Dicembre l’aria di domani MENSILEAbbonamento annuo fr. 38.- /estero: euro 30.- 27 dicembre Numero Numero 11 11 2005 2005 ISSN 1660-7163 l’aria di domani Tutto quello che dovremmo sapere sul degrado dell’ambiente e delle istituzioni RISORSA SERVIZI 2-3 POLITICA SPORCA 4-6 Dick è rock Marty e i misfatti della CIA L’inquisizione DIRITTO AL FUTURO 7 RISORSA TERRA 8-11 RISORSA ARIA 12-13 POLITICA 14-15 RISORSA SERVIZI 16 Quella sporca dozzina Carbonio ardente Cronaca dal congresso sindacale mondiale Architettura anecoica Stampato su carta riciclata 1 l’aria di domani R eteAntiMobbing insieme contro i soprusi C.P. 2496 6501 Bellinzona Numero 11 Dick è rock Per George W. Bush e per la sua amministrazione quello che arriva tra capo e collo il 16 dicembre è un colpo durissimo da incassare. Malgrado gli ultimi disperati tentativi dei “signori della guerra”, che fanno di tutto per convincere il Senato a mantenerlo in piedi, crolla il pilastro giuridico della guerra preventiva al terrorismo, il famigerato Patriot Act. La contestatissima legge decade con la fine dell’anno. Ci vogliono 60 senatori favorevoli per mantenerla in vita. Ce ne sono solo 52. Gli appelli del relatore repubblicano di maggioranza Bill Frist sono vani. Comincia una nuova era? Il Patriot Act viene varato dal Senato degli Stati uniti sei settimane dopo la tragedia dell’11 settembre 2001 con 98 voti favorevoli e un solo contrario, il democratico Russ Feingold. “La legge anti-terrorismo - sostiene non ha il giusto equilibrio tra il rafforzamento della giustizia e la l’aria di domani 27 dicembre 2005 Il Senato americano non rinnova il Patriot Act. Bush lo aveva istituito il 26 ottobre 2001, sulla scorta dell’emozione per le stragi dell’11 settembre. Forse finisce un’epoca. Quella dei soprusi, della guerra senza regole, dell’impunità statunitense per i crimini di guerra, degli abusi della CIA, degli aerei che vagano per il mondo carichi di disperati sotto tortura. La nomina di Dick Marty alla testa della commissione di indagine europea sui presunti misfatti della CIA indica che si sta facendo sul serio. CIA garantiti all’esecutivo. Le attività di protesta vengono soffocate e represse in nome della lotta contro il “ t e r ro r i s m o domestico”. Gli inquirenti possono sorvegliare tutto e tutti. Vale per l’FBI, ma a maggior ragione per i servizi segreti, come la CIA, che hanno licenza di uccidere. I sospetti possono essere incarcerarati per un tempo non definito e gli stranieri deportati. I diritti garantiti loro dalla Costituzione scompaiono nella polvere dell’11 settembre. Allo scoccare dell’anno 2006 tutto questo diventerà un brutto ricordo. Washington Washington DC D.C.: la sede della CIA la sede della CIA protezione delle libertà costituzionali”. Una critica all’acqua di rose se confrontata con quella del regista Michael Moore, autore di Fahrenheit 9/ 11, con quelle delle associazioni per i diritti civili. Per loro l’Act è in totale contrasto con i più elementari diritti sanciti dalla tradizione democratica degli Stati Uniti. La privacy individuale viene completamente schiacciata dagli strapoteri che vengono 2 Voli nella notte Vorremmo che diventasse un brutto ricordo tutta la guerra preventiva, coi suoi massacri inutili, con le sue insensate perdite di marines, coi voli notturni della CIA in giro per il mondo, con le sue armi al fosforo sparate a Falluja in barba a tutte le convenzioni internazionali, compresa quella di Ginevra. Un anno fa, ricordate, il nostro giornale era impegnato a descrivere una guerra senza regole. Al Qaeda non rispetta Numero 11 l’aria di domani 27 dicembre 2005 alla guerra contro la Serbia di Milosevic. All’inizio Carla Del Ponte si incontra a Londra con Madeleine Albright. Alla fine la ritroviamo come accusatrice al TPI. In internet il TPI viene spesso chiamato “tribunale Albright”. Dick Marty è un’altra cosa Questa lunga epoca di inciuci potrebbe essere arrivata al capolinea. Mentre il Patriot Act esala i suoi ultimi respiri, i signori della guerra sono già alle prese con una nuova bufera. Su tutti i Dick Marty durante la conferenza stampa del 13 dicembre 2005 giornali del mondo c’è la foto di un senatore svizzero con alcuna regola. Neanche Bush. La merines americani. Non è abilitato funzione di relatore per la necessità di prevenire altre a farlo. Non è riconosciuto dagli commissione degli affari legali e atrocità come quelle dell’11 USA. Nessuno potrà mai i diritti umani del Consiglio settembre giustifica qualsiasi processare dei cittadini americani d’Europa: il consigliere agli Stati eccesso. Lo stile è quello tracciato in un tribunale come il TPI anche Dick Marty. dall’ex ambasciatore in Iraq John per altre ragioni. Il TPI non è un Quando indaga su qualcosa Negroponte, oggi nominato “zar” tribunale “normale”, ma è Dick è l’esatto opposto di Carla. della sicurezza nazionale da Bush. sponsorizzato da capitale privato In pochi giorni ha coinvolto Prevenire tutto e tutti. Torture, americano. Un nome su tutti: un’infinità di paesi ed è persino regole di ingaggio fondate sul quello del discusso miliardario riuscito a mettere sotto