Dicembre
l’aria
di domani
MENSILEAbbonamento
annuo
fr. 38.- /estero: euro 30.- 27 dicembre
Numero
Numero
11 11
2005 2005
ISSN 1660-7163
l’aria di domani
Tutto quello che dovremmo sapere sul degrado dell’ambiente e delle istituzioni
RISORSA
SERVIZI
2-3
POLITICA
SPORCA
4-6
Dick è rock
Marty e i misfatti della CIA
L’inquisizione
DIRITTO
AL
FUTURO
7
RISORSA
TERRA
8-11
RISORSA
ARIA
12-13
POLITICA
14-15
RISORSA
SERVIZI
16
Quella sporca
dozzina
Carbonio
ardente
Cronaca dal congresso
sindacale mondiale
Architettura
anecoica
Stampato su carta riciclata
1
l’aria di domani
R
eteAntiMobbing
insieme contro i soprusi
C.P. 2496
6501 Bellinzona
Numero 11
Dick
è
rock
Per George W. Bush e per la sua
amministrazione quello che arriva
tra capo e collo il 16 dicembre è
un colpo durissimo da incassare.
Malgrado gli ultimi disperati
tentativi dei “signori della
guerra”, che fanno di tutto per
convincere il Senato a mantenerlo
in piedi, crolla il pilastro giuridico
della guerra preventiva al
terrorismo, il famigerato Patriot
Act. La contestatissima legge decade con la fine dell’anno. Ci
vogliono 60 senatori favorevoli
per mantenerla in vita. Ce ne sono
solo 52. Gli appelli del relatore
repubblicano di maggioranza Bill
Frist sono vani.
Comincia una
nuova era?
Il Patriot Act viene varato dal
Senato degli Stati uniti sei
settimane dopo la tragedia dell’11
settembre 2001 con 98 voti
favorevoli e un solo contrario, il
democratico Russ Feingold. “La
legge anti-terrorismo - sostiene non ha il giusto equilibrio tra il
rafforzamento della giustizia e la
l’aria di domani
27 dicembre 2005
Il Senato americano non rinnova il
Patriot Act. Bush lo aveva istituito
il 26 ottobre 2001, sulla scorta
dell’emozione per le stragi dell’11
settembre. Forse finisce un’epoca.
Quella dei soprusi, della guerra
senza regole, dell’impunità
statunitense per i crimini di guerra,
degli abusi della CIA, degli aerei che
vagano per il mondo carichi di
disperati sotto tortura. La nomina di
Dick Marty alla testa della
commissione di indagine europea
sui presunti misfatti della CIA
indica che si sta facendo sul serio.
CIA
garantiti all’esecutivo.
Le attività di protesta
vengono soffocate e
represse in nome della
lotta
contro
il
“ t e r ro r i s m o
domestico”.
Gli
inquirenti possono
sorvegliare tutto e tutti. Vale per
l’FBI, ma a maggior ragione per i
servizi segreti, come la CIA, che
hanno licenza di uccidere. I
sospetti
possono
essere
incarcerarati per un tempo non
definito e gli stranieri deportati.
I diritti garantiti loro dalla
Costituzione scompaiono nella
polvere dell’11 settembre. Allo
scoccare dell’anno 2006 tutto
questo diventerà un brutto
ricordo.
Washington
Washington DC
D.C.:
la
sede
della
CIA
la sede della CIA
protezione
delle
libertà
costituzionali”. Una critica
all’acqua di rose se confrontata
con quella del regista Michael
Moore, autore di Fahrenheit 9/
11, con quelle delle associazioni
per i diritti civili. Per loro l’Act
è in totale contrasto con i più
elementari diritti sanciti dalla
tradizione democratica degli Stati
Uniti. La privacy individuale
viene completamente schiacciata
dagli strapoteri che vengono
2
Voli
nella notte
Vorremmo che diventasse un
brutto ricordo tutta la guerra
preventiva, coi suoi massacri
inutili, con le sue insensate perdite
di marines, coi voli notturni della
CIA in giro per il mondo, con le
sue armi al fosforo sparate a
Falluja in barba a tutte le
convenzioni internazionali,
compresa quella di Ginevra. Un
anno fa, ricordate, il nostro
giornale era impegnato a
descrivere una guerra senza
regole. Al Qaeda non rispetta
Numero 11
l’aria di domani
27 dicembre 2005
alla guerra contro la Serbia
di Milosevic. All’inizio Carla
Del Ponte si incontra a
Londra con Madeleine
Albright. Alla fine la
ritroviamo come accusatrice
al TPI. In internet il TPI viene
spesso chiamato “tribunale
Albright”.
Dick Marty
è un’altra cosa
Questa lunga epoca di
inciuci potrebbe essere
arrivata al capolinea. Mentre
il Patriot Act esala i suoi
ultimi respiri, i signori della
guerra sono già alle prese con
una nuova bufera. Su tutti i
Dick Marty durante la conferenza stampa del 13 dicembre 2005
giornali del mondo c’è la foto
di un senatore svizzero con
alcuna regola. Neanche Bush. La
merines americani. Non è abilitato
funzione di relatore per la
necessità di prevenire altre
a farlo. Non è riconosciuto dagli
commissione degli affari legali e
atrocità come quelle dell’11
USA. Nessuno potrà mai
i diritti umani del Consiglio
settembre giustifica qualsiasi
processare dei cittadini americani
d’Europa: il consigliere agli Stati
eccesso. Lo stile è quello tracciato
in un tribunale come il TPI anche
Dick Marty.
dall’ex ambasciatore in Iraq John
per altre ragioni. Il TPI non è un
Quando indaga su qualcosa
Negroponte, oggi nominato “zar”
tribunale “normale”, ma è
Dick è l’esatto opposto di Carla.
della sicurezza nazionale da Bush.
sponsorizzato da capitale privato
In pochi giorni ha coinvolto
Prevenire tutto e tutti. Torture,
americano. Un nome su tutti:
un’infinità di paesi ed è persino
regole di ingaggio fondate sul
quello del discusso miliardario
riuscito a mettere sotto pressione
disprezzo della vita umana. Tanto
George Soros, il grande
le autorità elvetiche. Gli aerei
qualsiasi cosa facciano i marines
destabilizzatore delle ex
maledetti, carichi di torturati e
o gli agenti speciali dell’FBI o
repubbliche sovietiche.
torturatori senza patria giravano
della CIA non vi è un tribunale al
Carla
per il mondo completamente fuori
mondo che possa giudicarli.
controllo. In pochissimo tempo
e il Russiagate
Attorno alla guerra preventiva
sono emerse cose inimmaginabili.
