Giovanni Catania Giovanni Vultaggio Metodologie per la creazione di itinerari di turismo culturale Standard di qualità e Turismo Culturale per lo sviluppo territoriale delle aree deboli Case Study 1 Giovanni Catania, Giovanni Vultaggio Metodologie per la creazione di itinerari di turismo culturale. SOMMARIO PREMESSA di G. Catania e G. Vultaggio I beni culturali, i beni turistici e Lo sviluppo economico locale Progetti integrati territoriali Introduzione al progetto CISTE Risorse culturali, Valenze turistiche e Ontologia La mappa delle valenze turistiche Metodologia di analisi e di intervento: la griglia siti-servizi Pianificazione turistica e culturale in provincia di Trapani Lettura coordinata del patrimonio pag. 5 pag. 7 pag. 15 pag. 25 pag. 27 pag. 35 pag. 36 pag. 38 pag. 42 Foto Archivio APT - Trapani Foto pagina 22 - Vittorio Maria Vecchi Gli articoli non firmati sono da considerarsi a firma congiunta degli autori Progetto grafico: José Marceca Finito di stampare nel mese di Ottobre 2005 dalla Litotipografia Abate - Paceco (TP) 3 Sviluppo locale e Turismo culturale di Giovanni Vultaggio Secondo le previsioni del Piano Blu per il Mediterraneo (UNEP-MAP), nel 2025 il numero dei turisti crescerà fino a 350 milioni. In tale prospettiva quali possibilità hanno le aree economicamente deboli ma a forte valenza culturale di concorrere nella sfida del turismo mondiale se i minori costi dei mercati stranieri sono già tali da escluderle a priori da qualsiasi capacità attrattiva del turismo di massa? La valorizzazione del ricco patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale, costituisce il principale punto di forza e di maggiore attrattiva per i soggetti non locali. Il recupero del patrimonio costituisce, pertanto, uno degli investimenti di maggiore senso di prospettiva soprattutto in territori difficili come la Sicilia, dove è stata sviluppata la metodologia di cui tratteremo. Il turismo culturale, generato a partire da una proposta di accoglienza territoriale incentrata sul “Patrimonio” di un contesto, è uno strumento capace, in un’area debole, di attivare congiuntamente sviluppo economico e qualità della vita. Redistributore di reddito, il turismo culturale, una tra le tipologie turistiche più pregiate, può svolgere un ruolo politico e sociale di riequilibrio tra regioni ricche e povere, purchè si percepisca fino in fondo che il cliente turista non è solo una temporanea fonte di reddito ma è prima di tutto “un uomo che si sposta”, cui bisogna assicurare la migliore permanenza possibile in mezzo a uomini dotati di saper fare, buon gusto, capacità di creare “civiltà” e mantenere armonia. Il Turismo in Sicilia nei prossimi anni continuerà certo ad essere “sole e mare”, ma dovrà essere capacità dell’isola, in particolare delle sue zone interne, di attrarre turisti dotati di superiori capacità di spesa. Per questa ragione si dovrà necessariamente strutturare un sistema locale fortemente 5 Sviluppo locale e Turismo culturale orientato all’attrazione, all’accoglienza, al coinvolgimento di una “persona che viaggia”, avviando una progettazione sul recupero e sulla valorizzazione di contesti e paesaggi, con una progressiva politica di conservazione dei beni e delle tipicità locali, di qualificazione del territorio, dei servizi e degli operatori. 6 Sviluppo locale e Turismo culturale Occorre comprendere che in tutto il mondo, oggi, la competitività nel lungo termine si raggiunge solo mutando l’atteggiamento organizzativo e sociale interno e verso l’esterno, passando da una visione del settore turistico inteso come vero e proprio settore industriale -delegato a pochi operatori o gruppi economici interessati- ad un approccio diffuso, in cui è la stessa collettività, oltre ad enti pubblici e imprese, a prendere coscienza dell’esigenza di valorizzare il contesto e le proprie risorse umane e territoriali, assicurando per sé e per i turisti una migliore qualità della vita, imponendosi un più qualificato approccio del fare, una pratica “artigianale” o meglio “artistica” di qualità. L’accettazione territoriale di una ipotesi di sviluppo incentrata sul turismo culturale potrebbe allora produrre effetti dirompenti a favore della qualificazione del territorio, del paesaggio, della società e della stessa mentalità locale, specialmente in un teatro come quello siciliano dove, tra scenari di per sé splendidi e ricchi di risorse culturali, la qualità degli attori e dei loro interventi dovrebbe essere certamente migliore. 7 Lo scenario, le esigenze di programmazione e il ruolo dell’animazione. Lo scenario offerto oggi presenta luci e ombre: accanto al deciso sviluppo avviato in alcune aree, esiste il perdurare di pratiche e approcci indegne di un paese europeo. Così, in tutta la Sicilia, mentre si stanno programmando e realizzando centinaia di strutture ricettive, la stagionalità turistica si dilata troppo lentamente e non cresce speditamente, come dovrebbe, la permanenza media del turista in tutte le aree. Vengono ancora finanziate troppe e costosissime manifestazioni senza una vera programmazione, senza un calendario condiviso territorialmente, senza una logica di richiamo turistico e di ritorno economico o prospettive di sviluppo. Si pretende ancora di far nascere nuove imprese tra i giovani senza assicurare l’eliminazione definitiva dei fenomeni estortivi e di usura, mentre nuove imprese vengono finanziate senza assicurare il radicamento della cultura imprenditoriale e senza assicurarsi che esistano le competenze di marketing necessarie a garantire durature possibilità di mercato. Per non parlare della scarsissima partecipazione collettiva ai processi decisionali pubblici e della generalizzata assenza di cofinanziamento privato rispetto ai programmi di promozione del prodotto turistico. Si finanzia enormemente un sistema bloccato di autolinee e collegamenti che non assicura funzionalità intermodale dei collegamenti e che si rivela quasi del tutto indifferente alle esigenze del turista rispetto ad elementi, siti e località di interesse turistico. In tale quadro, generato da una insufficiente cultura manageriale e dello sviluppo, fortemente individualistica e poco sensibile all’importanza collettiva dei provvedimenti e degli atti pubblici, quanto piuttosto interessata a perseguire piccoli o grandi interessi privati o particolari, l’esigenza di individuare strumenti di governance del turismo diviene un caso concreto – per quanto 8 Lo scenario, le esigenze di programmazione e il ruolo dell’animazione. sporadico - di grande lungimiranza politica e amministrativa. Se intorno alla capacità di soddisfare standard sempre più alti si gioca la possibilità di attivare su tutto il territorio la benefica presenza del turismo culturale, occorre comprendere che, per poter dispiegare i suoi effetti, il turismo culturale ha bisogno di essere gestito in modo non improvvisato, occasionale o estemporaneo. A cominciare da una puntuale verifica delle condizioni in cui versano le risorse locali più attrattive si può giungere ad una positiva politica di programmazione e progettazione territoriale. Per indirizzare interventi di riqualificazione e attuare la correzione di guasti e disservizi, occorre prima di tutto definire “quanti e quali” siano questi beni di interesse turistico e quanto “interesse turistico” essi siano capaci di generare. Tali operazioni non sono semplici come potrebbero apparire: finora le scelte di intervento sui beni culturali e ambientali attrattori di turismo culturale sono state demandate alla mera valutazione politica, o di singoli dirigenti, che hanno fatto volentieri a meno di obiettivi criteri e di stime oggettive, operando scelte opinabili ed opportunistiche, con risultati spesso discutibili. Dobbiamo affrontare, inoltre, un altro nodo per il turismo locale rappresentato dall’atteggiamento diffuso nella collettività che i beni culturali e ambientali siano solo beni statici (palazzi, castelli, chiese), da gestire di per sé e non come qualificati contenitori da animare con iniziative, attività, esperienze magari interdisciplinari e/o integrate, organizzate in una forma di rete di fruizione turistica del territorio, capace di generare una dinamica attività di richiamo, permanente e radicata a partire proprio dalla valenza di tali beni. L’assenza di criteri di intervento e di coordinamento, e la carenza di diffuse esperienze di animazione, fa sì che i ritmi di crescita turistica registrati nel9 Lo scenario, le esigenze di programmazione e il ruolo dell’animazione. l’isola, conseguenti alla forte contribuzione di favore di cui la Sicilia ha beneficiato negli ultimi anni, non riflettano ancora il valore abnorme del potenziale attrattivo dell’isola. Inoltre, in assenza di politiche di vera finalizzazione, perfino gli investimenti orientati al recupero e alla valorizzazione del patrimonio potrebbero essere considerati un vero e proprio spreco. Tutti questi fattori mostrano, allora, che per incrementare l’attrattività dei siti turistici e dei contesti occorrerà “animare” questo territorio sbloccando il rigido regime di rendita impiegatizia conseguente alla gestione pubblica del patrimonio, individuando servizi utili alla collettività e al turista, sostenendo e strutturando esperienze e iniziative di gestione di impresa che diventino occasioni di richiamo, sfruttino e mettano in luce gli elementi di interesse, dilatino i tempi di visita, valorizzino in modo integrato gli elementi culturali e ambientali del territorio per incidere veramente sul dato culturale, economico e occupazionale dell’isola. 10 CISTE e la “Logica Itinerario” CISTE nasce da una iniziativa pilota avviata in ambito europeo e sviluppata in questi anni dalla Provincia di Trapani che ha strutturato una metodologia per la creazione di “Itinerari tematici” come strumento di fruizione dinamica del territorio per la promozione di beni, aree e destinazioni. Un sistema di itinerari studiati sulla base delle specificità locali costituisce il modo migliore per proporre un incontro dinamico, intrigante ed evocativo tra una destinazione e l’insita curiosità e voglia di conoscere caratteristiche del turista visitatore. La logica dei “distretti”, infatti, pone le aree del territorio in conflitto tra loro generando spesso ripetizioni, sprechi e inutili antagonismi, senza strutturare politiche sinergiche, collaborazioni e mutuo sostegno tra territori, oggi fortemente carenti delle risorse necessarie per aggredire i mercati turistici, siano essi nazionali o stranieri. Al contrario, la logica dell’itinerario in cui enti pubblici e privati individuano un sistema di temi di attrazione territoriale favorisce l’integrazione dei territori in progetti promozionali comuni, stimola la progettualità interna e la ricerca di elementi e aspetti comuni oltre a generare lo sviluppo di elementi complementari, sinergici all’offerta turistico-culturale di base. Gli “itinerari”, data l’alta componente immateriale di cui sono costituiti, per la preponderante parte attribuita alle attività di animazione (laboratori, esperienze di visita, allestimenti più o meno temporanei), possono costituire lo strumento collante e significante degli interventi di recupero dei beni culturali e ambientali, recentemente sviluppati con i Progetti Integrati Territoriali (PIT). Questi programmi integrati nell’attuale scenario possono costituire alcune tra le principali tappe di un viaggio alla scoperta dei territori e delle loro valenze. Sia gli itinerari sia le singole tappe che li formano dovranno, per questo, essere costruiti secondo precise regole e criteri, animati in modo da consentire al 11 CISTE e la “Logica Itinerario” turista-viaggiatore di conoscere, comprendere, interagire, “amare” il territorio in cui si trova e consentire alle amministrazioni e ai privati che li sviluppano una sostanziale “governance delle performance”.Per far ciò occorre studiare, dimensionare, progettare, dotare gli itinerari in modo compatibile con le esigenze di proponibilità turistica e commerciale, mentre le strutture e le aree recuperate dovranno dotarsi di momenti di interazione con il territorio, animandosi di occasioni di ricerca e scoperta delle sue più suggestive, uniche, tipiche risorse culturali e ambientali. L’itinerario di Turismo culturale dovrebbe presentarsi come un percorso di arricchimento culturale condotto in modo giocoso, divertente, entusiasmante, in modo da destare la curiosità, l’interesse, la partecipazione attiva e il coinvolgimento attraverso proposte di animazione ed esperienze che dovranno necessariamente, e quanto più possibile, coinvolgere i giovani locali con logiche imprenditoriali, raggiungendo anche possibili target di clientela locale, distrettuale, regionale. Al fine di poter sempre verificare il livello di risposta del sistema e gli adeguamenti di cui necessita, inoltre, si renderà necessario individuare e condividere veri e propri “standard” per la misurazione delle performance, a partire dall’analisi quantitativa e della “qualità percepita da turisti e visitatori”, riferita alle infrastrutture, ai siti, ai servizi e agli operatori. Andrebbero infine attivati idonei sostegni regionali, nazionali ed europei: ·per il recepimento di buone prassi, iniziative esemplari e il radicamento di solidi collegamenti internazionali; ·per sviluppare analisi di mercato e studi di fattibilità delle iniziative di animazione e di riscoperta delle risorse territoriali; ·per l’accesso ai sostegni per l’imprenditoria e la creazione d’impresa; ·per l’ancoraggio e l’adeguamento a circuiti regionali e nazionali. 