Spinea, 30 gennaio 2012
“Cominciare bene:
protocolli d’accoglienza
e
mediazione a scuola”
a cura di Paola Pasqualon
LA PRESENZA DEI BAMBINI E DEI
RAGAZZI STRANIERI È SEDIMENTATA
NEL
TEMPO; DIFFUSA SUL TERRITORIO, SIA
NELLE CITTÀ GRANDI E MEDIE CHE NEI
PICCOLI CENTRI;
DISTRIBUITA NELLE CLASSI DEI
DIVERSI ORDINI DI SCUOLA; ORMAI IN
FASE DI
ASSESTAMENTO.
UNA PRESENZA “STRANIERA”
Una presenza “straniera” che tale è de iure,
ma che spesso è composta da bambini e
ragazzi che sono italiani de facto, futuri
cittadini del nostro Paese, nati e
socializzati qui.
Sono stranieri sulla base dell’attuale legge
sulla cittadinanza italiana (n° 94 del
1992), ma in altri Paesi europei, che
hanno politiche di accesso alla
cittadinanza meno restrittive, essi
sarebbero conteggiati tra gli alunni
nazionali.
STRANIERO
Secondo il significato corrente, è straniero colui che
proviene da altri Paesi e da altre culture; nel campo
giuridico invece i criteri adottati vanno ben oltre il
linguaggio comune.
Il primo criterio al quale fare riferimento, per
enucleare una definizione giuridica, è il criterio del
possesso della cittadinanza italiana.
Secondo tale criterio è straniero chi non appartiene
all’ordinamento italiano, o perché cittadino di altro
paese o perché apolide, giuridicamente perciò, lo
straniero viene ad essere contrapposto al cittadino.
Sicuramente l’ordinamento italiano, intende
assicurare a tutti, il godimento dei diritti
inviolabili, anche se, il loro contenuto, è stato
individuato in modo sempre univoco per i soli
cittadini italiani.
CITTADINANZA
Secondo le norme in materia di cittadinanza, non sono stranieri
i minori adottati, che acquisiscono la cittadinanza nel
momento in cui diventa definitivo il provvedimento di
adozione, mentre lo sono quelli in affidamento preadottivo o,
in affidamento ex legge 4 maggio 1983 n 184 sull’adozione;
sono stranieri i bambini, nati in Italia, da genitori stranieri,
se così prevede la legge del paese di provenienza; sono
cittadini italiani invece, i figli di un genitore italiano, ovunque
nati, e i figli di ignoti trovati nel territorio dello Stato.
Il minore straniero, nato in Italia, che vi abbia risieduto
legalmente, senza interruzioni, fino al raggiungimento della
maggiore età, può però acquistare la cittadinanza italiana se,
entro un anno dal compimento del diciottesimo anno di età,
ne fa richiesta. Fra gli stranieri così individuati, occorre poi
fare una ulteriore distinzione, che ha trovato ampia fortuna
nel linguaggio comune, ed è stata giuridicamente consacrata
dal trattato di Maastricht, la distinzione fra gli stranieri
comunitari ed extracomunitari.
LA FOTOGRAFIA
DEGLI
“ALUNNI STRANIERI” CHE LA
SCUOLA ACCOGLIE
Nati in Italia
 Ricongiunti
 Minori non accompagnati
 Figli dei richiedenti asilo
 Adottati
 Figli di coppia mista
 Appartenenti ad una comunità rom (di
nazionalità straniera)

ACCOGLIERE VUOL DIRE




Assumere un atteggiamento di serenità e di calma di fronte a situazioni di totale
non comunicabilità
aggiornare le nostre conoscenze in merito ad aspetti relativi alla scuola, alla
lingua e alle modalità dell'educazione nei paesi altri
adottare e promuovere atteggiamenti di ascolto e apertura, ma anche di rispetto
dei tempi del SILENZIO e di attenzione a non incorrere in fraintendimenti
dare il tempo necessario alla famiglia e all'alunno di capire e adattarsi alle nuove
regole

saper ascoltare e leggere i bisogni anche senza il mezzo lingua

mettere in gioco tutte le possibilità non verbali di comunicazione

stabilire spazi di negoziazione sugli aspetti della vita quotidiana




prevedere e organizzare dispositivi per dare risposte qualificate ai problemi
didattici
essere disponibili a modificare il percorso didattico in relazione ai bisogni del
nuovo bambino
valorizzare e far conoscere la lingua e la cultura altra
svolgere un ruolo di mediazione tra le culture (MEDIATORE
INTERCULTURALE/LINGUISTICO-CULTURALE)
ACCOGLIENZA =
RIMUOVERE OSTACOLI CHE IMPEDISCONO A FAMIGLIE
E ALUNNI DI ACCEDERE E DI USUFRUIRE NEI MIGLIORI
DEI MODI DEL SERVIZIO EDUCATIVO
OSTACOLI