Carla Del Ponte arriva al TPI
l’amministrazione Bush ha infatti
Negli anni ‘90 quando si tratta
proprio per aver fatto un grosso
costruito un’ inviolabile fortezza
di indagare sui presunti
favore alla segretaria di Stato del
di impunità.
finanziatori del terrorismo che
governo Clinton Madeleine
L’esempio
verranno poi accusati di
Albright. Con un’operazione di
del TPI
foraggiare le sanguinose attività
spionaggio la procuratrice
di Bin Laden , Carla Del Ponte
Autentico strumento vivente
federale elvetica fa esplodere, nel
viene fermata da un ordine del suo
dell’impunità americana è stata,
1999, la vicenda nota come
ex datore di lavoro avvocato
in questi anni, l’accusatrice del
Russiagate. L’amministrazione
Pierfelice Barchi. Questi racconta
Tribunale penale internazionale
russa, fino ad allora nelle mani di
di averle telefonato e di averle
(TPI) Carla Del Ponte. Il TPI
Boris Jeltsin vien messa in
intimato l’alt: “stop this shit
giudica Slobodan Milosevic, ma
ginocchio,
accusata
di
Carlotta”. Con Dick Marty queste
non potrebbe mai giudicare
corruzione. In quelle condizioni
cose non accadono.
l’operato di una compagnia di
Jeltsin non ha la forza di opporsi
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Numero 11
l’aria di domani
27 dicembre 2005
La Sacra
Inquisizione
Intervista di Andrea Leoni (Ticinonline.ch)
Brenno Martignoni, sindaco di Bellinzona
perseguitato dal suo stesso partito, a colloquio con
Andrea Leoni, giornalista di Ticinonline.ch. Una
fra le più belle interviste mai fatte in questo paese.
Eccola, per gentile concessione di Ticinonline.ch.
Martignoni, cominciamo da
lontano. Da quel famoso
ballotaggio che l’ha eletta
sindaco di Bellinzona.
“Quella votazione popolare è
stato un segnale politico molto
importante. Una svolta di
partecipazione che ha consentito
alla gente di essere direttamente
coinvolta nell’elezione del proprio sindaco”.
Una svolta che però le è
costata cara nei rapporti
col suo partito...
“Sì, ma non è stata una
sorpresa. Dal momento
della mia elezione, che ha
sconfessato i vertici della
sezione PLR di Bellinzona,
era chiaro che avrebbero
fatto uso del loro potere
contro di me. Così hanno
fatto, ma io non mi lascio
certo intimidire “.
Dopo il ballottaggio,
però, potevate discutere,
trovare un accordo.
Invece lo scontro fra lei ed
il PLR è proseguito
settimana dopo settimana.
Giovanni Merlini o l’ex
Presidente di sezione
Daniele Lotti hanno mai
tentato di ricucire il rapporto?
“No, in nessun caso e per
nessuna ragione”.
I giochi di partito
e l’inceneritore
Perché?
“Perché io non accetto i giochi
di potere del partito. Non accetto
le loro logiche perverse”.
Sia più concreto...
4
“Un caso concreto è
l’inceneritore. Fin dall’inizio
hanno esercitato una pressione
mediatica inaudita perchè, al
contrario del partito, ero e sono
contrario alla costruzione
dell’impianto di Giubiasco. Io
sono convinto che essere il
rappresentante di un partito non
significa ubbidire ad ogni
richiesta o essere per forza in linea
Numero 11
con la maggioranza”.
Scusi però, ma allora la dica
tutta: che interessi particolari
ha il suo partito nella
realizzazione dell’inceneritore?
“L’impianto di Giubiasco è un
progetto da 250 milioni di
franchi...”.
Intanto Lotti se ne è andato:
un nemico in meno per lei...
“Lotti se ne è andato tardi. Se
un Presidente di un CDA
qualunque avesse sbagliato su
tutta la linea, come ha fatto lui, se
ne sarebbe andato all’istante.
Lotti, al di là dei proclami, si
sarebbe dovuto dimettere subito
dopo il ballottaggio”.
Krüsi
e la crisi
E del nuovo Presidente
Giorgio Krüsi che ne dice?
“Che di tutto aveva bisogno la
sezione del PLR di Bellinzona
tranne che di un uomo di Merlini”.
Passiamo al procedimento
disciplinare aperto dal PLR nei
suoi confronti: che ne pensa?
“Innanzitutto le dico che
non ho ancora ricevuto
alcuna intimazione
formale
sul
p e r c h é
debbo
l’aria di domani
dichiarato più volte il Presidente
cantonale in questi
giorni, si vada
verso un giudizio
certo di condanna.
Pensi solo alla
commissione dei
saggi che dovrebbe
giudicarmi. Me lo immagino
Merlini che telefona in giro per
comporre la commissione
disciplinare e chiede: “Sei pro o
contro
Martignoni?”,
considerando in seguito solo
quelli che gli rispondono
“contro”... “.
Ma se la dovessero cacciare
dal partito lei che farà?
