Nascita pretermine – problematiche e opportunità nella predizione e nella prevenzione Sommario Cos'è la nascita pretermine?..................................................................................3 Definizione........................................................................................................3 Tasso di nascite pretermine.............................................................................5 Motivi di preoccupazione................................................................................6 Costo della condizione.....................................................................................7 Sapere comune sulla nascita pretermine........................................................8 Sintomi..............................................................................................................9 Fattori di rischio...............................................................................................9 Eziologia............................................................................................................... 10 Infezione e infiammazione............................................................................ 10 Fattori di rischio genetici............................................................................... 14 Vie biologiche che inducono la nascita pretermine..................................... 16 Screening..............................................................................................................20 Il metodo di screening convenzionale........................................................... 21 Screening di donne sintomatiche.................................................................. 21 Screening di donne asintomatiche................................................................ 23 Marcatori predittivi.............................................................................................24 Valutazione cervicale.....................................................................................24 Marcatori biochimici......................................................................................24 Combinazione di marcatori............................................................................ 27 Biomarcatori potenziali futuri.......................................................................29 Prevenzione..........................................................................................................36 Raccomandazioni tradizionali......................................................................36 Monitoraggio uterino in contesto domiciliare..............................................36 Cerchiaggio.....................................................................................................36 Antibiotici.......................................................................................................38 Progesterone.................................................................................................... 39 Integrazione alimentare.................................................................................42 Diagnosi e trattamento.........................................................................................43 Diagnosi...........................................................................................................43 Trattamento.....................................................................................................44 Problematiche per i medici.................................................................................48 Note conclusive.................................................................................................... 49 Iniziative internazionali per la prevenzione della nascita pretermine............50 Glossario e abbreviazioni.................................................................................... 53 Bibliografia........................................................................................................... 59 1 2 Cos'è la nascita pretermine? Definizione La durata di una gravidanza umana fino al termine completo è di 40 settimane. Il parto che avviene prima di 37 settimane complete di gravidanza è considerato pretermine, indipendentemente dal peso alla nascita (Organizzazione mondiale della sanità). Sebbene tutte le nascite che si verificano prima di 37 settimane di gestazione siano definite pretermine, la maggior parte dei danni e dei decessi si ha nei neonati partoriti prima della 34a settimana [1, 2]; pertanto è spesso conveniente considerare la nascita pretermine come suddivisa in sottogruppi, quali estremamente pretermine, molto pretermine, moderatamente pretermine e, talvolta, quasi a termine. • Pretermine, nascita tra la 23a e la 37a settimana • Quasi a termine, nascita tra la 34a e la 36a settimana • Moderatamente pretermine, nascita tra la 32a e la 34a settimana • Molto pretermine, prima della 32a settimana • Estremamente pretermine, prima della 28a settimana La nascita pretermine può essere spontanea o iatrogena (indotta dal medico). Circa il 20% di tutti i parti pretermine è di origine iatrogena. In questi casi, il medico ha stabilito la necessità di un parto pretermine a causa di gravi complicazioni per la madre o il feto, quali pre-eclampsia (PE) grave o ritardo di crescita intrauterina (IUGR), pertanto il travaglio viene indotto farmacologicamente o viene praticato un parto cesareo. Nascita pretermine spontanea Secondo le categorie classiche, la nascita pretermine spontanea Iatrogena è associata a travaglio pretermine o rottura pretermine prematura delle membrane fetali (PPROM) [3, 4] Travaglio pretermine (figura 1). Per travaglio pretermine PPROM si intende il travaglio (contrazioni regolari e maturazione cervicale) che ha inizio prima di 37 settimane complete di gestazione, con o senza membrane fetali intatte. Per PPROM si intende la rottura delle membrane fetali prima di 37 settimane di gestazione; molto spesso Figura 1. Distribuzione di diverse forme di nascita pretermine. induce la nascita pretermine. La nascita pretermine spontanea è un problema di sanità pubblica serio e comune. Nel resto di questo opuscolo, a meno che venga fatta una distinzione specifica, per nascita pretermine si intende il fenomeno spontaneo. 3 Basso peso alla nascita Un bambino nato sottopeso (LBW) pesa meno di 2.500 grammi al momento del parto, indipendentemente dall'età gestazionale alla nascita. Questo significa che i bambini nati sottopeso non sono necessariamente nati prematuramente, sebbene esista un'ovvia associazione tra il peso alla nascita e la prematurità (figura 2). Nei paesi sviluppati, la maggior parte dei bambini nati sottopeso è pretermine. Nei paesi in via di sviluppo, la percentuale di bambini nati sottopeso è superiore a causa della maggiore prevalenza di malnutrizione. I bassi pesi alla nascita possono essere inoltre suddivisi in ulteriori categorie: peso molto basso alla nascita (VLBW) e peso estremamente basso alla nascita (ELBW). • Basso peso alla nascita, meno di 2.500 g • Peso molto basso alla nascita, meno di 1.500 g • Peso estremamente basso alla nascita, meno di 1.000 g I bambini nati sottopeso comprendono quelli nati pretermine e quelli la cui crescita è stata compromessa nell'utero. Un bambino il cui peso sia significativamente inferiore alla norma per la popolazione è detto sottopeso per l'età gestazionale (SGA). Il livello di soglia è in genere un peso inferiore al 10° percentile per l'età gestazionale. Un bambino SGA è quindi più piccolo del 90% di tutti gli altri bambini della stessa età gestazionale. In alcune pubblicazioni, la definizione di SGA si basa sulla lunghezza anziché sul peso. Sono stati inoltre applicati livelli di soglia alternativi, quali il 5° o il 3° percentile per l'età gestazionale. La causa dell'SGA può essere patologica o non patologica. Il ritardo di crescita intrauterina (IUGR) è una mancanza di normale crescita fetale ed è causato da più effetti avversi sul feto, che prevengono la realizzazione del potenziale di crescita normale. IUGR e SGA sono termini correlati, ma non sono sinonimi. Non tutti i neonati IUGR sono sufficientemente piccoli da soddisfare i criteri di SGA e non tutti i neonati SGA sono piccoli a seguito di un processo di ritardo di crescita per cui sarebbe appropriato il termine IUGR. Nascita pretermine 2.500 g Nascita pretermine/ basso peso alla nascita Figura 2. Sovrapposizione tra nascita pretermine e basso peso alla nascita. 4 22 settimane Basso peso alla nascita 37 settimane Età gestazionale Termine Tasso di nascite pretermine La nascita prematura avviene in una gravidanza su dieci. Nel mondo si verificano circa 13 milioni di nascite pretermine ogni anno. L'incidenza è di circa l'11% nel Nord America, circa il 5,6% in Oceania e circa il 5,8% in Europa (tabella 1) [5]. Negli Stati Uniti nasce mediamente un bambino pretermine al minuto. Dal 1990, per motivi non completamente chiari, il tasso di nascite pretermine a livello mondiale è aumentato di circa il 14%. L'aumento nell'ultimo decennio potrebbe essere in parte spiegato dall'incremento di nascite pretermine iatrogene, dalla rianimazione sempre più aggressiva dei bambini molto pretermine, dall'aumento dell'età della madre, da tassi maggiori di tecnologie di riproduzione assistita (ART) e da gestazioni multiple correlate a queste tecnologie. Anche le gravidanze singole dopo la fertilizzazione in vitro sono a maggior rischio di nascita pretermine [190]. Questo aumento è piuttosto allarmante, considerando che la nascita pretermine è associata a un rischio significativo di patologia e decesso nel neonato. I tassi di parto pretermine non sono distribuiti in modo uniforme tra le donne fertili. È stato osservato che negli Stati Uniti la prevalenza di nascita pretermine è doppia nelle donne afro-americane rispetto a quelle caucasiche o ispaniche. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, i tassi di nascite pretermine rientrano in un intervallo compreso tra il 16 e il 18% per le donne nere e tra il 5 e il 9% per le donne bianche. Le donne nere mostrano inoltre una probabilità da tre a quattro volte superiore di incorrere in una nascita molto pretermine rispetto alle donne di altri gruppi etnici [193]. Tra l'altro, le cause delle nascite pretermine differiscono in base al gruppo etnico. La nascita pretermine nelle donne bianche è causata molto comunemente dal travaglio pretermine, mentre la PPROM è la causa più frequente per le donne nere [189]. Tabella 1. Valutazione dei tassi di nascite pretermine in vari paesi Paese Stati Uniti Tasso di nascite pretermine Riferimento bibliografico 12,7% [6] Canada 7,6% [7] Regno Unito 7,6% [8] Germania 7,6% [9] Francia 6,2% [9] Finlandia 5,2% [10] Svezia 5,6% [11] Norvegia 8,5% [12] Danimarca 6,1% [207] 7,9% [206] 15,4% [13] Australia Mozambico 5 Motivi di preoccupazione La nascita pretermine è un problema sanitario serio, associato a un rischio significativo di patologia e decesso nel neonato. Nel 2001, la nascita pretermine ha superato i difetti alla nascita come causa principale di decesso neonatale [14]. I miglioramenti delle cure neonatali hanno portato a una maggiore sopravvivenza dei neonati molto prematuri, ma i bambini prematuri sono ancora a rischio elevato di effetti avversi per la salute e problemi di sviluppo rispetto ai neonati a termine. Questi rischi aumentano col diminuire dell'età gestazionale (figura 3). Secondo uno studio recente, la sopravvivenza neonatale era significativamente inferiore quando la causa della nascita pretermine era la PPROM rispetto ai casi di travaglio pretermine e parto iatrogeno [187]. 100 90 80 70 60 Vivo Sano % 50 40 30 20 10 0 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 Gestazione alla nascita Figura 3. Numeri di bambini vivi e sani in base all'età gestazionale. Dati da [19, 20]. L'impatto emotivo su una famiglia che si trova ad affrontare questo problema è enorme. In molti casi il bambino viene ricoverato in un ospedale lontano dall'abitazione della famiglia e genitori e fratelli sono in notevole apprensione per l'incertezza sulla sopravvivenza e il recupero completo del bambino. I bambini prematuri sono a maggior rischio di complicazioni sanitarie neonatali e disabilità permanenti, quali ritardo mentale, paralisi cerebrale, problemi polmonari e gastrointestinali, perdita della vista e dell'udito (tabella 2). I bambini nati poche settimane in anticipo incorrono inoltre in una probabilità sei volte maggiore di morire nella prima settimana di vita rispetto ai bambini nati a termine e tre volte maggiore di morire prima del primo anno di vita [15]. Nel lungo periodo, i bambini nati prematuramente sono soggetti a un maggior rischio di malattia cardiovascolare, ipertensione e diabete da adulti e a un 6 possibile aumento del rischio di sviluppare neoplasia [16, 17]. Le complicazioni mediche associate alla prematurità preannunciano inoltre futuri problemi nella sfera dell'istruzione e dell'occupazione, che si protraggono fino alla fine dell'infanzia e oltre. In uno studio svedese si è osservato che la nascita pretermine è associata a una minore probabilità di completare l'istruzione universitaria e a un minore salario netto [18]. Tabella 2. Complicazioni e disabilità correlate alla prematurità [18]. Neonatale Breve termine Lungo termine Sindrome da sofferenza respiratoria Difficoltà di alimentazione e di crescita Paralisi cerebrale Emorragia intraventricolare Infezione Deficit sensoriale Leucomalacia periventricolare Apnea Necessità di assistenza sanitaria specializzata Enterocolite necrotizzante Difficoltà di neurosviluppo Sviluppo di crescita incompleto Dotto arterioso pervio Retinopatia Difficoltà a scuola Infezione Distonia transitoria Problemi comportamentali Anomalie metaboliche Malattia polmonare cronica Carenze nutrizionali Costo della condizione La nascita pretermine è associata a un notevole ricorso alle risorse sanitarie. Il suo costo economico non è stato ben definito, ma i dati emergenti sono allarmanti. I costi di una nascita pretermine non sono solo quelli sostenuti mentre il bambino si trova nell'unità di terapia intensiva neonatale dell'ospedale. Altri problemi sanitari che si sviluppano in questa fase possono persistere per anni. Recentemente è stato stimato che i neonati pretermine/nati sottopeso negli Stati Uniti sono responsabili della metà dei costi di ospedalizzazione neonatale e di un quarto dei costi pediatrici. Questo suggerisce che la prevenzione della nascita pretermine potrebbe consentire importanti risparmi economici nella cura di pazienti neonatali e pediatrici [22]. Studi condotti nel Regno Unito e in Irlanda mostrano che i costi complessivi dei ricoveri ospedalieri sostenuti durante i primi 10 anni di vita sono superiori al doppio nei neonati pretermine rispetto ai bambini nati a termine [208]. 7 È stato previsto che si osserveranno differenze di costi ancora maggiori in età successive, in particolare nel gruppo di neonati estremamente pretermine. Le esigenze di istruzione ed occupazione sempre più complesse della nostra società stanno esacerbando i problemi cronici associati alla nascita pretermine [209]. Uno studio condotto in Norvegia ha mostrato che la nascita molto pretermine è associata a un rischio significativamente maggiore di mortalità durante l'infanzia, in particolare nei soggetti di sesso maschile, a minori prestazioni riproduttive nelle età successive per entrambi i sessi e a un maggiore rischio di prole pretermine nelle donne nate pretermine [210]. Rispetto alle nascite a termine, quelle premature sono associate a costi significativamente maggiori. • Costi per il parto • Costi di intervento precoce • Costi di istruzione speciale • Riabilitazione degli handicap fisici • Assistenza sanitaria cronica • Sostegno della famiglia • Costi relativi alla perdita di produttività del nucleo familiare associati a paralisi cerebrale, ritardo mentale e deficit dell'udito. Prevedibilmente, i costi associati ai neonati pretermine dipendono dall'età gestazionale. I costi maggiori per caso si devono sostenere in genere nei gruppi molto pretermine ed estremamente pretermine, ma l'aumento dei costi annui complessivi per l'assistenza medica per il grande numero di bambini nati tra la 28a e la 32a settimana corrisponde a circa l'80% dei costi complessivi per i bambini nati prima delle 28 settimane. La perdita di potenziale umano è incalcolabile. Sapere comune sulla nascita pretermine Uno studio condotto nel 2002 negli Stati Uniti ha rivelato la presenza di numerosi equivoci sulla nascita pretermine tra gli adulti. Sebbene quasi un bambino su otto nasca prematuramente, la maggior parte degli adulti statunitensi non considera la prematurità un problema di sanità pubblica serio. Nonostante l'eziologia possa essere stabilita solo nella metà delle nascite pretermine spontanee, il grande pubblico le attribuisce perlopiù al comportamento prenatale della madre. Le percezioni errate sono predominanti e, se non vengono corrette, possono impedire le iniziative future di ricerca e prevenzione. [23] Il grande pubblico e gli operatori sanitari devono sapere che non è ancora nota l'origine dell'insorgenza spontanea del travaglio nella donna e che questo aspetto rende difficile la prevenzione e la gestione del travaglio pretermine. Esiste la necessità di condurre altre ricerche cliniche e di laboratorio sul travaglio pretermine e la pressione dell'opinione pubblica potrebbe permettere di convincere i governi e le organizzazioni di ricerca a impiegare più risorse in quest'area [211]. 