A cura dell’Associazione culturale “La Grama”, C.P.62, 48026 San Pancrazio (RA) Supplemento a Ross zétar d’Rumagna - N.77 - Anno 39° - n.2 - Settembre 2006 Direttore Responsabile: Avv. Emilio Duranti - Redattore: Girolamo Fabbri Registr. Trib. Ravenna n.524 del 15-7-69 - Non contiene pubblicità. Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (con. in L.27-2.2004 n.46)- Art. 1, comma 2 - DCB Ravenna In caso di mancato recapito inviare al CPO di Ravenna per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa. San Pancrazio il paese delle fiabe di Luisa Calderoni In questi anni molte volte ci siamo interrogati come Associazione Culturale la Grama su quale contributo potevamo offrire a S. Pancrazio per un suo rilancio per dare alla nostra realtà una nitida identità culturale, per farlo conoscere meglio e di più. Siamo una comunità unita, solidale, che però sta trasformandosi; c’è l’esigenza di vivacizzare la vita di relazione fra le persone e far conoscere di più il paese anche oltre i suoi confini. In collaborazione col Consiglio del Decentramento e col contributo di un gruppo di persone che desideravano impegnarsi in questo lavoro abbiamo preparato un progetto con lo scopo di dare una immagine nuova al paese partendo dalla sua storia e dalle sue tradizioni. Il tema più confacente a questo obiettivo è sicuramente quello delle fiabe per queste ragioni: - dal 1993 al 1999 sono usciti 5 volumi delle “fiabe di Romagna” raccolte da Ermanno Silvestroni, curate da Eraldo Baldini Andrea Foschi edite da Longo Editore. La particolarità di questa raccolta è che le fiabe provengono da un’area estremamente limitata, cioè da un solo piccolo paese: S. Pancrazio. La collana è composta di 133 testi, raccolti nel periodo 1920-40 nei “trebbi” serali nelle stalle contadine e nelle osterie del nostro paese, dove i favolari intrattenevano gli ascoltatori. A conferma dell’assoluto valore nazionale e internazionale di questa raccolta c’è il fatto che le maggiori biblioteche del mondo, a partire da quella del Congresso degli Stati Uniti a Washington, per arrivare a tutte le maggiori biblioteche universitarie d’Europa e d’America hanno acquistato ed hanno in catalogo questi 5 volumi, nati a S. Pancrazio. Nelle Università italiane, poi da quella di Bologna a quella di Urbino a quella di Padova ecc… questi libri vengono spesso inseriti nei programmi di studio del settore, ed hanno dato già spunto a numerose tesi di laurea. - Emilio Levrano nato e abitante a S. Pancrazio continua a scrivere favole e a pubblicare libri: FIABE E LEGGENDE della tradizione romagnola, edito dalla Pro Loco di Russi uscito nel 2005, un altro IL PASSATORE E ALTRE FIABE e leggende romagnole, edito sempre dalla Pro Loco di Russi uscito nel 2006. A Villa Roncuzzi, caso abbastanza raro ed emblematico, resta il simbolo di una bella ed antica fiaba. Infatti nella parete esterna dell’edificio è incastonata una palla di sasso di proiettile di cannone antico, che secondo la leggenda contiene la “testa de biso”. La fiaba* è bella, anche lunga e piena di particolari e rappresenta la liberazione di una comunità dai danni provocati da un drago (Continua a pagina 3) 1 Dri l'irola La festa di Santa Lucia stiana proprio nel periodo delle persecuzioni di Diocleziano. Lucia fu arrestata e sottoposta a tante atrocità, ma rimase sempre illesa dalle torture. La sua fede in Dio la fortificò nelle sofferenze. Fu uccisa dai soldati del governatore nel 304. Il suo nome ci porta alla luce, è la protettrice della vista e modello della luce della fede. Il suo corpo è conservato a Venezia.” Nelle immagini sacre la santa viene raffigurata con un piatto in mano in cui sono raccolti i suoi occhi. I nostri nonni la ricordavano come patrona della vista e la pregavano per rimanere questo dono che ritenevano fondamentale per poter lavorare e vivere. Un tempo la cecità era molto diffusa, sia nei bambini che negli anziani, inoltre