Dottor Francardo, leggo con estremo interesse i suoi articoli nella rivista Valore Alimentare e la ringrazio per gli utili consigli che fornisce. Sono la mamma di due bambini, uno di 3 anni e una di 16 mesi. Ho notato nei suoi articoli che insiste molto nel consigliare per i bambini il consumo di cereali, meglio se integrali. Le confesso che non sono una cuoca provetta, ma per i bambini ci tengo a cucinare in modo corretto e salutare. Ho alcune domande a proposito: mi può dare qualche consiglio per cucinare al meglio i cereali? Quali sono maggiormente indicati per i bambini piccoli? I fiocchi cucinati con le verdure sono salutari come i chicchi? Tutti i cereali in chicchi hanno bisogno di ammollo? Ho letto inoltre che nel manifesto dello stile di vita sano (presente su Valore Alimentare 21 gennaio febbraio) lei suggerisce di favorire il consumo di legumi associati a cereali integrali, cioè il piatto unico. Mi può dare qualche suggerimento utile per cucinare i legumi, visto che per i bambini sono un po' impegnativi da digerire? C'è qualche libro che parla di ricette salutari per i bambini, in linea con i consigli che lei fornisce? La ringrazio per l’attenzione e attendo la sua risposta. Lettrice di Venezia di esperienza con i pazienti oncologici. Si possono imparare tante ricette e rinnovarle alla luce della nostra cultura mediterranea. Ai nostri articoli spesso sono associate delle ricette. Avrà anche letto che consiglio una certa gradualità nell'introdurre i cereali. Le pappe di cereali biodinamici sono estremamente digeribili attraverso un processo di maltizzazione molto accurato e sono ideali dallo svezzamento fino ai due anni, almeno per la pappa della sera. Introdurremo poi i cereali semintegrali e successivamente i cereali integrali molto ben cotti. Per i suoi bambini non ci sono particolari problemi se sono già abituati, altrimenti occorre una certa gradualità, partendo dai cereali semintegrali, usando anche i fiocchi per poi arrivare all'integrale vero e proprio. Non dimentichiamo il miglio che piace molto ai bambini e fa tanto bene. Si può usarlo già bollito per preparare delle polpette cotte al forno che sono una gioia. Naturalmente fritte con dell’uovo e sesamo sono ancora più buone ma meno digeribili. Le aromatizzi con dell’aneto bio. Conviene variare i cereali: non solo riso e frumento, ma anche farro e grano saraceno (che non è botanicamente un cereale ma è sano) e l’amaranto all'inizio in fiocchi per il muesli. I fiocchi di cereali sono un ottimo modo per variare e abituare il bimbo al gusto, sono molto digeribili soprattutto se cotti e fatti gonfiare. Possono essere utilizzati nel passato di verdura, ma anche per preparare biscotti, torte salate e dolci. Naturalmente dovrebbero essere Risponde Sergio Maria freschi per avere il massimo della Francardo vitalità del cereale. Per esempio, Gentile lettrice di Venezia, io utilizzo una fioccatrice per farli nel le consiglio il libro storico in Italia, “La cucina integrale” di Liliana Buon- momento in cui mi servono, come fino, ripubblicato da poco, per indica- accade in alcuni negozi biologici che offrono questo servizio ai propri zioni su come cucinare i cereali. Una recente pubblicazione dell’Edi- clienti. Ma oggi con la diffusione di trice Antroposofica molto interessante questi prodotti si riescono ad avere fiocchi abbastanza freschi. Consiglio è “Il libro di cucina. Le ricette della comunque sempre di mangiare dei Lukas Klinik”: si tratta delle ricette vegetariane della famosa clinica antro- cereali integrali in semi che danno il massimo della vitalità. Abbiamo in posofica, sono scritte molto bene Italia, per fare un esempio, del riso e veramente sane, frutto di tanti anni 40 VALOR E AL IMENTARE la funzione del rame in rapporto con l’emopoiesi, nel senso che il rame catalizza la sintesi dell’emoglobina e favorisce