L’ARCOBALENO
Anno 16 - n. 4 Dicembre 2013
per una cultura della donazione
Trimestrale dell’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule- Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica - Reg. Tribunale di Roma n° 224/98 del 19 maggio 1998 Iscritto al Registro Stampa del Garante per
l’Editoria - Tariffa R.O.C. - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Roma. Direzione: Via Silvio Pellico 9 - 00195 Roma - Tel. 06/3728139 - Fax
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Il vero dono
è la presenza
DI ENZO
Save the date
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BIANCHI*
“Tu puoi dare la vita”
Una riflessione su dono, una parola chiave
oggi ridotta ad «atti che finiscono per non
impegnare veramente niente e nessuno»
a parola “dono” potrebbe apparire anacronistica
nella società attuale. Potremmo infatti chiederci
se c’è posto per il dono in una economia dominata dal mercato come quella di oggi, e ancora se la
pratica del dono è possibile in una società che negli
ultimi decenni si è configurata in maniera sempre
più barbarica, seguendo la logica del do ut des. Siamo ancora consapevoli che il dono rappresenta un
atto autentico di umanizzazione? E quanto dell’importanza e della bellezza del dono trasmettiamo alle
nuove generazioni? Una lettura superficiale del presente potrebbe indurci a rispondere in modo negativo e pessimista a questi quesiti, pensando che non
ci sia più spazio per il dono, ma solo per lo scambio
utilitaristico, per la dissimulazione della gratuità per
il proprio tornaconto. Ne sono un esempio i cosiddetti “aiuti umanitari”, una formula ipocrita e vergognosa a cui l’Occidente ricorre per nascondere in
realtà azioni di guerra. È innegabile la presenza oggi
di una banalizzazione del dono. Ciò accade anche
nell’ambito cattolico: l’odierna pastorale della carità
sembra infatti includere nell’idea di dono una serie
di atti che finiscono per non impegnare veramente
niente e nessuno. Basti pensare agli aiuti inviati agli
abitanti di paesi lontani con gli sms: si tratta di una
carità presbite, di un donare che non coinvolge il
soggetto in prima persona, portato ad accorgersi
del bisogno degli altri solo quando sono lontani. O
ancora alle categorizzazioni che si fanno: si tende a
fare una carità selettiva in base ai bisogni presenti,
a pensare ai “poveri”, ai “malati”, ma non alle persone a cui donare e donarsi in quanto uomini e donne. Anche nella dimensione del volontariato la gratuità del dono si è in molte occasioni corrotta. Questo è accaduto quando a prendere il sopravvento
sulla gratuità del dono è stato l’aspetto dell’organizzazione e della burocratizzazione di quest’ultimo.
Ma nonostante le contingenze avverse della realtà in
cui viviamo, la possibilità di donare continua a essere presente. L’essere umano è capace di donare in
quanto capace di entrare in rapporto con l’altro.
Donare è offrire ciò che si è, non ciò che si ha; farlo
gratuitamente, senza preoccuparsi della risposta che
proverrà da chi ci sta di fronte. Solo l’uomo è in grado di compiere questa azione perché ha in sé il sentimento dell’amore che gli permette di superare il
concetto di dare in una mera logica di vendita,
scambio o prestito. Da quello della parola – sigillo
della fiducia negli altri-, a quello della vita spesa
per il prossimo, il dono si attesta dunque come gesto eversivo per eccellenza, capace di innescare relazioni tra gli individui. Il dono di cui oggi c’è più
bisogno è quello della presenza, che pone l’individuo a servizio dell’altro. Questo avviene nel momento in cui permettiamo all’altro di farsi nostro prossimo, accettiamo di coinvolgerci nella sua vita fino a
diventare responsabili per essa. Per rendere tutto ciò
possibile è necessario risvegliare la capacità di donare che ognuno di noi possiede. Di una logica del
dono abbiamo necessità. Lo hanno capito in alcuni
ambiti le istanze politiche, che hanno praticato vie
di perdono – dono per eccellenza – e di riconciliazione per ridare futuro a intere popolazioni, come
quelle del Sud Africa. Lo ha intuito chi afferma che
senza una certa gratuità nemmeno l’economia di
mercato potrà resistere.
«Quello a cui siamo chiamati oggi per superare l’impasse in cui ci troviamo è tornare a promuovere la
cultura del dono a partire dalle dimensioni etica e
morale, ambiti più colpiti dalla crisi di questi decenni. Un dono che sia offerta della nostra presenza alla
società, capace di innestare cammini verso una migliore convivenza e una maggiore umanizzazione.
* priore di Bose
In questo
numero:
a cura di CONCETTA DI FILIPPO
a pag. 4-5
L
La Rete Nazionale
sempre più sicura
di VINCENZO PASSARELLI
Il “network
donazione
e trapianto”
di FRANCESCO PROCACCIO
a pag. 2
Roma, 11 ottobre 2014
Giornata Europea per la Donazione
Il nostro Paese si è aggiudicato l’organizzazione della prossima Giornata Europea per
la Donazione che si svolgerà a Roma l’11 ottobre 2014.
Lo European Organ Donation Day viene organizzato ogni anno, ormai dal 1996, con il
patrocino del Consiglio d’Europa, in seno al quale l’Italia in questo momento detiene
la Presidenza del Comitato per i Trapianti di organi, tessuti e cellule. Si tratta del
principale appuntamento europeo di comunicazione e informazione sul tema rivolto
ai cittadini del Paese ospitante. L’iniziativa sarà un appuntamento di richiamo per
tutta la cittadinanza ma anche per la Rete Nazionale Trapianti, le Associazioni Nazionali di settore e i rappresentanti dei Paesi facenti parte del Comitato dei Trapianti del
Consiglio d’Europa.
Una straordinaria opportunità per promuovere la donazione degli organi come importante gesto civico e di solidarietà sociale, per promuovere i principi etici del Consiglio
d’Europa in materia e per confermare, ancora una volta, sul piano internazionale l’alto
livello di eccellenza raggiunto dalla rete trapiantologica italiana su diversi fronti.
Auguri sinceri per il nuovo anno
Se vuoi provare a dare senso pieno
a ogni istante della tua vita,
parti dall’esercizio che nello spirito
di Epicuro è stato espresso così:
“Convinciti che ogni nuovo giorno
che si leverà, per te, sarà l’ultimo.
Con gratitudine allora accoglierai
ogni insperata ora.
Riconoscendone tutto il valore
affronterai ogni momento
del tempo che viene
ad aggiungersi come se
derivasse da una incredibile
fortuna”
Ai donatori
di organi si deve
garantire la priorità
in lista d’attesa?
di EMANUELA GRASSO
a pag. 3
Educare al dono
di LUCIO D’ATRI E RICCARDO GALLONI
a pag. 6
L’ARCOBALENO
per una cultura della donazione
Trapianti e sicurezza
La Rete Nazionale sempre più sicura
Solo lo o,o7% di eventi avversi negli ultimi cinque anni
DI
VINCENZO PASSARELLI
resentati il 1°ottobre, a Firenze i risultati finali del progetto “Il Sistema integrato di Gestione del Rischio dei Trapianti (GRT)”, finanziato nel 2010 dal Ministero della Salute
attraverso il Centro di Controllo delle Malattie (CCM). Con il progetto GRT, la Rete Nazionale Trapianti si è dotata di metodi e strumenti ancora più sviluppati per anticipare e
controllare i rischi connessi alla donazione e al trapianto di organi, tessuti e cellule.
