I SOCIJ\LISTI E LI\ GUERRJ\ EUROPEI\ 1914 .. 1915 DI JULES DESTRÉE MEMBRO DELLA CAMERA DEI DEPUTATI DEL BELGIO Versione italiana di R. CELENTANO MILANO SOCIETÀ EDITORIALE ITALIANA 1916 • I SOCIJ\LISTI E LI\ GUERRf\ EUROPEI\ 1914- 1915 DI JULES DESTRÉE MEMBRO DELLA CAMERA DEI DEPUTATI DEL BELGIO Versione italiana di R. CELEN1 ANO MILANO SOCIETÀ EDITORIA LE I TALIANA TIP. s. E. I. - 1916 MILANO • • I Socialisti e In fiuerra Europea Dello stesso Autore: Le atrocità tedesche. Ciermania e Belgio. Appello agli avvocati italiani. Un Belga nell'Italia avanti la guerra. Note preliminari QL!c.. te p,1gine non rappresen tano clie l 'a bb ozzo di un te•1za, allo svolgimento del quale occorreva dedicar e un i11tero volume. Fui costretto a scrivere questi appunt i durante un ciclo di conferenze in Italia, e senza possedérne la necessaria documentazione. Sarà quindi p ossibile rinvenirvi qualche inesattezza, e certamente delle lacnne. Di ciò mi affretto a scusarmi presso il benevolo lettore, p oichè, se mi permetto sottoporgli un così inform.e lavoro, gli è che ritengo indispensabile apportare, al pitì presto possibile questo m odesto contributo per meglio definire ed i'llustrare dell e situazioni scottanti, vitali per la causa del socialismo, che agli occli'i miei si fonde con quella della libertà e della giusti zia. *** Ho già ra ccontato, nel mio 1•1 ,1 1 ne <( un Belga in Italia avanti la guerra » (Milano, RaPJ e C.) , in qual 1 modo mi fosse stato possibile seguire l 'evol11zione dell 'opinione rmbblica italiana e constatare l e esitanze dei socialisti u;'tìciali nel partecipa r e alla l otta contro l ' imperialismo tedesco. Tutto il problema del conflitto fra l 'idea socialista e quella guerresca, si è d unque presentato alla mia osservazione ed io sono $fato inJotto ad estender e la mia i nchiesta agli altri paesi . Occorre, inv er o, conosce r °)f;ene i fatti, ove ci si voglia fo r mare un ragionevole giudizio su tale c:';;f.itto . • - -o Un lavoro consimile è già stato tentalo in lin<Iua inglese. Suc.cessivam~n~e, il sig. A. W. 1!11mp/1rey 71el suo « Internat1onal soc1altsm and the war » {London Kin 1 1l11d son), ed il sig. William English Wallmg sott~ il r:=:. tolo « The socialists and the war », /ianno p11bb!iraio s~udi del più alto interesse, che mi liarz fornito 1111 prezwso soccorso. 7 - Forze elettorali dei vari partiti: 1 *** Prima di continuare l'esame dell'attitudine assunta dai diversi partiti socialisti del mondo di fronte alla guerra del 1914, non è inutile precisare anzitutto nei limiti del possibile, le forze rispettive del partito s~cialista nei diversi paesi belligeranti e neutrali. Nessuno ignora, difatti, che il loro sviluppo non è affatto identico in ogni nazione. Evidentemente, è ben poco agevole lo stabilire una simile statistica in modo rigoroso. Le basi ai a. prezzamento fanno talvolta difetto ed è lecito supporre che quelle le quali vengono indicate dagli stessi partiti socialisti, non siano sempre assolutamente esatte. Nondimeno, si può giungere ad una sufficiente aonrossirnazione, paragonando due serie di cifre; la prima è quella dei membri iscritti alle organizzazioni socialiste: la seconda quella dei suffragi ottenuti negli scrutinii elettorali. Ed ecco questo duplice quadro secondo il sig. W. Humphrey: Riassunto degli aggruppamenti : Democrazia sociale tedesca . » >> austriaca-czeco-slava Partito socialista italiano . Democrazia sociale serba Partito socialista francese Democrazia sociale russa . Partito socialista rivoluzionario . Partito operaio belga Partito operaio inglese . Partito socialista inglese • 970.112 289.524 40.000 3.000 80.000 160.ùOO sconosc. 222.000 1.539.092 20.000 N. dep. soc. N. tot. dep. N. effett. ·;ot. 4.250.329 - (1912) Germania 1.000.000 - (1911) Austria 338.865 - ( 1909) Italia 25.000 - (1912) Serbia 1.400.000 - ( 1914) Francia 800.000 - (1912) Russia 600.000 - (1912) Belgio Gran Brettagna 370.802 - (D ic. 1912) 11 o 82 42 2 11 o 8 39 42 397 516 508 166 595 442 185 G70 Nessuno potrà affermare che tali quadri rappresentino completamente la forza àell 'idea socialista del mondo. E' certo, da una parte, che nei paesi sue!er.cati, un gran numero di persone favorevoli alle dottrine socialiste non sono com~resi nelle statistiche relative. Nè può mettersi in dubbio, d'altra parte, che nei paesi non contemplati nei quadri sup.eriori, e specialmente negli Stati Uniti, in Olanda, Danimarca, Svizzera e Rumenia, esistono dei partiti socialisti che non conviene dimenticare. Ma, dopo questa duplice riserva, le statistiche vengono a provarci che le nazioni impegnate nella guerra sono quelle in cui il partito socialista aveva conseguìto il suo principale sviluppo. E se è vero che questo sviluppo rappresenta in generale l'indice di uno stadio superiore di civiltà, bisognerebbe riconoscere che Germania ed Inghilterra vengono in prima linea. Non è possibile difatti non rimanere colpiti dalla straordinaria potenza elettorale della democrazia tedesca e dal numero imponente dei suoi rappresentanti parlamentari. ; Nessun altro partito socialista del mondo aveva la possanza politica di esso. /> E ciò considerato, esso appare tanto più coh~evole P.er non aver avuto il coraggio di valersi . della sua autorità, esigendo dal proprio governo una politica conforme ai principi, iEI ncme dei quali esso era s_!Gto' __:ostituito • - u -- -8- D'nltronde, colpi~ .:e cd addolora cd un ten~po, la con_str.t., io1w di fatto che frn i so:Jati ch1 che p1 at1 tt...: ..... r2rc1.o la guerra in modo cos.l ntro:c, dnvcv? nc~c~s~ riamcntc esser comprec:-o un gran numero d1 soci:1l.1st1. Ci() che ne induc0 a pensare. che prc.;so. i tcJ-.:sch1: il socialismo costituic:.ca sopratutto una dottrina e~o1:o :n_;c::! vuotn di ogni contenuto morale e che. non yuò CJt.1!n~1 isr.irnrc a culoro c:1c la ~rofcss~n~, scnt1mentt t:111::n11ar1. A vre11•0 d'altronde occ·1s!onc d1 ritorn.~rc. su. w e proposito, o:lorclì~· pr-.nJèrcmo in esame l att1tud111e del partito ~.oci~ l!<..t:t tcJC!..:::o. Una sccoPJa osser·:azionc gene~a l~ sembra d cbb~ essere fr.t,.l nei r:[.tl:tr.!1 de:!c cifre 111chcut.c ~er I 1 Ita_lrn ed ·1 n I •1·,... 0\'C .. i r~r~"onino I~ due naz1on1. non e pe:1 n h ,,_ , io • • h 'I B lato messo dubitare nci;purc un. 1'H::l.n1e dcl fatto c e 1 .e o è picco!issimo di fronte all Itn!i.1; ma paragonando 1 .due partiti sncialisti, ~i dovrJ r!con?c;ccre che tanto dal P~·~~~ 1 ùi vista der,ii bcritt i al parllt_o. come, da . ,q~1e.lo ...~t~ forza elettorale. il partito operaio. llclg~ e p1u i.mçor:" del '~rtito snc!?l i ~ta ita!iano. Ciò gli conferisce erse ual~l;c diritto ad essere f avo1 e~·o~111~11t? a: ol~at~ da quec;to, al!orqu:rndo ci::~d~ ai. s.~cd1sl1 d Italia d. . gl1 at~stnti di simpatia e d1 sohd:1nc •.1. n· 1 · 1~ . " tal pronosito non ci è sta to •;~•to vedere se~·7:a .Cl " I ' u . , .. r • l-. ., IJ prcpvSU.1 dolore il nostro amico, on. 1110 :·~~: t. "'" _1,u . . ; --. . ',.; ~" in un oaese l1Pl1trale la sede ceJI u~'.1-.0 ... 1 d .1 t r..."S f1.:'r=rc • • E · · ,,.. ato .~11 su~ essei e 1 voC •1 ~ 11·sta intern azioila'.c. S..! il ,e 1gio na cc.,~ ... t,..,lc ciò non è av·.·cnuto C"'r'"''-"'r'" !'e ,..,., "" • ,, _ 1 . . •·· ·:- ·•- · .. 1',- · 1 " . Q ua 1unouc ~»ano.·· · l'l'l'C'O coipa. · l"- ron"it·: 1neu on t u, 111.:-. per sua • • • . • ·1· . · favore d1 ', : d" ordi:1e pratico che possano 1111 1t~:! e .11~ .., il raz }n . i . è d vvero am1111ss1b!le eh~ . a l '' : . t' a del'a cont ...,; ... :rasferimento, non 1 . · · r t italiano assuma 1111zia iv • _ par~rto; soc1~e1l~ea brutalità di cui fummo vittime,. pr11ll11: sni::wz.one . . . .1 . , s ' "1ore d1moc:trnt1 l.loci .di r'1 na pr~:ogati;~~u;;i~~~t~ f~~~~io ~ ~oci~lista. inter~ •l"gfll d1 • ~ . . . -,,,o spo,.1..tre . , ,.,1; ~ 11orebhc una ~ ;--c c1. c d'I d'l!TI1l. 1t·z1one ' •• naz1or,:.1L, m ' . . l' t bel"" e non è certo altor.· , · par{ltn socia 1s a u" · · _ I auto: 1ta pe1, . ··1i sono infeli ci cJ i;1giustr.rnc.nte Ì:la quando 1 c.rnip<.1gi · T ri<;oluz ioni. ici d'italia non tr:lHati, che vanno ~ro~c:ste si.mi 1 : . Noi soeriamo qu111d1 elle,, i _no~tI~ am :à dato d'altra ncrsist:.inr, nel loro progetto. 1~ss 1 an g1 r parte al Belgio cd ai suoi socialisti, che nell'ora che volge hnn fatta loro la c:;us:: s:c.:;s ... d1..ll ... p .. tria, sufficienti attestati inncg~!bili di simp~t;:!, rcichè da parte nostra, si P' :>sa riman.::r sicuri che, man mano eh•.! essi meglio conosceranno i particolari della nostra tragica avvt.1tura, si atirettera nno invece a moltiplicare le occasioni di manifestarci i loro fraterni sentimenti. I vari partiti socialisti di cui abbiamo parlato. nc;1 avevano indubbiam ente una dottrina, perfetta nei suoi particolnri, per ciò che concerne la guerra. Tuttavia, avrebbero potuto mettersi d'accordo al congresso intern.::zi0nale di Stoccarda su di una dupl ice indicazione: Il dovere dei socialisti avrebbe dovuto consistere, secondo le decisioni di quel congresso, nel fare, di fronte ::!la evcntuaiità di una guerra, il massimo s forzo per impedirla, ed una volta dichiarata la gucrrn, far tutto il possibile per ricondurre la pace. E' dunque completamente falso il ritenere, come si compiacciono immaginare i rivoluzionari, che il partito soci2li"'ta in~crnazionale sias i giammai cullato neii'illus ione cii poter ormai imr.edire qualsiasi guerra. Desso ri;·c'>'3 preveduto, al contrario, che l'organizzazione capitalistica moderna, con le sue inevitabili lotte per Ja conquista dei mercati monàiali, avrebbe un giorno provocato l'entrata in conflitto degl i i~n~er ial is~i e nazionalismi dei diversi governi. Il socw;1smo s1 riprometteva soltanto di ostacolare tale evento, :-1ella misura delle sue forze, e può dirs i che, salvo la man.chevolezza tedesca, esso ha dappertutto lenlmc"He esplicato questo programma, e pienamente corrisposto alle speranze che aveva saputo suscitare. Si è quindi ingiusti verso il socialismo internazionale, '1'.Wndo .c;i rifìuta di riconoscergli un'azione nel mantenimento delia pace. europea, anteriormente al mese di :'.;osto. 1.914. Si può ragionevoliì1cnte ritenere che, se il socialismo internazionale non fosse esistito il Dageìlo si sarebbe scatenato più presto. Ln verita è che cs::;o si è trova to impotente dinnanzi ad alcune fatalità che per primo avçva denunciate. Ed è veramente assurdo il vole rl o rendere responsabile di un cntaclisma n~ll_'?:trnbito angusto delle proprie forze esso ha fatto 1~he, : pos.'):b1lc per impedire. I • • - tO -- Esaminando perciò l'attitudine $piegata aat vari P ti ti socialisti dcl mondo in prcscnz 1 della guerra attuc. si avrà la convinzione che, tranne che in Germania, socialismo non è stato inferiore al suo compito. Sadt nostra cura il mostrare in seguito in qual mr convenga conce~ire ed inten~e~e la ~econd:i. parte d deliberazione di Stoccarda net nguarù1 ùellJ , ace. - 11 - CAPITOLO I. rtEI PP..ESI BELLICìERAti"fi Roma, 1° Novembre 1915. I. Belgio In diversi m1e1 articoli, ho creduto opportuno accen11are alla crisi dell 'Internaziona!e. In essi mi sono sforzato di d imostrar·e che l'idea essenziale della necessaria intesa fra i popoli non ~ra fallita, contrariamente a quanto i reazionari si compiacciono ripetere, e che, nonostante il terribile conflitto attuale, essa riappar!rà dopo la pace, purificata, rischiarata e sbarazzata dal!e schiocchezze e dalle esagerazioni che nel pensiero di taluni la sfiguravano al punto di renderlar ridicola ed inaccettabile. lo vorrei continuare a giustificare la mia opinione mediante una sommaria inchiesta sulle posizioni prese dai diversi partiti socialisti del mondo, di fronte al flagello che non sono stati capaci di scongiurare. Ed ho naturalmente cominciato le mie investi()' .zioni dal Belgio, e chiesto un'intervista al mio amico Vandervelde. Questa intervista presenta un duplice interess~: infatti Vandervelde non solamente è il « leader» del socialismo belga, e quello che dice è l 'espresslone lln.:.nime del partito, ma egli è anche presidente del « Bureau Socialiste lnternational », e sotto questo ra.~porto le sue parole hanno una portata speciale e sono improntate ad un riserbo che la maggior parte dei socialisti belgi probabilmente non si imporrebbe. E' noto che Emilio Vandervelde fin dai primi giorni della guerra è stato chiamato a far parte del governo, • - - 12 --- in qualità di ministro di Stato. E' questa una funzione mal definita ancora e che era finora puramente onorifica. I ministri di StRto erano degli uomini politici che il Re consultava nei momenti difficili. Infatti, nel presente periodo, i ministri di Stato sono stati associati al governo, ma non hanno avuto una speciale attribuz'.one di portafogli. La loro influenza è stata considerevole e costante la !oro collaborazione ali 'opera di difesa nazionale. Così !'on. Vandervelde è stato inviato in Inghilterra per far conoscere ai rifugiiati belgi che ivi si trov:mo i loro doveri verso la patria. I giornali tedeschi l'han messo in canzonatura chiamandolo il sergente reclutatore del Re. Ed egli ha fieramente accettato i loro sarcasmi, persuaso che, continuando a difendere il suo paese in conformità del diritto e dell'onore, compiva un sacro dovere che nulla aveva di incompatibile con le sue convinzioni socialiste. L'on. Vandervelde si occupa a Lo'ldra, con zelo costante, rii tutto ciò che concerne i soldati belgi (arruolamento, cure ai feriti, condizioni dèi riformati, ecc). Egli ha consentito a farmi le seguenti dichiarazioni : - Se esisteva un paese che poteva giustamente dichiararsi ostile al militarismo e mostrare tutto il suo orrore per la guerra, era il Belgio, che aveva con tutte le nazioni vicine le migliori relazioni di amicizia. Nella parte fiamminga del paese, molti belgi simpatizzavano per la Germania. Quanto non dovevamo noi infatti, dal punto di vista socialista, alla Democ1razia sociale tedesca? E quanto non dobbiamo ai pensatori tedeschi Engel, Marx e Lassalle? Quando se ne conoscano bene le origini, non si può forse dire che il socialismo belga è figlio legittimo della democrazia sociale tedesca? «Quanto al preteso accordo preventivo fra I'In(7hilterra, la Francia ed il Belgio a proposito di questa guerra, io dichiaro formalmente che è assolutamente falso, e si r . , aggiungere che il governo conservatore belga propendeva piuttosto verso l'imperi:ilisrno tedesco che verso gli eretici d'Inghilterra. Se dunque vi fu mai un caso di legittima difesa, si è appunto quello del Belgio, assalito con la violazione di tutte le regole del diritto e della giustizia. Quindi la resistenza è stata unanime, e l'unità 13 morale del paese si è fatta su di una questione: di o_no_re: , Ed è interessante constatare, come fra 1 sociahstt belgi: coloro che e~ano i protagon!sti dcl.la politica rivo: luzionaria del partito han dato 1 esempio, arruolan~os1 come volontari fìn dall'inizio della guerra - specialmente Luigi di' Brouckère - che è attualmente sergc~tc della compagnia areostieri, e Deman_, _che ~a. s~mpl!c_e soldato è divenuto sottotenente. Tutti 1. soc1ahst1 belgi. senza eccezione alcuna, han compreso ti loro dovere. - Ed è .~er questo eh~ sic~e .e~trato a f~r pa~te del governo? Voi sapete che 1. soc1ahs_ti tedeschi v1 n1!1proverano di aver accettato d1 partecipare ad un gabmetto clericale. - Lo so, e m'importa poco - rispo~de Vanderve~de. - Del resto voi stesso siete testimonio della unamme adesione del partito operaio all 'atteggi~mento da me. assunto. Anche i più accaniti avversan della partecipazione al potere si sono meco congratulati e mi ~an_no incoraggiato. Questo incidente transitorio non pregmd1ca in nulla, del resto, 1'avvenire; è nato dalle circostanz~ eccezionali che si sono presentate, e dopo b guerra il i;artito si ritroverà ...Jinterarnente libero di continuare o meno una politica di collaborazione nazionale. - Ed io ricordo che il nostro amico Dejardin, deputato operaio di Liegi, è stato nominato dal Re borgomastro del suo comune. Dejardin è il primo borgomastro socialista; egli aveva mostrato un contegno così coraggioso, che i tedeschi lo avevano arrest~to diciassette vol~e di seguito. Anche questa nomina ha riscosso la generale approvazione, tanto da parte dei socialisti che dei conc;.ervatori. L'on. Vandervelde proseguì: - Molti socialisti credevano in buona fede che l'esercito tedesco, composto di un terzo almeno di elementi socialisti, si sarebbe condotto in modo umano. _Certa: mento io non rendo il popolo tedesco responsabile dei delitti che sono stati commessi dai tedeschi, delitti tali che si può ben dire che mai un paese è stato trattato come ...il nostro. Ma questi delitti furono commessir o~ in seguito ad ordini implacabili impartiti allo scopo d1 spargere il terrore, ovvero da bruti avvinazzati, sguinwgliati nelle città e nei villaggi del nostro sventurato P' · • - 14 - E sono quelli che han dato questi ordini di terrorismo i responc;abili degli irreparabili crimini che vennero commessi. Dal principio del la guerra non avete avuto notizie dei 11 genosscn » (compagni) tedeschi'? - Parecchie volte dei socialisti teùeschi sono venuti alln Casa dc! Popolo di Bruxelles, e uno di essi ha domandato rerchè i hclgi non avessero lasciato passare l'esercito tedesco. Quanùo i socialic;t i belgi hanno r isposto che pel loro paese era un:- questione di onore, il socialista tedesco ha osservato che l'onore è una questione di ideologia borghese! ... <1 Inutile dire aggiunse Vandervelde, che io dissento assolutamente da questo apprezzamento, e penso senza omhrn di dubbio che il rispetto delle firme e degli im~cgni dchha valere tanto per gli operai che per i borghesi. . Ma all'infuori dell'interesse belga non avete avuto delle ragioni più generali? ; . << Sl. il nostro atteggiamento è stato anche determ_1 nato da altri motivi che_ interessano fEuropa cd .11 mondo. La neutralità belga non era soltanto un vantaggio per noi belgi, ma una garanzia pei ~ostri v_icini; per la Germania 5e la Francia invadeva Il Belgio, e per la Francia n~ll'ipotesi che la Germania invadesse il nostr~ paese. Se dunque, per pusillanimità, contrariamente a&I! impegni presi, noi avessimo lasciato passare gli eserc1t~ tedeschi, la nostra complicità avrebbe loro permesso dt pugnalare la Francia e schi~cciare la democrazia del! 'Europa occidentale. Ed è_ qu~ che a~pare la comunanza . d'interessi fra le democrazie d1 tutta I Europa. « Vedete su questo punto di vista la conferen,za ~et socialisti alleati che ha avuto luogo a Lon~ra. e I ordine dcl giorno votato. Molti che non hanno ass1st1to alla seduta hanno trovato che le delibe~azioni votate erano vaghe ed imprecise. Ce_rtamente. s1 sarebbe potuto ottenere un voto di semplice m~gg10r~nza sopra u~ test? che fo c;c nettamente in acco~do C?t . r:ost:1 sent1ment_1, m:i era a~"ai meglio ottenere I unamm1ta d1 tutte le op1~ nioni socialiste rappresentate, dall~ meno _av_an~ate. ali_~ più rivoluzionarie, sopra due punti essenziali d1 prmc1- • - 15 - rio: la guerra ad oltranza, prima per vincere l'imperialismo tedesco, e poi per arrivare ad una pace che sia solida e garantisca ai popo'.i il diritto di disporre di loro stessi. « I motiv i espost i in questa conferenza per condurre energicamente una lotta di difesa contro l'imperialismo germanico, valgono per tutti i popoli che hanno da lagnarsi del! 'annessione forzata. - Anche per l'Italia ? Voi non ignorate il sistematico neutralismo dei nostri amici? « Al tempo della guerra di Libia, contrariamente ai sentimenti di certi amici miei, ho preso la parola, a Milano, contro la guerra . perchè si trattava allora di una guerra di conquista . .Ma non è lo s tesso nel conflitto attuale. Si tratta ora di una guerra di legittima difesa, di una guerra contro la guerra, di una guerra che deve es· se~·e vi ttorios.a ,i;er creare un 'Europa nella quale non cs~~teranno più popoli annessi per forza, ed in cui i poflO!I avranno riconquistato il diritto di disporre li l..Jeraii1ente di sè. Tocca ai nostri amici d'Italia di sapere se in rn::i simile guerra la neutralità sia possibile ». E~ il colloquio ebbe termine con queste parole. . G1ov~ . però er;porre al riguardo anche l'opinione del s1g. Em1!10 Royer, deputato socialista di Tournai , il quale coll~bora, a Londra, 1 agli sforzi del sig. Vandervelde. Egli ha testè pubblicato un opuscolo oltremodo interessante e documentato : I Socialdemocratici tedeschi ~d austro-ungheresi ed i Socialisti belgi, (edizione del Coin de France, Londra). ~n corrispondente de ll 'lndépendance belge avendo&li ! chiesto se l'avvenire de ll'Internazionale operaia non gli sembrasse veramente compromesso, egli rispose (lndépe_n~lance belge del 17 febbraio 1915) nei seguenti termini: « Voi entrate, amico carissimo con ciò in uno dei pili dolorosi aspetti d~lla incom~ensurabile catastrofe - (io non ho mai occupato alcuna carica nell'Internazionale e vi prego di considerare che le mie 1d~e non impegnano che la mia persona stessa) - : la seconda l~ternazionale operaia ha dichiarato falhm~nto ed invano s1 ttn le.rebbe di risuscitarla nel medesimo senso di prima. I militi della democrazia sociale ci son divenuti • - 10 estremamente odiosi. Chi dunque potr~bbc mai perdonar loro di aver taciuto al Ikichstag allorquando il Cancelliere dell'Impero dichiarò cinicamente, nella storica seduta del 4 agosto, che violando il Belgio, la Germania agiva in oppos1zionò al diritto delle genti e commettcvn un 'ingiustizia? Non sarà un 'onta perenne pel capo del gruppo socialista al Reichstag, il cittadino Hnase, di aver letto, a nome dei suoi colleghi, per giustifìcare il vot? dato ai crediti di guerra, una dichiarazione chò faceva ti pitt vivo contrasto col discorso pronunziato dallo stesso Haase meno di una settimana addietro nella riunione al C irco a Bruxelles, quanJo egli ripeteva con forza : « L'Austria vuole la guerra? » Potrebbero mai dci socialisti, ovò le circostanze non vengano a modificarsi profondamente, fraternizzare ancora con quei pretesi compagni che hanno lasciato commettere nel Belgio le più abbominevoli atrocità, senza protcstarç, e quasi plaudendovi?. Ah! . non. baster~ ce~ta mente. perchè tutto ciò possa . d1ment1c~rs1, . eh.e. 1 socialJemocratici si riaccingano ad invocare 1 princ1p1 del soci:lli5mo internazionale e rappresen tino ancora, coscienti od incoscienti la parte che sembra essere loro riserv:ita da Il 'I rnp~ratore e dal suo circolo pel giorno in cui il tempo del!ò vanterie sarà tramontato. Noi ci guarderemo hene dall'essere loro zimbelli, poichè sappiamo cosa valga la parola di un tedesco, ed è solt.an~o dalle azion.i che noi potremo riconoscere quando v1 sia qualcosa di mutato presso i socialisti del Kaiser. . . . « Da lungo tempo, il socialismo tedòsco. m1 riusciva antipatico, i marxisti si .att~nev~n? escl ~s1vamen.te al lato materiale delle quòst1on1 social1. l'!ell_ Inter~azi?nale op:: raia, il marxismo aveva trionfat~; d1 giorno m giorn? il socialismo s i allontanava maggiormente dall~ trad1~ zione rivoluzionaria francese. Le idee umanitarie deglt uomini della Convenzione e degli uomini del .1 84~ venivano disprezza!