12 Il Tematismo e la creazione di valore di Giovanni Catania La ragione per cui si suggerisce con il progetto CISTE di investire in ampie attività di ricerca territoriale, i cui dati vengono raccolti e sistematizzati non soltanto per contenere informazioni ma per rappresentare gli itinerari tematici, è che occorre oggi rendere molto più flessibile l’offerta turistica. In un’era di grande turbolenza come quella attuale bisogna consentire al turista di costruirsi itinerari sempre più personalizzati, basati sui suoi interessi di partenza, accedendo ad una base informativa adattabile per i diversi usi: studio, programmazione e pianificazione, progettazione, gestione, fruizione puntuale. Concepire il turismo come un flusso itinerante diventa quasi un obbligo per la promozione del territorio, in diverse aree geografiche della Sicilia e del Paese. Si è ritenuto, per molto tempo e a torto, che il settore del turismo non abbisognasse di ricerca, in quanto troppo basato su un’attività (il viaggiare) considerata meramente economica e commerciale, anziché provare ad indagare con criteri più razionali sulle implicazioni che il turismo esercita quando rappresenta un moto dello spirito, un bisogno dell’uomo, antico e moderno. Mutuando la definizione dall’archeologia, si deve parlare oggi del Turismo come un “campo intermedio”. Infatti, al pari dell’archeologia, convivono nel turismo, e in particolare in quello culturale, approcci e metodi di indagine rigorosamente scientifici, oltre che esperienze, sensazioni, opinioni del tutto soggettive di cui occorre frequentemente tener conto. Assieme alla mera scientificità di fatti connessi all’economia e alle scienze di marketing, esiste tutto ciò che attiene le imponderabili scelte, le sensazioni, le opinioni, i gusti e le idee dell’uomo: un corpus di elementi e riflessioni che determinano nuove variabili di indagine, il cui studio diviene oggi essenziale per sviluppare un qualunque approccio tecnico ed economico 13 Il Tematismo e la creazione di Valore verso il turismo in chiave culturale. Pur non pretendendo di esaurire l’argomento, sia sotto il profilo tecnico che economico, il settore del “turismo culturale” può allora comprendere: · i percorsi storici dei grandi viaggiatori (ovvero, per semplicità e praticità, i grandi itinerari senza però confondere questo con il concetto che viene associato al termine “itinerario” in questa pubblicazione); · le grandi città d’arte, di cui l’Italia è un contenitore per eccellenza; · gli itinerari turistici e culturali tout court (sul tipo dei “Castelli della Loira”, la “Costiera Amalfitana”, etc.); · i circuiti artistici, museali, monumentali e archeologici di riconosciuta importanza, spesso coincidenti in termini di prodotto turistico con le grandi capitali europee e mondiali; · le reti locali e sovralocali di musei, di parchi e zone archelogiche etc.; · i siti culturali puntuali, anche se decontestualizzati in termini turistici come, ad esempio, i parchi tematici artificiali. Senza approfondire la struttura di marketing e comunicazione associata ad un prodotto che, per sua natura, deve essere un prodotto specifico tale da catturare la curiosità e l’intelletto del visitatore, è facile notare come tutte le classificazioni di cui sopra si basino sostanzialmente sul concetto di “tema”. Questo elemento, nella costruzione del prodotto turistico-culturale, assumerà un’estrema rilevanza. Mentre, infatti, nel caso della costruzione di un prodotto turistico di massa notiamo normalmente la concorrenza di una pluralità di fattori verso la costruzione di un prodotto “economico” e vendibile, 14 Il Tematismo e la creazione di Valore quando occorre costruire il prodotto turistico culturale ci si trova, normalmente, in presenza del preponderante fattore “tematismo” il quale, fatte salve poche e riconosciute eccezioni dovute a scarsa consapevolezza delle popolazioni locali, fa già parte dell’identità di una data area geografica ed è, quindi, suscettibile di riconoscimento, valorizzazione, fruizione sociale e turistica. L’identità è dunque il primo valore del prodotto da ricercare e conseguire prima della commercializzazione e ben oltre la sua semplice vendita. L’individuazione e la valorizzazione dei temi territoriali non dovrebbe necessariamente coincidere con lo “sfruttamento economico in senso stretto” dei beni del patrimonio culturale, concetto troppo riduttivo e in taluni casi addirittura inapplicabile o inaccettabile. Se però l’attività che conduce alla costruzione di uno specifico prodotto turistico-culturale viene svolta attorno a un tema rappresentabile e rappresentativo dell’identità e della cultura locale, questa può divenire allora un elemento qualificante del sistema e dell’organizzazione territoriale. Perché l’azione di marketing territoriale -che presiede alla creazione di un itinerario turistico-culturale- possa rendersi efficace e suscettibile di generare risultati significativi e replicabili, l’offerta culturale della destinazione deve: · esistere realmente, ovvero essere concretamente fruibile e gestibile; · essere misurabile, per consentire la verifica delle performance e delle percezioni; · presentare elementi variegati ma coerenti al suo interno (all’interno dell’offerta stessa), sia tematici che di percorso; · essere effettivamente rappresentata o rappresentabile, per consentire 15 Il Tematismo e la creazione di Valore la veicolazione all’interno dell’area di un processo di continua creazione di un’immagine “di identità locale” originale e, quindi, specifica e chiara nella mente del fruitore; · essere orientata al mercato, secondo la sua segmentazione (specialisti o neofiti, grande pubblico o specifiche nicchie di utenti e fruitori); · essere confezionata o confezionabile in modo tale da contribuire a creare un contesto attivo e attrattivo, in uno con le risorse esterne al bene culturale (sociali, finanziarie, umane); · svilupparsi in un contesto che possa dar luogo a proficue relazioni e che produca crescita, occupazione e reddito. Quanto sopra elencato si può affermare con riguardo ad ogni tipologia di bene culturale, sia esso mobile o immobile, fisico o virtuale (es. musica etnica), concentrato o distribuito, umano o materiale, fruibile o sperimentabile, accessibile o anche solo conoscibile. Soltanto in questi termini si potranno ravvisare gli estremi perché si possa procedere alla costruzione di un prodotto equilibrato, globale, sostenibile e accettabile socialmente oltreché economicamente. L’interpretazione e la creazione del “senso” Quali sono le ragioni di fondo per adottare una visione strategica e prospettica incentrata sul turismo culturale, quando esistono intorno a noi casi di successo in campo turistico che sono “insiemi vuoti” dal punto di vista culturale? Mutuando dal linguaggio di Umberto Galimberti (ne “Il corpo”) la definizione 16 Il Tematismo e la creazione di Valore di “equivalenze vuote”, potremmo attribuirla a località come “Rimini”, “Sharm El-Sheik”, Las Vegas. Queste sono, infatti, esempi eclatanti della vacuità del prodotto turistico quando esso diventa prodotto massificante e, di per sé, vuoto di significati in quanto manca sempre il significante. Questi prodotti, di grande successo ma replicabili, non sono fondati sul concetto cardine di irripetibilità del territorio culturale come categoria che risponde all’esigenza dell’uomo di sapere, di aver visto, di essere stato, di aver ricordo, - e quindi, di conoscere e di ricercare - ma, piuttosto, sulla necessità di soddisfare i propri istinti ludici, dunque effimeri e mutevoli in quanto poco profondi. Ma in termini economici cosa vorrà dire in futuro “competitività del sistema” se il concetto stesso di “irripetibilità” non viene oggi posto alla base della costruzione del sistema-territorio sotto forma di prodotto culturale e geografico, ancor prima che economico-turistico? In tal senso si ripropone la domanda iniziale: quali possibilità hanno le aree economicamente deboli ma a forte valenza culturale di concorrere nella crescita del turismo mondiale? In ciò lo sviluppo del turismo culturale non solo può svolgere un ruolo politico e sociale di riequilibrio, richiamato all’inizio di questa pubblicazione, ma contribuirebbe alla riappropriazione, da parte delle popolazioni, della loro stessa identità. Siamo dunque tenuti ad avere un nuovo atteggiamento nei riguardi del turismo come attività a carattere economico e sociale, ovvero: · da un lato, un’attività con indubbi risvolti economici; · dall’altro, un’attività che implica lo stabilirsi di relazioni in un contesto specifico, per cui oggi si parla sempre più del cosiddetto “turismo relazionale”. 17 Il Tematismo e la creazione di Valore In ogni caso avremo a che fare con un sistema fortemente orientato al richiamo, all’attrazione, all’accoglienza, al coinvolgimento di una persona che viaggia. In questo senso, il turismo diventa sempre più la metafora di un passaggio epocale dall’era industriale (che include la visione del settore turistico come vero e proprio settore industriale) ad un era – indefinibile come quella attuale – in cui sia gli enti pubblici sia le imprese hanno compreso che la competitività nel lungo termine si raggiunge solo se si instaurano, si organizzano e si governano le relazioni con più soggetti che influiscono sulle performance di un settore di attività. Questo comportamento preciso, richiesto a quasi tutte le organizzazioni operative in tutti i campi (pubblica amministrazione, industria, agricoltura, servizi, ricerca, innovazione e formazione, volontariato e terzo settore) è frutto di un riposizionamento delle organizzazioni su premesse diverse, a partire dall’ideazione della “mission”. Nuove configurazioni di servizio sono destinate a prevalere sulla produzione di massa, in un contesto in cui, invece del servizio in serie, magari anche estremamente personalizzato, si strutturerà una relazione positiva tra il turista ed una “persona”, grazie alla civiltà dell’atteggiamento di questa persona, sia essa operatore o residente. Questo atteggiamento deve preesistere all’erogazione materiale del servizio e all’accoglienza sul territorio, basandosi su valori precisi. Il cliente dunque, per dirla con Galimberti, nel corso del tempo, è diventato prima utente, poi visitatore, poi consumatore-turista e infine “viaggiatore”. Un “Uomo”, che al pari di Ulisse (un navigatore) nel viaggio persegue un suo preciso “progetto” ricercando un suo organico inserimento ed equilibrio nel contesto. 18 Il Tematismo e la creazione di Valore Natura e Cultura Nella definizione di “siti culturali”, così come assunta nel Capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei del Progetto CISTE, di cui una proposta di aggiornamento viene presentata più avanti, si ricomprendono sia i siti culturali in senso stretto sia i siti naturalistici. Ciò perchè la persona, il viaggiatore, si trova immerso in una miscela delle due componenti: naturale e culturale. All’interno del contesto turistico, entro cui costruiamo un itinerario a tema (a sfondo culturale), le due dimensioni verranno – grazie alla capacità del progettista-costruttore di itinerari - in contatto molto spesso: si fonderanno dando origine ad un insieme che ben si presta all’interpretazione che ne darà l’osservatore destinato a fruirne. Natura e cultura costituiscono, dunque, uno spazio allargato, in cui il dato fisico viene arricchito dal dato storico, dal “senso” dei luoghi e degli oggetti. Il viaggiatore diventa adesso la destinazione dei segni che il contesto ambientale e culturale è pronto a trasmettergli; soggetto che, nell’essere se stesso e nell’esserci in quel contesto ed in quel lasso di tempo, si trova a diventare supporto che interagisce con l’ambiente. L’abilità nella costruzione di itinerari riguarda molto la capacità di rappresentazione di un mito, la capacità di operare una riduzione a carattere storico nella memoria e nella cultura del visitatore che consente un doppio meccanismo di attribuzione di senso e riconoscimento dell’identità altrui, essenziale nella costruzione del rapporto tra visitatore e itinerario. Dal momento che siamo riusciti a condurre il turista per la mente, osservandolo durante la sua navigazione, ci troviamo a condividere le sue emozioni, il suo lasciarsi raggiungere dalle cose. Ciò è reso possibile dall’attribuzione 19 Il Tematismo e la creazione di Valore di un “senso”, la cui continua ricostruzione creativa utilizza la saldatura tra significante e significato, una capacità insita nell’atto del conoscere e del riconoscere, come quando si para innanzi al viaggiatore il gesto memorabile che gli utensili raccolti in un museo raccontano al suo essere-uomo. Secondo Barthes, Il rapporto che unisce il concetto del mito al senso è un rapporto di deformazione. Il mito non nasconde nulla. Il mito dunque rassicura creando scenari ricchi di atmosfera. Costruire un itinerario significherebbe dunque agire su ciò che riguarda il mito, sugli elementi della sua rappresentazione, sull’azione conoscitiva da parte del nostro osservatore che ricostruisce un senso amplificato fino al punto da assorbire tutti i linguaggi e dare loro un ulteriore senso, utilizzando un metalinguaggio per interferire con il soggetto osservatore. Se il mito ha il potere di deformare, non dobbiamo dunque aver paura di deformare uno o più elementi per rappresentarli ma sempre senza trascendere, scadere nel “nonsenso”, o, peggio, addirittura offendere il destinatario della ricostruzione. La deformazione, in questo caso, potrà dipendere da una pluralità di punti di vista. L’averli considerati tutti, o averne considerati molti, nella costruzione della mappa percettiva sulle valenze di un itinerario, può certo ridurre il rischio di una valutazione ancora posizionale degli elementi di interesse per il visitatore, in luogo di quella situazionale che ci interessa, ma non può annullarlo, sicché avremo comunque bisogno di un doppio riferimento: soggettivo (anche se plurale) ed oggettivo (procedura) per minimizzare la distanza tra la percezione collettiva, se così si può dire, e la nostra percezione dell’itinerario turistico-culturale. 