PROF. DOTT. ING.
MARCO TODESCHINI
” EFFETTO MAGNUS „
QUALE PRINCIPIO FONDAMENTALE
DELLA
TEORIA DELLE APPARENZE
( CAPITOLO III°)
A cura di
Fiorenzo Zampieri
Circolo di Psicobiofisica
“Amici di Marco Todeschini”
PREMESSA
In tutta l’opera scientifica del Prof. Marco Todeschini, viene citato quale principio
fondamentale un particolare aspetto della fisica dei fluidi e precisamente il cosiddetto
“effetto Magnus” che prende il nome dallo studioso tedesco, suo scopritore: Heinrich
Gustav MAGNUS. Tale fenomeno consiste nel fatto che un cilindro rotante su se stesso,
investito da una corrente fluida, risente sul suo asse una forza perpendicolare alla direzione
di essa; il verso della spinta di questa forza si ottiene ruotando il vettore della velocità del
fluido di 90° in senso opposto alla rotazione del cilindro. Il fenomeno ha notevole
importanza nella balistica esterna provocando la deviazione del piano della traiettoria dei
proietti dotati di moto rotatorio sul proprio asse, ed ha avuto una pratica applicazione sulle
rotonavi di Flettner.
Questo effetto, Todeschini, lo applica nei suoi studi sui campi centro-mossi e sulle sfere
rotorivoluenti da essi generate considerando come fluido agente l’etere cosmico.
L'EFFETTO MAGNUS
Un corpo in rotazione nell'aria trascina con sé lo straterello d'aria con cui viene a contatto e
quest'ultimo a sua volta trascina con sé lo straterello attiguo: attorno al corpo rotante si
formano così filetti d'aria che ruotano su circonferenze concentriche.
Se il corpo ha un moto di traslazione (ad esempio verso sinistra) è come se venisse investito
da una corrente d'aria che si muove in direzione opposta a quella del corpo ( nel nostro caso
quindi verso destra ).
Se il moto è puramente traslatorio le linee di corrente saranno ugualmente spaziate tra loro
intorno al corpo.
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Nel momento in cui il corpo è dotato di moto sia rotatorio che traslatorio, la velocità
dell'aria aumenta superiormente o inferiormente al corpo a seconda del verso di
rotazione del corpo, proprio per il trascinamento dell'aria attorno al corpo stesso ( le
velocità dei filetti in rotazione amplificano il moto della corrente dovuto alla
traslazione se in verso concorde a quest'ultima, diminuiscono la velocità nella zona
in cui i versi sono invece discordi). Per l'equazione di Bernoulli a tale variazione di
velocità corrisponde una variazione di pressione : la traiettoria del corpo verrà
quindi curvata in direzione opposta al verso di rotazione.
Per approfondire adeguatamente quanto l’effetto Magnus sia importante nel lavoro
scientifico del Todeschini, riportiamo di seguito parte del Capitolo III° della sua “Teoria delle
Apparenze”, dal titolo “La Materia”, nel quale il professore esprime tutta la sua competenza
in merito e dimostra ampiamente come tale fenomeno agisca sia a livello microcosmico che
macrocosmico.
In calce proponiamo anche un breve estratto dal libro di Emmanuele Borgognone, valente
collaboratore dello stesso Todeschini, dal titolo “La realtà fisica dei fenomeni elettrici,
magnetici, luminosi”, dove anch’egli, con notevole perizia, porta a sostegno dell’opera
todeschiniana, gli aspetti fisici della scoperta dello scienziato tedesco.
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Dal volume di
Emmanuele Borgognone
“LA REALTÀ FISICA DEI FENOMENI ELETTRICI,
MAGNETICI, LUMINOSI”
Parte II^
Capitolo 3
IL FLUIDO SPAZIALE”
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APPENDICE
DALLA “TEORIA DELLE APPARENZE”
Come è noto nell’opera principale di Todeschini vengono elencate e descritte
sinteticamente, alla fine di ogni capitolo, le scoperte derivate dalle sue ricerche scientifiche,
quindi, relativamente all’Effetto Magnus, argomento del presente opuscolo, riportiamo la
descrizione di quelle che ne contengono il riferimento.
