Con il patrocinio UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO FACOLTÀ DI AGRARIA Corso di laurea in S CIENZE E T ECNOLOGIE D ELLA R ISTORAZIONE Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all’obesità: elementi e indirizzi Sintesi della giornata di studio Lunedì 19 giugno 2006 - Facoltà di Agraria - Università degli Studi di Milano Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi Indice Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all’obesità: elementi e indirizzi. Le ragioni di una giornata di studio 3 Apertura dei lavori Marisa Porrini 5 Sessione I Moderatori: Alberto Battezzati, Edoardo Venturini Obesità essenziale del bambino e dell’adolescente: consensus su prevenzione, diagnosi-terapia Silvia Scaglioni Educazione alimentare e stili di vita negli adolescenti Laura Rossi Nuove risposte ai fattori di rischio: empowerment agli utenti e fatti concreti dai servizi Augusta Albertini, Francesca Celenza, Marika Sardo Cardalano Applicazioni informatiche per il nutritional profiling Furio Brighenti 6 7 12 14 20 Sessione II Moderatori: Salvatore Ciappellano, Riccardo Guidetti Attività motoria in età evolutiva Raffaella Spada L’esperienza di una azienda di ristorazione collettiva: Sodexho Raffaele Dell’Acqua 22 23 25 Sessione III Lavoro per gruppi Scoprire il cibo tra curiosità e salute nelle età della crescita Conduttori: Marco Riva, Francesca Celenza, Marika Sardo Cardalano Il ruolo della ristorazione aziendale Conduttori: Andrea Pezzana, Paolo Simonetti, Raffaella Spada Il ruolo dell’educazione alimentare Conduttori: Daniela Vassallo, Salvatore Ciappellano 29 32 35 Indice dei nomi e contatti Relatori e moderatori 38 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all’obesità: elementi e indirizzi. Le ragioni di una giornata di studio Nel Rapporto 2002 sulla salute nel mondo, l’OMS ha annoverato sovrappeso e obesità fra i principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie “non trasmissibili”, come le malattie cardiovascolari, il diabete di tipo 2, l’osteoporosi e alcune forme di cancro. Infatti, negli ultimi decenni sovrappeso e obesità sono diventati un problema di salute pubblica di proporzioni epidemiche nei Paesi occidentali. In Italia ne soffrono 4-5 abitanti su 10, con tassi che sono ancora più elevati nelle regioni meridionali e che tendono ancora ad aumentare. Il fenomeno non risparmia i bambini con una prevalenza che è tra le più alte d’Europa: questi dati sono particolarmente preoccupanti, in quanto un bambino obeso probabilmente rimarrà tale anche da adulto. Attività fisica ed alimentazione sono le componenti sulle quali si può agire per ridurre il rischio di patologie “non trasmissibili”. Accanto all’alimentazione sregolata, uno dei fattori che favoriscono maggiormente sovrappeso e obesità è la sedentarietà, che caratterizza lo stile di vita di molti adulti e bambini. La prevenzione quindi si basa sulla riduzione della sedentarietà, la promozione di una vita attiva e l’adozione di una alimentazione equilibrata. In Italia, con l’Intesa Stato-Regioni e Province autonome del 23 marzo 2005, è stato deciso di attuare il Piano nazionale della prevenzione 2005-2007, in cui l’obesità è indicata fra i principali problemi di salute, soprattutto per i bambini e le donne in età fertile. La giornata di studio si pone come momento di riflessione sulla situazione attuale con l’obiettivo di valutare come il sistema pubblico e privato affrontino i problemi legati al fenomeno “sovrappeso e obesità” in Italia. Inoltre la manifestazione è un’occasione per proporre una organica e ampia riflessione sulla complessa materia concernente il rapporto esistente tra gli alimenti, gli stili di vita, la salute dell’uomo e le possibili leve su cui fondare un’azione preventiva più globale ed efficace. Il comitato organizzatore pag IL RUOLO DELLA RISTORAZIONE COLLETTIVA NELLA LOTTA ALL ’ OBESITÀ : ELEMENTI E INDIRIZZI Apertura dei lavori Marisa Porrini Vice presidente Sinu – Coordinatrice del Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie della Ristorazione - Facoltà di Agraria dell’Università di Milano Il trattamento dell’obesità è una strategia sulla quale si concentra l’attenzione degli studiosi ma troppo spesso risulta inadeguata e a lungo termine inefficace. La prevenzione assume dunque grande importanza e a questo proposito si delinea il ruolo fondamentale della ristorazione collettiva. Il 50% dei pasti oggi è consumato fuori casa: da qui deve dunque iniziare un’azione di prevenzione contro sovrappeso e obesità. Sovrappeso e obesità costituiscono un argomento non solo di grande rilevanza socialema anche di attualità: siamo di fronte a un problema le cui dimensioni sono in continuo aumento e, cosa assai grave, un fenomeno che interessa sempre più l’età evolutiva: bambini e adolescenti. Questa breve premessa permette di capire perché la giornata sia stata voluta dalla SINU (che si occupa della formazione e dell’aggiornamento nel campo della nutrizione umana), dal Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie della Ristorazione dell’Università di Milano (che ha l’obiettivo di preparare laureati esperti in sicurezza e qualità del pasto) e da Sodexho (azienda leader nella ristorazione collettiva), accomunati dall’obiettivo di formare ed aggiornare chi andrà ad occuparsi di alimentazione delle collettività. pag 5 Con il patrocinio UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO FACOLTÀ DI AGRARIA Corso di laurea in S CIENZE E T ECNOLOGIE D ELLA R ISTORAZIONE Sessione I Moderatori: Alberto Battezzati Edoardo Venturini IL RUOLO DELLA RISTORAZIONE COLLETTIVA NELLA LOTTA ALL ’ OBESITÀ : ELEMENTI E INDIRIZZI Obesità essenziale del bambino e dell’adolescente: consensus su prevenzione, diagnosi-terapia Silvia Scaglioni Filo conduttore dell’intervento è un recente documento, pubblicato dall’Istituto Scotti Bassani. Si tratta di un rapporto basato sui dati raccolti dalle delle maggiori società che si occupano del bambino: Società Italiana di Pediatria, Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, Società Italiana di Nutrizione Pediatrica, Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza, Società Italiana di Medicina Preventiva e Sociale, Associazione Culturale Pediatri, Federazione Italiana Medici Pediatri. La Consensus suggerisce l’approccio che offre il miglior rapporto costo-beneficio, definendo l’obesità malattia multifattoriale che implica interventi preventivi su tutti i fattori causali. La responsabilità degli interventi preventivi ricade su una pluralità di soggetti: genitori, insegnanti e dirigenti scolastici, pediatri di libera scelta, operatori dei Dipartimenti di Prevenzione, Associazioni dei consumatori e Istituzioni politiche. Nei Paesi industrializzati la maggioranza dei bambini è esposta a fattori ambientali che favoriscono lo sviluppo dell’obesità. Perciò è necessario un approccio preventivo universale, oltre agli interventi specifici nelle famiglie, nelle scuole e nell’ambiente medico. Responsabilità e interventi dei genitori • Allattamento al seno esclusivo per i primi 6 mesi. • Sane abitudini alimentari per tutta la famiglia. • Ai genitori spetta la decisione sulla qualità dei cibi ed ai figli quella sulla quantità da assumere. pag 7 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi • Evitare di utilizzare il cibo come premio o castigo. • Aumentare il consumo di frutta, verdura e legumi. • Controllare l’uso della TV. • Incrementare ogni giorno l’attività fisica per tutta la famiglia. È importante che la madre impari a rispondere adeguatamente alle richieste del bambino. Una madre confusa e iper ansiosa spesso confonde il tipo di richiesta e maschera la propria insicurezza offrendo cibo in maniera indiscriminata. Questo comportamento produce un bambino confuso, che non è in grado di differenziare la fame da altre sensazioni sgradevoli. Anche la capacità del lattante di regolare l’intake è condizionata dall’azione di freno e controllo esercitato dalla madre sul cibo (maternal restrain and eating control). I bambini le cui madri attuano un elevato controllo sull’intake di alimenti sono meno capaci di autoregolarsi. Da un recente studio di Birch LL, Pediatrics ’94 (Obesogenic and non obesogenic families, Birch LL, Obesity Res 2002) emerge che i bambini sono spesso esposti a 2 modelli parentali di comportamento, salutari e non, riguardo a dieta ed attività fisica: famiglie Non Obesogene e Obesogene. In queste ultime si riscontrano una dieta con più elevati livelli di energia totale e di lipidi e una più bassa attività fisica. All’età di 5 anni non vi sono differenze di BMI e pliche nei figli di entrambe le famiglie ma tra i 5 e i 7 anni nei bambini delle famiglie Obesogene vi è un maggiore incremento di BMI e pliche. Una metanalisi di 17 studi (Allattamento materno effetto protettivo, Harder, Am J Epidemiol 2005) evidenzia non solo che la durata dell’allattamento è inversamente e linearmente associata al rischio di obesità, ma anche che ogni mese di allattamento contribuisce alla riduzione del rischio del 4% . Dalla correlazione tra dieta e BMI tra i 2 e