VADEMECUM AZIONE 2
“SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO”
Il vademecum intende aiutare i promotori del Servizio Volontario Europeo (SVE), in particolare le
organizzazioni proponenti, nella definizione di un buon progetto, attraverso un processo logico
di accompagnamento del lettore nelle tre macrofasi che lo caratterizzano: dall’idea alla redazione
del formulario di presentazione della domanda di sovvenzione, alla rendicontazione finale.
Il vademecum non sostituisce in alcun modo la guida al Programma Gioventù in Azione che
rimane il documento ufficiale della Commissione Europea cui dovete attenervi per la
presentazione e realizzazione del progetto.
Il presente opuscolo, da leggere solo dopo aver studiato con attenzione la guida ufficiale al
Programma GiA, è così articolato:
IDEAZIONE
pag. 2
VALUTAZIONE EX-ANTE
IDENTIFICAZIONE
pag. 44
pag. 18
IL BUDGET
VISIBILITÀ
pag. 39
pag. 33
DIFFUSIONE E VALORIZZAZIONE
pag. 36
Azione 2
IDEAZIONE
Cosa bisogna sapere prima di iniziare
Azione 2
CONOSCIAMO L’AZIONE 2
Servizio Volontario Europeo
Il Servizio Volontario Europeo (SVE) consente ai giovani di dedicare - individualmente o in gruppo - il proprio tempo in modo gratuito e disinteressato ad attività di volontariato all’estero, per
un periodo limitato compreso tra le 2 settimane e i 12 mesi.
Tramite la partecipazione a un progetto SVE, i giovani volontari hanno la possibilità di contribuire
allo sviluppo e al miglioramento dei contesti locali nei quali vengono inseriti e, allo stesso tempo,
di intraprendere un percorso di crescita personale, arricchendo il proprio bagaglio culturale,
umano e professionale. D’altra parte, le comunità locali risultano rafforzate da tale esperienza di
partenariato internazionale e stimolate a una maggiore attenzione nei confronti del mondo giovanile con il quale sperimentano opportunità di scambio culturale e condividono buone pratiche.
Le organizzazioni che promuovono lo SVE, inviando o ospitando i volontari, hanno infine la possibilità di confrontarsi con una nuova dimensione, quella europea, del proprio impegno per i giovani.
Ciascun progetto di Servizio Volontario Europeo prevede il coinvolgimento di due soggetti: il volontario (o i volontari) e i promotori del progetto (una o più organizzazioni di invio, una o più organizzazioni di ospitalità, un’organizzazione di coordinamento).
Inoltre, in attuazione della Carta SVE (vedasi Guida al Programma), è stato stabilito che i promotori
coinvolti assumano i seguenti ruoli e compiti:
Organizzazione di Invio (OI): seleziona e invia uno o più volontari, è responsabile della loro
preparazione e fornisce loro assistenza prima, durante e dopo il servizio SVE. Le OI possono essere
una o più per progetto SVE.
Organizzazione di Ospitalità (OO): accoglie uno o più volontari, assicurando condizioni di vita e
lavorative sicure e adeguate durante l’intero periodo di servizio. Provvede all’assistenza personale,
linguistica e lavorativa del volontario e nomina il mentore di supporto.
Organizzazione di Coordinamento (OC): presenta la domanda di sovvenzione all’Agenzia Nazionale
e si assume la responsabilità finanziaria dell’intero progetto nei confronti dell’ANG. La OC non deve
necessariamente essere l’OI o la OO (nonostante lo possa essere). Nel caso della partecipazione al
progetto di un solo volontario, il ruolo della OC sarà svolto necessariamente dalla OI o dalla OO.
I progetti SVE devono avere sempre una finalità pedagogica di apprendimento in un contesto non
formale e si rivolgono a giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni legalmente residenti nel Paese
dell’Organizzazione di Invio. I volontari con minori opportunità hanno il diritto di partecipare a un
progetto SVE a partire dall’età di 16 anni. Nella selezione dei volontari si raccomanda di rispettare
il principio dell’equilibrio di genere (parità maschi/femmine) tra i partecipanti.
Sia che partecipiate a un progetto SVE in qualità di promotore sia che lo facciate in qualità di
volontario, dovrete condividere con tutti i soggetti coinvolti ciascuna fase di elaborazione del
progetto, a cominciare dalla sua ideazione e preparazione. Il Servizio Volontario Europeo promuove, infatti, il criterio della progettazione partecipativa, ritenendo fondamentale il ruolo del
volontario sin dalle prime fasi del ciclo progettuale. Ciascun volontario può collaborare con l’organizzazione proponente per plasmare il progetto in base alle proprie aspettative e necessità, tenendo
sempre in considerazione il contesto locale di riferimento e i bisogni della struttura di ospitalità.
Affinché il volontario abbia un’idea chiara e precisa del Servizio Volontario Europeo in generale e, nello
specifico, delle caratteristiche del progetto al quale sta prendendo parte, è fondamentale:
• che i promotori forniscano informazioni complete sugli obiettivi, generali e specifici del
Azione 2
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Programma Gioventù in Azione, nonché le priorità dello stesso, invitando i volontari a studiare la
guida del programma e fornendo ulteriori documenti di approfondimento;
• che i promotori permettano al volontario di partecipare in modo attivo fin dallo studio preliminare
dell’idea, ovvero, di collaborare nella definizione dell’obiettivo del progetto, del tema del
progetto e delle competenze/conoscenze da acquisire, di come si ritiene di realizzarlo, delle
priorità del Programma a cui aderire, della composizione della partnership.
L’immediata responsabilizzazione del volontario nei confronti di tutti gli attori coinvolti nel progetto lo
rende protagonista della propria esperienza e lo incoraggia ad avviare un processo di trasferimento
delle competenze “da pari”, nonché a sviluppare o migliorare le proprie abilità relazionali e
sociali.
Poiché il termine “europeo” potrebbe trarre in inganno, è necessario chiarire sin da subito il carattere “mondiale” dello SVE: esso, infatti, non indica una limitazione geografica, bensì caratterizza
il valore delle attività (intendendo la promozione dei principi sui quali si fonda l’Unione Europea)
che possono svolgersi nella maggior parte dei Paesi del mondo, fatto salvo l’obbligo che l’organizzazione proponente sia legalmente costituta in un Paese aderente al Programma o dell’Europa
sud-orientale o in un Paese della “Eastern Partnership” (Armenia, Azerbaijan, Bielorussia,
Georgia, Moldova, Ucraina).
In ogni progetto, inoltre, dovrà essere sempre presente almeno un Paese dell’UE. Per essere considerato eleggibile, ogni promotore deve risiedere in un Paese aderente al Programma, in un
Paese partner limitrofo o in altri Paesi partner nel resto del mondo (vedasi Guida al Programma
GiA pagg. 17-18).
Qualsiasi promotore che desideri inviare/ospitare volontari SVE o coordinare un progetto SVE,
deve essere accreditato. L'accreditamento serve per ottenere l’accesso allo SVE e assicurare un
comune livello di qualità. Tutte le organizzazioni accreditate sono presenti nell’apposito database
pubblicato sul sito della Commissione Europea (http://ec.europa.eu/youth/evs/aod/hei_en.cfm) al
fine di facilitare la ricerca dei partner. Per essere accreditate, le organizzazioni devono presentare
una domanda di accreditamento (Manifestazione d’interesse), che deve principalmente contenere
le motivazioni generali e le idee per le attività SVE da realizzare, all’Agenzia Nazionale del proprio Paese titolare della gestione del Programma Gioventù in Azione (vedasi Guida al
Programma).
I promotori provenienti da Paesi non aderenti al Programma, o esterni all'Europa sudorientale/Europa
Orientale e Caucaso, non hanno bisogno di accreditamento per partecipare allo SVE.
Chiarito ciò, è necessario sottolineare che la scelta della sede in cui il volontario può prestare servizio
dipende dal proprio Paese d’origine:
PAESE ADERENTE AL PROGRAMMA
PAESI PARTNER LIMITROFI O
NEL RESTO DEL MONDO
Il volontario può prestare servizio in:
• Paesi aderenti al Programma
• Paesi partner limitrofi
• Paesi partner nel resto del mondo
Azione 2
Il volontario può prestare servizio solo in
un Paese aderente al Programma
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Inoltre, ricordate che possono presentare domanda di sovvenzione all’Agenzia Nazionale Italiana i promotori residenti in Italia, i quali devono sottoscrivere l’Accordo Preliminare (incluso nel formulario di
candidatura) con promotori residenti in Paesi aderenti al Programma e/o in Paesi partner limitrofi. Tale
documentazione dovrà essere inviata all’applicant, che, in qualità di Organizzazione di Coordinamento
incaricata della presentazione della candidatura completa in ogni sua parte e a nome di tutti, la
allegherà alla richiesta di finanziamento.
In ciascun progetto di Servizio Volontario Europeo, oltre alla promozione e all’esercizio della cittadinanza attiva, costituiscono elementi fondamentali la dimensione e lo spirito del servizio, il rapporto con la
comunità locale e l’apprendimento non formale e informale. Il dialogo con culture, religioni, etnie differenti dalla propria, l’interscambio di conoscenze tra pari, la promozione del valore della solidarietà
rappresentano gli obiettivi essenziali di ogni attività SVE. Secondo il principio dell’imparare facendo, i
volontari acquisiscono ogni giorno attraverso l’esperienza pratica nuove competenze, abilità e
conoscenze, quali competenze civiche e sociali (apertura agli altri, spirito di solidarietà, rispetto dei principi democratici di libertà e uguaglianza; comunicare, lavorare in gruppo, entrare in relazione con gli
altri, ascoltare, convincere, ecc.), competenze politiche (mettersi al servizio dell’interesse comune,
imparare a esercitare la democrazia diretta ecc.), competenze linguistiche (apprendimento o miglioramento della conoscenza di lingue straniere, miglioramento della comunicazione nella propria lingua
madre, ecc.).
L’elenco delle possibili tematiche per un progetto SVE è molto ampio: avete infatti l’opportunità
di realizzare le vostre idee tramite iniziative in diverse aree quali cultura, arte, protezione civile, ambiente,
cooperazione allo sviluppo, dialogo interreligioso, lotta contro le discriminazioni, politiche giovanili,
protezione degli animali e molte altre ancora. Sono invece esclusi gli interventi che comportano un qualsiasi rischio e/o situazioni immediatamente successive a crisi (aiuti umanitari, aiuti immediatamente successivi a catastrofi ecc.).
In conclusione, gli elementi che contribuiscono alla realizzazione di un Servizio Volontario Europeo di
qualità sono:
SPIRITO E QUALITA’
DEL SERVIZIO
APPRENDIMENTO NON
FORMALE
IMPATTO SULLA
COMUNITÀ LOCALE
PARTECIPAZIONE ATTIVA
DEI GIOVANI
DIMENSIONE EUROPEA DEI
TEMI SCELTI
DIMENSIONE
INTERCULTURALE
Ricordate che l’Azione “Servizio Volontario Europeo” intende potenziare la partecipazione dei
giovani alle diverse forme di attività di volontariato all'interno e all'esterno dell'UE, nella prospettiva di sviluppare la solidarietà tra i giovani, promuovere la loro cittadinanza attiva e favorire la
comprensione reciproca.
Tenendo presente questa premessa e la rilevanza delle parole-chiave sopra evidenziate, vi invitiamo a
inquadrare il vostro progetto SVE nell’ambito dell’obiettivo generale di GiA che mira a “Sviluppare la
solidarietà dei giovani”.
Azione 2
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IL VOLONTARIO
Il volontariato è per i giovani “una forma di partecipazione sociale, un’esperienza educativa,
nonché un fattore di occupazione e d’integrazione” ed è uno degli ambiti tematici prioritari
nei quali si esplicano le politiche europee per la gioventù. Il Servizio Volontario Europeo è
dunque un’esperienza che ne accresce la solidarietà, che promuove la cittadinanza attiva e
responsabile ed è uno strumento di apprendimento non formale e informale. E’ un mezzo
attraverso il quale i giovani possono entrare in contatto con altre culture, imparare nuove
lingue, collaborare al miglioramento delle comunità locali nelle quali andranno a operare.
Passare alcuni mesi all’estero può cambiare radicalmente la propria vita e pertanto richiede
una seria riflessione prima dell’accettazione dell’impegno. Suggeriamo ai volontari di prendersi il proprio tempo per valutare se sono pronti per questo tipo di esperienza, soprattutto
nel caso si tratti del primo soggiorno all’estero e laddove la cultura di accoglienza sia molto
diversa da quella di origine.
Anche delle semplici domande, come quelle suggerite dal percorso illustrato nell’immagine
che segue, possono aiutare i giovani volontari a comprendere se sono in grado di affrontare
una sfida tanto importante e con i dovuti entusiasmo e motivazione!
LO SVE FA PER TE?
Quali sono i tuoi motivi?
a) Per fare volontariato?
b) Per scegliere lo SVE
c) Per svolgere un servizio
per mesi?
d) Per fare un’esperienza
all’estero?
Per orientare i giovani a trovare il “proprio” progetto nell’ambito del Servizio Volontario
Europeo suggeriamo di consultare:
EVS Guide for Volunteers: http://www.evsguide.eu/evsguide.html
Azione 2
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CONOSCIAMO L’OBIETTIVO GENERALE
Sviluppare la solidarietà dei giovani
L'obiettivo generale dell’Azione 2 "Sviluppare la solidarietà dei giovani" ha lo scopo di promuovere la tolleranza contribuendo così a rafforzare la coesione sociale mediante i due obiettivi specifici seguenti:
• favorire l’impegno personale dei giovani in attività di volontariato a livello europeo e internazionale;
• associare i giovani alle azioni di solidarietà dell’Unione europea.