burocratici: fase dell'iscrizione ( richiesta/consegna di
documenti, regolamento scolastico, ordinamento della nostra
scuola, informazioni sul percorso scolastico del bambino, sulla
conoscenza della lingua madre e sul livello di conoscenza
dell'Italiano)
organizzativi: dare/chiedere informazioni sul funzionamento
della scuola, ma anche sui servizi socio-sanitari e assistenziali del
territorio, su eventuali associazioni di volontariato
emotivi: prevedere un tempo di adattamento alla nuova realtà
linguistici: prevedere a reperibilità di un mediatore nei casi di
completa incomunicabilità; rivedere tutto il materiale bilingue già
presente nella scuola; ipotizzare la traduzione del fascicolo
informativo, sintesi del POF, per gli iscritti alla classe prima )
IL PROTOCOLLO D’ACCOGLIENZA
si propone di:






Definire pratiche condivise all’ interno delle scuole in
tema d’accoglienza di alunni CNI
Facilitare l ’ ingresso di bambini e ragazzi di altra nazionalità
ne l sistema scolastico e sociale
Sostenere gli alunni neoarrivati nella fase di adattamento al
nuovo contesto
Favorire un clima d’ accoglienza e di attenzione alle relazioni
che prevenga e rimuova eventuali ostacoli alla piena
integrazione
Costruire un contesto favorevole all’incontro con le altre culture
e con le “storie” di ogni bambino
Promuovere la comunicazione e la collaborazione fra scuola e
territorio sui temi dell’ accoglienza e dell’educazione
interculturale nell’ ottica di un sistema formativo integrativo
IL
PROTOCOLLO
CONDIVISE
DI
DELINEA
PRASSI
CARATTERE:
amministrativo e burocratico (l ’ i s c r i z i on e)
comunicativo e relazionale (prima
conoscenza)
educativo – didattico (proposta di
assegnazione alla classe, accoglienza,
educazione interculturale, insegnamento
dell’ italiano seconda lingua)
sociale (rapporti e collaborazioni con i l
territorio)
PROCEDURE COMUNI RELATIVE AL PROTOCOLLO PER
L’ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI STRANIERI
ISCRIZIONE
 ACCOGLIENZA
 ASSEGNAZIONE alla CLASSE: criteri
 INSERIMENTO nella CLASSE: modalità
 DEFINIZIONE DEL CURRICOLO e
INSEGNAMENTO IL2
 EDUCAZIONE INTERCULTURALE
 VALUTAZIONE
 RACCORDO tra ORDINI di SCUOLA
 RAPPORTI con le FAMIGLIE
 RAPPORTI con il TERRITORIO

IL PROTOCOLLO PREVEDE
Che l’ ISCRIZIONE sia effettuata nel rispetto della
normativa vigente evitando la costituzione di
gruppi in cui risulti predominante la presenza di
alunni stranieri.
La normativa ( D.P.R. 31/8/99 n° 394 ) prevede che i minori
Stranieri vengano iscritti, in qualsiasi momento dell’anno
scolastico, alla classe corrispondente all’età anagrafica, salvo
che il Collegio dei Docenti deliberi l’iscrizione ad una classe
immediatamente precedente o successiva, tenuto conto :




