recupero e valorizzazione finanziati da diversi Enti pubblici. Per ogni accessione georeferenziata e recuperata è stata redatta una scheda, comprendente gli aspetti pomologici/ampelografici e tecnologici, utile per l’identificazione ed il riconosciemento varietale. Inoltre, le diverse accessioni caratterizzate sono state conservate in appositi campi collezione allestiti presso il Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” di Locorotondo. Introduzione Con l’avvento della frutticoltura industriale, le varietà delle specie arboree frutticole sono state progressivamente selezionate in base a criteri noti: facilità di applicazione delle tecniche di coltivazione meccanizzata, elevata produttività, resistenza alla manipolazione, elevata shelf-life, preminenza attribuita a criteri estetici e dimensionali del frutto. Inoltre, il ricorso crescente ad acquisizioni di nuove cultivar da altri paesi ha preso rapidamente il sopravvento sulle varietà locali delle diverse regioni italiane, la cui produzione ha iniziato inesorabilmente a diminuire. Allo stato attuale non si conosce il numero di varietà che in questo modo sono andate perdute; è però prevedibile che, persistendo l’attuale tendenza, nel giro di pochi decenni questa biodiversità agraria potrebbe quasi del tutto scomparire e con essa gran parte del patrimonio di conoscenze, usi e tradizioni legate all’utilizzazione dei frutti. In Puglia sono presenti diverse varietà autoctone, in via di estinzione, caratterizzate da un elevato pregio per caratteristiche produttive, tecnologiche e soprattutto organolettiche (es. Minutolo). Tra le piante arboree, oltre alla vite e all’olivo, il fico, gli agrumi, le diverse drupacee e pomacee, rappresentano elementi caratteristici del territorio pugliese. Nel presente lavoro si riportano i risultati dei programmi di recupero, conservazione e valorizzazione con l’obiettivo generale di conservare il patrimonio genetico di specie ed ecotipi di interesse agrario che hanno determinato e tutt’ora caratterizzano il “paesaggio storico e tradizionale” del territorio 58 Pugliese così come ambienti naturali di particolare interesse conservazionistico. Materiali e metodi Il recupero del germoplasma autoctono ha riguardato diverse fasi di lavoro: 1. Individuazione degli ecotipi sul territorio e loro Georeferenziamento L’attività è consistita nella individuazione sui diversi territori delle piante appartenenti alle varietà autoctone a rischio di estinzione; l’individuazione è stata avviata preliminarmente attraverso informazioni già disponibili quali documentazioni storiche e fonti bibliografiche nonché con la ricerca di nuove informazioni presso agricoltori ed appassionati, collezioni varietali di Enti, privati, Organizzazioni di categoria, mercati generali, guardie campestri, ecc. Sulla base delle indicazioni reperite sono stati effettuati i sopralluoghi in campo per la verifica dell’identità varietale delle accessioni, il loro georeferenziamento con GPS e la raccolta della documentazione fotografica. La descrizione ed il confronto tra le differenti accessioni individuate ha consentito di verificare l’identità varietale, individuare casi di sinonimia/omonimia nonché individuare eventuali biotipi/cloni fenologicamente differenti. 2. Realizzazione e validazione dei descrittori ai fini della redazione delle schede pomologiche Per ogni varietà è stata redatta una scheda varietale con le informazioni sui principali caratteri pomologici corredata da un opportuno dossier fotografico. Per ciascuna delle specie considerate si è proceduto a valutare i descrittori ufficiali secondo gli standard disponibili (ad es. CPVO-Community Plant Variety Office, UPOV-International Union for the Protection of New Varieties of Plants, IPGRI-International Plant Genetic Resources Institute, OIV-Organisation Internationale de la Vigne et du Vin, ecc.), selezionandone quelli caratterizzati da elevato potere discriminante e facilità di rilevamento. Per ciascuna delle specie è stato quindi redatto l’elenco dei descrittori minimi corredato, per ciascun descrittore, da illustrazioni, periodo e modalità di rilevamento, eventuali varietà di riferimento per il confronto. 3. Moltiplicazione del materiale Dalle accessioni individuate e georeferenziate è stato raccolto materiale di propagazione utile alla moltiplicazione. Le accessioni delle specie arboree sono state moltiplicate agamicamente per innesto (vite, drupacee, pero, olivo, agrumi) o talee autoradicate (fico). L’innesto è stato eseguito, su idonei portainnesti allevati in vaso, a gemma dormiente a fine estate. Le piante sono state allevate in tunnel condizionato e sono state eseguite tutte le operazioni colturali necessarie (costante ed equilibrata irrigazione e concimazione, trattamenti antiparassitari contro patogeni fungini, eliminazione manuale delle infestanti) a favorire l’attecchimento degli innesti ed il rapido e completo e sviluppo delle piantine. 4. Costituzione dei campi collezione e ampliamento delle collezioni esistenti Le diverse varietà/cloni, separatemente per le singole tipologie di specie, sono state in- 59 serite nei diversi campi collezione del CRSA. A tal riguardo i dettagli sono citati nel paragrafo seguente. Risultati Sono state individuate sul territorio 48 diverse cultivar di pero, 4 di melo, 6 di cotogno, 5 di nespolo germanico, 27 di ciliegio, 71 di mandorlo, 21 di albicocco, 20 di susino, 12 di pesco, 47 di fico, 8 di agrumi, 3 di melograno, 25 di olivo, 20 di vite. Per 117 varietà complessive, completando i necessari rilievi, sono state redatte le schede pomologiche/ ampelografiche (Fig. 1, 2). Per drupacee (Albicocco, Ciliegio Dolce, Mandorlo, Pesco, Percoco, Susino), Pomacee (Melo e Pero) e Fico è stato costituito un nuovo campo collezione di 12.000 mq su terreni gestiti dal CRSA in contrada Marangi a Locorotondo. Il campo è stato suddiviso in due appezzamenti, il primo di circa 75 are ospitante drupacee e fico, il secondo di circa 45 are in cui sono state messe a dimora le varietà di pomacee e gli altri fruttiferi minori. Per le altre specie si è proceduto ad integrare ed ampliare con le nuove accessioni recuperate i campi di conservazione già esistenti rispettivamente a Locorotondo la vite (Masseria Ferragnano, 9 campi per complessivi 6,5 ettari) ed a Palagiano olivo ed agrumi (Ctr. Conca d’Oro). Conclusioni Il recupero di nuovo germoplasma e la costituzione dei nuovi campi citati svolgeranno un importante ruolo nella strategia di salvaguardia e valorizzazione della biodiversità regionale. I campi collezione infatti, oltre alla conservazione e la tutela del germoplasma, potranno essere utilizzati per studi ed attività sperimentali come individuare caratteri genetici di interesse (con particolare riferimento ad aspetti colturali, nutrizionali, organolettici, di resistenza a fattori biotici ed abiotici), avviare programmi di breeding, confrontare e caratterizzare le varietà dal punto di vista genetico, produttivo e tecnologico, etc. I campi collezione sono inoltre impiegati per produrre e distribuire materiale di moltiplicazione richiesto da amatori (per realizzare altre piccole collezioni ex situ) e/o agricoltori favorendo così la ripresa in coltivazione di molte antiche varietà. BIBLIOGRAFIA Bellini E., Giordani E., Giannelli G, Picardi E. 2007. Le Specie Legnose da frutto-Liste dei caratteri descrittivi- Arsia Toscana http://www.oiv.int http://www.upov.int http://www.cpvo.europa.eu http://www.bioversityinternational.org 60 SCHEDA n. VIT. 8 ALLEGATO n.1 VITE “Marchione” PIANTA - Buona fertilità reale (1,78 grappoli per gemma) uniformemente distribuita lungo il tralcio, più elevata nelle gemme del tratto centrale e distale. - Germogliamento medio-tardivo (metà di aprile), fioritura media (a fine maggio). GERMOGLIO - Apice del germoglio: apice bianco-rosato con orlature rosso vinose, cotonoso. Asse del germoglio dorsalmente verde con sfumature rossastre più accentuate in corrispondenza dei nodi, ventralmente verde con presenza di rosso ai nodi. - Perule rossastre. Quarta foglia con pagina superiore verde-rosato, lanuginosa. Pagina inferiore biancastra. Lanuginosità intensa sulla lamina, rada sulle nervature. Foglioline apicali con pagina superiore biancastra e sfumature giallo-rosato, lanuginosa. Pagina inferiore bianca, intensamente lanuginosa sulla lamina; nervature con peli radi, evidentemente verdi. FOGLIA MATURA - foglia media pentagonale, verde cupo, a 5 o 7 lobi e seno peziolare a V. Laciniata a seni incisi, denti pronunciati e nervature ben evidenti evidenzia un profilo tormentato e una discreta presenza di peli striscianti sulla pagina inferiore. Tralcio di colore rossastro. PRODUZIONE - media (circa 4 Kg per pianta allevata a controspalliera con sesto di 2,5 x 1 m). - la maturazione cade di solito nella terza decade di settembre. CARATTERI DEL PRODOTTO Grappolo - Medio (peso medio 300 g), conico, allungato, semplice, mediamente compatto. Acino - medio, ellittico, con buccia lucida e spessa, dal caratteristico colore rosa intenso. Caratteristiche della polpa - mediamente croccante Sapore - aromatico. Fig 1 – Scheda varietale cv Marchione 61 SCHEDA n. FRU. 22 ALLEGATO n. 1 PERO “CICC’ANTONIO” PIANTA: - di medio-elevato vigore e habitus espanso. RAMO DI 1 ANNO: Internodi di media lunghezza, colore grigio-verde, gemme medie, conico-ovoidale, scarsamente libere. FOGLIA: media (6,8 cm x 4,3 cm in media), obovata, con apice ottuso o ad angolo retto, angolo basale ad angolo retto, margine intero o leggermente serrato, picciolo medio. FIORE: - Fioritura medio-precoce ed intensa. - Petali circolari, bianchi. PRODUZIONE: -Maturazione seconda decade di agosto. -Fruttificazione prevalente su lamburde. -Di medio-elevata produttività. -Alta scalarità di maturazione. -Media resistenza alle manipolazioni. CARATTERI DEL PRODOTTO: Dimensione frutto: - medio-piccolo (peso medio 40-60 g) Caratteristiche del frutto: -forma piriforme o turbinato, leggermente asimmetrico, posizione del diametro massimo verso il calice, profilo lati quasi retto, -cavità peduncolare assente, cavità calicina poco profonda e stretta, sepali aperti. Caratteristiche della buccia: - liscia, colore verde-giallo, sovracolore presente sulla parte esposta al sole, sfumato, rosso scuro, sottile, rugginosa vicino al peduncolo, lenticelle elevate. Peduncolo: - medio-lungo e mediamente spesso, curvatura assente o media, dritto o angolato a destra rispetto all’asse del frutto. Caratteristiche della polpa: - di colore biancastro, tessitura media con sclereidi, mediamente soda, succosa, ossidazione media. Caratteristiche del seme: - piccolo, ovale allungato, colore marrone scuro. Sapore: - mediamente saporita e dolce. Acidità media. Fig. 2 Scheda varietale Cv Cicc’Antonio 62 Fig. 3 Cv Arancio Vaniglia Fig. 4 Cv Ciliegio Dura di Bisceglie Fig. 5 Cv Albicocco Risomma 63 Fig. 6 Cv susino San Pietro Fig. 7 Fico Cv Monaca Fig. 8 Cv Mandorlo Rachele 64 Fig. 9 Cv Minutolo Fig. 10 Cv Oliva rossa 65 PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTO GENETICO DEL PESCO IN AMBIENTE MERIDIONALE Palmisano F.2,4, Saponari A.1, Cardone A.1, Catalano L.3, Moser L.3, Catucci L.1, Romanazzi S.3, Nicola N.3, Saponari M.2,4, Savino V.1,4 Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” Istituto di Virologia Vegetale, Bari 3 Consorzio Vivaistico Pugliese COVIP 4 Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti - Università degli Studi di Bari. 1 2 RIASSUNTO Lo sviluppo della peschicoltura in nuove aree, non può prescindere da due aspetti fondamentali: 1. disponibilità di varietà che si adattino e sappiano sfruttare al meglio le caratteristiche ambientali delle zone dove sono introdotte; 2. possibilità di impiego di materiale di propagazione sano, che rispetti le norme che regolamentano l’attività vivaistica e permetta di preservare la coltura da pericolose fitopatie. Questi concetti appaiono ancor più importanti per le zone di nuova colonizzazione del pesco, ed in quelle meridionali, dove vi è la possibilità di produrre in epoche che sfuggono alla attuale difficoltà di mercato, ossia il periodo extra-precoce e precoce, ed all’opposto quello tradivo ed extra-tardivo. Con queste finalità è stata avviata una collaborazione tra il Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” (CRSA) ed il Consorzio Vivaistico Pugliese (COVIP) che procede da oltre un decennio. INTRODUZIONE L’importanza del settore della propagazione delle piante, all’interno del composito mondo della frutticoltura, nel corso degli anni ha assunto sempre maggior spessore e, per alcune specie, un ruolo strategico. Tra queste specie, il pesco, comprendendo anche nettarine sono caratterizzati da un vorticoso rinnovamento varietale. Per questi motivi, un settore vivaistico che sappia prontamente interpretare le esigenze del mondo della produzione, dando nello stesso tempo quelle garanzie di sanità e sicurezza varietale richieste, riveste un ruolo fondamentale per il successo dell’intero comparto frutticolo. Inoltre, i regolamenti comunitari e nazionali in materia di produzione e commercializzazione del materiale di propagazione vegetale, richiedono standard fitosanitari elevati per arginare la diffusione di organismi nocivi. Tra gli organismi nocivi pregiu- 66 dizievoli la qualità, i virus occupano un posto di rilievo. Tra di essi, escludendo quelli da quarantena (Plum pox virus PPV), il virus della maculatura anulare necrotica dei Prunus (PNRSV) ed il virus del nanismo del susino (PDV) sono frequentemente rinvenuti anche nelle nuove varietà, compromettendo un loro utilizzo nel rispetto delle normative. Trattandosi di virus che si trasmettono anche per polline, si capisce come intere linee di selezioni, seppur valide sotto il profilo pomologico e per epoche di maturazione interessanti, non siano propagabili e quindi disponibili per i frutticoltori, se non dopo l’applicazione di lunghe e costose procedure per il loro risanamento. Si evince che i programmi di miglioramento genetico devono procedere di pari passo al miglioramento sanitario per non vanificarne il risultato. In questa situazione sta operando, in collaborazione con il Consorzio Vivaistico Pugliese (COVIP), il Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” di Locorotondo che ha avviato dal 2003 un programma di miglioramento genetico basato esclusivamente sull’incrocio (controllato) di parentali certificati (DD.MM del 24 luglio 2003, 4 maggio 2006, 20 novembre 2006). Il programma ha come obiettivo finale la produzione di varietà con caratteristiche pomologiche e fitosanitarie tali da permetterne la pronta commercializzazione. MATERIALI E METODI Le varietà di pesco e nettarine utilizzate come parentali sono di categoria certificato, o quanto meno libere da virus che si trasmettono per polline. L’attività d’incrocio è stata avviata in piante allevate in contenitori riposti in una serra a rete a prova d’insetto ubicata a Locorotondo (BA). Da queste piante, il polline è stato ottenuto in parte tramite forzatura in serra di rami raccolti anticipatamente, e poi frigoconservato a –20°C; in parte raccolto direttamente dalle piante donatrici in pieno campo. I fiori sono stati impollinati manualmente 24 ore dall’emasculazione. 67 Tutti i semi ottenuti, dopo una concia con fungicida (Tiram in polvere al 50%) sono stati stratificati in sabbia in camera fredda a 3-4 °C per un periodo di 6 settimane. Prima della semina in contenitori alveolari riempiti con substrato sterilizzato a vapore, i semi sono stati sottoposti a scarificatura meccanica. In seguito sono stati conciati nuovamente in soluzione di Benomyl allo 0,1%. La germinazione dei semi e le prime fasi di allevamento dei semenzali è avvenuta in serra condizionata alla temperatura di 22 +/- 2 °C, in piccoli tunnel utilizzati per l’acclimatamento di materiale di propagazione prodotto in vitro. Una volta raggiunti i 15 cm di altezza, i semenzali sono stati trapiantati in vasi di polietilene Ø 20 e trasferiti in ombraio. Prima del loro trasferimento in pieno campo, è stato eseguito un saggio sierologico per i virus PDV e PNRSV per mezzo della tecnica DAS-ELISA. I semenzali sono stati trapiantati in agro di Palagiano (Ta) utilizzando un sesto d’impianto di 3,00 m X 1,2 m sulla fila e allevati secondo una forma di vaso libero. Tutte le piante sono servite da irrigazione a goccia con un impianto di fertirrigazione. Nell’allevamento dei semenzali sono state assicurate tutte le cure necessarie per una buona protezione da parassiti e patogeni, oltre che un buon apporto nutrizionale. Dal terzo anno dall’impianto sono iniziate le attività di analisi visive e rilievi pomologici dei diversi semenzali al fine di individuare le accessioni meritevoli di altre valutazioni. In particolare, per ciascun semenzale sono stati considerati gli aspetti fenologici (es. epoca di fioritura e maturazione) e pomologici (forma del frutto, diametro, peso, ecc.). Risultati e conclusioni Nel 2011 sono proseguiti i rilievi pomologici che hanno interessato circa 1000 semenzali (900 peschi + 100 albicocchi) derivanti da oltre 20 combinazioni di incrocio eseguiti nel 2006. I dati ottenuti hanno permesso di confermare la validità delle 50 accessioni di pesco valutate positivamente negli anni precedenti. Queste ultime, innestate su GF 677, sono state impiantate in campi commerciali al fine di confermarne le qualità pomologiche. In particolare, le accessioni ritenute interessanti derivano dalle seguenti combinazioni di incroci: - Spring Lady x Glohaven: sel. P-00-2-19 (Fig. 1a,b); - Armking X Big Top: sel. N-05-1-4, N-05-1-5, N-05-1-6, N-05-1-7, N-05-1-8, 68 N-05-1-11, N-05-1-12, N-05-1-13, N-05-1-14, N-05-1-17; - Suncrest X Greta: sel. P-05-6-13, P-05-6-22, P-05-6-08, P-05-6-02, P-05-606, P-05-6-07, P-05-6-12; - Red Cal X Early Crest: sel. P-05-2-10, P-05-2-12, P-05-2-18, P-05-2-20, P-052-23; - Flavortop X Armking: sel. N-05-2-38, N-05-2-41, N-05-2-48 (fig.2); - Red Cal X Lolita: sel. P-05-2-54, P-05-2-66, P-05-2-68. Le attività future saranno mirate alla valutazione in campo delle selezioni risultate interessanti nelle prime fasi del programma e nella preparazione della documentazione necessaria per avviare le privative comunitarie per ritrovati vegetali (brevetto europeo). Inoltre, considerando la continua diffusione di PPV Marcus (particolarmente aggressivo su pesco) in molti areali frutticoli si procederà in futuro alla valutazione del comportamento dei genotipi interessanti alle infezioni artificiali con questo virus. 69 25 anni 2.3 Area Coordinamento 2.3.1 Settore Attività Delegate 70 Oggi CENTRO REGIONALE PER LA PREMOLTIPLICAZIONE Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” IL RUOLO DEL CENTRO REGIONALE PER LA PREMOLTIPLICAZIONE NEL SISTEMA NAZIONALE DI CERTIFICAZIONE DELLE PRODUZIONI VIVAISTICHE FRUTTICOLE ED OLIVICOLE IL CONTESTO DI RIFERIMENTO La certificazione delle produzioni vivaistiche è un processo finalizzato alla produzione di materiale di propagazione controllato da un punto di vista sanitario e genetico, nel rispetto di quanto previsto dai disciplinari di produzione. Ad oltre un ventennio dalla emanazione delle prime norme fitosanitarie per la certificazione delle produzioni viviastiche (D.M. 23 ottobre 1987, D.M. 289 - 2 luglio 1991) e dall’attivazionedelle prime procedure di certificazione, dapprima a livello di singole Regioni e poi a livello nazionale, l’industria vivaistica italiana può oggi contare su un sistema di certificazione adeguato alle esigenze di un mercato vivaistico sempre più soggetto a richieste di innovazioni varietali e di prodotto, proiettando il settore in un contesto europeo che richiede garanzie proceduraliall’avanguardia per essere competitivo e riconoscibile. Dopo diversi anni di lavoro interdisciplinare, le nuove norme (DDMM 24/07/2003; 4/05/2006, 20/11/2006) per la certificazione nazionaledel materiale vivaistico hanno dato impulso alla riorganizzazione e riqualificazione del Servizio Nazionale di Certificazione, a servizio di un settore che assume, un ruolo strategico nello sviluppo 71 enell’innovazione della frutticoltura industriale e specializzata,puntando su produzioni attente alla continua evoluzione genetico-varietale, con garanziefitosanitarie edi corrispondenza varietale. Il produttore frutticolo ha un ruolo molto importante come utilizzatore finale delle produzioni vivaistiche. Prediligere produzioni vivaistiche certificate per la costituzione di nuovi frutteti significa assicurarsi le migliori condizioni di partenza del proprio impianto; la moltiplicazione di materiale vivaistico infetto rappresenta, infatti, la via preferenziale di diffusione di diverse malattie.E’ inoltre interesse del produttore frutticolo collaborare con la struttura regionale nell’opera di controllo e prevenzione per la diffusione attraverso i materiale vivaistico di patogeni da quarantena, con particolare attenzione a quelli per i quali è in vigore un provvedimento di “lotta obbligatoria”. NORMATIVA ED ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DI CERTIFICAZIONE Con la pubblicazione dei DDMM del 20/11/2006 è stato completato l’iter di aggiornamento della normativa fitosanitaria relativa alla certificazione dei materiali di propagazione (DM 24/7/2003, DM 4/05/2006). Il percorso di revisione ed aggiornamento della normativa era stato avviato nel 1999 nell’ambito del “Convegno Nazionale su Certificazione delle Produzioni Vivaistiche” quando a distanza di circa un decennio dall’attivazione del sistema di certificazione, ne furono esaminati risultati e punti critici. Il processo di certificazione si svolge attraverso una serie di fasi che sono la conservazione, la premoltiplicazione, la moltiplicazione e il vivaio (Tab. 1). L’organizzazione del sistema di certificazione nazionale fa riferimento ad un processo di filiazione diretta (Fig. 1) che assicura la tracciabilita’ del sistema e la rintracciabilita’ del prodotto. La conservazione - che parte dalla Fonte Primaria di una accessione registrata nel registro nazionale delle accessioni certificate - e la premoltiplicazione, sia pure con alcune eccezioni, prevedono il mantenimento delle piante madri (rispettivamente di categoria Prebase e Base) all’interno di apposite strutture (screen house) atte a garantire l’isolamento delle piante dai principali organismi patogeni (virus, fitoplasmi e altri) e loro vettori. Nella fase di moltiplicazione le piante madri ( di categoria certificato) vengono coltivate in pieno campo, realizzando i campi di piante madri, in aree indenni da patogeni da quarantena (qualora per una determinata specie siano segnalati patogeni da quarantena) e in condizioni tali da rispettare i requisiti, in termini di distanze da impianti convenzionali, previsti dagli specifici disciplinari tecnici. In vivaio si completa il processo di certificazione e le piante, prodotte rispettando i requisiti e le condizioni previste dai disciplinari, vengono commercializzate come materiale certificato virus esente (VF, virus free) o virus controllato (VT, virus tested) e con la garanzia della corrispondenza genetica e varietale.Il vivaista che aderisce al programma di certificazione si impegna a seguire scrupolosamente quanto previsto dai disciplinari tecnici di ciascuna specie, che stabiliscono tra l’altro come devono essere eseguiti i controlli fitosanitari e le verifiche delle caratteristiche genetiche. 