i lavoratori delle campagne e delle fabbriche dovevano ricorrere spesso alle cure mediche per l’intrusione di corpi estranei negli occhi. Quando eravamo piccoli il giorno di questa festa i nostri familiari ci mandavano in chiesa a lavarci gli occhi con l’acqua benedetta. In molte case c’era una particolare pietra che veniva usata quando entrava un corpo estraneo in un occhio. Nella cultura popolare questo giorno era considerato l’inizio delle feste della luce e dell’inverno. Proverbi molto noti citano: “Santa Lucia il giorno più corto che ci sia”. Vogliamo ricordare una festa che adesso passa inosservata, ma un tempo era molto sentita dalle persone della nostra campagna: la festa di S. Lucia considerata la patrona protettrice della vista, che ricorre il 13 dicembre. “Lucia nacque in una ricca famiglia a Siracusa nel 286. Venne educata alla fede in Cristo. Secondo la tradizione si racconta che fin da bambina si consacrò a Dio e fece voto di verginità. La famiglia però, che non sapeva di questa decisone della figlia, decise di darla in sposa ad un giovane pagano. La madre fu colpita da una grave malattia; la figlia la consigliò di recarsi in pellegrinaggio a Catania presso la tomba di S. Agata e dopo aver pregato a lungo ricevette la grazia della guarigione. La signora in segno di gratitudine rispettò il voto della figlia. Il promesso sposo invece si vendicò e denunciò Lucia come cri- 2 Dri l'irola Cucina e tradizione Lisignin cun la scalogna di Luisa Calderoni stra calda accompagnata con parmigiano reggiano grattugiato. Tagliolini con lo scalogno Questo è un piatto tipico della casa contadina della nostra campagna, molto buono nel periodo estivo quando la scalógna è appena raccolta dopo aver preso “ la guaza ad san Zvan” ma anche nel periodo invernale dopo aver ucciso il maiale quando c’è in casa la pancetta sottosale. Gli ingredienti sono semplici, ma devono essere autentici. La pancetta deve essere stata almeno una settimana a prendere il sale, lo scalogno è quello di Romagna, quel bulbo contenente spicchi rossastri che si puliscono come l’aglio, e che ha un sapore molto buono. Ingredienti per sei persone: 2 fette di pancetta, 3 hg. di scalogno, 3 uova, 3 hg di farina, pomodori maturi, olio di oliva, sale e pepe q.b. Con la farina e le uova fare la sfoglia, lasciare asciugare e poi tagliare tagliolini o lisignin. Pulire la scalogna e affettarla ad anelli. Tagliare la pancetta a dadini piccoli, mettere in un tegame con un po’ di olio di oliva fare sciogliere il grasso, aggiungere lo scalogno, poi il pomodoro passato, sale e pepe q.b. Quando il sugo è pronto cuocere la pasta in abbondante acqua salata e condire, servire questa mine- Cervella fritte Anche questo è un piatto che tempo fa era molto presente nelle tavole delle nostre case in ragione anche del fatto che spesso alcuni animali venivano uccisi a domicilio. Ingredienti: cervella a piacere, un uovo, pane grattugiato, grana padano o formaggio secco grattugiato, olio di oliva, sale q.b. Lavare le cervella e cuocerle nell’acqua salata per circa 10 minuti. Appena raffreddate togliere la pelle che le ricopre, poi fare i pezzi delle dimensioni che ognuno desidera. In un piatto mettere ¾ di pan grattato e ¼ del formaggio grattugiato scelto, in una scodella sbattere le uova. Passare le cervella nell’uovo sbattuto poi nel pane-formaggio grattugiato e premere con le mani. A chi piacciono molto impanate ripetere il bagno nell’uovo e nel pane-formaggio grattugiato. Friggere in abbondante olio d’oliva, asciugare con la carta gialla e servire cal- (Continua da pagina 1) feroce. Abbiamo cercato di produrre del materiale partendo da un progetto, da un’idea nata da Eraldo Baldini che ringrazio sentitamente, per il contributo prezioso che continua ad offrire al paese dove è nato e cresciuto. Per cominciare quest’anno 2006 in occasione della sagra paesana c’è stata la divulgazione di un depliant dal