A cura dell’Associazione culturale “La Grama”, C.P.62, 48026 San Pancrazio (RA)
Supplemento a Ross zétar d’Rumagna - N.77 - Anno 39° - n.2 - Settembre 2006
Direttore Responsabile: Avv. Emilio Duranti - Redattore: Girolamo Fabbri
Registr. Trib. Ravenna n.524 del 15-7-69 - Non contiene pubblicità.
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San Pancrazio il paese delle fiabe
di Luisa Calderoni
In questi anni molte volte ci siamo interrogati
come Associazione Culturale la Grama su
quale contributo potevamo offrire a S. Pancrazio per un suo rilancio per dare alla nostra realtà una nitida identità culturale, per
farlo conoscere meglio e di più. Siamo una
comunità unita, solidale, che però sta trasformandosi; c’è l’esigenza di vivacizzare la vita
di relazione fra le persone e far conoscere di
più il paese anche oltre i suoi confini.
In collaborazione col Consiglio del Decentramento e col contributo di un gruppo di persone che desideravano impegnarsi in questo
lavoro abbiamo preparato un progetto con lo
scopo di dare una immagine nuova al paese
partendo dalla sua storia e dalle sue tradizioni.
Il tema più confacente a questo obiettivo è
sicuramente quello delle fiabe per queste ragioni:
- dal 1993 al 1999 sono usciti 5 volumi delle
“fiabe di Romagna” raccolte da Ermanno Silvestroni, curate da Eraldo Baldini Andrea
Foschi edite da Longo Editore. La particolarità di questa raccolta è che le fiabe provengono da un’area estremamente limitata, cioè
da un solo piccolo paese: S. Pancrazio. La
collana è composta di 133 testi, raccolti nel
periodo 1920-40 nei “trebbi” serali nelle stalle contadine e nelle osterie del nostro paese,
dove i favolari intrattenevano gli ascoltatori.
A conferma dell’assoluto valore nazionale e
internazionale di questa raccolta c’è il fatto
che le maggiori biblioteche del mondo, a
partire da quella del Congresso degli Stati
Uniti a Washington, per arrivare a tutte le
maggiori biblioteche universitarie d’Europa
e d’America hanno acquistato ed hanno in
catalogo questi 5 volumi, nati a S. Pancrazio.
Nelle Università italiane, poi da quella di Bologna a quella di Urbino a quella di Padova
ecc… questi libri vengono spesso inseriti nei
programmi di studio del settore, ed hanno
dato già spunto a numerose tesi di laurea.
- Emilio Levrano nato e abitante a S. Pancrazio continua a scrivere favole e a pubblicare
libri: FIABE E LEGGENDE della tradizione romagnola, edito dalla Pro Loco di Russi uscito nel 2005, un altro IL PASSATORE E ALTRE FIABE e leggende romagnole, edito
sempre dalla Pro Loco di Russi uscito nel
2006.
A Villa Roncuzzi, caso abbastanza raro ed
emblematico, resta il simbolo di una bella ed
antica fiaba. Infatti nella parete esterna dell’edificio è incastonata una palla di sasso di
proiettile di cannone antico, che secondo la
leggenda contiene la “testa de biso”.
La fiaba* è bella, anche lunga e piena di particolari e rappresenta la liberazione di una
comunità dai danni provocati da un drago
(Continua a pagina 3)
1
Dri l'irola
La festa di Santa Lucia
stiana proprio nel periodo delle persecuzioni di
Diocleziano. Lucia fu arrestata e sottoposta a
tante atrocità, ma rimase sempre illesa dalle
torture. La sua fede in Dio la fortificò nelle sofferenze. Fu uccisa dai soldati del governatore
nel 304.
Il suo nome ci porta alla luce, è la protettrice
della vista e modello della luce della fede. Il suo
corpo è conservato a Venezia.” Nelle immagini
sacre la santa viene raffigurata con un piatto
in mano in cui sono raccolti i suoi occhi.
I nostri nonni la ricordavano come patrona
della vista e la pregavano per rimanere questo
dono che ritenevano fondamentale per poter
lavorare e vivere. Un tempo la cecità era molto
diffusa, sia nei bambini che negli anziani, inoltre
i lavoratori delle campagne e delle fabbriche
dovevano ricorrere spesso alle cure mediche
per l’intrusione di corpi estranei negli occhi.
Quando eravamo piccoli il giorno di questa festa i nostri familiari ci mandavano in chiesa a lavarci gli
occhi con l’acqua benedetta.