gli 8 anni si evince come un elevato apporto di proteine all’età di 2 anni porti allo sviluppo di obesità all’età di 8 anni. Una dieta ricca di proteine nei primi 2 anni di vita è risultata essere associata ad una precocità dell’adiposity rebound. Sembra infatti che l’’eccesso di proteine porti ad elevati valori di IGF-1 e inoltre stimoli sintesi e proliferazione cellulare in tutti i tessuti e accelerazione di crescita (early adiposity rebound), aumento delle masse muscolari, aumento-differenziazione dei preadipociti in adipociti, iperplasia del tessuto adiposo. A riguardo, il Progetto Chop, Multicentric Intervention Trial sponsored by the European Commission, a cui partecipano Italia, Spagna, Germania, Belgio e Polonia ha l’obiettivo di valutare l’influenza dell’apporto proteico durante il primo pag Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi anno di vita sulla crescita e sul rischio di obesità. Il follow up fino all’età di 6 anni sarà condotto con il progetto EU Earnest che prevede: • 1 anno di intervento randomizzato in doppio cieco su: - 500 soggetti nutriti con latte adattato a più alto apporto di proteine - 500 soggetti nutriti con latte adattato a più basso apporto di proteine - 250 soggetti allattati al seno • 5 anni di follow up antropometrico e nutrizionale. Responsabilità ed interventi dei pediatri di libera scelta È indispensabile che i pediatri di libera scelta illustrino ai genitori le conseguenze dei comportamenti e li stimolino a: • allattare al seno • divezzare non prima dei sei mesi Inoltre devono offrire ai genitori indicazioni qualitative e quantitative adeguate all’età, seguendo i LARN, e fornire loro elementi per favorire lo sviluppo di corrette abitudini alimentari: • consigliare di suddividere l’apporto di alimenti in 4-5 pasti al giorno evitando i digiuni • rilevare periodicamente (almeno una volta all’anno) le abitudini alimentari del bambino • valutare gli stili di vita, in particolare rispetto all’attività motoria. A questo proposito è fondamentale stimare, mediante anamnesi: • fattori di sedentarietà: numero di ore al giorno di TV, computer, video games, studio • frequenza settimanale di attività fisica: - spontanea (passeggiate, gioco all’aria aperta, bicicletta, calcio, corsa, ecc) tale da provocare sudorazione ed affanno - programmata (sport, attività ricreative, ecc) • misurazione del numero dei passi giornalieri (accelerometro/contapassi), eventualmente valutazione della capacità cardiorespiratoria massimale (VO2max) prima della prescrizione di un’attività sportiva. Altri interventi di responsabilità del pediatra di libera scelta sono: • valutazione periodica della crescita staturo-ponderale (dopo i due anni ogni sei mesi): - Adiposity rebound, età corrispondente al valore minimo di BMI prima del suo aumento fisiologico. Età media = 5-6 anni - Early and late adiposity rebound, fattore di rischio e indicatore precoce di sviluppo di obesità in età adulta (Rolland-Cachera Int J Obes ’95, Acta Paediatr ’99). • spiegare ai genitori che alcune caratteristiche del bambino che sviluppa obesità (quali bassa autostima, passività, depressione, sofferen- pag Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi za per sproporzione tra peso reale e ideale) • Formare gli insegnanti sono terreno fertile anche per lo sviluppo di • Effettuare programmi di sorveglianza disturbi del comportamento alimentare e del nutrizionale consumo di sostanze stupefacenti. Responsabilità ed interventi L’obiettivo che ci si pone è quindi quello di insegnanti e dirigenti scolastici di una “prevenzione globale” non solo nei • Inserire l’educazione alimentare nel riguardi dell’obesità. curriculum scolastico • Non permettere l’installazione di distriResponsabilità e interventi degli butori di snack e bevande dolcificate operatori del Servizio di Igiene nella scuola degli Alimenti e della Nutrizione • Favorire l’uso di snack salutari durante - Dipartimento di Prevenzione la merenda L’occasione alimentare della ristorazio- • Incrementare il tempo scolastico dedine scolastica può rappresentare, solacato all’attività fisica mente se giustamente valorizzato, uno strumento educativo importantissimo Responsabilità e interventi delle che può favorire la curiosità dei bambi- Associazioni dei consumatori ni verso sapori diversi e soprattutto l’abi- • Esigere etichette nutrizionali chiare e tudine ad un pasto completo, al piatto dettagliate unico e a varietà di frutta e verdura. Se • Esigere informazioni pubblicitarie non altrimenti famiglia ed operatori non ingannevoli, specie se rivolte ai bambini attribuiranno la giusta importanza alla • Esigere miglioramento della qualità nurefezione verrà favorito uno dei carattrizionale dei prodotti confezionati teristici comportamenti alimentari del • Controllare che il costo degli alimenti bambino obeso: la tendenza ad assu(frutta e verdura) sia accessibile mere alimenti preferibilmente nel po- • Esigere che sia proibito abbinare regali meriggio e alla sera, non in occasione ai prodotti alimentari dei pasti principali ma come spuntini. Responsabilità e interventi • Organizzare menu per le mense scola- di Governo e Istituzioni stiche nutrizionalmente corretti e con • Finanziamenti per prevenzione buona gradibilità • Più sicurezza stradale e trasporti pubblici • Sviluppare programmi di educazione • Elevare le tasse su alimenti e bevande alimentare ricchi in grassi e/o zuccheri pag 10 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi • Etichettatura obbligatoria chiara e dettagliata. • Ridurre gli spot pubblicitari di alimenti diretti ai bambini • Proibire l’associazione a prodotti alimentari di collezioni, club e premi diretti ai bambini e la sua famiglia a correggere le abitudini alimentari. Obiettivi della terapia in caso di sovrappeso o obesità Cambiamento delle abitudini alimentari fino all’acquisizione, in modo persistente di sane abitudini nutrizionali puntando all’accrescimento, mantenimento e potenziamento della massa magra e alla riduzione della massa grassa. Mantenimento del peso costante fino ad ottenere un BMI rientrante nell’intervallo di normalità, mantenimento nel tempo dei risultati, prevenzione o trattamento delle complicanze dell’obesità. Alimentazione: Il primo provvedimento è un programma di educazione alimentare che aiuti il bambino o l’adolescente Nel percorso di rieducazione alimentare si deve puntare alla suddivisione dell’apporto calorico giornaliero in almeno quattro pasti nella giornata. È sconsigliato l’impiego di diete in generale, in particolare se sbilanciate o fortemente ipocaloriche, iperproteiche, ipoglicidiche. Counselling sulle abitudini di vita e nu- trizionali allo scopo di individuare e correggere le possibili cause favorenti l’eccesso ponderale. In particolare: • promozione ed educazione ad uno stile di vita ed abitudini alimentari corretti per il bambino, l’adolescente e per l’intero nucleo familiare • correzione della sedentarietà con l’aumento dell’attività motoria (organizzata, non organizzata e di gioco) pag 11 IL RUOLO DELLA RISTORAZIONE COLLETTIVA NELLA LOTTA ALL ’ OBESITÀ : ELEMENTI E INDIRIZZI Educazione alimentare e stili di vita negli adolescenti Laura Rossi Questo dato è confermato dall’Indagine ISTAT 2002, secondo cui la percentuale di obesità nell’età compresa tra i 6 e i 9 anni è pari al 35%, valore che tende a diminuire nelle fasce successive. Diversa è anche la distribuzione geografica dell’incidenza, essendo maggiore la percentuale di obesi nel Sud Italia (Campania in testa). L’obesità in età evolutiva rappresenta un problema di salute pubblica di grande rilevanza sociale, in quanto fattore predittivo di obesità nelle età successive con maggior rischio di complicanze se un genitore, specie la madre, risulta obeso. Nonostante siano pochi gli studi nazionali sull’incidenza dell’obesità negli adolescenti e nonostante sia spesso difficile correlare questi dati con quelli rilevati negli studi condotti a livello locale, tuttavia è emerso che l’Italia è lo stato europeo con la maggior percentuale di obesi (36%). Le cause di questa situazione sono da ricercarsi in un generale peggioramento delle abitudini alimentari e degli stili di vita, ovvero nella discrepanza tra indicazioni nutrizionali e stili adottati. Si osserva infatti la maggior tendenza ad eliminare la colazione, ridurre i pasti principali e ad aumentare i consumi durante spuntini e merende, a ridurre il consumo di frutta e verdura, carboidrati complessi, latticini, carne per motivi dietetici e, nel contempo, ad aumentare il consumo di alcolici. La dieta è caratterizzata da un’elevata densità energetica, inadeguati sono gli apporti di calcio, ferro e potassio. È aumentata la sedentarietà (eppure sarebbero sufficienti 30 minuti al giorno di moderata attività fisica per ridurre i fattori di rischio per la salute) e sicuramente pag 12 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi è presente il fattore familiarità, essendo maggiore la predisposizione a sviluppare obesità nei figli di genitori sovrappeso (soprattutto se elevato è l’indice di massa corporea della madre), anche