“Di sicuro continuerò a fare il
sindaco. Poi potrei chiedere agli
organi del PLR di verificare
se
Giovanni
Merlini può
ancora
sottopormi a
questo processo. In seconda
battuta non posso che dire che si
tratta di una farsa architettata da
Giovanni Merlini”.
Teme che la sentenza nei suoi
confronti sia già scritta?
“Mi sembra che da ciò che ha
27 dicembre 2005
restare al
suo posto…”.
Un bel rapporto
quello fra lei e
Giovanni Merlini...
“Non c’è mai stato feeling. Non c’è mai stato
nessun rapporto!”
Veniamo alla pietra
dello scandalo: il
caso Della
Barchiosauro
5
Numero 11
Santa. Pensa ancora che debba
dimettersi?
“Confermo in tutto e per tutto
la mia posizione al riguardo”.
Però alla fine l’imputato
principale è lei, tanto è vero che
il partito l’ha messa sotto
processo…
“Non vorrei che fosse
un’operazione per distogliere
l’attenzione.
Interessi pubblici
e interessi privati
È evidente che per Merlini,
dimenticando che la mia è stata
un’elezione popolare, ogni
occasione per delegittimarmi è
buona. Così, come detto, ha
preferito puntare il dito su di me
piuttosto che affrontare il
problema vero e serio”.
Cioè?
“Quello del confondere gli
interessi pubblici con quelli
privati”.
Restiamo in Municipio. Per
chi sta all’esecutivo fare qualche
errore è fisiologico: confessi un
suo sbaglio.
“Forse quello di aver pensato
che dopo il ballottaggio i rapporti
potessero risanarsi. Ho avuto
troppa fiducia”
Ma questo non è un errore, è
una sua valutazione. Prendiamo
il caso Motor Columbus: non
ritiene di aver sbagliato in
quell’occasione?
“No, continuo a pensare che
quella sia stata un’occasione persa
per Bellinzona”.
la storia
della collegialità
Prendiamo allora il caso
dell’inceneritore quando lei
ruppe la collegialità del
Municipio con un ricorso molto
personale
l’aria di domani
27 dicembre 2005
“Si sbaglia, io
non ho rotto la
collegialità. Il
Municipio aveva
deciso di fare
opposizione alla
licenza edilizia.
Poi che i miei
colleghi, cammin
facendo,
non
abbiano, forse,
retto alle pressioni
esterne, questo è
tutto un altro
discorso”.
Elettricità
e ambiente
Ma
i
suoi
colleghi
le Per il presidente PLR Giovanni Merlini
avevano chiesto di (foto) il sindaco Brenno Martignoni deve
fare un ricorso essere “processato” dal partito. Per l’ex
s u l l a presidente Pierfelice Barchi si tratta di una
ridistribuzione
questione politica che andrebbe risolta
dell’elettricità, e
non su tutti gli senza neanche il processo-farsa. Nel
aspetti ambientali “*dibattito” interviene anche il sindaco di
che lei ci ha messo Lugano Giorgio Giudici che si distanzia
dentro...
da entrambi su La Regione. Si tratta di una
“I miei colleghi questione - dice- che va risolta localmente.
avevano incaricato
il mio dicastero, a
o è lento?
nome del Municipio, di redigere
“Lento. Molto lento.”
un’opposizione che fosse
E Bersani e Krüsi?
ricevibile. La stessa è stata
“Vedi Merlini”.
preparata secondo i canoni
Sergio Savoia, socialista che
usuali”.
non le risparmia critiche, è rock
Beh allora poteva farglielo
o lento?
leggere agli altri Municipali
“E chi lo sa com’è Sergio
prima di inviarlo a Giubiasco.
Savoia”.
“Ma chi ha detto che non
E Paolo Clemente Wicht al suo
l’hanno letto?”
fianco nella battaglia contro
Quindi lei ritiene di non aver
l’inceneritore?
mai violato la collegialità da
“Lui è rock perchè ha il coraggio
quando è in carica?
delle sue idee”.
“Certo: non l’ho mai violata! E
Martignoni, ma lei è rock o e
poi diciamolo: la collegialità non
lento?
è mica un bavaglio”.
“Io sono rock. Molto rock”.
Concludiamo: Merlini è rock
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Numero 11
l’aria di domani
27 dicembre 2005
COMUNICATO STAMPA
Siamo pronti a ‘revocarvi’
Bellinzona, lunedì 19 dicembre 2005
A prima vista sembra una “ripicchetta” da quattro soldi questa perizia più o meno segreta sulla
costituzionalità dell’Iniziativa 28 bastano che l’Azienda rifiuti di Gian Paolo Grassi ci sventaglia
come regalo di Natale. Tutto questo capita l’altrieri. Nel giorno stesso in cui l’iniziativa, con le sue 15
mila firme raccolte, supera le più rosee aspettative. Proprio quando tutti capiscono che è chiaramente
riuscita. Giudichiamo di cattivo gusto e poco serio il fatto che - con tutti i professori di diritto
costituzionale che ci sono in Svizzera - si sia chiesto al ticinese Marco Borghi di allestire una perizia
“fatta in casa”. La raccolta delle firme ha superato quota 15 mila. È stata una fra i più spettacolari
manifestazioni di consenso che si siano mai viste in questi ultimi decenni sullo scenario politico
ticinese. Ancora una volta si cerca di rubare al popolo il diritto di decidere. Sarebbe poi interessante
sapere quali domande sono state poste al perito di parte (cioè a Borghi) da parte del presidente ACR
avvocato Gian Paolo Grassi. Sarebbe “costituzionale”, per Borghi, realizzare un forno a griglia nel
Canton Ticino dopo che a più riprese il popolo ha votato chiaramente contro questa soluzione tecnica?
In quanto avvocato, Gian Paolo Grassi dovrebbe sapere che la costituzione ticinese non è la Bibbia.
