Istituto tecnico per Geometri Guarino Guarini Torino Anno scolastico 2005-2006 Traccia n. 3 Nell’immane tragedia della deportazione finirono travolti milioni di donne e di uomini eliminati o lasciati morire per i più svariati motivi: dall’odio razziale alla persecuzione politica, dalla repressione militare all’intolleranza per il diverso. Le vittime dei lager appartenevano al popolo ebraico, al popolo rom, a tutte le nazioni d’Europa: russi, polacchi, italiani, francesi, olandesi, ecc. Ma le prime vittime dei campi furono tedeschi: Dachau venne aperto lo stesso anno dell’ascesa al potere di Hitler (1933)e accolse migliaia di suoi oppositori che vi sarebbero dovuti essere “rieducati”. Negli anni successivi bambini tedeschi deformi, vecchi dementi e pazzi furono eliminati secondo un programma che fu ipocritamente definito di “eutanasia”. Nella sterilizzazione dei malati di mente, nell’eliminazione delle “vite indegne di essere vissute” sta la radice e la preparazione di quelli che saranno poi la soluzione finale e i perversi esperimenti dei medici del Terzo Reich. Ti sei mai interrogato sul nesso che lega queste tappe di un processo sempre più sconvolgente e non ti sei mai chiesto le ragioni per cui l’opinione pubblica internazionale, le classi dirigenti dei paesi democratici, gli uomini di cultura e di morale non abbiano colto per tempo i segni di una progressione verso l’orrore che si sarebbe arrestata solo, sanguinosamente, con la distruzione della macchina economico-militare della Germania e dei suoi alleati? Classe IV A sp Gabriele Massimo Malagrinò Gianpaolo Marrocu Paolo Messa Stefano Servi Amedeo L’insegnante: Antonella Filippi 1 Introduzione Abbiamo voluto aprire il nostro lavoro con una pagina di speranza: la dichiarazione dell’Unesco sulle razze umane che, elaborata negli anni successivi alla guerra, ribadisce con forza l’impossibilità scientifica di definire una razza superiore ad un’altra. E’ il simbolo del ritorno all’umanità dopo la barbarie del nazismo. Tra i vasti spazi di ricerca che il titolo ci offriva, abbiamo cercato le vie che hanno portato, nella civilissima Europa, alla rottura di civiltà di Auschwitz. Il punto di partenza del nostro lavoro è l’untermensch: come si è arrivati ad isolare il concetto del sottouomo? Dopo le letture intraprese, abbiamo individuato il filo rosso che unisce il lungo cammino che va dalla sterilizzazione all’eutanasia, dagli esperimenti nei lager tedeschi fino allo sterminio degli ebrei. Il percorso di raffinamento tecnologico che arriva al suo ultimo atto con le camere a gas di Auschwitz, può essere considerato “solo” uno sviluppo scientificamente studiato e applicato, in modo industriale, della matrice ideologica che parte dalla purezza della razza e che isola su vari versanti quelli che non sono uomini ma sottouomini. Quando si arriva a concepire e a definire nell’ambito di una legittimazione politica l’untermensch, tutto diventa possibile, tutto è concesso: la strada per l’indicibile è stata aperta. Abbiamo ricercato la matrice culturale delle ideologie razziste, fondamento del nazionalsocialismo, per riuscire a capire dove affondassero i presupposti che hanno portato, nell’arco di un solo decennio, alle camere a gas e allo sterminio: lo stato nazista ha usato quanto già esisteva in certa parte del pensiero europeo, concentrandolo in un progetto politico basato sulla violenza. Niente di nuovo in Mein Kampf, dove peraltro tutto era già detto, e dove un attento lettore poteva leggere, nei primi anni ’20, quanto sarebbe successo. Il poco spazio concessoci nello sviluppo della ricerca e il fatto che le pratiche aberranti degli esperimenti sull’uomo nei lager, della sterilizzazione, dell’eutanasia sui malati bambini ed adulti, sono riprodotte in molte pubblicazioni e si trovano facilmente sui siti internet, ci ha indotti alla scelta di rielaborare i dati in tabelle di facile lettura e consultazione. Volutamente abbiamo evitato le immagini terribili degli esperimenti, soprattutto di quelle dei bambini: quei corpicini martoriati hanno bisogno di silenzio e di rispetto. Di grande interesse è stato lo studio, poco conosciuto, dell’origine delle camere a gas nell’ambito dell’Azione T4, che si collega direttamente allo sterminio dei lager polacchi e ne delinea l’evoluzione fino al perfezionamento industriale dei Crematori di Birkenau. Abbiamo lasciato sullo sfondo la Shoah, che incombe però in ogni pagina del nostro lavoro. Secondo le indicazioni della traccia, per concludere, abbiamo isolato un episodio del mondo che sapeva e che non interveniva nella tragedia che si consumava ad Auschwitz. Il lavoro è stato di grande utilità per i ragazzi in quanto ha consentito loro, dopo il viaggio della memoria effettuato ad Auschwitz nel mese di settembre, di scavare nella genesi dell’olocausto per capirne i fondamenti storici e la matrice razzista del sistema nazionalsocialista. E’ importante che comprendano che niente è avvenuto per caso, che non si spiega la Shoah con la semplicistica spiegazione della “follia” di Hitler; solo così si può crescere consapevoli degli abissi a cui l’uomo può arrivare per essere sempre vigili e pronti a difendere la democrazia. Alleghiamo parte del documentario “In nome della razza” di Rai 3 con brani tratti dai filmati di propaganda nazista sull’eutanasia, in quanto documentazione su cui si è basato il nostro lavoro, oltre ai testi citati nella bibliografia. Gennaio 2006 L’insegnante 2 INDICE Dichiarazione dell’ Unesco sulle razze pag. 4 Untermensch pag. 5 Mein Kampf: qualche dato per riflettere pag. 14 Esperimenti pag. 18 Sterilizzazione pag. 27 Eutanasia pag. 34 I luoghi della T4 pag. 40 Le camere a gas pag. 48 Chi sapeva e non ha parlato pag. 54 Bibliografia pag. 58 3 DICHIARAZIONE DELL'UNESCO SULLE RAZZE UMANE 1951 1 Art. 1. Gli scienziati sono generalmente d'accordo nel sostenere che tutti gli uomini viventi oggigiorno appartengono ad una singola specie (homo sapiens) e derivano da una razza comune.(…) Nel senso antropologico, la parola razza dovrebbe essere riservata a quei gruppi umani che possiedono sviluppate differenze fisiche ereditarie. Molte popolazioni possono essere classificate ma, data la complessità della storia umana, ci sono anche molte popolazioni che non possono essere facilmente inserite all’interno di una classificazione razziale. Art. 3 I gruppi nazionali, religiosi, geografici, linguistici e culturali non coincidono necessariamente con i gruppi razziali; i tratti culturali di questi gruppi non dimostrano alcuna connessione con i tratti razziali. Gli Americani non sono una razza, così neanche i Francesi, così i Tedeschi. I musulmani e gli ebrei comprendono al loro interno più razze così come i cattolici e i protestanti; non sono le persone che vivono in Islanda o in Inghilterra o in India, o che parlano inglese o una qualsiasi altra lingua, o che sono culturalmente turche o cinesi, a descrivere una razza. Art. 5. Molti antropologi non includono le caratteristiche mentali nella loro classificazione della razza umana. Art. 6 Il materiale scientifico oggi disponibile non giustifica la conclusione secondo cui le differenze genetiche ereditarie sarebbero un fattore importante nel determinare le diversità tra le culture e le realizzazioni culturali di diversi gruppi o popoli. Indica al contrario che il miglior modo per spiegare le differenze è il bagaglio culturale che ogni gruppo si porta dietro di sé. Art. 7 Non vi è alcuna prova in favore dell’esistenza delle cosiddette razze pure.(…) Riguardo alla mescolanza tra le razze, invece, le testimonianze sottolineano che l’ibridazione ha proceduto per un tempo indefinito, ma considerevole. Come non esistono reali evidenze degli svantaggi prodotti dall’ibridazione non possono esistere giustificazioni nel proibire matrimoni tra razze differenti 1 Nel 1969 l’UNESCO, basandosi su ricerche scientifiche appositamente commissionate, pubblica i Four statements on the race question,. Il testo si compone di quattro Dichiarazionia cui si è lavorato nel corso degli anni: Statement on race 1950, (Affermazione sulla razza) Statement on the nature of race and differences, 1951 (affermazione sulla natura della razza e delle differenze di razza) Proposals on the biological aspects of race 1964 (Proposte sugli aspetti biologici delle razze) Statement on race and racial prejudice 1967 (Affermazione sulla razza e sul pregiudizio razziale). In queste Dichiarazione, redatte da un gruppo internazionale di genetisti e di antropologi, viene perentoriamente smentita la presunzione di “razze pure”di cui una, la cosiddetta razza ariana, sarebbe superiore alle altre per qualità geneticamente determinata. Citiamo qui, come prefazione del nostro lavoro, parte degli articoli che ci sembrano punti fondanti per una ripresa positiva dell’umanità dopo le barbarie naziste. Il testo completo delle dichiarazioni dell’UNESCO è accessibile sul sito www.wikipedia.org in versione PDF e in lingua inglese. (La traduzione del testo qui citato è a cura del gruppo di lavoro della ricerca.) 4 UNTERMENSCH 5 “Il nazionalsocialsmo non è altro che biologia applicata” Rudolf Hess 2 La “rottura di civiltà” rappresentata da Auschwitz non fu il frutto della violenza della guerra ma la sintesi del lungo e triste cammino del razzismo moderno che trovò la sua massima sintesi nello stato nazista. Il nazismo ri-costituì la nazione tedesca sulla base del concetto dello “Stato razziale”: nel 1933, per la prima volta nella storia europea, prendeva il potere un movimento esplicitamente razzista che aveva costruito il suo percorso ideologico sul razzismo. Il partito nazionalsocialista arrivò al potere con un ampio sostegno elettorale, con l’appoggio della classe dirigente industriale e militare e procedette immediatamente alla costituzione di una forma di governo “moderno” basato sulla sintesi delle maggiori e peggiori teorie del periodo, comuni a gran parte dell’Europa occidentale industrializzata: da quella nazionalista a quella antisemita a quella della formazione di razze superiori e geneticamente programmabili. Negli ultimi anni gli studi storici hanno progressivamente spostato l’interpretazione del nazismo visto come cancro isolato nel cuore della moderna Europa, ad una visione più ampia che vede nella cultura preesistente le basi culturali del nazismo. E’ ormai evidente che Hitler non “inventò” nulla e che le sue idee non erano originali: egli seppe fare una sintesi di straordinaria portata delle tante correnti ideologiche che esistevano in Europa, applicandole alla fragilissima Germania della Repubblica di Weimer. “Il carattere specifico della vicenda del Terzo Reich non implica che la si possa collocare in una storia esclusivamente tedesca(…) Il razzismo nazista e i suoi esiti genocidiari rappresentarono una <sintesi> della lunga vicenda del razzismo europeo, una ‘rottura di civiltà che non segnò un’improvvisa discontinuità storica, né una deviazione eccezionale dal percorso virtuoso della <modernizzazione>, ma l’esito di una possibilità maturata in seno alle contraddizioni e alle crisi della società europea novecentesca” 3 Le teorie razziste di Hitler erano ispirate alle molteplici varianti di razzismo esistenti in Europa; la sua concezione della razza è riconducibile a diversi filoni di pensiero e non solo a quelli antisemiti. Otto Wagener 4 , direttore dell’ufficio economico del Partito nazista riferisce le parole di Hitler: “Ho studiato con molto interesse la legislazione di vari stati americani circa la prevenzione della riproduzione da parte di persone la cui progenie, con ogni probabilità, non apporterebbe alcun beneficio alla propagazione della razza o addirittura la danneggerebbe” 5 Il razzismo hitleriano ha la sua più forte espressione nell’odio contro gli ebrei; ma le sue radici si trovano nella eliminazione di ogni elemento biologicamente “malato” e impuro dalla razza ariana. Gli studi storici hanno ultimamente messo in luce tutte le altre vittime del nazismo, a partire dai malati mentali, agli asociali, ai Sinti e ai Rom, agli omosessuali, ai testimoni di Geova, ai disabili. La sfera di responsabilità nelle attuazioni delle politiche naziste si è quindi allargata ad un ambito ben più ampio di quello politico: medici, antropologi, economisti, avvocati, psichiatri, concorsero 2 Frase pronunciata da Hess ad un raduno nazionalsocialista nel 1934 (vedi Lifton,I medici nazisti, Bur, 2004, p.51 e 177.) Rudolf Hess, (Alessandria d'Egitto 1894 - Berlino 1987) Entrato a far parte nel 1920 del Partito nazista, da poco costituitosi, nel 1923 partecipò al fallito Putsch di Monaco e fu incarcerato insieme a Hitler, che aiutò nella stesura del Mein Kampf. Divenne quindi stretto collaboratore del Führer: dal 1933 rivestì un ruolo di rilievo nel Partito nazista e nel 1939 fu designato secondo successore ufficiale di Hitler dopo Hermann Göring. Nel maggio del 1941, per ragioni rimaste poco chiare (secondo alcune fonti forse per trattare la pace con Churchill) si recò in volo in Scozia, dove fu arrestato e imprigionato. Nel 1946 fu condannato all'ergastolo al processo di Norimberga. Morì probabilmente suicida a 93 anni nel carcere di Spandau .a Berlino. 3 Michele Nani, “La metamorfosi del razzismo”, da: AAVV, Storia della Shoah, UTET, 2005, vol. I, p. 47, 48. 4 Otto Wagener , nazista della prima ora e amico di Hitler, fu comandante delle truppe tedesche sull’isola di Rodi.Fu processato con altri graduati dell’esercito nazista, dal Tribunale Militare di Roma per numerosi eccidi compiuti sull’isola. Nonostante le condanne inflitte essi furono liberati in segreto tra il 1950 ed il 1951 e Otto Wagener, morirà nel suo letto nel 1971 come libero cittadino della Repubblica Federale Tedesca. 5 AAVV, Dizionario dell’olocausto, Einaudi, 2004, p.576. 6 tutti, nei loro campi specifici, a costituire e a legittimare (con una veste pseudo-scientifica) il fondamento ideologico del nazismo. Il razzismo moderno, sviluppatosi in Europa nella metà del XIX secolo, è il frutto di vari fattori tra cui il nuovo colonialismo, la fiducia nella scienza espressa dal positivismo, le distorte applicazioni del darwinismo al sociale 6 , ecc. Possiamo sintetizzare che il razzismo nasce da una doppia esigenza di “difesa”: il bisogno di difendersi dal nemico esterno e da quello interno. Il razzismo non è infatti la sola e semplice proclamazione di una razza superiore, esso procede sul doppio binario della costruzione e dell’esclusione. Non si può infatti definire la parte “superiore” di un tutto se contemporaneamente non se ne definisce quella “inferiore”. L’esclusione della parte inferiore procede contemporaneamente con l’allontanamento degli elementi cosiddetti “esterni” e l’eliminazione di quelli “interni”. Il razzismo Ottocentesco costruì la sua “graduatoria” delle razze mondiali come affermazione della supremazia europea sul resto del mondo e contemporaneamente sviluppò l’antisemitismo nella ricerca del nemico interno all’Europa stessa. Con un procedimento ideologico similare, il razzismo nazista pone i suoi fondamenti nella individuazione del nemico esterno alla razza ariana, gli ebrei, e del nemico interno, i portatori di “germi” che potevano inquinare la razza perfetta, fondamento del nuovo ordine mondiale. Costoro erano i malati mentali, i disabili, gli handicappati. Alla definizione del “sottouomo” si arrivò per gradi ma abbastanza velocemente, dato che le premesse ideologiche erano già maturate nel dopoguerra nelle prime formulazioni del partito a Monaco. Parallelamente, la formazione dello stato totalitario, basato sulla assimilazione dello stato-partito, portò nei primi campi di concentramento gli oppositori del regime e i lager funzionarono prima come laboratorio di rieducazione forzata tramite il lavoro schiavile e poco alla volta come luogo in cui agli uomini reclusi si poteva fare tutto ciò che si voleva. I prigionieri dei lager nella prima fase, quella tedesca, prima dell’invasione della Polonia, erano tedeschi o austriaci e furono loro, appartenenti alla stesso popolo ad essere le prime vittime degli esperimenti sull’uomo 7 . Individuato il “sottouomo”, colui che non appartiene alla razza eletta, la strada è aperta per arrivare ad Auschwitz. La costruzione della razza perfetta si basò su una complessa rielaborazione delle teorie razziste, portata avanti nei 12 anni di dominio nazionalsocialista sia in ambito medico-scientifico sia in quello giuridico. La teoria dell’uomo perfetto e del sottouomo fu costruita con determinazione e certezza “scientifica”, con la responsabilità di tutti coloro che vi parteciparono rendendone valida la applicazione; in quei 12 anni si produsse una mole enorme di progetti, di studi e di programmi al fine di definire il razzismo perfetto. 6 Le distorte applicazioni delle teorie di Darwin al sociale, dette “darwinismo sociale”, si basano sull’idea che l’umanità debba prendere in mano la direzione del proprio processo evolutivo, migliorando la specie ed eliminando chi non può sostenere la “lotta per l’esistenza”. “Alcuni ritenevano che tale obiettivo dovesse essere raggiunto semplicemente evitando di intervenire, in modo che gli abitanti dei quartieri degradati dell’East End londinese trovassero la morte attraverso un processo di autosterminio. Altri suggerivano svariate combinazioni tra provvedimenti miranti a incoraggiare la riproduzione tra i più adatti e interventi negativi come la sterilizzazione – volontaria o forzata – per inibire la fertilità dei segmenti inadatti della popolazione” da: AAVV, Dizionario dell’olocausto, Einaudi, 2004, p.575 7 “Per quanto riguarda in senso stretto la Germania, si calcola che i soli tedeschi imprigionati e deportati sotto il regime nazista non siano stati meno di un milione” E. Collotti, La Germania nazista, Einaudi, 1962, p.154. 7 Stupisce oggi imbattersi in così tanta carta, in così tanto impegno burocratico; Auschwitz, il luogo dove la “scienza della morte” fu applicata come in una grande industria forse ci distoglie dal cercare i passaggi precedenti, perché lo sterminio ci spaventa per la sua brutalità. Ma dietro ad esso c’è un percorso burocratico costruito “scientificamente”, programmato come una “missione”. L’igiene razziale, “missione” dello stato nazionalsocialista, doveva procedere sui due versanti della purificazione della razza portata avanti con l’eliminazione dei soggetti impuri (il nemico interno) e dell’espulsione dal corpo del popolo tedesco degli individui di “razza allogena” 8 (il nemico esterno). Il percorso si basò prima sulla definizione di coloro che appartenevano alle due categorie e, in seguito, con le leggi seguite al congresso di Norimberga del ‘35, sulla unificazione ideologica dei due versanti. 1. La prima legge di politica razziale (emanata dalla Sezione IV “Sanità popolare” del Ministero degli interni, il 14 luglio 1933) fu di carattere eugenetico: essa introduceva la sterilizzazione forzata di coloro che erano affetti da malattie ereditarie. 2. Sempre in data 14 luglio 1933 venne emesso una legge di politica demografica (emanata dalla Sezione I “Cittadinanza” del Ministero degli interni) sulla privazione della cittadinanza tedesca agli ebrei dell’est immigrati dopo il 1918. 3. Nel settembre 1933 dal Ministero della giustizia venne pubblicato un opuscolo “Il diritto penale Nazionalsocialista” in cui si sollecitava l’espulsione degli “allogeni” in difesa della razza nordica. 4. Dal 1933 al 1934 una commissione di giuristi lavorò all’elaborazione di un nuovo codice penale di carattere esplicitamente razzista in cui vennero codificati i reati di “crimine contro la razza”, e di “tradimento contro la razza”. Il nuovo diritto razziale incontrò alcuni ostacoli nel conciliare i due concetti di inferiorità razziale, quello genetico (il malato) e quello antropologico (l’ebreo). 5. Fu infine deciso di unificare i due filoni, e divennero reato contro la razza sia l’attentato “interno” perpetrato contro il sangue tedesco sia quello esterno di mescolanza di sangue tedesco con sangue “allogeno”. 