72 Figura 1. Schematizzazione del processo di propagazione per filiazione diretta all’interno del sistema di certificazione. La responsabilità del coordinamento del sistema di certificazione a livello nazionale è demandata al Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali attraverso il Servizio Nazionale di Certificazione (SNC) ed un apposito Comitato Nazionale per la Certificazione (CNC). Il SNC si avvale della collaborazione tra il Ministero, le Regioni e le Province Autonome, le quali assumono, attraverso i propri Servizi Fitosanitari, le funzioni di organo di controllo e certificazione. Il Servizio Fitosanitario ha la responsabilità del controllo del processo di certificazione in tutte le fasi, attraverso attività ispettive e di verifica della conformità della documentazione relativa al materiale in Figura 2. Esempio di cartellino-certificato rilasciato per le piante in vivaio, a seguito delle opportune procedure di verifica e controllo da parte del Servizio Fitosanitario. 73 certificazione (documenti di filiazione, di commercializzazione, cartellini-certificato, ecc.). Spettano al Servizio Fitosanitario, competente per territorio, anche il riconoscimento dell´idoneità dei campi di piante madri, dei laboratori di micropropagazione, dei vivai e delle rispettive strutture produttive. Accertata la conformità rispetto a quanto disposto dalle normative, il Servizio rilascia la certificazione ai materiali prodotti, attestata dal cartellino-certificato apposto sulle piante (Fig. 2). Tabella 1. Organizzazione del sistema di certificazione volontaria secondo quanto stabilito dal D.M. del 24/07/2003 Fasi Categoria dei materiali Costituzione Fonte delle fonti primarie primaria Registrazione Fonte primaria Conservazione per la Prebase premoltiplicazione Premoltiplicazione Base Responsabilità Gestione Controlli Istituti di ricerca pubblici e privati Costitutore Costitutore MiPAAF MiPAAF-CNC Centro di Organismo Conservazione per la riconosciuto dal- SFR Premoltiplicazione l’Organocertificante Organismo Centro di riconosciuto dal- SFR Premoltiplicazione l’Organocertificante Moltiplicazione Certificato Campo di Piantemadri Vivaisti (associazioni, SFR consorzi) Propagazione (Controlli) certificato Vivaio Vivaisti SFR MiPAAF: Ministero per le Politiche Agricole e Forestali CNC: Comitato Nazionale per la Certificazione SFR: Servizio Fitosanitario Regionale competente per territorio Più in generale, il Servizio fitosanitario ha il compito di sorveglianza del territorio rispetto alla diffusione delle malattie di “quarantena”; ciò è particolarmente importante per garantire che l’attività vivaistica si svolga in aree idonee a prevenire contaminazioni del materiale vivaistico. Con la nuova normativa le attività di Conservazione per la Premoltiplicazione e Premoltiplicazione possonoessere attivate presso Organismi pubblici e/o privati riconosciuti idonei dal CNC; con la possibilità quindi diattivare, sul territorio nazionale, diversi centri di Premoltiplicazione, dando più flessibilità al sistema e, di conseguenza, maggiori- 74 possibilità di acquisire, moltiplicare e distribuire agli operatori agricoli le nuoveselezioni e/o novità varietali, riducendo i tempi che intercorrono tra registrazionedella Fonte Primaria e disponibilità del relativo materialedi propagazione presso i vivaisti. IL CENTRO REGIONALE DI PREMOLTIPLICAZIONE DELLA REGIONE PUGLIA Il Centro di Premoltiplicazione della Regione Puglia, ubicato presso il Centro di Ricerca e Sperimentazione “Basile Caramia”, è stato istituito con Deliberazione di Giunta Regionale n. 1119 del 17/05/1993 e Deliberazione del Consiglio Regionale del 23/06/1994, n. 871, e successivamente riconosciuto nell’ambito del Servizio Nazionale di Certificazionecon DM 7/9/2005 - G.U. 290 del 14/12/2005. L’attività di premoltiplicazione è attiva per prunoidee, agrumi e olivo in distinte sezioni operative: - Sezione Operativa “Amendolecchia” - c/o Istituto Tecnico Agrario “C. Mondelli”, Massafra (TA) (Premoltiplicazione Agrumi). - Sezione Operativa “Vivai Conca d’Oro” (Premoltiplicazione Olivo). - Sezione Operativa “Ferragnano”(Premoltiplicazione Prunoidee in vivo ed in vitro). Per tutte le specie in Premoltiplicazione, l’attività si concretizza nel rispetto di un idoneo piano di gestione agronomica e fitosanitaria finalizzato al mantenimento delle piante madri in condizioni di allevamento ideali per la produzione di marze o semi, nonché libere da infestazioni/attacchi parassitari e altre condizioni di stress biotico ed abiotico che possono pregiudicare lo standard qualitativo e i requisiti minimi stabiliti dagli specifici disciplinari tecnici. Oltre alle strutture per la conservazione ed il mantenimento delle piante madri di categoria Base, ogni SO è attrezzata con strutture dedicate all’attività vivaistica, nello specifico alla produzione ed allevamento di semenzali, alla propagazione per autoradicazione ed innesto, alla propagazione in vitro e all’ambientamento dei portainnesti micropropagati (Fig. 4). Le accessioni attualmente conservate e propagate presso le diverse SO (Fig. 3), consistono in: - 37 accessioni di Citrus spp. e relativi ibridi, per un totale di 183 piante madri (screenhouse) (Allegato 1); - 215 accessioni di Prunus spp. per un totale di 490 piante madri (screen-house) (Allegato 2); - 17 accessioni di olivo per un totale di 153 piante allevate in pieno campo (Allegato 3). La produzione di astoni di categoria Base non riguarda esclusivamente le accessioni in conservazione, ma qualora pervengano richieste di astoni di varietà ed accessioni mantenute presso altri Centri di Premoltiplicazione (CP) nazionali, si provvede a propagare anche i materiali (gemme, marze) forniti da altri CP, in particolare dal CP di Acireale (CT) (per gli agrumi) e dal CP del CAV di Faenza (RA) (per le prunoidee e pomoidee). 75 Figura 3. Screen houses (A) e campo di piante madri di categoria Base di olivo (B). Particolare delle piante madri di prunoidee (C) e agrumi (D) all’interno delle screen house. Figura 4. Strutture impiegate per l’attivita’ vivaistica. Sopra da sx verso dx: camera climatica per l’allevamente del materiale in vitro e tunnel per l’ambientamento. Sotto semenzali pronti per l’innesto. 76 Figura 5 . Produzione e cessione di piante madri di Categoria Base per ciascuna specie (2001-2012). Come si evince dal grafico riportato in figura 5, il flusso di piante (astoni) cedute per la costituzione di centri di moltiplicazione (campi di piante madri), sia in Italia (oltre che in Puglia, anche in Abruzzo,Basilicata, Calabria, Sicilia e Toscana) che all’estero (Albania, Algeria, Serbia, Turchia, ecc.) si è dimostrato essere discontinuo, e soprattutto per quel che riguarda l’olivo praticamente in stasi dal 2001. Ciò sia per la maggior durata del ciclo produttivo delle piante madri portamarze, sia per il minore ricambio della piattaforma varietale che contraddistingue l’olivo rispettoalle prunoidee e agli agrumi. Oltre ai dati riportati riportati in figura 5, la cessione di materiali di propagazione di categoria Base ha riguardato anche seme e marze, forniti ai vivaisti come materiale di categoria Certificato per la produzione di astoni e semenzali certificati. Il programma di attività sviluppato dal CP del CRSA viene supportato finanziariamente da un contributo annuale della Regione Puglia – Servizio Fitosanitario, e dai ricavi relativi alla cessione di materiale di propagazione di categoria Base. Personale afferente al Settore - Venerito Pasquale (Responsabile Settore) - Maria Saponari (Responsabile Premoltiplicazione agrumi) - La Notte Pierfederico (Responsabile Premoltiplicazione vite) - Palmisano Francesco (Responsabile Premoltiplicazione prunoidee) - Catucci Leonardo (Dipendente a tempo indeterminato) - Saponari Antonella (Dipendente a tempo indeterminato) - Altamura Giuseppe (Collaboratore) 77 Allegato 1 Sezione operativa “Ferragnano” 78 Materiale in allevamento A) Pesco Varietà Baracca Cardinal Dixired Early Crest Early Red Fairhaven Fay Elberta Fayette Fortiner JH Hale Laure May Crest May Flower May Gold Michellini O’Henry Pesco Giapponese Red Haven Red Skin Red Top Redwing Robin Sanguine Southland Spring Crest Spring Gold Springtime Suncrest Velvet Vivian Villa Giulia Pontina Selezione Stato Sanitario IAM-UBA /Ppr-235 VF IAM-UBA/Ppr-132 VF IAM-UBA/Ppr-136 VF IAM-UBA/Ppr-141 VF IAM-UBA/Ppr-138 VF IAM-UBA/Ppr-229 VF IAM-UBA/Ppr-536 VF IAM-UBA/Ppr-227 VF IAM-UBA/Ppr-150 VF IAM-UBA/Ppr-5680 VT IAM-UBA/Ppr-177 VF IAM-UBA/Ppr-157 VF IAM-UBA/Ppr-159 VF IAM-UBA/Ppr-161 VF IAM-UBA/Ppr-231 VF IAM-UBA/Ppr-164 VF IAM-UBA/Ppr-173 VF IAM-UBA/Ppr-179 VF IAM-UBA/Ppr-181 VF IAM-UBA/Ppr-183 VF IAM-UBA/Ppr-241 VF IAM-UBA/Ppr-185 VF IAM-UBA/Ppr-187 VF IAM-UBA/Ppr-191 VF IAM-UBA/Ppr-193 VF IAM-UBA/Ppr-760 VF IAM-UBA/Ppr-233 VF IAM-UBA/Ppr-195 VF IAM-UBA/Ppr-197 VF IAM-UBA/Ppr-199 VF Ppr-4450 VF Ppr-4260 VF Accessioni eliminate June Gold IAM-UBA/Ppr-155 VF B) Nettarine Armking Fantasia Nectared IAM-UBA /Ppr-116 IAM-UBA/Ppr-223 IAM-UBA/Ppr-225 VF VF VF Materiale in allevamento C) Percoco Andross Babygold 6 Babygold 7 Babygold 9 Maria Serena Percoco di Turi Percoco Novembre IAM-UBA/Ppr-114 IAM-UBA/Ppr-122 IAM-UBA/Ppr-124 IAM-UBA/Ppr-128 IAM-UBA/Ppr-171 IAM-UBA/Ppr-167 IAM-UBA/Ppr-169 VF VF VF VF VF VF VF Materiale in allevamento D) Albicocco Antonio Errani Baracca Bebeco Boccuccia Liscia Boccuccia Spinosa Bulida Cafona Canino Canino Tardivo Cibo del Paradiso COT 1 Don Gaetano Flamingold Fracasso Fronne Fresche Giulia Haggit Harcot Haward Jameloppis Laura Luizet Modesto IAM-UBA/Par-1300 IAM-UBA/Par-321 IAM-UBA/Par-323 IAM-UBA/Par-325 IAM-UBA/Par-524 IAM-UBA/Par-331 IAM-UBA/Par-337 IAM-UBA/Par-1260 IAM-UBA/Par-335 IAM-UBA/Par-516 IAM-UBA/Par-1280 IAM-UBA/Par-499 IAM-UBA/Par-1310 IAM-UBA/Par-345 IAM-UBA/Par-490 IAM-UBA/Par-1170 IAM-UBA/Par-510 IAM-UBA/Par-341 IAM-UBA/Par-1330 IAM-UBA/Par-522 IAM-UBA /Par-1340 IAM-UBA/Par-343 IAM-UBA/Par-347 VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF 79 80 Monaco Bello Montedoro Noemi Nonno Ouardì Pelese di Giovaniello Pellecchiella Precoce d’Imola Precoce d’Italia San Castrese Schiavona Sungiant Tadeo Tilton Tirynthos Spagnola IAM-UBA/Par-355 IAM-UBA/Par-1380 IAM-UBA/Par-1220 IAM-UBA/Par-1460 IAM-UBA/Par-1470 IAM-UBA/Par-1480 IAM-UBA/Par-1490 IAM-UBA/Par-1510 IAM-UBA/Par-351 IAM-UBA/Par-357 IAM-UBA/Par-1540 IAM-UBA/Par-590 IAM-UBA/Par-1560 IAM-UBA/Par-1580 IAM-UBA/Par-1570 VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF Accessioni eliminate Ameur Leuch Ninfa Tirynthos IAM-UBA/Par-2220 IAM-UBA/Par-1410 IAM-UBA/Par-361 VF VF VF Materiale in allevamento E) Mandorlo Biancolella Caitanuccia Caputo Catuccia Cristomorto Don Carlo Falsa Barese Falsa Mollesca Ferragnes Ferrante Filippo Ceo Fragiulio Fragiulio Grande Fragiulio Piccolo Genco Mallardi Marcona IAM-UBA/Pam-488 IAM-UBA/Pam-486 IAM-UBA/Pam-378 IAM-UBA/Pam-382 IAM-UBA/Pam-380 IAM-UBA/Pam-384 IAM-UBA/Pam-474 IAM-UBA/Pam-394 IAM-UBA/Pam-386 IAM-UBA/Pam-466 IAM-UBA/Pam-388 IAM-UBA/Pam-396 IAM-UBA/Pam-1800 IAM-UBA/Pam-1810 IAM-UBA/Pam-398 IAM-UBA/Pam-1820 IAM-UBA/Pam-412 VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF Mare di Cozze Masbovera Monaco Moncaio Montrone Ne plus Ultra Non Pareil Occhio Rosso Pepparudda Piangente Pizzuta d’Avola Pizzutella Rachele Grande Santo Padre Scaglione Supernova Texas Troito Tuono Ualano Viscarda Zanzanello IAM-UBA/Pam-414 IAM-UBA/Pam-1830 IAM-UBA/Pam-416 IAM-UBA/Pam-1840 IAM-UBA/Pam-418 IAM-UBA/Pam-426 IAM-UBA/Pam-484 IAM-UBA/Pam-428 IAM-UBA/Pam-430 IAM-UBA/Pam-432 IAM-UBA/Pam-436 IAM-UBA/Pam-438 IAM-UBA/Pam-440 IAM-UBA/Pam-442 IAM-UBA/Pam-468 IAM-UBA/Pam-444 IAM-UBA/Pam-450 IAM-UBA/Pam-472 IAM-UBA/Pam-454 IAM-UBA/Pam-460 IAM-UBA/Pam-482 IAM-UBA/Pam-462 VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF Materiale in allevamento F) Ciliegio dolce Adriana Bella d’Italia Burlat Moreau Napoleon Bing Corina Duroncina Celeste Ferrovia Forlì Giorgia Jubilee Lapins Mora di Vignola IAM-UBA/Pav-1 IAM-UBA/Pav-31 IAM-UBA/Pav-67 IAM-UBA/Pav-3 IAM-UBA/Pav-35 IAM-UBA/Pav-76 IAM-UBA/Pav-900 IAM-UBA/Pav-5 PAV-089 IAM-UBA/Pav-41 IAM-UBA/Pav-2200 IAM-UBA/Pav-950 IAM-UBA/Pav-13 IAM-UBA/Pav-45 IAM-UBA/Pav-47 VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF 81 82 Napoletana Salmo Sunburst Van Celeste Stella IAM-UBA/Pav-17 IAM-UBA/Pav-19 IAM-UBA/Pav-680 IAM-UBA/Pav-55 Pav-089 IAM-UBA/Pav-21 VF VF VF VF VF VF Materiale in allevamento G) Ciliegio acido Amanda Amarena Amarena Mattarello Cusana Marasca di Verona Stevnbaer Stokton Morello Visciola Visciola di Ninno Visciola di Sannicandro Visciola di Vignola IAM-UBA/Pcr-1860 IAM-UBA/Pcr-1880 IAM-UBA/Pcr-1870 IAM-UBA/Pcr-1890 IAM-UBA/Pcr-2020 IAM-UBA/Pcr-3740 IAM-UBA/Pcr-2030 IAM-UBA/Pcr-2040 IAM-UBA/Pcr-2050 IAM-UBA/Pcr-2060 IAM-UBA/Pcr-2070 VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT VT Materiale in allevamento H) Susino Cino-Giapponese Angeleno Bianca Notarangelo Black Amber Black Beaut Black Star Burbank Durado Early Golden Fortune Friar Ivana Obylnaya Ozark Premier Queen Rose Roma Sangue di Drago Santa Rosa IAM-UBA/Psl-243 IAM-UBA/Psl-3730 IAM-UBA/Psl-281 IAM-UBA/Psl-1600 IAM-UBA/Psl-2170 IAM-UBA/Psl-247 IAM-UBA/Psl-285 IAM-UBA/Psl-1620 IAM-UBA/Psl-1630 IAM-UBA/Psl-253 IAM-UBA/Psl-1640 IAM-UBA/Psl-2180 IAM-UBA/Psl-257 IAM-UBA/Psl-291 IAM-UBA/Psl-1690 IAM-UBA/Psl-269 IAM-UBA/Psl-271 VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF Satsuma Shiro Sorriso di Primavera Sungold IAM-UBA/Psl-294 IAM-UBA/Psl-373 IAM-UBA/Psl-273 IAM-UBA/Psl-1720 VF VF VF VF Materiale in allevamento I) Susino Europeo Bleu Free President Prugna di Terlizzi Rossa Settembre Regina d’Italia Stanley IAM-UBA/Pdm-279 IAM-UBA/Pdm-261 IAM-UBA/Pdm-301 IAM-UBA/Pdm-267 IAM-UBA/Pdm-245 IAM-UBA/Pdm-275 VF VF VF VF VF VF Materiale in allevamento L) Portinnesti P. avium Mazzard F 12-1 P. mahaleb / P. mahaleb / P. mahaleb SL 64 P. serrulata Shirofugen P. cerasus x P. munsoniana P. marianna 2624 P. cerasus x P. munsoniana P. marianna GF 8/1 P. cerasifera Mirabolano 29C P. cerasifera Mirabolano B P. cerasifera Mirabolano P. cerasifera Mirabolano MRS 2/5 P. persica x P. amigdalus GF 677 P. persica GF 305 P. persica Missour P. persica Nemaguard P. persica Rubirà P. persica Titan P. persica Titan W. T. IAM-UBA/Pav-367 IAM-UBA/Pmh-29 IAM-UBA/Pmh-365 IAM-UBA/Pmh-2140 IAM-UBA/Psr-371 IAM-UBA/PM-1730 IAM-UBA/PM-1750 IAM-UBA/Pcs-1780 IAM-UBA/Pcs-1770 IAM-UBA/Pcs-363 IAM-UBA/Pcs-594 IAM-UBA/AxP-209 IAM-UBA/Ppr-207 IAM-UBA/Ppr-730 IAM-UBA/Ppr-203 IAM-UBA/Ppr-205 IAM-UBA/Ppr-780 IAM-UBA/Ppr-790 83 Allegato 2 Sezione operativa “Amendolecchia” Materiale in allevamento A) Mandarino e mandarino simili Varietà Avana Apirene Selezione Stato Sanitario INIASEL 189-5 VF B) Ibridi Tangelo Minneola Tangor Ellendale Hernandina V.C.R Nova INIASEL 84-2 INIASEL 194 CSSA ISA PAL 11F-14-5-ISA VF VF INIASEL 198 INIASEL 2-7 INIASEL 127-1 INIASEL 55-1 IAM-UBA A0005 IAM-UBA A0006 IAM-UBA A0009 IAM-UBA A0012 Pal 8-2-4 Pal 8-20-8-R Pal 8-5-6 ISA VF VF VF VF VF VF VF VT INIASEL 22-19 SRA 63 INIASEL 350 INIASEL 8-34 IAM-UBA A0011 IAM-UBA A0001 IAM-UBA A0002 IAM-UBA A0003 IAM-UBA A0010 IAM-UBA A0004 Pal 8-14-4 VF VF VF VF VF VF VF VF VF VF C) Arancio dolce Lane Late Navelate Valencia late Olinda Newhall Washington Navel Navelina Navel tardivo Tarocco Tarocco Gallo V.C.R. Tardivo di ciaculli nuc 60 22 A2 Sanguinello Moscato nuc 49-5-5 D) Clementine Clemenules Fina Nour Oroval Oroval Fedele Fedele Comune Precoce Comune Spinoso Spinoso V.C.R. 84 E) Limone Sfusato Amalfitano Meyer Femminello siracusano 2KR Bergamotto Fantastico V.C.R Bergamotto Femminello V.C.R Diamante V.C.R IAM-UBA A0008 IAM-UBA A0021 CSSA ISA SG 5-19-10 ISA SG 5-19-16 ISA SG 1-5-5-ISA VF VF INIASEL 387 INIASEL 288 Montruosa (Flying Dragon) IAM-UBA A0015 VF VF VF VF F) Portinnesti Citrange Carrizo C. Macrophylla Poncirus Trifoliata Arancio Amaro Allegato 3 Sezione operativa “Conca d’Oro” Materiale in allevamento Varietà Cima di Melfi Coratina Frantoio Leccino Carolea Cipressino Coratina Frantoio Leccino Oliva Rossa Termite di Bitetto Dolce di Rossano/Rossanese Grossa di Cassano/ Cassanese Sinopolese Tonda di Filadelfia Tondina Gentile di Larino Selezione Stato Sanitario IAM-UBA OER-0062 VF IAM-UBA OER-0069 VF IAM-UBA OER-0033 VF IAM-UBA OER-0047 VF OLVIVA-PU01 VF OLVIVA-PU03 VF OLVIVA-PU04 VF OLVIVA-PU05 VF OLVIVA-PU06 VF OLVIVA-PU07 VF OLVIVA-PU10 VF OLVIVA- CAL04 VF OLVIVA- CAL05 VF OLVIVA-CAL08 VF OLVIVA-CAL09 VF OLVIVA-CAL10 VF OLVIVA-MO01 VF 85 25 anni 2.3 Area Coordinamento 2.3.1 Settore Rapporti con il territorio 86 Oggi RAPPORTI CON IL TERRITORIO Il Settore è stato impegnato in attività di collaborazione con Enti Pubblici e Privati che riguardano sia programmi specifici che attività afferenti ad altri settori. Nel corso del 2005 si è avviata una collaborazione con il comune di Locorotondo e dal 2006 fino al 2009, è continuata la collaborazione con l’Amministrazione comunale di Sammichele di Bari per la gestione dello “Sportello informativo per l’agricoltura”; occupandosi anche dell’istruttoria per la determinazione dei danni relativi alle calamità atmosferiche nel comune di Sammichele di Bari. Nel 2009 sono state espletate le procedure amministrative per l’avvio di una collaborazione con il comune di Conversano per l’apertura di uno “sportello informativo sull’agroalimentare all’interno della struttura comunale che è stata avviata nel 2010 all’interno della struttura comunale, e in particolare nel 2012 sono stati organizzati 4 seminari tematici su: - Impianto e reimpianto dei frutteti - Uso sostenibile dei prodotti fitosanitari - Sicurezza in agricoltura - Sviluppo rurale tra presente e futuro Il settore per il 2006-2007 è stato impegnato nelle attività previste dal protocollo d’intesa dal titolo “Cultura, Tradizioni e Specialità Locali: opportunità per la promozione del Territorio” che ha visto il coinvolgimento dei comuni di: Cisternino, Locorotondo, Sammichele di Bari, Noicàttaro, Ceglie Messapica, Martina Franca, Alberobello, Toritto, Bitetto, Noci, Castellana Grotte, dell’IISS “Basile Caramia” di Locorotondo, dell’Istituto Professionale Alberghiero IPSSAR di Castellana Grotte, del GAL dei “Terra dei Trulli e Barsento”, dell’Università degli Studi di Bari con le Facoltà di Agraria e Medicina Veterinaria. L’obiettivo generale del protocollo è stato la promozione e la valorizzazione dei prodotti locali attraverso l’organizzazione coordinata di eventi culturali, enogastronomici, nonché progetti di ricerca finalizzati, corsi di formazione, di aggiornamento e di educazione alimentare. Nel corso del 2007 (7-8 agosto) è stato organizzato a Locorotondo la prima edizione dell’evento “Il treno dei tipici”. L’evento si è ripetuto nel 2008 a Ceglie Messapica e infine nel corso del 2009 è stato organizzato a Castellana Grotte che ha visto la collaborazione di tutto il personale del CRSA e il coinvolgimento di un numero di visitatori molto elevato. Sempre nel corso dell’anno 2008 è stata organizzata col partenariato di diverse scuole superiori l’iniziativa “Sfavellando” nell’ambito della quale le diverse scuole hanno sviluppato un tema specifico sulle tradizioni legate alla coltivazione della fava in Puglia. L’iniziativa si è conclusa con l’organizzazione della manifestazione conclusiva nel comune di Castellana Grotte ove oltre alla presentazione degli elaborati delle singole scuole sono stati organizzati seminari specifici sull’argomento seguita da un evento ludico ricreativo. Il settore, inoltre, ha partecipato attivamente alla progettazione del Documento Strategico Territoriale (DST) relativo alla costituzione del GAL “Valle d’Itria” (programma LEA- 87 DER 2007-2013) coinvolgendo le amministrazioni comunali di Cisternino, Locorotondo, Martina Franca nonché un numeroso partenariato privato. L’attività ha riguardato anche la organizzazione delle azioni necessarie per il coinvolgimento del territorio di riferimento e degli operatori economici e non dello stesso (animazione territoriale attraverso la organizzazione di tavoli tematici, convegni e seminari). Nel 2007 si è avviato il progetto “AgriCulture Point”, quale progetto pilota per la creazione nella provincia di Bari del primo sito pugliese dedicato all’accoglienza di consumatori e turisti con proposte di degustazioni dell’agroalimentare di eccellenza ed itinerari integrati per raggiungere e scoprire i luoghi in cui nascono le produzioni più rappresentative del territorio. Un’occasione di produzione e vendita per i produttori locali direttamente nelle proprie aziende. Un esempio di filiera agroalimentare che si accorcia sempre più. tale progetto è stato finanziato dalla Provincia di Bari e dalla Regione Puglia e gestito in collaborazione con il Movimento Turismo del Vino. Nel 2008 il settore ha organizzato la manifestazione “Antichi Frutti della tradizione e uve autoctone della Valle d’Itria” una mostra pomologica organizzata nel giardino storico della Masseria Ferragnano aperta soprattutto agli alunni delle scuole del territorio finalizzata alla diffusione delle conoscenze in merito agli antichi frutti legati alle tradizioni contadine della Valle d’Itria. Nel corso dell’anno 2008 è stata organizzata, col partenariato di diverse scuole superiori, l’iniziativa “Dettagli di Carne” nell’ambito della quale gli Istituti superiori hanno sviluppato un tema specifico legato all’utilizzo delle carni povere nella tradizione contadina. L’iniziativa si è conclusa con l’organizzazione della manifestazione conclusiva nel comune di Castellaneta ove oltre alla presentazione degli elaborati delle singole scuole è stato organizzato un seminario specifico sull’argomento seguito da un evento gastronomico. Nel 2010 ha attivamente partecipato alle fasi propedeutiche alla costituzione del Gruppo di Azione Costiera (GAC) relativo ai comuni di Fasano, Monopoli, Polignano e Mola di Bari. Nel 2011 il CRSA ha stipulato una convenzione con “I giardini di Pomona” di Cisternino che sancisce la collaborazione per attività di studio e sperimentazione sulle modalità e gli effetti dei processi di essiccazione sulla composizione analitica e la qualità organolettica di frutti di varietà antiche e locali; l’elaborazione di un programma generale e la presentazione di specifici progetti finalizzati all’ottenimento di risorse per l’istituzione di un “Polo della Biodiversità” in Valle d’Itria. Il CRSA, in collaborazione con la Cooperativa Progresso Agricolo di Pezze del Greco e l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, ha organizzato degli incontri per attività finalizzate ad ottenere il riconoscimento del marchio DOP per i Carosello Barattiere ed il pomodoro Regina. In particolare, predisponendo