Un’iniziativa costituzionale serve precisamente a modificarla. Se necessario la popolazione firmerà
sicuramente – e in massa - un’iniziativa volta a cambiare l’articolo costituzionale o il cavillo giuridico
che dovesse impedirci di riconsegnare la questione rifiuti nelle sagge mani del popolo sovrano. Al
Consiglio di Stato occorre probabilmente ricordare che occorrerebbero sole 15 mila firme, come
prescritto dalla stessa Costituzione (articolo 44) per far scattare il meccanismo di revoca dei mandati
ai cinque membri dell’esecutivo cantonale e mandarli a casa chiamando il popolo alle votazioni prima
che spuntino i bucaneve. Forse sarebbe questo il solo modo per porre fine a questa ostinata politica di
un Governo disposto a ‘suicidare’ la propria credibilità pur di propinarci un progetto da 267 milioni di
franchi chiaramente inviso all’opinione pubblica.
Sidney Rotalinti, per il MAI, MOVIMENTO ANTI INCENERITORI, c.p. 2496, 6501 Bellinzona
7
l’aria di domani
Numero 11
27 dicembre 2005
Quella
sporca
dozzina
La Svizzera è uno strano paese: aderisce alla Convenzione di Stoccolma con l’obiettivo di abolire
le sostanze oprganiche persistenti (POP) e nel contempo promuove sul suo territorio la realizzazione
di una trentina di inceneritori che sono i principali produttori di diossine e furani.
Per mostrarvi che tutto il mondo è paese abbiamo elaborato le schede tecniche sui termovalorizzatori
del Comitato salute e ambiente Sud Est di Mola, Bari. Anche loro alle prese coi forni.
1. In presenza di cloro nei
rifiuti introdotti, nelle fasi di postcombustione si formano quantità
variabili di acido cloridrico
(sostanza ad alta corrosività) e di
molecole altamente tossiche come
i furani e le diossine.
2. Negli Stati Uniti i
termovalorizzatori
sono
considerati la maggior fonte di
emissioni di diossine.
3. La Convenzione di
Stoccolma del maggio 2001, cui
hanno aderito 91 paesi, al fine di
giungere
alla
graduale
eliminazione degli inquinanti
organici persistenti (POP), un
gruppo di composti chimici
considerati fra i più tossici e
persistenti, tra cui le diossine,
auspica il bando totale
dell’incenerimento dei rifiuti
considerata una delle principali
fonti di emissione delle diossine.
4. In particolare, i limiti
imposti dall’Unione europea
sulle emissioni di diossine (0.1
nanogrammi per metro cubo), non
sono sinonimo di sicurezza come
si vuol far credere, ma solo di minor rischio sanitario; tali valori
corrispondono semplicemente
alle concentrazioni medie
ottenibili applicando le migliori
tecniche presenti sul mercato.
5. Inquinanti come le
diossine si concentrano lungo la
catena alimentare essendo molto
stabili, in particolare nel latte,
nelle carni e nei pesci. Le
valutazioni del rischio per queste
sostanze devono tenere conto
della quantità di diossina emessa
durante
l’arco
di
vita
dell’inceneritore, dei fattori di
concentrazione e del contributo
delle altre fonti. Gli impatti
mambientali vanno valutati
cumulativamente.
6. Altri materiali e prodotti
che aumentano la produzione di
sostanze pericolose negli
inceneritori sono i prodotti
elettronici. Metalli pesanti quali
cadmio, mercurio e piombo
vengono trasformati dalle reazioni
che avvengono all’interno
dell’inceneritore in composti
8
molto tossici. Le previsioni di
emissione sono per un
inceneritore di ultima generazione
di circa 300 kg. all’anno di metalli
pesanti.
7. La varietà dei materiali
introdotti nel combustore data la
complessità del rifiuto raccolto, e
l’impossibilità di escludere che
all’incenerimento finiscano
solventi clorurati, pesticidi, PVC
e consimili, inchiostri, vernici,
farmaci,metalli,
bifenili
policlorinati (PCBs) usati nei
trasformatori e negli impregnanti
del legno, rendono la miscela di
combustione molto pericolosa.
8. Un impianto che emette
giornalmente circa sette milioni di
metri cubi di fumi disperde 50 kg
di polveri fini che corrispondono
alle emissioni di una vettura diesel dopo aver percorso 600.000
chilometri, come avere in città
decine di migliaia di autovetture.
(Nel caso di Giubiasco circa un
terzo, 200 mila Km)
9. I
termovalorizzatori
vengono proposti come soluzione
Numero 11
“soffice” di smaltimento dei
rifiuti, spesso propagandati con
opuscoli patinati dove sono
raffigurate delle bianche
“cattedrali”
immerse
a
meraviglia nell’ambiente rurale o
ben inserite in quello urbano. Si
citano risultati appaganti sul
fronte della gestione e della
sicurezza degli impianti, salvo poi
ammettere
in
convegni
internazionali che oltre il 90%
degli impianti europei ed
americani deve essere riprogettato
e ricostruito per non superare gli
standard di emissione più ristretti
previsti dalle nuove normative.
Nel frattempo gli impianti
esistenti continuano a funzionare
indisturbati, spesso con controlli
insufficienti e continuano a
contaminare pesantemente le
catene alimentari con gli effetti
che stiamo vedendo sugli apparati
endocrini dell’uomo e degli
animali. I sostenitori delle
politiche di incenerimento
continuano a parlare di tecnologia
sicura e citano studi condotti e
finanziati da industrie che
operano pesantemente sul settore.
10. Si evita di far presente che
i processi di incenerimento non
sono in grado di
distruggere la
materia, ma solo
di modificare la
composizione e
la tossicità del
r i f i u t o
incenerito.
