Data e Ora: 05/04/07 00.32 - Pag: 29 - Pubb: 05/04/2007 - Composite PROVINCIA Giornale di Brescia GIOVEDÌ 5 APRILE 2007 29 Alla collana delle pubblicazioni si aggiungeranno presto Nave e Cortefranca L’ARALDICA IN MUNICIPIO BRESCIA - La collana dedicata all’araldica dei Comuni bresciani si è arricchita di nuove pubblicazioni. In questa pagina ci occupiamo delle ultime due che riguardano Adro e Bagolino e inoltre di Borgosatollo, uscita quasi un anno fa ma di cui non avevamo ancora parlato. Esse vanno ad aggiungersi all’elenco che comprende, in ordine di stampa, i comuni di Castegnato, Ospitaletto, Cazzago San Martino e Bione e la Provincia di Brescia. Di prossima pubblicazione sono Cortefranca (nella foto a sinistra il Municipio), Nave e Ciseranno nella provincia berga- masca. Il curatore della collana è il giornalista Giacomo Danesi (www.giacomodanesi.it) che ha compiuto specifiche ricerche d’archivio ed è socio dell’Istituto araldico genealogico italiano, un’associazione che è stata costituita nel 1993 allo scopo di sviluppare la conoscenza dell’araldica, della genealogia e degli ordini cavallereschi e pubblica bimestralmente la rivista «Nobiltà», diretta dal prof. Pier Felice Degli Uberti. Danesi si occupa anche di araldica ecclesiastica ed è impegnato in ricerche dedicate agli stemmi del Papa Benedetto XVI, dei de- funti pontefici Paolo VI e Giovanni XXIII e del cardinale Giovanni Battista Re. Ma torniamo all’araldica dei Municipi. L’iniziativa dei sindaci, che promuovono la pubblicazione destinata a tutte le famiglie del paese, intende favorire la conoscenza di capitoli della storia locale che non devono essere sottovalutati. Dietro quelle che possono sembrare curiosità legate ad un passato anche non vicinissimo, si scoprono avvenimenti e momenti della storia locale che meritano di essere riportati alla luce. Spesso è un modo per rinverdire aspetti legati alla vita della comunità che si erano smarriti o erano stati completamente trascurati. Anche così si spiega il ritorno di interesse per le pubblicazioni locali che aiutano a comprendere meglio le proprie radici: per le persone più anziane può essere un modo di recuperare la memoria di avvenimenti lontani; per i più giovani la possibilità di conoscere e quindi di capire meglio anche il presente. Per il disegno degli stemmi araldici Giacomo Danesi si avvale della collaborazione di Maria Cristina Sintoni, maestra d’arte e socia dell’Iagi. Una veduta panoramica dell’abitato di Nave Gli stemmi comunali raccontano la storia locale Ecco i risultati delle ricerche che hanno svelato i segreti dei simboli di Adro, Bagolino e Borgosatollo PRESENTI GIA’ NEL XVI SECOLO UNA DISPUTA NON RISOLTA LA SORPRESA DEL GONFALONE Adro: grappoli mai riconosciuti Bagolino: 3 monti imprecisati Borgosatollo: pecora o cinghiale? ADRO - L’Amministrazione comunale di Adro ha distribuito a fine anno un opuscolo che illustra la «Ricerca araldica dello Stemma comunale» compiuta da Giacomo Danesi. Lo stemma comunale di Adro, infatti, ufficialmente non esiste, quello che viene utilizzato sui documenti, o che campeggia su cartelli e gonfalone, non ha nessun carattere ufficiale e giuridico poiché finora nessuna amministrazione comunale ha mai chiesto il regolare «Decreto di riconoscimento» presso l’Ufficio araldico istituito presso la presidenza del Consiglio dei ministri. Lo stemma finora usato, una grande A accompagnata da tre grappoli d’uva, ha origini lontane, in quanto lo troviamo scolpito, anche se incompleto, nella pietra grigia dell’arco d’ingresso alla chiesa di S. Maria Assunta nel cimitero di Adro; il prof. Umberto Perini, storico locale, lo fa risalire al XVI secolo. All’interno della chiesa lo stemma appare altre due volte, affrescato, stavolta nella sua forma più completa, cioè con i tre grappoli. Significativo è proprio l’uso del grappolo come simbolo, visto che Adro, come quasi tutta la Franciacorta, è celebre fin dall’antichità per la coltivazione della vite e per i vini pregiati. L’uso ufficiale dello stemma, su scudo accartocciato e ornato di rami di quercia ed alloro, lo si trova per la prima volta su un documento comunale del 1910. Con alcune modifiche (aggiunta ed eliminazione del fascio littorio) si giunge fino ai giorni nostri, quando convivono due versioni diverse: solo lo stemma, oppure lo stesso sormon- BAGOLINO - Tre monti il più alto dei quali, disegnato al centro, è sormontato da una croce. È questo il simbolo che ha caratterizzato nei secoli il Comune di Bagolino. Se poi l’emblema prevede che i monti siano verdi su sfondo azzurro, che quello a sinistra sia in primo piano e quello a destra posizionato appena dietro e dietro ancora quello centrale, se il tutto è contenuto in uno scudo «timbrato» dalla corona regolamentare per i Comuni italiani e se gli elementi decorativi sono un ramo di quercia e uno d’alloro annodati fra loro da un nastro che riproduce il Tricolore italiano, allora siamo di fronte allo stemma comunale di Bagolino, così come è stato riconosciuto ufficialmente nel 1995 dall’Istituto Araldico, alla fine di un percorso di affinamento delle sue fattezze che si conclude per volontà del sindaco Francesco Vassallo, ma che risale almeno al 1590. A quella