Nell’ambito del progetto GRT è stato messo a punto un protocollo nazionale condiviso per la gestione degli eventi avversi,
in accordo con quanto prevede la Direttiva Europea 53/2010 su
qualità e sicurezza nel trapianto di organo. Il protocollo, che
consente un’allerta di tutta la Rete per gestire in modo efficace
il rischio in tempo reale, nonché per diffondere le lezioni apprese dall’analisi degli eventi, è stato oggetto di un corso di
formazione per gli operatori sanitari coinvolti nei processi di
donazione e trapianto; il corso ha raggiunto oltre 500 medici,
infermieri, biologi e psicologi nelle numerose edizioni tenutesi
dal Piemonte alla Calabria.
L’attuale registro nazionale degli eventi avversi, revisionato ed aggiornato grazie al progetto GRT, contiene 112 casi avvenuti dal 2008 a giugno 2013, per un’incidenza pari all’1,6%
sul totale dei donatori segnalati nello stesso periodo. I casi che hanno determinato un effetto sul paziente, denominati reazioni avverse, sono stati solo 10 su oltre 15.000 trapianti
realizzati in questi 5 anni, pari ad un’incidenza dello 0,07%. Un dato che avvicina la Rete
Nazionale Trapianti alle organizzazioni complesse ultrasicure, come l’aviazione che da anni
si è dotata di sistemi di gestione del rischio.
Il professor Antonio Amoroso, coordinatore del progetto, ha descritto le dettagliate analisi
P
condotte su ciascun evento: le osservazioni hanno permesso di apprendere le eventuali criticità ed adottare azioni di miglioramento. Infatti, grazie al lavoro costante del board del
progetto, ogni caso clinico è stato riesaminato per poi offrire un eventuale feedback e supporto alle strutture in cui si è verificato il problema.
Il dottor Alessandro Nanni Costa, direttore del CNT, ha ricordato lo storico impegno per la
sicurezza della Rete Nazionale Trapianti, che da dieci anni dispone di un servizio di second opinion e di criteri per stratificare il rischio dei donatori. Il sistema italiano è un punto di riferimento per la sicurezza a livello internazionale, riconosciuto anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha
conferito al CNT la funzione di “collaborating centre” proprio
nell’ambito della sicurezza nei trapianti. Il progetto GRT è un
ulteriore tassello che completa il quadro, integrando nel Sistema Informativo dei Trapianti (SIT), con un apposito modulo informatizzato, il registro nazionale degli eventi avversi.
In conclusione, il dottor Riccardo Tartaglia, coordinatore delle
Regioni per la Sicurezza dei Pazienti, ha osservato come la fattiva collaborazione tra i risk
manager ed i coordinamenti regionali e ospedalieri dei trapianti sia stata la chiave del successo del progetto GRT, che ha valorizzato le competenze di entrambe le comunità professionali per costruire un sistema di reporting e learning innovativo ed in grado di coinvolgere i livelli locali, regionali e nazionali del Servizio Sanitario Nazionale.
Il progetto GRT ha visto il coinvolgimento di 13 Regioni (Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia, Sardegna, Abruzzo-Molise, Sicilia, Calabria, Umbria, Friuli Venezia Giulia,
Marche, Veneto, Puglia) e l’attiva partecipazione del Centro Nazionale Trapianti.
Il “network donazione e trapianto”:
modello di efficacia ed efficienza
DI FRANCESCO
a donazione di organi da cadavere è un indicatore di buona medicina nell’ambito del
processo di cura del paziente con gravissime lesioni cerebrali in rianimazione. In Italia
la donazione dopo “morte encefalica” (DBD) si è notevolmente sviluppata raggiungendo numeri e qualità di eccellenza in Europa; tuttavia ciò non è sufficiente
a colmare il divario tra necessità terapeutica di trapianto e disponibilità
di organi.
Il punto fondamentale del processo di donazione è l’identificazione del
potenziale donatore. In Italia dal 2006 è in atto il Registro nazionale dei
decessi con lesione cerebrale acuta in rianimazione (DACLs); la presenza
di circa 150 DACLs per milione di popolazione e una percentuale attesa di
circa 60% di accertamenti con criteri neurologici costituiscono il benchmarking con cui misurare la potenzialità di donazione e l’efficienza del
processo. Risulta evidente l’elevato numero di “morti encefaliche silenti”
che costituisce allo stesso tempo, in particolare in alcune regioni con
bassissimi risultati di donazione, la criticità maggiore e l’obiettivo principale di miglioramento.
Una stretta collaborazione e integrazione tra coordinatore e medico curante intensivista sono quindi indispensabili; la mancata consapevolezza del ruolo e dell’importanza dell’intensivista nel processo di donazione è la principale barriera alla donazione: tuttavia esistono oggi ulteriori motivi per un maggiore impegno ed interesse degli intensivisti: a) i nuovi scenari
clinici e tecnologici in cui il paziente può giungere alla morte; b) il profondo cambiamento nell’epidemiologia dei pazienti con lesione cerebrale acuta che oggi hanno età
avanzata e prevalente eziologia cerebrovascolare; c) la necessità di un trattamento intensivo efficace e di alta qualità del potenziale donatore per migliorare la qualità degli
L
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PROCACCIO*
organi; d) la progressiva diminuzione delle risorse umane e strutturali delle rianimazioni;
e) la gestione improcrastinabile delle problematiche di fine vita in area critica e dell’appropriatezza o futilità delle cure.
La donazione di organi a cuore fermo (DCD) è stata affrontata in Italia
con buoni risultati, ma limitati nel numero, con un progetto pilota. Tale
progetto ha prodotto cultura ed esperienza nel contesto italiano: è
quindi opportuno che un gruppo multidisciplinare rivaluti i risultati ottenuti e la possibilità che la donazione DCD superi barriere che non sembrano essere normative o etiche ma culturali od organizzative.
In conclusione, la donazione non può essere compito esclusivo della
rete di coordinatori ma anzi deve essere obiettivo evidente e dichiarato
dell’intero ospedale e in particolare dell’intera area critica. L’identificazione del potenziale donatore deve essere obiettivo condiviso da tutti gli specialisti che trattano i pazienti con lesione cerebrale acuta. Il
“network donazione e trapianto” costituisce un modello articolato di
organizzazione, formazione e controllo di efficacia e di efficienza sia a
livello italiano che europeo. La metodologia di lavoro, la rete di professionisti e le risorse disponibili possono esercitare un forte stimolo di
miglioramento e avere una favorevole ricaduta sulla gestione clinicoorganizzativa dell’area critica, allo stesso tempo migliorando l’appropriatezza della cura del paziente con lesione cerebrale acuta e aumentando la disponibilità di organi per trapianto.