8 Sintomi I sintomi del travaglio pretermine comprendono: • Contrazioni uterine ogni 10 minuti o più frequenti • Alterazione della perdita vaginale (perdita di fluidi o sanguinamento dalla vagina) • Pressione pelvica • Dolore lombare sordo • Crampi simili a dolori mestruali Fattori di rischio Il travaglio e il parto pretermine possono presentarsi in qualsiasi gravidanza, ma alcune donne sono più predisposte di altre. Sono state identificate varie caratteristiche demografiche associate a un maggiore rischio di nascita pretermine. • Nascita pretermine precedente. Questo è il principale fattore di rischio per il travaglio pretermine spontaneo. Le donne con storia di nascita pretermine sono soggette a un rischio significativamente maggiore di nascita pretermine successiva. • Gravidanza multifetale (gemellare, trigemina o più) • Basso stato socioeconomico • Origine afro-americana (sebbene possa essere difficile separare l'origine etnica dai fattori socioeconomici) • Estremi di peso (sottopeso o obesità) • Estremi di età < 16 o > 35 • Uso di tabacco • Stress • Infezione del tratto genitale • Rottura pretermine prematura delle membrane (PPROM) • Emorragia antepartum • Incontinenza della cervice • Anomalie uterine congenite I meccanismi di correlazione delle caratteristiche demografiche della madre alla nascita pretermine non sono noti. I fattori di rischio per la PPROM sono in genere simili a quelli per il travaglio pretermine con membrane intatte sebbene infezioni ed esposizione al tabacco rivestano ruoli importanti [191]. I motivi più comuni dei parti pretermine iatrogeni sono la pre-eclampsia e altri disturbi clinici in gravidanza, ritardo di crescita fetale intrauterina, anomalie congenite e trauma [212]. 9 Eziologia L'eziologia della nascita pretermine, così come i meccanismi del travaglio a termine, non è chiara. Si ritiene che si tratti di una condizione multifattoriale complessa, interessata da componenti fisiopatologiche, genetiche e ambientali. La “sindrome da travaglio pretermine” suggerisce che il travaglio pretermine sia il risultato di molteplici cause, tra cui infezione/infiammazione, distensione uterina e disturbi vascolari [213]. Non è tuttavia noto se il travaglio pretermine sia il risultato di un processo fisiologico simile al travaglio a termine ma che si attiva troppo precocemente nella gravidanza o se derivi invece da un processo patologico dovuto a una serie anomala di segnali. Infezione e infiammazione Le infezioni sembrano associate ad alcune nascite pretermine. È stato suggerito che l'infezione batterica che si diffonde nell'utero e nel liquido amniotico possa indurre un'infiammazione e successivamente il travaglio pretermine o la rottura pretermine delle membrane. Goldenberg et al. hanno riferito che fino all'80% delle donne che partoriscono prima di 30 settimane di gestazione presenta evidenza di infezione batterica del liquido amniotico e/o delle membrane, rispetto a solo il 30% di quelle che partoriscono dopo 37 settimane [24]. Infezioni urogenitali nella madre Si ritiene che alcune infezioni vaginali, quali la vaginosi batterica, siano correlate alla nascita pretermine. La vaginosi batterica, l'infezione del tratto genitale inferiore più comune nelle donne in età fertile, è una sindrome prevalentemente asintomatica in cui i normali lattobacilli vaginali vengono sostituiti da una flora mista con concentrazioni elevate dei batteri anaerobi Gardrenella vaginalis e Mycoplasma homnis. La vaginosi batterica può causare perdita vaginale che può essere di colore grigio e con un caratteristico odore di pesce. La sua presenza in gravidanza è associata a un rischio doppio di nascita pretermine. Altre forme di infezione collegate alla nascita pretermine comprendono le infezioni delle vie urinarie che evolvono in pielonefrite (infezione renale) [25], batteriuria asintomatica (presenza di batteri nelle urine) [26,27] e alcune malattie sessualmente trasmesse quali la clamidia [28]. Andrews et al. nel 2000 hanno osservato che le donne affette da clamidia presentano un rischio tre volte maggiore di nascita pretermine [28]. Anche la presenza dei batteri Ureaplasma urealyticum, Fusobacterium spp. [29], Trichomonas vaginalis, Klebsiella preumoniae, Escherichia coli e Hemophilus vaginalis è stata associata alla nascita pretermine. Il ruolo del gruppo B. streptococcus non è chiaro [30]. 10 Le infezioni virali possono essere associate alla nascita pretermine. È stato dimostrato che la perdita spontanea nel secondo trimestre era fortemente associata a qualsiasi infezione virale del tessuto placentare [231]. Secondo uno studio recente, l'infezione da papillomavirus umano (HPV) dei trofoblasti extravillosi induce la morte cellulare e può ridurre l'invasione placentare nella parete uterina. Quindi, l'infezione da HPV può causare disfunzione placentare ed è associata a esiti avversi della gravidanza, tra cui parto pretermine spontaneo [233]. Anche l'esposizione al Cytomegalovirus (CMV) può essere associata alla nascita pretermine [232]. La corioamnionite (infezione delle membrane fetali e del liquido amniotico) è fortemente associata alla nascita pretermine. Prima si verifica la nascita pretermine, maggiore è l'associazione [24, 31, 32]. L'infiltrazione infiammatoria delle membrane fetali e della decidua nel travaglio pretermine precoce provoca un aumento elevato dell'emissione di prostaglandina da parte di questi tessuti, con possibile induzione del parto [214]. Un meccanismo sottostante è apparentemente un'infezione batterica ascendente dal tratto genitale inferiore allo spazio corio-deciduale e successivamente alla cavità amniotica e al feto (figura 4). Alcuni ricercatori ritengono che il parto normale sia associato a un processo infiammatorio locale che induce la liberazione di agenti uterotonici. Nel corso di un'infezione ascendente, la cascata infiammatoria potrebbe essere attivata prematuramente [33]. Poiché le membrane formano in genere una barriera contro l'infezione ascendente, una complicazione comune della PPROM è lo sviluppo di infezione intrauterina e travaglio pretermine [192]. I microorganismi producono enzimi come la proteasi e la mucinasi, che permettono la penetrazione del tappo mucoso della cervice favorendo l'ascesa dei batteri [34]. I batteri rilasciano inoltre fosfolipasi che attivano la formazione di acido arachidonico, da cui vengono prodotte le prostaglandine, importanti mediatori dell'attività uterina. Le prostaglandine rivestono un ruolo primario nella contrazione del muscolo liscio dell'utero e nelle variazioni biofisiche associate alla maturazione cervicale. I batteri rilasciano anche endotossine che causano l'emissione di citochine proinfiammatorie quali interleuchina-1 (IL-1), interleuchina-6 (IL-6) e fattore di necrosi tumorale (TNF). Le citochine proinfiammatorie stimolano a loro volta l'espressione degli enzimi nella via di biosintesi delle prostaglandine [35]. I microorganismi aumentano inoltre la produzione di metalloproteinasi di matrice che inducono la rottura delle membrane fetali, la maturazione della cervice e le contrazioni uterine [36]. Ma perché alcune donne con tratto genitourinario colonizzato da batteri partoriscono pretermine e altre no? La spiegazione possibile è che le variazioni individuali della risposta infiammatoria possono contribuire allo sviluppo di nascita pretermine. Secondo alcuni studi, l'attivazione infiammatoria si verifica solo moderatamente con il travaglio a termine, ma in modo molto più intenso nel parto pretermine, in particolare in presenza di infezione intrauterina [33]. 11 L'importanza della cervice come barriera all'infezione ascendente è suggerita inoltre dall'aumento della frequenza di corioamnionite nella dilatazione cervicale prematura, con o senza cerchiaggio. Il tappo mucoso della cervice, che si ispessisce dopo il concepimento, può svolgere un ruolo importante come barriera immunologica locale. Questa ipotesi è sostenuta dal fatto che la maggior parte delle gravidanze continua fino al termine nonostante la presenza di microbi potenzialmente patogeni nella vagina. Il muco cervicale è inoltre una ricca fonte di proteine e peptidi antimicrobici, tra cui lisozima, lattoferrina, defensina e immunoglobuline, pertanto il tappo mucoso è una barriera non solo meccanica ma anche chimica contro le infezioni che ascendono dalla vagina [152]. Liquido amniotico Amnios Infezione del liquido amniotico Corion Decidua Miometrio Corioamnionite PG TNF IL-1 Infezione ascendente Figura 4. Infezione batterica ascendente. Modificato da [24, 29]. 12 Infezioni in altre aree Un'infezione, anche distante dall'utero, può attivare un processo infiammatorio che attiva una risposta uteroplacentare che induce il parto pretermine. Le infezioni sistemiche associate al parto pretermine comprendono appendicite (infiammazione dell'appendice, in genere dovuta a un'occlusione al suo interno), polmonite (infiammazione dei polmoni) e malattia periodontale (infiammazione delle gengive). In un'infezione sistemica, i microorganismi invadono il flusso ematico e si diffondono a diversi organi attraverso il sangue circolante. Negli ultimi anni sono state raccolte numerose evidenze che indicano un'associazione tra la malattia periodontale e la nascita pretermine. La malattia periodontale, o periodontite, è un'infezione anaerobica Gram-negativa della cavità orale, che causa la degenerazione delle ossa e del tessuto connettivo che sostengono i denti. La distruzione di queste strutture di sostegno comporta sia il danno tissutale diretto causato dai prodotti batterici sia il danno indiretto provocato dalle citochine che si sviluppano nel liquido gengivale nell'ambito della risposta immunitaria dell'ospite [37]. Sebbene la malattia periodontale colpisca fino al 50% della popolazione, se ne osserva un'incidenza relativamente elevata tra le donne in gravidanza [38, 39]. È stato inoltre mostrato che questa malattia sia associata al parto di neonati SGA [40]. Conflitto madre-feto e infezione Per iniziare e mantenere una gravidanza, il sistema di risposta immunitaria, che normalmente distrugge i corpi estranei, deve fare un'eccezione per il feto. Il 50% dei geni del feto è ereditato dal padre, di conseguenza il feto produce antigeni paterni che dovrebbero essere oggetto di distruzione da parte del sistema immunitario della madre [41]. In presenza di infezione, la pressione immunitaria materna potrebbe favorire l'espulsione del feto, se gli interessi riproduttivi della madre superano gli interessi del feto. Madri e bambini esposti a infezione del liquido amniotico sono entrambi a rischio di sepsi (un'infezione del sangue) e, infine, di morte. L'infezione intrauterina può anche suscitare una risposta infiammatoria del feto [42, 43, 44]. La sindrome da risposta infiammatoria fetale è una condizione caratterizzata da infiammazione sistemica del feto e da aumento di IL-6 nel plasma fetale ed è associata a insorgenza imminente di nascita pretermine. I bambini che sopravvivono all'insulto infiammatorio-mediato del parto pretermine sono a maggior rischio di malattia critica tra cui paralisi cerebrale. Esiste quindi evidenza a sostegno dell'ipotesi che l'inizio pretermine del travaglio possa derivare da un meccanismo del feto mirato ad abbandonare un ambiente intrauterino ostile [45, 46]. 13 Infiammazione senza infezione La risposta infiammatoria può svilupparsi anche in assenza di infezione microbica pertanto è detta anche risposta infiammatoria sterile. La risposta infiammatoria nelle membrane sembra essere associata al parto normale. Inoltre, è stato mostrato che una risposta infiammatoria sterile sia sufficiente a causare PPROM e travaglio pretermine [167]. Sia l'infiammazione dovuta a infezione sia quella sterile inducono molti degli stessi recettori delle citochine, ma seguono probabilmente vie diverse. Esistono molti stimoli diversi in grado di causare un'infiammazione sterile, ad esempio l'espressione della rilassina, un ormone collagenolitico che causa un aumento della produzione delle metalloproteinasi di matrice. La rilassina causa una maggiore secrezione di citochine IL-6 e IL-8 dalle membrane, con un effetto simile a un'infezione, ma meno intenso [168]. Fattori di rischio genetici È stata suggerita da tempo l'esistenza di una predisposizione genetica della madre o del feto alla nascita pretermine. Sono state raccolte numerose evidenze a sostegno di questa ipotesi. •L e donne che partoriscono prematuramente sono a maggior rischio di parto pretermine durante le gravidanze successive [47, 48]. •E siste una tendenza in base alla quale la successiva nascita pretermine si verifica alla stessa età gestazionale delle gravidanze precedenti. •U na donna partorita pretermine presenta maggiore probabilità di incorrere in travaglio pretermine spontaneo e nascita pretermine [49]. •L e madri con una sorella maggiore che ha partorito un neonato pretermine presentano un rischio maggiore dell'80% di partorire un neonato pretermine [48]. •È stata da tempo riconosciuta una predisposizione etnica alla nascita pretermine tra le madri africo-americane che sono più soggette delle madri ispaniche, che a loro volta sono più soggette delle madri caucasiche. Le differenze genetiche tra gli individui, ossia i polimorfismi genetici, possono causare variazioni nella produzione e nell'attività delle proteine. I ricercatori hanno iniziato a studiare gli effetti di polimorfismi genetici candidati sulla nascita pretermine, concentrandosi sui polimorfismi correlati alla risposta infiammatoria e immunologica in virtù dell'evidenza di coinvolgimento dell'infiammazione nella gravidanza e nel parto. La scoperta di un gene specifico che predispone le donne alla nascita pretermine rappresenterebbe un'enorme conquista scientifica che potrebbe suggerire obiettivi innovativi in termini di terapia e prevenzione. 14 Genoma della madre Un gene candidato significativo associato alla nascita pretermine è il gene che codifica per il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-α), una citochina proinfiammatoria presente nel liquido amniotico delle donne con infezione intrauterina che partoriscono pretermine [50]. In numerosi studi, l'omozigosi dell'allele meno comune, TNF-2, che è correlato all'aumento della produzione di TNF-α, è stata associata alla nascita pretermine [51, 52, 53]. È stato inoltre documentato che le donne nere portatrici dell'allele IL-6 e affette da vaginosi batterica presentavano un rischio doppio di nascita pretermine rispetto alle donne bianche [198]. È stato inoltre descritto l'effetto sul peso alla nascita di un'interazione tra il fumo della madre e il polimorfismo genetico [199]. Genoma del feto Anche il feto ha il potenziale di influire sull'esito della gravidanza. In uno studio recente si è osservata un'associazione tra le gravidanze multifetali e la PPROM in casi in cui il feto nato per primo presentava un genotipo TNF-2. I ricercatori hanno ipotizzato che la presenza dell'allele TNF-2 nel feto più vicino alla cervice uterina provochi una maggiore concentrazione di TNF-α sulla superficie delle membrane adiacenti alla cervice e ne favorisca la rottura [54]. Genoma del padre Gli effetti genetici del genoma del padre non sono chiari. Esiste l'evidenza che il cambiamento di partner tra le prime due nascite aumenti il rischio di mortalità infantile, nascita pretermine e basso peso alla nascita per il secondo neonato, rispetto al mantenimento dello stesso partner. È stato considerato che il maggior rischio di nascita pretermine rifletta più probabilmente i cambiamenti nello stile di vita più che le variazioni genetiche o i diversi antigeni paterni [56]. I risultati di un altro studio suggeriscono che l'effetto del cambiamento di padre dipenda dall'esito della gravidanza con il partner precedente e sostengono l'ipotesi che la condivisione di antigeni leucocitari umani (HLA) dei genitori possa essere correlata al parto pretermine [55]. Questo risultato è compatibile con il fatto che l'accoppiamento tra consanguinei è associato a esiti riproduttivi deleteri. Oggi è generalmente riconosciuto che per mantenere una gravidanza senza rigetto del feto portatore di alloantigeni, una madre deve stabilire una tolleranza immunologica. Sebbene non sia ancora ben chiaro, la tolleranza è probabilmente iniziata dalla stimolazione immunologica del feto (attraverso quella paterna). La condivisione di HLA dei genitori porta a un'assenza di stimolazione antigenica adeguata e al mancato instaurarsi della tolleranza immunologica nella madre, il che potrebbe causare una serie di esiti avversi della gravidanza [235]. 