Il volontariato, così come ribadito nella decisione del Consiglio UE che ha istituito l’Anno europeo
2011 delle attività di volontariato, “è una delle dimensioni fondamentali della cittadinanza attiva e
della democrazia, nella quale assumono forma concreta valori europei quali la solidarietà e la non
discriminazione e in tal senso contribuisce allo sviluppo armonioso delle società europee”.
Il volontariato genera capitale umano e sociale, è uno strumento di integrazione e fattore chiave
per migliorare la coesione sociale. Ma soprattutto il volontariato traduce concretamente i valori
fondamentali su cui si fonda l'Europa, che sono la giustizia, la solidarietà, l'inclusione e la cittadinanza.
I volontari contribuiscono a plasmare la società europea e, quelli che operano al di fuori dei loro
Paesi d'origine, aiutano attivamente a costruire un'Europa dei cittadini. Le attività di volontariato sono infatti implicitamente legate a molti settori della politica dell'Unione europea, come l'apprendimento permanente, lo sviluppo rurale e lo sport, dove offrono una dimensione importante
ai programmi dell'Unione. Esse arrecano beneficio al singolo volontario, alle comunità e alla società
nel suo insieme e sono inoltre un mezzo con cui i giovani e le associazioni rispondono alle necessità e alle preoccupazioni di carattere umano, sociale, intergenerazionale o ambientale.
Il volontariato mira a migliorare la comprensione reciproca e contribuire allo sviluppo di un'identità europea più forte. Le attività di volontariato possono, infatti, integrare i diritti dei cittadini e promuovere la loro partecipazione attiva alla società. Ciò vale soprattutto per il volontariato internazionale, che offre possibilità di apprendimento interculturale e di sviluppo di
un'identità europea. Il volontariato è inoltre un fattore di innovazione sociale che può mobilitare
la creatività dei giovani per mettere a punto soluzioni e fare un uso migliore di risorse limitate.
Favorisce la coesione sociale e l'inclusione sociale, implica condivisione e aiuto agli altri e contribuisce così a sviluppare la solidarietà. Le attività di volontariato aumentano la tolleranza dei
giovani nei confronti delle categorie svantaggiate della società e contribuiscono a ridurre il
razzismo e i pregiudizi.
Ogni giorno milioni di volontari contribuiscono in modo determinante alla crescita sociale
dell'Europa e dedicano il proprio tempo a rendere la nostra società migliore.
Il volontariato può senza dubbio favorire la partecipazione attiva dei giovani alla società. A
livello individuale, può consentire ai giovani di acquisire competenze sociali, svolgere un ruolo
utile e collegarsi o entrare nuovamente in contatto con la società. A livello della collettività,
può essere uno strumento per il rafforzamento del proprio ruolo, in particolare per coloro che
appartengono ai gruppi svantaggiati della società. Se i giovani sono bene informati sul volontariato e le loro esperienze in questo campo sono positive, saranno più propensi a continuare
a essere volontari attivi per tutta la loro vita, spingendo altri giovani a seguire il loro esempio.
Azione 2
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PER APPROFONDIRE
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Il
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Il
Il
Il
sito del Dipartimento della gioventù http://www.gioventu.gov.it/
sito dell’Agenzia Nazionale Giovani: http://www.agenziagiovani.it/home.aspx
Portale europeo dei giovani: http://europa.eu/youth/index.cfm?l_id=IT
sito “Volontario in Europa": http://www.volontarioineuropa.eu/index.php
sito sulle politiche giovanili del Consiglio d’Europa:
http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/index.html
http://www.youthforum.org/
• The European Youth Forum:
Una volta presa confidenza con il programma “Gioventù in Azione”, riflettete su come la vostra idea
sia collegata alle priorità permanenti del Programma: cittadinanza europea, partecipazione
dei giovani, diversità culturale, inserimento dei giovani con minori opportunità. Ricordate che
non è necessario che la vostra idea progettuale aderisca obbligatoriamente a tutte le priorità
del programma GiA così come a tutti gli obiettivi: identificate, pertanto, le tematiche realmente pertinenti alle finalità del vostro progetto!
Azione 2
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IL MOTORE DEL PROGRAMMA GIOVENTÙ IN AZIONE
Le quattro priorità permanenti e l’educazione non formale
Le quattro priorità e l’apprendimento non formale rappresentano i pilastri su cui si basa la
costruzione del programma Gioventù in Azione; occorre dunque impadronirsi di questi concetti
chiave per poter realizzare un’iniziativa efficace. Come vedrete i temi affrontati sono fortemente
legati tra loro.
SUGGERIMENTI
I centri risorse Salto-Youth (http://www.salto-youth.net/tools/training/find-a-training/) mettono a disposizione un calendario con le attività formative organizzate nel campo
della gioventù. Se sono attinenti alla vostra idea, correte ad iscrivervi!
Per la ricerca partner ricordiamo inoltre la banca dati europea degli enti accreditati SVE
http://ec.europa.eu/youth/evs/aod/hei_en.cfm e quella dell’Agenzia Nazionale Giovani
http://www.agenziagiovani.it/BancheDati.aspx
Partecipazione dei giovani
La nozione di partecipazione dei giovani nella società è in continua evoluzione. La Carta europea della
partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale afferma che “partecipare ed essere un cittadino
attivo, vuol dire avere il diritto, i mezzi, il luogo, la possibilità, e, se del caso, il necessario sostegno per
intervenire nelle decisioni, influenzarle ed impegnarsi in attività ed iniziative che possano contribuire
alla costruzione di una società migliore”. Questa definizione non limita dunque la partecipazione alla
vita democratica di una comunità, qualunque essa sia, unicamente al fatto di votare o di presentarsi a
delle elezioni, per quanto importanti siano tali elementi; evidenzia, invece, come partecipare significhi
esercitare influenza e responsabilità su decisioni e azioni che hanno un impatto sulla vita dei giovani o
sono semplicemente importanti per loro. In questo approccio, che rispecchia anche le finalità del
Programma “Gioventù in Azione”, i giovani sono visti come attori attivi nelle proprie organizzazioni o
nella vita delle proprie comunità e pertanto dovrebbero ricevere l’opportunità di esprimere i propri
bisogni e di trovare la strada per soddisfarli. Nel caso di progetti di Servizio Volontario Europeo, nello
specifico, i giovani volontari sono impegnati anche nello sviluppo e/o nel miglioramento di realtà diverse
dalla propria, nelle quali operano tenendo sempre presente i valori fondamentali sui quali si fonda
l’Unione Europea e facendosene portatori.
Per introdurre i principi della partecipazione giovanile in una comunità possiamo utilizzare il modello ideato da Marc Jans e Kurt de Backer, che fa riferimento alle “tre C per una partecipazione di successo”:
Challenge (Sfida), Capacity (Capacità), Connection
(Connessione). Secondo questo approccio, per
costruire un progetto di successo è necessario che i
giovani trovino il giusto equilibrio tra i propri interessi,
le proprie attitudini e i propri limiti. In secondo
luogo, bisogna che i giovani siano coinvolti in tutto il
Azione 2
9
processo, in modo da accrescere il loro senso di appartenenza.
Questo modello suggerisce dunque che:
• la partecipazione dovrebbe fondarsi su una sfida, ovvero su un’attività stimolante, convincente
e d’interesse per i giovani;
• la partecipazione dovrebbe fondarsi sulla capacità: i giovani devono possedere le motivazioni
necessarie per impegnarsi nella sfida, altrimenti potrebbero rinunciarvi con conseguente senso
di sfiducia e frustrazione. Il progetto dovrà colmare le eventuali lacune dei giovani e offrire
occasioni di apprendimento non formale e informale;
• la partecipazione dovrebbe fondarsi su una connessione, ovvero i giovani dovrebbero sentire
un legame con l’attività che deve essere adattata e compatibile con il loro mondo.
Lo SVE rappresenta un’importante opportunità per i giovani per poter partecipare attivamente al
cambiamento in positivo di realtà che presentano necessità di supporto per migliorare le proprie
condizioni. L’idea alla base di questa Azione è che i giovani assumano un ruolo-chiave nel risolvere problemi che ostacolano lo sviluppo di realtà e comunità diverse dalla propria, che si impegnino
per sensibilizzare altri giovani sull’importanza della partecipazione attiva, che possano apprendere e migliorare le proprie conoscenze, abilità e attitudini attraverso percorsi di educazione non
formale e informale.
Un progetto SVE consente ai giovani volontari di mettere a frutto la propria volontà di azione per
dare impulso a progetti di sviluppo locale. Per sua stessa natura, un progetto SVE richiede la piena
integrazione del volontario nella comunità che lo riceve. Questo contribuisce molto al valore formativo dell'esperienza per i giovani. La qualità di questa integrazione, a sua volta, deve far sì che
le attività volontarie abbiano effetti tangibili sul piano locale.
Lo schema che segue illustra l’importanza della “partecipazione attiva”. La partecipazione attiva dà ai giovani il potere di influenzare il mondo attorno a loro e di coniugare il loro entusiasmo e la responsabilità
assunta verso la comunità che li accoglie, la creatività e la partecipazione a incarichi concreti.
I vantaggi della partecipazione attiva dei giovani sono numerosi e si riflettono in particolar modo nell’acquisizione di competenze chiave per l’apprendimento non formale, come ad esempio sviluppare la
capacità di influire su temi importanti per sé, imparare a fare cose nuove, esprimere la propria creatività e
i propri interessi, lavorare in gruppi che condividono le stesse prospettive, sviluppare il senso di responsabilità verso se stessi e nei confronti della comunità locale. La base comune di queste competenze comprende la capacità di comunicare in modo costruttivo in ambienti diversi, di mostrare tolleranza, di
Azione 2
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esprimere e di comprendere diversi punti di vista, di negoziare con la capacità di creare fiducia e di
essere in armonia con gli altri. Ricordate che il volontario SVE opera in due comunità diverse: quella di
attuazione delle attività, che contribuisce a migliorare, e quella di origine, nella quale si farà portatore
dei valori e delle esperienze vissute.
PER APPROFONDIRE
• Participation Models - A chase through the maze. Citizens, Youth, Online
http://www.nonformality.org/wp-content/uploads/2011/07/Participation-Models-20110703.pdf
• Consiglio d’Europa - Carta europea riveduta della partecipazione alla vita locale e
regionale http://www.coe.int/t/dg4/youth/Source/Coe_youth/Participation/COE_charter_participation_it.pdf
La cittadinanza europea e la dimensione europea
La cittadinanza europea è sia un processo che uno status che idealmente permette agli individui di
essere pienamente se stessi e allo stesso tempo essere una parte attiva delle proprie comunità in tutta
Europa. Tutto questo senza rinunciare ad alcuna parte della propria identità o senso di appartenenza,
quanto piuttosto approfondendoli.
Nel concreto, il concetto di cittadinanza europea, alla luce dei continui cambiamenti sociali, politici e tecnologici, è un’idea dinamica e “under construction”. Tale complessità va sempre tenuta a mente nella
stesura dei progetti perché vi si chiede anche di indagare e arricchire il senso di appartenenza all’Europa.
In fondo la domanda semplice che ci dobbiamo porre è: abbiamo fatto l’Europa, ora come facciamo gli europei?
Essere “cittadini europei” in un’Azione SVE significa che i giovani, attraverso le loro idee e le azioni, possono ritagliarsi un ruolo attivo nell’Europa politica e sociale.
Il secondo elemento importante dello SVE, strettamente legato al precedente, è la “dimensione europea”. Un’Azione SVE deve avere una dimensione europea, deve cioè affrontare temi di interesse
europeo e/o problematiche comuni e/o i valori di riferimento dell’UE.
Ciò significa che nella scelta del tema che andrete a sviluppare nel progetto, oltre a definirlo chiaramente, dovrete rappresentare un’esigenza/fabbisogno sia della realtà locale nella quale si andrà a operare
sia dell’Unione Europea. Qualora il Paese di attuazione delle attività non sia membro UE o addirittura
si trovi geograficamente in un altro continente, la dimensione europea deve essere comunque considerata e anzi, in un certo senso, enfatizzata, poiché i volontari dovranno farsi portatori dei valori fondanti l’UE
(quali la democrazia, la tolleranza, il rispetto dei diritti umani ecc.) laddove le culture e le tradizioni siano
fortemente diverse.
PER APPROFONDIRE
• Programma di Partenariato sulla Formazione Giovanile Europea, T-kit: "In
Costruzione...Cittadinanza, Gioventù ed Europa"
http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/publications/T-kits/7/Tkit_7_IT
• “What could European Citizenship in youth work look like?”
http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Training/EC_Valorisation_Publication.pdf
Azione 2
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Inclusione di giovani con minori opportunità
Il concetto di “Inclusione” definisce una situazione ideale nella quale tutte le persone che vivono in una
determinata società hanno pari diritti di accesso e di partecipazione. Situazione ideale che non si realizza
nella realtà, trasformando l’inclusione in un obiettivo da perseguire: favorire una migliore e piena integrazione della persona nel contesto sociale ed economico nel quale vive, incentivare il suo inserimento
e la sua partecipazione.
Il Programma Gioventù in Azione si pone questo obiettivo in riferimento ai giovani con minori opportunità, ovvero quei giovani che si trovano in una situazione di svantaggio rispetto ai loro coetanei.
Non ci sono solo condizioni soggettive all’origine dell’esclusione (una disabilità, una dipendenza, ecc.)
ma anche culture e contesti che generano esclusione sociale. Per rischio di esclusione si deve quindi
intendere un concetto dinamico che consideri anche le condizioni che possono, in qualsiasi momento
della vita di ciascuno, accrescere il rischio di essere esclusi (disoccupazione, basso reddito, basso livello
d’istruzione, dover emigrare, ecc.).