Per saperne di più: Trapianti, doi 10.1709/1329.14704
*Centro Nazionale Trapianti, Istituto Superiore di Sanità, Roma
L’ARCOBALENO
per una cultura della donazione
La medicina a sesso unico:
donne curate come uomini
l terzo Congresso nazionale sulla medicina di genere che si è svolto a Padova il 10
- 11 ottobre scorso ha visto la partecipazione di medici di tutte le discipline, farmacisti, psicologi, dietisti, infermieri e tecnici di laboratorio. L’obiettivo di fondo è
stato quello di promuovere la migliore applicazione nella medicina delle conoscenze
attuali sulle differenze di genere. Ma anche
di insistere sull’importanza di fare ricerca
in questo settore.
Dodici le patologie e gli interventi alle quali
si è guardato in un’ottica di genere:
trapianti d’organo, scompenso cardiaco,
aneurisma aortico addominale, cancro del polmone, tumore del colon, dolore cronico non oncologico, artrosi, epatopatie Hpv e Hcv correlate, infezione da papilloma virus e
demenze.
I
Per quanto riguarda il settore della trapiantologia è stato sottolineato che le diversità
pesano anche sui trapianti e differenze di
genere contano anche quando si parla di
trapianti. A partire dall’accesso stesso al
trapianto. Lucrezia Furian, del Centro trapianti rene e pancreas dell’Azienda Ospedaliera di Padova, ha ricordato che uno studio condotto in Nordamerica in una coorte
di più di 500mila malati affetti da insufficienza renale, ha dimostrato che le donne
hanno minore accesso al trapianto nonostante sia chiaro che il miglioramento della
sopravvivenza dopo l’intervento è paragonabile a quello dell’uomo. La storia si ripete per il cuore: le
donne, pur essendo un quarto della popolazione in lista d’attesa, ricevono soltanto il 3% degli organi destinati a over 65.
Guardando alla donazione da vivente, le differenze sono so-
stanziali. Nel caso del trapianto di rene, una prassi consolidata che avviene solitamente nell’ambito della stessa famiglia, la donna è più spesso dell’uomo il soggetto donatore. E
il ricevente è soprattutto maschio. Il gap coinvolge anche i
risultati. Nel caso del rene, il trapianto di organi provenienti
da un donatore donna sembra avere un esito peggiore indipendentemente dal sesso del ricevente. Analogamente, organi da donatore uomo trapiantati in una donna sembrano
avere un esito meno favorevole rispetto a un ricevente uomo.
Anche dal punto di vista del sistema immunitario ci sono
differenze sostanziali tra i due sessi. In particolare va ricordato che, a seguito di una gravidanza, almeno il 20% delle
donne si immunizza nei confronti degli antigeni di istocompatibilità del partner e produce anticorpi antiHla. Questi porteranno a un aumento del tempo di attesa media
dell’organo e a una situazione immunologicamente più impegnativa quando il soggetto sarà eventualmente esposto
a un successivo trapianto.
Ai donatori di organi si deve garantire la priorità in lista d’attesa?
Lancet lancia il dibattito aperto in Inghilterra e nel resto dell’Europa
DI EMANUELA
a NHS Blood and Transplant Organization (NHSBT) lo
scorso luglio ha pubblicato, con il supporto del Ministero della Salute, la nuova strategia valida fino al 2020
in tema di donazione e trapianto. L’obiettivo finale è quello
di aumentare il numero di donatori, il numero di organi e
quindi anche di pazienti trapiantati in Inghilterra. Tra le
azioni previste dal nuovo piano strategico ve n’è una da segnalare: la promozione di un dibattito nazionale per verificare la posizione degli inglesi circa la proposta di concedere una priorità in lista d’attesa a coloro che sono donatori
di organi in caso dovessero, a loro volta, avere bisogno di
un trapianto. In altri termini: a parità di necessità di ricevere un organo, chi è un donatore avrebbe la priorità in lista
rispetto a un non donatore.
La proposta, definita dalla rivista Lancet “la più radicale”, contenuta nel documento, non è di per sé una novità. In Israele e a Singapore, infatti, i donatori di organi
hanno la priorità in lista d’attesa. In Israele godono di
questo particolare incentivo anche i familiari di primo
grado del donatore. Secondo i sostenitori di questa scelta
di politica sanitaria, probabilmente anche per l’introduzione di questo beneficio per i donatori, nel 2011 le donazioni da cadavere e da vivente sono aumentate. Ma non
mancano le critiche da più parti della comunità scientifica secondo la maggior parte della quale gli unici criteri
che devono guidare la gestione della lista d’attesa sono
le condizioni cliniche dei pazienti.
Nel lanciare il dibattito Lancet propone un approfondimento e sottolinea come le scelte singole di un paese
debbano tener conto del contesto europeo e delle norme
comunitarie.
Nell’editoriale pubblicato lo scorso luglio1, infatti, si cita
l’incontro avvenuto a Madrid il 27 e il 28 giugno dal titolo “Contribution of the European Union to improve transplantation and blood transfusion practice”.
In quell’occasione gli Stati membri hanno ripercorso i 48
progetti europei che dal 2003 vedono tutti i paesi dell’Unione coinvolti nello scambio di best practices, di standard
di ispezioni, di protocolli, di corsi di formazione. Questi
L
GRASSO*
progetti hanno permesso a tutti gli Stati membri di confrontarsi e di trovare, ciascuno secondo le proprie peculiarità, ma in un’ottica d’insieme, il modo di adeguarsi alle tre
direttive principali (2002/98/EC 2 , 2004/23/EC 3 ,
2010/45/UE4) riguardanti la sicurezza e la qualità di sostanze di origine umana inclusi organi, tessuti, cellule, sangue
e suoi derivati2-4. L’esperienza di confronto europeo degli
ultimi dieci anni, ripercorsa a Madrid, ha evidenziato che
ciascuno stato ha un proprio sistema nazionale dei trapianti e trasfusionale la cui organizzazione e le cui scelte rispecchiano il contesto socio-culturale del Paese stesso. Si possono identificare, tuttavia, delle aree affini come per esempio
quella mediterranea composta da Italia, Francia e Spagna
(che non a caso hanno costituito un anno fa la South Transplant Alliance) o quella del nord Europa.
Al di là delle differenze, tuttavia, c’è un elemento che è
comune a tutti i paesi europei e che è alla base del funzionamento efficace ed è indice della qualità di un sistema: la fiducia.
