Glossario dell’impresa
GLOSSARIO DELL’IMPRESA
Accordo di Programma Quadro (APQ)
L’Accordo di Programma Quadro (APQ), vero e proprio strumento attuativo dell’Intesa, definisce:
• gli interventi da realizzare, specificandone i tempi e le modalità di attuazione;
• i soggetti responsabili dell’attuazione dei singoli interventi;
• la copertura finanziaria degli interventi, distinguendo tra le diverse fonti di finanziamento;
• le procedure ed i soggetti responsabili per il monitoraggio e la verifica dei risultati;
• gli impegni di ciascun soggetto firmatario e gli eventuali poteri sostitutivi in caso di inerzie,
ritardi o inadempienze;
• i procedimenti di conciliazione o definizione dei conflitti tra i soggetti partecipanti
all’Accordo.
Si tratta quindi di uno strumento di programmazione operativa che consente di dare immediato avvio agli
investimenti previsti.
L’APQ è sottoscritto dalla Regione, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, nonché dalla o dalle
Amministrazioni centrali competenti a seconda della natura e del settore di intervento previsti.
Fa parte integrante di ogni Accordo l’Allegato tecnico, che descrive gli obiettivi e le finalità degli interventi
e dà ragione della coerenza delle scelte con i principali strumenti di programmazione in atto sul territorio.
Gli interventi inseriti nell’APQ sono finanziati con diverse risorse; ordinarie, aggiuntive nazionali per le aree
sottoutilizzate, comunitarie e private. Le prime - di fonte statale, regionale o locale - sono particolarmente
rilevanti per gli Accordi sottoscritti nel Centro Nord dove affluisce solo il 15 per cento delle risorse
aggiuntive per lo sviluppo. Le seconde sono stabilite ogni anno dalla Legge Finanziaria e assegnate dal CIPE
al fine di perseguire l’obiettivo del riequilibrio economico e sociale tra le diverse aree del Paese sancito dal
V° comma dell’articolo 119 della Costituzione. Le risorse comunitarie del QCS e dei Programmi operativi
2000-2006 per il Sud nonché dei Documenti unici di programmazione 2000-2006 per le regioni del centro
Nord. Infine le risorse private, in particolare nei settori dove gli interventi realizzati creano infrastrutture che
generano tariffe o comunque entrate nette consistenti.
Gli interventi previsti sono dettagliatamente descritti in apposite schede che devono essere compilate e
trasmesse al Ministero dell’Economia, anche su supporto informatico, secondo modalità e tempistiche
definite dal CIPE con proprie delibere. Il soggetto responsabile dell'Accordo provvede semestralmente a
trasmettere al Comitato Paritetico dell'Intesa una relazione di monitoraggio nella quale descrive lo stato di
attuazione dell'accordo e degli interventi, segnala le eventuali criticità di natura tecnica o finanziaria,
provvede a modificare le schede in caso di scostamenti e a proporre soluzioni in caso sopravvengano
elementi di ostacolo alla realizzazione degli interventi.
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Addetto
Persona occupata in un'unità giuridico-economica, come lavoratore indipendente o dipendente (a tempo
pieno, a tempo parziale o con contratto di formazione e lavoro), anche se temporaneamente assente (per
servizio, ferie, malattia, sospensione dal lavoro, Cassa integrazione guadagni ecc.). Comprende il titolare/i
dell'impresa partecipante/i direttamente alla gestione, i cooperatori (soci di cooperative che come
corrispettivo della loro prestazione percepiscono un compenso proporzionato all'opera resa ed una quota
degli utili dell'impresa), i coadiuvanti familiari (parenti o affini del titolare che prestano lavoro manuale
senza una prefissata retribuzione contrattuale), i dirigenti, quadri, impiegati, operai e apprendisti.
