L’interazione tra Centro Esperto e MMG nella gestione delle varie fasi della demenza Clelia D’Anastasio Responsabile Progetto Demenze AUSL di Bologna Responsabile UOS Centro Esperto Disturbi Cognitivi Ospedale Maggiore di Bologna Alzheimer’s Disease: Progress in prediction Petersen, Lancet Neurology, 1, 2010 Diagnosticare la Demenza • Per la D. il primo stadio del processo diagnostico non è la testistica, ma l’iniziare a sospettare la possibilità che stia emergendo una sindrome cognitiva • E’ necessario notare gli indizi da inserire nella storia di malattia • Nella D. preclinica alcuni indizi sono costituiti da una maggiore frequenza di accessi ambulatoriali, disturbi della marcia, riferite difficoltà mnesiche non sempre rilevabili alla testistica Iliffe S et al, Int J Geriatr Psychiatry, 2010 Ramakers I et al, Dement Geriatr Cogn Disord, 2007 Il concetto di diagnosi ‘tempestiva’ •“Per diagnosi tempestiva si intende il momento in cui il paziente o il caregiver ed il MMG riconoscono la possibilità che si stia sviluppando una forma di demenza” •Diagnosi:atto iniziale di un progetto di cura • la diagnosi tempestiva implica che la diagnostica si concentri non tanto su di uno screening della popolazione, ma su una rapida identificazione dei primi segni di cambiamento comportamentali e funzionali De Lepeleire J, et al. Aging & Mental Health. 2008;12:568–76. The role of referrals in diagnosing dementia at the primary care level • Solo il 31% dei MMG affermava di inviare a consulenza specialistica i pazienti con disturbi cognitivi • I fattori che rendevano i MMG più propensi ad utilizzare la consulenza specialistica risultavano: • l’avere rapporti di collaborazione con gruppi di auto-aiuto, con psicologi, con le “associazioni Alzheimer”, • percepire nei famigliari la volontà di aderire alle prescrizioni specialistiche • capacità di “accoglienza” da parte dello specialista • ulteriore formazione del MMG in tema di demenza • L’invecchiamento della popolazione porta in primo piano il ruolo dei MMG nella diagnosi e nel trattamento della demenza • La collaborazione tra specialisti e MMG è di primaria importanza per migliorare le competenze psicogeriatriche e la relazione con i servizi assistenziali di tipo sociale Riedel-Heller SG, Schork A, Matschinger H, Angermeyer MC. Int Psychogeriatr. 1999 Sep;11(3):251-62 Benefici legati al riconoscimento e alla diagnosi precoce di AD (1) •Il riconoscimento e la diagnosi precoce di AD presentano numerosi vantaggi clinici: – Gestione più tempestiva dei fattori di rischio – Può far migliorare la compliance alle terapie per altre malattie attraverso l'uso di pro-memoria (pillbox, diari etc.) – Consente un inizio più precoce del trattamento con AChEI (inibitori dell’acetilcolinesterasi) • Il trattamento precoce dell'AD con AChEI, rispetto ad un trattamento ritardato di un anno, posticipa la comparsa dei sintomi di decadimento cognitivofunzionale1 • L'AD è una malattia progressiva, e ritardare o procrastinare il decadimento costituisce un importante vantaggio2 1. Winblad B, et al. Dement Geriatr Cogn Disord. 2006;21:353-63; 2. Winblad B, et al. Int J Geriatr Psychiatry. 2001;16:653-66. Benefici legati al riconoscimento e alla diagnosi precoce di AD (2) – La diagnosi precoce di AD consente di pianificare la gestione terapeutica prima dell'esordio della demenza e di affrontare la malattia a tutti i livelli – I benefici per i pazienti includono: • Una minore incertezza sull’evoluzione futura della malattia • Una migliore gestione della malattia, evitando le crisi • Una pianificazione del futuro, la gestione della malattia, il decesso etc. – I benefici per le famiglie/caregiver includono: • La conoscenza della prognosi e del decorso della malattia • Il tempo per organizzare il supporto al malato e pianificare il futuro – I benefici per i servizi sanitari locali includono: • La possibilità di organizzare il lavoro e la gestione delle risorse • Pianificazione di interventi integrati con i servizi sociali Iliffe S, et al. Fam Pract. 