una prima bozza di statuto ha contribuito alla costituzione dell’Associazione “Orti e Frutteti Costieri della Via Traiana”. Inoltre ha preparato un progetto preliminare volto a svolgere i necessari studi per predisporre le relazioni tecniche a corredo della richiesta di riconoscimento dei marchi stessi. Personale Afferente al Settore: La Notte Pierfederico (Responsabile di Settore) Il settore si è avvalso della collaborazione di altre unità di personale afferenti al CRSA. 88 CULTURA, TRADIZIONI E SPECIALITÀ LOCALI: OPPORTUNITÀ PER LA PROMOZIONE DEL TERRITORIO Ente Finanziatore: Provincia di Bari (Assessorato all’Agricoltura) Durata: 3 anni Presidente del Comitato di Coordinamento: prof. Vito Nicola Savino Presidente del Comitato Tecnico Scientifico: dott. Matteo Antonicelli Istituzioni partecipanti: Comuni di Alberobello, Altamura, Bitetto, Bitonto, Cassano Murge, Castellana Grotte, Ceglie Messapica, Cisternino, Gioia del Colle, Locorotondo, Martina Franca, Monopoli, Noci, Noicàttaro, Sammichele di Bari, Toritto, Triggiano e Turi, l’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione (I.P.S.S.A.R.) di Castellana Grotte, l’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore (I.I.S.S.) “B. Caramia – F. Gigante” con sedi in Locorotondo e Alberobello, il GAL Terra dei Trulli e di Barsento, la Provincia di Bari (Assessorato all’Agricoltura), le Facoltà di Agraria e Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Bari ed il Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura (CRSA) “Basile Caramia” di Locorotondo DESCRIZIONE E OBIETTIVI Obiettivo del progetto è stato quello di promuovere la “specialità” dei Comuni aderenti al partenariato e valorizzare le produzioni agricole e i prodotti agroalimentari legati al territorio ed alle sue tradizioni, affinché questi diventino un modo per far conoscere la Puglia e contribuire alla sua crescita economica. A tale scopo il progetto ha inteso riscoprire e promuovere i prodotti locali, non industriali, ma tradizionali e tipici, migliorandone, al contempo, la tracciabilità e incrementandone il valore aggiunto. Il progetto si è posto inoltre l’obiettivo di adattare l’offerta dei prodotti locali alle esigenze del consumatore, di sensibilizzarlo rispetto alle peculiarità del prodotto preservando e diffondendo una coscienza culturale e storica dei metodi di produzione. L’Accordo infine ha voluto coinvolgere anche i ragazzi, depositari di questi saperi e padroni del futuro. I giovani infatti, grazie alla conoscenza del passato saranno liberi di muoversi per la difesa della proprie radici e con la piena consapevolezza delle nostre risorse e ricchezze. Nello specifico, gli obiettivi sono stati perseguiti attraverso le seguenti azioni: organizzazione di una manifestazione gastronomica, ludico-culturale itine1. rante (Il Treno dei Tipici) che si è svolta il 7 e 8 agosto di ogni anno in alcuni dei comuni aderenti all’Accordo. L’evento si è svolto nel 2007 a Locorotondo, nel 2008 a Ceglie Messapica e nel 2009 a Castellana Grotte. Grazie a questa iniziativa i visitatori hanno avuto la possibilità di conoscere e di degustare le peculiarità produttive di ogni singolo Comune, contraddistinto da un proprio stand. In tutte e tre le edizioni, la manifestazione è stata inaugurata da una tavola rotonda a tema. sviluppo di un progetto (Alla riscoperta delle nostre origini), che ha previsto 2. la partecipazione attiva di alcune scuole superiori pugliesi e finalizzato all’approfondi- 89 mento, in base all’indirizzo scolastico, di tematiche riguardanti uno specifico prodotto tipico. Il Progetto infatti, a posto al centro dell’attenzione, ogni anno, un prodotto legato alle tradizioni locali, un prodotto da conoscere meglio attraverso le ricerche compiute dalle scuole. La sintesi delle ricerche condotte sono servite a comprendere le origini e il ruolo che alcuni prodotti tradizionali hanno avuto nell’alimentazione locale e le tradizioni e i riti ad essa legata. Il tutto è stato opportunamente raccolto in opuscoli divulgativi presentati in occasione dell’evento conclusivo che ha previsto la premiazione della scuola che maggiormente si è distinta per l’impegno e l’originalità. Il progetto, nel 2007 a preso il titolo di “S..favellando”, in quanto, oggetto delle ricerche è stata la fava, nel 2008 “Det..tagli di carne” con oggetto le “carni povere” (animali a fine carriera, incidentati, ecc.) ed infine nel 2009 “Tutto fa olio” con oggetto appunto l’olio extra vergine d’oliva pugliese. RISULTATI CONSEGUITI Grazie all’evento “Il Treno dei Tipici”, i piccoli comuni aderenti all’Accordo, hanno notato un aumento del flusso turistico di gente che incuriosita dalla manifestazione chiedevano di poter acquistare o consumare nei locali del paese il prodotto tipico degustato. Non da meno l’attenzione riservata dalla stampa locale all’Accordo, come a testimoniare la particolarità di questo Progetto che vede insieme i tanti protagonisti della cosiddetta filiera che prima lavoravano individualmente ma grazie a questa iniziativa hanno fuso in maniera costruttiva il proprio Know How e le proprie idee per oliare il motore dell’economia locale. Con il Progetto “Alla riscoperta delle nostre origini”, nel corso dell’anno scolastico, i ragazzi hanno reinterpretato in varie forme espressive (disegni, foto, scritti) alcuni dei prodotti della nostra tradizione contadina che in questi anni hanno registrato una particolare riscoperta sulle nostre tavole. Il progetto ha puntato alla riscoperta di prodotti autoctoni e di antiche tradizioni, un patrimonio ormai di pochi, ma che sempre più costituisce grande attrattiva per il turismo gastronomico. Il tutto è servito a favorire l’acquisizione di maggiori conoscenze e competenze da parte degli studenti delle nostre scuole. Sono proprio le giovani generazioni infatti, le eredi di una cultura antica, troppo spesso dimenticata o persa nella frenesia del quotidiano. 90 Il Treno dei Tipici Fig. 1 Il Treno dei Tipici a Locorotondo Fig. 2 Il Treno dei Tipici a Locorotondo Fig. 3 Alla riscoperta delle nostre origini 91 92 93 25 anni 2.4. Area Formazione Settori: Progettazione e gestione corsi Didattica Biblioteca 94 Oggi AREA FORMAZIONE Il CRSA persegue finalità di ricerca, sperimentazione, formazione, dimostrazione e divulgazione nel settore dell’agricoltura (Art. 6 dello Statuto). È sede operativa accreditata per la realizzazione di attività formative finanziate con fondi pubblici ai sensi dell’art. 25, comma 1 della L.R.N. 15 del 07 agosto 2002 – Delibera di Giunta Regionale n. 2023 del 29/12/04. È membro dell’Associazione Europea, con sede in Bruxelles, che riunisce tra i suoi aderenti Scuole ed Enti, appartenenti a vari paesi europei, impegnati nella formazione professionale in agricoltura ed inoltre, ha come finalità lo sviluppo di modalità comuni di insegnamento nel settore. L’Area Formazione si occupa della progettazione, organizzazione ed erogazione di attività di formazione, informazione, divulgazione e promozione culturale, rivolta a giovani e/o adulti, occupati e/o disoccupati. L’Area è articolata in tre settori: - Progettazione e Gestione Corsi; - Didattica; - Biblioteca. Settore Progettazione e Gestione Corsi Il CRSA è sempre stato convinto dell’importanza dell’istruzione e della formazione tecnica professionale che miri a far acquisire conoscenze e competenze spendibili nel mercato del lavoro purché rispondenti a reali esigenze formative. A partire dal 1999 il CRSA si è occupato dei corsi IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) istituiti con Legge n. 144/99 art. 69. Infatti, ha progettato e coordinato in qualità di Partner i primi 4 Corsi IFTS realizzati in Puglia relativamente al Settore Agricoltura. Le competenze acquisite dal CRSA in materia di formazione hanno consentito di essere parte attiva con il MIUR, l’Istituto Tecnico Agrario “Basile Caramia” di Locorotondo e l’Istituto Professionale Agricoltura Ambiente “G. Fortunato” di Potenza nel “Programma di determinazione degli standard minimi dei percorsi IFTS” del settore agricoltura. Ad oggi ha realizzato in qualità di Soggetto Capofila n. 15 Corsi IFTS afferenti al settore Agricoltura di cui due realizzati nel Comune di Locorotondo e gli altri in dodici Comuni Pugliesi ubicati in diverse Province (iniziativa possibile grazie alla preziosa collaborazione degli Istituti Scolastici di indirizzo tecnico/professionale soci del CRSA). Ha collaborato all’istituzione del Comitato di Coordinamento Regionale IFTS per la promozione in Puglia della costituzione di Poli Formativi Stabili per il Settore Agricoltura. 95 Il CRSA ha promosso la costituzione di partenariati, con Capofila un Istituto Scolastico tecnico o professionale, che hanno ottenuto dal Ministero della Pubblica Istruzione l’approvazione per la realizzazione di Corsi Cipe IFTS/Ricerca di cui al Piano di intervento CIPE, Delibera n° 83/03 Avviso Pubblico 28 dicembre 2005. Il CRSA ha collaborato con l’IISS “B. Caramia – F. Gigante” di Locorotondo, Nodo della Rete costituita tra i partenariati che in Puglia erano affidatari di un Progetto Cipe IFTS/Ricerca afferenti ai Settori “Biologie avanzate e sue applicazioni” e “Produzioni agroalimentari” (n° 8 partenariati), alla realizzazione di azioni di sistema previste tra le quali, in particolare, quella sull’indagine dei fabbisogni formativi delle aziende operanti nel settore e la Formazione Formatori. Nel 2010 ha aderito alla Fondazione ITS Area Nuove Tecnologie per il Made in Italy – Sistema Alimentare – Settore Produzioni Agroalimentari (con sede legale a Locorotondo), che rappresenta una delle 3 fondazioni presenti in Puglia ed una delle 59 riconosciute in Italia di cui 9 relative al Settore Agroalimentare. Attualmente, in qualità di Ente di Formazione di riferimento, si occupa della gestione amministrativa e organizzativa delle diverse attività della predetta Fondazione. L’attività dell’Area Formazione non si è limitata alla progettazione e realizzazione di Progetti IFTS ma ha implementato ed attuato molteplici corsi di qualifica, specializzazione e/o aggiornamento finanziati dalla Regione Puglia, dall’Amministrazione della Provincia di Bari o da altri Enti. In particolare, sono stati realizzati in qualità di Soggetto Capofila oltre 70 interventi formativi che hanno consentito a oltre n. 1500 soggetti di arricchire le proprie conoscenze e competenze in una logica di life-long learning. Il CRSA è stato sede di n. 2 Master Universitari di 1° livello in “Certificazione sanitaria delle produzioni vivaistiche e sementiere” e “Produzioni viticole di qualità” con soggetto capofila l’Università degli Studi di Bari collaborando alla loro realizzazione. Altresì ha collaborato alla progettazione del Master Universitario di 2° livello in “Viticoltura ed Enologia per vini di alta qualità dell’area ionico-salentina” con soggetto capofila l’Università degli Studi di Bari ed alla realizzazione di Corsi di Alta Formazione e Master non Universitari. Il CRSA ha partecipato in qualità di Partner ai seguenti Corsi sperimentali a livello europeo “Tagete - La formazione alternativa” e “Stop & Restart”. Il CRSA ha bandito le seguenti borse di studio per la formazione di tecnici: - “Miglioramento Sanitario e Genetico di Drupacee ed Olivo per la certificazione delle Produzioni Vivaistiche” per la formazione di n. 1 tecnico diplomato (con il contributo 96 della Cassa Rurale ed Artigiana di Sammichele, Bari). - “Monitoraggio, Eradicazione e Certificazione al Virus della Sharka” per la formazione di n. 1 tecnico laureato in Scienze Agrarie (con il contributo della Regione Puglia). - “Miglioramento Qualitativo del D. O. C. Locorotondo” per la formazione di n. 1 tecnico laureato in Scienze Agrarie (con il contributo della Banca di Credito Cooperativo di Locorotondo, Bari); - “Selezione clonale e sanitaria, valutazione comparata dei candidati cloni di primitivo, valutazione di vitigni e cloni per l’impiego in uvaggi migliorativi della qualità dei vini, ottimizzazione delle pratiche enologiche per il miglioramento della qualità ed esaltare le caratteristiche di tipicità dei vini” per la formazione di n. 1 tecnico laureato in Scienze Agrarie (con il contributo della CCIAA di Taranto). In collaborazione con Amministrazioni Comunali e/o associazioni di categoria il CRSA organizza corsi per il rilascio del patentino per l’acquisto e l’uso dei fitosanitari molto tossici, tossici e nocivi (D.P.R. 24/04/2001, n° 290), corsi di apicoltura, ecc Settore Didattica Il CRSA ospita presso i propri laboratori, annualmente, per attività di tirocinio e/o esercitazione e/o stage, studenti di Istituti Tecnici e Professionali, studenti dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e di altri Atenei Pugliesi. Altresì i laboratori ospitano tecnici provenienti spesso da altre Nazioni quali Algeria, Albania, Malta e Libano interessati ad aggiornarsi sui temi della micropropagazione, della certificazione delle produzioni vivaistiche ecc.. Personale afferente ad altri settori del CRSA è spesso coinvolto nella progettazione e/ o nella docenza in corsi di formazione professionale gestiti dal CRSA e da altri Enti. Settore Biblioteca Il Settore Biblioteca archivia e rende disponibili su richiesta riviste specializzate e testi scientifici inerenti il settore agricoltura. Di concerto con altri settori è attivamente impegnato nell’organizzazione di seminari/ incontri tecnici/convegni e manifestazioni divulgative a carattere internazionale, nazionale, interregionale, regionale e locale. L’attività è stata svolta coinvolgendo Enti locali, Università, Enti di Ricerca, Scuole, Organizzazioni professionali, Parti sociali nonché professionisti ed operatori del settore agricoltura al fine di interpretare e dare risposte concrete alla domanda formativa del territorio. Tanti anni sono stati dedicati alla crescita del settore agroalimentare a livello locale, regionale e nazionale. L’attività è stata sempre portata avanti, seppur con difficoltà legate alle mentalità radicate sul territorio, cercando di rendere partecipi tutti gli 97 attori coinvolti direttamente e indirettamente nel settore promuovendo un lavoro di rete, in sinergia, in grado di creare valore aggiunto rispettando le specificità di ciascuno. La leva che ha spinto il tutto è stata la convinzione che la crescita di una Nazione non può prescindere dalla crescita del proprio capitale umano. Personale afferente all’Area - - - - - 98 Piepoli Maria Grazia (Responsabile Area) Cardone Rosanna (Collaboratore) Convertini Michela (Collaboratore) Fasano Maria (Collaboratore) Maggi Giuseppe (Collaboratore) POR Puglia 2000 – 2006 Asse III Misura 3.7 Azione C Atto Dirigenziale G.R. n. 595 dell’11/11/2004 CORSI IFTS SETTORE AGRICOLTURA Annualità 2000 - 2001 DENOMINAZIONE PROFILO CORSO TECNICO SPECIALISTA NELLE PRODUZIONI LATTIERO-CASEARIE TECNICO SPECIALISTA NELLA FILIERA OLIVICOLA-OLEARIA CON METODO BIOLOGICO TECNICO ESPERTO NEI SISTEMI DI QUALITA’ NELLE AZIENDE AGROALIMENTARI TECNICO SPECIALISTA IN VIVAISMO ORTOFLORICOLO TECNICO SPECIALISTA IN TECNICHE DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DI AZIENDE AGRITURISTICHE TECNICO SPECIALISTA NELLA FILIERA ENOLOGICA TECNICO ESPERTO DELLE TECNICHE DI PRODUZIONE BIOLOGICA ED INTEGRATA IN ORTOFRUTTICOLTURA TECNICO SPECIALISTA NELLA FILIERA OLIVICOLO OLEARIA TECNICO SPECIALISTA PER LA GESTIONE DEI PARCHI E DELLE RISERVE NATURALI SEDE DI SVOLGIMENTO I.T. Agr. "B. Caramia - F. Gigante", Alberobello (BA) I.T.A.P. "Umberto I", Andria (BA) I.T.I.S. "L. Dell'Erba", Castellana Grotte (BA) I.T. Agr. "Pavoncelli", Cerignola (FG) I.T. Agr. "G. Presta", Lecce (LE) I.T. Agr. "B. Caramia - F. Gigante", Locorotondo (BA) I.T. Agr. "C. Mondelli", Massafra (TA) I.T. Agr. "E. Pantanelli", Ostuni (BR) I.T. Agr. "M. Di Sangro", San Severo (FG) n.123 allievi hanno conseguito il certificato di specializzazione 99 POR PUGLIA 2000-2006 Avviso 1/2006 Misura 3.7 Azione c) IFTS, la Regione Puglia con determinazione dirigenziale n. 495 del 03/05/07 CORSI IFTS SETTORE AGRICOLTURA Annualità 2007-2008 DENOMINAZIONE PROFILO CORSO TECNICO SUPERIORE ESPERTO NELLA PRODUZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DI PRODUZIONI FRUTTICOLE IN REGIME DI AGRICOLTURA ECOCOMPATIBILE TECNICO SUPERIORE ESPERTO NELLE PRODUZIONI VEGETALI IN REGIME DI AGRICOLTURA BIOLOGICA SEDE DI SVOLGIMENTO Istituto Tecnico Commerciale Statale "S. Pertini" di Turi Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura "Basile Caramia" di Locorotondo I.P.S.I.A. "Agherbino" di Putignano TECNICO SUPERIORE ESPERTO NELLA PRODUZIONE E QUALIFICAZIONE DELLE PRODUZIONI LATTIERO CASEARIE TECNICO SUPERIORE ESPERTO NELLA CONSERVAZIONE, TRASFORMAZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DI PRODOTTI ORTICOLI ED OLIVICOLI TECNICO SUPERIORE ESPERTO DI LABORATORIO PER ASPETTI CHIMICO-BIOLOGICI TECNICO SUPERIORE ESPERTO NELLA CONSERVAZIONE TRASFORMAZIONE E CONTROLLO DI QUALITÀ DEI PRODOTTI AGROINDUSTRIALI n.83 allievi hanno conseguito il certificato di specializzazione 100 I.T. Agr. Statale "Pavoncelli" di Cerignola Istituto di Istruzione Secondaria Superiore di Santeramo Istituto di Istruzione Secondaria Superiore "PepeCalamo" di OSTUNI POR PUGLIA 2000 – 2006 ASSE I – Risorse Naturali Mis. 1.10 - “Formazione e sostegno alla imprenditorialità nei settori interessati all’asse risorse naturali” Azione b) Avviso n°3/2009 Determinazione del Dirigente del Settore Agricoltura n. 552 del 21/04/2009, pubblicata sul BURP n. 62 del 23/04/2009. DENOMINAZIONE CORSO SEDE DI SVOLGIMENTO ESPERTO DI SISTEMI DI GESTIONE AI FINI Istituto Tecnico Commerciale e Turistico Statale “A. Moro”Monopoli Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura, l’Ambiente, l’Industria e l’Artigianato “G. De Gemmis” – Terlizzi DELLA SICUREZZA DELLE IMPRESE DI AUTOTRASPORTO GESTIONE E CONTROLLO DELL’AMBIENTE: TECNICHE E TECNOLOGIE PER LA SOSTENIBILITÀ DELLA GESTIONE DI COLTIVAZIONI FLORICOLE IN AMBIENTE PROTETTO MARCHI, AGRICOLTURA E TURISMO NEL SISTEMA DELLE AREE PROTETTE PROGETTAZIONE E GESTIONE SOSTENIBILE DEL TERRITORIO Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” Locorotondo Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “A. Agherbino” - Noci AGROFORESTALE n.60 allievi hanno conseguito il certificato di aggiornamento/ perfezionamento 101 POR Puglia 2000-2006 ASSE IV Misura 4.20 azione b) - AVVISO n. 5/2009 Determinazione Dirigenziale n. 554 del 21/04/2009 pubblicata sul BUR Puglia n. 62 del 23/04/09 Denominazione progetto Marketing internazionale per le piccole e medie imprese Lo sviluppo del settore agroalimentare pugliese attraverso l’export management Marketing internazionale dei prodotti agroalimentari n. 48 allievi hanno conseguito il certificato di aggiornamento/ perfezionamento 102 Sede di svolgimento IISS “Tommaso Fiore” Modugno (BA) ITC “S. Pertini” Turi (BA) ITC “A. Moro” Monopoli (BA) POR PUGLIA 2000 – 2006 ASSE III – Risorse Umane Mis. 3.14 “Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro” Azione d) Avviso n°8/2009 D.D. n. 930 del 12/06/2009 pubblicata sul BURP n. 89 del 18/06/09 Corsi di specializzazione della durata di 600 ore totali di cui 240 ore di stage Sede Locorotondo Sede Terlizzi n. 35 donne giovani e adulte disoccupate hanno conseguito il certificato di specializzazione 103 104 1 ComunitÀ Europea Ministero delle Politiche Agricole e Forestali I Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” Regione Puglia quadernI della misura 4.21 POR Puglia 2000-2006 ASSE IV Misura 4.21 (FEOGA – Sezione Orientamento) ato nell’ambito di un Progetto cofinanziato dal FEOGA a 2000-2006 ASSE IV - Sistemi locali di sviluppo mento ed innovazione delle competenze tecniche nditori agricoli e operatori del settore” 105 POR PUGLIA FSE 2007-2013 – ASSE II “OCCUPABILITÀ” AVVISO N. 15/2009 “FORMAZIONE PER DISOCCUPATI ULTRACINQUANTENNI” DETERMINA DI APPROVAZIONE N. 308 DEL29/04/10 PUBBLICATA SUL BURP N. 82 DEL 06/05/2010 Sede LOCOROTONDO Sede COPERTINO n. 33 allievi ultracinquantenni disoccupati residenti in Puglia hanno conseguito con successo il certificato di specializzazione 106 FSE POR Puglia 2007/2013 – ASSE IV Capitale Umano Avviso n° BA/5/2009 “Lotta alla dispersione scolastica” Prog. Cod. POR09VBA13.1 "Agricoltura, Ambiente, Alimentazione per una migliore qualità della vita" D.D. n° 246/F.P.F. del 18/12/2009 pubblicata sul BURP n. 23 suppl. del 04/02/2010 N°5 Interventi Forma-Lavoro N°1 Interventi FormaDocenti 1. “Gestione agronomica e fitosanitaria di aree verdi 1. “Caratterizzazione botanica e pubbliche e private in ambiente mediterraneo” composizione chimica delle specie SEDE: IISS “B. Caramia – F. Gigante” di spontanee eduli e loro trasformazione” Locorotondo SEDE: CRSA “B. Caramia” di Locorotondo e IPSSAR “Perotti” di Bari 2. “Riconoscimento delle specie erbacee eduli spontanee” SEDE: IISS “B. Caramia – F. Gigante” di Alberobello 3. “Utilizzazione gastronomica e trasformazione delle specie erbacee spontanee eduli” SEDE: IPSSAR “Perotti” di Bari 4. “Recupero e riqualificazione degli spazi verdi urbani in ambiente mediterraneo” SEDE: IISS “G. De Gemmis” di Terlizzi 5. “Ottimizzazione della gestione delle filiere olivicola - olearia e lattiero – casearia” SEDE: IISS “G. De Gemmis” di Bitonto n.16 Docenti Formati n.42 Studenti Formati Opuscolo prodotto: Le piante officinali alimentari ed ornamentali. IMMAGINE 7 107 POR Puglia 2007-2013 ASSE IV Capitale Umano - Avviso n. BA/8/2009 “Informazione e sensibilizzazione in materia di sostenibilità ambientale” – Prog. Cod. POR09VIIIBA16.1 “Gestione sostenibile del territorio agro-forestale” Determinazione del Dirigente Servizio Pubblica Istruzione, Formazione Professionale, Sport n. 262/F.P.F. Reg. Serv. P.I, - F.P. – Sport del 24/12/2009, pubblicata sul BURP n. 23 suppl. del 04/02/2010 AZIONE 1 - INTERVENTI FORMATIVI - n. 3 interventi formativi sul tema “Gestione eco-sostenibile del suolo” realizzati presso l’ITC “S. Pertini” di Turi; l’IISS “N. Chiarulli” di Acquaviva e l’IISS “G. De Gemmis” di Terlizzi. Durata del singolo corso: n. 30 ore - n. 3 interventi formativi sul tema della “Gestione sostenibile delle aree protette e naturali” realizzati presso il CRSA “Basile Caramia” di Locorotondo, l’IISS – IPSIA – ITC - LS di Santeramo in Colle e l’IISS “A. Agherbino”, sede di Noci. Durata del singolo corso: n. 30 ore AZIONE 2 - ATTIVITA’ SEMINARIALI N° 36 seminari organizzati in collaborazione con l’Ass. Terranostra rivolti alla cittadinanza, realizzati nei seguenti Comuni: Conversano, Gioia del Colle, Castellana Grotte, Alberobello, Monopoli, Mola di Bari, Sammichele di Bari, Altamura, Barletta, Trani, Corato, Molfetta, Cellamare, Bitritto, Bitetto, Adelfia, Toritto e Bari. Le tematiche trattate nell’ambito dei seminari sono state: L’inquinamento del suolo: l’importanza della prevenzione Il compostaggio: la rivalutazione di biomasse di scarto in agricoltura I parchi naturali: una opportunità di sviluppo? Aree protette ed agricoltura: un binomio possibile? Salvaguardia, conservazione e valorizzazione del territorio agro-forestale La gestione della risorsa idrica: dalla siccità alle alluvioni La tutela del paesaggio: obiettivi e strategie Le opportunità di sviluppo nelle aree rurali pugliesi 108 AZIONE 3 - CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE, INFORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE - servizi televisivi specialistici ed interventi redazionali realizzati nell’ambito della trasmissione Agri7 e di altre trasmissioni specializzate curate da Telenorba SpA - attivazione di un canale web-tv con messa in onda delle riprese integrali delle attività seminariali - comunicati stampa, inserzioni redazionali su carta stampata tra cui periodici di settore AZIONE 4 REALIZZAZIONE DI MATERIALE INFORMATIVO/DIVULGATIVO Un manuale tecnico destinato agli operatori e/o tecnici del settore agro-ambientale realizzato allo scopo di informare e aggiornare relativamente a problematiche e soluzioni inerenti la gestione sostenibile del territorio agro-forestale. Interventi formativi “Gestione eco-sostenibile del suolo”: n° 48 allievi hanno ricevuto l’attestato finale Interventi formativi “Gestione sostenibile delle aree protette e naturali”: n° 49 allievi hanno ricevuto l’attestato finale n°18 Seminari svolti a cura del C.R.S.A. 109 FSE POR Puglia 2007-2013 ASSE IV – Capitale Umano “Mobility Manager & Campagna di sensibilizzazione sul tema dei rifiuti” Avviso pubblico n. BA/10/2010 D.D. Servizio Formazione Professionale e P.I. n. 286 del 21/12/2010 - BURP n. 194 del 30/12/2010 Formati n. 18 Operatori di Enti Pubblici e aziende private, liberi professionisti, residenti in uno dei Comuni della Provincia di Bari o nei Comuni di Andria, Barletta, Bisceglie, Canosa di Puglia, Minervino Murge, Spinazzola o Trani. 