v neeene~:c ;.~›;A:-X);),~2~-~Z~Z 1,-,.."..~?-in)~~);1..:gr.,ZZ..),-`1:~s'Iti vig.~.9~1;);I:3:>.",:'-~b . ANNO XXIX PISA, 11 Agosto 1901 (CONTO CORRENTE CON LA POSTA) La eROCE spel. p eea Bil.)1 .lOt Periodico Settimanale Q UFFICIO D' AMMINISTRAZIONE presso la Curia Arcivescovile. Le lettere non affrancate si respingono.— I manoscritti ancorché non pubblicati non si restituiscono. — Si rende conto dei Libri e Giornali spediti all'Ufficio. Parla il "Bon Père . , come le rivendicazioni legittime degli operai, mal pagati, mal trattati e disprezzati sono considerati come rivoluzionarli : tale e quale mi diceva un bello spirito di Roma! O popolo, quando adunque udirai la voce di Leone XIII Non comprendi che tu troverai la libertà, e la prosperità solo seguendo le vie di Gesù Cristo, vivent e nel suo Vicario ? ecco . ? SI PUBBLICA LA DOMENICA Un Numero Centesimi Cinque Questi pensieri mi tumultuavano dentro mentre in S. Pietro ascoltavo l' interpretazione magnifica delle parole sublimi del .... Nella lotta gigantesca, cominciata da Pietro e dalla sua piccola armata di convertiti, chi poteva credere alla vittoria ? L' impero pareva un colosso che sfidasse gli assalti ; ma quale energia, che perseveranza, che eroismo in quella piccola truppa ! Quando noi paragoniamo i cristiani d' allora con quelli d' adesso , ci sentiamo la fronte rossa di vergogna ; e tuttavia non è un impero romano che dobbiamo spazzare, nella framassoneria che ci perseguita e schiaccia, è un castello di cartone, una casa dalle mura in rovina : i puntelli che la sostengono sono fracidi e rosi dal tarlo fino alle midolla. E tuttavia.... Perchè siamo noi impotenti in faccia a queste ombre ? Non abbiamo come Pietro, come Agnese, Cecilia, Sebastiano, e Maurizio, Gesù Cristo in mezzo noi ? Certo, noi abbiamo la stessa forza, lo NIk ' stesso Dio fatto uomo ; ma mentre Pietro e i suoi figli ;lottavano contro una reliligione aristocratica per una nuova reliligione popolare, diciamo la parola, schiettamente democratica, certi cattolici dell' oggi, contrariamente alle direzioni della Chiesa, hanno tentato di fare della dottrina di Gesù Operaio un' opera aristocratica, favorevole ai ricchi e rude ai poveri. Se tornando alle origini apostoliche, questi discepoli di Cristo andassero al popolo, come quelli dei primi secoli, se essi considerassero gli interessi dei lavoratori, le legittime rivendicazioni dei proletarii, come l' eco della voce di un Dio che si è fatto ..operaio, allora vincerebbero presto ; il ca«: stello di cartone crollerebbe sotto il soffio del puro Vangelo ; il popolo operaio Titroverebbe la libertà e l' indipendenza ritrovando il suo Dio, e nello stesso tempo salverebbe la Società. Mi ricordo che una sera, a Parigi, presso una famiglia cattolica ben nota, avevamo parlato di questa orribile democrazia, l' incubo di certi conservatori. Ad un tratto io mi alzo — e dico alla padrona di casa. — Supponiamo che la porta del salotto si apra, e che entri un operaio falegname con un grande grembiale come ne portano qUegli operai. Egli vi stende la mano callosa, ed io vi dico : baciate questa mano, è quella di Gesù Cristo ! La signora si rovesciò sulla poltrona e gridò : — Oh ! signor Harmel, ma Gesù Cristo non ha mai avuto le mani Callose ! ! — Certo, signora, egli aveva le mani fini e sensuali dei nostri bellimbusti, egli che era falegname ! ! — La conversazione fini là,. Ecco come si è ca,namuffato il Vangelo Universitaria ANA coraggio « Benedico tutti gli associati alla CROCE PISANA LEONI; XIII al Direttore (16 Ottobre 1881). Deus vos benedicat, dummodo Veritas praecedat, comitetur et sequatur P. PP. IX. PIO IX agli scrittori della CROCE PISANA. ‘ Is (CONTO CORRENTE CON LA I Gloria: Tu solus sanctus, tu solus dominus, tu solus altissimus, Jesu Christe Quante volte sento dire che la nostra razza è degenerata, che non può più produrre degli eroi ! Ma quale razza era più degenerata della Roma di Nerone? Eppure, quanti eroi sorsero dal quel corpo in putrefazione ! Quando l' infame Cesare guidava il suo carro su quello stesso luogo ove io mi trovavo a S. Pietro, un pezzo dei giardini imperiali, quand' egli scorr azzava in quadriga pei viali rischiarati da torce umane, fatte coi corpi impeciati dei martiri, egli si credeva il padrone del mondo, egli disprezzava le sue vittime, e tuttavia queste dovevano 'trasformare il mondo Fratelli miei della Democrazia cristiana, ricordatevi dei padri vostri, non vi lasciate abbattere dai motteggi, e dalle persecuzioni ipocrite, Pietro è con e se vi è dato di soffrire per la giustizia, sappiate che questa è la condizione n.ecessaria per la vittoria ! LEONE HARMEL. .■■■•■■•■ ■■•■■•■■=121. ORGANIZZATEVI BENE ! Agli amici di Pietrasanta e di Petbri che oggi si organizzano sotto l' egidadella i Democrazia cristiana giunga. il nostro saluto au (girale. In alto i vostri cuori, Operai...., al Cielo, al Cielo le vostre aspirazioni. — Schierandovi sotto lo stendardo della Croce, riposando alombra sua si matureranno i destini che s i vogliono assicurare alla vostra classe. La scuola della rivoluzione che vive di discordie, di , odio, di menzogne e di sangue ha fatto ormai troppo rapido cammino nei grandi centri, nelle cento città della nostra Italia! Chiudiamole la porta, strappiamole specialmente tanti dei nostri giovani, che dalle tranquille abitudini della vita essa trasporta alle assordanti, plateali, spaventose assemblee, ed intronando loro la mente dei più stranapalati concetti di libertà, ne gonfia il cuore di strane ambizioni e di impossi bili rivolgimenti sociali. Leone XIII°, quel glorioso, (peli' unico faro salvatore fra tanta nebbia e tanta tempesta, più volte ha parlato chiaro alle classi operaie perché nel nobile desiderio di migliorare economicamente la propria condizione non dimentichino gl' insegnamenti cristiani, percha alleviata. la misera loro sorte informino costantemente i loro atti alla probità della vita. A lui uniti per fede siategli sempre congiunti coll' opera, e penando spiegati al vento i vessilli delle vostre società dimestrate agli avversari che state adunati intorno ad esazi non per offendere, ma per aiutare, noti per distruggere ma per edificare ; che rav vol ti nello hire pieghe combatterete da proli le sante battaglio della verità, dell ordine, della giustizia — che all' ombra loro volete ripoare i vostr i corpi e le vostre anime, i vestii figli, le vo stre famiglie felici nell' unione con • Dio, 'nen' amore alla Chiesa. • Unitevi adunque e con questa risoluzione e d' un cuore e d' un' anima sola propugnate coi vostri legittimi interessi le ragioni della religione e della patria. Salvate, salvate voi che siete il diritto e la forza, salvate l' altare, la proprietà, il focolare domestico e la santità delle nozze. + . ABBONAMENTI E INSERZIONI In Italia per un Anno . . L. 8,00 — Per un Semestre . . L.1,50. Per l'Estero aumento della spesa postale. ANNUNZI e