titolo: San Pancrazio “il paese delle fiabe”: un luogo dove si vive bene, una comunità unita, solidale, accogliente. Una identità: la storia, le tradizioni, le risorse, la vita di oggi. Il depliant di otto pagine è un messaggio ad immagini che illustra le strutture più importanti: la pieve, le tradizioni, e naturalmente le fiabe. Un percorso culturale-ambientale presentato come “un giro in bicicletta” mette in rete tutte le particolarità da visitare e da vedere. Nella prossima primavera sarà disponibile un opuscolo che presenterà la storia di ogni punto della rete. Nell’ultima pagina il calendario delle feste, delle ricorrenze religiose, delle manifestazioni sportive. La presentazione è stata curata dall’on. Dott. Antonio Patuelli che ringrazio sentitamente. Dal prossimo anno, se sarà possibile, in collaborazione con l ‘Amministrazione Comunale vorremmo istituire una borsa di studio annunale “Ermanno Silvestroni” per premiare una ricerca o una pubblicazione sulle favole o sulla tradizione orale. 3 Dri l'irola LE EDICOLE VOTIVE di S. PANCRAZIO ricerca condotta da Luisa Calderoni e Luigi Silvestroni Nel territorio di S. Pancrazio esistono 5 edicole votive sparse nella campagna, più una in via Argine destro Montone che, se pure ubicata in un altro paese è legata alla religiosità popolare di questa comunità. Un’altra è nel cortile dell’Asilo Infantile. cui festa si celebra la 2° domenica di ottobre, la Madonna delle Grazie, l’Immacolata Concezione, la Vergine di Sulo, la Madonna di Lourdes. La Madonna delle Grazie non è venerata nella nostra Parrocchia come le altre, ma a Faenza. Infatti, dopo che Faenza si salvò dalla peste del 1630 fu proclamata patrona e protettrice della città le cui chiavi le furono offerte in una solenne cerimonia. Tutte le edicole sono erette su pilastrini in muratura: quattro sono a ricordo di episodi luttuosi, una invece potrebbe definirsi per un fatto miracoloso, le altre due ricordano eventi particolari cari alla comunità. Tutte sono l’espressione di forme di religiosità e devozione popolare. Le prime cinque, quelle più antiche hanno una storia comune. Sono state erette alla fine del 1800 in maniera primordiale, cioè affiggendo un’immagine sacra su un albero a ricordo di un fatto che ha interessato singole persone. Poi, al tempo della guerra, sono state segnate da eventi che hanno prodotto deterioramento o distruzione. Quando è arrivata la pace, al momento della ricostruzione delle case, delle strade, le persone, anche non praticanti, si sono ricordate di queste edicole e hanno eretto gli attuali pilastri. Una delle espressioni più belle delle forme di religiosità popolare è che per tutto il mese di maggio le edicole diventavano il punto di ritrovo degli abitanti della zona per la recita quotidiana serale del Santo Rosario. Un dato da sottolineare per dimostrare l’amore dei cittadini di S. Pancrazio per queste edicole è che tutte sono ben custodite, curate; nelle nicchie non mancano mai i vasi coi fiori e i cerini accesi. Le immagini scelte sono quelle conosciute dalle persone. La Madonna del Fuoco patrona della Diocesi di Forlì, la Madonna del Rosario, la Edicola di via Randi L’ edicola è sita in via Randi al civico N° 17 su terreno di proprietà della famiglia Randi. Nel giardino adiacente la strada si erge un pilastro cilindrico alto circa 4 metri sormontato da una celletta con interno piccolo, chiusa da un cancelletto di ferro contenente una rete metallica a nido d’ape in cui era sistemata una immagine della Madonna del Rosario, ora scomparsa, in cima una croce in ferro. Nella celletta è rimasto un vasetto di ceramica color giallo con alcuni fiori finti messivi molti anni fa dalla signorina Anita Poggiali. Questo pilastro fu eretto verso la fine del 1800 nel punto in cui fu ferito a morte, con un colpo di fucile l’Arciprete di S. Pancrazio Don Giulio Turchetti, vicario del Vescovo di Forlì, la sera del 20 dicembre 