“Il paziente che ha espresso la propria volontà di essere
un donatore deve poter avere fiducia nel fatto che la sua
volontà venga rispettata; i pazienti in attesa di trapianto
devono fidarsi del fatto che il sistema trapiantologico a
cui si riferiscono è trasparente e che i medici a cui si affidano garantiscono alti standard di qualità; i familiari dei
pazienti devono fidarsi del fatto che i loro cari sono stati
sottoposti a tutte le cure possibili prima che fossero dichiarati in morte cerebrale”, si legge su Lancet.
La fiducia si costruisce e si rinsalda quando un sistema si
basa sui criteri basati sull’evidenza e riconosciuti da tutta
la comunità scientifica, in questo senso “i criteri clinici
dovrebbero essere determinanti per attribuire la priorità
in lista d’attesa”, afferma Lancet.
Ma se questi criteri debbano essere i soli a determinare la
scelta del paziente a cui assegnare gli organi prelevati
per il trapianto è l’oggetto del dibattito che Lancet rimanda alla comunità inglese e a quella internazionale.
Tessuti:
aggiornate le Linee Guida
ubblicate il 10 luglio 2013 le nuove “Linee Guida per il
prelievo, la processazione e la distribuzione di tessuti
a scopo di trapianto”, approvate dal Centro Nazionale Trapianti (CNT), a cui ogni Banca deve attenersi rigorosamente.
Il documento, che è diviso in 9 sezioni, si occupa degli
obiettivi e delle attività, dei requisiti organizzativi generali
della banca dei tessuti, della selezione dei donatori, del
prelievo, della lavorazione, della distribuzione ai centri di
trapianto, delle registrazioni successive
al trapianto, della
gestione di reazioni
ed eventi avversi
gravi, dell’importazione ed esportazione, della normativa
di riferimento.
L’emanazione di
queste Linee Guida
dimostrano una costante attenzione alla sicurezza dei tessuti distribuiti e del
paziente ricevente, attraverso un’accurata selezione del
donatore.
Rispetto alle linee guida precedenti, risalenti al 2007, sono
stati aggiornati alcuni criteri di esclusione per i singoli tessuti, mentre i criteri generali per la selezione del donatore
non hanno subito importanti cambiamenti.
P
Le linee guida sono consultabili nel sito www.aido.it
*Ufficio Comunicazione Centro Nazionale Trapianti
3
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“Tu puoi da
A oltre un anno di distanza dal lancio, prosegue l
a favore della donazion
a cura di CONCE
artita il 2 luglio 2012, la campagna, ideata e finanziata da Fondazione Pubblicità Pro- ste alle Faq (le domande più frequenti) non sono riportate come solitamente accade per
gresso, vede la partecipazione di A.I.D.O. al comitato scientifico insieme con la F.I.R.E. iscritto, ma con rapide interviste video girate in sala operatoria o in ospedale, fatte ad al(Fondazione italiana ricerca in epatologia) e il Cnt (Centro nazionale trapianti). L’esi- cuni autorevoli chirurghi dei trapianti. Le risposte sono così molto più convincenti e rassigenza di coinvolgere la massima istituzione italiana in questo campo (il Centro nazionale curanti e i singoli video si prestano anche ad essere diffusi viralmente tramite i social
trapianti) e le due associazioni di settore ha avuto, sin dalla fase di ideazione, l’obiettivo di network. Parallelamente, la campagna stampa ha contribuito a sollecitare l’attenzione sulaffrontare l’argomento dosando, nella giusta misura, il rigore scientifico, necessario alla la tematica. Diversi personaggi della società civile, attori, imprenditori, giornalisti, persone
tematica, e la semplicità e l’immediatezza richieste dall’obiettivo comunicativo: far diven- dello sport, della ricerca, della moda, del design hanno prestato il loro volto alla causa.
tare “cool” donare gli organi. Un pool di esperti (oltre 40 tra professionisti e tecnici) ha Claudia Gerini, Lorenzo Sassoli De Bianchi, Diego Della Valle, Caterina Caselli, Nadia Accetti,
tradotto, declinandolo attraverso opportune strategie comunicative, il messaggio secondo Barbara Carfagna, Alberto Contri, Ilaria Catastini, Gabriella Cims, Irene Ferri, Anna Maria
cui è necessario porsi in vita il problema della donazione, interrogarsi sull’argomento e Malato, Manuela Morandi, Marida Lombardo Pijola, Luisa Todini, Maria Latella, Lucia Bellaprendere una decisione consapevolmente. Il fulcro della campagna è nel sito internet spiga esibiscono con orgoglio la tessera A.I.D.O. come “La card del club più prestigioso
ww.doniamo.org, ma essa attraversa comunque tutti i mezzi di comunicazione (analogici e d’Italia”. Si tratta di personaggi non tutti noti al grande pubblico, in alcuni casi infatti la
digitali) esistenti garantendo una diffusione virale del messaggio. Carta stampata, radio, loro notorietà è circoscritta a un pubblico specialistico che, riconoscendosi in un volto cotv, internet, strumenti nuovi o rinnovati nella veste tecnologica e nel modo di informare, mune coglie l’importanza della donazione non come atto eroico ma come gesto di civismo
hanno consentito al messaggio di raggiungere indistintamente i nativi digitali e quanti che accomuna tutti. La campagna, infatti, sollecita l’attenzione verso la salute altrui e indihanno dovuto fare i conti con strumenti, informativi e comunicativi allo stesso tempo, del ca il trapianto come terapia per la cura di determinate patologie. Nessuno può sentirsi
tutto sconosciuti almeno fino agli inizi degli anni ’90. L’approccio divulgativo della cam- esente, la presa di coscienza del problema è il primo passo verso la definitiva consapevopagna è stato il risultato di una accurata riflessione sui cambiamenti socio-culturali inter- lezza che donare gli organi dopo la morte deve rappresentare per tutti un dovere morale e
venuti nel corso dell’ultimo secolo, in particolar modo nel campo dei mass media: cam- sociale. A.I.D.O. opera da 40 anni affinché questa idea si rafforzi nel nostro Paese, nella
biando le caratteristiche dei mezzi di comunicazione, è cambiata la modalità di comunica- convinzione che è necessario considerare la donazione degli organi in un’ottica nuova che,
re. Nella stampa si è passati dalla linotipia alla fotocomposizione, nelle telecomunicazioni trascendendo l’etica dei sentimenti in favore dell’etica della ragione, inserisce la donazioabbiamo visto la nascita della radio, della tv, il passaggio dall’analogico al digitale, il pro- ne di organi e tessuti tra i beni culturali del nostro Paese in quanto patrimonio collettivo
liferare della telefonia cellulare, la grande esplosione di internet con la nascita dell’interat- che unisce l’Italia.
tività e del social networking. Negli ultimi venAccanto ai volti della società civile, “La card
ti anni, i mezzi di comunicazione si sono dundel club più prestigioso d’Italia” è esibita anque moltiplicati in forma esponenziale, dalla
che dai personaggi dei fumetti della Sergio Bocomunicazione da-uno-a-tutti si è passati alla
nelli. “Iscriviti al club più prestigioso d’Italia.