pressione disprezzo della vita umana. Tanto George Soros, il grande le autorità elvetiche. Gli aerei qualsiasi cosa facciano i marines destabilizzatore delle ex maledetti, carichi di torturati e o gli agenti speciali dell’FBI o repubbliche sovietiche. torturatori senza patria giravano della CIA non vi è un tribunale al Carla per il mondo completamente fuori mondo che possa giudicarli. controllo. In pochissimo tempo e il Russiagate Attorno alla guerra preventiva sono emerse cose inimmaginabili. Carla Del Ponte arriva al TPI l’amministrazione Bush ha infatti Negli anni ‘90 quando si tratta proprio per aver fatto un grosso costruito un’ inviolabile fortezza di indagare sui presunti favore alla segretaria di Stato del di impunità. finanziatori del terrorismo che governo Clinton Madeleine L’esempio verranno poi accusati di Albright. Con un’operazione di del TPI foraggiare le sanguinose attività spionaggio la procuratrice di Bin Laden , Carla Del Ponte Autentico strumento vivente federale elvetica fa esplodere, nel viene fermata da un ordine del suo dell’impunità americana è stata, 1999, la vicenda nota come ex datore di lavoro avvocato in questi anni, l’accusatrice del Russiagate. L’amministrazione Pierfelice Barchi. Questi racconta Tribunale penale internazionale russa, fino ad allora nelle mani di di averle telefonato e di averle (TPI) Carla Del Ponte. Il TPI Boris Jeltsin vien messa in intimato l’alt: “stop this shit giudica Slobodan Milosevic, ma ginocchio, accusata di Carlotta”. Con Dick Marty queste non potrebbe mai giudicare corruzione. In quelle condizioni cose non accadono. l’operato di una compagnia di Jeltsin non ha la forza di opporsi 3 Numero 11 l’aria di domani 27 dicembre 2005 La Sacra Inquisizione Intervista di Andrea Leoni (Ticinonline.ch) Brenno Martignoni, sindaco di Bellinzona perseguitato dal suo stesso partito, a colloquio con Andrea Leoni, giornalista di Ticinonline.ch. Una fra le più belle interviste mai fatte in questo paese. Eccola, per gentile concessione di Ticinonline.ch. Martignoni, cominciamo da lontano. Da quel famoso ballotaggio che l’ha eletta sindaco di Bellinzona. “Quella votazione popolare è stato un segnale politico molto importante. Una svolta di partecipazione che ha consentito alla gente di essere direttamente coinvolta nell’elezione del proprio sindaco”. Una svolta che però le è costata cara nei rapporti col suo partito... “Sì, ma non è stata una sorpresa. Dal momento della mia elezione, che ha sconfessato i vertici della sezione PLR di Bellinzona, era chiaro che avrebbero fatto uso del loro potere contro di me. Così hanno fatto, ma io non mi lascio certo intimidire “. Dopo il ballottaggio, però, potevate discutere, trovare un accordo. Invece lo scontro fra lei ed il PLR è proseguito settimana dopo settimana. Giovanni Merlini o l’ex Presidente di sezione Daniele Lotti hanno mai tentato di ricucire il rapporto? “No, in nessun caso e per nessuna ragione”. I giochi di partito e l’inceneritore Perché? “Perché io non accetto i giochi di potere del partito. Non accetto le loro logiche perverse”. Sia più concreto... 4 “Un caso concreto è l’inceneritore. Fin dall’inizio hanno esercitato una pressione mediatica inaudita perchè, al contrario del partito, ero e sono contrario alla costruzione dell’impianto di Giubiasco. Io sono convinto che essere il rappresentante di un partito non significa ubbidire ad ogni richiesta o essere per forza in linea Numero 11 con la maggioranza”. Scusi però, ma allora la dica tutta: che interessi particolari ha il suo partito nella realizzazione dell’inceneritore? “L’impianto di Giubiasco è un progetto da 250 milioni di franchi...”. Intanto Lotti se ne è andato: un nemico in meno per lei... “Lotti se ne è andato tardi. Se un Presidente di un CDA qualunque avesse sbagliato su tutta la linea, come ha fatto lui, se ne sarebbe andato all’istante. Lotti, al di là dei proclami, si sarebbe dovuto dimettere subito dopo il ballottaggio”. Krüsi e la crisi E del nuovo Presidente Giorgio Krüsi che ne dice? “Che di tutto aveva bisogno la sezione del PLR di Bellinzona tranne che di un uomo di Merlini”. Passiamo al procedimento disciplinare aperto dal PLR nei suoi confronti: che ne pensa? “Innanzitutto le dico che non ho ancora ricevuto alcuna intimazione formale sul p e r c h é debbo l’aria di domani dichiarato più volte il Presidente cantonale in questi giorni, si vada verso un giudizio certo di condanna. Pensi solo alla commissione dei saggi che dovrebbe giudicarmi. Me lo immagino Merlini che telefona in giro per comporre la commissione disciplinare e chiede: “Sei pro o contro Martignoni?”, considerando in seguito solo quelli che gli rispondono “contro”... “. Ma se la dovessero cacciare dal partito lei che farà? “Di sicuro continuerò a fare il sindaco. Poi potrei chiedere agli organi del PLR di verificare se Giovanni Merlini può ancora sottopormi a questo processo. In seconda battuta non posso che dire che si tratta di una farsa architettata da Giovanni Merlini”. Teme che la sentenza nei suoi confronti sia già scritta? “Mi sembra che da ciò che ha 27 dicembre 2005 restare al suo