INSERZIONI Centesimi 15 per linea O spazio di linea. COMPAGNI FOTOGRAFATI « Il partito è inquinato dagli irresponsabili dai bevitori di frasi, dagli strati 2"1,C7i0 dallo spirito anarcoide, dalla proliferai mie anarcoide così rigogliosa ed incessante. Vi sono molti nel suo seno che pensano di guadagnarsi piiì presto le spalline carezzando e lusingando — anzichg contrastarla e correggerla — la materia impulsiva e azzamente r ribelle che si trovano d' attorno. Il cuculo anarchico cova nelle Camere del lavoro. L'ossessione catastro- fica : il culto, confessato o no, della violenza il disegno delle riforme : la mancanza del senso nella gradualitcì evolutiva sono caratteristiche comuni a tutte quelle varietà di socialismo a base di ribellione impulsiva e di demagogisino e di esse approfitta sempre l' anarchico. »FILIPPPO TURATI. E TRISTE! Da vani giorni Francesco Crispi è entrato in un periodo risolutivo per cui la morte è ormai vicinissima, Ebbene nei terribili momenti per un malinteso riguardo dei famigliari e per quella sorveglianza che la setta sa disporre al letto de' suoi corifei, niuno ha per ora parlato a erispi del pericolo in eui Si trova, nù dei sacramenti della Chiesa. Il Senatore ebreo Abele Damiani avrebbe risposto alla figlia di Crispi che ne lo inter'rogava: « Non coaviene esporre vostro Padre forti emozioni, del resto prima di appartenere alla famiglia, Egli appartiene alla nazione ». Oh se appartenere alla nazione vuoi dire morire come animali senza invocare perdono, senza. una preghiera.... tenetevela la vostr a nazione. Intanto al capezzale di un moribondo vi, gila là più inconscia e malintesa tenerezza da una parte e la più perfida crudeltà dall'altra. E Crispi con una esistenza fortutiosa, in procinto di rendere conto a Dio de' suoi ot tatit' anni di vita.... è lasciato solo, solo col suo male e senza pensiero .... Oh ! la tirannide di una setta che col pretesto di favori asservisce i suoi adepti in vita e ne circonda le agonie di infami e e di tradimenti ! La Cultura del Clero di R. MURR I. questo il secondo volume della serie che. va sotto. il titolo significativo • Battayie d'o«gi: - . ed è costituito da una serie di lettere che l'autore à dirette ad un suo dotto amico, il P. Semeria, intorno ai piit gravi - argomenti che interessano la vita ecclesiastica in Italia nel presente momento. 1..A. .colpito vivamente — lui mente elett si ma e cuore profondamente sacerdotale . — dal lo stato di decadenza che nella vita civile o 'sociale presenta oggi l'azione del Clero, Si è posta con vero coraggio dato l' argomento, a notare i difetti e le lacune per cui oggi è manche'vole la cultura ecclesiastica, offrendoci una pittura vivace del male condotta con Schiettezza e vigoria mirabili e nella non facile disami na delle cause remote e prossime alcuni capitoli assumono il valore di una acuta ricerca sociologica. Non vuolsi ricercare in qubste pagine i pregi di un'opera letteraria. Lo stile è rigi do e talora aspro Ma ogni scrupolo letterahno svanisce dinanzi alla originalità, alla spontanea schiettezza di queste pagine in cui vibra tutta la luce e il calore che vi ha trasfuso tid.anima giovane operosa, aperta a tutte le correnti della più sana modernità o nello stesso tempo riboccanti di un amore fervido per la fede, poi cattolicismo di cui intende tutta la feconda Di mezzo a riflessioni fredde e oggettive sorgon fremiti e lamenti di un animo che vorrebbe scuotere chi dorme t‘ distruggere le barriere etre dividono la società moderna e il suo clero e lo rapiscono a quell' apostolato religioso e sociale di cui l' A. tratteggia un grandioso programma in un capitolo splendido. Quando il Marri tocca delicatamente di un' ascetica fastidiosa, dna si fa consistere nelle fortnole e nelle pose e invoca una pietà robusta, vivificante e non modificatrice del carattere ; quando critica i vizi di una predicazione accademica e di una oratoria plagiaria e reclama invece una esposizione sobria e pienamente evangelica ; quando non vuole trascurata nell' educazione religiosa il sussidio dell' arte — riesce così eloquente così persuasivo che il lettore è trascinato quasi per forza .alle conclusioni dell'autore. Possa il volume del Morii — così ricco di idee e di santa arditezza — incontrare molti lettori e suscitare quel ainascimento di vita cristiana in cui egli mostrasi tanto fiducioso. Così quelli del laicato avranno modo di correggere molte idee preconcette sulle cose del clero, ma più specialmente il giovane clero vi troverà una vera sorgente di meditazioni per osservare quanto noi abbiamo fatto e quanto dobbiamo fare per riacquistare il terreno perduto. Fra le ombrosità e le diffidenze degli eterni piagnoni Murri può esser lieto di avere compiuta una opera buona ed utile con questa revisione critica non pretenziosa ma ispirata all'amore della Chiesa e del vero. Biblio filo (*) Libreria Salesiana, Via S. Eufrasia. 1 Tri 1311Vilar davvero (Ghiaia In setajuoln) Il portiere suonò l' entrata, poi fermò ad un gancio la corda della campanella, e si avviò verso la porta della fabbrica che era spalancata ; fece il cipiglio e buffi) sul viso ad alcune operaie che arrivavano in quel momento, chiuse metà della porta, ed entrò nel suo sgabuhino, ornato da un',infinità di figure reclamo, e ammorbato dal puzzo della sua pipa. Dis.teac un giornale, inforcò gli occhiali, appoggiò i gomiti al vecchio tavolino arruffato, e stava POI' incominciare a leggere quando senta nel cortile dei passi affrettati. Un' operaia in ritardo ! — pensò — e alzato il capo vide in fanti la Giulia una delle operaio a giovani, che entrava, era rossa, aveva il re spiro alratItt6•30. Fertna, — grugnò il portiere, che iiilzulto era uscito e le si era piantato davanti — l o pare che sia questa l'ora di venire (;nardi, un quarto d' ora; quindici minuti di rilardo, capisce ? — e eaceiò sotto gli occhi dilla paverine, il suo grosso orologio. — l tanta che ho pazienza, oggi non p3sso G.Alera•o davvero, insogna che la multi, d' altra prte... le voglion far le signorine le stanne a farsi i ricci... — e rientrò nel casotto O. segnar la multa. - La povera Giulia senti una stretta al cuore, andò nello spogliatoio‘ attaccò la sua sottanue cia color marrone, e la sua earaicettina di canibri, s' infilò il vestito di fabbrica, aecor più . - 't! ..••• ••••• ; J -. • • . - ...~-t—, 0.~~5t . t*tte~~,U .6.-~rSttra...e~...~..e...thrhc...