comunicazione da-tutti-a-tutti.: sfruttando i
Basta andare sul sito ww.doniamo.org. Per farmolteplici strumenti divulgativi esistenti, il delo non bisogna essere eroi” recitano ai loro apstinatario dei messaggi è diventato esso stesso
passionati e fedeli lettori Dylan Dog, Martin
il divulgatore del medesimo messaggio ad altri
Mystère, Tex Willer, Nathan Never, Zagor. Ane questi ad altri ancora secondo una logica
cora una volta, dunque, il richiamo all’idea
esplosiva che consente la diffusione virale atdella donazione come atto di civismo che accotraverso strumenti diversi, ciascuno con una
muna tutti e che non è dunque appannaggio
propria sintassi comunicativa, ma tutti portaesclusivo di eroi né di supereroi. A fronte di un
tori del medesimo messaggio. Una informaziosicuro investimento economico, A.I.D.O. ha dene frammentata ma estremamente ramificata
ciso di riproporre i testimonial della Sergio Boche, invadendo capillarmente tutti gli spazi
nelli, anche in formato promo card tramite l’adella comunicazione, incuriosisce, appassiona,
genzia Ambient Media. 440.000 promo card
consente di scegliere. Seguendo questa logica,
sono state stampate e distribuite nei circuiti
gli esperti di Pubblicità Progresso hanno codelle città di Milano, Roma, Torino e Napoli. In
struito un percorso divulgativo che sfrutta
questo modo, il messaggio ha raggiunto un
contemporaneamente la tv, la radio, la carta
pubblico molto vasto di collezionisti e amanti
stampata, il web: ai due spot diffusi in tv, nel
dei fumetti, incuriositi dall’immagine ma porweb e nelle radio è affidato il compito di emotati anche a riflettere sulla donazione dalle
Le promocard con i personaggi dei fumetti di Bonelli Editore
zionare, commuovere e
informazioni riportate sul
incuriosire, al sito interretro delle immagini. Le
net quello di informare
promo card, inoltre, sono
correttamente, secondo
state distribuite in occauna dinamica che parsione dell’edizione 2013
tendo strategicamente
del “Lucca comics, festidall’emozione culmina
val internazionale del funella presa di coscienza
metto, del cinema d’anidell’importanza e della
mazione, dell’illustrazionecessità della donazione e del gioco”.
ne. Il sito internet è coNel giro di un anno e
struito in modo da facilimezzo circa, la Campatare un percorso guidato
gna si è dunque arricchiverso una auspicabile
ta progressivamente, utidecisione. La home page
lizzando strategicamente
recita “Un sito per farsi
tutte le forme di divulgadomande, ottenere rizione e informazione visposte, prendere una derali che fosse possibile
cisione”. Esso contiene
sfruttare, fino a tradursi,
un importante elemento
nel mese di maggio 2013,
di innovazione: le rispoin un’applicazione per
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L’ARCOBALENO
per una cultura della donazione
dare la vita”
e la campagna di Fondazione Pubblicità Progresso
one di organi e tessuti
ONCETTA
DI FILIPPO
Irene Ferri,
Marida Lombardo Pijola
e Maria Latella,
testimonial
della Campagna
tablet e smartphone, sia Apple che Android scaricabile dal sito internet
www.doniamo.org. Si tratta di una ulteriore opportunità di diffusione, su Facebook molti
utenti continuano a postare immagini proprie e di amici mentre mostrano la tessera
A.I.D.O.: dai testimonial famosi siamo passati dunque ai testimonial di base che si impegnano a diventare donatori e a divulgare il messaggio. Così pensata e concretizzata, la
campagna è stata selezionata per il progetto ‘Creative For Good’ del World Economic Forum, realizzato in collaborazione con l’Advertising Council Americano e Ketchum e lanciato lo scorso 21 giugno nell’ambito del Festival of Creativity di Cannes. Scopo dell’iniziativa
raccogliere e far conoscere le più importanti case-histories di campagne sociali selezionate da un advisory board internazionale formato da esponenti di imprese ed enti leader nel
campo della comunicazione, della pubblicità, delle pubbliche relazioni, del marketing sociale. La campagna è stata inoltre menzionata come esempio a livello mondiale dal New
York Times.
Infine, la diffusione virale del messaggio non poteva non interessare il cinema: il trailer
della campagna è stato proiettato negli scorsi mesi di settembre, ottobre e novembre rispettivamente in 126, 252, 129 sale cinematografiche italiane.
La Campagna ha rappresentato per A.I.D.O. un grande riconoscimento: la partecipazione al
comitato scientifico e l’individuazione della dichiarazione di volontà di A.I.D.O. come la
modalità di espressione del consenso alla donazione, sono il risultato di una attenta indagine sulla natura e le caratteristiche di un’Associazione riconosciuta delle Istituzioni e dai
cittadini. A questi ultimi, in particolare, ha pensato Pubblicità Progresso, nella ricerca di
una modalità di dichiarazione del consenso immediata, perché facilmente rintracciabile
dal cittadino e rapidamente a disposizione del Centro nazionale trapianti. Per valutare il
reale impatto della Campagna, il modulo per la dichiarazione scaricabile dal sito internet
ww.doniamo.org è stato personalizzato con il logo di Pubblicità Progresso. In termini numerici, la diffusione della Campagna ha segnato indubbiamente un incremento del numero delle dichiarazioni di volontà. Attualmente risultano pervenute presso la Segreteria
A.I.D.O. Nazionale 3.491 dichiarazioni. Rispetto ai dati del 2010 e del 2011, nel 2012 si è registrato un sensibile incremento, concentrato in particolare nei mesi di luglio (lancio della
campagna) agosto e settembre. L’incremento registrato nel mese di ottobre 2012 è in parte
riconducibile anche alla Giornata nazionale A.I.D.O. di informazione e autofinanziamento. I
dati del 2013 risultano ancora parziali, ma confrontando le iscrizioni dei mesi di luglio e
agosto 2013 con quelle dei mesi corrispondenti del 2012, è ravvisabile un calo, a dimostrazione del fatto che la Campagna nella fase di massima visibilità, in corrispondenza del lancio, ha avuto un effetto dirompente con una media di circa 30 iscrizioni giornaliere pervenute presso la Segreteria nazionale dell’Associazione.
L’impatto della campagna è comunque ravvisabile nell’aumento complessivo del numero
delle adesioni registrate: è concretamente ipotizzabile, infatti, che molti cittadini, a seguito delle sollecitazioni ricevute, abbiano scaricato il modulo dal sito www.aido.it anziché
www.doniamo.org.
La distribuzione delle promocard a Lucca Comics
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L’ARCOBALENO
per una cultura della donazione
Progetto TVD
Educare al Dono
LUCIO D’ATRI e RICCARDO GALLONI*
“Educare al Dono”, è l’ultimo volume della collana omonima, pubblicata dalla Sezione Provinciale di
Monza. Il Volume è diviso in due parti.