15 Interazione geni-ambiente Alcuni studi suggeriscono che più fattori genetici e ambientali possono influire sul rischio di nascita pretermine in modo indipendente o interattivo. Il contributo dei geni è ancora controverso. Sebbene determinate mutazioni geniche aumentino il rischio di nascita pretermine, molte donne presentano queste mutazioni ma hanno un parto normale. Questo fatto ha portato alcuni a ipotizzare che queste mutazioni richiedano la presenza di determinati stimoli ambientali per comportare significatività clinica. Ad esempio, le donne incinte o i loro feti, geneticamente programmati per produrre livelli elevati di mediatori pro-infiammatori, supererebbero con maggiore probabilità, rispetto a quelli che producono bassi livelli, la soglia necessaria a iniziare il travaglio pretermine in risposta a fattori ambientali. [57] Sono necessarie ulteriori ricerche sui fattori di rischio genetici nella nascita pretermine perché la maggior parte degli studi condotti a oggi non possedeva la potenza necessaria e i risultati sono inconclusivi. Vie biologiche che inducono la nascita pretermine Gli studi condotti sull'epidemiologia e la patofiosiologia del travaglio pretermine hanno suggerito quattro vie che possono indurre la nascita pretermine. • Infezione e infiammazione • Attivazione dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) materno-fetale • Emorragia deciduale (sanguinamento) • Distensione uterina I fattori di rischio della nascita pretermine attivano spesso le vie patogene che la inducono. Ciascuna delle quattro vie distinte porterà a una via finale comune che induce contrazioni uterine, dilatazione cervicale, rottura delle membrane e infine parto prematuro. In una donna incinta possono essere presenti più vie contemporaneamente. Le quattro vie patogene che inducono la nascita pretermine possiedono ciascuna una serie esclusiva di mediatori biochimici (figura 5). Una quinta via potenziale è la sensibilità alle tossine ambientali [58]. Infezione e infiammazione L'infiammazione, causata da infezione urogenitale o sistemica della madre in un'altra area, è responsabile di circa il 40% delle nascite pretermine. Il meccanismo che induce la nascita pretermine può comportare l'attivazione di citochine tra cui interleuchina-1β (IL-1β) e TNF-α. Le citochine stimolano la sintesi delle prostaglandine e aumentano inoltre la produzione di metalloproteinasi di matrice e IL-8, inducendo la rottura delle membrane fetali e la maturazione della cervice. 16 Fattori di rischio socio-ambientali 1. Infiammazione Infezione - 40% Fattori di rischio genetici 2. 3. 4. Attivazione dell'asse ipotalamo-ipofisi surrene materno-fetale (HPA) Emorragia deciduale Stiramento uterino Distacco - 20% Distensione - 10% Stress - 30% Fattori di rischio: Fattori di rischio: Fattori di rischio: Fattori di rischio: • Infezioni sessualmente trasmesse • Stress‑ psicologico o fisico della madre • Fumo • Gravidanza multifetale • Vaginosi batterica Violenza domestica • Malattia periodontale ssenza di A sostegno • Infezioni genitourinarie Trauma • Ipertensione • Trauma della madre • Stress fisiologico del feto • Polmonite • Uso di cocaina Flusso ematico uteroplacentare compromesso • Polidramnios • Anomalie strutturali dell'utero • IUGR • Coagulopatie ereditarie atologia della P placenta IL-1, TNF Trombina CRH, estradiolo Distensione del miometrio VIA FINALE COMUNE ALLA NASCITA PRETERMINE Sostanze uterotoniche, proteasi Contrazioni Alterazione della cervice Rottura delle membrane Nascita pretermine Figura 5. Vie potenziali e mediatori della nascita pretermine. 17 Attivazione dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene materno-fetale Si stima che l'attivazione prematura dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) materno-fetale in risposta a stress della madre o del feto sia responsabile di circa il 30% delle nascite pretermine. Lo stress della madre può essere sia fisico sia psicologico. Esiste una maggiore prevalenza di nascite pretermine tra le madri nubili, le madri con basso reddito e le madri che subiscono eventi stressanti importanti, quali episodi di razzismo o violenza personale. Lo stress del feto può essere dovuto a problemi di funzionalità della placenta. Lo stress aumenta il rischio di parto pretermine apparentemente a causa dell'aumento dei livelli di ormone rilasciante la corticotropina (CRH) che media, nelle vie della madre e del feto, la secrezione di ormone adrenocorticotropo (ACTH) ipofisario che a sua volta aumenta la secrezione di cortisolo surrenale materno e fetale. I maggiori livelli di cortisolo aumentano la quantità di CRH circolante e i livelli elevati di CRH inducono la produzione di prostaglandine che causano contrazioni (agiscono come uterotoniche dirette), maturazione cervicale e sensibilizzano il miometrio, ad esempio agli effetti dell'ossitocina. Il CRH aumenta anche la produzione di estrogeno placentare stimolando la secrezione del suo precursore dalla ghiandola surrenale del feto. Gli estrogeni interagiscono con il miometrio inducendo contrazioni e alterazioni della cervice. Emorragia deciduale L'emorragia deciduale è il sanguinamento della decidua, ossia il tessuto di origine endometriale che riveste l'utero ed è a contatto con le membrane fetali e la piastra placentare. Si manifesta come sanguinamento vaginale solo in rari casi. Il profilo delle donne a rischio di emorragia deciduale è molto diverso da quello delle donne con parto pretermine associato sia infezione sia a stress. Le donne soggette a questo fenomeno potrebbero facilmente essere quelle di età più avanzata, sposate e con un livello di istruzione elevato. La via è coinvolta in circa il 20% delle nascite pretermine, in particolare quelle correlate a PPROM. Il motivo alla base del sanguinamento potrebbe essere il distacco della placenta (separazione della placenta dalla parete dell'utero). I fattori di rischio comprendono il fumo di sigarette e l'uso di cocaina da parte della madre, ipertensione cronica e pre-eclampsia, trauma della madre, ritardo di crescita intrauterina e coagulopatie ereditarie (difetto del meccanismo di coagulazione del sangue). Ciascuna di queste condizioni è associata a danno alle arterie spirali uterine. 18 La via biochimica dal sanguinamento deciduale al parto pretermine è strettamente correlata alla generazione di trombina, che agisce per stimolare la coagulazione e la formazione di coaguli; tuttavia stimola anche la produzione di proteasi in grado di maturare la cervice e danneggiare le membrane fetali, inducendone la rottura pretermine prematura. La trombina può anche esercitare un effetto uterotonico indiretto sul miometrio e stimolare le contrazioni. Distensione uterina Il parto prematuro può essere iniziato dalla distensione meccanica del miometrio causata da un aumento della dimensione dell'utero oltre la possibilità di compensazione. I fattori di rischio sono gravidanza multifetale (gemellare, trigemina o più) o polidramnios (eccesso di liquido amniotico). Il meccanismo comporta la trasduzione di un segnale iniziato dalla distensione meccanica sull'utero attraverso le strutture cellulari, che a sua volta attiva la produzione di citochine e prostaglandine. 19 Screening La nascita pretermine soddisfa alcuni dei requisiti dell'OMS per lo screening [59]. Si tratta di un importante problema sanitario per l'individuo e la comunità. Lo screening sarebbe probabilmente economicamente compensato in considerazione dei costi potenziali per l'assistenza medica complessiva e vi sono prove che mostrano che il trattamento iniziato a uno stadio precoce porterebbe maggiori benefici di uno iniziato in fasi successive. Per quanto riguarda l'attuale assenza di criteri, la storia naturale della malattia non è ancora compresa in modo adeguato, non esiste un trattamento universalmente accettato o interventi utili per le pazienti con questo problema, né è ancora stato definito un test o esame di screening idoneo e accettato. Modello Fattori di rischio Bibl. Sistema di classificazione del fattore di rischio Punti assegnati 1 • 1 aborto spontaneo 2 • 2 aborti spontanei 2 • sanguinamento vaginale > 10 sett. 2 • infezione delle vie urinarie in gravidanza 2 • fumo 2 • età della madre > 40 anni 3 • > 2 aborti spontanei 3 • > 3 aborti indotti 4 • età della madre < 18 anni 10 • parto pretermine precedente 10 • sutura della cervice 10 • gestazione multipla 10 • anomalia dell'utero 62 Sistema di classificazione del rischio Fattori sociali Papiernik-Berkhauer-Creasy Anamnesi remota Problemi durante la gravidanza in corso 60, 61 Punteggio CLEOPATRA I 65 Lunghezza della cervice (≤ 2,5 cm) Parto pretermine precedente Punteggio CLEOPATRA II Fibronectina fetale Lunghezza della cervice (≤ 2,5 cm) Parto pretermine precedente 65 Profilo di probabilità del parto (curve DPP) 64 Combinazioni di: Lunghezza della cervice (≤ 2,5 cm) Nascita pretermine precedente fFN Tabella 3. Sistemi di classificazione del rischio 20 Il metodo di screening convenzionale Il metodo di screening convenzionale per la nascita pretermine si basa sull'anamnesi ostetrica, sui sintomi o sui fattori di rischio epidemiologico quali nascita pretermine precedente, età, etnia e abitudine al fumo della madre. Sono stati sviluppati diversi sistemi di classificazione del rischio (tabella 3) incentrati su questi fattori, tra i quali quello usato più comunemente è il punteggio di Creasy [60], che corrisponde a un sistema Papiernik-Berkhauer modificato [61]. I sistemi di classificazione vengono sviluppati attribuendo un valore numerico ai singoli fattori di rischio e ponderando i fattori di rischio in modo diverso a seconda della loro importanza o utilizzando metodi statistici (analisi di regressione). Questi metodi di predizione non sono né sensibili né specifici, pertanto la maggior parte delle donne che partoriscono pretermine non viene identificata dal sistema di classificazione del rischio e la maggior parte delle donne identificate come ad alto rischio non partorisce pretermine. Circa metà delle donne che partoriscono pretermine non presenta fattori di rischio ovvi. Inoltre, poiché una classificazione convenzionale dei fattori di rischio si basa prevalentemente sull'anamnesi ostetrica remota, la sua accuratezza è particolarmente bassa tra le primipare, che costituiscono circa il 50% delle donne interessate dalla nascita pretermine [62]. Per questo motivo sono stati esplorati nuovi marcatori di predizione. Il nuovo sistema di valutazione del profilo di probabilità del parto [63, 64], che tiene ora in considerazione i marcatori ecografici e biochimici oltre ai fattori di rischio convenzionali, potrebbe possedere un potenziale maggiore rispetto al sistema tradizionale di classificazione del rischio. Screening di donne sintomatiche È importante essere in grado di distinguere tra dolore addominale non consequenziale o attività uterina e il vero travaglio prematuro. Questo permette ai medici di evitare ricoveri non necessari di pazienti che non sono a rischio di parto prematuro e di prevenire numerosi effetti collaterali e complicazioni di una terapia tocolitica potenzialmente pericolosa. Il problema centrale consiste nel fatto che nel momento in cui una donna in travaglio pretermine spontaneo viene ricoverata, potrebbero essersi già verificati cambiamenti irreversibili nell'utero, che rendono inutile qualsiasi tentativo di invertire o inibire il processo. Sono disponibili in commercio test invasivi e non invasivi per predire la nascita pretermine. I test non invasivi utilizzano campioni che si prelevano con facilità, quali secrezioni cervicovaginali, siero, plasma, urina o saliva. Questi test costituiscono un rischio contenuto o non rappresentano alcun rischio per la donna e il feto. I test non invasivi disponibili in commercio misurano i marcatori biochimici quali la fibronectina fetale cervicovaginale (fFN), la proteina legante il fattore di crescita insulinosimile fosforilato 1 (phIGFBP-1) o l'estriolo salivare. Questi test possono essere utili per individuare le donne che non partoriranno nei prossimi giorni, ma non sono ottimali a causa delle limitazioni del loro valore predittivo positivo (tabella 4). I test invasivi, quali il test MMP-8, richiedono il prelievo di liquido amniotico mediante inserimento di una siringa per aspirare il liquido. La siringa viene in genere inserita attraverso la parete addominale della madre e la procedura comporta un leggero aumento del rischio di aborto spontaneo. 21 Tabella 4. Capacità di alcuni marcatori non invasivi di predire la nascita pretermine in donne sintomatiche (preferibilmente prima della 37a settimana, se questi dati non sono disponibili sono stati accettati altri endpoint). Combinazione di marcatori di IL-6, -8, CL Se TP+ TP- FP PPV NPV Bibl. 30 10 0,7 3 - - [170] CRP 38 6,3 0,7 6 - - [171] CRH 39 3,9 0,7 10 - - [172] phIGFBP-1 60 - - - 55 90 [173] fFN - 1,83 0,62 - - - [174] Estriolo 71 3,1 - 23 - - [182] IL-6 100 3 - 33 - - [175] Combinazione di fFN, LC 55 3,1 0,5 18 52,4 - [176] Rilassina 58 2,6 0,5 22 - - [177] LC 79 2,3 0,3 33 - - [178] Vaginosi batterica - 1,3 0,9 - - - [179] Se = sensibilità, TP+/- = tasso di probabilità, FP = tasso di falsi positivi, PPV = valore predittivo positivo, NPV= valore predittivo negativo, LC = lunghezza della cervice, fFN = fibronectina fetale, IL-6 = interleuchina-6, CRP = proteina C-reattiva, CRH = ormone rilasciante la corticotropina. Tabella 5. Capacità di alcuni biomarcatori non invasivi di predire la nascita pretermine in donne asintomatiche (preferibilmente prima della 37a settimana, se questi dati non sono disponibili sono stati accettati altri endpoint). Marcatore Se TP+ FP Bibl. Combinazione, 2 su 5* 59 24 2 [164] Rilassina 27 6,8 4 [180] Punteggio di Bishop ≥ (4) 23,4 - - [181] fFN 23,4 - - [181] LC 31,9 - - [181] Punteggio di Bishop + LC 14,1 - - [181] fFN + LC 15,5 - - [181] CRH 39 3 13 [183] G-CSF 49 3,3 15 [184] IL-6 20 3,3 6 [185] Alfa-fetoproteina (AFP) 35 2,6 13 [164] CRP 26 1,8 15 [186] Estriolo 92 - 26 [182] Vaginosi batterica - 1,6 - [179] * marcatori valutati: fFN, LS, defensina, α-fetoproteina (AFP), fattore stimolante la colonia di granulociti Se = sensibilità, TP+/- = tasso di probabilità, FP = tasso di falsi positivi, LC = lunghezza della cervice, fFN = fibronectina fetale, G-CSF = fattore stimolante la colonia di granulociti, IL-6 = interleuchina-6, AFP = alfa-fetoproteina, CRH = ormone rilasciante la corticotropina, CRP = proteina C-reattiva. 22 Screening di donne asintomatiche In assenza di fattori di rischio anamnestici o prenatali importanti, è difficile individuare le donne che partoriranno prematuramente. La maggior parte delle donne che partoriscono pretermine non presenta fattori di rischio importanti e oltre metà di tutte le nascite pretermine avvengono in gravidanze apparentemente a basso rischio. È necessario un test di screening affidabile in grado di individuare le donne ad alto rischio di nascita pretermine prima che si manifestino i sintomi. La disponibilità di un test di questo tipo permetterebbe l'inizio di interventi precoci e mirati. Al momento non esiste alcun test commerciale che soddisfi questa esigenza. I tentativi di sottoporre a screening le donne a basso rischio con sistemi di classificazione convenzionali o con l'esame digitale hanno mostrato scarsa sensibilità e hanno prodotto valori poco predittivi. Per individuare una parte delle donne asintomatiche ad alto rischio di nascita pretermine è possibile utilizzare la misurazione ecografica transvaginale della lunghezza della cervice [66]. I marcatori biochimici hanno mostrato un certo potenziale, ma le loro prestazioni sono risultate limitate dal punto di vista clinico (tabella 5). Un test biochimico predittivo ideale della nascita pretermine individuerebbe le donne che presentano vari sottotipi della stessa condizione (ossia nascita pretermine attribuibile a varie eziologie diverse). 