13. La massa m di un nucleo rotante a velocità C che si muove a velocità di traslazione V
rispetto allo spazio fluido, si scompone, per effetto Magnus, in due: una trasversale Mt, ed
una longitudinale Ml, tali che rispetto alla massa m, risultano determinate dalle seguenti
relazioni:
25. La spinta F1 che riceve una sfera rotante (nucleo) da una corrente di spazio fluido, viene,
per effetto Magnus deviata di un angolo α e ripartita in due: una Fr e una Fo tali che sulla
linea di azione risulta:
34. Il peso del nucleo atomico è proporzionale al peso dello spazio fluido spostato nell’unità
di tempo contro il nucleo stesso ed inversamente proporzionale al seno dell’angolo che la
direzione della corrente di spazio fluido fa con la reazione inclinata, dovuta all’effetto
Magnus, secondo la relazione:
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37. Il peso di un corpo è proporzionale al peso dello spazio fluido spostato nell’unità di
tempo contro gli n nuclei che lo costituiscono ed inversamente proporzionale al seno
dell’angolo che la direzione della corrente di spazio fluido fa con la reazione inclinata dei
nuclei stessi, per effetto Magnus, secondo la relazione:
61. Gli effetti giroscopici si identificano e sono apparenze di effetti Magnus.
62. Gli effetti giroscopici e quelli Magnus equivalenti sono prove dirette della mobilità e
ponderabilità dello spazio.
118. Immersa una sfera planetaria in un campo rotante Todeschini, essa assumendo una
velocità di rotazione C, ed essendo investita dalla corrente circolare dello spazio fluido
avente velocità V1, per effetto Magnus, manifesta una massa trasversale Mt ed una
longitudinale Ml che rispetto alla sua massa M, sono espresse dalle seguenti relazioni:
137. La misteriosa forza di gravitazione che si manifesta tra due frammenti di materia,
agente ancor più misteriosamente a distanza è un’apparenza della spinta radiale spaziodinamica che le masse risentono per effetto Todeschini-Magnus se immerse negli spazi
rotanti reciproci suscitati dai loro nuclei costituenti. Tale spinta diretta secondo la
congiungente i centri delle masse, è proporzionale alle masse trasversali relative Mt e M’t ed
inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza R, secondo la relazione:
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194. L’elettrone immerso tra le falde fluide rotanti dell’atomo, assume per effetto
Todeschini-Magnus, una massa trasversale Mt ed una massa longitudinale Ml, che rispetto
alla massa che aveva fuori dal campo, hanno le seguenti espressioni:
199. L’elettrone immerso tra le falde fluide rotanti dell’atomo assume per effetto
Todeschini-Magnus una carica elettrica trasversale et ed una carica elettrica longitudinale el
che rispetto alla carica e0 che aveva fuori dal campo, sono esprimibili con le seguenti
relazioni:
260. La misteriosa forza di gravitazione dei corpi celesti è un’apparenza della spinta radiale
fluidodinamica dei campi rotanti di spazio da essi corpi provocati, per effetto TodeschiniMagnus. Tale spinta Ft è proporzionale alle masse trasversali
dei due corpi
considerati ed inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza R, secondo la
relazione:
299. Un corpo celeste planetario immerso tra le falde di spazio di un campo rotante
astronomico, assume, per effetto Todeschini-Magnus, una massa Mt trasversale, ed una
massa Ml longitudinale, che rispetto alla massa che aveva fuori del campo, hanno le
seguenti espressioni:
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SINTESI BIOGRAFICA
MAGNUS, Heinrich Gustav. - Nato il 2 maggio 1802 a Berlino e ivi morto il 4 aprile 1870.
Frequentò (1822-1827) l'università di Berlino, studiando chimica, fisica e tecnologia; compì
la sua preparazione intellettuale a Stoccolma con Berzelius, a Parigi con Dulong, Thénard e
Gay-Lussac. Nel 1831 libero docente di tecnologia, poi di fisica, era nominato nel 1834
professore straordinario e nel 1845 ordinario a Berlino; dal 1840 membro dell'Accademia
delle scienze. Insegnava intanto fisica alla scuola di artiglieria e fra il 1850 e il 1856
tecnologia all'istituto industriale. Per molto tempo tenne i corsi a sue spese nella propria
casa, e in questa fece la maggior parte delle ricerche scientifiche.
Si dedicò principalmente alla fisica, ottenendo notevoli risultati nella determinazione della
velocità di diffusione dell'idrogeno, nell'azione delle correnti fluide sui solidi rotanti (effetto
Magnus) con applicazione a problemi balistici, nelle leggi dell'induzione elettrica e
dell'elettrolisi e nel campo della termodinamica. Studiò e misurò il gradiente geotermico,
l'ebollizione dell'acqua e delle soluzioni saline, la dilatazione dell'aria col calore e la tensione
del vapore acqueo (contemporaneamente a Regnault), la conducibilità termica dei gas, e
numerose altre questioni, spesso strettamente connesse con le pratiche applicazioni.
Le sue ricerche sulle combinazioni ossigenate degli alogeni lo condussero alla scoperta
dell'acido periodico. Nel 1828 scoprì il cloruro platinoso ammonico (detto appunto sale
verde di Magnus). Nel campo della chimica fisiologica fece importanti ricerche sull'azione
nell'ossigeno nel sangue. Infine studiò i coefficienti di dilatazione del vapore acqueo e di varî
gas.
Dalla Enciclopedia Treccani
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effetto magnus