In molte case
c’era una particolare pietra
che veniva usata quando entrava un corpo
estraneo in un
occhio.
Nella
cultura popolare questo giorno era considerato l’inizio delle feste della
luce e dell’inverno.
Proverbi molto
noti
citano:
“Santa Lucia il
giorno più corto che ci sia”.
Vogliamo ricordare una festa che adesso
passa inosservata, ma un tempo era molto
sentita dalle persone della nostra campagna:
la festa di S. Lucia considerata la patrona
protettrice della vista, che ricorre il 13 dicembre.
“Lucia nacque in una ricca famiglia a Siracusa nel 286. Venne educata alla fede in Cristo. Secondo la tradizione si racconta che fin
da bambina si consacrò a Dio e fece voto di
verginità. La famiglia però, che non sapeva di
questa decisone della figlia, decise di darla in
sposa ad un giovane pagano.
La madre fu colpita da una grave malattia; la
figlia la consigliò di recarsi in pellegrinaggio a
Catania presso la tomba di S. Agata e dopo
aver pregato a lungo ricevette la grazia della
guarigione. La signora in segno di gratitudine
rispettò il voto della figlia. Il promesso sposo
invece si vendicò e denunciò Lucia come cri-
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Dri l'irola
Cucina e tradizione
Lisignin cun la scalogna
di Luisa Calderoni
stra calda accompagnata con parmigiano reggiano grattugiato.
Tagliolini con lo scalogno
Questo è un piatto tipico della casa contadina della
nostra campagna, molto buono nel periodo estivo
quando la scalógna è appena raccolta dopo aver
preso “ la guaza ad san Zvan” ma anche nel periodo
invernale dopo aver ucciso il maiale quando c’è in
casa la pancetta sottosale.
Gli ingredienti sono semplici, ma devono essere autentici. La pancetta deve essere stata almeno una
settimana a prendere il sale, lo scalogno è quello di
Romagna, quel bulbo contenente spicchi rossastri
che si puliscono come l’aglio, e che ha un sapore
molto buono.
Ingredienti per sei persone: 2 fette di pancetta,
3 hg. di scalogno, 3 uova,
3 hg di farina, pomodori maturi, olio di oliva, sale
e pepe q.b.
Con la farina e le uova fare la sfoglia, lasciare asciugare e poi tagliare tagliolini o lisignin. Pulire la scalogna e affettarla ad anelli. Tagliare la pancetta a dadini piccoli, mettere in un tegame con un po’ di olio di
oliva fare sciogliere il grasso, aggiungere lo scalogno, poi il pomodoro passato, sale e pepe q.b.
Quando il sugo è pronto cuocere la pasta in abbondante acqua salata e condire, servire questa mine-
Cervella fritte
Anche questo è un piatto che tempo fa
era molto presente nelle tavole delle nostre case in ragione anche del fatto che
spesso alcuni animali venivano uccisi a
domicilio.
Ingredienti: cervella a piacere, un uovo,
pane grattugiato, grana padano o formaggio secco grattugiato, olio di oliva,
sale q.b.
Lavare le cervella e cuocerle nell’acqua
salata per circa 10 minuti. Appena raffreddate togliere la pelle che le ricopre,
poi fare i pezzi delle dimensioni che ognuno desidera. In un piatto mettere ¾ di
pan grattato e ¼ del formaggio grattugiato scelto, in una scodella sbattere le uova. Passare le cervella nell’uovo sbattuto poi nel pane-formaggio grattugiato e
premere con le mani. A chi piacciono
molto impanate ripetere il bagno nell’uovo e nel pane-formaggio grattugiato.
Friggere in abbondante olio d’oliva, asciugare con la carta gialla e servire cal-
(Continua da pagina 1)
feroce.
Abbiamo cercato di produrre del materiale partendo da un progetto, da un’idea nata da Eraldo
Baldini che ringrazio sentitamente, per il contributo prezioso che continua ad offrire al paese dove è nato e cresciuto.
Per cominciare quest’anno 2006 in occasione della sagra paesana c’è stata la divulgazione di
un depliant dal titolo: San Pancrazio “il paese delle fiabe”: un luogo dove si vive bene, una comunità unita, solidale, accogliente. Una identità: la storia, le tradizioni, le risorse, la vita di oggi. Il depliant di otto pagine è un messaggio ad immagini che illustra le strutture più importanti: la pieve,
le tradizioni, e naturalmente le fiabe.
