L’ARCOBALENO Anno 16 - n. 4 Dicembre 2013 per una cultura della donazione Trimestrale dell’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule- Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica - Reg. Tribunale di Roma n° 224/98 del 19 maggio 1998 Iscritto al Registro Stampa del Garante per l’Editoria - Tariffa R.O.C. - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Roma. 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Potremmo infatti chiederci se c’è posto per il dono in una economia dominata dal mercato come quella di oggi, e ancora se la pratica del dono è possibile in una società che negli ultimi decenni si è configurata in maniera sempre più barbarica, seguendo la logica del do ut des. Siamo ancora consapevoli che il dono rappresenta un atto autentico di umanizzazione? E quanto dell’importanza e della bellezza del dono trasmettiamo alle nuove generazioni? Una lettura superficiale del presente potrebbe indurci a rispondere in modo negativo e pessimista a questi quesiti, pensando che non ci sia più spazio per il dono, ma solo per lo scambio utilitaristico, per la dissimulazione della gratuità per il proprio tornaconto. Ne sono un esempio i cosiddetti “aiuti umanitari”, una formula ipocrita e vergognosa a cui l’Occidente ricorre per nascondere in realtà azioni di guerra. È innegabile la presenza oggi di una banalizzazione del dono. Ciò accade anche nell’ambito cattolico: l’odierna pastorale della carità sembra infatti includere nell’idea di dono una serie di atti che finiscono per non impegnare veramente niente e nessuno. Basti pensare agli aiuti inviati agli abitanti di paesi lontani con gli sms: si tratta di una carità presbite, di un donare che non coinvolge il soggetto in prima persona, portato ad accorgersi del bisogno degli altri solo quando sono lontani. O ancora alle categorizzazioni che si fanno: si tende a fare una carità selettiva in base ai bisogni presenti, a pensare ai “poveri”, ai “malati”, ma non alle persone a cui donare e donarsi in quanto uomini e donne. Anche nella dimensione del volontariato la gratuità del dono si è in molte occasioni corrotta. Questo è accaduto quando a prendere il sopravvento sulla gratuità del dono è stato l’aspetto dell’organizzazione e della burocratizzazione di quest’ultimo. Ma nonostante le contingenze avverse della realtà in cui viviamo, la possibilità di donare continua a essere presente. L’essere umano è capace di donare in quanto capace di entrare in rapporto con l’altro. Donare è offrire ciò che si è, non ciò che si ha; farlo gratuitamente, senza preoccuparsi della risposta che proverrà da chi ci sta di fronte. Solo l’uomo è in grado di compiere questa azione perché ha in sé il sentimento dell’amore che gli permette di superare il concetto di dare in una mera logica di vendita, scambio o prestito. Da quello della parola – sigillo della fiducia negli altri-, a quello della vita spesa per il prossimo, il dono si attesta dunque come gesto eversivo per eccellenza, capace di innescare relazioni tra gli individui. Il dono di cui oggi c’è più bisogno è quello della presenza, che pone l’individuo a servizio dell’altro. Questo avviene nel momento in cui permettiamo all’altro di farsi nostro prossimo, accettiamo di coinvolgerci nella sua vita fino a diventare responsabili per essa. Per rendere tutto ciò possibile è necessario risvegliare la capacità di donare che ognuno di noi possiede. Di una logica del dono abbiamo necessità. Lo hanno capito in alcuni ambiti le istanze politiche, che hanno praticato vie di perdono – dono per eccellenza – e di riconciliazione per ridare futuro a intere popolazioni, come quelle del Sud Africa. Lo ha intuito chi afferma che senza una certa gratuità nemmeno l’economia di mercato potrà resistere. «Quello a cui siamo chiamati oggi per superare l’impasse in cui ci troviamo è tornare a promuovere la cultura del dono a partire dalle dimensioni etica e morale, ambiti più colpiti dalla crisi di questi decenni. Un dono che sia offerta della nostra presenza alla società, capace di innestare cammini verso una migliore convivenza e una maggiore umanizzazione. * priore di Bose In questo numero: a cura di CONCETTA DI FILIPPO a pag. 4-5 L La Rete Nazionale sempre più sicura di VINCENZO PASSARELLI Il “network donazione e trapianto” di FRANCESCO PROCACCIO a pag. 2 Roma, 11 ottobre 2014 Giornata Europea per la Donazione Il nostro Paese si è aggiudicato l’organizzazione della prossima Giornata Europea per la Donazione che si svolgerà a Roma l’11 ottobre 2014. Lo European Organ Donation Day viene organizzato ogni anno, ormai dal 1996, con il patrocino del Consiglio d’Europa, in seno al quale l’Italia in questo momento detiene la Presidenza del Comitato per i Trapianti di organi, tessuti e cellule. Si tratta del principale appuntamento europeo di comunicazione e informazione sul tema rivolto ai cittadini del Paese ospitante. L’iniziativa sarà un appuntamento di richiamo per tutta la cittadinanza ma anche per la Rete Nazionale Trapianti, le Associazioni Nazionali di settore e i rappresentanti dei Paesi facenti parte del Comitato dei Trapianti del Consiglio d’Europa. Una straordinaria opportunità per promuovere la donazione degli organi come importante gesto civico e di solidarietà sociale, per promuovere i principi etici del Consiglio d’Europa in materia e per confermare, ancora una volta, sul piano internazionale l’alto livello di eccellenza raggiunto dalla rete trapiantologica italiana su diversi fronti. Auguri sinceri per il nuovo anno Se vuoi provare a dare senso pieno a ogni istante della tua vita, parti dall’esercizio che nello spirito di Epicuro è stato espresso così: “Convinciti che ogni nuovo giorno che si leverà, per te, sarà l’ultimo. Con gratitudine allora accoglierai ogni insperata ora. Riconoscendone tutto il valore affronterai ogni momento del tempo che viene ad aggiungersi come se derivasse da una incredibile fortuna” Ai donatori di organi si deve garantire la priorità in lista d’attesa? di EMANUELA GRASSO a pag. 3 Educare al dono di LUCIO D’ATRI E RICCARDO GALLONI a pag. 6 L’ARCOBALENO per una cultura della donazione Trapianti e sicurezza La Rete Nazionale sempre più sicura Solo lo o,o7% di eventi avversi negli ultimi cinque anni DI VINCENZO PASSARELLI resentati il 1°ottobre, a Firenze i risultati finali del progetto “Il Sistema integrato di Gestione del Rischio dei Trapianti (GRT)”, finanziato nel 2010 dal Ministero della Salute attraverso il Centro di Controllo delle Malattie (CCM). Con il progetto GRT, la Rete Nazionale