Lavoisier diceva:
“Nulla si crea e
nulla
si
distrugge”. Nulla trapela sulle
sintesi chimiche che avvengono
inevitabilmente all’interno dei
termovalorizzatori e sul fatto che
in realtà il volume dei rifiuti
introdotti aumenta una volta
l’aria di domani
incenerito se consideriamo la
miscelazione con l’aria per la
combustione. A temperature
comprese trai i 400 ed i 1600 °C,
le molecole organiche complesse
si degradano; nel periodo di
abbattimento della temperatura
dei fumi di camino e nelle fasi di
fuoriuscita alcuni atomi si
ricombinano, per formare nuovi e
spesso più tossici composti.
11. I gas di combustione che
si formano contengono sostanze
chimiche molto pericolose quali i
furani (PCDFs) e le diossine
(PCDDs),
cloroformio,
esaclorobenzene (prodotto di
degradazione dei PCBs),
tetracloroetilene, Policlorobifenili
(PCBs), formaldeide e fosgene e
metalli come l’arsenico, il
berillio,
cadmio,cromo
(carcinogeni) ed antimonio, bario,
piombo, mercurio, tallio, argento
(non carcinogeni). I metalli
possono passare dalla forma
solida ad uno stato di fine vapore.
Molti degli ossidi che si formano
durante l’incenerimento sono più
tossici delle forme elementari
introdotte in caldaia. La
vaporizzazione dei metalli,
rendendoli più leggeri, favorisce
la
loro
dispersione aerea
e
la
loro
inalazione ed
ingestione. Il
monitoraggio dei
metalli emessi
dagli impianti di
incenerimento è
molto difficile.
Molto spesso si
eseguono dei campionamenti per
brevi periodi.
12. Il Particolato (PM) viene
misurato per regolare i filtri ed
eventualmente aumentare o
ridurre la permeabilità. Non si
9
27 dicembre 2005
tiene conto del fatto che “la
polvere” per se stessa è altamente
pericolosa in quanto spesso
adsorbe composti tossici organici
e metalli e rappresenta un vettore
di sostanze altamente tossiche.
Altri PICs si formano per
ricombinazione, ovvero prodotti
di reazione. Alcuni esmpi sono il
naftalene, fluorantano ed il pirene.
Un terzo tipo di PICs è
rappresentato da frammenti
semplici che si formano in tutte
le combustioni di composti
organicicome il cloroformio, il
tetracloruro di carbonio, il
tricloroetilene(TCE),
tetracloroetilene, benzene, fenolo,
toluene e clorobenzene.
13. I sistemi di abbattimento
degli inquinanti, attualmente
presenti ne i termovalorizzatori di
nuova generazione, neutralizzano
essenzialmente l’acido cloridrico
e fluoridrico e rimuovono il
particolato prima che questo lasci
il camino di emissione. Gli
abbattitori ad umido “lavano” i
gas alla base del camino, i filtri
elettrostatici catturano il
particolato. I sistemi di
abbattimento ed i filtri non sono
in grado di distruggere il rifiuto
incombusto, di prevenire la
formazione di nuovi composti
tossici durante la combustione e
di eliminare le fasi di
maneggiamento di materiali
tossici raccolti dai filtri. Ne
escono grandi quantità di polveri
altamente contaminate e scorie
tossiche che ritroviamo in
discarica ( cioè in Valle della
Motta) oppure più o meno depurate nei fiumi nel caso dei liquidi
di lavaggio negli abbattitori ad
umido. Circa il 30% del peso
iniziale del rifiuto si ritrova alla
fine del ciclo di combustione sotto
forma di ceneri altamente con-
Numero 11
taminate.
14. L’inceneritore non annulla
le discariche, al contrario richiede
una discarica di tipo speciale per
le ceneri residue, che ammontano
in peso a circa un terzo dei rifiuti
bruciati.
15. Non esistono sistemi di
misurazione completa e continua
degli inquinanti emessi dai
termovalorizzatori; al contrario i
test di efficienza degli impianti
vengono condotti prelevando
campioni sui quali vengono fatte
analisi dalle quali ricavare dei dati
che servono soprattutto a valutare
la redditività dell’impianto e non
la pericolosità delle emissioni.
16. I termovalorizzatori non
portano alcun beneficio alle
popolazioni dei territori che li
ospitano, neppure sotto il profilo
occupazionale. L’affermazione
vale in generale anche per altre
attività connesse allo stoccaggio
ed al trattamento dei rifiuti
industriali. I lavori che questo tipo
di impianti offrono sono molto
pericolosi.
17. Quanto viene immesso
nell’inceneritore non sparisce, ma
ne esce in forma di :
emissioni gassose dal camino (
che vanno nell’aria);
ceneri residue (che devono
essere smaltite);
acque di scarico (che devono
essere trattate).
Più precisamente, per ogni
tonnellata di rifiuti bruciata, un
inceneritore produce :
1 tonnellata di fumi immessi in
atmosfera;
280/300 Kg di ceneri “solide”;
30 Kg di “ceneri volanti”;
650 Kg di acqua di scarico;
25 Kg di gesso.
l’aria di domani
Bugie
e
verità
Le principali bugie su i
termovalorizzatori nascono da
luoghi comuni facilmente
contestabili
Bugia: Dalla combustione dei
rifiuti, con i termovalorizzatori,
si recupera energia sotto forma di
energia
elettrica
e
teleriscaldamento a basso costo
che altrimenti andrebbe persa.
Smentita: I costi di produzione
di energia con questa tecnica sono
mascherati dai forti stanziamenti
pubblici. In ultima analisi sono i
cittadini a pagare l’impianto e le
ditte gestrici ad beneficiare dei
guadagni. Per far tacere le
opposizioni locali si regala acqua
calda ed energia elettrica a tariffe
agevolate: tanto i costi di impianto
sono stati pagati da altri cittadini.
Bugia: E’ necessario che ogni
cittadino si faccia carico del
problema dei rifiuti anche
accettando i termovalorizzatori,
senza delegare ad altri il problema
alimentando altre discariche.