posto…”. Un bel rapporto quello fra lei e Giovanni Merlini... “Non c’è mai stato feeling. Non c’è mai stato nessun rapporto!” Veniamo alla pietra dello scandalo: il caso Della Barchiosauro 5 Numero 11 Santa. Pensa ancora che debba dimettersi? “Confermo in tutto e per tutto la mia posizione al riguardo”. Però alla fine l’imputato principale è lei, tanto è vero che il partito l’ha messa sotto processo… “Non vorrei che fosse un’operazione per distogliere l’attenzione. Interessi pubblici e interessi privati È evidente che per Merlini, dimenticando che la mia è stata un’elezione popolare, ogni occasione per delegittimarmi è buona. Così, come detto, ha preferito puntare il dito su di me piuttosto che affrontare il problema vero e serio”. Cioè? “Quello del confondere gli interessi pubblici con quelli privati”. Restiamo in Municipio. Per chi sta all’esecutivo fare qualche errore è fisiologico: confessi un suo sbaglio. “Forse quello di aver pensato che dopo il ballottaggio i rapporti potessero risanarsi. Ho avuto troppa fiducia” Ma questo non è un errore, è una sua valutazione. Prendiamo il caso Motor Columbus: non ritiene di aver sbagliato in quell’occasione? “No, continuo a pensare che quella sia stata un’occasione persa per Bellinzona”. la storia della collegialità Prendiamo allora il caso dell’inceneritore quando lei ruppe la collegialità del Municipio con un ricorso molto personale l’aria di domani 27 dicembre 2005 “Si sbaglia, io non ho rotto la collegialità. Il Municipio aveva deciso di fare opposizione alla licenza edilizia. Poi che i miei colleghi, cammin facendo, non abbiano, forse, retto alle pressioni esterne, questo è tutto un altro discorso”. Elettricità e ambiente Ma i suoi colleghi le Per il presidente PLR Giovanni Merlini avevano chiesto di (foto) il sindaco Brenno Martignoni deve fare un ricorso essere “processato” dal partito. Per l’ex s u l l a presidente Pierfelice Barchi si tratta di una ridistribuzione questione politica che andrebbe risolta dell’elettricità, e non su tutti gli senza neanche il processo-farsa. Nel aspetti ambientali “*dibattito” interviene anche il sindaco di che lei ci ha messo Lugano Giorgio Giudici che si distanzia dentro... da entrambi su La Regione. Si tratta di una “I miei colleghi questione - dice- che va risolta localmente. avevano incaricato il mio dicastero, a o è lento? nome del Municipio, di redigere “Lento. Molto lento.” un’opposizione che fosse E Bersani e Krüsi? ricevibile. La stessa è stata “Vedi Merlini”. preparata secondo i canoni Sergio Savoia, socialista che usuali”. non le risparmia critiche, è rock Beh allora poteva farglielo o lento? leggere agli altri Municipali “E chi lo sa com’è Sergio prima di inviarlo a Giubiasco. Savoia”. “Ma chi ha detto che non E Paolo Clemente Wicht al suo l’hanno letto?” fianco nella battaglia contro Quindi lei ritiene di non aver l’inceneritore? mai violato la collegialità da “Lui è rock perchè ha il coraggio quando è in carica? delle sue idee”. “Certo: non l’ho mai violata! E Martignoni, ma lei è rock o e poi diciamolo: la collegialità non lento? è mica un bavaglio”. “Io sono rock. Molto rock”. Concludiamo: Merlini è rock 6 Numero 11 l’aria di domani 27 dicembre 2005 COMUNICATO STAMPA Siamo pronti a ‘revocarvi’ Bellinzona, lunedì 19 dicembre 2005 A prima vista sembra una “ripicchetta” da quattro soldi questa perizia più o meno segreta sulla costituzionalità dell’Iniziativa 28 bastano che l’Azienda rifiuti di Gian Paolo Grassi ci sventaglia come regalo di Natale. Tutto questo capita l’altrieri. Nel giorno stesso in cui l’iniziativa, con le sue 15 mila firme raccolte, supera le più rosee aspettative. Proprio quando tutti capiscono che è chiaramente riuscita. Giudichiamo di cattivo gusto e poco serio il fatto che - con tutti i professori di diritto costituzionale che ci sono in Svizzera - si sia chiesto al ticinese Marco Borghi di allestire una perizia “fatta in casa”. La raccolta delle firme ha superato quota 15 mila. È stata una fra i più spettacolari manifestazioni di consenso che si siano mai viste in questi ultimi decenni sullo scenario politico ticinese. Ancora una volta si cerca di rubare al popolo il diritto di decidere. Sarebbe poi interessante sapere quali domande sono state poste al perito di parte (cioè a Borghi) da parte del presidente ACR avvocato Gian Paolo Grassi. Sarebbe “costituzionale”, per Borghi, realizzare un forno a griglia nel Canton Ticino dopo che a più riprese il popolo ha votato chiaramente contro questa soluzione tecnica? In quanto avvocato, Gian Paolo Grassi dovrebbe sapere che la costituzione ticinese non è la Bibbia. Un’iniziativa costituzionale serve precisamente a modificarla. Se necessario la popolazione firmerà sicuramente – e in massa - un’iniziativa volta a cambiare l’articolo costituzionale o il cavillo giuridico che dovesse impedirci di riconsegnare la questione rifiuti nelle sagge mani del popolo sovrano. Al Consiglio di Stato occorre probabilmente ricordare che occorrerebbero sole 15 mila firme, come prescritto dalla stessa Costituzione (articolo 44) per far scattare il meccanismo di revoca dei