~ povero e consunto di quello che s' era levato, e si Mise al lavoro cogli occhi pieni di lacrime. Povera figliuola ! quella multa era veramente una disgrazia per lei ! Si trattava semOccultano di no centesimi, ma e' èra tanta miseria in casa sua ! avrebbe fatte tante cose lei con quella mezza lira! Oh! se arrivava pi una! la sua mamma glielo aveva detto che avrebbe fatto tardi, ma lei aveva voluto sbrigare tante faccenduole e poi non sapeva mai r!solversi a venir via, la mattina, le dispiaceva tanto a lasciar sola la mamma ammalata ! Le compagne di lavoro che le volevano tanto bene e che quella mattina la vedevano afflitta, le gettavano ogni tanto, attraverso il rumore delle macchine, delle parole di conforto, ma la Mina non si consolava. A vvolta nel fumo che saliva su dalla enorme caldaia, nauseata dal puzzo che esalavano i bozzoli ed al quale non si era potuta abituare la Giulia \alzava e abbassava automaticamente la scopetta alla quale si avvolgevano i lunghi sottilissimi fili di seta, coi quali sarebbero state intessute tante splendide . stoffe, e pensava..... pensava alla vita triste di fanciulla povera. Aveva appena conosciuto il suo babbo, fornaio di notte, morto quand ella era ancora mo!to piccina, era poi cresciuta su su colla mamma e un fratellino minore, lottando sempre colla miseria; sempre in pensiero peir mettere (I• accordo il desinare colla cena e trovare poche 1:re per la pigione.... finalmente era spnntato un raggio di sole. Lei aveva trovato lavoro alla filanda, e un buon gihane della sua condizione aveva cominciato a volerle bene. Ma.... si era ammalata la mamina, i pochi soldi rispiarm iati per mettere su casa erano spar id. Carlo, il lidanzato, vedendo che le cose an. davano troppo in lungo, si era raffreddato ; diradandn le-sue visite a casa.— o se andava si tratteneva. poco ; forse.... non la voleva sposar 'più ! e qnesto pensiero le diede le vertigini. 'Che avrebbe fatto lei allora ? • Se anche quell' unico raggio di sole fosse sparito. del tutto 2 Era così penosa la vita ! ,Taate ore di lavoro con quel caldo do soffocare, con quell'odore nauseante.... e a casa avvenire miserie, e nel cuore sconforto. Non w! poteva più Froprio più. Sentì la testa girare.... le si fece buio agli occhi.... vacil lò.... Corsero le opepaie più víciiie e la portarono nello spogliatoio pri va di sensi, si mandò pel medico, venne il padrone col suo figliuolo... la povera Giul ia soccorsa con solleci udirle presto toriò in s. Apri gli occhi si ricom pose e si guardò intorno vergognosa d' essere oggetto di tanti sguardi. Era così bella in quel momento! cogli abbondanti capelli castagni un po' in disordine che le incorniciavano il v iSO a cui il pallore dava uoa fineua aristocratica e la persona atteggiata ad un composto abbandono. Le fu condonata la multa, fu accompagnata a casa in legno.... Da allora diventó la beniamina del padroncino. Egli le usava le premure più particolari, la Giulia se ne accorse, e.... tremò. Erano passati dei mesi. Annottava, la Giulia tornata allora dalla Manda si era seduta presso la finestruccia della sua soffitta e guardava lontano il cielo su cui si riflettevano gli ultimi bagliori del tramonto e i cento tetti irti di comignoli della città, guardava senza vedere, oppressa com'era da tanti pensieri crucciosi. La mamma che stava peggio, suo fratello licenziato dalla tipografia per mancanza di lavoro.... e.... Carlo, Carlo Che da tanto tempo non si vedeva.... Fu bussato alla porta, un ragazzetto consegnò una lettera. (La Giulia l'aprì... lesse.— :Non poteva.... non voleva credere, le pareva di sognare... si. passò una mano tremante sulla bella fronte madida di sudore rilesse ancora.... Era una lettera del padroncino, una lettera piena di passione, di proteste, di promesse abbaglianti; tutte le espressioni che possono lusingare e perdere il cuore di una giovane erano in quella lettera che suscitò una fiera tempesta nel cuore della setaiuola. Nascondendo sotto un' apparente penosa tranquillità il tumulto che aveva nell'a nimo, la Giulia prestò i suoi servigi alla mamma malata malata, poi tornò nell'altra stanzuccia fu oppressa dal peso de' suoi pensieri. La miseria presente e uno splendito avvenire passavano davanti alla sua immaginazione e- ----------------- saltata, cdn tutta la magica forza del loro contrasto. Essa si vide ricca abbellita degl'incanti di costose toilettes, corteggiata.... ammirata seni pre, vide splendidi appartamenti cittadini di cui lei sarebbe stata la regina, e ville e spiaggie di mare che avrebbero ridato a sua madre la salute, a lei e a suo fratello in vigore; e niente più quel lavoro repugnante, duro, fitticoso che spengeva innanzi tempo la sua giovinezza, e niente più quella lotta per la vita che aveva sempre combattuta, e della quale si sentiva ora così stanca, ma ricchezza, trionfi, godimenti... felicità! E questa felicità sua era in potere di lei d'acquistarla, essa l'avrebbe comprata a prezz.o... della sua coscienza. Perchè l'abbbagliante miraggio diventasse una :palpabile realtà bisognava che infrangesse la promessa di fedeltà fatta a Carlo, bisognava che calpestasse tutti i doveri di gratitudine che la legavano al padrone che l'aveva tanto beneficata, e che certo non avrebbe approvato la determinazione del figlio, bisognava che si facesse complice della infed eltà di Ini che aveva già dato fede ad una nobile signorina, e soprattutto... bisognava che tradisse se stessà, unendosi ad un uomo i rreligioso e immorale, il quale... chi sa?! l'avrebbe fors' anche spinta a far getto della sua dignità. La lotta che aveva agitato l' animo della povera giovane durante queste sì angosciose riflessioni divenne più acerba, e lei, che incosciamente sapeva essere unica forza nei grandi momenti della vita la preghiera, pregò, e poi la sua coscienza fiera e retta disse uno di quei no, che solo le anime indurate alla lotta sanno dire: Intanto la luce bianca dell' alba entrava dalla finestruccia. un suono lontano annunziava l' Ave Maria, e la brezza mattutina scherzava fra i capelli castagni è sulla fronte ardente della setaiuola, come un carezza di paradiso. Davanti a questa figura nobile e fiera di popolana, come impallidiscono, come di ventan meschine certe bontà che i volgari acclamano! Si dice che certe signorine sacra buon e perch hanno un perenne sorriso sul labbro, perchè s'inteneriscono sulla sorte d'un cagnolino ammalato, perchè fanno il visetto compunto al racconto di tante miserie. — Buone ! e non sanno che cos' è privazione. lotta, cimento e non conoscono dolore! Ma la bontà senza prova è un nome, un'astrazione, una larA. Voi, o giovani popolane, che indurite il corpo al lavoro dei campi o perdete salute fiorente e avvenenza all' aria viziata delle fabbriche e degli opifici, voi su cui pesa più dura la legge del lavoro, voi che incontrate a ogni passo il sacrifizio, voi che accettate la vita Co:, tutte le sue più cocenti amarezze e non imprecate, voi che soffrite sempre e non maledite mai, voi siete buone — forti — eroine; eroine oscure e inosservate ben più grandi di quelle che la gloria circonda della sua aureola, e voi o figlie del popolo io saluto, ammiro ed amo con tenerezza di sorella, e à voi mando il plauso grandioso e solenne delle persone buone. Ines N. , S. Alfonso e i Socialisti. Studiio del Sac. Dott. Ferrandina Cent. So. Napoli, Libreria della Croce, Largo 3, Napoli In due giorni ne fu esaurita la prima edizione. uttíma