6. Il codice civile sulla regolamentazione della famiglia fu di conseguenza modificato sulla base del concetto di “matrimoni nocivi per il popolo” Dal congresso del partito del 1935 a Norimberga, uscirono infine le leggi che unificavano i due filoni razzisti: “Legge sulla protezione del sangue e dell’onore tedeschi” 15 settembre 1935; “Legge sulla cittadinanza del Reich” 14 novembre 1935; “Legge per la salvaguardia della salute ereditaria del popolo tedesco” 18 ottobre 35; “Legge per la salute delle unioni coniugali” 29 novembre 1935 Le regole dello stato razziale si formalizzavano dall’incrocio di competenze giuridiche e mediche. E’ interessante a questo proposito leggere un passo della relazione del Dott. Wagner al Congresso di Norimberga del ’35: “Il nazionalsocialismo riconosce l’ineguaglianza degli uomini voluta da Dio e dalla natura come fondamento di tutta la vita civile e ne trae le sue conseguenze. Dal punto di vista politico queste consistono nell’idea del Führer, nella promozione di un ordinamento gerarchico secondo il valore 8 Allogeno: chi appartiene ad altra razza 8 degli uomini e nella responsabilità in ogni campo, che soltanto in tal modo ridiventa possibile; dal punto di vista biologico nella lotta contro la degenerazione all’interno di un popolo mediante la promozione consapevole delle parti capaci e sane nei confronti di quelle invalide e del rifiuto nel miscuglio razziale escludendo ogni influenza di razze straniere.” 9 Il capo dei medici del Reich negava così l’uguaglianza non solo giuridica ma anche biologica degli uomini e condannava l’imbastardimento che derivava dagli incroci razziali, in particolare con una razza degenerata come quella ebraica. Alle leggi seguirono i “Regolamenti di attuazione”, anch’essi molto discussi tra membri del partito, medici e giuristi, per arrivare ad un’univoca definizione dell’Untermensch. La prima difficoltà nasceva dal voler mettere insieme antisemitismo ed eugenetica: le discussioni erano dovute al fatto che mentre le teorie eugenetiche erano da anni accettate dalla scienza in America come in Europa 10 ed erano considerate come un approdo positivo della scienza moderna, l’esclusione sociale degli ebrei non aveva la stessa base “scientifica”. Allo stato nazista premeva giungere al più presto alla soluzione del problema ebraico e alla definizione giuridico-scientifica dell’ebreo come membro indesiderato della società tedesca, da allontanare da essa. Mentre nelle strade delle città tedesche gli ebrei erano picchiati, messi al bando con ogni sorta di violenza, non esisteva ancora una legislazione scritta per isolare la “definizione” dell’ebreo. Sappiamo infatti che alla soluzione finale si giunse per gradi, passando attraverso una lunga trafila di provvedimenti che dai primi mesi del 1933 esclusero gli ebrei dalle attività produttive e nel 1935 negarono loro la cittadinanza. Si lavorò per anni al piano di emigrazione e al progetto Madagascar 11 prima di arrivare a concepire lo sterminio. E’ interessante per noi vedere come medici e i giuristi lavorarono per isolare il germe infetto del giudaesimo, in una sorta di cavillosa ricerca della legittimazione. Non si fa qui, ovviamente, riferimento a nessun principio di ordine etico, dato che la base ideologica del nazismo era proprio l’esclusione 12 . “La politica dell’ostracismo richiedeva definizioni precise di individui e gruppi, che solo la scienza della razza poteva fornire. Per quanto arbitrari, i ‘criteri di selezione’ dovevano 9 Collotti, La Germania nazista, Einaudi, 1962, p. 160. Nel 1909 era stata istitutuita a Londra la prima Cattedra universitaria di Eugenetica; nel 1922 in Svezia era nato il primo Istituto per la biologia razziale; negli USA, a partire dal 1899, 35 stati avevano autorizzato la sterilizzazione eugenia dei disabili mentali; in Germania, pur non essendoci una legislazione al riguardo, gli ambienti scientifici erano ampliamente favorevoli alle leggi sulla sterilizzazione. Vedi: Michael Burleigh, Il Terzo Reich, Rizzoli, 2003, pp.392,393. Vedi più avanti, capitolo sulla sterilizzazione. 11 Per diversi anni la soluzione alla questione giudaica fu cercata nella “emigrazione” degli ebrei all’estero. Rendendo intollerabili le condizioni di vita agli ebrei attraverso una legislazione sempre più oppressiva, si cercava di spingerli verso un esodo definitivo all'estero. Il bilancio di questa fase che va sostanzialmente dal 1933 al 1939, non fu tuttavia coronato da successo. Dei 520.000 ebrei tedeschi che vivevano in Germania nel 1933, ne rimanevano 350.000 nel 1938. Ma in quello stesso anno con l'annessione dell'Austria i nazisti si trovarono a dover "gestire" anche i 190.000 ebrei austriaci. Riuscire a far emigrare altri 540.000 ebrei apparve impossibile. Ad ogni espansione della Germania nazista il numero degli ebrei cresceva e le nazioni estere non vollero assorbire l'ondata di emigrazione ebraica proveniente dal Reich. La soluzione "emigrazione" alla vigilia della guerra appariva sostanzialmente fallita. Tra il 1938 e il 1939 si prese in seria considerazione l’idea della “deportazione” forzata degli ebrei nell’isola del Madagascar. Il 12 novembre 1938 Göring riferì che Hitler era intenzionato a suggerire ai Paesi occidentali un piano di emigrazione degli ebrei europei in Madagascar. Ovviamente, essendo il Madagascar una colonia francese, si imponeva un accordo con Parigi che non venne realizzato. Dopo la sconfitta della Francia si riprese in mano il piano. Vennero avviati progetti che però si rivelavano di difficile applicazione. La Gran Bretagna oppose una forte resistenza e in seguito al fallimento della battaglia d’Inghilterra il progetto Madagascar cominciò ad essere considerato irrealizzabile. 12 “Nella terminologia utilizzata sia dai nazisti che dagli scienziati tale politica fu chiamata ‘Aufartung durch Ausmerzung”, che possiamo tradurre con l’espressione ‘miglioramento tramite l’ostracismo’.(…) Una traduzione migliore è ‘rigenerazione fisica attraverso l’estirpazione’, cioè il regime nazista e i suoi scienziati si proposero di migliorare la stirpe del Volk germanico attraverso l’estirpazione dei suoi membri inferiori e delle razze aliene che dimoravano tra loro.” Henry Friedlander, Le origini del genocidio nazista, Editori Riuniti, 1997, p. 31 10 9 essere scientifici, e la collaborazione degli scienziati era un prerequisito importante per attuare con successo la politica dell’ostracismo.” 13 Rimaneva comunque difficile arrivare a dire che nei portatori di malattie ereditarie ci fosse un’elevata concentrazione di “geni ebraici”. La teoria del “contagio sessuale” trasmessa dall’ebreo al popolo tedesco, che era sostenuta con forza da Wagner e dallo stesso Hitler, non riusciva a definire geneticamente l’ebreo come malattia infettiva ed ereditaria. Il disegno di legge sulle unioni coniugali nocive per il sangue tedesco fu infine smembrato in due parti, una antisemita e l’altra eugenetica. Alla “Legge per la protezione del sangue e dell’onore tedesco”, del 15 settembre 1935, che proibiva matrimoni e contatti sessuali tra tedeschi ed ebrei, seguì un mese più tardi, il 18 ottobre 1935, una legge simile ma contro i disabili. La “Legge per la protezione della salute ereditaria della nazione tedesca”, autorizzava l’aborto quando uno dei due coniugi era affetto da malattie ereditarie; la “Legge per la salute del matrimonio” proibiva il matrimonio con un individuo con patologie per le quali era prevista la sterilizzazione; proibiva il matrimonio a chi fosse sotto tutela legale; vietava il matrimonio in caso di malattia contagiosa; vincolava i matrimoni alla presentazione del “Certificato di attitudine al matrimonio”. Il “Certificato di attitudine al matrimonio” univa i due filoni dell’igiene della razza perché in esso sono contenuti tutte le limitazioni razziali espresse dalla Legislazione di Norimberga. Dalle attitudini al matrimonio erano escluse tutte le categorie degli Untermensche, i malati mentali e in generale tutti coloro la cui procreazione era definita pericolosa per la razza pura; gli allogeni razziali e coloro che erano sospettati di sangue ebraico. Nei primi due casi venivano allertati gli uffici sanitari; nel caso di razza ebraica sarebbe stato informato l’Ufficio del Reich per i Lignaggi. Nel 1936 si elaborò una bozza di legge in cui si stabiliva la necessità della “Lettera di cittadinanza del Reich” che non si arrivò ad applicare per la mole di lavoro che essa comportava, ma che è interessante citare per intenzioni che essa conteneva. Ogni tedesco, uomo e donna, avrebbe dovuto essere riconosciuto come cittadino tedesco sulla base di alcuni criteri: aver militato nella Gioventù hitleriana, possedere una certificazione di attitudine al dovere di fedeltà nazionale. E’ utile vedere chi ne è escluso, oltre ovviamente agli ebrei: • Donne di malaffare, perdigiorno, mendicanti e girovaghi • Individui malati di mente e interdetti • I mezzi-ebrei di primo grado • I meticci: i mezzi-cinesi, i mezzi-negri, i mezzi-zingari, ecc. In questo modo si pensava di arrivare a schedare l’intera popolazione tedesca costruendo un archivio sui dati ereditari, biologici e sociali; l’obiettivo era catalogare la popolazione di “sangue tedesco” secondo il valore genetico razziale che sarebbe stata applicata dagli uffici di stato civili trasformati in Uffici per i Lignaggi. Il disegno finale era quello di costruire una comunità “cristallina”, ripulita dai corpi infetti, e adorata dai popoli schiavi. Sono significativi a questo proposito alcuni esempi. Nel 1938, un quarto della popolazione della Turingia era già stata schedata dal punto di vista razziale e biologico, da Karl Astel, direttore dell’Ufficio regionale per le questioni razziali; Heinrich Wilhelm Kranz 14 , direttore del medesimo Ufficio nella città di Giessen, avanzò la proposta di una 13 Henry Friedlander, Le origini del genocidio nazista, Editori Riuniti, 1997, p.31 Heinrich Wilhelm Kranz era anche direttore dell’Istituto di Eugenetica all’Università di Giessen; citiamo una sua dichiarazione: “ Esiste un numero assai elevato di persone che, pur non essendo passibili di pena, sono da considerarsi veri e propri parassiti, scorie dell’umanità. Si tratta di una moltitudine di disadattati che può raggiungere il milione, la 14 10 selezione razziale permanente: “Non solo le persone affette da malattie ereditarie e gli asociali, ma anche le persone sane (…) dovrebbero essere continuamente censite, sottoposte ad indagini genetiche e infine ad una sistematica schedatura.” 15 Come conseguenza delle leggi uscite dal Congresso di Norimberga del ’35 e del clima che esse crearono nel paese, negli anni successivi vennero presi di mira anche i cosiddetti “antisociali”, uomini e donne senza fissa dimora, definiti “criminali nati”, inclini alla “debolezza di mente sociale”. La campagna battente contro questo “gruppo sociale” da escludere terminò nel 1938 quando la Gestapo, arrestò, tra aprile e giugno, 10.000 “antisociali”. Per ordini di Heydrich, vagabondi, mendicanti, zingari, ruffiani, criminali ed ebrei condannati ad oltre un mese di carcere, vennero imprigionati. “La polizia rastrellò sale d’aspetto di stazioni ferroviarie, dormitori pubblici, ostelli e ricoveri per la notte. Le liste delle persone arrestate comprendeva gente alla deriva e alcolizzati, con bronchiti, rachitismo e disturbi di stomaco. Tra i ruffiani vi era un’alta percentuale di uomini ubriachi e violenti che passavano il tempo in losche birrerie circondati da prostitute.” 16 L’arresto di questa gente ci fornisce il triste anello di congiunzione tra le leggi sulla purezza della razza e il passaggio ai campi di concentramento. Queste 10.000 persone, senza alcun processo, vennero imprigionate e mandate nei lager in Germania e Austria. Si parla a questo proposito di “seconda generazione” 17 di forza lavoro nei lager tedeschi, dopo gli oppositori politici e i criminali, imprigionati fin dal 1933. Vennero inviati nei lager delle cave di pietra, Mauthausen, Flossenbürg, Neuengamme, o in quelli per la manifatture di mattoni come Buchenwald e Sachsenhausen. “Gli arresti di massa degli ‘antisociali’ alterarono radicalmente la composizione della popolazione dei campi di concentramento. A Sachsenhausen 1700 detenuti politici vennero sommersi da oltre 6000 nuovi arrivi dalle file degli ‘indolenti’. Fisicamente debilitati e malvestiti, questi prigionieri del ‘triangolo nero’ mancavano anche della solidarietà di gruppo che spesso legava i ‘verdi’ del crimine e i ‘rossi’ della politica, reciprocamente antitetici.” 18 Gli asociali vivevano in un estremo isolamento e nella gerarchia del campo erano considerati dagli stessi prigionieri i più facilmente sacrificabili. Saranno le vittime predestinate degli esperimenti nei lager. cui predisposizione ereditaria può essere debellata solo attraverso la loro eliminazione dal processo produttivo.” hweb.ttp://genie.it/utenti/i/interface/Eugenetica.html 15 AAVV, Dizionario dell’Olocausto, op. cit. p. 581 16 Michael Burleigh, Il Terzo Reich, Rizzoli, 2003, p. 426 17 AAVV, Dizionario dell’Olocausto, op. cit. p. 579; Michael Burleigh, Il Terzo Reich, op.cit, p. 426 18 Michael Burleigh, Il Terzo Reich, op.cit, p. 427 11 DOCUMENTI Legge sulla cittadinanza tedesca - Norimberga 1935 Il Parlamento del Reich all'unanimità ha approvato la seguente legge che così viene promulgata: I 1. Il suddito dello Stato è quella persona che gode della protezione del Reich tedesco e che in conseguenza di ciò ha specifici ordini verso di esso. 2. Lo status di suddito del Reich viene acquisito in accordo con i decreti del Reich e la Legge di Cittadinanza dello Stato. II 1. Un cittadino tedesco è un suddito dello Stato di sangue tedesco o affine, che dimostri con la sua condotta di voler servire fedelmente la Germania e il popolo tedesco. 2. La Cittadinanza del Reich viene acquisita attraverso la concessione di un Certificato Statale di Cittadinanza. 3. Il cittadino del Reich è l'unico detentore di tutti i diritti politici in accordo con la Legge. III Il Ministro degli Interni del Reich, in coordinamento con il Vice Führer emanerà le ordinanze legali ed amministrative per implementare e completare questa legge. Norimberga 15 settembre 1935, al Congresso del Partito della Libertà Il Führer cancelliere del Reich: Adolf Hitler Il Ministro degli Interni del Reich: Frick Legge sulla cittadinanza tedesca - Norimberga 1935 Primo regolamento alla legge di cittadinanza tedesca Articolo 1 1. Sino a quando non verranno emanate ulteriori regolamentazioni riguardanti i certificati di cittadinanza, tutti i sudditi del Reich o di sangue affine in possesso del diritto di voto per le elezioni del Parlamento al momento della emanazione della Legge sulla cittadinanza manterranno il diritto di cittadinanza tedesca. Lo stesso vale per coloro ai quali il Ministro degli Interni del Reich - in accordo con il Vice Fuhrer - abbia in via preliminare concesso la cittadinanza provvisoria. 2. Il Ministro degli Interni del Reich - in accordo con il vice del Führer - può revocare la cittadinanza provvisoria concessa. Articolo 2 1 I regolamenti di cui all'articolo 1 sono validi anche per i sudditi del Reich di sangue misto giudeo. 2 Un individuo di sangue misto giudeo è colui che discende da uno o due nonni che siano razzialmente interamente ebrei a meno che il nonno o la nonna non siano da considerarsi ebrei secondo quanto disposto dall'Articolo 5, paragrafo 2. Un nonno dovrà essere considerato come pienamente ebreo nel caso in cui sia iscritto alla comunità religiosa ebraica. Articolo 3 Solo il cittadino del Reich è detentore dei pieni diritti politici, del diritto di esercizio del voto politico o può ricoprire cariche pubbliche. Il Ministro dell'Interno del Reich o qualsiasi altro ufficio da lui autorizzato può stabilire eccezioni durante il periodo di transizione. riguardo all'occupazione di incarichi pubblici. Le questioni riguardanti le organizzazioni religiose non saranno sottoposte a restrizioni. Articolo 4 1.Un ebreo non può essere cittadino del Reich. Non ha diritto di voto nelle consultazioni politiche e non può ricoprire cariche pubbliche. 2. I dipendenti pubblici ebrei saranno pensionati entro il 31 dicembre 1935. Se tali dipendenti avessero servito al fronte durante la guerra mondiale nell'esercito tedesco o negli eserciti alleati della Germania riceveranno totalmente, fino al raggiungimento del limite di età, la pensione maturata in relazione all'ultimo salario percepito; non avranno tuttavia diritto a scatti di anzianità. Dopo aver raggiunto i limiti di età le loro pensioni verranno ricalcolate nuovamente sulla base dell'ultimo stipendio percepito sul quale verrà effettuato il computo per la nuova pensione. 3. Le questioni riguardanti le organizzazioni religiose non saranno sottoposte a restrizioni. 4. Le condizioni di servizio degli insegnanti ebrei nelle scuole pubbliche giudaiche rimarranno immutate fino all'emanazione di nuovi regolamenti per il sistema scolastico giudaico. Articolo 5 1. Si considera ebreo chiunque discenda da almeno tre nonni ebrei che siano razzialmente interamente giudei. (...) 2. Si considera ebreo anche chi discende da due nonni interamente ebrei se: a) apparteneva alla comunità ebraica al momento dell'emanazione della presente legge o vi abbia aderito successivamente. b) abbia contratto matrimonio con persona ebrea al momento dell'emanazione della presente legge o successivamente, c) sia nato dal matrimonio con un ebreo nel senso della Sezione I, contratto dopo l'emanazione della Legge per la protezione del sangue e dell'onore tedesco, d) sia il frutto di una relazione extraconiugale con una persona ebrea in accordo con la Sezione I o sia nato fuori del matrimonio dopo il 31 luglio 1936. Articolo 6 1. I requisiti di purezza di sangue stabiliti nella legge del Reich o in ordine al Partito Nazionalsocialista dei lavoratori e delle sue emanazioni - non coperti dall'Articolo 5 - rimangono immutati. 2. Ogni altro requisito di purezza di sangue non coperto dall'Articolo 5 può essere stabilito soltanto con l'autorizzazione del Ministro degli Interni del Reich e del Vice Führer (...) 12 Articolo 7 Il Führer e Cancelliere del Reich può concedere esenzioni dai regolamenti stabiliti con la presente legge. Legge per la protezione del sangue e dell'onore tedesco 15 settembre 1935 Fermamente convinti che la purezza del sangue tedesco sia essenziale per la futura esistenza del popolo tedesco, ispirati dalla irremovibile determinazione a salvaguardare il futuro della nazione tedesca, il Reichstag ha unanimamente deciso l'emanazione della seguente legge che viene così promulgata: Articolo I 1. I matrimoni tra ebrei e i cittadini di sangue tedesco e apparentati sono proibiti. I matrimoni contratti a dispetto della presente legge sono nulli anche quando fossero contratti senza l'intenzione di violare la legge. 2. Le procedure legali per l'annullamento possono essere iniziati soltanto dal Pubblico Ministero. Articolo II Le relazioni sessuali extraconiugali tra ebrei e cittadini di sangue tedesco e apparentati sono proibite. Articolo III Agli ebrei non è consentito di impiegare come domestiche cittadine di sangue tedesco e apparentate. Articolo IV 1. Agli ebrei è vietato esporre la bandiera nazionale del Reich o i suoi colori nazionali. 2. Agli ebrei è consentita l'esposizione dei colori giudaici. L'esercizio di questo diritto è tutelato dallo Stato. Articolo V 1. Chi violi la proibizione di cui all'Articolo 1 sarà condannato ai lavori forzati. 2. Chi violi la proibizione di cui all'Articolo 2 sarà condannato al carcere o ai lavori forzati. 3. Chi violi quanto stabilito dall'Articolo 3 o 4 sarà punito con un minimo di un anno di carcere o con una delle precedenti pene. Articolo VI Il Ministro degli Interni del Reich in accordo con il Vice Führer e il Ministro della Giustizia del Reich emaneranno i regolamenti legali ed amministrativi richiesti per l'attuazione ed il rafforzamento della legge. Articolo VII La legge diverrà effettiva il giorno successivo alla sua promulgazione ad eccezione dell'Articolo 3 che diverrà effettivo entro e non oltre il 1° gennaio 1936. 