L’inclusione in un progetto SVE può presentarsi sotto varie forme:
• i giovani con minori opportunità sono coinvolti direttamente come volontari dell’idea-progetto;
• l’inclusione dei giovani con minori opportunità è il tema e l’oggetto dell’idea progettuale. Lo
SVE rappresenta indubbiamente un valido strumento, in un’ottica di aiuto tra pari, nel
sostenere gruppi di giovani (target) che hanno minori possibilità, ad esempio, occupandosi di
giovani spesso emarginati dalla società a causa della loro diversità (colore della pelle, capacita
mentali o fisiche, cultura, orientamento sessuale, religione, ecc.) o perché si trovano in situazioni
difficili (mancanza del sostegno della famiglia, povertà, basso titolo di studio, criminalità, abuso o
dipendenza da droghe, disoccupazione, ecc.) o anche soltanto perché vivono in zone rurali o lontane, con accesso limitato alle informazioni;
• l’inclusione può anche riguardare bambini e adulti. Pensate all’impatto positivo in un contesto
locale di giovani volontari che lavorino con bambini disabili o sviluppino relazioni giovani-anziani.
PER APPROFONDIRE
• Programma di Partenariato sulla Formazione Giovanile Europea, T-Kit
“Inclusione Sociale”
http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/8/Italian/tkit8_italian.pdf
• Salto-Youth ID Booklet “Idee per l’inclusione e la diversità”
http://www.salto-youth.net/downloads/4-17-2069/IDBookletIT.pdf
Inclusione di giovani con minori opportunità
Il preambolo della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea afferma che: “L'Unione Europea
si fonda sui valori indivisibili ed universali di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà;
l’Unione si basa sui principi di democrazia e dello Stato di diritto (…). L'Unione contribuisce al mantenimento e allo sviluppo di questi valori comuni, nel rispetto della diversità delle culture e delle tradizioni
dei popoli europei, dell'identità nazionale degli Stati membri". Il concetto di diversità costituisce
dunque uno dei pilastri dell’Unione Europea per conseguire i propri obiettivi strategici di cooperazione
e integrazione e costruire un’Europa più inclusiva.
Azione 2
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Seguendo questo approccio, la dimensione interculturale dei progetti costituisce uno strumento fondamentale per promuovere la diversità culturale e per coinvolgere i giovani europei nella vita politica e
sociale delle proprie comunità.
La comunicazione tra le diverse identità culturali richiede il riconoscimento dell’altro sia come uguale che
come diverso. L’educazione interculturale può dunque rafforzare la propria identità individuale o di gruppo non in contrapposizione ma in comunicazione con gli altri; aiutare a sviluppare un personalità curiosa,
attenta, disponibile, sensibile rispettosa dell’altro; stimolare la riflessione su di sé, sugli altri, sugli
stereotipi e i pregiudizi, dimostrando capacità autocritiche; aiutare a prendere coscienza della complessità
dei punti di vista e quindi essere capace di cambiare il proprio essere, capace di accettare e convivere
costruttivamente con il diverso, riconoscendone i diritti; in conclusione, sviluppare una migliore capacità di
partecipazione nella società moderna.
La dimensione interculturale è certamente una delle caratteristiche fondamentali dei progetti SVE. Un
giovane che presta servizio per un certo periodo in un Paese diverso dal proprio entra necessariamente
in contatto con usi e costumi, tradizioni e, spesso, credenze religiose differenti che contribuiscono ad
accrescere il bagaglio culturale ed esperienziale del volontario. La diversità, dunque, interpretata positivamente come fonte di nuove conoscenze, offre momenti di confronto, di scambio e di arricchimento.
Ogni volontario può produrre un effetto a cascata facendosi moltiplicatore di ciò che ha appreso, promuovendo l’importanza del dialogo interculturale ed interreligioso fra le nuove generazioni, in società
ormai sempre più diversificate e complesse.
La dimensione interculturale è uno dei valori aggiunti dello SVE, che permette di sviluppare competenze
a essa associate, di apprendere come si lavora e come si prendono decisioni all’interno di un team internazionale, di condividere compiti e responsabilità con persone di altri Paesi. La partecipazione a questi
progetti aiuta a sviluppare la necessaria fiducia in se stessi per assumere una posizione attiva nella propria comunità locale e, ad esempio, a mettere in pratica idee sviluppate insieme ai coetanei europei al
proprio rientro. “Pensa globale, agisci localmente!”
PER APPROFONDIRE
• Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea
http://www.europarl.europa.eu/charter/default_it.htm
• Consiglio d’Europa – Commissione Europea T-Kit “Apprendimento Interculturale”
http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/publications/T-kits/4/Tkit_4_ITA
Arrivati a questo punto, chiedetevi in che modo il vostro progetto sia collegato alle priorità annuali
del Programma “Gioventù in Azione”. Le cinque priorità annuali del 2012 sono le seguenti:
Disoccupazione giovanile, Lotta contro la povertà e l'emarginazione, Creatività e imprenditorialità,
Lo sport per promuovere stili di vita salutari, inclusione sociale e partecipazione attiva, Sfide
ambientali globali e cambiamento climatico. Ancora una volta non è necessario focalizzarsi su
tutte le priorità, ma scegliere soltanto quelle in linea con il vostro progetto. Ricordatevi che gli
obiettivi generali, le priorità permanenti e annuali, vi spiegano perché il vostro progetto è importante nel quadro del Programma “Gioventù in Azione”.
Azione 2
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APPRENDIMENTO NON FORMALE
L'apprendimento non formale è quello che ha luogo al di fuori del curriculum previsto dall’istruzione formale. Le attività di apprendimento non formale si svolgono su base volontaria e sono accuratamente progettate per favorire lo sviluppo personale, sociale e professionale dei partecipanti. In Europa, la maggior parte dei cittadini ha ricevuto nella propria
vita una qualche forma di scolarizzazione. Questa istruzione scolastica formale si basa normalmente su una relazione “verticale” tra studente e insegnante: colui che possiede la
conoscenza e la trasmette (insegnante) e colui che la riceve (discente). L’istruzione non-formale, al contrario, può essere spiegata con la formula “learning by doing”, ovvero imparare
direttamente sul campo. La metodologia di apprendimento consiste nell’interazione tra i
discenti e le concrete situazioni di cui fanno esperienza. Non vi sono insegnanti che impartiscono lezioni ex-cathedra: i giovani, gli animatori giovanili, gli educatori (trainer) sviluppano insieme conoscenze e competenze, in una relazione “orizzontale”.
I principi dell'apprendimento non formale:
• Utilizza metodi partecipativi, incentrati su chi apprende.
• Costruito in base agli interessi dei giovani.
• La valutazione di fallimento o successo non è mai individuale ma collettiva, diritto di sbagliare.
• Realizzato in ambienti e situazioni nelle quali la formazione e l'apprendimento non
sono l'unica attività.
• Il contesto di apprendimento deve mettere a suo agio i partecipanti.
• Le attività sono guidate da facilitatori dell’apprendimento, sia professionisti sia volontari.
• Le attività sono pianificate in base a obiettivi e si rivolgono a gruppi target specifici.
Le metodologie partecipative utilizzate nell’educazione non formale sono molte e sono strettamente legate agli obiettivi che si intendono raggiungere attraverso il proprio progetto:
un’iniziativa focalizzata sull’inclusione di giovani con minori opportunità, svilupperà strumenti di apprendimento diversi da attività che mirano a educare alla cittadinanza europea.
Ogni situazione è diversa. Leggete i metodi presentati nelle varie pubblicazioni che vi consigliamo come approfondimento e, in questa prospettiva, sceglieteli, adattateli o create qualcosa di nuovo a seconda delle particolari esigenze del gruppo. I metodi presentati non sono
verità assolute, sono degli esempi, una raccolta di esperienze utili.
Nello sviluppo dell’attività educative e nella definizione dei contenuti è importante
definire chiaramente quali sono le competenze chiave (vedi focus sullo Youthpass)
sviluppate nel nostro processo di apprendimento. Gli elementi qualitativi da considerare nella
realizzazione di un’attività di apprendimento non formale sono: chiarezza degli obiettivi
- qualità dello staff (volontari e professionali) - varietà dei metodi partecipativi utilizzati - equilibrio tra attività educative individuali e di gruppo - divisione appropriata del tempo tra
studio, svago e tempo privato - equilibrio tra apprendimento cognitivo, emotivo e
comportamentale nella definizione delle attività.
Azione 2
14
Il Servizio Volontario Europeo rappresenta un’occasione di istruzione e di formazione supplementare, ossia servizio di “apprendimento non-formale”, attraverso cui i giovani volontari possono acquisire competenze per il loro sviluppo personale, formativo e professionale scoprendo
nuovi orizzonti e integrandosi in altri contesti sociali e culturali diversi dai propri. Gli elementi
dell’apprendimento consistono nella definizione comune dei risultati, processi e metodi che si
attendono dalla formazione, nella certificazione delle competenze acquisite, nella partecipazione del volontario al ciclo di formazione SVE e nella fornitura costante di supporto rispetto ai compiti da svolgere nonché di sostegno linguistico e personale, comprese le tecniche di
prevenzione e gestione delle crisi.
È utile sapere che i centri risorse Salto-Youth mettono a disposizione un database denominato
TOY di trainer esperti in educazione non formale che potete contattare direttamente o
tramite Salto. (http://www.salto-youth.net/tools/toy/)
Per maggiori approfondimenti e per esplorare e sviluppare nuovi metodi a seconda della
vostra situazione di apprendimento e formazione, vi suggeriamo:
• T-Kit “Fondamenti della Formazione” (per animatori):
http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/6/Italian/tkit6_italian.pdf
• T-Kit “Inclusione sociale”:
http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/8/Italian/tkit8_italian.pdf
• Going International-Opportunities for All - practical Inclusion Methods
http://www.salto-youth.net/downloads/4-17-397/GoingInternational.pdf
• T-Kit “Cittadinanza europea”:
http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/7/Italian/tkit7_italian.pdf
• Il sito sull’educazione alla cittadinanza europea:
http://www.european-citizenship.org/2008/04/project-characteristics/
• T-Kit “Apprendimento interculturale”:
http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/4/Italian/tkit4_italian.pdf
• La sezione di SALTO sulla diversità culturale:
http://www.salto-youth.net/rc/cultural-diversity/resources/
Azione 2
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YOUTHPASS
Tutti i partecipanti a un progetto di Gioventù in Azione nell’ambito dell’Azione “Servizio
Volontario Europeo” hanno diritto a ricevere il Certificato Youthpass che convalida la partecipazione al progetto, descrive le attività e il coinvolgimento del volontario e mostra le competenze acquisite.
È importante sapere che lo Youthpass è basato sulla raccomandazione dell’Ue in merito alle competenze chiave per l’apprendimento permanente (lifelong learning). Per “competenza” si
intende una combinazione di conoscenze, abilità e attitudini adeguate per affrontare
una situazione particolare. Le “competenze chiave” sono quelle che contribuiscono alla realizzazione personale, all’inclusione sociale, alla cittadinanza attiva e all’occupazione e sono:
1. Comunicazione nella madrelingua - 2. Comunicazione nelle lingue straniere - 3. Competenza
matematica e competenze di base in scienza e tecnologia - 4. Competenza digitale - 5. Imparare
a imparare - 6. Competenze sociali e civiche - 7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità - 8.
Consapevolezza ed espressione culturale.
I progetti in campo giovanile contribuiscono in varia maniera, attraverso l’educazione e l’apprendimento non formale, all’acquisizione delle competenze chiave. L’esperienza di volontariato
SVE può sviluppare, ad esempio, le competenze di spirito di iniziativa nel servizio svolto
a beneficio della comunità, così come la comunicazione in una lingua straniera diversa
da quella madre. Ma non solo: con lo Youthpass si vuole che le attività svolte dai volontari
mirino a dare ai giovani gli strumenti per “imparare a imparare”, competenza considerata cruciale per l’acquisizione di tutte le altre.
Per aiutare il volontario/la volontaria a riflettere e tradurre in parole ciò che ha appreso, la
Commissione Europea ha introdotto il certificato Youthpass.
Lo Youthpass è uno strumento di supporto per i giovani affinché facciano il miglior uso possibile
delle esperienze vissute durante la loro partecipazione al programma. Il certificato Youthpass può
ritenersi un documento utile per descrivere gli obiettivi di apprendimento raggiunti in un
progetto SVE a futuri datori di lavoro o istituti di istruzione formale che sappiano
riconoscere le competenze acquisite tramite esperienze di apprendimento non formale.
In breve, come Youthpass può aiutare i volontari a beneficiare appieno dell'esperienza SVE? Il
Certificato Youthpass conferma e riconosce che un giovane ha effettuato un servizio in qualità di
volontario all'estero, e inoltre riconosce alcune delle competenze apprese e sviluppate durante il
servizio volontario stesso.
Ancora più interessante è l'impatto educativo che il processo Youthpass può avere. Nel seguire il
processo di apprendimento e nel preparare gli obiettivi di apprendimento per Youthpass, i volontari devono pianificare, seguire e valutare il proprio apprendimento. La maggior parte dei volontari hanno esperienza di apprendimento nell'ambito dell’istruzione formale, la scuola o l'università, ma potrebbe essere per loro la prima volta che si trovino in una situazione in cui essi stessi
sono responsabili del proprio apprendimento e della propria crescita. In questo senso, lo
Youthpass può migliorare e potenziare l'apprendimento all'interno di un progetto SVE, e il
Certificato rende tale processo visibile all’esterno.
Le organizzazioni (promotori) coinvolte nello SVE devono informare i volontari dello Youthpass.