eteía. Chi apre un po' i giornali socialisti resta na useato della violenza spudorata con clai si attacca la religione nostra santissima. Non vi è domma, pratica religiosa, Sacerdote che non rimanga investito dagli insulti che quest'ultimi 'settarii lanciano rabbiosamente. Dio stesso è trattato collo scherno volgare come un borghese qualunque. Badate che i veri 'socialisti non hanno fatto mai mistero della natura intrinsecamente antireligiosa che li animava, ma erano prudenti, leali, educati, oggi si gettano a combattere il cristianesimo con uua volgarità Che impensierisce. No i diciamo che se si va di questo passo smetteranno di scrivere gli articoli dei giornali per scendere in piazza ad aggredire, ad insultare, a turbare le funzioni sacre a rinnuovare gli spettacoli, e le rovine della Comune. - . ------ - - È vero che Turati si sfiata contro gli anarcoidi — di cui crede ripiene le camere di lavoro — e i violenti, ma che per ciò quando i giornali dei socialisti si gettano tra il popolo a predicare costantemente l' odio e il disprezzo della religione e dei suoi ministri, mentendo e ingiuriando ? Ebbene eppure di fronte a tutto questo infuriare del socialismo anticlericale i socialisti pretenderebbero che i clericali non si difendessero. che i predicatori tacessero, che i preti tornassero in sacrestia. Ah ! è questo che vogliono, vogliono il popolo nelle loro mank temono l' azi one del parroco che lo illumina e gli mostra i lineamenti turpi del socialismo corruttore, temono le leghe cattoliche perchè si vedono sottratti un dominio che essi vogliono avere per forza : essi questi benefattori dall'umanità, questi leali paladini del popolo. Ma vi stà proprio a cuore il popolo? E allora perchè non siete contenti che altri pure cerchi di sollevarlo, soc.. correrlo come può ? Si capisce che voi vi sentiti forti dell'appoggio tacito del governo — quantunque sui giornali sfoggiate in fierezza — e di tutte le forze antireligiose e quindi incivili della nazione a danno dei clericali e però imbaldanzite. Ma badate che il popolo tiene gl; occhi aperti e comincia a dubitare del vostro spirito di sacrificio e di disinteresse.... Oh ! come finirebbe presto per voi se non trovaste negli inerti di parte nostra, i vostri alleati' - Per dare un'idea dell'accanimento con cui i socialisti ci assalgono basta prendere così a caso un giornale del partito: noi abbiamo qui sul tavolo l' Aranti di giovedì. — Ebbene in prima pagina art. di fondo inveisce contro le leghe cattoliche prendendo le mosse dai fatti di Arcore, — dove non esisteva lega cattolica — quindi l' Avanti mente attribuendo alla lega cattolica il trascendere alle violenze. In quinta co lonna, prima pagina, un tale se la piglia colle feste dei quartieri di :Napoli, perchè sono fonte di disordini e di ubriacature e dice che il titolo dell'art. potrebbe essere la influenza educatrice della religione, mentre capisce bene i articolista che in questo caso la religione è la vittima per quei disordini, . non Y autrice; in seconda pagina parla delle infamie della Setta Angelica come espressione normale della vita ecclesiastica e tutto pubbl ica sotto al titolo « Bottega e saerestia » Ah ! come sono buoni questi socialisti e come è morale la loro propaganda fra il popolo' Un rimprovero ingiusto Ci viene fatto un rimprovero che riteniamo pro prio ingiusto. Voi, ci si dice, scrivete il giornale come se al mondo non vi fossero che operai.... ma ci sono anche dei padroni, dei ricchi e conviene parlare a tutti indistintamente. Verissimo, ma diteci un po' egregi censori chi è che oggi ha maggiore bisogno di essere illuminato, aiutato, sollevato? Non è forse la povera classe popolare e lavoratrice così universalmente presa di assalto dal socialismo per profittare della sua ignoranza e indirizzarla ai fini del partito? Non vedete come non riposano mai questi apostoli anticristiani? conferenze, opuscoli, giornali magari regalati, vignette, ecc. ecc., tutto mettono in opera per scalzare la fede nelle popolazioni sotto lo specioso pretesto di rivendicazioni economiche e di una felicità che non verrà mai? E voi pretendereste che non ci occupassimo di questi poveri operai, che seguissimo tanta gente di nostra conoscenza nel rimanere silenziosi ed inerti per amor della pace dinanzi a spettacoli spirituali così rovinosi? Del resto anche se parlassimo ai ricchi e agli altri, chi per superbia chi per la mania di fare il contrario di quel che dicono i clericali non ci ascolterebbero e farebbero lo stesso e allora vale davvero la pena rivolgersi al popolo, al popolo che ha cuore e grande onestà e che accoglie con gratitudine ogni parola e ogni atto che lo illumini e lo soccorra nella troppa miseria morale e materiale da cui è oppresso, e non per colpa della religione Perciò anziché rimproverarci, aiutateci nella propaganda del bene. Le bestie che scrivono. Opuscolo di Tartaifel nel quale sono elencate e dimostrate 214falsificazioní (di S. ALFONSO) 5 cent. la copia - 2,25 , So copie e lire 4 I oo copie, dirigere commissioni alla Società I. C. di Cultura - Piaua Torretta 20 Ronza. I SOCIALISTI! S. Sisto al Pino. (9). [K]. — Ieri sera, 8 Agosto, secondo l'avviso datone con manifesto dalla nostra lega cattolica avemmo lo studente Bertini a tenere una conferenza pubblica sul tema: L' organizzazione degli operai. Il Bertini colla solita sua vibratezza, di parola svolse per circa un'ora a un pubblico numerosissimo e vario i capi principali del programma democratico cristiano riuscendo felicissimo specialmente nel delineare il compito delle nostre Leghe, e la ragione per cui noi vogliamo che esse Leghe siano e rimangano cattoliche. Fu applaudito ripetutamente. Dopo che ebbe terminato di parlare chiese la parola il Letemine che era appositamente intervenuto alla conferenza con un codazzo di compagni (circa 30). Benchè già tardi gli fu concessa la parola, a patto però che si limitasse a delle pure e semplici osservazioni su quanto aveva svolto il Bertini, cioè sul programma economico•sociale della democrazia cristiana. Promise; ma dopo un elogio enfatico del suo avversario, e dopo aver detto che c'è anche il socialismo nel mondo e che si è mosso prima (sic) di noi per aiutare il popolo, cominciò, in tono tribunizio e concitato a scagliarsi contro il cattolicismo, accusandolo — la solita accusa imbecille — di avere alterato la vera dottrina di G. Cristo.... Allora, siccome gli animi già si riscaldavano, gli fu fatto capir gentilmente dal Bertini che deviava e che in quell' argomento non poteva concedergli la parola. Non l'avesse mai fatto! Il socialista mentre poco prima si era dimostrato così smancieroso per la lealtà e la tolleranza dell' avversario, prese a gridare come un energumeno all'intolleranza, alla slealtà dei cattolici Qui nacque un baccano indiavolato; i socia- listi urlavano e minacciavano, i cattolici si sforzavano inutilmente per dar degli