Un percorso culturale-ambientale presentato come “un giro in bicicletta” mette in rete tutte le
particolarità da visitare e da vedere. Nella prossima primavera sarà disponibile un opuscolo che
presenterà la storia di ogni punto della rete. Nell’ultima pagina il calendario delle feste, delle ricorrenze religiose, delle manifestazioni sportive.
La presentazione è stata curata dall’on. Dott. Antonio Patuelli che ringrazio sentitamente.
Dal prossimo anno, se sarà possibile, in collaborazione con l ‘Amministrazione Comunale vorremmo istituire una borsa di studio annunale “Ermanno Silvestroni” per premiare una ricerca o una
pubblicazione sulle favole o sulla tradizione orale.
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Dri l'irola
LE EDICOLE VOTIVE di S. PANCRAZIO
ricerca condotta da Luisa Calderoni e Luigi Silvestroni
Nel territorio di S. Pancrazio esistono 5 edicole
votive sparse nella campagna, più una in via Argine destro Montone che, se pure ubicata in un
altro paese è legata alla religiosità popolare di
questa comunità. Un’altra è nel cortile dell’Asilo Infantile.
cui festa si celebra la 2° domenica di ottobre, la
Madonna delle Grazie, l’Immacolata Concezione,
la Vergine di Sulo, la Madonna di Lourdes.
La Madonna delle Grazie non è venerata nella nostra Parrocchia come le altre, ma a Faenza. Infatti, dopo che Faenza si salvò dalla peste del 1630
fu proclamata patrona e protettrice della città le
cui chiavi le furono offerte in una solenne cerimonia.
Tutte le edicole sono erette su pilastrini in muratura: quattro sono a ricordo di episodi luttuosi, una invece potrebbe definirsi per un fatto miracoloso, le altre due ricordano eventi particolari cari alla comunità.
Tutte sono l’espressione di forme di religiosità e devozione popolare. Le prime cinque, quelle
più antiche hanno una storia
comune. Sono state erette alla
fine del 1800 in maniera primordiale, cioè affiggendo un’immagine sacra su un albero
a ricordo di un fatto che ha interessato singole persone. Poi,
al tempo della guerra, sono state segnate da eventi che hanno
prodotto deterioramento o distruzione. Quando è arrivata la
pace, al momento della ricostruzione delle case, delle strade, le persone, anche non praticanti, si sono ricordate di queste edicole e hanno eretto gli
attuali pilastri.
Una delle espressioni più belle
delle forme di religiosità popolare è che per tutto il mese di
maggio le edicole diventavano il
punto di ritrovo degli abitanti
della zona per la recita quotidiana serale del Santo Rosario.
Un dato da sottolineare per dimostrare l’amore dei cittadini
di S. Pancrazio per queste edicole è che tutte sono ben custodite, curate; nelle nicchie
non mancano mai i vasi coi fiori
e i cerini accesi. Le immagini
scelte sono quelle conosciute
dalle persone. La Madonna del
Fuoco patrona della Diocesi di
Forlì, la Madonna del Rosario, la
Edicola di via Randi
L’ edicola è sita in via Randi al
civico N° 17 su terreno di proprietà della famiglia Randi. Nel
giardino adiacente la strada si
erge un pilastro cilindrico alto
circa 4 metri sormontato da una
celletta con interno piccolo, chiusa da un cancelletto di ferro contenente una rete metallica a nido
d’ape in cui era sistemata una
immagine della Madonna del Rosario, ora scomparsa, in cima una croce in ferro. Nella celletta è
rimasto un vasetto di ceramica
color giallo con alcuni fiori finti
messivi molti anni fa dalla signorina Anita Poggiali. Questo pilastro fu eretto verso la fine del 1800 nel punto in cui fu ferito a
morte, con un colpo di fucile l’Arciprete di S. Pancrazio Don
Giulio Turchetti, vicario del Vescovo di Forlì, la sera del 20 dicembre 1888, mentre rientrava
alla canonica. Non si è mai conosciuto il nome dell’attentatore
né il movente dell’attentato. La
voce popolare vuole che ad uccidere il prelato fosse una persona
di cui Don Giulio aveva dato informazioni negative. Di certo si sa
che il sacerdote morì la sera del
22 dicembre dopo aver perdonato il suo assassino. Aveva 55 anni era originario di S. Pancrazio e
aveva retto la Parrocchia per 11
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Dri l'irola
“ A PERPETUO DEVOTO RICORDO
CHE IL GIORNO 8 NOVEMBRE 1898
PRESSO A QUEST IMMAGINE
FU ESPLOSO PER DISGRAZIA
UN COLPO DI FUCILE
CONTRO ALMA DI ARCANGELO GALEATI
BAMBINETTA UNDICENNE
DALLA VICINANZA DELL’ARME
DALLA QUALITA’ E FORZA DELLA CARICA
DOVEVA ESSERE TRAPASSATA E MORTA
MA PER GRAZIA DELLA MADONNA
LE CADDERO I PRIOETTILI AI PIEDI
NON SENTI CHE UN URTO VIOLENTO
EBBE IL GREMBIULE APPENA BRUCIATO
E SENZA TRACCIA DI PERFORAZIONE
SII BENEDETTA
VERGINE SANTISSIMA DELLE GRAZIE
DALLA FANCIULLA CHE SALVASTI
E DA TUTTO IL POPOLO
CHE IN TE CONFIDA RICONOSCENTE”
anni.