Se un volontario desidera ricevere un certificato Youthpass, l’organizzazione deve supportare
tale richiesta. Per poter rilasciare un certificato Youthpass al termine del periodo di servizio,
Azione 2
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il promotore deve registrarsi sul sito Youthpass: www.youthpass.eu inserendo i dettagli del
progetto e del partecipante prima che il certificato sia convalidato.
Dal momento che Youthpass non rappresenta soltanto un certificato, ma anche uno strumento volto a promuovere il processo di apprendimento nel corso dello SVE, i seguenti
aspetti devono essere tenuti in considerazione:
• Ogni volontario deve avere un mentore: si raccomanda che il mentore e il volontario instaurino un dialogo sull’apprendimento, ad esempio come parte dei loro
incontri di valutazione durante il periodo di servizio. Questo dialogo sulle esperienze e l'apprendimento è importante per dare al volontario l'opportunità di
riflettere e approfondire l'esperienza in corso. Osservazioni e interventi di un
osservatore esterno facilitano la presa di coscienza da parte del volontario dei propri bisogni e dei propri progressi; il mentore può aiutare i volontari a essere più
specifici nel valutare ciò che hanno imparato e come lo hanno imparato.
• Anche il ciclo di formazione e valutazione SVE supporta il processo di apprendimento del volontario. Durante il periodo di servizio, tutti i volontari hanno il diritto e l'obbligo di partecipare alla formazione di arrivo e alla valutazione di medio
termine. Tali incontri, assieme alla valutazione durante l'evento annuale SVE una
volta completato il periodo di servizio, aiutano i volontari a preparare, migliorare
e valutare l’esperienza SVE. Durante l'incontro vi è la possibilità di condividere
domande ed esperienze comuni con altri volontari, e il tempo trascorso dal progetto
può aiutare i volontari a riflettere meglio sulle proprie aspettative ed esperienze.
• Il responsabile principale del processo di apprendimento rimane comunque il
volontario. È quindi importante che il volontario già prima dell’inizio del periodo
di servizio sia consapevole che Youthpass non è qualcosa che si può lasciare agli
ultimi giorni del progetto. Anche se il certificato Youthpass verrà completato alla
fine del servizio, esso riflette un processo continuo che raccoglie l'intera esperienza, dalla preparazione al follow-up.
• Infine, la riflessione è un elemento cruciale per l'apprendimento. È attraverso la
riflessione che si può guardare indietro alle esperienze, capirle e incorporarle in
nuovi concetti o modi di pensare. È quindi importante riservare regolarmente del
tempo per guardare indietro e metabolizzare le esperienze. Il ciclo di formazione
e valutazione SVE dovrebbe facilitare tale bisogno.
Approfondimenti
Raccomandazione UE sulle competenze chiave:
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2006:394:0010:0018:IT:PDF
Youthpass: http://www.Youthpass.eu/en/Youthpass
Youthpass in the EVS training cycle:
http://www.youthpass.eu/downloads/13-62-57/Publication_YP_EVS.pdf
Azione 2
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IDENTIFICAZIONE
Azione 2
Identificazione del progetto
Ricordiamo che il presente vademecum si concentra sui progetti SVE i cui
soggetti promotori - ai fini della presentazione della domanda di sovvenzione – assumono il ruolo di Organizzazioni di Coordinamento. Inoltre,
nel percorso teorico che andremo a illustrarvi, ci riferiremo alle
Organizzazioni di Ospitalità quali proponenti il progetto.
Lo sviluppo di un progetto SVE si compone di una serie di fasi successive
che possono essere sintetizzate nello schema riportato a lato. Partendo
dalla fase di accreditamento, precedente all’identificazione del progetto
e obbligatoria per tutti i promotori, i 4 step che seguono vi suggeriscono
un parallelo tra i diversi momenti della progettazione e le sezioni del formulario per la richiesta di sovvenzione, in modo tale da favorirne la
redazione.
Tutte queste fasi richiederanno il vostro impegno per un periodo di
tempo considerevole; pertanto è bene che iniziate a lavorare sul vostro
progetto con largo anticipo rispetto alle scadenze per la presentazione
della richiesta di sovvenzione e sin dal momento in cui nasce la vostra
idea. E’ importante dedicarvi risorse e tempo sufficienti, ma allo stesso
tempo riuscire a essere abbastanza veloci ed efficienti per far sì che i partner del progetto non perdano l’entusiasmo iniziale: lunghi periodi di
attesa potrebbero demotivare i volontari o l’organizzazione partner!
Accreditamento
Definizione
della tematica
e degli
obiettivi
Definizione
della
partneship
Volontari
Definizione
delle attività
Azione 2
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COME COSTRUIRE UN PROGETTO SVE
Un progetto SVE nasce, in realtà, già dalla “Manifestazione di interesse” in cui il promotore – per
ottenere il necessario accreditamento – deve descrivere:
• la motivazione dell’organizzazione a partecipare all’Azione SVE e in quale ruolo (di Ospitalità, Invio
e/o Coordinamento);
• il tema (o i temi) proposto per le attività dello SVE;
• il contesto del progetto per il Servizio volontario, inclusa la comunità locale dove il progetto si
svolgerà;
• le attività proposte ai volontari in termini di servizio e opportunità di apprendimento;
• il profilo dei volontari che desidera accogliere e il relativo processo di selezione;
• il numero dei volontari che l’organizzazione è in grado di ospitare contemporaneamente
assicurando, per ognuno di essi, il rispetto degli standard di qualità, apprendimento e
benessere previsti dallo SVE.
La fase di accreditamento può dunque considerarsi come propedeutica alla fase vera e propria di identificazione del progetto, laddove si andrà a sviluppare una delle tematiche da voi scelte e analizzate in
precedenza per portarla alla sua concreta realizzazione nello SVE.
Dovete quindi decidere come raggiungere l’obiettivo “prefissato” alla luce del contesto locale, delle
vostre esigenze, dei vostri interessi e dell’offerta che vorrete proporre ai giovani volontari.
• Analisi dei fabbisogni
Definizione della
tematica e
degli obiettivi
• Individuazione della tematica
• Analisi delle risorse
Alla base di un progetto c’è sempre un bisogno, una vostra esigenza da soddisfare. Esigenza che nel caso
dello SVE è legata alla presa di consapevolezza della dimensione europea e internazionale del vostro
progetto, alla volontà di promuovere lo sviluppo sociale e personale dei giovani volontari, all’offerta di
un “servizio di apprendimento” interculturale per la propria organizzazione, i beneficiari e l’ambiente
di riferimento.
Dovete dunque analizzare questa esigenza in relazione al contesto della vostra comunità e in relazione
a una tematica di vostro interesse rispetto alla quale avvertite effettivamente tali necessità e sulla quale
si concentrerà il vostro progetto.
Un progetto ben strutturato non può quindi prescindere da un’esigenza chiaramente individuata, da
una tematica di interesse comune e da un’adeguata analisi del contesto in cui si realizza, dovendo avere
un legame con la realtà/comunità locale in cui si inserisce.
Stabilito il tema sul quale desiderate concentrarvi come Organizzazione di Ospitalità, dovete individuare
il beneficio che il progetto porterà alla comunità locale di riferimento, definendo l’obiettivo generale
che esso si pone, chiedendovi: perché vogliamo realizzare il progetto? Perché c’è bisogno di questo
Azione 2
20
progetto? (Q)
Q - CONTROLLO DI QUALITÀ
La domanda potrà sembrarvi superflua e la
risposta scontata, in quanto nella vostra
testa avete già chiari i motivi; ma proprio la
risposta rappresenta il punto di partenza e
di arrivo del vostro progetto. Se rispondete
evidenziando gli aspetti negativi state individuando l’esigenza che vi spinge a realizzarlo, se vi concentrate su quelli positivi
state invece definendo l’obiettivo che volete
raggiungere attraverso il vostro progetto.
Il tema del progetto deve essere attinente
alle priorità tematiche previste per lo SVE e il
progetto coerente con i principi e gli standard di qualità della Carta SVE (si veda la
Guida al Programma).
Gli obiettivi devono essere espressi chiaramente, raggiungibili entro la durata del
progetto, impegnativi ma realistici, in linea
con gli obiettivi generali del Programma GiA,
con gli obiettivi specifici dell’Azione SVE e
con le priorità permanenti del Programma e
annuali fissate a livello europeo.
Per concludere questa fase di analisi, collegandovi all’obiettivo individuato dovrete
chiedervi: per chi vogliamo realizzare il nostro progetto?
La domanda dovrebbe essere posta in riferimento a una platea più ampia rispetto alla vostra
organizzazione e ai volontari che verranno coinvolti, facendo riferimento in primis alla comunità
locale a favore della quale si andrà a operare. Partendo dall’assunto che i volontari saranno i primi
beneficiari, dovete domandarvi: oltre al volontario che lo realizza, chi beneficia del progetto e dei
suoi risultati nella nostra comunità?
Considerate che gruppi target possono beneficiare direttamente o indirettamente del progetto.
Maggiore è la percezione della necessità del progetto e del beneficio che ne deriva da parte dei
gruppi target, maggiore sarà la loro partecipazione al progetto stesso e il supporto che otterrete.
Più gruppi target saranno interessati dalla vostra azione, migliore sarà l’impatto delle vostre attività.
Individuato l’oggetto generale del progetto SVE e i relativi obiettivi, dovete stabilire cosa intendete
offrire ai volontari in termini di servizio e opportunità di apprendimento e le competenze che vi attendete andranno ad acquisire. Questi derivano dai fabbisogni individuati precedentemente e ai quali il
Servizio intende dare risposta (saranno poi individuati in modo specifico e “confezionati su misura” una
volta selezionati i volontari).
L’analisi dei fabbisogni, l’identificazione del profilo dei volontari e del target vi consentirà di rispondere,
per la parte a essa attinente, alla sezione “Identificazione del progetto e sintesi” della Parte I del
Formulario (Domanda di sovvenzione per Azione 2 – SVE).
• Individuazione dei partner del progetto
Definizione della
partnership
• Individuazione dei ruoli dei promotori coinvolti secondo
la Carta SVE
Non si è mai soli in un progetto SVE. Se state decidendo di ospitare volontari, avete bisogno di contattare le organizzazioni che possono inviarli. Nel caso di un’organizzazione di invio, invece, sarà neces-
Azione 2
21
sario trovare il soggetto e il progetto giusto che possa ospitare i volontari. Per un giovane che intende
intraprendere un’esperienza SVE, infine, la via più facile è quella di contattare una delle organizzazioni
nel suo Paese che abbia legami internazionali solidi e affidabili o che sia in grado di instaurarli.
SUGGERIMENTI
Tutti i progetti SVE attivi sono visibili nella banca dati dedicata presente sul sito
della Commissione Europea consultabile al seguente link:
http://ec.europa.eu/youth/evs/aod/hei_en.cfm
Si possono effettuare ricerche per Paese o per attività, valutando il progetto più
adatto alle attitudini e capacità del volontario, in modo da individuare il “suo”
progetto.
Ricordiamo dunque che ogni progetto di Servizio Volontario Europeo si fonda su un accordo fra gli
attori di seguito indicati (e che dovrebbe essere firmato prima dell’inizio del Servizio), con il quale ciascuno
di essi si impegna formalmente a realizzare il progetto in spirito di collaborazione, assumendosi i doveri
che competono a ciascuno secondo il ruolo designato dal progetto nelle modalità richieste dal
Programma:
• uno o più giovani volontari;
• una o più Organizzazioni di Invio;
Q - CONTROLLO DI QUALITÀ
• una o più Organizzazioni di Ospitalità;
• un’ Organizzazione di Coordinamento
I principali elementi che qualificano la partche può anche essere l’organizzazione di
nership sono:
invio o l’organizzazione di accoglienza.
• la condivisione degli obiettivi e delle
Questa fase dell’identificazione è dedicata ai
decisioni;
partner intesi come promotori del progetto,
• il coinvolgimento dei partner in tutte le
trattando successivamente la figura del
fasi del progetto;
volontario.
• la corrispondenza tra il profilo/backSebbene sia consigliabile e qualificante per il
ground dei promotori e il progetto;
progetto identificare i volontari e coinvolger• il rispetto dei principi di qualità della Carta SVE.
li nella definizione del progetto stesso già al
momento della presentazione della richiesta
di sovvenzione, è comunque possibile presentare la domanda di candidatura indicandone genericamente alcune necessarie informazioni quali il profilo, le attività che dovranno svolgere, il metodo
adottato per il “matching” profilo/interessi dei volontari e servizio. Si ricorda che i volontari dovranno comunque essere identificati entro il termine massimo di sei settimane dall’inizio del Servizio e
l’applicant dovrà inviarne pronta comunicazione all’ANG.
La definizione di un partenariato solido ed efficiente tra i promotori è condizione essenziale sia per
la preparazione che per il successo di un progetto SVE. A tal proposito è necessario che i partner
abbiano interessi comuni, condividano le decisioni inerenti al progetto e gli obiettivi che esso si
pone, sia in termini di risultato delle attività che di apprendimento dei volontari.
La partnership deve infine essere in grado di esprimere direttamente alcune specifiche competenze
richieste dal tipo di progetto che si intende realizzare e, in base ad esse e nel rispetto dei principi della
Carta SVE, devono essere definiti, di comune accordo, i ruoli e compiti dei diversi promotori (Q).
Azione 2
22
SUGGERIMENTI
Considerate l’opportunità della visita preliminare (prevista dal Programma solo per
attività SVE che prevedono la partecipazione di giovani con minori possibilità), che vi
consente di definire nei dettagli tutti gli aspetti del progetto con i partner.