schiarimenti.... Quando, contro ogni diritto, il Lefernine rimontò sul tavolino invitando i presenti a gridare : Viva il socialismo. Il Bertini voleva protestare naturalmente, e invitare alla sua volta a mandare un saluto alla democrazia cristiana. Non gli fu possibile. I socialisti — gente, n.otisi bene, tutta forestiera — bociavano come forsennati protendendo contro di lui i pugni minacciosi. E così . in mezzo al disordine e al baccano, voluto ed alimentato dai rossi, terminò l' adunanza. Questi i fatti genuini, ora poche parole di commento. Il venire del socialista Lefemine ad una conferenza indetta da cattolici e per cattolici, attorniato da una trentina di compagnoni indica già qualche cosa' Lo scagliarsi repentino e furibondo del medesimo socialista contro i democratici Cristiani per chè questi che benignamente gli avevan concesso di parlare, lo richiamavano, con pienissimo diritto, all'argomento della conferenza, più che indicare dimostra come il Lefemine e gli altri socialisti aspettassero ansiosi di poter cogliere qualunque pretesto per far del canaìo, — il solito argomento socialista. E siccome questo pretesto non poterono trovarlo durante la conferenza perché il Bettini fu oggettivo e sereno, lo vollero prendere ad ogni costo nella replica dell' avversario. Non son forcaiolerie vere e proprie queste? Ma sappiano, il Lefetnine e i suoi, che i loro fischi e le loro escandescenze non fecero che aumentare in questo paese la simpatia e l'amore per la causa democratica cristiana svelando sempre più il marcio del socialismo. E il Bertini mentre tornava a Pisa cogli amici fu fatto segno da parte di questi buoni popolani a un'ovazione sincera, affettuosissima. — Dopo ciò è inutile occuparsi di quello che dice il Corriere Toscano, solo neghiamo che i democratici cristiani avessero indetto un contradittorio : quindi al Bertini spettava il diritto di concedere o no la parola e di limitarla alla confutazione del tema da lui svolto nella con. ferenza. W. la Democrazia Cristiana! _. 27,3_"3:r..377" -.741~. 22=P2.71'.7‘=" _IIir7 S. ALFONSO MARIA DE' UGUORI Numero Unico dell' ECO d' ITALIA. Trovasi vendibile alla Tipografia ORSOLINI-PROSPERI. PREZZO CENT 10 -111~11.11~ r .* T .my 0 s~rier.~3:s.X:~,Stab.'•bbee~t~e5e9~3: 1;>Z3Z ge.hcsm-xxart_~.~~.~..w...••m•.,:-..a;.K.1;...-I zuz,iliov - •- • 41===511ele 'n1r.".",---C-TI=R9 IDEALE E REALTÀ Quando io frequentavo i corsi magistrali vagheggiavo un caro ideale pedagogico: una scuola elementare situata in s orridente posizione, circondata da piante e fiori vaghi ed olezzanti, con aule spaziose e piene di luce, ove vedeva ilari, giocondi maestri, intenti a spezzare il pane della scienza a vispi, gai, intelligenti e civili fanciulli. Lasciato l'istituto normale e conseguita la qualità d'insegnante primario, mi ritrovai ben tosto nel mondo scolastico, in cui la triste realtà delle cose dileguò dalla mia immaginativa, il geniale ideale pedagogico, che tanto avevo accarezzato con tutto il trasporto d' un cuore giovanile. Vidi la scuola non in mezzo a giardini sorridenti di eterna primavera, perché abbelliti dalla permanenza del verde delle foglie delle piante conifere, ma in siti umidi, infetti, malsani che raccoglievano una miriade di bambini scoloriti, anemici, sudici, sonnolenti, pigri e svogliati, ai quali maestri incanutiti innanzi al tempo comunicavano gli elementi del sapere. Lo spettacolo doloroso di educatori macilenti per ?ungo digiuno, con i capelli arruffati, con le occhiaie, segno manifesto delle loro sofferenze materiali, dagli abiti miseri, sdruciti, mi afflisse profondamente lo spirito e mi fece esclamare: è questa la scuola popolare, a cui ogni giorno il docente di peda gogia inneggiava con parola calda, efficace, perchè faro di civiltà, luce di progresso, ancora di salvezza, potentissimo coefficiente di benessere sociale ? Ne volli indagare le cause, e non mi fu ardua cosa trovare l'incognita. Vidi che 1' apatia, l' indifferenza e la noncuranza deglEnti interessati erano le cagioni efficienti di tale male. Mi accorsi pur troppo che l' istituto elementare non aveva destato entusiasmo nella Società: questa era più proclive ad attendere al miglioramento delle razze dei quadrupedi che a quello u mano ; più propensa ad accorrere alle corse dei cavalli che alle feste scolastiche. Essa non vuole cooperare all' incremento dell' istruzione ed educazione del popolo, ma però è assai pro pensa di attribuire ai poveri maestri primari ogni colpa dell'attuale disordine e malessere sociale. Noi docenti elementari siamo proprio il bersaglio dei dileggi e delle ire sciocche della Società. Questa ostacola ogni nostro miglioramento morale ed economico: gli Enti che la r appresentano nei loro bilanci stanziano somme c ospicue per costruire teatri, pubblici mercati, per aprire strade per il passeggio e lo svago degli oziosi, ma si oppongono con ogni potere al miglioramento delle condizioni della scuola e degli educatori. Questi affranti , derelitti, se onfortati vivono come tanti esseri diseredati • d alla rea sorte : non hanno pane nemmeno per isfamare la famiglia. L' esausta finanza italiana non consente neppure una minima elevazione del loro stipendio. Ma eglino accomunano le loro forze, si uniscono in Federazione Nazionale per conquistare i loro giusti, santi diritti oggi • disconosciuti e p osti in oblio. Un insegnante. Comunione durante la messa parrocchiale, e a ore 11 il M. R. Pievano di S. Lorenzo alle Corti cantò la messa solenne. La sera dopo il Vespro ebbe luogo per il paese la consueta processione colla reliquia della Madonna; ed in quell'ora la piazza e le vie di Riglione erano piene dì popolo quantunque non vi fossero bande. illuminazione ed altri esteriori festeggiamenti. La festa fu celebrata domenica, 4 dei corrente, e continuata tutto il giorno di lunedì Palala 7 Agosto (Oleandro), — Sabato scorso 3 agosto, cessava di vivere nella propria villa a Collevoli (Palaia) il Conte Andrea non ancora ventenne, primogenito dell'Ill.mo sig. Conte Alfredo Agostini-Venerosi Della Seta. La ferale notizia, propagatasi come lampo per il paese, riempì la maggior parte degli animi del più acerbo cordoglio, e con tutta espansione si asso ciava vivamente al lutto della Nobil Casa Agosti ni, per la precoce ed alli ! troppo straziante e crudele morte di Colui che prometteva dolci consolazioni alla Famiglia e alla Società. Nè l'affetto illimitato de' suoi cari; nè le cure della più raffinata scienza; nè il pianto dei famigli; nè le preghiere di quanti Io conobbero, valsero a salvarlo. Lunedì 5, niente curando, nè i disagi del caldo; nè il giorno di fiera, nè gl'incomodi della vita, la maggior parte del popolo, che sente vivo nell'animo il sentimento della gratitudine e della riconoscenza alla Famiglia dei Conti Agostini, si recava a Collevoli, unitamente alla Filarmonica, fatta muovere dalla propria sede mediante pubblica sottoscrizione, onde prender parte ai