110 P.O. PUGLIA - F.S.E. 2007/2013 - Obiettivo Convergenza - approvato con Decisione C(2007)5767 del 21/11/2007 (2007IT051PO005) Asse V – Transnazionalità e Interregionalità - Avviso n. 1/2011 – “Catalogo Interregionale Alta Formazione” Inseriti nel Catalogo Interregionale dell’Alta Formazione n. 10 Corsi in cui è coinvolto il CRSA in qualità di capofila o partner 111 P.O. Puglia FSE 2007/2013 Asse V Transnazionalità e Interregionalità Avviso n. 7/2010 “Valorizzazione e Recupero degli Antichi Mestieri” D. D. n.. 1761 del 30/09/2011 pubblicata sul BURP n.. 160 del 13/10/2011 “ESPERTO POTATORE DI SPECIE FRUTTICOLE E VITICOLE” CERIGNOLA “ESPERTO CANTINIERE” LOCOROTONDO “ESPERTO POTATORE DI SPECIE FRUTTICOLE E VITICOLE” LOCOROTONDO n. 48 disoccupati frequentano i corsi in fase di svolgimento 112 CATALOGO REGIONALE DELL’OFFERTA FORMATIVA – PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 ASSE I MISURA 111 AZIONE 1 “FORMAZIONE” Determina dell’Autorità di Gestione del PSR 2007-2013 N° 39 del 02/04/2012 BURP N° 50 del 05/04/2012 n. 395 Corsi ammessi nel Catalogo Regionale dell’Offerta Formativa - n. 33 diversi Corsi - n.23 Comuni coinvolti 113 Piano di Intervento CIPE IFTS/Ricerca “L’Istruzione e la Formazione Tecnica Superiore per lo sviluppo della Ricerca nel Mezzogiorno” (Delibera CIPE n. 83/2003 e n. 20/2004) L’intervento ha carattere sperimentale e si configura come una misura nazionale di sistema a sostegno del collegamento organico tra specializzazione tecnica superiore (IFTS) e ricerca scientifica e tecnologica nel Mezzogiorno Nodo della Rete costituita tra i partenariati coinvolti in Corsi Cipe IFTS/Ricerca afferenti ai Settori “Biologie avanzate e sue applicazioni” e “Produzioni agroalimentari” IMMAGINE 25 Ruolo del CRSA: -Partner di n. 3 Corsi Cipe IFTS/Ricerca con ruolo di supporto all’organizzazione e gestione amministrativa -Supporto al Nodo della Rete per la realizzazione delle Azioni di Sistema tra cui l’Indagine sui Fabbisogni 114 Fondazione ITS – Istituto Tecnico Superiore Area “Nuove Tecnologie per il Made in Italy - Sistema Alimentare Settore Produzioni Agroalimentari” Ruolo del CRSA: - Promotore della costituzione della Fondazione - Socio Fondatore in qualità di Ente di formazione di riferimento - Affidatario dell’incarico di gestione organizzativa/amministrativa fino al 31/12/2012 115 25 anni 2.5 Servizi 2.5.1 Settore Centro di Saggio 116 Oggi CENTRO DI SAGGIO Il Settore ha ottenuto l’accreditamento come centro di saggio dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali con i decreti del 18 settembre 2000, in riferimento al DL n. 194 del 17/03/1995 in materia di immissione in commercio di prodotti fitosanitari. Questo settore è impegnato in attività correlate alla realizzazione di studi ufficiali per la valutazione di efficacia e di attività residuale di prodotti fitosanitari, commissionati da Società agrochimiche, in regime di buone pratiche sperimentali (GEP). In tale contesto, le Società agrochimiche interessate ad ottenere dati ufficiali relativi all’efficacia e/o all’attività residuale di nuove sostanze attive (fungicidi, erbicidi e insetticidi), finalizzati alla registrazione dei prodotti fitosanitari, commissionano al Centro di Saggio la realizzazione di appositi studi da effettuare mediante allestimento di campi sperimentali. Per l’attuazione di tali studi, il personale di questo settore, in collaborazione con personale afferente ad altri settori, svolge attività quali: impostazione di campi sperimentali, effettuazione di trattamenti parcellari, rilevazioni dei dati di infezione e relativa elaborazione statistica, compilazione delle relazioni tecniche, calibrazione e manutenzione di strumenti di misura e attrezzature di distribuzione, ecc., oltre alla stesura di lavori per la pubblicazione dei dati ottenuti su riviste scientifiche. Personale afferente al Settore - Santomauro Agostino (Responsabile Settore) - Pollastro Stefania (Unità di garanzia di qualità) - Dongiovanni Crescenza (Dipendente a tempo indeterminato) - Di Carolo Michele (Collaboratore) 117 Personale e attività del Centro di Saggio 118 25 anni 2.5 Servizi 2.5.2 Settore laboratorio di analisi agroalimentare ed agro-ambientali Oggi 119 LABORATORIO DI ANALISI AGROALIMENTARI ED AGRO-AMBIENTALI Il profilo Il laboratorio di analisi agroalimentari ed agro-ambientali nasce nel 2002 come “Laboratorio Chimico” del CRSA “Basile Caramia” con funzione di supporto alle attività del comparto Agro-alimentare nell’ambito di progetti di ricerca e sperimentazione regionali, nazionali ed internazionali e sviluppando, contestualmente, conoscenze e competenze che sono alla base dei servizi per l’agricoltura. Nel tempo, il Laboratorio ha ampliato gli ambiti di competenza e oggi si propone come laboratorio di Analisi Agroalimentari ed Agro-ambientali (LAAA) al servizio del territorio. Il laboratorio all’interno del CRSA è in strettissima collaborazione con i settori “Protezione integrata e biologica delle colture e sicurezza alimentare”, “Centro di Saggio per prove ufficiali su prodotti fitosanitari” e “Viticoltura ed enologia/Laboratorio Enologico” al quale, in particolare, assicura l’operatività nelle prove accreditate. Accreditamento e proficiency test La dotazione strumentale acquisita, la crescente e costante richiesta di nuovi servizi e la qualificazione certificata hanno indotto il personale del Laboratorio a dotarsi di procedure di buone pratiche di lavoro (BPL). Il laboratorio, che opera quindi secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 e costantemente partecipa a proficiency test, ha ottenuto nel 2009 l’accreditamento ACCREDIA (numero di accreditamento 0985, www.accredia.it) relativamente alla determinazione di prodotti fitosanitari in matrici ortofrutticole, all’analisi del vino, inclusa la determinazione di Ocratossina A. La partecipazione a proficiency test è un pre-requisito necessario per ottenere e mantenere l’accreditamento oltreché essere un utile strumento di autocontrollo rispetto alla qualità del servizio offerto. Il LAAA partecipa annualmente a controlli di laboratorio nazionali ed internazionale, quali circuito FAPAS per l’analisi dei residui di fitofarmaci, circuito UIV per le analisi del vino e circuito SILPA per l’analisi del suolo. La Strumentazione Il LAAA è dotato di strumentazione all’avanguardia che comprende: - gascromatografi equipaggiati con rilevatori ECD, NPD e FID - gascromatografi equipaggiati con spettrometro di massa 120 - HPLC equipaggiati con rivelatori UV-Vis, DAD, rivelatori Fluorimetrici e derivatizzatori post colonna (Pickering) per la determinazione degli N-metilcarbammati - Spettrofotometro in assorbimento atomico in fiamma e fornetto di grafite - Distillatore in corrente di vapore, mineralizzatore a blocco, cappa a flusso laminare, incubatori, centrifughe, bilance tecniche e analitiche. I Servizi I servizi che oggi offre il LAAA sono di seguito brevemente descritti. Analisi di residui di prodotti fitosanitari in matrici ortofrutticole. In funzione delle delle necessità, esegue analisi multiresiduali o ricerche mirate garantendo affidabilità e tempestività. Propone una griglia di ricerca di circa 160 principi attivi definita che include tutti quelli di più ampio uso in agricoltura e costantemente implementata con sostanze di nuova registrazione. L’analisi multiresiduale è accreditata ACCREDIA (numero di accreditamento 0985; www.accredia.it). La procedura utilizzata è la EN 15662:2008, detta anche Quechers, procedura di riferimento a livello europeo per la determinazione dei residui di prodotti fitosanitari in matrici ortofrutticole. Si basa su una fase di estrazione con solvente (acetonitrile) in ambiente a pH tamponato intorno a 5,5 ed una fase successiva di purificazione dell’estratto con diversi substrati a seconda della tipologia di matrice analizzata (ricca di zuccheri, ricca di clorofilla, acida). Vengono inoltre eseguite analisi di residui di Rame su qualsiasi matrice agro-alimentare, e residui di ditiocarbammati (sottoforma di CS2 totale) su matrici ortofrutticole. 121 Analisi del terreno per scopi agronomici. Le analisi sono eseguite secondo i metodi ufficiali pubblicati nel S.O. della G.U. n. 248 del 21/10/1999 e successive modifiche. Anche in questo caso sono offerte diverse tipologie di servizi che vanno dalla analisi completa, senza la determinazione dei microelementi, a quella per la scelta del portainnesto. L’analisi completa prevede la determinazione di scheletro, tessitura (Sabbia, Limo, Argilla), pH, conducibilità elettrica, calcio carbonato attivo, carbonio organico e sostanza organica, azoto totale, fosforo assimilabile, cloruri solubili, basi di scambio (K, Ca, Mg, Na), capacità di scambio cationico, microelementi assimilabili (Fe, Mn, Cu, Zn) e boro solubile. Ciò permette all’utente di disporre del quadro completo delle caratteristiche chimico-fisiche del terreno e, quindi, di poter redigere piani di fertilizzazione e di correzione delle anomalie in modo ponderato sulle reali necessità e nel rispetto dell’uso a cui il terreno è destinato. Ciò ovviamente costituisce uno dei punti di partenza per operare in una logica di produzione integrata come peraltro previsto dai disciplinari di produzione integrata annualmente pubblicati dalla Regione Puglia (www.regione.puglia.it). Analisi di micotossine in prodotti agro-alimentari Particolarmente ricca è l’esperienza maturata dai tecnici del laboratorio sulla determinazione della contaminazione da Ocratossina A in campioni di mosto e vino, anche per l’intensa attività condotta nell’ambito di diversi progetti di ricerca. La metodica analitica applicata è quella ufficiale riconosciuta a livello comunitario per la determinazione dell’Ocratossina A (OIV-MA-AS315-10 R2009) e l’analisi è accreditata ACCREDIA (www.accredia.it; numero di accreditamento 0985). Analisi delle acque per uso irriguo. Parametri fondamentali, quali durezza e salinità, possono incidere notevolmente sulla produzione delle piante e sulla tenuta in buono stato degli impianti di irrigazione. Le metodiche utilizzate per le analisi sono quelle messe a punto dall’IRSA-CNR e pubblicate nel S.O. della G.U. n. 87 del 13/04/2000. L’analisi chimica completa dell’acqua per uso irriguo prevede la determinazione di: pH, conducibilità, residuo fisso a 180°C, durezza, carbonati e bicarbonati, cloruri, sodio, calcio, magnesio, potassio, SAR e SAR modificato, microelementi (Fe, Mn, Cu, Zn, B). L’analisi microbiologica è eseguita con il metodo delle membrane filtranti e prevede la determinazione di: coliformi totali, coliformi fecali, streptococchi fecali ed Escherichia coli. L’analisi chimica completa associata a quella microbiologica soddisfano quanto richiesto da L.R. n. 18 del 05/05/1999 per ottenere anche l’autorizzazione per l’emungimento dei pozzi artesiani. Analisi dell’olio d’oliva La norma di riferimento per l’analisi dell’olio è il Regolamento CEE n. 2568 del 122 11/07/1991 e successive modifiche. Acidità, numero di perossidi e letture spettrofotometriche sono determinati al fine di assegnare la classe di appartenenza di un olio di oliva dal punto di vista qualitativo. La determinazione dei polifenoli totali eseguita applicando una procedura di prova interna appositamente sviluppata dai tecnici del Laboratorio può dare un valore aggiunto alle caratteristiche qualitative di un olio di oliva. Analisi fogliare. L’analisi può essere di notevole aiuto per un uso sostenibile dei fertilizzanti; l’interpretazione dei risultati è la fase più critica dell’analisi mancando un’idonea e appropriata documentazione bibliografica. In questo ambito, il personale tecnico del LAAA ha sviluppato negli ultimi anni una buona competenza, in particolare per ciò che riguarda la vite. In generale, l’approccio ideale è di tipo comparativo fra campione “sintomatico”/ “asintomatico”. In assenza di comparazione, è particolarmente critica è la fase di campionamento per rendere comunque possibile il confronto con quanto riportato in letteratura. Per la vite, il LAAA opera con il protocollo di seguito sintetizzato: - appezzamento: la superficie da campionare di norma non deve superare i 2 ettari per la stessa varietà, per superfici superiori moltiplicare il numero di campioni per i sub-appezzamenti. - dimensione del campioni: individuare 20 piante per appezzamento, nel caso di evidenza di sintomi di carenza selezionare le piante sintomatiche e campionare 2 foglie per pianta, prelevate da tralci diversi e intermedi del capo a frutto. All’allegagione è preferibile prelevare la foglia opposta al grappolo, all’invaiatura invece è preferibile prelevare la quarta foglia dopo l’ultimo grappolo; conservare i campioni in sacchetto di rafia o carta in condizioni refrigerate. - epoca di campionamento: è preferibile campionare in due periodi, allegazione e d invaiatura. I parametri determinati sono: sostanza secca, azoto, fosforo, potassio, boro, ferro, manganese, rame e zinco; la metodica applicata è una procedura interna di prova appositamente messa a punto dal personale tecnico del laboratorio. Analisi chimico-biologica di compost, substrati e terricci. Tali analisi sono principalmente indirizzate a chi opera nel comparto vivaistico e nella loro articolazione sono generalmente concertate con il committente. I parametri da analizzare, infatti, possono variare in base alle esigenze specifiche; in linea generale l’analisi di un compost prevede la determinazione del pH e dalla conducibilità elettrica dell’estratto acquoso, il contenuto in azoto organico e carbonio organico, umidità e l’indice di germinazione. Le metodiche ufficiali di riferimento sono il Manuale ANPA 3/2001 “Metodi di Analisi dei compost” e Manuale APAT 20/2003 “Metodi Microbiologici di Analisi dei compost”. 123 Personale afferente al Settore - Perrelli Donato (Responsabile Settore) - Patrizia Natale (Collaboratore) Il laboratorio si avvale, inoltre, dell’apporto scientifico del Prof. F. Faretra, mentre la Dott.ssa Stefania Pollastro svolge la funzione di Responsabile Qualità. 124 DETERMINAZIONE DI RESIDUI DI PRODOTTI FITOSANITARI IN MATRICI VEGETALI: CINQUE ANNI DI ATTIVITÀ (2007-2011) Perrelli D., Natale P. Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” RIASSUNTO Nel presente articolo si riporta l’attività di analisi di residui di prodotti fitosanitari eseguita dal Laboratorio di Analisi Agroalimentari ed Agro-ambientali nel quinquennio 2007-2011 con alcune considerazioni rispetto alla frequenza di riscontro dei principi attivi e dei relativi residui massimi ammessi. INTRODUZIONE Al fine di garantire un adeguato livello di protezione del consumatore, i prodotti alimentari di origine vegetale possono essere commercializzati solo se rispondono a certi requisiti di qualità e salubrità. Il controllo dei residui di prodotti fitosanitari rappresenta uno strumento a disposizione sia dei produttori sia dei consumatori al fine di ridurre il rischio per la salute pubblica. Negli ultimi anni, molte sono le normative pubblicate a livello europeo e mirate a minimizzare il rischio per il consumatore e a ridurre l’impatto ambientale connesso all’impiego di prodotti fitosanitari. Un momento di grande transizione rispetto a pratiche consolidate nella gestione di funghi e insetti fitopatogeni è stato il 2007 con la revoca di molte molecole sino ad allora comunemente impiegate. L’entrata in vigore del Reg. (CE) n. 396/2005 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 febbraio 2005 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea il 16 marzo 2005) e dai collegati Regolamenti (CE) n. 149/2008 della Commissione del 29 gennaio 2008 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea il 1° marzo 2008), n. 260/2008 della Commissione del 18 marzo 2008 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea il 19 marzo 2008) e n. 839/2008 della Commissione del 31 luglio 2008 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea il 30 agosto 2008) ha, invece, armonizzato a livello europeo i Residui Massimi Ammessi (RMA) rinvenibili nei prodotti di origine vegetale alimentari uniformando così le garanzie rispetto all’esposizione di tutti i cittadini europei. I limiti massimi di residui sono espressi in mg di sostanza attiva per kg di prodotto vegetale e vengono fissati al momento dell’autorizzazione con criteri internazionalmente condivisi, al fine di garantire un’esposizione accettabile da parte dei consumatori. Il corretto impiego dei prodotti fitosanitari secondo le modalità riportate nelle etichette autorizzate assicura il rispetto di tali limiti. L’armonizzazione dei RMA, oltre a garantire un elevato 125 livello di tutela dei consumatori europei, perché contemporanei ed uniforme in tutta la Comunità europea, ha consentito di eliminare gli ostacoli agli scambi commerciali tra gli Stati Membri e tra i Paesi terzi e la Comunità, nonché di conseguire un più efficace utilizzo delle risorse nazionali. Il LAAA del CRSA “Basile Caramia” nel quinquennio 2007-2011 ha svolto la sua attività portando avanti specifiche attività di ricerca nella valutazione dei residui nei prodotti di origine vegetale e attività di servizio al territorio. Ciò ha permesso di ottenere dati significativi sulla presenza di residui di prodotti fitosanitari in matrici ortofrutticole soprattutto in relazione al loro residuo massimo ammesso (RMA). Nella presente nota oltre a dettagliare le metodiche analitiche utilizzate si riportano alcune considerazioni su quanto riscontrato nei prodotti analizzati. MATERIALI E METODI Nel quinquennio di riferimento la metodica applicata è stata modificata poiché la pubblicazione nel 2009 della metodica europea ufficiale EN 15662:2008 ha imposto l’abbandono delle linee guida dei Rapporti ISTISAN 23/1997 applicate dal laboratorio sino all’entrata in vigore della nuova norma. Complessivamente sono stati analizzati oltre 500 campioni. Rapporti ISTISAN 23/1997 Da ciascun campione omogeneizzato sono stati prelevati 10 g che sono mescolati intimamente con 15 g di terra di diatomee. La sospensione è così trasferita nella colonna di estrazione e assestata adeguatamente. Dopo 5 minuti si è proceduto all’estrazione dei residui con eluizione della fase con 100 ml di una miscela (9:1) di cloruro di metilene:acetone. L’estratto è stato raccolto in un pallone da 150 ml e addizionato 1 mL di iso-ottano come ancora (keeper) prima di essere concentrato con evaporatore rotante. L’estratto concentrato è stato quindi trasferito quantitativamente in un palloncino da 25 ml e portato a secco in flusso di azoto. Per campioni con basso contenuto di interferenti, l’estratto è stato ripreso in 1 mL di una miscela 1:1 di esano acetone contenente lo standard interno e quindi sottoposto alle e determinazioni cromatografiche. Estratti con elevato contenuto di interferenti (clorofilla, carotenoidi, ecc), invece, sono stati ripresi con 2 mL di una miscela 1:1 etileacetato-cicloesano e, quindi, purificati in Gel permeation GPC. Il purificato è stato poi ripreso in una miscela 1:1 Esano-Acetone e sottoposto alle determinazioni gascromatografiche. Metodo EN 15662:2008 A 10 g di omogenato del campione sono stati addizionati 10 mL di acetonitrile, 4 g di MgSO4, 1 g di NaCl, 1 g di trisodio citrato diidrato, 0,5 g di sodio idrogenocitrato sesquidrato e lo standard interno. La sospensione, mantenuta in agitazione per 1 minuto su vortex, è stata centrifugata alla velocità di 4.000 giri per 5 minuti. Per la 126 purificazione, il surnatante (6 mL) è stato trasferito in una provetta da centrifuga da 12 mL contente PSA (ammina primaria e secondaria) e MgSO4, per campioni poveri di clorofilla, e anche CBG (carbone attivo grafitato) per campioni ricchi di clorofilla e carotenoidi, e mantenuto in agitazione su vortex per 30 sec o 2 min, rispettivamente, prima di essere centrifugato per 5 min a 4000 giri. Un’aliquota del surnatante (5 mL), trasferita in un palloncino a cuore da 10 mL, è stata addizionata di 250 μL di una soluzione all’1% di acido formico in acetonitrile e 250 μL di isottano come keeper. L’estratto, portato a secco in due tempi, prima con una riduzione del volume con evaporatore rotante sotto vuoto a 45°C e quindi con leggero flusso di azoto, è stato ricostituito in 0,5 mL di una miscela 1:1 di esano/acetone per le determinazioni gas-cromatografiche o in 0,5 mL di acetonitrile per le determinazioni in HPLC-UV(DAD). Analisi quali-quantitativa in GC: I residui sono stati determinati quantitativamente in GC-ECD e GC-NPD previa taratura con una miscela di standard certificati. La presenza di residui è stata anche confermata in GC-MS. Analisi quali-quantitativa in HPLC: I residui sono stati determinati quantitativamente tramite HPLC-UV(DAD) previa taratura con una miscela di standard certificati. La presenza di residui è stata anche confermata tramite spettro-UV. RISULTATI E DISCUSSIONE I risultati sono riassunti in Tab. 1-2. In generale, si può rilevare che l’88% dei campioni è risultato conforme presentando residui massimi ammessi compatibili con quanto normato per la combinazione matrice/sostanza attiva. Non sono state rilevate differenze importanti fra gli anni, anche se nel 2007 i campioni non conformi sono stati tendenzialmente in numero superiore rispetto a quanto osservato negli