20 Il Tematismo e la creazione di Valore La valorizzazione sostenibile Perché valorizzare un bene? Perché, in qualche modo, dovremmo prestarci a snaturarlo, a sottoporlo all’esposizione alle masse?. Non sarebbe forse meglio nasconderlo, conservarlo indefinitamente, per mantenerne l’integrità e il significato? Si potrebbe dare una risposta nel senso della necessità di conservare un bene per restituirgli una dignità, a volte perduta a causa dell’incuria o del trascorrere del tempo. Dalla precedente ottica di conservazione di spazi naturali e oggetti culturali, oggi si passa, invece, a volte troppo velocemente alla fruizione riducendo il bene culturale o ambientale a valore monetizzabile, a bene “produttivo”. In sé questa operazione, apparirebbe una orribile violenza alla storia e alla cultura, se non fosse che esiste nel mondo un principio economico che non può essere disatteso. L’atto di “valorizzare” sarebbe, dunque, una necessità che considera il patrimonio culturale come suscettibile di rappresentare un valore di scambio. Si prescinde dalla giusta considerazione che il trarre profitto dai beni culturali sia spesso d’ausilio alla loro stessa conservazione, poiché il rischio più grande sembra essere proprio legato alla percezione distorta che si può trarre (ad esempio il nostro Ulisse) dal venire in contatto con un bene culturale squilibrato sul versante economico, in maniera così sproporzionata da offendere lo spirito di ricerca del “senso” del bene, della quantità di “civiltà” o di “patrimonio” che gli è insita. La ricerca di un equilibrio tra le diverse componenti di prodotto e comunicazione si impone adesso come una necessità. Il messaggio che scaturisce da questo ragionamento - rigoroso ed anche distruttivo di concetti oggi troppo diffusi - è, comunque, un monito alla preservazione e alla conservazione sostenibile, finalizzata ad evitare la mercificazione del patri21 Il Tematismo e la creazione di Valore monio culturale e, soprattutto, il suo mercimonio. La conseguenza logica è che tra valorizzazione culturale e valorizzazione economica, deve avere il plauso ogni operazione capace di restituire il senso perduto alle cose. Tuttavia, il principio economico insito in ogni attività umana introduce un fattore di complessità, ossia: la valorizzazione implicherà in qualche modo il considerare un bene non più per la sua ragione e destinazione originaria, bensì per un valore che viene apprezzato in termini di prezzo o tariffa o profitto subendo un qualche processo di svilimento. L’unica via d’uscita, che tiene in considerazione le esigenze di valorizzazione in senso culturale (il recupero del senso) e in senso economico del bene (fruizione, possibile a seguito dell’adozione di un piano finanziario), sarà quella della valorizzazione in termini di sostenibilità, nel senso che l’impatto (il numero e la qualità) delle operazioni di recupero di senso dovrebbe sempre risultare - ma non è quasi mai così nella realtà - superiore all’impatto delle operazioni in senso economico. Solo a queste condizioni si può sostenere che il principio economico non abbia definitivamente compromesso significante ed significato, al punto che risulti impossibile per l’osservatore attribuire un “senso” all’oggetto culturale e, dunque, “conoscerlo”. Per questo, potremo utilizzare tutti gli strumenti di intervento che siamo oggi capaci di individuare e di organizzare in forma più coerente ed integrata per poi confrontarci con lo spirito delle iniziative di valorizzazione turistico-culturale intraprese in una data area, con la storia dello sviluppo in quell’area, con le dinamiche future prevedibili. 23 La Prassi della Metodologia CISTE di Giovanni Vultaggio 24 La Prassi della Metodologia CISTE La proposta formulata dal Progetto CISTE individua le seguenti prassi operative: 1) valutazione delle modalità di percezione delle aree nel contesto regionale, nazionale, estero; 2) avvio di una ricerca finalizzata alla mappatura territoriale dei soggetti qualificati e delle risorse turistiche costituite dalla pluralità dei beni culturali e ambientali, materiali e immateriali; 3) analisi dell’infrastrutturazione dei siti, della disponibilità delle risorse e dell’efficacia dei servizi turistici esistenti secondo criteri funzionali alla modellizzazione del territorio e alla creazione di itinerari; 4) individuazione di buone prassi e di concreti esempi di valorizzazione, di modelli di gestione efficienti ed efficaci applicabili al contesto locale, per il completamento dei sistemi locali e lo sviluppo di iniziative di scambio e il radicamento di relazioni internazionali; 5) individuazione e proposta di interventi di completamento e sistemi di gestione dei beni culturali e ambientali come ambiti di visita dei circuiti e degli itinerari e come nuove occasioni di autoimprenditorialità; 6) analisi della relazione e compenetrazione tra interventi locali, provinciali, regionali e interregionali per lo sviluppo dei sistemi turistici locali; 7) la formulazione di ipotesi di sviluppo dell’articolazione e integrazione dell’offerta culturale in reti, circuiti o itinerari; 8) la predisposizione di strutture di coordinamento per la messa a punto ed a sistema dell’offerta di beni culturali e di servizi che partecipano alla creazione del sito-sistema, anche mediante l’associazione di attrezzature, strumenti tecnici, tecnologici e finanziari, complementari e compatibili tra loro e con la strategia di fondo per la valorizzazione e la frui25 La Prassi della Metodologia CISTE zione; 9) identificazione dei canali più appropriati per veicolare l’immagine degli itinerari (canali interni e canali esterni ai circuiti); 10) identificazione delle modalità di realizzazione di una armoniosa e coordinata azione di marketing management, con la definizione delle tematiche trainanti per l’identificazione degli strumenti tecnici (infrastrutturazione minore) e promozionali più idonei a veicolare i tematismi presenti nei sistemi turistici locali e nei protodistretti culturali oggetto della ricerca; 11) generazione e sperimentazione di moduli formativi dedicati; 12) applicazione continua e concreta dei risultati delle indagini e delle valutazioni per lo sviluppo di modelli e piattaforme informatiche di gestione e sviluppo dei sistemi turistici. La Percezione L’esigenza di valutare le modalità di percezione del territorio nei contesti regionali, nazionali ed esteri è un elemento spesso sottaciuto dalle analisi o non compreso fino in fondo. L’obiettivo non deve essere solo quello di definire il posizionamento di un area, quanto piuttosto di verificare la coincidenza tra il posizionamento ricercato e promosso dal sistema e la percezione del territorio da parte dei turisti. L’eventuale gap diviene un campanello di allarme, un’occasione importante per reindirizzare la comunicazione, verso campagne pubblicitarie capaci di intervenire sullo scostamento. In tale ottica, gli strumenti di indagine disponibili per i Tour Operator, per i promotori di turismo (stakeholders territoriali), per i turisti che hanno vissuto un’esperienza 26 La Prassi della Metodologia CISTE turistica del territorio e per i turisti potenziali che sono prossimi alla scelta della destinazione turistica comprendono: ·questionari somministrati personalmente, tramite posta o web o telefonicamente; ·interscambi informativi strutturati con i front-office degli operatori del settore turistico; ·ricerche qualitative, sulla base di analisi campionarie, finalizzate alla comprensione delle motivazioni profonde che sottostanno al comportamento di consumo. Le ricerche potranno svilupparsi mediante: ·colloqui individuali; ·gruppi di discussione (gruppi ideativi; focus group; discussioni ad orientamento creativo); ·desk surveys, studi di carattere statistico-economico; ·monitoraggio dei trend; ·ricerche per osservazione, simulazioni, aree test; ·monitoraggio della customer satisfaction attraverso strumenti quali il Servqul e la gap analysis. Prima di indagare qualsivoglia territorio, le sue valenze e potenzialità, occorrerebbe comprendere quale sia la percezione che dello stesso si ha all’esterno. Spesso si sottovaluta tale aspetto, non considerando che questo è un vero e proprio punto di partenza: tutte le isole del Mediterraneo conoscono da decenni un ricco sviluppo turistico e sono meta di grandi flussi internazionali, sconosciuti alla Sicilia, che chissà per quanti anni ancora continuerà a pagare la cattiva fama provocatale dalla mafia e dalle sue stragi. In un’area 27 La Prassi della Metodologia CISTE che si apre al turismo, specie quello culturale, occorrerà comprendere prima di tutto quali siano i mercati o le collettività in cui effettuare l’analisi, e soltanto dopo misurare il grado di conoscenza e di apprezzamento della regione in cui l’area si colloca; quali ne siano e come siano valutati i punti di forza o di debolezza, quali le risorse riconosciute. Solo a seguito di tale analisi andrebbe sviluppata la successiva fase di indagine condotta invece direttamente nel contesto. La Mappatura Si premette, innanzitutto, un criterio che si pone alla base di tutti gli interventi sviluppati attraverso il progetto CISTE: i beni culturali non sono solo i monumenti e i siti archeologici, ma rappresentano in un territorio tutti quegli elementi aventi valore di civiltà e in grado di scatenare o soddisfare interessi. Vanno, pertanto, individuati come elementi di interesse turistico culturale: beni artistici, archeologici, ambientali, paesaggistici, etnoantropologici, enogastronomici, luoghi di fede, fatti e personaggi storici, siti e aspetti connessi all’identità locale, produzioni ed eventi anche perduti e da recuperare, attività di svago e tempo libero purché fortemente connesse al contesto territoriale. Sono tali “risorse” del patrimonio locale, che in un’ottica di successiva scoperta e proposta, vanno “animate” e organizzate per consentirne la fruizione in “itinerari” tesi a collegare aree, punti, percorsi che possono integrare sia valenze culturali sia valenze ambientali, incrementando e moltiplicando le potenzialità turistiche del territorio. L’operazione di mappatura delle risorse viene effettuata strutturando innan28 La Prassi della Metodologia CISTE zitutto una Tassonomia, supportata da un Glossario per la costruzione di una Ontologia di sistema che viene via via definita in modo da poter classificare le caratteristiche di interesse turistico e generare una “clusterizzazione” dei dati. Il glossario consente lo sviluppo di un linguaggio strutturato e la gesti- Ideazione: G. Catania, G. Vultaggio. Elaborazione V. Minunno. 29 La Prassi della Metodologia CISTE bilità informatica dei dati di ricerca e di progetto. Oltre alla costruzione dei linguaggi, la misurazione di performance, l’individuazione di standard, l’applicazione strutturata di prassi, lo sviluppo di questionari, moduli e manuali di rilevazione permettono di procedere verso un’attività di certificazione turistica e ambientale (località, percorsi e prodotti originali) e approdare alla formulazione di “itinerari”, percorsi turistici vivi, animati e soprattutto “gestiti”, da proporre in modo attivo e strutturato per l’accoglienza turistica. In particolare, la mappatura delle risorse “culturali” di un territorio così come messo a punto dal progetto CISTE, presuppone una serie iniziale di interviste a qualificati soggetti locali, sia esperti sia referenti istituzionali, oltre a qualificati fornitori di servizi dotati di una solida formazione di base sul loro contesto. Tale indagine qualitatitiva-quantitativa, svolta quanto più possibile in modo speditivo, deve assicurare - attraverso una sintetica procedura di raccolta - la disponibilità delle informazioni essenziali per consentire una visione d’insieme dei dati di interesse turistico sul contesto. L’applicazione consente di disporre, in breve tempo, di un adeguato spettro di conoscenze sulle risorse esistenti nei vari settori dei beni culturali locali, fornendo al tempo stesso elementi utili a comprendere quanti e quali siano ritenuti importanti per le finalità di sviluppo turistico. Ottenuta la base di dati “essenziali” è possibile allora approfondire lo studio con aspetti connessi al grado di fruizione e di animazione, in modo da proporre successivamente adeguamenti e interventi di sviluppo e messa a sistema. Solo l’intervista a soggetti dotati di adeguate competenze può consentire il riconoscimento dei “valori” dei beni culturali, e solo il coinvolgimento degli stakeholders locali può assicurare una scelta fortemente condivisa dal contesto locale, condizione essenziale per la riuscita di qua30 La Prassi della Metodologia CISTE lunque progetto inerente lo sviluppo del territorio e la valorizzazione sostenibile del suo patrimonio. L’impiego di strumenti informatici negli ambiti specifici di competenza del processo di indagine è essenziale per consentire una rapidità di analisi e una raccolta strutturata dei dati del processo. La preliminare sintetica prassi d’approccio vede una primaria attività sviluppata mediante un sistema di schedatura semplice, efficace, obiettivo e completo, veloce, in grado di guidare sia la fase di schedatura di beni territoriali sia una revisione a