~. Ciò nonostante, è necessario npr enJerc questa nobile tradizio~e. F?rt.un.atamente., essa er~ ancora viva nel cuore dei soc1ahs~i f:ancest ~ belgi, pcrchè, senza....iun attimo solo. di esitazione, essi potè~5cr1 comprendere che batters i contro la Germania" significava lottare per la libertà del mond0 e per le idee di libertà e di fratellanza ». 17 - I I. Francia > '~ La posizione del socialismo francese in rapporto alla guerra attuale è di una estrema semplicit~. Es.sa sfugge a qualsiasi critica, e permane, salvo la vt?la.ztone della neutralità in meno, identica a quella del socialismo b~lga. Nessun pat'tito del mondo ha fatto, prima del mese di agosto 1914, una più attiva e clamorosa propaganda in favore della pace. Un nome solo basta a rievocar\a .utta : quello di Giovanni Jaurès, il cui magnifico discorso pronunz.iato sotto le volte della cattedrale di Basilea riassumeva tutto lo sforzo della sua vita. E dalla Francia, ed in particolar modo dal seno del partito socialista francese, trassero origine le più differenti ed energiche rroposte intese :! combattere 1! militarism-0 ed a giungere, per mezzo dell'arbitrato internazionale, al disarmo generale. Si è potuto talvolta trovarle eccessive e gridare allo scandalo : non sono infatti, stati dimenticati, per esempio, i clamorosi proclami di Gustavo Hervé, che gli valser•) ogni sorta di persecuzioni e degli anni di carcere .. Tutti questi slanci clamorosi oltrepassavano in troppo grande misura lo stadio attuale della civiltà e non te;;~ vano conto del fatto che tutti i popoli non erano affattu pervenuti ali 'identico stadio superiore. Ora non è possibile ad una nazione isolarsi, anche nella sua SL!periorità, e le nob ili ambizioni pacifiste della Francia non raggiungevano sventuratamente altro scopo, tranne quello di indebolirla di fronte a dei nemici meno curanti dc'.! 'idealità. . r Alla vigilia della dichiarazione di gucr ;-a, sodali ~:i J. D r.srn!:l! : 1 so:ia l ·su e la a-ucrra ru rorca. • 2 - !8 - si ' recarono · · d • .a .13rn·""l :'-' lcs '~"Il ., eg•·"·i·'e ' '" U nun1onc •france:;{ ' etra dal!. llffic10 c:oc1alisra 1nt"1·11az n1e (; \'I· SI· ·111co ·1. • . . . .... . 1011 "· t~a1 0110 COI de,cgat1 delle diverse nazioni LJ 1 g·ra·1 sr 1:-n. d1 f..r.."t emi t'a sc.rn brav::i che _ani!r.::isse . · • • v .. 10 tu :ti i Cl!Ori .:: fo..: allo. a ,::u11~he la gran voce d1 Jaurès quella che si illt<'S" per l u1t1ma vol!a nella• seia cJ espr"--" le u:-:a:i.m1 .~ '-: • • t::.);:,.,. spe'.a~ze. A questa . rn:n1~ne :ic:sistev1no eg•w!!r. 2 '.1t:! alcuni tedesch di 1., 0 .,, ·, c't. ''· H l 1 i, fra 1 quali òeono s l" 1. 1 1a~ .. 10 aase, ea( er del gruppo parlamentare s,.,. · ... 1 ·,..~.., '"J E r . .ò . - 1... 1 ,,,_, ..... e.:cJ.~ g 1 si associ incondi~iona~~1JJ.1erte alle diinostrnzi"ili ;~ favore hdella pace ed .1 socialisti franceC'" 1· "Otet' · d I' · 1:• n .. rJ crcere c e azione socialista si s~rcbbc ~·vc lta ~..,rr.J' -.J::i mente nelle due nazioni. "' ,,~ .. ·. .... ~n appello dcl partito socialista fran cese alia popolaz10ne, ap~cllo .che ve~ne ::iffisso in tutte le grnndi ci!tà d1 ell~ Fn1nc1~, nspe~ch1a~a ancora questa op inione nel~ I 1ult1ma ~ctt1m::ma d1 luglio. Dcpo di a\'cr constatato clic l anarc~1~ ~ond~mental_e del nostro sistema sociale, le c?mpet1z1onr dei gruppi capitalistici e le ambizioni colon_1alt .ave~~rno cr~ato in Europa un costante e crescente rischio . 1_mp.rovv1s~mente . aggran.uo dai procedimenti ag~ress1v1 a ella. ~1pl0Prnzia . au~tro-~nghcrese, l 'apper.1 ch1ed_eva a. tutt,1 1 la·.i_oraton d1 stringersi in U!1 fascio per 1mpedJre l abbominevolc delitto che minacciava il mondo. Ed esso aggi ungeva: -.- Uniamo i nostri. sforzi a quelli della deir.ccrazia soc,1.alc tedesca che c.h1ede alla Germania di eserLitar t! un mflu_enza mod~r~trice su l! 'Austri~. sua ~llcata ». E nel suo articolo quot1d1ano sul l l-1:1111anité. Giovanni Jaur·':.:s voleva anco!·a credere, al 3 1 luglio, che la siiuazione non fosse disperata. . La sera stessa di quel 3 1 luglio, J::wrès veniva assas I •I m sinato. L'.indomani, un delegato dcl cc Partei Vorstand » di ~~rli~o. :icc~mr.:;gnato dal segretario dell'Ufficio socialista 111tcrnaz1onale, "'enne a trovare i socialisti francesi e9 C'l be coi ~1cm'1ri del gruppo parlamentare dt'e .nt~r~ v1st~ succ_es~rve · u_wi alla ~amera dei de~ut"fÌ, l'altra negl i uffi~1 dr :~JaZK'''le del.I flumanité. Scmb:u in·~istette sulla . un1for:ì;.~ ce~'c att_Jtudini in Germania cd in Francia ; egll rammentò ciò che aveva d<>tto Haase :? I l •_, • Bruxelles, ~ propose una br~ve dich~ara!-ione ~o~une, da leggersi nei due parlamenti, per g1~st1fìcare Il n_fiuto di votare i crediti di guerra. Il tedesco nspose che egli era venuto in tutta fretta in seguito alla decisione di una frazione del partito : non essendo ancora al completo il gruppo parlamentare. Ma tutti i presenti avevan? esp-esso 11 desiderio di un voto identico nei due paesi. L'idea della dichiarazione comune gli praceva, ma essa gli sembrava difficile a realizzarsi. in ogni caso. egli dichiarò rimane escluso un voto affermativo. Renaudel fece osservare che se la Germania avesse attaccato la Francia e violato il territorio altrui, i socialis ti fran cesi si sarebbero trovati in obbligo di votare i crediti necessari alla difesa nazionale. li delegato tedesco confermò il suo accordo e le sue precedenti dichiarazioni. Il giorno in cui i negoziati diplomatici furono rotti ~ra la Germania e la Francit il grupço parlamentare socialista francese aveva fatto ancora un passo premuroso presso il Presidente del Consiglio Viviani, richiedendo uno sforzo supremo in favore della pace. L'aggressione della Germania sorprese dunque come un colpo di fulmine, e l'attitudine dei socialisti tedeschi, così contraria alle tendenze del partito, così diametralmente opposta alle loro prom esse formali , cagionò un doloroso stupore. Ma, costretti n difendere la loro patria contro quest 'attacco improvviso e contro l'invasione, i socialisti francesi si aggrupparono senza esitazione intorno al Gc.verno, ed il ~artito, dopo matura deliberazione, autorizzò due dei suoi membri, Marcello Sembat e Giulio Guesde, a far parte del ministero. La patriottica abnegazione con la quale essi accettarono questa carica è tanto piìt notevole, in quanto nel gabinetto figuravano Briand e Millerand, due socialisti di altri i sionori o tempi , che erano stati aspramente e personalmente combattuti. Inoltre. è degno di nota il fatto che Giulio Guesde rappresenta in Franci'.l il più autorevole difensore dell 'idea marxista. L 'Humanité. a nome del gruppo parlamentare socialista, spiegava che il partito aveva creduto doveroso associarsi al governo in un momento in cui l'avvenire della nazione, e la vita della Francia erano in pericolo e gl: o - LU - eserciti si vedevano tcmporaueamc11te costretti a battere in ritirata di fror.te a forze superiori. abbandonando sotto ht minaccia r.emic:l uno dci più ricchi cd industriosi distretti. L'intera naz!orc do\ cva sorgere in piedi per la difc~a dcl proprio suolo e della sua libertà ... E Giovanni Longuct taceva osscr\'are come fosse straordinario il vedere che la Francia doveva essere salvata dal giogo straniero, mediante la intelligenza, l'iniziativa cd il coraggio di quegli « anti patrioti », di quegli « amici di tutti i paesi tranne che dcl loro», come venivano designati i socialisti. I ministri Scmbat e Gucsde, con abbastanza ardita innovazione, si mantennero in costanti rapporti coi membri ucl partito, rendcnuo loro conto dci propri atti al ministero. E la loro condotta fu i:crenncmente approvata. l'arallelam\...nt.:! all'azione dcl socialismo unificato, i gruppi, che ~1 collegavano aila Confederazione generale dcl lavoro, si associarono per la maggior parte, con pari entusiasmo ed uguale energia, all'opera di difesa nazionale. I loro delegati assistettero alla Co1Ìferenza di Londra. nel febbrnio 19 l S in pari tempo che SemtJat, Vaillant, Longuet ed altri •membri dcl gruppo parlamentare. E si vide infine Gustavo Hcrvé, l'intransigente antimilitarista di un tempo, intuire, con lucidità meravigliosa, che occorrèvano dei nuovi ragionamenti ad una nuova situazione. Egli riprese la missione abbandonata da Giovanni jaurès e coi suoi articoli quotidiani ncila Guerre Sociale. rinsaldò il coraggio cd ernltò l'azione. Egli è così, nell'ora attuale, uno degli scrittori maggiormente letti ed ascoltati, ed il suo limpido buon senso, il suo slancio patriottico, l'indirizzo costantemente democratico, rammentano i grandi rivoluzionari del 1792. Tutti gli elementi del socialismo francese, senza nuila rinnegare delle loro antiche convinz:oni, si sono in tal modo associati con uguale entusiasmo ali 'opera indispensabile della pubblica salvezza. Il loro atteggiamento nella guerra, ha formnto l'ammirazione di tutti in Francia cd ali 'estero. Esso ci permette di sperare che la loro azione rillcrquar.do sarà gi:·nto il memento della pace, non manclwrà di ispirarsi ancora ai pit1 nobili sentimenti della r" razia e dcl socialismo. • - 21 - III. Qermania I • ' Dopo più di un anno, l'attitvd'.~c del partito soci~!:s·~ tedesco rimane ingiustifìcabiie ed 2nche inesplicabile. Noi abbiamo nelle pagine precedenti ricordato meeting soci?.lista internazionale convocato a Bruxelif' èd i discorsi che ivi furono pronu.1z'ati, specialmente quello del citt~dino Haase, leader del gruppo parlameli· tare della democrazia socinle. Ab1Jiél:no alt1esì rammen tato i pa::;si fatti presso i socialisti francesi negli ultimissimi g:or~i di luglio. Queste pratiche erano in accordo con un manifesto pubblicato fìn dai primi sintomi della conflagrazione europea, il 25 luglio 1914, dai partito soci~!ista tedesco. In nome dell'umanità e delh civiltà, il manifesto· ·in J:arola invitava il proletariato tedesco ad un'energica protesta contro la delittuos:i impresa dei fautori della guerra. Esso chiedeva al governo tedesco di far valere la propria influenza presso il govern,~ austriaco per la conservazione della pace, e se quc;>ta infamia non fosse potuta evitarsi, lo pregava di astenersi da qualsiasi intervento armato; non una goccia di sangue di un soldato tedesco doveva essere sacrificata T"er le mire ambiziose ed i vantaggi imperialisti dell'Austria. Esso convocava tutti i compagni a delle riunioni che dovevano ?Sprimere la rnlontà del partito tedesco di mantenere ra. P~ce. « Le classi dirigenti, che in tempo di pace disprezzano e vi sfruttano. voglion fare di 1'0i della carne da callnone. Ciascuno de11e quindi rispondere. gridorzdo con tutte le sue forze: Noi non 11opliamo la guerra! A /J/Jasso la guerra! Lunga vita alla fratellanza h!ernazionale dei popoli! 11 1'l • - 22- Ciò che riesce per lo meno stra no, s i è che questi comizi ebbero realmente iur.go. Se ne contarci:o soltanto nella sera dcl 28 luglio, ben ventotto a Berlino. Essi vennero autorizza ti ed nnche protetti dalla poiizia. Ove si rn;.1ia p1 cstare fede ai corrispondenti berlinesi d.::!l u Thc New Statesnrnn » e d'.!1 « Manchester Guardian », la cu i te~;imon i anza è sta ta confermata da una lettera Jet co111p:1gno Swcdcn ~ lbmsay M::c Donald, un importante pcrsan:Jggio della democrazia sociale venne chiamato, la lllattina :->tt!s"a dcl giorno in cui le riunioni dovevano aver lu ogo, al Ministero dell'Interno, cd ivi fu avvt.3ato che non solo i comizi non sarebbero stati vietati, come rich it!dcva la stampa reazionaria, ma che al contrario, sarebbero state prese tutte le misure necessarie per impedire che venissero turbati. li funzionario incoraggiò anche il socialista a proseguire nella sua propaganda in favore della pace, con crescente energia. Ora, poichè in pari tempo era stata proclamata dal governo la legge marziale, non può sussistere alcun dubb io che la tattica imperiale fosse quella di indurre in tal modo in errore i socialisti francesi, -:;ervcndosi, çer ingannarli cd indebolire la resistenza della Francia, dei socialisti tedeschi. Non ci sembra possibile ritenere che gli uomini del\a democrazia sociale tedesca si siano scientemente prestati ad una così perfida mano\'ra-, ma bisogna pur riconoscere che essi si son lasciati turlupinare troppo facilmente. Come spiegare in tal e stato di cose, che pochi giorni dopo 1 socialisti tedeschi, nderendo con un brusco voltafaccia alla politica imperialista del loro governo, votarono alla unanimita i crediti richiesti per la guerra? Allorchè noi fummo informati di una così incredibile debolezza, ci si rich :ese di non condannare troppo presto i n013tri compagni di Germania e di attenderne spiegazioni, che avrebbero probabilmente giustificato la loro condotta. ' Ci si è detto, anzitutto, che nella r;l!nione preparatoria nella quale si era esaminata la questione dei crediti <li guerra, una importante minoranza si era mostrata ostile ~ I voto 'di quei crrditi, e ncn si era associata alla dcci. i0nP Mila maggioranza che per spirito di disciplina. Ci ~i è anche detto che pei socialisti tedeschi, la ~uerra 23 - " ~ l si cm presentata, così come pei socialisti del Be 1gio e della Fr~nsi~. come 1 na guerra difensiva. Si agito abilmente. dinanzi ai !oro occh i, lo spettro dello czarismo. E senza c;Hrarc qui ne!I::i discussi0ne delle responsabilit?l della gué'ri'.l, io posso riconoscere senza difficoltà, che per un socia! ista tedesco, l'imperialismo germanico, malgrado tutti i s uoi difetti, può apparire preferibile al dispotismo russo. I sociaìisti ted eschi credettero dunque, col d:fendcrc il loro ,i::;aes:::, di prote1:;gcre t.Jtto quanto essi possedevano di l:bert:· e ~i viltà, contro un regime autocratico, che !oro faceva orrore. E non fu una Jeiie minime ab ili tà del governo tedesco, queìla di saper s frutt are tale scn'.·rnento presso i socialisti. u~a stampa accortamente imb .... ccata annunziò la imminenza del pericolo slavo e distr.:is..;e dal Belgio e dalla Fr:rncia l 'atte~zione pL!bb!ica, con l'aiuto di storie bugiarde di pretese sorprese e di prossime invasioni. Se bisogna ammettere che i socialisti di Germani:: s:aino ::;tnti. nei primi g:c:ni de li 'rgosto, vittime del machiavellismo del loro governo, bisogna pur riconoscere in pari tempo, ancora una vo!ta, che essi s i son bsci2t i inp nnare con eccçssiva facilit'.1. E se non sono colpevoli Lii tradimento, hanno per lo meno pc.::cato di una straordinaria manc!i cvo!ezza di chi:::!·ovcg;;~n~a e di coraggio. Sarebbe stata necessariaç indubbiamente, una energ ia che non era in loro potere, per avere l'ardire di voler scorgere a fondo nel giuoco dcl governo, e reagire contro le appass ionate correnti che suscitava nella folla tutta una camr agna di me nzogne. Tutto ciò non rappresenta d(!I resto che una minima scusa, se pure havvene una. Poichè, da parecchi mesi che dura la guerra, la verità ha potuto trapelare, ?.ttraverso il famo ddle b:;.ttr.glie e le inesattezze dei giornali. Ora. fin o nd oggi, un solo soci~iista, Karl Liebknecht, ebbe la lealtà di riconoscere il p:cprio errore çr:m:ti·.o, e di pro· clamarc, nel dicembre scorso che q'.lest?- guerra non è per la Germania una guerra difensiva. Questo basta per condannare gli altri. . Qualunque s ia d'altra parte il concetto che i sociglist; tedesc hi, tratti o meno in inganno, abbiano p0tut0 fcr::1c.r< \iella guerra, nei primi giorni dell'agq>to t !) 14, ed ..l{ll'ì'C - - 24 - tendo anche che essi abbiano crcàuto alla necessità di 1;f cndersi cor.tro q czarismo, è; per lo meno s:curo che si può loro rimproverar~ il silenzio scrb~to allorquando il 4 agosto 1914, al Re1chsta.g, !~ Cancelliere dell'impero, Bethl'.lann Hollwei, annunziò I ingresso d~lle truprc tedesche 111 suolo belga, riconobbe egli stesso l 'inrnustizia di tale violazione, e si scusò dichiarando che ne~essità non conosce legge. La cronaca di tale giornata rimarrà pur sempre una delle più deplorevoli pagine negli annali del partito socialista. Nessuno, fra i numerosimimi deputati socialisti presenti alla seduta, insorse, per formulare una protesta od almeno un rimpianto, e la deputazione socialista, così c~me il resto del parlamento tedesco ~ la Germania intera accettava come legittima codesta massima immorale e 's.i:;udoratamente forn;iul8ta, èeli'interesse che prevale sulla fede giurata. A datare da quel momento, noi vediamo d'altrond·~ i socialisti tedeschi trasformarsi in servitori compiacenti e talora zelanti, della politica imperiale. Ne abbiamo avuto esempi sorprendenti a Bruxelles, dove, con una sconcertante assenza di scrupoli haniio osato avvalersi dei vincoli della fraternità socia!Ìsta per tentare di provocare debolezze, che lsarebbero suonate tradimenti. l!n certo numero di socialisti, fra i quali particol~rmen~e il ~~putato ~~anck, si arruolarono volontart negl_1 _eserciti tedeschi •. Jnell~ file dei quali la legge del serv1z10 gener.ale obbl!gatono aveva già incorporato un gran numero dt « genossen 1>. Sono costoro dei soldati che, al pari degli altri, hanno praticato nel Belgio e in Francia, la guerra selvaggia, sleale e atroce che tutti conoscono. E tali metodi di barbarie non hanno mai nrov~~~to .la mi:1ima. pro~.sta da parte ·~egli oratori e d'egli s_mton del r.art1to. 01 è dovuto gwngcre al mese di aprile, perchè si levasse una protesta contro un feroce proclama dcl maresciallo von Hindenburg, relativo d'altronde, alla camp::igna russa. Sarebbe forse ingiusto rimproverare tale silenzio alla stampa socinlista, essendo verosimile che dessa non può effettuare le proprie p:.1bbli~zioni che sotto la stretta sorvev,!ianza della cen,~ur3 imperiaie . M.1 nulla nondimen0 ~i permette di supporre che vi siano stati'. comunque; i ..• 25 - in seno al partito degli sforzi per rientrare nella tradizione internazionale. Si son viste, al contrario, delle notabilità socialiste, disseminarsi nei paesi neutrali, in veste di emissari sospetti, per propagarvi e diffondervi le astuzie immaginate dalla politica imperiale. · Un solo avvenimento, che valga a consolarci fra tanti aitri deplorevoli, è rappresentato dalla ferma e coraggiosa protesta di Kart Liebknecht in occasione del voto pel secondo credito di guerra, nel dicembre 1914. Rifiutando questa volta di seguire in tale campo la discipiina del p;:irtito, Liebknecht si separò dai suoi amici, giust_ificand.o il proprio voto con una dichiarazione scritta, che 11 Fesi~ d,nte rifiutò di allegare all'ordine del giorno, ma •I cm te~to ci è egualmente pervenuto: «Questa guerra norz era 11 ! 11-°lla volontà del popolo tedesco, nè di nessun allr~ nnpolo. Essa è una guerra imperialista, una guerra per lu conquista del mercato mondiale, per il dominio sopra importanti territori e per il loro sfruttamento capitalistico. E' una !!.''erra provocata dai partiti g11errafondai di Germania ed ;l irstria. nel mistero di una diplomazia segreta. Ed è nel teni.po stesso, una guerra diretta a snervare il crescente movimento della classe operaia. La parola d'ordine tedesca << contro lo czarismo » non è stata proclamata che per sfruttare le più nobili tendenze e le tradizioni ri voluzionarie del nostro popolo. La Germania, complice dello czarismo e modello di reazione politica, non può preien.dere di atteggiarsi a liberatrice dei popoli. La liberazione del popolo tedesco, come del popolo russo, deve essere opera loro. Questa non è per la Germania una guerra difensiva . .. lo protesto 11uoi 1amente contro la guerra, contro coloro che ne sono responsabili, contro le imprese capitalistiche per cui è"-stata dichiarata. contro i progetti di annessione, contro la violazione della neutralità del BelRio e del Lussemburgo, contro la illimitata estensione della legge marziale, contro la mancanza al loro dovere sociale e politico. di cui governo e classi dirigenti sono colpevoli)). Bisogna pur rimpiangere, per l'onore del socialismo tedesco. che tale linguaggio sia rimasto senza eco alcuna. Notiam0 pertanto che in pari data. il deputato Haase fece sapere ~I Reichstag che, in seguito a fatti rivelati dall'inizio ctella guerra, il partito so:::ia!ist:l era unanime nel - -26ritenere che non foc:i;cro s1111e indic:ue delle ragioni milium uffidcnli r . . r ;:;:usrifìcarc la violazione d~lla neutralirb bclg e lu .:i•!burghl.'.'iC. « IL /Jtlftilo considerc.1'J fgh h:i d1:rro - q11cslcJ 111/azion1' siccome contraria alla b't: lt:U . I nk: di.:hinrnzionc 'cnr:e soçprcss:1 dalln stampa tu.ice.i e dnli ('èn~LJ111. 111il u11u rclazion..: nl 1ir uardo fu trasm.. ~1 in l .. bhi!tcrr.1 e pubblicnt:i nel Labu';1r Leader. 1 i rul') lrO\ r.rc rnrdiva cd oltn:rw1do tim:c.h qucstn di. cl11i.1 :u inL. Es n non fn in,11m111a. che ripetere ciò che lo src .o c::n.:ellicrc dell'impero a·:cva riconosciuto fìn d.il 4 n~o 10 e non va ncmrnen() lontano co.:i1c lui nella lu,.,:1...J dcl1 'c..JuitJ. Dichiarnndo infntti. cl:c la GtrrnaP.ia co:mn Ile\ n un:i ingiustrzia. 13ethmann lfoll\\ eg promctIC\B d1 npnrarla. 1\l:l'• ~LJJndo, nel dicembre I O14, i socialisti tedesch i rorcrC':-o 'lll:.uarc le s;-avcntose conseguenze di t:ifc ing1u-.1i11a, non semhra che siansi prl?occupari nè di farla Ct: r.!, n~ dèllc necessarie riparazioni. I.'o!wudrne di Licbknccht, che :ireva avL:to per primo il coraggio di scpr1rnr!>i dalla nrnggior~nza del 5UO rnrtitJ, ' enn~ seJjuita. nel giugno I 9 IS. d.'.I Kautzky, Hern rein cd Haa"e, che pubblicaror:o un manifesto, detto de· u Qucrtr. 1/nr n, nel quale dich iaravano di voler realiu.are In pncc ~enz:i :innc:.sioni n(: conqu iste. Essi furo•1') ·olennementc ripudiati dal rartito, e le loro dichiarazioni diedero litogo a polemiche, risoluzioni e controversie. nelle quali è ben difficile disc~nv'r~ l'erntta ve:ità. Da to il regime di censura govcr:rnr'vq che infierisce col mns imo rigore in Germania, è sempre possibile diffiJnrc di tutto ciò che I 'autorirà lascia pubblicare, e sosçc;trare che delle dichiarazioni che apparivano ad .e.ssa o~tili, possnno scr\'ir'-! i fini scgrcii della sua polrt1ca. Alcuni deputati soci:il!sti tedeschi si sono sventuratamente riH:lati come afenti dcl governo. Anche ammett~ndo (ciò che ci sembra do\·ersi ammettere) I~ perfetta smcc: ritÌI dei 1 Quenrtihcrn, è :ibb:ist:mza evidente che ~ss1 11011 costituiscono nel loro partito chn mia minoranza 1mpotente, nllo stcsc;.o modo che ri~1:"t~ .evidc~t~ con:e, a~ sociandosi ~enza ri~er va alla pol1t1cn 1mper.1!!1sta, 1~ p~r lito socialista tedesco ha perduto le su~ pm grandr pi a- • ) 27 - babilità di venire HScol tatJ. L'azione di Kautzky, Bern. stein ed Haase non ci sembra possa avere sanz10ne pra-:" tica, ed anche se essi giungessero, ciò che sembra po_ço probabile, a conquistare alla propria opinion.P la maggioranza del partito, essi non potrebbero evidentem~ntc costringere ad indietreggiare le tendenze pangermamste: La loro iniziativa ha raggiunto al contrario, l'effetto d1 accentuare maggiormente l'attitudine imperialista delln maggioranza dei socialisti tedpschi, che . abband.onan? sempre dippiù i principi tradizionali dell'mternaz10nali·· s mo ed a!)provano la politica di conquis te, perseguìta -~-~I Kaiser. ,,_,.,_,. La sed uta del Reichstag alla fine di agosto 1915 . ne ha fornito ancora una prova; i socialisti hanno docilmente seguito la politica dell'Impero e l'ordine del giorno d~ essi adottato niù nulla contiene dei principi fondamenta!; da loro difesi ·altra volta. Ancor meglio, un volume : « /,a classe operaia. nella nuova Germania >i testè pubblicato a Lipsia, con la collaborazione di Scheide.mann . Noske cd altri deputati socialisti, indica un tentat1\'0 d1 ri~vvi c:namento ai liberali! ... (1 ). '\ .... / (1) Vedasi: Rornn, La social democ1·atic ausfro-a!lemande · les sociali.sts lleTges. Lon<lres, 1015. - LI\ ç~cs:t<: u:;; 1 !ta séance du 4 Aout au Reichstaq, Pai·ie 191.'l. - 28 - IV. Austria · Uiigheria L'1111i1udinc dei ·ociolisti nustri:ici ~1ppnre, durante !a j rnualc, "mi!