2003;20:376-81. Approccio alla diagnosi ed alla terapia • Non banalizzare il problema: il pz. si rende conto che qualcosa non va • Non arrendersi di fronte alla esiguità di strumenti a nostra disposizione: dobbiamo comunque dare risposte ai dubbi di pazienti e famiglie • Trattamenti: recuperare una dimensione di positività (rallentamento della progressione, miglioramento anche se solo temporaneo, ecc) • Obiettivi: condividerli ed esplicitarli chiaramente, anche se non possono essere di guarigione; debbono essere realistici, individuati sul singolo paziente, misurabili • Futuro: siamo in una situazione di ricerca dinamica, dobbiamo essere pronti per le terapie in grado di modificare la malattia General practitioners’ attitudes to dementia care Stephen Turner, Age and Ageing 2004; 33: 461–467 Cognitive dementia and memory service clinics: opinions of general practitioners – Obiettivo: valutare il grado di soddisfazione dei MMG verso i centri specialistici per la diagnosi di demenza e verificare in quale misura i centri specialistici erano considerati utili nella gestione dei loro pazienti con demenza – Risultati: la maggior parte dei MMG si dichiaravano soddisfatti dei servizi forniti dai centri specialistici, in particolare della completezza e dell’utilità della valutazione e delle informazioni diagnostiche fornite. Risultavano però meno soddisfatti circa il “counselling” rivolto ai famigliari e sui servizi di supporto assistenziale al paziente – Conclusioni: i centri specialistici aumentano la capacità dei MMG di fornire cure continuative alle persone con demenza. In ogni caso, stabilire una più efficace comunicazione e dei protocolli di collaborazione tra centri specialistici e MMG potrebbe migliorare la loro utilità Gardner IL, Foreman P, Davis S. Am J Alzheimers Dis Other Demen. 2004 Mar-Apr;19(2):105-10 GP+S S S GP+S GP+S C+GP+S S S C C C C C Importanza sociale della formalizzazione della diagnosi di demenza • permette di combattere lo stigma, ponendo le demenze sullo stesso piano di altre malattie, delle quali si conosce l’origine, l’evoluzione, le conseguenze per il paziente. • l’operatore di ogni livello sa di essere coinvolto in un progetto di cura che ha precisi confini; il chiarimento è importante anche per coinvolgere chi ha responsabilità programmatorie in progetti ben definiti, costruendo modelli epidemiologici e del bisogno. • la famiglia acquisisce una maggiore consapevolezza del proprio ruolo rispetto al paziente, trasformando una vicinanza aspecifica in un progetto assistenziale che richiede forte responsabilità rispetto alla quantità e qualità degli interventi. La formalizzazione della diagnosi “nobilita” il ruolo del caregiving (sia quello professionale che famigliare). I Centri Esperti Disturbi Cognitivi nel territorio dell’AUSL di Bologna AUSL Bologna: Popolazione residente ≥65 aa per Distretto DISTRETTI SANITARI AUSL BOLOGNA Popolazione anziana >65aa BOLOGNA CITTA' 99.440 CASALECCHIO DI RENO 24.736 PORRETTA TERME 13.327 S. LAZZARO DI SAVENA 16.822 PIANURA EST 31.952 PIANURA OVEST 16.508 TOTALE AZIENDA 202.785 Centri Esperti Disturbi Cognitivi – Attività 20012010 Prime visite per anno di riferimento (2001-2010) Visite controllo per anno (2001-2010) 4000 9000 7144 8000 7000 7732 7775 8444 8438 8367 8128 3099 2585 2503 3920 3734 3145 3586 3147 2652 2500 6000 5000 3500 3000 6234 3553 4479 4323 2000 4000 1500 3000 2000 1000 1000 500 0 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 0 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Anno di riferimento Totale prime visite Anno di riferim ento 31924 Totale visite controllo 71064 Delle persone che hanno avuto accesso ai CE 81% sono state prese in carico per approfondimento diagnostico e monitoraggio Totale prime visite 31924 Pz presi in carico 25838 La nostra missione Diagnosi e presa in carico globale