mandati ai cinque membri dell’esecutivo cantonale e mandarli a casa chiamando il popolo alle votazioni prima che spuntino i bucaneve. Forse sarebbe questo il solo modo per porre fine a questa ostinata politica di un Governo disposto a ‘suicidare’ la propria credibilità pur di propinarci un progetto da 267 milioni di franchi chiaramente inviso all’opinione pubblica. Sidney Rotalinti, per il MAI, MOVIMENTO ANTI INCENERITORI, c.p. 2496, 6501 Bellinzona 7 l’aria di domani Numero 11 27 dicembre 2005 Quella sporca dozzina La Svizzera è uno strano paese: aderisce alla Convenzione di Stoccolma con l’obiettivo di abolire le sostanze oprganiche persistenti (POP) e nel contempo promuove sul suo territorio la realizzazione di una trentina di inceneritori che sono i principali produttori di diossine e furani. Per mostrarvi che tutto il mondo è paese abbiamo elaborato le schede tecniche sui termovalorizzatori del Comitato salute e ambiente Sud Est di Mola, Bari. Anche loro alle prese coi forni. 1. In presenza di cloro nei rifiuti introdotti, nelle fasi di postcombustione si formano quantità variabili di acido cloridrico (sostanza ad alta corrosività) e di molecole altamente tossiche come i furani e le diossine. 2. Negli Stati Uniti i termovalorizzatori sono considerati la maggior fonte di emissioni di diossine. 3. La Convenzione di Stoccolma del maggio 2001, cui hanno aderito 91 paesi, al fine di giungere alla graduale eliminazione degli inquinanti organici persistenti (POP), un gruppo di composti chimici considerati fra i più tossici e persistenti, tra cui le diossine, auspica il bando totale dell’incenerimento dei rifiuti considerata una delle principali fonti di emissione delle diossine. 4. In particolare, i limiti imposti dall’Unione europea sulle emissioni di diossine (0.1 nanogrammi per metro cubo), non sono sinonimo di sicurezza come si vuol far credere, ma solo di minor rischio sanitario; tali valori corrispondono semplicemente alle concentrazioni medie ottenibili applicando le migliori tecniche presenti sul mercato. 5. Inquinanti come le diossine si concentrano lungo la catena alimentare essendo molto stabili, in particolare nel latte, nelle carni e nei pesci. Le valutazioni del rischio per queste sostanze devono tenere conto della quantità di diossina emessa durante l’arco di vita dell’inceneritore, dei fattori di concentrazione e del contributo delle altre fonti. Gli impatti mambientali vanno valutati cumulativamente. 6. Altri materiali e prodotti che aumentano la produzione di sostanze pericolose negli inceneritori sono i prodotti elettronici. Metalli pesanti quali cadmio, mercurio e piombo vengono trasformati dalle reazioni che avvengono all’interno dell’inceneritore in composti 8 molto tossici. Le previsioni di emissione sono per un inceneritore di ultima generazione di circa 300 kg. all’anno di metalli pesanti. 7. La varietà dei materiali introdotti nel combustore data la complessità del rifiuto raccolto, e l’impossibilità di escludere che all’incenerimento finiscano solventi clorurati, pesticidi, PVC e consimili, inchiostri, vernici, farmaci,metalli, bifenili policlorinati (PCBs) usati nei trasformatori e negli impregnanti del legno, rendono la miscela di combustione molto pericolosa. 8. Un impianto che emette giornalmente circa sette milioni di metri cubi di fumi disperde 50 kg di polveri fini che corrispondono alle emissioni di una vettura diesel dopo aver percorso 600.000 chilometri, come avere in città decine di migliaia di autovetture. (Nel caso di Giubiasco circa un terzo, 200 mila Km) 9. I termovalorizzatori vengono proposti come soluzione Numero 11 “soffice” di smaltimento dei rifiuti, spesso propagandati con opuscoli patinati dove sono raffigurate delle bianche “cattedrali” immerse a meraviglia nell’ambiente rurale o ben inserite in quello urbano. Si citano risultati appaganti sul fronte della gestione e della sicurezza degli impianti, salvo poi ammettere in convegni internazionali che oltre il 90% degli impianti europei ed americani deve essere riprogettato e ricostruito per non superare gli standard di emissione più ristretti previsti dalle nuove normative. Nel frattempo gli impianti esistenti continuano a funzionare indisturbati, spesso con controlli insufficienti e continuano a contaminare pesantemente le catene alimentari con gli effetti che stiamo vedendo sugli apparati endocrini dell’uomo e degli animali. I sostenitori delle politiche di incenerimento continuano a parlare di tecnologia sicura e citano studi condotti e finanziati da industrie che operano pesantemente sul settore. 10. Si evita di far presente che i processi di incenerimento non sono in grado di distruggere la materia, ma solo di modificare la composizione e la tossicità del r i f i u t o incenerito. Lavoisier diceva: “Nulla si crea e nulla si distrugge”. Nulla trapela sulle sintesi chimiche che avvengono inevitabilmente all’interno dei termovalorizzatori e sul fatto che in realtà il volume dei rifiuti introdotti aumenta una volta l’aria di domani incenerito se consideriamo la miscelazione con l’aria per la combustione. A temperature comprese trai i 400 ed i 1600 °C, le molecole organiche complesse si degradano; nel periodo di abbattimento della temperatura dei fumi di camino e nelle fasi di fuoriuscita alcuni atomi si ricombinano, per formare nuovi e spesso più tossici composti. 