Trapianti si è dotata di metodi e strumenti ancora più sviluppati per anticipare e controllare i rischi connessi alla donazione e al trapianto di organi, tessuti e cellule. Nell’ambito del progetto GRT è stato messo a punto un protocollo nazionale condiviso per la gestione degli eventi avversi, in accordo con quanto prevede la Direttiva Europea 53/2010 su qualità e sicurezza nel trapianto di organo. Il protocollo, che consente un’allerta di tutta la Rete per gestire in modo efficace il rischio in tempo reale, nonché per diffondere le lezioni apprese dall’analisi degli eventi, è stato oggetto di un corso di formazione per gli operatori sanitari coinvolti nei processi di donazione e trapianto; il corso ha raggiunto oltre 500 medici, infermieri, biologi e psicologi nelle numerose edizioni tenutesi dal Piemonte alla Calabria. L’attuale registro nazionale degli eventi avversi, revisionato ed aggiornato grazie al progetto GRT, contiene 112 casi avvenuti dal 2008 a giugno 2013, per un’incidenza pari all’1,6% sul totale dei donatori segnalati nello stesso periodo. I casi che hanno determinato un effetto sul paziente, denominati reazioni avverse, sono stati solo 10 su oltre 15.000 trapianti realizzati in questi 5 anni, pari ad un’incidenza dello 0,07%. Un dato che avvicina la Rete Nazionale Trapianti alle organizzazioni complesse ultrasicure, come l’aviazione che da anni si è dotata di sistemi di gestione del rischio. Il professor Antonio Amoroso, coordinatore del progetto, ha descritto le dettagliate analisi P condotte su ciascun evento: le osservazioni hanno permesso di apprendere le eventuali criticità ed adottare azioni di miglioramento. Infatti, grazie al lavoro costante del board del progetto, ogni caso clinico è stato riesaminato per poi offrire un eventuale feedback e supporto alle strutture in cui si è verificato il problema. Il dottor Alessandro Nanni Costa, direttore del CNT, ha ricordato lo storico impegno per la sicurezza della Rete Nazionale Trapianti, che da dieci anni dispone di un servizio di second opinion e di criteri per stratificare il rischio dei donatori. Il sistema italiano è un punto di riferimento per la sicurezza a livello internazionale, riconosciuto anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha conferito al CNT la funzione di “collaborating centre” proprio nell’ambito della sicurezza nei trapianti. Il progetto GRT è un ulteriore tassello che completa il quadro, integrando nel Sistema Informativo dei Trapianti (SIT), con un apposito modulo informatizzato, il registro nazionale degli eventi avversi. In conclusione, il dottor Riccardo Tartaglia, coordinatore delle Regioni per la Sicurezza dei Pazienti, ha osservato come la fattiva collaborazione tra i risk manager ed i coordinamenti regionali e ospedalieri dei trapianti sia stata la chiave del successo del progetto GRT, che ha valorizzato le competenze di entrambe le comunità professionali per costruire un sistema di reporting e learning innovativo ed in grado di coinvolgere i livelli locali, regionali e nazionali del Servizio Sanitario Nazionale. Il progetto GRT ha visto il coinvolgimento di 13 Regioni (Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia, Sardegna, Abruzzo-Molise, Sicilia, Calabria, Umbria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Veneto, Puglia) e l’attiva partecipazione del Centro Nazionale Trapianti. Il “network donazione e trapianto”: modello di efficacia ed efficienza DI FRANCESCO a donazione di organi da cadavere è un indicatore di buona medicina nell’ambito del processo di cura del paziente con gravissime lesioni cerebrali in rianimazione. In Italia la donazione dopo “morte encefalica” (DBD) si è notevolmente sviluppata raggiungendo numeri e qualità di eccellenza in Europa; tuttavia ciò non è sufficiente a colmare il divario tra necessità terapeutica di trapianto e disponibilità di organi. Il punto fondamentale del processo di donazione è l’identificazione del potenziale donatore. In Italia dal 2006 è in atto il Registro nazionale dei decessi con lesione cerebrale acuta in rianimazione (DACLs); la presenza di circa 150 DACLs per milione di popolazione e una percentuale attesa di circa 60% di accertamenti con criteri neurologici costituiscono il benchmarking con cui misurare la potenzialità di donazione e l’efficienza del processo. Risulta evidente l’elevato numero di “morti encefaliche silenti” che costituisce allo stesso tempo, in particolare in alcune regioni con bassissimi risultati di donazione, la criticità maggiore e l’obiettivo principale di miglioramento. Una stretta collaborazione e integrazione tra coordinatore e medico curante intensivista sono quindi indispensabili; la mancata consapevolezza del ruolo e dell’importanza dell’intensivista nel processo di donazione è la principale barriera alla donazione: tuttavia esistono oggi ulteriori motivi per un maggiore impegno ed interesse degli intensivisti: a) i nuovi scenari clinici e tecnologici in cui il paziente può giungere alla morte; b) il profondo cambiamento nell’epidemiologia dei pazienti con lesione cerebrale acuta che oggi hanno età avanzata e prevalente eziologia cerebrovascolare; c) la necessità di un trattamento intensivo efficace e di alta qualità del potenziale donatore per migliorare la qualità degli L 2 PROCACCIO* organi; d) la progressiva diminuzione delle risorse umane e strutturali delle rianimazioni; e) la gestione improcrastinabile delle problematiche di fine vita in area critica e dell’appropriatezza o futilità delle cure. La donazione di organi a cuore fermo (DCD) è stata affrontata in Italia con buoni risultati, ma limitati nel numero, con un progetto pilota. Tale progetto ha prodotto cultura ed esperienza nel contesto italiano: è quindi opportuno che un gruppo multidisciplinare rivaluti i risultati ottenuti e la possibilità che la donazione DCD superi barriere che non sembrano essere normative o etiche ma culturali od organizzative. In conclusione, la donazione non può essere compito esclusivo della rete di coordinatori ma anzi deve essere obiettivo evidente e dichiarato dell’intero ospedale e in particolare dell’intera area critica. L’identificazione del potenziale donatore deve essere obiettivo condiviso da tutti gli specialisti che trattano i pazienti con lesione cerebrale acuta. Il “network donazione e trapianto” costituisce un modello articolato di organizzazione, formazione e controllo di efficacia e di efficienza sia a livello italiano che europeo. La metodologia di lavoro, la rete di professionisti e le