Innovazione nella terapia non farmacologica Rilevazione informatizzata delle informazioni Dati 1999-2010 Prime visite 7.115 Visite di controllo 21.122 Totale visite 28.237 Stimolazione cognitiva per piccoli gruppi di paz con demenza lieve o moderata, con il coinvolgimento del famigliare. N° 100 pz seguiti Stimolazione cognitiva – individuazione migliori pratiche ed efficacia Mild Cognitive Impairment – fattori di rischio conversione in demenza Depressione – quadri evolutivi Ricerca Studio multicentrico randomizzato, doppio cieco, su efficacia, sicurezza, tollerabilità di Exelon cerotto Centro Esperto Disturbi Cognitivi e della Memoria Ospedale Maggiore Supporto UUOO per acuti Sostegno per il miglioramento della qualità di vita e delle relazioni tra paziente e caregiver Valutazione adeguatezza del servizio Lavorare in rete con i MMG, i quartieri, le associazioni e terzo settore per piani assistenziali personalizzati Demenza vascolare Strategie di Coping del famigliare ed aspetti clinici ed assistenziali della demenza Progetto “Assistenza Flessibile” realizzato grazie a collaborazione organica con ARAD Studio intern, multic,randomiz, control, su antagonista dei recettori istaminici H3 (S 38093) in pz. con Alzheimer lievemoderato. Qualità percepita e studio dei bisogni di pazienti e famigliari -Indagine qualità percepita pz, fam, oper - Progetti di miglioramento C.D’Anastasio, Bologna, 2010 -Incontri con specialisti - Opuscoli informativi - Eziologica di malattia di esclusione di rischio Piani di Follow UP - Stimolaz cognitiva -Vacanze insieme - Attività motoria - Attività ludico ricreativa Centro Esperto Disturbi Cognitivi e della Memoria Progetto Demenze - Cons psicologiche Punto di ascolto Gruppo supporto psicologico Auto aiuto - Percorsi miglioramento - Centri Diurni Specializzati - Nucleo RSA specializzato - Assistenza. Pz. al domicilio Corsi per: - MMG - Ospedale - Territorio Corsi formazione per - famigliari - volontari C. D’Anastasio Bologna SIGOS 04/04/2008 Le fasi della malattia 1. MMG/Centro Esperto • Insorgenza dei primi disturbi: captare i campanelli di allarme (medicina di iniziativa check list) possono essere ricondotti a patologie/farmaci/situazioni concomitanti? come è il tono dell’umore? • Accertamenti laboratoristici, TC cerebrale(?) • Cura delle eventuali patologie concomitanti/depressione Le fasi della malattia 2. MMG/Centro Esperto • Valutazione specialistica multiprofessionale e multidimensionale • • • • Geriatra Neurologo Psichiatra Psicologo Testistica specifica Diagnostica strumentale Terapia specifica, piani terapeutici Monitoraggio Le fasi della malattia 3. MMG/Centro Esperto • Comunicare la diagnosi Non è un evento puntiforme, ma un processo spesso lungo e non lineare • Informare sulla malattia e sulla sua evoluzione • Informare sulle opportunità assistenziali e di supporto • Ruolo attivo nell’inserire il pz. nella rete dei servizi Le fasi della malattia 4. MMG/Centro Esperto • Monitoraggio effetti collaterali farmaci • Monitoraggio progressione della malattia • Monitoraggio comparsa nuovi • sintomi/disturbi comportamentali • Supporto psicologico/counselling • Attivazione (indirizzo) di altri servizi della rete (assistenza domiciliare, centro diurno, casa-residenza) Le competenze cliniche Es.clinico Revisione terapia Check list Centro Esperto Disturbi Cognitivi Presa in caricoDay Service MMG Es.emato chimici MMG, Centro Esperto Controllo nel tempo Diagnostica Strumentale (TC, SPECT/PET, RM, ecc) Es. clinico Es. neuro psicologico complesso Valutazione funzionale Diagnosi, valutazione del rischio Prescrizione terapia, Piani terapeutici, Stimolazione cognitiva Le competenze assistenziali • Comunicazione della diagnosi • Assistenza al pz. e alla famiglia • Counselling Ci sono dei valori aggiunti? • Conoscenze scientifiche • Ricerca farmacologica • Consapevolezza (nella popolazione, nelle istituzioni, nelle organizzazioni sanitarie) • Servizi specifici