L’edicola fu eretta col concorso della famiglia
e della Parrocchia.
Edicola di via Barleti
Pilastro quadrato terminante con una celletta
in cui è sistemata una ceramica di forma cir-
L’episodio raccontato è questo: quella mattina
un cacciatore si trovava in quel luogo e la bambina era di passaggio nei pressi. Improvvisamente,
dall’arma carica partì un colpo che investì in pieno la fanciulla, la quale; però, non ebbe alcun danno, per cui il fatto fu considerato miracoloso.
L’immagine è tuttora onorata e venerata. Questa edicola è ritenuta di proprietà della Parrocchia.
colare a simboleggiare un sole giallo su sfondo blu. Al centro è raffigurata la Madonna seduta col bambino sulle ginocchia. Un velo blu
verdastro ricopre la testa e il corpo. (per alcuni potrebbe essere una riproduzione artistica
della Madonna del Fuoco, ma dalla immagine
della lapide si trae un’altra indicazione: la Madonna delle Grazie). L’immagine si trova all’interno di una nicchia chiusa da una massiccia grata di ferro. In origine il piastrino era una
colonna romana, che poi è stata rivestita con
mattoni rosso cupo. Sopra alla grata, al centro, c’è un braccio in ferro battuto che inizialmente reggeva una lanterna. In cima al pilastrino una croce di ferro, accanto la rosa
rampicante.
Nel pilastrino attualmente si trova una copia
della ceramica perché l’originale è conservata all’interno della Pieve di S. Pancrazio nella
navata destra affissa alla parete dietro l’altare.
Sul lato frontale del piastrino è apposta una
lapide marmorea con inciso questo testo:
(Continua a pagina 6)
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Dri l'irola
Edicola di vicolo Fabbri
l’immagine della Madonna in quadretto era
apposta su una quercia che sorgeva nel punto
ove ora è il piastrino, sulla riva di un fossato
che scorreva fra i campi. Nel turbine della
guerra la quercia e l’immagine andarono distrutte ma il ricordo dell’esistenza della
“Madonna” non si spense. Quando fu realizzata
la lottizzazione della zona l’acquirente del lotto
di terreno su cui sorgeva la quercia votiva, costruendo il muro di cinta della sua proprietà
nel punto esatto ove sorgeva la pianta volle inserito il piastrino con l’immagine sacra.
Anche in questa edicola si ricorda un episodio
luttuoso: “ la morte di un cacciatore” avvenuta
alla fine del 1800.
Saltando il fosso con l’arma carica, fece inavvertitamente partire un colpo che l’uccise. Dell’uomo non è stato tramandato il nome e si è
pure perduta la
memoria
della
sua famiglia. Non
si sa se l’immagine della Vergine
fosse stata posta
sull’albero dalla
famiglia o dalla
pietà popolare.
Edicola in muratura con celletta contenente
l’immagine in ceramica della Madonna del Fuoco patrona della Diocesi di Forlì alla quale la nostra Parrocchia appartiene. Questa edicola fu
fatta costruire da Dolcini Antonio negli anni cinquanta in sostituzione di un quadretto riportante
la stessa immagine apposto su un albero sito nel
campo di fronte e venerato dagli abitanti della
zona e del paese. Quest’albero e l’immagine
della Vergine furono distrutti durante la guerra,
ma il ricordo della loro presenza rimase per cui,
anche se non esattamente nello stesso punto fu
costruito il pilastrino.