Per attività di “partnership building” vi suggeriamo di consultare le offerte di formazione e
attività dei Centri risorse SALTO-Youth:
http://www.salto-youth.net/tools/european-training-calendar/
Come raccomandato dalla Commissione europea, è auspicabile che sottoscriviate con
gli altri promotori del progetto un accordo interno di partenariato, con l’obiettivo di
definire chiaramente le responsabilità, i compiti e il contributo economico di tutte le
parti coinvolte nel progetto. L’Accordo interno di partenariato costituisce uno strumento chiave per assicurare una solida partnership tra i promotori di un progetto GiA
e per prevenire o contenere eventuali potenziali conflitti (vedere pag. 68 della Guida
al Programma Gioventù in Azione per l’anno 2012).
Al termine di questo processo di ricerca, coinvolgimento e condivisione di obiettivi e temi, non vi
rimane che descriverlo nel Formulario (Domanda di sovvenzione per Azione 2 – SVE): Parte IV.
Descrizione del progetto - sezione “Partnership e coordinamento”.
• Profilo dei volontari
Volontari
• Individuazione degli obiettivi del Servizio
Stabiliti gli obiettivi del progetto SVE che intendete realizzare, è necessario definire il profilo dei
volontari che ne saranno protagonisti e che costituirà l’elemento in base al quale saranno
selezionati. In parte questo lavoro lo avete già fatto nell’analisi dei fabbisogni, che vi ha portato a
identificare indirettamente il “bisogno del Servizio” in relazione alla vostra organizzazione e al contesto di riferimento del progetto. Arrivati a questo punto dovete definirlo con maggiore precisione,
stabilendo in primis le motivazioni e le attitudini che il volontario dovrebbe possedere alla luce del
progetto che si intende realizzare e dei compiti che di conseguenza gli verranno assegnati. Tale passaggio è strettamente legato alla successiva fase di definizione del programma delle attività.
Gli elementi del profilo non servono per giudicare il volontario, ma per selezionare giovani con
caratteristiche adeguate al progetto, sia dal punto di vista delle attitudini personali che della condivisione degli obiettivi.
Assicurate un processo di selezione aperto e trasparente senza pregiudizi di sorta, nonché l’equilibrio
di genere nella composizione dell’eventuale gruppo di volontari; mirate alla perfetta corrispondenza tra il loro profilo e le attività previste dal progetto; valutate la rispondenza delle loro aspettative
in termini di apprendimento con le possibilità e gli obiettivi di apprendimento previsti dal progetto;
Azione 2
23
verificate se le motivazioni dei volontari coinQ - CONTROLLO DI QUALITÀ
cidono con le ragioni per cui essi offrono l’opportunità di fare volontariato (Q).
Elementi che qualificano il processo di
Identificate un numero di volontari proselezione del volontario:
porzionato alla natura e agli obiettivi del
• profilo adeguato e coerente con il
progetto e alla capacità di accoglienza secondo
progetto;
gli standard di qualità SVE e a quanto indicato
•
corrispondenza
tra obiettivi di apprendinella vostra manifestazione di interesse.
mento del progetto e aspettative di
Definite il beneficio che il progetto porterà ai
apprendimento del volontario;
giovani volontari in termini di sviluppo
• trasparenza e accessibilità della selezione.
sociale, personale e acquisizione di competenze, stabilendo, di concerto con il volontario e coerentemente con le suo aspettative,
gli obiettivi di apprendimento.
Nel caso di inclusione di giovani con minori possibilità, se i volontari non sono stati identificati nella
fase di presentazione della domanda di sovvenzione, definite almeno il target di riferimento, il contesto dello svantaggio, il supporto previsto e le strutture cui si farà riferimento per garantirlo.
SUGGERIMENTI
Il T-Kit “Servizio Volontario Internazionale” offre utili suggerimenti circa le tecniche di
selezione dei volontari e su come presentare al meglio la propria organizzazione e
progetto SVE:
http://youth-partnership-eu.coe.int/youth-partnership/documents/Publications/T_kits/5/Italian/tkit5_italian.pdf
Tutti i partner SVE devono ricevere informazioni esaustive sul progetto al fine di
accettarne tutti gli aspetti. Potrebbe considerarsi buona prassi che l’Organizzazione di
Invio sia tenuta a informare l’Organizzazione di Ospitalità circa le procedure seguite
per il reclutamento e la selezione del volontario, e tenerla informata su eventuali cambiamenti.
Al termine di questo processo di ricerca e selezione dei volontari e condivisione di obiettivi e temi,
non vi rimane che descriverlo nel Formulario (Domanda di sovvenzione per Azione 2 – SVE): Parte
IV. Descrizione del progetto - sezione “Profilo dei volontari e processo di selezione”.
Azione 2
24
Definizione
delle
attività
• Trasformazione del progetto in attività
• Individuazione dei modi di realizzazione delle attività
In questa ultima fase del percorso dovete
Q - CONTROLLO DI QUALITÀ
definire in dettaglio il programma delle
attività che quotidianamente metterete in
atto per realizzare il progetto. La definizione
Ci sono più strade per raggiungere un obiettivo, voi dovete percorrere la più adeguata al
delle attività deriva dalle analisi e dalle scelte
vostro progetto.
fatte nel corso delle fasi precedenti, rispetto
alle quali deve essere coerente. Scegliete valuRicordatevi che il Programma del Servizio
tando le diverse opzioni alla luce di quelle che
deve garantire opportunità di apprendimento
considerate le priorità (vostre, del volontario,
ed essere:
dei partner, delle comunità locali, del
Programma), delle possibilità di successo,
• chiaramente definito;
delle competenze specifiche che possedete,
• realistico;
delle disponibilità finanziarie. In un progetto
• in linea con gli obiettivi del progetto e del
SVE la definizione delle attività corrisponde in
Programma;
gran parte alla definizione del programma
• adeguato al profilo dei volontari;
del Servizio e dell’impegno dei volontari.
• definito in uno spirito di collaborazione
Essendo i volontari gli attori principali dello
tra volontari e Organizzazioni di Invio e di
SVE, è indispensabile coinvolgerli pienamente
Ospitalità;
nella definizione del Servizio, facendoli col• equilibrato e coerente;
laborare nel plasmare il progetto e il pro• conforme agli standard di qualità della
gramma di attività in base alle proprie aspettative
Carta SVE.
e necessità, tenendo sempre in considerazione il
contesto locale di riferimento e i bisogni della
struttura di ospitalità. Preferite dunque sempre un approccio “tailor made” nei confronti di ciascun
volontario per garantire una corrispondenza concreta tra i compiti assegnati e il loro profilo, tra le
loro aspettative di apprendimento e le possibilità offerte dal progetto (Q).
Guidate il volontario nel guardare a un progetto dal punto di vista dell'apprendimento: cosa può
offrire, che attitudini ha in quel campo, quali vuole approfondire, come può beneficiare a pieno del
progetto? Ricordate che il Programma del Servizio dovrà essere chiaramente definito, realistico,
equilibrato e dovrà rispondere agli obiettivi del progetto e del Programma GiA.
Spesso, infatti, il servizio volontario viene associato – in modo alquanto superficiale – all’entusiasmo
dei giovani volontari e a un’atmosfera prevalentemente spontanea e informale. Le organizzazioni
che aspirano a raggiungere obiettivi di qualità nella collaborazione con i volontari, devono invece
pensare al Servizio come a una serie di attività organizzate e ben strutturate. I progetti SVE
richiedono un impegno serio in ognuna delle fasi di pianificazione, attuazione e valutazione; coinvolgono la vostra organizzazione in vari tipi di responsabilità, inclusi la selezione, la formazione e il
servizio di supporto ai volontari.
Per definire adeguatamente il programma di Servizio relativo al progetto che intendete realizzare,
aiutatevi rispondendo alle domande sintetizzate nello schema seguente:
Azione 2
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Come si sviluppa il nostro progetto? Cosa facciamo per raggiungere l’obiettivo prefissato?
Dovete individuare nel dettaglio le attività
che verranno realizzate nel corso del progetto, sia dai promotori che dai volontari.
Elementi chiave: solidarietà dei giovani,
spirito di servizio, dimensione europea del
progetto.
Come lo facciamo?
Dovete scendere nel concreto su come fare
quanto previsto, del metodo di lavoro adottato, della sequenza logica delle attività.
Dovete definire chiaramente il ruolo del
volontario e il contesto del progetto (comunità beneficiaria).
Elementi chiave: ruolo del volontario, attitudini possedute, opportunità di apprendimento, dimensione interculturale, conformità agli standard di qualità della Carta SVE.
Come definiamo i compiti assegnati ai volontari?
Identificate un numero di volontari – in
conformità con la manifestazione di interesse
presentata - proporzionato alla natura e agli
obiettivi del progetto e che l’Organizzazione
di ospitalità sia in grado di accogliere assicurando per ciascuno il rispetto degli standard
di qualità SVE. Giustificate il ruolo dei volontari, identificandone chiaramente il servizio e
le opportunità di apprendimento da offrire.
Definite come la comunità locale sarà coinvolta e quali ne saranno i benefici.
Elementi chiave: programma del servizio
realistico ed equilibrato; opportunità di
apprendimento per i volontari; rispetto
degli standard di qualità e benessere per
ciascun volontario; contatti con la comunità locale.
Come garantire un partenariato di successo tra Organizzazione di Invio e di Ospitalità?
Coinvolgete i membri del partenariato in ogni
fase: tutti devono sentirsi motivati per raggiungere gli obiettivi stabiliti. Definite chiaramente
i termini della relazione tra Organizzazione di
Invio e di Ospitalità e verificate che siano accettati da tutti. Sperimentate opportunità di
“partnership building”. Garantite a ciascuno
influenza sulle decisioni inerenti il progetto e
lasciate spazio all’interazione tra i promotori.
Elementi chiave: collaborazione, impegno
di tutti, apprendimento interculturale, partecipazione nel processo decisionale, compiti chiari e definiti in conformità con la
Carta SVE, comunicazione continua.
In che modo intendiamo favorire lo sviluppo e l’acquisizione di competenze?
Il progetto deve rispettare la natura dello SVE di
“servizio di apprendimento”. Dovete specificare le attività di apprendimento non formale
previste per i volontari, i risultati attesi e le strategie per conseguirli.
Elementi chiave: apprendimento non formale; promozione dello sviluppo sociale,
personale e professionale dei volontari;
Youthpass.
In progetti che coinvolgono giovani con minori opportunità, come garantire l’assistenza integrativa?
Analizzate con attenzione il profilo e le esigenze speciali dei volontari, adottando un approc-
Azione 2
Elementi chiave: approccio personalizzato e collaborativo; visita di programmazione prelimina-
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cio personalizzato e collaborativo e, in qualità
di Organizzazione di Ospitalità, se congiuntamente con il/i partner lo ritenete opportuno,
incoraggiate la Visita di Programmazione
Preliminare valutando la necessità di un tutoraggio rafforzato per migliorare il sostegno personale offerto ai volontari, condividendo tale
scelta con l’Organizzazione di Invio. Rendete i
giovani volontari parte attiva del progetto in
ogni sua fase.
re; tutoraggio rafforzato; comunicazione regolare tra Organizzazione di Invio e di Ospitalità;
valutazione dei rischi e misure di sicurezza e prevenzione previste.
Chi fa cosa? Come sono suddivisi i compiti tra i promotori (Organizzazione di Invio,
Organizzazione di Ospitalità, Organizzazione di Coordinamento) e i volontari?
Specificate, considerando le competenze di
tutti i promotori e in linea con la Carta SVE,
come intendete suddividere i compiti, le
responsabilità e i finanziamenti apportati da
ciascuno e formalizzateli tramite un accordo
interno di partenariato. Valutate il tipo di training
da attivare per colmare eventuali gap tra competenze necessarie e possedute. Offrite sempre
ai volontari l’opportunità di integrare le loro
idee, creatività ed esperienza nel programma di
attività definito nel loro servizio. Ricordate che
l’Organizzazione di Invio mantiene i contatti
con i volontari e l’Organizzazione di Ospitalità
per l’intera durata del progetto.
Elementi chiave: partecipazione attiva dei promotori e dei volontari, contatti e comunicazione
costante tra tutti i promotori per l’intera durata
del progetto; definizione dei compiti, responsabilità e finanziamenti formalizzata in un accordo
interno di partenariato; attività di coordinamento.
In che modo i volontari verranno preparati e formati (prima della partenza, durante e dopo il
servizio)?
Specificate, considerando le competenze e le
responsabilità di ciascun promotore, come
intendete organizzare la preparazione e formazione dei volontari nel corso di tutto il progetto. Preparate adeguatamente i volontari
prima della partenza, assicurando un dialogo
costante con l’Organizzazione di Ospitalità e
favorendo il contatto con ex volontari.
Prendete contatto con l’ANG per l’organizzazione della formazione all’arrivo.
Elementi chiave: coordinamento tra tutti i promotori; definizione dei compiti chiara e accettata da tutti; preparazione preliminare del volontario garantita alla partenza in base ai bisogni
specifici; apprendimento non formale; dimensione interculturale.
Come garantire il supporto personale e l’assistenza nel servizio ai volontari?
L’Organizzazione di Ospitalità nomina un mentore che sarà incaricato di offrire ai volontari
supporto personale e assistenza durante il processo di apprendimento/elaborazione dello
Youthpass e di aiutarli a inserirsi nella comunità
locale. Per svolgere al meglio la sua funzione, è
opportuno che il mentore sia una figura esterna all’organizzazione e al progetto. Altra figura prevista, distinta dal mentore, è quella del
tutor (o supervisore), responsabile dell’assisten-
Azione 2
Elementi chiave: ruolo del mentore; opportunità
di valutazione costante del progetto con i volontari; sostegno linguistico; assistenza amministrativa e lavorativa costante; misure di prevenzione
dei rischi e gestione delle crisi.