dell’ordinamento degli studi del Paese di
provenienza dell’alunno
dell’accertamento di competenze, abilità,livelli di
preparazione dell’alunno
del corso di studi eventualmente seguito dall’alunno
nel Paese di provenienza
del titolo di studio eventualmente posseduto
IN FASE DI ISCRIZIONE
 Si
chiede la documentazione di rito
 Si forniscono informazioni su:
- organizzazione scolastica
- servizi del territorio (pulmino,
mensa, dopo scuola)
 Si avvisa il referente di Istituto / i
docenti al fine di fissare un incontro
con famiglia e mediatore culturale (se
necessario).
IL REFERENTE O F. S. E/O GLI INSEGNANTI DEL TEAM O
COORDINATORE INCONTRANO LA FAMIGLIA
ED EVENTUALMENTE L’ALUNNO STRANIERO AL FINE DI
RACCOGLIERE DATI SU:
BIOGRAFIA LINGUISTICA
Parla la lingua del paese di origine
Scrive nella lingua del paese di origine
Parla un dialetto del paese di origine o un dialetto familiare
Conosce altre lingue (lingua di contatto o altre lingue ufficiali del paese di
provenienza)
Se sì, quali? ________________________
Conoscenza scritta
conoscenza parlata
Conoscenza dell’italiano come lingua seconda(v.Framework europeo delle
lingue )
Livello base
A1 
A2 
Livello autonomo
B1 
B2 
Livello padronanza C1 
C2 
BIOGRAFIA SCOLASTICA
Ha frequentato la scuola dell’infanzia nel paese d’origine?
sì  no
Se sì, per quanto tempo?_____________________
Ha frequentato la scuola primaria nel paese d’origine? sì 
se sì, per quanti anni ha frequentato?___________
no
Percorso scolastico in Italia:
Ha frequentato la scuola dell’infanzia in Italia?
sì
Dove?___________________________________
Data di iscrizione, classe e scuola primaria in Italia:
Data_______ classe___ scuola_____________
Ritardo scolastico
sì
no
inserimento seconda età anagrafica:
ripetenza:
se sì, n.° anni 
sì
sì
no
no 
no
DURANTE IL PRIMO
COLLOQUIO DI
ACCOGLIENZA SI ASSUMONO
INFORMAZIONI ANCHE SU:
progetto
migratorio della
famiglia,
organizzazione scolastica
del paese di provenienza,
particolari bisogni e
necessità.
MATERIALI DI SUPPORTO
Scheda
– traccia primo colloquio
Questionario in più lingue
rivolto agli alunni neo-arrivati
Schede informative relative alla
scuola nei paesi d’origine degli
alunni immigrati.
INSERIMENTO IN CLASSE
Gli insegnanti osservano e registrano
comportamenti/atteggiamenti dell’apprendente
 Rilevano, se possibile, le competenze pregresse in
lingua madre e le abilità.
 Rilevano i bisogni specifici d’apprendimento e
individuano i primi elementi per la costruzione del
percorso personalizzato
 Predispongono il percorso didattico definendo gli
obiettivi trasversali e disciplinari individuali come
previsto dalla normativa vigente.
(C.M.08/09/81=programmazione; C.M.
26/07/90=strategie; D.P.R. 394 del 31/08/99 “necessario
adattamento dei programmi” )
 Predispongono, compatibilmente con le risorse,
laboratorio di IL2.

IL LABORATORIO DI
INSEGNAMENTO IL2
 Strutturato
quale attività aggiuntiva
extracurricolare (aumento del temposcuola) e in alcuni casi durante
l’orario di lezione ed organizzato
prevalentemente per gruppi di livello
di conoscenza della L2
 Finalizzato alla realizzazione di
attività specifiche rispondenti al
grado di competenza linguistica.
MEDIATORE INTERCULTURALE, MEDIATORE
LINGUISTICO-CULTURALE, FACILITATORE
MEDIATORE INTERCULTURALE
Insegnante che, con consapevolezza, si
interroga e si attrezza per favorire non tanto la
transizione da una cultura all'altra quanto la
sintesi, dove possibile, tra culture, allo scopo di
creare momenti pedagogici capaci di andare oltre
le reciproche differenze.
FACILITATORE
LINGUISTICO-CULTURALE
Figura che interviene nelle
scuole per avviare o facilitare
l’apprendimento dell’italiano L2
degli alunni immigrati.
È un docente o persona laureata
che padroneggia con sicurezza il
lessico e le regole dell’italiano L2.
MEDIATORE
LINGUISTICO- CULTURALE
(MLC)
Colui o colei che, in quanto membro
della comunità di appartenenza del
b/o straniero, possiede un buon livello
culturale,parla diverse lingue, facilita
l’inserimento dei cittadini stranieri
ed è tramite tra i bisogni dei migranti
e le risposte offerte dai servizi
pubblici.
IL MEDIATORE A SCUOLA
Chi è il mediatore linguistico culturale?
Una figura professionale che, attraverso la relazione, sia con il
proprio mondo di origine, sia con il mondo in cui è approdata,
riesce a fare da ponte fra l’allievo immigrato e il mondo della
scuola, del quale quest’ultimo viene a far parte.
Chi rappresenta il mediatore?
il mediatore, inteso proprio come ”colui che sta in mezzo” non
potrà essere un semplice membro della propria cultura o un
interprete pedissequo della cultura ospitante, nel qual caso non
metterebbe in atto alcun tipo di interazione tra una sponda e
l’altra, ma dovrà rappresentare il terzo elemento che permette il
dialogo, facilitando la relativizzazione delle posizioni, e, dunque,
la relazione.
Qual è il ruolo del mediatore?
Compito del mediatore è anche quello di mettere in
relazione le famiglie degli studenti immigrati con i
docenti ed in generale con l’istituzione scuola, con
l’obiettivo di rendere i genitori consapevoli e partecipi
al processo educativo dei propri figli.
Il mediatore può insegnare l’Italiano?
Il mediatore non è un alfabetizzatore, né può, in
nessun caso, sostituire l’insegnante nel suo compito,
primario e istituzionale di insegnare l’italiano come
L2; può, però, essere un valido supporto, lavorando
insieme con l’insegnante a tale scopo.
Il mediatore linguistico e culturale deve conoscere il
sistema scolastico dell’Italia e del proprio Paese.
LE COLLABORAZIONI CON
I MEDIATORI
Il mediatore culturale non sostituisce l’insegnante che
è l’esperto nell’insegnamento della L2; la presenza del
mediatore è opportuna nella fase di accoglienza, per
stabilire correttamente i primi livelli di comunicazione
ed orientamento e sostenere l’inserimento scolastico
dell’alunno di recente immigrazione
 Il mediatore agisce come supporto, come esperto
ovvero come “figura ponte”, che, con competenze
definite, interagisce con gli insegnanti e l’istituzione
scolastica entro i percorsi cui questa si dota per una
costruzione di scuola rivisitata in chiave interculturale
 Promuove e favorisce contatti tra scuola e famiglia, ad
esempio partecipa alle riunioni iniziali e successive
facendo da interprete e traducendo le comunicazioni
 Non insegna la L2, ma può attuare iniziative per la
valorizzazione e il mantenimento della lingua d’origine