Smentita:
Con
i
termovalorizzatori la maggior
parte dei rifiuti continua ad essere
posta invece che in una discarica
di solidi in una enorme discarica
a cielo aperto: i rifiuti vengono
immessi in atmosfera sotto forma
10
27 dicembre 2005
di gas. Le ceneri della
combustione continuano ad essere
poste in discarica dopo essere
state inertizzate. Il cittadino non
si fa carico del problema ma lo
delega ad altri perché in discarica
o in un inceneritore lo mette
sempre a casa di altri. A questa
sindrome è stato dato il nome Not
in my courtyard, cioè si ma non
nel mio cortile.
Bugia molto grave:
i
termovalorizzatori, a differenza
delle discariche, non nuocciono
alla salute. Solo in passato gli
inceneritori per il loro basso
contenuto tecnologico potevano
rappresentare un potenziale
pericolo, ma adesso, con i
termovalorizzatori di ultima
generazione i potenziali pericoli
sono minimizzati se non eliminati
del tutto.
Smentita: E’ la principale
menzogna che viene detta da
cinquanta anni a questa parte
quando si vuole costruire un
inceneritore proponendolo come
una novità tecnologica. Nessun
dottore, nessuna pubblicazione
biomedica solleva il cittadino
dalle apprensioni che derivano
dall’avere nelle vicinanze, o una
discarica o un inceneritore.
Quest’ultimo nelle complesse e
spesso sconosciute reazioni
chimiche di combustione
trasforma materiali leggermente
tossici in altamente tossici, come
la Diossina. I materiali solidi
prodotti necessitano di un costante
sorveglianza in quanto tossici e
nocivi, quelli gassosi vengono
dispersi nel vento. Una raccolta
di dozzine di pubblicazioni, i cui
titoli sono stati inviati da noi ai
Ministri dell’Ambiente e della
Sanità, smentisce la più grossa e
pericolosa bugia: quella che i
l’aria di domani
Numero 11
27 dicembre 2005
Filastrocca della battaglia col drago
Tu non guardarlo, fa’ finta di niente
Quello è qualcosa di più di un serpente
Lui ti ha già visto, ora ti aspetta
Fagli vedere che non hai fretta
Guardati intorno nel tuo paesaggio
Il sole cala in un rosso tramonto
Cerca il colore del tuo coraggio
Finché nel cuore ti sentirai pronto
Quando saprai che se ora cominci
Non è per niente sicuro che vinci
Ma il sole brilla su prati verdi
Non è nemmeno sicuro che perdi
Quando saprai che dovunque tu vada
Troverai draghi sulla tua strada
E che quel drago si deve spostare
Perché per crescere devi passare
(Bruno Tognolini, Filastrocche)
termovalorizzatori
sicuramente non fanno
male. Problemi di
respirazione, asma e
cancro non sono certo
resi minimi con la
presenza
di
termovalorizzatori.
Questa bibliografia è a
disposizione di tutti, sanitari,
cittadini e politici.
Bugia: Siamo in una
emergenza: se non si costruiscono
termovalorizzatori le discariche si
esauriranno nel giro di poco
tempo anzi alcune sono già
esaurite.
Smentita: Se emergenza c’è è
stata creata dagli stessi che adesso
vogliono i termovalorizzatori, che
hanno visto e continuano a vedere
nei rifiuti occasione di guadagno
o di carriera, quindi più rifiuti da
smaltire più guadagno. Siamo
ancora in tempo a diminuire
drasticamente la produzione alla
fonte di beni deperibili che
diventeranno
rifiuti.
Alleggeriremo il carico dei rifiuti
da smaltire (e con questi il
guadagno e la carriera di certa
gente).
Bugia: i termovalorizzatori di
ultima generazione sono talmente
sofisticati da non emettere
sostanze tossiche infatti il
monitoraggio all’uscita del
camino con le apparecchiature più
sofisticate disponibili non rivela
tali sostanze.
Smentita: Gli apparecchi di
misurazione non sono abbastanza
sofisticati e sensibili da rivelare
la presenza di sostanze tossiche
all’uscita dei camini poiché sono
diluite in enormi quantità di gas,
11
se
invece
mettete
apparecchi altrettanto
sofisticati a controllare
l’acc umulo di sostanze
tossiche nelle vicinanze de i
termovalorizzatori ne potrete
misurare la presenza. Ciò è
risaputo da chi dovrebbe
tutelare la salute della
popolazione e che sino ad oggi
sistematicamente si oppone alla
misura delle sostanze accumulate
(7 km) da i
nei press i
termovalorizzatori operanti, forse
per evitare di conoscere.
Bugia: I comitati ambientalisti
terrorizzano i cittadini sulla
questione de i termovalorizzatori.
Smentita: I comitati ecologisti
reputano di dover supplire a
quanto no n viene fatto dalle
istituzioni per contrastare le
informazioni inesatte e ambigue se
non mendaci che riguardano i
termovalorizzatori e su cui poggia
l’incastellatura po litica ed
economica che sostiene la loro
costruzione.
Numero 11
l’aria di domani
27 dicembre 2005
Carbonio ardente
Lo sappiamo tutti, l’effetto serra sta guastando il nostro prezioso pianeta. Il processo è
irreversibile. A che serve ricordarlo? Serve, perché nella maggior parte dei casi viene
colpevolizzato il singolo individuo. Utile che ci si impegni, naturalmente, ma è anche giusto
ricordare che sono le industrie e i trasporti di merci i principali responsabili delle emissioni
velenose nell’atmosfera. Per non parlare ancora una volta di inceneritori, costruiti dove d’estate
si superano le soglie massime di ozono e d’inverno si respirano una quantità di polveri fini.
Dobbiamo contrastare le idee di coloro che avvelenano l’aria. Serve ricordare, perché il popolo
sovrano può ancora cambiare le regole sbagliate, e anche i governi.
vetro per serra.