11. I gas di combustione che si formano contengono sostanze chimiche molto pericolose quali i furani (PCDFs) e le diossine (PCDDs), cloroformio, esaclorobenzene (prodotto di degradazione dei PCBs), tetracloroetilene, Policlorobifenili (PCBs), formaldeide e fosgene e metalli come l’arsenico, il berillio, cadmio,cromo (carcinogeni) ed antimonio, bario, piombo, mercurio, tallio, argento (non carcinogeni). I metalli possono passare dalla forma solida ad uno stato di fine vapore. Molti degli ossidi che si formano durante l’incenerimento sono più tossici delle forme elementari introdotte in caldaia. La vaporizzazione dei metalli, rendendoli più leggeri, favorisce la loro dispersione aerea e la loro inalazione ed ingestione. Il monitoraggio dei metalli emessi dagli impianti di incenerimento è molto difficile. Molto spesso si eseguono dei campionamenti per brevi periodi. 12. Il Particolato (PM) viene misurato per regolare i filtri ed eventualmente aumentare o ridurre la permeabilità. Non si 9 27 dicembre 2005 tiene conto del fatto che “la polvere” per se stessa è altamente pericolosa in quanto spesso adsorbe composti tossici organici e metalli e rappresenta un vettore di sostanze altamente tossiche. Altri PICs si formano per ricombinazione, ovvero prodotti di reazione. Alcuni esmpi sono il naftalene, fluorantano ed il pirene. Un terzo tipo di PICs è rappresentato da frammenti semplici che si formano in tutte le combustioni di composti organicicome il cloroformio, il tetracloruro di carbonio, il tricloroetilene(TCE), tetracloroetilene, benzene, fenolo, toluene e clorobenzene. 13. I sistemi di abbattimento degli inquinanti, attualmente presenti ne i termovalorizzatori di nuova generazione, neutralizzano essenzialmente l’acido cloridrico e fluoridrico e rimuovono il particolato prima che questo lasci il camino di emissione. Gli abbattitori ad umido “lavano” i gas alla base del camino, i filtri elettrostatici catturano il particolato. I sistemi di abbattimento ed i filtri non sono in grado di distruggere il rifiuto incombusto, di prevenire la formazione di nuovi composti tossici durante la combustione e di eliminare le fasi di maneggiamento di materiali tossici raccolti dai filtri. Ne escono grandi quantità di polveri altamente contaminate e scorie tossiche che ritroviamo in discarica ( cioè in Valle della Motta) oppure più o meno depurate nei fiumi nel caso dei liquidi di lavaggio negli abbattitori ad umido. Circa il 30% del peso iniziale del rifiuto si ritrova alla fine del ciclo di combustione sotto forma di ceneri altamente con- Numero 11 taminate. 14. L’inceneritore non annulla le discariche, al contrario richiede una discarica di tipo speciale per le ceneri residue, che ammontano in peso a circa un terzo dei rifiuti bruciati. 15. Non esistono sistemi di misurazione completa e continua degli inquinanti emessi dai termovalorizzatori; al contrario i test di efficienza degli impianti vengono condotti prelevando campioni sui quali vengono fatte analisi dalle quali ricavare dei dati che servono soprattutto a valutare la redditività dell’impianto e non la pericolosità delle emissioni. 16. I termovalorizzatori non portano alcun beneficio alle popolazioni dei territori che li ospitano, neppure sotto il profilo occupazionale. L’affermazione vale in generale anche per altre attività connesse allo stoccaggio ed al trattamento dei rifiuti industriali. I lavori che questo tipo di impianti offrono sono molto pericolosi. 17. Quanto viene immesso nell’inceneritore non sparisce, ma ne esce in forma di : emissioni gassose dal camino ( che vanno nell’aria); ceneri residue (che devono essere smaltite); acque di scarico (che devono essere trattate). Più precisamente, per ogni tonnellata di rifiuti bruciata, un inceneritore produce : 1 tonnellata di fumi immessi in atmosfera; 280/300 Kg di ceneri “solide”; 30 Kg di “ceneri volanti”; 650 Kg di acqua di scarico; 25 Kg di gesso. l’aria di domani Bugie e verità Le principali bugie su i termovalorizzatori nascono da luoghi comuni facilmente contestabili Bugia: Dalla combustione dei rifiuti, con i termovalorizzatori, si recupera energia sotto forma di energia elettrica e teleriscaldamento a basso costo che altrimenti andrebbe persa. Smentita: I costi di produzione di energia con questa tecnica sono mascherati dai forti stanziamenti pubblici. In ultima analisi sono i cittadini a pagare l’impianto e le ditte gestrici ad beneficiare dei guadagni. Per far tacere le opposizioni locali si regala acqua calda ed energia elettrica a tariffe agevolate: tanto i costi di impianto sono stati pagati da altri cittadini. Bugia: E’ necessario che ogni cittadino si faccia carico del problema dei rifiuti anche accettando i termovalorizzatori, senza delegare ad altri il problema alimentando altre discariche. Smentita: Con i termovalorizzatori la maggior parte dei rifiuti continua ad