23 Marcatori predittivi Valutazione cervicale Tradizionalmente, la valutazione delle pazienti asintomatiche per individuare la possibilità di parto pretermine ha compreso l'esame digitale (dal latino digitus, dito) della cervice e il monitoraggio delle contrazioni. L'esame digitale classico valuta la posizione, l'appianamento, la consistenza e la dilazione della cervice. Tutti questi parametri sono soggettivi e possiedono un'elevata variabilità intraosservatore e tra osservatori. Il punteggio di Bishop è un sistema di classificazione digitale. Il punteggio totale si ottiene valutando le cinque componenti dell'esame vaginale: dilatazione cervicale, appianamento cervicale, consistenza cervicale, posizione cervicale e stazione fetale. Tradizionalmente si utilizza per determinare la possibilità di successo dell'induzione del travaglio, ma in alcuni paesi è impiegato anche per predire la nascita pretermine. Ecografia cervicale Il metodo più accurato e riproducibile di valutazione della cervice è l'ecografia transvaginale (TVU) (figura 6). La misurazione ecografica della lunghezza della cervice è un noto indice predittivo della nascita pretermine. Minore è la lunghezza della cervice misurata ecograficamente, maggiore è il rischio di travaglio/parto pretermine spontaneo (figura 7). Tuttavia non vi è concordanza su cosa si intenda per cervice corta. In alcuni studi è stata proposta una soglia di 25 mm mentre in altri se ne è preferita una di 15 mm. Utilizzando una soglia di 15 mm a 22 settimane di gestazione, è stato individuato un sottogruppo comprendente circa l'1,5% della popolazione femminile a rischio particolarmente elevato di parto pretermine precoce [66]. La misurazione della lunghezza della cervice è un parametro utile, ma richiede un cambiamento delle attuali prassi ecografiche. La procedura richiede circa 5 minuti e può essere eseguita al momento della seconda ecografia [67]. A causa delle limitazioni di sensibilità del metodo, la misurazione ecografica della lunghezza delle cervice non è un test di screening completo per il parto pretermine spontaneo. La sensibilità è maggiore del 50%, in genere 60-80%, [68] il che significa che non tutte le donne che incorrono in nascita pretermine spontanea presentano una cervice corta nel trimestre intermedio. Marcatori biochimici Il termine marcatore biochimico non è ben definito. È stata suggerita la seguente definizione: “un parametro che può essere misurato in un campione biologico e fornisce informazioni su un'esposizione o sugli effetti potenziali o effettivi di tale esposizione in un individuo o in un gruppo”. L'utilità clinica dei marcatori biochimici è la capacità di fornire risultati obiettivi se misurati con un test accurato. 24 Utero Cervice Vagina Trasduttore ecografico Figura 6. Misurazione mediante ecografia transvaginale della lunghezza della cervice. 70 60 50 Rischi 40 (%) 30 20 10 0 0 10 20 30 40 50 Lunghezza cervice (mm) 60 Figura 7. Associazione tra lunghezza della cervice misurata mediante ecografia alla 23a settimana e nascita pretermine (> 32 settimane) [69]. 25 Fibronectina fetale La fibronectina fetale (fFN) è una glicoproteina extracellulare che si ritiene agisca da sostanza adesiva, una “colla tissutale”, tra le membrane e la parete uterina. Sebbene sia normalmente presente nei liquidi cervicovaginali, non la si riscontra comunemente tra le settimane di gestazione 26-34. Vi è una perdita di fibronectina fetale nella vagina quando è probabile un parto pretermine. Può essere misurata con un test diagnostico immunocromatografico (Full Term, Hologic, Inc.) dopo aver prelevato il campione con un tampone durante lo speculum vaginale. Il test della fibronectina fetale non è in grado di confermare se una donna è in travaglio, ma può stabilire se non lo è. Un risultato negativo con il test fFN indica un'elevata improbabilità che la donna partorisca entro una o due settimane. Un risultato positivo, per contro, non è così utile perché indica che la donna è a maggior rischio di partorire in anticipo, ma non fornisce una garanzia di nascita imminente, pertanto non aiuta il medico a decidere come gestire la situazione. Il valore predittivo positivo (PPV) inadeguato dell'esame è il motivo per cui il test della fibronectina fetale non è raccomandato dall'ACOG (American College of Obstetricians and Gynecologists, Istituto americano degli ostetrici e dei ginecologi) per lo screening di routine, ma solo per lo screening di donne sintomatiche [70]. Il risultato del test fFN test può essere compromesso dall'urina, dal sangue o dal plasma seminale e non è indicato in caso di rottura delle membrane. Ph-IGFBP-1 La proteina legante il fattore di crescita insulino-simile fosforilato 1 (phIGFBP-1) è una proteina secreta dalle cellule della decidua. Quando si avvicina il momento del parto, le membrane fetali iniziano a staccarsi dalla decidua e avviene una perdita di phIGFBP-1 nelle secrezioni cervicali. Il rilevamento di phIGFBP-1 nelle secrezioni cervicali di pazienti sintomatiche è un marcatore predittivo di parto pretermine. La phIGFBP-1 può essere misurata con un test immunocromatografico rapido disponibile in commercio (Actim Partus, Medix Biochemica). Il risultato del test non è compromesso dall'urina o dal plasma seminale, ma il sangue materno può interferire con il dosaggio. Il punto di forza del test è il suo elevato valore predittivo negativo (NPV). Un test phIGFBP-1 negativo indica un rischio molto basso di parto pretermine, pertanto non sono necessarie cure supplementari oltre il normale programma di assistenza prenatale. Estriolo L'estriolo (E3) è un derivato presente in natura dell'ormone estrogeno. Alcune settimane prima dell'insorgenza di travaglio pretermine spontaneo si osserva un picco di estriolo salivare, pertanto si è valutata la possibilità di utilizzare l'estriolo salivare come indice predittivo del rischio di travaglio pretermine. SalEST™ è una tecnica di laboratorio per la misurazione dei livelli di estriolo 26 salivare, ma il metodo non è soddisfacente. Ad esempio, l'ACOG non raccomanda il test dell'estriolo salivare come test di screening del travaglio prematuro perché genera una percentuale elevata di risultati falsi positivi e potrebbe aggiungere all'assistenza prenatale costi notevoli e interventi non necessari [71]. Il valore predittivo positivo di un test dell'estriolo salivare è solo di circa il 20% (il valore predittivo negativo è di circa il 98%) [72]. Inoltre, l'estriolo salivare predice piuttosto bene la nascita quasi a termine, ma non è particolarmente utile per la previsione delle nascite pretermine più precoci [197]. Combinazione di marcatori È stata osservata l'associazione di numerosi marcatori alla nascita pretermine, tuttavia, pochi hanno dimostrato un valore predittivo sufficientemente valido quando impiegati da soli. A causa dell'eziologia multifattoriale della nascita pretermine, i dati attuali sono fortemente indicativi dell'improbabilità di riuscire a individuare un unico marcatore in grado di predire in modo efficace una grande percentuale di parti prematuri. La combinazione di marcatori biochimici non sovrapposti potrebbe migliorare notevolmente il successo di qualsiasi marcatore singolo nella previsione della nascita pretermine. La combinazione di marcatori biochimici, lunghezza della cervice e anamnesi ostetrica remota potrebbe rappresentare uno strumento di screening utile [163, 164] (figura 8). Diversi studi hanno valutato l'effetto di una combinazione di marcatori potenziali nella previsione della nascita pretermine e alcuni hanno mostrato un miglioramento delle prestazioni (tabella 6). Multipare Tutti negativi Nullipare fFN+ 70 60 70 60 CL < 25 mm Tutti negativi 50 Storia di nascita pretermine 40 30 fFN+ e CL < 25 mm 20 fFN+ e storia di nascita pretermine 10 0 31 32 33 34 35 36 37 38 settimane CL< 25 mm e storia di nascita pretermine Tutti e tre Rischio % Rischio % 50 fFN + 40 CL < 25 mm 30 fFN + e CL < 25 mm 20 10 0 31 32 33 34 35 36 37 38 settimane Figura 8. Rischio di nascita pretermine spontanea a varie età gestazionali con varie combinazioni di fattori di rischio in nullipare e multipare [164]. 27 Tabella 6. Esempi di combinazioni di marcatori per la previsione della nascita pretermine. Donne Esito Test Se Sp PPV NPV (n) primario 102 Nascita pretermine < 35 sett. phIGFBP-1 67,0% 83,0% 27,0% 96,0% LC ≤ 30 mm 100,0 % 45,0 % 15,0 % 100,0 % phIGFBP-1 + LC 20-30 mm 75,0% 74,0% 23,0% 97,0% phIGFBP-1 + LC < 20 mm 60,0% 77,0% 50,0% 83,0% 51 Nascita pretermine entro 7 gg phIGFBP-1 83,3% 84,4% 41,7% 97,4% fFN 83,3% 80,0% 35,7% 97,3% LC < 20 mm 66,7% 95,6% 66,7% 95,6% LC < 25 mm 66,7% 88,9% 44,4% 95,2% phIGFBP-1 + LC < 20 mm 80,0% 97,3% 80,0% 97,3% fFN + LC < 20 mm 80,0% 97,2% 80,0% 97,2% phIGFBP-1 + LC < 25 mm 80,0% 97,1% 80,0% 97,1% fFN + LC < 25 mm 80,0% 97,0% 80,0% 97,0% 45 Nascita pretermine < 32 sett. 1 marcatore 92,7% 65,9% - su 5* + 2 marcatori su 5 + 58,5% 97,6% - - 3 marcatori su 5 + 19,5% 100% - - Solo siero** 80,5% 78,1% - - 37 Nascita pretermine < 37 sett. CRH 24% - - - AFP 25% - - - AFP + CRH +, classificazione fattori di rischio 37% - - 76 Nascita pretermine < 37 sett. LC ≤ 26 mm - - 50 89,1 fFN - - 45,2 86,6 LC + fFN - - 52,4 94,4 77 Nascita pretermine < 37 sett. IL-6 73% 61% - - IL-8 64% 55% - - phIGFBP-1 48% 68% - - LC < 29,3 mm 82% 48% - - IL-6 + IL-8 +, indice cervicale 0,36 30% 97% - - IL-6 + IL-8 +, indice cervicale 0,36 + phIGFBP-1 10% 98% - - Bibl. [165] [166] [164] [169] [176] [170] *marcatori valutati: fFN, LC, defensina, α-fetoproteina (AFP), fattore stimolante la colonia di granulociti 28 **Solo siero = risultato considerato positivo se qualsiasi marcatore sierico, defensina, α-fetoproteina o fattore stimolante la colonia di granulociti, era positivo. Biomarcatori potenziali futuri Citochine Le citochine sono state studiate come biomarcatori proteici del parto prematuro imminente. Sono glicoproteine a basso peso molecolare che mediano l'attivazione delle cellule del sistema immunitario e coordinano la produzione e la secrezione di anticorpi e altre citochine. Stimolano inoltre le contrazioni uterine mediante la produzione di prostaglandine e forse causano la maturazione cervicale pretermine e la PPROM mediante la stimolazione di metalloproteinasi [73]. È stato ampiamente osservato l'aumento dei livelli di citochine pro-infiammatorie nel siero materno e dei liquidi cervicovaginali durante le infezioni e prima del parto. Le citochine pro-infiammatorie quali IL-1β, IL-6, IL-8 e TNF-α proteggono l'ospite dall'invasione di microorganismi [74]. Oltre agli effetti protettivi, questa risposta può anche essere dannosa per l'ospite, pertanto la cascata immunitaria pro-infiammatoria è rigidamente regolata. La risoluzione del processo infiammatorio e la guarigione avvengono attraverso l'attività delle citochine anti-infiammatorie quali l'antagonista dei recettori dell'interleuchina. Nella patogenesi della nascita pretermine correlata a infezione è implicato uno squilibrio tra la risposta pro-infiammatoria e quella anti-infiammatoria [75]. La nascita pretermine è stata associata a livelli elevati delle citochine IL-1, IL-6 e IL-8 anche in assenza di segni di infezione intrauterina [51]. Metalloproteinasi di matrice Le metalloproteinasi di matrice (MMP) sono responsabili del turnover e della degradazione delle proteine del tessuto connettivo. Le MMP influenzano l'attività di varie citochine, il che suggerisce il doppio ruolo che svolgono nell'attivazione e nell'inattivazione del sistema infiammatorio. Le MMP intervengono come enzimi proteolitici nel travaglio pretermine e nella PPROM, così come nella pre-eclampsia, nel ritardo di crescita intrauterina, nella malattia polmonare cronica, nell'enterocolite necrotizzante, nell'emorragia intraventricolare, nella leucomalacia periventricolare cistica e nella retinopatia della prematurità [188]. La MMP-9 è coinvolta nella degradazione della membrana basale e di altri componenti della matrice extracellulare e aumenta nella donna al momento del parto [76]. La concentrazione di MMP-9 nel siero materno aumenta 24 ore prima dell'inizio del travaglio. Una predizione così tardiva è di poco valore nel permettere di adottare misure preventive, ma può aiutare a comprendere il meccanismo della nascita pretermine [77]. Studi recenti suggeriscono che nella PPROM intervenga l'aumento dei livelli fetali di MMP-9 e differenziano i feti con PPROM da quelli che incorrono in travaglio prematuro con membrane intatte [46]. Ci si è quindi chiesti se la PPROM sia un semplice incidente o se un feto malato possa iniziare il parto pretermine attivando i meccanismi responsabili della rottura delle membrane. Il vantaggio teleologico del secondo caso sarebbe un'uscita più rapida da un ambiente ostile. Anche le alterazioni delle concentrazioni di altre MMP (MMP-1, 2, 3, 7, 8, 12, 13 e 14) sono state associate alla nascita pretermine. Poiché le MMP sono coinvolte nelle complicazioni perinatali della prematurità, costituiscono bersagli potenziali per l'intervento terapeutico [188]. 29 Rilassina La rilassina è un ormone collagenolitico che causa un aumento della produzione delle metalloproteinasi di matrice. L'espressione deciduale della rilassina risulta aumentata nelle pazienti con PPROM. La rilassina causa un aumento dell'espressione di MMP-1, MMP-3 e MMP-9, pertanto potrebbe causare l'attivazione di una cascata enzimatica specifica che induce la degradazione delle membrane [168]. Biomarcatori correlati allo stress L'evidenza empirica, fondata su studi prospettici basati sulla popolazione, sostiene fortemente l'ipotesi che i neonati di madri sottoposte a livelli elevati di stress psicologico o sociale durante la gravidanza siano a rischio significativamente maggiore di nascita pretermine e basso peso alla nascita. È noto che lo stress evoca una grande varietà di risposte adattative, tra cui lo stimolo dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). Vari studi hanno mostrato livelli elevati di ormone rilasciante la corticotropina (CRH) nella placenta, pertanto si ritiene che questo ormone sia coinvolto nella nascita pretermine spontanea. Le risposte fisiologiche correlate allo stress potrebbero pertanto contribuire a esiti avversi della nascita. L'evidenza suggerisce un'associazione tra lo stress cronico e l'immunosoppressione. Lo stress e le infezioni della madre costituiscono fattori di rischio di nascita prematura, tuttavia, la natura della correlazione tra stress e sistema immunitario non è stato studiato a sufficienza nella gravidanza umana. Le donne a rischio di parto pretermine spontaneo potrebbero essere individuate unicamente con biomarcatori correlati allo stress, quali CRH, cortisolo e urocortina, ottenuti dal sangue materno all'inizio della gravidanza. L'urocortina fa parte del gruppo del CRH e, secondo studi recenti, la sua misurazione nel plasma materno indica che potrebbe essere un nuovo marcatore biochimico del parto pretermine [78]. Endocannabinoidi Gli endocannabinoidi sono sostanze prodotte nell'organismo, che attivano i recettori dei cannabinoidi. L'anandamide (N-arachidonoiletanolamina) è stato il primo endocannabinoide scoperto. Negli ultimi anni è stato dimostrato che livelli circolanti elevati di questo cannabinoide endogeno, in conseguenza a una bassa espressione del suo enzima metabolizzante, l'amide idrolasi degli acidi grassi (FAAH), possono contribuire all'aborto spontaneo [79]. È stato osservato che gli endocannabinoidi e l'amide idrolasi degli acidi grassi possono intervenire nella segnalazione dell'impianto e nel mantenimento della gravidanza. Alterazioni anomale della secrezione endometriale possono influire negativamente sull'esito della gravidanza [80]. I ruoli degli endocannabinoidi e degli agenti che ne modulano i recettori costituiscono aree potenzialmente molto interessanti di cui approfondire lo studio. 30 PAPP-A La proteina plasmatica A associata alla gravidanza (PAPP-A) è una glicoproteina secreta dai tessuti trofoblastici della placenta. Un calo dei livelli di PAPP-A si riscontra nel primo trimestre nelle gravidanze con sindrome di Down. È stato mostrato che livelli bassi di PAPP-A nel siero materno sono associati, in assenza di un cariotipo anomalo anormale, a un aumento del rischio di parto pretermine o parto pretermine precoce [200]. Bassi livelli di PAPP-A nel siero materno durante il primo trimestre possono essere indice di un difetto di invasione trofoblastica nell'interfaccia madre-feto, che induce di conseguenza un parto pretermine, in particolare in caso di PPROM [201]. sFlt1, sEng e PlGF La pre-eclampsia è accompagnata da concentrazioni elevate di fattori angiogenici nel siero materno, quali tirosin chinasi fms-simile solubile (sFlt1), endoglina solubile (sEng) e livelli ridotti di fattore di crescita placentare (PlGF) libero. È stato osservato che un aumento moderato di sFlt1 e sEng materne e le riduzioni di PlGF libero sono associati alla nascita pretermine [204]. Cellule fetali e DNA fetale libero In ogni gravidanza avviene un certo grado di trasfusione feto-madre. Lo scambio di cellule tra feto e madre è stato da tempo associato alla preeclampsia. Studi successivi hanno mostrato che le alterazioni delle cellule fetali, e più recentemente degli acidi nucleici fetali liberi, possono riscontrarsi anche in altri disturbi correlati alla gravidanza, tra cui travaglio pretermine, ritardo di crescita intrauterina, iperemesi gravidica o anche nelle gravidanza ad alta quota. In teoria, tutti i nuovi disturbi e quelli ereditati dal padre con un noto difetto genico possono essere rilevati nel plasma materno. In studi condotti su piccola scala si sono osservate concentrazioni elevate di DNA fetale libero nel plasma materno in caso di (minaccia di) travaglio pretermine, pre-eclampsia e aneuploidia. Per dimostrare il valore di questi risultati sono necessari studi su larga scala [202]. Secondo gli studi, il travaglio pretermine sembra essere associato a un rilascio elevato solo di acidi nucleici fetali liberi, ma non a un aumento dello scambio cellulare tra feto e madre [203]. 