> RSA
ASSISTENZA GLOBALE
La Fondazione Centro Residenziale Chiarugi
> di MARIELLA BULLERI*
NEL 1899 LA FRATELLANZA DELLA MISERICORDIA, CON L’AIUTO DI UN GRUPPO DI EMPOLESI CHE SI
ERA COSTITUITO IN COMITATO PER ERIGERE UN MONUMENTO IN MEMORIA DEL CONCITTADINO VINCENZO CHIARUGI, ILLUSTRE PSICHIATRA, DECISE DI COSTRUIRE UN “OSPIZIO” PER ANZIANI. DOPO
IL PASSAGGIO IN DUE SEDI DIVERSE, LA PRIMA IN VIA LIVORNESE FINO AL 1943 E LA SECONDA IN VIA
PUCCINI FINO AL 1964, L’ATTUALE COLLOCAZIONE DI VIA GUIDO MONACO, NEI PRESSI DELLA ZONA
SPORTIVA DI EMPOLI, È QUELLA CHE RISALE ALLA COSTRUZIONE DELL’EDIFICIO INAUGURATO
NEL 1965.
Caf f è A l z h e i m e r
e un ampio
par c o p e r a t t i v i t à
a l l ’ a p e rto
20
PER quasi trent’anni i servizi di assistenza sono
stati rivolti a persone autosufficienti o parzialmente
autosufficienti, con pochi casi di anziani che raggiungevano la cosiddetta “Quarta Età”, come
avviene oggi in larga maggioranza e, nel caso di
persone non autosufficienti, senza una diagnosi
precisa e senza una distinzione fra patologie di tipo
vascolare o neurologico, catalogando la maggior
parte dei disturbi in “demenza senile” e normale
invecchiamento.
Occorre arrivare quasi alle soglie del nuovo secolo
perché molte novità vengano introdotte, portando
risultati e consensi riconosciuti. Nel 1993 viene
costruita un’ala a piano terreno dove vengono
trasferiti gli uffici centralizzati della Misericordia e
della RSA, consentendo di modificare e ridefinire
GEN FEB 10 ASSISTENZA ANZIANI
l’ampio salone che raddoppierà il suo volume e
sarà utilizzato per attività di socializzazione e tempo libero. Nel 1994, accanto ai servizi di ospitalità
residenziale, prende avvio l’attività del Centro
Diurno, che ospita 16 persone dal lunedì al sabato
dalle ore 8,30 alle ore 20,00 e comprende anche
il servizio di trasporto degli utenti. A partire dal 1996,
dopo un periodo di approfondimento sulle tematiche relative alla malattia di Alzheimer, viene formato un gruppo di operatori sulla base della metodologia assistenziale del “gentle care” (modello
protesico di Moira Jones) e viene ristrutturato un
piano dell’edificio tenendo conto delle indicazioni
e suggerimenti che provenivano soprattutto dalle
esperienze canadesi, non solo in termini di assistenza ma anche di soluzioni architettoniche e
RSA <
d’arredamento. Nel 1998 viene inaugurato il nuovo
modulo che ospiterà 21 persone con malattia di
Alzheimer sia a titolo residenziale che temporaneo.
Nell’anno successivo il Consiglio di Amministrazione della Misericordia decide di dar vita alla
Fondazione Centro Residenziale Vincenzo Chiarugi, fino a quel momento gestione dell’associazione, che dal 2000 inizierà la sua attività in modo
autonomo, con un proprio statuto ed un proprio
Consiglio. La Fondazione, che ha personalità
giuridica di diritto privato, è iscritta nel registro delle
onlus.
Il 2001 è stato un anno fervido di iniziative: al piano
terra è stata inaugurata la nuova Cappella che oggi
viene utilizzata anche dalla comunità circostante,
dotata anche di due stanze per il commiato. Sullo
stesso lato dell’edificio hanno visto la luce anche
il nuovo magazzino ed i locali per le attività di fisioterapia e di terapia occupazionale. Al secondo piano, invece, è stato organizzato un reparto per
pazienti in stato vegetativo persistente, attiguo
all’infermeria, anch’essa ampliata e rinnovata. Il
modulo per pazienti in svp ospita quattro persone
che necessitano di un elevato grado di assistenza
sanitaria e specialistica. Nel 2003 vengono
conclusi i lavori di ristrutturazione della cucina e
dei locali che interessano il servizio di refezione.