per una “trasmissione” delle cattive abitudini alimentari. La letteratura riporta numerosi comportamenti associati alla comparsa di obesità, tra cui sembrano essere i più importanti una eccessiva introduzione quotidiana di calorie, una dieta ricca di grassi, una ripartizione dei nutrienti e un frazionamento dei pasti nella giornata non equilibrati e, soprattutto, una scarsa attività motoria. Gli interventi di educazione alimentare in questa classe di età impongono un approccio graduale e interventi non coercitivi, che tengano conto delle peculiarità dell’adolescenza quale periodo critico per l’instaurazione dei disturbi del comportamento alimentare. Alla luce di queste considerazioni, va precisato che l’approccio di tipo esclusivamente dietetico deve lasciare il posto ad un nuovo orientamento educativo comportamentale. Orientamento che motivi il ragazzo all’apprendimento di una cultura e all’acquisizione di uno stile di vita che “nutra” correttamente la salute e che lo porti ad accettare il suo corpo, oltre che ad avere un rapporto sano con il cibo. In questo gruppo di età, nonostante si riscontrai spesso una prevalenza di sovrappeso più bassa rispetto ai bambini della scuola elementare, si osserva un conso- lidamento di certe abitudini alimentari sbagliate, quali il non consumo di frutta e verdura e la scarsa preferenza di legumi e pesce. Si assiste ad una resistenza, soprattutto nelle ragazze, rispetto al consumo di prodotti di origine animale con la tendenza a rifiutare la carne. Questo porta ad una assunzione di ferro che può essere limitante in questa fascia di età in cui i fabbisogni sono particolarmente elevati. La prima colazione è spesso disattesa, in particolare nei ragazzi in sovrappeso che saltano questo pasto più di quanto lo facciano i normopeso. L’approccio educazionale è indispensabile per poter ottenere risultati duraturi nel trattamento di comportamenti alimentari errati. La comunicazione deve individuare metodologie specificatamente indirizzate agli adolescenti per la correzione delle abitudini alimentari e per evitare che certi comportamenti abbiano una pesante ripercussione sulla salute dei giovani adolescenti. A riguardo, di grande importanza diviene l’educazione alimentare, atta a promuovere la relazione tra dieta e salute. In particolare, accanto al tradizionale approccio “prescrittivo”, dove è l’operatore a indicare al paziente gli schemi da seguire, si sta sviluppando l’approccio “interattivo”, il cui obiettivo è responsabilizzare il paziente, coinvolgendolo nella stesura del programma dietetico da seguire. Questo metodo, nonostante sia più lungo e laborioso, sembra dare i risultati migliori. pag 13 IL RUOLO DELLA RISTORAZIONE COLLETTIVA NELLA LOTTA ALL ’ OBESITÀ : ELEMENTI E INDIRIZZI Nuove risposte ai fattori di rischio: empowerment agli utenti e fatti concreti dai servizi Augusta Albertini, Francesca Celenza, Marika Sardo Cardalano che ci consenta di adottare strumenti di analisi e di intervento nuovi e adeguati sia per essere efficaci dal punto di vista della qualità dei risultati sia per avere una ricaduta ottimale in termini di costi/benefici. Si tratta di passare da un approccio focalizzato sulla cura delle malattie e sulla risoluzione dei problemi, ad un approccio centrato sulla promozione della salute intesa come sviluppo delle potenzialità umane Una rete istituzionale che non investe nello sviluppo del potenziale di benessere si condanna a consumare in spese sanitarie, misure contenitive e riparatrici, produttività perduta, senza contare l’enorme costo in termini di sofferenza umana. In questo momento di formazione, un’aspettativa incoraggiante trova forma e spazio nell’analisi di esperienze operative che dall’Europa si focalizzano nel nostro Paese e si contestualizzano regione per regione. Nel campo della salute è oggi necessario effettuare un radicale cambiamento di ottica L’OMS raccomanda di sviluppare nei giovani “Skills for life” L’OMS non si stanca di ripetere che sostenere, dare “empowerment” ai ragazzi, alle loro famiglie, al personale della scuola e a tutta la comunità con azioni indirizzate a promuovere la salute non è un costo ma un investimento intelligente e produttivo. Nelle diverse fasi della crescita, sarà necessario maturare: • senso critico: abilità nell’analizzare esperienze valutandone vantaggi e svantaggi • creatività: capacità di esplorare le conseguenze di azioni diverse • empatia: capacità di comprendere e accettare altro da sé pag 14 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi • autocoscienza: conoscenza dei propri punti forti e deboli • comunicazione efficace: saper formulare ed esprimere il proprio bisogno di aiuto • decision making: capacità di elaborare in modo attivo il processo decisionale • problem solving: capacità di affrontare in modo costruttivo i diversi problemi. Il concetto base rilevante formulato nel progetto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nasce dal presupposto che “life skills” insegnate ai giovani possono tradurre conoscenze e attitudini in capacità a gestire il proprio benessere. combinations - we should take internal cues, try to recognize what our body wants and then regulate how much we eat based on hunger and satiety”. Interventi concreti possono rimuovere ostacoli o creare condizioni favorevoli al mangiar sano Nel prezioso lavoro “Young people and healthy eating” curato da J. Shepherd per la rivista Health education research del 2006, le barriere a comportamenti corretti più frequentemente documentate sono quelle del gusto per il fast food che, per logiche di mercato, risultano più economiche, più atUna ricerca per l’educazione traenti per gusto, forma e modalità di conalla salute rivela che “Intuitive eaters” sumo. Tale cibo poco salutare viene spesso hanno un migliore BMI associato dai giovani a divertimento e svago, Un recente studio di S. Hawks conferma an- momenti fuori casa con gli amici. cora una volta che “dieting doesn’t result in long-term weight loss and contributes to food Le facilitazioni che possono indirizzare anxiety and unhealthy eating practices, and verso comportamenti protettivi risultano can even lead to eating disorders”. Ci si riferi- le etichette più trasparenti, una maggiosce alle opportunità offerte dall’ambiente in re disponibilità di alimenti equilibrati in cui si vive, la scuola, il lavoro, ecc., tutti spazi distributori automatici, come anche l’attirilevanti nel determinare, per i giovani e le vazione di servizi di ristorazione fino alla loro famiglie, conoscenze, capacità e attitu- scuola superiore e all’università. dini che permetteranno loro di promuovere L’informazione sul contenuto nutrizionale il proprio potenziale di salute e benessere. dei pasti nella ristorazione potrebbe aiutare a fare scelte consapevoli, soprattutto per le Nella rivista A. J. of Health Education del ragazze. 2005 troviamo raccomandato che “rather L’aspetto fisico, sovrappeso e acne, risulta than manipulate what we eat in terms of invece spingere i ragazzi alla moderazione. prescribed diets - how many calories a food Il supporto dato dalla famiglia, che si conhas, how many grams of fat, specific food ferma diffusa e accreditata fonte di informa- pag 15 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi zioni sulla nutrizione, è citato come uno dei Il nuovo Piano Sanitario Nazionale più validi nella promozione di cambiamenti 2006- 2008 privilegia la nutrizione dietetici. Il PSN appena pubblicato contiene, tra le tante, le seguenti aree di intervento: Il CCM adotta come strategia • la sicurezza alimentare la “prevenzione attiva” • la nutrizione come prevenzione Alla suscettibilità e rischio di obesità viene A fronte della sistematica raccolta e orgaoggi contrapposto un approccio positivo di nizzazione di evidenze scientifiche relative prevenzione, attiva e consapevole, orientata all’obesità basate su prove di efficacia (EBP ad aumentare la soglia di sicurezza con azio- Evidence Base Prevention) viene disegnata ni trasversali che non attendano in modo una strategia tesa ad acquisire evidenze, renesclusivo al SSN. derle accessibili a operatori e servizi pubblici e privati, fare in modo che tutti mirino agli In questa dimensione, per il biennio 2005- stessi obiettivi e partecipino attivamente alla 2007, sono stati formulati i Piani Regionali “facilitazione” di comportamenti protettivi e per la Prevenzione con i seguenti, tra gli altri, all’arricchimento di una cultura improntata obiettivi di salute: al principio di precauzione. • la prevenzione cardiovascolare • la prevenzione dell’obesità. Dal Libro Verde: promuovere diete sane e attività fisica in una dimensione Avviati nell’ambito di ciascuna Regione europea del nostro Paese con le caratteristiche Nel dicembre 2005 la Commissione di specificità e aderenza al territorio tali lancia una sfida per la prevenzione di progetti sono ora coordinanti e monito- sovrappeso, obesità e malattie croniche rati passo passo dallo stesso Centro Na- in Europa. Invita tutte le organizzazioni zionale per il Controllo delle Malattie. interessate a presentare osservazioni