posteriori delle procedure e dei sistemi di analisi. Tale catalogazione speditiva dei beni territoriali nel loro contesto mira a valutare una serie di fattori in grado di indagarne sinteticamente il grado di turisticità. Alcune delle categorie di tale rilevazione sono la denominazione del bene, la sua tipologia, un numero unico di inventario, la datazione attribuibile alla risorsa, informazioni sulla localizzazione ai fini di una georeferenziazione del bene, una stima sintetica del grado di interesse, della notorietà della risorsa, della classe turistica (indice ordinale ottenuto mediante suddivisione del numero di utenti in un numero determinato di classi). Inoltre, occorre che la catalogazione comprenda anche aspetti quali il periodo dell’anno in cui la risorsa turistica è disponibile, la durata della disponibilità, il tempo medio per la fruizione della risorsa, informazioni sulla raggiungibilità e accessibilità della risorsa. All’interno del sito andranno indagate le condizioni d’uso dello stesso, le infrastrutture di cui è dotato, i servizi e gli elementi informativi che vengono messi a disposizione del turista. La raccolta di ulteriori dati, come quelli sulla localizzazione planimetrica, rilievo grafico, fotografico e analitico, costituiscono le informazioni essenziali per la strutturazione di un GIS finalizzato al turismo culturale. Per la creazione di itinerari turistici è, pertanto, indispensabile coinvolgere 31 La Prassi della Metodologia CISTE 32 La Prassi della Metodologia CISTE soggetti locali e disporre di qualificati schedatori. Questi ultimi dovranno essere dotati di vari livelli di qualificazione (estimo, beni culturali, ambientali, turismo, marketing sono le principali materie di competenza) che opereranno in gruppo anche attraverso puntuali confronti interdisciplinari. I processi di catalogazione richiesti, e la specifica necessità di ottenere valutazioni in via speditiva, prevedono la costante integrazione, tanto che gli schedatori devono essere predisposti al lavoro di gruppo e saper utilizzare competenze provenienti anche da ambiti diversi dalla propria specializzazione, con l’obiettivo di integrare aspetti di carattere tecnico e storico-umanistico, oltreché confrontarsi con le principali tecniche di indagine, con la strumentazione di base per il rilevamento su campo, con il sistema informativo e con il data entry relativo alle schede. In relazione, invece, ai qualificati soggetti locali, questi dovranno essere individuati in base ad una pluralità di competenze (vd. tabella delle Valenze) poiché ogni intervistato, oltre a fornire insostituibili supporti in merito alla propria disciplina per le proprie conoscenze specifiche, diviene un testimone privilegiato, di risorse e valenze di diverso tipo, di cui è fruitore sensibile o spettatore attento. Gli aspetti interdisciplinari del turismo culturale devono essere commisurati, nell’approccio proprio della metodologia CISTE, ad una spiccata propensione di ricerca verso la sintetizzazione del dato, almeno in fase di ricerca preliminare. Si deve per questo acquisire e assicurare, da parte di tutti i soggetti coinvolti nelle attività di mappatura, un corretto grado di buon senso ed equilibrio, con interpretazione corretta dei dati rilevati e capacità di svolgere una sintetica ma efficace ricerca del materiale documentario esistente negli archivi e sul territorio: documenti, notizie bibliografiche, immagini storiche e interviste, attraverso una preventiva organizzazione, ricognizione, valutazio33 La Prassi della Metodologia CISTE ne delle fonti alle quali attingere. Si tratta, per certi versi - posto il territorio su cui applicare il progetto di valorizzazione turistico culturale - di svolgere una vera e propria attività di “Survey”, un termine inglese che in italiano si può tradurre con “ricognizione”, “verifica sistematica”. Fare “Survey” è un esercizio tipicamente anglosassone di ricerca, analisi e accertamento che, applicato sul territorio, si traduce in analisi delle risorse e in una organizzazione delle informazioni sullo stesso. Le attività di Survey sono condotte, nel mondo anglosassone, prevedendo periodici sopralluoghi, indagini, ricerche d’archivio, interviste….alla ricerca di nuove informazioni e per la verifica dei dati esistenti. Tale prassi di ricerca continua ottimizza la ricerca strutturata di luoghi, cose, informazioni, storie... e assicura un mantenimento delle conoscenze sul territorio, sulla storia, sull’ambiente, sulle tradizioni. Tale pratica di indagine applicata sistematicamente al territorio consente di pervenire ad una migliore visione d’insieme, rende possibile la programmazione, favorisce l’obiettività e l’opportunità delle valutazioni e delle scelte, stimola l’interesse dei soggetti preposti verso la scoperta dei valori territoriali. Il Survey, insomma, come metodo è associabile alla piattaforma CISTE in modo pressoché perfetto, permettendo di costruire quella modellizzazione dei dati che, mediante supporti informatici, può fornire un approccio rapido e multidisciplinare alle risorse territoriali. Successivamente alla fase di intervista agli operatori e all’individuazione dei beni di interesse turistico, si può sviluppare una schedatura di dettaglio, con elaborazione dei dati, compilazione e informatizzazione schede in cui le attività previste sono: 34 La Prassi della Metodologia CISTE ·organizzazione e studio del materiale reperito; ·redazione di un primo elenco dei beni primari di interesse turistico; ·compilazione delle schede di approfondimento; ·revisione e analisi dei dati mediante sopralluoghi; ·confronto per valutare i dati raccolti; ·rielaborazione e organizzazione del materiale raccolto; ·informatizzazione definitiva dei dati e delle schede. Solo a questa fase può seguirne una di validazione dei dati, da realizzarsi con tecniche tipo “open forum”, che preveda la presentazione dei risultati ad un pubblico più vasto, al fine di verificare il lavoro svolto dai ricercatori e dagli operatori. Questa fase presiede alla valutazione dei risultati con l’elaborazione delle liste definitive sui beni e sulle risorse turistiche concretamente utilizzabili per la creazione degli itinerari, per identificare gli interventi prioritari per la qualificazione dell’area e per l’attivazione di nuovi siti e servizi. Tale procedura facilita anche lo sviluppo di iniziative di completamento, grazie alla condivisione degli obiettivi con la comunità locale e il rafforzamento di nuove proposte progettuali e imprenditoriali nel frattempo emerse dal confronto. Tutti gli elementi emersi dal processo sopra descritto (risorse materiali, immateriali e valoriali) potranno, allora, essere utilizzati per strutturare le “tappe di un viaggio alla scoperta del territorio culturale”, ovvero il nostro Itinerario. 35 La Prassi della Metodologia CISTE Tabella delle valenze di interesse turistico culturale 36 La Prassi della Metodologia CISTE Le Valenze di interesse turistico Attraverso il sistema CISTE sono stati sviluppati una serie di strumenti tesi a consentire una “visione d’insieme” del territorio finalizzata allo sviluppo del turismo culturale. Tutte le analisi di contesto vengono sviluppate a partire da un sistema di 14 valenze culturali diverse e interagenti tra loro (storica, archeologica, paesaggistica, ambientale, tradizionale…) che sintetizzano le motivazioni di interesse turistico-culturale e consentono di indagare sia l’offerta che la domanda. Tale articolazione, attraverso un approccio statistico, consente di misurare il grado di interesse culturale di ogni singola risorsa del territorio, permettendo la costruzione informatica di strumenti di gestione e di destinazione. Una prima elaborazione del sistema, precedente a quella qui sviluppata, è stata recentemente implementata sull’area test di Segesta(1) Tali postulati sono: <<Il territorio è un palinsesto di elementi, denominati beni culturali e ambientali, testimonianza dell’attività dell’uomo e dell’ambiente, aventi valore di civiltà e in grado di scatenare o soddisfare interessi>> <<I beni culturali e ambientali di un territorio sono “risorse” dello stesso per la capacità di possedere, testimoniare, assorbire, erogare informazioni, emozioni, interessi ed economie>> <<Ogni risorsa non presenta mai una sola valenza culturale, ma il suo grado di interesse è determinato dalla compresenza e interrelazione tra valenze culturali di diverso tipo>> Così ridefinito, il territorio di oggi è una superficie su cui si susseguono ambienti naturali e si stratificano fatti dell’uomo, rinvenienti da modifica(1)Progetto di ricerca Teschet, promosso attraverso una collaborazione tra Engineering-Ingegneria Informatica S.p.A., Telecom Italia Lab, e-Business Management School/ISUFI/Università degli Studi di Lecce. 37 La Prassi della Metodologia CISTE zioni apportate al contesto, sia per fatto antropico sia per cause naturali. I fatti dovuti all’intervento dell’uomo rimandano direttamente alle sue culture, sensibilità, credenze, esigenze o al suo stesso rapporto con l’ambiente. Il territorio è, dunque, il “palinsesto” che regista e sedimenta tali aspetti, e il turismo culturale diventa lo strumento con cui altri uomini conosceranno ciò che nel territorio è stato prodotto o è accaduto prima del loro arrivo e che attira il loro interesse. Ogni risorsa, infine, contiene e conserva essa stessa molteplici aspetti di interesse: uno scorcio suggestivo ha certamenente una valenza paesaggistica, e se si apre su un’area archeologica presenta anche questa valenza. Se tale scorcio mostrasse in primo piano, inoltre, un antico edificio, avrebbe anche un valore monumentale. Se, in aggiunta, lo vedessimo in un’antica riproduzione fotografica, assumerebbe anche una valenza storica. Per fare un altro esempio: la produzione del vino Marsala non è più un aspetto connesso solo alla produzione, ma è divenuto un elemento forte di interesse turistico in quanto valenza enogastronomica, produce storia e modifiche urbanistiche, sviluppa forme architettoniche come quelle dei bagli Funzioni Itinerario 38 La Prassi della Metodologia CISTE e consente elaborazioni artistiche come le etichette o i brani di letteratura e di poesia che vi si ispirano, produce eventi come sagre e congressi. E’ la somma di tutte le valenze sopra descritte che, in definitiva, trasforma il Marsala da risorsa alimentare in risorsa culturale sfruttabile a fini turistici, in una molteplice varietà di configurazioni di prodotto. Così, citando Pascal, se “l’uomo è la misura di tutte le cose”, solo all’uomo spetta il compito di riconoscere, comprendere, organizzare e gestire queste informazioni, queste vicende e valenze, il cui interesse è determinabile (misurabile) solo da altri uomini. Potremmo dire che: <<se ogni cosa è ciò che sappiamo su essa, il suo valore, così come l’interesse o la suggestione o l’importanza che ne deriva, non esiste di per sé, se non nel senso che ad esso viene attribuito. Pertanto, anche nel turismo, l’oggettività di dati normalmente opinabili come il giudizio, il gradimento, l’interesse, la soddisfazione, l’attrazione, il piacere, diventa determinabile attraverso una valutazione statisticamente ammissibile delle affermazioni delle soggettività che al riguardo si esprimono, rispondendo a questionari e interviste, ma anche partecipando a incontri, eventi, workshop e focus group. Le FUNZIONI itinerario Nella metodologia messa a punto nel corso dei recenti sviluppi di CISTE, le valenze di interesse turistico di un sito o di una tappa si combinano poi con le funzioni itinerario che in essi vengono sviluppate. Tali funzioni rappresentano le dinamiche attive che, a partire dalla risorsa, si è capaci di trasmettere ai fruitori. Sebbene il concetto non sia apparentemente chiaro, le conseguenze della sua formulazione sono di sicuro interesse. Ci sono siti turisti39 La Prassi della Metodologia CISTE ci in cui sono stati attivati servizi didattici, altri che assicurano ai fruitori una mera soddisfazione estetica. In altri siti sono percepibili valori simbolici o fideistici; in altri ancora, i servizi attivati sollecitano le emozioni, il ricordo, o mirano al soddisfacimento dei sensi attraverso il gusto, l’udito … Così, ad esempio, la realizzazione di un 40 La Prassi della Metodologia CISTE laboratorio didattico può soddisfare l’aspetto ludico di un sito culturale, la strutturazione di visite guidate quello educativo, la realizzazione di filmati e plastici sviluppa e soddisfa aspettative evasive, mentre una cerimonia esalta le valenze simboliche presenti in un sito. Si comprenderà, allora, come lo sviluppo di mirate attività di animazione e apposite progettazioni, connesse alle aree di indagine, possano configurare - a partire dalle risorse turistiche e anche a prescindere dalle sue valenze di interesse - funzioni diverse e integrate che possono consentire al turista di conoscere e vivere il territorio attraverso una ricca varietà, non ridondante, di esperienze. Tali attività, tradizionali o innovative, possono concorrere a strutturare una logica dinamica Funzioni del sito: ranking dei valori funzionali 41 La Prassi della Metodologia CISTE di “itinerario”, in cui gli elementi costituenti non sono più soltanto gli ambiti geografici (siti e tappe) ma diventano le stesse attività, integrate in una logica turistica dinamica come esemplari chiavi di lettura delle risorse. Così, a partire da una qualunque risorsa turistica, possono svilupparsi funzioni differenti e concomitanti, in modo da offrire ai turisti prospettive diverse, che possano soddisfare interessi diversi, diverse sensibilità e modalità di approccio, consentendo di dilatare il tempo di visita e sperimentare molteplici e sempre nuovi itinerari tematici, persino sui medesimi siti. Ad esempio, Segesta oggi soddisfa certamente la funzione “estetica” e quella “culturale”, ma la visita, in assenza di guida, soddisfa poco le esigenze didattiche di un singolo o di un gruppo e fornisce pochi servizi ad una famiglia i cui bambini sarebbero stati ben lieti di trovare giochi dedicati o motivi di intrattenimento da cui poter imparare magari giocando (edutainment). La strutturazione delle funzioni itinerario contribuisce, invece, a creare e gestire itinerari tematici; consente di capire cosa esiste su un luogo o su una risorsa, e soprattutto consente di individuare cosa manchi, stimolando l’invenzione (creazione d’impresa) di un’area giochi a Segesta, dove ricostruire i templi greci, vestirsi da attori dell’antico teatro, assaggiare i biscotti fatti con l’elymon, l’antico “panico” dei greci, che forse diede il nome ai mitici abitatori del sito. Questo piccolo esempio basato sulle funzioni turistiche mostra chiaramente quanto sia ancora “primitivo” il nostro turismo e quanto questo possa presentare, specie nel campo dei servizi al turista, enormi potenzialità occupazionali. Lo sviluppo degli studi e dei prodotti, conseguenti all’applicazione metodologica delle funzioni, intende fornire un contributo proprio in questo senso. 