la formazione delle cellule della serie rossa. Nel tubo digerente tracce di solfato di rame agiscono contro le tenie del verme solitario. Tuttavia il rame si fissa tenacemente nei tessuti, specialmente nel fegato, nella milza, nelle reni. L’eliminazione è lentissima e avviene attraverso le urine e la bile. A tavola può talvolta capitare di trovarsi nel piatto frutta o verdura con ancora delle macchioline azzurrognole di verderame. Non è un reato per il contadino o la cooperativa che li ha venduti. E’ comunque necessario lavare bene, a fondo, la verdura e soprattutto l’uva e i pomodori, magari con acqua tiepida, risciacqui e sale bicarbonato. Come il lettore riporta, la TV avrebbe chiamato in causa l’agricoltura biologica, adducendo la pericolosità di accumulo nei tessuti umani In televisione poco tempo fa di solfato di rame per chi pratichi è stata divulgata la tesi che il agricoltura biologica o - non è ben verderame (usato in agricoltura chiaro- per chi se ne cibi. biologica) è molto dannoso Non si capisce perché su tale all'uomo essendo un metallo rischio la TV avrebbe tirato in ballo pesante e quindi non più solo il biologico dimenticando la fruttismaltibile dal corpo umano. coltura e orticoltura convenzionali. Cosa ne pensate? Grazie I consumatori del Bio possono restare Lettore di Ronzone (Trento) tranquilli, anche di fronte a frutta bio con evidenti tracce di verderame. L’ Risponde Enrico Zagnoli: assorbimento di sali pesanti da parte Gentilissimo lettore di Valore dell’intestino è assai scarso, tanto più Alimentare, se la TV divulga quanto scarso se la mucosa è integra. In ogni Lei riporta nel quesito, dovremmo caso vale l’antico detto del farmacista metterci le mani nei capelli. Paracelso: è la dose che fa il veleno. Il verderame è la menzione popoInfatti l’eventuale intossicazione prelare di un agrofarmaco di IV classe senta conseguenze in fase acuta e ammesso in agricoltura convenzionon cronica, a dimostrazione che nale. Sui testi di agronomia è invece quanto il lettore ha riportato non è sufchiamato Poltiglia Bordolese. La sua fragato dalla esperienza tossicologica. composizione chimica è una Inoltre le dosi di avvelenamento per soluzione diluita cento volte della un individuo di 70 Kg partono da g 20 miscela fra la calce spenta ed il sale corrispondenti ad un pasto di 190 Kg solfato di rame. Poiché quest’ultimo, di pomodori fortemente trattati più asciutto, ha un bel colore verde azzurrognolo, si è diffuso l’appellativo dessert di 40 Kg di uva al verderame. Quantità mortali e indigeribili anche di Verderame. per ciclopi! In tossicologia veterinaria il solfato Per tornare seriamente alla di rame è uno degli antidoti contro gli avvelenamenti da fosforo (Fosforosi questione dell’accumulo del solfato acuta). In fisiologia umana è accertata di rame, i dati scientifici mostrano biodinamico, ma anche mais e orzo, che sono frutto non solo di esperienza ma anche di una vera e propria arte agricola. Il frumento non guadagna nell'ammollo. Per i legumi da associare ai cereali non ne faccio una religione perché non ho questo mito della proteina. Trovo che si possano mangiare soprattutto dopo i due anni, un paio di volte alla settimana in associazione ai cereali. Devono essere messi in ammollo per una notte e devono essere ben cotti, usando gli aromi che ne aiutano l'assimilazione e la digestione: per esempio le lenticchie possono essere associate a qualche rametto di rosmarino, i fagiolini con qualche cappero ben lavato. La ringrazio per le gentili domande anche se naturalmente ci sono cuochi dell'alimentazione integrale che potrebbero dare ricette e idee molto più brillanti. Con simpatia. da almeno 12 anni preoccupazione per il suolo di piante da frutto, patate e pomodori trattati di continuo con verderame. I suoli freschi, tenaci, argillosi, limosi assorbono le goccioline