anni successivi. Tale risultato potrebbe essere ascritto alla evoluzione normativa dell’anno che ha portato alla revoca di numerose sostanze attive e che potrebbe aver trovato impreparati gli operatori del settore anche nella gestione delle scorte. In Tabella 2 sono riportati per anno/matrice le sostanze attive rilevate e le eventuali anomalie. In generale, le non conformità del campione hanno riguardato nel 39% dei casi matrici che presentavano un residuo superiore a quello massimo ammesso e il 61% dei campioni, invece, conteneva tracce di sostanze attive non ammesse sulla coltura, che peraltro riguardavano in prevalenza insetticidi. Considerato che in questo contesto non sono possibili collegamenti con quelli che sono i programmi di protezione applicati dall’agricoltore e considerato che l’analisi potrebbe essere stata eseguita anche prima del momento reale di raccolta e commercializzazione proprio per deciderne l’epoca, si pone l’accento sulle anomalie legate all’impiego di sostanze non registrate sulla coltura, che oltre a rappresentare un momento di deprecabile 127 scorrettezza dell’operatore pone il dubbio sul fatto che, in taluni casi, la mancanza di sostanze attive disponibili ed efficaci impedisce una corretta gestione dei patogeni e dei fitofagi in campo, soprattutto per le colture minori. Infine, sembra interessante notare che nonostante tutti i campioni di uva da tavola sono risultati conformi indipendentemente dall’annata. Tabella 1. Ripartizione dei campioni in funzione dei residui rilevati Anno di Indagine 128 % di campioni con residui Non rilevati ≤ RMA > RMA 2007 41,8 38,8 19,4 2008 61,7 29,1 9,2 2009 42,9 45,7 11,4 2010 39,4 51,5 9,1 2011 47,4 42,1 10,5 Totale quinquennio 46,6 41,4 12,0 Tabella 2 Sostanze attive rilevate e anomalie Anno di riferimento Matrici Analizzare Sostanze rilevate Anomalie Clorpirifos-etile Clorpirifos-metile 2007 Malation Dimetoato 2008 Dimetoato Arance Metidation NA Clorpirifos-etile 2009 Clorpirifos-metile Clorpirifos-etile 2010 Fenazaquin Etofenprox 2007 2008 2010 2011 Baratteri, Caroselli Bietola 2010 2007 Carciofi 0 0 0 0 2007 2009 0 Propiconazolo 2008 2008 Clorotalonil Cavoli Metomil > RMA Tetraconazolo NA 0 0 2010 0 2011 0 2010 Cicoria 0 Azoxystrobin 2011 Cipolla Dimetomorf Iprovalicarb > RMA 129 Clorpirifos-etile Clorpirifos-metile Fenamifos 2007 Fosmet Malation Metidation Clorpirifos-etile Clorpirifos-metile 2008 Malation Metidation Clorpirifos-etile Clementine Clorpirifos-metile Metidation 2009 NA Buprofezin Fenazaquin Fosmet > RMA Dimetoato > RMA Clorpirifos-etile 2010 Clorpirifos-metile Etofenprox Clorpirifos-etile 2011 Etofenprox Pyriproxyfen Iprodione 2007 Fagiolini freschi Procimidone Acrinatrina Clorpirifos-etile 2009 Cyprodinil Finocchio 2010 Clorpirifos-metile NA Propamocarb NA Azoxystrobin Dicloran 130 NA 2007 2008 Lattughe e simili (insala- Procimidone ta, cicoria) 0 2009 Limoni 2007 Clorpirifos Melanzane 2008 2009 Clorotalonil NA 0 Melone 2008 2009 Clorpirifos-etile Olio 2010 0 Fention NA Fenitrotion NA 0 0 Azinfos-metile Clorpirifos-etile 2007 Olive Clorpirifos-metile NA Dimetoato > RMA Fention > RMA Fenitrotion Fosmet 2008 0 2011 0 2007 Pere Procimidone Clorpirifos Dimetoato 2007 2008 NA Clorpirifos-etile Pesche e Nettarine Procimidone Clorpirifos-etile, Azinfos-metile 2009 2008 2007 2010 Dimetoato Pomodoro Prezzemolo NA 0 0 0 131 Clorpirifos-metile Malation 2007 2008 Metomil Sedano Clorotalonil 0 Azoxystrobin 2010 Clorpirifos-etile Clorpirifos-metile Ciflutina 2007 Metalaxyl Fenexamide Etofenprox 2009 Fenexamide Clorpirifos-etile Clorpirifos-metile Ciflutina Metalaxyl Fenexamide Uva da Tavola Triadimenol+Triadimefon Penconazolo Iprovalicarb Quinoxyfen Spiroxamina Clorpirifos-etile Clorpirifos-metile Bifentrin 2011 Metalaxyl Miclobutanil Penconazolo Pirimetanil Dimetomorf 132 > RMA Difenoconazolo Propamocarb 2010 NA > RMA 2007 Malation Metalaxyl Procimidone Fenexamide 2008 Uva da vino Clorpirifos-etile Dimetoato NA Kresoxym-metile Trifloxystrobin 2011 Metalaxyl 2007 0 2008 2011 Zucchine 0 Endosulfan (a+b+solfato) > RMA 133 25 anni 2.5 Servizi 2.5.3 Settore laboratorio di diagnosi fitopatologica 134 Oggi IL LABORATORIO ACCREDITATO DI DIAGNOSI FITOPATOLOGIA DEL CENTRO DI RICERCA E SPERIMENTAZIONE IN AGRICOLTURA “BASILE CARAMIA” Trisciuzzi N.1, Silletti M.R.1, Pollastro P.1, Dongiovanni C.1, Catucci L.1, Palmisano F.2,3, Saponari M.2,3, Savino V.1-2 1 Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” Via Costernino 281, 70010 Locorotondo (BA); 2 Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti, Università Degli Studi di Bari Via Amendola 165/A, 70126 Bari; 3 Istituto di Virologia Vegetale del Centro Nazionale di Ricerche di Bari Via Amendola 165/A, 70126 Bari. RIASSUNTO Il laboratorio fitopatologico del Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” (CRSA) è un laboratorio di analisi di patogeni vegetali, nato grazie al supporto dell’attuale Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti dell’Università di Bari, a supporto del Servizio Fitosanitario Regionale (SFR) nello svolgimento dei propri compiti di vigilanza, tutela e qualificazione delle produzioni vegetali e più recentemente di prevenzione verso l’introduzione da Paesi terzi di nuovi patogeni e parassiti dannosi. Il D.M. del 14 aprile 1997, che recepisce le Direttive della Commissione Europea n. 93/48/CEE del 23 giugno 1993, n. 93/64/CEE del 5 luglio 1993 e n. 93/79/CEE del 21 settembre 1993, immette una nuova categoria di materiali di moltiplicazione, definita C.A.C. (Conformitatis Agricola Comunitaria) al fine di migliorare lo stato sanitario minimo richiesto per la commercializzazione delle produzioni vivaistiche. Si definiscono “materiali C.A.C.: i materiali di moltiplicazione delle piante da frutto e le piante da frutto che soddisfano i requisiti minimi stabiliti per questa categoria” (art. 3, comma 1 del Decreto). Per tale categoria di materiali di moltiplicazione, il decreto prescrive i requisiti sanitari e di corrispondenza varietale, e caratterizza i punti critici del processo produttivo. Fig.1 Laboratorio di analisi sierologica 135 INTRODUZIONE Il laboratorio (fig.1) è stato accreditato dal Servizio Fitosanitario Regionale in data 6 aprile 1998 a svolgere “analisi fitosanitarie relative a batteri, funghi, fitoplasmi (MLO’s), viroidi e virus su piantine ortive e relativi materiali di moltiplicazione (art. 3 comma 1 lettera d del D.P.R. 21/12/1996, n.698), e su piante da frutto e relativi materiali di moltiplicazione (art. 3 comma 1 lettera d del D.P.R. 21/12/1996, n. 697)”. In data 21 maggio è stato accreditato ha svolgere analisi fitosanitarie relative ai nematodi, mentre in data 24 febbraio 2006 è stato accreditato a svolgere analisi su piante ornamentali e relativi materiali di moltiplicazione (secondo il D.Lvo n.151 del 19/05/2000). In linea con la politica regionale e comunitaria, il laboratorio fitopatologico del CRSA ha messo e continua a mettere a disposizione delle aziende vivaistiche, dei tecnici, dei produttori agricoli, degli enti pubblici e privati e di tutti i cittadini, i propri laboratori di diagnostica fitopatologica oltre alle professionalità per il supporto delle strategie di controllo e di difesa delle piante. Le attività del laboratorio, inizialmente rivolte alle sole aziende vivaistiche accreditate secondo i D.D.M.M. del 14/04/1997 (principalmente orticole e frutticole) (Murolo et al, 1999), hanno visto incrementare nel corso degli ultimi anni la richiesta di supporto da parte di aziende vivaistiche ornamentali, tecnici, produttori agricoli, enti pubblici e privati e di tutti i cittadini. Supporto ad aziende vivaistiche convenzionate con il CRSA Le direttive comunitarie concernenti le norme tecniche sulla commercializzazione delle piante di ortaggi, dei fruttiferi, delle piante ornamentali e dei relativi materiali di moltiplicazione, che prevedono controlli obbligatori, soprattutto di carattere fitosanitario e di identità varietale, hanno assicurato alle aziende vivaistiche “accreditate” di raggiungere quei requisiti minimi, necessari per la libera circolazione delle piante e materiali vivaistici all’interno della comunità Europea. Il laboratorio di diagnosi fitopatologia del CRSA, ha contribuito al raggiungimento di tali obbiettivi, fornendo l’assistenza necessaria principalmente nel prelievo dei campioni (effettuato in modo tecnicamente corretto e statisticamente attendibile, in base al tipo di analisi da effettuare), abbinato ai controlli visivi atti a verificare la presenza di insetti, funghi, batteri e virus, e a verifiche di laboratorio obbligatorie per i virus, e altri patogeni da quarantena (Atti POM A32, 2001). In stretta collaborazione con l’Università degli Studi di Bari (Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti) e con il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bari (Istituto di virologia vegetale sezione di Bari e Istituto di Nematologia Agraria), il laboratorio negli ultimi anni ha visto aumentare il grado di specializzazione dei propri tecnici e delle relative attività di laboratorio, facendo sì che prendessero sempre più piede le nuove tecnologie. Altresì, oltre a tale supporto, il laboratorio si attiene anche alle indicazioni impartite dal SFR relativamente alle modalità di cam- 136 pionamento, ai patogeni e alle tecniche di diagnosi. Il ricorso a tecniche di diagnosi sensibili a validate per un impiego su larga scala, ha permesso e permette al laboratorio fitopatologico del CRSA di ottenere risultati attendibili e in tempi limitati (in funzione della tipologia di analisi richieste). Servizi diagnostici forniti dal laboratorio Sopralluoghi, rilievi e campionamenti Diagnosi visiva - osservazione dei sintomi delle malattie direttamente in “campo” o in laboratorio. Diagnosi dei virus, virus simili e viroidi - diagnosi sierologica: ELISA (fig.2) – DTBIA - diagnosi molecolare: (ibridazione molecolare, tissue print, amplificazione genica, dsRNA) - diagnosi biologica: (trasmissione meccanica, saggio legnoso) Diagnosi dei fitoplasmi - amplificazione genica Diagnosi di funghi e batteri - isolamento ed allevamento su idonei substrati colturali (Fig.3), allestimento camere 2 3 4 5 Fig.2 Fase di caricamento di una piastra ELISA per la diagnosi di virus Fig.3 Osservazione allo stereo microscopio di isolamenti fungini Fig. 4, 5 Femmina di Meloidogyne spp. e galle su radici di piante di pomodoro. 137 umide, amplificazione genica, saggi biochimici, amplificazione genica Diagnosi dei Nematodi - morfo-tassonomia stadi larvali e adulti (fig. 4,5) - saggio biologico - amplificazione genica RISULTATI E DISCUSSIONI SUGLI ULTIMI DIECI ANNI In questi ultimi dieci anni di attività, il laboratorio fitopatologico del CRSA ha lavorato per aziende vivaistiche principalmente ubicate in Puglia (Trisciuzzi et al, 2003; Potere et al, 2004; Trisciuzzi et al, 2008, Trisciuzzi et al, 2009) ma anche di altre Regioni (Basilicata, Molise, Calabria, Sicilia, Lazio, Toscana, Liguria), allo scopo di migliorare in collaborazione con le stesse aziende, il livello qualitativo delle loro produzioni. I risultati sono sintetizzati nelle Tabelle 1, 2 e 3, che riassumono l’attività svolta nel periodo 2002-2012, ed in cui si riportano, le tipologie di analisi, il numero dei campioni e le specie vegetali e non analizzate, rispettivamente ad aziende vivaistiche convenzionate e a tecnici, produttori agricoli, vivai non convenzionati, enti pubblici e privati e singoli cittadini. CONCLUSIONI Il laboratorio di diagnosi fitopatologica offre servizi diagnostici qualificati e in stretta collaborazione principalmente con il Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti dell’Università di Bari e con il Servizio Fitosanitario Regionale (SFR). In questi ultimi dieci anni, sono stati analizzati quasi 70.000 campioni provenienti da attività di controllo ad aziende vivaistiche convenzionate con il CRSA (di cui circa il 98% riguardava esclusivamente analisi per la ricerca di virus), e oltre 20.000 campioni effettuati a favore di tecnici, produttori agricoli, vivai non convenzionati, enti pubblici e privati, singoli cittadini (di cui circa il 95% riguardava esclusivamente analisi per la ricerca di virus). BIBLIOGRAFIA MUROLO O., CARDONE A., 1999. Vivaismo orticolo, in Puglia si afferma la nuova normativa. Colture Protette, n. 12 1999, 35-39. SAVINO V., AMENDUNI T., BAZZONI A., BOSCIA D., POLLASTRO S., M. SAPONARI M., COORD., 2001. Atti progetto POM A32 Validazione e trasferimento alla pratica agricola di norme tecniche per l’accertamento dello stato sanitario di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle produzioni vivaistiche, Locorotondo, 4-7 dicembre 2001, Vol. 1 e 2. TRISCIUZZI N., SILLETTI M.R., BAZZONI A., POLLASTRO P., 2003. Stato sanitario delle fonti di approvvigionamento di agrumi e di drupacee individuate in Puglia per la produz.ione di materiale di propagazione di categoria CAC. Italus Hortus. Volume 10, supplemento al n. 4, 308-311. 138 POTERE O., TRISCIUZZI N., SAPONARI M., LO CONSOLE G., SAVINO V., 2004. Stato sanitario di accessioni di agrumi. Supplemento n.1 L’informatore agrario, 17-19. TRISCIUZZI N., SILLETTI M.R., POLLASTRO P., 2008. Risultati di controlli fitosanitari eseguiti dal 2001 al 2007 su piantine ortive in vivai Pugliesi. Atti Giornate Fitopatologiche, 2008, 2, 485-490. TRISCIUZZI N., SILLETTI M.R., POLLASTRO P., 2009. Incidence of virus infections in stone and pome fruit selected for nursery industry in southern italy. Atti del XIV Congresso SiPAV Locorotondo (BA) 28 settembre – 1 ottobre 2009. Personale afferente all’Area - Trisciuzzi Nico (Responsabile Settore) - Silletti Maria Rosaria (Dipendente a tempo indeterminato) - Pollastro Paola (Dipendente a tempo indeterminato) - Dongiovanni Crescenza (Dipendente a tempo indeterminato) Tabella 1. Numero di campioni analizzati nel periodo 2002-2012 ad aziende vivaistiche convenzionate con il CRSA, distinte per tipologia di analisi e per tipologia di piante. Anno Agrumi Tipologia di piante Prunoidee Pomoidee Olivo Ortive Ornamentali Vite 2002 650 1320 12 20 2350 2003 698 1331 10 24 2497 2004 636 2046 24 52 3625 2005 981 1328 27 293 4297 2006 570 1618 140 72 4566 2007 584 1683 120 105 4784 151 2008 293 1795 110 64 4089 97 2009 722 1931 219 105 3886 36 2010 815 1941 220 45 3254 169 2011 713 2224 54 351 2374 650 2012* 780 2200 50 0 1300 12 1600** 19417 986 1131 37022 1115 1600 Totale 7442 N.B. il 98% delle analisi ha riguardato esclusivamente controlli virologici *dato aggiornato a fine maggio **primi controlli effettuati nel 2012 139 Tabella 2. Numero di campioni complessivo analizzati nel periodo 2002-2012 a tecnici, produttori agricoli, vivai non convenzionati, enti pubblici e privati, singoli cittadini, distinte per tipologia di analisi. Anno 140 Genere di piante 2002 virus funghi batteri nematodi fitoplasmi 2003 6253 2 2004 1727 110 45 10 2005 528 8 2 4 542 2006 8 11 19 2007 473 12 3 495 2008 844 12 38 894 2009 2547 2010 18 19 19 2011 5914 2 4 2012 1156 165 61 95 4 1481 Totale 19468 330 138 190 42 20168 10 7 Totale 6265 20 1912 2547 19 18 93 5920 Tabella 3. Numero di campioni analizzati nel periodo 2002-2012 a tecnici, produttori agricoli, vivai non convenzionati, enti pubblici e privati, singoli cittadini, distinte per tipologia di analisi e per tipologia di piante. Anno 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Totale Agrumi virus 1063 5180 10 6253 funghi 2 2 batteri 8 2 10 Anno 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Totale Ortive virus 130 160 178 157 183 172 231 228 98 170 20 1727 funghi 3 2 4 20 11 5 6 11 13 10 25 110 Agrumi nematodi batteri 0 0 4 4 1 3 6 5 11 11 45 Ortive nematodi 10 10 fitoplasmi Totale 1071 5184 10 6265 fitoplasmi Totale 133 164 186 181 195 180 243 244 122 221 25 1914 20 20 141 Anno 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Totale Olivo funghi virus 15 20 127 127 batteri Totale 15 20 127 127 24 24 20 57 63 43 32 528 8 8 2 2 3 1 4 20 57 63 46 43 542 Anno 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Totale Pomoidee 142 Olivo nematodi virus funghi batteri fitoplasmi Pomoidee nematodi fitoplasmi Totale 8 11 11 8 8 11 19 Anno 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Totale Prunoidee virus 330 143 funghi 4 8 4 3 batteri 2 1 Totale 340 155 473 12 7 3 495 Anno 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Totale Orn./For./altro Prunoidee nematodi virus 59 382 112 273 14 4 funghi 9 4 844 13 fitoplasmi Ornamentali/Forestali/Altro batteri nematodi fitoplasmi 2 13 20 30 62 121 25 273 Totale 2 72 402 142 335 144 33 1130 143 Solanum jasminoides* Anno 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Totale S. jasminoides virus funghi batteri fitoplasmi Totale 376 419 140 1289 233 90 376 419 140 1289 233 90 2547 2547 Anno virus funghi 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 18 18 2012 1 Totale Fragole 18 19 *dato aggiornato a fine maggio 144 nematodi batteri 18 1 19 Fragole nematodi 18 1 19 fitoplasmi 18 18 Totale 90 3 93 Anno 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Totale Actinidia Anno 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Totale Vite virus Actinidia nematodi funghi 2 2 2 batteri 4 2 2 4 6 Vite virus funghi batteri nematodi 85 0 0 15 56 3 0 20 160 3 13 49 32 4 5 50 129 21 3 48 124 9 1 68 139 12 2 85 143 8 2 55 122 14 6 108 116 15 19 190 50 10 10 50 1156 99 61 738 fitoplasmi fitoplasmi 4 4 Totale Totale 100 79 225 91 201 202 238 208 250 344 120 2058 145 Morfologica, istopatologia e relazione ospite parassita del nematode cisticolo Heterodera cruciferae rinvenuto in Italia meridionale su piante di cavolo Sasanelli N.1, Vovlas N.1, Trisciuzzi N.2, Castillo P.3 1 Istituto per la Protezione delle Piante (IPP)–CNR, via Amendola 122/D, 70126 Bari, Italia; 2 Centro Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura (CRSA) “Basile Caramia”, via Cisternino 281, 70010 Locorotondo (BA); 3 Instituto de Agricoltura Sostenibile (IAS), CSIC Apto 4084, 14080 Cordoba, Spagna. Riassunto La patogenicità e la relazione ospite parassita su piante di cavolo (Brassica oleracea) causata da Heterodera cuciferae è stata determinata con un esperimento condotto in condizioni di serra e con osservazioni di campo. Piante di cavolo della cv Aviso artificialmente inoculate e piante della cv Lupini, naturalmente infestate dal nematode, mostravano sintomi di ingiallimento e crescita stentata. La morfologia della popolazione italiana del nematode cisticolo coincideva con quella della descrizione originale e successive descrizioni del nematode Heterodera cruciferae. Nel presente studio vengono riportati solo alcuni caratteri morfo-diagnostici utili per una rapida identificazione della specie. In un esperimento in serra su piante di cavolo è stata studiata la relazione tra la densità di popolazione iniziale del parassita e la crescita delle piante, con livelli di inoculo del nematode nel terreno che variavano da 0 a 512 uova e larve/ml di terreno. Per verificare la corrispondenza dei dati sperimentali relativi al peso fresco della parte aerea delle piante con i livelli iniziali della densità di inoculo nel terreno è stato utilizzato il modello di Seinhorst. Il limite di tolleranza (T) per le piante di cavolo della cv Aviso a H. cruciferae è stato stimato in 1,5 uova e larve/ml di terreno, relativamente al peso fresco della parte aerea. Il tasso massimo di riproduzione (Pf/Pi) del nematode è risultato di 4,6, corrispondente ad un valore della densità iniziale di popolazione pari a 8 uova e larve/ml di terreno. Sono state altresì studiate le alterazioni anatomiche indotte dalla popolazione italiana del nematode cisticolo su radici di cavolo. Osservazioni istopatologiche su sezioni di radici di piante di cavolo della cv Lupini naturalmente infette dal nematode hanno rivelato la presenza costante di alterazioni permanenti (strutture sinciziali) localizzate nei siti di alimentazione indotti dal parassita. Introduzione Il nematode cisticolo delle crucifere (Heterodera cruciferae Franklin, 1945) è considerato 146 un parassita di minore importanza e la sua azione trofica e moltiplicativa risulta limitata alle Cruciferae e ad alcune infestanti appartenenti alla famiglia delle Labiaceae. Tuttavia, diverse segnalazioni di danni causati in Europa, Russia, California, Australia, Iran e Turchia sono invece stati riportati da diversi Autori nell’ultimo ventennio (Kirjanova & Krall, 1971; Stone & Rowe, 1976; Mennan & Handoo, 2006; Jabbari & Niknamm, 2008; Chizhov et al., 2009). In Italia meridionale nel 2011 sono state rilevate alte densità di popolazione di H. cruciferae (64 uova e larve/ml di terreno) con rilevanti danni su cavolo bianco Brassica oleracea cv Lupini coltivato in pieno campo in provincia di Taranto (Fig. 1). Le numerose cisti neo-formate e femmine bianche osservate verso la fine di gennaio sulle radici hanno suggerito una specializzata interazione ospite-parassita. Gli obiettivi del presente studio sono: (i) la caratterizzazione morfologica del nematode; (ii) lo studio istopatologico dei siti di alimentazione in radici di cavolo e (iii) la relazione tra densità di popolazione iniziale del nematode e la crescita delle piantine di cavolo allevate in serra. Materiali e Metodi Popolazione del nematode. Le osservazioni morfometriche sono state effettuate su una popolazione rinvenuta a Castellaneta (TA). Le cisti, i maschi e le larve di H. cruciferae sono state isolate dal terreno e dalle radici di Brassica oleracea cv Lupini. La popolazione originale è stata poi allevata in serra su piante di cavolo bianco per ulteriori osservazioni morfometriche. L’identificazione del nematode è stata condotta su stadi giovanili di seconda età, maschi e cisti, preparati secondo le tradizionali procedure di infiltrazione in glicerina, per consentire la rilevazione dei parametri morfometrici di valore diagnostico della specie. (Seinhorst, 1966). Relazione ospite parassita (test di patogenicità) H. cruciferae-cavolo. Le cisti sono state estratte con l’apparato di Fenwick da un terreno altamente infestato (64 uova e larve/ ml di terreno) nel quale le piante di cavolo mostravano una crescita stentata (Fig. 1). Un appropriato numero di stadi giovanili e uova è stato miscelato con terreno sterile al fine di ottenere densità di popolazione variabili da 0 a 512 uova e larve/ml di terreno secondo una scala geometrica di progressione (0, 0,25, 0,5, 1, 2, 4, 8, 16, 32, 64, 128, 256, 512). Successivamente il terreno infestato dal nematode alle diverse densità di inoculo è stato utilizzato per riempire vasi di argilla del volume di 700 ml. In ciascun vaso è stata poi trapiantata una piantina di cavolo (cv Aviso) allevata per 55 giorni in serra ad una temperatura di 20-22 °C. I vasi sono stati sistemati su bancali secondo un disegno sperimentale a blocchi randomizzati con 6 ripetizioni per ciascuna densità iniziale di popolazione. Durante l’esperimento le piante sono state mantenute nella serra distribuendo la posizione dei blocchi e allo stesso tempo riposizionando ciascuna pianta all’interno del blocco ogni settimana. Le piante hanno ricevuto tutte le cure agronomiche necessarie per la loro 147 Fig. 1. Sintomatologia di campo e presenza del nematode sulle radici. Foto in alto: vistosa area depressa. In basso a sinistra: popolazione del nematode cisticolo. Si nota la presenza di maschi in forma vermiforme ed i larghi ovisacchi associati con femmine bianche e/o con cisti neoformate. In basso, al centro e a destra: femmine bianche e cisti neoformate sulla superficie radicale. crescita (fertilizzazione, irrigazione, etc.). Dopo 55 giorni dal trapianto le piante sono state divelte dai vasi e le radici sciacquate in acqua per liberarle dalle particelle di terreno. Sono stati effettuati i rilievi dei pesi della parte aerea e delle radici. Il terreno da ciascun vaso è stato seccato a temperatura ambiente e le cisti estratte da 200 g di terreno mediante l’apparato di Fenwick. Le cisti sono state contate e ne è stato calcolato il contenuto in uova e larve/ml di terreno al fine di accertare la densità finale di popolazione (Pf). Il tasso di riproduzione (Pf /Pi) è stato anche calcolato per ciascun valore della densità iniziale di popolazione del nematode. L’esperimento è stato replicato due volte. 