Vent’anni prima lo stesso Fourier studia l’equazione della
propagazione del calore nei corpi
solidi e trova il metodo per
risolverla.
Anidride carbonica
e effetto serra
Jean-Baptiste Fourier
Era dal 1933 che non si
abbattevano 12 uragani di fila
sulle coste dell’America, di una
violenza mai vista. Perché?
Effetto serra. Sono quasi 180 anni
che se ne parla, alcuni scienziati
lo hanno annunciato, altri
coraggiosi, più tardi, denunciato.
Fourier
il primo
Siamo nel 1827 quando il
matematico Jean-Baptiste Fourier parla per primo dell’esistenza
dell’effetto serra; un fenomeno
del tutto naturale, a quel tempo:
l’atmosfera per la terra, è come il
Nel 1896 lo scienziato svedese
Svante Arrhenius studia la
relazione tra la concentrazione di
anidride carbonica e la
temperatura atmosferica.
Capisce che l’uomo, bruciando
combustibili fossili, modifica
l’atmosfera. Afferma che
raddoppiando la quantità di CO2,
la temperatura del pianeta
aumenterebbe di 5 gradi. Le
previsioni di Arrhenius si rivelano
esatte un secolo dopo per quanto
riguarda la temperatura globale
media della terra.
situazione. Lo scienziato inizia a
misurare i livelli dell’effetto serra.
Riscontra l’effetto diretto del
diossido di carbonio sul pianeta:
l’aumento della temperatura
globale.
La gravità
della situazione
Maledetta
CO2
Ma ci vorranno ancora molti
anni perché qualcuno dopo di lui
riprenda a parlare di effetto serra.
Nel 1955 lo scienziato
americano Charles Keeling,
pioniere della misurazione
dell’effetto serra, è il primo a
denunciare la gravità della
È il primo studioso a dimostrare
con dati inconfutabili (e sono
passati cinquant’anni) che le
emissioni di anidride carbonica
prodotte dall’uomo non vengono
riassorbite dalla natura e hanno
conseguenze misurabili sul clima.
Keeling riesce a dimostrare che il
12
Svante Arrhenius
Numero 11
livello di anidride carbonica
aumenta e diminuisce nel corso
della stessa giornata e nel corso
delle stagioni. Purtroppo la
tendenza generale è quella di un
aumento progressivo col passare
degli anni.
Continua
ad aumentare
La ‘curva di Keeling’, sistema
di misurazione inventato dallo
scienziato, mostra che alla fine
degli anni ’50 la concentrazione
media di anidride carbonica
nell’aria era di 315 parti per un
milione, mentre adesso ha
raggiunto le 380 parti e continua
ad aumentare. Keeling è
scomparso pochi mesi fa, nel
giugno del 2005.
Il professor David King è oggi
uno tra i più grandi climatologi al
mondo, consigliere personale di
Tony Blair per la scienza e capo
dell’ufficio di scienza e tecnologia
l’aria di domani
27 dicembre 2005
Inghilterra stiamo
del
Governo
spendendo più
i n g l e s e .
denaro di quanto
David King ci
abbiamo mai fatto
parla
degli
per difendere il
indicatori
territorio e le
dell’effetto serra:
coste
dalle
“Prendiamo i
inondazioni
e
ghiacci, che sono
dall’aumento del
un indicatore
livello del mare.
f i s i c o
Esaminiamo
inequivocabile: li
quello che i
stiamo perdendo
climatologi
a un ritmo mai
dicono sui rischi
visto prima. In
futuri, zona per
alcune zone si
zona,
e
David King
s t a n n o
interveniamo”…”La
sciogliendo per
strada delle nuove fonti di
sempre quelli che esistevano
energia e delle nuove tecnologie
ancora nell’ultima glaciazione.
è importantissima, l’industria
Ciò significa che non stiamo
Francesco
Pischetola
energetica
è la più
grande del
vivendo un fenomeno di breve
mondo
e
deve
fare
investimenti,
durata. Erano dodicimila anni,
ma il cambiamento del clima sta
che sulla terra non accadeva
marciando e non si fermerà”.
qualcosa di simile”…”Dobbiamo
Chissà se ai “padroni della serra”
adattarci, preparare le nostre
importa qualcosa... (p.r.)
nazioni al cambiamento. In
la curva di Keeling
Charles Keeling
13
Numero 11
l’aria di domani
27 dicembre 2005
Cronaca
dal Congresso
sindacale
mondiale
Massimiliano Ay, del SISA (Sindacato indipendente
studenti e apprendisti), racconta e ragiona sul grande
convegno di Cuba dei primi di dicembre.
La storia
di un impegno
La Federazione Sindacale
Mondiale (FSM) viene fondata
nel 1945. Finita la guerra gli USA
danno vita al piano Marshall per
la ricostruzione dell’Europa. Per
fare in modo che questo progetto
possa essere portato a termine
senza intoppi si cerca l’alleanza
dei sindacati: gli USA decidono
così di favorire la nascita di una
nuova Internazionale sindacale
che si allontani dalla FSM,
dominata dai rivoluzionari: nel
1949 nasce la Confederazione
Internazionale dei Sindacati
Liberi (CISL). Tanto liberi in
realtà questi sindacati non erano,
perché finanziati con lo scopo di
tenere a bada le masse e
consolidare il sistema capitalista
dandogli una parvenza “sociale”.
Nella FSM sono rimasti quei
sindacati che ancora oggi con
coraggio credono ancora nella
lotta di classe. In Svizzera nessun
sindacato fa parte della FSM: da
UNIA alla VPOD sono tutti
membri dell’Unione
Sindacale Svizzera,
che aderisce alla
Confederazione
Europea dei Sindacati
e a sua volta è affiliata
alla CISL. Gli unici
svizzeri accreditati
quali osservatori al
15° Congresso della FSM sono
stati infatti il SISA ticinese e il
SUD ginevrino.