risorse disponibili possono esercitare un forte stimolo di miglioramento e avere una favorevole ricaduta sulla gestione clinicoorganizzativa dell’area critica, allo stesso tempo migliorando l’appropriatezza della cura del paziente con lesione cerebrale acuta e aumentando la disponibilità di organi per trapianto. Per saperne di più: Trapianti, doi 10.1709/1329.14704 *Centro Nazionale Trapianti, Istituto Superiore di Sanità, Roma L’ARCOBALENO per una cultura della donazione La medicina a sesso unico: donne curate come uomini l terzo Congresso nazionale sulla medicina di genere che si è svolto a Padova il 10 - 11 ottobre scorso ha visto la partecipazione di medici di tutte le discipline, farmacisti, psicologi, dietisti, infermieri e tecnici di laboratorio. L’obiettivo di fondo è stato quello di promuovere la migliore applicazione nella medicina delle conoscenze attuali sulle differenze di genere. Ma anche di insistere sull’importanza di fare ricerca in questo settore. Dodici le patologie e gli interventi alle quali si è guardato in un’ottica di genere: trapianti d’organo, scompenso cardiaco, aneurisma aortico addominale, cancro del polmone, tumore del colon, dolore cronico non oncologico, artrosi, epatopatie Hpv e Hcv correlate, infezione da papilloma virus e demenze. I Per quanto riguarda il settore della trapiantologia è stato sottolineato che le diversità pesano anche sui trapianti e differenze di genere contano anche quando si parla di trapianti. A partire dall’accesso stesso al trapianto. Lucrezia Furian, del Centro trapianti rene e pancreas dell’Azienda Ospedaliera di Padova, ha ricordato che uno studio condotto in Nordamerica in una coorte di più di 500mila malati affetti da insufficienza renale, ha dimostrato che le donne hanno minore accesso al trapianto nonostante sia chiaro che il miglioramento della sopravvivenza dopo l’intervento è paragonabile a quello dell’uomo. La storia si ripete per il cuore: le donne, pur essendo un quarto della popolazione in lista d’attesa, ricevono soltanto il 3% degli organi destinati a over 65. Guardando alla donazione da vivente, le differenze sono so- stanziali. Nel caso del trapianto di rene, una prassi consolidata che avviene solitamente nell’ambito della stessa famiglia, la donna è più spesso dell’uomo il soggetto donatore. E il ricevente è soprattutto maschio. Il gap coinvolge anche i risultati. Nel caso del rene, il trapianto di organi provenienti da un donatore donna sembra avere un esito peggiore indipendentemente dal sesso del ricevente. Analogamente, organi da donatore uomo trapiantati in una donna sembrano avere un esito meno favorevole rispetto a un ricevente uomo. Anche dal punto di vista del sistema immunitario ci sono differenze sostanziali tra i due sessi. In particolare va ricordato che, a seguito di una gravidanza, almeno il 20% delle donne si immunizza nei confronti degli antigeni di istocompatibilità del partner e produce anticorpi antiHla. Questi porteranno a un aumento del tempo di attesa media dell’organo e a una situazione immunologicamente più impegnativa quando il soggetto sarà eventualmente esposto a un successivo trapianto. Ai donatori di organi si deve garantire la priorità in lista d’attesa? Lancet lancia il dibattito aperto in Inghilterra e nel resto dell’Europa DI EMANUELA a NHS Blood and Transplant Organization (NHSBT) lo scorso luglio ha pubblicato, con il supporto del Ministero della Salute, la nuova strategia valida fino al 2020 in tema di donazione e trapianto. L’obiettivo finale è quello di aumentare il numero di donatori, il numero di organi e quindi anche di pazienti trapiantati in Inghilterra. Tra le azioni previste dal nuovo piano strategico ve n’è una da segnalare: la promozione di un dibattito nazionale per verificare la posizione degli inglesi circa la proposta di concedere una priorità in lista d’attesa a coloro che sono donatori di organi in caso dovessero, a loro volta, avere bisogno di un trapianto. In altri termini: a parità di necessità di ricevere un organo, chi è un donatore avrebbe la priorità in lista rispetto a un non donatore. La proposta, definita dalla rivista Lancet “la più radicale”, contenuta nel documento, non è di per sé una novità. In Israele e a Singapore, infatti, i donatori di organi hanno la priorità in lista d’attesa. In Israele godono di questo particolare incentivo anche i familiari di primo grado del donatore. Secondo i sostenitori di questa scelta di politica sanitaria, probabilmente anche per l’introduzione di questo beneficio per i donatori, nel 2011 le donazioni da cadavere e da vivente sono aumentate. Ma non mancano le critiche da più parti della comunità scientifica secondo la maggior parte della quale gli unici criteri che devono guidare la gestione della lista d’attesa sono le condizioni cliniche dei pazienti. Nel lanciare il dibattito Lancet propone un approfondimento e sottolinea come le scelte singole di un paese debbano tener conto del contesto europeo e delle norme comunitarie. Nell’editoriale pubblicato lo scorso luglio1, infatti, si cita l’incontro avvenuto a Madrid il 27 e il 28 giugno dal titolo “Contribution of the European Union to improve transplantation and blood transfusion practice”. In quell’occasione gli Stati membri hanno ripercorso i 48 progetti europei che dal 2003 vedono tutti i paesi dell’Unione coinvolti nello scambio di best practices, di standard di ispezioni, di protocolli, di corsi di formazione. Questi L GRASSO* progetti hanno permesso a tutti gli Stati membri di confrontarsi e di trovare, ciascuno secondo le proprie peculiarità, ma in un’ottica d’insieme, il modo di adeguarsi alle tre direttive principali (2002/98/EC 2 , 2004/23/EC 3 , 2010/45/UE4) riguardanti la sicurezza e la qualità di sostanze di origine umana inclusi organi, tessuti, cellule, sangue e suoi derivati2-4. L’esperienza di confronto europeo degli ultimi dieci anni, ripercorsa a Madrid, ha evidenziato che ciascuno stato ha un proprio sistema nazionale dei trapianti e trasfusionale la cui organizzazione e le cui scelte rispecchiano il contesto socio-culturale del Paese stesso. Si possono identificare, tuttavia, delle aree affini come per esempio quella mediterranea composta da Italia, Francia e Spagna (che non a caso hanno costituito un anno fa la South Transplant Alliance) o quella del nord Europa. Al di là delle differenze, tuttavia, c’è un elemento che è comune a tutti i paesi europei e che è alla base del funzionamento efficace ed è indice della qualità di un sistema: la fiducia. “Il paziente che ha