data, infatti, si può far risalire il primo documento che riporta la particolare simbologia. Ed ecco la novità. La ricostruzione puntuale degli eventi che hanno contribuito alla realizzazione dello stemma comunale bagosso è stata messa nero su bianco, più disegni, in un opuscolo voluto dall’attuale sindaco Marco Scalvini che riporta una ricerca dell’esperto di araldica Giacomo Danesi. Una pubblicazione stampata alla fine dello scorso gennaio. «Bagolino ha una lunga storia alle spalle e molta altra da percorrere - ci ha scritto sopra il sindaco -. Certo mai avrei pensato che bastasse un simbolo, uno scudo, un colore per identificare, studiare, scoprire la cul- BORGOSATOLLO - Nello stemma del Comune di Borgosatollo c’è una pecora o un cinghiale? Il primo documento che testimonia l’esistenza di un simbolo araldico dedicato al paese, è una lettera scritta dal Commissario prefettizio di Borgosatollo nel 1925. In quell’occasione lo stemma in bianco e nero del Comune, è stato inviato alla ditta Giuseppe Conti e C. per essere apposto sul materiale di cancelleria destinato al Municipio. In un allegato alla lettera vi è un foglio in cui è disegnato uno scudo coronato riempito da linee orizzontali (che nel linguaggio araldico rappresentano l’azzurro) con impressa al centro una pecora rampante rivolta verso sinistra. Nel 1926, l’allora Segretario comunale invia una copia conforme dello stemma di Borgosatollo al Regio Ufficio di Araldica perché sia ufficialmente catalogato, ma da Firenze non arriva nessuna ricevuta di conferma probabilmente proprio perché quel blasone non aveva nessuna caratteristica d’ufficialità com’era invece imposto dalla legge. Solo nel 1931, Benito Mussolini riconosce a Borgosatollo il diritto d’uso dello stemma comunale rappresentato da: «Una pecora rampante rivolta al naturale in campo azzurro». Simbolo che non subirà più modifiche. Ancor oggi, però, i più anziani del paese ricordano come a scuola era loro insegnato disegnare lo stemma del paese con raffigurato un cinghiale, anziché una pecora. Secondo il loro giornalista compae- tato da corona e con rami di quercia ed alloro. Come sarà invece dopo l’approvazione dell’Ufficio onorificenze e araldica? La blasonatura, del prof. Maurizio Gorra, col bozzetto di Maria Cristina Sintoni, descrive così lo stemma comunale: «di verde, alla lettera A d’argento, accompagnata da tre grappoli pampinosi e ramiferi d’oro, l’inferiore più grande e fogliato». Lo scudo pieno sarà sormontato da una corona e decorato con due rami fruttiferi, uno di quercia e uno di alloro, fra loro incrociati e annodati con un nastro dai colori nazionali. «Lo stemma racconta con un semplice disegno la storia della nostra terra - spiega il sindaco di Adro, Oscar Danilo Lancini -. Mi auguro che esso possa presto apparire anche su prodotti o documentazioni del nostro comune e che, grazie alle esportazioni dei molti imprenditori adrensi, possa diventare ambasciatore della nostra comunità in tutto il mondo». Gian Battista Vezzoli tura di un popolo, di un paese, di una comunità». Un simbolo semplice, verrebbe da dire, ma lo è solo in apparenza. Già ricostruire quali sono i tre monti rappresentati, infatti, apre una questione ardua da risolvere. A questo proposito il ricercatore Danesi se la cava indicando più soluzioni, tutte possibili e mutuate dal parere di illustri studiosi: lo storico locale Buccio ritiene che siano i monti Maniva, Vaia e Bagoligolo; monsignor Paolo Guerrini è invece convinto che «Bagolino lo domina a monte la Pezza incoronata di guglie e sormontata dalla Croce di Cristo, segnacolo della fede dei padri e stemma a posteri»; di tutt’altro avviso sono Ginevra Zanetti e Livio Dionisi che si dicono convinti che lo stemma deriverebbe da quello dei Benedettini Olivetani (anche per loro tre monti e una croce) con i quali i bagossi ebbero effettivamente stretti contatti. Ubaldo Vallini sano, Giannetto Valzelli: «La pecora rampante fu imposta dai maggiorenti fascisti del luogo per punire i numerosi antifascisti del paese» e non ha nulla a che vedere con l’araldica che traduce questo animale in simbolo di dolcezza e mansuetudine. Ma il «coup de theatre» avviene nel 2005, quando nella sede del Municipio di Borgosatollo si presenta un signore olandese con un regalo per il sindaco. Nei primi anni Novanta la squadra di tamburello del paese è stata in Olanda per un torneo e là si è dimenticata un gonfalone che lui aveva (gentilmente) pensato di riconsegnare. Una volta aperto lo stendardo, ecco la sorpresa: nello scudo non era effigiata una pecora rampante, ma un cinghiale in campo verde. Pare pertanto giustificata la decisione del sindaco Bellotto di predisporre in tempi brevi tutta la necessaria documentazione per l’adozione di un nuovo stemma. Erminio Bissolotti a eric PUBBLICITÀ ac da d Cerchi lavoro? Vuoi cambiare impiego? Pubblica il tuo profilo con soli 25 euro * *IVA e spese incluse Sul È indispensabile la consegna dei dati da pubblicare da parte del diretto interessato presso gli uffici di Numerica Pubblicità in via L. Gambara, 55 a Brescia dal lunedì al venerdì: 8.45-12.30 / 14.30-18.30. Per infomazioni Telefono 030 37.401 e Sch eg ons s agli nare port ell um i di N (Fac Simile)