El pueblo
unido...
Il 15° Congresso Sindacale
Mondiale si è aperto cantando “El
pueblo unido” e l’Internazionale.
La parola è in seguito passata ai
vertici della FSM: vestito in verde
olivo, in ricordo dello sbarco del
Granma, Pedro Ross (Cuba) ha
salutato i delegati, passando poi
la parola al dirigente sindacale
siriano che fra le altre cose ha
avvertito i presenti che dopo l’Irak
potrebbe essere la volta della Siria
(governata da un’alleanza
baathista e comunista) ad essere
invasa: negli scorsi giorni ve ne
14
sono
state
le
avvisaglie quando
marines a stelle e
strisce sono entrati
in territorio siriano
innescando
un
conflitto a fuoco con
le guardie locali
(notizia che è passata
praticamente inosservata sui
nostri media). Il giorno seguente,
la plenaria è continuata con
interventi liberi: apprezzato è
stato il discorso tenuto dal SISA
che ha spiegato la necessità di
unire le lotte operaie e
studentesche per una società più
equa, dando maggiore risalto alle
aspirazioni
della
base.
Successivamente si sono svolti
due work-shop tematici: il primo
sul ruolo dei sindacati nei
confronti della globalizzazione
neoliberista e il secondo sulla
lotta per la pace e contro
l’imperialismo. La delegazione
studentesca ticinese ha scelto il
primo incontro e ha ascoltato gli
appassionati appelli alla
Numero 11
l’aria di domani
27 dicembre 2005
Cuba
resistenza classista in particolare
da parte del sindacato petroliero
messicano e da un giovanissimo
studente di un’accademia militare
latinoamericana,
affinché
globalizzazione non sia sinonimo
di imperialismo. Durante il workshop è intervenuto anche
Pierpaolo Leonardi, della CUB, il
quarto sindacato nazionale
italiano, sindacato alternativo e di
base, che ha invitato i compagni
asiatici e africani a non coltivare
false speranze: non è vero che
l’Europa è la faccia buona della
globalizzazione rispetto agli
USA, in realtà - sostiene - sono
uguali realtà di sfruttamento delle
risorse dei paesi più poveri e di
attacco ai diritti sociali dei
lavoratori occidentali.
Base
e burocrazia...
La FSM è un luogo aperto di
fratellanza.
Ciononostante
esistono vari aspetti che per degli
Europei e per dei militanti non
sono sempre comprensibili.
Qualcuno – forse solo per
ignoranza politica, forse per
dogmatismo – ritiene che un
sindacato di base e alternativo
dovrebbe boicottare momenti
“burocratici” come questi, che
hanno un passato legato al blocco
socialista.
No ai
verticismi
Ma come è vero che lo
stalinismo propriamente detto è
finito nel 1956 e che il Muro è
caduto nel 1989 deve esserci, in
sindacalisti a cui sta veramente a
cuore l’emancipazione degli
ultimi, la capacità di lavorare
all’interno di quelle strutture che
non hanno abbandonato – pur con
sensibilità e metodi magari diversi
– la combattività e soprattutto
l’analisi classista dei fenomeni
sociali. Il discorso del SISA
chiedeva di favorire l’azione
diretta e quindi di evitare il
verticismo. E’ stato applaudito
15
anche dai cinesi e dai coreani che
effettivamente sono lontanissimi
da queste idee. Non bisogna mai
dimenticare però due cose
fondamentali: anzitutto ogni
popolo ha la sua cultura e le
tradizioni (che si ripercuotono
anche nel modo di lavorare in un
partito o in un sindacato) non si
possono cambiare imponendo il
nostro metodo. In secondo luogo
in paesi in cui vige un sistema
socialista il ruolo del sindacato è
profondamente diverso rispetto a
quello che si concepisce in una
società borghese. Ma se da parte
nostra c’è la volontà di lavorare
nella FSM, è anche perché i
documenti congressuali ci hanno
dimostrato che la volontà di
“aprire” la federazione ai
movimenti e alle associazioni
plurali esiste. A piccoli passi
forse, ma un processo
rivoluzionario (se è vero) è
sempre molto concreto, molto
pragmatico.
Massimiliano Ay
l’aria di domani
Numero 11
27 dicembre 2005
GAB
6500 Bellinzona 1
Architettura anecoica
La ‘camera anecoica’ è il locale ‘senza eco’ che si usa per le registrazioni
professionali. Al suo interno le pareti sono formate da piccole piramidi orizzontali
senza alcun pregio, dette appunto ‘anecoiche’. Proprio come quelle viste nel
progetto per l’inceneritore di Giubiasco. Con la differenza che l’architetto Livio
Vacchini le piramidi anecoiche le vorrebbe all’esterno dell’edificio, realizzando
così il sogno di tutti i “cavalieri decaduti”: prevalere su un popolo dalla voce
mozza, costretta. Una voce senza risonanze, che non vada lontano, ma soprattutto
non venga percepita dall’interno, “chiusa fuori” dai castelli, come nel Medioevo.
“Cavalieri” privi di nobiltà d’animo, di saggezza, di lungimiranza, di fascino.
Impressum
FONDAZIONE
ENZO
BALDONI
per la comprensione
fra le genti
C.P. 2496
6501 Bellinzona
l’aria di domani
Tutto quello che dovremmo sapere sul degrado dell’ambiente e delle istituzioni
Direttore responsabile: Sidney Rotalinti
l’aria di domani
C.P. 2496
6501 Bellinzona
Telefono: (+41) 079 287 54 43
www.the-flying-mountain.com
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Prezzo in edicola: fr. 5.-.
16
R
eteAntiMobbing
insieme contro i soprusi
C.P. 2496
6501 Bellinzona
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