Nel 2004 vengono effettuati lavori in tutta la struttura, sia per l’adeguamento alla normativa antincendio sia per la climatizzazione di tutti gli ambienti.
Nel 2010 prenderà avvio un ampliamento, sul
lato est, che interesserà sia il piano terra che i quattro piani soprastanti, con circa 200 mq. a piano
destinati ad ambienti di soggiorno ed animazione,
mentre al piano terra è previsto un giardino d’inverno. La costruzione prevede l’utilizzo di materiali
eco compatibili.
L’ampio parco circostante consente attività all’aperto (ginnastica, animazione, teatro, feste da
ballo...) nel periodo estivo. Da un anno ha preso
avvio un Caffè Alzheimer realizzato presso la libreria “Libri Liberi” di Firenze, con la collaborazione
dell’AIMA toscana. L’esperienza è stata ed è
tutt’ora particolarmente stimolante poiché ruota
all’interno di un ambiente molto interessante da un
punto di vista culturale ed è diventata riferimento
non solo per gli anziani con Alzheimer della RSA
Chiarugi, ma anche per le famiglie e per i malati
fiorentini. Dal nome della libreria che lo ospita, il
Caffè è stato chiamato “Libero Caffè Alzheimer”.
La Fondazione Centro Residenziale Vincenzo
Chiarugi è situata nei pressi della zona sportiva di
Empoli, in Via Guido Monaco, 23, a pochi minuti
dal centro storico della città, ben servita dai mezzi pubblici e vicina alle grandi vie di comunicazione
sia stradali che ferroviarie. La struttura è disposta
su quattro piani per persone non autosufficienti,
oltre una piccola ala al quinto piano dedicata alle
persone autosufficienti.
La RSA accoglie infatti 120 anziani, tra residenti e
temporanei, di cui 110 non autosufficienti e 10 autosufficienti; 106 posti sono convenzionati con
l’Azienda USL/11 di Empoli e 14 sono privati. Per
i posti convenzionati è previsto l’inserimento di soggetti residenti in uno dei quindici Comuni che fanno parte del territorio Empolese-Valdelsa e Valdarno Inferiore di competenza della stessa Azienda.
Gli operatori, tutti dipendenti della Fondazione,
sono 108. Sono inoltre presenti due libero professionisti - un medico geriatra ed una biologa - per
attività di consulenza. Il personale, che in questi
ultimi anni è notevolmente aumentato nel numero,
è anche cresciuto nell’acquisizione di professionalità e formazione specifica. Come ormai avviene da tempo, la struttura è stata ed è centro e
riferimento per numerosi tirocinanti, stagisti e per
inserimenti terapeutico lavorativi destinati a persone svantaggiate. La Fondazione attua un piano
di formazione continuo per il personale al fine di
sviluppare e valorizzare le capacità e le potenzialità
dei singoli operatori, per essere all’avanguardia
nelle metodiche assistenziali specifiche per la
persona anziana.
Nella struttura vivono anche tre cani, cinque gatti,
pesci ed uccellini, alcuni dei quali arrivati con i loro
proprietari anziani e da loro accuditi insieme al
GEN FEB 10 ASSISTENZA ANZIANI
21
> RSA
personale.
Nel 2005 è stata conseguita la Certificazione
Qualità ISO 9001:2000 (oggi ISO 9001:2008) ed
è diffuso e condiviso a tutti i livelli della struttura il
Sistema di Gestione della Qualità, applicato in
ogni settore e servizio.
L’assistenza si basa sul principio della personalizzazione dell’intervento, stimolando al massimo
il grado di autonomia della persona anziana.