<: in ogni pu1110 ;i quella dci socialisti ...! .... h.. Al rar J1 loro, essi hanno, prima della dichia1 or.e di guerra. protestato con \'Cemenza contro i ;i. .. hi dello anguinosa conflngrnzionc che faccrano rorrc..'".! al monJo In concorrcll7.n caJ!italistica e In politica r r:i . . c dci governanti europei. La loro opposizione pas· 1.. .iJ ogni impresa imperialistica, a qllalsi;:si avvcnwr;; p1•1Jt:ir•. li r <;~pin!i, per cffc110 dello slancio acquisito nd cle\ ire contro le mene prorncatrici dell'Austiia ne 1 bu..1 di ddla Sc..rhin. una protesta indignata. In questo nrnnifeo;to, nppar<:o nella seconda quindicina di luP,ho, essi prolt tavano uguaimentc: contro le misure prl:,c dnl governo per imr1edire ogni manifestazione del('(lrini"f't' d~mocratica. Ed è opportuno attirare special llk!l'' 1',1ttcnzionc su tale man1fcs10. tanto più che esso cc, 111uisce l'unico mto Jel partito sociale democratico • ll"tri,co, che sia pervenuto a nostra conoscenza. Da quel momento i socialisti austri~ci sembrano diventati muti. I h:nno essi rinunzialo :i far sentire la propria voce? E' poco probabile; è invece molto più verosimile ritenere che sia ~1.110 mc~so loro il havnglio. Fin d:il 22 l•Jglio. il loro giornnle, l'Arbezter Zeitung. .,.cniva trntlato con molta severità dalla censura. Il manifesto chit11.k.·a come appresso : cc Noi siamo tanto mag,r:iormcntc so~pi!lti a fare questa dichiarazione, elle i popoli au.~tri,Jt i sono $/tifi. eia µarecc/Ji mesi, privali dei loro .!iritti costit11:io11a!i. cd i· sfqftz /nro to/t:z ogni tribuna 1lond1• al'rt!/1/lc:ro potuto far inir•nilne la propria volont,ì . • cc Di fronte alla gllerra, che richiede a cias.cuno i. più aravi sacrifìzi di sangue e danaro, la premeditata vzola~ione della· volontà popolare, eliminando il parlamento, è cli natura tale da inasprire ed irritare. cc Noi ripudiamo qualsiasi responsabilità ~~l~a guerra; noi ne lasciamo solennemente la responsabzlzta ~ coloro che, dai due lati, l'hanno provocata. In questo, n~z saremo d'accordo col proletariato cosciente del mond.o ~nter'? ed . anche coi socialisti democratici di Serbia. Noi ~i votta'!'- 0 all'ooera della civiltà, alla democrazia sociale mte.rnazwnale: cui saremo fedeli durante l'intera nostra esistenza, e devoti sino alla morte ... » Come si vede, il tono di questo manifesto è abb~stanza bello. Osserviamo che esso non venne firmat? dai ~epu tati di Boemia e di Polonia, sul contegno d.e1 qual.1 non abbiamo infor~azioni di sorta. Ora ~ome mai delle i_nten; zioni così nobili, non sono state seguite da alcuna az10.ne · Come mai un partito, che si era assicur~to 82 seg?g1 ~u 51 G ha potuto esser~ ridotto alla totale 1mi:;ot~nza · C1~ rimane ancora un mistero. Sembra certo nondimeno c? la violazione della neutralità belga non abbia ~mpre5s 1 0;. nato la democrazia socialista ·rustriaca e non.dimeno, d.i parte dell 'Austri.a, ess~ ~bbe un carat!ere part1col~r~en.t~ odioso e contrario al dmtto delle genti. Non solo l .A!.lst1. 1! aveva, come la Germania, garantito la perpetua neutral~t~i dcl Belgio, ma essa non aveva, al pari del~a Germ~nia~ la scusa di un possibile attacco da parte della Francia. E spingendo più lungi ancora della Germania il disprezzo del diritto delle genti, l'Austria ha fatto la ~uerra ~I Belgio, di sorpresa e senza alcuna dichiarn~10ne . ~ no~o difatti che I 'artigli~ria austriaca era in azione all a.s~ed10 di Namur, e che la rottura dei rapporti diplon:at1c1 fra l'Austria ed il Belgio non si prodl.!sse che ulter~ormente: Citeremo infine, secondo la << Bataille synd1cal~ >~, 1 principali passi del manifesto che il pa:t1to socialista democratico tedesco di Austria cd il Com1tat<? della frazione sociale democratica al Reichstag austriaco. hanno diretto, in data 23 giugno, alla popolazione opçrnia: « Questa incrollabile decisione di proteg!?~re la n~ stra esistenza 'finchè sussista la dura necessita dell~ difesa, non è affatto contradetta dal desiderio che gigan- o - - 30 - tcrgin di giorno in giorno e d'ora in ora in tutti gli am~ hknti presso i poro!: belligeranti. Ji vcùcrc b. 0:-:c della lott:i, imponendosi (,emprc con forza maggiore la volont:1 di vcJcr conclush la pace. E' Jovcre di tutti coloro che hanno il peso di qun!che responsabilità, di ascoltare que<:>to appeliu e c-:-rcarc con ardore la via della p:icè. « I so::ialisti dcn:ocrntici austri..ici han fatto, prima della guerra, tutto quanto era in loro potere per evitarla ( l ). Durante tutto il suo svolgimento, essi hanno adempito ai t!ovt.ri che incombono loro per la difesa del p::c<ie. mn non han mai tralasciato di dichiarare solenne111catc che essi desiderano e non conoscono speranza più grr:.~:c!e, ai;g!.<rio riù fervido di quello di vederè dopo, come primu della guerra, i membri dell'Intern1zionaie proletaria messi. nell a pienezza ddla loro potenza. resa più effic2,c~ dall'esperienza acquisita, al servizio dell'opera di pace )), ( 1) E' qui ne~essario un cenno di protesta. Anche dei buoni sociclisti dcmocra:ici come il teorico marxis t3 ?a::inekoek, hanno constatato, all'inizio dclin guerra, che furono precisamente i socialisti democrn· tici austriaci a mancare ai loro doveri, anche prima di quelli tedeschi, e che In !Viencr .4rbeiter Zeitung (il giornale oreraio di Vienna), organo ufficiale della democrazia sociaie austriaca, attaccò allora il go\ erno serbo, facendo in tal modo il giuoco di quello austriaco; al contrario i Serbi tanto di~prezzatl fecero il proprio dovere, ovvero, per quest~ guerra di difesa, i compagni serbi rifiutarono di votare i crediti di guerra, operando co:;ì secondo lo spirito di Bcbel e di Liebknecht 31 - V. l nghHterra . Per poter esporre i 'attitudine dei socialisti inglesi nei nguardi della guerra attuale, conviene anzitutto rammentare che non esiste in Inghilterra un partito sociaiista unico, ma vi sono invece tre organizzazioni distinte che vanno considerate separatamente: l. - Il partito operaio, o·; :ero Labour party, comprende l'insieme delle organizzazioni operaie che ~.~nno per scopo principale il migìioramento delle condizioni eco:ìc-miche del proletari:lto. .1 I n~embr i delle TradeT~nions, avvinti da tale programma, si suddividono, sotto l aspetto politico, in opinioni svariate. 2. Il partito operaio indipendente (ln,lependent Labour Party), od abitualmente I. L. P. che è una sezione del La?o~r Party, più specialmente politica, di un c~rattcrc socia lista • accentuato, e che costituisce l 'oro-a• .... b 1 "1z1one p1u considerevole del Regno Unito. . 3. - Il partito socialista britannico, (British Socialist Party), che raggruppa tutti i socialisti non affiliati alla precedente organizzazione. Al Labour P:::rty si collega la Fabian Society, composta sopratutto di democratici con tendenze socialiste, che pur accettando l'etichetta del partito, preconizzano il più delle volte soluzioni di evidente carattere moderato. L'attitudine di queste diversè organizzazioni non è sempre stata concorde, e .nell'interno di ci:::scuna cli esse, non sempre fu unanime la opinione. Sarebbe dunque ;:n:era.rio il .volerla valutare troppo somr::ari:i.n~cnt~. Tutv:~· m. tes t generale, si può seguire, ne Il 'opinione socia .i sta inglese, un 'evoluzione più o meno lenta che la . nel 1870. •• • - 32- conduce dall'ostilità sistematica ~Ila guerra, d:illa simpatia per la Germania e dal timore dclb Russia, r!!a comprensione del pericolo che fa correre alh libertà dei popoli ed alla democrazia l'imperialismo germanico ed alla risoluzione di sostenere la guerra attuale fino ·~Ila completa disfatta del militarismo tedesco. Noi cercheremo di tracciare a'c<..ìe caratteristiche di tale evoluzione. Prima della guerra, tutti i socialisti senza alcuna distinzione, erano in Inghilterra, come i~ tutta Europa, partigiani della pace, del regolamento delle controversie internazionali in via di arbitrato ed ostili alle spese militari. Soltanto il venerabile Hyndmann a\·cva talvclt~ segn?.lato che poteva essere necessario prepararsi ad eventuali resistenze, ma non aveva ottenuto alcun seguit" E l'Independent Labour Party, sopratutto, aveva c"'n~ dotto una campagna straordinariamente violenta contro il militar~mo e gli armamenti ed in partico!ar m0èo contro Sir Edward Grey, del quale aveva denunziato l'attitudine germanofoba, e sollecitato le dimissioni. Nel 1912 in una riunione a Birmingham, l 'I. L. P. era riuscito a far condividere I~ sua opinione dal Lahour Pnrtf ed a far votare un ordine del giorno di biasimo a Si:Edward Grey. Nell'ultima settimana di luglio, allorquando l'Austria minacciò la Serbia, i socialisti inglesi furono unanimi nel reclamare uno sforzo pc! mantenimento de!Ll pace europea, od almeno della neutralità della Gran Br~ tagna. In seguito al meeting del 29 luglio a Bruxelles, un manifesto a firma di Keir Hardie cd Arthur J-Ienderson venne diretto alla classe operaia. In esso le s i chiedeva « di promuovere una campagna per non allear~i al dispotismo russo, la cui vittoria sarebbe un disastro i:er il mondo n. « Non v'è tempo da perdere: giiì per mezzo di trattati segreti cd intese di wi le democrazie ignorano i termini. ci si è impegnati nella 1·ia del con[littÒ. « Uomini e donne. proclamaie elle per voi i aiorni li sacci1eggio e di massacro sono pas<::.ati. 111c;ndate 1~ess H!t1f di pace e di fraternità a coloro cl1e .w1donn mirzore libe"rtì di 1ioi. A hl>asso il regno della f or:.J brut.1/e ! Abbasso ;'tl JZuer;a ! l'iì'a il rcc-no pacifico dc! popolo! » - 33 - Una manifestazione venne organizzata il 2 agosto, a Traf~I.gar Squ~re, a Londra, manifestazione cui furono pre- sent~ 1 delegati delle varie organizzazioni socialiste operaie. S1 calcola a 15.000 il numero dei dimostranti, cifra modesta, data l'enorme popolazione londinese e che va .spiegata indubbiamente col fatto che la gra~de massa non comprendeva ancora la gravità della situazione. Fu votato un ordine del giorno, nel quale si dichiara\'a che l'Inghilterra non aveva alcun interesse diretto od indiretto ad occuparsi delle scissioni esistenti fra 1'.Austri~ e la Serbia, e con cui si invitava il governo a rdìutars1 assolutamente a qualsiasi partecipazione alla guerra, ed a consacrare ogni suo sforzo al contrario al rapido ristabilimento della pace. Fra i' mezzi pres~elti per sanzionare praticamente la volontà espressa in tal m?do, i. minatori proposero uno sciopero generale dei minaton d'Europa. Ma gli eventi dovevano precipitare così :apidamente, che tale proposta non .i:;otè avere alcun c::egu1to. Allorchè, il 3 agosto, Sir Edward Grey espose la situazione europea alla Camera dei Comuni. Ramsay Mac Donald, in nome del gruppo parlamentare socialista, gli diede torto, rimproverandogli di parlare abusivamente del! 'onore nazionale, e pretese che, al contrario, l'onore del paese esigesse la sua neutralità. L'invasione del Belgio ebbe luogo l'indomani, 4 agosto. E~sa d.oveva contribuire a modificare potentemente l'opinione inglese, ma questa evoluzione non si verificò senza una certa lentezza. Il 5 agosto, il Daily Citizen e l'Ufficio esecutivo del Labour Party dichiaravano ancora che l'invasione del Bel~io non costituiva una sufficiente ragion9 di intervento. ~1sog~ava guardarsi dal sostenere lo czarismo putrido e dr\5potico. Lo stesso giorno, il leader del grupi::o parlan~e~ta:e, sig. Ramsay Mac Donald, propose ai suoi a!111c1 d1 dar lettura alla Camera dei Comuni della decis1o_ne dell'ufficio esecutivo. La maggioranza rifiutò di segu1rl.o, e Ramsay Donald rassegnò le sue dimissioni da P:es1dente. Fu questo il primo sintomo di una divergenza d~ vedute, che doveva in prosieguo accentuarsi magg1o~mente. Mentre gli uni rimanevano ipnotizzati dal pencolo russo, gli altri vedevano giganteggiare il pericolo tedesco. · • - - 34 - Queste dh·crgenzc non tardarono a manifestarsi ùi 1 uovo quando I 'I nghiherra, per fare onore alla sua ga· rcnzia della 11cum1li1à belga, ebbe deciso di intervenire nel confli110. De S4l 11011 H\ cva che un c.-,crcilu i11~ig11ifìcantc. Le fu nccc rio dunque pensare a crcan.~ in•mcJiatamente delle rruppe, che porc~·cro essere inviate ~ul continente. E siccome In lcgi<;lati(inc ingli;sc 11011 comprende affatto 11 sen izio gencrnlc di !cm, css:i dovette reclutare i prnrrii soldn1i per mcuo di anuolamenti volontari. I J1.;putn1i organillarono una serie di pubbliche riunioni in fo,•ore dcl reclu1nmc1110 ed alla Hnc Jcl mese di agosto, t>Ccetrnrono di fnr parie di quc~te ~quadre parlamentari .. 1 dt.p ... 1Jti &oci.1hsti, ti..CCiluali tuttavia i rapprc.scntanti dcli'! L. P. A datare da questa epoca il ìJaily Citb?n, organo <lei Lnbo ir P:.rty, <lichinrt In rntria in pcrkolo, cd afferma che ...s~a nr n può essere vinta. :rnche ~e la guerra ~o \ ~se durnre parecchi anni. Esso inei la tutti gii ùpera1 a f:irc ogni CO'!l per assicurare I~ \'ittori;i, ric<,noscendo che In guerra è una questione di onore per l'Inghilterra, garn11te della ncutra!it3 helga; che c!--sa i.! stata voluta dall~· Germania. il cui 1rionfo sarehhc un r,cricolo per la de111ocrnzia. e la cui disfatta deve ~.ssicurarc la futma pace dc 1 mondo. Si può dunque affermare eh~ dal mese di settem~re Il"l 14, il rartito operaio, almeno in grandissima magg10ra111.a. era deciso a sostenere cncrgict.mentc il governo. Non fu la stessa cosa da parte dcli'!. L. P. Ess~ continuò per parecchi mesi nella sua opposizione. I temi Jclle sue argomentazioni possono riassumersi in due car.isnldi: I. - Il pl!ricolo russo. Per giustamente p~ragonare il pericolo russo e quello tedesco, faceva d'uopo, ~econdo gli orntori dcli 'I. L. P., considprare che quest'ul.timo era minore dcli 'altro, data la possente organizzazione del iiartito socialista tedesco, che potc\'a fare da contrrppeso all'imperialismo, mentre nell'impero dello Czar, la Jemocraz.ia era incoerente e senza alcuna forza. 2. - li rifiuto di tenersi legati ddle combinazion~ segrete della diplomazia. che avevano per conseguenza d1 • J 35 - trascinare la Francia al seguito della Russia e l 'lnghilterra dietro la Francir. li popolo non era stato consultato su queste convenzioni di tanta impor~anza pel s_uo avvenire, e non .i::oteva quindi essere obbligato a ratificarle. . . Si sarebbe potuto obbiettare a questi rag1oni;.ment1, e lo si fece difatti, che, da una parte, gli eventi avevan~ dimostrato come i socialisti tedeschi non fossero s~atl lo sperato contrappeso alla politica milituista d.el1'1mpero: che, dall'altra, il trattato che faceva obl_>hgo al l'Inghilterra di garantire la neutralità del Belg10 .. null&• aveva di segreto nè rr.ai era stato criticato in Inghilterra da tre quarti di secolo. . . Le discussioni si prolungarono per parecchi mesi e l'opposizione dello I. L. P. alla crn1pagna di recl~tamento finì per perdere ogni carattere di principio. I cap domandarono solamente che questa campagna venisse fatta ~ali~ stesso partito, senza associarsi agli altri, e senza lasc1ars1 trascinare alla giustificazione della guerra.. . Si trova infine in tutte queste controversie, ti costante desiderio di disÙnguere, presso il nemico tedesco, fra popolo e governo. . Si vuole cioè lottare contro l'imperialismo germanico, ml\' senza tocca;e la Germania in sè stessa. Si continua a nutrire la speranza di purgarla del militarismo e. riannodare, col suo proletariato, i vincoli della Internazionale operaia. . . · Noi non abbiamo pi:.dato finora del « Partito Socialista Britannico>> . L'estratto di un articolo di fondo del sig. Hyndmann, nel giornale ]astice del 13 agosto 1914, basta ad indicare come i membri di questo partito isi schierassero rat::ìdamente a fa.neo del governo ingJese per sostenerlo contro la Germania : (( Quando il militarismo aggressore della Germania ha deliberatamente violato i trattati firmati per garentire la neutralità belga; al!orchè esso ~a dichiarato la guerra, D.tt~ccato e maltrattato quella p1cc?la nazione, quando l'amico nostro E. Vandervelde, presidente dcii 'L.:fficio internazionale, uomo di pace se giamm~i ve ne furono, fu mandato al governo dal par!~to .operaio belga per cooperare al mantenimento dell mdioen·. • - 36 Jenza del suo paese, quando il nobile Giovanni Jau.rès dcnunzlò l'oltraggio comm\!sso dalla Germania e dal1'A mtria contro la civiltà, quando il governo tedesco fece le note proposte, giustamente qualificate infami, per assicurarsi la neutralità della Gran Bretagna, diviene af· fatto impossibile per noi il non riconoscere che come nr.zionc, siamo obhligati, non da combinazioni s'egrcte lll:l s1"·hene da tr:.ittati solenn i c dalla dichiarazione in1ernaz1onalc ùel l'Aja (che non sono stati giammai finora ùcn_unciati . o condannati ~o.i pacifisti parlamentari oggi cosi zelanti i:;cr la neutralità), a dichiarare la guerra a quest~ _rerturl~atore del! 'Europa ed a questo fedifrago ai propri 1mpegn1 n . In ~ccas~onc ~ella campagna di reclutamento, il partlt•) _bri tannico, ncon?sce~a che la libertà e l'indipendenza n:mo:iale erano minacciate dal militarismo prussiano. Ed aggiungeva : << Noi non abbiamo affatto intenzione d1 escrc;itare una. crude!~ ·cndetta contro il popolo tedesco e noi co1_nbatt1a1110 per tenere alla prima occasione una pace ragionevole cd onorevole. Quando I& vittoria finale s~d1 ~~ssicurata agli alleati, l'influenza ingl ese dovrà c:,serc1tars1 per metter fine al militarismo agli armamenti ed Rllr, diplomazia segreta e per detcr;ninare fra i i:;;poli di Europa, un 'intesa democratica. ' li partito socialista brit:rnnico dichi'ara ancora una \'olta che i lavoratori di Europa non hlinno litigi fra loro. La terribile lotta, alla quale noi assnstiamo ed a cui si.amo stati trascinati ~ali 'invasione del Belgio, è indubb!amc~t.c la fa_sc culm111a~te ~ella rivalità fra i capitalisti d1 tutti 1 popoli per la dommaz1onc dei mercati mondiali >1. Ed è ancora il sig. Hyndmann che il 10 marzo 1915 scri.veva a 9eor~es ~lémenceau riguardo alle esitazioni p~c1fi st-! dei capi del! I. L. P.: «Non su.ssiste l'ombra ~1 un dubb_io che la sch iacciante maggioranza di questa isola non sia per la guerra. Il partito operaio parlamentare (thè Parliamentary Labour Party) tranne una mezza dozzim. di pacifisti od anche meno, è ~1gualmente favorevole alla guerra. E non è tutto, pcrchè centinaia di mi· ~liai a fra i due milioni di soldat i che si trov ano attualmente sotto le armi, escono dall 'arnbiente dei lavoratori. • - 37 - - e non dei lavoratori non qualificati e mal pgati, ma dalle file dei più autentici Tradunionisti. In tal modo, ilell 'ora attuale, in un solo esercito, non vi sono. n:eno di 200.000 minatori, il cui salario, nel! 'atto in cui s1 ar1uolarono, era di dieci franchi al giorno, e che avevrno t~ltti il lavoro assicurato in quel momento. . Io vorrei bene che il sig. Ramsay Mac Donald, Keir Hardie e W. C. Anderson, andassero a padi;re a tutta queìla gente, per tentare di lavare, sia pure n:olto l~g~ o-ermente, i carnefici di borghesi, di donne, e d1 bamb1111 nel Belgio e nella Francia settentrionale!. .. » . , . Questa lettera venne dire tta all 'Homme Enchai!le in seguito alla emozione provocata in Francia dalle riserve e dalle restrizioni di alcuni fra i membri dell 'I. L. P., in occasione della conferenza di Londra, del 15 febbraio 1915, fra i socif.!isti delle nazioni alleate. Questa conferenza aveva stçntato a mettersi di accordo sui termini di un ordine del giorno, appunto a causa delle s fumature di opinioni esistenti in Inghilterra ed in ~ussia_, fra i rappresentanti dei p~rtiti estremi. Questa di~colt~ apparirà normale a coloro che avran seguito i part1colan da noi precedentemente riferiti~ Ma per attenuarne _ancora l'effetto, 27 deputf.ti o,ç erai ingles i, apparte~entl. al Labour Party, indirizzarono, nel marzo 1915 ai S?CtaJic;ti belgi e francesi, una lettera di simpatia, in cui era detto : " Noi riconosciamo che voi difendete, non sol" le vostre libertà nazionali, ma che combattete rnche per la libertà dell'Europa intera contro il dominio del militarismo dispotico. Noi sentiamo la più grande ammirazione pel vostro coraggio, ed i nostri sentimenti sono condivisi dalla massa dei lavoratori organizzati della Gran Bretagna. Centinaia di migliaia di tradunionisti, indignati dall a criminosa aggressione della Germania hanno voloDntariamente raggiunto I'esercito formato nel Regno Unito, per combattere coi francesi ed i belgi. i\;oi abbiamo sopportato tutte le misure atte a frTe di questo esercito di volontari, un grande e poderoso strumento per la difesa della democrazia e della civiltà contro 1 ~ forze dell'autocrazia e del dispotismo. Noi vi ~sir.u narno? compagni francesi e b elgi, che s iamo con voi con t'.ltto ti ,cuore e l'anima, nella determinazione di liberare • :._ 38 la Francià ed il Belgio dal! 'in , . . bilimènto dei territori 'as.ore, d1 ass1curae il ristapcr sempre alla minacci'"cvdaesltamt1.•,.te _por fine, una volta D · Il ' " 1 1 ansmo r a ora ad oggi man man h . · d~lla guerra europea i soc? ~ s! sono. sv9Iti gli eventi meglio c0mpreso il 'eric ia ist1 inglesi hanno sempre 0 mçcrazia I'imperialis~o te J~s~he Jahceva correre alla de0 grandi proteste, delìe le i e .anno açc~ttato senza (luglio 19 l 5) 1·1 .gg com~ Il « Murut1on Act » 1 bre, dichiara~d~ re~~~~~e~~~r~~ e finanziari del set!emstrata la necessità avrebbe h • ove ne fosse d1mobligat~ria. · - - 1 ro anc è accettato la leva ...ob- d f vt. Russia La situazione dei Russi è ben altrimenti difficile r.