13 MEIN KAMPF: QUALCHE DATO PER RIFLETTERE 14 Adolf Hitler intraprese la composizione del Mein Kampf nel 1924, nella fortezza di Landsberg, dove si trovava recluso dall’11 novembre 1923 per aver organizzato il colpo di stato a Monaco dell’8-9 novembre dello stesso anno. Il libro che divenne la “bibbia” del nazismo, ebbe una larghissima diffusione non solo in Germania ma in quasi tutti i paesi occidentali; le teorie razziste in esso contenute erano quindi in libera circolazione ed evidentemente condivise da una buona parte degli intellettuali dell’epoca, se le case editrici se ne sobbarcavano la traduzione e la pubblicazione. Dopo la fine della Guerra si ravvisò la pericolosità del Mein Kampf perché si imputò a questo libro la causa scatenante del razzismo nazista con le conseguenze nefaste della Shoah e della guerra. Ancora oggi in Germania ne è vietata la pubblicazione e in Italia solo da poco sono arrivate alle stampe due testi critici di indubbia serietà su cui basiamo la composizione di questo capitolo. Fu forse questo un modo di scaricarsi la coscienza da parte del mondo democratico? Nel Mein Kampf c’è poco di originale; Hitler non ha “inventato” nulla, ha saputo riprendere e sintetizzare teorie già esistenti, largamente conosciute fin dall’’800 in Europa e in America, ha avuto il grande acume politico di intuire le paure di un’epoca e ha dato delle risposte rassicuranti, quelle della difesa della razza e dell’esclusione dei più deboli. Il suo testo era conosciuto, circolava liberamente fuori dalla Germania: chi ne aveva intuito la pericolosità? Nel Mein Kampf era tutto scritto, tutto era programmato: le persecuzioni, l’esclusione, la violenza, l’odio. Chi non sapeva? Chi poteva stupirsi dopo il 1945 di quello che era successo? In questo capitolo cercheremo di dare alcuni dati che possono essere utili per una riflessione. Quale fu la diffusione del Mein Kampf? Possiamo dividere in due periodi la circolazione e la diffusione sul territorio tedesco di Mein Kampf; quella precedente e quella successiva alla presa del potere nel 1933. Il primo volume, intitolato Rendiconto, venne pubblicato il 18 luglio del 1925 dalla casa editrice Franz Eher Nachf di Monaco, con una tiratura di 10.000 copie. Il secondo volume invece, fu pubblicato l’11 dicembre del 1926, intitolato Il movimento nazionalsocialista. Fino al 1930 il Mein Kampf veniva pubblicato in due volumi, poi essi vennero uniti in un’unica “edizione popolare”. Venne messo in vendita a 8 Marchi. Dal 1933 al 1939 Mein Kampf ebbe una tiratura di 5.450.000; fino al 1942, si presume, una tiratura di 8.450.000 esemplari e fino al 1943 una tiratura complessiva di 9.840.000 esemplari. Solo a partire dal 1933 furono vendute circa 1.500.000 copie. Dalla presa del potere del nazismo, nel 1933, affinché le teorie del Mein Kampf fossero conosciute in breve tempo, la sua diffusione venne sollecitata dal Ministero della Pubblica Istruzione e dalla cancelleria tedesca. Quest’ultima, nella lettera circolare n° 41/39 del 13 febbraio del 1939, scrisse: “La più ampia diffusione possibile del libro Mein Kampf è dovere impellente dei membri di ogni ufficio di partito, dei suoi reparti e delle associazioni annesse. Bisogna fare in modo che un giorno ogni famiglia tedesca, anche la più povera, possegga l’opera fondamentale del Fuhrer” 19 Inoltre la diffusione venne indirizzata a più tipologie di persone. Basti fare alcuni esempi: nell’aprile del 1936 il ministro degli interni tedesco “consigliò” agli ufficiali di stato civile di consegnare un esemplare dell’opera di Hitler a ogni coppia di sposi; ai ciechi di Marburg fu destinata un’edizione pubblicata dalla biblioteca universitaria; ai militari tedeschi venne diffusa un’edizione “speciale” pubblicata a partire dal 1940; fu permessa anche la diffusione all’estero esclusivamente per gli stranieri che parlavano il tedesco, nel 1939. 19 Werner Maser, Mein Kampf di Adolf Hitler – Storia, brani, commento, Ed. Hobby & Work, 1997, pag.23. 15 Nel 1938 il presidente della camera ordinò ai librai la vendita della sola nuova pubblicazione del Mein Kampf, in quanto sarebbe disonorevole per un nazionalsocialista possedere il Mein Kampf di seconda mano. Così, grazie alla propaganda da parte del partito nazionalsocialista e i testi critici dell’epoca favorevoli a proposito delle tesi hitleriane (ovviamente scritte da autori di tendenza nazionalsocialista), la propagazione dei pensieri del Fuhrer ebbero tempi piuttosto brevi. Per quanto riguarda le pubblicazioni estere la situazione fu la seguente: • negli USA fu pubblicata una prima traduzione l’11 ottobre del 1933 intitolata My Battle; • in Inghilterra Mein Kampf fu pubblicato il 13 ottobre del 1933, inizialmente con una tiratura di 5.000 esemplari, a cui seguì nel 1935 un’ulteriore pubblicazione di 14.000 copie. Il libro era intitolato My Struggle. Nell’ottobre del 1936 entrambe le edizioni erano andate esaurite e fino all’agosto del 1938 si arrivò ad una vendita di 47.000 esemplari; • nel 1934 in Danimarca e in Svezia è stato pubblicato in due volumi; • in Brasile fu pubblicata a Rio de Janeiro una traduzione di un professore di tedesco dell’Escola Militar; • in Italia fu pubblicata dalla Bompiani di Milano un’edizione ridotta del secondo volume intitolata La mia Battaglia; • in Spagna Mein Kampf fu pubblicato già verso la metà del 1935 con il tuo Mi Lucha; • in Francia invece, Adolf Hitler non autorizzò la pubblicazione del proprio libro. Bisogna dire però che i Francesi erano molto interessati ai rapporti con la Germania dunque, cercavano in ogni modo di avere informazioni a proposito del testo del Mein Kampf, nel quale il Fuhrer considerava la nazione transalpina il nemico più pericoloso della Germania. Solo nel 1938 Hitler approvò la diffusione in territorio francese di una traduzione notevolmente rielaborata, intitolata Ma Doctrine; • in Giappone fu pubblicata la prima traduzione nel 1938; • infine si diffuse con tirature relativamente alte in tutto il resto del mondo. Riuniamo qui una breve antologia di brani dal Mein Kampf che contribuiscono a comprendere lo sviluppo del nostro lavoro “Il risultato di ogni incrocio di razze è, in breve, il seguente: a) Abbassamento del livello della razza superiore; b) arretramento fisico e spirituale, e inizio di un contagio lento ma inesorabile. Contribuire a un simile miscuglio significa pertanto peccare contro la volontà del Creatore. E questo modo di procedere viene difatti punito come peccato. L’uomo che tenta di ribellarsi alla ferrea logica della natura, è coinvolto nella lotta contro i fondamenti cui deve la sua stessa esistenza come uomo, perciò la sua azione contro la natura lo porta inevitabilmente alla rovina...” 20 “L’esperienza storica ci offre (…) un’infinità di esempi. Essa ci mostra con spaventosa evidenza che a ogni mescolanza di sangue degli ariani con popoli inferiori ha corrisposto la fine dei portatori della cultura. L’America del Nord, la cui popolazione è composta per la maggior parte di elementi germanici i quali si uniscono raramente a popoli di colore, mette in mostra una ben altra umanità e cultura dell’America Centrale e Meridionale, dove gli immigrati, per la maggior parte latini, si sono spesso accoppiati con gli indigeni. Da questo solo esempio risulta chiara ed evidente la conseguenza di una mescolanza di razze. Il Germanico, razzialmente puro, del continente Americano ne è diventato anche il signore, e lo rimarrà fino a quando egli non diventerà la vittima del peccato contro il sangue” 21 20 21 Giorgio Galli, Il Mein Kampf di Adolf Hitler, Ed. Kaos,2002, pag.266-267 Giorgio Galli, Il Mein Kampf di Adolf Hitler, Ed. Kaos,2002, pag.266 16 “Il “diritto” che “spetta” agli “ariani” a causa della loro funzione di “creatori di cultura” all’interno della storia, “per natura” non può essere concesso alle altre razze” 22 “La cultura e la civilizzazione umana in questo continente sono legate indissolubilmente alla presenza dell’ariano. La sua estinzione o la sua scomparsa farà di nuovo scendere su questo globo l’oscuro velo di un tempo senza cultura.” 23 “La cultura umana, i risultati artistici, la scienza e la tecnica che oggi abbiamo davanti ai nostri occhi sono esclusivamente il prodotto creativo degli ariani. Proprio questo fatto però fa sensatamente dedurre che fu l’ariano il fondatore della più alta umanità, di conseguenza rappresenta il modello originale di quello che in una parola definiamo “uomo”.” 24 “Alla domanda su quali siano le cause della straordinaria importanza dell’arianesimo si può rispondere che esse sono da cercare non tanto in una predisposizione all’istinto di autoconservazione, quanto nella particolare manifestazione dello stesso… Non sono le sue caratteristiche intellettuali a far sì che l’ariano sia il più grande ma la sua immensa disponibilità a mettere al servizio della comunità tutte le sue capacità.” 25 “L’origine delle capacità dell’ariano di creare cultura non sta nelle doti intellettuali. Se avesse solo queste, potrebbe solamente agire in senso distruttivo, ma mai in senso organizzativo… L’ariano deve la sua posizione nel mondo a questo suo animo interiore, e il mondo deve a questo animo l’uomo…”. 26 “Mentre la natura, di una pluralità di esseri viventi nati, fa sopravvivere alla lotta per la vita i pochi più sani e resistenti, l’uomo limita il numero delle nascite, ma poi cerca di mantenere in vita chi è nato senza tenere conto del valore reale della sua qualità interiore” 27 “Chi non è sano fisicamente e virtuoso spiritualmente non deve perpetuare la sua pena nel corpo di suo figlio” 28 “Le razze culturalmente superiori ma meno sconsiderate dovrebbero limitare la loro riproduzione in tempo a causa del loro territorio ristretto, poiché i popoli culturalmente inferiori ma di natura più brutali, sarebbero in grado di moltiplicarsi all’infinito. In altre parole: il mondo in questo modo un giorno andrà in possesso di un’umanità culturalmente inferiore ma più energetica… Così la premessa per l’esistenza di un’ umanità superiore non sta nello stato, bensì nel popolo che ha tali capacità.” 29 “Il peccato contro il sangue e contro la razza costituisce il peccato originale di questa terra e la fine di un’umanità dedita a tale peccato.” 30 22 Werner Maser, Mein Kampf di Adolf Hitler, op. cit., pag.155 Werner Maser, Mein Kampf di Adolf Hitler, op.cit., pag.206 24 Werner Maser, Mein Kampf di Adolf Hitler, op.cit., pag.212 25 Werner Maser, Mein Kampf di Adolf Hitler, op. cit., pag.213 26 Werner Maser, Mein Kampf di Adolf Hitler, op. cit., pag.213 27 Werner Maser, Mein Kampf di Adolf Hitler, op.cit., pag.154 28 Giorgio Galli, Il Mein Kampf di Adolf Hitler, Ed. Kaos,2002, pag.245 29 Werner Maser, Mein Kampf di Adolf Hitler, op.cit., pag.205 30 Werner Maser, Mein Kampf di Adolf Hitler,op.cit., , pag.206 23 17 ESPERIMENTI 18 Il famoso sterminio delle razze cosiddette “inferiori” non iniziò subito con lo sterminio di massa nelle camere a gas; cominciarono con alcuni esperimenti derivanti dagli ideali delle teorie naziste. Infatti ai medici, specialmente a coloro che avevano frequentato l’Accademia di Medicina delle SS, si apersero infinite possibilità di compiere esperimenti vari utilizzando come cavie coloro i quali facevano parte di razze inferiori (ebrei e slavi) o erano oppositori politici. In Germania, durante il governo di Hitler, si effettuarono svariati esperimenti su esseri umani contro la loro volontà e in condizioni orripilanti. In alcuni campi di concentramento nazisti, sui deportati, venivano effettuati degli esperimenti di presunto carattere scientifico. In qualche caso il fine dichiarato era quello di verificare la resistenza umana in condizioni estreme, in altri era quello di studiare metodi di cura o vaccini contro malattie mortali e frequenti sul campo di battaglia, in altri casi tali scopi non sono riconducibili ad altro che alla perversione degli operatori medici e alla pazzia contenuta negli ideali e negli obiettivi stabiliti dal nazismo e dal razzismo. Furono molti i medici coinvolti in queste torture e tra essi molti facevano parte delle SS, i partecipanti all’operazione alla realizzazione dei piani di sterminio essi erano provenienti dalle strutture sanitarie delle SS e della Wehrmacht; questi, incuranti dei principi dell’etica professionale, misero senza scrupoli in primo piano i fini criminali ricercati dal ideologia nazionalsocialista. I medici delle SS condussero i loro esperimenti negli istituti di ricerca (es. Deutsche Versuchsanstalt fur Luftfahrt) o all’interno dei lager tedeschi dove vennero svolti i test più violenti e orribili sulle, le cause di morte delle cavie erano tenute nascoste agli altri prigionieri del lager, falsificandole. Gli obbiettivi che perseguiva il partito nazionalsocialista erano molti, gli esperimenti vennero svolti per raggiungere i seguenti risultati: apportare miglioramenti allo stato di salute dei soldati e ai materiali in dotazione all’esercito; sostenere le teorie razziste sulla superiorità della razza ariana rispetto alle altre e dimostrarle in modo decisivo; servire alla realizzazione di piani postbellici (ad esempio nell’ambito della politica demografica). Totalmente differenti da quest’ultimi erano invece i fini degli esperimenti richiesti dalle università, dagli istituti di ricerca tedeschi e da alcune ditte farmaceutiche le quali cercavano di ottenere benefici interessandosi e rendendosi disponibili a collaborare in questi esperimenti ed inoltre sostenevano anche gli obiettivi politici del regime. 19 TABELLA ESPERIMENTI NAZISTI DEFINIZIONE OBIETTIVI LABORATORI E LAGER MEDICI VITTIME La Luftwaffe, società che condusse la battaglia area contro l'Inghilterra, mise a disposizione degli scienziati tedeschi una camera di decompressione dove venivano simulate le condizioni ambientali ad alta quota. Si tennero due tipi di esperimenti: il primo studiava la sopravvivenza di un uomo ad un'altezza di 21.000 m mentre il secondo simulava la caduta libera di un individuo da un'altitudine di 15.B3000 m e ne rilevava gli effetti. Quanta resistenza potesse Esperimenti sulle grandi avere un aviatore lanciato altezze con il paracadute da altezze "Deutsche Versuchsanstalt superiori al limite del respiro. fur Luftfahrt" (Istituto Quanto potrebbe resistere se Tedesco per le ricerche sul atterrasse in acque gelide e volo) a Dachau quali sarebbero eventualmente i metodi di rianimazione Esperimenti sul congelamento A tenere questi esperimenti furono: dott. Sigmund Rascher, dott. Hans Wolfgang Romberg, dott. Wolfgang Ruff Per lo svolgimento di questi esperimenti venivano usati uomini ebrei i quali venivano chiamati "Versuchspersonen" ( soggetti permanenti da esperimento). Per svolgere questo tipo di esperimento si costruì una vasca profonda 2 m circa all'interno del campo di Dachau. Le cavie venivano immerse in nella vasca per tempi variabili dall'ora all'ora e mezza e si studiavano le loro reazioni. Queste vittime subivano morti atroci infatti dopo non molto tempo dall'immersione la temperatura corporea scendeva drasticamente e quando si abbassava sotto la soglia dei 30° l'uomo moriva. Non si trassero conclusioni soddisfacenti ma i professori che era impegnati in questa operazione stabilirono che sarebbe stato opportuno apportare modifiche ai giubbotti in dotazione all'esercito. Gli scienziati tedeschi cercarono di dimostrarlo, ma i risultati degli esperimenti furono negativi e molti innocenti persero la vita. Si riuscì a dimostrare però che un bagno caldo a più di 40° poteva contribuire alla rianimazione di un uomo congelato. Si studiò anche la resistenza di uomini in un freddo secco svolgendo gli esperimenti di notte lasciando gli uomini nudi all'aperto nel cortile dell'edificio rilevandone la resistenza. Qust'ultima tipologia di esperimenti venne interrotta perchè si temeva che le urla dei prigionieri potessero essere sentite dagli abitanti circostanti. 20 Si cercò di rilevare la resistenza di un uomo al freddo. Esperimenti sulla potabilità dell' acqua marina Ricerche sul tifo petacchiale e paludismo I dott.ri Sigmund Rascher, Hippe, Holzloner e Finke "Deutsche Versuchsanstalt studiarono gli eperimenti sulla resistenza al freddo, alla fur Luftfahrt" (Istituto Tedesco per le ricerche sul seconda tipologia di esperimenti si dedicarono il dott. Sigmund volo) a Dachau Rascher e il dott. Wolfram Sievers Le vittime di questi esperimenti furono per di più detenuti maschi e femmine provenienti dal campo di Ravensbruck Ci furono due tipi di esperimenti con due risultati differenti; l'ing. Berka trovò una soluzione che rendeva gradevole il sapore dell' acqua marina mentre il dott. Schafer stabilì un metodo per desalinizzare l'acqua in modo da renderla non solo bevibile ma anche non dannosa all'organismo. Stabilire i tempi di "Technisches Amt der sopravvivenza di un individuo Luftwaffe" (Ufficio Tecnico in paracadutatosi in mare dell' Aviazione militare) Inizialmente gli esperimenti furono seguiti dall' ing. Berka e dal dott. Schafer; successivamente il dott. Beiglbock prese il loro posto Dopo due riunioni a Berlino, si iniziarono gli esperimenti per trovare un vaccino contro il tifo petacchiale. I primi esperimenti vennero condotti da Ding-Schuler a Buchenwald; questi utilizzò 392 prigionieri vaccinati e 89 come soggetti di controllo (non vaccinati) e li infettò col virus delle malattia. Di questi ben 383 si ammalarono e 97 morirono. Vennero testati 16 vaccini senza che nessuno di questi funzionasse. Altri vaccini vennero sperimentati da Haagen il quale ne testò uno in Olanda su 29 prigionieri polacchi ma anche questo ebbe esiti negativi. Dopo questi inutili esperimenti si decise di analizzare i diversi stadi della malattia e per fare ciò vennero infettate numerose cavie, le quali furono successivamente sottoposte ad autopsia. Infine si sperimentò ancora un vaccino e i risultati furono meno disastrosi di quelli precedenti, su 80 pazienti, solo 29 morirono. Ci furono altri tentativi da parte di due società, la Bayer e la IG Farben, che ottennero risultati disastrosi. I dott.ri Ding-Schuler e dott. Buchenwald , Studiare il tifo petacchiale per Waldermar Hoven a Buchenwald Sachsenhausen, Dachau e e dott. Eugen Haagen a Struthofcreare un vaccino. Natzweiler. Natzweiler. 21 Sono state usate diversi tipi di cavie: inizialmente erano prigionieri del campo di Buchenwald, poi zingari e altri appartenenti alle cosidette razze inferiori. Esperimenti sulla dissenteria, malaria, febbre gialla, tubercolosi Gli studi sulla dissenteria consistevano nel vivisezionare il corpo del malato mentre questo era ancora in vita. Per trovare un vaccino per la malaria si infettavano i prigionieri scelti per fare le cavie degli esperimenti attraverso le zanzare o loro estratti. Nell' arco di una settimana o poco più i prigionieri venivano assaliti da febbri altissime; vennero infettati circa 1.200 cavie delle quali ne morirono 300 ( 30 di malaria e 270 a causa delle medicine somministrate ). In seguito ad una richiesta proveniente dal Giappone, i tedeschi si dedicarono allo studio della febbre gialla; anche se era già conosciuto un vaccino si cercò di stabilire le giuste dosi da somministrare al malato. Per questi esperimenti furono infettati 485 prigionieri dei quali 90 olandesi. La tubercolosi rappresentava una minaccia per i soldati impiegati al fronte e infatti i medici nazisti cercarono un vaccino contro la malattia svolgendo i loro esperimenti su 114 prigionieri a Dachau e su 100 uomini e 20 bambini a Neuengamme. Studiare le lesioni interne causate dalla dissenteria; ricerca di un vacino per la malaria e tubercolosi; perfezionamento del vacino contro la febbre gialla Gli esperimenti sulla dissenteria vennero svolti ad Auschwitz, quelli sulla malaria a Dachau, quelli sulla febbre gialla a Buchenwald e quelli sulla tubercolosi a Dachau e a Neuengamme Gli esperimenti sulla dissenteria vennero svolti dal dott.ri Josef Mengele, Heinz Thilo Friedrich Entress, quelli sulla malaria dal dott. Klaus Schilling, quelli sulla febbre gialla dal dott. DingSchuler e quelli sulla tubercolosi dai dott.ri Kurt Heissmeyer e Helmut Vetter Questi esperimenti vennero effettuati su prigionieri dei campi:le vittime erano olandesi, zingari ed ebrei. Gli esperimenti inizialmente erano indirizzati ad analizzare la malattia per conoscerne le caratteristiche. Vennero utilizzati molti prigionieri i quali venivano infettati con il virus e poi se ne rilevavano e osservavano gli effetti. In un secondo tempo, quando la malattia era abbastanza conosciuta, si inziarono a sperimentare i primi vaccini contro l'epatite. Esperimenti sull' epatite virale Studiare l' epatite virale e trovare un vacino Gli esperimenti si svolsero inizialmente a Sachsenhausen, successivamente si allargarono nai campi di Auschwitz e Lipsia. Dott. Dohmen Le vittime di questi terribili esperimenti erano bambini ebrei, zingari e slavi. Queste cavie erano prelevate e selezionate subito, appena arrivavano ad Auschwitz. Non appena scesi dal treno, Mengele sceglieva chi riteneva più adatto per procedere con gli esperimenti; le cavie venivano "misurate" e successivamente sottoposte a esami a raggi X. Si effettuava Eperimenti sui gemelli e qualunque tipo di prove: esami rettali, gastrointestinali, prelevamento di tessuti da diversi organi ed infine, dopo la morte della "cavia", la si vivisezionava e veniva privata degli organi utili per gli studi, i quali erano spediti in Germania al dott. sui nani Verschuer. In un tempo successivo i dottori si limitarono ad uccidere i bambini iniettando loro dosi di cloroformio nel cuore, questa operazione portava alla morte delle "cavie" che venivano successivamente sottoposte ad esami necroscopici dei loro organi interni. Mengele cercò anche un metodo per riuscire a far partorire più feti ad una donna ariana. 