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Agenda 2000
Agenda 2000 è il programma per rafforzare e ampliare l’Unione europea ovvero trovare soluzioni innovative
ed efficaci per le sfide comuni e preparare l’ingresso dei Paesi candidati. In particolare, si concentra su due
grandi aree:
• politica regionale come strumento di solidarietà tra le regioni e i cittadini dell’Unione, volta a
stimolare lo sviluppo nelle regioni meno avanzate e a creare nuovi e duraturi posti di lavoro
• politica agricola comune (PAC) focalizzata sulla tutela dell’ambiente, la qualità dei prodotti
alimentari e la vitalità del mondo rurale
Le linee di indirizzo per la programmazione 2000-2006 mirano a migliorare l’efficacia degli strumenti e a
garantire continuità alle politiche strutturali nel quadro dei futuri allargamenti.
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L’efficacia viene rafforzata attraverso la razionalizzazione degli obiettivi e la concentrazione di maggiori
risorse finanziarie su ognuno di essi, grazie alla:
• riduzione degli obiettivi principali da sei a tre
• riduzione delle iniziative comunitarie da quattordici a quattro
• riduzione progressiva della popolazione comunitaria ammissibile dal 51% al 35-40%
Gli interventi si basano su alcuni principi e temi di interesse comune:
• adeguamenti strutturali per ridurre il ritardo dovuto alle insufficienti infrastrutture di base, alla forza
lavoro non qualificata e allo scarso sviluppo della ricerca tecnologica
• occupazione come obiettivo centrale e oggetto della strategia europea per l’occupazione
• sviluppo sostenibile e inserimento di garanzie di tutela ambientale nelle politiche e nella
programmazione
• pari opportunità di genere nelle azioni finanziate dai fondi strutturali, in particolare nello sviluppo
dell’occupazione e nella lotta all’esclusione sociale
• partenariato allargato per quanto riguarda sia i soggetti partecipanti (tutti i portatori di interesse,
comprese le parti sociali e le associazioni non governative) che le fasi di intervento (preparazione,
attuazione, sorveglianza e valutazione)
Per rendere le azioni più efficaci, la riforma dei fondi prevede anche la semplificazione e il decentramento
della gestione operativa dei programmi e il rafforzamento delle procedure di controllo e valutazione.
Per il testo completo della Comunicazione COM n. 97 del 2000 e per ogni ulteriore approfondimento,
consultare il sito della Commissione europea su Agenda 2000: http://europa.eu.int/comm/agenda2000 e il
sito www.dps.tesoro.it
E’ possibile anche consultare un opuscolo informativo appositamente preparato dalla Commissione europea
Aiuti di Stato
La normativa di base è racchiusa negli articoli 87 e 88 del Trattato U.E..
L'articolo 87 paragrafo 1 stabilisce che gli aiuti sono, in linea di principio, incompatibili con il mercato
comune in quanto alterano le regole della libera concorrenza ma stabilisce anche i casi in cui forme di aiuto
vengono considerate ammissibili.
Mentre il paragrafo 2 indica quali aiuti siano compatibili con il mercato comune, il paragrafo 3 enuncia
cinque casi in cui è possibile (ma non automatico) che si possano erogare aiuti compatibili e per i quali è
necessaria, volta per volta, una approfondita verifica da parte della Commissione.
La deroga applicata per le aree del Paese è quella prevista dal paragrafo 3 lettere a) e c).
La lettera a) si riferisce a "gli aiuti destinati a favorire lo sviluppo economico delle regioni ove il tenore di
vita sia anormalmente basso oppure si abbia una grave forma di sottoccupazione" e riguarda le Regioni del
Sud del Paese che sono attualmente in obiettivo 1.
La lettera c) si riferisce a "gli aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività o di talune regioni
economiche sempre che non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse" e
riguarda le Regioni del Centro Nord interessate anche dall'obiettivo 2 nonché il Molise, che è invece in
phasing out dall'obiettivo 1.