·. esporre. Bisogna anzitutto notare, che, a causa del dispo tismo dello Zar, l'organizzazione del partito è quivi quas. segreta e qualsiasi informazione precisa sulla sua importanza e sulla sua azione, non può venir pubblicata. Ricordiamo che nel 1912 Roubanovitch rispondeva ~d una domanda di statistica, che gli aveva diretta l'ufficio socialista internazionale : << La sola informazione che nei possiamo darvi, è il numero dei membri del nostro partito, che sono prigionieri dello Zar o relegati in fortezze, prigioni, luoghi di esilio ». Ogni pubblica manifestazione di una volontà ostile al governo è repressa con la più terribile severità. E' veramente difficile, in tali condizioni, di considerare la Russia come uno stato politico analogo a quelli di .:ui abbiamo parlato finora. Rammentiamo soltanto alcuni fatti : Allorchè la questione dei crediti di guerra venne in discussione alla Duma, Valentino Khanstoff dichiarò: << Una calamità terribile e senza precedenti si è abbattuta sui popoli del mondo intero. Migliaia di lavoratori vennero strappati alle loro fatiche e piombati in un torrente di sangue. La guerra è cominciata. Nel momento in cui i governi europei vi si preparavano, la classe operaia de! mondo intero, coi tedeschi alla testa. ha protestato con voce unanime. Il cuore dei lavoratori rnssi è con la classe OJ?eraia d'Europa. La guerra è provocata da una politica di espansione, di cui le classi dirigenti di ogni paese sono le sole responsabili. « La classe operaia dei paesi belligeranti non era abba- ' • - 40 - stanza potcnll' per pret•er1ire questa guerra , ed il ritorno ani barl1Jric: clzc TIC sarà il risultato. Ma noi siamo con11nt1 che essa trol'erà, nella solidarietà del proletariato mlcrn.do11alc, i mezzi d'imporre la pace ad una prossima cdcn:J. • Le conJizioni di pace do11runno esser dettate dai popoli e llfln d11i diplomatici. Noi siamo co111·i11ti clze questa guerrù apnrJ Jefinitframente gli ocelli delle grandi masse europee, mostrando loro le Pere c<111se dell'oppressione clz.e sub1scv110, e che q11csl11 esplosione di barbarie sarà l 'ultima». In seguilo n quesra dichiarazione, il cittadino Khanstoff, cguito dai suoi amici, abbandonò la sala delle sedute, cnza votnre 1 crediti militari e la fiducia al governo. I due giornali socialisti di Pietrogrado venne~o so~ i::rcssi e gli editori imprigionati. Altri giornali dt n:ov1: mento operaio e cooperativo, furono egualmente v1et~~1 e poco dopo la dichiarazione di guerra, non esisteva ptu in Hussia alcuna traccia di stampa socialista. .. Le persecuzioni polirichc si moltiplicarono con la fll~ estrema severità. Furono contestati i diritti dei Polacchi, dci Finlandesi e degli Ebrei, benchè il governo dello Czar "otto l'influenza della democrazia francese, avesse lasci~!<; ~perare ai Polacchi la loro autonomia. ~i. com·: prenderà come in tali condizioni, fosse impo~s 1?1le a1 socialisti russi di aderire ad un governo che nvelava ancora una \'Olta, brutalmente, le proprie tendenze auto: cratiche e reazionarie. Un gran numero di socialisti russi era dunque ostile alla guerra, prima per la sua es.senza, e roi perchè era stata decisa dallo Czar., No~d~m~no, quest'opinione non cr~ unani1:11e e? alcuni soc1alt~tt o~ nnarchici. ampliando 11 proprio onzzonte, e parttc?lar mente il principe Kropotkine, comprendevano 1~ pericol~ che rappre<:entava l'imperialismo tedesco per la ltbertà dei popoli in Europa. Nel novembre 1914 Emilio Vandervelde, capo del ~o cialismo belga. indirizzò ai socialisti russi un messaggio, del quale ecco un estratto: « La disfatta, non dell~ Ger: mn•1ia , ma dcl junkerismo prussiano è una ques!10ne d1 vira o di morte. Se il Belgio potesse essere d1s~r~tt~, vinte la Francia e l'Inghilterra, e trionfasse il m1hta:1s1110 tedesco, sarebbe questo, pel progresso dell'umanità • t, 41 - e lo sviluppo della libera esistenza delle nazioni, un ostacolo considerevole e prolungato. I democra tici , i repubblicani e socialisti del Belgio, di Francia ed Inghilterra, hanno deciso di spendere tutte le loro forze, allo scopo di prevenire un simile disastro. Le nazioni che hanno una forma di governo democratica debbono poter fare assegnamento, in questo orribile conflitto, sull 'aiut1) armato del popolo russo. Vi erano due gruppi, nella democrazia sociale russa : l'uno e l'altro ostili alla guerra, ed accolsero con freddezza il. messaggio del leader socialista belga, esprimendo l'o~i n1onc che, se l'egemonia militare tedesca costituiva un pericolo per la libertà, l'autocrazia russa sembrava lor·) un pericolo molto più temibile ancora e che non era loro possibile conclude~e l~ minima tregJa con uno spietato oppressore. Tuttavia, Il corso degli avvenimenti sembra che abbia ~od.ifica!o, alm.eno presso alcuni socialisti, ques to punto d1 vista mtrans1gçnte. E s i è potuto constatare nel febbraio del 1915, a Londra, che tutti i deJeaati del!~ varie gradazioni del socialismo e della democra~a russa s~i erano associati all'ordine del giorno che fu votato dai Francesi, Inglesi e Belgi. Una lettera di Kropotkine pubblicata nell 'Humanité d~l 5 ottobre 1915, diceva : « Bisogna aiutare a schiac~1ar~ il nemico delle nostre più care aspirazioni : il militarismo prussiano e l'impe rialismo tedesco. Liebknecht e Bebel han già lottato in tal senso nel 1871. Anche ~akounine (vedi lettere ai francesi). Non ci è permesso rimanere neutrali, poichè nel caso attuale la neutralità no~ ~ostituirebb~ che l~ complicità a favor~ dei loro pugni. d1 ferro. Gli alleati vinceranno, i diritti delle nazion~l!tà al loro libero sviluppo saranno riconosciuti, il princ1p10 federale troverà la sua applicazione nella nuova carta d'Europa. » Ci riesce estremamente difficile d'essere informati con esattezza s u quanto accade attualmente in Russia però sembra ch e in occasione della famosa sed uta dell~ Duma che, d?po la conquis ta de lla Polonia ed i rovesci russi, att~s t~v~ il magnifico risv eglio delle energie nazionali, i soc1~l!st1 russi si siano uniti ai partiti liberali ç dernofrat1c1 per opporsi a qualsiasi pace separata e continuare a lot~a .§.i!_l9 ID fondo. • - 42 - - Questo apprezzamento è confermato da un manifesto pubblicato nell 'Humanité dell'ottobre 1915, come risultato di una conferenza cui partecipavano, in fraterna arlJWnia, i delegati della frazione sociale democratica e di quclìa socialista rivoluzionaria, come Plekhanof, Bach, Deutsch, I. Axelrod, Alexinsky, Onipko. Esso diceva : ,, La vittoria degli Imperi Centrali sul fronte occidentale equ ivarrebbe al trionfo dèl principio monarchico, appena limitato da istituzioni cQstituzionali, sul regime ùcmocratico, che si va affermando in Francia ed Inghilterra e che non era più lungi dal trionfo nel Belgio. Per conseguenza, la vittoria degli alleati della Russia è altrettanto desiderabile, nell'interesse della civiltà, della libertà e del socialismo, quanto la vittoria russa in sè stessa. Così gli interessi essenziali dellè laboriose masse russe, sia quelli presenti, che quelli della loro liberazione economica e politica avvenire, impongono ai :;ocialisti come a tutta la democrazia rivoluzionaria Ji cui il socialismo forma l'avanguardia, il dovere di prtccipare atfivamente alla difesa del paese. » VII. Serbia II '- · 43 - Ancor prima cieli 'inizio delle guerre balcaniche, il g rùppo socialista 9e1 Parlamento serbo avevà insistito a favore della creaz10ne di una Federazione dei Balcani, e votato contro i crediti di guerra (2 luglip 1912). In talè oçcasione, tutti i capi dei partiti borghesi approvarqno l'attitudine del governo e gli pr9misero il loro appoggio. Il capo del partito socialista Lapchevitch si dichiarò, a nome dei suoi partigiani, contrario alla guerra con la Turchia e faivofevole ad una Federazione democratica fra gli Stati ba'léanici. . Nel periodo della seconda guprr.a balcanica, l'azione del p~rtito sodaiisù serbo fu ancora più coraggiosa ed esplìc1ta. Nelle elezioni del 3 aprile 1912, i socialisti erano riqsciti ad assicurarsi due seggi in Parlamento e 25.ÙOO voti su di un totale complessivo di poco più di 300.000 vot~nti. Essi àvevano dpi candidati propri solamente .in sei circoscrizioni, e dichiaravano che avrebbero potuto rav cogliere 50.000 voti, se a\ressero presentato un maggior numero di candidati. 11 12 ottobre 1912, Lapchevitch, deputato di Belgrad~. tenne al Parlamento il seguçnte discorso, che ha tutto il valòre di una vera profezi a : « Noi siamo contrari alla guerra fra i popoli dei Ba~c~ni, non solo pçrchè la guerra sarebbe cruenta _ed or~1b1le, •non solo perchè essa provocherebbe la rovma dei Balcani, ma per le indirette conseguenze che. P!Odurrebbe, e la cui prospettiva appare sin d'or~ terribile, anche nel caso che le potenze non abbiano ancora realiz.zato u11 accordo sulla divisione dei Balcani. • - Serbia, nazioni che parlano dialetti derivanti alla medesima lingua madre, nazion i i cui costumi, le cui tendenze sono identiche e delle quali so no affini la attività industriali e gli interessi. I partiti social i d-cmocratici di Serbia e di Bulgai'ia levano la voce in un 'energica protesta, contro l'odio artificioso che le classi dirigenti vanno eccitando e che non può condurre D.d altro risultato che a conflitti armati ed alla distruzione dei popoli balcanici. Contro la perko!osa opposizione organizzata dai nostri dirigenti , i gruppi capitalistici, i capi militari e la borghesia senza scrupoli, i partiti socialisti della Bulgaria, Rumania, Grecia, Bosn ia, Erzegovina, Croazia ~ Slavonia, come pure i democratici e progressisti montenegrini ed albanesi, insistono nerchè si lavori alla unione delle nazioni balcaniche, nell'interesse del loro s viluppo, una Unionç delle nazioni balcaniche nella Federazione delle repubbliche dei Balcani ». Le medesime idee vennero espresse al Congresso socialista serbo a Belgrado, nel maggio 1914, dopo la seconda gu~rra balcanica, dal Signor Sakasoff, di nazi rnalità bulgara. . Il 1° agosto 1914, rifiuto di votare i crediti. Laptchev1tch giustifica tal.e rifiuto dicendo: << .C.he il Governo non aveva fatto tutto quanto era possibile pel .mantenimento della pace, poichè aveva ~i dotto la Serbia ad un ponte fra la Russia e la Francia ed a un? .strumento di cui tali paes i si servono pei loro personali interess i. .. ». Chè. se pure tale decisione non sia stata ancora defi- nit. vnmcnte adotrnta. la guerra non mancherà di provocare I'inten•ento di qualcuno dei grandi Stati capitalistici interessati e questo intervento può pro\'ccare una conflagrr.zionc gencra!e in Europa, un macello generale con la conseguente scomparsa dci vantaggi economici e politici dovu:i agli sforzi delle precedenti generazioni, che lavorano dn secol i per realizzarli ». li primo ministro serbo, Paschitsch, in un discorso da lui pronunziato dinanzi alla Scupci na , nel maggio 1913, aveva mO$SO un attacco, oltremodo commentato, contro la Bulgaria. I socialisti pubblicarono la seguente proposta di una Confederazione balcanica : u La Democrazia Sociale > chiede nuovamente, come hn spesso fatto per il passato, l'immediata cessazione delle O~tilità cd il richiamo di tutte le truppe, affinchè possano ritornare ad un lavoro utile ed alla civiltà. Il partito sociale democratico serbo denuncia energicamente le lagnanze, i conflitti, le inimicizie che possono a\'erc come solo risultato quello di accrescere l'amarezza csi:::tente fra le nazioni balcaniche e protesta contro qualsiasi tèntanvo di strappare aile nazion i balcaniche i loro diritti all'autonomia. Il partit socitlle democratico è di avviso che la penis.,l.1 Jei Balcani è formata da un insieme di nazionalità, che non può venir diviso in linee geografiche corrispondenti alle rrspettive affinità nazionali. t.;na d1\isione territoriale in istati non apporterebbe la desiderata unità. Al contrario, ciascuno di tali stati di,·crrcbbe l'oppressore di un gran num ero di abitanti stra: nieri. Noi denunciamo apertamente, in conseguenza, ogm tentati\'O di procedere a tale divisione della pen i~ol a bai: canica. Offriamo invece il nostro appoggio alla umone dei popoli balcanici; noi siamo convinti che soltanto la f?rmazione di una Federazione dei Balcani potrà dare a ciascuna nazione la propria autonomia, assicurando ad ognun.1 il progresso nei campi dell'industria e della cultur~. Poichè noi consideriamo che una tale Federazione c~st~ tuisc:i l'unico mezzo di dif~sa contro le brame impenalts tiche o coloniali delle Potenze europee. }I part ito sociale democratico serbo vede con o~rore la prospettiva d'una guerra fratricida tra la Bulgaria e la • 45 - 44 - I • -47- 46 - Vili. Italia L'Italia è certamente uno dei paesi nei qu~!i riesc più interessante a studia_rsi la questio.ne che c1. occupa Lo difficoltà di esporla ~:11ar.a11_1e11te de1:1va però, in quest~ caso non dalla penuria d1 informaz10111, s1bbene ~alle: loro 'abbondanza, eJ occorre 1111? sforzo pe:, rattene~s~ ~f81 limiti delle linee essenziali. Glt è che all indoma~1 e dichiarazione della guura europea, avendo I !tait.a pro: clamata la propria neutr~litil. questa apparv~ a. tutll ~0~1~ una soluzione provvisoria. e dur~nte b~~ d1e?J. ~es1,_ P. possionate discussioni, disc;orsi d1 uom~n1 ~01i_11c1, ~ricol~ di giornali e riviste. libelli cd opuscoli ag11a1 ono pr~ blenrn di sapere se 1·1talia anc:b~c o ~len.o abban ona la sua posizione neutra:e per allinears1,. si.a ~ccanto ag i imperi centrali. che ag!i alleati. l socialtst1 no~d:1f~~ carono. nati.lralmentc, ~1 ~vere una parte oltrem portanic in tali discuss10111. . Sotto l'aspetto della rappresentanza p~rlame~tare, ~t~f~ cialisti itali:rni contano circa 70 deputati su .d1 unci~lista fra costoro 40 appartengono al parttt? ~o. 'f r d1. ~~os. ' · · · h· soc1altst1 ri O• itnliano detto (( ufficiale», 2_0.s1 .c iadman? d'ffìc'li a clasmisti. ed altri IO sono deglt 1nd1pen enti, ' I siticarsi. fil gran numero di I riformisti contano nelle loro e. u~ 1 Ii J'eloer"onaggi notevoli rer ie loro. doti ~nte! et!ua , olare "d ·1 '·•rattcre . . fra tultl, spec1ahnenle popQ p ~ quenza e i c.. . . . ' . d utato di Roma. ueè Leonida B1sso.at1, ?P . E eva sin c d influ"n'c ' " ' · dò Jt a dec1ders1. sso av sto gruppo non. tar . n:o o "iato la dichiarazione d:ii primi giorni fortc~:cn~c app?gl:> 1·n tal modo a svindi neutralità. perch~ ldltf ha Tv~n(~~ Alleanu e rendeva colarsi daile strettoie e 1a np 1 · d • f un indiscutibile servigio alla Francia, liberata in tal modo da qualsiasi preoccupazione riguardo alla sua frontiera meridionale. Ma ottenuta questa prima soddisfazione, i socialisti riformisti si diedero ben presto ad un 'attiva propaganda in favore dell'intervento italiano a sostegno degli Alleati. La ragione che determinava tale propaganda, era la minaccia del pericolo che l'imperialismo t9desco costituiva per la democrazia internazionale, per la libertà dei popoli, e la civiltà europea, nata dalla rivoluzione francese del 1789. Lo sprezzo della Germa.nia pei trattati, il barbaro sistema col quale continuava la sua guerra, le costanti violazioni da parte sua del diritto delle genti, erano naturalmente, pei socialisti riformisti, altrettante occasioni per giustificare la loro t9si. II pericolo slavo li interessava ben poco ed essi non sentivano una sistematica ripugnanza per la guerra che d'altronde, nelle circostanze attuali, appariva loro siccome difensiva, essendo I'I tali a direttamente minacciata nella sua esistenza, così come i suoi .interessi ed i suoi ideali lo erano dalle brutali pretese dei tedeschi all'egemonia mondiale. I socialisti riformisti presero in tal modo parte attiva alle agitazioni provocate dai democratici, radicali, repubblicani, nazionalisti, irredentisti, i cui disparati elementi costituivano il partito interventista. Il partito socialista italiano detto ufficiale, da lungo tempo più importante, e che comprende tutta la classe operaia organizzata, dimostrò un'attitudine del tutto differente. Esso si votò al neutralismo per principio, semb:a_ndogH imposto dai deliberati dei Congressi internaz10n~li la irriducibile ostilità alla guerra. Gli oratori del P~rt1to ed il grande quotidiano socialista << l'Avanti! » difesero con accanimento la tesi neutralista. Questa compre11deva del resto una grand9 varietà di gradazioni. Si trovavano compagni ostili ad ogni sorta di azione armata, anche per difend_èrsi, ed il loro neutralismo giungeva sino alla teoria tolstoiana della non resistenza al male. Se ne trovavano altri che, commentando gli antichi articoli di Hervé, spesse volte mal compresi, negavano la Patria e pro?lamavano l'indifferenza. per un proletario, di essere ita.hano, tedesco o chinese. Vi erano inoltre di quelli, pe1 qu&li la neutralità rappresentava non solo l'astensione • - dalle operazioni militari, ma pur anche l'imparzialità di cuore e di spirito, che imponeva l'astensione da qea!siasi manifc tnzione nell'uno o nell'altro senso. Alcuni parteggiarano per la neutralità assoluta, altri per una neutralità rellHi\'a. Taluni caldeggiavano una neutralità inerte e passiva, altri una neutralità armata e minacciosa. Quanto alle simpatie pei bèlligcranti, nel partito socialista italinno riuscivano oltremodo divise; la maggioranza era fa\'Ore\·olc alla é:lemocrazia francese, mentre un 'importante minoranza restava pur sempre sensibile al prestigio tedesco. Queste divergenze sparivano però quando si tratta\•a del Belgio: si può dire che tutti furono unanimi nel condannare la violazione della neutralità belga ed il modo atroce col quale la guerra venne condotta nel Belgio. Nel novembre dcl 1914, un certo numero di socialisti del P. S. I. compresero d'un tratto la natura snervante e perniciosa pcl proletariato, delle teorie neutraliste. Un giornalista d'ingegno che aveva, per due anni, diretto con successo l 'A 1•anti!, Benito Mussolini i cui antecedenti ri\'oluzionari lo designavano per la 1'otta e l'azione. rassegnò bruscamente le sue dimissioni da direttore del grande quotidiano socialista, fondandone un altro: il Popolo d'Italia. nel quale si accinse a predicare wn mistico ardnrc la guerra immediata e necessaria. Chi vorrà consultare le collezioni dell'Avanti! e del Popolo d'Italia durante i mesi che vanno dal dicembre 1914 al maggio 1915, vi troverà, accanto ad incidenti personali e di interesse locale, invettive superflue ed attualità decadute, tutto quanto possa offrire la letteratura socialista di notevole nella discussione della guerra e della pace. Mussolini \'Cnne solennemente escluso dal partito. ma non per questo egli cessò la sua propaganda e sarebbe puerile il negare che essa abbia conservato carattHc socialista. Nel corso dei primi mesi dell'anno 1915, fautori ed avversari del! 'intervento provocarono frequenti manifestazioni che degenerarono talvolta in disordini. A Reggio Emilia, vi furono dei morti. Battersi per non combattere, tale era l'eccesso paradossale cui giungevano i socialisti s0vreccitati !... Ali 'inizio della guerra, i socialisti e tedeschi e particolarmente il deputato Sudekum vennero a sollecitare le • - 48 - 49 - simpatie dei compagni italiani, ma simili passi sembrarono sospetti ed ottennero piuttosto un risultato negativo. Più tardi, nell'aprile 1915, allorquando la decisione del! 'Italia parve imminente, Gustavo Hervé, attraverso la gran luce della stampa quotidiana, si rivolse ali 'on. Turati, la personalità eminente del P. S. I. scongiurando!? di abbandonare la neutralità per impegnare l'Italia a difendere, accanto alla Francia ed all'Inghilterra, la causa della libertà dei popoli e della democrazia europea. ~'on ..Turati rispose, pur senza dissimulare la propria s1Tl'.patia per la causa degli Alleati, facendo osservare che egli credeva servir meglio la causa dell'Internazionale, mantenendo una neutralità relativa. La risposta dell 'onor~vole Turati sembra l'indice di una certa èvoluzione compiutasi nel suo spirito. ( 1). . Evo}uzione che nel tempo stesso, si è prodotta in tutto li partito, che .venne abbandonando, a poco per volta, l'aspetto .aggressivo del suo primitivo neutralismo. Esso ha rinunziato, per ~sempio, a qualsiasi tentativo d'impedire, P,er m~zzo deiio sciopero generale, la mobilitazione del! esercito ed ha lasciato che I 'I tali a decidesse la guerra nel mese di maggio, sènza tentar di ricorrere alla som1-r:ossa per impedire la manifestazione dell'opinione naz10nale. . ~ondimeno, il P. S. I. è rimasto fino all'ultimo insens1~1le e ta!vol~a anche ostile alla febbre generale che sospmgeva 1 Italia alla guerra. Nel suo Conll'resso di Bolog~ia, dopo aver ripudiata, come disonorev;le ogni forma d1 ~e?tral~tà retribuit.a, e~so ha mantenuto i~tegralmente tutti 1 suoi precedenti del!berati. Le ri~elazioni fatte da un giornale francese, nel luglio l 915, c1 han.no nppreso che al detto Congresso di Bolog~a~ off~rte. m danaro erano state avanzate al partito socialista italiano .da ~n sedice~te person2ggio americano. presentato dal c1ttad1110 Greuhch di Zurigo. Bisogna cons~atare, ad onore del P. S. I., che tali offerte vennero ~gnosamente respinte, ma rimane pur sempre singolare ù1 atto che esse non siano state portate a conoscenza e 1 pubblico. f • p>DSi veda nel mio 'olume: «Un Belf!a i11 Italia a1·anti la guerra» •. • · ESTRh: 1 socialisti e 1a nuerra è11ropea. 1 intervista con l'oo. Turati. 4 • - 50 - 29 Fu l'on. Turati che, nella discussione. decisiva _de! maggio 19 15, giustificò alla Camera ~e1 Deputati I attitudine del partito soc'al" y1, il qu_ale rifiutava! malgrado il generale entusiasmo, dt votare 11 progetto d1 legge che accordava al governo i pieni poteri contro I~ g~ erra . E due g:crni dopo, il 22 magg:o 1915, la. d1rez1on~ d~I P. S. I. pubblicava un manifesto ~iretto a1 proletan d Italia, che termin ava coli~ seguenti ~arei~: « Ab?asso la f1uerra!n. «Viva il Social1smof)) e «Viva l lnt e r:z~zion~l~!>~ ' Dacchè la guerra è stata dich iarata, i munic1p1 s~1al1s~1 delle grandi città si sono però associati al1le -0~er~ ~1 ~s~: stenza civ ile che furono con ~ egucn-7 c deila d1ch1a1 az:c . di guerra. - 51 - IX. Bu&garia Il partito socialista c:-3. r::!