22 Studiare la razza ebrea paragonandola a quella ariana per trovare le differenze e scovare le operazioni necessarie per mutare le caratteristiche della razza inferiore (es. si cercò un metodo per cambiare il colore degli occhi da marrone o nero a blu, tipico delle razza perfetta). Gli esperimenti sui nani ricercavano le cause di ereditarietà del nanismo ma non solo, si testarono le capacità di resistenza di tali razze per evidenziare la superiorità della razza ariana. Inizialmente lo studio fu puramente teorico, ed era svolto al Dipartimento di Antropologia di Kaiser Wilhelm Institut a Berlino, successivamente con la conquista della Polonia, si svolsero innumerevoli esperimenti ad Auschwitz. Il primo dott. che si dedicò a questo tipo di studi fu Freiherr Otmar von Verschuer a cui in seguito si aggregarono altri suoi collaboratori ma il più promettente di questi era il dott. Josef Mengele. Le vittime erano le coppie di gemelli provenienti dai campi di sterminio; per gli esperimenti sul nanismo si prelevavano prigionieri di qualunque età provenienti anch'essi dai campi di sterminio. Per lo svolgimento di questi esperimenti venivano feriti dei prigionieri. La ferita era poi cucita e bendata per studiarne le possibili infezioni. Più tardi si aumentò il grado di infezioni aggiungendo all'interno della ferita dei batteri; non ancora soddisfatti si iniziò ad aggiungere anche pezzi di vetro o schegge di legno o entrambe, per aumentare la somiglianza ad una ferita procurata sul campo di battaglia. A questo punto si proseguiva con la cura della ferita in due modi: uno chirurgico e l'altro tramite l'uso dei sulfamidici. Le conclusioni tratte dagli esperimenti furono le seguenti: i sulfamidici non erano efficaci a Esperimenti di infezione guarire le ferite, si doveva continuare quindi a trattarle chirurgicamente. per lo studio dei sulfamidici Esperimenti su ossa, nervi e muscoli Dimostrare che i metodi sulfaminici fossero migliori di Gli esperimenti venivano quelli chirurgici per la cura di tenuti presso il campo di ferite che causavano infezioni Ravensbruck. consistenti. I dott.ri che seguirono questi studi furono Fisher e Gebhardt che erano stati assistiti dai dott.ri Grawitz e Morell. Vennero prelevati diversi gruppi; i primi non erano indirizzati verso un tipo di prigioniero, successivamente si prelevaro esclusivamente prigioniere politiche polacche. Gli esperimenti coinsistevano nel trapiantare tessuti ossei, nervosi e dei muscoli da una persona ad un'altra per studiarne l'eventuale capacità di rigenerazione. Le vittime degli esperimenti subivano morti atroci e molte volte non si operava solo sul tessuto, ma spesso si prelevavano strati ben più grandi come ad esempio l'intera parte superficiale di un muscolo. 23 Studiare i processi di Gli eperimenti erano svolti rigenerazione dei tessuti muscolari, ossei e nervosi del nel campo di Ravensbruck corpo di un individuo. I dott.ri che parteciparono a questi esperimenti facevano parte della squadre di Gebhardt Gli esperimenti si svolsero sui corpi di prigionieri polacchi ed erano: Stumpfegger (uomini e donne). (responsabile), Fischer ( incaricato di stendere un piano di lavoro) e la dott.ssa Oberheuser. I veleni erano iniettati nel cibo che veniva somministrato alle cavie. In seguito si testarono anche dei proiettili contenenti veleno, infatti alcuni prigionieri furoro fucilati con questo tipo di proiettili, per testare la nuova arma. Esperimenti con i veleni Studiare le reazione e i tempi di morte di individui avvelenati. Gli esperimenti si tennero a Dott. Jochim Mrugowsky. Buchenwald. Esperimenti di vivisezione Studiare la vivisezione e il meccanismo del vomito. Gli esperimenti si tennero a Dott.ri Hans Eisele e Neumwnn. Buchenwald. Esperimenti sui gruppi sanguigni Studiare il decorso mortale successivo ad una trasfusione tra individui di gruppo sanguigno diverso. Gli esperimenti si tennero a Dott.ri Bruno Weber e Ellenback. Buchenwald. Esperimenti psichiatrici Stabilire la possibilità di effettuare lavaggio di cervello somministrando morfina ad un individuo; si studiavano anche le reazioni di un paziente disabile psichico e donne in perfetta salute ad elettroshock ripetuti ad alti voltaggi. Eperimenti ginecologici Gli esperimenti si svolsero Studiare i possibili effetti dello nei campi di Ravensbrurck stress sul ciclo mestruale e nella prigione di delle prigioniere. Plotensee. 24 Si uccisero circa 300 prigionieri ebrei, per lo più olandesi. Dott.ri Bruno Weber e Hans Wilhem Koning. Vennero utilizzati prigionieri disabili e donne di perfetta salute. Dott. Hermann Stieve. Le vittime erano prigioniere donne provenienti dai campi di Ravensbrurck e dalla prigione di Plotensee. Esperimenti sulla denutrizione Studiare le reazioni che si sviluppano in un uomo denutriro. Dott. Heinrich Bering. Prigionieri di guerra sovietici furono le cavie utilizzate da Bering. Veniva prelevato sangue dal corpo delle cavie di diversa origine per confrontarli tra loro, in questo modo si poteva distinguere in maniera ancora più netta la razza non ariana da quella ariana. Esperimenti sul siero sanguigno Gli esperimenti cercavano di identificare le diversità tra i sieri di un uomo di carnagione scura rispetto ad uno di carnagione chiara. Gli esperimenti vennero svolti nel campo di Sachsenhausen. Gli autori di questi esperimenti furono i dott.ri Eugen Fisher e il suo collaboratore Hornbeck. Le cavie erano prigionieri ebrei e zingari del campo di Sachsenhausen. Le cavie venivano sottoposte ad esperimenti, esami fisici, misurazioni e test; dopo aver rilevato i risultati di questi esami, erano fotografati gli organi interni (in modo particolare la struttura scheletrica) dei prigionieri che infine venivano uccisi nelle camere a gas del campo di concentramento di Natzweiler. I corpi erano successivamente spediti in Germania e immediatamente esaminate dal Dott. Hirt. L' obiettivo principale di questo tipo di esperimenti era quello di dimostrare Ricerche antropologiche l'inferiorità della razza ebrea. sull' anatomia degli ebrei Esperimenti contro le armi chimiche e avvelenamenti con l' iprite e il fosgene Promuovere il processo della scienza antropologica e ottenere notizie sulla razza estintasi. Gli esperimenti vennero svolti presso il Blocco 10 di Dott. Hirt. Auschwitz; venivano poi uccisi a Natzweiler. Venivano utilizzati i prigionieri di guerra presenti nel campo di concentramento. I metodi di cura erano testati su detenuti che erano esposte a gas come l' iprite e il fosgene, in altri casi le cavie venivano obbligate a bere acqua contenente prodotti chimici per studiarne gli effetti e approntare un metodo di depurazione dell' acqua in caso di contagio. Nei campi di Escogitare un metodo per Sachsenhausen, di curare i danni provocati dalle Neuengamme e di armi chimiche. Natzweiler vennero svolti tali esperimenti. Le vittime erano i prigionieri dei campi di concentramento. Gli esperimenti consistevano nell' iniettare pus nei tessuti molli delle "cavie". Trattemento biochimico Studiare le cure alle ferite di ferite tramite composti biochimici. Gli esperimenti vennero condotti a Dachau. 25 Dott. Rasher Prigionieri del campo in perticolar modo preti cattolici di varie nazionalità. Esperimenti per la cura delle ustioni Gli esperimenti si svolgevano spalmando su un braccio della cavia gocce di fosgene causando ustioni profonde. I vapori della sostanza portavano danni a molti prigionieri. In un secondo tempo si svolgevano diversamente gli esperimenti: le vittime entravano in stanze con chiusura stagna ed erano messe a diretto contatto con il fosgene, una delle due cavie era però immunizzata con urotropina e riusciva a salvarsi. I dottori tedeschi non si limitarono però a dimostrare ciò ma vollero anche misurare i tempi necessari per riprendere le forza dopo l'esposizione. Meno soddisfacenti furono i risultati ottenuti dagli esperimenti condotti dal dott. Ding-Schuler che sperimentò diverse pomate per resistere all'esposizione a tale sostanza senza trovarne però una funzionante. Trovare un modo per resistere all' esposizione verso il fosgene. Gli esperimenti vennero svolti nei campi di Dachau e di Natzweiler. 26 Venivano prelevati prigionieri I dott.ri che si svolsero questi zingari o oppositori politici esperimenti furono Hirt, Wolter e tenuti nei campi di Ding-Schuler. concentramento. STERILIZZAZIONE 27 28 Nel 1857 il francese B.A. Morel pubblica il « Traité des dégenérescences phisiques, intellectuelles et morales de l’espéce humaine » 31 (Trattato delle degenerazioni fisiche, intellettuali e morali della specie umana). Questa opera sarà destinata ad essere, per più di mezzo secolo, uno dei maggiori punti di riferimento per il razzismo biologico e per le teorie eugenetiche. In particolar modo nel trattato si può trovare l’argomentazione sulle ipotesi del concetto di degenerazione. “Le degenerazioni non possono essere che il risultato di un’influenza morbosa, sia di ordine fisico, sia di ordine morale, e, come tutti gli stati patologici, esse presentano manifestazioni speciali e generali. Una delle caratteristiche principali delle degenerazioni è quella della trasmissione ereditaria. […] L’osservazione rigorosa dei fatti ci dimostrerà che, a meno di certe circostanze eccezionali di rigenerazione, i prodotti di esseri degenerati offrono dei tipi di degradazione progressiva […] ” 32 .. La degenerazione diviene così sinonimo di regresso al primitivismo ed alla bestialità. Malati di mente, disabili, delinquenti, alcolisti, prostitute, vagabondi ed altre categorie di “anormali” saranno allo stesso modo classificate come degenerate da parte di Morel. Esse sono le stesse categorie di persone che, più avanti, saranno accusate come le responsabili del processo di degradazione della razza e di indebolimento economico della nazione in Scandinavia, negli Stati Uniti, in Germania, e che saranno perseguitate dalle politiche di sterilizzazione coatta. Per tali motivi il trattato di Morel, spesso ingiustamente lasciato nel dimenticatoio dalla storiografia delle teorie della razza, ha aperto un’epoca ed ha anticipato e successivamente legittimato i movimenti biologici di eugenetica e di sterilizzazione di Stato. L’Eugenetica 33 trova la sua origine come fenomeno scientifico nella seconda metà del XIX secolo. Nel 1883 l’inglese Francis Galton 34 , il quale è considerato il “padre ideatore” di questa disciplina, l’ha definita come lo “studio dei fattori sotto controllo sociale che possono migliorare o peggiorare la qualità delle razze delle generazioni future”. Lo sviluppo del pensiero eugenetico è, per prima cosa, la conseguenza delle ideologie che si erano prodotte nei decenni precedenti, riguardo le teorie evoluzionistiche e selezionistiche. Le leggi darwiniane e mendeliane iniziarono ed essere ritenute applicabili anche alla specie umana, la quale era ritenuta soggetta agli stessi meccanismi biologici che regolano la vita delle altre specie animali. Nei primi decenni del XX secolo si attuò un movimento di radicale strumentalizzazione politica dell’eugenetica. Da strumento di salvaguardia biologica della specie, l’eugenetica viene alterata in dispositivo di pianificazione demografica, il quale è posto alla tutela della standardizzazione e dell’integrità non solo della razza ma anche della moralità e dell’economicità della nazione. L’ideologia sostenuta dagli eugenisti è un chiaro esempio di una visione del mondo “oligocentrica”, cioè che vorrebbe porre al centro dell’attenzione del mondo soltanto una parte infinitesimale della specie umana, ignorando tutto il resto. 31 Con questo testo, pubblicato a Parigi, nasce la storia della degenerescenza o degenerazione. Definita la degenerazione come la deviazione patologica della specie, Morel insisterà soprattutto sui rischi della trasmissione ereditaria dei fenomeni patologici e sui pericoli di degradazione e, addirittura, di estinzione della “razza”. 32 Traité des dégenérescences phisique, intellectuelles et morales de l’espéce humaine, http://www.zadigweb.it. 33 Eugenetica : termine derivante dal greco ovvero “buona nascita”. 34 Francis Galton, (Duddeston, Warwickshire 1822 - Haslemere 1911), scienziato britannico, noto soprattutto per le sue ricerche in antropologia, i suoi studi sull'ereditarietà e la fondazione dell'eugenetica. Educato a Londra e Cambridge, partecipò ad alcune spedizioni in Africa, che successivamente descrisse in due pubblicazioni. Cugino di Charles Darwin, si interessò di ereditarietà e dello studio quantitativo dei caratteri fisici e psichici dell'uomo, raccogliendo statistiche sul peso, le dimensioni, la forza e altre caratteristiche di un gran numero di individui. Inventò un metodo per classificare le impronte digitali e contribuì allo sviluppo della metodologia statistica. Fra le sue opere si ricordano: Hereditary Genius (Genio ereditario, 1869), Inquiries into Human Faculty and Its Development (Indagini nelle facoltà umane e sul loro sviluppo, 1883), Natural Inheritance (Ereditarietà naturale, 1889) e Essays on Eugenics (Saggi di eugenetica, 1909). 29 La scienza divenne una componente fondamentale dell’organizzazione biopolitica della stato, tanto da rendere legittima l’operazione di depurazione sociale. L’eugenetica di stato venne indirizzata contro coloro che erano considerati fonte di incertezza per l’ordine sociale (ad esempio i criminali e tutte le altre classi pericolose) ed anche contro coloro che erano ritenuti improduttivi (come i malati ereditari, i portatori di handicap, i poveri). Le “sterilizzazioni forzate” furono il principale strumento attraverso il quale verrà messo in opera il progetto di eugenetica e vennero quindi indirizzate nei confronti di gruppi razialmente inferiori; ciò divenne un meccanismo per accrescere le discriminazioni tra le razze superiori e le sottorazze. Le leggi eugenetiche e di sterilizzazione furono votate con grande maggioranza nei paesi occidentali nei quali vennero proposte a livello parlamentare. Tra il 1920 e il 1950 tutte le forze politiche, a prescindere dalla loro base ideologica, furono unanimi nel ritenere che le pratiche di sterilizzazione coatta erano un ottimo strumento di miglioramento delle condizioni razziali ma anche di quelle socio-economiche della nazione. STATI UNITI Negli Stati Uniti c’è stata una vera e propria “passione” per la sterilizzazione e per l’eugenetica razziale. Dal 1907 in poi, anno in cui venne varata nell’Indiana la prima legge sulla sterilizzazione, furono 30 gli Stati della Federazione americana a prendere i medesimi provvedimenti legislativi. Ma già negli anni precedenti si era provveduto ad effettuare numerose sterilizzazioni di criminali e di malati di mente nel timore di un decadimento nazionale. Infatti gli eugenetici americani consideravano grosse categorie di persone, quali i deboli di mente, i ciechi, gli epilettici, i deformi ed i criminali, socialmente inadeguati e nemici della buona razza umana. Queste persone, con i loro handicap, avrebbero minacciato la qualità delle generazioni future. Insomma, lo scopo principale e comune era la repressione del “moron” 35 , termine usato per etichettare gli imbecilli d’elevato grado. Nel 1927 la Corte Suprema degli Stati Uniti decretò la legittimità etica e legislativa della sterilizzazione, appellandosi alle ragioni del benessere collettivo. A fare le spese delle sterilizzazioni sono così molti individui di diversa origine etnica, i quali si ammassano, insieme agli altri emarginati, nei quartieri degradati delle città. Soltanto il 2% delle sterilizzazioni fu rivolta ai soggetti delle classi elevate. Si ritiene che negli Stati Uniti siano state eseguite, a partire dal 1889, più di 65.000 sterilizzazioni eugenetiche. Però il periodo di maggiore crudeltà fu negli anni’30, con una media di 2.000 interventi all’anno. In alcuni stati, come in North Carolina ed in Virginia, le operazioni termineranno soltanto negli anni ’70. PAESI SCANDINAVI I paesi della zona scandinava potevano vantare, agli inizi del Novecento, di una delle maggiori comunità di eugenisti presente nel mondo. Tra essi ricordiamo lo svedese Lundborg, il quale portò nel 1922 alla formazione, a Uppsala, dell’Istituto Svedese di Biologia Razziale, che risultò fino a quel momento un’istituzione unica al mondo nel suo genere. Un altro eugenista era il norvegese Mjoen che fu per molto tempo una delle massime autorità eugeniste in Europa. Le politiche di sterilizzazione emanate tra il 1929 ed il 1935 in Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca assunsero negli anni immediatamente successivi delle notevoli somiglianze, determinate dalla condivisione di uno stesso modello sociale, culturale ed economico. Lo stato in cui questa politica trovò maggior terreno fertile fu la Svezia. In Svezia il motivo della bonifica dagli individui biologicamente inutili rimase sempre presente nella propaganda eugenetica. Gli svedesi di “primo ordine” però tentarono sempre di occultare le reali motivazione socio-economiche che hanno portato alla sterilizzazione, le quali non tenevano solo in considerazione i fattori razziali ma volevano preservare un concetto di “buona cittadinanza”, 35 “Moron” Definizione coniata dall’eugenista Goddard. 30 basato sul rispetto di una società calvinista e puritana. Il 18 maggio del 1934 36 venne emanata la prima legge svedese sulla sterilizzazione eugenetica, la quale venne estesa nel 1941 37 anche ad altre categorie di emarginati. Lo scopo principale era quello di eliminare dal ciclo della riproduzione tutti quegli individui moralmente ed economicamente incapaci di sottoporre i propri figli ad un’educazione adeguata. Bisogna soffermarsi sul fatto che la macchina della sterilizzazione svedese fu instaurata e rivolta soprattutto nei confronti della donna. L’eccessiva prolificità venne considerata negativa a causa del bilancio pubblico, prevedendo l’eventualità di eccessivi assegni di maternità. Delle oltre 60.000 sterilizzazioni effettuate in Svezia tra il 1934 ed il 1976 (anno in cui le leggi eugenetiche vennero definitivamente abbandonate) circa il 95% riguardò le donne. GERMANIA Nel 1905 venne fondata in Germania la “Deutsche Gesellshaft fur Rassenhygiene” (Società tedesca di Igiene Razziale). In questo Istituto lavorarono molti uomini che successivamente collaborarono con il regime nazista. Il nazismo, nella sua lotta contro gli inutili, gli imperfetti, i subumani trovò un incredibile sostegno dalla maggior parte degli uomini politici appartenenti al regime per poter affermare e legittimare i propri crimini. Inoltre, la letteratura popolare ed una modifica delle lezioni scolastiche, permisero negli anni ’30 di rendere di pubblico dominio e di interesse nazionale le credenziali sulla selezione umana artificiale. Nella Germania nazista la visione biomedica estrema della sterilizzazione si miscelò perfettamente ad una struttura politica violenta e ciò consentì alla nazione di portare avanti indisturbata e senza interferenze legali, un piano di sterilizzazione coatta più esteso di quanto non si fosse mai tentato in precedenza. La struttura legale riuscì a contenere una situazione di grande caos concernente i criteri per la sterilizzazione (soprattutto per quanto riguardava le deficienze mentali, le quali hanno provocato il maggior numero di sterilizzazioni). Inevitabili furono le considerazioni politiche che incisero molto sulle decisioni e sulle diagnosi. Per formulare una diagnosi di debolezza mentale di una persona si teneva conto anche del comportamento politico di essa. Perciò si riuscì ad etichettare come malati di mente un elevato numero di soggetti ostili al partito nazista, pur essendo loro perfettamente sani. Il macchinario di sterilizzazione nazista avviò a pieno regime il suo brutale progetto a partire dal 1 gennaio 1934 38 . In pochi mesi fu costruito un apparato burocratico prevedente l’impiego di eugenisti, chirurghi ed organi giudiziari. In appoggio alle leggi sulla sterilizzazione, furono creati degli archivi nazionali di tutte le persone con vizi ereditari ed inoltre furono fondati speciali istituti di ricerca biologici a favore dell’igiene razziale nelle università (es: università di Francoforte). Questi istituti ricercavano le informazioni genetiche di ogni singolo individuo andando indietro di varie generazioni. Il medico era visto come il protettore della razza priva di tare ereditarie. I medici nazisti sottoposero alla sterilizzazione migliaia di individui contro la loro volontà ed in condizioni sanitarie assai precarie. Essi, eseguendo questi interventi, ignorarono le più basilari norme del comportamento umano e violarono il codice etico della professione medica, il quale impone di fare al paziente solo ciò che possa migliorare la sua condizione e non il contrario. 