Rif. Normativi: C.M. 205 del 1990, L. n. 40 del 1998, D.P.R. 394 del 1999
IN SINTESI: COSA SI PUÒ CHIEDERE A UN MEDIATORE?

collaborare con la scuola per favorire l’accoglienza dei neo – arrivati, sostenere
la prima fase di inserimento e fornire un adeguato supporto linguistico
rispetto a: traduzione e comprensione del curriculum scolastico svolto nel Paese
d’origine;

far comprendere i programmi della scuola italiana agli studenti immigrati e alle
loro famiglie;

collaborare con i docenti per rilevare le competenze e raccogliere la storia,
personale e scolastica degli alunni immigrati;

informare gli insegnanti sulle peculiarità dei sistemi scolastici dei paesi di
origine degli studenti provenienti da culture “altre”;

stabilire delle relazioni tra scuola e famiglia facilitando il dialogo e i rapporti, da
un punto di vista linguistico e culturale, fra le famiglie degli studenti immigrati
e i docenti;

tradurre avvisi, messaggi, documenti;

valorizzare la lingua e la cultura d’origine;

rinforzare la conoscenza della lingua di origine L1;

collaborare a progetti di educazione interculturale.
AZIONI DI INTEGRAZIONE
Le pratiche didattiche e le modalità organizzative realizzate e sperimentate in questi anni
(durante le prime due fasi) DELL’ACCOGLIENZA E DELL’INTEGRAZIONE) hanno dato
origine ad un “modello” di fatto di integrazione scolastica che si compone di molteplici
strumenti e attenzioni:

- per l’accoglienza e l’inserimento:
protocolli di accoglienza , commissioni e gruppi di lavoro; messaggi informativi e questionari
plurilingui, schede di conoscenza dell’alunno per la rilevazione iniziale, informazioni sui
sistemi scolastici e linguistici di provenienza; opuscoli plurilingui per i genitori, materiali in
varie lingue per l’orientamento e la prosecuzioni degli studi ;

- per l’apprendimento/insegnamento dell’italiano:
descrizione dei livelli linguistici tratta dal Quadro comune europeo di riferimento per le
lingue ; laboratori di italiano seconda lingua per comunicare e per studiare; tracce ed esempi
di programmazione; materiali e testi per apprendenti di età e livelli diversi; prove di ingresso
e prove di valutazione in itinere ...