La prima parte raccoglie tutta l’attività realizzata nelle Scuole dal 2001 ad oggi con le relazioni dei componenti della Commissione Scuola, ma anche con le riflessioni delle Istituzioni e dei Docenti. La seconda
parte raccoglie invece i risultati di una indagine rivolta ai pazienti dializzati e trapiantati seguiti dalle
strutture ospedaliere del territorio monzese. Ai dati si aggiungono molti commenti di esperti del settore.
L’ultima parte è riservata alle testimonianze dei pazienti, che diventano “autori” dei loro racconti di Vita.
Dal volume, presentato il 26 ottobre scorso a Monza, riportiamo l’esperienza condotta in quattro scuole
secondarie della Provincia di Monza.
l Progetto TVD – Ti Voglio Donare - è la prima iniziativa promossa dal Ministero della salute per introdurre, su scala nazionale, uno strumento unico e condiviso per la promozione della cultura della donazione di organi post-mortem a scopo di trapianto terapeutico nelle scuole.
Il progetto rientra nelle iniziative di informazione sull’argomento sviluppate nel corso dei
40 anni di attività di A.I.D.O.
Questa nuova campagna di sensibilizzazione è stata promossa e lanciata nel maggio 2007
in occasione delle Giornate Nazionali della Donazione, attraverso il coinvolgimento delle
Associazioni di volontariato e di pazienti più rappresentative ed è rivolta agli alunni delle
scuole secondarie di primo e di secondo grado.
Il kit è costituito da un box che contiene opuscoli illustrati pensati per il docente e per i ragazzi, con contenuti adattati in base alla fascia scolastica. Il box comprende, inoltre, un
dvd informativo della durata di circa 20 minuti pensato per i giovani, con interviste ad
esperti e la storia di un ragazzo che, dopo il trapianto, ha raggiunto notevoli traguardi nello sport e vari gadgets. Il progetto prevede la consegna ai i ragazzi di una busta contenente il dvd, l’opuscolo informativo e i gadget.
I
Nella provincia di Monza si è deciso di utilizzare il TVD in quattro scuole secondarie: una di
primo grado a Monza e tre di secondo grado a Monza, Desio e Muggiò.
I volontari che si sono dedicati al progetto hanno presentato e discusso con gli studenti
l’argomento, hanno distribuito loro il kit e li hanno poi invitati a compilare i due questionari. Tali questionari prevedono le medesime domande sull’argomento, somministrate prima e dopo l’incontro per consentire un’analisi dei risultati ottenuti e valutare il grado di
conoscenza e la validità del messaggio ricevuto.
Sette le domande per le scuole secondarie di primo grado, 11 per le scuole secondarie di secondo grado, strutturate considerando le differenti fasce di età dei ragazzi. Il questionario per i
docenti non è stato utilizzato per la discontinuità della loro presenza durante gli incontri.
Qui di seguito l’analisi delle risposte con il confronto pre - post intervento.
Scuola secondaria di primo grado “Elisa Sala” di Monza: 5 Seconde Classi (122 studenti: 67
femmine e 54 maschi).
Le risposte raccolte evidenziano una scarsa conoscenza dell’argomento, giustificata anche
dalla giovane età dei ragazzi,
11-12 anni e da una certa mancanza di coinvolgimento sociale al problema donazione
di organi.
Si nota un sensibile cambiamento dei risultati dopo
l’informazione ricevuta: prima dell’incontro le risposte
congruenti rientravano tra il
35% e il 56%, dopo l’incontro
le percentuali sono comprese
tra l’80% e il 95%.
Confrontando i dati emerge la
seguente situazione:
• alla domanda n. 2 “I trapianti in Italia sono realizzabili tutti in modo sicuro?” si
passa dal 42% al 92%;
• alla domanda n. 5 “ Possono
donare gli organi solo chi
non soffra di gravi patologie?” si passa dal 33%
all’81%;
6
• alla domanda n. 7 “Sei d’accordo di donare?” si passa da un 48% al 90%.
In generale, da una confusa idea di dono si passa alla quasi totale propensione alla donazione, a dimostrazione del fatto che solo un’informazione precisa e competente può cambiare il modo di approccio al tema.
Il grafico riporta in sintesi le percentuali di risposte prima e dopo la lezione.
Scuola secondaria di secondo grado: realizzato in tre diversi Istituti (133 studenti).
Istituto Tecnico Statale Mapelli di Monza: 6 Quinte Classi - 98 ragazzi (60 maschi; 38 femmine); Liceo Classico Collegio PIO XI° di Desio: 1 Quarta Classe - 18 Ragazzi (1 maschio; 17
femmine); Istituto Tecnico Commerciale M. Luther King di Muggiò: 1 Quinta Classe - 15 ragazzi (6 maschi; 9 femmine).
Dai risultati emersi, si può notare che i soggetti intervistati avevano una conoscenza di base sull’argomento più approfondita rispetto a quella degli studenti delle scuole secondarie
di primo grado.
In particolare, si osserva che
sulle domande tecniche la conoscenza è approssimativa, su
quelle di carattere psicologico
esiste una già approfondita
vicinanza ai problemi etici e
sociali.
Confrontando le risposte
emerge quanto segue:
———————
segue a pag. 7
L’ARCOBALENO
per una cultura della donazione
Facebook
Il profilo degli utenti di A.I.D.O.
AURELIO NAVARRA
anciato nel febbraio 2004 ad Harvard (USA) da Zuckerberg e dai suoi compagni di università Facebook ha raggiunto in soli dieci anni un successo inaspettato classificandosi
come primo servizio di rete sociale per numero di utenti attivi: da giugno 2013 è diventato il sito più visitato al mondo, è disponibile in oltre 70 lingue e registra un totale di 1,18
miliardi di utenti (699 milioni attivi, che effettuano l’accesso almeno una volta al mese).
In Italia, secondo le più recenti statistiche pubblicate, sono ben 26 i milioni di utenti attivi
(46,8% donne; 53,2% uomini) sulla rete sociale (pari all’86% circa dell’utenza attiva). Ogni
giorno si connettono 17 milioni di italiani ed ogni quattro mesi il social network guadagna
2 milioni di utenti. La situazione mobile è ancor più soddisfacente: Facebook è usato da 15
milioni di persone almeno una volta al mese (819 milioni nel mondo), attraverso tablet o
smartphone; 10, invece, sono i milioni di utenti che accedono quotidianamente.
Tendenza, quella italiana, completamente diversa da quella registrata negli Stati Uniti dove l’utenza inizia a utilizzare molto più frequentemente Twitter.
L
Il primo dato interessante che si pone in evidenza è l’inversione di tendenza del rapporto
uomini/donne rispetto alla media nazionale (ed anche globale) Facebook: il sesso “debole”
la fa da padrone fin dalla “nascita” delle pagine A.I.D.O. nel febbraio 2010, attestandosi
oggi al 65% (+19% rispetto alla media Facebook) contro il 34% di uomini (-20% rispetto alla
media Facebook).
Dall’analisi dei dati Facebook-Aido emergono inoltre altre peculiarità relativamente ai fan
dell’associazione.