di verderame irrorate sulle foglie, tralci e frutti delle coltivazioni irrorate sia chimiche che biologiche. I suoli sabbiosi ne accumulano assai meno, lasciando percolare il verderame alla falda o ai corsi d’ acqua. Va anche aggiunto che un terreno più ricco di humus e di attività microbiologica, fungina ed entomofila dovrebbe in teoria metabolizzare più velocemente l’effetto inibente e anticrittogamico dei prodotti rameici. Ma ciò dipende dalla temperatura: per cui alle latitudini più basse (mar Mediterraneo) gli effetti nefasti dell’ accumulo di solfato di rame nel terreno si fanno sentire prima che nel Nord Europa. E’ per tale motivo che gli Organismi di Controllo nordici e le sezioni IFOAM britanniche e scandinave da 8 anni hanno messo in agenda all’Organismo mondiale del Commercio la riduzione dell’uso del solfato di rame nell’Agricoltura Organica ed Ecologica. Per concludere sintetizzerei: 1) il solfato di rame è una sostanza di trattamento ammessa in agricoltura nella CEE; 2) il verderame col tempo si accumula nella maggior parte dei terreni agricoli; 3) Si può mangiarne frutti e verdure macchiate, ma è meglio lavarle bene onde evitarlo; 4) L’agricoltura chimica NON ne limita l’uso; 5) L’agricoltura biologica ne limita l’uso a 9 Kg di rame ad ettaro di frutta e di verdura; 6) L’agricoltura biodinamica certificata Demeter ne vieta l’uso in Orticoltura (patate e pomodori Demeter sono senza verderame) e ne vieta l’uso negli alberi da frutta col nocciolo; mentre ne limita l’uso a 15 Kg di rame per ettaro di vite nei cinque anni (in media 3 Kg/Ha.). Già da anni nella mia minuscola attività e azienda preparo in forma artigianale confetture con i frutti di mia produzione, coltivati in modo biologico. Per la conservazione finora ho usato del comune zucchero bianco; da quest’anno vorrei usare zucchero di canna e pectina naturale che facilita l'addensamento e nel contempo aiuta a ridurre i tempi di cottura. La domanda: mi sapete indicare quanto zucchero di canna e pectina vanno messi ad esempio per la confettura di prugne? Potete consigliarmi un opuscolo presente sul mercato con le informazioni che sto cercando? Grazie. Giancarlo Seppi Risponde Enrico Zagnoli Il rapporto fra zuccheri e fibre della frutta in confettura dipende da tre fattori: dal gusto di chi fa la marmellata (molto dolce, appena dolce, col solo fruttosio dei frutti); dal grado di maturazione della frutta; dalla tecnica di conservazione dei barattoli di confettura. A molti piacciono marmellate assai dolci. Zuccherare la marmellata ha senso perché gli agrumi sono molto amari quando cotti. Per le restanti confetture non serve molto zucchero purché la frutta sia ben matura: tanto più è matura, tanto più fruttosio conterrà di suo. Consiglio di raccogliere la frutta durante una bella giornata di sole, nelle ore più calde del pomeriggio, affinché la maggior parte degli acidi organici si sia tramutata in fruttosio. In teoria è possibile conservare i frutti senza alcuna aggiunta, ma allora si deve sterilizzarli sotto vetro con capsula ermetica. Il mio consiglio è di utilizzare solo tappi e capsule nuove anche se i vasi sono stati riciclati. Per le confetture naturali si tende a ridurre la quota di zuccheri aggiunti: come regola ad ogni kilogrammo di prugne ben mature, mondate, lavate e snocciolate aggiungete 330 grammi di zucchero di canna integrale (va bene quello bio). Del succo di limone schiarirà il caramello che si forma durante la cottura. E’ importante mescolare la confettura di frequente e “schiumarla” nella prima fase (specialmente quella di fragole). In questo modo non si attaccherà al fondo. Il fuoco a legna su stufa economica è un modo molto ecologico di procedere. Non si aggiungano conservanti, né coloranti. Per confetture alla frutta molto matura ed imperfetta si può sostituire un decimo di zucchero