1888, mentre rientrava alla canonica. Non si è mai conosciuto il nome dell’attentatore né il movente dell’attentato. La voce popolare vuole che ad uccidere il prelato fosse una persona di cui Don Giulio aveva dato informazioni negative. Di certo si sa che il sacerdote morì la sera del 22 dicembre dopo aver perdonato il suo assassino. Aveva 55 anni era originario di S. Pancrazio e aveva retto la Parrocchia per 11 4 Dri l'irola “ A PERPETUO DEVOTO RICORDO CHE IL GIORNO 8 NOVEMBRE 1898 PRESSO A QUEST IMMAGINE FU ESPLOSO PER DISGRAZIA UN COLPO DI FUCILE CONTRO ALMA DI ARCANGELO GALEATI BAMBINETTA UNDICENNE DALLA VICINANZA DELL’ARME DALLA QUALITA’ E FORZA DELLA CARICA DOVEVA ESSERE TRAPASSATA E MORTA MA PER GRAZIA DELLA MADONNA LE CADDERO I PRIOETTILI AI PIEDI NON SENTI CHE UN URTO VIOLENTO EBBE IL GREMBIULE APPENA BRUCIATO E SENZA TRACCIA DI PERFORAZIONE SII BENEDETTA VERGINE SANTISSIMA DELLE GRAZIE DALLA FANCIULLA CHE SALVASTI E DA TUTTO IL POPOLO CHE IN TE CONFIDA RICONOSCENTE” anni. L’edicola fu eretta col concorso della famiglia e della Parrocchia. Edicola di via Barleti Pilastro quadrato terminante con una celletta in cui è sistemata una ceramica di forma cir- L’episodio raccontato è questo: quella mattina un cacciatore si trovava in quel luogo e la bambina era di passaggio nei pressi. Improvvisamente, dall’arma carica partì un colpo che investì in pieno la fanciulla, la quale; però, non ebbe alcun danno, per cui il fatto fu considerato miracoloso. L’immagine è tuttora onorata e venerata. Questa edicola è ritenuta di proprietà della Parrocchia. colare a simboleggiare un sole giallo su sfondo blu. Al centro è raffigurata la Madonna seduta col bambino sulle ginocchia. Un velo blu verdastro ricopre la testa e il corpo. (per alcuni potrebbe essere una riproduzione artistica della Madonna del Fuoco, ma dalla immagine della lapide si trae un’altra indicazione: la Madonna delle Grazie). L’immagine si trova all’interno di una nicchia chiusa da una massiccia grata di ferro. In origine il piastrino era una colonna romana, che poi è stata rivestita con mattoni rosso cupo. Sopra alla grata, al centro, c’è un braccio in ferro battuto che inizialmente reggeva una lanterna. In cima al pilastrino una croce di ferro, accanto la rosa rampicante. Nel pilastrino attualmente si trova una copia della ceramica perché l’originale è conservata all’interno della Pieve di S. Pancrazio nella navata destra affissa alla parete dietro l’altare. Sul lato frontale del piastrino è apposta una lapide marmorea con inciso questo testo: (Continua a pagina 6) 5 Dri l'irola Edicola di vicolo Fabbri l’immagine della Madonna in quadretto era apposta su una quercia che sorgeva nel punto ove ora è il piastrino, sulla riva di un fossato che scorreva fra i campi. Nel turbine della guerra la quercia e l’immagine andarono distrutte ma il ricordo dell’esistenza della “Madonna” non si spense. Quando fu realizzata la lottizzazione della zona l’acquirente del lotto di terreno su cui sorgeva la quercia votiva, costruendo il muro di cinta della sua proprietà nel punto esatto ove sorgeva la pianta volle inserito il piastrino con l’immagine sacra. Anche in questa edicola si ricorda un episodio luttuoso: “ la morte di un cacciatore” avvenuta alla fine del 1800. Saltando il fosso con l’arma carica, fece inavvertitamente partire un colpo che l’uccise. Dell’uomo non è stato tramandato il nome e si è pure perduta la memoria della sua famiglia. Non si sa se l’immagine della Vergine fosse stata posta sull’albero dalla famiglia o dalla pietà popolare. Edicola in muratura con celletta contenente l’immagine in ceramica della Madonna del Fuoco patrona della Diocesi di Forlì alla quale la nostra Parrocchia appartiene. Questa edicola fu fatta costruire da Dolcini Antonio negli anni cinquanta in sostituzione di un quadretto riportante la stessa immagine apposto su un albero sito nel campo di fronte e venerato