espresso la propria volontà di essere un donatore deve poter avere fiducia nel fatto che la sua volontà venga rispettata; i pazienti in attesa di trapianto devono fidarsi del fatto che il sistema trapiantologico a cui si riferiscono è trasparente e che i medici a cui si affidano garantiscono alti standard di qualità; i familiari dei pazienti devono fidarsi del fatto che i loro cari sono stati sottoposti a tutte le cure possibili prima che fossero dichiarati in morte cerebrale”, si legge su Lancet. La fiducia si costruisce e si rinsalda quando un sistema si basa sui criteri basati sull’evidenza e riconosciuti da tutta la comunità scientifica, in questo senso “i criteri clinici dovrebbero essere determinanti per attribuire la priorità in lista d’attesa”, afferma Lancet. Ma se questi criteri debbano essere i soli a determinare la scelta del paziente a cui assegnare gli organi prelevati per il trapianto è l’oggetto del dibattito che Lancet rimanda alla comunità inglese e a quella internazionale. Tessuti: aggiornate le Linee Guida ubblicate il 10 luglio 2013 le nuove “Linee Guida per il prelievo, la processazione e la distribuzione di tessuti a scopo di trapianto”, approvate dal Centro Nazionale Trapianti (CNT), a cui ogni Banca deve attenersi rigorosamente. Il documento, che è diviso in 9 sezioni, si occupa degli obiettivi e delle attività, dei requisiti organizzativi generali della banca dei tessuti, della selezione dei donatori, del prelievo, della lavorazione, della distribuzione ai centri di trapianto, delle registrazioni successive al trapianto, della gestione di reazioni ed eventi avversi gravi, dell’importazione ed esportazione, della normativa di riferimento. L’emanazione di queste Linee Guida dimostrano una costante attenzione alla sicurezza dei tessuti distribuiti e del paziente ricevente, attraverso un’accurata selezione del donatore. Rispetto alle linee guida precedenti, risalenti al 2007, sono stati aggiornati alcuni criteri di esclusione per i singoli tessuti, mentre i criteri generali per la selezione del donatore non hanno subito importanti cambiamenti. P Le linee guida sono consultabili nel sito www.aido.it *Ufficio Comunicazione Centro Nazionale Trapianti 3 forum • forum • forum • forum • forum • forum • forum • forum • forum • “Tu puoi da A oltre un anno di distanza dal lancio, prosegue l a favore della donazion a cura di CONCE artita il 2 luglio 2012, la campagna, ideata e finanziata da Fondazione Pubblicità Pro- ste alle Faq (le domande più frequenti) non sono riportate come solitamente accade per gresso, vede la partecipazione di A.I.D.O. al comitato scientifico insieme con la F.I.R.E. iscritto, ma con rapide interviste video girate in sala operatoria o in ospedale, fatte ad al(Fondazione italiana ricerca in epatologia) e il Cnt (Centro nazionale trapianti). L’esi- cuni autorevoli chirurghi dei trapianti. Le risposte sono così molto più convincenti e rassigenza di coinvolgere la massima istituzione italiana in questo campo (il Centro nazionale curanti e i singoli video si prestano anche ad essere diffusi viralmente tramite i social trapianti) e le due associazioni di settore ha avuto, sin dalla fase di ideazione, l’obiettivo di network. Parallelamente, la campagna stampa ha contribuito a sollecitare l’attenzione sulaffrontare l’argomento dosando, nella giusta misura, il rigore scientifico, necessario alla la tematica. Diversi personaggi della società civile, attori, imprenditori, giornalisti, persone tematica, e la semplicità e l’immediatezza richieste dall’obiettivo comunicativo: far diven- dello sport, della ricerca, della moda, del design hanno prestato il loro volto alla causa. tare “cool” donare gli organi. Un pool di esperti (oltre 40 tra professionisti e tecnici) ha Claudia Gerini, Lorenzo Sassoli De Bianchi, Diego Della Valle, Caterina Caselli, Nadia Accetti, tradotto, declinandolo attraverso opportune strategie comunicative, il messaggio secondo Barbara Carfagna, Alberto Contri, Ilaria Catastini, Gabriella Cims, Irene Ferri, Anna Maria cui è necessario porsi in vita il problema della donazione, interrogarsi sull’argomento e Malato, Manuela Morandi, Marida Lombardo Pijola, Luisa Todini, Maria Latella, Lucia Bellaprendere una decisione consapevolmente. Il fulcro della campagna è nel sito internet spiga esibiscono con orgoglio la tessera A.I.D.O. come “La card del club più prestigioso ww.doniamo.org, ma essa attraversa comunque tutti i mezzi di comunicazione (analogici e d’Italia”. Si tratta di personaggi non tutti noti al grande pubblico, in alcuni casi infatti la digitali) esistenti garantendo una diffusione virale del messaggio. Carta stampata, radio, loro notorietà è circoscritta a un pubblico specialistico che, riconoscendosi in un volto cotv, internet, strumenti nuovi o rinnovati nella veste tecnologica e nel modo di informare, mune coglie l’importanza della donazione non come atto eroico ma come gesto di civismo hanno consentito al messaggio di raggiungere indistintamente i nativi digitali e quanti che accomuna tutti. La campagna, infatti, sollecita l’attenzione verso la salute altrui e indihanno dovuto fare i conti con strumenti, informativi e comunicativi allo stesso tempo, del ca il trapianto come terapia per la cura di determinate patologie. Nessuno può sentirsi tutto sconosciuti almeno fino agli inizi degli anni ’90. L’approccio divulgativo della cam- esente, la presa di coscienza del problema è il primo passo verso la definitiva consapevopagna è stato il risultato di una accurata riflessione sui cambiamenti socio-culturali inter- lezza che donare gli organi dopo la morte deve rappresentare per tutti un dovere morale e venuti nel corso dell’ultimo secolo, in particolar modo nel campo dei mass media: cam- sociale. A.I.D.O. opera da 40 anni affinché questa idea si rafforzi nel nostro Paese, nella biando le caratteristiche dei mezzi di comunicazione, è cambiata la modalità di comunica- convinzione che è necessario considerare la donazione degli organi in un’ottica nuova che, re. Nella stampa si è passati dalla linotipia alla fotocomposizione, nelle telecomunicazioni trascendendo l’etica dei sentimenti in favore dell’etica della ragione, inserisce la donazioabbiamo visto la nascita della radio, della tv, il passaggio dall’analogico al digitale, il pro- ne di organi e tessuti tra i beni culturali del nostro Paese in quanto patrimonio collettivo liferare della telefonia cellulare, la grande esplosione di internet con la nascita dell’interat- che unisce l’Italia. tività e del social