42 La Prassi della Metodologia CISTE Modellizzazione del territorio Il trasferimento dei dati territoriali su supporto informatico consente una gestione speditiva e strutturata di grandi quantità di dati e, soprattutto, consente l’effettuazione di simulazioni e analisi in tempo reale altrimenti impossibili. La metodologia CISTE prevede di sfruttare le potenzialità del GIS (o SIT) per la rappresentazione e gestione del sistema turistico-culturale in 43 La Prassi della Metodologia CISTE modalità integrata. I termini GIS e SIT (sistemi informativi territoriali) vengono usati come sinonimi, ad indicare il complesso software-dati completo e sono entrati di recente a far parte stabilmente delle tecnologie di ricerca impiegate nel panorama globale. Tuttavia, a parte alcuni casi molto meno diffusi, il loro impiego principale appare ancora solo quello di visualizzare e mettere a disposizione i dati grezzi, seppure ricercabili ed organizzabili in infinite combinazioni, grazie alle capacità dei database. In base alla metodologia CISTE, questo impiego - irrinunciabile ed estremamente utile per tutta una serie di attività connesse con i vari progetti - non è il migliore per il quale i GIS possono essere impiegati. La potenza di un SIT - quella nella quale si esprime la sua assoluta superiorità rispetto ad un approccio tradizionale - dovrebbe risiedere, infatti, nelle capacità di produrre, mediante analisi, quanto più approfondite, nuovi livelli informativi non generabili in altro modo, implementando l’efficacia della ricerca. Come è noto un GIS (Geographical Information System) è fondamentalmente un sistema informatizzato che combina dati cartografici con informazioni tabellari e numeriche per l’analisi di fenomeni spaziali. Nella maggior parte dei casi, e segnatamente in quelli che hanno come oggetto la gestione della realtà attuale, le due fasi principali del processo - acquisizione dei dati e loro analisi - sono quasi sempre disgiunte, isolate l’una dall’altra e spesso svolte da organizzazioni diverse. Il traffico su di una strada, la fertilità di un terreno, l’interesse degli abitanti di una zona verso un nuovo prodotto o progetto sono “fattori oggettivi”, per documentare i quali “basta solo essere oggettivi”. A partire dalla ricerca archeologica si è evidenziata, invece, l’esigenza di impostare e far funzionare il GIS basandosi su di una realtà che, proprio nello stesso momento, è ancora in via di scoperta. Ciò porta a due differenti effetti: 44 La Prassi della Metodologia CISTE da un lato, il sistema sarà tanto più idoneo a funzionare efficacemente quanto maggiore sarà l’interazione tra chi lo progetta e chi si procura i dati e, dall’altro, l’intera architettura del sistema potrà essere adattata agli scopi del progetto ed ai dati che per esso sarà possibile procurare. Dunque, per l’adattamento del GIS alle esigenze di ricerca sul turismo culturale, occorrerà una strettissima relazione tra informatici e responsabili di ricerca, o addirittura identità tra essi. Creazione di itinerari Come già detto più volte, la metodologia CISTE mira alla costruzione di itinerari a partire da un tema territoriale fortemente rappresentativo, o meglio “identificativo”, del contesto in cui l’itinerario si sviluppa. Sebbene possano coesistere diversi temi su uno stesso sito, non tutti i temi sono valorizzabili in sé. Rispetto ad una risorsa, così come in un sito, i temi sono comunque semplicemente affiancabili o sovrapponibili per la composizione di molteplici pacchetti-itinerario. In una procedura di normalizzazione è importante scegliere, in regime di concorrenza di temi su uno stesso sito, quello “a carattere dominante”, o quello “distributore”, stressando il collegamento con siti dello stesso tema in cui i supporti culturali più importanti sono maggiormente valorizzati a favore del pubblico. La questione della costruzione di un tema al livello territoriale deve prendere a riferimento le tematiche espresse per ciascun sito dell’itinerario e deve potersi applicare sull’insieme dei siti. Successivamente alla individuazione del tema, occorre procedere alla strutturazione dell’itinerario individuando 45 La Prassi della Metodologia CISTE Ideazione ed elaborazione: G. Catania - G. Vultaggio - V. Minunno siti e tappe che ne faranno parte. A tal proposito, la classificazione sarà basata su: · siti o tappe culturali: sono i luoghi del patrimonio storico e culturale, basilari per la lettura del tema dell’itinerario (ad esempio chiese, castelli, luoghi geografici); · siti o tappe strutturali: sono le strutture che partecipano all’animazio- 46 La Prassi della Metodologia CISTE ne del tema dell’itinerario (i musei, i festival o gli eventi, le organizzazioni turistiche, i luoghi di produzione e le attività artigianali, i centri d’esposizione); · siti o tappe di servizio o complementari: permettono la predisposizione di servizi al turista (gli hotel, i ristoranti, agenzie di viaggio etc..); · siti o tappe associati: sono le strutture di contatto tra operatori turistici e visitatori, tesi a favorire l’interazione e la partecipazione del visitatore nei confronti del contesto, “associati” all’itinerario in quanto funzionali al completamento di una logica organizzativa e relazionale. 47 La Prassi della Metodologia CISTE A loro volta, i siti “culturali” e “strutturali” possono essere distinti in funzione alla loro “appartenenza” versus “annessione” al tema culturale dell’itinerario turistico, traducendo questo concetto nei sintagmi “siti inclusi” o “siti annessi”. Pacchetti Il dimensionamento spazio-temporale della visita Postulato lo sviluppo di un itinerario culturale, questo viene proposto mediante la costruzione di pacchetti che essendo basati su un insieme strutturato di dati potranno consentire analisi di marketing, oggi improponibili a causa della mancanza o inaffidabilità di molti dati di interesse turistico. La metodologia prende in considerazione la costruzione dei pacchetti itinerario, secondo dinamiche di SPAZIO/TEMPO. Tali pacchetti, strutturati secondo la tipologia qui proposta, consentono lo sviluppo di nuovi servizi che espandono considerevolmente l’offerta economica e culturale del territorio fornendo al turista - in quanto persona - supporti connessi a ricettività, ristorazione, servizi informativi, commerciali. Tali servizi sono sottoposti anch’essi ad una fase di audit per determinarne la certificabilità e affidabilità nel tempo (verificata attraverso questionari sulla qualità riscontrata e la soddisfazione del cliente-utenteturista). 48 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. di Giovanni Catania L’elaborato che segue è un aggiornamento, ad architettura invariata, del documento originario redatto in Francia durante l’esecuzione del progetto pilota finanziato dalla Commissione europea. Il documento è stato rivisto alla luce delle esperienze professionali vissute negli ultimi anni, che ne hanno permesso uno sviluppo in termini di più precisa individuazione di funzioni e criteri. Articolo 1: Le condizioni generali amministrative Tutti gli itinerari che intendano entrare nella rete Ciste, dovranno sottoporre la propria candidatura ad una preventiva convalida da parte del Consiglio d’Amministrazione dell’Associazione Ciste. L’itinerario presenta la sua candidatura ed avvia la procedura per l’ottenimento del marchio descritta nel presente capitolato d’oneri. L’itinerario potrà essere inserito definitivamente nella rete solo se salda i diritti d’ingresso e la quota annuale fissata dall’Assemblea generale dell’Associazione Ciste. Una convenzione bilaterale tra gli enti promotori o i siti membri che costituiscono un itinerario viene stipulata con i rappresentanti dell’Associazione sotto forma di contratto di funzionamento annuale. I primi dovranno assicurare lo standard di prodotto minimo previsto dal capitolato d’oneri e rispettare i risultati attesi in termini di margini di miglioramento messi in evidenza nel quadro degli studi preliminari sull’indagine culturale e sul posizionamento di marketing del sito all’interno dell’itinerario (definizione culturale e tematica, criteri di fruizione). Nell’ambito di un contratto di impegno sarà fissato un termine per la realizzazione dei suddetti risultati in termini di margini di miglioramento attesi e dello standard minimo di prodotto. Scaduto questo termine, i siti potranno chiedere di essere ammessi nella rete solo a seguito della presentazione di una nuova candidatura per l’anno successivo. Allo stesso tempo, tutti i siti membri potranno accedere alla categoria dei siti inclusi certificati facendone richiesta presso l’Associazione CISTE. Per permettere all’itinerario di accedere alla certificazione, almeno il 40% dei siti presenti sull’itinerario dovrà essere certificato. L’itinerario dovrà inoltre rispettare “Il Capitolato d’oneri” della rete. La definizione dei prodotti dell’iti- 50 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. nerario legati alla nozione di spazio-tempo e spazio-tema sarà descritta nel quadro degli studi di fattibilità. L’elaborazione di una banca dati degli itinerari comprenderà la redazione di testi di presentazione e le scelte finali sulle condizioni di accoglienza della clientela. Sono questi ultimi gli elementi che figureranno nel contratto di funzionamento annuale. Articolo 2: I principi generali dell’itinerario 2.1 Il principio tematico Un itinerario è costituito da siti di tappa, corrispondenti a risorse turistico-culturali rapportate ad un sistema di temi specifici. Questi temi dovranno essere rappresentativi di una identità regionale propria, scelti dai soggetti promotori dell’itinerario sulla base di consultazioni aperte per stimolare la creazione di un sentimento d’appartenenza e di riconoscimento ancorato nella memoria collettiva. L’insieme organizzato costituito dai siti di tappa avrà un valore emblematico e simbolico per la popolazione locale e per un insieme di persone provenienti dall’esterno, i visitatori. Il tema prescelto può essere basato su diverse valenze culturali: ·il legame storico ·il legame etnografico ·il legame sociale ·una corrente o abilità artistica ·un’identità geografica o ambientale ·un’identità architettonica ·abilità tradizionali ·conoscenze produttive ·qualsiasi legame chiaramente espresso rappresentativo di un stato di fatto, di un’idea, di una corrente filosofica o letteraria. Questi temi devono essere effettivi, rappresentati o animati, nonché sfruttati per la 51 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. visita. Così, tutti i siti senza tracce tangibili di valori culturali o che non denotano il legame con gli altri siti dell’itinerario o che, ancora, non rappresentino sufficientemente il tema sotto qualsiasi forma (museografia, animazioni, esposizione, sistemazione, ecc...) non potranno accedere alla categoria di Sito di tappa incluso che è, infatti, un sito tematico sull’itinerario e costituisce una tappa che deve rispondere alle caratteristiche descritte nel capitolato d’oneri degli “Itinerari Turistici e Culturali Europei”. La qualifica di “sito di tappa incluso certificato” permette al sito di usufruire dei tre servizi della rete: INFORMAZIONE, PRENOTAZIONE E VENDITA. Un sito può essere incluso nell’itinerario, ma in corso di certificazione. In questo caso il sito viene definito “sito di tappa incluso” e sarà presente sui servizi di INFORMAZIONE della rete. 2.2 Lettura del tema La lettura del tema dovrà essere chiara, leggibile, orientata e curata sotto l’aspetto scenografico. I supporti di lettura, siano essi umani o tecnici, saranno gli evidenziatori narrativi tangibili. Il valore culturale del sito sarà basato su tale tematica. Se diversi temi coesistono all’interno dello stesso sito sarà analizzato il loro grado di rappresentatività e il loro impatto all’interno di un insieme regionale o locale. Saranno allora preferiti i temi che appariranno più significativi, analizzando i criteri di coesistenza dinamica. In effetti, alcuni temi non possono da soli essere considerati risorse dinamiche e sarà allora utile, in termini d’immagine, aggiungere alcuni sotto-temi con valore di attrazione o “attenuanti” o “distributivi” (attenuazione di un carattere tematico troppo esclusivo). Questa lettura apparirà a livello