L'insieme formato dalle Regioni ammesse a beneficiare delle deroghe ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 3,
unitamente ai massimali d'intensità degli aiuti approvati per ciascuna di esse, costituisce la carta degli aiuti a
finalità regionale.
www.dps.tesoro.it
Consultare “Le regole comunitarie sugli aiuti di Stato (Quello che le imprese dovrebbero sapere)” sul sito
www.to.camcom.it/Page/t23/view_html?idp=4896
Aree depresse
La definizione (sulla base dell’art. 27, comma 16 della Legge 488/99 - Legge finanziaria 2000) comprende:
- le sei regioni Obiettivo 1 (Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Sardegna, Sicilia);
- le regione Abruzzo in considerazione della scarsa durata, nel passato ciclo di programmazione, del sostegno
transitorio (phasing out) dall’obiettivo 1 a favore di questo territorio;
- la regione Molise attualmente in regime di sostegno transitorio (phasing out) dall’obiettivo 1;
- le aree del Centro-Nord destinatarie dei Fondi Comunitari nel presente ciclo di programmazione (Aree
Obiettivo 2);
- le aree del Centro-Nord incluse nella precedente programmazione comunitaria e beneficiarie quindi del
regime di sostegno transitorio (phasing out dagli obiettivi 2 e 5b);
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- le zone beneficiarie di Aiuti di Stato ai sensi dell’art. 87.3.c.
Business plan
Il business plan è un documento di pianificazione strategico – operativo relativo ad una nuova impresa o
all’ampliamento di una già esistente.
In sostanza è uno studio in cui l’imprenditore esplica come rispetto ad alcune condizioni di mercato, settore,
concorrenza, organizzerà un’attività imprenditoriale e quali sono le sue strategie di sviluppo a medio e lungo
termine (3-5 anni), gli obiettivi economici, come pensa di finanziarsi e dove raccoglierà i capitali.
Dall’attenzione posta nello sviluppo dell’idea e nella realizzazione del business plan dipenderà molta della
capacità di attrattività e successo della stessa (oltre al contenuto, è molto importante anche l’estetica del
documento. Tanto più il documento si presenterà accattivante tanto più aumenteranno le probabilità che
venga letto interamente).
Commercio al dettaglio: grande struttura
Gli esercizi commerciali al dettaglio classificati grande struttura sono quelli aventi superficie superiore a
1.500 mq nei comuni con popolazione residente inferiore a 10.000 abitanti, e superiore a 2.500 mq nei
comuni con popolazione residente superiore a 10.000 abitanti.
Commercio al dettaglio: media struttura
Per esercizi al dettaglio classificati media struttura si intendono quelli con superficie di vendita:
nei comuni con popolazione residente inferiore a 10.000 abitanti, superiore a 150 mq ed inferiore a 1.500 mq
nei comuni con popolazione residente superiore a 10.000 abitanti, superiore a 250 mq ed inferiore a 2.500
mq.
Contributi
Rappresentano degli aiuti di Stato e si distinguono, sotto l'aspetto civilistico, fra "contributi in conto capitale"
e "contributi in conto impianto", in base alle modifiche apportate all’articolo 55 del testo unico delle imposte
sui redditi, dalla Legge 449/97 collegata alla Finanziaria ’98.
Si definiscono contributi in conto capitale i contributi erogati genericamente per incrementare la consistenza
patrimoniale dell’azienda o comunque non riferibili a beni ammortizzabili.
I contributi in conto impianti rientrano nella stessa categoria dei contributi in conto capitale perché
favoriscono la patrimonializzazione delle imprese, ma se ne differenziano in quanto rappresentano somme
erogate specificatamente per l’acquisto o realizzazione di beni strumentali. Fanno parte di quest’ultima
categoria le agevolazioni previste dalla Legge 488/92 e quelle erogate dagli strumenti della programmazione
negoziata: patti territoriali e contratti di programma.
Differenti dai precedenti sono i contributi in conto esercizio cosiddetti perché vengono riconosciuti ad
integrazione dei ricavi o a fronte di costi di esercizio. Rientrano in questa categoria gli sgravi, gli oneri
sociali, i contributi in conto interessi, quelli per l'acquisto di beni in leasing.