148 Analisi statistica La relazione tra densità iniziale di popolazione della H. cruciferae e la crescita delle piante (valutata attraverso il peso della pianta e l’altezza) è stata valutata applicando i dati sperimentali col modello di Seinhorst y = m + (1-m) z(P-T) . con P>T e y = 1 quando P < T (Seinhorst, 1965; 1979). In questo modello, trasformato da Sasanelli (1994) in y = m + (1-m)1.05^(P/-T), y = il valore del parametro preso in considerazione (peso, altezza, etc.); m = il minimo valore del parametro considerato (y a valori molto alti della densità iniziale di popolazione Pi); P è il valore iniziale della densità di popolazione di H. cruciferae, T è il limite di tolleranza della coltura al nematode (densità iniziale di popolazione in corrispondenza della quale non si manifestano riduzione della crescita delle piante o del parametro considerato), e z una costante < 1 che riflette il danno provocato dal nematode con z-T = 1.05 (Sasanelli, 1994). L’equazione di Seinhorst è stata utilizzata applicando il programma SeinFit (Viane et al., 1997). Il coefficiente di determinazione (R2= 0.86) e il valore della somma dei quadrati sono stati utilizzati per verificare il grado di bontà dell’interpolazione dei dati secondo l’equazione proposta da Seinhorst. L’analisi della varianza è stata condotta utilizzando il software Statistix 8.0 (NH Analytical Software). Istopatologia Per gli studi istopatologici sono state impiegate radici di cavolo bianco naturalmente infestate da H. cruciferae. Le radici sono state lavate, liberate dal terreno e sono state selezionate porzioni di 4-5 mm di lunghezza contenenti cisti assieme a porzioni non infestate dal nematode; esse sono state successivamente fissate in una soluzione cromo acetica di formaldeide per 4 giorni. I diversi segmenti, infetti e non, sono stati disidratati in una serie di soluzioni di alcool butilico terziario (50-7085-90-100%) e inclusi a 58 °C in paraffina per l’osservazione istopatologica. I diversi segmenti sono stati quindi sezionati in fettine dello spessore di 10-12 µm, montati su vetrini, colorati con safranina e fast green e successivamente montati permanentemente in una soluzione di xylene al 40% di estere polimetacrilico (Synocril 9122X, Cray Valley Products) e sottoposte all’esame microscopico (Johansen, 1940). Fig. 2. Microfotografie di Heterodera cruciferae maschio (A-D) e stadio giovanile di II età (E-H). A & B) Porzione anteriore del corpo. C) Porzione posteriore del corpo. D) Dettaglio delle strutture nei campi laterali. E) Corpo intero. F & G) Porzione anteriore e posteriore del corpo. H) Campi laterali. Risultati e Discussione Identificazione del Nematode. (Fig. 2 e 3). I dati morfologici e biometrici a valore diagnostico, ottenuti con osservazioni di preparati temporanei e permanenti di stadi 149 Fig. 3. Cisti e struttura del cono vulvare di H. cruciferae. A) Ciste intera piena di uova in essa trattenute. B-E) Morfologia del cono vulvare. giovanili di seconda età, maschi e cisti, concordano pienamente con le quelli della descrizione proposta da Stone A.R. & Rowe J.A. (1976) per Heterodera cruciferae. Nella tavola illustrativa Fig. 2 sono illustrati dettagli e peculiarità morfologiche di stadi giovanili di II età e maschi, quali lo stiletto, i campi laterali, la forma e la lunghezza della coda etc. mentre in Fig. 3 sono illustrate forme e peculiarità morfo-anatomiche dei coni vulvari delle cisti. Istopatologia I siti di alimentazione di nematodi adulti sono stati costantemente trovati in associazione con la formazione delle tipiche cellule sinciziali, caratteristiche per i membri appartenenti al genere Heterodera (Fig. 4). Le pareti cellulari delle strutture sinciziali sono generalmente ispessite nella parte a stretto contatto con la porzione anteriore del capo del nematode. All’interno del sincizio sono visibili numerose interruzioni di continuità della parete cellulare che consentono al contenuto citoplasmatico delle strutture sinciziali di fluire verso la cellula nutrice, a diretto contatto col nematode. Il citoplasma sinciziale, granulare e denso, contiene diversi vacuoli con dimensioni differenti e nuclei e nucleoli ipertrofici. Densità di inoculo e relazione con la crescita delle piante. La relazione tra la densità di popolazione iniziale di H. cruciferae (Pi) ed il peso fresco della parte aerea della pianta è propriamente descritto dall’equazione di Seinhorst. (Fig. 5). I sintomi dell’attacco 150 Fig. 4. Alterazioni anatomiche indotte da Heterodera cruciferae in radici di cavolo. Abbreviazioni: n = nematode; s = struttura sinciziale. di H. cruciferae sono evidenti già dopo 20 giorni dopo l’emergenza con ingiallimenti e stentata crescita delle piante. Un limite di tolleranza (T) di 1,5 uova e larve/ml terreno è stato stimato per il cavolo bianco (cv Aviso) nei confronti di H. cruciferae per il peso della parte aerea delle piante attaccate. Il valore minimo relativo del peso della pianta (m) è stato di 0,71 a un valore di popolazione iniziale di Pi pari a 64 uova e larve/ml terreno. Il massimo tasso di riproduzione (Pf/Pi) pari a 4,6 è stato rilevato in corrispondenza ad un valore iniziale di densità di popolazione del nematode pari a 8 uova e larve/ml terreno (Tabella 1). Fig 5. Relazione tra la densità di popolazione iniziale di H. cruciferae (Pi) ed il peso fresco della parte aerea della pianta. 151 Tabella 1. Riproduzione del nematode su piante di cavolo. (I dati sperimentali sono descritti nel testo). Popolazione iniziale (Pi)* 0 Popolazione finale (Pf)* 0 Tasso di riproduzione (Pf/Pi) 0 0,25 0,8 3,2 0,50 1,5 3,0 1 2,9 2,9 2 6,8 3,4 4 17,0 4,2 8 36,8 4,6 16 47,0 2,9 32 69,6 2,8 64** 184,5 2,9 128 159,0 1,2 256 441,4 1,7 512 692,1 1,3 * Pi; Pf: (uova e larve per ml di terreno). ** Popolazione di campo. Bibliografia Jabbari H. & Niknam, G. 2008. SEM observations and morphometrics of the cabbage cyst nematode Heterodera cruciferae Franklin 1945, collected where Brassica spp. Are grown in Tabliz, Iran. Turkish Journal of Zoology, 32: 253-262. Johansen D.A. 1940. Plant microtechnique. McGraw-Hill Book Co., Ney York 523 pp. Kirianova E.S. & Krall E., 1971. Parasitic nematodes of plants and their control. Vol. 2. Nauka, Lenigrand, 522 pp. Mennan S. & Handoo Z.A. 2006. Plant parasitic nematodes associated with cabbages (Brassica spp.) in Samsun (Meedle Black Sea Region) Turkey. Nematropica 36: 99-104. Sasanelli N. 1994. Tables of Nematode-Pathogenicity. Nematologia Mediterranea, 22: 153-157. Seinhorst J.W. 1966. Killig nematodes for taxonomic study with hot f.a. 4:1, Nematolgica 12, 178. Stone A.R. & Rowe J.A. 1976. Heterodera cruciferae. C.I.H. Descriptions of plant Parasitic Nematodes. Set, 6 n. 90, 4 pp. Whitehead A.G. 1998. Plant Nematode Control. CAB International, Wallingford, Oxon, OX10. 8DE, UK. 384 pp. 152 25 anni Curriculum vitae e archivio fotografico del CRSA Oggi 153 CURRICULUM CRSA Il Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” (CRSA) è un’associazione senza scopo di lucro, costituita il 22 luglio 1987 con atto n. 10844/4255, che ha ottenuto il riconoscimento giuridico con Decreto del Presidente della Regione Puglia n. 65 del 9/02/1994. Dal 9 marzo 2004 è iscritta all’Anagrafe Nazionale delle Ricerche del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con codice 55530GBK. È membro dell’Associazione Europea, con sede in Bruxelles, che riunisce tra i suoi aderenti Scuole ed Enti, appartenenti a vari paesi europei, impegnati nella formazione professionale in agricoltura e ha come finalità lo sviluppo di modalità comuni di insegnamento nel settore dell’agricoltura. Attualmente i soci del CRSA sono la Regione Puglia; l’Amministrazione Provinciale di Bari; l’Amministrazione Comunale di Locorotondo; l’Amministrazione Comunale di Otranto; l’Università degli Studi di Bari; l’Università degli Studi di Foggia; l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Valenzano (BA); il Centro di Ricerca Produzione Vegetali (CRPV), l’Istituto Istruzione Secondaria Superiore “B. Caramia – F. Gigante” di Locorotondo (BA); l’Istituto Tecnico Agrario Statale “E. Pantanelli” di Ostuni (BR); l’Istituto Tecnico Agrario Statale “M. di Sangro” di San Severo (FG); l’Istituto Tecnico Agrario Statale “G. Pavoncelli” di Cerignola (FG); l’Istituto Tecnico Agrario Statale “C. Mondelli” di Massafra (TA); l’Istituto Tecnico Agrario Statale “C. Ridolfi” di Scerni (CH); l’Istituto Tecnico Agrario Statale “P. Cuppari” di Alanno (PE); l’Istituto Tecnico Industriale “L. dell’Erba” di Castellana Grotte (BA); l’Istituto Professionale Statale per i Servizi Ristorativi Turistici ed Alberghieri di Castellana Grotte (BA); l’Istituto di Istruzione Superiore “L.G.M. Columella” di Lecce; l’Istituto Professionale “G. De Gemmis” di Terlizzi (BA); l’Istituto Professionale “Motolese” di Martina Franca (TA); l’IPSSCTP “ Antonietta De Pace” di Lecce; l’IPAA “Giustino Fortunato” di Potenza; l’ Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore di Leporano; l’En.A.I.P. Puglia con sede in Bari; la Cantina Sociale Cooperativa a.r.l. di Locorotondo; il Consorzio Vivaistico Pugliese di Valenzano (BA), la Coldiretti Puglia (BA). Organi sociali del CRSA sono l’Assemblea dei Soci, il Consiglio di Amministrazione, la Giunta Esecutiva, il Collegio dei Revisori, il Presidente, il Direttore ed il Comitato Tecnico Scientifico (Art. 11 dello statuto). A norma dell’Art. 6 dello Statuto, il CRSA persegue finalità di ricerca, sperimentazione, formazione, dimostrazione e divulgazione nel settore dell’agricoltura ed in particolare mira a: a. promuovere e sviluppare la sperimentazione di tecniche, metodi, modelli e sistemi evolutivi nella gestione di risorse ambientali per uso agricolo; 154 b. sperimentare direttamente, o in collaborazione con altri Enti o Istituti, aventi finalità analoghe, moderne tecnologie per la produzione, trasformazione, e conservazione dei prodotti agricoli ed agro - alimentari; c. promuovere lo sviluppo di biotecnologie ed attuarne il trasferimento; d. assumere idonee iniziative per la qualificazione genetica e sanitaria del germoplasma di interesse agrario; e. promuovere ed attuare la diffusione del materiale vivaistico sanitariamente e geneticamente migliorato delle principali specie di interesse agrario dell’area mediterranea; f. promuovere le conoscenze delle novità vegetali mediante la partecipazione a specifici programmi di ricerca e la realizzazione di campi di orientamento varietale; g. salvaguardare la biodiversità mediante l’attuazione di progetti mirati al recupero, alla conservazione e alla valorizzazione di ecotipi delle specie autoctone pugliesi (agrumi, fico, drupacee, olivo, pero, vite, ecc.). h. ridurre l’impatto ambientale delle attività agricole e dei rischi connessi all’impiego di fitofarmaci; i. promuovere la rilevazione della qualità e sicurezza dell’intera filiera produttiva “dal campo alla tavola” in particolare riguardo a olivo, vite, fruttiferi e ortive. j. valorizzare i prodotti tipici regionali; k. assistere gli operatori del settore vivaistico mediante l’organizzazione di corsi di formazione con l’assistenza di tecnici di laboratori sia del CRSA che delle Istituzioni che con esso; l. qualificare ed aggiornare gli imprenditori agricoli attraverso lo svolgimento di attività in forma associata per la valorizzazione delle produzioni agro-alimentari e l’uso dei marchi collettivi; m. diffondere e trasferire i risultati conseguiti con la sperimentazione anche attraverso un servizio di divulgazione tecnico-scientifica; n. organizzare ed attuare corsi di formazione, stage, convegni, seminari, per tecnici impegnati in agricoltura nonché realizzare strutture, campi sperimentali e dimostrativi; o. istituire, a favore di tecnici meritevoli e bisognosi, borse di studio finalizzate all’approfondimento di conoscenze teorico-pratiche; p. promuovere e sviluppare ogni altra attività che si traduca in un servizio socialmente utile per l’agricoltura; q. svolgere tutte le attività che si riconoscono utili per il raggiungimento dei fini che il Centro si propone. Come da specifico regolamento, il CRSA organizza le proprie attività in continua e costante evoluzione per garantire ampio pluralismo e uniformità di intenti con quelle che sono le esigenze del territorio che includono fra l’altro le importanti tematiche di 155 tutela dell’ambiente, sicurezza delle filiere agro-alimentari e sanità pubblica, partecipa a programmi di ricerca e organizza attività di formazione, informazione, divulgazione e promozione culturale. Il CRSA è organizzato in aree e relativi settori ognuno dei quali, operando di concerto con le istanze provenienti dalle forze sociali ed economiche del territorio, assicura lo sviluppo delle proprie competenze, coordina attività di ricerca, favorisce la diffusione dei risultati e il confronto con il territorio, promuove le collaborazioni con Università e Istituti di ricerca italiani e stranieri, Enti pubblici e privati nonché società e imprese del settore. Il partenariato e le numerose collaborazioni scientifiche attivate consentono al CRSA il coinvolgimento in Progetti di ricerca (Elenco progetti) a livello internazionale, nazionale e locale finanziati da Enti pubblici (Unione Europea, MIPAAF, Regioni, Province, Comuni, Camere di Commercio, ecc.) e privati, molti dei quali su tematiche inerenti la qualità e la sicurezza degli alimenti, che lo pongono in stretto rapporto con il mondo culturale, imprenditoriale e produttivo regionale, nazionale ed internazionale. Il CRSA, che si avvale nel proprio organico di tecnici qualificati, ha collaborato alla progettazione e alla realizzazione di numerosi progetti di ricerca e sviluppo come soggetto capofila o partner (Elenco Progetti) su tematiche riguardanti il settore agricoltura nel senso più ampio del termine ed in particolare con approfondimenti su sicurezza alimentare, applicazione di programmi di produzione a basso impatto ambientale, tutela dell’ambiente e del consumatore, certificazione della qualità nel settore agro-alimentare, certificazione delle produzioni vivaistiche, ecc.. L’intensa attività di ricerca e sviluppo nei settori dell’ambiente e della qualità e sicurezza alimentare hanno permesso al CRSA di apportare significativi contributi all’ampliamento delle conoscenze su messa a punto, validazione e trasferimento di strategie di protezione integrata delle produzioni agro-alimentari a basso impatto ambientale, in armonia con quelle che sono le direttive comunitarie e i recepimenti nazionali e produzione di materiale di propagazione sano o adeguatamente risanato. Le esperienze maturate nella determinazione dei residui di fitofarmaci in diverse matrici agro-alimentari (frutta, verdura, olio, vino, acqua), eseguite utilizzando metodi di indagine ufficiali, innovativi e sensibili, poi, hanno permesso al CRSA di apportare un importante contributo al conseguimento dell’obiettivo di valorizzazione di produzioni agroalimentari sia locali che nazionali che rispondano ai requisiti di qualità richiesti dal consumatore. Le collaborazioni con le più importanti case farmaceutiche hanno consentito l’approfondimento di problematiche inerenti l’efficacia di sostanze di nuova sintesi da utilizzare in campo agrario nonché di quelle già in commercio per usi diversi da quelli previsti; mentre quelle con Enti di ricerca e imprese del settore vitivinicolo riguardo alla determinazione del contenuto di Ocratossina A in campioni di uva, mosto e vino hanno fornito un importante contributo all’innovazione tecnologica nella qualità e 156 salubrità dei vini. Il CRSA è sede operativa accreditata per la realizzazione di attività formative finanziate con fondi pubblici ai sensi dell’art. 25, comma 1 della L.R.N. 15 del 07 agosto 2002 – Delibera di Giunta Regionale n. 2023 del 29/12/04. Il CRSA è dotato di laboratori accreditati: Laboratorio per la Diagnosi fitopatologia di cui ai DD.MM. 14/04/1997 (Prot. 745/OMP del 06/04/1998); Centro di saggio per la conduzione di prove ufficiali di campo con prodotti fitosanitari per valutazione sull’efficacia e sui residui di cui al D.L. n. 194 del 17/03/199; Laboratorio di Analisi Agroalimentare ed Agro-ambientale e Laboratorio enologico accreditati ACCREDIA n.0985 secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025, riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali quale laboratorio autorizzato per le analisi sui vini ai fini dell’esportazione. Le competenze acquisite e la disponibilità di celle (frigorifere e climatiche), serre termocondizionate, tunnel di acclimatamento, serre a rete a prova di insetto, ombrai e terreni hanno permesso al CRSA, inoltre, di svolgere diverse attività delegate. Il CRSA ha ottenuto dal MIPAAF la delega (Convenzione 12/02/2002) alla realizzazione e gestione della Sezione Incrementale Nazionale degli Agrumi, dalla Regione Puglia, quella a svolgere attività di Premoltiplicazione di agrumi, prunoidee, olivo e vite (deliberazione di Consiglio Regionale n. 871 del 23/06/1994), attività di supporto al Servizio Fitosanitario Regionale (giuste convenzioni annuali a partire dal 29/08/1995) ed ad istituire (deliberazione della Giunta Regionale n. 2254 del 23/12/2003) presso il CRSA il Comitato di Concertazione per la valorizzazione del patrimonio vivaistico viticolo regionale. L’attività è dislocata sul territorio della Regione in diverse Sezioni Operative (S.O.) a differente vocazione per rispettare le esigenze pedoclimatiche delle diverse specie in premoltiplicazione. Ogni S.O. è dotata di campi e strutture, previsti dai protocolli tecnici per le diverse specie, idonee all’allevamento, alla conduzione delle piante madri di cat. “Base” ed all’ attività vivaistica per la produzione di astoni cat. “base” (innestati e franchi di piede), nonché alla produzione di vasi di portinnesti cat. “Base” allevati in vitro. La Regione Puglia ha inoltre delegato al CRSA, un programma per il miglioramento qualitativo delle produzioni agricole per il controllo dei residui di prodotti fitosanitari finalizzato alla razionalizzazione delle tecniche di difesa delle colture. Il CRSA è inoltre impegnato nell’attività di Conservazione del germoplasma della vite in collaborazione con Istituti e Dipartimenti dell’Università degli Studi di Bari e di Foggia, l’Istituto Agronomico Mediterraneo e l’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Turi. 157 Al fine di interpretare e dare risposte concrete alla domanda formativa e divulgativa del territorio, il CRSA ha promosso numerosi incontri, a diversi livelli, coinvolgendo Enti locali, Università, Enti di Ricerca, Scuole, Organizzazioni professionali, Parti sociali nonché professionisti ed operatori del settore agricoltura partecipando fra l’altro a specifici programmi di formazione su tematiche riguardanti il settore agricoltura nel senso più ampio del termine. Di concerto con l’apparato produttivo per il trasferimento tecnologico, il CRSA è anche attivamente impegnato nell’organizzazione di convegni e manifestazioni divulgative a carattere internazionale, nazionale, interregionale, regionale e locale (Elenco Convegni), nonché nella Formazione mediante attivazione di borse di studio. Sulla base di quanto sin qui riassunto e in piena sintonia con quelli che sono gli obiettivi prioritari del CRSA, la ricchezza di strutture, competenze e professionalità anche documentate dalla produzione scientifica (Elenco Pubblicazioni) sono messi a disposizione al fine di perseguire l’obiettivo di sicurezza alimentare per la tutela della vita e della salute umana e del patrimonio agro-alimentare italiano proprio dell’Autorità italiana per la sicurezza. COLLABORAZIONI SCIENTIFICHE E FORMATIVE CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE - Istituto di Nematologia Agraria, Bari; - Istituto di Scienze delle Produzioni Animali, Bari; - Istituto di Virologia Vegetale sezione di Bari (I.V.V.-BA); - Istituto di Virologia Vegetale unità distaccata vite di Grugliasco (TO); UNIVERSITA’ DEGLI STUDI di Bari - Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti POLITECNICO DI BARI - Dipartimento di Ingegneria delle Acque e di Chimica UNIVERSITA’ DEGLI STUDI di Foggia - Istituto di Produzioni e Preparazioni Alimentari UNIVERSITA’ DEGLI STUDI di Bologna -Dipartimento di Colture Arboree UNIVERSITA’ DEGLI STUDI di Milano - Istituto di Coltivazioni Arboree UNIVERSITA’ DEGLI STUDI di Firenze - Dipartimento di Ortofrutticoltura UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TIRANA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BELGRADO UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PATRASSO 158 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ZAGABRIA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NOVI SAD MINISTERO PER LE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI - CRA - Istituto sperimentale per l’Agrumicoltura di Acireale (CT); - Istituto Sperimentale per la Frutticoltura di Roma; - Istituto Sperimentale per la Patologia Vegetale di Roma; - Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Turi (BA); - Istituto Sperimentale per l’Enologia di Barletta (BAT): ISTITUTO AGRONOMICO MEDITERRANEO, Valenzano (BA) ISTITUTO AGRONOMICO PER L’OLTREMARE di Firenze ISTITUTO NAZIONALE PER IL COMMERCIO ESTERO - PUGLIA CAMERA di COMMERCIO, Taranto CENTRO DI RICERCHE “BONOMO” D.A.RE. PUGLIA G.A.C. “Mare degli Ulivi” G.A.L. “Valle d’Itria” G.A.L. “Luoghi del Mito” G.A.L. “Terre del Primitivo” INNOVATIVE SOLUTIONS SRL Istituti secondari I.T.Ag. “E. Pantanelli”, Ostuni I.I.S.S. “Agherbino”, Noci I.I.S.S. “L. Da Vinci” Fasano I.I.S.S. “Leporano” I.I.S.S. “M. De Nora”, Altamura I.I.S.S. “M. Lentini – A. Einstein”, Mottola I.I.S.S. “N. Chiarulli” Acquaviva delle Fonti I.I.S.S. “San Benedetto”, Conversano I.I.S.S. “Tommaso Fiore” di Modugno I.I.S.S. “Vito Sante Longo” ITC “A. Moro” di Monopoli, I.I.S.S. Santeramo in Colle I.P.A.A. “G. De Gemmis” Terlizzi I.P.S.A.R. Castellana Grotte I.P.S.A.R.T.P. “ M. Perrone”, Castellaneta I.P.S.I.A. «Archimede», Barletta I.P.S.S. “A. Motolese” Martina Franca I.P.S.S.A.R.