dell’insieme dei siti di tappa che, una volta messi insieme, dovranno avere una densità sufficiente per essere qualificati come un insieme tematico. Articolo 3: L’equilibrio generale 3.1 La coesistenza di diverse tipologie di siti Al fine di assumere un buon equilibrio dinamico dell’itinerario, bisognerà che coesista- 52 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. no diverse tipologie di siti. Le categorie dei siti detti culturali partecipano alla lettura del tema dell’itinerario (siti di tappa inclusi) o del territorio (siti annessi). Sono, ad esempio: gli edifici civili, gli edifici religiosi, il patrimonio rurale, i monumenti, i siti geografici, i siti storici, i siti archeologici, il patrimonio archeologico industriale, le città o i comuni, i circuiti da percorrere a piedi turisticamente rilevanti, ecc. Le categorie dei siti detti strutturali partecipano all’animazione del tema dell’itinerario (siti di tappa inclusi) o del territorio (siti annessi). Sono, ad esempio: i musei, le città o i comuni, i siti di animazione, i centri espositivi, i festival e gli altri eventi, i siti di produzione o d’artigianato, ecc. Le categorie dei siti detti di servizio sono, ad esempio: gli alberghi, i ristoranti, le camere d’epoca nei castelli, gli alloggi in agriturismo o campeggi o altri servizi utili per la realizzazione dell’itinerario (noleggio autovetture, biciclette, ecc..). Le categorie dei siti detti associati sono ad esempio: i siti di informazione e di accoglienza, gli uffici turistici e qualsiasi punto di informazione e/o vendita per la rete. Le prime due categorie (culturale e strutturale) possono essere certificate se viene dimostrato il loro legame tematico e culturale e la qualità della loro fruizione. Al fine di accedere alla categoria di siti certificati, ciascun sito dovrà rispondere ai miglioramenti attesi in termini di prodotto, definiti negli studi preliminari. Sarà redatto un contratto di impegno dei siti di tappa inclusi con la rete, che comprenderà i diversi punti da realizzare e i tempi di realizzazione. Il contratto sarà firmato, in duplice copia, dal Presidente dell’Associazione CISTE, dal responsabile dell’itinerario o del progetto d’itinerario e dal responsabile del sito di tappa incluso. Tutte le categorie, allorché non facciano riferimento al tema dell’itinerario, possono anche essere annesse all’itinerario, qualora abbiano un valore turistico e culturale non prescindibile. Potranno essere certificati e collegati alla rete attraverso un contratto di funzionamento che gli conferirà la qualità di membri aderenti di Ciste. Dovranno saldare la quota annuale di iscrizione alla rete Ciste, per figurare sui servizi di INFORMAZIONE – PRENOTAZIONE – VENDITA. Per la costituzione di un itinerario, al fine di potere otte- 53 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. nere la distinzione ufficiale di “Itinerari Turistici e Culturali Europei”, é richiesto un minimo di quattro siti di tappa inclusi certificati, ai quali dovranno essere aggiunti almeno 3 siti annessi a valore turistico e culturale (culturali e/o strutturali), oltre ad 1 struttura alberghiera e 1 di ristorazione. 3.2 La definizione di un equilibro di base. I siti si distingueranno per le valenze e le funzioni che sviluppano all’interno dell’itinerario. 3.2.1 Le funzioni organiche maggiori. I siti di tappa inclusi dovranno seguire una procedura che ne assicuri la complementarità. In questo senso, il tema sviluppato e i supporti culturali su un sito saranno organizzati sulla base di uno schema di approccio alla costruzione e/o al miglioramento del prodotto ed essere studiati in corrispondenza con l’insieme dei legami possibili al filo conduttore, che é il tema centrale dell’itinerario, mettendo in relazione i siti tra loro. Il visitatore dovrà avere la sensazione di un incontro con una rappresentazione vivente del tema. Il modello organico tipico degli itinerari turistici e culturali europei dovrà essere costituito dalle seguenti sei funzioni, dando vita ad un equilibro dinamico dell’itinerario. La funzione storica e culturale. Si tratta di creare un sito, somma della memoria delle conoscenze sul tema. Sito centrale, punto d’ingresso dell’itinerario. Questa funzione potrà essere il risultato della contemporanea presenza di un Sito culturale e di un Sito strutturale. Potrà anche trattarsi di diversi siti complementari che si integrano al fine di esprimere questa funzione. La funzione simbolica. Si tratterà di valorizzare la dimensione emblematica dell’itinerario e delle rappresentazioni visive che ne derivano (il segno o i segni), le aree di evocazione magica o mistica, le allegorie o le raffigurazioni che l’immagine può generare. Anche questa funzione sarà il risultato della contemporanea presenza di un Sito strutturale e di un Sito culturale. Anche più siti possono realizzare questa funzione. 54 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. La funzione estetica. Viene svolta dal Sito dedicato a rappresentare il contesto e le sue suggestioni paesaggistiche. E’ sufficiente la presenza di un sito strutturale. Diversi siti possono realizzare questa funzione. La funzione ludica o sperimentale. Attraverso un gioco di rappresentazioni si favorisce l’interattività e la sperimentazione del tema dell’itinerario da parte del visitatore. Ciò può essere realizzato attraverso un calendario annuale di iniziative. La funzione evasiva. E’ finalizzata all’appagamento dei sensi, all’affascinazione e alla teatralità del tema, alla esaltazione delle sue valenze. La funzione educativa viene perseguita mediante laboratori pedagogici, in uno spazio dedicato all’apprendimento delle abilità legate al tema. L’insieme di queste funzioni dovrebbe essere presente contestualmente in ciascuno dei siti membri, al livello del tema da ciascuno di essi sviluppato. 3.2.2 L’ordine di apparizione delle tappe. Potrà essere interessante inserire una narrazione progressiva del tema, il che presuppone la descrizione dei siti in un ordine preciso. L’itinerario diventerà allora un prodotto culturale rispondente alle esigenze di commercializzazione. Ciò dovrà obbligatoriamente effettuarsi nella fase di costruzione della banca dati dei prodotti, pur non apparendo come obbligatorio in fase di ideazione dell’itinerario. Questa mancanza di gerarchizzazione dei supporti permette agli itinerari di coinvolgere una clientela più ampia aprendosi anche ad una clientela di passaggio. Tuttavia, gli itinerari in circuito chiuso, composti dall’insieme ristretto delle funzioni, sembrano essere quelli più idonei a sviluppare una immagine forte, facilmente assimilabile e rapportata ad una ben individuata unità territoriale. 3.2.3 La lunghezza dell’itinerario. I pacchetti realizzati in un week-end con la visita di almeno quattro siti, con una estensione inferiore ai 200 km circa sembrano essere una delle basi più equilibrate, 55 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. salvo che la tematica espressa possa essere sintetizzata in sistemi regionali identificati in sottoinsiemi. Secondo questa logica, l’insieme culturale creato risponderà più ad una logica di approccio scientifico e corrisponderà maggiormente ad una clientela di specialisti o amatoriale, desiderosa di approfondire la conoscenza del singolo tema. Per equilibrare questi profili, sarà necessario segmentare quanto più possibile i temi sviluppati per zona di riferimento o per tipo di supporto di riferimento. Così si avranno temi secondari o paralleli al tema principale, che permettono di produrre versioni più equilibrate e regionalizzate dell’itinerario, il più possibile su riferimenti chiaramente identificabili. 3.2.4 L’equilibrio nel rapporto prezzo/prestazione. Sarà opportuno presentare una gamma di fasce di prezzi all’interno dell’itinerario in rapporto a prestazioni analoghe. Sarebbe necessario che in coincidenza della stessa prestazione sia applicato uno stesso prezzo. Il controllo ed il rispetto dell’equilibrio prezzo/prestazione compete all’Associazione locale dell’Itinerario. 3.2.5 L’apertura al pubblico I siti di tappa inclusi certificati dovrebbero essere aperti al pubblico tutto l’anno rispettando la chiusura annuale ed eventualmente settimanale. Le modalità di apertura saranno allora quelle previste dai siti stessi. Articolo 4: Le dinamiche interne e la dinamica di rete. L’itinerario dovrà inserirsi in una dinamica d’insieme evolutiva, che si configuri come “dinamica di rete”. 4.1 La dinamica di insieme. 4.1.1 Creazione di una associazione di siti. L’itinerario dovrà costituirsi in associazione perché vi sia un interlocutore giuridicamente riconosciuto e abilitato per adempiere a determinate funzioni necessarie all’in- 56 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. serimento in rete. 4.1.2 Necessità di effettuare azioni di comunicazione L’itinerario costituito dovrà incaricarsi di predisporre azioni di comunicazione che gli consentiranno di inserirsi nel mercato turistico, facendo in modo che i siti possano rifarsi ad un’immagine federale nella quale riconoscersi ed intorno alla quale costruire idee di sviluppo. L’inserimento di segni distintivi deve apparire ai differenti livelli: · la concezione di un logotipo e di un protocollo grafico, che saranno riprodotti su un supporto in carta e su ogni altro tipo di supporto per permettere l’immediata identificazione della via; · la segnalazione con almeno un pannello d’entrata nell’itinerario dalle diverse direttrici di arrivo; · la segnaletica direzionale installata in prossimità dei luoghi con maggiori flussi di visitatori; · la documentazione costituita da materiale di presentazione del sito o dell’itinerario, depliant del sito, guida con cartografia dell’itinerario; Le spese per la realizzazione dei segni distintivi saranno a carico dell’itinerario. 4.1.3 La necessità dei rinvii da sito a sito. Ogni sito membro dell’itinerario dovrà esporre il simbolo di appartenenza all’itinerario sulla segnaletica d’accesso e su tutti gli strumenti di comunicazione. Se possibile, al fine di raggiungere una coerenza in termini di immagine, si potrà creare un protocollo grafico che integri tutti i simboli dei siti membri. La rappresentazione grafica cosi creata sarà una delle basi di riconoscimento dell’appartenenza all’itinerario, permettendo il rinvio della clientela attraverso l’obbligo di porre una piccola cartografia generale dell’itinerario anche sui documenti personalizzati dei siti. 4.2 La dinamica d’evoluzione. 4.2.1 La dinamica creata dall’integrazione nell’itinerario dei siti annessi. 57 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. I riferimenti culturali rappresentati dai siti di tappa inclusi, descritti precedentemente, devono obbligatoriamente raggrupparsi nella loro area di influenza con siti culturali o strutturali e con siti di servizio, al fine di produrre una sinergia funzionale allo sviluppo e una configurazione più adeguata del messaggio sviluppato. Questi circuiti, o prodotti paralleli all’itinerario, sono evidenziatori di sviluppo. Rappresenteranno dunque i “prodotti” dell’itinerario, venduti come giornate, week-end, settimane o periodi più lunghi. Questi sotto-insiemi costituiscono la valenza turistica degli “itinerari turistici e culturali europei” e permettono l’inserimento dei siti in una procedura d’apertura e di commercializzazione. Questi profili di prodotto (pacchetti) saranno formalizzati nelle fasi di ideazione e costruzione della “banca dati prodotti”. Alla fine essi formeranno il catalogo dei prodotti degli “itinerari turistici e culturali europei”. Saranno creati dei prodotti (pacchetti spazio-tempo) che saranno quelli correlati ai profili descritti precedentemente (giornata, settimana, etc.). Le modalità di trasferimento e di visita all’interno degli itinerari potranno prevedere: auto, auto + passeggiate a piedi, bicicletta, a piedi, solo visite, auto + visita, passeggiate a piedi + visita, con o senza accompagnatori. I pacchetti, vero strumento di promozione dell’offerta culturale europea, dovranno riassumere i criteri del marchio. Ciò presuppone una convenzione annuale con ciascun sito, anche se annesso. 4.2.2 La dinamica creata dall’aggiunta di circuiti a piedi agli itinerari certificati e ai siti di tappa inclusi. Al fine di favorire una dinamica di insieme, sarà interessante inserire alcuni circuiti a piedi partendo da certi siti tappa o meglio da un sito di tappa incluso, al fine di meglio approfondire la conoscenza di un tema o di un’area geografica. Questi si inseriranno nella rete come sito di tappa culturale incluso. E’ richiesto almeno un circuito a piedi per ciascun itinerario iscritto. 4.2.3 Politica di animazione e organizzazione di eventi culturali. Gli itinerari dovranno prevedere una programmazione annuale di iniziative di anima- 58 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. zione, partendo se possibile dal tema, o parallelamente al tema stesso, sull’insieme dell’itinerario. La programmazione darà luogo alla creazione di un calendario di animazione dell’itinerario. L’obiettivo principale é di raggruppare le iniziative per distribuirle nel tempo e nello spazio sui diversi siti membri. Questi eventi dovranno rappresentare appuntamenti fissi annuali, anche riconducendoli, volta per volta, a nuove modalità di realizzazione dell’evento stesso. Gli eventi dovranno essere elementi conducenti e fattori di attrazione in termini di comunicazione. Dovranno supportare l’immagine dell’itinerario ed essere intermediari tra il pubblico e l’itinerario stesso. I luoghi di rappresentazione saranno scelti scrupolosamente, così come i temi e i supporti dell’avvenimento. Potrà trattarsi di sviluppare una storia, partendo da un copione concepito a partire da riferimenti simbolici, storici ed estetici legati al tema.In ogni caso si dovrà stimolare l’omogeneità qualitativa della programmazione degli eventi e la regolarità di esecuzione spazio-temporale degli stessi. 