36 Legge sulla sterilizzazione del 1934: essa autorizzava l' intervento delle pratiche di sterilizzazione solo nel caso di malati di mente o comunque di individui incapaci di intendere e di volere. 37 Una nuova legge svedese introdusse la possibilità di sterilizzare una più ampia casistica di persone. Questa legge venne emanata, anche per effetto delle pianificazioni dei coniugi Myrdal, al fine di colpire nuove categorie di marginali considerati socialmente ed economicamente “inadeguati”. Tra di essi i Tattare, una minoranza di itineranti con costumi simili a quelli degli zingari, considerata come un “pericolo” per la stabilità della nazione. 38 1 gennaio 1934 Entra in vigore la “prima legge sulla sterilizzazione” introdotta dal ministro degli Interni Wilhelm Frick (Legge per la prevenzione della prole affetta da malattie ereditarie). Questa legge era stata precedentemente promulgata il 22 giugno 1933. 31 Inoltre costoro avevano ignorato il principio della sperimentazione su esseri umani, il quale impone che i soggetti siano volontari e che debbano essere informati su tutte le possibili complicazioni per la loro salute. Quindi in Germania la medicina fu utilizzata come strumento di potere per mettere in pratica le credenziali e le dottrine del partito. La sterilizzazione fu senz’altro il fulcro medico della biocrazia nazista. Essa portò nel giro di pochi anni alla sterilizzazione di circa 320.000 individui. GERMANIA LEGGI • • 22 GIUGNO 1933 Prima legge sulla sterilizzazione introdotta dal ministro degli Interni Wilhelm Frick (legge per la prevenzione della prole affetta da malattie ereditarie) il quale ha dichiarato che la Germania stava correndo il rischio di Volkstod (ossia “morte del popolo”) e che erano quindi necessarie misure forti e radicali. Questa legge entrò in vigore il 14 LUGLIO 1933 ed essa fu ampliata nel corso dello stesso anno con vari emendamenti. Divenne subito la dottrina di base che fissò l’orientamento per la sterilizzazione e per l’approccio medico al problema delle vite senza valore. 18 OTTOBRE 1935 Legge della salute nel matrimonio. Era un’ordinanza che regolamentava ulteriormente la sterilizzazione e la concessione di licenze di matrimonio; infatti proibiva il matrimonio se uno dei fidanzati era affetto da una malattia tra quelle disciplinate nella legge per la sterilizzazione. Da allora le coppie dovettero presentare un certificato d’idoneità al matrimonio per ottenerne la licenza necessaria. Lo scopo finale del contenuto di questa legge era la creazione di un archivio nazionale (con sede nel ministero degli Interni) che comprendesse tutte le informazioni sull’ereditarietà di ogni coppia tedesca. UOMINI (medici e prof. Universitari) • FRITZ LENZ Fritz Lenz (medico genista tedesco promotore della sterilizzazione e tra i principali sostenitori del programma nazista di igiene razziale) accusò le disposizioni della Costituzione di Weimar, le quali impedivano di apportare alterazioni corporee agli esseri umani. Egli sosteneva che gli istituti di ricerca nel campo dell’eugenetica della Germania non avessero avuto nulla a che vedere con quelli inglesi o statunitensi; infatti negli Stati Uniti c’era un generale favore nei confronti dell’eugenetica razziale e, pertanto, erano già state praticate molteplici sterilizzazioni a scapito di criminali o di malati di mente per poter evitare una degenerazione nazionale. Quindi per Lenz l’introduzione della sterilizzazione di massa divenne il suo scopo vitale. • ERNST RUDIN Medico psichiatra di fama internazionale nato in Svizzera. E’ stata la presenza medica dominante nel programma di sterilizzazione nazista. Egli fu uno dei collaboratori nella fondazione della Società Tedesca per l’Igiene Razziale. • RUDOLF RAMM Docente universitario della facoltà di medicina dell’università di Berlino. Egli scrisse alcuni manuali riguardanti la sterilizzazione. • JOACHIM MRUGOWSKY Medico SS di elevato grado, direttore dell’Istituto di Igiene e responsabile della conservazione e distribuzione del gas Zyklon-B usato ad Auschwitz. • GERHARD WAGNER Medico capo del Reich, diresse sia la Camera dei Medici del Reich sia le strutture mediche del partito. Egli risultò iscritto alla Lega dei Medici Nazionalsocialisti Tedeschi. Egli fu molto attivo nel pianificare e spiegare il programma di 32 • • • • sterilizzazione e fu proprio a lui che Hitler parlò per la prima volta (1935) del suo vasto programma di eutanasia. Per tale motivo Wagner fu considerato dai tedeschi il padrino dell’eutanasia. KARL CLAUBERG Il professor Karl Clauberg fu l’inventore di un nuovo metodo per sterilizzare le donne senza sottoporle ad un intervento chirurgico oppure esporle all’azione dei raggi X. Questo metodo consisteva nell’effettuare una spruzzatina sul collo dell’utero di un liquido sterilizzante (si presume nitrato d’argento) addizionata ad una sostanza di contrasto per poter controllare successivamente lo stato dell’utero e delle ovaie ai raggi (blocco 10 di Auschwitz). . Molte donne non resistevano all’esperimento e morivano; venivano subito cremate. Altre invece riusciranno a sopravvivere e lasceranno testimonianze a dir poco spaventose. L’età preferita per questi esperimenti era tra i 16 e 40 anni. Clauberg, in un anno, ha sterilizzato 2863 ragazze al di sotto dei 18 anni e 882 più adulte; di esse ne sopravvisse soltanto il 10%. Clauberg voleva realizzare a tutti i costi l’Istituto sperimentale di biologia. Questo istituto sarebbe stato diviso in due parti: nella prima si sarebbe attuato il metodo di sterilizzazione con le tecniche dello stesso Clauberg; nell’altro reparto invece si sarebbe tentato di rendere le donne sterili, di pura razza ariana, capaci di procreare. Ma questo suo sogno nel cassetto non ebbe seguito in quanto mancò l’appoggio del Partito, il quale intendeva adottare esclusivamente soltanto la politica demografica negativa, ovvero la cancellazione dall’Europa di tutte le razze ritenute “impure”. Inoltre esisteva anche una sezione nella quale Clauberg effettuava la sterilizzazione con i raggi X; infatti è noto che le cellule riproduttive sono particolarmente sensibili all’azione dei raggi X. Però l’esposizione a tali raggi ne blocca solo temporaneamente la funzione germinativa; è quindi necessario l’utilizzo di dosi massicce. Dopo moltissime prove Clauberg, insieme ai suoi aiutanti, riesce a stabilire che per una sterilizzazione sicura quasi al 100% sarebbe stata sufficiente un’esposizione ai raggi, con intensità massima e filtro sottile, di 3 minuti per la donna e 2 minuti per l’uomo. Fu ideato un sistema molto semplice ed alquanto efficace per effettuare la sterilizzazione di un paziente senza che se ne potesse accorgere. Esso consisteva nel fare venire davanti ad uno sportello un prigioniero per fargli compilare alcuni moduli fasulli; intanto un tecnico nascosto dietro allo sportello manovrava il congegno radiologico (ad irradiazione doppia cioè composto da due tubicini) e lo puntava in direzione dei due testicoli del povero ignaro. In questo modo si riuscì a sterilizzare fino a 200 pazienti al giorno. Clauberg, come se non bastasse, chiese un apparecchio radiologico ancora più potente di quello suddetto per poter sterilizzare un numero maggiore di persone nell’arco di una sola giornata. THILO Medico chirurgo che lavorava ad Auschwitz ed amava provocare aborti tra il 6° ed il 7° mese di gravidanza. Poche donne sopravvissero a tali interventi. HOLFELDER Medico radiologo che aiutò notevolmente Clauberg nella ricerca delle dosi minime di raggi X per sterilizzare con la certezza del 100% sia uomini sia donne. HORST SHUMANN Medico specializzato nella sterilizzazione di soggetti di sesso maschile. Egli, nella scelta dei metodi di sterilizzazione, era in bilico tra il sistema radiologico e quello chirurgico. A Birkenau si specializzò soprattutto nella sterilizzazione di soggetti di sesso maschile. Egli ha calcolato che, per avere risultati sicuri, bisogna direttamente necrotizzare le cellule germinali; infatti espone i pazienti all’azione dei raggi X per 15 minuti. In questo modo la necrosi è completa: i genitali diventano gonfi, neri e dolenti. Ma questo metodo provocò molte delusioni per Shumann in quanto, nel controllo dei pazienti per verificare la loro effettiva sterilità, notò in alcuni di essi che il loro liquido seminale conteneva ancora qualche centinaio di spermatozoi ancora attivi. Ed è per questo motivo che egli alla fine decide di optare per l’asportazione chirurgica dei testicoli. L’unico inconveniente era che molti pazienti non sopravvivevano all’intervento ed i superstiti non potevano lavorare per una decina di giorni. Lo stesso metodo viene applicato anche per le donne: Shumann le apriva l’addome e le strappava via le ovaie. 33 PUBBLICAZIONI • • • • • • • Al movimento americano di eugenetica era associata una visione biomedica la cui ampiezza è suggerita dalla seguente citazione di un libro del 1923 di A. E. Wiggam: “Il primo concetto che la biologia dà agli uomini di governo è che le razze avanzate dell’umanità stanno regredendo…; ma i vostri grandi sforzi per migliorare la sorte dell’uomo non fanno altro che affrettare l’ora della sua distruzione”. Una dichiarazione giovanile di Fritz Lenz (del 1917), in una tesi scritta per il suo professore Alfred Ploetz (darwinista sociale e fondatore nel 1904 della Società Tedesca per l’Igiene Razziale) diceva che: “Il criterio di valore è la razza e che lo stato non esiste perchè vengano concessi al cittadino i suoi diritti, bensì per servire la razza “. Il giurista Karl Binding e lo psichiatra Alfred Hoche nel 1920 pubblicarono Die Freigabe der Vernichtung (“Mettere fine alle vite che non meritano di essere visSute”). Al tempo della pubblicazione del “Mein Kampf” tra il 1924 e il 1926, Hitler aveva dichiarato che sarebbe stato opportuno e necessario preservare gli elementi originari di razza e di sollevarli, con lentezza ma in modo sicuro, ad una posizione di predominio. Ernst Rudin, in un numero speciale della sua rivista “Archiv fur Rassen- und Gesellschaftsbiologie” uscito nel 1943 e che celebrava il primo decennio del governo nazionalsocialista, esaltò Hitler ed il movimento di sterilizzazione: “…bisogna tradurre l’igiene razziale in realtà nel popolo tedesco… bisogna frenare la propagazione delle persone congenitamente malate ed inferiori”. In un manuale influente di Rudolf Ramm, docente dell’università di medicina di Berlino, egli diceva che il medico nono doveva più solo limitarsi alla cura dei malati ma sarebbe dovuto diventare un “soldato della biologia”. Un volume riccamente illustrato di due storici della medicina era intitolato Der Antiliz des germanischen Arztes in vier Jahrunderten (Il volto del medico tedesco nel corso di quattro secoli). Il libro attribuiva a Paracelso (medico-alchimista svizzero-tedesco del Cinquecento) la seguente frase: “Ogni paese ha sviluppato la sua malattia, la sua medicina ed il suo medico”. L’introduzione di questo libro era di Ernst Robert von Grawitz,medico capo delle SS, ed esprimeva il concetto del medico tedesco come il “protettore della vita della razza superiore”. NUMERI Fra i malati congeniti che dovevano essere sterilizzati chirurgicamente erano state incluse le seguenti categorie con le rispettive stime: deficienza mentale (200.000); schizofrenia (80.000); psicosi maniaco-depressiva (20.000); epilessia (60.000); corea di Huntington (malattia celebrale ereditaria 600); malformazioni gravi (20.000); alcolismo ereditario (10.000); sordità ereditaria (16.000); cecità ereditaria (4.000). Totale circa 410.000 persone. Queste sono le stime più accreditate delle persone malate secondo il calcolo degli esperti, le quali avrebbero dovuto essere colpite dalla legge. Ma le effettive sterilizzazioni riguardano un numero di circa 320.000 individui. Questa cifra non comprende le decine di migliaia di sterilizzazioni compiute nei territori annessi alla Germania, come Danzica, Memel, Austria, il territorio dei Sudeti, quelle compiute sugli zingari, quelle che andarono a colpire i Meticci del Reno ed infine gli innumerevoli esperimenti di sterilizzazione effettuati nei Lager. 34 EUTANASIA 35 PROPAGANDA EUTANASIA Già nel 1933 Walter Shultze 39 dichiarò che la sterilizzazione era insufficiente, l’unico modo per liberarsi dei ritardati mentali era l’eliminazione diretta. Nel 1934 gli ospedali iniziarono ad essere incoraggiati a trascurare i disabili e i finanziamenti venivano costantemente ridotti. Si iniziò addirittura ad organizzare dei corsi sulle “vite senza valore” per i principali funzionari governativi; si voleva così cominciare a rendere chiara l’inutilità delle vite di quel genere di pazienti e di come per loro fosse meglio morire che continuare a vivere con quella sofferenza. Dal 1936, in merito al programma eutanasia, venne messo in atto un progetto articolato di propaganda finalizzato a convincere l’opinione pubblica sulla opportunità di liberarsi delle “vite indegne” che pesavano sull’economia tedesca. Nei libri di testo scolastici comparvero problemi matematici in cui si facevano fare i calcoli ai bambini su situazioni di questo tipo: “Esercizio 95. La costruzione di un manicomio richiede 6 milioni di marchi. Quanti quartieri del costo di 15.000 marchi ciascuno avrebbero potuto essere costruiti al suo posto? Esercizio 97. Un ammalato di mente costa circa 4 marchi al giorno, un invalido 5,5 marchi, un delinquente 3,5 marchi. In molti casi un funzionario pubblico guadagna 4 marchi al giorno, un impiegato appena 3,5 marchi. Rappresenta graficamente queste cifre. In Germania ci sono 300.000 ammalati di mente, epilettici, ecc. in case di cura. Quanto costano annualmente costoro complessivamente, se per ognuno ci vogliono 4 marchi al giorno? Quanti prestiti per cittadini tedeschi di 1000 marchi l'uno si potrebbero stanziare con questi soldi?" 40 Il convincimento era sottile e passava attraverso un’educazione ormai scontata, basata sull’esclusione del diverso. La propaganda lavorò soprattutto nel produrre alcuni documentari e filmati. I primi film erano di carattere didattico-scientifico e denunciavano le conseguenze mediche e sociali delle tare ereditarie. Di questo carattere sono Das Erbe (L’eredità) e Opfer der Vergangenheit ( Vittime del passato). Das Erbe, del 1935, di J. C. Hartmann, è un breve documentario (12 minuti) che sottolinea la tesi della selezione naturale delle razze. I più forti sopravvivono in accordo con la legge della natura e di Dio. Il film ricostruisce una lezione da parte di un docente con riprese di animali e piante in lotta per la sopravvivenza in cui si sottolineano gli effetti positivi della selezione dei migliori tra i cani e i cavalli, con il suggerimento che ciò è possibile anche per la razza umana. Opfer der Vergangenheit, del 1936, di Gernot Boch-Stieber, fu prodotto su ordine di Hitler per la propaganda di massa, coprodotto dalla NSDAP e dal Ministero della Propaganda. Uscì in tutti cinema nel marzo 1937. E’ il primo film (costituito dal montaggio di documentari e di scene recitate da attori) per le masse, finalizzato a sostenere la tesi della costruzione di una nuova razza attraverso la difesa dalle malattie mentali ereditarie ottenuta grazie alla sterilizzazione dei malati mentali. Una citazione dal commento del film: “La vita è una lotta per l’esistenza. Solo il forte avrà successo 39 40 Walter Schultze fu il Commissario per la sanità del Land bavarese. Collotti, Nazismo e società tedesca ,Loescher, 1982. 36 nella lunga corsa. Tutti i deboli periranno. Nelle ultime decine di anni la razza umana ha sbagliato. Noi non abbiamo semplicemente mantenuto in vita esseri indegni, li abbiamo autorizzati a riprodursi. La riproduzione di sottoindividui deve essere evitata per legge. Tutto ciò che è troppo debole per sopravvivere verrà inevitabilmente distrutto dalla natura. Negli ultimi decenni l’umanità ha peccato orribilmente contro la legge della selezione naturale. Grazie ai farmaci nei manicomi sopravvivono intere famiglie. I costi necessari per curare i figli malati di questo solo gruppo sono stati finora 150.000 marchi Quante case per gente sana si sarebbero potuto costruire con questa somma? La sterilizzazione è una operazione chirurgica molto semplice. Negli ultimi settant’anni la nostra popolazione è aumentata del 50% mentre il numero dei malati ereditari è cresciuto del 450% Se ciò dovesse continuare tra cinquant’anni ci sarebbe un malato ereditario ogni 4 persone sane.” La proiezione a Berlino di Vittime del passato fu preceduta da una presentazione del Dott. Wagner; il film fu poi proiettato a lungo, in 5300 cinematografi in tutta la Germania. Il salto di qualità fu fatto con un terzo film, Ich Klage an (Io accuso), del 1941, diretto da Wolfgang Liebeneiner, e tratto dal romanzo Sendung und Gewissen (Missione e coscienza) di Hellmuth Unger. La produzione di questo film era stata voluta da Göebbels, il ministro della Propaganda, e derivava da un suggerimento di Brandt, il medico che aveva promosso il programma eutanasia, al fine di preparare l’opinione pubblica tedesca all’azione T4. Il film racconta la storia di Hanna una giovane appartenente alla buona borghesia, moglie di un medico prestigioso di Monaco, che, scoprendosi malata di sclerosi multipla, supplica il marito di porre termine alla sua vita perché non sopporta l’idea di vedersi degradare fisicamente per la malattia. Tra le lacrime gli chiede “Se davvero mi ami, promettimi che mi libererai da questo dramma prima del tempo.” Dopo lunghi tentennamenti e inutili ricerche di laboratorio il medico somministra alla moglie un prodotto letale e mentre una musica intensa riempie la scena e i due si dichiarano per l’ultima volta il loro amore, la donna si spegne serena. Di fronte al tribunale il dottore difenderà la sua tesi, sostenuto anche dal suo più caro amico fino ad allora fortemente contrario alla decisione presa dalla coppia. Il film, presentato anche al Festival del Cinema di Venezia, era un discreto prodotto artistico e doveva servire, tramite l’emozione suscitata, a saggiare le reazioni dell’opinione pubblica; nella relazione di ricerca del Servizio di Sicurezza delle SS si mise in luce che la maggior parte della popolazione tedesca accettava in linea di principio il ragionamento, con qualche riserva concernente possibili abusi. La propaganda verrà anche affidata ai numerosi documentari di divulgazione scientifica, i «Kulturfilm», che subdolamente con commenti di scienziati presenti sullo schermo sostenevano le tesi dell’ideologia razziale nazista. La legge prescriveva alle sale cinematografiche di abbinare sempre al film di «fiction» in programma, un numero della Deutsche Wochenschau (il cinegiornale tedesco) e un cortometraggio, assicurando quindi una diffusione larghissima a questi documentari. Il pubblico pagava per vedere il film, ma vedeva anche i cinegiornali e i cortometraggi, per cui in definitiva si arrivava allo stesso risultato. Ma a riprova di quanto la propaganda poco pagasse in termini di interesse del pubblico, dopo il 1941 si cominciò a tenere le porte chiuse durante la proiezione dei cinegiornali, per essere sicuri che gli spettatori non scappassero. 