27
za relativa ai compiti assegnati. Descrivete
come verrà offerta ai volontari adeguata assistenza personale, nei compiti attribuiti nel servizio e, in generale, in ogni fase del progetto. Si
preveda inoltre di offrire corsi di lingua inseriti
nel piano del servizio a sostegno dei volontari.
Dove lo facciamo?
Individuate sedi, spazi comuni, spazi all’aperto,
alloggi dei partecipanti. L’Organizzazione di
Ospitalità deve offrire vitto e alloggio adeguati
ai volontari. L’organizzazione d’’Invio deve
negoziare e prendere accordi pratici con
l’Organizzazione di Ospitalità per conto dei
volontari per garantire loro buone condizioni di
servizio. Assicurate la disponibilità di mezzi di
trasporto pubblico per i volontari. Organizzate
i contatti tra comunità locale e volontari.
Elementi chiave: uso intelligente degli spazi e
delle risorse disponibili, sicurezza dei partecipanti; qualità dei servizi offerti; dimensione interculturale.
Quanto ci costa farlo?
Definite il budget delle attività, il dettaglio dei
costi totali - vostri e dei partner - da sostenere
per realizzare il progetto (vedi sezione specifica).
Elementi chiave: costi coerenti con la sovvenzione richiesta e le attività previste; accordo interno
di partenariato.
Quando lo facciamo?
Definite il programma delle attività, che deve
essere logicamente coerente e rispettare la
durata prevista per un progetto SVE (max. 24
mesi). Allegate un modello di programma orario settimanale del servizio (crono programma),
da redigere in collaborazione con il volontario
e secondo la ripartizione dei compiti e delle
responsabilità formalizzate tramite l’Accordo
interno di partenariato. A tal proposito è consigliabile far leggere al volontario il progetto, la
suddivisione dei compiti, i ruoli e le responsabilità di tutte le parti coinvolte (Organizzazione di
Ospitalità, di Invio, di Coordinamento e volontario), inserire il volontario nell’Accordo Interno
di Partenariato in cui, come gli altri partner, sottoscriverà le condizioni che lo riguardano e, a
parte, fargli eventualmente firmare una dichiarazione di accettazione. Al fine di avvalorare gli
elementi qualitativi del progetto presentato,
tale dichiarazione firmata dal volontario potrà
essere inoltrata all’ANG (nel momento in cui si
invia l’identificazione del/dei volontario/i)
Azione 2
Elementi chiave: coerenza tra il contenuto del
progetto, le attività, il profilo del volontario e il
calendario delle attività.
28
In che modo intendiamo valutare le attività?
Definite le modalità di valutazione in itinere e
finale, ovvero come intendete valutare le singole attività che realizzerete e il progetto nel suo
complesso (es. moduli di autovalutazione,
report, ecc.). Prendete contatto con l’ANG per
l’organizzazione della valutazione all’arrivo,
intermedia e la partecipazione all’evento
annuale SVE.
Elementi chiave: obiettivi del progetto e del programma, soddisfazione delle aspettative dei
volontari e dei promotori, apprendimento,
impatto sui volontari, impatto locale, costanza
nella valutazione.
Si intravede il traguardo, ma qualche risposta ancora manca.
Dall’elenco è stata volutamente omessa una domanda che molti nel pianificare un progetto sottovalutano
o non si pongono affatto: come intendiamo prevenire gli eventuali rischi e garantire la sicurezza dei
volontari? (Formulario - Parte IV. Organizzazione di Ospitalità: Prevenzione del rischio, prevenzione e
sicurezza).
La risposta non deve far riferimento soltanto agli aspetti per così dire “burocratici” della sicurezza (assicurazioni, autorizzazione per i minorenni), ma presuppone la valutazione degli eventuali rischi connessi al progetto e l’individuazione delle modalità per farvi fronte, nonché la garanzia di un ambiente di
svolgimento delle attività e di vita sicuro per i volontari SVE, specialmente se minorenni. Ricordiamo che
ciascun volontario deve essere iscritto al piano di assicurazione collettiva SVE, previsto dal Programma
Gioventù in Azione (per maggiori dettagli si faccia riferimento alla Guida al Programma).
A questo punto il vostro progetto è in dirittura d’arrivo, sarete in grado di compilare il Formulario
(Domanda di sovvenzione per Azione 2 – Servizio Volontario Europeo) nelle sezioni di descrizione
del progetto: Descrizione del servizio; Formazione e Supporto ai volontari; Supporto personale e
relativo ai compiti attribuiti; Prevenzione dei rischi e gestione delle crisi; Dimensione interculturale;
Dimensione europea.
Azione 2
29
SUGGERIMENTI
Molti progetti in campo giovanile sono stati già realizzati. Potrebbe essere molto utile
consultare i vari database europei esistenti, per trarre insegnamento dalle esperienze
degli altri e cercare di evitare gli stessi errori. Utilizzare idee di prodotti esistenti o di
metodi sperimentati può aiutare nella realizzazione di un progetto più efficace.
DG EAC EVE Platform
http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/eve/
DG EAC Valorisation Website
http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/valorisation/best-practice_en.htm
Ricordatevi, quando presenterete la domanda, di allegare un modello di programma
orario settimanale del servizio (cronoprogramma), da redigere in collaborazione con il
volontario e secondo la ripartizione dei compiti e delle responsabilità formalizzate
tramite l’Accordo interno di partenariato.
Per ogni fase della giornata – mattina, pomeriggio - descrivete i singoli compiti che
saranno svolti dal volontario e quali saranno gli obiettivi di apprendimento attesi per
quella specifica attività.
Una pianificazione temporale adeguata vi consentirà di dettagliare il programma delle
attività, di controllare le eventuali sfasature temporali, i ritardi e le possibilità/necessità di riprogrammazioni, di verificare l'avanzamento del progetto.
Il programma del servizio dovrà, oltre ad essere chiaramente definito, apparire realistico, equilibrato e corrispondente al profilo del volontario, nonché rispecchiare il più
possibile i suoi desideri e aspettative di apprendimento e prevedere occasioni di contatto con la comunità locale.
Ricordatevi che il volontario non deve svolgere compiti destinati a impiegati professionali, compiti legati ad altri progetti SVE né compiti che prevedono il suo diretto
coinvolgimento in altri progetti realizzati nell’ambito del Programma GiA.
Vi proponiamo qui di seguito un modello di crono-programma che potrete adattare
alle vostre necessità. Ricordate che le attività devono impegnare il volontario da un
minimo di 30 ad un massimo di 38 ore settimanali (vedere Info-Kit SVE).
Attività: cosa faranno i volontari e dove
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
9-10
10-11
11-12
12-13
Ecc.
Azione 2
30
Venerdì
Sabato
Domenica
IMPATTO, EFFETTO MOLTIPLICATORE E FOLLOW UP
Una volta definite le attività del vostro progetto SVE dovete chiedervi quale impatto esso avrà sui
volontari, sul contesto locale e come pensate di dare seguito all’iniziativa (follow up).
Durante lo SVE i volontari acquisiscono nuove conoscenze e abilità che, come oramai saprete,
saranno attestate attraverso lo Youthpass. È necessario dunque definire con chiarezza le competenze che si vogliono sviluppare, ma anche pianificare quali strategie adoperare per far sì che il
nuovo bagaglio di esperienze e conoscenze che il giovane volontario ha ottenuto durante la
partecipazione al progetto, possa essere usato a conclusione della stessa, come possa essere motivato e incentivato a utilizzarlo nella propria vita quotidiana e magari come ampliare e migliorare
le nuove competenze anche dopo il ritorno a casa. Ad esempio, si possono incoraggiare i giovani
a mantenere i contatti internazionali che hanno stabilito durante la realizzazione delle attività
attraverso la partecipazione a un ”gruppo internazionale” che supporti l'organizzazione nell’ideazione e nella realizzazione dei prossimi progetti internazionali, di qui il ruolo determinante
dell’Organizzazione di Invio al rientro del volontario.
Considerata, poi, la durata media di uno SVE, che prevede attività più lunghe, complesse e intense
rispetto a qualsiasi altra Azione del Programma GiA, vi suggeriamo di “raccogliere” nel corso del
tempo tutte le informazioni necessarie a compilare lo Youthpass. Si consiglia, in generale, la partecipazione dei volontari a “gruppi di riflessione” quotidiani/settimanali (a seconda della durata delle
attività) in cui ciascuno, supportato dal mentore, analizzi il proprio percorso di crescita, da dove
è partito e dove è arrivato, annotando di volta in volta i miglioramenti, le nuove competenze,
abilità, conoscenze acquisite ecc. Dopo tanti mesi potrebbe, difatti, non essere facile riuscire a
tirare le somme di quanto si è vissuto senza il supporto di utili “promemoria”. Anche il mentore
dovrebbe prendere nota di quanto viene comunicato poiché sarà poi suo compito supportare i
volontari nella compilazione del certificato coordinandosi con il tutor. I “gruppi di riflessione”
hanno anche lo scopo di “far riflettere” i volontari non solo su quanto si sia appreso in termini
quantificabili (abilità, conoscenze ecc…), ma anche su quanto si sia “appreso” dal punto di vista
umano, attitudinale (spirito di tolleranza, capacità relazionali, sviluppo di empatia e simili).
Cercare di prevedere quale sarà l’impatto di un progetto SVE sulla comunità e sul contesto locale è poi
di fondamentale importanza proprio perché questo tipo di progetti ha inizio dall’individuazione del
fabbisogno e si conclude con il beneficio atteso che ricadrà sulle persone, sulle comunità locali,
regionali, nazionali ed europee coinvolte. Per queste ragioni è necessario che verifichiate, sin dalla
stesura del progetto, l’adeguatezza dell’impatto desiderato e le effettive possibilità di ottenerlo,
chiedendovi:
• Chi nella comunità beneficerà del vostro progetto?
• Quali sono le principali sfide a cui dovranno rispondere i giovani?
• Quale supporto potete ottenere dalla comunità locale?
• In che modo i volontari comunicheranno con il contesto locale?
• In che modo il progetto verrà condiviso con la comunità locale?
• Di quali supporti avrete bisogno per ottenere l’impatto desiderato?
Se siete riusciti a dare una risposta a queste domande vuol dire che siete sulla buona strada!
Ricordate che nello SVE vi confronterete con due comunità, quella di origine del volontario e
quella locale nella quale andrete a operare. Entrambe, in modo diverso, dovrebbero beneficiare
della partecipazione dei volontari al progetto.
La visibilità delle attività progettuali, la diffusione e valorizzazione dei risultati dello SVE (trattate
Azione 2
31
nella prossima sezione) e le relative attività che riuscirete a mettere in campo vi aiuteranno ad
ottenere un maggiore impatto al vostro progetto e a moltiplicarne gli effetti positivi.
Infine bisogna interrogarsi sulla sostenibilità e sulla possibilità di portare avanti gli obiettivi del
progetto nel futuro, affinché lo SVE non rimanga una bellissima ma isolata esperienza. Potrebbe
scaturire una nuova attività a partire dai risultati che sono stati raggiunti? Sarebbe possibile coinvolgere un nuovo promotore straniero a ospitare e inviare altri volontari? Come potrebbe essere
portata avanti la discussione sui temi scelti? Sarà possibile realizzare nuovi progetti per implementare i risultati raggiunti? E’ stato previsto come mantenere i contatti tra i partner?
Azione 2
32
VISIBILITÀ
Ogni anno in Europa sono migliaia i progetti finanziati il cui impatto diretto ricade sulle nuove
generazioni di cittadini europei, sulla società nel suo complesso e sui decisori politici.
La Commissione Europea vuole massimizzare la visibilità di Gioventù in Azione tramite processi
che avvengono sia in fase di svolgimento delle attività (visibilità) che successivamente la chiusura
dello SVE (disseminazione e valorizzazione).
L’azione di visibilità consiste nel promuovere le attività del vostro progetto, il programma
Gioventù in Azione e le opportunità che offre ai giovani, prima e durante la realizzazione dell’iniziativa.
Se mostrerete all’esterno ciò che di buono state realizzando farete conoscere la vostra organizzazione ottenendo un maggior credito sociale; riuscirete ad accrescere il vostro profilo quali organizzatori di progetti internazionali e a ottenere una “reputazione internazionale”; riuscirete a
coinvolgere un maggior numero di partecipanti; potrete ricevere ulteriori finanziamenti; otterrete
maggiore supporto dai familiari dei giovani che vorrebbero per i loro figli le stesse opportunità di
chi è stato coinvolto in quel progetto tanto interessante che avete realizzato.
Dunque, ogni buona azione di comunicazione dovrebbe:
• mostrare i promotori delle azioni rispettando un preciso ordine gerarchico (dal logotipo
dell’UE a quello delle organizzazioni coinvolte);
• dichiarare gli obiettivi e il contenuto del proprio programma di azioni;
• chiarire le opportunità per i destinatari e la comunità locale;
• spiegare come si accede a tali opportunità;
• indicare come e dove si ottengono ulteriori informazioni.
Ricordate che per raggiungere un qualsiasi target di pubblico dovrete prima analizzare da chi sia
composto, quale tipo di messaggio si mostri eventualmente disponibile ad ascoltare, quale sia il
momento adatto per far circolare tale messaggio e quale sia lo strumento migliore a tal fine.
Alcuni brevi consigli per migliorare la vostra comunicazione:
• Definite la vostra immagine e quella del vostro progetto in modo da risultare interessanti: utilizzate un titolo significativo e semplice da ricordare, sarà il primo messaggio che raggiungerà il
mondo esterno!
• Realizzate un vostro simbolo o logo e utilizzatelo sempre nel materiale prodotto (CD-Rom,
DVD, sito internet, lettere, t-shirt, cappellini, volantini pubblicitari…): sarà più facile ricordarsi
del vostro progetto!