4.2.4 L’inserimento di strumenti di valutazione quantitativa e qualitativa. Una procedura di valutazione qualitativa e quantitativa deve essere effettuata per ogni sito. Questi elementi devono essere raccolti dalla sede amministrativa dell’itinerario e analizzati ogni anno. 4.3 La dinamica di Rete. Per instaurare una corretta dinamica di rete occorrerà un investimento minimo in personale e attrezzature, nonché una organizzazione centralizzata per rispondere alla domanda di visite guidate e per curare l’organizzazione della rete stessa. 4.3.1 L’investimento umano e materiale. Ciascun itinerario inserito nella rete dovrà dotarsi di strumenti di attivazione all’interno di un ben identificato Organo amministrativo. Quest’organo potrà fungere da struttura di collegamento se l’itinerario non è in grado di provvedervi direttamente, con almeno una persona competente per la gestione delle applicazioni di rete e dello sviluppo commerciale dell’itinerario. Questa persona avrà compiti di: 59 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. a) aggiornamento della banca dati; b) preparazione delle convenzioni di funzionamento con la rete (aggiornamento e negoziazione dei prezzi, termini di prenotazione, “allotement” presso i siti di servizio, termini di retrocessione, aggiornamento delle versioni dei prodotti, ideazione di nuove gamme di prodotto); c) sviluppo dell’itinerario sulla base dei prodotti di “rete”; d) lavoro di coordinamento e di analisi dei dati-clienti (creazione di una mailing list dei clienti dell’itinerario). Questa mailing list sarà messa a disposizione dell’Unità centralizzata Europea al fine di alimentare la banca dati dei clienti di Ciste necessaria al suo sviluppo e saranno creati strumenti di valutazione dei flussi di visitatori. Per ciò che riguarda la disponibilità di attrezzature informatiche, occorre assicurare che vengano messi a disposizione: a) un personal computer dove sarà memorizzata la banca dati dell’itinerario ed il software Ciste (Tipo PC con le ultime versioni Office con software Access). b) un collegamento in rete, con abbonamento ad Internet, necessario al livello dell’Ufficio centrale dell’itinerario per ricevere le prenotazioni dalla rete e quindi ridistribuirle ai siti non attrezzati. E’ indispensabile l’inserimento di una dimensione “tematica” forte all’interno dell’itinerario in termini di supporti per il collegamento ed il rinvio da sito a sito. Sarà possibile creare un budget per le “guide“ all’interno del bilancio dell’associazione locale che sarà finanziato dai siti che intenderanno entrare in rete. Questi siti potranno sottoscrivere una convenzione annuale di funzionamento. Le infrastrutture minime per ciascun itinerario, in particolare per quelli che raggruppano numerosi siti en-plein-air dovranno prevedere almeno uno spazio coperto e dei bagni pubblici e un adeguato numero di contenitori per rifiuti nei luoghi di sosta. 4.3.2 La partecipazione alla rete. L’effetto rete dipenderà dalla capacità dei siti membri di rispettare il protocollo di 60 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. qualità e la convenzione annuale di funzionamento con la rete, ma consisterà anche nella capacità dell’itinerario di investire nel suo stesso sviluppo all’interno della rete. a) Il rispetto del Protocollo di qualità Per i siti inclusi, l’osservanza dei principi di funzionamento ed il raggiungimento da parte dei siti dei risultati attesi in termini di margine di miglioramento del prodotto saranno verificati e controllati dalla équipe dell’itinerario. Il gruppo farà un rapporto sullo stato di avanzamento dei lavori e lo trasmetterà al Consiglio di amministrazione dell’associazione Ciste. Una verifica definitiva sarà effettuata dai corrispondenti mandatari dell’Associazione Ciste. Il Consiglio di amministrazione di Ciste delibererà definitivamente sull’integrazione dell’itinerario e dei siti che lo compongono sulla base del rapporto. Per l’itinerario si dovrà rispettare l’insieme delle regole di adesione stabilite nel Capitolato d’oneri e nel contratto di adesione annuale. L’effetto “rete” dipenderà sia dalla corretta applicazione delle regole di adesione, ma anche dall’applicazione dell’identità grafica della rete. b) Le regole di funzionamento Lo statuto dell’associazione Ciste determina la rappresentanza per ciascuna regione in seno al Consiglio di Amministrazione dell’Associazione Ciste, con l’organizzazione di una riunione annuale di tutti i membri per regione (membri attivi, membri aderenti, membri di diritto e membri associati). Sia i membri attivi (gli itinerari) sia i membri aderenti (i siti o gli organismi privati) sia i membri associati e i membri di diritto (cioè i finanziatori), nomineranno 2 rappresentanti per ciascun collegio. c) L’applicazione rete nei confronti della clientela esterna Gli itinerari dovranno apporre il marchio “Itinì” e i recapiti del server centrale sui documenti di comunicazione, nonché sulla segnaletica all’ingresso del sito. Gli spettacoli e gli avvenimenti importanti dovranno poter valorizzare la rete con qualunque mezzo a disposizione. Tutte le programmazioni potranno essere gestite dalla rete (vedere convenzione di funzionamento). L’Associazione CISTE si impegna a fornire gli impianti grafici per la stampa. 61 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. Articolo 5: Definizione dei livelli di valutazione e criteri di integrazione dei siti. 5.1 I livelli di valutazione dei siti. Il livello culturale e tematico é determinato dalla valutazione di due insiemi sovrapposti all’interno dello stesso sito. Si tratta dell’offerta del sito e delle caratteristiche d’identità. L’offerta definisce la qualità del sito per tipologia. Sono individuate due tipologie: culturale e strutturale. Le caratteristiche d’identità definiscono il sito in riferimento agli elementi costitutivi evidenti. Queste sono : la datazione, il tema sviluppato ed il supporto culturale. La datazione interviene solo sui siti culturali. Informa sulla data di maggiore evidenza formale. Il tema sviluppato è l’espressione del modo di gestire il supporto culturale. Il supporto culturale rappresenta i differenti elementi del patrimonio culturale che costituiscono l’offerta. 5.1.2 Il livello di gestione. Il livello di gestione culturale e turistico dell’offerta sarà valutato in rapporto a tre elementi: l’oggetto della visita coincide con i contenuti espressi dai supporti culturali proposti per la visita; le attrezzature e la gestione del territorio rappresentano i mezzi per la valorizzazione dei supporti culturali. le infrastrutture di accoglienza sono le strutture legate all’accoglienza ed all’informazione rivolta ai clienti. 5.1.3 Il livello delle condizioni di accoglienza. Le condizioni di accoglienza comprendono le condizioni di afflusso (date di apertura, orari, termini di prenotazione, termini di annullamento), i tempi di visita, la rotazione delle visite, il numero di guide, le lingue parlate, la qualificazione delle guide, il 62 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. numero minimo di persone per gruppo, il prezzo, la capacità di accoglienza, il periodo di produzione. 5.1.4 Il livello dei criteri tecnici. I dati tecnici comprendono il tipo di proprietà e di gestione del sito (pubblico o privato), il personale (a tempo pieno, part-time, personale permanente e stagionale), l’attrezzatura informatica del sito (tipo di materiale, anno di acquisto, capacità e disponibilità, software utilizzati..), il collegamento a reti telematiche, l’utilizzo di funzioni di gestione. 5.1.5 Il livello in termini di proposte di marketing. Comprende i dati sui flussi di visitatori, il tipo di clientela (categoria specialisti e individuale o gruppi, clientela di soggiorno o di passaggio), la provenienza della clientela, la produzione (per i siti di produzione), i supporti ed i mezzi di comunicazione e di distribuzione. 5.1.6 Il livello di valutazione della motivazione. Considera i progetti di sviluppo dei responsabili dei siti, l’impatto dell’itinerario come percepito dai siti che vi si trovano, la motivazione a divenire membri di un insieme per gli itinerari in progetto, la motivazione a realizzare un progetto di messa in rete e la motivazione nei confronti di Ciste. 5.2 Costituzione dei criteri di integrazione dei siti o “Standard minimo” di prodotto richiesto per l’ottenimento del marchio. 5.2.1 I criteri culturali e tematici. L’offerta e le caratteristiche d’identità del sito saranno valutate in rapporto al loro legame più evidente con il tema comune, con le valenze e le funzioni che esprime e dovranno essere organizzate e sviluppate tenendo conto di questo legame tematico. Il 63 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. sito di tappa diventa la rappresentazione del tema centrale dell’itinerario, nonché il vettore principale della sua immagine. In questo senso, il legame tematico é l’espressione della collocazione del sito sul mercato in termini di comunicazione. Ogni sito membro di un itinerario deve definire la sua politica di sviluppo nel riconoscimento dell’insieme al quale esso appartiene. Ciò presuppone di scegliere un posizionamento nella gestione dei supporti culturali, differenziando l’offerta per inserirla nell’itinerario in modo complementare rispetto agli altri siti e con l’obiettivo di favorire una lettura orientata e personalizzata corrispondente al tema sviluppato dal sito. Si tratta, infatti, per ciascun sito, di affermare e valorizzare la propria identità facendo corrispondere il tema sviluppato alle scelte effettuate nella gestione di uno o più supporti. Il grado di rappresentatività del tema catalizzatore nei diversi supporti culturali sarà valutato dando un ordine di priorità a ciascun tipo di supporto. Queste considerazioni tracceranno le basi del lavoro per la definizione del prodotto culturale, sviluppato ed adattato per una clientela più ampia possibile. Si tratterà cioè di evidenziare attraverso studi preliminari (fase di indagine e fase di ideazione) i risultati attesi in termini di miglioramento dell’offerta da realizzare, entro un termine prefissato: · dai responsabili dell’itinerario; · da un corrispondente incaricato dall’Associazione CISTE; · dal Collegio dei delegati regionali. Sarà compito del Consiglio di amministrazione dell’Associazione Ciste effettuare la valutazione finale dei lavori realizzati (vedere capitolo Dinamiche). Quando un sito avrà realizzato i miglioramenti in termini di risultati attesi e lo standard minimo, e a seguito della constatazione dei lavori effettuati, il sito potrà accedere alla categoria di sito di tappa incluso certificato. 5.2.2 I criteri di gestione del sito. Gli elementi gestionali del sito comprendono l’oggetto della visita, le attrezzature e i modelli di gestione del territorio, le infrastrutture di accoglienza. 64 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. Il tipo di gestione turistica attuato sul sito dovrà prendere in considerazione i comportamenti della clientela attuale con l’obiettivo di soddisfare i suoi bisogni e di poter catturare diversi tipi di pubblico, cioè: · una clientela amante del tempo libero e del divertimento; · una clientela neofita rispetto al tema; · una clientela amatoriale, intellettuale o specialistica. L’insieme degli strumenti messi a disposizione dovrà essere adattato per la ricezione della clientela straniera. L’oggetto della visita (supporti culturali proposti per la visita). Occorre creare un percorso di visita organizzata che permetta una lettura pertinente, progressiva, illustrata e significativa del tema sviluppato. Tranne per gli itinerari con esclusivo carattere di animazione, di memoria o en-plein-air, all’interno del sito possono essere creati diversi percorsi per la visita, affrontando tematiche particolari o utilizzando un supporto culturale specifico del sito. In questo caso, il percorso e le spiegazioni dovranno essere chiaramente differenziati. La materializzazione del percorso dovrà essere più integrata possibile, con segnaletica direzionale disposta in modo strategico per evitare ogni possibilità di errore di percorso. Le animazioni collegate alla visita hanno lo scopo di fidelizzare la clientela, di avviare migliori processi di comunicazione all’utenza ed ai media, nonché di rendere più dinamica l’immagine del sito, è necessario organizzare sul sito stesso diversi appuntamenti, pubblicizzando la programmazione delle attività. Questi eventi e le animazioni collegate alla visita possono essere finalizzate all’intrattenimento, al divertimento, ad incontri di lavoro, alle conviviali. Si può trattare di concerti, di rappresentazione teatrali, di cene, di spettacoli di suoni e luci, di feste locali, di conferenze o dibattiti, seminari, gemellaggi etc.Le animazioni possono proporre anche diverse tipologia di visita; ad esempio: visite con illuminazione, percorsi ludici, visite teatralizzate, visite adatte alle scolaresche, . . .Altre proposte del genere saranno benvenute poiché rappresentano strumenti per la fidelizzazione della clientela e per raggruppare diversi “pubblici” con motivazioni diverse. Per qualsiasi forma di visita, sarà stilato e aggior- 65 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. nato entro il mese di Marzo di ogni anno un calendario. Gli orari, le date di svolgimento e i