37 Eutanasia bambini 18-ago-39 Leggi e protocolli 01-lug-40 I luoghi Werner Catel Hans Heinze Ernst Wentzler Helmut Unger Brandt Philipp Bouhler I medici e le persone coinvolte Hans Hefelmann Leonardo Conti emana un provvedimento segreto noto con la sigla IV-B 3088/39-1079 Mi: Per la chiarificazione di questioni scientifiche nel campo delle malformazioni congenite e del ritardo mentale si richiede una registrazione il più possibile tempestiva di tutti i bambini sotto i tre anni di età nei quali si sospetti la presenza di una delle seguenti malattie gravi ereditarie: idiozia e mongolismo; microcefalia; idrocefalia; malformazioni di ogni sorta, specialmente di arti, testa e colonna vertebrale; paralisi. Annuncio dato dal ministro dell'Interno: Sotto la direzione di specialisti, si metteranno in atto tutte le possibilità terapeutiche secondo le conoscenze scientifiche più recenti. Gorden Steinhof Eglfing Kalmenhof Eichberg Erano gli esperti a cui spettava la decisione della morte o della vita dei soggetti. Erano loro a mettere il segno più o il segno meno nelle cartelle dei pazienti. Werner Catel era professore di psichiatria della clinica di Lipsia. Hans Heinze era direttore dell'istituto statale a Gorden, presso Brandeburgo e vantava una grande divisione pediatrica. Ernst Wentzler era uno psichiatra pediatrico. Helmut Unger era un oftalmologo-scrittore. Erano i plenipotenziari di Hitler (nominati dallo stesso) nel progetto di eutanasia infantile. Al momento della nomina erano relativamente giovani: Brandt aveva 35 anni e Bouhler ne aveva 39. Al primo era stata affidata la responsabilità di prendere una decisione nel caso Knauer. Era nato a Dresda nell'ottobre del 1906 e quindi aveva solo 33 anni quando assunse un ruolo di prestigio nella prima massiccia operazione di sterminio nazista. Era figlio di un produttore agricolo, aveva ricevuto il dottorato in agricoltura nel 1932. Si era iscritto al partito nazista nel febbraio del 1931e, dopo aver condotto per un breve periodo un'attività commerciale privata, era entrato a far parte dello staff del dipartimento di economia del quartier generale nazista, passando quindi alla KdF nel gennaio del 1936. posto a capo dell'ufficio IIb nel 1937, diresse questo dipartimento di eutanasia fino alla sua chiamata alle armi avvenuta nel 1943. nel 1942 Bouhler raccomandò Hefelmann per una decorazione di guerra e come molti altri, responsabili delle operazioni di sterminio, fu decorato per il suo servizio dietro le linee. 38 Modalità di sterminio Figlio di un ufficiale dell'esercito, era nato nel settembre del 1905 nella Prussia orientale. Dopo aver ottenuto il diploma di scuola secondaria nel 1923, entrò nel mondo degli affari; lavorò per la Dresdner Bank dal 1923 al 1929, per una ditta di trasporti fino al 1931 e quindi come statistico per l'Associazione tedesca dei produttori di ferro e acciaio. nel 1931 si Von Hegener era iscritto al partito nazista e aveva partecipato attivamente all'attività della cellula locale. nel 1937 entrò a far parte dello staff della KdF per svolgere infine l'incarico di vice di Hefelmann nell'ufficio IIb. il lavoro di Von Hegener fu molto apprezzato e di fatti Bouhler lo propose per la stessa decorazione per cui aveva proposto Hefelmann. La sua qualifica era quella di consigliere ministeriale. Svolse l'incarico di capo sezione nel dipartimento di Gutt e pare che fosse responsabile sia degli ospedali di stato e case di cura sia delle applicazioni delle Herbert Linden leggi sulla sterilizzazione e il matrimonio. fu l'autore insieme a Gutt e Mabfeller del commento sulle leggi razziali di Norimberga e sulla legge per la salute matrimoniale. Si suicidò il 27 aprile 1945. La tecnica di sterminio più utilizzata era il smettere di nutrirli e lasciare che morissero di fame, ciò faceva si che non vi fosse un dispendio eccessivo da parte del partito e il risultato era comunque soddisfacente. Il cibo non veniva tolto all'improvviso ma con una graduale diminuzione fino al digiuno totale. Eutanasia degli adulti La differenza con il programma dei bambini stava nel fatto che l’operazione degli adulti coinvolgeva praticamente tutta la comunità psichiatrica tedesca e anche alcuni rami della sanità in generale. L’organizzazione sotto cui si mascherava il progetto erano le “case di cura e di assistenza della Comunità di lavoro del Reich, o RAG”, che operavano dalla Cancelleria a Berlino all’indirizzo Tiergarten 4, da cui il nome in codice progetto T4. Attraverso il ministero della sanità vennero inviati dappertutto questionari, mascherati come se fossero a fine statistico, a tutti gli ospedali. In questi questionari veniva richiesta una descrizione precisa delle capacità lavorative dell’individuo e l’inserimento di quest’ultimo all’interno di una delle quattro categorie. Documenti I luoghi Decreto del Furer del ottobre 1939 Al capo della Cancelleria del reich Bouhler e al dottor Brandt viene affidata la responsabilità di espandere l'autorità dei medici, i quali devono essere designati per nome, perchè ai pazienti considerati incurabili secondo il miglior giudizio umano disponibile del loro stato di salute possa essere concessa una morte pietosa. Hartheim Sonnenstein Grafeneck Bernburg Brandeburgo Hadamar I tedeschi fondarono due centri psichiatrici di sterminio a Meseritz-Obrawalde e a Tiegenhof, entrambi nel vecchio territorio prussiano della Pomerania. Ci sono prove che anche soldati tedeschi, fisicamente o mentalmente menomati, vennero sottoposti all’eutanasia in entrambi gli istituti. 39 Leonardo Conti Hans Lammers I medici e le persone coinvolte Hermann Pfannmuller Fu il primo a prendere la direzione del progetto di eliminazione dei disabili adulti. A lui subentrarono successivamente Bouler e Brandt a causa di lotte interne del partito. Anche se la direzione vera e propria passò ben presto al secondo ufficio della cancelleria diretto da Viktor Brack. Tutti i medici e le persone coinvolte, per motivi di sicurezza, avevano un nome in codice. Quello di Brack era "Jenninger". Era il vice di Leonardo Conti fino alla sostituzione dei due con Bouler e Brandt. Uno dei più spietati assassini all'interno del progetto. Era già presente nello sterminio dei bambini e fu sua l'idea di lasciarli mrire di fame. Ecco come si espresse a riguardo del programma degli adulti: "è per me intollerabile l'idea che i migliori, il fiore della nostra gioventù, debbano perdere la vita al fronte perchè i deboli di mente ed elementi sociali irresponsabili possano avere un'esistenza sicura negli istituti psichiatrici". Gli altri medici coinvolti furono per la maggior parte gli stessi che presero parte al progetto di eutanasia dei bambini. Ci furono medici, psicologi e anche e soprattutto persone prive di alcuna competenza sia in campo medico che scientifico: erano solamente persone di fede indiscussa nei confronti del partito. Le modalità sterminio Le vittime Per quanto riguarda le tipologie di uccisione caddero in disuso i plotoni di esecuzione poiché provocavano traumi psicologici alle truppe. Nel settembre del 1941 in Russia si provò con l’esplosivo ma anche questa tecnica doveva essere abbandonata poiché occorreva troppo tempo per fare pulizia. Quindi si sviluppò sempre di più la tecnica delle camere a gas. Il gas era trasportato in bidoni metallici. Venne poi introdotto l’uso di autocarri che producevano il monossido di carbonio. Nel corso di due settimane 1558 pazienti psichiatrici furono gassati in di autocarri in un campo di transito a Soldau. Le uccisioni furono eseguite dalla squadra itinerante di eutanasia nota come Sonderkommando e unità delle Einsatzgruppen. Tre di questi autocarri furono installati nel primo campo di sterminio puro a Chelmno-Kulmhof dove furono uccisi principalmente ebrei, ma anche zingari, malati di tifo, prigionieri di guerra sovietici e malati di mente. In una replica del procedimento del programma T4, si diceva alle vittime che avrebbero fatto la doccia, mentre i loro vestiti sarebbero stati disinfettati, saliti sugli autocarri con la scritta “al bagno” venivano chiusi all’interno ermeticamente, e quando non si sentiva più alcun rumore il mezzo partiva per i boschi dove erano state create fosse comuni. Si stima che le vittime del programma di eutanasia nazista nel 1942 furono già più di 70000. Dopo quell’anno si persero i numeri ma è facilmente pensabile che le vittime aumentarono esponenzialmente. 40 I LUOGHI DELLA T4 41 Il “problema” eutanasia venne affrontato tramite l'organizzazione speciale la cui sede era in Tiergarten strasse 4, in una villetta nel quartiere residenziale di Charlottemburg, a Berlino, e che prima di essere confiscata era di proprietà di un ebreo. Da qui il nome di "Azione T.4", con il quale l'operazione eutanasia è conosciuta. Sede dell’operazione T4. L'operazione doveva rimanere segreta, per non creare difficoltà nell'applicazione del suo piano criminale; gli Istituti scelti per l'operazione erano denominati con una sigla, e i responsabili stessi avevano assunto pseudonimi. L'operazione fu concepita e progettata con rigore assolutamente scientifico, in tutte le sue fasi di applicazione. Il 15 ottobre 1939, la cancelleria privata di Hitler emanò un ordine di servizio, a firma autografa del Führer, che imponeva a tutti gli istituti e case di cura del Reich, di fornire gli elenchi dettagliati dei degenti definiti incurabili o terminali. Dal punto di vista operativo la competenza dell'azione T4 era della cancelleria privata di Hitler, diretta da Viktor Brack, con sede nella villa della Tiergarten strasse; l'operazione venne dotata di una serie di uffici tra i quali l'ufficio medico, l'ufficio amministrativo, l'ufficio trasporti. All'operazione lavorarono complessivamente, dai capi fino agli addetti ai crematori, 500 soggetti delle categorie più diverse. Quasi tutti erano nazionalsocialisti fanatici o simpatizzanti della dottrina razzista nazista. La maggior parte di questi individui prestava servizio volontario; alcuni infermieri di case di cure vi furono costretti 41 . Per i partecipanti all'operazione eutanasia di ogni ordine e grado, vi era un libro paga speciale della Cancelleria del Führer e uno stipendio più alto. 41 Ci furono anche alcuni che cercarono di sottrarsi all'incarico: l'infermiere Franz Sitter si oppose al suo servizio ad Hartheim. Sitter riuscì, dopo molti giorni di lavoro al castello, ad abbandonarlo, senza essere per questo punito. Da: Hans Maršálek, La storia del campo di concentramento di Mauthausen, Österreichische Lagergermeinschaft Mauthausen, Linz, 1999, p. 237. 42 Dal Museo Castello di Hartheim Il primo centro di uccisione fu approntato tra il dicembre del 1939 e il gennaio del 1940 in un ex istituto carcerario situato presso Brandeburgo sull'Haven. Subito dopo quello di Brandeburgo, furono istituiti altri 5 istituti che coprivano il Reich germanico: Grafenek, Hartheim, Sonnenstein, Bernburg e Hadamar. I sei centri di eliminazione facevano riferimento ad una rosa di cliniche, che avevano il compito di "osservare" i casi da eliminare, e dove sovente si procedeva direttamente all'uccisione dei malati con iniezioni letali o medicine mortali. La segretezza dell'operazione era indispensabile per il suo funzionamento; se qualche notizia fosse filtrata l'opinione pubblica si sarebbe opposta: i nazisti avevano la piena coscienza di ciò che facevano, tant'è che hanno sempre cercato di distruggere ogni segno dei loro crimini. Rimaneva comunque difficile dare spiegazioni di quell'alto numero di morti, delle malattie fantasiose con cui venivano mascherate, degli errori che potevano sfuggire alla perfetta organizzazione (due urne inviate alla stessa famiglia, due sorelle morte quasi negli stessi giorni), gli avvisi mortuari sulla stampa locale, tutti uguali. Nonostante le precauzioni, si era diffuso tra la popolazione il sospetto che lo sterminio non si limitasse ai malati di mente, ma che coinvolgesse tutti coloro che erano inabili al lavoro e coloro che secondo la terminologia nazista erano "esistenze insignificanti". Le proteste della popolazione si rispecchiavano in numerose prese di posizione di personalità ecclesiastiche, di autorità civili, di alcuni giuristi, e persone eminenti. 43 Nell'agosto del 1941, in seguito ad una dura protesta del Vescovo di Muenster 42 , che pronunciava accuse precise, Hitler diede l'ordine verbale di sospendere l'eutanasia. Brandeburgo La vecchia prigione di Brandeburgo sull’Haven fu il primo centro di uccisione di adulti disabili della storia e la sua attività iniziò tra il Dicembre del 1939 e il Gennaio del 1940. A capo di questo istituto vi era il medico Irmfried Eberl 43 , mentre la ristrutturazione dell’edificio fu affidata a Gustav Kaufmann. La scelta di utilizzare questo istituto carcerario fu condizionata dal fatto che era situato molto vicino a Berlino e facilmente dissimulabile rispetto alle eventuali proteste dell'opinione pubblica. Subito dopo che la prigione iniziasse la sua attività come centro di eutanasia, fu costruita una camera a gas funzionante a monossido di carbonio che era situata allo stesso piano del forno crematorio. Questa era camuffata come camera per la doccia e riusciva a contenere circa 70 soggetti. Il crematorio era costituito da due forni mobili fissati al camino dell’edificio e riscaldati col petrolio. Le vittime destinate a questo centro provenivano dalle province prussiane di Brandeburgo, la Sassonia e lo Schleswig-Holstein, gli stati di Brunswick, Mecklenburg, Anhalt e Amburgo, e la città di Berlino. L'attività dovette cessare nel settembre del 1940. Infatti il forno crematorio fu spostato perché dal camino uscivano spiacevoli odori di carne bruciata. Si contano 9.772 vittime. Grafeneck Grafeneck (istituto del Wurttemberg) iniziò la sua attività poco dopo l’inaugurazione di quella di Brandeburgo; infatti le prime uccisioni risalgono alle prime settimane del Gennaio del 1940. Questo luogo in passato era utilizzato come ospedale per disabili ubicato all’interno di un castello. A capo di questo centro vi fu il medico Horst Schumann 44 . Le attrezzature per l’eutanasia erano situate a circa 300 metri dietro al castello. Questo istituto fu scelto perché, come in tutti i luoghi dell'operazione T4, si pensava che tutto quello che succedeva sarebbe rimasto segreto nei confronti dell'opinione pubblica. Accanto ad una baracca, dove erano raccolti i pazienti in arrivo, era stata predisposta, ristrutturando una vecchia rimessa, una camera a gas funzionante a monossido di carbonio e camuffata come stanza delle docce con soffioni e sedili di legno. All’inizio la camera a gas conteneva 40-50 persone, ma più avanti fu ampliata con lo scopo di gasare almeno 75 vittime alla volta. Il vicino forno crematorio conteneva due forni mobili funzionanti a petrolio. Tutte le stanze che contenevano le attrezzature per l’eutanasia erano circondate da steccati e muri che avevano lo scopo di celare l’attività in corso. Nel 1940 si contano 9.839 vittime. Anche l'attività di questo centro fu costretta a cessare nel Dicembre del 1940 in quanto tutte le oscenità che succedevano stavano diventando di dominio pubblico. 42 Von Galen, vescovo di Muenster, pronunciò sermoni di accusa dalla chiesa di San Lamberto, che ebbero una vasta eco perché svelavano a chiare lettere i sospetti fondati dell'operazione eutanasia. L'omelia di von Galen generò costernazione e sbigottimento tra la popolazione della cattolicissima Vestfalia. 43 Irmfried Eberl venne destituito dal comando nell'agosto 1942. Arrestato dopo la guerra si suicidò nel 1948. (www.olokaustos.org). 44 Il processo contro Horst Schumann venne istruito soltanto nel settembre 1970. Tuttavia a causa di una serie di malattie diverse il tribunale riconobbe l'impossibilità di Schumann ad essere giudicato per motivi di salute. Nell'aprile 1971 il processo venne interrotto. Schumann venne rilasciato il 29 luglio 1972. Contrariamente a quanto ci si aspettava le condizioni di salute migliorarono, Schumann si stabilì a Francoforte dove morì il 5 maggio 1983 senza che il processo fosse riaperto.(www.olokaustos.org) 44 Sonnenstein Il centro di Sonnenstein fu inaugurato nel giugno del 1940 nella città di Pirna, vicino Dresda appositamente per sostituire il carcere di Grafeneck che aveva dovuto sospendere i propri esperimenti. In passato era un ospedale che a differenza degli altri centri non fu occupato interamente per l’operazione T4 e questo era un problema perché era impossibile mantenere il segreto totale. Per l’eutanasia erano utilizzati 3 edifici. I primi due ospitavano gli uffici e gli alloggi del personale mentre il terzo fungeva da area di ricezione dei pazienti in arrivo. Nel secondo edificio erano situati la camera a gas e il forno crematorio mentre i due forni fissi erano contenuti nel piano interrato. Lo sterminio iniziò nel giugno del 1940 proprio qualche mese più tardi dell’arrivo di Horst Schumann, proveniente dal centro di Grafeneck, che diede l’ordine di iniziare la ristrutturazione finale di quella parte dell’ospedale utilizzata per l’eutanasia. L’attività cessò nel 1941. In questo istituto vennero uccisi tra il 1940 e il 1941 circa 13.720 malati di mente o persone con handicap. Hadamar Hadamar sostituì il centro di uccisione di Grafeneck nel dicembre del 1940. Anche questo originariamente era un ospedale di stato e casa di cura situato sulla collina di Monchsberg, che sovrasta la città di Hadamar, a Hessen. Nel 1939 i pazienti furono trasferiti e l’istituto divenne un ospedale militare. Nel 1940 il Dr. Kaufmann convinto sostenitore dell’eutanasia con l’appoggio di Fritz Bernotat ispezionò il luogo e poco tempo dopo la T4 stipulò un contratto con Bernotat che le consentiva di utilizzare l’ospedale di Hadamar per i propri scopi. Fu proprio Kaufmann a supervisionare la ristrutturazione e a disporre il trasferimento del personale di Grafeneck. Al primo piano del centro vi erano le stanze per contenere i pazienti in arrivo mentre la camera a gas e il forno crematorio erano situati nel piano interrato. La camera a gas, come in tutti i centri, era camuffata da sala della doccia mentre il crematorio aveva due forni fissi attaccati ad un camino. Per assicurare che tutta l’operazione si svolgesse con la massima segretezza, lungo la strada che portava al centro di Hadamar erano stati disseminati vari segnali che proibivano l’ingresso nell’istituto per pericolo di epidemie. Ma questa copertura era destinata a fallire in quanto il fumo maleodorante che usciva dal camino aveva insospettito gli abitanti di Hadamar e da lì a poco la gente era a conoscenza dell’attività che si svolgeva nell’istituto. E fu proprio per questo motivo che il centro cessò lo sterminio di vittime tramite gassazione nell’agosto del 1941. Comunque l’istituto continuò ad uccidere persone adottando l’eutanasia selvaggia. Si contano 10.072 vittime nel1941. Bernburg Bernburg rimpiazzò l’istituto di Brandeburgo nel settembre del 1940 e infatti tutto il personale che era addetto all’istituto carcerario venne trasferito qui, compreso il medico Irmfried Eberl che ne divenne il medico responsabile. Questo centro era situato nella città di Bernburg, sul fiume Saale, molto vicino a Dessau. Anche questo centro era originariamente un ospedale di stato e di cura di Bernburg. A supervisionare la ristrutturazione di questo istituto fu incaricato Kaufmann. La maggior parte del centro di Bernburg era occupata dagli uffici e dagli alloggi del personale. Al pianterreno molte stanze erano utilizzate per accogliere i pazienti in arrivo, mentre l’apparato di sterminio era collocato nel piano interrato dell’edificio. Naturalmente venne istituita una camera a gas, larga circa tre per quattro metri e mezzo e camuffata come sala per la doccia che conteneva le solite tubature munite di piccoli fori per facilitare la somministrazione del gas da una stanza adiacente. Il forno crematorio conteneva due forni fissi, alimentati a carbone e fissati ad un camino preesistente. Accanto all’edificio era stato costruito un garage per gli autobus addetti al trasporto dei pazienti. L'operazione eutanasia a Bernburg terminò nell'agosto del 1941 quando Hitler fu 45 costretto ad ordinare la cessazione delle gassazioni in quanto non si riuscirono a nascondere le vere cause di morte. Le vittime furono 8.601. Hartheim Hartheim è un castello in stile rinascimentale, situato in Austria, nei pressi di Linz. E' un'imponente costruzione circondata da quattro torri ortogonali; all'interno presenta un grande cortile ad arcate, sormontate da tre piani di balconate. Nel 1898 fu donato dal suo proprietario, il Principe Starhemberg, ad un'associazione di carità, diretta dalle suore di San Vincenzo da Paola, e trasformato in asilo per bambini handicappati psichici; poteva dare assistenza a 200 malati. Dopo l'Anschluss 45 , nel 1938, il castello fu espropriato dal partito nazionalsocialista. Nel 1939 il castello fu scelto per l'operazione eutanasia in territorio austriaco e iniziarono i lavori di adeguamento: il piano terreno fu destinato al forno crematorio e alla camera a gas. Quest'ultima era di piccole dimensioni e camuffata da sala per la doccia, con la conduttura dell'acqua sul soffitto, provvista di tre rubinetti; lungo tre pareti era istallato un tubo che aveva numerosi buchi, da cui usciva il gas velenoso che veniva liberato da bottiglie di acciaio, che si trovavano nella stanza accanto. I piani superiori servivano agli uffici e agli appartamenti del personale. Non era previsto nessun locale per alloggiamento temporaneo dei malati, i quali venivano subito gassati: la testimonianza di quattro detenuti di Mauthausen che lavorarono alla distruzione delle istallazioni, nel dicembre del 1944, parla di una sala equipaggiata con letti e apparecchi utilizzati per gli esperimenti medici 46 . Hartheim iniziò a funzionare per l'operazione eutanasia nel maggio del 1940. La direzione "medica", che si occupava anche del dosaggio del gas utilizzato durante le azioni criminali, sottostava al medico di Linz, il Dr. Rudolf Lonauer 47 , un nazionalsocialista fanatico e capo delle SS; dopo il 1943 venne incaricato come suo sostituto nella direzione medica, il medico tedesco e capo delle SS, il Dr. Geog Renno 48 . Le attività amministrative, quelle informative della polizia, dell'ufficio preposto alla registrazione numerica dei detenuti, del crematorio, erano dirette dal funzionario della Gestapo Christian Wirth 49 (più tardi comandante del lager di Belzec), da Franz Stangl 50 ( più tardi Comandante dei lager di Sobibor e di Treblinka) e da Franz Reichleitner.51 Nel castello di Hartheim lavoravano 70 persone; la camera a gas funzionava con ossido di carbonio contenuto in bottiglie sigillate che venivano ricaricate nella fabbrica IG Farben di Ludwigshafen, segretamente, e riportate nell'istituto. In poco più di un anno (tra il giugno 1940 e l'agosto del 1941) a Hartheim sono state assassinate 18.269 persone 52 . 