• Non dimenticate di utilizzare il logo del programma Gioventù in Azione secondo quanto indicato al seguente link: http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/publ/graphics/identity_en.html E’ obbligatorio
e certifica che un’importante istituzione ha creduto nel vostro progetto finanziandolo!
• Utilizzate foto, elementi visivi e immagini evidentemente collegate allo spirito del progetto e
al target group.
• Interagite con le persone al di fuori della vostra organizzazione (tramite incontri, conferenze,
siti web, blog, Facebook, video on-line...): coinvolgere quante più persone è il miglior modo
per aumentare la visibilità del vostro progetto!
• Sappiate lavorare in modo professionale con la stampa e i media in generale in modo da
ottenere visibilità e pubblicità gratuita; sappiate contattare la tipologia di media più adatta
alla vostra tipologia di iniziativa (testate giornalistiche, radio, TV, web TV, social media, ecc…
al livello locale e, se possibile, nazionale/internazionale).
• Accertatevi di pubblicizzare il progetto non solo nel vostro Paese ma anche in tutti quelli dei
vostri partner nazionali e internazionali!
Azione 2
34
SUGGERIMENTI
Salto-youth ha realizzato una pubblicazione molto utile, Making Waves
(http://www.salto-youth.net/downloads/ 4-17-1408/MakingWaves.pdf) la quale offre molti esempi su
come migliorare la visibilità delle attività e la disseminazione e valorizzazione dei risultati!
Azione 2
35
DIFFUSIONE E VALORIZZAZIONE
Azione 2
La Commissione Europea definisce come una priorità la diffusione e valorizzazione dei risultati
provenienti dai progetti: vuole, in tal modo, ottimizzare il valore, la sostenibilità, il trasferimento
e il consolidamento nei sistemi, a livello locale e globale dei risultati. Solo così le attività dello SVE
potranno essere considerate non il punto di arrivo ultimo ma il punto di partenza per altre attività
future. Per raggiungere tali obiettivi, dovrete, in fase di stesura del progetto, pianificare delle
strategie da attuare a chiusura delle attività, valorizzando, se possibile, la creatività sia dei promotori che dei volontari.
La diffusione (o più propriamente la disseminazione) non è da intendersi soltanto come diffusione del progetto al più ampio numero di partecipanti possibili, ma piuttosto come un processo
pianificato di disseminazione dei risultati raggiunti, in uno spirito di condivisione con i vostri gruppi target.
Sin dalla fase di stesura del progetto, quale che sia l’obiettivo che vi prefissate di raggiungere
(accrescere il profilo europeo e internazionale della vostra organizzazione; sostenere la mobilità
dei giovani e incoraggiarne l’integrazione sociale dando loro modo di esprimersi in un altro contesto e a contatto con un’altra cultura; lavorare sull’apprendimento interculturale della vostra
organizzazione e della comunità locale di riferimento ecc.) dovrete riuscire a prevedere dei metodi per metterlo a disposizione del più ampio numero di soggetti.
Inoltre, il progetto permetterà ai giovani partecipanti di ottenete nuove competenze e capacità
per il loro sviluppo personale e professionale che saranno “spendibili” in un contesto esterno.
Anche questi risultati devono essere messi a disposizione per il più ampio numero di soggetti.
E’ quindi importante trovare il modo per documentare i risultati che vi siete prefissati e renderli
visibili. Qualche suggerimento:
• tramite lo Youthpass è possibile diffondere a soggetti terzi le nuove competenze acquisite dai
giovani volontari;
• se il punto di forza del vostro progetto sarà il metodo che utilizzerete, potrete documentare
come lo avete realizzato e come potrebbe essere adattato ad altri contesti. Potreste prevedere
di scrivere un manuale su cui descrivere delle buone pratiche da seguire; potreste ideare dei
criteri di qualità per la realizzazione di un buon progetto sulla base delle vostre esperienze;
potreste pianificare di tradurre il video che realizzerete nella lingua di un Paese che presenta
la stessa problematica!
• presentate la cooperazione con i vostri Paesi partner mostrando il networking che intendete
creare: il numero dei partecipanti stranieri, le organizzazioni, gli operatori giovanili, le istituzioni nazionali e internazionali coinvolte, ecc;
• potreste prevedere di raccogliete immagini, video e documenti che mostrino i momenti di
incontro e di attività dei volontari;
• potreste documentare con una piccola pubblicazione o con un video cosa fanno i volontari una
volta tornati a casa, mostrando come la partecipazione a progetti di volontariato europeo possano influenzare la loro vita: ad esempio nella scelta del lavoro, nel percorso di studi ecc.
La diffusione dei risultati di un progetto SVE può avvenire anche attraverso la trasmissione delle
competenze acquisite dai volontari durante il servizio. Potrebbe pertanto essere utile realizzare
un evento di promozione dei risultati all’interno di manifestazioni già strutturate che coinvolgano
di per sé un gran numero di giovani, quali ad esempio festival musicali e culturali, feste locali ecc.
Azione 2
37
Potreste anche individuare progetti simili e contattare le organizzazioni che li hanno realizzati per
“creare” qualcosa assieme (come un sito, una pubblicazione o un evento) che dimostri l’importanza del tema affrontato in più Paesi e che offra occasioni di condivisione degli strumenti più creativi e innovativi adottati nei progetti. Non dimenticate l’importanza della partecipazione dei
volontari nella fase di diffusione dei risultati: prevedendo, ad esempio, la loro partecipazione a
incontri/eventi finali, pensando alla creazione di un blog nel quale essi possano rispondere alle
curiosità di futuri volontari oppure realizzando brevi pubblicazioni con le loro storie ed esperienze.
Nella fase di disseminazione dei risultati è molto importante fare attenzione alla scelta degli strumenti di comunicazione. Essi devono essere appropriati, a seconda degli attori cui vi rivolgerete:
una conferenza potrà essere adatta per dei decisori politici, ma per rivolgersi a dei giovani
potrebbe essere meglio un incontro informale!
L’ultima parte del vostro lavoro consiste nella valorizzazione (exploitation) dei risultati raggiunti
dal vostro Progetto SVE, cioè pianificare un processo capace di consolidare i risultati, garantendone la possibilità di utilizzo da parte di nuovi gruppi target e in nuovi contesti.
La valorizzazione dei risultati può avere luogo tramite due diverse categorie di azioni:
• azioni necessarie a garantire che i risultati del progetto siano utilizzabili da altri, in una moltitudine di contesti e Paesi diversi, e che possano essere ulteriormente sviluppati in altri progetti.
Se riuscirete in questo i risultati del vostro progetto continueranno a camminare con le proprie
gambe!
• azioni che mettano la vostra organizzazione e il vostro progetto al centro dell'attenzione dei
decision makers locali, regionali, nazionali o europei ed evidenzino le problematiche che i risultati da voi ottenuti e gli strumenti da voi utilizzati potrebbero aiutare a risolvere: con i risultati
positivi del vostro progetto e la buona reputazione della vostra organizzazione, potreste convincere i responsabili di enti pubblici piuttosto che i dirigenti di enti privati (come fondazioni,
società, ecc…) a co-finanziare nuove iniziative, specialmente per garantire maggiori opportunità ai partecipanti in condizioni sociali ed economiche particolarmente difficili.
Qualche consiglio:
• definite i vostri target group di interesse (organizzazioni senza scopo di lucro, istituzioni locali,
regionali, nazionali ed europee, centri di aggregazione, scuole, organizzazioni giovanili, …) e
rendete i vostri risultati coerenti alle loro necessità: in questo modo aumentate le probabilità
di utilizzo futuro del vostro lavoro!
• supportate gli altri a trarre vantaggio dalle vostre attività: potete prevedere delle sessioni
informative o delle conferenze on-line per raccontare la vostra esperienza!
• rendete i vostri risultati sostenibili, cioè pensate a come farne prolungare gli effetti nel tempo;
• nell’ideare un nuovo progetto, fate un uso accorto dei risultati precedentemente ottenuti per
garantirne una certa continuità; allo stesso tempo, evidenziatene le criticità (ad es. traendo
spunto dai feedback del volontario, sulle attività, ecc.) affinché possa essere migliorato significativamente in termini di qualità da voi o da chiunque ne utilizzerà in futuro i risultati: siate critici!
Azione 2
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BUDGET
Azione 2
La stesura del budget rappresenta una fase importante nel processo di sviluppo di un progetto.
Un budget mal definito, che non riflette la reale situazione, può portare al fallimento del progetto
stesso o a problematiche durante la fase di realizzazione. Prima di costruire il budget occorre studiare i
moduli di presentazione della domanda; gli stessi potrebbero contenere voci di spesa che non avevate
preventivato. Eseguendo questa operazione, la stesura del budget risulterà più semplice.
Per completare il quadro del budget è necessario individuare le spese, le loro caratteristiche qualiquantitative e definire le entrate.
INDIVIDUAZIONE DELLE SPESE
Costi di viaggio
Il “Costo del viaggio” è una stima del costo che il volontario sostiene per spostarsi dalla propria
abitazione alla sede del progetto e ritorno (un biglietto andata-ritorno).
I parametri della stima sono:
• il tragitto dalla propria abitazione al luogo dove si svolgerà il progetto e ritorno;
• il mezzo meno costoso;
• la tariffa più economica.
“Gioventù in Azione” rimborsa il 90% delle spese di viaggio; il restante 10% rimane a carico del
progetto (come previsto dalla Carta SVE, è possibile richiedere ai volontari di contribuire per questa
percentuale; tuttavia si consiglia di valutare attentamente ogni situazione come caso personale ed
è comunque preferibile che tale quota sia suddivisa equamente tra i promotori del progetto).
In sede di rendicontazione, è necessario documentare tali spese con titoli fiscalmente validi
(fatture/biglietti/carte d’imbarco).
Visita Preliminare di Programmazione
La Visita Preliminare di Programmazione (VPP) è una visita opzionale durante la quale si incontrano i
responsabili/coordinatori del progetto per discutere e pianificare i dettagli dell’attività che ne seguirà. Le
spese della visita sono finanziabili solo se al progetto partecipano giovani con minori possibilità.
La necessità e gli obiettivi della visita preliminare dovranno essere, inoltre, chiaramente motivati
nella richiesta di sovvenzione.
Per la VPP il “Programma“ rimborsa il totale (100%) delle spese di viaggio.
Il rimborso della VPP è concesso per un massimo di due giorni (esclusi i giorni di viaggio) e per
massimo due partecipanti, di cui sempre uno in rappresentanza dell’Organizzazione di Invio e,
l’altro, se previsto, scelto tra i volontari selezionati.
Le spese di viaggio della VVP dovranno essere dimostrate, alla fine del progetto, con un documento
giustificativo (fatture/biglietti).
Ricordarsi di allegare al modulo di domanda il Programma giornaliero della VPP.
Costi di progetto
Rappresentano tutte le spese direttamente connesse alla realizzazione del progetto.
Esempi: costi di preparazione delle attività, costi per l’assistenza al volontario (personale, linguistica e
relativa ai compiti assegnatigli), vitto, alloggio, trasporto pubblico, costi d’amministrazione/comuni-
Azione 2
40
cazione, costi per affitto attrezzature e acquisto materiale di consumo, costi per valutazione, disseminazione e valorizzazione dei risultati raggiunti, costi per attività di follow-up (ad es.
creazione di un portale internet; organizzazione di eventi/convegni; allestimento di mostre
fotografiche; pubblicazione di materiale informativo; realizzazione di prodotti audiovisivi; pubblicità del progetto su stampa locale e/o canali riservati all’informazione per i giovani; pubblicazione di testimonianze dei volontari).
Nei costi di progetto rientrano i costi per il mentore, ovvero colui che supporterà il volontario a livello
personale durante il processo di apprendimento e di integrazione nella comunità locale. Il mentore
dovrebbe essere qualcuno che non appartiene all’organizzazione di ospitalità e una figura esterna al
progetto: non può essere la stessa persona che assegna e supervisiona i compiti dei volontari.
In relazione ai costi di progetto, viene rimborsato un importo fisso, che varia a seconda del Paese
di ospitalità (si veda la tabella alla pag. 64 della Guida al Programma), per volontario per ogni
mese di servizio prestato.
Contributo spese per i volontari
Si tratta di un piccolo contributo destinato ai volontari per eventuali spese personali supplementari. Tale contributo varia a seconda del Paese di ospitalità (si veda la tabella a pagg. 65-66 della
Guida al Programma), e viene concesso per ogni volontario per ogni mese di servizio prestato.
L’indennità non è destinata a coprire le normali spese di vitto, alloggio e trasporti locali del volontario, che saranno garantite dall’Organizzazione di Ospitalità tramite il co-finanziamento ricevuto
da Gioventù in Azione.
Costi eccezionali
Per costi eccezionali si intendono tutti i costi aggiuntivi direttamente connessi a:
- costi relativi ai visti di ingresso e costi sostenuti per vaccinazioni;
- altri costi connessi a giovani con minori opportunità e/o con necessità speciali (per esempio
contributi per vitto e alloggio per i partecipanti a una Visita Preliminare di Programmazione, per il
“tutoraggio rafforzato”, assistenza sanitaria, cure mediche, formazione linguistica/sostegno supplementare, preparazione supplementare, strutture logistiche o attrezzature speciali, persona di accompagnamento supplementare, spese personali supplementari nel caso di svantaggio economico,
traduzione/interpretariato).
I costi eccezionali sono finanziabili al 100%. Per tutte le spese sostenute andranno presentati dei
giustificativi (fatture/ricevute). La necessità di sostenere costi eccezionali dovrà, inoltre, essere
chiaramente motivata nella richiesta di sovvenzione, pena la mancata concessione del contributo.