In particolare, nella fascia di età 13-17 anni si registra una notevole differenza (-6,40% per
le donne e -7,20% per gli uomini) rispetto all’utenza Facebook, parzialmente giustificata
dalla impossibilità per i cittadini minorenni di iscriversi all’associazione.
Nella fascia di età 18-24 anni mentre da un lato si registra per le donne una leggera flessione rispetto alla media Facebook (-4,70%), si evidenzia dall’altro un forte decremento della
rappresentanza maschile: - 13,9%.
Per le restanti fasce, ad eccezione degli uomini 25-34 (-4,9%) l’utenza A.I.D.O. registra presenze percentuali superiori ai dati medi Fb, con un picco massimo per le donne di età compresa tra 35-44 anni (+11,4%):
• 25-34 anni D: +9,8%; U: -4,9%
• 35-44 anni D: +11,4%; U: + 2,0%
• 45-54 anni D: +7,0%; U: +3,1%
• 55-64 anni D: +1,3%; U: +1,2%
• 65+ D: +0,2%; U: +0,2%
Dall’analisi dei dati sopra riportati
emerge dunque che sulla pagina Facebook A.I.D.O. le donne sono molto
più attive degli uomini. La giustificazione risiede probabilmente nella diversa e maggiore sensibilità femminile rispetto a certi
temi. Sensibilità che produce nelle donne un maggior bisogno di comunicare ed incontrare
interlocutori in grado di ascoltare e interpretare quelle emozioni.
Le potenzialità dei social network nel campo della solidarietà sociale e nel settore socio-sanitario non sono state ancora completamente individuate ed esplorate: basti pensare al
progetto “Facebook’s Organ Donor” nato per contrastare le crescenti difficoltà incontrate
dalle più recenti campagne di sensibilizzazione per la donazione di organi. Dal maggio
2012 gli utenti americani e inglesi di Facebook possono inserire nel proprio profilo informazioni circa la volontà di donare i propri organi in caso di decesso ed accedere automaticamente ai link dei registri dei donatori per iscriversi immediatamente online e ad altri contenuti web per la consultazione di materiali informativi e di approfondimento.
Nei primissimi giorni di osservazione, i ricercatori hanno registrato negli Stati Uniti un aumento di 100.000 volontà positive.
Nei paesi come il nostro, dove la richiesta di organi dai donatori supera ampiamente le
scorte disponibili, i ricercatori suggeriscono quindi di utilizzare in maniera più intensiva i
social come Facebook, Twitter, YouTube e Instagram e di integrare tali strumenti nelle
campagne di promozione tradizionali.
segue da pag. 6
alla domanda 7 “Si stabilisce con certezza la morte di una persona quando termina l’attività
cerebrale?” il passaggio da un 36% all’80% di risposte esatte ci convince una volta di più
che la non conoscenza di come si definisce e si accerta la
morte cerebrale è uno dei motivi che influenzano negativamente la decisione delle persone di decidere di Donare.
Stessa valutazione per quanto
riguarda le domande 8 e 9.
Alla domanda 2 “I trapianti in
Italia sono realizzabili tutti in
modo sicuro?” si passa dal
49% al 76% evidenziando una
non conoscenza di partenza
che viene superata quando il problema viene spiegato correttamente. Il grafico accanto
esplicita al meglio quanto commentato.
Conclusioni
Il TVD ha dato un impulso significativo alla diffusione della cultura della donazione degli
organi e tessuti e ha consentito all’Associazione di rapportarsi con i giovanissimi in maniera univoca sul tutto il territorio nazionale
In questo modo, A.I.D.O. ha potuto visionare i dati raccolti in realtà diverse con il medesimo strumento informativo e analizzare conseguentemente tali dati con gli stessi strumenti
valutativi.
L’iniziativa, cui Monza ha partecipato perché scelta dal Consiglio direttivo nazionale, ha
pertanto costituito un progetto pilota che, una volta affinato nei contenuti e nel metodo
grazie ai suggerimenti presentati dalle diverse Sezioni Provinciali A.I.D.O., potrà diventare
fruibile su scala nazionale per contribuire alla diffusione della cultura della donazione e
della solidarietà.
*Commissione Scuola A.I.D.O. Monza-Brianza
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L’ARCOBALENO
per una cultura della donazione
Leggiamoli insieme
Segnalazioni
Altruisti per natura
Alle radici della socialità positiva
di Silvia Bonino
Laterza, Bari 2012, € 12,00
disponibile anche in ebook € 8,49
rMH (Rivista per le Medical Humanities)
n. 23, pag. 79-106, settembre - dicembre 2012
ETICA CLINICA: MORTE E TRAPIANTI
La storia del trapianto di Paolo M. Geraci
LE
Chi l’ha detto che gli esseri umani siano sostanzialmente egoisti?
Molti ritengono che la tendenza a sopraffare sia comune e abbia
addirittura sicure basi scientifiche.
Non è così. In quanto essere biologicamente sociale l’individuo,
pur dotato di una propria identità, fisica e psicologica, non può
realizzare se stesso, e più banalmente nemmeno sopravvivere, in assenza di buone relazioni. Il rapporto con l’altro non è spiegabile in termini di costi o benefici, o come secca alternativa tra perdita e guadagno: aiutare gli altri mettendo in secondo piano il proprio interesse è ciò che tutti noi, in misura maggiore o minore, facciamo quotidianamente.
Passaggi.
Storia ed evoluzione del concetto
di morte cerebrale
di Ignazio R. Marino, Howard R. Doyle, Giovanni
Boniolo
Il Pensiero Scientifico Editore, Roma 2012, € 30,00
Tra i più antichi e affascinanti nella storia dell’umanità, il tema
della definizione della morte ha sollevato polemiche in modo ricorrente, fino a divenire causa di conflitto, anche aspro, negli
anni ’60 con la chirurgia dei trapianti e, in particolare, con l’esecuzione del primo trapianto di cuore che ha trasformato un tema accademico in argomento
di discussione pubblica. È giusto che il dibattito esca dalle ristrette cerchie accademiche,
tuttavia, quando si intrecciano temi come la vita, la morte, la fede religiosa, è essenziale
comunicare correttamente la conoscenza scientifica di cui si dispone, con onestà e senso di
responsabilità. Questa l’intenzione che ha spinto Ignazio R. Marino, Howard R. Doyle e Giovanni Boniolo a raccogliere in un volume le riflessioni e le opinioni di filosofi, chirurghi, rianimatori, bioeticisti e antropologi, e a ordinarle in modo che sia possibile, per il lettore:
- ripercorrere la storia del concetto di morte nel pensiero occidentale;
- analizzare i criteri di morte adottati dal pensiero medico-scientifico e dalle leggi a livello
internazionale;
- valutare il legame tra concetto di morte cerebrale e sviluppo della storia dei trapianti
d’organo;
- studiare le attuali linee-guida per l’accertamento di morte anche in relazione al prelievo
degli organi per trapianto;
- ipotizzare modifiche o revisioni delle linee-guida attuali.