funerali che rius cirono imponenti; sia per il concorso di persone d'ogni ceto e sesso, sia per l' ordine lodevolissimo con cui vennero diretti. Seguiva il feretro il mesto Padre ed il fratello Alessandro, circondati dallConte Montaut Sindaco, dal Conte Bicchierai, dal Conte Catanti e da un numero considerevole di amici e conoscenti, venuti perfino di fuori. Bellissime le corone della famiglia, dell'Av. Toscanelli, del Dott. Gazzarrini ecc. Fatta in Chiesa l'assoluzione della Salma, fu deposta questa in un bellissimo carro funebre, che si mosse alla volta di Pisa, scortato da due carrozze ove presero posto: la Nobil famiglia dell' estinto alcuni amici e il Clero. Sorrida dal Cielo, l'anima benedetta, all'amato ed inconsolabile Padre; alla gentile e cattolica Madre, ai dolci fratelli, alle tenere sorelline che lo amavano d'un amore speciale, quale appunto si addiceva alle sue rare virtù di mente e di cuore. IN PROVINCIA. Da Bigi ione. Questfanno la festa annuale di Maria SS.ma sotto il titolo di Divina Pastora è stata celebrata per due giorni e con maggior solennità nella chiesa parrocchiale, mercè lo zelo del M. IL Curato e l'opera assidua delle pie persone che del culto di quella venerata Immagine tanta cura si prendono. Essa questa volta non al proprio altare, ma sul maggiore tra splendido addobbamento vedevasi esposta; e la gente numerosa accorreva mattina e sera a visitarla, te rminando così di bel nuovo la tradizionale divozione del paese verso quella sacra Effigie cui non indarno ha più di una volta fatto ricorso in momenti di pubbliche necessità. Uno stuolo di giovinetti fu ammesso alla prima 9 4. Un gior9a1e socialista condarupto Mercoledì a Ravenna fu condannato il giornale socialista la Parola per gl'insulti lanciati e entro S. Alfonso de' Liguori ripetendo le soI ite insensate volgarità. Se si facesse così dappertutto. Terre irredente Togliamo dal Giornale Voce della verità: Chi di noi, compiuto un lungo viaggio attraverso la penisola, non serbò, triste e profondo, il senso di desolazione che dà all'anima la vista, anche fuggevole, delle immense piaghe di terra italiana incolte e deserte, regnate dal fosco demone della malaria, percorse dai serpeggianti brividi della febbre?.... Quale contrasto, fra quella desolazione, quell'abbandono, quella tristezza che giunge persino alla imponenza di una lugubre, sinistra grandiosità, e gl' incanti paradisiaci di altri luoghi dello stesso paese, ai quali il suolo verde e fiorito, il cielo smagliante, le acque fresche e lucenti danno fascini e sorrisi indimenticabili! Ma non soltanto nel confronto colle regioni nostre più arrise da] sole e dalla natura, quella tristezza ci appare immensa; essa ha un contrapposto ancora più significante nelle pingui pianure, nelle colline pampinee a cui l'opera alacre dell'uomo dà un aspetto di grande e serena forza di fecondità, non meno possente, sull'animo nostro, degl'incanti naturali. . Eccovi intanto per il momento 50 lire; ed in seguito, qualunque cosa Iddio disponga di voi, la Società di Sali Vincenzo de' Paoli, della quale tutte facciamo parte, penserà alla vostra esistenza. — Fu sì inaspettata e grande tale consolazione che la donna dal color cadaverico, già dimolto esaltata a éausa degli intensi dolori fisici e morali, scese dal suo letticciuolo, ed abbracciando la testa del Marito vivamente commosso, esclama: — Arrigo, hai udito? Siam divenuti ricchi Vedi, tengo in mano 50 lire' No, no, che non andrai all'ospedale, sarai curato qui dalla tua povera Ernesta con tutto 1' amore, con tutta la tenerezza. Io son guarita; e presto andremo insieme ai nostri bambini a fare una passeggiata a Posilipo. Guardami, Arrigo, sorridimi anche una .volta, guarda come cammino. — E così dicendo, correva da un capo all'altro della stanza ritornando tosto a chiamare e riabbracciare il Marito. Questi che pochi minuti prima sembrava migliorato, ad un tratto assalito da forte convulsione cessa di parlare e dà segni di imminente agonia Ernesta,. impazzita a quella vista, cacciasi a più riprese le FERRO-CHINA BiSLERI . ACQUA DI NOCERA UMBII A II, Convegno regionale d, c, .......... +. +++■• +++++ _ T., .,., ,_.._ ....N. "..,,, OMCC.rY0 0>C3tA.siO%k5K0'53(.':cì)',W,OW<, TOSCANO. Secondo l' incarico affidato * l' anno passato al Comitato promotore si stanno in questi giorni studiando le norme e le linee del secondo convegno. Inutile il dire che noi aderiamo di tutto cuore alli idea di questa riunione epperò invitiamo tutti i nostri amici a porsi d' accordo colla Commissione di Prato (Redazione dell' Operaio,) aderendo e manifestando le proprie vedute in proposito. ,4> • X OINET. • esci USiVi i ,, IJ t al o Soz X. 5) ** mmixkzeto ,.'>.. 4 4 Wg*W:g4f3g O O w,sma 3n C i ttà Le amorevoli cure della vecchia madre, del marito delle figlie; che adorati adoravano la loro Cara, nulla poterono contro il male crudele, che in poche ore la ridusse freddo cadavere. La imponente dimostrazione d'affetto, che il po- COLORI PALLIDI. NEURASTENIA, LEUCOUEA. CONVALESCENZA di tut e le Malattie. cane evellos a chi ne farei clonianda con semplice biglietto da visita. ~ or, W4~ negli Sbrana. , (Brattg yediamo , PHOTO-FAIPORIUM A-gnese Sbra,na, APA grr ,■d P POVERTÀ del SANGUE. CLORGSI. _ in Fotografia! 0‘0 .<6MILANO. pieno vigore degli anni e circondata dagli affetti più cari. cessava di vivere. improvvisamente Ilbov~~^~,^AsNeewmao.s, Dilettanti pione del nuovo rivelatore Il giorno 3 andante, nel DIARIO SACRO. • Dom. XI dopo la Pent. Vangelg: Gesù risana un sordo-muto. (S. Marco VII, 31) S. Gaetano C. e Ss. Tiburzio e Susanna Mm. Al Duomo o VA I? 7GIONjj :N 2/.2 CSCZN3 a RADICALE cifir ELISIR DI S. VAZINZO DE POLI Prnrfotto sa cfily-eate (Irj20 , arizersi iii MiUdF.igeliaCARITA,105 •41• }, P, odol.t.A lt 5. Vincenzo de Paolt : I. Pate,acie Snulnier, Ir 13m3d.. - • liubc,.1; p : me° : A. MANZ3NI &C°. :VII Istm)- i i o rn .V., n.ilt4 Arrigo, no, non devi lasciar sola questa povera donna con sette figliuoli Che farei io mai 2 Con te, con te adnnque vogliam venir noi pure. E gettandosi sul duro giaciglio, mentre i figli urlavano e pel dolore e lo spavento, abbraccia e riabbraccia il suo diletto, lo bacia Io guarda e sviene !Due robusti uomini allora la separaron da liti. riadagiandola nella branda; ed il Sacerdote si affrettò ad amministrare l'Estrema Unzione al povero agonizzante A questo punto le pie Dame, estremainente commosse, uscirono dalla casa del pianto, salendo per la seconda volta in carrozza, ammirate e benedette dai poveri del vicinato, i quali non indarno avevano stesa loro la mano. Sebbeiri si accusino le donne di chiacchierone, tanto da averne fatto derivare il proverbio che dice « Due donne fanno un mercato — tre una fiera » pure questa volta le nostre cinque Signore nel far ritorno al Palazzo Del Fante dettero una smentita di più agli accusatori del sesso gentile. Erano così addolorate che nulla valse a distrarle, nemmeno