networking. Negli ultimi venAccanto ai volti della società civile, “La card ti anni, i mezzi di comunicazione si sono dundel club più prestigioso d’Italia” è esibita anque moltiplicati in forma esponenziale, dalla che dai personaggi dei fumetti della Sergio Bocomunicazione da-uno-a-tutti si è passati alla nelli. “Iscriviti al club più prestigioso d’Italia. comunicazione da-tutti-a-tutti.: sfruttando i Basta andare sul sito ww.doniamo.org. Per farmolteplici strumenti divulgativi esistenti, il delo non bisogna essere eroi” recitano ai loro apstinatario dei messaggi è diventato esso stesso passionati e fedeli lettori Dylan Dog, Martin il divulgatore del medesimo messaggio ad altri Mystère, Tex Willer, Nathan Never, Zagor. Ane questi ad altri ancora secondo una logica cora una volta, dunque, il richiamo all’idea esplosiva che consente la diffusione virale atdella donazione come atto di civismo che accotraverso strumenti diversi, ciascuno con una muna tutti e che non è dunque appannaggio propria sintassi comunicativa, ma tutti portaesclusivo di eroi né di supereroi. A fronte di un tori del medesimo messaggio. Una informaziosicuro investimento economico, A.I.D.O. ha dene frammentata ma estremamente ramificata ciso di riproporre i testimonial della Sergio Boche, invadendo capillarmente tutti gli spazi nelli, anche in formato promo card tramite l’adella comunicazione, incuriosisce, appassiona, genzia Ambient Media. 440.000 promo card consente di scegliere. Seguendo questa logica, sono state stampate e distribuite nei circuiti gli esperti di Pubblicità Progresso hanno codelle città di Milano, Roma, Torino e Napoli. In struito un percorso divulgativo che sfrutta questo modo, il messaggio ha raggiunto un contemporaneamente la tv, la radio, la carta pubblico molto vasto di collezionisti e amanti stampata, il web: ai due spot diffusi in tv, nel dei fumetti, incuriositi dall’immagine ma porweb e nelle radio è affidato il compito di emotati anche a riflettere sulla donazione dalle Le promocard con i personaggi dei fumetti di Bonelli Editore zionare, commuovere e informazioni riportate sul incuriosire, al sito interretro delle immagini. Le net quello di informare promo card, inoltre, sono correttamente, secondo state distribuite in occauna dinamica che parsione dell’edizione 2013 tendo strategicamente del “Lucca comics, festidall’emozione culmina val internazionale del funella presa di coscienza metto, del cinema d’anidell’importanza e della mazione, dell’illustrazionecessità della donazione e del gioco”. ne. Il sito internet è coNel giro di un anno e struito in modo da facilimezzo circa, la Campatare un percorso guidato gna si è dunque arricchiverso una auspicabile ta progressivamente, utidecisione. La home page lizzando strategicamente recita “Un sito per farsi tutte le forme di divulgadomande, ottenere rizione e informazione visposte, prendere una derali che fosse possibile cisione”. Esso contiene sfruttare, fino a tradursi, un importante elemento nel mese di maggio 2013, di innovazione: le rispoin un’applicazione per P 4 forum • forum • forum • forum • forum • forum • L’ARCOBALENO per una cultura della donazione dare la vita” e la campagna di Fondazione Pubblicità Progresso one di organi e tessuti ONCETTA DI FILIPPO Irene Ferri, Marida Lombardo Pijola e Maria Latella, testimonial della Campagna tablet e smartphone, sia Apple che Android scaricabile dal sito internet www.doniamo.org. Si tratta di una ulteriore opportunità di diffusione, su Facebook molti utenti continuano a postare immagini proprie e di amici mentre mostrano la tessera A.I.D.O.: dai testimonial famosi siamo passati dunque ai testimonial di base che si impegnano a diventare donatori e a divulgare il messaggio. Così pensata e concretizzata, la campagna è stata selezionata per il progetto ‘Creative For Good’ del World Economic Forum, realizzato in collaborazione con l’Advertising Council Americano e Ketchum e lanciato lo scorso 21 giugno nell’ambito del Festival of Creativity di Cannes. Scopo dell’iniziativa raccogliere e far conoscere le più importanti case-histories di campagne sociali selezionate da un advisory board internazionale formato da esponenti di imprese ed enti leader nel campo della comunicazione, della pubblicità, delle pubbliche relazioni, del marketing sociale. La campagna è stata inoltre menzionata come esempio a livello mondiale dal New York Times. Infine, la diffusione virale del messaggio non poteva non interessare il cinema: il trailer della campagna è stato proiettato negli scorsi mesi di settembre, ottobre e novembre rispettivamente in 126, 252, 129 sale cinematografiche italiane. La Campagna ha rappresentato per A.I.D.O. un grande riconoscimento: la partecipazione al comitato scientifico e l’individuazione della dichiarazione di volontà di A.I.D.O. come la modalità di espressione del consenso alla donazione, sono il risultato di una attenta indagine sulla natura e le caratteristiche di un’Associazione riconosciuta delle Istituzioni e dai cittadini. A questi ultimi, in particolare, ha pensato Pubblicità Progresso, nella ricerca di una modalità di dichiarazione del consenso immediata, perché facilmente rintracciabile dal cittadino e rapidamente a disposizione del Centro nazionale trapianti. Per valutare il reale impatto della Campagna, il modulo per la dichiarazione scaricabile dal sito internet ww.doniamo.org è stato personalizzato con il logo di Pubblicità Progresso. In termini numerici, la diffusione della Campagna ha segnato indubbiamente un incremento del numero delle dichiarazioni di volontà. Attualmente risultano pervenute presso la Segreteria A.I.D.O. Nazionale 3.491 dichiarazioni. Rispetto ai dati del 2010 e del 2011, nel 2012 si è registrato un sensibile incremento, concentrato in particolare nei mesi di luglio (lancio della campagna) agosto e settembre. L’incremento registrato nel mese di ottobre 2012 è in parte riconducibile anche alla Giornata nazionale A.I.D.O. di informazione e autofinanziamento. I dati del 2013 risultano ancora parziali, ma confrontando le iscrizioni dei mesi di luglio e agosto 2013 con quelle dei mesi corrispondenti del 2012, è ravvisabile un calo, a dimostrazione del fatto che la Campagna nella fase di massima visibilità, in corrispondenza del lancio, ha avuto un effetto dirompente con una media di circa 30 iscrizioni giornaliere pervenute presso la Segreteria nazionale dell’Associazione. L’impatto della campagna è comunque ravvisabile nell’aumento complessivo del numero delle adesioni registrate: è concretamente