~presentato alla Camera nel 1911 da un solo deputato : Sakasoff. Egli rifiutò il suo voto ai crediti di guerra nell'ottobre 1911, dichiarando che i socialisti bulgari miravano ad una confederazione balcanica, non in vista della guerra, ma sibbene allo scopo di assicurare la pace. Ques ta attitudine venne consacrata, nelle elezioni del 1913, da un gran progresso dei voti socialisti, che da 25.000 ascesero a 107 .000 ed il partito venne rap,i:resentato in Parlamento da 37 membri, di cui 16 « stretti )) e 21 « larghi l> . La Lega dei contadini, che era stata la principale organizzatrice della vittoria, reclamava le dimissioni di tutti gli ambasciatori ed ufficiali superiori dell'esercito, l'organizzazione d ·una repubblica democratica e di una Federazione degli Stati balcanici. , Nelle elezioni del marzo 1914, il governo riuscì ad arrestare i progressi del partito socialista ed a frus trare gli sforzi della Lega dei contadini. Il 24 novembre 1914, alla Scbranje, il gruppo socialista, fedele alla propria tattica, ostile a quals iasi guerra, presentò una doppia mozione, chiedendo : 1. La convocazione di un Congresso per costituire una Federazione balcanica; 2. Un a.i:pello alle naz ioni neutrali pel consolidamento della pace. I deputati appartenenti alla frazione opportunistica, fra i quali Saka.soff, votarono la prima parte della mozione, ma rifiutarono di votare la seconda. )Non sappiamo quale sia stata 1'attitudine de i socialisti bul~ari in occasione dell'entrata in guerra della Bulgaria nell ottobre 1915; è probabile che dessi siano rimasti ostili alla .Folitica reale. • - 53 - CAPITOLO II. NER PAESa NEUTRALI Osservaziona generali Socialismo e neutraBità Nei paesi che non sono stati trascinati alla guerra, i .sentimenti socialisti offrono evidentemente minor interesse di studio, ma nondimeno non ci sembra possibile trascurarii completamente e non osservare, alr.1eno sommariamente, il modo col quale i socialisti dei paesi s uddetti hanno valutato gli avvenimenti .attuali. Come partiti organizzati, ~ssi non ebbero bisogno di pronunziarsi sull'attitudine da assumerç di fronte alla guerra, perchè, avendo i loro governi deciso la neutralità, riusciva loro sufficiente il prendere passivamente atto di tale decisione. Ma ciò che accadèva oltre le loro frontiere era d'un interesse troppo universale per poterli lasciare indifferenti, ed i loro capi come i loro giornali si son trovati necessarfamènte spinti ad indicare da qual parte fossero le loro simpatie e quali gli argomenti, mediante i quali credevano ài poterle giustificarç. Prima di addentrarci nell'esame di tali opinioni, mi sembra utile soffèrmarci per poco a considerare, in tesi generale, dal punto di vista socialista, J 'atteggiame~to neutrale. Si crede abitualmçnte che questa attitudme sia normalmente socialista anche a causa del1'errore costantemente professato dal partito nei riguardi della guerra. Questo opinione a mè sembra invece com- - • • . - 54 pletamente falsa cd a parer !11i?, il .neutral.is!11o. è, al contrario, quanto di meno socialista sia possibile immaginare. . Allorchè scoppia una guerra f~a due Stati, I.a s?v~a nità degli altri permette loro evidentemente d1 d1ch1arare che essi non intendono immischiarvisi, e che resteranno neutrali. E' questo un diritto incontrastato, niello stato attuale diei nostri usi internazionali. Ma l'uso di tale diritto non può spiegarsi che con delle ragioni di indifferenza, di eg.oismo., di yigli~ccher~a. o debolezza. Si possono concepire det cas.1, nei. quali ti. conflitto non interessi in alcun modo gli statt neutrali, ed allora l'indifferenza è legittima, non soltanto dal punto di vista del presente diritto internazionale,. ma da un superiore punto di vista m~rale. A.I contr~no, accade so: vcnte che il conflitto 111teress1 constderevolmen.te .' neutri non solo nei loro beni materiali, per via dt npercu;sione indiretta, ma anche nei beni mor~li, i loro sentimenti e le loro speranze. In queste ultime eventualità, la neutralità rappresenta semplicemente la .espressione del desiderio di non partecipare alla lotta e dt essere preservato dai suoi r~s~hi; la pa~ra dei co.lpi e la _Pi~ bassa preoccupazione degli 1mmed1at1 vantaggi matertalt, sono in fondo alla proclamazione di neutralità. Ora basta osservare che,_se si fosse ragionato nella società degli individui come si fa oggi i~ 91;1ella .dellè nazioni noi saremmo ancora nello stato pnm111vo d1 barbarie. À misura che gli uomini sono usciti dallo stato 5 elvaggio e cominciarono a vivere in gruppi più o meno organizzati, essi non. tardaron? a . comprendere che. al: cune azioni tendenti al sodd1sfac1mento delle pass10111 individuali, 'erano contrarie alla prosperità del gru~po: In tal modo si vennero accennando delle confuse n?z10111 di morale. Si è dichiarato che era mal fatto u~c1d~re! fcri re, spogliare della tribù; poscia, . s~c~ome tait az10m si rinnovavano, a dispetto della pr.01b.1z1one, fu. constatata la necessità di dare a tali obbl1gh.1 un~. sanz~onc. ef_fettiva ed in tal modo venne creato ti D!fltt?, -·m v1~tu del ~uale la forza di tutti si impegnava ad mtervemre nei conflitt.i individuali allo scopo di proteggere la debolezza impotente a difendersi da sè stessa. Così potettero costituirsi (i svilupparsi le società urn;rne. Noi non - 55 - abbiamo ancora raggiunto tal grado di civiltà nçlla società delle nazioni; indubbiamente però, siamo già per: venuti a quel primo periodo, in cui delle regole morah sono state dettate per I.a coscienza di tutti. Il diritto delle nazioni è tècnicamente proclamato ed il modo con cui gli eventuali conflitti sorti fra di esse, vanno regolati. è teoricamente ed anche minuziosamente stabilito dal!·e convenzioni internazionali, specialmente da quelle dell'Aia. Ma qualsiasi sanzione effettiva fra gli uomini, non lo è ancora altrettanto fra le nazioni; nè essa potrà esserlo che solo quando la forza di tutti interverrà per proteggere la debolezza impotente a difendersi da sola. Per raggiungere questo grado superiore di sviluppo di civiltà, sembra dunque necessario che per l'avvenire l'intervento costituisca la regola e la neutralità l 'eccezione. A quale scopo proclamare solennemente delle massime di diritto internazionale, se, pur essendo stabilito che tali massime non possono venir violate allorquando appaiano incomode, non sia espressamente convenuto che gli. aderenti a tali convenzior<.: internazionali, s'impegn:no, non solo a rispettarle, ma sopratutto a farle rispettare dagli altri? Comprendo benissimo che in certi casi estremi, tale intèrpretazionc del diritto internazionale possa. condurre alla guerra, ma l'azione armata rappresenta, m tale eventualità, la condizione stessa del progresso ed i~ m~zzo indispensabile di prevenire altre guerre, altre violenze ed altre ingiustizie. Non può ess~rv~ un socialista il quale, desiderando la pace ~ra l~ naz10111 ~ la soluzione delle controversie internaz1onah. pe: via 9i arbitrato, non debba pur ammetter~ ~a ~ost1tu~1one .d1. una .for:za capace di far eseguire le dec1s.1on1 degli arbttn e richiamare al dovere i recalcitra n t1. . Occorre, anche in tale dominio, sostituire alla dottrtn~ borghese del ciascur.o per sè la regola socialista d cl!d't•n oo t tt. . , • ., .,r u i e tutti per uno. Sarebbe ridicolo e contratt~ttono proporre la solidarietà degli individui ma rig e ... re q~ella delle nazioni. ' .Bda~ffta mol.tre riandare I 'azione costante del socialismo t t · ere 11t 1 · d . cr . P.aesi ~ una .ventma d'anni a questa parte, P convincersi eh~ e la via dell'intervento, e non della nc • --56 - - la Q;!a:e si dirige il pènsiero d~i f--· ~ : .:.\-:'~1.....;.;._ ~ -: ~e' _;.l -· • ·o: J; tbb:-mo YiSti. inscer:Ji~ d~ ~ -·· \e :;m vo!ta eh_ degli opp:~ss1 ncn j ~~rntJ ..ippdio : per gli ..\rm:::ii m::is- -o · 1-.......- -l,· .:._::: r:-1 ...:i -1= ~~..... i ,....,r.: ... _ t-• .... ...~"uitati in Russia ' p~i Finlanloro Jrrini. t:ei Polacchi orb ti dL; !a loro -~ _-t-. i;:ei B. ~ri _'Air· -:-a, pei lib<!ri pensatori d1 Spagna ---S-~~~ d • •ra ;:-on:an:i~ di Ferre:-, e::c., ecc. Senza !.:~- J •·:i q~~,:-it ,._ ri ~-a.i, non si tr:111ava che di maniL i·.:rlom v.r" :.h. ,:·3rnrsi. riunioni. proclam:. ordini del ......... , o. •~\-... i..,:,onnn -.u~r.orre che la sincerit'.l di tali dib ....._.,., .... ·- .;:: - ... l"r r~ '-trazioni 5~re. he ar.darn ben più lontano, se quelli _';e , i p!rt~ ;!!v.rno ne in-essero avuto il potere. Che 51!-e-1::-x ir.:nni :?Xaèmo, se i soc.~ listi fossero ~~s.ti i ~ ...:rnni in uno oj in molti di queg'· Stati i~ c~i ::i 5, .;e' ::\l ?~ i::ro;::agJn:!e èa me ac~ennate? L opini ~~ ru~":r~ n n fnrebb~ for::.e rr~teso. dal gov~rno u:l · .. · ~ :~s!·:l:::J a .:!ar J: u:la s0Jd1sf:::z:one pratica? E .~!' . \T':'':. :-ero r. tU!O allo;-a obbiettar~ i partigiani della n,"t:tra!1: ~I.::-!~n1-t1: ? :· :'. :-:"•. .:!un •u.:- e\ld:-nt::- rh;:o, appunto a causa dèlia ~t- 1 • . ' ·:. ..:d sno i'c-sle. in rngione dd a legge ch_e esso ::- ~ .... di J:f.?nier.? !tmi gli opp~ess i , il partito s:::i~ s tf)\ -esistibilmenre tr:1.-:cinato verso l'intei'. , S: \ :, s.? •• ·1~1 deik b~nefkhe cons~gu.;nze dell~ t _- · .' .:.., ;~·r'ç-cs ·:.i ojiern!?, il trionfak progresso d1 ~-..;:: ............ ~ \,,, ~ ,:o.I .... ~ . " """'()fl"''t'::\.) 57 - :letto, come apparisse destituita di fondamento tale affermazione. Ma devo pur confessare un certo fallimento ji quanto si poteva attendere dal socialismo, allorchè ci s i affaccia la constatazione, che farèmo tra breve, che in nessuno dci paesi rimasti neutrali, i socialisti ebbero il coraggio di sfidare l'impopolarità, reclamando l 'intervento. Si sono invece docilmente so ttomessi alle prudenti c.) t::ilvolt:i in teressate consegne di neutralità, secon~o il loro. ambiente, e nessuno ha parlato di giustizia e d1 generosità. ' ' f , ., ·..; . ,, :r:. n,"'. ~ S<:l<:> fo·sc !"intervento la dottrma so: ·ì::,\ì:-:tn .. i .:;.:.:-s: •.. ni .1"'''. re riguardi dei ~apport~ fr.~ ... ~'Ìl. k .... .1. ro? Il neutr.t ·sino può come111~e agli ,', a :Ì1isti t-1,)r~hrsi. m~1 i soc ., .sd per contr?, ~1. son~ ~t.'lllt'• ~· ~f )rzati di protrgg~re le debolezze md1v1duah -. on r:1~t~n ..'ntl} dd\) S!StO. . Fin.llm ..'IHc.', tl!:~ •L'f.~:-ò che il neutralismo, c,?nsìd~ r. Il' ,·om~· dlmrin:1 :1 s~. ~ dot1ri1 :i d'impotenza. d merz1a • dì r .. &';._'guuzionc.'. :\'l:".: sc::o qucSiO aspetto, nul!a !ia ,1uindi di S\}._'i:tlisrn, po1,·~1~ il s~1w1lism? ha fa.tto appe1lo in:~·ss.rntt'n:l'llk' :ìl!o sp1nt0 J1 energia e d1 lot~a d~l prokrnri::tt\ ' vi so 1o r:.:-r !a co:;quista di un s~lano miglior,-. lll!\ :1: ~b.: ~ sopratutto. per la conquista della giu~tìz.b. H ·à ~i t- 111olto p:lrl:ito Jdln bancarott'l socialista. o g1 • I I • - 59 - 58- I. o•~nda Nelle prime settimane della guerra, l'O~andar v,enn~ accusata di compiacenza vers? la Germani~. N~lia d~ meno giustificato. L'Olanda, direttamente ~macc1ata, s1 è soltanto preoccupata di conservar~ la p1u ~crupolosa neutralità e la triste sorte dcl Belgio le ha dimostrato , c 0 g!i eve~ti, tutta I'est~nsione .dpl pericolo che. corr~va di diventare il campo dt battaglia fra la Germani~ e 1. Inghilterra. Il suo governo ha impartito I~ p_iù. mmuz10se istruzioni per non trovarsi esposto .a quals1as1 rimprovero, come ha pure cercato di ottenerç dal P?POl? un~ grai:idissima discrezione nel!'.esl?orre le pr_opne s1rr;pat1.e. Ciò che non ha impedito nondimeno, agli. o.lan~es1, d~ accogliere con grande ~enerosità e cord1a~1tà 1 belgi scac. ciati dai loro focolan, dopo la c~duta ~1 ~nv~rs~. I socialisti olandesi han seguito l·e md1caz10ni fornite dal loro governo. . . Sarebbe del resto stato loro_ d1ffictl~ .for~ulare nettamente il proprio parere, perche le opmwm erano olt~e mod0 suddivise e determinate da due influenze contrari~. La violazione della neutralità belga. aveva sen.za d~bb10 provocato l'indignazione della. maggi?r. parte d1 essi. ~a d'altra parte, grandissimo era ti pr~st1g10 d~l_la Germam~? a causa della su.a potenza economica e militare .e' n~g ~ a,nbienti socialisti, per la for~a de.Ile s~e. orgamzzaz1om operaie dell'insegnamento dei suoi te:nc1. . . gi'ornale socialista Het .~olk nspecchia. le d1ver: 111 •cnze di opinioni manifestatesi 1~ seno al .part~t?. Aie~!!' ~ei suoi .aderenti persistono a dii~1ostrars1 ostili al m1l.1tnrismo di qualsiasi natt~ra e nten.gono eh~ non sia ., . wche il caso dì oq;an1zzare la difesa naz10nale. L~ I "' rrO':or..,nza • · 1.:ompren · cte eIie pel manten~al centrano. r''" ~ "~:>o' ~ 1 · • mento della neutralità e per evitare gli orrori della guerra, occorre potersi difendere. L'Het Wolk pubblica alternativamente articoli destinati ad ispirare il rispetto e magari la paura della Germania, ed altri articoli, in cui i metodi di questa vengono severamente censurati. E non si è trovato impacciato, per esempio, nel dire alcune verità sgradevoli ai socialisti tedeschi. Un vivissimo desiderio di pace, di pace ad ogni costo, sen~ vincitori nè vinti, e senza annessioni nè conquiste, sembra esista in seno alla maggioranza dei socialisti olandesi. Secondo il punto di vista socialista, essi augurano il ristabilimento dell'Internazionale operaia e desiderano non assumere un 'attitudine troppo decisa, allo .scop~ di poter mantenere i loro buoni rapporti con tutti 1 belligeranti ed essere un giorno, in tal modo, gli artefici di una riconciliazione delle classi operaie dei vari paesi. II leader dei socialisti olandesi Troelstra fece nei pnm1 mesi dplla guerra, un viaggio a Berlino. Ivi ebbe occasione di incontrarsi con dei compaO'ni tedeschi e si ab~occò col signor Zirnmermann, sottos;gretario di Stato agli Esteri, il quale gli dichiarò che la Germania non av.eva intenzione di atten'tare all'indipendenza olandese, r;1a che ~a,reb.be sta_to i.I .caso di esaminare più tardi, l even~uahta d1 un navv1cmamente economico. Troelstra non gh nasco.se le ~roprie apnrensioni su tale progetto, ed . al suo ntorn~ m. Ol~nd~, egl i le rese pubbliche, s~rivendo una sene d1 articoli la cui conclusione era decisamente o~tile all'imperialismo tedesco. . Non vogliate dedurne però ciò nonostante che egli 1 sia favo revo.e ' ag 1·1 Ali eat1.· E'gh· pretende rimaner neutrale: nella speranza, oome ho detto dianzi di poter meglio s erv1re · ·m seguito · la causa del socialismo · . internazionale. Altre no tab·11 1ta · ' del partito · s1· sono pronunziate più ~~~~ta~1~n!e. I.I 28 febbraio 1.91.5, in una conferenza teAm t d Aia, il deputato socialista Vliegen scabino di nel ~oerd am, ha detto. ~he tutti i socialisti e;ano unanimi zione d:l~1 ~are la _POhhca tedesca nei riguardi della violastampa t d eutrahtà b~lga .e della cami::agna condotta dalla Du e esca, per giustificare l'annessione del Belgio . . . rante un suo viaO'0 . . F van Kol . gio m rancia, il senatore H. , eminente perso·1a . d I . espresso senza ~s·t . . 1 g~10 e partito, aveva 1 azionJ ' o ret1cenze 1 i suoi voti per • • • , • t ' - 60- - la vittoria degli Alleati e la propria indignazione ner !a violazione del Belgio. Sim.ile attitudine p~rve c~ntrana alla neutrnlità, provoc::i:1do 11 rnalconte~to d! al.cum membri del partito, che pretesero delle sp1egaz1om. Van Kol non mancò di fornirle 11ell.'l/cì Volk.del 18 mar.zo 191~), in cui riYcndicò il diritto d1 esporre ltb~r~ment~ 11. pr?Pr!o pensiero: « Ciò che .ho detto ~ Pang1, scns.s1 .già !!'varie occasioni a Berltno. La. p~1ma volta, ~o invitato !I presidente della fraz_ione soc1.ahsta del ~e1ch~tag a v!sitar meco i territori occupati nel Belgio dai ted~scht. Più tardi, r.ell'interesse del~'lnte1~na~ional.e,. ho dirett? un caldo appello ai suoi s~nt1ment1 d1 soc.1al1sta, perche facesse sentire una voce d1 protesta, al R.e1chstag, contro l'ingius tizia commessa a danno del B~lg10, protesta che venne fatta dal dottor Haase , il 4 dicembre 1914. lo non diedi seguito alla domanda ~ivolt~n:ii da giornali socialisti francesi di formulare la ima opm1~ne ~ulla guerra, ma ritornato nella pacifica Olanda, m1 ch1eggo se la dir~zione del partito socialista non sia divenuta troppo esigente in fatto di neutralità: . . . Può e deve tacere un socialista, quando 11 suo sent~mcnto di giustizia venga f~rito d~lla vio~azione d~I diritto dei popoli, dalla lacerazione dei trattati, ~allo spi ezzo delle promesse? ~on. è .forse. permes~o espnmere, come socialista la propri.a md1gnaz1one? E forse dovero?o tacere qua~do si è stati testimon~- di crudeltà ~he d!sonorano l'umanità? Non possono p1u l~ nostr~- s1mpa.t1e andare agli oppressi., ovver.o non possiamo p~u espr.1merle, unicn:llente per nsparm1are gh oppresson? Chtunqu~, in simili casi , non protesta con t~tte le sue forze, diventa in tal modo complice del delttto, porta I.a sua partei di res ponsabilità nelle crudeltà commesse e s1 rende colpevole di vigliaccheria morale ». . . . Il redattore incaricato di valutare ogni g10rno gh avvenimenti militari nell'Het Wolk, è piuttosto favore: vole agli Alleati. Egli espresse, in ~prile, la. sp.eranza d1 vedere l'Italia intervenire nel confhtt?. E b1a?1ma~o per tale giudizio da un membro del partito, repltcò. riaffe~ mandolo e dimostrando che desso non urtava 11 sentimento dei partigiani della ~eutralit~ ol~nde~e e della rapida pace : « l 'cntrata in lizza d-ell I t~ha gh sembrava dover permettere di giungere più rapidamente ad . una soluzione definitiva e soddisfacente per le d.çmocraz1e », 1 61 - li. Danimarca Ben poche notizie ho sullo stato dell'opinione socialista nei paesi scandinavi. Sembra però che la situazione sia quivi oltremodo analoga a quella dell'Olanda : volontà di mantenersi neutrali, prestigio dell'organizzazione tedesca, simpatie per il Belgio invaso, speranza di ristabilire l'Internazionale. In Danimarca i socialisti contano, alla Camera dei Deputati, 32 rappresentanti su 114. All'inizio della guerra europea, essi pubblicarono un manifesto, reclamando la neutralità del loro paese, ·identificando la causa del socialismo con quella della pace. Quando Geor Brandès s, ve a Clémenceau che un governo danes-e che abbia r!ncora una briciola di buon senso non vorrà mai impegnarsi nella guerra ove il paese non sia minacciato, egli esprime indubbiamente l 'opinione della grande maggioranza degli abitanti di quella nazione. L'organo dei socialisti danesi, Social Democ:ater:i, è pur esso del tutto contrario a qualsiasi partec1paz1one alla guerra. Nel congresso tenuto dal Partito ai primi d'ottobre 1915, il cittadino Stanning rammentò che il partito aveva sostenuto il governo radicale allo scopo di mantern~re la neutralità, riuscendo così ad ottenere il voto dei crediti militari necessari. Questa attitudine non diede luogo ad alcuna osservazione. • - - 62- G3 - r III. t IV. Norvegia . I~ Norvegia, .il ,rurtito socialista è pacifico ed antin . litansta, e qu111a1 conseguentemente neutralista. A Folkething, Gjoestein e Knudsen hanno dichiarato che no; av:ebbero votato i crediti militari. Quando fu loro richiesto che cosa farebbero i socialisti se avessero Ii scelt~ fra .l 'atte~giai:iento del Lussemburgo e quello de. Belgio, G1oestem rispose che egli preferiva l'attitudine del Lusse~burgo .. Questo compagno ha perduto di vista a parer mio, la differenza delle situazioni. La neutralit del Lus~emburgo era una neutralità disarmata, quell; d~l B~lg10. era ari;nata e quindi in obbligo di difendersi. qiostem s1 è lasciato a tal punto assorbire dalla menta IItà t:edesca, .da considerare superfluo il rispetto agli i· ·pegni nssunt1? Nelle clezio;1i del 1G14, il partito socialista conquistù 87 seggi sui 320 che conta la Camera dei D~putati. Tale importanza parlamentare ebbe per risultato di indurre i socialisti svedesi a discutere, verso il mese di ottobre 1914, la questione della loro partecipazione al potere. La guerra europea passava in seconda linea. Siccome le classi dirigenti sono in Isvezia apertamente ostili alla Russia e favorevoli alla Germania, il partito socialista, tanto per reazione contro le influenze borghesi <"'Uanto per sistema, si pronunziò energicamente per la neutralità; pubblicò all'uopo un manifesto, confortato da considerazioni di ordine generale. che non presentano alcu:i carattere specialmente interessante. Notiamo tuttavia che il signor Karl Brailting, editore del giornale Social Demokraten, si dichiarava in varie occasioni, con la più grnnde energia, favorevole alle riv-end !cazioni del Belgio orprcsso. 1 t t • - - 64 - V. Svizzera La situazione della Svizzera rassomigli~, so.tto dive~s~ , apporti, a quella dell'Olanda. Le a_utontà s1 sono 1v1 r reoccupate, con estrema. prude.n:a ..d1 man!enere la. neutralità. e tale preoccupaz10ne s1 ~ nspec~~1~ta .negli ambienti socialisti con tanto maggiore facilita, m quanto coincideva col loro o~rore per .la gu~rra. . •. . Riguardo ai pareri espressi sugli avvemment1, es.si l,ffrono ancora maggiori gradazioni che in Olanda, g_ra~1e ali 'uso contemporaneo in !svizzera d~ll~ tre ~rand.1 Imgue europee: tedesca, francese ed 1taila~a. 11 cui uso provoca fatalmente divergenze sul modo d1 vedere delle diverse regioni. . . . . . . Aggiungeremo che ti pa~t1to sociah~ta~ .1~ lsv1zzer~, ha sopratutto un'organ izzazione ed un att1y1ta ca,ntonal~, ciò che rende talvolta malagevole la. c_reazione d un ~Pt: nione nazionale. All'inizio della crisi europea, tutti 1 ('iornali socialisti svizzeri han qualificato con molta se~erità l 'ultimatum dell'Austria alla Serbia e gli organi della Svizzera tedesca espressero la speranza che la Germania sarebbe riuscita ad imporre la pace. Essi han raccolte allora le dichiarazioni dei giornal i socialisti tedeschi ostili alla guerra. Ma, quando la Germania ebbe dichiarato guerra alla Russia, l'unanimità della stampa socialista ebbe termine e le relazione della seduta del Reichstag in data 4 agosto, che approvava la vioiazione della neutralità belga, contribuì non poco ad accentuare tali divergenze. Alcuni giornali, ed in ispecial modo quelli della Svizzera tedesc~, si mostraro:io s?ltanto preoccupati del pericolo czartsta, mentre gh altn? specialmente quelli della Svizzera francese, denunciarono t55 - . con molta indignazione l'attitudine della Gern-.:;iia. AP:::he nella Svizzera tedesca, però, questa attituè:r:c formava oggetto di cririche amare. Ii Vonvaerts cii Basilea, malgrado !e sue strette relazioni coi socialisti t.:::deschi, si è pronunzialo, in varie riprese, contro la Gi:!rmania e contro l'atteggiamento dei capi socialisti tedeschi. D'altronde gli elementi maggiormente avanzati del partito, gli ab;tanti di Neufchatel, per esempio, pur facendo voti per la vittoria c!egli alleati, accentuano !a loro posizione antimilitaristica, insistendo sulla respcr.sabilità di tutti i governi capitalistici nella politica degli armamenti; essi hanno approYnto la politica neutrale del partito socialista ufficiale italiano . Il 27 settembre 1914, a Lugano ebbe luogo una riunione dei rappresentanti dei partiti socialisti d'Italia e Svizzera. Essi presero una deliberazione di cui riportiamo i passi essenziali: « La presente catastrofe è conseguenza della politica imperialista delle grandi potenze~ la quale, nelle monarchie assolute, si fonde cogli interessi dinastici. La guerra europea non rappresepta t Ìotta per una civiltà superiore e per la libertà dej popoli. ES§a rimane, nel tempo stesso, una lotta dèlle classi capitaliste per la conquista di nuovi mercati in paesi stranieri, ed un tentativo criminoso, diretto ad abbattere in ogni paese il movimento rivoluzionario organizzato. • I bo-rghesi di Germania ed Austria non hanno il diritto di dire che lottano contro lo czarismo, perchè han sempre seguìto una politica favorevole allo czarismo a<;gressore. Essi hanno in tal modo inceppato lo svilup;:>'J della loro stessa nazione. I borghesi inglesi e francesi non hanno nemmeno essi il diritto, nel difendere il loro paese contro l'imperialismo tedesco, di pretendere di lottare la libertà dei popoli, poichè, per mezzo della loro alleanza collo czarismo russo, han favorito quest'ultimo ed ostacolato lo sviluppo della civiltà. Una parte della classe operaia è trascinata dalle mene na21ionaliste e crede, p~_rtecipapdo apa guerra, di liberare i proletari degli altri paesi. Nessuna guerra può produrre un simile effetto ... » I fìr~at~ri di questa dichiarazione dem11}ziavano siccome criminoso qualsiasi tentativo di estendere la guerra J. DBsitits: I socialisti e la guerra eu ro11ca 5 - ...