il passaggio delle Loro Maestà, accompagnate dal Generale di Roccabianca, i quali tutti risposero con vera familiarità e grazia al loro saluto. Rientrate per b in Palazzo ed accolte ccn festa dai piccoli figli delle nobili Sorelle, si sentiron subito ricrear lo spirito; e dopo essersi rinfrescate, tornò a tutte la voglia di conversare. La prima a dar le mosse, fu secondo il solito, la Con- • ............... ■+++++++ - mani fra l'irta e sciolta capigliatura, gridando — No, no, gGGIÌG Es R11 VG13 0 s 4k,>2,:'4g,*50*,42 4g,y**2*,42VigfaiSfriO Depositari APPENDICE j polo della Madonna dell'Acqua e moltissimo altre E spesso ci accade di rammaricarci che tali difpersone amiche resero alla povera Estinta, accomferenze profonde debbano esistere fra punti diversi pagnandone la salma alla estrema dimora è il più di una stessa terra, di deplorare che le nostre enereloquente degli elogi, che potrebbe farsi della magie ed i nostri assidui sforzi non siano bastantedre di famiglia cristianamente vissuta e morta il mente dedicati alla redenzione di quelle plaghe, miglior conforto che può arrivare alla desolata fapur suscettibili di diventare ospitali e produttive, miglia colpita da tanta perdita. su cui sembra gravi una sinistra fatalità. Tu che fosti figlia amorosa ed amorosissi ma sposa Qualcosa s'è fatto e più ancora sì sta facendo, Tu, che sapesti trasfondere ne' figli le virtù onde nell'intenzione della desiderata opera redentrice, eri amata, impetra SU tuoi cari, protezion;) e grae dobbiamo veramente esser lieti che un tal rizie dal Padre Celeste. sveglio si sia manifestato e vada sempre più allargandosi. Della lentezza nel procedere della benefica ,,~1==1Ei257 opera, va ricercata la causa nel numero e nella Il marito, CarloSbrana primo Custode del Camponatura degli ostacoli che s'incontrano. santo suburbano ed i parenti tutti, ringraziandosenLa malaria, il morbo atroce che toglie all'uomo le forze, quando l'uomo si ostina a rimanere dove titamente quelle buone e pietose persone, che, in esso regna. è certo uno degli ostacoli maggiori qualunque modo, si associarono al dolore, che li che s'oppongono all' esplicazione delle energie !in colpì con la perdita della loro cara Agnese si scusano con quelle a cui per involontaria omissionts no n pro del risanamento delle terre incolte; essa scoraggiò venne partecim fa la morto. in ogni tempo i più volenterosi, difese sempre, sinistra guardiana, i luoghi desolati verso i quali l'agricoltore mosse desideroso di conquista, e per molti anni sembrò invincibile e fatale. ( 3 1 Ma ormai uomo nella sua corsa instancabile sulla via della scienza, ha trovato modo di lottare anche P ontro la malaria. Scoperto il parassita malarico, scoperte le cause Volete la Salute 11/ vere e i modi di trasmissione del morbo — cause e modi intorno ai quali per molto tempo si fu in L' uso di questo liquore è errore — doveva riuscir più facile trovare i riormai diventato una. necesmedi, ed anche questi, infatti, furono trovati posita pei nervosi, gli anemica tentissimi, quasi infallibili. i deboli di stomaco. Come cosa recente di cui molto si è scritto e discusso e di cui molto si va scrivendo e discutendo Il chiariss. Dott. GIÀ- :! ancora, la teoria dell' infezione malarica è ormai CINTO VETERE Prof. (IP nota a tutti: è nota l' importantissima scoperta 11..3.720 alla R. Università di Nadella zanzara malarifera, l'unico veicolo di trasmissi one del morbo, e, già da molti mesi, l'attenzione poli, scrive: « Il FERRO-UIINA-BISLERI del pubblico è tenuta desta anche intorno al riricostituisce e fortifica nel mentre è gustoso medio pei malarici, del quale, in esperimenti nue sopportabile anche dagli stomachi più demerosissimi, fu constatata l'incontestabile efficacia: licati (2) vogliamo parlare dell'Esanofele. „— Coll'aiuto di questo preparato, che è un composto di chinina di ferro e d' arsenico, i medici son giunti a risultati meravigliosi, ed è facile pre(sorgente Angelica) Raccomandata da centinaia di attestati mevedere che l'Esanofele contribuirà grandemente, col dici come la migliore fra le acque da taguarire il mal palustre, a rendere abitabili e provola. F. BISLERI E C. - MILANO duttive molte delle terre incolte d'Italia. Vinta la malaria, infatti, l'opera di redenzione sarà * considerevolmente facilitata e potrà svolgersi continua su vasta scala, trionfando di ogni altra difficoltà. Si affitta un quartiere al piano seI risultati a cui condussero lo studio della nacondo del palazzo Finocchietti in piazza tura, della contagiosità e della terapia del morbo de' Cavalieri. Posizione centrale e ariosa. malarico, possono veramente dirsi grandi conquiste Rivolgersi alla Tipografia del Cav. Fran della scienza da cui l'Italia nostra certo trarrà, incesco Mariotti, palazzo suddetto. calcolabile profitto. AGRICOLA. Pvt.Lima tessa Egle, che disse: A quali cose mai ci siamo ritrovate....! La Baronessa: La divina Provvidenza ha con poche pen- nellate posto loro sott'occhio dei quadri sublimi, i quali hen considerati varranno a far sempre meglio rilevare come la maggior parte degli uomini e specialmente dei ricchi, s'inganni nel credere di potere andare al Paradiso in carrozza. Per meritarsi un tal premio fa d'uopo esperimentar vero quanto Gesù Cristo disse riguardo alla vita dell'uomo sopra la terra; cioè non esser altro che una guerra continua col mondo, col demonio e colla carne. Dunque chi per mali abiti contratti non s'accorge di questa guerra, oppure, invece di lottare con questi tre formdabili ed astuti nemici procura di mandare ad effetto tutto ciò che essi gli suggeriscono, è pazzo o vuole proprio dannarsi. Per esempio — Iddio dice: «Ama il prossimo tuo come te stesso ». — E molti ricchi mai o quasi mai si ricordano del fratello indigente, o ricordandosene `danno a lui meno di quel che spendoriò per il proprio cane. Questi potranno poi dire d'aver s,oddisfatto al Comandamento di Dio?...... Poveri illusi, voglio ad ogni costo persuadersi che il Paradiso si compri con pochi soldi; epperò delle ingenti somme che Iddio aveva loro date per rasciugar tante lacrime, per fare istruire nella divina Legge tanti sventurati fratelli, ritrarli in tempo dal precipizio e comprar così a sù stessi ed a loro quella Patria beata se ne servono invece a comprare l'infernoContinua. len 0111.1 . , .„:„ .,„ ,.-ravar , r•fr.v•■•■••-sdr,••••■■••,,,,,,,,-...t Ars---",•-_,-.ru. ,tur=tmar-tzr.r~.e...e..e..c=re - ••• i . i - • - ••MI i i i •-• • • • • r•-•.....•-• • • • ••••-• «a • •n•r .......................................... •••••: ..... nen e - %n:1r gri•mr.Z.Z=1. '11011111MI■111■ circa le ore 19 Triduo votivo della Madonna di Sotto gli Organi con processione. Nella chiesa delle Salesiane alle Piagge novena di s. Giovanna Fran e. di Chantal. 12 Lun. S. Chiara V. Festa nell' Oratorio delle Cappuccine e in s. Chiara dei .RR Spedali. Ivi si canta la messa a ore 9, o la sera si fa analoga funzione. Indulgenza plenaria in detta chiesa. in S. Eufrasia e in altre chiese francescane. 