sulSecondo questa nuova prospettiva, la le tematiche proposte nel Libro Verde e salute non viene più vista come una raccomanda “le osservazioni non devono risorsa la cui tutela è affidata esclusiva- essere di natura scientifica ma concreta e mente al settore sanitario, ma richiede contenere proposte fondate su fatti reali. di essere promossa da ciascuno di noi Attendiamo soprattutto contributi degli e soprattutto dal tessuto sociale stesso, operatori economici su tematiche interne privilegiando quegli ambiti che si ri- al loro ambito d’interesse specifico quali velano particolarmente a rischio per i la pubblicità e il marketing, i servizi, l’eticomportamenti. chettatura.” pag 16 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi Titolo 4: identificare le prassi ottimali per comandati per l’età evolutiva. Confrontando una disponibilità di alimenti sani ed attività fisica sul luogo di lavoro. “Possono i datori di lavoro offrire una selezione di alimenti sani nelle mense aziendali, migliorando il valore nutritivo dei pasti ivi serviti? E come? Quali provvedimenti possono agevolare e promuovere lo svolgimento di attività fisica durante le pause e durante il tragitto da e verso il luogo di lavoro?” Titolo9: elaborare linee direttrici per un’alimentazione sana e raccomandazioni sull’assunzione di nutrienti. “La Commissione chiede all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) di aggiornare i consigli sulle calorie, i macronutrienti e le fibre alimentari. Di conseguenza l’EFSA dovrà fornire consulenza anche in merito all’assunzione, per la popolazione di riferimento, di micronutrienti tramite l’alimentazione, e all’occorrenza di altre sostanze essenziali aventi effetto nutritivo o fisiologico nel contesto di una dieta equilibrata. Inoltre l’EFSA fornirà consulenza sulla traduzione dei consigli alimentari basati sui nutrienti in una guida sui contributi forniti dai vari alimenti ad una dieta che aiuti a mantenere la salute alimentandosi in modo ottimale”. Il prezioso supporto dell’International Obesity Task Force Evidenze scientifiche dallo studio rigoroso di B. Torún “ Energy Requirements of Children and Adolescents” invitano ad una rivisitazione dei fabbisogni energetici attualmente rac- le raccomandazioni WHO con i risultati di nuove accurate rilevazioni con acqua marcata su soggetti stratificati per età da 0 a 18 anni, emerge che il fabbisogno attuale dei nostri bambini e adolescenti risulta modificato. Dallo studio riportato dall’IOTF (www.iotf. org) il fabbisogno attuale di bambini e adolescenti risulta: • inferiore del 20 % (kcal 400/die) nei bambini al di sotto dei 7 anni • inferiore del 10 % (kcal 250) nella fascia tra i 7 e i 10 anni per i maschi • superiore del 12 % (kca1 300) oltre i 12 anni solo in presenza di un livello di attività motoria moderata e costante. Nelle bambine e adolescenti il fabbisogno attuale risulta: - inferiore del 20 % ( kcal 400/die) nelle bambine al di sotto dei 7 anni - superiore del 12 % (kca1 300) oltre i 12 anni solo in presenza di un livello moderato di attività. Seguendo nei protocolli dietetici della ristorazione scolastica gli attuali fabbisogni raccomandati si rischierebbe, dunque, di far introdurre un eccessivo apporto energetico! La sfida è stata raccolta dal Regional Office WHO che nel 2006, per la prima volta in Europa ha incaricato un panel di esperti di elaborare “European die- pag 17 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi tary guideline for young children and Una forte alleanza con il settore adolescent” nel quadro del Programma privato in tutta Europa Nutrition and Food Security. La funzione strategica, in ogni paese, del sistema di servizi al cittadino, non ultima la ….a proposito di fatti concretI ristorazione collettiva, può fornire apprenI tanti progetti che l’OMS sta sviluppando in dimenti utili ma anche opportunità, cioè questi anni sono orientati alla progettazione “fatti concreti” nel contrastare i fattori di ridi ambienti urbani sicuri, alla realizzazione schio nutrizionale quali obesità, sindrome di scuole e città sane, alla promozione HPH- metabolica e disturbi del comportamento l’ospedale amico che dà nuovo respiro per alimentare. esempio ad una ristorazione ospedaliera in- Il compito della ristorazione collettiva appaterculturale. re come un potenziale, ancora non completamente espresso, disponibile ad essere speso Con l’adesione di tutti i Paesi rappresen- per sviluppare tutte le sue potenzialità a partitati nella Comunità Europea, l’OMS Re- re dai giovani cittadini nella mensa scolastica gional Office for Europe- Copenhagen e dalle loro famiglie nella mensa aziendale. ha attivato e sta attualmente coordinando Quando inserito nella Piattaforma Europea, un tavolo di lavoro incaricato di elabora- assume un valore ancora più incisivo, nelre azioni concrete “Food and nutrition l’ottica di promozione di una alimentazione policy for schools” che dovranno essere “buona, pulita e giusta”, prendendo a presticondivise e sottoscritte da tutti i Governi to i concetti chiave di Carlo Petrini. nel prossimo novembre 2006 ad Ankara. Nel volume Eating at School-making Healthy Choices pubblicato nel 2005 dal Council of Ancora una raccomandazione a fatti Europe in collaborazione con il Regional Ofconcreti giunge dal Network for the fice for Europe dell’ OMS, troviamo nel capiPromotion of Health-Enhancing Phy- tolo Partnerships for healthy choices l’adesione sical Activity dell’OMS: quella di far di Sodexho ad impegnarsi in prima linea nel valere, per i più piccoli in collettività, il disegnare menu ed educare al gusto e alla sana diritto al gioco e alle attività ricreative in alimentazione (vedi box a pag. 17). base alla Convenzione Internazionale Per questo intervento di ecologia umana, il sui Diritti dell’Infanzia (art 31/89) e di senso dei professionisti in campo tecnologico creare le condizioni per la tutela di 60 e professionale sarà quello di evitare di porsi minuti di attività motoria nella scuola, nel ruolo dell’esperto, assumendo il compito di ogni ordine e grado, preferibilmente di facilitatori non tanto dell’apprendimento, contestuale alla pausa pranzo. quanto dell’adozione di comportamenti. pag 18 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi Sodexho’s specific criteria regarding menu design: From the point of view of promoting healthy eating, the school canteen can fulfil functions in the menu design: • Affording school access to research results and advice provided by panel of scientific advisers on nutrition • Encouraging consumption of fruit and vegetables by supplying ripe produce • Encouraging consumption of complex carbohydrates by giving bread a higher profile and offering original legume-based recipes • Encouraging consumption of fish, by including it more often on menus (offering three fish choices over a two- week period)” • Use seasonal dishes and products • Serving harmonised meals, taking account of food colour, texture and combinations • the key focuses of this innovative approach is knowledge, cooking and seasoning of green vegetables What to do day-after- day Offer balanced, healthy menus • Create conditions conducive to the dissemination of good eating habits • Give pupils the freedom to make healthy food choices • Involve pupils in composing their meals once they are of an age to do so. • Direct appraisal of pupils’ satisfaction: • Each school has a “tasting club ”of children that get together some time a year to test and approve new dishes and recipes which will be included on the menu over following weeks • A measurer (called “C mon gout”) about the quantities actually consumed for each dish, each day in each school Dal volume Eating at school-making healthy choices del Council of Europe -Regional Office for Europe WHO 2005 pag 19 IL RUOLO DELLA RISTORAZIONE COLLETTIVA NELLA LOTTA ALL ’ OBESITÀ : ELEMENTI E INDIRIZZI Applicazioni informatiche per il nutritional profiling Furio Brighenti gestione ed archiviazione dei dati, nonché gli agenti intelligenti in grado di assistere ed orientare nelle decisioni molteplici figure professionali ed utenti finali. In questo universo in rapido movimento la raccolta di dati sulle abitudini alimentari di singoli individui e gruppi di popolazione, e la loro elaborazione per il riconoscimento di profili a rischio e/o per la creazione di indicazioni e raccomandazioni nutrizionali, soffrono di un grave ritardo. La crescente informatizzazione della società presenta per il cittadino nuove opportunità in molteplici campi della vita pubblica. Si pensi all’informatizzazione della pubblica amministrazione, all’e-commerce, alla documentazione e all’intrattenimento online, in crescita esponenziale nell’ultimo decennio. Anche le piattaforme disponibili sono in aumento: PC+internet ma anche telefonia GRSM e UMTS si presentano oggi con contenuti interattivi sempre più raffinati e credibili. Non vanno infine trascurate le attività di BackOffice, ovvero le funzionalità nascoste ma utili alla raccolta, Si tratta di un settore nuovo le cui applicazioni hanno la finalità di studiare le caratteristiche