~-· - na per o - 66 -- nd nitri p.!l.esi ed invuavan0 i rartiti socialisti dell'Italia e _d ... lln s.. ~zz~ra a _Preten~~rc dai rispettivi go\'crni I'int~. \ cnto r-r ' !I d1plomn11ca, nllo scopo di por termine a, ma acro . 1! 1° _n..i.t.: .,., e 1914, il p.i1tito socialistu S'\'izzcro si r•univn 111 e 1gre'"~') n 13ern::i. Ed in tale occasione V01~.\fl., all '~1 ~~mmità, una ~clib..!iazio11c analoga nello' spiri.o. n qi.:c... 1cs1~ csnmm:ita, ma 11c!la quale troviamo ll6_,tu:rn1 un prorcs1n contro la ,.;,>lnzione de:la neutralit..I del Belgio ed un'opinionL: rnl:n pace: la pace dura1urn, sccondn t!!lc parere, non è possihilc che su di un organi mo sociale che abbia per base il collettivismo. Qucst.! dc.fberazioni sono !e sole ma;1ifestazioni dcl r rtit1 socialista in \'CSt·..! dficu1le. In seguito, sembra che l'orin:o!'le della maggio:-.. nzn abb; .. fat;o un cem ..... mminn in ~ cnso piutto~:o f:i\'ore\ ~·le agli alleati . Il timore del peri.olo ruS'O è di111inu;10 in ragione dell 'i nu~cc o d.: ie orerazioni militari di quella nazione. La '°'I rbane dei :;i~temi cui ebbero ric-0r~o i rede~chi aliena\ a loro grn11 parte delle slmpiii<!; In p.ibblicazione del , J:umc r! M. Wnxweiler, cc Lfl Belgi:;uc neutre et lo. ,. -1• • ·a~e •>, ha co:1tnbui10 ad ac.:~r11u11rc. 1 !n"'. 1g '.1az 1on~ ?.ccaionnta daila coil!•..li!8 Jelln '.-n~rm_nr::u nei. r11wMd1 u1 un piccolo pac e. f.! c:.i:~ sj:u az:n~e . :r~re;.:;11z1or:~.lc:. ern an~ 'o~a 8 ouelln d~lla ti\'IZi.era. co ;;1.i1,e le ... e .. ~rnte d1c.hinrazio0n! dt: i i Orerni di Frnn~:a ~.cl ~ng~:11(·::n . hann~ 1 irrobustita la -.;p!!i.~~11.n. d1e ìa nw~nP. (:eg.11: 11_!eat1 seg~ 1 1 cons1t-.1f,z.01.e della 11'a dl~fana drl :.rn1 :A r1~mo .:; ,a 'erth dci poroli. - 67 - VI. Spagna Che qu esto paese sia in grandissim~ maggior:11izu fav c;.:vole ai tedeschi, è cosa già nota. Gli alleati non vi con.ano simpatie che nei soli partiti avanzati. L'unico Socialista del~a Camera spagnuola, Pablo Ig!esias, ha fat~o -.:onoscere m tal modo la propria opinione: egli ritiene che, nella sua qualità di socialista, gli spetti difende re la tesi de:ta neutralità e che la Spagna non possa pensare alla guerra fintanto che l'integrità del suo territorio venga rispettata. Nel caso che ciò non fosse, egli considererebbe come un dovere per ogni spagnuolo, il difenderla con le armi. La convinzione neutralista non ryJi impedisce però di far voti pel trionfo delle idee di libertà e democrazia rappresentate dalla Francia e. dal i 'Inghflterra, e la sconfitta dell 'i mperialismo at:l ~tro- tedesco. Malgrado questa simpatia, a.pertamente proclamata egli è dcl parere che sarebbe un delitto impegnare la Spagna nella guerra. VII. Portogallo I s.ociali~ti portoghesi si associarono ai radicali per pubblicare il 6 ottobre 1914, un manifesto col quale rec\.amavano la stretta neutralità del loro paese nel con~ ·fl :tto europeo. • • - 68 - 1 - 69 - ~, Vlll. CAPITOLO III. Rumenia LE COrtFERErtZE lrtTERrtAZGOrtAL\ I socialisti rumeni l anno ugualmci1re dife~o la tes. folla neutralità. Due mv:;i dopo la dichiarazione della .,ucrra europea. essi pubblic .. vano un manifesto col quale 'llCttevano in guardia i l:ivcratori contro la propag:rnda russa. Gli agenti dello Czar - essi dicevano - tema1w di mr·,condersi sfrutta '1do !n simpatia per la demccrazi~ francese. e vogliono in tal modo impegnarci nella gu':!rra; ira. di tutti i pericoli, quello russo permane sempre il 'ilt grande. Nel mese di gennaio I U 15, il cittadino Racowsk). mcmhro rumeno dell'Ufficio socialista internazionale. ·onfcrma l'atteggiamento neutralista del suo partito, mD ell'Humanité del 17 giugno 1915, egli si trova indotto a protestare contro le accu~I! çhe rappresentavano i so ;ialisti rumeni come venduti alla Germania, dopo la vi,ita del deputato Sudekum : così venne male interpretato il via11P.io compiuto dal cittadino Racowsky in Italia, considerandolo fatto a scopo germanofilo. Se egli ha parlato dell'imperialismo tedesco, lo ha fatto per cond.PJlnarlo; se ha parlato dei socialisti tedeschi, ciò fece p~r disapprornrne la condotta. Egli ha in:rece, . dife~o la Francia, da luj sempre amata, contro 1 reaz1on~n d.el l'O paese e contr9 tutti coloro che ne mettevano m dub· · · ~ in:rn;<0i i C:c:r-r(raticl ~ • La guerra era ancora al suo inizio, allorquando, da òiverse fonti, venne emessa la speranza che una riunione socialista internazionale avrebbe potuto contribuire a farla cessare. Fu sopratutto nei paesi neutrali che tali speranze si manifestarono, e gli elementi socialisti ne furono naturalmente I 'esi; ressione. Nell'ottobre 1914, ii partito socialista americano prese l 'iniziutiva d'un Congresso della Pace, offrendosi generosamente di sopi::ortarne le spese. Senza voler esamin~r~ ?a qual lato fossero i torti, esso scongiurava i soc1altst1 a rif!lanere fedeli alle loro dichiarazioni pacifiste e adoperarsi per metter fine a dei massacri da cui non potevan? ritrarre profitto che le classi dirig~nti. In par i tempo, 1 partiti socialisti della Svizzera e d'Italia chiesero ai rispettivi governi d'interporre i loro buoni uffici per favorire una discussione della pace. (Meeting di Lugano, 27 settembre 1914, come soi:ra ~ stato accennato) . . Ma tali iniziative vennero accolte freddamente dai socialisti dei paesi belligeranti. Il ]ustice dichiarb che noa P?teva essere il caso di discutere, con qualche probabiiit't d1 successo, le condizioni della pace, finchè 10 truppe te~esch~ non fossero s-tate_ scacciate dal Belgio e dalL: ra!lc~a .. Jean Longuet em1s·e nell'Humanité, in nome dei sociahst1 francesi, la medesima opinione. f, ìe cose rimasero a ta) punto.· Ignoro se i socialisti tedeschi abbiano ) meno risposto alla proposta americana . - 70 - Queste generose aspirazioni erano premature. G, 1imi non erano preparali ad esaminare una qualsia~. , ventualit:i di pace. Ed ogni azione internazionale, avent· .l pace come obbiettivo, era fatalmente destinata a nau rragare. Si sarebbe forse meglio riuscilo e ~iù utilment~ :nvorato ove si fosse tentato, più semplicemente, di mo! .iplicare i rapporti fra i socialisti dei vari paesi. Avendo :utti una tendenza comune, doveva essere loro possibi!L ;nettersi d'accordo, dopo discussioni contradittorie ed un< cambio di vedute, su di un certo numero di~punti. Una volta stabilito tale accordo, ognuno dei delegati poteva :ornando in patria, darne notizia, ed adoperarsi alla suf:. J rntica realizzazione. In tempi normali, simili intese C•J~tituiscono una eccezione, ma la facilità delle comunicationi e lo scambio dei giornali permettono di supplire alla loro in.:mfficienza. In temi:o di guerra, cioè quand'.) esse riuscirebbero molto pili utili, erano rese quasi impos sibili in seguito all'isolamento, pressochè assoluto, di vari partiti socialisti. L'Internazionale operaia avrebbe potuto creare una .:.pecic di diplomazia socialista, che operasse parallelamente a quella ufficiale, ma nel senso della democrazia e della libertà. Questo bisogno di conversazioni era talmente imperioso, che la forza degli eventi finì per procurargli delle soddisfazioni. Furono anzitutto i socialisti dei paesi neutrali che si riunirono a Copenaghen nel gennaio 19 J 5. Dipoi, ebbe luogo a Londra, nel febbraio 1915, una conferenza dei socialisti dei paesi alleati. E finalmente i socialisti tedeschi ed austriaci esi:ressero a loro v~lta il proprio punto di vista in un ordine del giorno. Ecco il resoconto delle deliberazioni votate a Copenaghen: « La Conferenza dichiara che il capitalismo, accompagnato dallo ininterrotto accrescimento delle preparazioni militari e della politica di espansione illimitata, in pari tempo che la diplomazia segreta ed incontrollata delle grandi potenze, ha gettato il mondo nella cat~strofe prevista dalla Democrazia sociale, e contro la quale essa è continuamente insorta. II Congresso di Ccpcnaghen tenuto nel 10 I O, ha rias· - !I h •I t) I ~ ~ I I 71 - sunto questi principi in tale maniera da impegnare i membri socialisti dei corpi rappresentati a : a) Lavorare alla istituzione di Corti a1 bitrali internazionali; /J) Richiedere una limitazione di armamenti che abbia, come risultato finale il disarmo assoluto; e) Chiedere l'abolizione della diplomazia segreta e la pubblicazione di tutti i trattati e convenzioni esistenti fra i governi; d) Agire in favore del diritto di tutti i popoli di decidere dei propri destini e di d1fendere tale diritto contro le cospirazioni militari e l'oppressione brutale. La Conferenza frattanto considera come dovere di tutti i partiti socialisti quello di lavorare per affrettare la conclusione di una sollecita pace, ed a tale scopo, avvalerEi di tutta la loro influenza per formulare proposte di pace che non portino seco il germe di nuove guerre, ma, costituiscano una base pel disarmo internazionale e la democratizzazione delle politiche estere. La Conferenza protesta contro la violazione del diritto delle genti commessa ai danni del Belgio ed esprime il suo augurio che la democrazia sociale di tutte le contrade belligeranti protesti contro qualsidsi infrazione dei diritti inalienabili, che verrebbe a costituire una forzata annessione. , La Conferenza, inoltre, fa appello a tutti i lavoratori di ogni paese, affinchè concentrino tutte le loro energie per giungere al più presto possibile alla pace mondiale. In pari tempo, la Conferenza dà incarico alla democrazia socialista di tutti i paesi neutrali, coi mezzi parlamentari od altri utili, di sottomettere ai rispettivi governi una richiesta che tenda ad esaminare fino a qual punto, sia coi loro propri sforzi, Ria in connessione coi governi delle altre contrade neutrali, essi potrebbero tentare, con probabilità di successo, una mediazione per metter fine alla guerra e gettare a breve scadenza, le basi di una pace definitiva». _. La Conferenza dei socialisti alleati, a Londra, adottò le seguentì deliberazioni: • « La Conferenza non pensa a disconoscere le cause generali e profonde del conflitto europeo, prodotto mmtrucso - - 72 t~ d1 amagoni mi che dilaniano la società capitalistica e di ::.: p :;•;:2 ~i :o!onialisn., ed impeiialisrno aggressivo, che 1 _ociah'-mO internazionale non ha mai cessato di .. mbattere e~ in cui tutti i gc·:crni hanno una i:;arte di r . ~ nsabilià Ma l'im .::sione del Belgio e della Francia da parte de li eserciti tedeschi. minaccia l'esistenza delle nazior.=ilirà e colpi~e la fede dei trnttati. In tali condizioni. la vittoria dell'imperialismo germani.:-u segnerebbe la disfatta e la distruzione della demo~raz1a e- della libenà europea. I socialisti d'Inghilterra, del Belgio, della Francia, della Russis. non tendono al soffocamento politico ed e,'C'nomico della Germania. Essi non mu1 \ ono guerra ai popoli, ma ai governi che li opprimono Essi vogliono che il Bel~io sia liberato ed indennizzato. Vogl iono che ia uesriÒne delln Polonia venga risolta. in conformità del , olere del popolo pola.::co, nel St"nso del l'autonomia nel no di un aliro Sturo. ov\'C:ro della completa indipendenzn. Vogliono che in tutt~ l'Europa, dall'Alsazia-Lorenn ni Bak sni. le poçÒlazioni annc~se con la forza, riac,•u ~rino il diritto \li disrc:-re liber:rn1ente di sè stesse. ' I nft~$5ibilmente decisi a lottnre fino al conseguimento .i ... In \'ittoria per adcP':)1ere tale compi to di liberazione, t:ssi non sono meno risoluti a combattere qualsiasi tentativo di trnskrn1,>re 11uesrn guerra difensiva in una c.ucrrn di con ·;,i Sl:l, la quale preparerebbe nuovi conflitti. crrerc:-::,be '.lt: "' 1 torti. ::b1 •··i donerebbe i popoli pegnio che m:ii al doppio flagello degli armamenti e della "'guerra. · · fe de 1·1 a1· prmc1p1 · · · de ll'I nt erCotwinti dt· esser runasu nnzionnle. es~i esp'" ·11 1111:"1 ln fìducia che ben .presto,. ri~ c-onos .. iuta la idemir!1 dL-i loro fondamentali mteresp1, 1 proleti1ri di.. tut:i _i fa es i si .tro: ino uniti contro il militnrismo t.' I nnpcriulismo capitalista. . . \'ÌtÌori:1 de.;:ii Alkati de\ e essere la vittoria dellu libert:\ dei ropoli. dell'unità. dell'!ndipendenza .e dell'au: 10nomin dt.•lk n:1zioni. nell!l pacifica Federaz10ne degh St:H i Uniti dell'Furora e dd mondo. . A ''lll'rr!l ct)nc111sa. gli opcrni di tutti i paesi industriai! a\ ran~10 il dlwerc di unirsi nell'Internazionale, allo scopo '1 ' ~r ,,, I I La i " '73 - di sopprimere le diplomazie segrete, di por Ane ali 'influenza degli interessi del militarismo e dei fabbricanti di arm i, e di stabilire in pari tempo un organismo internazionale, cai:;ace di risolvere le controversie fra le nazioni con metodi conciliativi ed arbitrato obbiigatorio, e per imporre a tutte le nazioni l'obbligo di mantenere la pace. La Conferenza protesta contro l'arresto dei deputati della Du ma e contro la soppressione dei giornali e le condanne dei giornalisti russi , così come contro l'oppressione dei Finlandesi, degli Ebrei, e dei Polacchi russi e tedeGchi ». Infine, il 12 e 13 aprile 1914, i rappresentanti della democrazia social ista di Germania, Austria ed Ungheria, ebbero a Vienna uno scambio di vedute, di cui il Vorwaerts del 20 aprile così riassume l'unanime sentimento : « Malgrad" la lunga durata della guerra, i popoli di ogni paese so:·o ;nflessibilmente decisi a difend ere. con tutte le loro for::~. la rropria indipendenza. La guerra, inaudita in estenlsione, violenza e durata, ha diffuso sull'umanità una spaventosa miseria, annientato milioni di vite, distrutto innumerevoli riccheZZP, che il lavoro di molte generazioni aveva accumulato . Le predizioni dei capi socialis ti che affermavano dover la concorrenza degli armamenti condurre ad una catastrofe mondiale, si sono avverate. E' naturalmente il proletariato queìlo che soffre ~i p_iù. Bisogna che in tutti i paesi, belligeranti o neutralt, giganteggi il desiderio di veder finire la guerra. L'avvicinarsi del 1° Maggio deve, più che mai, riempire del sentimento di solidarietà, i cuori di tutti i la\'Oratori coscienti. I partiti democratici :socialisti, che han sempre .lavorat~ in ~avor~ deJl a fratellanza dei popoli, sono glt araldi des1gnat1 del desiderio di pace. Nè questo desiderio è l'espressione -di un sent!mento di debolezza. La sola pace possibile è quella che non umili i a!cu ~ poi:olo. Essa deve implicare le seguenti condi210~ 1 : 1. Creazione di un tribunale di arbitrato inte rnaz~onale obbligatorio per regolare i conflitti fra i vari stati; 2. Controllo democratico di tutti i trattati e conv~ nzioni intern.azionali; 3. Riduzicne degli armamenti per g.1ungere al d1Garmo generale; 4. Ammissione del d ;ntto di volontà personale di ciascun popolo ». ~ - Ì·i ·- I delegati dichiararono inoltre che a loro parere, il fatto che i partiti socialisti di tutte k nazion i belligeranti d'fenùnno il proprio pese, c:.l il loro popo 10, non deve impedire il mantenimento delle loro relazioni, come la continuazione dcli 'attivit dci loro organismi in ternazionali. Segnai iamo ancora una c0n ferema delle donne socia1iste, convocata da Clara Zetkin, alla qu::ile assistevano delegate ùi tutte le nazioni, e che ebbe luogo a Berna, verso la stessa epoca. Esse indicarono a loro volta, come condizioni di pace ; 1. Riµarare i torti causati al Belgio; 2. Non imçorrc condizioni umilianti ad alcuna nazione.; 3. l~iconoocerc i diritti delle nazionalità, piccole o grandi, all'indipendenn ed al! 'autonomia. Citiamo. per essere completi, una riunione socialista Internazionale tenutasi a. Berna nel settembre 1915 .. Essa era stata indetta contrariamente al ~arere d~ll U~c10 socialista internazionale, ed i delegati che _vi as~1~tero~o, non t: ·ano autorizzati per rappresent~re 1 part1t1 naz101rnli. Si è circondata dcl pit1 grande ~i1stcr~, e le sue deliberazioni non furono rese di pubblica ragione. 1 75 - CAPITOLO IV. CONCLUSIONI •• ------- '.I ,,l Sembra giunto il momento di chiederci se non sia p1.., .>ibile trarre qualche conclusione dai fatti e dalle op1 nioni che siamo andati esaminando finora . Un primo pnnto ci sembra affermarsi, col valore d :1a evidenza : la Dottrina socialista non è fallita, e iualsiasi o.ccusa di tal genere, diretta contro di essa da ,·eazionari, è assolutamente ingiustificata. Infatti, i Con~ ressi internazionali di Stoccarda nel 1907 e di Copenaghen nel 1910 la avevano definita come apçrooso : « r dovere socialista è quello di contribuire al mantenimente della pace e d'impedire la. guerra con tutti i mezzi adat~: alle circostanze locali, e d'accordo con l'Ufficio socia lista internazionale. In secondo luogo, una volta dichia rata la guerra, fare tutto il possibile per condurla a ter mine ed affrettare il riscatto del proletariato dalla do minazione capitalista ». E' fuori dubbio che almeno nella loro prima parte. queste istruzioni vennero fedelmente osservate. Tutti i socialisti han fatto, nel mondo intero, lo sforzo piì:l tenace per mantenere la pace ed evitare la guerra. E se fa duopo guardarsi dall 'illusione di pretendere al monopolio della virtù, si può almeno affermare che l'influenza socialista è stata, in questi ultimi c1nni, la più attiva eò imçortante di tutte le forze pacifiche. Il proletariato nor. era sventuraìamente abbastanza potente per essere p::-!· drone della situazione e tutta la sua buona volontà si i. trovata inefficace. C- - iO - O·. e $i faccia bene altcnzione al fatto che anche la Chiesa cattol!ca s·è n\•el:Ha 'b~umcntc impotente ad impeJire la guerra, nonostante 1a sua organizzazione ben altrimenti antica e ben divcrs~rnentc considerevole che non qudla Jel partito socialista, si constaterà, nel tempo stes::.o, la \ anità delle accuse reazionarie. Queste non potrebbero a\'er senso comune che nel caso in cui i socialisti, invece di essere delle minoranze, fossero stati i padroni negli Stati belligeranti. t chiunque è ben convinto clic, in . '. .::1so, la guerra non sarebbe scoppiata. Fatte tal i c~ 1 ;:.:r.tazioni, \ cd1a1110 adesso quali siano le iJec che, in mezzo a questo tumulto di sentimenti divergenti e contradittori, sembrano ritrovarsi presso tutti i suc1aii:::ti in ogni nazione. essi son tutti d'accordo per alti ibuir~ le cause profonde della guerra ali 'organizzazione capitalista, alle competizioni d'interesse per la conquista dei mercati mondiali che ne son? la conse.guenza fatale. Questa unanir~ità ~on è forse ta.e cor:fèssiamol?, che ai: punto perchè d1 ordmc generale e ben vago; ed in ogni caso, se essa è un argomcnt~ per I~ prop~ganda, non ci oftrc, dal punto di vista pratico ed immediato, al. cuna '::ìOI uzione. Jn secondo luogo l'accordo pare esista e~~almente sull~ conùann 1 della violazione dcli~ neut~allta belga. Gh ·t 'Si socialisti tedeschi hanno nconoscwto che t~le atto ~ ~~- con•rario alla giustizia senza osar dedurr~, e. vero, 1 da' uesta opinione, le conse~uenze che ~ssa_ ~mpllcava. q - nti·mento baen"ratc c1 permette d1 pn:c1sare, nel< 1UCS!O se - '·. • . . • I :-orJine pratico ed immediato, una pnn:a cond1z1one cne • • 1· t' del mondo intero dovranno 1mpon e alla c~~1 soc1a.1s 1 • • d' otere p1u . della pace sotto la mmacc1a i non P . . ' clus,1one . s· opronessero appellarsi all'iàeale socialista: a:.i" ora v1 i t' , B I . ii ;iconoscimento dell 'i~dipende~zha. d~a uen ~~~;·a. Se l'agne 11c 1a . . M n_ q uesta constatazione Bel io fu ingiusta, i danni conseguenti n.e gi -:ss:onc del ~ .• · Di uale natura sarà questa nd.!bbono cssNere npa1 ab,bi.e inuiile deciderlo al. più presto . ·one?· on . ~rre. ,·narsi· a quel massimo . h • · paraz1 ., ·i , per navvH.:1 ·c. e 1 e · n-· poss101 c. , . ' e er non accontentarsi d1 so uz1?n1 chiesto ?ali cquitl sempre malauguratamente 1m iniprovv1s:1te. Sar~ P .t perdute e compensare le svenpo~;sibile rendere e v1 e :rò j ,.' :t 77 - ure provate. Ma tutto ciò che può valutarsi in dana deve formare oggetto di una indennità. Si çuò prevede che la favoiosa enormità delle distruzioni, la cui cif1 provvisoria sorpassa nell'ora attuale i dieci miliardi, rer: derà quasi impossibile alla Germania la pronta e com pleta riparazione del male che essa ha cagionato. fa. in tal caso, converrebbe cercare, fin d'ora, altre moda lità di risarcimento. Si è già parlato di compensi territoriali. lo son persuaso che la grande maggioranza dei Belgi e specialmente dei socialisti sarebbe assolutament~ contraria a tale soluzione. Occorre dunque cercare per altra via. Il caso del Belgio ci permette di toccare, in via di cor. seguenza, un altro punto di vista più generale. Se la viciazione della neutralità belga rappresenta un 'ingiustizia se il sentimento socialista del mondo intero deve esigere che il Belgio ricuperi la sua indiçendenza e prosperitfi. ciò si deve non soitanto al fatto che questa indipendenz8 era garentita da trattati, ma sopratutto perchè la nazione ha manifestato, in modo veramente eroico, il valore che annetreva alla propria indipendenza e libertà. I popoli. anche poco numerosi, hanno essi soltanto il diritto di disporre di loro stessi, e la forza brutale che voglia incorporarli in uno stato più grande, costituisce un'indegm1 oppressione. Noi ci riattacchiamo così a una dottrina se cialista universalmente accettata. Ed ancora una volta, dobbiamo constatare la quasi unanimità dei partiti socialisti del mondo circa la necessità di riconoscere i diritti delle nazionalità. Haase, il leader socialista del Reichstag, ha dichiarato, in nome degli stessi socialisti tedeschi, il 4 agosto 1914, che il gruppo parlamentare non avrebbe consentito a votare i crediti di guerra, che alla condi. zione che non vi fossero annessioni di sorta. Egli seguiva. in questo, la tradizione gloriosa di Bebel e di Liebknecht. che r.vevano protestato, nel 1871, contro l'annessione del!' Alsazia-Lorena, e di Carlo Marx che prediceva allora con singolare perspicaò:, che questa iilgiustizia avrebbe f-2 talmente condotto alla odierna conflabrazione europea. Si è parlato sovente di rifare, a guerra finita. una nuova :=.uropa. Pei socialisti, questa ricostituzione dell'Europa n0n può essere abbandonata al capriccio ed all'interesse • - -- 78 - Jelle d insstie. dei dipl omatici e delle classi dirigenti. ..:._'5a r.o:-1 p"...lò c0nsa-.rarc alcuna violenza, alcu:-i servaggi~, _:::t:.::1 u:-:ii!i:::zione. Deve essere invece l'opera dei po- nli e del!a libertà. Ccn quale mezzo pratico s i potrà giungere a tale au;i:a:o desiderio? A quaii indizi potranno riconoscersi le sparse frazioni ài i..:na stessa nazionalità? S::::-à forse l'elemento geografico o quello linguistico, o;·. ero qualche altro, che servirà a determinare le fron<ie:-e? .