dagli abitanti della zona e del paese. Quest’albero e l’immagine della Vergine furono distrutti durante la guerra, ma il ricordo della loro presenza rimase per cui, anche se non esattamente nello stesso punto fu costruito il pilastrino. L’episodio per cui è sorta è questo: “ultima decade di agosto di uno degli ultimi anni del 1800. Siamo nella zona dei maceri per la canapa, tanta canapa ancora in bagno, tanta lavata esposta ad asciugare, molti carri, alcuni vuoti in attesa di carico, altri carichi di canapa in partenza, alcuni già in movimento trainati dai buoi. Uno di essi sta uscendo dalla carraia immettendosi nella strada svoltando a sinistra. Un uomo di cui si è persa memoria del suo nome e di quello della sua famiglia è seduto in cima al carico di canapa posto sul carro. Ad un tratto, forse a causa del fondo stradale sconnesso, il carico ondeggia paurosamente e si rovescia sulla destra nel campo adiacente la strada trascinando con sé l’uomo, che vi rimase sotto schiacciato dal peso dei grossi fasci di canapa intrisi d’acqua. Per lui è la morte, proprio ai piedi di quell’albero, lì nel campo. Anche qui non si sa se l’immagine della Madonna fu apposta sull’albero dalla famiglia o dalla pietà popolare. L’immagine è oggi molto venerata; ogni anno alla fine del mese di maggio nei suoi pressi si recita il rosario con notevole partecipazione di fedeli. Edicola Adige di Edicola di via Naldi Pilastrino cilindrico terminante con celletta con apposta una immagine in quadretto della Beata Vergine del Rosario. In origine l’immagine della Madonna era appesa ad un albero sito in via S. Emerenziana. Quando l’albero era diventato ormai secco, per conservare l’immagine e il suo significato nel 1962 fu costruito da un muratore della zona il pilastrino. via Pilastrino a lesena, nel muro di recinzione di una proprietà con celletta terminale nella quale è posta una statuetta della Immacolata Concezione. In origine Episodio: La morte di un uomo che girando col calesse si era scontrato all’incrocio con un altro mezzo e nell’urto aveva perso la vita. Di questa persona non si ricorda il nome. La prima immagine era una semplice fotografia in cartone incorniciata che il tempo aveva 6 Dri l'irola consumato. Poi le donne della zona si fecero fare una ceramica con un’immagine molto moderna, artistica, bella che è stata trafugata da ignoti. Nel 1996 è stata riprodotta l’immagine della Madonna del Rosario di Pompei dipinta a mano da un’artista di Lugo racchiusa in una cornice semplice di legno scuro affissa al muro. Sul pilastrino c’è la rosa rampicante che raggiunge il massimo della fioritura nel mese dedicato alla Madonna: maggio. Immagine molto venerata, tutti gli anni nel mese di maggio si recita il rosario con partecipa- carsi al Santuario di Sulo nel giorno della festa della Madonna. Il pilastrino di forma quadrata, basso, nella parte inferiore è in cemento e sostiene una nicchia bianca che contiene una ceramica raffigurante l’immagine della Madonna di Sulo. Al centro della parte in cemento c’è una lapide con scritto: ANNO SANTO 1984 I PELLEGRINI DI SULO La Vergine di Sulo è molto pregata e venerata dai fedeli di S. Pancrazio, si considera la protettrice delle partorienti. La sua storia Nel 1618 il figlio del Conte Gamba acquistò una ceramica con la Vergine e il Bambino. La fece appendere ad un albero secco vicino alla sua villa di Filetto, e quello, miracolosamente, il giorno dopo apparve verde. Con questo evento la devozione verso la Vergine crebbe sempre di più. Dopo la Sacra Immagine fu portata nella Chiesa Parrocchiale. La festa in suo onore, che fin dal 1842 fu celebrata il 12 settembre di ogni anno adesso si fa il 15 agosto con la celebrazione di molte messe alle quali partecipano numerosi pellegrini provenienti da tutti i paesi della Diocesi e delle zone limitrofe. La sacra immagine continua a concedere numerose grazie a chi le si accosta con fede. Edicola