ANATOMIE.
Storia culturale del corpo umano
di Hugh Aldersey Williams
RIZZOLI, Milano 2013, € 22,00
Perché presso diverse culture è il fegato, e non il cuore, la sede
della vita spirituale e affettiva dell’uomo? Possiamo non essere
“legalmente” proprietari del nostro corpo? Monna Lisa non ha le
sopracciglia e noi non lo notiamo: com’è possibile? Gli universi
culturali e simbolici del corpo umano sono infiniti, sempre diversi nel corso della storia dell’umanità. In questo libro Aldersey- Williams ne traccia un ritratto sorprendente, ricco di scoperte e clamorose smentite,
soffermandosi su significati e caratteri attribuiti alle sue parti e ai suoi organi: dagli studi di
Leonardo sull’armonia delle proporzioni alla presunta purezza del sangue e della razza, dal
cannibalismo alla simbologia dello scheletro, da Frankenstein ai robot umanoidi, dai crani
rimpiccioliti di alcune tribù amazzoniche al cervello di Einstein, conservato a Princeton e
studiato ancora oggi per scoprire il segreto del suo genio. Con scarsi risultati, a dir la verità: notizie bomba sui modi in cui la genialità si manifesta nel corpo fisico per ora non ci
sono arrivate. Familiare eppure misterioso, il nostro corpo ha da dirci su noi stessi molto più
di quanto immaginiamo. Per questo, in una sala settoria della Oxford University, Hugh Aldersey-Williams ha deciso di guardare sotto quel sottile strato di pelle che ci separa dal
mondo esterno: “Anche se ci piace credere di essere impegnati in un continuo allargamento
dei confini dell’umano, di tanto in tanto, optiamo per una ritirata tattica e tracciamo i nostri confini più vicino anziché più lontano”. Esorcizziamo le nostre paure ridendone o ignorandole: ma il corpo è la nostra casa. E non esiste via di fuga.
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TAPPE FONDAMENTALI DELLA STORIA DEI TRAPIANTI: DAI MITI DELL’ANTICHITÀ
ALLE SPERANZE PER IL FUTURO.
Il dibattito sulla morte e sulla vita di Ignazio R. Marino
Il dibattito etico e scientifico attorno alla medicina dei trapianti,
alle definizioni della morte e alle sue tecniche di accertamento
deve essere rilanciato, aprendolo al grande pubblico.
La mort cérébrale: un concept criticable? di Jean-Claude Chevrolet
Une analyse des avantages et des inconvénients de garder ou de renoncer au concept de
«mort cérébrale» et ses enjeux par rapport au don d’organes.
Le aporie della «donazione a cuore non battente» di Nereo Zamperetti
La pratica dei trapianti da «donatori a cuore non battente» solleva nuove aporie, mettendo in discussione il concetto di morte oggi in vigore. La definizione dello stato vitale – rispettivamente la dichiarazione della morte – del donatore si rivela essere non solo una
questione di fatto, ma anche di valori.
La scelta di Graziana
“Domani io vivo e tu?…”
Madre Teresa di Calcutta diceva “E’ nel momento in cui si accetta, che si fa il dono di sé, che
si è sicuri della fede”. La consapevolezza di chi ero e di chi sono è avvenuta senza dubbio
all’improvviso, dopo dolori grandi, subiti, provocati, incassati e rivoltati. Mi sono accorta
che io ero NESSUNO ma che questo nessuno per anni aveva creduto di essere tutto,
ritrovandosi poi ad essere piano piano completamente distrutta.
Mi sono ritrovata a disperarmi davanti ad un quadro della Madonna col cuore in mano, non
volevo risposte, volevo aiuto, non volevo un miracolo, volevo forza!…
Nel momento stesso in cui morivo, una nuova me stava nascendo.
Ho imparato a leggere la vita “tra le righe” come mi diceva sempre mia madre,
ho accettato di essere quel che sono che non è niente, ma non è neanche tutto,
ho imparato a dare il massimo, sicura del fatto che, dove io non arrivo, Lui può.
Ho incominciato a mettere in discussione tutto ciò che mi sembrava ovvio e scontato.
In una delle mie riflessioni sulla vita, una di quelle che dura il tempo di riordinare la cucina
e lavare i piatti dopo cena (non so cucinare ma almeno pulisco) mi chiedevo in che modo
potessi lasciare un segno indelebile in questa vita, in che modo potessi aiutare.
Tra un piatto e un bicchiere l’illuminazione arrivò.
Io, che sono solo io. Padrona, solo di una cosa per tutto l’arco della mia vita: il mio corpo.
L’ho sempre pensato e l’ho sempre sbandierato ma solo quando si trattava di cose potenzialmente
futili come piercing o tatuaggi, ma il mio corpo, come anche il tuo, è qualcosa di più.
Posso aiutare, può far vivere (o far vivere meglio) qualcuno che non ha avuto come me e
come te, questa grandissima fortuna. Come?… dopo una ricerca fatta su internet, mi accorsi
che anche in TV ne parlavano. Si chiama A.I.D.O ed è l’Associazione italiana per la donazione
di organi tessuti e cellule. No, non è un voler pensare alla morte, è un pensare alla VITA!…
Vivo la mia vita normalmente e mi auguro di rimanere su questa terra il più a lungo possibile,
ma parliamoci chiaro e non nascondiamoci dietro ad un dito, prima o poi la scritta “The End”
arriva per tutti. Vedetela come una frase scontata, probabilmente sono più egoista di tutti
voi e come in Sette Anime voglio continuare a vivere nel corpo di un altro, o magari ho visto
troppa gente soffrire, grandi e soprattutto piccini, lasciare questa vita perché meno fortunati
di me, ed io chi sono per non dargli la possibilità di una vita migliore?…
Oggi quel pensiero è diventato una volontà scritta.
Oggi questo post vuole essere una propaganda alla VITA.
Oggi io scrivo, oggi tu leggi, io domani vivo e tu?…
Direttore Responsabile: LORETTA CAVARICCI
Direttore Editoriale: VINCENZO PASSARELLI
L’ARCOBALENO
per una cultura della donazione
Hanno collaborato a questo numero:
ENZO BIANCHI, LUCIO D’ATRI, CONCETTA DI FILIPPO, RICCARDO GALLONI, EMANUELA GRASSO, AURELIO
NAVARRA, VINCENZO PASSARELLI, NADIA PIETRANGELI, ROSSELLA PIETRANGELI, FRANCESCO PROCACCIO.
Proprietario: A.I.D.O.
Via Silvio Pellico, 9 - 00195 Roma - http://www.aido.it
Tipografia: TIPOLITOGRAFIA TRULLO
Via Ardeatina, 2479 - 00134 Santa Palomba Roma - Tel. 066535677
Finito di stampare nel mese di Dicembre 2013
Tiratura copie 5.000
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L`Arcobaleno n. 4 2013