45 Anschluss: annessione dell'Austria al Reich, compiuta nel 1938. Dalla testimonianza di Adam Golembski, detenuto a Mauthausen e incaricato, con altri 19 prigionieri, di smantellare le strutture tecniche di Hartheim nel dicembre 1944: "Una sala aveva delle grandi lampade, molti letti: su qualcuno c'erano ancora delle tracce di sangue. Questa sala serviva probabilmente per gli esperimenti medici segreti." Da: Pierre Serge Choumoff, Les assassinats nationaux-socialistes par gas en territoire autrichen. 1940-1945. Mauthausen-Studien Band 1b, 2000, p.67. 47 Lonauer si uccise probabilmente il 5.5.1945. 48 Il dr. Georg Renno continuò a praticare la sua professione di medico, dopo la guerra, nella Repubblica Federale Tedesca. Il procedimento giudiziario contro di lui, svolto a Francoforte, fu sospeso perché il dr. Renno venne giudicato, in base ad un certificato medico, "incapace di intendere". 49 Christian Wirth, ufficiale di polizia, fu considerato anche dai suoi subordinati e dai suoi superiori, come persona rozza e sgradevole. Fu lui a coordinare il primo assassinio di massa con gas, di cittadini tedeschi, malati mentali, nel gennaio del 1940 a Brandeburgo e dopo questo inizio assunse una funzione di ispettore-controllore dei vari istituti esistenti. 50 Franz Paul Stangl, fuggì nel 1945, dalla prigione austriaca, in Brasile. Il 27.2.1967 venne arrestato a Sao Paulo e consegnato alle autorità della Repubblica Federale Tedesca. Nel 1970 venne condannato all'ergastolo e morì in carcere nel 1971. 51 Hans Maršálek, La storia del campo di concentramento di Mauthausen, p. 231 e 232. 52 Pierre Serge Choumoff, op.cit., p.40. 46 46 Anche ad Hartheim l’operazione proseguì dopo il 1941 come “eutanasia selvaggia”: abbiamo a questo proposito varie testimonianze di trasporti di malati, pazienti di case di cure, che arrivano nei vari istituti preposti all'eutanasia e che sono assassinati negli anni seguenti al '41. Qualche testimonianza induce a credere che ad Hartheim arrivassero anche trasporti di bambini: per esempio il ritrovamento, al momento dello smantellamento dell'istituto, nel garage del castello, di vestiti di bambini 53 . La “struttura” di Hartheim continuò a funzionare per l’eliminazione dei malati dei campi di concentramento Dato l'alto numero di prigionieri malati, deboli, sfiniti dalle condizioni massacranti di vita nei KZ, fu presa la decisione di sopprimerli fuori dai campi per non creare tensione nei lager e a questo fine fu incaricata l'organizzazione T.4, con il suo personale e le sue installazioni. Questa azione fu chiamata da Himmler "trattamento speciale 14 f 13" e si inseriva con la sigla nel linguaggio cifrato dei campi 54 , dovuto a motivi di segretezza. Giungevano ad Hartheim i prigionieri di Mauthausen, Gusen e Dachau. I detenuti venivano selezionati non sempre da medici ma dalle SS, e si ricordano casi (soprattutto all'inizio dell'operazione) in cui dei detenuti, ancora in discrete condizioni fisiche, si presentavano volontari per andare al sanatorio. La finzione era ben mascherata e veniva fatto credere ai prigionieri che sarebbero stati portati in un luogo dove le condizioni di vita erano migliori, per rimettersi in forza e lavorare. La speranza dei detenuti aveva qualche senso di esistere, anche in un inferno come il lager; la perfidia degli ideatori delle fabbriche della morte aveva il fine di sterminare in fretta e senza creare problemi. Nel lager, almeno all'inizio, e fino al '42 non si sapeva nulla di Hartheim; in seguito quelle partenze misteriose sull'autobus azzurro con i finestrini dipinti di bianco, davano la certezza ai prigionieri che i compagni non sarebbero più tornati. Le selezioni per l'operazione 14 f 13 continuarono nel 1942 e nel 1944: difficile è reperire la documentazione relativa alle gassazioni a Hartheim, perché nelle motivazioni di morte, i prigionieri venivano registrati come deceduti nei campi di appartenenza. Sono rimaste alcune liste di trasporti con destinazione "sanatorio di Hartheim" 55 e le ricostruzioni storiche danno per l'anno 1941, 1580 vittime e per l'anno 1942, 3075 morti e per l'anno 1944, 3378 tutti assassinati a Hartheim 56 . Alla fine di novembre del 1944, dalla cancelleria del Führer, giunse l'ordine di eliminare le strutture tecniche presenti a Hartheim e di riportare il castello allo stato originario. Un Kommando di prigionieri di Mauthausen (20 detenuti), eliminò le "strutture tecniche" e qualunque traccia dell'"Istituto della morte". Costoro, data la missione segreta cui erano stati obbligati, erano sicuri di essere destinati all'eliminazione alla fine del lavoro57 ; per salvare la sua testimonianza uno di essi, lo spagnolo Miguel Justo Compane, chiuse in una bottiglia una memoria scritta riguardante quello che aveva visto a Hartheim, e la murò all'interno dei nuovi muri costruiti; essa fu ritrovata nel 1968 quando nel castello fu costruito il memoriale, ed era nel luogo dove c'erano le porte che immettevano nella camera a gas. 53 Dalla testimonianza di Adam Golembski,(vedi nota 5) : "Nel garage del castello, abbiamo trovato vestisti di bambini, di donne e di uomini in una quantità pari a quattro carretti da tiro." (Pierre Serge Choumoff, op.cit., p. 67.) 54 Con la sigla "14 f 3" ci si riferiva ai casi di morte naturale, con "14 f 2" veniva indicata la morte libera (in realtà costrizione al suicidio) oppure la morte a causa di incidente, con "14 f 3" ci si riferiva alla fucilazioni in caso di fuga, con "14 f 13" si indicava il trattamento speciale dei detenuti malati e deboli. 55 Choumoff, op. cit., p.51. 56 Choumoff, op. cit., p.69. 57 I prigionieri non furono eliminati, ed è rimasta la loro testimonianza fondamentale per ricostruire la memoria di Hartheim. Vedi testimonianza (già citata) di Adam Golembski, in Choumoff, op. cit., p. 66,67,68. 47 Castello di Hartheim Foto realizzate nel Museo del Castello di Hartheim, durante il viaggio della memoria2003 effettuato dal nostro Istituto a Mauthausen. 48 LE CAMERE A GAS 49 La camera a gas fu un’invenzione della Germania nazista. C’è un filo di drammatica continuità tra l’operazione eutanasia e Auschwitz: le camere a gas. Contrariamente a quanto sbrigativamente si pensa, l’”invenzione” delle camere a gas non è legata ai campi di sterminio della Polonia, ma all’azione T4. Le prime camere a gas sono state progettate in Germania 58 per i disabili, i pazzi e i ricoverati negli ospedali psichiatrici per sveltire le operazioni di eliminazione; la stessa continuità esiste per i forni crematori. Alla ideazione della camera a gas si giunse per gradi, testando metodi e progredendo nella pratica, fino alla perfetta fabbrica della morte dei crematori di Birkenau che sono il traguardo di un percorso industriale. Come in un’industria, infatti, si sperimentano metodi, si investono capitali, ci si migliora tecnologicamente, con l’obiettivo di sterminare esseri umani. E’ questa infatti l’agghiacciante specificità dei metodi di morte nazisti che li differenzia dagli altri stermini della storia. La genesi delle camere a gas è raccontata da Karl Brandt 59 nell’interrogatorio a Norimberga. All’idea del monossido di carbonio si arrivò casualmente: Brandt si ricordava degli effetti da lui subiti per una stufa difettosa, molti suicidi erano causati da inalazioni di gas, ecc. Il gas poteva sostituire le iniezioni letali per la sua praticità a diversi livelli: si potevano uccidere più persone in una sola volta, l’assassinio diventava più impersonale, il metodo era sbrigativo e indolore, non creava problemi collaterali. Con il consenso di Hitler si procedette all’ideazione del “sistema”. Fu scelto l’edificio del vecchio carcere di Brandeburgo sull’Havel: operai iniziarono la costruzione delle attrezzature necessarie. “La camera a gas fu costruita in modo da assomigliare a delle docce. Larga tre metri per cinque e alta tre metri, era rivestita di piastrelle di ceramica. Lungo le pareti erano allineate delle panche. A circa dieci centimetri dal pavimento si snodava lungo la parete una tubatura con una circonferenza di tre centimetri; in questa tubatura erano stati praticati piccoli fori che permettevano al gas di diffondersi nella camera.(…) La porta della camera era identica alla porta metallica di un rifugio antiaereo, con una finestra rettangolare che consentiva di guardare all’interno.” 60 Tra il dicembre 1939 e il gennaio 1940 venne fatta la prima dimostrazione di soppressione; erano presenti tutti i capi dell’operazione eutanasia, medici dell’operazione T4. Furono anche fatte contestualmente dimostrazioni di uccisioni con iniezioni di barbiturici, per evidenziare le velocità e praticità del metodo di uccisione con il gas. Il crematorio era situato vicino alla camera a gas ed era costituito da due forni; alcuni problemi legati al tiraggio del camino e all’odore di carne bruciata che poteva insospettire gli abitanti, indusse i progettisti a spostarli a cinque chilometri dalla città in una casa isolata circondata da un alto steccato. In tutti gli altri centri di eliminazione dell’operazione T4 si procedete a costruzioni simili a quelle di Brandeburgo. La procedura di uccisione e di eliminazione dei corpi presenta già tutte le fasi che incontreremo nei crematori di Auschwitz, con la differenza che l’ossido di carbonio fu in seguito sostituito con il veleno Zyklon B. 58 Secondo i documenti citati da P.S. Choumoff, la prima camera a gas dell’era nazista fu quella di una caserma di Poznan, in Polonia, dove, alla fine di ottobre del 1939, iniziarono le gassazzioni di 50 disabili e bambini portati dall’ospedale di Owinsk. (Pierre Serge Choumoff, Les assassinats nationaux-socialistes par gaz en territoire autrichen. 1940-1945, Mauthausen studien, Band 1b, 2000, p. 27). 59 I medici Brandt e Bouhler erano già responsabili dell’eutanasia dei bambini e furono nominati nel 1939 plenipotenziari per la soppressione degli adulti disabili da Hitler, sostituendo il medico svizzero Conti. 60 Henry Friedlander, Le origini del genocidio nazista, Editori Riuniti, 1997, pp. 120,121. 50 • • • • • • • • • • Le vittime dovevano entrare nella camera a gas senza creare problemi, senza ribellarsi in modo che l’operazione procedesse in modo efficiente. Per questo vennero create tutte le parvenze di normalità: i “pazienti” dovevano credere di essere arrivati in un altro ospedale, erano accolti da personale infermieristico, veniva forniti di una cartella clinica, un medico in camice bianco li visitava (con il vero scopo di farsi un’idea di quale falsa motivazione di morte poteva essere in seguito fornita ai parenti), si annotava la presenza di denti d’oro con una croce sulla spalla. A ciascun paziente veniva assegnato un numero, veniva fotografato per utilizzare in seguito le immagini per materiale propagandistico sulla degenerazione dei disabili. Gli abiti delle vittime erano accuratamente messi da parte e segnati per far credere che dopo la doccia sarebbero ritornati ai proprietari. I pazienti, ancora nudi, erano accompagnati nella camera a gas che aveva tutte le parvenze di una sala doccia. Veniva chiusa la porta d’acciaio. Dalla camera adiacente si apriva la valvola del gas compresso, che era fornito dalla I.G.Farben 61 di Ludwigshafen. Dopo la morte dei pazienti, passate due ore, si aerava la camera con dei ventilatori. I corpi venivano separati, trascinati e poi accatastati prima della cremazione. Ai cadaveri segnati con apposito segno, venivano tolti i denti d’oro. I fuochisti collocavano i cadaveri su una paletta di ferro fin dentro il forno. Ci sembra che dall’analisi di questa fredda scheda emergano tutti i contorni dello sterminio di massa di Birkenau. Già dalle prime prove dell’operazione T4 si focalizzò il problema della lentezza della operazione della cremazione rispetto a quelle della gassazione. “I fochisti lavoravano in turni e frequentemente dovevano lavorare tutta la notte per cremare i pazienti assassinati dopo un trasporto. Spesso l’accumulo era tale che alcuni corpi avevano già cominciato a decomporsi quando i fochisti li prelevavano.” 62 Höss, comandante di Auschwitz, confida con grande tranquillità allo psicologo americano che tecnicamente a Birkenau si potevano eliminare 10.000 persone al giorno, ma che il problema erano le cremazioni che portavano via troppo tempo. Citiamo la testimonianza, rilasciata alla fine della guerra, di Vincenz Nohel 63 , che lavorò nel crematorio di Hartheim lungo tutto il periodo del funzionamento della camera a gas, fino al dicembre del 1944. La deposizione è impressionante per la precisione dei particolari e per il tono di un impiegato qualunque che descrive il proprio lavoro. " Ho cominciato a lavorare a Hartheim il 2 aprile del 1940. (…) Ricevevo 170 marchi al mese, con un'aggiunta di 50 marchi per la famiglia, più vitto e alloggio. Nel giro di quindici giorni all’incirca, il capitano Wirth 64 ci riunì. Si è indirizzato a noi nei seguenti termini, anche se ora non posso ricordarmi i particolari del suo discorso e ne ricorderò solo il contenuto. 61 La stessa I.G. Farben che, nel 1942, aprì a pochi chilometri da Auschwitz la fabbrica di gomma sintetica della Buna e l’adiacente lager di Monowitz : fu il primo campo di concentramento voluto e finanziato da un’impresa privata tedesca. 62 Henry Friedlander, Le origini del genocidio nazista, Editori Riuniti, 1997, p.136. 63 Vinzenz Nohel venne condannato a morte nell'anno 1946 a Dachau da un tribunale Militare Americano e la sua esecuzione capitale venne eseguita a Landsberg 64 Christian Wirth, funzionario della Gestapo, dirigeva le attività amministrative di Hartheim: fu considerato anche dai suoi subordinati e dai suoi superiori, come persona rozza e sgradevole. Fu lui a coordinare il primo assassinio di massa con gas, di cittadini tedeschi, malati mentali, nel gennaio del 1940 a Brandeburgo e dopo questo inizio assunse una funzione di ispettore-controllore dei vari istituti esistenti. Più tardi divenne comandante del lager di Belzec. 51 < Camerati, vi ho riuniti oggi per spiegarvi la situazione attuale, qui al castello. Ho ricevuto l'ordine dalla cancelleria del Reich di prendere il comando delle operazioni. Noi dobbiamo costruire qui un crematorio per bruciare i malati mentali dell'Austria. Cinque medici sono stati designati per esaminare i malati mentali e decidere chi deve essere salvato e chi no. Chi non deve essere salvato, andrà al crematorio e sarà bruciato. I malati mentali sono un peso per la Germania. Qualcuno di voi sarà destinato a lavorare nel crematorio. Per prima cosa, bisogna tacere su quel che vedete, pena la morte. Chi non terrà la bocca chiusa andrà nel campo di concentramento o sarà ucciso.> Subito dopo il discorso del capitano Wirth incominciò la costruzione del crematorio. (…). Sei settimane dopo, il 2 aprile 1940, la costruzione era finita e le operazioni incominciarono. Per quel che ne so, i malati mentali erano prelevati dagli ospedali psichiatrici e trasportati ad Hartheim o con il treno o con pullman. I trasporti arrivavano a Hartheim con un ritmo molto irregolare e a qualunque ora. A volte erano in molti, altre volte no. Il numero di coloro che arrivava oscillava tra i 40 e i 150. Questa gente doveva andare prima di tutto nelle sale degli spogliatoi. Là, le donne e gli uomini, divisi in stanze diverse, si spogliavano o erano spogliati. I vestiti e il contenuto del bagaglio erano chiusi in un unico pacco, etichettato, segnato e numerato. Le persone denudate venivano mandate nella sala di ammissione. In questa stanza si trovava un grande tavolo. C'era un medico con quattro o cinque assistenti. I medici di servizio erano o il Dr. Lonauer 65 o il Dr. Renno 66 . Per quello che ne posso saper io, da profano, i medici non visitavano i malati ma guardavano solo i loro dossier. Un incaricato segnava con dei numeri i malati.(…) Si segnava con una croce sul petto tutti coloro che avevano dei denti d'oro. In seguito le persone venivano condotte in una stanza attigua, e fotografate. Dalla sala della fotografia si conduceva la gente di nuovo nella sala d'ammissione e poi, attraverso una porta in ferro, nella camera a gas. La camera a gas era all'inizio molto semplice: essa aveva il pavimento in legno e delle panche anche in legno. In seguito si cementò il pavimento e si ricoprirono le pareti di piastrelle.(…) La stanza era pensata in modo che sembrasse una sala da bagno. Sul soffitto c'erano tre rubinetti della doccia e la ventilazione era data da un ventilatore.(…) Da là, una seconda porta metallica conduceva alla stanza dove si trovava l'installazione del gas.(…) Quando tutte le operazioni erano terminate, le persone venivano introdotte nella sala da bagno - camera a gas, e i medici del giorno introducevano il gas. In poco tempo la gente moriva. Dopo un'ora e mezza si ventilava la camera a gas. E' in quel momento che incominciava per noi, gli uomini del crematorio, il lavoro.(…) Noi dovevamo togliere i corpi dalla camera a gas e portarli all'obitorio. Il trasporto dei morti era un lavoro molto difficile e sfinente. Non era facile separare i corpi, che erano contratti l'uno sull'altro, e portarli all'obitorio. Nei primi tempi, il lavoro era difficile per la difformità del pavimento e poi per la rugosità del cemento; ma in seguito, quando il pavimento fu piastrellato, bastava buttare dell'acqua. Questo espediente ha sicuramente facilitato il trasporto dei morti. I cadaveri venivano ammucchiati nell'obitorio; a fianco si trovava il forno (…), noi mettevamo il cadavere su una barella e lo spingevamo nel forno, come si fa con il pane. Il forno era alimentato a carbone. Il lavoro continuava notte e giorno, a secondo della necessità. Prima di bruciare i morti, gli uomini del crematorio dovevano togliere i denti d'oro a coloro che avevano la croce sul petto: i denti d'oro venivano dati all'amministrazione. Dal momento che avevo subìto una certa paralisi alla mano destra, non riuscivo bene a strappare i denti e una volta ne schiacciai uno finché finì nella gola del morto; non ho più ritrovato il dente e il 65 Il dr. Rudolf Lonauer era medico di Linz, nazionalsocialista fanatico, capo delle SS, faceva parte della direzione medica di Hartheim. Si uccise il 5.5.1945, giorno della liberazione di Mauthausen. 66 Il dr. Georg Renno, medico, capo SS, dopo il 1943 faceva parte della direzione medica di Hartheim. Dopo la guerra continuò a praticare la sua professione di medico nella Repubblica Federale Tedesca. Il procedimento giudiziario contro di lui, svolto a Francoforte, fu sospeso perché il dr. Renno venne giudicato, in base ad un certificato medico, "incapace di intendere". 