essere posta invece che in una discarica di solidi in una enorme discarica a cielo aperto: i rifiuti vengono immessi in atmosfera sotto forma 10 27 dicembre 2005 di gas. Le ceneri della combustione continuano ad essere poste in discarica dopo essere state inertizzate. Il cittadino non si fa carico del problema ma lo delega ad altri perché in discarica o in un inceneritore lo mette sempre a casa di altri. A questa sindrome è stato dato il nome Not in my courtyard, cioè si ma non nel mio cortile. Bugia molto grave: i termovalorizzatori, a differenza delle discariche, non nuocciono alla salute. Solo in passato gli inceneritori per il loro basso contenuto tecnologico potevano rappresentare un potenziale pericolo, ma adesso, con i termovalorizzatori di ultima generazione i potenziali pericoli sono minimizzati se non eliminati del tutto. Smentita: E’ la principale menzogna che viene detta da cinquanta anni a questa parte quando si vuole costruire un inceneritore proponendolo come una novità tecnologica. Nessun dottore, nessuna pubblicazione biomedica solleva il cittadino dalle apprensioni che derivano dall’avere nelle vicinanze, o una discarica o un inceneritore. Quest’ultimo nelle complesse e spesso sconosciute reazioni chimiche di combustione trasforma materiali leggermente tossici in altamente tossici, come la Diossina. I materiali solidi prodotti necessitano di un costante sorveglianza in quanto tossici e nocivi, quelli gassosi vengono dispersi nel vento. Una raccolta di dozzine di pubblicazioni, i cui titoli sono stati inviati da noi ai Ministri dell’Ambiente e della Sanità, smentisce la più grossa e pericolosa bugia: quella che i l’aria di domani Numero 11 27 dicembre 2005 Filastrocca della battaglia col drago Tu non guardarlo, fa’ finta di niente Quello è qualcosa di più di un serpente Lui ti ha già visto, ora ti aspetta Fagli vedere che non hai fretta Guardati intorno nel tuo paesaggio Il sole cala in un rosso tramonto Cerca il colore del tuo coraggio Finché nel cuore ti sentirai pronto Quando saprai che se ora cominci Non è per niente sicuro che vinci Ma il sole brilla su prati verdi Non è nemmeno sicuro che perdi Quando saprai che dovunque tu vada Troverai draghi sulla tua strada E che quel drago si deve spostare Perché per crescere devi passare (Bruno Tognolini, Filastrocche) termovalorizzatori sicuramente non fanno male. Problemi di respirazione, asma e cancro non sono certo resi minimi con la presenza di termovalorizzatori. Questa bibliografia è a disposizione di tutti, sanitari, cittadini e politici. Bugia: Siamo in una emergenza: se non si costruiscono termovalorizzatori le discariche si esauriranno nel giro di poco tempo anzi alcune sono già esaurite. Smentita: Se emergenza c’è è stata creata dagli stessi che adesso vogliono i termovalorizzatori, che hanno visto e continuano a vedere nei rifiuti occasione di guadagno o di carriera, quindi più rifiuti da smaltire più guadagno. Siamo ancora in tempo a diminuire drasticamente la produzione alla fonte di beni deperibili che diventeranno rifiuti. Alleggeriremo il carico dei rifiuti da smaltire (e con questi il guadagno e la carriera di certa gente). Bugia: i termovalorizzatori di ultima generazione sono talmente sofisticati da non emettere sostanze tossiche infatti il monitoraggio all’uscita del camino con le apparecchiature più sofisticate disponibili non rivela tali sostanze. Smentita: Gli apparecchi di misurazione non sono abbastanza sofisticati e sensibili da rivelare la presenza di sostanze tossiche all’uscita dei camini poiché sono diluite in enormi quantità di gas, 11 se invece mettete apparecchi altrettanto sofisticati a controllare l’acc umulo di sostanze tossiche nelle vicinanze de i termovalorizzatori ne potrete misurare la presenza. Ciò è risaputo da chi dovrebbe tutelare la salute della popolazione e che sino ad oggi sistematicamente si oppone alla misura delle sostanze accumulate (7 km) da i nei press i termovalorizzatori operanti, forse per evitare di conoscere. Bugia: I comitati ambientalisti terrorizzano i cittadini sulla questione de i termovalorizzatori. Smentita: I comitati ecologisti reputano di dover supplire a quanto no n viene fatto dalle istituzioni per contrastare le informazioni inesatte e ambigue se non mendaci che riguardano i termovalorizzatori e su cui poggia l’incastellatura po litica ed economica che sostiene la loro costruzione. Numero 11 l’aria di domani 27 dicembre 2005 Carbonio ardente Lo sappiamo tutti, l’effetto serra sta guastando il nostro prezioso pianeta. Il processo è irreversibile. A che serve ricordarlo? Serve, perché nella maggior parte dei casi viene colpevolizzato il singolo individuo. Utile che ci si impegni, naturalmente, ma è anche giusto ricordare che sono le industrie e i trasporti di merci i principali responsabili delle emissioni velenose nell’atmosfera. Per non parlare ancora una volta di inceneritori, costruiti dove d’estate si superano le soglie massime di ozono e d’inverno si respirano una quantità di polveri fini. Dobbiamo contrastare le idee di coloro che avvelenano l’aria. Serve ricordare, perché il