L’assistenza personalizzata viene pianificata nel
piano di assistenza individuale (Pai) con il contributo di varie figure professionali (socio-sanitari, oss,
infermieri, caposala, fisioterapisti) e si concretizza
in interventi specifici per il soddisfacimento dei bisogni del residente, cercando di rispettare le abitudini
ed anche i desideri di ciascuna persona. I residenti
sono seguiti dai rispettivi medici curanti. Alcuni di
questi svolgono attività ambulatoriale settimanale
all’interno della struttura nell’ambito del progetto di
assistenza programmata per residenti non
autosufficienti previsto dal protocollo della Regione
Toscana. I medici di medicina generale utilizzano,
all’interno della RSA, una cartella informatizzata per
ciascun ospite, con l’ausilio del programma Millewin, messo a disposizione dalla stessa struttura.
Due animatori assicurano lo svolgimento delle
attività di animazione e di terapia occupazionale,
coinvolgendo anche gruppi di volontari ed altri
operatori addetti all’assistenza. In questo quadro
si inserisce il “Progetto assistenza globale”, messo
in pratica quotidianamente dal personale socio
sanitario in servizio. Tale programma, messo a
22
GEN FEB 10 ASSISTENZA ANZIANI
punto dalla collaborazione fra animatori e fisioterapiste che lo coordinano, prevede uscite esterne
ed attività ricreative all’interno della struttura. La
presenza dei volontari è consistente e viene valorizzata. Anche il Presidente ed i componenti il
Consiglio della Fondazione operano a titolo
volontario garantendo il rispetto della mission e dei
valori di riferimento.
I pasti vengono preparati dal personale della
Fondazione seguendo un menù invernale ed uno
estivo predisposti dalla responsabile dietista. Le
procedure di cottura degli alimenti, conservazione
e trasporto vengono controllate dalla consulente
biologa.
Due suore polacche della Famiglia di Betania ed
un sacerdote garantiscono, per coloro che lo desiderano, l’assistenza morale e religiosa. E’ inoltre
previsto il servizio di parrucchiere per uomo e
donna, di pedicure, di guardaroba e lavanderia.
La Fondazione è impegnata in una costante attività
volta al miglioramento della soddisfazione dei
propri residenti attraverso tre principi fondamentali
che riassumono gli impegni della struttura verso i
propri clienti:
- aumentare la garanzia sul livello del servizio
erogato alle persone anziane;
- personalizzare il servizio offerto in base ai bisogni
individuali;
- innovare l’offerta di prestazioni e servizi sulla base
dell’evoluzione dei bisogni del mercato.
A questi tre aspetti si aggiungono i miglioramenti
strutturali messi in atto costantemente nel tempo.
L’obiettivo di un maggiore benessere per le persone anziane, e non solo per i residenti, ha stimolato la Fondazione a progettare e a dare avvio ad
un servizio di assistenza domiciliare sostitutiva per
persone con disturbi comportamentali, svolto da
personale altamente qualificato.
Assistenza domiciliare sostitutiva
La Fondazione si è resa conto che, pur avendo
ampliato nel tempo la gamma dei servizi offerti,
restava scoperta una considerevole percentuale
di persone anziane prive di un’adeguata assistenza, sia per problemi economici, sia per problemi
familiari o sociali, sia per problemi di salute difficili
da gestire in ambiente domestico. Le difficoltà
sembravano aumentare in modo esponenziale
soprattutto quando si trattava di soggetti con demenza, con disturbi comportamentali, con malattia
di Alzheimer ancora nella fase di maggiore agitazione. Sono state molte le richieste pervenute
negli ultimi anni e non solo per un inserimento definitivo nel modulo, ma anche per un consiglio, per
un opuscolo da leggere che illustrasse meglio le
RSA <
fasi della malattia e l’atteggiamento giusto da tenere, per chiedere l’intervento di personale esperto
perché ormai la famiglia sentiva di aver perso ogni
risorsa in termini di energia da poter ancora impiegare nel prendersi cura del proprio congiunto.