di canna con miele, che agisce prolungando la conservazione. Con questi consigli noi conserviamo le nostre marmellate e confetture fino a tre anni senza bisogno di sterilizzare i vasetti e senza rischio microbiologico (formazione di aloni, anelli batterici, colonie fungine sotto il coperchio). Riguardo alla pectina naturale di cui parla, va detto che non si trova facilmente. La pectina è l’idrocolloide naturale d’eccellenza che si estrae dalla buccia delle mele e degli agrumi. A chi si diletta nella preparazione di confetture casalinghe do il consiglio di non impiegarla. L’alternativa consiste nel prolungare i tempi di cottura. Volendo gelificare ad ogni costo per motivi commerciali, si aggiunga alla purea di frutta e zucchero una mela cotogna acerba finemente affettata. Le cotogne contengono un alto tasso di pectina. Anche le mele fanno al caso, ma solo raschiando l’interno delle bucce. La quantità deve essere almeno lo 0,5 % della frutta monda. Insisto nello sconsigliare l’acquisto di pectina che non sia di qualità biologica: infatti l’industria degli stabilizzatori estrae E440i (pectina) proprio dalle bucce delle mele e degli agrumi. Figuriamoci se la loro origine è chimica: si avrà un cocktail di pesticidi al benzimidazolo cancerogeno. Per esperienza si sappia che con lo 0,8% di pectina e con l’otto percento di miele genuino potete fare completamente a meno dello zucchero. Sulle confetture artigianali potete trovare bibliografia minima domandando alla editrice Edagricole-Sole 24ore (Bologna) oppure alla rivista Vita in Campagna (Verona). VALORE ALIMENTARE In copertina: Il cibo del buonumore [email protected] Prossimo numero: novembre - dicembre 2008 Posta valore alimentare 25 Scrivete a Valore Alimentare Casella Postale 31020 Zoppé TV [email protected] 41 di EMMEGI curiosando, indagando... giocando! Aneddoti Cruciverba culinario La storia dei corn flakes. Ha inizio nella seconda metà del secolo XIX. John Harvey Kellogg, medico di fede avventista, curava i pazienti nella sua clinica a Battle Creek in Michigan facendo adottare loro uno stile di vita che lui stesso definiva “biologico” e che consisteva nella rinuncia ad alcool, tabacco e caffeina e nell’adozione di una dieta vegetariana rigorosa, priva di sale, zucchero e spezie. Egli era anche sostenitore dell’astinenza sessuale e riteneva che i cibi dolci e piccanti potessero aumentare le passioni mentre i cereali potessero placarla. Insieme al fratello minore Will Keith, manager della clinica, provava ad ottenere dai cereali nuovi prodotti da utilizzare nell’alimentazione dei pazienti. Un giorno, i due lasciarono un po’ di chicchi di grano cotti a raffreddare per andare a lavorare nella clinica. Quando tornarono, trovarono che i chicchi erano diventati raffermi ma con l’impiego di un rudimentale rullo riuscirono a trasformarli in fiocchi. Il prodotto così ottenuto, tostato e servito con il latte, divenne cibo per i pazienti. Più tardi i due fratelli ottennero fiocchi anche dal mais e da altri cereali. Nel 1906 Will Keith decise di lanciare i fiocchi di cereali sul mercato fondando la Kellogg’s. 1 2 3 4 21 12 20 14 19 17 18 20 17 12 7 5 6 7 8 9 15 12 21 11 23 25 9 23 22 30 21 11 13 18 19 10 13 28 33 Le insidie dietro l’angolo 31 10 24 26 27 16 19 22 29 31 12 11 32 32 La fisica e la chimica in cucina Perché i legumi causano flatulenza? Nei legumi sono presenti degli zuccheri chiamati oligosaccaridi (raffinosio, stachiosio, verbascosio) che, a differenza di altri zuccheri come il saccarosio, il lattosio e il glucosio, non vengono attaccati dagli enzimi digestivi del nostro organismo e conseguentemente passano integri nell’intestino. Qui sono degradati da batteri anaerobi con liberazione di idrogeno, anidride carbonica e metano, tre gas che gonfiano la pancia. I siti web d’eccellenza L’intento di questa rubrica è quello di