Costo del lavoro
Somma delle retribuzioni lorde e degli oneri sociali.
www.istat.it
De minimis
Lo Stato e le altre Amministrazioni pubbliche possono erogare aiuti alle imprese solo nel limite di
determinati massimali, fissati in percentuale sugli investimenti, autorizzati espressamente dalla Commissione
europea. Ogni progetto di legge agevolativa deve pertanto essere notificato alla Commissione stessa. Fanno
eccezione - oltre agli aiuti alle PMI e alla formazione concessi in base ai regolamenti CE della Commissione
n. 70/2001 e n. 68/2001 - gli aiuti di piccola entità, definiti dalla UE de minimis, che si presume non
incidano sulla concorrenza in modo significativo. Le pubbliche autorità possono quindi erogare aiuti alle
imprese di qualsiasi dimensione, in regime de minimis, senza obbligo di notifica, nel rispetto delle
condizioni di cui, attualmente, al regolamento CE della Commissione n. 69/2001.
L’importo totale massimo degli aiuti di questo tipo ottenuti da una impresa non può superare, nell’arco di tre
anni, i 100.000 euro. Ciò significa che per stabilire se una impresa possa ottenere una agevolazione in regime
de minimis e l’ammontare della agevolazione stessa, occorrerà sommare tutti gli aiuti ottenuti da quella
impresa, a qualsiasi titolo (per investimenti, attività di ricerca, promozione all’estero, ecc.), in regime de
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minimis, nei tre anni precedenti la nuova agevolazione. L’impresa che richiede un aiuto di questo tipo dovrà
quindi dichiarare quali altri aiuti ha ottenuto in base a quel regime; dalla sottrazione dal tetto massimo di
100.000 euro di tutti gli aiuti ottenuti in regime de minimis nei tre anni precedenti, risulterà l’importo
massimo concedibile a quell’impresa in un determinato momento in base allo stesso regime.
Restano in ogni caso esclusi dall'applicazione del de minimis gli aiuti concessi al settore dei trasporti o alle
attività legate alla produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e della pesca di
cui all'allegato I del trattato CE.
Dal computo dei 100.000 euro vanno esclusi gli aiuti che un'impresa possa avere ottenuto o potrà ottenere in
base ad un regime autorizzato dalla Commissione o esentato ai sensi dei regolamenti PMI e formazione
sopra citati. E’ infatti possibile il cumulo di un aiuto autorizzato e di un aiuto in regime de minimis, anche se
si riferiscono allo stesso investimento, sempre che sia consentito dalle leggi in questione.
http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/lvb/l26065.htm
Economie di scala
Vantaggi che si ottengono quando i costi medi di produzione diminuiscono al crescere della produzione. Tali
vantaggi si verificano quando si raggiungono determinate soglie di produzione (è una estensione del concetto
dei rendimenti di produzione crescenti).
Equal
Equal è la nuova Iniziativa comunitaria Risorse Umane finanziata dal Fondo Sociale Europeo per il periodo
2000-2006.
Nel quadro della Strategia Europea per l'Occupazione, EQUAL mira ad innovare gli approcci e le politiche
finalizzati a contrastare il fenomeno della discriminazione e della disuguaglianza nel contesto del mercato
del lavoro, ponendosi come laboratorio per sperimentazioni su base transnazionale.
Gli orientamenti generali dell'Iniziativa sono illustrati nella Comunicazione della Commissione europea
mentre gli ambiti d'intervento a livello nazionale sono esplicitati nel DOCUP (Documento Unico di
Programmazione).
L'iniziativa si articola in due fasi di attuazione. La prima fase, riferita al periodo 2001-2003, è attualmente in
corso (il termine per la presentazione dei progetti è scaduto il 27/8/2001), mentre l'avvio della seconda fase,
relativa al periodo 2004-2006, è previsto ad aprile-maggio 2004.
http://europa.eu.int/comm/employment_social/equal/index_en.html
http://europa.formez.it/equal.html
www.sangroaventino.it/equal
Equivalente Sovvenzione Netto (ESN) – Equivalente Sovvenzione Lordo (ESL)
Sono le misure introdotte dalla Comunità Europea per esprimere, in maniera confrontabile tra i diversi Stati
membri, l’intensità massima di agevolazione spettante alle imprese, rapportata all’ammontare
dell’investimento ammissibile e con l’attualizzazione di tutti i flussi monetari ad una stessa data.