La maggior parte delle persone con questo tipo di
disturbi non è nota ai servizi (circa l’80%) e viene
seguita nell’ambito della famiglia. Molto spesso
diventa difficile se non impossibile per il caregiver
poter svolgere anche attività quotidiane come uscire per effettuare acquisti, recarsi dal medico,
provvedere ad esigenze personali, per la preoccupazione di non lasciare da sole le persone ammalate. D’altra parte l’assistenza personale resta
il cardine della terapia della malattia, essendo
quella farmacologica non risolutiva; il tempo di
sorveglianza sta diventando maggiore rispetto
al tempo di assistenza pura, senza averne le
stesse caratteristiche, né di metodo né di gratificazione. Abbiamo riflettuto su questa situazione
confrontandoci anche con altre realtà territoriali,
in particolare con l’Associazione Aima, per comprendere meglio l’entità e la dimensione del bisogno. La stessa Regione Toscana dà un notevole
impulso all’assistenza domiciliare prevedendo
forme di sostegno economico per le famiglie e finalizzandola anche alla riduzione delle liste d’attesa per posti residenziali. La Fondazione è sempre stata consapevole e convinta che, laddove è
possibile, la permanenza della persona anziana
nel proprio ambiente e contesto socio-familiare
debba essere favorita e stimolata. Forti di questi
principi, ma anche della professionalità e dell’esperienza decennale del personale adeguatamente
addestrato e formato abbiamo quindi dato avvio
al nostro progetto nel mese di giugno 2008.
Nella Azienda Usl/11, applicando lo studio ILSA
alla popolazione residente, sono attualmente
presenti circa 7.000 persone affette da demenza
di varia gravità, delle quali solo 61 sono accolte in
moduli protetti dedicati. Le altre persone vengono
assistite in famiglia. Nel solo Comune di Empoli
(circa 50.000 abitanti), ove si decide di applicare
in fase sperimentale il protocollo, i casi stimati sono
1.682. L’esperienza maturata nella prima fase di
applicazione del protocollo durante il 2008 (18
prestazioni avviate) ha portato ad evidenziare la
maggiore criticità nel costo del servizio (euro
20,00 lordi per ora di prestazione effettiva dell’operatore). I punti di forza per questo tipo di assistenza, che sono stati confermati rispetto alle attese, sono stati rappresentati dal collegamento
diretto del servizio al nucleo Alzheimer della RSA,
che ha rappresentato una “proiezione” territoriale
delle proprie competenze nel rispetto delle in-
dicazioni sulla circolarità assistenziale prevista
dalla Regione Toscana. In questo modo sono
stati rispettati anche i principi di sussidiarietà, solidarietà e territorialità espressi dai valori di riferimento della Fondazione.
Il collegamento e la gestione diretta dell’assistenza
domiciliare effettuata dagli operatori di un nucleo
apposito si è rilevata decisiva sotto vari aspetti.
• L’operatore colloca la sua presenza a fianco
delle dinamiche familiari esistenti con funzione di
supporto, qualora siano inadeguate, e di accompagnamento quando, invece, abbiano raggiunto
un buon livello di interazione; diviene, pertanto, ancora più importante la conoscenza dei rapporti esistenti fra anziano e famiglia e delle loro variazioni
per un adeguato intervento assistenziale.
• L’assistenza domiciliare assume un ruolo fondamentale nel percorso circolare assistenziale di
queste persone che, in base alle varie situazioni
cliniche o familiari, potrebbero necessitare dei
cosiddetti “ricoveri di sollievo” senza gravi scompensi al momento del rientro al proprio domicilio.
• La preparazione teorico-pratica del personale è
decisiva e si sviluppa compiutamente nei moduli
Alzheimer.
• Le sinergie che si creano possono ridurre i costi
complessivi di gestione e stimolare lo sviluppo di
risorse umane socio-sanitarie decisive per il buon
esito di ogni tentativo assistenziale.
• La famiglia trova un punto fermo, attraverso una struttura specifica, per dubbi, consigli, problemi
urgenti.
• La formazione del caregiver (assistente familiare/membro della famiglia) diventa un elemento fondamentale che trova nel nucleo un ambiente adeguato per sviluppare praticamente le conoscenze
teoriche.
• Importante è, infine, il riconoscimento da parte
della famiglia che si tratti di una opportunità con
concrete possibilità di divenire una soluzione stabile e non un semplice passaggio in attesa di un
posto in RSA.
Assistenza
domiciliare:
un protocollo
attuativo
Protocollo attuativo
Finalità: fornire alla famiglia un intervento domiciliare tempestivo, flessibile e multidisciplinare.
Imperativo per una buona riuscita ed appropriatezza dell’intervento è l’utilizzo di personale esperto.