L’episodio per cui è sorta è questo: “ultima decade di agosto di uno degli ultimi anni del 1800.
Siamo nella zona dei maceri per la canapa, tanta
canapa ancora in bagno, tanta lavata esposta ad
asciugare, molti carri, alcuni vuoti in attesa di carico, altri carichi di canapa in partenza, alcuni già
in movimento trainati dai buoi. Uno di essi sta
uscendo dalla carraia immettendosi nella strada
svoltando a sinistra. Un uomo di cui si è persa
memoria del suo nome e di quello della sua famiglia è seduto in cima al carico di canapa posto
sul carro. Ad un tratto, forse a causa del fondo
stradale sconnesso, il carico ondeggia paurosamente e si rovescia sulla destra nel campo adiacente la strada trascinando con sé l’uomo, che
vi rimase sotto schiacciato dal peso dei grossi
fasci di canapa intrisi d’acqua. Per lui è la morte, proprio ai piedi di quell’albero, lì nel campo.
Anche qui non si sa se l’immagine della Madonna fu apposta sull’albero dalla famiglia o dalla
pietà popolare.
L’immagine è oggi molto venerata; ogni anno alla fine del mese di maggio nei suoi pressi si recita il rosario con
notevole partecipazione di fedeli.
Edicola
Adige
di
Edicola di via Naldi
Pilastrino cilindrico
terminante
con celletta con
apposta una immagine in quadretto della Beata
Vergine del Rosario. In origine
l’immagine della
Madonna era appesa ad un albero sito in via S. Emerenziana.
Quando l’albero era diventato ormai secco,
per conservare l’immagine e il suo significato
nel 1962 fu costruito da un muratore della zona il pilastrino.
via
Pilastrino a lesena, nel muro di
recinzione di una
proprietà
con
celletta terminale nella quale è
posta una statuetta della Immacolata Concezione. In origine
Episodio:
La morte di un uomo che girando col calesse
si era scontrato all’incrocio con un altro mezzo e nell’urto aveva perso la vita. Di questa
persona non si ricorda il nome.
La prima immagine era una semplice fotografia in cartone incorniciata che il tempo aveva
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Dri l'irola
consumato. Poi le donne della zona si fecero
fare una ceramica con un’immagine molto moderna, artistica, bella che è stata trafugata da
ignoti. Nel 1996 è stata riprodotta l’immagine
della Madonna del Rosario di Pompei dipinta a
mano da un’artista di Lugo racchiusa in una
cornice semplice di legno scuro affissa al muro.
Sul pilastrino c’è la rosa rampicante che raggiunge il massimo della fioritura nel mese dedicato alla Madonna: maggio.
Immagine molto venerata, tutti gli anni nel mese di maggio si recita il rosario con partecipa-
carsi al Santuario di Sulo nel giorno della festa
della Madonna. Il pilastrino di forma quadrata,
basso, nella parte inferiore è in cemento e sostiene una nicchia bianca che contiene una ceramica raffigurante l’immagine della Madonna di
Sulo.
Al centro della parte in cemento c’è una lapide
con scritto:
ANNO SANTO 1984 I PELLEGRINI DI SULO
La Vergine di Sulo è molto pregata e venerata
dai fedeli di S. Pancrazio, si considera la protettrice delle partorienti.
La sua storia
Nel 1618 il figlio del Conte Gamba acquistò una
ceramica con la Vergine e il Bambino. La fece
appendere ad un albero secco vicino alla sua villa
di Filetto, e quello, miracolosamente, il giorno dopo apparve verde. Con questo evento la devozione verso la Vergine crebbe sempre di più. Dopo
la Sacra Immagine fu portata nella Chiesa Parrocchiale. La festa in suo onore, che fin dal 1842 fu celebrata il 12 settembre di ogni anno adesso si fa il 15 agosto con la celebrazione di molte
messe alle quali partecipano numerosi pellegrini
provenienti da tutti i paesi della Diocesi e delle
zone limitrofe.
La sacra immagine continua a concedere numerose grazie a chi le si accosta con fede.
Edicola dell’Asilo Infantile
Edicola via Argine Destro Montone
L’edicola è
collocata nel
giardino dell’Asilo
nel
punto un cui
la casa finisce. Anche
questa in murature
con
una grande
nicchia contenente
la
statua della
Madonna di
Lourdes.