31 Polimorfismo genetico Osservazioni ben fondate sostengono l'influenza genetica sul rischio di nascita prematura. Numerosi studi hanno riscontrato associazioni tra polimorfismi a singolo nucleotide (SNP) nei geni delle citochine responsabili dell'infiammazione nelle donne che partoriscono prematuramente (tabella 7). Tuttavia, la maggior parte degli studi non possiede potenza sufficiente a stabilire strette associazioni. Sono stati riferiti polimorfismi nei geni TNF-α, IL-6 e IL-4, nonché in altri mediatori infiammatori. Sono stati valutati anche i polimorfismi fetali. Gli studi condotti sui geni candidati possono essere utilizzati nella nascita prematura per comprendere il contributo del polimorfismo del DNA/predisposizione genetica al rischio di malattia. L'analisi degli SNP può rivelare opportunità anche per i test pre-gravidanza effettuati per individuare la possibilità di nascita prematura. Oltre a sviluppare dosaggi per questi genotipi di SNP, una delle sfide principali consiste nell'indagare ulteriormente i meccanismi molecolari alla base di SNP già stabiliti, associati a nascita prematura. Tabella 7. Studi sui polimorfismi genetici associati alla nascita pretermine Gene candidato nascita pretermine Simbolo Pubblicazioni IL1A Annells 2004 [81] Interleuchina 1 b IL1B Goepfert 2005 Moore 2004 Annells 2004 Genc 2002 [82] [83] [81] [84] Antagonista del recettore IL-1RN dell’interleuchina 1 Murtha 2006 Kalish 2006 Genc -2004 Perni 2004 Hao 2004 Witkin 2003 Kalish 2003 Batron 2003 Genc 2002 [85] [86] [87] [88] [89] [90] [91] [92] [84] Interleuchina 4 IL4 Kalish 2004 Annells 2004 [93] [81] Interleuchina 6 IL6 Menon 2006 Goepfert 2005 Simhan 2003 [110] [82] [112] Interleuchina 1 α 32 (Bibl.) Gene candidato nascita pretermine Simbolo Pubblicazioni (Bibl.) Interleuchina 10 IL10 Annells 2005 Annells 2004 Kalish 2004 [101] [81] [93] Fattore di necrosi tumorale alfa TNFA Menon 2006 Genc 2006 Goepfert 2005 Macones 2004 Kalish 2004 Moore 2004 Valdez 2004 Annells 2004 Amory 2004 Chen 2003 Aidoo 2001 Roberts 1999 Dizon-Townson 1997 Wilson 1993 [110] [111] [82] [93] [83] [106] [81] [113] [114] [115] [116] [117] [118] Recettore del fattore di necrosi tumorale I e II Menon 2006 [110] Recettore toll-like 4 TLR4 Goepgert 2005 Genc 2004 Härtel 2004 Nguyen 2004 Ferrand 2002 Lorenz 2002 Arbour 2000 [82] [87] [119] [120] [96] [121] [122] Lettina legante il mannosio MBL2 Annells 2005 Annells 2004 [101] [81] Proteina da shock termico 70 Hsp 70 Kalish 2006 Kalish 2004 [86] [93] Proteina da shock termico 47 Hsp 47 Wang 2006 [94] Metalloproteinasi di matrice 1 MMP1 Fujimoto 2002 [95] Metalloproteinasi di matrice 9 MMP9 Ferrand 2002 [96] Sziller 2006 Fuks 2005 [97] [98] TNFRI TNRFII Fas/Fas ligando Fas (CD95, Fas/APO-1) 33 Gene candidato nascita Simbolo pretermine Pubblicazioni Kalish 2005 Sziller 2005 Annells 2005 (Bibl.) [99] [100] [101] CD14 CD14 Kalish 2006 Recettore beta-2 adrenergico B2AR ADRB2 Landau 2002 [102] Ormone rilasciante la corticotropina CRH Baerwald 1996 [103] CRHBP Hao 2004 Proteina legante l'ormone rilasciante la corticotropina [86] [89] Metilenetetraidrofolato reduttasi MTHFR Engel 2006 Nurk 2004 Valdez 2004 Lauszus 2001 [104] [105] [106] [107] Metionina sintetasi MTR Engel 2006 [104] Metionina sintetasi reduttasi MTRR Engel 2006 [104] Serina idrossimetil transferasi citosolica SHMT1 Engel 2006 [104] Fattore di crescita endoteliale vascolare VEGF Papazoglou 2004 [108] Fattore V FV Hao 2004 [89] Ossido nitrico sintetasi inducibile NOS2A Hao 2004 [89] Recettore mu per gli oppioidi OPRM1 Hao 2004 [89] Enzima di conversione dell’angiotensina ACE Valdez 2004 [106] Citocromo P450IA1 CYP1A1 Wang 2001 [109] Citocromo P450IID6 CYP2D6 Wang 2001 [109] Citocromo P450IIE1 CYP2E1 Wang 2001 [109] Aldeide deidrogenasi 2 ALDH2 Wang 2001 [109] NAD(P)H chinone ossidoreduttasi 1 NQO1 Wang 2001 [109] Glutatione S-transferasi teta 1 GSTT1 Wang 2001 [109] Glutatione S-transferasi mu 1 GSTM1 Wang 2001 [109] Eposside idrolasi EPHX Wang 2001 [109] 34 Marcatori cervicovaginali Uno studio proteomico caso-controllo ha identificato varie proteine con espressione differenziale maggiore di fFN nel confronto tra un gruppo asintomatico e uno sintomatico. Tra queste proteine troviamo calgranuline, annessine, proteina A7 calcio-legante S100, α-1 glicoproteina acida e precursore di α-1 antitripsina. Un'ulteriore caratterizzazione di questi marcatori in un'ampia casistica di soggetti può fornire la base per un nuovo test per la predizione precoce, non invasiva della nascita pretermine [205]. 35 Prevenzione Per molti anni gli interventi di prevenzione della nascita pretermine sono stati reattivi più che proattivi e sono stati associati a risultati insoddisfacenti. Un ritardo di qualche giorno nel parto è spesso associato a un aumento significativo della sopravvivenza e può ridurre il tasso di morbilità a lungo termine favorendo la maturazione degli organi e degli apparati in fase di sviluppo. I dati a disposizione su come gestire queste pazienti in modo efficace sono in conflitto e sono necessarie ulteriori ricerche in questo campo. Raccomandazioni tradizionali Riposo a letto, idratazione e riposo della pelvi sono state le raccomandazioni tradizionali per le donne a rischio di travaglio pretermine o in terapia tocolitica. Nessuna di queste ha dimostrato efficacia [123]. Monitoraggio uterino in contesto domiciliare Il monitoraggio uterino in contesto domiciliare è stato studiato come metodo di stretta osservazione dell'attività uterina per permettere un intervento tempestivo. Un'unità paziente leggera e portatile comprende un sensore (ossia un tocodinamometro) e un dispositivo per la registrazione, la memorizzazione e la trasmissione dei dati raccolti dal sensore. Il medico analizza i dati insieme ai sintomi segnalati e comunica alla paziente lo stato in cui si trova e le misure consigliate [234]. La ricerca non ha mostrato un chiaro vantaggio del monitoraggio in contesto domiciliare [124]. Cerchiaggio L'intervento tradizionale per le donne con parti pretermine ricorrenti o perdite fetali nel secondo trimestre è il cerchiaggio cervicale, ossia una procedura chirurgica in cui la cervice viene chiusa mediante cucitura durante la gravidanza. Fu introdotto nel 1955 da Shirodkar [144] e rimane ancora oggi uno degli interventi chirurgici più controversi in ostetricia [145]. Una cervice chiusa aiuta il feto in fase di sviluppo a rimanere all'interno dell'utero finché la madre raggiunge le 37-38 settimane di gravidanza. La cervice è la parte inferiore dell'utero e si estende nella vagina. Durante una gravidanza normale rimane chiusa fino al terzo trimestre. I punti vengono tolti quando è il momento di partorire. Il cerchiaggio cervicale è stato ampiamente utilizzato per prevenire la nascita pretermine precoce in caso di debolezza della cervice (talvolta detta incompetenza della cervice). Se una donna presenta incompetenza della cervice, aumenta la probabilità di parto prematuro perché la cervice si accorcia o si apre troppo presto. Se la cervice è sana, si assottiglia 36 e si apre alla fine della gravidanza quando ha inizio il travaglio. In presenza di incompetenza della cervice, l'apertura avviene senza il travaglio e la donna potrebbe partorire senza sentire le contrazioni. La diagnosi di incompetenza della cervice è notoriamente complicata. Non esiste alcun test diagnostico obiettivo e la diagnosi è generalmente retrospettiva. Esistono cinque tecniche diverse per eseguire il cerchiaggio, che possono essere vaginali o addominali. Le due più comuni sono la procedura di McDonald e l'intervento di Shirodkar. 1. Procedura di McDonald 2. Intervento di Shirodkar 3. Procedura di Wurm (cerchiaggio di Hefner) 4. Cerchiaggio transaddominale 5. Procedura di Lash Attualmente è possibile definire tre categorie di pazienti con incompetenza della cervice. Sulle donne con caratteristiche anamnestiche classiche di incompetenza della cervice, ossia quelle con due o più perdite fetali al secondo trimestre senza sanguinamento o chiari segni di travaglio prima della perdita, viene eseguito un cerchiaggio profilattico o elettivo. La seconda categoria è costituita dai cerchiaggi urgenti eseguiti su donne asintomatiche in cui l'esame digitale o ecografico rivela cervice corta o funneling. La terza categoria comprende le donne con segni evidenti di dilatazione della cervice con appianamento significativo, ma senza contrazioni uterine. Queste donne sono candidate per il cerchiaggio di emergenza non elettivo [146]. Il cerchiaggio cervicale non è esente da rischi. Gli effetti avversi segnalati poco dopo l'inserimento della sutura comprendono dolore addominale, sanguinamento vaginale, PPROM e lesione della vescica. Complicazioni tardive possono comprendere infezioni quali la corioamnionite. Dal punto di vista ostetrico, il cerchiaggio cervicale è controindicato in presenza di contrazioni uterine, PPROM, morte fetale e malformazioni letali congenite. Nonostante il fatto che il cerchiaggio cervicale sia una procedura chirurgica relativamente comune, la sua efficacia non è ancora sufficientemente provata. La probabilità che porti beneficio è maggiore nelle donne con un rischio molto elevato di nascita pretermine. Poiché le complicazioni sono relativamente poche, è probabile che il cerchiaggio continuerà a essere proposto alle donne con incompetenza conclamata della cervice. Alcuni medici basano la decisione di inserire il cerchiaggio cervicale in presenza di cervice corta, individuata mediante ecografia. È stato suggerito che una prassi accettabile sia una serie di esami ecografici della cervice con inserimento del cerchiaggio solo se indicato, poiché la maggior parte delle donne trattate con il cerchiaggio non ne ha necessità [145, 147]. 37 Nelle donne a basso rischio (in base all'anamnesi ostetrica) con cervice corta (< 15 mm), il cerchiaggio non sembra ridurre il rischio di nascita pretermine, probabilmente in virtù dell'associazione a membrane fetali visibili [148]. Non è chiaro se il cerchiaggio apporti benefici una volta iniziato il processo patologico e osservato un accorciamento della cervice, né è stato stabilito a quale lunghezza cervicale intervenire. L'efficacia del cerchiaggio può variare a seconda della causa dell'accorciamento della cervice. Sakai et al. hanno osservato che le donne con concentrazione elevata di IL-8 nelle secrezioni cervicali e cervice corta potrebbero non trarre beneficio dal cerchiaggio. In queste pazienti potrebbe essere in atto un processo infiammatorio o correlato a infezione, nel qual caso il cerchiaggio non è utile e potrebbe essere perfino dannoso [149, 150]. Questi risultati suggeriscono che il cerchiaggio sia utile solo se l'accorciamento non è accompagnato da infiammazione, pertanto l'individuazione delle pazienti che potrebbero trarre beneficio dal cerchiaggio non può essere basata solo sull'anamnesi ostetrica o sull'ecografia della cervice. Una combinazione di misurazione della concentrazione di IL-8 nelle secrezioni cervicali, misurazione ecografica della lunghezza della cervice e anamnesi ostetrica offre più probabilità di individuare le pazienti che trarrebbero maggiore beneficio dal cerchiaggio per prevenire la nascita pretermine [151]. Fino alla possibilità di emettere tale diagnosi, il cerchiaggio dovrebbe essere riservato alle pazienti con insufficienza anatomica [162]. Antibiotici Le infezioni possono essere una causa importante di nascita pretermine. L'uso di antibiotici per la profilassi prenatale del travaglio pretermine e della rottura delle membrane e per la prevenzione della nascita pretermine nelle donne in travaglio pretermine è stato ampiamente discusso per oltre 30 anni. A donne di varie età gestazionali con diverso rischio di nascita prenatale sono stati somministrati antibiotici diversi (es. clindamicina, metronidazolo ed eritromicina) in dosi variabili e con diverse vie di somministrazione. Non sorprende che si siano ottenuti risultati diversi. In questi studi, circa un terzo ha suggerito che le terapie antibiotiche aiutino a ridurre la nascita pretermine, mentre il resto no. Per contro, altri studi hanno mostrato che in alcune popolazioni l'uso di antibiotici è stato associato a un aumento delle nascite pretermine [126, 127]. Romero et al. hanno ipotizzato che il travaglio pretermine sia una sindrome complessa in cui potrebbero intervenire numerosi fattori diversi dall'infezione, pertanto la somministrazione di antibiotici come strategia preventiva è destinata a non avere successo o anche a causare danno, se si presume che l'infezione sia la sola causa del travaglio pretermine [128]. La nascita pretermine precoce è fortemente associata all'infezione e il rilevamento precoce di flora anormale (anche se ritorna alla normalità) è associato a un maggiore rischio di eventi avversi rispetto al rilevamento tardivo. Per questo motivo, la concezione moderna sostiene che, per poter essere efficaci, gli antibiotici debbano essere somministrati nelle fasi iniziali della gravidanza, prima che si sviluppi danno infiammatorio del tessuto feto-materno. L'impiego profilattico degli antibiotici ha maggiore probabilità di successo se riservato alle sole donne a rischio di nascita pretermine a causa di infezione o flora anomala oppure alle donne con predisposizione a sviluppare una risposta infiammatoria all'infezione che potrebbe causare danno [129]. 38 Il trattamento antibiotico della vaginosi batterica può prevenire o ritardare la nascita pretermine? La vaginosi batterica, sintomatica o asintomatica, è stata associata in molti studi a esito perinatale insoddisfacente, in particolare a un rischio maggiore di nascita pretermine. Il trattamento della vaginosi batterica in donne a basso rischio di nascita pretermine non è raccomandato oggi e la sua efficacia nelle pazienti ad alto rischio è oggetto di dibattito. Progesterone L'ormone femminile progesterone è stato impiegato per prevenire la nascita pretermine. Il primo studio sugli agenti progestazionali (di cui fa parte il progesterone) per la prevenzione della nascita pretermine in donne a maggiore rischio è stato pubblicato nel 1970 da Papiernik. L'esatto meccanismo del progesterone nella prevenzione della nascita pretermine non è completamente chiaro, sebbene abbia dimostrato, ad esempio, di essere responsabile di quiescenza miometriale in vitro inibendo le contrazioni del miometrio, bloccando gli effetti dell'ossitocina inibendo la formazione di giunzioni serrate [130]. Le prove raccolte fino agli anni 90 mostravano risultati contrastanti e si basavano su studi prevalentemente sottopotenziati con criteri di idoneità variabili. Una metanalisi dei risultati disponibili ottenuti da studi randomizzati, controllati con placebo, condotta nel 1989 non ha permesso di confermare una riduzione del rischio di nascita pretermine [131]. Con un'altra analisi, che impiegava gli stessi studi ma criteri diversi, è stata osservata una riduzione del 50% nella nascita pretermine, ma nessuna riduzione significativa di mortalità o morbilità [132]. Due studi condotti di recente negli Stati Uniti [133] e in Brasile [134] hanno risvegliato l'interesse verso l'integrazione di progesterone. Entrambi questi studi hanno mostrato una riduzione statisticamente significativa nell'incidenza di nascita pretermine di circa il 50-60% tra le donne con storia di nascita pretermine. Gli studi prevedevano l'impiego di diversi agenti progestazionali con varie vie di somministrazione. Lo studio NICHD (National Institute of Child Health and Human Development), condotto negli Stati Uniti, impiegava una somministrazione intramuscolare alla settimana di progesterone sintetico, 17 alfa idrossiprogesterone caproato (17P), iniziata prima di 21 settimane di gestazione, mentre nello studio brasiliano le donne venivano trattate in via profilattica con supposte di progesterone naturale per via vaginale. Nessuno dei due studi ha mostrato una riduzione dell'incidenza di nascita pretermine spontanea, a indicare che il progesterone potrebbe sensibilizzare l'utero ai tocolitici, che di conseguenza prevengono la nascita pretermine invece del travaglio pretermine in sé. 39 Oggi si ritiene che la terapia con progesterone sia un intervento promettente e con un buon rapporto costo-efficacia per le donne ad alto rischio di nascita pretermine ricorrente. Bailit e Votruba (2007) hanno concluso che il trattamento con 17P delle donne incinte, con nascita pretermine spontanea precedente, produrrebbe futuri risparmi dei costi medici che supererebbero notevolmente il costo del trattamento. Secondo i loro calcoli, se la popolazione idonea fosse trattata a livello globale, i costi medici della prole nel corso dell'intera vita potrebbero