“A. Perotti” I.P.S.S.C.T.P. “A. De Pace” Lecce I.S.I.S.S. “B. Caramia- F. Gigante” Locoortondo 159 I.S.I.S.S. “G. Pavoncelli” Cerignola I.S.I.S.S. “Pepe- Calamo”, Ostuni I.T.Ag. “G. Presta”, Lecce I.T.Ag.“C. Mondelli”, Massacra I.T.Ag.“M. Di Sagro”, San Severo I.T.C. “A. Moro” Monopoli I.T.C. “E. Montale”, Rutigliano I.T.C. “G. Toniolo”, Manfredonia I.T.C. “S. Pertini”, Turi I.T.C. “V. Bachelet” di Copertino I.T.C. “V. Emanuele III”, Lucera I.T.C.G. “L.Einaudi” Manduria I.T.I.S. “L. Dell’Erba” Castellana Grotte Aziende A.P.I.M., Brindisi Agriflor s.r.l. vivaistica ornamentale di Terlizzi, Agritest Srl, Valenzano Agriplan SRL, Bari AIAB Puglia Asso Apulian di Bari Az. Agr. Agrisol di Balzano Enza di Terlizzi, Az. Agr. Querceta, Putignano Az.Florovivaistica La Mediterranea di Terlizzi, Azienda Agr. Ceci Consalvo, Andria Azienda Agr. Lanzillotti, Bari Azienda Agr. Bio. Santoro Marco Emilio Azienda Agr. F.LLI TANDOI, Corato Azienda Agricola Caterina Giannoccaro di Sammichele di Bari Azienda Agricola di Floricoltura di Carallo Antonio di Monteroni di Lecce Azienda Agricola Tiberio Cairo Piante di Copertino Azienda Agrituristica SERINE, Castrignano del Capo (LE) Azienda Arboviridis sas di Lecce Azienda Floricoltura Marti di Leverano Azienda Florovivaistica La Mediterranea di Terlizzi, Azienda Ortoflorovivaistica Piante Mediterranee di Monteroni di Lecce Azienda Paglialunga Antonio di Leverano Azienda Progetto Verde di Monteroni di Lecce Azienda Viticola Perrini, Castellaneta Azienda Vivai Piante Ortaggi e Fiori di Perrone Cosimo di Leverano 160 Azienda Zecca Flavio di Leverano Azienda Zootecnica Casulli, Putignano BonassisaLab, Foggia Cantina del Locorotondo Cantina Cooperativa Soc. “Dolce Morso” CAP - Cooperativa Allevatori, Putignano Caseificio Nettis Martino Snc, Caseificio Vito Cosimo Copertino, Ostini Cescot Centro di Sviluppo Commercio Turismo e Terziario, Bari CiVi Italia COGEA S.p.A., Roma Consea S.r.l. di Martina Franca (TA), Coop. A.r.l. di Ostuni, Oleificio Cooperativo Coop. Agr. U.P.A.L. di Costernino Didonna Trade srl, Rutigliano EDEN /94 s.r.l di Manduria (TA) Edison Consulting snc di Noci (BA), Emittente Telenorba SpA di Conversano Euroquality Lab. Gioia del Colle Florovivaistica Pinto Nicola di Locorotondo Florpagano di Antonio Pagano e Co. s.s. di Ruvo di Puglia, Frudis Prod. Import – Export Prodotti Ortofrutticol, Noicattaro Giuliano s.r.l. La Bella di Cerignola Soc. Coop. A R.L. Leader Soc. Coop. Consortile di Brindisi Masseria LO PRIENO Galatone MercaFlor di Taviano Mozzarella Gioiella, Gioia del Colle O.P.OLI.BRI Soc Oleificio Cooperativo Coltivatori Coldiretti, Ostuni PROGEVA S.r.l di Laterza (TA). Puglia Alimentare s.r.l. di Martina Franca Puglia Conserve s.r.l. di Modugno, RECSEL S.r.l di Taranto, RI.QU.AL Sas Serveco S.r.l. di Montemesola (TA), Società Cooperativa GEDA di Noci, Società Semplice Agricola FLORPAGANO di Ruvo di Puglia (BA), Studio dott. Agr. A. Palmisano Tecnolab Altamura 161 Tecnopiante di Monopoli Valcoop Piccola Soc. Coop. Agr. a r.l. Martina Franca Villetta delle Palme di Perriccia Palma Vitivinicola Colavecchio, Putignano Vitivinicola Melillo Vivai Aversa di Monopoli Vivai Capitanio Stefano di Monopoli Vivai Colucci di Martina Franca Vivai De Michele di Ostuni Vivai De Nicolo di Terlizzi Vivai Giannoccaro, Sammichele di Bari Vivai Pichichero Pasquale di Cassano delle Murge Vueffe Consulting S.r.l. di Terlizzi, Consorzi Consorzio Puglia Natura Consorzio Italiano per il Biologico, Bari Consorzio di Gestione di Torre Guaceto con sede a Carovigno (BR), Consorzio delle Aziende Agrituristiche Ostunesi di Ostuni. Consorzi Di Difesa Delle Produzioni Intensive Delle Province Di Bari, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto Consorzio di Tutela Murgia di Mottola Consorzio per la Tutela del Vino D.O.C. di Locorotondo Consorzio Paniere di Puglia di Martina Franca, Consorzio Produttori Vini E Mosti Rossi Soc. Coop. A R. L. Consorzio A.T.O. Bari/5 di Putignano Associazioni di categoria Confederazione Italiana Agricoltori - Puglia Confederazione Italiana Agricoltori - Provincia di Bari Federazione Regionale Coldiretti Puglia di Brindisi Federazione Regionale Coldiretti Puglia di Taranto Federazione Regionale Coldiretti di Bari, Federazione Regionale Coldiretti Puglia Comuni Comune di Carpino Comune di Conversano Comune di Lesina Comune di Ostuni, Comune di Putignano 162 Comune di Locorotondo Comune di Terlizzi Altri Centro Internazionale Alti Studi Universitari Centro Ricerche Delle Produzioni Vegetali Di Diegaro, Cesena Centro Territoriale per l’Impiego di Monopoli Associazione Enologi Enotecnica Italiani Associazione Jonico-Salentina Tra Produttori Ortofrutticoli Ed Agrumari ASSOENOLOGI Sezione Puglia Basilicata Calabria Associazione Regionale Terranostra Puglia Fondazione Heliantus di Noci Enaip Puglia Società Agrochimiche AlzChemAG Basf Italia Spa Bayer CropScience Belchim Crop Protection Italia SpA Certis Europe B.V. Dow AgroSciences Italia S.r.l. Du Pont de Nemours Italiana S.r.l. Crop Protection Gowan Italia Intrachem Bio Italia Isagro Italia Makhteshim-Agan Italia Sipcam Syngenta CropProtection PROGETTI DI RICERCA SOGGETTO CAPOFILA Internazionali Valorizzazione del germoplasma ortofrutticolo locale albanese mediante l’introduzione di tecniche innovative di coltivazione e di protezione integrata - INTERREG II Cooperazione Italia-Albania Ente Finanziatore: Comunità Europea - Regione Puglia Durata: 2000-2001 Progetto integrato per la valorizzazione delle produzioni tipiche locali (PRINT) – Interreg III A Italia-Albania 2000-2006 Asse III Misura 3.1. 163 Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata: 2000-2006 INTERREG III A Transfrontaliero Adriatico “Valorization, sanitation and production of local vines and wines” (VARIPROVIT). Ente Finanziatore: Unione Europea Durata: 2005-2007 Interregionali Validazione e Trasferimento alla pratica agricola di norme tecniche per l’accertamento dello stato sanitario di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle produzioni vivaistiche - Programma Operativo Multiregionale - Misura 2 “Attività di sostegno ai Servizi di Sviluppo Agricolo” Ente Finanziatore: Comunità Europea Durata: 1999-2001 Individuazione dei momenti critici della filiera viticolo enologica - “Programma Interregionale - Agricoltura e Qualità” Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata: 2001-2002 Programma Interregionale “Agricoltura e Qualità” Misura 2. “Controllo dell’impiego di fitofarmaci in agricoltura” Ente Finanziatore: Mi.Pa.F. Durata: 2001-2002 Programma Interregionale “Agricoltura e Qualità” Misura 2. “Controllo dell’impiego di fitofarmaci in agricoltura” Ente Finanziatore: Mi.Pa.F. Durata: 2008-2009 Regionali Verifica della base ampelografica Progetto Finalizzato Vitivinicolo Ente Finanziatore: MIPAAF - Regione Puglia. Durata: 1997-2000 Progetto “Selezione e produzione di materiale di propagazione certificato di vitigni ad uva da vino, da tavola, e portinnesti, di drupacee, di agrumi e di olivo” (POP Puglia 1994/99-Misura 4.3.1.) Ente Finanziatore: Regione Puglia 164 Durata 1998-2001 “Alterazioni del legno della vite (escoriosi, mal dell’esca e imbrunimenti delle barbatelle)” (POP Puglia 1994/99 - Misura 4.3.1.). Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata 1998-2001 “Messa a punto di strategie di protezione integrata per Phillocnistis citrella S. in biotopo di agrumeto” (POP Puglia 1994/99 - Misura 4.3.1.). Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata 1998-2001 “Mezzi alternativi di lotta contro le malattie postraccolta dell’Uva da tavola e delle ciliegie” (POP Puglia 1994/99 - Misura 4.3.1.). Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata 1998-2001 “Messa a punto di strategie di protezione integrata per Frankliniella occidentalis (Pergande, Tripide dei Fiori) su biotopo vigneto (uva da tavola)” (POP Puglia 1994/99 Misura 4.3.1.). Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata 1998-2001 “Messa a punto di strategie di protezione integrata per Capnodis Tenebronis L., Buprestide nero delle rosacee su drupacee” (POP Puglia 1994/99 - Misura 4.3.1.). Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata 1998-2001 “Lotta chimica, biologica ed integrata contro il marciume radicale degli agrumi da Phytophtora spp.” (POP Puglia 1994/99 - Misura 4.3.1.). Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata 1998-2001 Progetto “Liste di Orientamento Varietale degli Agrumi” Ente Finanziatore: MIPAAF Durata: 2000-2001 Progetto “Agricoltura e Qualità: Filiera Viticolo - Enologica” Programma Interregionale “Agricoltura e Qualita’ - Misura 1 “Qualificazione Delle Produzioni” Ente Finanziatore: Regione Puglia 165 Durata 2001-2003 Progetto “Promozione e valorizzazione delle produzioni autoctone agrumicole, frutticole, olivicole e viticole di alcuni areali pugliesi” Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata 2004-2005 Programma Regionale: “Ricerca e sperimentazione, trasferimento e programmi a forte contenuto innovativo” intervento 2.1 Progetto di ricerca “Selezione clonale e sanitaria di vitigni ad uva da vino, da tavola e dei relativi portinnesti” – SELMIVI. Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata 2005-2007 Programma L.E.A.D.E.R.- G.A.L. “Luoghi del mito” (mis. I.3.1, int. b1) - “La vitivinicoltura nell’area GAL Terre del Mito“. Ente Finanziatore: Unione Europea Durata: 2006 Progetto: “Realizzazione di una scala di valutazione della maturazione di varietà di ciliegio dolce su base colorimetrica – IN.CO.CI”. Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata: 2006-2007 ProgrammaL.E.A.D.E.R. + G.A.L. “Terre del Primitivo”: misura I.3. intervento 1 b) – “Realizzazione di studi per il miglioramento della qualità del vino primitivo- Studi mirati alla selezione clonale e valutazione comparata dei diversi ecotipi locali del primitivo”. Ente Finanziatore: Unione Europea Durata: 2007 L.E.A.D.E.R. + G.A.L. “Terre del Primitivo” Studio per la denominazione di origine controllata e garantita “Primitivo di Manduria dolce naturale” DOCG. Ente Finanziatore: Unione Europea, Regione Puglia Durata: 2007 Progetto di Ricerca POR Puglia 2000-2006-Misura 3.12, azione A)- Intervento specifico A.1-Borse per lavori di ricerca. Titolo: “Messa a punto di metodologie innovative prontamente trasferibili per migliorare la qualità e sicurezza dei vini tipici pugliesi”. Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata: 2007-2008 166 Progetto di Ricerca POR Puglia 2000-2006-Misura 3.12, azione A)- Intervento specifico A.1-Borse per lavori di ricerca. Titolo: “Selezione e valorizzazione di Batteri lattici autoctoni per la produzione di vini rossi regionali”. Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata: 2007-2008 Provinciali “Innovazione della tecnica enologica, caratterizzazione e miglioramento sanitario del vitigno Primitivo per la valorizzazione delle produzioni enologiche tipiche della provincia di Taranto”. Ente Finanziatore: Camera di Commercio di Taranto Consorzio Produttori Vini e Mosti Rossi soc. coop. a.r.l. (CPVMR), Cantine Cooperative Dolce Morso. Durata: 2002-2007 “Recupero di vitigni autoctoni per la valorizzazione di produzioni enologiche di nicchia della provincia di Bari” Ente Finanziatore: Provincia di Bari Durata: 2005-2008 Miglioramento della qualità delle produzioni e delle capacità di mercato del vivaismo viticolo pugliese. Ente Finanziatore: Provincia di Lecce Durata: 2006-2009 Progetto pilota “Incentivazione all’adozione di protocolli di certificazione volontaria di prodotto da parte di aziende agricole”. Approvato dalla Giunta Provinciale con delibera n. 244 del 28-12-2007. Ente Finanziatore: Provincia di Bari Durata: 2008-2009 Di privati “Ricerca e sperimentazione sulla efficacia di fungicidi, insetticidi, erbicidi e antagonisti microbici sulla protezione integrata e biologica delle colture mediterranee” (Isagro Italia SrL; Basf Italia SpA; Dow Agrosciences b.v.; Syngenta CropProtection SpA; Bayer Crop Science SpA; Dupont de Nemours Italiana SrL; Agribiotec SrL; Makhteshim Agan SrL; Intrachem Bio Italia SpA; Agrimport SpA; Cerexagri SA; Cheminova Agro Italia Srl; Novartis Protezione Piante SpA; Solplant SpA; Agrevo Italia Srl; Rhône-Poulenc Agro Italia SpA; Sipcam SpA; Nufarm). 167 SOGGETTO PARTNER Internazionali Produzione, conservazione ed uso del materiale di propagazione certificato per lo sviluppo di un’attività vivaistica qualificata in Albania” (Ministero per gli Esteri in collaborazione con IAMB). “Complesso di strutture ed interventi di completamento per il centro di diagnosi e terapia fitopatologica di Lija” (cooperazione con il Ministero dell’Agricoltura di Malta). “Promozione della produzione di piante arboree e viticole certificate” (promosso dalla G.T.Z., cooperazione tedesca con il Ministero dell’Agricoltura dell’Algeria). P.I.C. Interreg II Italia - Albania Cooperazione transfrontaliera - Cooperazione in Agricoltura “Introduzione di Innovazioni Tecnologiche nei Processi Produttivi” (Regione Puglia deliberazione n. 713 dell’11/03/1996). Twinning Project Malta – Italy “Capacity Building at the Health Department” (Ministry for Plural Affaire and the Environment Malta – MIPAAF Italia) Programma di Iniziativa Comunitaria INTERREG IIIA Grecia-Italia 2000-2006, Asse 2 “Imprenditorialità”, Misura 1 ”Cooperazione nel campo della ricerca, dello sviluppo e del trasferimento delle tecnologie”, Progetto “Sviluppo e promozione per i sistemi di produzione biologica” (ProBioSis); Ente Finanziatore: Regione Puglia e Unione Europea Durata 2006-2008 Interreg Grecia-Italia “Support and promotion of local characteristic products “ (LocPro). Ente Finanziatore: Unione Europea Durata: 2007-2008 Nazionali Progetto PON - SIVINA “Individuazione di metodologie innovative prontamente trasferibili per migliorare la sicurezza dei vini rossi di qualità del Salento”. Ente Finanziatore: M.I.U.R. Durata 2004-2008 Progetto “Valutazione di nuovo germoplasma resistente per coltivazioni di uva da 168 tavola a ridotto impatto ambientale” - Programma Nazionale della Ricerca (PNR 2005-2007). Progetti di ricerca e sperimentazione nel settore dell’agricoltura proposti dalle piccole e medie imprese condotte da giovani imprenditori agricoli, da realizzarsi attraverso la collaborazione di Istituzioni pubbliche di ricerca. Durata: 2005-2007 Messa a punto di metodologie innovative prontamente trasferibili per migliorare la qualità e sicurezza dei vini tipici pugliesi. Contratti di Programma D.G.R. n. 1134 dell’8/8/02: POR PUGLIA 2000-2006 – Misura 4.18. Sviluppo della competitività del sistema cooperativo vitivinicolo pugliese Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata: 2006-2009 Progetto “Ricerche per il miglioramento della frutticoltura meridionale” (FRUMED), Sottoprogetto 1 “Produzione di materiale vivaistico di qualità in regime di agricoltura biologica” (ProViSUD) Ente Finanziatore: M.I.P.A.F Durata 2008-2011 Gruppo di lavoro ARON-ARNADIA per l’Armonizzazione dei protocolli di diagnosi per i principali virus della vite e per il viroide Potato spindle tuber (PSTVd) ed altri agenti viroidali delle piante ornamentali Ente Finanziatore: M.I.P.A.F Durata 2009-2010 Valutazione di nuovo germoplasma resistente per coltivazioni di uva da tavola a ridotto impatto ambientale. Ente Finanziatore: MiPAAF (bando OIGA) Durata: 2009-2011 Progetto Nazionale“Interventi strategici per la difesa e tutela del vivaismo ornamentale nei confronti di Potato spindle tuber viroid (PSTVd) ed altri agenti viroidali” Ente Finanziatore: M.I.P.A.F Durata: 2009-2012 Progetto “Definizione di mezzi tecnici, protocolli impiegabili nel Vivaismo Biologico di Olivo e Agrumi” MIPAAF D.M. n. 200 del 18-07-2007. Ente Finanziatore: M.I.P.A.F Durata: 2010-2012. 169 Interregionali Progetto P.O.M. A32: “Attività di sostegno a servizi di sviluppo per l’Agricoltura” Misura 2. “Innovazioni tecnologiche e trasferimento dei risultati della ricerca. Validazione e trasferimento alla pratica agricola di norme tecniche per l’accertamento dello stato sanitario di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle produzioni vivaistiche”. Ente Finanziatore: M.I.P.A.F Durata: 1999-2001 Progetti di collaborazione per la valutazione di nuove cultivar di “Fruttiferi adatti alla coltivazione in ambienti meridionali ed esenti dalle virosi ed altre malattie economicamente rilevanti” in collaborazione con le Università degli Studi di Bari, Bologna, Firenze e Milano, lo IAMB e Co.Vi.P. di Valenzano, il C.R.P.V. di Forlì e l’Istituto Sperimentale per la Frutticoltura di Roma. Progetto Interregionale OLVIVA “ Qualificazione del Vivaismo Olivicolo: Caratterizzazione Varietale, Sanitaria e Innovazioni nella Tecnologia Vivaistica 2006-2009 (L.499/99 – Programmi Interregionali Programma “Sviluppo Rurale Sottoprogramma “Innovazione e Ricerca” D.M. N. 25279 del 23/12/2003). Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata: 2006-2009 Progetto di ricerca “valutazione dell’efficacia contro Plasmopara viticola di composti rameici utilizzati a dosi ridotte in viticoltura biologica e valutazione di prodotti alternativi” (Bando Ricerca e Sperimentazione della Regione Marche – L.R. 37/99 – DGR 1234/05); Ente Finanziatore: Regione Marche Durata: 2008-2010 Regionali “Progetto di salvaguardia del patrimonio viticolo calabrese e selezione clonale e sanitaria dei vitigni D.O.C. di Cirò” (Regione Calabria - delibera di G. R. n.7907 del 30/12/1991). Ente Finanziatore: Regione Calabria Durata: 1991-2002 Verifica della base ampelografica Progetto Finalizzato Vitivinicolo Ente Finanziatore: MIPAAF - Regione Puglia. DURATA: 1997-2000 170 Progetto finalizzato “Vitivinicolo” Sottoprogetto “Zonazione del Bianco Locorotondo e Martina” Ente Finanziatore: MIPAAF - Regione Puglia. DURATA: 1997-2000 Selezione clonale e sanitaria per la salvaguardia del patrimonio viticolo delle Marche. Ente Finanziatore: Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche Durata: 1997 - 2004 Progetto “Miglioramento sanitario della cultivar di ciliegio Cappuccia” – Sicilia. Recupero e valorizzazione del Moscatello di Castiglione a Casauria – Abruzzo. Ente Finanziatore: Regione Abruzzo Durata: 2005-2007 Progetto CICP: “Studio bio-etologico della cavalletta crociata, finalizzato al controllo delle relative infestazioni con metodi a basso impatto ambientale e con metodi biologici” Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata: 2005-2007 Progetto: PROTVINI – La protezione integrata dalle malattie fungine: fattore di qualità e sicurezza alimentare nella filiera vitivinicola”. Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata 2005-2007 ENOCOOP Messa a punto di metodologie innovative prontamente trasferibili per migliorare la qualità e sicurezza dei vini tipici pugliesi Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata 2006-2009 Recupero e valorizzazione della viticoltura nel comprensorio dei Trulli Ente Finanziatore: Provincia di Bari e Comuni di Cisternino (Br), Locorotondo (Ba)e Martina Franca (Ta) Durata: 2007-2009 Messa a punto di un nuovo metodo per la ricerca di residui di fitofarmaci presenti o potenziali in prodotti ortofrutticoli - Progetto Bonassisa - P.O. PUGLIA 2007-2013 Linea 1.1 – Bando “AIUTI AGLI INVESTIMENTI IN RICERCA PER LE PMI” 171 Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata: 2010-2011 Analisi e validazione di protocolli di ricerca territoriale finalizzati alla zonazione e all’affermazione commerciale dei prodotti vitivinicoli del PIF “Al cuore del Primitivo” (PRIMITIVO ZONE). Misura 124 – Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo e alimentare, e in quello forestale Ente Finanziatore: Unione Europea, Regione Puglia Durata: 2011-2012 Valorizzazione della qualità e della sicurezza delle produzioni vitivinicole a base Negroamaro (VAL. NEGR. ). Misura 124 – Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo e alimentare, e in quello forestale Ente Finanziatore: Unione Europea, Regione Puglia Durata: 2011-2012 Prodotti innovativi per l’industria enologica – (P.I.ENO.) P.O. PUGLIA per il FSE 2007 – 2013 Asse IV – Capitale Umano AVVISO 19/2009 “Ritorno al futuro – Borse di ricerca” Ente Finanziatore: Regione Puglia Durata: 2011-2012 Provinciali Miglioramento dei vini ottenuti da Nero di Troia Ente Finanziatore: Provincia di Bari. Durata: 2008-2009 Di privati Progetto MAGIS Uva da tavola Ente Finanziatore: Bayer Cropscience Durata: 2011-2013 PROGETTI FORMATIVI - FORMAZIONE SOGGETTO CAPOFILA Corso I.F.T.S. in “Vivaismo Ortoflorofrutticolo” Sede: Istituto Tecnico Agrario Statale “Basile Caramia”, Locorotondo Corso I.F.T.S. in “Viticoltura ed Enologia” Sede: Istituto Tecnico Agrario Statale “Basile Caramia”, Locorotondo Corso I.F.T.S. in “Olivicoltura ed Elaiotecnica” 172 Sede: Istituto Tecnico Agrario Statale“G. Presta”, Lecce Corso I.F.T.S. in “Ortofrutticoltura conserviera” Sede: Istituto Tecnico Agrario Statale “M. Di Sangro”, San Severo ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - Deliberazione della Giunta Regionale n. 1625 del 23/11/1999 – BURP n. 118 del 25/11/1999 DURATA: 1800 ore N. 9 Corsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore - IFTS 1.“Tecnico Specialista nelle Produzioni Lattiero Casearie” (Sede: I.T.Agr. “B. Caramia – F. Gigante”, Alberobello) 2.“Tecnico Specialista nella Filiera Olivicola-Olearia con metodo biologico” (Sede: I.T.Agr. Prov. “Umberto I”, Andria) 3. “Tecnico esperto nei sistemi di qualità nelle aziende agroalimentari” (Sede: I.T.I.S. “L. dell’Erba”, Castellana Grotte) 4. “Tecnico specialista in vivaismo ortofloricolo” (Sede: I.S.I.S.S. “G. Pavoncelli”, Cerignola) 5. “Tecnico Specialista in tecniche di organizzazione e gestione di aziende agrituristiche” (Sede: I.T.Agr. G. Presta, Lecce) 6. “Tecnico Specialista nella filiera enologica” (Sede: Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “B. Caramia - F. Gigante”, Locorotondo) 7. Tecnico Esperto delle tecniche di produzione biologica ed integrata in ortofrutticoltura” (Sede: Istituto Tecnico Agrario “C. Mondelli”, Massafra) 8.“Tecnico Specialista nella filiera olivicola olearia” (Sede: Istituto Tecnico Agrario “E. Pantanelli”, Ostuni) 9.“Tecnico Specialista per la gestione dei parchi e delle riserve naturali” (Sede: Istituto Tecnico Agrario “M. Di Sangro”, San Severo) ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - POR Puglia 2000 – 2006 - Asse III – Misura 3.7 – Azione C. Atto Dirigenziale G. R. n. 595 dell’11/11/2004 DURATA: 1200 ore N. 6 Corsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore - IFTS 1.