ipotizzabile, infatti, che molti cittadini, a seguito delle sollecitazioni ricevute, abbiano scaricato il modulo dal sito www.aido.it anziché www.doniamo.org. La distribuzione delle promocard a Lucca Comics 5 L’ARCOBALENO per una cultura della donazione Progetto TVD Educare al Dono LUCIO D’ATRI e RICCARDO GALLONI* “Educare al Dono”, è l’ultimo volume della collana omonima, pubblicata dalla Sezione Provinciale di Monza. Il Volume è diviso in due parti. La prima parte raccoglie tutta l’attività realizzata nelle Scuole dal 2001 ad oggi con le relazioni dei componenti della Commissione Scuola, ma anche con le riflessioni delle Istituzioni e dei Docenti. La seconda parte raccoglie invece i risultati di una indagine rivolta ai pazienti dializzati e trapiantati seguiti dalle strutture ospedaliere del territorio monzese. Ai dati si aggiungono molti commenti di esperti del settore. L’ultima parte è riservata alle testimonianze dei pazienti, che diventano “autori” dei loro racconti di Vita. Dal volume, presentato il 26 ottobre scorso a Monza, riportiamo l’esperienza condotta in quattro scuole secondarie della Provincia di Monza. l Progetto TVD – Ti Voglio Donare - è la prima iniziativa promossa dal Ministero della salute per introdurre, su scala nazionale, uno strumento unico e condiviso per la promozione della cultura della donazione di organi post-mortem a scopo di trapianto terapeutico nelle scuole. Il progetto rientra nelle iniziative di informazione sull’argomento sviluppate nel corso dei 40 anni di attività di A.I.D.O. Questa nuova campagna di sensibilizzazione è stata promossa e lanciata nel maggio 2007 in occasione delle Giornate Nazionali della Donazione, attraverso il coinvolgimento delle Associazioni di volontariato e di pazienti più rappresentative ed è rivolta agli alunni delle scuole secondarie di primo e di secondo grado. Il kit è costituito da un box che contiene opuscoli illustrati pensati per il docente e per i ragazzi, con contenuti adattati in base alla fascia scolastica. Il box comprende, inoltre, un dvd informativo della durata di circa 20 minuti pensato per i giovani, con interviste ad esperti e la storia di un ragazzo che, dopo il trapianto, ha raggiunto notevoli traguardi nello sport e vari gadgets. Il progetto prevede la consegna ai i ragazzi di una busta contenente il dvd, l’opuscolo informativo e i gadget. I Nella provincia di Monza si è deciso di utilizzare il TVD in quattro scuole secondarie: una di primo grado a Monza e tre di secondo grado a Monza, Desio e Muggiò. I volontari che si sono dedicati al progetto hanno presentato e discusso con gli studenti l’argomento, hanno distribuito loro il kit e li hanno poi invitati a compilare i due questionari. Tali questionari prevedono le medesime domande sull’argomento, somministrate prima e dopo l’incontro per consentire un’analisi dei risultati ottenuti e valutare il grado di conoscenza e la validità del messaggio ricevuto. Sette le domande per le scuole secondarie di primo grado, 11 per le scuole secondarie di secondo grado, strutturate considerando le differenti fasce di età dei ragazzi. Il questionario per i docenti non è stato utilizzato per la discontinuità della loro presenza durante gli incontri. Qui di seguito l’analisi delle risposte con il confronto pre - post intervento. Scuola secondaria di primo grado “Elisa Sala” di Monza: 5 Seconde Classi (122 studenti: 67 femmine e 54 maschi). Le risposte raccolte evidenziano una scarsa conoscenza dell’argomento, giustificata anche dalla giovane età dei ragazzi, 11-12 anni e da una certa mancanza di coinvolgimento sociale al problema donazione di organi. Si nota un sensibile cambiamento dei risultati dopo l’informazione ricevuta: prima dell’incontro le risposte congruenti rientravano tra il 35% e il 56%, dopo l’incontro le percentuali sono comprese tra l’80% e il 95%. Confrontando i dati emerge la seguente situazione: • alla domanda n. 2 “I trapianti in Italia sono realizzabili tutti in modo sicuro?” si passa dal 42% al 92%; • alla domanda n. 5 “ Possono donare gli organi solo chi non soffra di gravi patologie?” si passa dal 33% all’81%; 6 • alla domanda n. 7 “Sei d’accordo di donare?” si passa da un 48% al 90%. In generale, da una confusa idea di dono si passa alla quasi totale propensione alla donazione, a dimostrazione del fatto che solo un’informazione precisa e competente può cambiare il modo di approccio al tema. Il grafico riporta in sintesi le percentuali di risposte prima e dopo la lezione. Scuola secondaria di secondo grado: realizzato in tre diversi Istituti (133 studenti). Istituto Tecnico Statale Mapelli di Monza: 6 Quinte Classi - 98 ragazzi (60 maschi; 38 femmine); Liceo Classico Collegio PIO XI° di Desio: 1 Quarta Classe - 18 Ragazzi (1 maschio; 17 femmine); Istituto Tecnico Commerciale M. Luther King di Muggiò: 1 Quinta Classe - 15 ragazzi (6 maschi; 9 femmine). Dai risultati emersi, si può notare che i soggetti intervistati avevano una conoscenza di base sull’argomento più approfondita rispetto a quella degli studenti delle scuole secondarie di primo grado. In particolare, si osserva che sulle domande tecniche la conoscenza è approssimativa, su quelle di carattere psicologico esiste una già approfondita vicinanza ai problemi etici e sociali. Confrontando le risposte emerge quanto segue: ——————— segue a pag. 7 L’ARCOBALENO per una cultura della donazione Facebook Il profilo degli utenti di A.I.D.O. AURELIO NAVARRA anciato nel febbraio 2004 ad Harvard (USA) da Zuckerberg e dai suoi compagni di università Facebook ha raggiunto in soli dieci anni un successo inaspettato classificandosi come primo servizio di rete sociale per numero di utenti attivi: da giugno 2013 è diventato il sito più visitato al mondo, è disponibile in oltre 70 lingue e registra un totale di 1,18 miliardi di utenti (699 milioni attivi, che effettuano l’accesso almeno una volta al mese). In Italia, secondo le più recenti statistiche pubblicate, sono ben 26 i milioni di utenti attivi (46,8% donne; 53,2% uomini) sulla rete sociale (pari all’86% circa dell’utenza attiva). Ogni giorno si connettono 17 milioni di italiani ed ogni quattro mesi il social network guadagna 2 milioni di utenti. La situazione mobile è ancor più soddisfacente: Facebook è usato da 15 milioni di persone almeno una volta al mese (819 milioni nel mondo), attraverso tablet o smartphone; 10, invece, sono i milioni di utenti che accedono quotidianamente. Tendenza, quella italiana, completamente diversa da quella registrata negli Stati Uniti dove