essere ridotti di oltre 2 miliardi di dollari all'anno [136]. Recentemente sono stati condotti vari studi per stabilire la formulazione, la via di somministrazione, la posologia e l'indicazione ottimali del progesterone (tabella 8). Tabella 8. Sintesi* degli studi recenti sul progesterone. Autore [bibl.]Trattamento Esito Donne (n) primario Criteri trattato Esito nel gruppo Significatività statistica Nascita 5/23 pretermine (55%) < 37 sett. 12/22 (22%) P < 0,05 Nascita 135/325 pretermine (42%) < 35 sett. 123/330 (37%) ns Progest. naturale vaginale (100 mg) Nascita 2/72 pretermine (2,8%) < 34 sett. 13/70 (18,6%) P = 0,02 IM 17P (250 mg) Nascita 90/306 69/153 P < 0,05 pretermine (29,4%) (45%) < 37 sett. Progest. vaginale naturale (200 mg) Nascita 24/125 43/125 P = 0,007 pretermine (19,2%) (34,4%) < 34 sett. Facchinetti (2007) [141] • 55 donne IM 17P Gravidanze singole non a parto dopo un episodio di travaglio pretermine Rouse (2007) [135] • 661 donne IM 17P Gravidanza gemellare (250 mg) Fonseca (2003) [134] • 142 donne Gravidanze singole con storia di nascita pretermine Meis (2003) [133] • 463 donne Gravidanze singole con storia di nascita pretermine Fonseca (2007) [66] • 250 donne Gravidanze singole/ gemellari a basso rischio+ Senza anamnesi di cerchiaggio e PPROM o cervice corta O’Brien (2007) • 309 donne Progest. Alterazioni Gravidanza singola, (90 mg) Accorcia- storia di nascita naturale mento LC pretermine vaginale o accorciamento LC nel trimestre intermedio Esito nel gruppo di controllo LC significativamente inferiore che nel gruppo placebo P = 0,038 IM= intramuscolare, ns= non significativo Randomizzazione al progesterone solo se LC < 15 mm a > 20 settimane di gestazione. *Riconoscimenti ai Dott. Manju Chandiramani e Rachel Tribe, 40 King’s College di Londra, Regno Unito. + L'effetto degli integratori di progesterone non è universale nelle donne con nascita pretermine precedente, a indicare che alcune vie della nascita pretermine non sono influenzate da questa terapia. Ad esempio, in uno studio condotto su donne con cervice corta, il trattamento con progesterone naturale è stato efficace nel ridurre il tasso di parto pretermine precoce spontaneo [66] mentre il 17P sintetico non ha avuto effetto sulle donne con gravidanze gemellari [135]. Questo suggerisce che l'effetto del progesterone potrebbe essere correlato alla modulazione dell'infiammazione o della maturazione cervicale più che alla contrattilità uterina [162]. Non è ancora certo se il trattamento con agenti progestazionali sia anche in grado di ridurre il rischio di mortalità perinatale e neonatale. Questa evidenza è essenziale prima di raccomandare il trattamento perché esiste sempre il rischio potenziale di effetti avversi imprevisti dovuti all'esposizione del feto a terapie ormonali o ad altri trattamenti farmacologici. L'ACOG (American College of Obstetricians and Gynecologists) raccomanda di riservare l'uso dell'integrazione di progesterone per prevenire la nascita pretermine alle donne con storia documentata di nascita pretermine spontanea precedente [140]. Sicurezza del progesterone sintetico 17P e naturale Negli anni '50 e '60, le progestine sintetiche venivano somministrate spesso alle donne gravide, ad esempio per il trattamento o la prevenzione dell'aborto spontaneo. Dopo la tragedia del talidomide negli anni '60, tutti i prodotti farmaceutici diventarono sospetti per il loro potenziale di effetti avversi imprevisti sullo sviluppo fetale. Si ritenne che alcune progestine fossero associate alla mascolinizzazione e alla malformazione del feto [155, 156] e il loro impiego sollevò notevoli preoccupazioni. In risposta a tali preoccupazioni, l'FDA statunitense richiese un'etichetta di avvertenza su tutti gli agenti progestazionali in cui fosse indicato l'aumento del rischio di difetti alla nascita in caso di somministrazione nei primi 4 mesi di gravidanza. L'avvertenza fu eliminata nel 1999. Recentemente una ricerca nella letteratura scientifica condotta su larga scala ha nuovamente sollevato preoccupazioni sulla sicurezza dell'uso di 17P sintetico per la prevenzione della nascita pretermine. Nei due studi clinici principali condotti a oggi, uno dei quali è lo studio NICHD, si è osservato un segnale di tossicità embrio-fetale associata a 17P [137, 133, 154]. Nonostante l'interesse positivo, anche i risultati dello studio NICHD comprendevano un'avvertenza sulla possibile associazione del progesterone sintetico 17P all'aumento di aborto spontaneo e mortinatalità. Lo studio è stato seguito da uno studio di follow up di quattro anni richiesto dall'FDA, condotto su bambini esposti a 17P nell'utero, ma questa volta i ricercatori non osservarono differenze tra i bambini esposti a 17P e i bambini placebo [153]. Recentemente, un'analisi retrospettiva di Rebarber et al. condotta nel 2007 ha messo in risalto l'importanza della continuazione del trattamento con 17P perché è stato osservato che la sospensione precoce del farmaco è associata a un aumento del rischio di parto pretermine [138]. Rebarber ha inoltre osservato un'associazione tra l'uso di 17P per la prevenzione del parto pretermine ricorrente e l'aumento del rischio di sviluppo di diabete mellito gestazionale [139]. Un altro problema del 17P è la sua preparazione 41 con olio di ricino (un olio vegetale ottenuto dai semi di ricino). L'FDA ha ritirato l'approvazione della produzione di olio di ricino da parte delle aziende farmaceutiche, ma le farmacie possono ancora usarlo per preparare il 17P. Alcuni hanno ipotizzato che l'olio di ricino nella formulazione potrebbe non essere benefico per la gravidanza [155]. Secondo uno studio su larga scala condotto dal Fetal Medicine Foundation Second Trimester Screening Group nel 2007, il progesterone naturale somministrato per via vaginale sembra essere un'opzione sicura [66]. Questioni irrisolte relative alla terapia con progesterone: • Qual è la formulazione ottimale di progesterone (sintetico o naturale)? •Q ual è la via di somministrazione ottimale (iniezioni, somministrazione per via vaginale)? • È stata stabilita la sicurezza a lungo termine di questi farmaci? •N on è disponibile nessun farmaco approvato dall'FDA per l'indicazione di nascita pretermine. Integrazione alimentare Lo stato nutrizionale della madre influisce sull'esito della gravidanza. Si ritiene, ad esempio, che livelli sierici bassi di folato, ferro o zinco durante la gravidanza siano associati a un aumento del rischio di nascita pretermine [142, 194, 195]. Malone et al (2007) hanno riferito che l'integrazione di folato prima del concepimento è associato a una riduzione del 50-70% dell'incidenza di nascita pretermine precoce [158]. È stato anche riferito che un basso consumo di pesce sia associato alla nascita prematura [143]. Secondo uno studio francese, diverse categorie di pesce potrebbero essere associate in modo diverso agli esiti della nascita. È stato osservato che il consumo di pesce sia associato a un aumento della durata della gestazione e il consumo di crostacei alla diminuzione della crescita fetale [159]. Nonostante la forte evidenza a favore dell'uso di oli di pesce per prevenire la nascita pretermine, in particolare nelle donne che ne consumano quantitativi insufficienti e sono a rischio di nascita pretermine, le raccomandazioni sul dosaggio e sui tempi di assunzione di omega-3, nonché sul profilo dei soggetti candidati, richiedono ulteriori ricerche. L'integrazione alimentare serve ad aiutare la madre ad assumere quelle sostanze che potrebbero mancare nella sua dieta. È meno chiaro il suo ruolo nelle donne con una dieta ben bilanciata che fornisce già tutti i nutrienti, vitamine e minerali necessari. Esistono numerosi meccanismi potenziali con i quali lo stato nutrizionale della madre potrebbe influire sulla nascita pretermine. Le donne magre potrebbero avere un volume ematico e un flusso di sangue uterino ridotti, mentre le donne obese presentano una maggiore probabilità di anomalie congenite ed è più probabile che i loro bambini vengano partoriti pretermine [196]. Le donne obese sono anche più soggette a sviluppare pre-eclampsia e diabete, con conseguente nascita pretermine iatrogena indicata da queste condizioni. 42 Diagnosi e trattamento Il meccanismo del parto umano non è noto e attualmente non esistono metodi per predire quando una donna andrà in travaglio a termine, tanto meno pretermine. Dopo aver stabilito la minaccia di travaglio pretermine, i medici possono tentare di arrestare o attenuare le contrazioni uterine utilizzando farmaci tocolitici. Tuttavia, circa metà delle donne trattate con placebo non partorisce entro una settimana dall'inizio della terapia. In altre parole, o la diagnosi di travaglio pretermine è sbagliata o la minaccia di travaglio pretermine si neutralizza naturalmente e l'utero torna a uno stato quiescente. Queste domande non possono essere risolte fino a quando non sarà completamente chiaro il meccanismo fisiologico del parto. Non esiste evidenza che i tocolitici siano in grado di prolungare la gravidanza per un tempo sufficiente a migliorare l'esito perinatale, tuttavia molti medici li impiegano per conseguire risultati a breve termine, ad esempio per poter trasferire la madre in un centro di riferimento terziario che disponga di buone strutture ostetriche e neonatali o per guadagnare tempo per somministrare glucocorticoidi e migliorare la maturazione dei polmoni del feto. Deve essere comunque sottolineato che numerosi episodi di minaccia di travaglio pretermine sono falsi allarmi e che alcune donne vengono trattate inutilmente. Diagnosi La diagnosi di travaglio pretermine viene emessa quando una donna tra 22 e 37 settimane di gestazione si presenta con un'attività uterina persistente (almeno una contrazione ogni 10 minuti o più frequenti) e alterazioni progressive della cervice (dilatazione > 2 cm; accorciamento > 80%), con o senza rottura prematura delle membrane o sanguinamento vaginale. Le indagini iniziali comprendono valutazione della frequenza cardiaca del feto (cardiotocografia), speculum vaginale o esame digitale (a seconda dello stato delle membrane) per la valutazione della cervice e tamponi vaginali alti per l'analisi microbiologica. Dovrebbe essere condotta una valutazione dei possibili fattori predisponenti, ad esempio anormalità fetali, distacco della placenta, infezione intrauterina. La sola presenza di contrazioni uterine non può essere utilizzata per diagnosticare il travaglio pretermine perché spesso è difficile distinguere una vera attivazione uterina che porterà a parto pretermine dalle contrazioni di Braxton Hicks che si verificano in numerose gravidanze con parto a termine. La diagnosi deve essere sostenuta dall'evidenza di alterazioni progressive della cervice uterina. Alcune pazienti potrebbero presentarsi senza contrazioni, ma con una cervice dilatata (dilatazione cervicale silente). Se la lunghezza della cervice è ≥ 30 mm, è improbabile che la donna sia in travaglio pretermine, in particolare se il test della fibronectina fetale è negativo. D'altro canto, la presenza di alterazioni progressive e avanzate della cervice è un forte indicatore di vero travaglio pretermine e il rischio di parto aumenta con la riduzione della lunghezza cervicale (< 25 mm), in particolare in presenza di “funneling” della cervice che si ha quando le membrane fetali penetrano nel canale cervicale [215] [216]. 43 La diagnosi corretta di PPROM è importante perché influenza il trattamento del travaglio pretermine, anche se non vi è sempre associata. Una perdita persistente di liquido trasparente dalla vagina ha valore diagnostico in un'elevata percentuale di casi, tuttavia la perdita di urina o la produzione eccessiva di liquido vaginale possono essere interpretate erroneamente come liquido amniotico. Talvolta potrebbe essere presente una perdita di liquido trasparente in conseguenza di incompetenza della cervice senza reale rottura delle membrane. Le alterazioni del pH vaginale possono aiutare la diagnosi di rottura delle membrane; durante la gravidanza, il pH vaginale è acido (4,5 o inferiore) ma diventa alcalino in presenza di liquido amniotico. Tuttavia, la presenza di liquido seminale o di alcune infezioni vaginali che aumentano il pH potrebbero produrre falsi positivi. Una perdita persistente di liquido amniotico può portare a oligoidramnios (liquido insufficiente nella cavità uterina). In caso di PPROM precoce, alcuni medici sono a favore dell'amnioinfusione per tentare di prevenire l'ipoplasia polmonare del feto secondaria all'oligoidramnios. Tutti i casi di PPROM richiedono un attento monitoraggio, indipendentemente dall'attività uterina, a causa del rischio di infezione vaginale ascendente. Segni di infezione (corioamnionite clinica) comprendono temperatura elevata (≥ 38,5°C), tachicardia materna, conta leucocitaria elevata, dolorabilità dell'utero e perdita vaginale di odore sgradevole. Tuttavia potrebbe essere difficile individuare un'infezione sub-clinica [217]. Trattamento La diagnosi di travaglio pretermine è molto difficile prima di una dilatazione cervicale avanzata e potrebbe essere necessario ripetere più esami vaginali per accertare le alterazioni progressive della cervice. Questo è importante per ridurre al minimo il trattamento non necessario di donne che non sono in travaglio pretermine. Dopo aver emesso una chiara diagnosi di travaglio pretermine, i benefici del tentativo di prolungare la gravidanza devono essere soppesati contro i rischi di effetti collaterali fetali o materni. Il fattore più importante nel trattamento del travaglio pretermine è l'età gestazionale. Dopo 34 settimane non vi è alcun beneficio misurabile per il bambino e molti medici non tentano di arrestare il travaglio. Dalla 28a alla 34a settimana, il prolungamento della gravidanza riduce significativamente la morbilità perinatale. Prima della 28a settimana, il prolungamento di qualche settimana o anche di qualche giorno è associato a un miglioramento significativo della morbilità e mortalità perinatali. Il trattamento della minaccia di travaglio pretermine prima della 24a settimana di gestazione è estremamente difficile e richiede un'attenta considerazione del rischio di seria disabilità a lungo termine nei neonati sopravvissuti. 44 Se la presenza di travaglio pretermine attivo è confermata da contrazioni uterine persistenti, appianamento cervicale superiore all'80% e dilatazione progressiva della cervice fino a 3-5 cm, il trattamento comporta riposo a letto e rassicurazione psicologica della paziente. I parenti devono essere informati dei rischi. Possono essere somministrati tocolitici per inibire le contrazioni uterine e corticosteroidi per indurre la maturazione dei polmoni (vedere di seguito). A questo stadio è importante contattare il pediatra per preparare il sostegno neonatale; se questo non è disponibile localmente, deve essere presa una decisione relativamente al trasferimento della paziente a un centro di riferimento terziario dotato di buone strutture neonatali. In assenza di PPROM, non è raccomandato l'uso profilattico di antibiotici [218]. Se l'episodio di travaglio pretermine è associato a PPROM e/o in presenza di segni di colonizzazione batterica, ad esempio da streptococco di gruppo B, si raccomanda la somministrazione di antibiotici. La scelta degli antibiotici non è chiara e alcuni studi hanno messo in avviso contro l'impiego di co-amoxiclav nelle donne a rischio di parto pretermine a causa di un possibile collegamento con complicazioni neonatali quali l'enterocolite necrotizzante [219]. Se dopo 48 ore di trattamento tocolitico, l'attività uterina rimane inibita e non si verificano ulteriori alterazioni della cervice, il trattamento può essere sospeso e la paziente continuerà la gravidanza e partorirà a termine o si ripresenterà con un altro episodio di travaglio pretermine che dovrà essere nuovamente trattato. Se le contrazioni persistono nonostante il trattamento (3 o più ogni 10 minuti) e la cervice è completamente appianata con ≥ 5 cm di dilatazione, le possibilità di arrestare il travaglio sono minime ed è consigliabile concentrarsi su un parto più sicuro possibile, tenendo presente che può avvenire molto rapidamente in caso di travaglio pretermine avanzato. Sebbene sia desiderabile il trasferimento a un ospedale terziario, il trasporto non è indicato in caso si rischio imminente di parto [220]. Il feto pretermine è meno in grado di affrontare l'asfissia o il trauma da parto rispetto a un feto a termine, pertanto è necessario prestare estrema cautela per ridurre al minimo questi rischi, in particolare in caso di presentazione podalica che è più comune nel travaglio pretermine che in quello a termine. Se la presentazione è cefalica, il parto vaginale è la via preferita. Nella presentazione podalica è controverso se il metodo elettivo debba essere il parto vaginale o cesareo [221]. Il monitoraggio fetale durante la fase di dilatazione comprende la registrazione elettronica della frequenza cardiaca del feto e, se indicato, il prelievo di sangue fetale per l'analisi dei gas e del pH al fine di diagnosticare eventuale ipossia. L'analgesia epidurale è la forma ideale di sollievo dal dolore durante il travaglio e il parto perché evita il rischio di depressione da farmaco sistemico nel neonato pretermine. Le linee guida generali per il parto vaginale a termine si applicano anche ai parti pretermine, ma è importante ridurre al minimo il trauma. Il parto con la ventosa è da evitare, in particolare nei neonati molto pretermine per evitare il rischio di emorragia intracranica. 