\ on sarebbe forse il caso di considerare piuttosto come elemento predominante la volontà comune che hanno di•;ersi aggi uppamenti umani di vivere sotto le medesime !.?ggi? Ma in qual modo constatare tale volontà? Ecco •::tta una serie di quesiti, delicati eppure Importanti per le loro conseguenze, s u cui sarebbe oltremodo utile stahiiire, fra i diversi socialisti del mondo, una certa comuni'Jne di vedute, se realmente si vuole che esista ancora ' i..lll ,, socialismo. < fnfìne, pare che l'accordo sia .egualmente raggiunto S\t certe misure che dovranno pretendere i socialisti , sia in <iccasione della prossima pace, sia all'indomani della pace 'ìtc<:sa : 1. S<1pprcssione della diçlomazia segreta. 2. Riduzione degli armamenti. 3. Precauzioni contro i fornitori militari. 4. Definizione delle controversie internazionali per via d'arbitrato: Questi vari argomenti dci quali si osserva la preoccupal'i1Jne presso quasi tutti i socialisti, non sono indicati da l<1ro che come dci voti, mai come proposte concrete p1Jichè mancano infatti dappertutto di studi partico!area. • b g1 li ti. • Orn è i11 con tcstab il c che un popolo libero abbia il dir ìtt1J cli conoscere i trattati e le convenzioni che ad un dat11 1110111e11to possono disporre dcl suo avvenire, della vi ta l' tHla fortuna dci ci ttadi ni, della ricchezza nazio11111<.: . E' dttnqtte 111 0 11 0 legittimamente che i socialisti, cj in J):trli<'plar 111odo quelli inglesi e tedesch i, si lagnano d<·I 1111\h·rn di cui Rono circondate le relazioni diplomi • .. . ~ I I 79 - tielle. Analoga angoscia ha turbato anche il socialismo italiano. Si può dunque ragionevolmente pretendere che I 'orinione pubblica non sia più tenuta all'oscuro degli impegni internazionali. Ma rimane pur !Sempre a sapère, rn qual modo una simile pubblicità potrebbe essere organizzata, senza inconvenienti. Per quanto concerne la riduzione degli armamenti, il voto è parimenti oltremodo lodevole, ma la difficoltà appare grandissima, non appena si tratti della realizzazione pratica. Un disarmo consimile non può essere che simultaneo. E ciò che possono fare le nazioni più progredite, è necessa1 i~unc nt e subordinato a quanto acconsentono o sono costrette a fare quelle meno svilupr,ate, di fronte alle quali non è possibile rin:mciare a difendersi. Non esiste alcun dubbio che nelle circostanze attual i, il militarismo che incombe come una maggiore minaccia è quello della Germania. La misura nella quale il desiderio socialista potrà e~nere soddisfatto, dipende adunquc dalla misura netia quale sarà vin to il militarismo tedesco. Si può essere sicuri, che se tale disfatta è su ffici ente e completa, gli alleati penseranno, da loro stessi, a ridurre le spese militari, allo scopo di riservare le loro forze economiche per le opere di pace. Ed è ancora a buon diritto che i socialisti denunziano Io scandalo ed il pericolo delle speculazioni sulle fornitur.e !11ilit~ri. Evid~ntemente è mostruoso che taluni capitalisti abbiano un mteresse diretto alla guerra e debbano realizzare cielle fortune in mezzo al lutto ed alla rovina di tutti. L'influenza di tal gente non può essere che ~erniciosa, e lo è tanto maggiormente, in quanto, siccome tali elementi dispongono di ricchezze considerevoli. riesce loro relativamente facile corrompere la stampa ed indurre in errore la pubblica opinione ed i governi. Sarebbe dunque sal utare l'eliminazione di tali elementi di disordine ma ancora una. volta, non s i vede bene in qual punto ' ci si, P.otre~be gmngere effettivamente. Si è proposta la s1i.t1z.zaz1one di tali ind ustric e di tali commerci e rui :.r. esiste effettivamente, in questo senso, qualcosa di utile da tentare. • -· 80 - Fi:rnlmente. la dottrina socialista non pu;i i!ludeiì,;i di far sparire tutte le contr\J\'Crsie internazionali. Ma essa propone di rcgolnrlP. non più con la barbara forza delle armi, ma col più :..;v;:..: procedimento dell'ar~itrato. Benissimo: ma chi rwn ' ·dc, che anche su questo ~unto, non può bastar<.! J'accuntentarsi di un 'oto platonico? Pcrchè l '~rbitrato possa sostituire la guerra, fa duopo che sia obblig<dorio e che le sue sentenze possano, .Jccorrcndo, venire eseguite. La sua forza morale costituisce vidcnterncnte un 'importante influenza, e potrà bastare. nella maggior parte dci casi . Ma bisogna pure prevedere necc ;.rnriamente, dei casi estremi, nei quali la coercizione snr'l indispens:tbile. Ed ceco che, nllora, noi ci troviamo di fronte alla necessità della co.:::tituzione di una forza internazionale, che ~ quanto dire una posizione esattamente opposta a quella dell'odierno neutralismo. Ed ·mche su questo punto, sarebbe oltremodo utile che i \'ari partiti socialisti del mondo si mettessero d'accordo u di una sola d0ttrina. Rimane a dissipare un equivoco, riguardo al fignifìcato Jel seconde dovere indicato dai Congressi internazio·iali: « Una volta dichiarata la guerra, fare ogni sforzo ·er affrettare la conclusione della pace». E qui sopra,utto occorre distinguere fra la parola e la cosa in sè .;;tessa. Coloro che desiderano la pace debbono volerla Juratura e definitiva. La stessa enormità di que8ta guerra ~sige come risultato. una prolungata era di pace. Qu~l c;ia~i combinazione precaria e transitoria ci esporrebbe a veder ricominciare il conflitto dopo pochi anni di rec;piro, permettendo agli stanchi avversari di ricuperare le loro forze. Ogni soluzione di tal genere potrebbe gabellarsi come pace, ma non ne avrebbe che il nome. Ne risulterebbero nuovi armar,1cnti ed un militarismo universale. Tn fondo non <>arebbe che una tregua, nell'attesa di nuove lotte . .,,Una simile pace avrebbe inoltre la tara congenita di com>acrare i va'1taggi che la brutalità della sua aggressione ha concessi alla Germania. E sarebbe altrettanto ingiusta che pericolosa. Son queste le ragioni per !e quali i socialisti di Francia ed Inghilterra . si sono mo~trati decisamente contrari ad ogni esame prcmnturo del! .' "0Ssibilità di pace. S0'1 queste le ragioni per cui ha!·n ' - 81 __, acc?lto con. diffidenza i pr.ssi dei socialisti dei paesi neut~alt .e particolarmente quelli del deputato Morgari, nel! aprile 1915, a nome dei socialisti italiani. Ai loro occhi, qualunq!-le discussione di una pace eventuale non appare che un mezzo indiretto per aiutare la Germania a profittare della situazione che attualmente le conferiscono le o~erazioni militari. Liberare i territori invasi è un qu~sito c~e deye precedere qualsiasi studio di pace, e P.er .tale ltberaztone, come per abbattere il militarismo, è nch.1esto I~ sforzo massimo di ciascuno e l'ammettere o~g1 una discussione di qualsiasi natura sulle condizioni dt pace, equivarrebbe ad indebolirlo. If!1porta inoltre far quì rilevare una differenza di situa~1one olt.remodo ~mi::~rtante. fra i socialisti degli imper~ ce.ntr:a1t e qu~lh dei paesi alleati. Gli uni come gli altrt d1c~h1arano ~1 vole: la, riparazione dell'ingiustizia com~esba ~erso 11 Belg10, 1 astensione da qualsiasi oppressione. d1 ~n po;;olo, ed il riconoscimento del diritto d~ll~ na,ztonaltt~. Ma i socialisti germanici si sono associat.1 ali aggressione del Belgio e della Serbia e se pur essi · prosieguo, · . . han . no, m proclamato non senza riserve, il d1r1tto delle nazionalità, non sembra però che abbiano tfentat? uno sforzo qualunque presso il loro governo rer ar trionfa re t a Ie prmc1p10. · · · Al contrario In ogni c~so r se pur~ han fatto qualche sforzo in tal se.oso esso non' ha sortito alcun apprezzabile effetto. Noi atten'diamo sempre una benevola .parola.dell'Austria nei riguardi della Serbia, ~~a parola . r.1para.tnce d~l!a Germania nei riguardi del tipo. I dmg~n'.1 I_a politica tedesca discutono, al contrano, le cond1z10111 di annessione del Belgio, dichiarando ad ~lta v~ce, c.he non è possibile pensare all'abbandono d1 quei territori conquistati a prezzo di tanto s.an_gue tedes~o. Prima di accettare di discutere coi soc!3lt~ti. tedeschi non infeudati ali 'imperialismo le condiz1on1 della pace, bisognerebbe dunque assi;urarsi non soltanto della loro sincerità, ma sopratutto della lo~o influenza presso il prQ.i:;rio governo. Dal lato degli alleati, la situazione è ben differente. Allor.quando _i ~ocialisti del Belgio, della Francia e d 'lnght!terra d1c~rnr~no . di voler la riparazione di torti causati al Belgio, 11 r1conoscimcnto delle nazionalità e la J. DEsTJtte: l socialistì e la nuen·a 011'ropea. • 6 - 82- - la riduzione del militarismo, essi n~n parl~no ~ivers~ mente dai loro capi di governo. I s1gg. Pomc~re e V1. · Asquith Grey e Leoyd George, hanno m numev1am, , . · · I · d rose occasioni, affermato le loro mtenz10.ni ~ ngu~r o. In tal caso ri sulta evidente che la so.la vittoria ?egli alicati è quella che possa a.)Si~urare, 1~ 1.arga !111sura, . la realizzazione dei voti espressi dal soc1altsmo mternaz10- t~deschi, 83 - ALLECiATI s9ciali~ti, nalt"socialisti appunto se sono rir:nasti debbono dunque augurarsi la s~onfitta dei loro ~mperia listi. Ma fìnche li approvano e I~ S?stengono, essi vengo no ad escluJersi dal partito soc1altsta, e la nuova Inte1 nazionale ~ i ricostituirà, purificata dalla prova, senza e desti infidi elementi. Il pensiero di un socialista belga L'Avanti! - 8 novembre l 914 : I I ) y Giul io Destrée - l'ottimo compagno nostro, rappre, entante dei lavoratori socialisti di Charleroi nel Parla1 .~e nto belga è stato qualche giorno a Venezia per t :: tt2re del trasporto a Londra del padiglione del Belgio attualmente presso quella Mostra Internazionale. Abbiamo passato con lui un'ora in fraterno conversare e, poich~ molte delle cose da lui dette c1 sono parse piene di vivo interesse per i socialisti italiani e poichè riteniamo doveroso per noi che questo nostro giornale - rimasto tra i pochi non travolti dalla disastrosa bufera della guerra sia l'eco sicura dei compagni della Internazionale proletaria gli abbiamo chiesto di riassumere in un articolo quanto egli ci ha detto. Giulio Destrée - lo si comprende - è profondamente impressionato e commosso per le stragi orrende della guerra ~delle quali egli è stato testimone e la sua parola è quindi, per necessità, concitata e vibrante di indignazione contro coloro che di quelle stragi ritiene i reali responsabili e contro quelli che - secondo il suo giudizio nulla hanno fatto per tentare di impedirla. Noi abbiamo il più profondo rispetto per questa parola che da lui ci viene e perciò a differenza di coloro clte hanno creduto lecito di sfruttarla ai loro fini di guerra· 84 -!.. fondai - pensiamo sia nostro d?vere d'astenerci dal r~ c·11·Je commento alcuno. Contr:marnente al segreto des1d~rio di molti l'Internaziona 1e non è morta. Essa saprà un giorno senza fallo giudicare. . . Giulio Destrée non è venuto tn. It~lta - . ~e !o .ha ripetuto a parecchie riprese - per incitare gh 1talta~1 a gettarsi tra la furia guerresca. E' venuto P.e.r r~ccogltere attorno al Belgio, invaso e percosso ?al n~1l1tansmo. brutale, le simpatie delle folle. Queste simpatie non glt possono certamente mancare. << Fratelli io accuso. Accuso quelli di Germania. nei q~;ali noi av~vamo creduto di .a~ere dei frat~lli.. Li ~cc.us? di essere venuti meno a tutti 1 loro doveri d1 S?~1al1_st1, d'aver tradito la nostra fiducia, le nostre trad1z1oni e l'anima stessa dell'Internazionale. Io non vi chiedo di condannarli con me. E' troppo profondo in me il rispetto al diritto di difesa per ~om~n darvi una condanna senza discussione in contrad1ttorio. Ma vi domando di ascolt~rmi, d~ esam_inare le prove che io ho, i rimproveri che 10 fa;c•~·. Glt accusati. potranno rispondere, se vorranno. E 1 opinione proletaria sentenzierà. . · d.fi h. · E' possibile che ulteriori informaz1on~ mo 1 c in.o ne~ particolari il mio apprezzamento. Ma iO credo utt!e d1 formulare' fin da ora, i miei rimproveri, i quali sono di due speci~. Anzitutto, i s~cia~isti germanici, vot.an_d~ i _c~e diti di guerra, hanno tradito 11 loro passato _ant1m!l1tans~a. Poi, approvando la viol_azione .dell~ n~u.tr~lt tà del Belgio, hanno tradito la fede a1 trattati e 1 am1c1zia che dovevano avere per noi. Anche noi socialisti belgi, abbiamo votato i crediti militari ma vi' è una grande differenza. Noi non abbiamo dichi'arato guerra ad alcuno; non abbiamo prep~rato la guerra contro alcuno; non abbiamo mai pensato, poi, ad opprimere alcuno. Ci siamo trovati nella necessità di difenderci; diritto essenziale e dovere sacro. Per quanto orrore teorico si debba provare per ogni e qualunque guerra, nessun uomo di buon senso esiterà a fare una distinzione fondamentale fra una guerra voluta, d 'aggressione e di conquista, e una guerra imposta. di difesa e ' - 85 - di liberazione. So bene che i nostri compagni di Germania. credono anch'essi di esere stati nella doverosa necessità di difendersi dallo czarismo. Si possono tuttavia avere opinioni diverse su questo punto. Per quel che si conosce dci documenti diplomatici, si pub pensare che la bellicosa e la provocatrice è stata la vecchia Austria, sostenuta dalla Germania. A mio avviso, è proprio fuori di posto, da parte della Germania, atteggiarsi a vittima e gridare alla aggressione russa. Ma io riconosco volentieri che l'antagonismo germano-slavo è anteriore ai recenti avvenimenti e sono disposto ad ammettere che i socialisti germanici abbiano potuto credere la Germania minacciata dalla Russia. Sono anche disposto ad ammettere che, forzati a scegliere tra l'imperialismo germanico e lo czarismo russo essi abbiano potuto credere che il primo fosse il mino; male. Come si vede, io faccio uno sforzo leale per comprendere il loro stato d'animo e trovare delle attenuanti ai loro torti. Ma nessuna attenuante si pub immaginare p:r. quan_to r~guard~ la viol.azio::e della neutralità belga. La il delitto e ma111festo e inescusabile. Nè si dica che i S?cialisti g~rma~ici non sono in alcun modo responsabili d1 quell~ v1olaz1one. Essi hanno lasciato fare, senza proteste o. nserve. In ore come quelle - ne:le quali bisogna sapersi ass~m?re "'.er~o la storia delle responsabilità peri~olose -., ti s!lenz1.o e una complicità. E il loro silenzio e tanto piu od10so m quanto lo stesso cancelliere dell 'impcro aveva riconosciuto che la violazione della neutralità be~ga era contraria al diritto delle genti. Vorremmo aver ud1t~ una voce socialista levarsi a sottolineare C1uella confess!one, a proferire un biasimo, ad esprimere un rammarico ... Nulla! Q~at_tordici deputati ~~eia.listi -. è .vero - si erano pronunziati contro 1 cred1t1, nella riu111one preparatoria tenuta dal Gruppo Parl am~ntare socialista. Ma che importa? La f~d~ che non agisce non è una fede sincera. I quattord1c1, ha~no ~eguit? gli altri, per disciplina prussiana. S_ono anch es~1 colpevoli, come gli altri, di tacita approvazhone. <.< ~as~1ar fare, lasci~r passare », è il tipo di delitto e e n?1 ~bb 1 am<? sempre rimproverato alla borghesia, in materia econo;:i1ca. Una protesta soci.a.lista, in quel mod~e~to, e~a co.,: l!aturale, era talmente conforme alla traIZlone d1 Bebel e del vecchio Uebkn~cht, che è corsa la - 8~ 87 - <#' • voce della fucilazione di Carlo Liebknecht per aver levato tale protesta. Ma quella voce non era vera. Io ne sono felice per Liebknecht, ma ne sono addolorato per il socialismo. Per l'onore delle nostre dottrine, io preferisco un Liebknecht fucilato per aver protestato contro la guerra ad un Uebknecht vivo e onorato per averla approvata. A loro giustificazione i socialisti germanici affermano di essersi trovati in una situazione di necessità, e che, per salvare la Germania, le si è dovuto sacrificare il diritto del piccolo Belgio. Questa spiegazione implica il riconoscimento della colpa che io rimprovero loro. Sarebbe come confessare che essi hanno abbandonato tutte le tradizioni rivoluzionarie e socialiste. La tesi della necessità, della ragione di Stato, non è forse la scusa di tutte le tirannie? Da cento anni in qua. non l'abbiamo noi combattuta sotto tutti i regimi, in qualunque paese? L'autorizzazione a violare il diritto perchè vi si ha interesse, non è forse ia negazione di tutto l'idealismo socialista? Infine, la piccolezza e la debolezza del diritto violato sono forse mai state, per noi, delle scuse alla violazione del diritto? Al contrario, il socialismo non si era forse fatto una gloria di proclamare che il diritt-0 del debole e del piccolo doveva essere rispettato almeno quanto il diritto del potente? E nel caso speciale, se era lecito all'impero germanico di considerare come trascurabili i diritti cJ,eJ piccolo popolo belga, era forse lecito ai sociaJ.isti germanici dimenticare i socialisti belgi? Non eravamo sempre stati tenuti nell 'Internazionale come uno dei grandi partiti della dottrina nuova? Non avevamo noi il diritto di contare sull'amicizia e sulla fedeltà di coloro che, nell'ultima settimana di luglio, erano venuti a Bruxelles ad affermare con Jaurès e con noi una fratellanza d'ideali? Si afferma anche che i socialisti germanici credevano che i francesi avessero violato pei primi la neutralità del Belgio. Essi però hanno avuto torto a crederlo, se ciò è stato loro detto. Bastava informarsi, perchè la menzogna apparisse.' No, i francesi non sono entrati pei primi nel Belgio; io direi anzi che deploro la lentezza con cui sono venuti in nostro aiuto. I nostri cuori ansiosi attendevano con i.mpazi,enza; ma essi, disgraziatamente, non eranc pronti. Se noi abbiamo sofferto, crudelmente, causa i! • ) loro lungo indugio, almeno si è avuto il vantaggio di dimostrare ali 'evidenza da quale parte veniva la violazione. E neppure è vero che il Belgio fosse in qualsiasi modo legato colla Triplice Inte~a. li nostro non era un popolo ~uerriero. Non avevamo che un piccolo esercito, quasi· impreparato : lo si era allora, allora riorganizzato e gli effetti della riorganizzazione non dovevano essere completi ~he nel ~ 92 l. Ah! se noi avessimo saputo, se noi avessimo previsto! Il sistema della nazione armata ci avrebbe dato una forza militare tripla di que11a che si ~v~va. ed una forza sii:iiI~ dato il coraggio. dei nostri ,~1dati - avreb?e _co~tituito un baluardo forse mespugnab•le, certo prez10s1ss1mo -er la Triplice Intesa. h1Vece nulla_ di tutto ciò era stato fatto perchè noi avevamo piena fiducia nella lealtà dei nostri vicini. So che la stamp;. tedesca ha menato scalpore per la pretesa scoperta di documenti presso il mini;c,tero della Guerra. Si tratta in ~ostanza solall'.ente di qualche studio fatio dai generali 1~torno alle misure da prendersi nella ipotesi della invasione del ncstro territorio sia da parte della Germania che da parte delia Francia. Ma non vi era alcun accord~ ~è col_la fra;1cia, nè con l'Inghilterra. L'esame di simile 1po!e~1 da parte del nostro Stato Maggiore era non solo l~g1tt1ma, ma ~ da rimpiangersi che non sia stata maggiormente studiata. Se;> ~nche _che ~i sono. attribuite al nostro re segrete ed amb1z1_ose mire d1 conquista; ma la cosa è assurda e rivela la tattica grossolana di separare il re ed il Governo dal popolo belga .. Ma non vi riusciranno. Io, che sono repubblicano, amm!ro nel_ re ~lb~rto il magnifico simbolo delle ~ostre energie nazionali; 10 che sono anticlericale non intendo sep~~.armi a~atto dal nostro Governo nel quale non v~do pm, ora, li governo cattolico, ma il Governo della difesa belga. Non_ vi sono più partiti popolari in questo 1~1oment~ n~I ~e.ìg10; non vi sono che dei belgi inàignat~ per la mg1ust1z1~ della quale sono stati vittime, indignatt pel m~do _abbomrnevole con cui è stata condotta questa guerr~ mg11:1sta ~d imprevista e pieni - mal?rado tutto - d1 fi~uc1~ e d1 _fe~e r.el! 'avvc:iire riparatore. Quanto al!~ npa_raz1oni che noi reclameremo il giorn., d~ll~ r~sa dei conti esse saranno eque, eque e null'altrJ. VIVlam alla Camçra frances~ ha parlato di comoensi t~r- - -89 - 88- ritoriali. Grazie! Noi non siamo affatto colpiti da megalomania e noi non aspiriamo ad alcuna conquista. Non vogliamo violentare nessuno. Forse potremo reclamare qualche villaggio vallone di lingue e di costumi che attorno a Molmedy fa ora part,e della Prussia, e il grande Ducato di Lussemburgo che già appartenne al Belgio. Tutto ciò però colla adesione di quelle popolazioni. Certo sarebbe stato per noi più comodo e più proficu'° l'aver lasciato passare i tedeschi attraverso le nostre frontiere. Più proficuQ, forse, ma certamente disonorante. Può darsi che simili preoccupazioni appartengano alla psicologia germanica, ma mai saranno accolte da una mentalità latina. Un uomo che violi i suoi impegni per un qualsiasi beneficio sarà sempr-e per noi un miserabile e la nazione che agisse in tal modo non sarebbe più degna di esistere. E' per questo sentimento dell'onore, della lealtà e del diritto che noi abbiamo sofferto tanto che - se la civiltà non è una pr.-~·a vana - abbiamo reso il Belgio imperituro . » Dal Secolo del 20 novembre 1914. Che cosa resta deU' idea dell'internazionale? ( Gli attuali avvenimenti ci mostrano la necessità di chiarire, se non di sottoporre a una revisione, la nozione che noi avevamo dell"'Internazionale. Questa necessità si impone In modo particolare al partito socialista che aveva fatto dcli 'Internazionale una dellè sue idee fondamentali. Senza che essa sia mai stata ben precisata, si era formata una teoria nelle sfere rivoluzionarie e vi si era fatta accettare, a poco a poco, in mancanza di discussione, come un dogma. Secondo questa teoria il problema della produzione e ctclla ripartizione della ricchezza riassume tutta quanta In questione sociale. Certi .i::rivilegiati (i capitalisti), de- .. . ·~ tentori dei mezzi di prodmione, sfruttano il rimanente dell'umanità (i lavorntori), sec:ondo un ritmo 5ensibilmcnte analogo dappertutto. Ciò premesso, ''i~ne di conseguenza che è inòifferente per il lavoratore d'essere sfruttato da un padrone o dall'altro; e, per conseguenza, soltanto l'unione dei proletari di tutti i paesi potrà determinare la fine dello sfruttamento capital~stico. S'impone quindi l'affratellamento di tutti gli sfruttati colla soppressione delle frontiere, e l'ideale di un unico regime che dia a ciascuno il prodotto integraie del suo lavoro. Una simile argomentazione ha servito di base a grossi volumi, a centinaia di discorsi, a migliaia d'articoli di giornali. Ora le circostanze attuali, senza smentirla com.i:letamente, ne mettono in evidenza. sotto certi riguardi, il vuoto e l'insufficienza. Non può essere dubbio che questa teoria, il cui verbalismo semplicista poteva essere accettato in tempo di pace, non offre alcuna soluzione soddisfacente agli angosciosi problem i che ci pongono gli avvenimenti odierni. E, poichè occorre, quando si ragiona, adattare i ragionamenti ai fatti, e rinunziare al! 