13 Mar t.Ss. Ippolito e Cassiano Mm. Festa a s. Paolo a Ripadarno alla pieve di s. Casciano e a Riglione. Esposizione a suffragio delle anime purganti nella pieve di Cascina. 14 Marc. S. Emidio V. e M., protettore contro i terremoti, e s. Eusebio C. Al Duomo a ore 11 Messa votiva della S. Trinità, e ringraziamento per la salvazione della nostra città nel teribile terremoto accaduto in questo giorno l'anno 1›:346. La sera vespro e mattutino solenne, indi proe,essio ne all'esterno della Basilica, in Camposanto e nel Battistero e dopo si dà a baciare al popolo l'antico e miracoloso Crocifino dei Pisani ali' altare di s. Rafieri. In s. Giovanni al G-atano ore 11 e mezzo e in s. Michele in Borgo ringraziamento come sopra. >14 15 Giov. Assunzione di Maria SS. Cielo. Festa solenne titolare al Duomò. Messa e Vespro in pontificale. Dopo la Messa Benedizione Papale In s. Michele in Borgo si espone il simulacro di s. Stanislao Kosta essendo il giorno del transito del Santo. In s. Chiara messa cantata a ore 8 e mezzo. In s. Frediano novena del sacro Cuor di Maria. 16 Ven. S. Rocco protettore contro la peste. Festa alla sua Chiesa. 17 Sal). Ottava di S. Lorenzo M. Ai Cavalieri. Sua Eccell. R.ma ha chiamato a dare le Sante Missioni, cotne ch iusa del S. Giubileo, il giovane Sac. Dott. Agostillo Marini, che ieri sera poneva fine alla sua predicazione con un successo verainente ammirabile. Il Marini aveva predicato già due volte in S. Caterina in quest'anno e s'era fatto conoscere per un valente oratore. Ai Cavalieri ha chiamato moltissima gente confermando e dilatando la sua fama. Nè poteva essere altrimenti. Il giovane oratore ha voce simpatica e insinuante, gesto sobrio e dignitoso, parla famigliarmente ma sempre forbito e senza affettazione; sempre eloquente tiene a se vinto l' uditorio che non rifiata per non perder sillaba. Ci sono dei momenti, e non pochi, in coi la sua eloquenza tocca il sublime, e l'uditorio s'immedesima co' pens ieri e cogli affetti dell'oratore in modo da formar — LE INSEEZIONI _ con lui una cosa sola. Altro pregio incontes Lato dal Marini è quello di rendere attraenti anche i temi più comuni trattandoli in modo veramente nuovo e con tale varietà che oltre, la non comune dottrina, rivela in lui una potente e bene equilibrata fantasia. La sua parola ha portato frutti abbondanti. Il Marini ha predicato due volte al giorno alle 11 del mattino e alle 7 pom. La sera fu sempre presente S. E. Rev.ma l'Arcivescovo Nostro, contento di trovarsi in mezzo al suo popolo pisano, che docile alle sua voce accorse in folla alle Sante Missioni. Alla Comunione generale di ieri mattina parteciparono ben duemila persone! Si può dire che migliore risposta non potrebbe darsi agli attacchi che in questi giorni soffre la nostra augusta religione, da un volgo di infelici. Premiazione Catechistica. — Domenica scorsa S. E. R.ma l'Arcivescovo nostro nella gran sala del suo Palazzo, distribuiva i premi ai giovani della Dottrina Cristiana della chiesa di S.Caterina. Il Priore della chiesa con discorso di circostanza presentava i numerosi alunni (in tutti 181, i premiati 92 che ebbero, tutti bei peni di stoffa da formare un vestito quasi completo) a S. E. R.tna facendo una relazione completa dell' anno catechistico elogiando il Cappellano-Curato Giuseppe Orsini, che si occupa con tanto zelo della istruzione religiosa, gli accademici del Seminario, le Suore di S. Giuseppe e le sigg.ne Paolina Chioffi, Augusta Marsili, Corinna Scarselli, Teresa Nutini, Santa Mariani, che lo coadiuvano in questo insegnamento. La distribuzione dei premi fu preceduta intramezzata e seguita da poesie canti, a soli, concerti e cori, eseguiti con perfezione dagli alunni e alunne preparati dalle Suore di S. Giuseppe e diretti dal giovane Sig. Niccolai, il quale ci fece udire una stupenda Ave Maria da lui musicata ed eseguita con tanta grazia dalle giovani, Nutini Teresa, Libera e Jnes Bastianelli. Meritano anche un ricordo speciale diversi altri bimbini che recitarono con tanto gusto poesie e dialoghi, ma i nomi ci sfuggono e non ci sov viene altro che il nome d'una cara bambina, Sainati..., la quale entusiasmò e commosse l'uditori o. Per S. Alfonso dei Liguori. — Venerdì nella Chiesa di S. Sepolcro fu celebrata con assai solennità la festa di S. Alfonso, in riparazione degl' insulti calunniosi lanciati contro di Lui, in questi giorni. La sacra funzione fu però disturbata da alcuni che si erano introdotti in chiesa non certo per divozione. Due di essi furono arrestati, e ad uno fu trovato in tasca una pietra. Il fatto ha prodotto viva impressione e tutti si domandano, dove andremo a finire di questo passo. Intanto i M.M. I.I. e R.R. Parrochi intendono ripeterla con maggior solennità ai Cavalieri e l'illustre Can. P. Marcacci, terrà discorso di circostanza. La visita d'un amico. Giovedì avemmo tra noi il Sac. Carlo Sonneschein — il giovane e geniale scrittore di cose tedesche della Cultura Sociale. Conversammo con lui per 3 o 4 ore infervorandoci vicendevolmente , TI kFAI 0511 Ci•ìjrt t•A Calmante pei Denti. Questo liquido, ritrovato Thruffi Rodolfo del fu Scipione antico farmacista di Firenze, Via Romana n. 27, è efficacissimo per togliere istantaneamente il dolore dei Denti, specialmente cariati, e la flussione delle eno.ive - Diluite poche gocce in poe' acqua serve di eccellente lavanda 'igienica della bocca, rendendo 1' alito gradevole e i Denti bianchi e sani, preservandoli dalla carie e dalla flussione stessa. L. 1 la boccetta. Po lvere Dentifricia Elkeelsior; unica per rendere bianchissimi e sani De nti senza nuocere allo smalto. L. 1 la scatola. tnigu evito Antieinorroidaae Composto: prezioso preparato contro le Emorroidi, esperimentato da molti anni di felice successo. L. 2 il vasetto. 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Fontane Marose Parigi, 14 Rue Perdonnet. n3§>:K9'22~~3~,W«<2~8§M~«>8§3~«<> . ctrlif dall'estero si ricevono esclusivamente per il Paolo nelle idee democratico-cristiane. All'amico sacerdote che dopo 7 anni di studi a Roma torna in patria per darsi intieramente all'apostolato di restaurazione ctistiano-sociale, i i nostri 'auguri sinceri, affettuosissimi. All'Università.— Vacchetta dottor Alfonso, ordinario di patologia e clinica chirurgica zooiatrica nella scuola superiore di medicina veterinaria è confermato dbttore della clinica stessa per un triennio con l'asseg90 di lire 1000. Schiff Roberto ordinario di chimica farmaceutica e tossicologia è confermato direttore della scuola di farmacia per il nuovo triennio scolastico. Alle scuole elementari. — Sono state poste a disposizione del prefetto lire 2170 per visite alle scuole elementari. — - tComperate !TA . ii ........ r=g!t2====1=friZ=.=2==12===ZE~ZME~E=S?-1 L. LIJSER'S TOURISTEN-PFLASTER ! 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