L’edicola è situata sull’argine destro del fiume
Montone in territorio di S. Pancrazio-Ragone
Comune di Ravenna, è stata eretta nel 1984
dalla Parrocchia di S. Pancrazio. Il pilastrino è il
punto di partenza del pellegrinaggio a piedi che
tutti gli anni alle quattro e trenta del mattino
del 15 agosto la Parrocchia organizza per re-
Sotto su un a
lapide marmorea bianca la scritta:
ANNO MARIANO 1954
DONNE CATTOLICHE
25° ANNO OFFRONO
zione di molti fedeli.
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Dri l'irola
Un ricordo di Luigi Calderoni e Olimpio Fabbri.
Museo della vita contadina in Romagna
a cura di Luciano Minghetti
C/o Scuola Elementare
Via XVII Novembre, 48020 San Pancrazio RA
Tel 0544 534303 - Fax 0544 535033
Internet: www.racine.ra.it/russi/vitacontadina
E-mail: [email protected]
Orario del Museo:
giovedì, dalle 14,30 alle 18,00
domenica, dalle 9,30 alle 12,30
Ingresso euro 1,00, ridotti euro 0,50
Visite guidate su prenotazione
Recentemente abbiamo perduto due persone importanti per la storia di San Pancrazio e della nostra Associazione.
Di Luigi Calderoni si potrebbero
raccontare moltissime cose: dal
suo impegno sindacale e politico a
favore dei braccianti alla passione
con cui aveva partecipato alla fondazione della Cooperativa Culturale “Dante Gobbi”.
Vorrei qui invece ricordare soltanto un piccolo episodio che accadde un giorno che lo andai a trovare a casa sua. Avevamo da poco
terminata la lavorazione del documentario “Una vita
fra la canapa” al quale Gigì de mesar aveva dato un
contributo fondamentale per la parte riguardante la
macerazione. Sapendo della grande fatica e del grande impegno che
in molti avevamo profuso in quel
progetto esclamò: “Se avessi dovuto scommettere che ce l’avreste
fatta ad arrivare fino in fondo non
mi sarei giocato un franco!”. E’
Libreria “La Grama”
“I sapori della campagna”
“Racconti paesani”
vol. 1 - Una vita fra la canapa
vol. 2 - Tessitura che passione!
vol. 3 - Una vita fra i bigatti
vol. 4 - Una fèta d’furmaj
vol. 5 - Il Grano e il pane: ieri e oggi
Documentari
Video n. 1 contenente:
Gigì coordina la manifestazione “Grasul, panzeta,
salam e zuzeza” svoltasi presso la casa
-Testimonianze dal Museo della civiltà
contadina;
-Il grano e il pane: ieri e oggi;
-Una vita con il maiale;
-Latte e formaggio: produzione
casalinga e artigianale;
stato il più
bel complimento che abbia ricevuto.
Di Olimpio ricordo la passione
che metteva in questo nostro
lavoro di ricerca e conservazione della memoria storica di San
Pancrazio. Socio fondatore e
membro del Consiglio direttivo
fino a pochi anni fa lo ricordo fin
dal primo
incontro
Gita a Ferrara
d e l l a
23 maggio 1999
“Grama” con
quella grinta nascosta dal suo modo pacato di esporre le questioni,
con quel suo gesticolare particolare delle mani.
Forte sostenitore di una politica
attiva del nostro museo etnografico, è sempre stato disponibile con La scena della vendita dei
la voglia di partecipare a tutte le bozzoli girata sotto il
portico del Comune di
manifestazioni culturali dell’Asso- Russi nell’agosto del
Video n. 2 contenente:
-Una vita fra la canapa;
I dati personali sono rigorosamente personali e saranno
utilizzati solo per l’invio di questa pubblicazione e di altre
informazioni relative alle manifestazioni dell’associazione.
Dri l’irola
supplemento a Ross zéntar d’Rumâgna
a cura della
Associazione culturale “La Grama”
Via della Resistenza, 12
48020 San Pancrazio (RA)
Tel. 0544534303 - Fax 0544535033
E-mail: [email protected]
Per effettuare qualsiasi versamento
utilizzate il bollettino di C/C postale
intestato a “La Grama” C/C N.11939485
oppure presso tutti gli sportelli del
Credito Cooperativo della Provincia di Ravenna
LA QUOTA 2006 RIMANE
INVARIATA A € .12,00
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Bollettino N.20 - sett06 mod.