dell’individuo e valutare ciò che gli serve. Sistemi che venticinque anni fa erano considerati “fantascientifici”, cellulari con TV incorporata, tessere magnetiche con varie funzioni, sono divenuti realtà. Per misurare consumi alimentari e compiere indagini su popolazioni è fondamentale la scelta del metodo, che viene influenzato da: obiettivo dello studio, tipo di informazione da ottenere, grado di accuratezza necessario, caratteristiche della popolazione, pag 20 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi possibilità di utilizzare personale addestrato. Gli strumenti per la raccolta dei dati primari attraverso indagini di popolazione mirate si dividono in tre categorie tendenti a valutare la dieta attuale, quella passata, ecc (es: diario alimentare, frequenze di consumo, 24 h recall). Tutti questi strumenti sono di difficile applicazione soprattutto nei bambini, per i quali si utilizzano dei diari alimentari assistiti con foto per valutare le porzioni di consumo. che prevede un Food Frequency Questionnaire i cui risultati fanno riferimento alla piramide alimentare, alle indicazioni sulla lista della spesa, ecc. Il sistema PIPS (Personal Information Platform for life and health services) è un progetto integrato per evitare rischi di errore: il soggetto si pone delle domande per quanto riguarda il suo stile di vita e la sua salute e fa riferimento al medico per le scelte alimentaPer il profilo nutrizionale sono utili la sensi- ri, i farmaci, l’esercizio fisico, i test clinici, la bilità individuale e i markers di esposizione progressione della malattia se presente, ecc. (pasti, nutrienti, ecc). Per ovviare ai limiti degli strumenti fino ad oggi utilizzati, ne sono Vengono valutati gli ambienti con cui il stati studiati di nuovi più sofisticati. L’innova- soggetto interagisce: quello domestico, il suzione consiste nella formulazione di sistemi permercato, l’ospedale, il ristorante, ecc. Si informatizzati (programmi in Access) per at- utilizza il self testing e si hanno suggerimentuare le rilevazioni: l’algoritmo nascosto che ti riguardanti i comportamenti da adottare, dal diario porta ai grammi di alimento e lo avendo un feed back in tempo reale. Strudecodifica. Questi servizi diffusi saranno utili menti utilizzabili sono funzioni del cellulare in primis ai ricercatori, in futuro forse anche e carrelli per la spesa intelligenti. al cittadino. I concetti base di questi nuovi strumenti sono: on line (in rete) e interattivi- Gli interrogativi su questi sistemi innovativi tà (adeguato alle esigenze dell’utente). riguardano la capacità residua dei soggetti di scegliere,nell’ambito del proprio stile di vita, la Dalla Comunità Europea giunge l’IST - In- difficoltà di reperire dati riguardanti i nutrienti formation Society Technologist - Progetti Nu- utili a rendere questi programmi completi e trizione, tra cui il Progetto Healthy Market precisi. pag 21 Con il patrocinio UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO FACOLTÀ DI AGRARIA Corso di laurea in S CIENZE E T ECNOLOGIE D ELLA R ISTORAZIONE Sessione II Moderatori: Salvatore Ciappellano, Riccardo Guidetti IL RUOLO DELLA RISTORAZIONE COLLETTIVA NELLA LOTTA ALL ’ OBESITÀ : ELEMENTI E INDIRIZZI Attività motoria in età evolutiva Raffaella Spada Medico, Specialista in Medicina dello Sport, Nutrizionista INRAN, Roma sedentario dei genitori si ripercuote negativamente sui figli. Al contrario, i figli di genitori con livelli di attività maggiori, sono più attivi e più magri rispetto ai coetanei con genitori sedentari e in sovrappeso. L’obesità può essere definita come una patologia multifattoriale a componente multigenica, sulla quale intervengono fattori ambientali. Tra i fattori ambientali che incidono in modo rilevante sul manifestarsi dell’obesità, un ruolo fondamentale è svolto dall’adozione di uno stile di vita sedentario. La riduzione dell’attività fisica quotidiana (movimento spontaneo) è ormai un dato di fatto ampiamente acquisito. Questa osservazione vale per gli adulti, ma ancor di più per bambini e adolescenti, tanto che è stato possibile verificare che anche lo stile di vita L’obesità infantile risente della sempre più frequente abitudine a praticare giochi sedentari e a trascorrere il tempo libero dalle attività scolastiche guardando la televisione e/o usando videogiochi e computer, e naturalmente la pratica regolare di attività fisica è una parte fondamentale del protocollo terapeutico dell’obesità, ma non solo. Infatti negli ultimi anni il ruolo dell’attività fisica nella prevenzione e nel trattamento terapeutico di malattie come la sindrome metabolica, la depressione, il tumore e l’osteoporosi è stato confermato da evidenze scientifiche. In particolare, assumere un comportamento attivo già in età evolutiva, oltre a prevenire i diversi fattori di rischio delle principali malattie cronico - degenerative, sembra essere efficace nella creazione di uno stile di vita ottimale e “attivo” che perdura nel tempo. Infatti, l’abitudine all’attività fisica consente pag 23 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi di migliorare la qualità della vita anche in età avanzata portando così benefici sia individuali che sociali. Nel tempo le indicazioni per il corretto svolgimento dell’attività motoria hanno subito un’evoluzione: mentre nel ventennio1978-1990 si consigliava un’attività intensa (20-60 minuti al giorno per 3 giorni alla settimana), dal 1992 si è affermato il concetto di attività moderata (30 minuti al giorno per 5 giorni alla settimana). Questo è stato ulteriormente migliorato nel 2003 dalla WHO mediante l’introduzione del concetto di “frazionamento” dell’attività. Nonostante le conoscenze attuali, la sedentarietà è estremamente diffusa nell’età evolutiva, come dimostra la ventesima posizione occupata dall’Italia per quanto concerne il tempo speso davanti alla TV, ai videogiochi o a fare compiti (studio effettuato su 35 Paesi). cessari per ottenere benefici per la salute non sono ancora soddisfatti. Per esempio, in Piemonte solo il 41% dei bambini pratica 3 o più ore di sport alla settimana. Inoltre il CONI ha osservato che solo il 25% di un’ora è realmente dedicato all’attività fisica. • Movimento spontaneo e Giochi di movimento: da solo lo sport non è in grado di controbilanciare gli effetti negativi di uno stile di vita complessivamente sedentario. È evidente quindi quanto sia importante la promozione del movimento spontaneo quotidiano (scelta dei mezzi di trasporto, ad esempio preferendo la bicicletta all’automobile, giochi di movimento, ecc.) attraverso una “cultura del movimento”. In questo senso è opportuno costruire percorsi educativi mirati a diffondere le conoscenze sui benefici di uno stile di vita corretto, e a fornire conoscenze e strumenti In generale, tre sono le componenti dell’attivi- pratici per l’attuazione delle raccomandatà fisica nell’età evolutiva su cui puntare: zioni, coinvolgendo istituzioni, scuola e • Sport: fare sport è senz’altro fondamen- genitori. tale per i bambini e le bambine come momento di aggregazione, di formazio- La scuola è certamente l’istituzione princine e nella costruzione di abilità motorie pale all’interno della quale promuovere la complesse, ma nella maggior parte dei pratica regolare dell’attività motoria. Tuttavia casi non è praticato per un tempo suffi- qualsiasi percorso di educazione ad uno stile ciente ad ottenere benefici per la salute. di vita attivo non può essere efficace senza Nonostante sia in aumento il numero dei politiche del territorio che ne rendano possibambini che praticano sport, i livelli ne- bile l’applicazione. pag 24 IL RUOLO DELLA RISTORAZIONE COLLETTIVA NELLA LOTTA ALL ’ OBESITÀ : ELEMENTI E INDIRIZZI L’esperienza di una azienda di ristorazione collettiva: Sodexho Raffaele Dell’Acqua Perché un’Azienda di Ristorazione Collettiva dovrebbe occuparsi di obesità? Per rispondere a questa domanda è sufficiente fornire alcuni dati: parlare di ristorazione collettiva in Italia significa parlare di un miliardo e mezzo di pasti serviti in un anno. Focalizzando l’attenzione su due settori specifici, gli adulti e gli studenti, (ovvero quei soggetti rispetto ai quali è possibile mettere in campo azioni che possono dare buoni frutti) i pasti “scenderebbero” a 740 milioni all’anno. Sodexho contribuisce con 59 milioni di pasti all’anno, vale a dire che ogni giorno circa 300mila tra adulti e bambini in età scolastica – gli abitanti di una città di media dimensione – siedono a tavola con Sodexho. Siedono a tavola con Sodexho ogni giorno, per cinque giorni la settimana, consumano una o più occasioni alimentari in un contesto in cui raramente esistono alternative. Una grande responsabilità in tema di difesa e promozione della salute, quindi anche di lotta all’obesità. Sodexho ha fatto proprie le preoccupazioni delle autorità sanitarie sul tema della lotta all’obesità e raccolto l’appello da esse lanciato a “giocare un ruolo chiave” in questa azione che, per avere successo, deve veder convergere gli sforzi di tutti, ciascuno nel proprio ambito. Abbiamo iniziato con il fotografare la situazione. Nel 