segnalare i siti che, oltre a dare un’informazione corretta, siano anche facilmente consultabili da parte di un navigatore inesperto e non addetto ai lavori. I criteri adottati per valutarne la qualità sono il prestigio dell’Istituzione, la chiarezza della presentazione, l’utilità e la veridicità delle informazioni date, l’assenza di sponsorizzazioni di carattere commerciale. www.nutrition-foundation. Il Centro Studi dell’Alimentazione, Nutrition Foundation of Italy, è un’associazione non profit che ha l'obiettivo di attivare interazioni e collaborazioni con gli organi governativi, le università e con l’industria per contribuire allo sviluppo della ricerca scientifica, allo scambio di informazioni nel campo dell'alimentazione ed alla promozione di ricerche interdisciplinari in questo settore. Il sito pubblica monografie sull’alimentazione e informa sui risultati della ricerca scientifica in campo alimentare. www.soilassociation.org La Soil Association è un’associazione inglese fondata nel 1946 da un gruppo di agricoltori, ricercatori e nutrizionisti convinti della connessione tra pratiche agricole e salute delle piante, degli animali e dell’uomo. Sul sito troverete un’utile guida per il consumatore interessato alla qualità dei prodotti dell’agricoltura biologica oltre ai risultati della ricerca scientifica nel campo della produzione biologica e della qualità degli alimenti. 42 VALOR E AL IMENTARE ORIZZONTALI: VERTICALI: 1. Pesce che si affumica. 6. Dolce siciliano di pan di Spagna. 12. Sta davanti a Starr nello pseudonimo del batterista dei Beatles. 13.Costiera senza i. 14. Rauco. 15. Lunga fossa in cui scorrono acque. 17. Il giovane amato da Eracle e rapito dalle Ninfe. 18. Lo è la carne per fare polpette. 19. Le iniziali di Theodore Roosevelt. 20. Lo stesso di vado. 21. Bruciato. 22. È fatta di 60 minuti. 23. Tenuto a freno. 24. Sigla del Grande Oriente d’Italia. 25. Lo è l’Odissea. 26. Si chiamava Daniele e fu patriota veneziano contro gli austriaci. 28. Apertura lunga e sottile. 29. La indossano i militari. 30. La divinità delle dodici fatiche. 31. Contengono il gelato. 32. Andar. 33. Santo in portoghese. 34. Città del Piemonte che si chiama come una figura geometrica solida. 1. Fine di una corsa sportiva. 2. Comune termale in provincia di Ravenna. 3. Civiltà andina precolombiana. 4. ONG in inglese. 5. La sigla di Gorizia. 6. Il taglio di carne che ricopre le costole. 7. Assalto senza la elle. 8. Participio passato di stare. 9. Fibra tessile prodotta da un baco. 10. Pianta erbacea con rizoma ricco di amido appartenente alle Aracee. 11. Sigla di Taranto. 13. Tangente in lingua spagnola. 15. Rallentare o arrestare il movimento. 16. Rimorchiare. 18. Tremante. 19. Famoso attore napoletano scomparso che si chiamava Massimo. 21. Il sovrano della Lidia sconfitto da Ciro il Grande. 22. Ciascuno. 23. Si dice di qualcuno cupo e minaccioso. 25. Frutto del pero. 26. Ordigni esplosivi che si sotterrano. 27. La prima parte di aviogetto. 28. Città santa del Marocco. 29. Fiume russo e titolo d’onore. 31. Sigla di Cuneo. Le bevande analcoliche al succo di arancia. Le scritte sull’etichetta sono ingannevoli perché tentano di convincervi che si tratta di succo d’arancia spremuto e messo in bottiglia. Invece si ha a che fare con dell’acqua zuccherata e colorata cui sono state aggiunte tante sostanze artificiali insieme ad una piccola quantità di succo d’arancia. Ecco gli ingredienti di una di queste “al gusto di arancia rossa”, prodotta da una nota marca, che inonda gli scaffali dei supermercati: acqua, zucchero (11%), succo d’arancia (9%), succo di arancia rossa (3%), anidride carbonica, acidificante acido citrico, aromi (non specificati), conservante sorbato di potassio, coloranti E122, E110, E150d, stabilizzante farina di semi di carrubo. Un vero cocktail di sostanze nocive che per di più