“Tecnico Superiore Esperto nella produzione e commercializzazione di produzioni frutticole in regime di agricoltura ecocompatibile”(Sede: Istituto Tecnico Commerciale “S. Pertini”, Turi) 2. Tecnico Superiore esperto nella conservazione, trasformazione e commercializzazione di prodotti orticoli ed olivicoli” (Sede: I.S.I.S.S. “G. Pavoncelli”, Cerignola) 3. “Tecnico Superiore Esperto nelle produzioni vegetali in regime di agricoltura biologica” (Sede: Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”, Locorotondo); 4. Tecnico Superiore Esperto nella conservazione, trasformazione e controllo di qua- 173 lità dei prodotti agroindustriali (Sede: Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Pepe-Calamo” Ostuni); 5. Tecnico Superiore Esperto nella produzione e qualificazione delle produzioni lattiero casearie (Sede: Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “A. Agherbino”, Putignano); 6. “Tecnico Superiore Esperto di laboratorio per aspetti chimico-biologici” (Sede: Istituto di Istruzione Secondaria Superiore I.P.S.I.A. – I.T.C., Santeramo in Colle) ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - Avviso n.1/2006 Determinazione del Dirigente del Settore Formazione Professionale n. 140 del 17 marzo 2006 - BURP n. 38 del 23 marzo 200 Misura 3.7, azione c) del complemento di programmazione del POR Puglia 2000 – 2006 DURATA: 1200 ore N. 41 corsi di formazione rivolti a giovani agricoltori beneficiari del premio per il primo insediamento in agricoltura tenutisi in diversi Comuni Pugliesi ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - P. O. R. Puglia 2000 – 2006 Fondo FEOGA Sezione Orientamento – Asse IV – Sistemi locali di sviluppo – Misura 4.21 “Consolidamento ed innovazione delle competenze tecniche degli imprenditori agricoli e operatori del settore”. Determinazione del Dirigente del Settore Agricoltura n. 697 del 06.05.2008 - BURP n. 77 del 15.05.2008 DURATA 200 Ore N. 4 Corsi 1.“Esperto di sistemi di gestione ai fini della sicurezza delle imprese di autotrasporto” (Sede: ITC “A. Moro” Monopoli) 2.“Gestione e controllo dell’ambiente: tecniche e tecnologie per la sostenibilità della gestione di coltivazioni floricole in ambiente protetto” (Sede: Istituto Professionale “G. De Gemmis” di Terlizzi) 3. “Marchi, agricoltura e turismo nel sistema delle aree protette” (Sede: Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” CRSA – Locorotondo) 4.“Progettazione e gestione sostenibile del territorio agroforestale” (Sede: IISS “A. Agherbino” Noci) ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - POR Puglia 2000-2006, ASSE I Misura 1.10 azione b) - AVVISO n. 3/2009 - Determinazione Dirigenziale n. 552 del 21/04/2009 –BURP n. 62 del 23/04/2009 DURATA: 100 ore N. 4 Corsi 1.“Lo sviluppo del settore agroalimentare pugliese attraverso l’export management” 174 (Sede: ITC “S. Pertini” di Turi) 2. “Marketing internazionale dei prodotti agroalimentari” (Sede: ITC “A. Moro” di Monopoli) 3. “Tecnico Specialista nell’organizzazione e gestione informatizzata di aziende agroalimentari” (Sede: Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” CRSA – Locorotondo) 4. “Marketing internazionale per le piccole e medie imprese” (Sede: IISS “Tommaso Fiore” di Modugno) ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - POR Puglia 2000-2006, ASSE IV Misura 4.20 azione b) - AVVISO n. 5/2009 - Determinazione Dirigenziale n. 554 del 21/04/2009 - BURP n. 62 del 23/04/2009 DURATA: 100 Progetto”Esperto in tecniche vivaistiche floricole ed ornamentali” Sede: Istituto Professionale “G. De Gemmis” di Terlizzi ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - POR Puglia 2000-2006 ASSE III Mis. 3.14 azione d). Avviso n. 8/2009 - D.D. n. 930 del 12/06/09 - BURP n. 89 del 18/06/09 DURATA: 600 Corso “Tecnico Specialista nell’organizzazione e gestione informatizzata di aziende agroalimentari” Sede: Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia” Locorotondo ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - POR Puglia 2000-2006 ASSE III Mis. 3.14 Azione d). Avviso n. 8/2009 D.D. n. 930 del 12/06/09 - BURP n. 89 del 18/06/09. DURATA: 600 ore Progetto “Agricoltura, Ambiente, Alimentazione per una migliore qualità della vita” Il progetto articolato in più interventi ha visto coinvolte il CRSA “B. Caramia” di Locorotondo; l’ IPSSAR “Perotti” di Bari; l’ IISS “B. Caramia – F. Gigante” sedi di Locorotondo ed Alberobello; l’ IISS “G. De Gemmis” sedi di Terlizzi e Bitonto. ENTE FINANZIATORE: Provincia di Bari - POR Puglia 2007-2013 - ASSE IV - Avviso n. 5/2009 - D.D. N. 246/F.P.F. del 18/12/2009 - BURP n. 23 suppl. del 04/02/2010 DURATA: 12 mesi Corso “Tecnico della gestione integrata di Aree verdi con l’impiego di essenze autoctone” ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - P.O.R. PUGLIA FSE 2007-2013 – ASSE II – Avviso n. 15/2009 DD N. 308 del 29/04/10 - BURP n. 82 del 06/05/2010 DURATA: 300 ore 175 Corso “Esperto in tecniche vivaistiche floricole ed ornamentali” Sede: ITC “V. Bachelet” di Copertino ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia- P.O.R. PUGLIA FSE 2007-2013 – ASSE II – Avviso n. 15/2009 D.D. N. 308 del 29/04/10 - BURP n. 82 del 06/05/2010 DURATA: 300 ore Progetto “Gestione sostenibile del territorio agro-forestale” ENTE FINANZIATORE: Provincia di Bari - POR Puglia 2007-2013 FSE ASSE IV Avviso n. BA/8/2009 D.D. N. 262/F.P.F. del 24/12/2009 - BURP n. 23 del 04/02/2010 DURATA: 12 mesi Corso “Esperto in Gestione Sostenibile della Risorsa Suolo” ENTE FINANZIATORE: Provincia di Bari - POR Puglia 2007-2013 FSE ASSE IV –Avviso n. BA/10/2010 – D.D n. 286 del 21/12/2010 - BURP n. 194 del 30/12/2010 DURATA: 140 ore Corso“Esperto Cantiniere” Corso“Esperto potatore di specie frutticole e viticole” Corso“Esperto potatore di specie frutticole e viticole” Sede: ISISS “G. Pavoncelli” Cerignola ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - P.O.R. Puglia FSE 2007/2013 Asse V Avviso n.7/2010 “D. D. n.. 1761 del 30/09/2011 - BURP n. 160 del 13/10/2011 DURATA: 610 ore SOGGETTO PARTNER Corso Cipe IFTS/Ricerca “Tecnico Superiore esperto nella certificazione genetica e sanitaria delle specie vegetali (Sede: Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”, Locorotondo) Corso Cipe IFTS/Ricerca “Tecnico superiore esperto nei sistemi di controllo di qualità nelle filiere delle produzioni vegetali” (Sede: Istituto Tecnico Agrario “C. Mondelli”, Massafra) Corso Cipe IFTS/Ricerca “Tecnico superiore esperto del controllo di qualità e sicurezza dei prodotti agroalimentari” (Sede: Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione di Castellana Grotte) Corso Cipe IFTS/Ricerca “Tecnico esperto sulla certificazione di qualità delle produzioni vegetali” (Sede: Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”, Locorotondo) Corso Cipe IFTS/Ricerca “Tecnico Superiore Esperto sulla qualità e sostenibilità delle produzioni vegetali ” (Sede: Istituto Tecnico Agrario “C. Mondelli”, Massafra) ENTE FINANZIATORE: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca De- 176 libere CIPE n. 83/2003 e n. 20/2004 DURATA: 1200 ore Corso IFTS “Tecnico Superiore esperto nella valorizzazione di beni e percorsi eno-gastronomici” organizzato nell’ambito della Scuola Internazionale della Gastronomia Mediterranea del Comune di Ceglie Messapica ENTE FINANZIATORE: PIC INTERREG III A Grecia – Italia 2000-2006 – Asse Prioritario III – Misura 3.2 DURATA: 1200 ore Corso “Tecnico superiore esperto di rete nei sistemi enogastronomici e del turismo rurale” Capofila: Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione di Castellana Grotte (BA) ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia -POR Puglia 2000-2006 Misura 4.20 azione b). DURATA: 500 ore Corso “Tecnico superiore esperto di rete nei sistemi enogastronomici e del turismo rurale” Capofila: Istituto di Istruzione Secondaria Superiore Mediterraneo con sede in Leporano (TA) ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia - POR Puglia 2000-2006 Misura 4.20 azione b) DURATA: 500 ore Corso “Progettazione e gestione sostenibile del territorio agroforestale” Capofila: Dipartimento PROGESA dell’Università degli Studi di Bari – Facoltà di Agraria per la realizzazione ENTE FINANZIATORE: Regione Puglia POR Puglia 2000-2006 Asse I Misura 1.10 azione b) – Avviso n. 3/2009. DURATA: 100 ore Master universitari Master Universitario di 1° livello in “Certificazione sanitaria delle produzioni vivaistiche e sementiere” con soggetto capofila l’Università degli Studi di Bari e partner l’Università degli Studi di Foggia, l’Istituto di Virologia Vegetale del CNR, Sez di Bari, l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Valenzano (BA) ed il Consorzio Vivaistico Pugliese; Master Universitario di 1° livello in “Produzioni viticole di qualità” con soggetto capofila l’Università degli Studi di Bari e partner l’Istituto di Virologia Vegetale del 177 CNR, Sez di Bari, l’Istituto Agronomico Mediterraneo, l’Istituto Tecnico Agrario Statale “Basile Caramia” Locorotondo (BA); Corsi sperimentali Progetto “Tagete – La formazione alternativa” Progetto Leonardo dal titolo “Stop & Restart”. Determinazione degli Standard Nazionali delle competenze tecnico – professionali del settore agricoltura Laboratori tematici ISFOL Orientamento al lavoro Regione Basilicata (borsa lavoro settore economico vivaismo prevista con avviso pubblico 03/2003). Borse di Studio per la formazione di quadri: “Miglioramento Sanitario e Genetico di Drupacee ed Olivo per la certificazione delle Produzioni Vivaistiche” per la formazione di n. 1 tecnico diplomato (con il contributo della Cassa Rurale ed Artigiana di Sammichele, Bari). “Monitoraggio, Eradicazione e Certificazione al Virus della Sharka” per la formazione di un tecnico laureato in Scienze Agrarie (con il contributo della Regione Puglia). “Miglioramento Qualitativo del D. O. C. Locorotondo” per la formazione di un tecnico laureato in Scienze Agrarie (con il contributo della Banca di Credito Cooperativo di Locorotondo, Bari); “Selezione clonale e sanitaria, valutazione comparata dei candidati cloni di ‘Primitivo’, valutazione di vitigni e cloni per l’impiego in uvaggi migliorativi della qualità dei vini, ottimizzazione delle pratiche enologiche per il miglioramento della qualità ed esaltare le caratteristiche di tipicità dei vini” per la formazione di n. 1 tecnico laureato in Scienze Agrarie (con il contributo della CCIAA di Taranto) CONVEGNI E INCONTRI DIVULGATIVI Internazionali − XIV Meeting of the International Council for the study of virus and virus like diseases of the grapevine (ICVG) (Locorotondo 12-17 settembre 2003) − 10° European Meeting of the IOBC/WPRS Working Group “Insects pathogens and insects parasitic nematodes” “Invertebrate patogens in biological control: present and future” (Locorotondo 06/2005) − Convegno “PRINT” Progetto”Interreg III A Italia Albania, Asse 3 Misura 3.1 azione A” Progetto Integrato per la valorizzazione delle produzioni tipiche locali (Locorotondo 17-18 giugno 2005) (Incontro internazionale) − IUFRO Unit 8.01.03 (Landscape ecology) “Patterns and Processes in Forest 178 Landscapes” Consequences of human management (Locorotondo 26-29 settembre 2006) − III° SharCo Meeting (Sharka Containment), Progetto Europeo del 7° Programma Quadro - Locorotondo, 27 -28 aprile 2009 (Incontro internazionale) Nazionali − “La Certificazione Sanitaria delle Colture Agrarie in Puglia: Stato dell’Arte” (Locorotondo 25 maggio 1994) − “Lo Stato Sanitario della Certificazione delle Produzioni Vivaistiche in Puglia” (Locorotondo 23 febbraio 1996) − Incontri Divulgativi - progetto finalizzato RAISA “Correlazioni tra Virus Floematici ed il Complesso dell’Accartocciamento Fogliare e del Legno Riccio della Vite” (Locorotondo 3-4 ottobre 1996) − Aggiornamento delle “Liste Varietali dei Fruttiferi” (Locorotondo 6 novembre 1998) − Convegno Nazionale “Certificazione delle Produzioni Vivaistiche” (Locorotondo - Valenzano 14-15 ottobre 1999) − Incontri Divulgativi sul “Programma Operativo Multiregionale Misura 2 Innovazioni Tecnologiche e Trasferimento dei Risultati della Ricerca” (Locorotondo 9 febbraio 2000) − Tavola Rotonda sulla “Conformità Agraria Comunitaria (C. A. C.): Strumento di sviluppo concreto o formale?” (Locorotondo 10 febbraio 2000) − Incontri Divulgativi sul Programma Operativo Plurifondo Feoga - Puglia 1994/1999 - Misura 4.3.1. “Servizi di Sviluppo Agricolo” (Locorotondo 11 febbraio 2000) − Convegno nazionale “Norme fitosanitarie e commercializzazione delle produzioni vivaistiche” (Locorotondo 4-5-6-7/12/2001) − Incontro divulgativo sul Programma “La qualità per un’agricoltura sostenibile” (Locorotondo 4 marzo 2002) − Seminario “Il nuovo protocollo Eurep Gap: revisione del 02/01/2004” (Locorotondo 10-11/05/2004) − 14° Forum di Medicina Vegetale sulle innovazioni per un’agricoltura rispettosa dell’ecosistema e dei consumatori (Locorotondo 02/12/2004) − Seminario sulle difficoltà nella protezione integrata antiperonosporica della vite nell’annata 2004. − Seminario interregionale “Cooperazione in rete e percorsi IFTS” Il ruolo del territorio per l’innovazione e la ricerca (Potenza, 24 - 25 ottobre 2005) − V Convegno Nazionale sulla Peschicoltura Meridionale (Locorotondo 29-30 settembre 2005) − Seminario di diffusione e disseminazione “Formazione in alternanza: Dimen- 179 sione Europea e specificità territoriale” Progetto Leonardo Stop & Restart (Locorotondo 27-28 Ottobre 2005) − Seminario “La produzione agroalimentare come risorsa dell’ecoturismo” (Martina Franca, 21 gennaio 2006) − Seminario “Qualificazione del vivaismo olivicolo: Caratterizzazione varietale, sanitaria e innovazioni nella tecnica vivaistica – Olviva” (Locorotondo 06 luglio 2006) − Convegno “Il sistema vitivinicolo pugliese fra ricerca della qualità e riforma dei regolamenti comunitari” (Locorotondo 14 luglio 2006) − Incontro dibattito “Cultura, tradizioni e specialità locali: opportunità per la promozione del territorio” (Sammichele di Bari 28 settembre 2006) − Incontro dibattito “Forum di medicina vegetale” (Bari 18 dicembre 2006) − Convegno “Quali prospettive per l’agrumicoltura dell’arco jonico?” e Mostra pomologica degli agrumi (Massafra, 02 febbraio 2007) − Incontro dibattito “Cultura, tradizioni e specialità locali: opportunità per la promozione del territorio” (Locorotondo 3 marzo 2007) − Seminario “Il Fiano della Valle d’Itria cambia nome” (Locorotondo 22 marzo 2007) − Convegno “Ricerca e Formazione in Agricoltura: Domanda, Offerta e Programmazione” (Bari 30 marzo 2007) − Convegno: “Difesa del reddito agricolo da calamità naturali o eventi eccezionali attraverso lo strumento dell’Assicurazione agevolata” (Sammichele di Bari, 2 aprile 2007) − Convegno “Le nuove competenze delle Figure Professionali del Settore Agricoltura” Progetto comunitario Leonardo FANCAM – Formazione Agronomica e Nuove Competenze in un’Agricoltura Multifunzionale (Locorotondo 8 giugno 2007) − Seminario “Latte, mozzarelle e primitivo: idee progettuali a confronto” (Gioia del Colle 31 luglio 2007) − Tavola rotonda “Cultura, tradizioni e specialità locali: opportunità per la promozione del territorio” (Locorotondo 7 agosto 2007) − Convegno “Vino e Territorio” (Sammichele di Bari 28 settembre 2007) − Convegno “La certificazione delle produzioni vivaistiche in Italia” (Agrilevante 18 Ottobre 2007) − Seminario “Attuazione ed operatività del Servizio Nazionale di Certificazione” (Agrilevante 18 Ottobre 2007) − Tavola rotonda “Salvaguardia delle risorse genetiche in frutticoltura e valorizzazione delle diversità biologiche” (Agrilevante 20 Ottobre 2007) − Tavola rotonda “Il canale formativo IFTS: esperienze a confronto” (Locorotondo 5 novembre 2007) − Convegno “Presentazione del progetto Loc. Pro. Sostegno dei Prodotti Tipici 180 Locali (Bari 28 novembre 2007) − Convegno “Valorizzazione risanamento e produzione di materiale vitivinicolo d’area” (Locorotondo 14 dicembre 2007) − Convegno “Aggiornamenti tecnici sulla coltivazione del ciliegio” (Sammichele di Bari 19 febbraio 2008) − Convegno “Aggiornamenti tecnici sulla coltivazione del ciliegio” (Lecce 20 febbraio 2008) − Convegno “Aggiornamenti tecnici sulla coltivazione del Pesco” (Mesagne 28 febbraio 2008) − Convegno “La fava Un prodotto radicato nelle tradizioni” (Castellana Grotte 24 maggio 2008) − Incontro dibattito “Enogastronomia, tipicità e turismo: Opinioni a confronto” (Locorotondo 26 luglio 2008) − Convegno “Innovazioni tecnologiche e olio di qualità” (A.I.F.O) (Locorotondo 28 marzo 2009) − Convegno “SharCo meeting” VII Programma Quadro (Locorotondo 27 - 28 Aprile 2009) − Congresso annuale Società Italiana di FotoBiologia - Sezione Nazionale della International Union for Photobiology (Locorotondo 4-5 giugno 2009) − XV Convegno Nazionale della Società Italiana di Patologia Vegetale –Sipav (Locorotondo 28 settembre – 01 ottobre 2009) − Convegno “La Puglia enologica si confronta Mosella e Valle d’Itria: Terre di Bianchi”, (Locorotondo 8 Marzo 2009). − Convegno “Il Fiano nelle Puglie”, Tornata dell’Accademia della Vite e del Vino (Minervino Murge 26 settembre 2009). − Convegno “L’eccellenza dei vini della DOC Gioia del Colle e gli strumenti per la loro valorizzazione”, (Gioia del Colle 4 dicembre 2009) − Giornata di Studio “La biodiversità agraria e le azioni per la sua salvaguardia in Puglia” (Bari 18 dicembre 2009). − Seminario “I “Fiani” una nuova opportunità per la vitivinicoltura salentina” (Manduria 17 marzo 2010) − Seminario “Risultati del Progetto di Ricerca Recupero e valorizzazione della viticoltura nel comprensorio dei trulli” (Locorotondo 29 luglio 2010) − L’inquinamento del suolo: l’importanza della prevenzione (Bitritto 14/05/2010 - Adelfia 05/10/2010 – Conversano 14/10/2010) − Il compostaggio: la rivalutazione di biomasse di scarto in agricoltura (Molfetta 11/05/2010 - Cellammare 28/09/2010 - Bitetto 12/10/2010) − I parchi naturali: una opportunità di sviluppo? (Trani 07/10/2010 - Bari 21/10/2010) − Aree protette ed agricoltura: un binomio possibile? (Altamura 28/05/2010 181 – Monopoli 04/10/2010) − Salvaguardia, conservazione e valorizzazione del territorio agro-forestale (Gioia del colle 18/06/2010 – Sammichele 26/10/2010) − La gestione della risorsa idrica: dalla siccità alle alluvioni (Barletta 25/06/2010 - Mola di Bari 22/10/2010) − La tutela del paesaggio: obiettivi e strategie (Castellana Grotte 21/05/2010 - Alberobello 24/09/2010) − Le opportunità di sviluppo nelle aree rurali pugliesi (Toritto 21/09/2010 - Corato 26/01/2011) − Seminario “Antinello e Marchione: primi passi per la Valorizzazione di antichi vitigni locali” (Conversano 25 marzo 2011). − Convegno “Giornata divulgativa e di aggiornamento in viticoltura ed enologia” (Locorotondo 27 maggio 2011). − Convegno “II Giornata divulgativa e di aggiornamento in viticoltura ed enologia” (Locorotondo 15 giugno 2012). PUBBLICAZIONI 1. Santomauro A., Faretra F., Tauro G., Lospalluti M., 1997. Protezione chimica della vite dall’escoriosi (Phomopsis viticola). Difesa Piante, 20 (3-4), 149-156. 2. Santomauro A., Tauro G., Sorrenti M., Pollastro S., De Guido M.A., Faretra F., 1997. Miglioramenti nella protezione dell’uva da tavola dalla muffa grigia (Botryotinia fuckeliana). Difesa Piante, 20 (1-2), 5-20. 3. Santomauro A., Faretra F., Tauro G., Lospalluti M., Lasorella V., 1997. Miglioramenti nella protezione dell’uva da tavola dall’oidio (Uncinula necator). Difesa Piante, 20 (3-4), 117-141. 4. Savino V., Murolo O., Calella N., 1997. Obiettivo Certificazione. Terra e Vita, 45, 87-88. 5. Santomauro A., Tauro G., Sorrenti M., De Guido M.A., Pollastro S., Faretra F., 1998. Protezione antibotritica dei vigneti ad uva da tavola coperti con teli di plastica per ritardare la raccolta dell’uva. Inf.tore agr., 54 (suppl. n. 50), 41-44. 6. Cardone A., 1999. 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In: Atti progetto POM A32 Validazione e trasferimento alla pratica agricola di norme tecniche per l’accertamento dello stato sanitario di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle produzioni vivaistiche (Savino V., T. Amenduni, A. Bazzoni, D. Boscia, S. Pollastro, M. Saponari, coord.), Locorotondo, 4-7 dicembre 2001, Vol. 1, 325-339. 19. Digiaro M., Pollastro S., Boscia D., Garau R., Vovlas N., Saldarelli P., Bica D., Dongiovanni C., Tolu G., Tauro G., Prota V.A., Faretra F., Savino V., Martelli G.P., 2001. Punti critici della vite. Appunti Incontro divulgativo “Progetto POM A32 – Validazione e trasferimento alla pratica agricola di norme tecniche per l’accertamento dello stato sanitario di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle produzioni vivaistiche”, Termoli, 1-2 marzo, 33-34 (riassunto). 20. Digiaro M., Pollastro S., Boscia D., Vovlas N., La Notte P., Abbatecola A., Simeone V., 2001. Distribuzione dei patogeni della vite in Puglia. In: Atti progetto POM A32 Validazione e trasferimento alla pratica agricola di norme tecniche per l’accertamento dello stato sanitario di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle produzioni vivaistiche (Savino V., T. Amenduni, A. Bazzoni, D. Boscia, S. Pollastro, M. Saponari, coord.), Locorotondo, 4-7 dicembre 2001, Vol. 1, 195-220. 21. Djelouah K., D’Onghia A.M., Ippolito A., Romanazzi G., Schena L., Trisciuzzi N., Vovlas N., 2001. Protocolli per gli accertamenti sanitari degli organismi patogeni di qualità degli agrumi. In: Atti progetto POM A32 Validazione e trasferimento alla pratica agricola di norme tecniche per l’accertamento dello stato sanitario di specie ortofrutticole per patogeni pregiudizievoli alla qualità delle produzioni vivaistiche (Savino V., T. Amenduni, A. Bazzoni, D. Boscia, S. Pollastro, M. Saponari, coord.), Locorotondo, 4-7 dicembre 2001, Vol. 1, 483-519. 22. 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Torino, Luglio 2012. 201 Foto 1 – Foto di gruppo dipendenti e collaboratori del CRSA Foto 2 – La Masseria Ferragnano sede dell’Area Amministrativa Foto 3 – Campo di collezione del germoplasma di vite ad uva da tavola e screen house sullo sfondo 202 Foto 4 – Le screen house – Premoltiplicazione sezione operativa Ferragnano Foto 5 – La biblioteca e le aule Foto 6 – Laboratorio di colture in vitro e sede del Centro Regionale di Premoltiplicazione 203 Foto 7 – Laboratori di analisi agroalimentari ed enologiche Foto 8 – Cantina didattica sperimentale Foto 9 – Serre e screen house per la premoltiplicazione 204 Foto 10 – Campo di omologazione ad uva da vino Foto 11 - Screen house sezione operativa Amendolecchia, Massafra (Ta) Foto 12 – Camera di crescita del laboratorio di coltura in vitro 205 Foto 13 – Laboratorio diagnosi molecolare Foto 14 – Laboratorio agroalimentare (particolare) Foto 15 – Aula 1 206 Foto 16 – Mostra pomologica – Convegno Progetto Interreg Print. Locorotondo, luglio 2008 Foto 17 – Concorso di pittura estemporanea – Evento “Tipica…mente”. Locorotondo, luglio 2008 Foto 18 – Giornata Mondiale per l’Ambiente (WED). Bari, giugno 2010 207 25 anni Un sentito ringraziamento a tutti coloro che in questi 25 anni hanno contribuito con abnegazione, professionalità e spirito di sacrificio alla nascita e alla crescita del CRSA. 208