l’utenza inizia a utilizzare molto più frequentemente Twitter. L Il primo dato interessante che si pone in evidenza è l’inversione di tendenza del rapporto uomini/donne rispetto alla media nazionale (ed anche globale) Facebook: il sesso “debole” la fa da padrone fin dalla “nascita” delle pagine A.I.D.O. nel febbraio 2010, attestandosi oggi al 65% (+19% rispetto alla media Facebook) contro il 34% di uomini (-20% rispetto alla media Facebook). Dall’analisi dei dati Facebook-Aido emergono inoltre altre peculiarità relativamente ai fan dell’associazione. In particolare, nella fascia di età 13-17 anni si registra una notevole differenza (-6,40% per le donne e -7,20% per gli uomini) rispetto all’utenza Facebook, parzialmente giustificata dalla impossibilità per i cittadini minorenni di iscriversi all’associazione. Nella fascia di età 18-24 anni mentre da un lato si registra per le donne una leggera flessione rispetto alla media Facebook (-4,70%), si evidenzia dall’altro un forte decremento della rappresentanza maschile: - 13,9%. Per le restanti fasce, ad eccezione degli uomini 25-34 (-4,9%) l’utenza A.I.D.O. registra presenze percentuali superiori ai dati medi Fb, con un picco massimo per le donne di età compresa tra 35-44 anni (+11,4%): • 25-34 anni D: +9,8%; U: -4,9% • 35-44 anni D: +11,4%; U: + 2,0% • 45-54 anni D: +7,0%; U: +3,1% • 55-64 anni D: +1,3%; U: +1,2% • 65+ D: +0,2%; U: +0,2% Dall’analisi dei dati sopra riportati emerge dunque che sulla pagina Facebook A.I.D.O. le donne sono molto più attive degli uomini. La giustificazione risiede probabilmente nella diversa e maggiore sensibilità femminile rispetto a certi temi. Sensibilità che produce nelle donne un maggior bisogno di comunicare ed incontrare interlocutori in grado di ascoltare e interpretare quelle emozioni. Le potenzialità dei social network nel campo della solidarietà sociale e nel settore socio-sanitario non sono state ancora completamente individuate ed esplorate: basti pensare al progetto “Facebook’s Organ Donor” nato per contrastare le crescenti difficoltà incontrate dalle più recenti campagne di sensibilizzazione per la donazione di organi. Dal maggio 2012 gli utenti americani e inglesi di Facebook possono inserire nel proprio profilo informazioni circa la volontà di donare i propri organi in caso di decesso ed accedere automaticamente ai link dei registri dei donatori per iscriversi immediatamente online e ad altri contenuti web per la consultazione di materiali informativi e di approfondimento. Nei primissimi giorni di osservazione, i ricercatori hanno registrato negli Stati Uniti un aumento di 100.000 volontà positive. Nei paesi come il nostro, dove la richiesta di organi dai donatori supera ampiamente le scorte disponibili, i ricercatori suggeriscono quindi di utilizzare in maniera più intensiva i social come Facebook, Twitter, YouTube e Instagram e di integrare tali strumenti nelle campagne di promozione tradizionali. segue da pag. 6 alla domanda 7 “Si stabilisce con certezza la morte di una persona quando termina l’attività cerebrale?” il passaggio da un 36% all’80% di risposte esatte ci convince una volta di più che la non conoscenza di come si definisce e si accerta la morte cerebrale è uno dei motivi che influenzano negativamente la decisione delle persone di decidere di Donare. Stessa valutazione per quanto riguarda le domande 8 e 9. Alla domanda 2 “I trapianti in Italia sono realizzabili tutti in modo sicuro?” si passa dal 49% al 76% evidenziando una non conoscenza di partenza che viene superata quando il problema viene spiegato correttamente. Il grafico accanto esplicita al meglio quanto commentato. Conclusioni Il TVD ha dato un impulso significativo alla diffusione della cultura della donazione degli organi e tessuti e ha consentito all’Associazione di rapportarsi con i giovanissimi in maniera univoca sul tutto il territorio nazionale In questo modo, A.I.D.O. ha potuto visionare i dati raccolti in realtà diverse con il medesimo strumento informativo e analizzare conseguentemente tali dati con gli stessi strumenti valutativi. L’iniziativa, cui Monza ha partecipato perché scelta dal Consiglio direttivo nazionale, ha pertanto costituito un progetto pilota che, una volta affinato nei contenuti e nel metodo grazie ai suggerimenti presentati dalle diverse Sezioni Provinciali A.I.D.O., potrà diventare fruibile su scala nazionale per contribuire alla diffusione della cultura della donazione e della solidarietà. *Commissione Scuola A.I.D.O. Monza-Brianza 7 L’ARCOBALENO per una cultura della donazione Leggiamoli insieme Segnalazioni Altruisti per natura Alle radici della socialità positiva di Silvia Bonino Laterza, Bari 2012, € 12,00 disponibile anche in ebook € 8,49 rMH (Rivista per le Medical Humanities) n. 23, pag. 79-106, settembre - dicembre 2012 ETICA CLINICA: MORTE E TRAPIANTI La storia del trapianto di Paolo M. Geraci LE Chi l’ha detto che gli esseri umani siano sostanzialmente egoisti? Molti ritengono che la tendenza a sopraffare sia comune e abbia addirittura sicure basi scientifiche. Non è così. In quanto essere biologicamente sociale l’individuo, pur dotato di una propria identità, fisica e psicologica, non può realizzare se stesso, e più banalmente nemmeno sopravvivere, in assenza di buone relazioni. Il rapporto con l’altro non è spiegabile in termini di costi o benefici, o come secca alternativa tra perdita e guadagno: aiutare gli altri mettendo in secondo piano il proprio interesse è ciò che tutti noi, in misura maggiore o minore, facciamo quotidianamente. Passaggi. Storia ed evoluzione del concetto di morte cerebrale di Ignazio R. Marino, Howard R. Doyle, Giovanni Boniolo Il Pensiero Scientifico Editore, Roma 2012, € 30,00 Tra i più antichi e affascinanti nella storia dell’umanità, il tema della definizione della morte ha sollevato polemiche in modo ricorrente, fino a divenire causa di conflitto, anche aspro, negli anni ’60 con la chirurgia dei trapianti e, in particolare, con l’esecuzione del primo trapianto di cuore che ha trasformato un tema accademico in argomento di discussione pubblica. È giusto che il dibattito esca dalle ristrette cerchie accademiche, tuttavia, quando si intrecciano temi come la vita, la morte, la fede religiosa, è essenziale comunicare correttamente la conoscenza scientifica di cui si dispone, con onestà e senso di responsabilità. Questa l’intenzione che ha spinto Ignazio R. Marino, Howard R. Doyle e Giovanni Boniolo a raccogliere in un volume le riflessioni e le opinioni di filosofi, chirurghi, rianimatori, bioeticisti