prezzi dovranno figurare in modo chiaro nel calendario delle visite dell’itinerario. Tali avvenimenti devono essere organizzati nel rispetto dell’identità del luogo ed in coerenza con il tema sviluppato sul sito. Le attrezzature e la gestione del territorio. Alcuni supporti di accompagnamento alla visita dovranno essere predisposti per favorire la comodità di ascolto e di lettura. Per quanto riguarda le collezioni (museali e non) è necessario apporre una didascalia sugli oggetti esposti o sugli altri elementi rilevanti. I testi saranno tradotti in inglese o in un’altra lingua straniera (per i non anglofoni). Per tutti i siti dovrà essere realizzata: una cartina della visita, essenzialmente riservata ai siti, che propone visite libere; una sintesi della visita, come supporto di lettura al momento della visita stessa e come documento souvenir. La sintesi consiste in un commento generale su elementi distintivi del sito, sulle collezioni e sui riferimenti storici. La realizzazione di tutti questi supporti dovrà essere effettuata raggiungendo gli obiettivi di leggibilità, di comprensione e di memorizzazione. L’estetica e la presentazione di tali documenti dovrà essere particolarmente curata e adeguata. Sarà necessario realizzarne traduzioni, almeno in inglese o in un’altra lingua straniera (per i non anglofoni). Il marchio dell’itinerario e di “ITINI” dovranno figurarvi. Per i siti en-plein-air una segnaletica o un documento cartaceo permetterà un approccio esplicativo (traduzione almeno in una lingua straniera). Le tecniche di animazione. Il sito deve definirsi come uno spazio di incontro e di scoperta. Oltre l’approccio di apertura al pubblico, il sito deve tenere conto del fenomeno dell’evoluzione del pubblico stesso, sempre più sensibile ai riferimenti visivi, ludici, ricreativi, fantasiosi, alle emozioni e alle sensazioni. In questo spirito, l’inserimento di tecniche di animazione può contribuire all’aumento della frequentazione del sito, grazie alla dinamicità della sua immagine. Le tecniche di animazione possono prevedere: l’inserimento di una scenografia o di una museografia adattata al carattere dominante del sito; la creazione di una messa in scena di oggetti, utensili, decorazioni ...l’animazione dei luoghi con l’utilizzo di manichini, di punti sonori, di visuali, dia- 66 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. porama, spazi video in un contesto permanente di qualità, di armonia con il luogo e di aggiornamento dei supporti nel loro contenuto. Questi elementi di animazione non devono in alcun caso stabilire un’interruzione nella progressione della visita ma devono favorirne il dinamismo e la comodità. Le infrastrutture di accoglienza. Devono essere oggetto di particolare attenzione, poiché segnano il primo incontro fra il sito e i visitatori e costituiscono la prima immagine impressa nel loro sistema di interpretazione della realtà. Per l’insieme dei siti dovranno essere previste alcune infrastrutture di base. Parcheggio: è necessario e deve offrire una capacità di accoglienza sufficiente a ricevere i pullman. Il parcheggio deve essere indicato da un’apposita segnaletica o da pannelli direzionali. Toilette: devono essere messe a disposizione del pubblico e devono rispettare le norme di igiene e di pulizia. Le toilette devono essere chiaramente indicate. Contenitori per i rifiuti: opportunamente collocati ed esteticamente integrati, che si troveranno sulle aree di arrivo e sosta; Pannello segnaletico: riportante la sigla del marchio di qualità “Itinì” all’ingresso di ciascun sito. Validità estetica e qualità del testo sono obbligatorie. Questi pannelli devono essere vettori dell’immagine del sito per il passante, il curioso, i visitatori potenziali e i sottoscrittori potenziali di un contratto con la rete. Gli orari ed i periodi di apertura e chiusura saranno chiaramente indicati, così come i prezzi per le diverse fasce di clientela. Segnaletica stradale: deve essere elaborata in modo strategico. Spazio di accoglienza al coperto: deve essere fornito di posti a sedere. La capacità di accoglienza deve essere sufficiente per ricevere i gruppi. Vetrina di informazioni turistiche: da collocare sul sito, la vetrina dovrà contenere informazioni turistiche locali e regionali, informazioni che riguardano l’insieme dell’itinerario con cartina turistica che rappresenta l’itinerario (la cartina deve essere molto leggibile e di grande formato), depliants dell’itinerario e documenti turistici realizzati dai siti che ne fanno parte. 67 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. La vetrina informativa deve essere molto strutturata, leggibile e attraente, per favorire la memorizzazione dell’informazione senza la necessità di rifornirsi di documenti. La presentazione della vetrina presuppone una cura particolare. Occorre prevedere anche un punto vendita di elementi bibliografici facenti riferimento al sito o al tema dell’itinerario. 5.2.3 Le condizioni di accoglienza. Queste comprendono: i tipi di visita guidata, la capacità di accoglienza, il ciclo delle visite, le date di apertura, gli orari e i prezzi delle visite stesse. La visita guidata. La durata della visita deve essere studiata seriamente quando questa è guidata. In questo caso, infatti, la partenza delle visite deve essere regolare e frequente. L’attesa non deve superare i venti minuti.Al visitatore deve essere lasciato del tempo libero per permettergli di impregnarsi dell’atmosfera dei luoghi. Il numero di persone per guida non deve superare il numero di trenta se italiani e di venti se si tratta di stranieri.Le visite guidate sono delle visite tematiche in legame diretto con il prodotto realizzato. Le guide. Il lavoro delle guide è essenziale e necessita di una qualificazione e/o una formazione approfondita. Dovranno dimostrare di avere conoscenza del sito e dell’itinerario, ed essere capaci di stabilire corrispondenze fra i diversi siti in modo da rinviare il visitatore da un sito all’altro. Dovranno garantire una visita pedagogica, dinamica e divertente. La guida non provvede solo alla descrizione dei luoghi, ma ne è il principale animatore. Per questo è necessario effettuare delle dimostrazioni (messa in moto di macchinari, utilizzo di utensili) facendo appello a supporti illustrativi (documenti visivi, documenti sonori, etc.)La pratica delle lingue è vivamente incoraggiata, poiché testimonia la volontà di accogliere il visitatore straniero in condizioni simili a quelle garantite al visitatore italiano. E’ richiesto l’uso di almeno una lingua estera, se possibile l’inglese, per accogliere la clientela straniera. La spiegazione della visita tenuta dalle guide deve fare appello a valori storici, sociali, artistici e aneddotici, nonché al legame con il tema sviluppato (testimonianze sulla importanza storica del sito, 68 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. sul contesto sociale che lo caratterizza, sulle influenze artistiche visibili nella sua architettura, il suo arredo, le decorazioni, gli oggetti d’arte, spiegazioni sulle abilità, le conoscenze scientifiche e le tecniche sviluppate sui luoghi anche con riferimenti ad altri siti noti o importanti). Per l’Italia, dovranno essere utilizzate guide regolarmente autorizzate sui siti di interesse regionale e per il circuito sull’itinerario. Visite libere. Se le visite sono libere, si dovrà avere cura di rispettare la capacità di accoglienza del sito e di mettere a disposizione i supporti di accompagnamento alla visita (o di realizzare una segnaletica per i siti sprovvisti). La capacità di accoglienza del sito e il ciclo delle visite. La capacità di accoglienza del sito non potrà superare un massimo nel numero di persone, stabilito caso per caso sulla base della configurazione dei luoghi e del percorso di visita. Il comfort di visita e di ascolto deve essere sempre privilegiato. Il numero delle guide deve essere congruo ai flussi di visitatori del sito per una gestione efficace dei gruppi. La capacità minima di accoglienza per sito deve essere identificata. Occorre prevedere un’organizzazione per i gruppi e per i cicli di visita. Per la rete locale di itinerario questo aspetto sarà considerato con molta cura poiché questo condizionerà il numero di prenotazioni che è possibile effettuare in una data ora su un determinato sito. In effetti, la capacità di accoglienza è legata al ciclo delle visite sul sito. Così, la valutazione si farà in loco e nelle condizioni normali di accoglienza. Gli orari delle visite e le date di apertura. I siti di tappa inclusi certificati, a seconda del loro grado di integrazione dovranno rispondere alle esigenze della rete. I siti di tappa inclusi certificati saranno aperti al pubblico tutto l’anno rispettando una chiusura annuale e settimanale. Le modalità di apertura saranno quelle previste dai siti stessi e dichiarate nel contratto di funzionamento stipulato con la rete. Gli orari di apertura dipenderanno dalle abitudini e dai costumi di ciascun Paese. E’ raccomandata l’apertura dei siti di tappa inclusi tutto il giorno in alta stagione, senza interruzioni durante le ore del pranzo. Le altre condizioni di accoglienza saranno negoziate con i siti, soprattutto per i siti di servizio, nel contratto di funzionamento. 69 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. 5.2.4 Le condizioni tecniche. La messa in rete dei siti impone di conoscere meglio i dati sulla clientela e gli strumenti di gestione. Ogni sito dovrà sviluppare un’ organizzazione e un sistema di gestione finalizzati alla gestione degli arrivi di visitatori e garantire il proprio funzionamento all’interno del sistema di messa in rete transnazionale. 5.2.5 Il posizionamento di marketing. Al fine di instaurare una buona strategia di comunicazione del sito e di rinforzare il posizionamento sul mercato turistico, è necessario inserire una procedura di valutazione quantitiva e qualitativa dei flussi di visitatori. A tal fine possono essere utilizzati diversi strumenti: Indagine qualitativa: L’esistenza sul sito di un “libro d’oro” servirà a raccogliere i suggerimenti dei visitatori grazie ai quali saranno ridefiniti gli orientamenti in termini di evoluzione e in coerenza con le aspettative generali dei clienti. Il “libro d’oro” può essere oggetto di una cura originale dell’aspetto estetico, rappresentativo dello spirito dei luoghi. La realizzazione di alcuni sondaggi potrà evidenziare dati qualitativi più precisi rispetto a quelli contenuti nel “libro d’oro”: analisi delle provenienze della clientela, tipi di clientela (famiglie, coppie, terza età,...).. Indagine quantitativa: Realizzazione regolare di controlli statitici sui flussi. (Evoluzione dei flussi, spesa media per persona sul sito, incidenza dei gruppi...). Questi strumenti di analisi saranno realizzati a livello di tutti i siti dell’itinerario almeno ogni due anni. Il posizionamento del sito sul mercato turistico dipende dalla sua capacità di elaborare una strategia di comunicazione pianificata e strutturata nel tempo. Per questo è necessario, da una parte, realizzare un documento promozionale destinato al grande pubblico che sia personalizzato e specifico sul sito. Il logo “Itinì” e quello dell’itinerario dovranno figurare su tutti i documenti prodotti. Sarà, inoltre, necessario realizzare altre azioni di elaborazione della comunicazione: · definire una zona promozionale, cioè un’area per la diffusione dei supporti di comunicazione al fine di attirare la clientela turistica di prossimità e l’attenzione 70 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. degli organizzatori di viaggi; · definire i luoghi di diffusione dei supporti promozionali (Campeggi, Hotels, alloggi agrituristici, ristoranti, istituzioni del turismo); · comporre il messaggio di comunicazione in corrispondenza con la definizione del tema sviluppato; · realizzare uno schedario dei contatti stampa TV nazionali, regionali, stranieri; radio nazionale, regionale, locale; · stampa non specializzata, nazionale, regionale, straniera (quotidiani e periodici); stampa specializzata (quotidiani e periodici) indirizzata a specifiche categorie di pubblico (Donne, bambini, terza età ...), o a categorie amatoriali su argomenti connessi con il tema sviluppato sul sito; · mailing list sulle zone di promozione per gruppi + visitatori individuali. I gruppi possono essere club o associazioni culturali di amatori, per scoperta del patrimonio, di studenti, dei club della terza età..... · realizzare uno schedario degli organizzatori di viaggi, stranieri, nazionali, regionali e proporre versioni del prodotto in associazione con altri siti turistici. Bibliografia essenziale: Luigi Fusco Girard – Peter Nijkamp (1997) “Le valutazioni per lo sviluppo sostenibile della città e del territorio”. Franco Angeli, Milano. Umberto Galimberti (2002). “Il Corpo”. Feltrinelli Editore, Milano Alberico Di Meo (2002), “Il marketing dell’ambiente e della cultura per lo sviluppo turistico del territorio”. Lupetti, Milano. Formez (2003). “Governance e sviluppo territoriale”, pp. 99-107. Silvia Bagdadli (2001) “Le reti di musei”. Egea, Milano, pp. 1-14 R. Barthes (1974). Miti d’oggi. Giulio Einaudi editore. Torino. 71 Il capitolato d’oneri degli itinerari turistici e culturali europei. 72 RINGRAZIAMENTI Evelyne Tricot, coordinatrice del progetto pilota europeo finanziato dell’art. 10 del FESR Nathalie Joubert, per aver favorito la comprensione e la concettualizzazione in lingua italiana del glossario francese, permettendone una traduzione corretta, nonché per averne avviato l’interpretazione a favore dei siti della Via del Sale in provincia di Trapani. 73