45 Non vi sono differenze nelle indicazioni di parto cesareo tra i parti a termine e pretermine, tuttavia il segmento uterino inferiore è più stretto nell'utero pretermine e la tecnica chirurgica è più complessa. È importante far nascere il feto pretermine con trauma minimo e talvolta è necessario praticare un'incisione longitudinale invece che trasversale per creare spazio sufficiente per un parto sicuro. Le complicazioni chirurgiche (danno alla vescica, lacerazioni del legamento largo) sono più comuni nei parti cesarei pretermine che a termine. Idealmente, prima del parto sarebbe utile allertare un neonatologo e i genitori dovrebbe essere consigliati e coinvolti in eventuali piani di rianimazione del bambino. Sia che il parto sia vaginale o con taglio cesareo, la presenza di un neonatologo esperto che fornisca assistenza immediata nelle condizioni migliori possibili è essenziale per migliorare l'esito per il neonato [222]. Cerchiaggio di emergenza La decisione di eseguire un cerchiaggio di emergenza nell'ambito del trattamento del travaglio pretermine nelle donne con appianamento e dilatazione avanzati della cervice, ma senza contrazioni (incompetenza della cervice) richiede un'attenta considerazione ed è da valutare caso per caso. L'intervento può risultare tecnicamente difficile e potrebbe provocare la rottura delle membrane [223, 224]. Corticosteroidi Un bambino nato molto precocemente è a rischio di difficoltà respiratorie (sindrome da sofferenza respiratoria). Un unico ciclo di trattamento a base di corticosteroidi, somministrato a una donna che potrebbe partorire prematuramente, aiuta a sviluppare i polmoni del bambino. Tuttavia, questo beneficio non dura più di sette giorni. Non è chiaro se sia utile ripetere la somministrazione prenatale di corticosteroidi per le donne che rimangono a rischio di nascita pretermine dopo un ciclo iniziale. Secondo Crowther e Harding, la somministrazione prenatale di cicli ripetuti di corticosteroidi riduce l'incidenza e la gravità delle malattie polmonari del neonato e il rischio di gravi problemi sanitari nelle prime settimane di vita [160]. Tuttavia, questi benefici sono associati a una riduzione di alcuni valori di peso e circonferenza della testa alla nascita. I dati sui benefici e sui rischi a lungo termine sono ancora insufficienti [160, 161]. 46 Tocolitici I tocolitici sono farmaci utilizzati per arrestare il travaglio prematuro e vengono somministrati al fine di guadagnare tempo per la somministrazione di corticosteroidi che accelerano notevolmente la maturità dei polmoni del feto, ma il cui effetto si ha dopo un giorno o due. Un altro scopo della terapia tocolotica è quello di permettere il trasferimento della madre a un centro di assistenza terziario. Il ritardo del parto può ridurre il tasso di morbilità a lungo termine favorendo la maturazione degli organi e degli apparati in fase di sviluppo. I tocolitici non sono esenti da rischi per la madre e il feto. Effetti collaterali tipici sono nausea e cefalea. I beta-agonisti e i calcio-antagonisti possono causare problemi al ritmo cardiaco. Per questi motivi, i tocolitici devono essere riservati alle donne con un rischio reale di nascita pretermine e non devono essere somministrati come profilassi alle donne asintomatiche o alle donne le cui contrazioni non sono vere contrazioni da travaglio. Vengono impiegati vari tipi di farmaci, con tassi di successo ed effetti collaterali diversi. La scelta del tocolitico per il trattamento del travaglio pretermine si basa sull'esperienza e sulla disponibilità locali. Tutti i farmaci prolungano la gravidanza di oltre 48 ore. L'uso della terapia tocolitica nel tentativo di ridurre il parto pretermine non ha ridotto il tasso complessivo di nascite pretermine [125]. Sebbene la terapia tocolitica rappresenti lo standard di trattamento, non esiste un farmaco approvato dall'FDA e non vi è unanimità sulle terapie farmacologiche tra i medici. • Beta-agonisti: ritodrina, terbutalina, salbutamolo, isossuprina • Calcio-antagonisti: nifedipina • Inibitori della sintetasi delle prostaglandine: indometacina • Donatori di ossido nitrico: gliceriltrinitrato • Antagonisti dei recettori dell'ossitocina: atosiban, barusiban • Solfato di magnesio A metà del 20° secolo veniva spesso prescritto l'alcool etilico come tocolitico, ma studi in doppio cieco successivi hanno mostrato che non era efficace. 47 Problematiche per i medici La nascita pretermine rimane una causa importante di mortalità neotatale e di disabilità a lungo termine, pertanto la sfida più grande per i medici consiste nell'individuare le donne a rischio in modo da non somministrare un trattamento non necessario a chi non lo necessita. Inoltre, la possibilità di determinare le donne ad alto rischio di travaglio pretermine permetterà di sviluppare disegni di studi clinici mirati alle donne che mostrano maggiore probabilità di trarre beneficio da qualsiasi intervento. L'ostacolo principale al progresso del trattamento del travaglio pretermine è il fatto che non si conosce il meccanismo del parto. È necessario individuare i processi endocrini e biochimici che spiegano il motivo per cui le donne entrano in travaglio. Solo allora sarà possibile sapere se il travaglio pretermine è un'accelerazione dello stesso meccanismo che agisce a termine o se è precipitato da altre scorciatoie fisiopatologiche. Questa informazione contribuirà anche al trattamento del travaglio disfunzionale e migliorerà il tasso di successo dell'induzione del travaglio. Per i neonatologi, la nascita molto pretermine ed estremamente pretermine continuerà a porre grandi difficoltà. Serve altro lavoro per valutare l'impatto a lungo termine dei deficit neurosensoriali e delle alterazioni comportamentali associati alla nascita pretermine. Le opinioni unanimi degli esperti sulla nascita pretermine possono essere riassunte come segue [225]: •È essenziale chiarire le vie fisiologiche del travaglio normale a termine, da utilizzare come base per comprendere il travaglio pretermine. Questo obiettivo dovrebbe comprendere ulteriori studi sulla fisiologia del miometrio umano e della maturazione della cervice. •A questa finalità, sono necessarie nuove ricerche interdisciplinari che comprendano studi clinici di alta qualità e potenza adeguata a valutare l'esito per il neonato e il lattante. • Sono necessari altri studi clinici per: – determinare il rischio e i benefici della somministrazione ripetuta di corticosteroidi – determinare i tempi ottimali per l'induzione del travaglio nelle donne con PPROM • I benefici/rischi della tocolisi, del progesterone o di altri trattamenti devono essere valutati in studi randomizzati controllati con placebo. •D evono essere individuati bersagli farmacologici selettivi per l'utero per aumentare l'efficacia e ridurre al minimo gli effetti collaterali. •L a significatività della colonizzazione batterica intrauterina anormale nel travaglio pretermine spontaneo richiede ulteriori indagini. •È necessario definire il ruolo delle cellule immunitarie intrauterine e dei mediatori infiammatori nel travaglio spontaneo. • Il trattamento della PPROM trarrà beneficio da una migliore comprensione del processo di riparazione delle membrane fetali. 48 Note conclusive L'ultimo trimestre di gravidanza è necessario per la maturazione dei polmoni e di altri organi del feto in preparazione alla vita extrauterina. Se questo processo viene interrotto da un parto prematuro, le probabilità di sopravvivenza del neonato diminuiscono notevolmente [226]. La nascita pretermine si verifica sia nei paesi ricchi che in quelli poveri, ma i primi hanno il vantaggio di un'assistenza neonatale migliore. Nonostante i notevoli miglioramenti in ostetricia e neonatologia, i tassi di mortalità perinatale in molti paesi sono rimasti relativamente costanti per decenni. Anche negli ospedali in cui i tassi di sopravvivenza sono migliorati, si osserva un'ampia gamma di handicap e morbilità a breve e lungo termine nei neonati sopravvissuti, in particolare nei gruppi molto pretermine ed estremamente pretermine. Il tasso elevato di disabilità neurosensoriali di questi neonati rappresenta una sfida complessa e duratura per la società [227]. La qualità della ricerca sul parto umano e il travaglio pretermine è elevata, tuttavia riflette sforzi frammentari di gruppi che operano in relativo isolamento, mentre per offrire contributi sostanziali alla risoluzione del problema del travaglio pretermine sono necessarie attività di ricerca concertate tra più laboratori. Questo richiederà studi fisiologici e biochimici tradizionali, ma anche moderni approcci genomici e proteomici, nonché nuove tecniche di imaging, elettromiografia, bioingegneria e nanotecnologia. Inoltre, lo sviluppo di nuovi biomarcatori, metodi diagnostici e farmaci uterini selettivi deve essere convalidato con studi clinici di disegno appropriato e potenza sufficiente a produrre conclusioni valide [228, 229, 230]. 49 Iniziative internazionali per la prevenzione della nascita pretermine Esempi di iniziative realizzate per risolvere il problema crescente della nascita pretermine March of Dimes (www.marchofdimes.com) USA (data di fondazione: 1938) March of Dimes è un'organizzazione con la missione di migliorare la salute dei bambini prevenendo i difetti alla nascita, la nascita prematura e la mortalità infantile. L'organizzazione realizza il suo scopo attraverso programmi di ricerca, servizi di comunità, attività di educazione e patrocinio mirati a salvare le vite dei bambini. La campagna contro la prematurità di March of Dimes è un'iniziativa multimilionaria di ricerca, sensibilizzazione ed educazione che aiuta le famiglie ad avere bambini più sani (data di inizio: 30 gennaio 2003). Scopi della campagna: • Sensibilizzare sul problema della prematurità • Ridurre il tasso di nascite premature La March of Dimes ha pubblicato un kit di strumenti di valutazione del travaglio pretermine basati sull'evidenza, che ha l'obiettivo di standardizzare la valutazione e la diagnosi del travaglio pretermine tra gli operatori sanitari. EAPM (European Association of Perinatal Medicine) (www.europerinatal.com/new_site) Europa (data di fondazione: 1968) Lo scopo dell'associazione è quello di riunire gruppi e individui in un'organizzazione europea con la finalità di promuovere la scienza della medicina perinatale a beneficio di un livello elevato di salute fisica e mentale delle donne, delle madri e dei loro figli in Europa. Gruppo di studio attuale: European Association of Perinatal Medicine - Gruppo di studio sulla nascita pretermine SMFM (Society for Maternal-Fetal Medicine) (www.smfm.org) Stati Uniti (data di fondazione: 1977) La Society for Maternal-Fetal Medicine è l'organizzazione di appartenenza di ostetrici/ginecologi con specializzazione e formazione supplementare in medicina materno-fetale. L'SMFM ospita un convegno scientifico annuale e patrocina il miglioramento delle politiche pubbliche e l'ampliamento dei finanziamenti e delle opportunità di ricerca nel campo della medicina materno-fetale. Gli operatori sanitari sottospecializzati in medicina materno-fetale sono in grado di fornire assistenza o consulenza per la madre o il feto in una gravidanza con complicazioni, ad esempio in caso di: • Gravidanze gemellari, trigemine o più • Travaglio e parto pretermine ricorrente • Rottura prematura delle membrane • Perdita fetale ricorrente 50 ACOG (American College of Obstetrics and Gynecology) (www.acog.org) Stati Uniti (data di fondazione: 1951) L'American College of Obstetricians and Gynecologists è un'associazione professionale di medici specializzati in ostetricia e ginecologia negli Stati Uniti. ACOG persegue la propria missione contro la nascita pretermine attraverso: • Educazione • Ricerca • Pratica • Linee guida e raccomandazioni NANEA (North Atlantic Neuro-Epidemiology Alliances) (www.nanea.dk) Danimarca e Stati Uniti NANEA è una collaborazione scientifica tra due organizzazioni: Università di Aarhus, Danimarca e i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) di Atlanta, Stati Uniti. Attualmente i settori di ricerca principali di NANEA comprendono: • paralisi cerebrale • parto pretermine • stile di vita durante la gravidanza • autismo PREBIC (Preterm Birth International Collaborative (www.prebic.net) Internazionale (data di fondazione: 2004) Le attività di PREBIC sono iniziate il 7 giugno 2004 durante un seminario sui biomarcatori e la nascita pretermine svolto in Danimarca. Lo scopo della collaborazione è quello di sostenere e migliorare la creazione di una rete internazionale di ricercatori che si occupano di nascita pretermine e l'avvio di progetti di ricerca multinazionali su tale argomento. PGP (Preterm birth Genome Project) Internazionale (data di fondazione: 2007) Il consorzio PGP comprende sperimentatori provenienti da 4 continenti, una comunità che collabora per identificare i geni che predispongono alla nascita pretermine. Il comitato direttivo del consorzio PGP è costituito da membri scelti da PGP e PREBIC ed è presieduto da un rappresentante dell'OMS. Lo scopo della collaborazione è quello di individuare i geni che intervengono nella predisposizione alla nascita pretermine e ad altri esiti avversi della gravidanza, associati alla nascita pretermine. Il conseguimento di questo obiettivo sarà favorito dalla concentrazione delle risorse di più gruppi di ricerca di tutto il mondo. 51 SAFE (Special Non-Invasive Advances in Fetal and Neonatal Evaluation Network) (www.safenoe.org) Europa (data di fondazione: 2004) La rete SAFE è un consorzio europeo che si prefigge lo scopo di sviluppare metodi diagnostici non invasivi ed è stato fondato per operare per un periodo di 5 anni. È sponsorizzato dal progetto FP6 dell'UE (EU Framework 6 Program) e conta 49 partner provenienti da 19 paesi. A seguito dei convegni scientifici sponsorizzati dalla rete SAFE è stato creato il gruppo europeo per il travaglio pretermine con la finalità di consolidare la collaborazione e pubblicizzare la necessità di investimenti in fondi di ricerca per una migliore comprensione del parto umano e del travaglio pretermine. Action Medical Research (www.action.org.uk) Regno Unito (data di fondazione: 2003) Action Medical Research è un'istituzione di carità nazionale indipendente basata sul sostegno di volontari, che attualmente finanzia 68 progetti di ricerca di alta qualità con un impegno economico di 7 milioni di sterline. Touching Tiny Lives è la campagna di Action Medical Research che mette in luce la necessità urgente di nuove ricerche per aiutare i bambini malati e vulnerabili. Lo scopo è quello di raccogliere 3 milioni di sterline per nuove ricerche vitali che aiutino a prevenire la nascita prematura e le complicazioni potenzialmente letali della gravidanza. Tommy´s the Baby Charity (www.tommys.org) Regno Unito (data di fondazione: 1992) Si tratta del principale istituto di carità del Regno Unito a sostegno dei bambini, creato per finanziare la ricerca medica e fornire informazioni sulla gravidanza. Tommy’s esiste per salvare le vite dei bambini attraverso il finanziamento della ricerca e la produzione di informazioni sulle cause e sulla prevenzione dell'aborto spontaneo, della nascita prematura e della mortinatalità. Il suo obiettivo è quello di dimezzare entro il 2030 il numero di bambini che muoiono durante la gravidanza o alla nascita. CPN, BILBO, Canadian Neonatal Network, progetto Nascita prima della 29a settimana (www.cpn-rpc.org) Canada (data di fondazione: 2003) La rete CPN è costituita da ricercatori canadesi che collaborano in attività di ricerca correlate all'assistenza perinatale. La rete BILBO creerà un database nazionale standardizzato di gravidanze ad alto rischio di nascita molto pretermine dalla 22a fino ad oltre la 28a settimana di gestazione. Queste reti offrono ai ricercatori l'opportunità di partecipare a progetti di collaborazione a livello nazionale. GAPPS, The Global Alliance for the Prevention of Prematurity and Stillbirth (gappsseattle.org) Stati Uniti Ospedale pediatrico con sede a Seattle, diretto da Craig Rubens, MD, PhD. L'organizzazione GAPPS riunisce un team internazionale di ricercatori che si occupano della salute della madre e del bambino per studiare i problemi nelle nascite pretermine e della mortinatalità. 