e antropologi, e a ordinarle in modo che sia possibile, per il lettore: - ripercorrere la storia del concetto di morte nel pensiero occidentale; - analizzare i criteri di morte adottati dal pensiero medico-scientifico e dalle leggi a livello internazionale; - valutare il legame tra concetto di morte cerebrale e sviluppo della storia dei trapianti d’organo; - studiare le attuali linee-guida per l’accertamento di morte anche in relazione al prelievo degli organi per trapianto; - ipotizzare modifiche o revisioni delle linee-guida attuali. ANATOMIE. Storia culturale del corpo umano di Hugh Aldersey Williams RIZZOLI, Milano 2013, € 22,00 Perché presso diverse culture è il fegato, e non il cuore, la sede della vita spirituale e affettiva dell’uomo? Possiamo non essere “legalmente” proprietari del nostro corpo? Monna Lisa non ha le sopracciglia e noi non lo notiamo: com’è possibile? Gli universi culturali e simbolici del corpo umano sono infiniti, sempre diversi nel corso della storia dell’umanità. In questo libro Aldersey- Williams ne traccia un ritratto sorprendente, ricco di scoperte e clamorose smentite, soffermandosi su significati e caratteri attribuiti alle sue parti e ai suoi organi: dagli studi di Leonardo sull’armonia delle proporzioni alla presunta purezza del sangue e della razza, dal cannibalismo alla simbologia dello scheletro, da Frankenstein ai robot umanoidi, dai crani rimpiccioliti di alcune tribù amazzoniche al cervello di Einstein, conservato a Princeton e studiato ancora oggi per scoprire il segreto del suo genio. Con scarsi risultati, a dir la verità: notizie bomba sui modi in cui la genialità si manifesta nel corpo fisico per ora non ci sono arrivate. Familiare eppure misterioso, il nostro corpo ha da dirci su noi stessi molto più di quanto immaginiamo. Per questo, in una sala settoria della Oxford University, Hugh Aldersey-Williams ha deciso di guardare sotto quel sottile strato di pelle che ci separa dal mondo esterno: “Anche se ci piace credere di essere impegnati in un continuo allargamento dei confini dell’umano, di tanto in tanto, optiamo per una ritirata tattica e tracciamo i nostri confini più vicino anziché più lontano”. Esorcizziamo le nostre paure ridendone o ignorandole: ma il corpo è la nostra casa. E non esiste via di fuga. 8 TAPPE FONDAMENTALI DELLA STORIA DEI TRAPIANTI: DAI MITI DELL’ANTICHITÀ ALLE SPERANZE PER IL FUTURO. Il dibattito sulla morte e sulla vita di Ignazio R. Marino Il dibattito etico e scientifico attorno alla medicina dei trapianti, alle definizioni della morte e alle sue tecniche di accertamento deve essere rilanciato, aprendolo al grande pubblico. La mort cérébrale: un concept criticable? di Jean-Claude Chevrolet Une analyse des avantages et des inconvénients de garder ou de renoncer au concept de «mort cérébrale» et ses enjeux par rapport au don d’organes. Le aporie della «donazione a cuore non battente» di Nereo Zamperetti La pratica dei trapianti da «donatori a cuore non battente» solleva nuove aporie, mettendo in discussione il concetto di morte oggi in vigore. La definizione dello stato vitale – rispettivamente la dichiarazione della morte – del donatore si rivela essere non solo una questione di fatto, ma anche di valori. La scelta di Graziana “Domani io vivo e tu?…” Madre Teresa di Calcutta diceva “E’ nel momento in cui si accetta, che si fa il dono di sé, che si è sicuri della fede”. La consapevolezza di chi ero e di chi sono è avvenuta senza dubbio all’improvviso, dopo dolori grandi, subiti, provocati, incassati e rivoltati. Mi sono accorta che io ero NESSUNO ma che questo nessuno per anni aveva creduto di essere tutto, ritrovandosi poi ad essere piano piano completamente distrutta. Mi sono ritrovata a disperarmi davanti ad un quadro della Madonna col cuore in mano, non volevo risposte, volevo aiuto, non volevo un miracolo, volevo forza!… Nel momento stesso in cui morivo, una nuova me stava nascendo. Ho imparato a leggere la vita “tra le righe” come mi diceva sempre mia madre, ho accettato di essere quel che sono che non è niente, ma non è neanche tutto, ho imparato a dare il massimo, sicura del fatto che, dove io non arrivo, Lui può. Ho incominciato a mettere in discussione tutto ciò che mi sembrava ovvio e scontato. In una delle mie riflessioni sulla vita, una di quelle che dura il tempo di riordinare la cucina e lavare i piatti dopo cena (non so cucinare ma almeno pulisco) mi chiedevo in che modo potessi lasciare un segno indelebile in questa vita, in che modo potessi aiutare. Tra un piatto e un bicchiere l’illuminazione arrivò. Io, che sono solo io. Padrona, solo di una cosa per tutto l’arco della mia vita: il mio corpo. L’ho sempre pensato e l’ho sempre sbandierato ma solo quando si trattava di cose potenzialmente futili come piercing o tatuaggi, ma il mio corpo, come anche il tuo, è qualcosa di più. Posso aiutare, può far vivere (o far vivere meglio) qualcuno che non ha avuto come me e come te, questa grandissima fortuna. Come?… dopo una ricerca fatta su internet, mi accorsi che anche in TV ne parlavano. Si chiama A.I.D.O ed è l’Associazione italiana per la donazione di organi tessuti e cellule. No, non è un voler pensare alla morte, è un pensare alla VITA!… Vivo la mia vita normalmente e mi auguro di rimanere su questa terra il più a lungo possibile, ma parliamoci chiaro e non nascondiamoci dietro ad un dito, prima o poi la scritta “The End” arriva per tutti. Vedetela come una frase scontata, probabilmente sono più egoista di tutti voi e come in Sette Anime voglio continuare a vivere nel corpo di un altro, o magari ho visto troppa gente soffrire, grandi e soprattutto piccini, lasciare questa vita perché meno fortunati di me, ed io chi sono per non dargli la possibilità di una vita migliore?… Oggi quel pensiero è diventato una volontà scritta. Oggi questo post vuole essere una propaganda alla VITA. Oggi io scrivo, oggi tu leggi, io domani vivo e tu?… Direttore Responsabile: LORETTA CAVARICCI Direttore Editoriale: VINCENZO PASSARELLI L’ARCOBALENO per una cultura della donazione Hanno collaborato a questo numero: ENZO BIANCHI, LUCIO D’ATRI, CONCETTA DI FILIPPO, RICCARDO GALLONI, EMANUELA GRASSO, AURELIO NAVARRA, VINCENZO PASSARELLI, NADIA PIETRANGELI, ROSSELLA PIETRANGELI, FRANCESCO PROCACCIO. Proprietario: A.I.D.O. Via Silvio Pellico, 9 - 00195 Roma - http://www.aido.it Tipografia: TIPOLITOGRAFIA TRULLO Via Ardeatina, 2479 - 00134 Santa Palomba Roma - Tel. 066535677 Finito di stampare nel mese di Dicembre 2013 Tiratura copie 5.000