dell’Asilo Infantile Edicola via Argine Destro Montone L’edicola è collocata nel giardino dell’Asilo nel punto un cui la casa finisce. Anche questa in murature con una grande nicchia contenente la statua della Madonna di Lourdes. L’edicola è situata sull’argine destro del fiume Montone in territorio di S. Pancrazio-Ragone Comune di Ravenna, è stata eretta nel 1984 dalla Parrocchia di S. Pancrazio. Il pilastrino è il punto di partenza del pellegrinaggio a piedi che tutti gli anni alle quattro e trenta del mattino del 15 agosto la Parrocchia organizza per re- Sotto su un a lapide marmorea bianca la scritta: ANNO MARIANO 1954 DONNE CATTOLICHE 25° ANNO OFFRONO zione di molti fedeli. 7 Dri l'irola Un ricordo di Luigi Calderoni e Olimpio Fabbri. Museo della vita contadina in Romagna a cura di Luciano Minghetti C/o Scuola Elementare Via XVII Novembre, 48020 San Pancrazio RA Tel 0544 534303 - Fax 0544 535033 Internet: www.racine.ra.it/russi/vitacontadina E-mail: [email protected] Orario del Museo: giovedì, dalle 14,30 alle 18,00 domenica, dalle 9,30 alle 12,30 Ingresso euro 1,00, ridotti euro 0,50 Visite guidate su prenotazione Recentemente abbiamo perduto due persone importanti per la storia di San Pancrazio e della nostra Associazione. Di Luigi Calderoni si potrebbero raccontare moltissime cose: dal suo impegno sindacale e politico a favore dei braccianti alla passione con cui aveva partecipato alla fondazione della Cooperativa Culturale “Dante Gobbi”. Vorrei qui invece ricordare soltanto un piccolo episodio che accadde un giorno che lo andai a trovare a casa sua. Avevamo da poco terminata la lavorazione del documentario “Una vita fra la canapa” al quale Gigì de mesar aveva dato un contributo fondamentale per la parte riguardante la macerazione. Sapendo della grande fatica e del grande impegno che in molti avevamo profuso in quel progetto esclamò: “Se avessi dovuto scommettere che ce l’avreste fatta ad arrivare fino in fondo non mi sarei giocato un franco!”. E’ Libreria “La Grama” “I sapori della campagna” “Racconti paesani” vol. 1 - Una vita fra la canapa vol. 2 - Tessitura che passione! vol. 3 - Una vita fra i bigatti vol. 4 - Una fèta d’furmaj vol. 5 - Il Grano e il pane: ieri e oggi Documentari Video n. 1 contenente: Gigì coordina la manifestazione “Grasul, panzeta, salam e zuzeza” svoltasi presso la casa -Testimonianze dal Museo della civiltà contadina; -Il grano e il pane: ieri e oggi; -Una vita con il maiale; -Latte e formaggio: produzione casalinga e artigianale; stato il più bel complimento che abbia ricevuto. Di Olimpio ricordo la passione che metteva in questo nostro lavoro di ricerca e conservazione della memoria storica di San Pancrazio. Socio fondatore e membro del Consiglio direttivo fino a pochi anni fa lo ricordo fin dal primo incontro Gita a Ferrara d e l l a 23 maggio 1999 “Grama” con quella grinta nascosta dal suo modo pacato di esporre le questioni, con quel suo gesticolare particolare delle mani. Forte sostenitore di una politica attiva del nostro museo etnografico, è sempre stato disponibile con La scena della vendita dei la voglia di partecipare a tutte le bozzoli girata sotto il portico del Comune di manifestazioni culturali dell’Asso- Russi nell’agosto del Video n. 2 contenente: -Una vita fra la canapa; I dati personali sono rigorosamente personali e saranno utilizzati solo per l’invio di questa pubblicazione e di altre informazioni relative alle manifestazioni dell’associazione. Dri l’irola supplemento a Ross zéntar d’Rumâgna a cura della Associazione culturale “La Grama” Via della Resistenza, 12 48020 San Pancrazio (RA) Tel. 0544534303 - Fax 0544535033 E-mail: [email protected] Per effettuare qualsiasi versamento utilizzate il bollettino di C/C postale intestato a “La Grama” C/C N.11939485 oppure presso tutti gli sportelli del Credito Cooperativo della Provincia di Ravenna LA QUOTA 2006 RIMANE INVARIATA A € .12,00 8