popolo sovrano può ancora cambiare le regole sbagliate, e anche i governi. vetro per serra. Vent’anni prima lo stesso Fourier studia l’equazione della propagazione del calore nei corpi solidi e trova il metodo per risolverla. Anidride carbonica e effetto serra Jean-Baptiste Fourier Era dal 1933 che non si abbattevano 12 uragani di fila sulle coste dell’America, di una violenza mai vista. Perché? Effetto serra. Sono quasi 180 anni che se ne parla, alcuni scienziati lo hanno annunciato, altri coraggiosi, più tardi, denunciato. Fourier il primo Siamo nel 1827 quando il matematico Jean-Baptiste Fourier parla per primo dell’esistenza dell’effetto serra; un fenomeno del tutto naturale, a quel tempo: l’atmosfera per la terra, è come il Nel 1896 lo scienziato svedese Svante Arrhenius studia la relazione tra la concentrazione di anidride carbonica e la temperatura atmosferica. Capisce che l’uomo, bruciando combustibili fossili, modifica l’atmosfera. Afferma che raddoppiando la quantità di CO2, la temperatura del pianeta aumenterebbe di 5 gradi. Le previsioni di Arrhenius si rivelano esatte un secolo dopo per quanto riguarda la temperatura globale media della terra. situazione. Lo scienziato inizia a misurare i livelli dell’effetto serra. Riscontra l’effetto diretto del diossido di carbonio sul pianeta: l’aumento della temperatura globale. La gravità della situazione Maledetta CO2 Ma ci vorranno ancora molti anni perché qualcuno dopo di lui riprenda a parlare di effetto serra. Nel 1955 lo scienziato americano Charles Keeling, pioniere della misurazione dell’effetto serra, è il primo a denunciare la gravità della È il primo studioso a dimostrare con dati inconfutabili (e sono passati cinquant’anni) che le emissioni di anidride carbonica prodotte dall’uomo non vengono riassorbite dalla natura e hanno conseguenze misurabili sul clima. Keeling riesce a dimostrare che il 12 Svante Arrhenius Numero 11 livello di anidride carbonica aumenta e diminuisce nel corso della stessa giornata e nel corso delle stagioni. Purtroppo la tendenza generale è quella di un aumento progressivo col passare degli anni. Continua ad aumentare La ‘curva di Keeling’, sistema di misurazione inventato dallo scienziato, mostra che alla fine degli anni ’50 la concentrazione media di anidride carbonica nell’aria era di 315 parti per un milione, mentre adesso ha raggiunto le 380 parti e continua ad aumentare. Keeling è scomparso pochi mesi fa, nel giugno del 2005. Il professor David King è oggi uno tra i più grandi climatologi al mondo, consigliere personale di Tony Blair per la scienza e capo dell’ufficio di scienza e tecnologia l’aria di domani 27 dicembre 2005 Inghilterra stiamo del Governo spendendo più i n g l e s e . denaro di quanto David King ci abbiamo mai fatto parla degli per difendere il indicatori territorio e le dell’effetto serra: coste dalle “Prendiamo i inondazioni e ghiacci, che sono dall’aumento del un indicatore livello del mare. f i s i c o Esaminiamo inequivocabile: li quello che i stiamo perdendo climatologi a un ritmo mai dicono sui rischi visto prima. In futuri, zona per alcune zone si zona, e David King s t a n n o interveniamo”…”La sciogliendo per strada delle nuove fonti di sempre quelli che esistevano energia e delle nuove tecnologie ancora nell’ultima glaciazione. è importantissima, l’industria Ciò significa che non stiamo Francesco Pischetola energetica è la più grande del vivendo un fenomeno di breve mondo e deve fare investimenti, durata. Erano dodicimila anni, ma il cambiamento del clima sta che sulla terra non accadeva marciando e non si fermerà”. qualcosa di simile”…”Dobbiamo Chissà se ai “padroni della serra” adattarci, preparare le nostre importa qualcosa... (p.r.) nazioni al cambiamento. In la curva di Keeling Charles Keeling 13 Numero 11 l’aria di domani 27 dicembre 2005 Cronaca dal Congresso sindacale mondiale Massimiliano Ay, del SISA (Sindacato indipendente studenti e apprendisti), racconta e ragiona sul grande convegno di Cuba dei primi di dicembre. La storia di un impegno La Federazione Sindacale Mondiale (FSM) viene fondata nel 1945. Finita la guerra gli USA danno vita al piano Marshall per la ricostruzione dell’Europa. Per fare in modo che questo progetto possa essere portato a termine senza intoppi si cerca l’alleanza dei sindacati: gli USA decidono così di favorire la nascita di una nuova Internazionale sindacale che si allontani dalla FSM, dominata dai rivoluzionari: nel 1949 nasce la Confederazione Internazionale dei Sindacati Liberi (CISL). Tanto liberi in realtà questi sindacati non erano, perché finanziati con lo scopo di tenere a bada le masse e consolidare il sistema capitalista dandogli una parvenza “sociale”. Nella FSM sono rimasti quei sindacati che ancora oggi con coraggio credono ancora nella lotta di classe. In Svizzera nessun sindacato fa parte della FSM: da UNIA alla VPOD sono tutti membri dell’Unione Sindacale Svizzera, che aderisce alla Confederazione Europea dei Sindacati e a sua volta è affiliata alla CISL. Gli unici svizzeri accreditati quali osservatori al 15° Congresso della FSM sono stati infatti