Costi relativi al Ciclo di formazione e valutazione dei partecipanti
N.B. A meno di autorizzazione eccezionale, non vengono finanziati i costi di formazione nei Paesi
aderenti al Programma, del Sud Est Europa e dell’Europa orientale e del Caucaso (dato che in
questi Paesi la formazione è organizzata da o per conto delle Agenzie Nazionali, dei centri SALTO
SEE e SALTO EECA).
Per quanto concerne i costi relativi alla formazione all’arrivo, viene rimborsato il 100% delle spese
eleggibili (spese direttamente connesse all’organizzazione dell’attività, incluse le spese di viaggio
verso il luogo di formazione e ritorno), per un massimo di € 900 per partecipante (volontari, formatori, ecc.)
Per quanto concerne i costi relativi alla valutazione intermedia, viene rimborsato il 100% delle
Azione 2
41
spese eleggibili (spese direttamente connesse all’organizzazione dell’attività, incluse le spese di viaggio verso il luogo di formazione e ritorno), per un massimo di € 500 per partecipante (volontari, formatori, ecc.)
Gli obiettivi e i contenuti delle attività di formazione devono essere descritti e motivati nella
domanda di finanziamento, allegando il relativo piano formativo, pena la mancata concessione
del contributo.
Le spese sostenute per la formazione e la valutazione intermedia dovranno essere giustificate con
fatture o ricevute.
Azione 2
42
DEFINIZIONE DELLE ENTRATE
Il Programma “Gioventù in Azione” cofinanzia i progetti, ciò significa che una parte delle spese
deve essere sostenuta dai promotori.
Le
•
•
•
•
fonti di finanziamento utilizzabili possono essere rappresentate da:
Risorse proprie;
Finanziamenti privati che è possibile reperire tramite donazioni;
Altri aiuti economici pubblici da integrare con la sovvenzione;
Contributi in natura, concessi da terzi ed esenti da qualsiasi tipo di pagamento (N.B. non sono
ammissibili i beni e i servizi apportati dai promotori).
Fra i contributi in natura potete far rientrare ad esempio:
- l’apporto di attrezzature di terzi (computer, macchina fotografica, ecc);
- servizi forniti da professionisti/privati a titolo volontario e non oneroso.
Eccezion fatta per gli enti pubblici, se viene richiesta una sovvenzione di importo superiore a 25.000 euro, è necessario dimostrare la propria capacità finanziaria allegando
alla domanda:
• il conto dei profitti e delle perdite e lo stato patrimoniale relativo all'ultimo esercizio
approvato, ovvero il bilancio;
• un documento contenente i dati bancari, compilato dal candidato e autenticato
dalla banca.
Ciò consente, dopo verifica da parte dell’ANG, di proseguire il normale iter di valutazione della domanda di sovvenzione.
Il superamento dell’importo di 25.000 euro s’intende calcolato per l’anno finanziario di
riferimento e cumulativo di tutte le sovvenzioni richieste per qualunque Azione del
Programma GiA.
Azione 2
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VALUTAZIONE EX ANTE
Azione 2
La valutazione ex-ante ha come finalità quella di valutare preliminarmente, prima della sua presentazione, il progetto così come formulato, consentendo di verificarne la qualità.
In tal modo è possibile già in questa fase apportare correttivi e perfezionare il lavoro di progettazione, eliminando eventuali aspetti critici che potrebbero compromettere il buon esito della
domanda e la realizzazione pratica del progetto stesso.
La valutazione ex-ante analizza il progetto sotto due punti di vista qualitativi:
1. qualità in relazione al programma GiA;
2. qualità “interna” del vostro progetto.
Il modo migliore per effettuarla è attraverso una serie di domande di verifica che vi permettano
di ripercorrere e analizzare il progetto attraverso i suoi punti chiave.
Qualità del progetto in relazione al programma GiA
Check-list di autovalutazione
• Obiettivi e priorità
Gli obiettivi del progetto sono in linea con gli obiettivi generali e le priorità del programma
GiA?
Nella definizione del progetto e dell’obiettivo che si pone sono stati coinvolti tutti i partner?
Ne avete dato chiara evidenza?
• Partecipazione attiva dei giovani
Come sarà assicurato un processo di selezione equo e trasparente dei volontari e rispettato il
principio dell’accessibilità globale dello SVE? Come verrà assicurata la coerenza tra il Servizio e
il profilo o gli interessi dei volontari? Avete evidenziato il loro attivo coinvolgimento in tutte
le fasi e specialmente nella definizione del ruolo e dei compiti del volontario?
• Impatto sulle comunità locali Il progetto soddisfa specifiche esigenze o interessi delle comunità
locali dei partner? L’iniziativa è percepita come utile dai beneficiari? Il progetto mira effettivamente a soddisfare le specifiche esigenze e gli interessi delle comunità locali dei partner?
• Partnership
Avete identificato le attività di coordinamento che svolgerete come Organizzazione di
Coordinamento per tutta la durata del progetto?
• Dimensione interculturale
Il progetto incoraggia il dialogo e il confronto interculturale tra giovani provenienti da divesi
background e culture? Accresce la consapevolezza dei giovani volontari nei confronti di altre
culture?
• Dimensione europea
Il progetto affronta un tema di interesse europeo? O promuove i valori europei?
O riflette una preoccupazione comune per la società europea? Oppure utilizza esperienze di
altri Paesi europei?
• Standard di qualità SVE da garantire
Come il servizio risponderà ai criteri qualitativi della carta SVE? Avete spiegato in che modo i
volontari verranno preparati prima della partenza e supportati durante e dopo il servizio?
Come verrà offerto ai volontari il supporto personale (ruolo del mentore), anche in relazione
alla prevenzione dei rischi e alla gestione delle crisi?
• Apprendimento non formale
Il progetto segue i principi dell’apprendimento non formale?
È in grado di consentire ai giovani volontari di apprendere qualcosa? Il “cosa apprendere” è
Azione 2
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stato discusso e condiviso con i giovani volontari? Ne avete data chiara evidenza nel progetto?
Avete previsto come valutare l’apprendimento acquisito dai volontari e dai promotori coinvolti
nel progetto?
Gli obiettivi di apprendimento sono espressi nel modulo di domanda?
• Visibilità, diffusione e valorizzazione
Sono previste attività volte a promuovere la visibilità del progetto e del programma Gioventù
in Azione?
Sono previste azioni volte a diffondere e valorizzare i risultati del progetto?
Qualità “interna” del vostro progetto
Check-list di autovalutazione
• Il tema del progetto è stato chiaramente identificato?
• Gli obiettivi del progetto sono stati chiaramente identificati?
• I beneficiari sono stati chiaramente individuati? E il fabbisogno da cui nasce il progetto?
• L’obiettivo del progetto è coerente con il fabbisogno individuato?
• Le attività previste sono coerenti con l’obiettivo da raggiungere? E con la durata del progetto?
• Il “prodotto” del progetto è identificato e adeguato?
• Il progetto è realistico e realizzabile?
• Possedete l'esperienza e le competenze necessarie? Oppure avete previsto come reperirle?
• Sono stati considerati eventuali ostacoli alla realizzazione del progetto?
• Avete tralasciato qualcosa? Che cos’altro è necessario per raggiungere questo obiettivo?
SUGGERIMENTI
Fate leggere il progetto a qualcuno che non lo conosce per nulla, a qualcuno che non
ha partecipato alla sua redazione, potrà fornirvi indicazioni importanti circa la chiarezza dei
contenuti e della scrittura, e indicarvi eventuali punti da rivedere.
Azione 2
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APPENDICE
Azione 2
DIRITTI DEL VOLONTARIO EUROPEO
Dignità:
La dignità dei partecipanti deve essere rispettata e protetta;
Il partecipante ha il diritto al rispetto della sua integrità fisica e mentale;
Nessuno può essere sottoposto a tortura, né a pene o trattamenti inumani o degradanti;
Libertà:
Ogni partecipante ha diritto alla protezione dei dati di carattere personale che lo riguardano;
Ogni partecipante ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione;
Uguaglianza:
E’ vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore
della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali;
Prima della partenza:
Lo SVE è aperto a tutti i giovani di età tra i 18 e 30 anni senza alcuna discriminazione.
Il volontario ha il diritto di scegliere il suo progetto dall’intera lista dei progetti consultabili nel sito;
Il volontario ha il diritto di ricevere informazioni riguardanti il progetto per determinare, con l’organizzazione di invio, la sua adeguatezza al progetto;
Il volontario ha diritto ad ottenere informazioni circa l’organizzazione di accoglienza, le sue attività,
condizioni di alloggio e le mansioni che dovrà espletare durante la sua permanenza all’estero;
Il volontario ha il diritto di essere preparato in modo appropriato all’esperienza dello SVE attraverso una formazione adeguata;
Il volontario non deve sostenere alcuna spesa, parziale, diretta o indiretta per la sua partecipazione;
Il volontario sarà coperto da assicurazione obbligatoria (attivata da parte dell’organizzazione di
invio) per tutta la durata della sua permanenza all’estero;
Durante lo SVE:
Il volontario non deve sostenere alcuna spesa, parziale, diretta o indiretta per la sua partecipazione;
Il volontario ha diritto ad una formazione linguistica adeguata nei tempi e nei modi;
Il volontario ha diritto ad una formazione adeguata al fine di portare avanti i suoi compiti e il diritto ad
una formazione iniziale e di medio termine organizzata dall’Agenzia Nazionale;
Il volontario ha il diritto ad avere una visione d’insieme per quel che riguarda il suo progetto di
accoglienza;
Al volontario deve essere assegnato un mentore da parte dell’Organizzazione di Ospitalità con cui avere
frequenti contatti;
Il volontario ha il diritto di ricevere supporto dal mentore e dall’Agenzia Nazionale;
Il volontario ha il diritto di mantenere contatti con la sua Organizzazione di Invio durante l’intero periodo della sua permanenza;
Il volontario non può essere obbligato a compiere mansioni che non sono state accordate precedentemente;
Il volontario ha il diritto di ricevere un’indennità corrisposta mensilmente o settimanalmente
dall’Organizzazione di Ospitalità corrispondente alla somma fissata dalla Comunità Europea per ogni
paese partecipante;
Azione 2
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Il volontario ha diritto di vitto e alloggio;
Il volontario ha diritto a due giorni liberi per settimana consecutivi (vedi Info-Kit SVE) e due giorni di
vacanza al mese (concordati con l’Organizzazione di Ospitalità e a meno che stabilito diversamente
nell’Accordo Interno di Partenariato (vedi sopra, pag. 31 del Vademecum); durante questo periodo il
volontario ha diritto a copertura assicurativa e indennità come stabilito dal Programma. Il suo alloggio
rimane a sua completa disposizione anche durante questo periodo;
Per il volontario è possibile terminare il suo progetto per una ragione plausibile, dopo aver consultato
le organizzazione di Invio e Ospitalità. L’Organizzazione di Ospitalità ha il dovere di informare l’Agenzia
Nazionale e comunicarle la data esatta di interruzione.
Dopo lo SVE:
Il volontario ha diritto ad un sostegno, da parte dell’organizzazione di invio, una volta terminato il suo
progetto; Il volontario ha diritto a ricevere un certificato che attesti le competenze e le esperienze che ha
acquisito durante lo SVE.
RESPONSABILITÀ DEL VOLONTARIO EUROPEO
Prima della partenza:
Il volontario deve partecipare ad un corso preparatorio organizzato dall’Organizzazione di Invio prima
della partenza;
Il volontario deve informare le organizzazioni del suo arrivo e partenza;
Il volontario deve informare le organizzazioni qualora alcune circostanze non siano adatte per sé
stesso;
Il volontario ha la responsabilità di informare l’organizzazione di accoglienza delle sue condizioni
psico-fisiche.
Durante lo SVE:
Il volontario deve rispettare le regole dell’organizzazione di accoglienza;
Il volontario deve rispettare la salute altrui e le regole di sicurezza dell’organizzazione di accoglienza;
Il volontario deve tenere comportamenti che non lo sottopongano al rischio di nuocere ad altre persone;
Il volontario ha la responsabilità di rispettare quanto sottoscritto nell’accordo firmato (inclusa la data di
fine attività e del progetto, salvo una buona ragione per lasciare anticipatamente il progetto – vedi
sopra Diritti del Volontario, Durante lo SVE); Il volontario ha il dovere di mantenere contatti con la sua
Organizzazione di Invio durante l’intero periodo della sua permanenza presso l’OO;
Il volontario deve informare il suo tutor dei suoi spostamenti durante lo SVE (vacanza ecc);
Il volontario ha la responsabilità di portare avanti i compiti concordati con l’Organizzazione di
Ospitalità. Alcuni compiti infatti possono essere di routine ma allo stesso modo molto importanti per
l’Organizzazione di Ospitalità;
Il volontario deve seguire le indicazioni che gli vengono date e se ha un problema lo deve discutere con
il tutor o, in caso di conflitto, con il mentore;
Il volontario dovrebbe incontrarsi in modo frequente con il suo mentore;
Il volontario deve comunicare le difficoltà, se veramente serie, all’Agenzia Nazionale;
Il volontario deve mantenere in ordine l’alloggio che gli è stato assegnato;
Il volontario deve partecipare a tutte le attività previste dal programma e dagli eventi organizzati
dall’Agenzia Nazionale (incontri all’arrivo, di medio termine), per imparare, condividere le proprie difficoltà e esperienze;
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Dopo lo SVE:
Il volontario deve rispettare gli accordi con l’Organizzazione di Invio per quel che riguarda il
reporting dell’esperienza; Il volontario, al termine dello SVE, deve compilare una relazione finale; Il
volontario deve contattare la sua Organizzazione di Invio al suo ritorno.
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vademecum azione 2 - Agenzia Nazionale per i Giovani