2004, ci siamo chiesti: come si mangia con Sodexho? Osservatorio Sodexho La gestione informatizzata degli acquisti consente a Sodexho di disporre, mese per mese, dei dati analitici delle materie prime utilizzate per preparare i pasti. Dati che permettono analisi di molteplici tipi: pag 25 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi su gruppi di alimenti, sulle diverse categorie di utenti (adulti della ristorazione aziendale, bambini e ragazzi delle scuole o delle università, senior, ecc). A partire da questa preziosa fonte, Sodexho nel 2004 ha fatto una prima fotografia di come mangiano i nostri piccoli e grandi commensali. Il Primo rapporto dell’Osservatorio, elaborato dal Comitato Scientifico Sodexho si basava sull’analisi di 5.880.353 pasti di scuole e aziende del mese di febbraio. I dati relativi agli adulti nei luoghi di lavoro erano immediatamente leggibili come consumi: nei ristoranti aziendali, infatti, il commensale compone il proprio menu scegliendo tra l’offerta di piatti proposti. E abbiamo avuto una bella sorpresa. Se, infatti, l’equilibrio nutrizionale dei menu proposti nelle scuole era “scontato” - i menu li fanno le Asl – meno scontato il risultato degli adulti. I dati mostrano, infatti, un andamento piramidale quasi “perfetto”, inoltre i grassi consumati sono di qualità (olio d’oliva e extravergine d’oliva 57% del totale) mentre i grassi “cattivi” hanno uno spazio esiguo. Per quanto riguarda i bambini nelle scuole, i dati dell’osservatorio non possono essere presi direttamente come consumi: il menu “imposto” non ci dice nulla sulla gradibilità e gli scarti. Per questo abbiamo integrato i dati dei consumi con quelli provenienti dall’Indice di Qualità Percepita (IQP). Metodo di rilevazione della Qualità Percepita messo a punto dalla Divisione Scuole Sodexho, l’IQP utilizza come strumenti quattro questionari diversificati a seconda delle fasce d’età e dei ruoli: • tre rivolti agli utenti (bambini delle elementari, ragazzi delle medie e insegnanti) • uno per il personale per una verifica oggettiva della qualità del servizio (analisi degli scarti). Secondo i dati riferiti a febbraio-marzo 2006 su un campione di 182 Comuni, per un totale di 100.000 bambini, tra i primi piatti il più gradito è la pasta burro e salvia (7.7), tra i secondi la cotoletta impanata (7.7) e i bastoncini impanati (7.5). Tra gli ortaggi i pomodori hanno ricevuto un punteggio di 7.0 e tra la frutta la banana è risultata la più gradita (7.6). I punteggi più bassi sono stati ottenuti da verza (4.7), nasello in bianco (5.7) e minestra d’orzo (6.0). In assoluto il piatto preferito è stato la pizza con un bel 7.8. C’è molto da analizzare e i nostri dati sono disponibili per i Servizi Asl che hanno l’ingrato compito di comporre i menu per le scuole. Confortati da questi dati, abbiamo messo a punto, con il Gruppo nutrizione del nostro Comitato Scientifico, quattro linee d’azione coerenti con le indicazioni del “Piano per la prevenzione nazionale 2005-2007” del Ministero della Salute e della Piattaforma Europea “Attività fisica, dieta e salute”. pag 26 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi 1. la disponibilità, in tutti i punti servizio Sodexho – nelle aziende, nelle scuole, nelle case di riposo, negli ospedali e nelle case di cura - di opzioni alimentari sane, equilibrate, gustose e adeguate alle diverse condizioni di età e di salute. Garantite da: - un’attenta scelta delle materie prime - precisi criteri e metodologie di elaborazione dei menu, laddove non predisposti dalle Asl - linee guida di buone prassi per i cuochi, volte ad evitare rischi nutrizionali nelle loro procedure (eccessi di sale, grassi e zuccheri aggiunti, ecc.) 2. percorsi di educazione alimentare rivolti a piccoli, genitori e insegnanti attraverso opuscoli destinati agli insegnanti (la collana “Il gusto di imparare con Sodexho”), ai genitori (“A tavola insieme con gusto”) e iniziative per i bambini (“Giornate del gusto”, “Club Frimousse”) 3. informazione ai consumatori adulti per accrescerne la consapevolezza su questi temi e contribuire a migliorare il proprio stile alimentare attraverso: - I sentieri del gusto percorsi alla scoperta delle virtù e dei giusti usi di alcuni alimenti che uniscono la teoria alla pratica (dèpliant illustrativi e animazioni nei ristoranti) - Coniugare piacere e salute? Si può! Campagna di sensibilizzazione sui tre temi portanti della lotta all’obesità: il controllo del peso, un’alimentazione variata, l’attività motoria. Quattro manifesti e tre tovagliette che verranno introdotti nei ristoranti Sodexho in occasione della prossima giornata mondiale dell’alimentazione. Quello avviato è un percorso che ci vedrà impegnati a lungo e intensamente. Prevediamo infatti momenti di verifica periodici da svolgere con il monitoraggio dell’andamento dei consumi interni di alimenti per fasce di commensali. Oggi l’Osservatorio Sodexho, collegato al database dell’Inran, è migliorato nelle capacità di analisi fino al singolo ristorante, fino al singolo nutriente. L’obiettivo è ottenere: • trasparenza con i consumatori e le autorità sanitarie • elementi per orientare le linee guida per chi decide i menu e per i cuochi • elementi per orientare le ulteriori campagne di comunicazione. pag 27 Con il patrocinio UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO FACOLTÀ DI AGRARIA Corso di laurea in S CIENZE E T ECNOLOGIE D ELLA R ISTORAZIONE Sessione III Lavoro per gruppi IL RUOLO DELLA RISTORAZIONE COLLETTIVA NELLA LOTTA ALL ’ OBESITÀ : ELEMENTI E INDIRIZZI GRUPPO DI LAVORO Scoprire il cibo tra curiosità e salute nelle età della crescita Conduttori: Marco Riva, Francesca Celenza, Marika Sardo Cardalano I partecipanti • Laura Apollonio • Barbara Beretta • Maria Grazia Bergamaschi • Carla Biavati • Francesca Biffi • Chiara Bonardi • Maria Delia Brambilla • Alfio Caggegi • Simone Camesasca • Romina Camperi • Laura Carta • Alberto Cavalleri • Narciso Cazzato • Jlenia Cericola • Claudia Chiarino • Saverio Chilese • Linda Chioffi • Daniele Chirico • Roberto Colombo • Maria Teresa Cursio • Katarzyna Dabek • Eleonora Franchi • Francesca Mondini • Luciano Franchi • Laura Morisi • Claudia Frane • Valentina Nasso • Olga Galfrè • Eleonora Neri • Giovanna Ghiani • Rossella Giannini • Chiara Gritti • Sara Guarrisi • Simona Nidini • Alessio Ottolini • Jolanda Pace • Eugenia Quinz • Marco Riva • Silvia Zemolin • Andrea Paris • Patrizia Imperiali • Daniela Parodi • Norma De Paoli • Romina Marchetti • Delia Parravicini • Ileana Dirutigliano • Emanuela Marengoni • Ivan Dragic • Simona Laura Pedretti • Salvatorina Marras • Lorenza Fasiol • Andrea Pezzana • Antonietta Martinez • Ada Ferrante • Maruzzo • Barbara Piras • Andrea Ferrara • Marta Mattioli • Alessandro Ferrino Cozzone • Arabella Mazzetto • Daniela Fontana Natascia Rosolin Giada Roverato Alma Carlotta Rui Cristina Salvador Margherita Schiavi Rocco Sciarrone Oliviero Ernesto Simonati Raffaele Spada Antonio Stano Silvia Tamborlani Andrea Tognon Chiara Torelli Elsa Ventura Sara Venturi Ramina Verdiana Marco Vespo Alessandra Zambelli • • • • • • • • • • • Giada Guccini • Angela Maria Messina • • • • • • • • Lorella Poli • Veronica Poli pag 29 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi Qual è il ruolo della ristorazione scolastica nella diffusione di stili di vita sani? È da questo interrogativo che è stata sviluppata la riflessione sul ruolo della ristorazione scolastica nella prevenzione di sovrappeso e obesità. Le considerazioni discusse Già dalla Scuola dell’Infanzia è possibile attuare le prime tappe dell’educazione alimentare; in questa fase della crescita, infatti, il modo di alimentarsi del bambino subisce radicali modificazioni dovute alla progressiva introduzione di alimenti nuovi nella dieta, all’adattamento alla frequenza dei pasti dell’adulto, all’acquisizione di maggiori capacità di autoregolazione: attraverso una dieta diversificata si permette al bambino un’apertura maggiore verso i sapori, senza però insistere di fronte al rifiuto di alcuni cibi, che potranno essere apprezzati più avanti nel tempo. Durante il periodo che va dai tre ai sei anni il bambino ha bisogno di ripetute esposizioni al cibo prima di poter sviluppare una preferenza; è inoltre ampiamente dimostrato che il consumo di cibo in mensa offre maggiori possibilità del contesto familiare nel rendere più accettabile e gradito un alimento. Nella Scuola dell’Obbligo bisogna tenere conto di due fondamentali fattori che influenzano la vita del bambino: oltre alle esigenze nutrizionali legate all’accrescimento è indispensabile considerare il ruolo che una corretta alimentazione gioca nel rendimento scolastico, nella prontezza di riflessi e nell’attenzione. E’ importante che tutti i piatti proposti a mensa per tutte le fasce di età siano semplici ed appetibili, in modo che i bambini si abituino a mangiare di tutto e a vedere la permanenza a tavola come un intermezzo piacevole alle lezioni, non come una noiosa necessità. Per riuscire a raggiungere questo obiettivo è indispensabile la collaborazione di tutte le parti in