52 capitano Wirth mi ha seriamente sgridato. Dopo quell'episodio, mi sono ben guardato dal togliere i denti! Quando i corpi erano bruciati, si prendevano le ossa rimaste e le si tritava in un mulino apposito. Si spediva questa polvere alla famiglia, come resto mortale. Per ogni morto si calcolavano tre chili di questa polvere. Dato che il lavoro era molto faticoso e sfiniva i nervi, noi ricevevamo un quarto di alcool al giorno. Io credo che abbiamo bruciato in questo modo 20.000 malati mentali. Dall'anno 1944 noi abbiamo anche bruciato gente che arrivava dai campi di concentramento. Secondo me la maggior parte di questa gente era malata, ma non erano pazzi. In tutto credo che abbiamo bruciato 30.000 persone.(…) Prima del Natale del 1944 l'impresa è stata chiusa e il forno demolito. Posso ancora dire qualche particolare che mi ricordo. Un giorno, sono state gassate 150 persone in una sola volta. La camera a gas era talmente piena che la gente non poteva cadere, ed erano talmente aggrappati gli uni agli altri che noi non riuscivamo a staccare i corpi. Dal momento che c'erano già state delle gassazioni nei giorni precedenti, l'obitorio era talmente pieno che i cadaveri in basso erano già in decomposizione. Un'altra volta è arrivato un trasporto di donne malate di tifo, e il capitano Wirth ne ha ammazzate quattro con un colpo di pistola.(…) Dato che ho parlato di donne, devo segnalare che erano più facili da bruciare che gli uomini. Può darsi perché sono più grasse degli uomini. Esse hanno anche uno scheletro più leggero.(…) Sulla persona del capitano Wirth vorrei ancora dire che era un bruto. Alla più piccola occasione minacciava di mandarci nel campo di concentramento o di farci fucilare. Ora ho detto tutto quello che sapevo. Ho ancora oggi dei sogni terribili…vedo comparire tutti questi morti nella mia testa, e sovente penso di impazzire." 67 La prosecuzione dello sterminio dei disabili, adulti e bambini, proseguì nella Polonia occupata senza che si creassero i problemi di resistenza dell’opinione pubblica che si erano verificati in Germania. La Polonia e la Russia occupate furono i veri terreni di sperimentazione dello sterminio di massa poiché isolate rispetto all’Europa occidentale e dove i crimini potevano essere perpetrati senza che filtrassero notizie all’opinione pubblica occidentale. E fu allora, dal 1939, che iniziò la vera “mattanza”. “L’omicidio dei disabili precedette l’omicidio di ebrei e zingari, ed è pertanto ragionevole concludere che l’operazione di uccisione della T4 costituì un modello per la soluzione finale. Il successo della politica dell’eutanasia convinse la leadership nazista che l’omicidio di massa era tecnicamente praticabile, che uomini e donne comuni erano disposti a uccidere un gran numero di esseri umani innocenti e che la burocrazia avrebbe cooperato in questa impresa senza precedenti.” 68 Si pensò che la guerra fosse una buona copertura per le uccisioni di massa e che anche le chiese non avrebbero fatto più alcun ostracismo. Infatti l’ordine di Hitler con si cui autorizza l’eutanasia 69 è retrodatato al 1 settembre 1939, giorno dell’attacco alla Polonia. Da quel momento fu reso praticabile anche lo sterminio degli ebrei, tanto più che andava allontanandosi la possibilità della operazione Madagascar. Il primo strumento di esecuzione furono le Einsatzgruppen 70 che procedettero nelle uccisioni di massa degli ebrei sovietici, tramite fucilazioni di massa. Ma il metodo si rivelò impraticabile su 67 Pierre Serge Choumoff, Les assassinats nationaux-socialistes par gaz en territoire autrichen. 1940-1945, Mauthausen studien, Band 1b, 2000, p. 33-37. (Traduzione di Antonella Filippi) 68 Henry Friedlander, Le origini del genocidio nazista, Editori Riuniti, 1997, p. 401. 69 Nell’ottobre del 1939 Hitler indirizza a Bauher e Brandt una lettera in cui si parla di “accordare una morte misericordiosa ai malati incurabili”. La lettera fu retrodata al 1 settembre 1939. 70 Einsatzgruppen: nel giugno del 1941, quando comincia l' invasione dell' Unione Sovietica, mano a mano che conquistano nuovi territori a est, i nazisti procedono con l’eliminazione della consistente presenze ebraica in quei territori. Vengono utilizzate per le cosiddette “unità mobili di massacro” . Esse erano dei corpi speciali che operavano nelle retrovie dell'esercito che avanzava verso est, rastrellando gli ebrei delle città e dei villaggi, concentrandoli a centinaia e 53 larga scala, troppo faticoso per gli uomini che eseguivano le fucilazioni, troppo “visibile”, poco economico. Si pensò ben presto di cambiare metodo e il programma di eutanasia fornì il modello. Furono inizialmente approntati i furgoni della morte che avevano il vantaggio di utilizzare i gas prodotto per uccidere in breve tempo. Breve fu il passaggio a veri e propri centri di sterminio, costruendo in grande, la stessa struttura della T4. Il primo centro di uccisione stabile divenne operativo in Polonia a Chelmno 71 , dove inizialmente funzionarono ancora i furgoni con gas. Ad Auschwitz I i primi esperimenti di gassazione tramite lo Zyklon B iniziarono nel 1941 nei sotterranei del Blocco della morte: era una forma ancora sperimentale e del tutto migliorabile. Vennero “semplicemente” impermeabilizzate le aperture esterne con coperture di terra, sigillate porte e circa 900 prigionieri sovietici furono gassati. I cadaveri furono trascinati e seppelliti; si giudicò la procedura troppo pericolosa perché visibile e si trasformò la sala dell’obitorio del crematorio del campo, in camera a gas. 72 Tra la primavera e l’estate del 1942 divennero operativi i tre campi di sterminio polacchi di Belzec 73 , Sobibor 74 e Treblinka 75 , dove furono messe in funzione camere a gas permanenti funzionanti con monossido di carbonio. A Majdanek 76 ed a Birkenau entreranno in funzione le camere a gas con Zyklon B. La deportazione degli ebrei tedeschi verso la Polonia iniziò nell’ottobre del 1941: i primi trasporti dalla Germania e Austria ebbero luogo tra il 15 ottobre e il 2 novembre 1941, prima verso i ghetti poi verso le uccisioni di massa tramite fucilazione e infine direttamente nei campi di sterminio. Non è qui la sede per ricordare la storia della deportazione ebraica da tutta l’Europa occupata. Con questa breve sintesi abbiamo voluto delineare le linee di continuità tra la l’operazione T4 e lo sterminio. a migliaia in luoghi isolati, dove poi venivano fucilati . Le Einsatzgruppen erano formate da elementi delle varie forze di polizia impiegate nel corso dell'annessione dell'Austria (1939), della Cecoslovacchia (marzo 1939) e dell'aggressione alla Polonia con il compito di "ripulire" politicamente la zona e di individuare ogni opposizione, potenziale o effettiva, nel territorio occupato. Esse agivano con efferata violenza e uccisero di propria mano, tramite fucilazione, migliaia di ebrei. 71 Chelmno, tra Poznan e Varsavia, fu aperto nel dicembre del 1941. Fu uno dei maggiori centri di sterminio degli ebrei provenienti in gran parte dal ghetto di Lodz, si calcola che le vittime risalgano ad almeno 360.000. 72 Vedi: Sybille Steinbacher, Auschwitz, Einaudi, 2005, p.81. 73 Belzec: uno dei cinque campi creati appositamente con lo scopo dichiarato di servire al genocidio degli ebrei e dei polacchi. Ben poche informazioni ci sono pervenute di ciò che avveniva in questa fabbrica della morte. Si sa che almeno 600.000 deportati furono uccisi nelle sue camere a gas. Inizialmente i corpi venivano interrati in grandi fosse comuni, poi cosparsi di benzina e dati alle fiamme. Le camere a gas di Belzec funzionarono a ritmo sostenuto e nel giro di pochi mesi il compito fu portato a termine. Nella primavera del 1943 il campo fu abbandonato ed ogni sua traccia accuratamente occultata e distrutta. 74 Sobibor entro in funzione nel maggio del 1942, e vi furono sterminate più di 250.000 persone, in gran parte ebrei. 75 Treblinka, formato da due campi di cui il secondo fu il lager dello sterminio ed entrò in funzione nel luglio 1942. Vi furono uccisi più di 900.000 ebrei e un grande numero di prigionieri di guerra sovietici che non vennero registrati. 76 Majdanek, sito vicino a Lublino, entrò in funzione nel novembre 1941. Vi furono soppressi a migliaia, con ogni mezzo, uomini, donne e bambini di ogni ceto sociale e di ogni provenienza. Nella sola giornata del 3 nov. 1943, 18.000 ebrei furono uccisi a colpi di mitragliatrice mentre un altoparlante copriva a tutto volume le loro grida. Le vittime accertate furono più di 800.000 ma in seguito ai processi di tribunali russi e polacchi, si stima che le vittime possano salire ad 1.500.000. (fonte: www.deportati.it) 54 CHI SAPEVA E NON HA PARLATO 55 Quanto succedeva nei campi di sterminio era inconcepibile per qualunque mente umana: quel mondo alla rovescia, dove vigevano solo le leggi del terrore e della morte, andava ben al di là delle facoltà immaginative di chiunque. Non stupisce infatti l’incredulità di coloro che ascoltavano i racconti dei sopravvissuti; tutti i testimoni ricordano che al loro ritorno non trovarono ascolto. Gli stessi nazisti, all’interno dei lager, dicevano ai detenuti che se mai fossero usciti vivi e avessero raccontato, nessuno avrebbe creduto. Una breve premessa che non può discolpare chi sapeva e non intervenne. Oggi sappiamo che molti erano a conoscenza dell’esistenza dei lager e che hanno taciuto: da chi viveva nelle vicinanze dei campi e vedeva, sentiva e non aiutava fino alle responsabilità di chi guidava la guerra, degli Alleati. E’ ormai certo che Inghilterra e USA avevano in mano prove documentate dell’esistenza di Auschwitz e che bastava il bombardamento della ferrovia che portava a Birkenau per fermare i numerosi trasporti dell’estate del 1944. Ma questo non fu fatto per scelte belliche: la priorità in quel momento era la sconfitta del Reich e nemmeno una bomba poteva essere “sciupata”. Oggi ci fa orrore pensare a tanto cinismo, vorremmo trovare i responsabili di tali scelte, ma ancora una volta cerchiamo di capire. Abbiamo scelto di occuparci di Auschwitz. Molte sono state le prove dell’esistenza dello sterminio che si stava consumando a Birkenau; molte relativamente all’impossibilità che da quel “buco nero” potessero uscire notizie, persone, immagini, racconti. Intorno ai campi di Auschwitz, per un perimetro di 40 kmq, i nazisti avevano fatto terra bruciata; la popolazione polacca era stata evacuata, i campi erano circondati da un’area chiusa a cui aveva accesso solo chi aveva un permesso rilasciato dal comandate del campo; ovunque c’erano le scritte “Area vietata”, “Si spara senza preavviso”. Chi arrivava a Birkenau era destinato alla morte, praticamente impossibili erano le fughe, il sistema concentrazionario ad Auschwitz aveva raggiunto la perfezione tecnica dopo anni di miglioramenti rispetto alla pratica dei campi di concentramento. Eppure uscirono dal lager dello sterminio le fotografie scattate dal Crematorio V dai membri del Sonderkommando 77 e ben tre testimonianze scritte. Parliamo di queste ultime. Sono documentate ben 802 tentativi di fughe da Auschwitz, ma solo 144 prigionieri si salvarono e sopravvissero alla guerra 78 . Tra coloro che si salvarono, in tre diversi episodi di fughe, cinque furono le persone che riuscirono a trasmettere all’esterno i crimini delle SS. La prima fuga è quella di Jerzy Tabeau che scappò insieme a Roman Cieliczko la sera del 19 novembre 1943. Della seconda furono protagonisti Walter Rosenberg e Alfred Wetzler, della terza Arnost Rosin e Czeslaw Mordowicz. Jerzy Tabeau era un Maggiore dell’esercito polacco detenuto prima ad Auschwitz I e trasferito in seguito a Birkenau nel campo degli zingari: egli ebbe modo di conoscere la realtà sconvolgente dei due lager. Organizzò la fuga con Roman Cieliczko creando un cortocircuito nella recinzione elettrificata e tagliando in seguito il filo spinato. Raggiunse Cracovia dove si salvò. Scrisse un 77 Le fotografie ritraggono le donne nude condotte alla camera a gas e l’incenerimento delle spoglie delle vittime. Le foto furono scattate clandestinamente con un apparecchio fotografico fatto entrare nel lager dalla resistenza e spedite nel 1944 al movimento cospirativo di Cracovia. 78 AAVV, Auschwitz. Il campo nazista della morte, Edizioni del Museo Statale di Auschwitz-Birkenau, 1997, p. 223. Langbein parla di 667 tentativi di fughe, di cui il 48% di nazionalità polacca e solo il 16% di ebrei. Vedi: H.Langbein, Uomini ad Auschwitz, Mursia, 1984, pp. 278,279. 56 documento dettagliato sullo sterminio descrivendo le torture dei prigionieri politici polacchi, l’eliminazione fisica degli internati malati con l’iniezione di fenolo, le camere a gas di Birkenau. Il suo testo noto come “Relazione del maggiore polacco”fu fatta circolare dal governo polacco in esilio a Londra. Il secondo resoconto su Auschwitz fu scritto dai due prigionieri Walter Rosenberg (che prese in seguito il nome di Rudolf Vrba) e Alfred Wetzler, entrambi ebrei slovacchi. Vrba e Wetzler, rinchiusi ad Auschwitz dalla metà del 1942, il 7 aprile del 1944, dopo essersi assicurati la complicità di alcuni prigionieri che lavoravano nel Canada 79 ebbero abiti borghesi, cibo e una mappa dei dintorni. Di turno alla fabbricazione delle baracche nel nuovo ampliamento del campo di Birkenau, chiamato Mexico, alla sera invece di rientrare con le squadre di lavoro, si buttarono in una buca coperta da legname, e vissero là per tre giorni e tre notti, mentre le sirene del campo annunciavano la loro mancanza. Le SS dettero la caccia con i cani, ma alla fine del terzo giorno si dettero per vinti. I due uscirono dal loro nascondiglio in piena notte e si diressero verso la frontiera polacco-slovacca; dopo 15 giorni di un disperato percorso a piedi, il 25 aprile, raggiunsero la Slovacchia dove furono accolti da un contadino locale. Nella cittadina di Zilina, riuscirono a mettersi in contatto con notabili ebrei in clandestinità. Il 27 avevano già preparato un rapporto scritto. Era stato chiesto loro di redigerlo separatamente in due stanze diverse. I due memorandum furono riuniti in un unico testo in 60 pagine dattiloscritte, parzialmente in slovacco, parzialmente in tedesco. Il loro fu il primo dettagliato resoconto sul meccanismo dello sterminio di massa applicato dentro a Birkenau, luogo fino ad allora quasi totalmente ignoto in occidente. Descrissero il campo, la sua planimetria , i suoi impianti di sterminio, l'organizzazione interna e il servizio di sorveglianza, il sistema della numerazione dei detenuti, la vita di ogni giorno, le reazioni delle SS alle fughe dei prigionieri, le selezioni iniziali sulla banchina di arrivo, le selezioni interne, le punizioni, le uccisioni, le gassazioni e l’arrivo di trasporti ebrei da tutta Europa. Il 27 maggio 1944 altri due prigionieri ebrei, il polacco Czeslaw Mordowicz e il cecoslovacco Arnost Rosin fuggirono da Auschwitz e raggiunsero fortunosamente la Slovacchia il 6 giugno. Essi si incontrarono con gli altri due fuggitivi nel loro rifugio a Liptovsky Svaty Mikulas, ai piedi dei monti Tatra. Anch’essi scrissero un resoconto dettagliato su Auschwitz a cui aggiunsero le drammatiche notizie dell’inizio dell’eliminazione degli ebrei ungheresi e la gassazione di circa 3000 ebrei greci. Dal 15 maggio del 1944 erano iniziate le deportazioni degli ebrei ungheresi ad Auschwitz e il processo di sterminio sistematico che durò per tutta l’estate del ’44, era già in atto a Birkenau al momento della loro fuga. Dai tre resoconti fu stilato un unico documento, “I protocolli di Auschwitz”, che attraverso vari canali raggiunse mezza Europa. “Questo ampio documento fu inviato agli Alleati, al governo ceco in esilio, ai rappresentanti sionisti a Istanbul, Ginevra e Budapest, al nunzio apostolico a Bratislava, al governo svedese e ad altri enti. Un corriere del movimento di resistenza cecoslovacco consegnò una copia del rapporto all’ambasciatore della Cecoslovacchia a Berna, Jaromir Kopecky.” 80 Kopecky e il segretario del Congresso Mondiale Ebraico, Gerhart Riegner, si adoperarono in ogni modo per fare arrivare il documento a più persone possibili e in effetti le notizie sullo sterminio in atto a Birkenau giunsero il 16 giugno al dipartimento di Stato a Washington, alla fine di ottobre in Vaticano e infine in Gran Bretagna Un'altra edizione del rapporto, abbreviata e in inglese, raggiunse la Svizzera. Essa conteneva la notizia che più di 430.000 ebrei erano stati deportati dall'Ungheria verso Birkenau. Il rapporto 79 Il Canada era un settore di Birkenau dove venivano smistati tutti gli oggetti dei bagagli derubati ai deportati appena arrivati sulla rampa di Auschwitz II; chi lavorava in questo luogo aveva la fortuna di essere al riparo, di potere contare su qualche scambio di merci, malgrado il rischio di severe punizioni. 80 AAVV, Storia della shoah, op.cit., p.1146. 57 arrivò sotto gli occhi del giornalista inglese Walter Garrett; da allora vari servizi furono diffusi attraverso Radio Londra, e articoli sul genocidio in atto ad Auschwitz apparvero sulla stampa inglese e svizzera. Il 4 luglio 1944 il presidente della Repubblica cecoslovacca in esilio a Londra, Edvard Benes, rivolse un appello ai governi alleati affinché bombardassero i crematori di Auschwitz e la linea ferroviaria. Nella risposta del Foreign Office, del 29 luglio, dopo consultazione con gli Stati Uniti, si assicurava che "erano state prese tutte le misure necessarie per il salvataggio delle vittime", misure che però corrispondevano soltanto all'impegno nel portare avanti la guerra. Il rapporto fu pubblicato anche in Svizzera in due diverse versioni, l'una dal titolo "L'éxtérmination des Juifs en Pologne. Depositions et temoins oculaires", pubblicata a Ginevra a cura del dottor A. Silverschein, un'altra dal titolo "Souvenirs de la maison des morts. Le massacre des Juifs" in 76 pagine senza data e senza luogo di edizione, ma di sicura origine svizzera. La stampa americana prese coscienza del contenuto dei rapporti dei 5 fuggitivi di Auschwitz solo sette mesi dopo la loro redazione. Dopo la pubblicazione del War Refugee Board, il New York Times ne pubblicò un ampio estratto. Oggi sappiamo che non fu fatto nessun tentativo di bombardare le camere a gas e le ferrovie, malgrado il fatto che gli Alleati fossero anche in possesso delle fotografie aeree di tutto il vasto sito di Auschwitz, comprese quelle di Birkenau con i crematori fumanti, riprese da un aereo di ricognizione inglese 81 . Le fotografie aeree evidenziavano anche la presenza dei siti industriali della I.G.Farben , la Buna, e questo di per sé poteva essere un obiettivo militare. Ma ancora il 14 agosto 1944, in una lettera al World Jewish Congress, il dipartimento di Guerra insisteva che “l’intervento aereo su Auschwitz non era possibile, dal momento che simili azioni belliche potevano essere eseguite soltanto distraendo forze aeree essenziali al successo di operazioni decisive in altre aree. Tutte le successive richieste di invio di bombardieri sulle camere a gas e sulle linee ferroviarie furono respinte per la stessa ragione: l’ultimo di questi appelli fu rigettato intorno alla metà di novembre del 1944.” 82 Le richieste di bombardare Auschwitz arrivarono anche alla Gran Bretagna; Churchill prese posizione favorevole e il 13 luglio 1944 scriveva all’arcivescovo di Canterbury: “Non v’è dubbio che si tratti probabilmente del maggiore e più orrendo crimine mai commesso nell’intera storia del mondo, perpetrato da una macchina di sterminio scientificamente creata da uomini apparentemente civilizzati nel nome di un grande Stato e di una delle razze più importanti d’Europa” 83 Tutti sapevano, le notizie sullo sterminio in atto ad Auschwitz erano arrivate a chi aveva le leve del comando; tuttavia i crematori di Auschwitz non furono mai bombardati, nessuno progettò un’operazione finalizzata a fermare l’orrore. Per noi oggi sarebbe “la” priorità “sprecare” qualche bomba su quei crematori. Ma nel 1944 le priorità erano altre: la guerra e la vittoria sul nemico. Ma non possiamo più dire che non si sapeva. Non possiamo più credere che si scoprì l’orrore solo quando si liberarono i lager. 81 Le fotografie degli Inglesi sono reperibili sul sito: www.mazal.org AAVV, Storia della Shoah, op. cit., p. 1149. 83 Op. cit. p. 1149 82 58 Bibliografia: AAVV, Auschwitz. Il campo nazista della morte, Edizioni del Museo Statale di AuschwitzBirkenau, 1997. AAVV, Dizionario dell’olocausto, Einaudi, 2004. AAVV, Storia della Shoah, UTET, 2005. Belardelli Giorgio e Tosto Luciano, Joseph Goebbels. Gli esordi della propaganda nazista e il cinema, Edizioni La Biennale di Venezia, Venezia, 1976. Burleigh Michael, Il Terzo Reich, Rizzoli, 2003 Choumoff Pierre Serge, Les assassinats nationaux-socialistes par gaz en territoire autrichen. 19401945, Mauthausen studien, Band 1b, 2000. 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