« Christiana Iuventus » che ti ho mandato. E con questa mia parte «Christiana libertas» su cui gradirò una tua parola. Ciao carissimo Umberto. I Padri di Moncalieri continuano a soffocare ogni slancio ... e a calunniare. Poveri ciechi! Ti abbraccio. Favero è sotto i ferri degli esami. Tuo affez. B. k Telegramma. k k Data ricevimento 30 (?) 1913 Malgrado silenzio arde fiamma fraterna campo azione sarebbe vasto ma difettano dirigenti è indispensabile limitarsi punti essenziali favero assorbito laurea se [sic] è reso invisibile domani sera ricostituzione nucleo lega torino sento sempre nostalgia tua ricordiamo domani grande apostolo modernità [sic] incompreso calunniato ti abbraccio B. ie Telegramma. "k * Data ricevimento 4 novembre 1913 (45) Condivisi tuoi sdegni tuoi ardimenti per sacra causa ormai pace tuo spirito dopo dovere compiuto non ci conviene disperderci sui rami ritorna al tronco te lo raccomando te ne prego B. della tipografia di Torino. Quanto ai due opuscoli {Christiana iuventus e Christiana libertas), sono editi a Mercato Saraceno, 1913; cfr. la bibliografia di Maria Bersano Begey, in Attilio Begey, Memorie, p. 181 sgg. Arturo Graf, italianista e docente all'Università di Torino oltre che letterato e poeta, ebbe stretti rapporti con i circoli modernisti e soprattutto col Semeria (di lui quest'ultimo scriveva Per la fede religiosa in Italia. Arturo Graf e Giovanni Pascoli, «Studi religiosi» V, 1905, pp. 337-364). Per altri scritti e notizie relative al Graf cfr. L. Bedeschi in Ponti e Doc. 8, p. 165, nota 2. (45) La risposta a questo telegramma, alludente ai fatti di Molfetta, è in una lettera sfuggita al Carteggio ZB, o forse trascurata perché assai simile a quelle dirette a Gallarati Scotti nell'ottobre 1913 {Carteggio I, pp. 295-296). Vale la pena di riportarla qui: «Caro amico, grazie di cuore del suo buon telegramma giuntomi stamane. Sono qui da tre giorni immerso — dopo giorni di vero orrore — nella calma del mio eremo, in attesa di riprendere con nuova anima il mio lavoro. Ella non sa quant'io cerchi di non allontanarmi dal tronco, con quale ardore vi torni e vi poggi la mia vita ogni qualvota un sentimento di dovere mi sospinge nel turbine degli uomini. Questa volta l'esperienza è stata sì dolorosa! Sfrattato da un comune dalla polizia complice di teppa, aggredito con otto colpi di revolver, assediato dai malviventi in una casa contro cui furono sparati una sessantina di colpi di revolver, presente ad una serie di deposizioni da far piangere anche una pietra, sono partito, fuggito di notte colTanimo così pieno di sdegno e d'orrore da averne quasi un delirio. Sono per fortuna con me Ojetti e altre persone che