causa, dagli addetti al servizio, alle famiglie, agli educatori. Il momento del pasto ha per il bambino una valenza soprattutto affettiva: dal cibo il piccolo consumatore non si aspetta valori nutritivi, ma piacere e gratificazione. In alcuni casi il piacere può essere sostituito dal disgusto, che in realtà nasce da una sorta di protezione biologica dell’organismo nei confronti delle sostanze estranee. E’ necessario tenere presente che le preferenze e i rifiuti dei bambini non sono immodificabili: il gusto, e quindi il comportamento alimentare, è il risultato dell’esperienza e di una complessa acquisizione culturale e può essere modificato e rielaborato attraverso l’apprendimento. Dal momento che il pranzo a scuola assume un significato più ampio rispetto alla semplice erogazione del pasto, diventando un momento di familiarizzazione con i compagni, si può utilizzare questo momento di rilassatezza per aiutare i bambini a sviluppare il “proprio” gusto, ampliando la scelta degli alimenti e puntando sulla varietà e sulla tradizione. Il periodo di tempo che intercorre tra l’inizio e la fine del pranzo dovrebbe essere reso pag 30 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi il più gradevole possibile: ciò può avvenire attraverso una serie di fattori sia materiali che simbolici, come l’ambiente in cui viene consumato il pasto, le stoviglie utilizzate, il modo in cui la tavola viene apparecchiata, la cortesia delle persone che si occupano del servizio, l’attenzione alle esigenze dei singoli consumatori, che sviluppano già dall’infanzia comportamenti diversi di fronte al cibo. L’approfondita comprensione delle necessità del bambino rappresenta il primo importante passo per l’educazione alimentare; il piccolo consumatore non deve mai essere forzato ma assecondato in base alle sue attitudini. Affinché i bambini siano continuamente indirizzati verso l’apprendimento, è necessario che sia la scuola che la famiglia si muovano in modo coordinato. Le singole esigenze vanno rispettate agendo qua e là per correggere eventuali “vizi” che potrebbero, a secondo della gravità, portare ad aumentare la probabilità di incorrere in patologie a breve e a lungo termine: è infatti noto che la dieta oggi rappresenta un importante fattore di rischio o di protezione per le malattie croniche non trasmissibili: sette delle prime dieci cause di morte, in Italia, sono malattie per cui è riconosciuto un fattore di rischio dietetico. Fino a qualche anno fa, l’attenzione era rivolta principalmente al primo, determinando spesso una situazione di inadeguatezza da parte dei Comuni, costretti ad adeguarsi a menu molto rigidi predisposti senza tener conto di fattori reali quali la struttura delle cucine. Un ruolo sanitario così rigido portava un certo disagio in chi gestiva il servizio. Oggi la valorizzazione del solo aspetto nutrizionale è superata. Per incidere sugli stili di vita bisogna parlare di nutrizione al di fuori del pasto, utilizzare il momento del pasto come strumento di educazione alimentare. È emerso inoltre come nella scuola ci debba essere una valorizzazione non solo del pasto ma anche della prima colazione e l’introduzione della merenda a metà mattina come servizio incluso in quello di ristorazione. Altrettanto importante è la creazione di ambienti idonei all’educazione alimentare, ambienti in cui sia possibile preparare, manipolare e assaggiare il cibo, insomma “mettere le mani in pasta”. In ultimo non deve essere trascurato il Le conclusioni ruolo di coordinamento: per avere siFondamentale è l’attenzione rivolta non solo gnificato le iniziative dovrebbero vedeall’aspetto nutrizionale, ma anche a quello re il coinvolgimento di diverse strutture psicologico-pedagogico. per fare realmente sinergia. pag 31 IL RUOLO DELLA RISTORAZIONE COLLETTIVA NELLA LOTTA ALL ’ OBESITÀ : ELEMENTI E INDIRIZZI GRUPPO DI LAVORO Il ruolo della ristorazione aziendale Conduttori: Andrea Pezzana,, Paolo Simonetti, Raffaella Spada I partecipanti • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Francesca Acquati Augusta Albertini Alessio R. Albiero Rui Alma Graziano Ambrosoni Claudio Antonacci Arrigoni Antonio Atterrato Marisa Battistella Silvia Bernasconi Ines Biella Anna Boggio Antonella Boldrin Maura Bonizzoni Loredana Bresciani Fabrizio Cadei Walter Camera Stefano Castiglioni Eugenia Cattaneo Francesca Celenza Anna Cinacchi Giovanna Cirillo Elisabetta Ciserchia Stefania Cosentino Silvia De Guglielmi Raffaele Dell’Acqua Rosaria Demundo Daniela Di Fabio Tommaso Di Massa Bianca Maria Donida Maria Grazia Doria Alessandra Fabbri Carla Favaro Irene Foresti Amanda Frassinetti Patrizia Fumagalli Alessandra Gaddi • Paolo Gallazzi • Alessandro Gatto • Emanuela Giaccherello • Sara Guerini • G. Iuliano • Viviana Lisci • Patrizia Magnani • Cristina Maiero • Monica Maj • Andrea Filippo Marini • Marzia Marocchini • Daniele Mautone • Silvana Mazza • Luca G. Menghini • Simona Midili • Antonio Miraglies • Taira Monge • Elisabetta Montagna • Ruggiero Montenegro • Simon Pietro Motzo • Massimo Natale • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Monica Neri Francesca Noli Anna M. Norata Maria Delia Ogliari Anna Maria Pace Gabriella Pagani Paola Pagliarin Elisa Papini Danila Parravicini Pierpaolo Pavan Patrizia Pennati Andrea Pezzana Debora Piccolo Davide Porcellato Ornella Pressendo Alessandra Prina Paola Raffa Claudio Rindone Gabriella Riva Mattia Roncoletta Alberto Rovere Enza Russo • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Enza Salemi Annunziata Salvati Marika S. Cardalano Laura Sartori Irene Savino Silvia Scaglioni Laura Scarpellini Maria C. Scigliano Paolo Simonetti Carmelo Tavormina Stefania Testa Elisa Tiozzo Luigi Tonellato Maria C. Torresani Barbara Valentini Rossella Valmarana Maria Angela Vamazzi Daniela Vassallo Marta Vecchi Edoardo Venturini Silvia Zampieri Giorgia Zanellati pag 32 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi I temi in discussione La profonda trasformazione del sistema alimentare degli ultimi decenni ha creato la necessità di predisporre nuove modalità di allestimento e consumazione dei pasti, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, in strutture residenziali destinati agli scopi più vari (sanitario, assistenziale, ricreativo, culturale, ecc.) alimentare. La mensa cioè deve essere intesa come luogo di propaganda per la salute. È emersa, inoltre, l’esigenza di capire se esista ancora un percorso di formazione che coinvolge dirigenti e operatori e come tale percorso ricada sulla prevenzione e la promozione della salute. Tra esigenze commerciali, organizzative, gestionali quanto spazio reale è lasciato alla valenza di “promozione di salute” che può avere il pasto consumato in ambito aziendale? Altro tema affrontato è stato quello dei buoni pasto. Il loro utilizzo dovrebbe essere affiancato da un percorso di educazione alimentare rivolto agli utenti del servizio di ristorazione: è necessario fornire delle linee guida o Nel gruppo di lavoro, partendo dall’espe- un sorta di decalogo per facilitare la scelta di rienza e dalle competenze dei singoli par- un pasto nutrizionalmente corretto. tecipanti, si cercato di dare una risposta alla domanda sopra riportata, con specifico rife- Il secondo gruppo, seguito dal professor rimento all’eventuale contributo del “pasto Simonetti e costituito per la maggior parte da fuori casa” alla lotta all’obesità. studenti, ha individuato i possibili strumenti che la ristorazione aziendale può adottare I lavori e le conclusioni per prevenire il fenomeno del sovrappeso. In Il gruppo si è suddiviso in 3 sottogruppi. particolare è necessario: • verificare l’adeguatezza dei LARN ai fabIl primo gruppo, coordinato dalla dottobisogni energetici, considerando che i reressa Raffaella Spada e formato in prevalencenti cambiamenti di vita hanno aumenza da dietisti, ha sottolineato come occorra tato la sedentarietà e ridotto i consumi; puntare ad elevare il livello di formazione di • il coinvolgimento delle ASL nella messa chi opera all’interno delle aziende di ristoa punto dei menu e la definizione di tarazione in campo aziendale. Come si può belle nutrizionali specifiche per i menu migliorare la situazione? Creando la consadella ristorazione aziendale; pevolezza che la ristorazione non deve limi- • la sensibilizzazione degli utenti al contarsi a proporre menu nutrizionalmente apsumo di menu più salutistici (light o che propriati, ma deve impegnarsi a dare cultura prevedono piatti vegetariani); pag 33 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi • fondamentale è inoltre il rapporto azienda/utenti: troppo spesso infatti manca un referente che consenta il confronto tra le parti. È emersa inoltre tra i consumatori una notevole discrepanza tra conoscenze e comportamento alimentare. Sintomatico in questo senso è l’atteggiamento delle mamme, che sono utenti esigenti quando si tratta di ristoraIl terzo gruppo, costituito da personale zione scolastica ma che, rispetto alla ristoraoperante nelle aziende di ristorazione e di- zione aziendale, sono più attente all’aspetto retto dal dott. Pezzana, ha