E per i professionisti? • Opportunità di formazione • Possibilità di confronto tra professionisti e collaborazione nella gestione dei problemi (presso Centro Esperto dell’Ospedale Maggiore num. telefonico dedicato ai MMG) • Iniziative volte a conoscere le criticità e a migliorarle Il miglioramento • I processi di miglioramento sono il risultato di processi di comunicazione L’ambito della comunicazione • Comunicazione diretta 1 : 1 • Comunicazione di Governo Clinico (Percorso di Audit) • Conoscere per Comunicare Il percorso della conoscenza e della condivisione • Autoreferenzialità vs Ascolto e Confronto • Dal Confronto al Miglioramento • Conoscenza: costruire valore dall’informazione Progetto: indagine conoscitiva MMG e rete servizi Committente : Direzione dell’Azienda USL Contesto: rete dei servizi di cura ed assistenza organizzata per rispondere alle esigenze delle persone affette da demenza e dei loro familiari. In particolare si fa riferimento al Progetto Regionale Demenze della Regione Emilia Romagna (Delib. RER 2581 del 1999). Gli obiettivi : verificare lo stato dell’arte della rete dei servizi attraverso la percezione che ne hanno i MMG; verificare l’efficacia delle strategie e delle azioni aziendali in merito alla valorizzazione del ruolo di MMG così come definito dal Progetto Regionale Demenze. Destinatari: MMG convenzionati con AUSL Bologna Metodologia: Condivisione del progetto attraverso intervista a testimoni significativi individuati tra i MMG Realizzazione di Focus Group con i MMG Elaborazione, condivisa con i MMG di riferimento, di un questionario strutturato rivolto a tutti i MMG da compilare online Analisi e diffusione dei risultati; predisposizione azioni di miglioramento Fasi del progetto Condivisione del progetto attraverso intervista a testimoni significativi individuati tra i MMG Realizzazione di Focus Group con i MMG Elaborazione di un questionario strutturato rivolto a tutti i MMG da compilare online Elementi emersi dalle interviste e dai focus group 1. PERCEZIONE DELLA RETE DEI SERVIZI SUL TERRITORIO NELLA GESTIONE DEL PAZIENTE DEMENTE • Scarsa conoscenza e/o mancanza di informazioni relative a: • • • • • • nodi della rete sul territorio servizi della rete demenze sul territorio attività (tipologia ed entità) svolte dai Centri Esperti evidenza scientifica delle terapie farmacologiche che vengono proposte ai pazienti criteri utilizzati dai Servizi di Assistenza alla Persona per assegnare i servizi caratteristiche dei servizi assistenziali residenziali e semiresidenziali Elementi emersi dalle interviste e dai focus group 2. Mancanza di: – un linguaggio comune tra operatori in merito ai percorsi clinici che si propongono al paziente – un percorso strutturato di assistenza e cura per la gestione della persona con demenza – contatto diretto, personale, con precisi referenti territoriali della rete – condivisione della gestione del paziente: il MMG è lasciato solo a gestire la relazione con i familiari e/o le badanti – collaborazione reale tra il Centro Esperto e MMG, non di mera consulenza specialistica – collaborazione strutturata e non solo occasionale con i Servizi di Assistenza alla Persona – possibilità per il MMG di mantenere continuità di cura con il proprio paziente anche allorchè questi viene inserito in altri percorsi assistenziali (i MMG lamentano di non ricevere informazioni dopo l’invio del loro pz in strutture residenziali o semiresidenziali). Alcune azioni di miglioramento • PercorsoDiagnosticoTerapeuticoAssistenziale (PDTA) per le demenze, condiviso ed ufficiale, di Azienda • Punto di riferimento informativo e clinico (ad es. n. telefonico dedicato) • Sito web • Referto strutturato, comune ai 10 centri esperti Aziendali • Incontri e Formazione a livello di Nuclei di Cure Primarie • Opportunità legate all’attuale fase di valorizzazione e di riorganizzazione del Dipartimento delle Cure Primarie Grazie per la vostra attenzione