il SISA ticinese e il SUD ginevrino. El pueblo unido... Il 15° Congresso Sindacale Mondiale si è aperto cantando “El pueblo unido” e l’Internazionale. La parola è in seguito passata ai vertici della FSM: vestito in verde olivo, in ricordo dello sbarco del Granma, Pedro Ross (Cuba) ha salutato i delegati, passando poi la parola al dirigente sindacale siriano che fra le altre cose ha avvertito i presenti che dopo l’Irak potrebbe essere la volta della Siria (governata da un’alleanza baathista e comunista) ad essere invasa: negli scorsi giorni ve ne 14 sono state le avvisaglie quando marines a stelle e strisce sono entrati in territorio siriano innescando un conflitto a fuoco con le guardie locali (notizia che è passata praticamente inosservata sui nostri media). Il giorno seguente, la plenaria è continuata con interventi liberi: apprezzato è stato il discorso tenuto dal SISA che ha spiegato la necessità di unire le lotte operaie e studentesche per una società più equa, dando maggiore risalto alle aspirazioni della base. Successivamente si sono svolti due work-shop tematici: il primo sul ruolo dei sindacati nei confronti della globalizzazione neoliberista e il secondo sulla lotta per la pace e contro l’imperialismo. La delegazione studentesca ticinese ha scelto il primo incontro e ha ascoltato gli appassionati appelli alla Numero 11 l’aria di domani 27 dicembre 2005 Cuba resistenza classista in particolare da parte del sindacato petroliero messicano e da un giovanissimo studente di un’accademia militare latinoamericana, affinché globalizzazione non sia sinonimo di imperialismo. Durante il workshop è intervenuto anche Pierpaolo Leonardi, della CUB, il quarto sindacato nazionale italiano, sindacato alternativo e di base, che ha invitato i compagni asiatici e africani a non coltivare false speranze: non è vero che l’Europa è la faccia buona della globalizzazione rispetto agli USA, in realtà - sostiene - sono uguali realtà di sfruttamento delle risorse dei paesi più poveri e di attacco ai diritti sociali dei lavoratori occidentali. Base e burocrazia... La FSM è un luogo aperto di fratellanza. Ciononostante esistono vari aspetti che per degli Europei e per dei militanti non sono sempre comprensibili. Qualcuno – forse solo per ignoranza politica, forse per dogmatismo – ritiene che un sindacato di base e alternativo dovrebbe boicottare momenti “burocratici” come questi, che hanno un passato legato al blocco socialista. No ai verticismi Ma come è vero che lo stalinismo propriamente detto è finito nel 1956 e che il Muro è caduto nel 1989 deve esserci, in sindacalisti a cui sta veramente a cuore l’emancipazione degli ultimi, la capacità di lavorare all’interno di quelle strutture che non hanno abbandonato – pur con sensibilità e metodi magari diversi – la combattività e soprattutto l’analisi classista dei fenomeni sociali. Il discorso del SISA chiedeva di favorire l’azione diretta e quindi di evitare il verticismo. E’ stato applaudito 15 anche dai cinesi e dai coreani che effettivamente sono lontanissimi da queste idee. Non bisogna mai dimenticare però due cose fondamentali: anzitutto ogni popolo ha la sua cultura e le tradizioni (che si ripercuotono anche nel modo di lavorare in un partito o in un sindacato) non si possono cambiare imponendo il nostro metodo. In secondo luogo in paesi in cui vige un sistema socialista il ruolo del sindacato è profondamente diverso rispetto a quello che si concepisce in una società borghese. Ma se da parte nostra c’è la volontà di lavorare nella FSM, è anche perché i documenti congressuali ci hanno dimostrato che la volontà di “aprire” la federazione ai movimenti e alle associazioni plurali esiste. A piccoli passi forse, ma un processo rivoluzionario (se è vero) è sempre molto concreto, molto pragmatico. Massimiliano Ay l’aria di domani Numero 11 27 dicembre 2005 GAB 6500 Bellinzona 1 Architettura anecoica La ‘camera anecoica’ è il locale ‘senza eco’ che si usa per le registrazioni professionali. Al suo interno le pareti sono formate da piccole piramidi orizzontali senza alcun pregio, dette appunto ‘anecoiche’. Proprio come quelle viste nel progetto per l’inceneritore di Giubiasco. Con la differenza che l’architetto Livio Vacchini le piramidi anecoiche le vorrebbe all’esterno dell’edificio, realizzando così il sogno di tutti i “cavalieri decaduti”: prevalere su un popolo dalla voce mozza, costretta. Una voce senza risonanze, che non vada lontano, ma soprattutto non venga percepita dall’interno, “chiusa fuori” dai castelli, come nel Medioevo. “Cavalieri” privi di nobiltà d’animo, di saggezza, di lungimiranza, di fascino. Impressum FONDAZIONE ENZO BALDONI per la comprensione fra le genti C.P. 2496 6501 Bellinzona l’aria di domani Tutto quello che dovremmo sapere sul degrado dell’ambiente e delle istituzioni Direttore responsabile: Sidney Rotalinti l’aria di domani C.P. 2496 6501 Bellinzona Telefono: (+41) 079 287 54 43 www.the-flying-mountain.com [email protected] Abbonamento annuo fr. 38.- (12 numeri) Prezzo in edicola: fr. 5.-. 16 R eteAntiMobbing insieme contro i soprusi C.P. 2496 6501 Bellinzona