rilevato una cer- economico che a quello nutrizionale. ta criticità rispetto ai datori di lavoro, che hanno interessi diversi rispetto al consu- Un ulteriore problema emerso, di natumatore. Spesso infatti si preoccupano più ra tecnica, è legato alla composizione deldi garantire il pasto ai dipendenti che del- l’utenza che afferisce alle mense aziendali: l’effettiva qualità nutrizionale dei menu. I nella ristorazione aziendale non è possibile datori di lavoro non sembrano infatti così non tener conto di quanto sia diverso il diinteressati alla salute dei dipendenti. spendio energetico dei vari utenti. pag 34 IL RUOLO DELLA RISTORAZIONE COLLETTIVA NELLA LOTTA ALL ’ OBESITÀ : ELEMENTI E INDIRIZZI GRUPPO DI LAVORO Il ruolo dell’educazione alimentare Conduttori: Daniela Vassallo, Salvatore Ciappellano I partecipanti • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Serena Angeletti Arianna Apicerni Silvia Ariotti Rosella Badini Susi Bellanca Dario Bertolotti Elisa Bianchi Monica Bolgiani Donatella G. Bollini Patrizia Bollo Gaia Bonacina Marina Bonolis Valeria Brembilla Angela Buonanno Massimo Callegaro Annalisa Caravaggi Gloria Cardace Stefano Carminati Emanuela Cazzaniga Francesca Cazzella Margherita Chierici Salvatore Ciappellano Floriana Ciarlo Emanuela Cielo Barbara Cirotto Valentina Colnago Stefano Corrada Claudia Cortesi Laura Costa Marta D’Acci Elisabetta De Toni • Frederique Del Monaco • Claudia Eugenia Diaz Rodriguez • Emanuela Alessandra Donghi • Fabiana Federico • Anita Ferraretto • Stefania Ferrari • Marzia Formigatti • Anna Maria Franchini • Annamaria Franz • Michela Furpi • Ludovica Ganceff • Silvia Gangemi • Nicoletta Gastaldo • Francesco Giuricin • Edoardo Gobetti • • • • • • • • • • • • • • • • • Giulia Gubbiotti Cristina Irrera Rosalia Liuzza Laurenzia Lorini Massimo Malnerich Paola Manfrin Alessandra Marchetti Marco Margiotta Andrea Marino Milena Marutti Simona Miceli Valentina Monesi Susanna Muttoni Namita Negri Margherita Pediglieri Federica Pessina Franco Pittau Ilenia Ponziani Paola Pozzo Vanessa Sangiorgio Giuseppe Scilipoti Francesca Soru Roberta Spiti Laura Tamiazzo Laura Tedeschi Milena Tisiot Giulia Tosti Daniela Vassallo Consuelo Vecchio Alessia Vergioli Filippo Vittorio Mariantonio Villa • Maria Villa • Lorena Zambelli • • • • • • • • • • • • • • pag 35 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi I presupposti In un mondo caratterizzato dalla velocità, il pur giusto tentativo di semplificazione di concetti complessi spesso tende a banalizzarli o polverizzarli, senza permettere una riflessione e la conseguente integrazione ragionata alle proprie credenze o ai propri saperi. Le informazioni nutrizionali in generale e, in special modo quelle inerenti l’alimentazione e lo stile di vita, in caso di cura o prevenzione dell’obesità, soffrono in modo particolare per il frequente grado di superficialità, banalizzazione, massificazione dei contenuti. Il gruppo di lavoro, partendo dall’esperienza e dalle competenze dei partecipanti, ha avuto i seguenti obiettivi: • riflettere sui modelli educativi di riferimento (famiglia, media, scuola, pubblicità) • evidenziarne possibilità e limiti, con particolare riferimento ai linguaggi e ai metalinguaggi utilizzati • ipotizzare spazi di riflessione e percorsi educazionali correlati all’empowerment di stili di vita salutari e al protagonismo nelle scelte di salute. Per attuare una strategia di prevenzione è necessario istituire una rete di enti e istituzioni che condividano gli obiettivi e definiscano ruoli, regole, modalità di azione e valutazione. In questa attività di educazione/prevenzione diventa necessario coinvolgere non soltanto le istituzioni nazionali, le amministrazioni locali e i servizi sanitari e sociali, ma anche le famiglie, la scuola, i medici e i pediatri, le associazioni non governative, i mass media, i centri riabilitativi e terapeutici, le strutture residenziali, i club sportivi e sociali, i produttori e le reti di distribuzione di prodotti alimentari, le strutture di ristorazione. Il gruppo di lavoro costituito da circa 80 partecipanti è stato suddiviso in minigruppi che hanno affrontato alcune delle tematiche emerse dalle suggestioni iniziali. Un gruppo si è interrogato sulle figure professionali maggiormente coinvolte nell’educazione alimentare e sulla possibilità di stilare un decalogo per contrastare l’attuale “diseducazione” alimentare. Il piano di intervento è stato focalizzato su un target preciso, quello dei bambini, con l’obiettivo di far aumentare il consumo di merende sane a metà mattina. Gli strumenti che possono essere utilizzati sono diversi: • presentazione ai genitori del progetto di educazione alimentare nel programma scolastico annuale • formazione degli insegnanti • incontri con i bambini • monitoraggio dei consumi • esperienze dirette e pratiche • consigli per una sana merenda. Questo intervento necessita di un’adeguata preparazione dei medici, della divulgazione di linee guida, della conoscenza degli enti di pag 36 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi riferimento per avere corrette informazioni, di indicazioni per la preparazione di piatti conformi alle linee guida. • Un secondo gruppo ha affrontato il tema della magrezza come fenomeno diseducativo dal punto di vista mediatico (connesso a una bassa autostima e ai miti proposti dalla pubblicità). Quali iniziative adottare contro il crescente • fenomeno? Innanzitutto una maggiore tutela dei consumatori, ad esempio con: • la proibizione di pubblicità ingannevoli o della taglia 38; • • la diffusione di informazioni sulla dieta mediterranea (mediante tovagliette) • una maggiore educazione a leggere le etichette; • • la diffusione di pubblicità progresso per destare interesse nei confronti di un tema tanto importante. Un terzo gruppo ha focalizzato l’attenzione sulle modalità in cui è possibile inserire l’educazione alimentare nelle diverse fasi della vita. • Nella fase perinatale e neonatale è fondamentale il rapporto di collaborazione mamma/medico per l’adozione di buone norme alimentari e per capire come seguire le linee guida. Spesso infatti le mamme rischiano di comportarsi in modo scorretto (es. allattamento selvaggio) incidendo sulle abitudini alimentari del bambino, che in futuro potrebbe cercare gratificazioni dei propri malesseri nel cibo. Quando il bambino inizia a socializzare, con l’uscita da casa (nido, scuola materna), diventa fondamentale l’interazione genitori (che spesso rischiano di far diventare il cibo una forma di compensazione)/insegnanti/fornitori di pasti. Nella pre-adolescenza e adolescenza, quando il bambino diventa più consapevole (elementari e medie), è utile l’attuazione di corsi di informazione e formazione in tema di alimenti. In età adulta sono necessari continui stimoli da parte di operatori competenti (Comune, Asl, ecc.) attraverso incontri informativi e formativi. Nell’anziano questi stimoli dovrebbe essere forniti dalla famiglia e dalle strutture competenti (nel caso di ricoveri, mediante incontri con gli operatori). È dunque possibile parlare di efficacia in tema di educazione alimentare nel momento in cui si forniscono corrette informazioni nelle diverse fasce d’età, per evitare il continuo demandare al medico le responsabilità del “cosa fare” e la conseguente deresponsabilizzazione dei soggetti. A riguardo, può essere utile la diffusione di riviste specializzate e l’utilizzo della televisione, prestando particolare attenzione al linguaggio. pag 37 Il ruolo della ristorazione collettiva nella lotta all ’ obesità : elementi e indirizzi Indice dei nomi e contatti Relatori e moderatori Alberto Battezzati Marco Riva Augusta Albertini Laura Rossi Distam - Facoltà di Agraria dell’Università di Milano [email protected] Azienda USL di Bologna, Università di Ferrara, Università di Bologna [email protected] Distam - Facoltà di Agraria dell’Università di Milano [email protected] Inran, Roma [email protected] Silvia Scaglioni Università di Parma [email protected] Ospedale San Paolo, Pediatria Università di Milano [email protected] Francesca Celenza Paolo Simonetti Furio Brighenti Azienda USL di Bologna [email protected] Salvatore Ciappellano Distam - Facoltà di Agraria dell’Università di Milano [email protected] Distam - Facoltà di Agraria dell’Università di Milano [email protected] Marika Sardo Cardalano Raffaele Dell’Acqua Raffaella Spada Riccardo Guidetti Daniela Vassallo Coordinamento Igiene e Nutrizione Sodexho Italia, Milano [email protected] Istituto di Ingegneria Agraria, Facoltà di Agraria dell’Università di Milano [email protected] Andrea Pezzana Azienda Ospedaliera Sant’Anna di Torino [email protected] Azienda USL di Bologna [email protected] Specialista in Medicina dello sport e nutrizionista collaboratrice Inran, Roma [email protected] Azienda Ospedaliera Mauriziano di Torino [email protected] Edoardo Venturini Direttore Strategie Sodexho Italia [email protected] Marisa Porrini Vice presidente Sinu – Coord. CdL in Scienze e Tecnologie Ristorazione Facoltà di Agraria dell’Università di Milano [email protected] pag 38