- per l’apprendimento dei contenuti di studio:
glossari bilingui contenenti termini tratti dalla microlingua delle discipline; unità didattiche/tipo
per i livelli iniziali; testi a carattere disciplinare, riferiti al curricolo comune, semplificati dal
punto di vista linguistico e quindi più accessibili ad allievi ancora poco italofoni.
Naturalmente le pratiche, gli strumenti, i dispositivi organizzativi non sono conosciuti e diffusi in
tutte le scuole e fra la maggior parte degli insegnanti. E la loro disseminazione e
accessibilità rappresentano obiettivi importanti, per far sì che non si debba ricominciare
sempre tutto daccapo, ma che si possa contare sull’esperienza degli altri e farla propria.
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6.
7.
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9.
10.
10 ATTENZIONI PER L’ INTEGRAZIONE
Organizzare l’accoglienza
Esprimere apertura e intenzionalità
comunicativa
Le parole per dire e per studiare: percorsi
didattici e risorse per l’insegnamento della L2
Adattare i programmi e facilitare
l’apprendimento
Prevedere attività di preparazione e di aiuto
allo studio
Tra scuola e famiglia: sostenere la relazione
con i genitori immigrati
Lingue e culture a scuola. Riconoscere e
valorizzare le lingue d’origine
Sostenere il progetto formativo dopo l’obbligo
scolastico
Tutelare le situazioni di vulnerabilità
Educare alla comprensione e all’intercultura
Favaro, Insegnare l’italiano agli alunni stranieri, Nuova Italia, Milano 2002
INTEGRAZIONE
Termine usato a livello
europeo con il significato di
inclusione positiva, pari
opportunità, riconoscimento
della storia e della memoria
degli individui.
(Unione Europea 2004)
Si tratta quindi di porre
attenzione al
livello
cognitivo dei saperi e delle
informazioni e al livello
affettivo delle relazioni, dei
vissuti e
delle
reciproche rappresentazioni.
BIBLIOGRAFIA SULLA MEDIAZIONE
LINGUISTICO-CULTURALE
Favero G, I MEDIATORI LINGUISTICI E CULTURALI NELLA SCUOLA,
EMI, Bologna 2001
Castiglioni, LA MEDIAZIONE LINGUISTICO- CULTURALE. Principi,
strategie, esperienze, FrancoAngeli, Milano 1997
Milanesi A. (a cura di) MEDIARE PAROLE MEDIARE SIGNIFICATI.
La mediazione e i mediatori nella scuola e nei servizi educativi, Centro
interculturale Città di Torino, Centro interculturale Millevoci, Centro
Come, Didascalie Libri, Trento 2001
Castelli S, LA MEDIAZIONE. Teorie e tecniche Cortina, Milano 1996
Tarozzi M, LA MEDIAZIONE EDUCATIVA "Mediatori culturali" tra
uguaglianza e differenza, CLUEB, Bologna 1998
Demetrio D- Favero G, BAMBINI STRANIERI A SCUOLA. Accoglienza e
didattica interculturale nella scuola dell'infanzia e nella scuola
elementare, La Nuova Italia, Firenze 1997
Nigris E. (a cura di), EDUCAZIONE INTERCULTURALE Bruno Mondadori,
Milano 1996
Omodeo M, LA SCUOLA MULTICULTURALE, Carocci, Roma 2002
Sclavi M, ARTE DI ASCOLTARE E MONDI POSSIBILI, Le Vespe, Milano
2000
RIFERIMENTI LEGISLATIVI

Costituzione della Repubblica italiana, artt. 3 e 34

Dlgs 286/98 Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286, “Testo unico delle disposizioni
concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”

DPR 394/99 Decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394,
“Regolamento
della disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”


L 189/02 Legge 30 luglio 2002, n. 189, “Modifica alla normativa in materia di
immigrazione e asilo”
DPR 334/04 Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente
della
Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, in materia di immigrazione

L 53/03 Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei
livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale



DLgs 76/05 Definizione delle norme generali sul diritto-dovere all’istruzione e alla
formazione, a norma dell’articolo 2, comma 1, lettera c), della legge 28 marzo 2003, n. 53
Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri, emanate dal MIUR il
16 febbraio 2006
L 296/06 Legge 27 dicembre 2006, n. 296, “Disposizioni per la formazione del bilancio
annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2007)”, art. 1, comma 622

DM 22.08.07 Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di
istruzione
BREVE SITOGRAFIA

www.retetrevisointegrazionealunnistranieri.it

www.centrocome.it

http://centrialfa.comune.fi.it/
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“Cominciare bene: protocolli d`accoglienza e mediazione a scuola”