non disseta, anzi fa venire più sete. Soffermiamoci sugli ingredienti potenzialmente nocivi: zucchero: è ormai certo che bere bevande zuccherate aumenta il rischio della sindrome metabolica, che è l’anticamera del diabete alimentare; sorbato di potassio: conservante, conosciuto anche come E202, può causare reazioni d’intolleranza e, per contatto sulla pelle, provocare eritema facciale e orticaria periorale; colorante E122: carmoisina, artificiale, che può dare reazioni d’intolleranza e aggravare l’asma in persone sensibili all’acido acetilsalicilico. Sconsigliato il consumo da parte dei bambini iperattivi. È bandito in alcuni paesi come la Norvegia e la Svezia; colorante E110: giallo tramonto, artificiale, dagli stessi effetti nocivi dell’E122. È bandito negli stessi paesi; colorante E150d: caramello solfito-ammoniacale, artificiale, di cui viene sconsigliato il consumo da parte dei bambini iperattivi. Fortunatamente le bevande di produzione biologica non contengono conservanti e coloranti del genere. Soluzioni di Valore Alimentare 23 di STEFANO MONTANARI A tavola con Frankenstein Anni fa, si era nel 1997, la dottoressa Antonietta Gatti fece una scoperta all’apparenza banale ma che sta sconvolgendo certi aspetti della medicina. Se io ingerisco qualcosa di piccolo, piccolo come un granello invisibile di polvere, e questo granello è inorganico, solido e non biodegradabile, non è affatto vero che lo elimino come si era sempre creduto con un atto di fede mai messo alla prova dei fatti. Nei fatti, invece, questi granelli di dimensioni che vanno da qualche centesimo fino a qualche milionesimo di millimetro ce li ritroviamo, magari non tutti ma di sicuro in parte, imprigionati nei nostri tessuti. Il passaggio è semplice e rapido: dall’apparato digerente al sangue e da lì a tutti gli organi. Non essendo capaci di eliminarli, i nostri tessuti isolano quei corpi estranei formandovi intorno un altro tessuto chiamato ‘di granulazione’, un tessuto infiammatorio che non guarisce e che ha probabilità tutt’altro che remote di trasformarsi in un cancro. Ma queste formazioni passano anche da madre a feto dove provocano malformazioni o, quando sono ancora nel sangue, nei soggetti particolarmente predisposti che non sono rari, innesca la formazione di trombi, cioè di coaguli liberi di correre all’interno dei vasi. Senza voler spaventare nessuno, si tratta di un fenomeno cui prestare attenzione. L’origine di queste particelle così insidiose può essere naturale: eruzioni vulcaniche o polveri da incendi boschivi, per esempio. Ma quel tipo di particolato pone pochi problemi a livello di salute, e questo perché quelle polveri sono relativamente scarse e sono relativamente grossolane. E più la polvere è grossa, meno facilmente valica la barriera gastro-intestinale e penetra all’interno dei nostri tessuti. Il problema sono le polveri antropiche, vale a dire quelle prodotte dalle attività umane, specie quelle ad alta temperatura, perché più la temperatura è alta e più fini sono le particelle. Motori a scoppio, industrie varie, inceneritori… Ma come starne alla larga? ✒ Stefano Montanari è direttore scientifico del Laboratorio Nanodiagnostics di Modena. Conferenziere, autore di libri e di articoli scientifici, fa parte del gruppo di ricerca della dottoressa Antonietta Gatti, scopritrice delle nanopatologie, vale a dire le malattie provocate da micro e nanopolveri. In questo numero consigliamo: LE RISORSE DELLA TERZA ETÀ: ALIMENTI E SALUTE: Hermann Hesse, Le stagioni della vita, Il sale? Meglio poco. Linee guida per una sana alimentazione. www.inran.it In Italia si consuma troppo sale. Dossier-inchiesta sul sale nascosto negli alimenti industriali. Salutest n.54, febbraio 2005. www.altroconsumo.it Mondadori Viktor Frankl,, Senso e Valori per l’Esistenza, Città Nuova editrice, 1988 VALO RE ALIMENTARE 43