Il protocollo prevede.
1) Servizio di sostituzione domiciliare con personale esperto nella gestione delle problematiche
comportamentali, per le ore richieste dalla famiglia
in modo da consentire a questa il disbrigo delle
proprie attività fuori dal domicilio. Le ore possono
GEN FEB 10 ASSISTENZA ANZIANI
23
> RSA
essere effettuate sia in orario diurno che notturno,
ma non è previsto che coprano abitualmente
l’intera giornata né che la “sostituzione” si protragga
per periodi prolungati. L’intervento è, comunque,
ripetibile. Questo per non creare sovrapposizioni
con il servizio di assistenza domiciliare organizzato
dall’Asl o con quello che si avvale di assistenti domiciliari a tempo pieno o parziale in modo continuativo. Per l’assistenza viene seguito un progetto
personalizzato individuale messo a punto dall’équipe assistenziale (geriatra, infermiere, fisioterapista, osa) ed approvato dal medico di medicina generale.
2) Servizio di counseling così articolato:
a) possibilità di consulenza telefonica 24 h su
24, svolta dal personale del nucleo Alzheimer
della RSA;
b) consulenza geriatrica mensile;
c) consulenza infermieristica settimanale;
d) consulenza fisioterapica al bisogno.
3) Formazione per caregiver (assistente familiare/membro della famiglia) che prevede:
a) corso teorico iniziale (durata 10 ore con gruppi
di max 8 partecipanti);
b) tirocinio pratico di 5 ore presso il domicilio del
paziente o presso il nucleo Alzheimer della RSA;
c) incontri mensili di approfondimento.
Protocollo operativo d’accesso
• Acceso telefonico all’Urp della Rsa con richiesta
formale.
• Valutazione domiciliare da parte dell’équipe
24
GEN FEB 10 ASSISTENZA ANZIANI
multidisciplinare della Rsa (geriatra, infermiere
responsabile del servizio, del fisioterapista specializzato, dell’osa) in tempi brevi per:
- Valutazione cognitiva multidisciplinare;
- Formulazione di un piano assistenziale domiciliare.
• Stesura del piano formativo.
• Coinvolgimento del medico di medicina generale.
• Condivisione del protocollo da parte degli operatori che effettueranno il servizio mediante l’osservanza, nell’azione di aiuto, di un “Codice etico”
di riferimento.
L’attività assistenziale diretta viene necessariamente accompagnata da un supporto formativo,
condotto dagli stessi operatori che fanno parte
dell’équipe, per i familiari ed altri eventuali caregiver
in quanto ogni intervento assistenziale condotto su
un paziente affetto da demenza ha come requisito
essenziale e irrinunciabile la continuità assistenziale. L’attività formativa proseguirà durante le visite domiciliari che serviranno a creare, per quanto
possibile, al loro domicilio quella protesi fatta di
persone, ambiente ed attività che aiuta la persona
demente a ridurre i disturbi comportamentali.
Monitoraggio clinico utenti
Viene fatta una valutazione iniziale da parte del geriatra con successive valutazioni mensili al fine di
verificare e di monitorare le condizioni dei vari utenti
anche sulla base dei protocolli regionali. Mensilmente verrà effettuata una valutazione delle capacità residue attraverso una scheda apposita (scheda CARA).
Costi
L’esperienza svolta a titolo sperimentale nel 2008
ci ha portato a ricercare collaborazioni nel sostenere i costi e tale operazione ha consentito un considerevole miglioramento nel servizio e soprattutto
nel numero di utenti che nel corso del 2009 hanno
richiesto ore di assistenza sostitutiva domiciliare.
La sezione Aima di Empoli è infatti intervenuta con
la copertura, fino ad euro 3.000,00, del 75% del
costo orario a carico della famiglia.
I costi per la famiglia (euro 20,00 lordi orari) prevedono esclusivamente le ore di assistenza effettiva
svolte dal personale osa; sono a totale carico
della Fondazione le visite domiciliari dell’équipe assistenziale, la consulenza specialistica e non, la
formazione del caregiver.
* Direttrice Fondazione Centro Residenziale
Vincenzo Chiarugi
Scarica

assistenzaglobale