52 Glossario e abbreviazioni A B ACOG (American College of Obstetrics and Gynecology) Batteriemia Associazione professionale di medici specializzati in ostetricia e in ginecologia negli Stati Uniti. Alloantigene Antigene esistente in forme alternative (alleliche) in una specie, che induce una risposta immunitaria quando una forma viene trasferita ai membri della specie che non la possiedono. Amnioinfusione Instillazione di liquido nella cavità uterina prima del parto. Antigene Qualsiasi sostanza che induca il sistema immunitario a produrre anticorpi per combatterla. Un antigene può essere una sostanza estranea presente nell’ambiente, quali sostanze chimiche, batteri, virus o pollini, oppure può essere formato all’interno dell’organismo, come nel caso delle tossine batteriche o delle cellule tissutali. Apnea Termine tecnico per la sospensione della respirazione esterna. Durante l’apnea i muscoli della respirazione non si muovono e il volume dei polmoni rimane inizialmente immutato. Appendicite Condizione caratterizzata dall’infiammazione dell’appendice. Sebbene i casi lievi possano risolversi senza trattamento, è perlopiù necessaria la rimozione dell’appendice infiammata. Arteria spirale Arterie a chiocciola presenti nell’endometrio premestruale o progestazionale. Asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) Sistema neuroendocrino dell’organismo che comprende l’ipotalamo, l’ipofisi e le ghiandole surrenali. Questo complesso sistema di comunicazione è responsabile della gestione efficace dello stress e della regolazione di vari processi dell’organismo, tra cui la digestione, il sistema immunitario, l’umore, la sessualità e il consumo di energia attraverso la regolazione della produzione di cortisolo, neurotrasmettitori e ormoni principali. Presenza di batteri nel sangue. Batteriuria Presenza di batteri nelle urine. C Cerchiaggio cervicale Procedura chirurgica in cui la cervice viene chiusa mediante cucitura durante la gravidanza. Viene utilizzato per il trattamento dell’incompetenza della cervice, una condizione in cui la cervice si è leggermente aperta ed esiste il rischio di aborto spontaneo o nascita pretermine a causa della mancata chiusura durante la gravidanza. Cervice L’estremità inferiore stretta dell’utero in cui questo si unisce alla parte superiore della vagina. Citochine Gruppo di proteine e peptidi utilizzati negli organismi come composti di segnalazione. Questi segnali chimici sono simili a ormoni e neurotrasmettitori e vengono utilizzati per permettere a una cellula di comunicare con le altre. Le citochine sono state chiamate anche linfochine, interleuchine e chemochine, in base alla loro funzione presunta, cellula di secrezione o bersaglio di azione. Citochine proinfiammatorie Citochine che intervengono nell’amplificazione delle reazioni infiammatorie e comprendono IL-1, IL-6, TNF-α e TGF-β. Clamidia Malattia comune trasmessa sessualmente causata dal batterio Chlamydia trachomatis. Coagulopatia Termine medico per un difetto del meccanismo di coagulazione del sangue dell’organismo. Contrazioni di Braxton Hicks Contrazioni uterine sporadiche, note anche come contrazioni di falso travaglio o contrazioni preparatorie. 53 Corioamnionite Infezione delle membrane (tessuti placentari) e del liquido amniotico. Corion Membrana più esterna delle due membrane fetali (l’amnios è la più interna) che insieme circondano l’embrione. Corticosteroidi Ormoni somministrati per maturare i polmoni del feto, per l’artrite o per altre condizioni mediche. Cortisolo Ormone corticosteroide prodotto dalla corteccia surrenale (nel surrene). Si tratta di un ormone essenziale che viene spesso detto “ormone dello stress” perché interviene nella risposta allo stress. D Dati demografici I dati demografici fanno riferimento alla popolazione selezionata. Quelli usati comunemente comprendono etnia, età, reddito, disabilità, mobilità, livello di istruzione e stato occupazionale. Decidua Termine che indica il rivestimento uterino (endometrio) durante la gravidanza; forma la parte materna della placenta. Distacco della placenta Separazione della placenta dalla parete dell’utero. Distonia transitoria Anomalia del tono muscolare, osservata spesso nei bambini di età inferiore a un anno, nati pretermine. Potrebbe simulare la condizione di paralisi cerebrale. Disturbo complesso Disturbo causato dall’interazione di più geni o da una combinazione di fattori di rischio genetici e ambientali. E Ecografia Esame in cui si utilizzano onde sonore per valutare le strutture interne. Durante la gravidanza può essere impiegata per esaminare il feto. Per misurare la lunghezza della cervice si utilizza l’ecografia transvaginale. Ecografia transvaginale (TVU) Ecografia durante la quale si inserisce una sonda nella vagina. Emorragia antepartum Sanguinamento dalla vagina durante la gravidanza. Emorragia intraventricolare Sanguinamento all’interno o intorno ai ventricoli, ossia gli spazi cerebrali che contengono il liquido cerebrospinale. L’emorragia intraventricolare è comune soprattutto nei bambini prematuri, in particolare quelli nati molto sottopeso. Il sanguinamento nel cervello può creare pressione sui neuroni e danneggiarli. Un danno grave alle cellule può portare a lesione cerebrale. Endocannabinoidi Sostanze prodotte nell’organismo, che attivano i recettori dei cannabinoidi. Endotossine Composti tossici naturali presenti negli agenti patogeni quali i batteri. Le endotossine non vengono secrete dai batteri vivi, ma sono un componente strutturale dei batteri, che viene rilasciato prevalentemente durante la lisi batterica. Enterocolite necrotizzante (NEC) Condizione medica osservata principalmente nei neonati prematuri, in cui parti dell’intestino vanno incontro a necrosi (morte tissutale). Esame digitale Esame condotto con le dita (dal latino digitus, “dito”). Dotto arterioso pervio Estriolo (E3) Difetto cardiaco congenito in cui il dotto arterioso di un bambino non si chiude dopo la nascita. Uno dei tre estrogeni principali prodotti dall'organismo umano. Viene prodotto in quantità significative solo durante la gravidanza perché viene generato dalla placenta. Eziologia Studio delle cause di una patologia. 54 F Insufficienza/incompetenza della cervice Fattore stimolante la colonia di granulociti (G-CSF) Cervice indebolita che predispone una donna a aborto spontaneo nel trimestre intermedio o a parto precoce (prematuro) per l’apertura eccessivamente anticipata. Fattore di crescita di tipo emopoietico che stimola il midollo osseo a produrre più leucociti deputati alla difesa dalle infezioni, detti neutrofili. Feto Bambino che cresce nell'utero della donna. Fibronectina fetale (fFN) Glicoproteina extracellulare che si ritiene agisca da sostanza adesiva, una “colla tissutale”, tra le membrane e la parete uterina. Folato Forma di vitamina B idrosolubile. Il folato è presente naturalmente negli alimenti (es. verdure in foglia come gli spinaci, piselli e fagioli secchi). È necessario per la produzione e il mantenimento delle nuove cellule ed è particolarmente importante durante i periodi di rapida divisione e crescita cellulari come nell’infanzia e nella gravidanza. Il folato è necessario per creare il DNA e l’RNA. Previene le alterazioni del DNA che potrebbero indurre il cancro. Fosfolipasi Enzima che catalizza l’idrolisi di un fosfolipide. G Giunzione serrata Canali intercellulari che permettono il libero passaggio tra le cellule di ioni e piccole molecole. Quando il momento della nascita si avvicina, le giunzioni serrate tra le cellule della muscolatura liscia dell’utero permettono l’inizio di contrazioni potenti e coordinate. I Iatrogeno = “intenzionale” In un contesto di nascita pretermine significa che il medico decide che il bambino deve essere partorito pretermine a causa di complicazioni serie per la madre o il feto. Infezioni sistemiche Invasione del flusso ematico da parte di microorganismi virulenti (quali batteri, virus o funghi) da un focolaio di infezione; è accompagnata da malattia sistemica acuta. Interleuchine (IL) Citochine che agiscono specificamente da mediatori tra i leucociti. Iperemesi gravidica Disturbo raro caratterizzato da nausea e vomito gravi e persistenti durante la gravidanza, che potrebbero richiedere il ricovero ospedaliero. L Leucomalacia periventricolare Condizione caratterizzata dalla morte della materia bianca vicina ai ventricoli cerebrali a causa di rammollimento del tessuto cerebrale. Può colpire i feti o i neonati; i bambini prematuri presentano il rischio maggiore di sviluppare questa patologia. Liquido amniotico Liquido trasparente, leggermente giallognolo che circonda il feto durante la gravidanza. È contenuto nella sacca amniotica. Lunghezza della cervice Misura inversamente correlata al rischio di travaglio pretermine. Viene valutata manualmente o con il metodo più affidabile dell’ecografia transvaginale. M Malattia periodontale = “malattia delle gengive” Infezione batterica cronica che colpisce le gengive e le ossa che sostengono i denti. Si è osservata un’associazione tra questo disturbo e la nascita pretermine. Maturazione della cervice Processo complesso che causa rammollimento fisico e distensione della cervice, inducendo infine appianamento e dilatazione parziali. Membrane fetali Strati sottili di tessuto che circondano l’embrione o il feto svolgendo funzioni di nutrizione, respirazione, escrezione e protezione; sono costituite da sacco vitellino, allantoide, amnios e corion. 55 Metalloproteinasi di matrice (MMP) Membro di un gruppo di enzimi in grado di degradare le proteine, quali il collagene, normalmente presenti negli spazi intercellulari dei tessuti (ossia, proteine di matrice extracellulare). Questi enzimi sono detti metalloproteinasi perché necessitano di atomi di zinco o calcio per funzionare adeguatamente. Le metalloproteinasi di matrice intervengono nei processi di guarigione delle ferite, angiogenesi e metastasi delle cellule tumorali. Miometrio Strato intermedio della parete uterina, costituito da cellule di muscolatura liscia, che sostiene il tessuto stromale e vascolare. Monitoraggio uterino in contesto domiciliare Dispositivo impiegato in contesto domiciliare per monitorare le contrazioni uterine di una donna gravida e rilevare il travaglio prematuro. Mucinasi Enzima che agisce sulle mucine (glicoproteine presenti nelle secrezioni delle mucose). N Nascita pretermine Parto che si verifica prima di 37 settimane complete di gravidanza. O Oligoidramnios Liquido insufficiente nella cavità uterina. Ormone adrenocorticotropo (ACTH o corticotropina) P Paralisi cerebrale Uno qualsiasi di numerosi disturbi neurologici che si manifestano nella prima puerizia o nella prima infanzia e che colpiscono in modo permanente il movimento del corpo e la coordinazione muscolare, ma non peggiorano nel tempo. Peso basso alla nascita (LBW) Un neonato che pesa meno di 2.500 g al momento del parto, indipendentemente dall’età gestazionale alla nascita. Peso estremamente basso alla nascita (ELBW) Un neonato che pesa meno di 1.000 g al momento del parto, indipendentemente dall’età gestazionale alla nascita. Peso molto basso alla nascita (VLBW) Un neonato che pesa meno di 1.500 g al momento del parto, indipendentemente dall’età gestazionale alla nascita. Pielonefrite Infezione ascendente delle vie urinarie che ha raggiunto la cavità pielica (pelvi) del rene. Polidramnios Condizione medica caratterizzata da eccesso di liquido amniotico nel sacco amniotico. Polimorfismo a singolo nucleotide (SNP) (pronunciato snip) Variazione della sequenza del DNA che si verifica quando un singolo nucleotide (A, T, C o G) del genoma differisce tra i membri di una specie o tra i cromosomi accoppiati in un individuo. Ormone polipeptidico prodotto e secreto dall’ipofisi. Riveste un ruolo importante nell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Polimorfismo genetico Ormone rilasciante la corticotropina (CRH) Polmonite Ormone polipeptidico e neurotrasmettitore coinvolto nella risposta allo stress. Ossitocina Ormone che agisce anche da neurotrasmettitore nel cervello. Nelle donne, viene rilasciato in grandi quantità dopo la distensione della cervice e della vagina durante il travaglio e dopo la stimolazione dei capezzoli, facilitando rispettivamente la nascita e l'allattamento al seno. 56 Differenza nella sequenza del DNA tra individui, gruppi o popolazioni. Infiammazione dei polmoni. Pre-eclampsia (PE) Patologia che compare durante la gravidanza. È caratterizzata da aumento della pressione arteriosa e presenza di proteine nelle urine. Progesterone Ormone femminile prodotto nelle ovaie che promuove la crescita del rivestimento dell’utero. Quando il livello di progesterone diminuisce, si verifica la mestruazione. Prostaglandina Una di numerose sostanze simili agli ormoni che partecipano a un’ampia gamma di funzioni dell’organismo, quali la contrazione e il rilassamento della muscolatura liscia, la dilatazione e la costrizione dei vasi sanguigni, il controllo della pressione arteriosa e la modulazione dell’infiammazione. Le prostaglandine derivano da una sostanza chimica detta acido arachidonico. Proteasi Enzima che digerisce le proteine. Proteina legante il fattore di crescita insulino-simile fosforilato 1 (phIGFBP-1) Proteina portatrice del fattore di crescita insulinosimile 1. Durante la gravidanza, i fattori di crescita (IGF) e le rispettive proteine leganti (IGFBP) sono importanti per la crescita dei tessuti del feto e della madre. L'isoforma altamente fosforilata (phIGFBP-1) è prodotta dalla decidua. È un indicatore di danno tissutale nell'interfaccia corio-deciduale delle donne gravide e un marcatore dell'aumento del rischio di complicazioni infettive quali la vaginosi batterica. S Sepsi Infezione del sangue. Sindrome da risposta infiammatoria fetale Condizione caratterizzata da infiammazione sistemica del feto e da aumento del livello di interleuchina-6 nel plasma fetale. È associata all’inizio imminente della nascita pretermine. Sindrome da sofferenza respiratoria Sindrome causata nei bambini prematuri da insufficienza dello sviluppo della produzione di surfattante e immaturità strutturale dei polmoni. Sottopeso per l'età gestazionale (SGA) Neonato il cui peso è inferiore alla norma della popolazione. È definito come peso inferiore al 10° percentile per l'età gestazionale. T Punteggio di Bishop Taglio cesareo Sistema di classificazione pre-travaglio che contribuisce a predire la necessità di induzione del travaglio. Viene utilizzato anche per stimare il rischio di nascita pretermine. Intervento chirurgico per far nascere un bambino, che viene estratto dall’addome della madre. La maggior parte dei tagli cesarei viene effettuata quando si verificano problemi imprevisti durante il parto. Progestina Sostanza naturale o sintetica che simula alcune o tutte le azioni del progesterone. R Retinopatia Termine generico riferito ad alcune forme di danno non infiammatorio alla retina dell’occhio. La prematurità è una delle cause principali di retinopatia. Ritardo di crescita intrauterino (IUGR) Assenza di normale crescita del feto. È causato da più effetti avversi sul feto, che inibiscono il potenziale di crescita normale. Rottura pretermine prematura delle membrane (PPROM) Tecnologie di riproduzione assistita (ART) Tutti i trattamenti per la fertilità in cui vengono manipolati sia gli ovociti sia gli spermatozoi. Tocolitico Farmaco usato per arrestare o rallentare il travaglio pretermine prematuro. Travaglio pretermine Travaglio (contrazioni regolari e maturazione della cervice) che inizia prima di 37 settimane complete di gestazione, con membrane fetali intatte. Trombina Enzima che presiede alla conversione del fibrinogeno in fibrina. La trombina è quindi un promotore essenziale della coagulazione. Rottura delle membrane fetali prima della 37a settimana di gestazione. Molto spesso induce nascita pretermine. 57 U V Urocortina Vaginosi batterica Con l'urocortina II, fa parte della famiglia dei neuropeptidi correlati agli ormoni rilascianti la corticotropina (CRH) e agisce per regolare le risposte allo stress. Sindrome prevalentemente asintomatica in cui i lattobacilli normali della vagina vengono sostituiti da una flora mista con concentrazioni elevate di batteri anaerobi. Uterotonico Valore predittivo negativo (NPV) Sostanza che causa contrazioni uterine (es. ossitocina e prostaglandine). Probabilità che una persona non soffra del disturbo indicato quando si ottiene un risultato negativo del test. Valore predittivo positivo (PPV) Probabilità che una persona soffra del disturbo indicato quando si ottiene un risultato positivo del test. Ventosa Dispositivo di vuoto impiegato per favorire il parto quando il travaglio non procede in modo adeguato. 58 Bibliografia 1. Marlow N, Wolke D, Bracewell M, Samara M. Neurologic and developmental disability at six years of age after extremely preterm birth. N Engl J Med 2005;352:9-19. 2. Veen S, Ens-Dokkum M, Schreuder A, Verloove-Vanhoric S, Brand R, Ruys J. 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