'assurda :çretesa dei settari che vogliono adattare i fatti ai loro sistemi, diventa ora necessario di esaminare i punti deboli della teoria dell'Internazionale e di studiare dove essa dovrebbe venire rettificata o completata. L'errore iniziale è stato l 'tmportanza eccessiva data alla questione del salario. Questa im,i:;ortanza è evidentemente considerevole, ma non è unica. Bisogna, al contrario, riconoscere che essa diminuisce a mano a mano che aumenta la civiltà. Per il primitivo, il cui bisogno essenziale è di sfamarsi (e disgraziatamente un grande numero di uomini, al ventesimo secolo, si trova ancora a questo punto) non ci sono altre questioni. E' evidente. Ma quando il ventre è soddisfatto, nascon0 altri bisogni. E si può anzi dire che allorquando la esisti;-nza è assicurata, questi nuovi bi!;ogni sembrano i più imperiosi. Dopo aver conquistato il proprio pane, l'uomo conquista la propria libertà. E taluni desiderano ancora più ardentemente la libertà che non il pane : è in ciò che essi si differenziano dagli animali. ?iù I 'uomo progredisce elevandosi al di sopr~ çiell& - - 90 - bestia o dello schiavo, a cui basta il cibo quotidiano, çiù questo amore, questo desiderio di libertà ingrandisce. Non la si ottiene che colla forza. sovente col sangue. Nè i dolori, nè i sacrifici fanno esitare l'umanità in cammino verso la libertà. Essa compie successivamente le rivoluzioni che sono il suo onore. Non è dunque vero che la questione del salario sia l'unica, che sia indifferente per lo sfruttato di esserlo in un modo o nell'altro. I modi hanno al contrario una tale importanza che sovente lo sfruttato darà la sua vita perchè gli sia permesso di scegliere fra coloro che gli offrono delle soddisfazioni relative e coloro che gli fanno orrore. E come la lingua, la "cligione e la politica sono, nelle loro diversità, delle condizioni di esistenza alle quali i lavoratori annettono (la storia di ogni paese lo prova) un 'importanza essenziale : ecco bruscamente posto il problema delle nazionalità. Risolvere questo problema, sopprimendo le naziona: lità è qualche cosa di puerile. Le nazionalità sono uno det grandi fatti moderni e non si distrugge ~n fatto negandone l'esistenza, trascurandolo, o semçltcemente augurando che non esista. Volere che tutti i popoli si confondano in uno solo, è evidentemente volere l'impossibile. Si potrebbe rispondere che l'impossibile di oggi può essere il possibile di domani, e che non bisogna abbandonare l'ideale perchè la sua realizzazione sembra lontana. Sia! domandiamoci dunque se questa fusione internazionale è l'ideale! lo non esito a rispondere di no. Non soltanto essa è chimerica, ma non è nemmeno da augurarsi. ~ Essa porrebbe essere acquisita soltanto medi.ante una conce:1trazione che sarebbe una delle norme insopportabili della oppressione. « Proletari di tutti i .i::aesi unitevi ! >l Ottimamente! Ma se bisogna sottintendere : « Un_i_tcvi ... sotto la dominazione tedesca! » non vorremo p1u saperne. Noi concepiamo du~q~e l'utilità dell'~nione.' ~1a l'accettiamo soltanto a cond1z1onc che e3sa ct lasci integra la nostra libertà. Noi ammettiamo un'azione ~o mune conseguenza di una disciplina liberamente sentita, ma i~tendiamo anche restar padroni dci nostri destini. . L~ nazioni, per quanto la loro costituzione possa ~l 91 nostri tempi essere imperfetta, appaiono ai çopoli la condizione indispensabile ali 'esercizio di tale libertà. Noi li vediamo difenderle con ardore. Ed a ragione. Perchè quelle che i popoli vogliono difendere sono delle comunanze di mcdo di sentire, di vivere e di pensare, for .. mate sia dalla razza, sia dalla lingua, dalla religione, dai ricordi ài un passato comune, ·sia dalla somiglianza del!e condizioni economiche, sia, infine e sopratutto, dalla volontà di vivere insieme. Ed è utile, è indispensabile, se si desidera che sia garantita la libertà, che questa diversità di concezioni umane sul modo di raggiungere la felicità possa essere pienamente -soddisfatta. L'uniformità è un sogno nefasto da teorici. Bisogna lasciare alle collettività umane completa facoltà di sviluppare le loro çarticolari caratteristiche. Bisogna assicurare alle nazioni l'indipendenza e la autonomia. Esse comprende:anno d.a loro spontaneamente, l'utilità. per certi obbiettivi, 111. certi campi, di intese e di convenzioni, e noi ritorniamo così alla vera nozione del! 'Internazionale (interna .. zionale) che, per la sua stessa definizione, comporta necessariamente la preesistenza delle nazionalità. Siamo così in grado di meglio scorgere la grandezza delle conseguenze della presente guerra : essa ci cond~rrà ?• (c~ò che mi sembra poco probabile) all'egemonia dispotica d1 un popolo sovrano mediante la Forza o ad ur;a Federazione degli Stati Uniti d'Europa medi;nte la Libertà ed il Diritto. ' e C~i è_ que~ socialista che potrebbe dich=~r~r~ i::he il •:]1 n1i<fah1Je dtl~mma lo lascia indifferente? f)~; Secùlo del 23 novembre I g 14. L'Internazionale dell'avvenire ' .. : io già. tentat~ di mostrare, in un articolo çreceden:,'. '.~ .nsufficte!lza dt quel concetto che va comunemente sotto 1 ! nome d1 teoria socialista dell'Internazionale ed h:) :1:ì.:-he accennato in qual modo, tenendo conto dei fatti 1 :,.~ogncrebbe correggere e completare siff:::tt:i teoria. i • - - 92 - tre punti salienti di questa revisione potrebbero compendiarsi nel modo seguente : riconoscimento delle nazioni; autonomia; federazione. Evidentemente non è certo negli angusti limiti di u_n articolo_ ~i gior~ale che s! possano approfondire quelstl tre ~unti m m~niera esaun~nte_; ma si può tuttavia tentare di mettere m luce alcuni lati generali dell'importante argomento. L'esistenza delle nazioni è un fenomeno che non si può affatto contestare, e i terribili eventi ai quali assi~tiamo mostrano a sufficienza la capitale importanza che assume tale fenomeno nell'evoluzione umana ed il valore che gli uomini gli attribuiscono. Ben s'intende che io non desi•rno col vocabolo «nazioni » gli Stati Sovrani. Uno S;;to è un organismo politico, che può talvolta corrispondere alla nazione, e che dovrebbe almeno coincidere con e~j3a. Ma non semi:;re questa coincidenza avviene. Ceiti Stati, come per esempio l'Austria, sono tutto un mosaico di nazioni. Vi sono dei lembi di nazione, che si trovano fuori dello Stato; ad esempio, la Lorena rispetto alla Francia, il Trentino rispetto all 'ltalia. Gli Stati debbono la loro formazione al capriccio delle combinazioni politiche, ai risultati delle guerre od ali 'ambizione dei sovrani. Le nazioni invece sono determinate da affinità storiche, religiose, linguistiche, econo~iche, che alcuni uomini hanno fra loro. Fa d'uopo considerare come uno degli aspetti della libertà, il r~spetto, in coloro che lo desiderano, del diritto· di vivere in società, e bisogna permettere il massimo sviluppo della loro particolare pote;nzialità sociale. Occorre proclamare e stabilire çer i popoli, come si è fatto per gli individui, il diritto alla vita ed alla libertà. Una simile teoria condanna dunque le conquiste e le annessioni, lasciando i pQJ:~i soli arbitri del loro destino. Questo concetto ci porta a riconQscere nell 'au.Dnomia un aspetto complementare del principio di nazionalità. Aggiungerò pure che l'autonomia va intesa in larghissima misura ed organizzata in modo che nell'interno degli Stati o delle nazioni qualsiasi collettività umana, la quale abbia una speciale nozione della propria felicità, possa seguirla e applicarla. Le provincie o regioni, le città, i comuni, le associazioni debbono avere le loro particolari norme • 93 - di sviluppo. Non esiste vera libertà dov'è un eccessivo accentramento. Non v'è dubbio che l'accentramento e l'unificazione siano stati, in dati momenti storici, una forma di progresso. Ma questo non era che uno stadio di transizione nella evoluzione della vita dei popoli. Noi siamo ormai giunti, quasi dappertutto in Europa, all'epoca in cui, doç.o di aver approvati i benefizi di alcuni accentramenti, aspiriamo a talune forme di decentramento. l1 regime parlamentare, che rappresenta, cosl nelle elezioni come nelle Camere, il trionfo della legge del numero, non è che una forma attenuata della tirannia, quando le minoranze siano tenute in non cale. Certo, bisogna pure che la maggioranza abbia il sopravvento, poichè sarebbe assai più assurdo ammettere che la minoranza dovesse dettar leggi. Ma la maggioranza non ha sempre ragione. Specialmente non ha ragione, allorchè attenta con la violenza alla Jibertà religiosa od a quella linguistica di alcune minoranze. Occorre dunque favorire, quanto è possibile, l'autonomia, per accrescere in eguale misura la vera libertà. In qual modo? Ispirandosi anzitutto alla realtà, e non dimenticando mai che gli uomini differ~scono secondo gli ambienti o le circostanze, e che la migliore legislazione è quella che offre sufficiente elasticità e permette un adeguato adattamento. Così gli uomini sono grandi o piccoli, magri o grassi; e sarebbe ridicolo voler imporre a tutti un identico vestito. Parallelamente a questo moto verso il decentramento e l'autonomia bisognerà rure spingere un'azione in senso inverso : cioè promuovere la federazione; permettere ai gruppi di riunirsi e d'intendersi, alle regioni di riunirsi, alle nazioni di internazionalizzarsi. Sarà compito dei sociologhi e degli uomini politici il determinare ciò che riguarda l'interesse comunale, regionale, nazionale o internazionale. Si dovrà ricorrere ai trattati. E siccome questi trattati saranno la base dello sviluppo e del progresso n:on~i~le, biso_gnerà che essi siano rispettati. Come si è nusc1tt ad ~ssicurare il rispetto del diritto degli individui me?i~nte _l'organizzazione di 11na magistratu;a e di una pohz1a, bisognerà organizzare la tutela de! diritto delle ~ - 94 · · Cib dovrà modificare completamente 1e nostre 1z1oni. ·· Q ù · · trada un •ttuali nozioni della neutrahta. "" uan ~· tn 1s .. :, . ladro od un bruto. a~;ale ~n p~c1~1co :i1~n~antc, nc.:ivt •.n~ e ogo 1 che gl1 altri c1ttadtn1 rimanessero 1n ammetterehb b · · d" · d" t 1·nare il d"ff lasciando alla forza Il intto t crn t . 1 efl~c nti 'No . si comprende che qualsi~si diritto vt?l.ato con 1 • • • · del. dmtto. d 1tto. di un cittadino cos t1tu1sce una 1e~1one 0 n. nn~ uanti gli altri, e la società interviene. B1sognera d1 tu\111 q . tà delle nazioni intervenga nello stesso m?dc che a s~c1e " le a111bizioni e le cupidigie dell'avvenire. per repnmerv · . ·d · Sarà ques ta !"opera dell'Interna~1onale dt orr::n~.os'o non E in una lnternazion~le. c~31 co~phres~e~ prole~ariato tutte le azioni econom1c e ' soltanto per h · la sua azione rivoluzionaria e moma c'è p~sto a~~ - _e per i riducesse alla sola questione del raie. Se ti socia 1::imo ~ ttosto miserabile dottrina e non salario, sarebbe u~.a ~1uprestigio che e15SO esercita sulle si s~icgherebbe p1u. i . . In Francia al tempo delmas se e sulle classi ~upe~1~r~~istito a co~troversie ana1'affare Dreyfus. d'ab~~rnCer.ti- teorici sfegatati proclam.aJoghe a quel.le .o ier ~estione interessante la borg~es1a, vano tratwrs1 d1 ~-n~ q . re indifferenti i lavoratori. M_a che dove_v~ perc10 as~1~. ascoltati. I lavoratori hann? ri· quei teorici non sono ~ a ~sser loro indifferente la v10lasposto che ~on i~i~te; ~ella verità. NeJI 'ora che cor'.e no~ zione della giust . d·fferente per i lavoratori assi. almente ess er 111 1 . . . puo egu . . d 1 diritto e della l1bert~. . . . stcre alla no!a~10ne e che li uomini, presi ind1~1du~lPoichè. se e vero n1~ secondo il loro egoist:co tn · mente agiscono generaln:e he le folle sono mosse sotercs se, è ugual~ent~ "~~oercosi ed altruistici. E' ne~e~ pratutto da senu~ent1 g . dal punto di vista materiali~ sario. si. si)ieg:irc.1~ la sto~::mmeno dimenticare i fatto_n stico. ma n?n ~-50gna zioni e reazioni reciproche, e Cl1ideali. So~o m ~iuoc~d~ iosa complessità, vogli~no tropi::o loro che. in que_ta pr g .. nt"' le mosse da piccole ve"fi ,. prendono ~n ·e r~mplt carv. ; nc.ìi errori. ! rità per cadere .n gra -.. • 95 - Togliamo dall'Azione Socialista dell '8 maggio 19 i S, il resoconto di:lla festa del 1° Maggio a Roma : Un' inaugurazione La Sezione romana del Partito aveva dis]:OSto 1,er una riunione nel pomeriggio negli ameni locali della « Villetta» l'elegante trattoria sita in via Emanuele Filiberto. In e3sa il valoroso deputato di Charleroy, in patriottico apostolato su terra italiana, e Leonida Bissolati avrebbero detto del significato del Primo Maggio in relazione ai grandi fatti dell'oggi. I compagni incaricati dalla Sezione non avevano difatti nulla trascurato perchè il convegno si svo:~esse nei modi più degni. Malauguramente però un tempo che fece sospettare fosse davvero scatenato dal « buon vecchio Dio » di Gugliclmone guastò in parte la riunione, con una tempesta di grandine vento ed acqua torrenziale quale da parecchio non si vedeva a Roma. Abbastanza numerosi furono però i compagni e simpatizzanti (vi erano anche parecchi ufficiali fuorusciti) che sfìdando il disagio aggravato dalla mancanza dei mez;:i di trasporto, si portarono in quell'estremo lembo della città come ad un rito che comunque dovesse compiersi. Eravi anche una rappresentanza della Sezione .socialista riformista di Terni. Giunto !'on. Desirée accompagnato dall'on. Bissolati, accolti con indicibile entusiasmo, si procedette prima all'inaugurazione del nuovo rosso vessillo della Sezione romana del Partito, con belle e commosse parole del C0'11pagno dott. Mario Silvestri, che, a nome del Comitato d~lla Sezione, porse il fraterno saluto al Destrée, r:ngr::~1andolo del 5uo intervento che di per sè era la migliore maugurazione che si potesse fare del nuovo vessillo sociale. Sorse q.uindi, tra un nuovo scroscio di applausi, Jules Destrée, 11 quale, in un francese intelligibilissimo an- - 9G - che agli ascoltatori più umili , pronunziò il seguente dis corso: Parla Destrée In questo Primo Maggio di lutto e di tris te zza , dovremo noi aggiungere, a ta nte altre cause di desolazion e, quella di dover constatare la bancarotta d 'idee che ci e rano care? Fra tante morti , bisogn a a nnove rare la morte dell 'ideale che abbiamo difeso da tanti an ni ? Io non lo penso. I reazionari s i sono senza dub bio affretta ti a gr idar e che l' Internazionale non e ra p iù che un ricordo, che l'impotenza del social ~s m o s i e ra avverata e che bisognava rinunziare a tener conto dell'influenza del prol etariato fra i fattori della civiltà di doman i. Son questi dei giudizi temerari. Per ren dercene conto basta constata re che la C h iesa cattolica, la quale pure pretende di volere la pace , s'è trova ta anch 'essa, impotente a scongiurare la catas trofe. E se s i confron ta la lunga durata dell 'is ti tuzione r eligiosa, la sua autor ità, la sua organizzazione, a llo s forzo relati vamente recente della cl as:se op eraia organ izzata, s i deve riconosce re che lo scacco è molto più umili ante per la C hiesa che pe r il Socialismo. Ricordiamoci che il Primo Maggio fu instituito, per a ppoggiare in primo luogo, una rivendicazion e economica : quella del limite legale della grorna ta di lavoro. I tre otto sono l 'espression e p iù n etta e per consegue nza simbolica di ogni pro fonda mod ificazion e delle condiz ioni della vita operaia . O ra, non v'è m odi fi cazione profonda possibile se essa non s ia accettata da tutte le in dustrie a nalog he esis te nti ne l mon do. Ne ris ulta che da domani, il giorno in cui rifiorira nno di nuovo le opere della pace, la stessa necessità obbligherà i lavora tori ad aggrupparsi in associazion i local i, n azion ali ed internazionali. L'in tes a fra gli ope rai dei di versi paesi è dunq ue, ne lla fata lità de ll'avvenire e indispe nsabi le a llo sviluppo del prole tar iqto. Nien t' altro c he pe r q11 esta ragione bisogna cons ervarle la nostra fiducia, bisogna riporre in essa la nostra ss; eranza, - 97 - Ma la significazione del Primo Maggio s'era allargata, s'era estesa fì no aìla volontà d'arrivare all 'affratella,ment~ dei popoli, a lla soppressione della guerra e de s uoi dis astri . , . . Su questo p unto è d'uopo riconoscere che 1 amb.1z1one era troppo alta per gli uomini del presente. E b1so~na anche notare che non è l'idea sociali\3ta che ha falhto, ma solamente alcuni degli uomini che avrebber? dovuto inspirarsene. Se l ' Internazionale operaia .ha ~1s~o . tramontare i suoi desideri di pace, è perchè 1 soc1ahstt !e deschi si son lasciati trascinare dall'imperialismo nazionalis ta che essi avrebbero dovuto combattere. Quanto alla dottrina Bocialista essa rimane salva, al disoprà d'ogni umana debolezza. E çer dimostrarlo, bastirno alcuni rilievi. Ricordiamo dapprima che il dovere socialista era stato c~l riassunto d!<l Congresso di Stoccarda: fare tutto il possibile per preven ire la gue rra; e - una volta la guerra dichiarata - fare tutto il possibile per la pace. Nessuno potrà non riconoscere che, prima della guerra tutti i partiti socialisti del mondo, hanno fatto tuttociò eh 'era in loro potere per impedire la guerra. Tanto presso i loro governi quanto presso I 'oJ:inione pubblica, essi hanno levata la voce per chiedere che si regolassero col1·arbitrato le difficoltà che si annunziavano. Non può essere dimenticata la riunione di Bruxelles, nel luglio scorso, ove per l'ultima volta fu intesa la grande voce generosa di Jaurès. Lo sforzo socialista si è trovato impotente, è vero; ma è stato fatto. Venne l 'aggressione degli Imperi Centrali, violatrice del .diritto e minacciante la civiltà. I socialisti dei paesi aggrediti fecero il loro dovere patriottico, senza mancare alle loro convinzioni e s enza rinnegar nulla del loro pass ato. Noi abbiamo accettato la guerra perchè bisogna saper morire per la libertà. Ora c h e la guerra è dichiarata, noi socialisti dei paesi in lotta dob~i amo fare tutto quanto possiamo per la pace. E lo farem o ! Ma bisogna intendersi. Non si può trattare d'una i:: ace che consacri l ' ingiustizia e l'invasione, d'una p ~ce precaria ect in5tabi!c ch e permetta ai tedeschi di conservare tutto o parte del be neAcio de lla loro ag- - 98- gre~sione. lJna pace come questa sarebu0 una sfida all'onestà e il pegno sicuro di nuove lotte formidabili in un avvenire pro~nimo. La puc:-, la vern pace, dev'essere durevole, e per durare essa dev'essere fondata sulla Giustizìa. Ogni voce che si elevi attu~lm_ente in favore ?el~a pace 'è sospetta; non può trattarsi d1 pace finchè c1 sia un tedesco sul suolo belga. Nessun socialista sincero pub' prestarsi a consacrare un 'annessione o una conquista nè può approvare una violazione del diritto delle genti o l'oppressione di un popolo. Ogni lesion.c del _diritto. d_i nazionalità porta in se stesso il germe d1 nuovi conflitti. Può essere utile, ad illustrare quest'opinione, di ricordare eon quale rimarcheYole lucidità, Carlo Marx, fino dal 1871 aveva previsto gli avvenimenti attuali. « Ma ~i si dice eh 'è assolutamente necessario che noi prendiamo I'Alsazi_a . e la L~ren~. L~. catl!erilla della guerra, i professon, 1 b_orghest e 1 pollt!cant1 da taverna gridano che è questo ti solo mezzo dt prot~ggere per sempre la Germania da una guerra della Francia. Al contrario, è questa la via piit sicura per trasformar questa guerra in una istituzione e~r?pea. . . . . « E' infallibile mezzo dt 1mmortaltzzare ti d1s,i:;otismo militarista della nuova Germania, costretta dalla necessità a conservare questa Polonia dell'Ovest che è lAlsazia L0 rena. E' l'infallibile mezzo di cambiare la pace che viene in una tregua da rompere non appena la Francia avrà recuperato abbastanza forze per riprendere il territorio perduto. « E' l'infallibile mezzo di rovinare Francia e Germania facendole ancora battere fra loro. « Gl'imbecilli che gridano d'avere scoperto una garanzia di pace eterna avrebbero dovuto imparare dalla storia della Prussia, dalla medicina da cavallo napoleonica dooo Tilsit, come simili mis ure pacificatrici abbiano prcdott~ sopra una nazìone · civile l'effetto esattamente opposto. " «E che cos'è anccra la Francia, dopo la perdita dell'Alsazia Lorena, com.prata colla Prussia dopo la pace di Til:?it? « Chiunque non sia abbrutito dal turbamento dell'ora - DU - o non abbia interesse ad accecare gli aitri, deve riconoscere che la guerra del 1870 trascina nel St;O solco la necessità di una guerra colla Russia, così come la guerra del 1866 portava nel proprio seno la guerra àel 1870. le dico cc necessariamente, inevitabilmente », salvo la eventualità prob!ematica di una rivoluzione russa ! cc Se questo dubbio avvenimento non si produce, la guerra fra Germania e Hussia può essere considerata come un fatto compiuto. « Se essi prendor.o l'Alsazia Lorena, allora Russia e Francia faranno la guerr::! ullg Germania. E' superfluo l'indicare le disastrose conseguenze. « Possono i patriotti tedeschi pensare seriamente che l'indipendenza, la libertà e la pace della Germania saranno assicurate se essi spingono la Francia in braccio alla Russia? « E non sarà più una guerra localizzata, ma una guerra di razza, che unirà le razze slave e latine contro la Germania ». Marx non aveva una visione così chiara se non perchè i suoi i::rincipi erano giusti. Bisogna ispirarsi a questa esperienza per respingere con lui oani tentativo di sostituire la forza brutale al diritto e ali; libertà. Quando gli avvenimenti ci permetteranno di ricostruire l'Europa su delle basi conformi alla volontà dei popoli, quando il militarismo vinto avrà cessato d'inquietare il mondo, allora i ·socialisti saranno i primi a reclamare la, pace. Ma attualmente bisogna prima abbattere il mostrai e strappargli gli artigli, e, per la pace che noi vogliamo ' deciderci a proseguire la guerra ! Ed. ec~o p~rcnè, malgrado tu tto, in questo triste Prim(\ l\'hgg10, 10 gndo, comunque: Viva l'Internazionale e Viva il Socialismo!». l Il magnifico discorso venne ascoltato con intenso rs.ccoglim~nto e sal~tato in fine da una grande ~y~u~ frammista alle gnda di : « Viva il Belgio! ». INDICE 1 SOCIALISTI E LA GUERRA EUROPEA Note preliminari . CAP. J CA P. ~[ ~I • Il. - )) )) III. - CAP. IV. 11 17 )) 21 )) 28 )) 31 )) 39 )) 43 )) 46 )) 51 NEI PAES I NEUTRALI: Osservazioni generali 1. Olanda . I I. Danimarca . //I. Svezia . IV. Norvegia . V. Svizzera VI. Spagna. V11. Portogallo . VIII. Rumenia . CAP. 5 NEI PAESI BELLIGERANTI: /. Belgio . 11. Francia . JJJ . Germania . I V. A ustria-U nghcria V. Inghilterra . VI . Russia . VII. Serbia . V111. Italia IX. Bulgaria i I I. - PAG. LE )) )) )) )) )) )) )) )) )ò CONFERE NZE INTERNAZIONALI ~ CONCLUSIONI • • 53 58 61 62 63 64 67 67 68 )) 39 ); '5 - 102 - ALLEGATI: Il pensiero di un socialista belga. Dal :;iornale Avanti!, 8 novembre 1915 PAG. 83 Cosa resta dell'idea dell'Internazionale. Dal gi<>rn. Il Secolo, 20 novembre 1914 )) 88 L'Internazionale dell'avvenire. Dal giornale Il Secolo, 23 novembre 1914 . )) 91 » g6 ')i~corso a Roma del primn maggio 1915 Dal giornale l'Azione Socialista . ] • !