L'ESN è la sommatoria di tutti gli incentivi al netto dell'incidenza fiscale attualizzati, rapportati agli
investimenti effettivi anch'essi attualizzati. Rappresenta quindi l'ammontare netto del contributo concesso
espresso in percentuale del valore dell'investimento.
L'ESL è la sommatoria di tutti gli incentivi al lordo dell'incidenza fiscale attualizzati, rapportati agli
investimenti effettuati anch'essi attualizzati. Rappresenta quindi l'ammontare lordo del contributo concesso
espresso in percentuale del valore dell'investimento. L'ammontare del contributo, in questo caso, è lordo in
quanto non tiene conto dell'imposizione fiscale cui sarà assoggettato il contributo stesso.
Esercizi alberghieri
Tale categoria include gli alberghi da 1 a 5 stelle, i villaggi albergo, le residenze turistico-alberghiere, le
pensioni, i residence, i motel, le residenze d'epoca, gli alberghi meublé o garnì, le dimore storiche, i centri
benessere (beauty farm) e tutte le altre tipologie di alloggio che in base alle normative regionali sono
assimilabili agli alberghi.
www.istat.it
Esercizi complementari
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Glossario dell’impresa
Tale categoria include gli alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, i campeggi ed i villaggi turistici,
gli alloggi agro-turistici, gli ostelli per la gioventù, le case per ferie, i rifugi alpini e gli "Altri esercizi"
ricettivi non altrove classificati.
www.istat.it
Esercizi di affittacamere
Le strutture composte da non più di sei camere ubicate in non più di due appartamenti ammobiliati in uno
stesso stabile nei quali sono forniti alloggi ed, eventualmente, servizi complementari. Le regioni individuano
con legge i requisiti minimi necessari all'esercizio dell'attività di affittacamere.
www.istat.it
Esternalità negativa o positiva
Effetto negativo o positivo che un soggetto (consumatore o impresa) produce sull’utilità degli altri attori in
base al proprio comportamento.
Fondi strutturali
I fondi strutturali (regolamento CE n. 1260 del 21 giugno 1999) sono strumenti finanziari predisposti
dall’Unione europea per:
• promuovere lo sviluppo e l’adeguamento strutturale delle regioni europee in ritardo di sviluppo;
• riconvertire le aree in declino industriale;
• lottare contro la disoccupazione;
• facilitare l’inserimento professionale dei giovani;
• accelerare la riforma agraria.
La Comunicazione della Commissione europea “Agenda 2000” ha riformato la disciplina dei fondi strutturali
per il periodo di programmazione 2000-2006, riducendo il numero degli strumenti e concentrandone
l’efficacia. Per il nuovo settennio i fondi strutturali sono quattro:
• FESR Fondo europeo di sviluppo regionale;
• FSE Fondo sociale europeo;
• FEAOG Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia;
• SFOP Strumento finanziario di orientamento alla pesca.
I fondi strutturali cofinanziano interventi nelle regioni europee che rientrano negli obiettivi prioritari 1, 2 e 3
e sono organizzati in base ai seguenti principi:
• complementarità con le azioni degli Stati membri e partenariato con le autorità competenti, comprese
le parti economiche e sociali più rappresentative, per la concertazione sulle fasi di preparazione,
finanziamento, sorveglianza e valutazione degli interventi (l'attuazione è di competenza degli Stati
membri)
• coordinamento con gli altri strumenti finanziari dell’Unione europea (fondo di coesione, BEI, FEI)
• addizionalità rispetto alle spese pubbliche degli Stati membri (i fondi strutturali cofinanziano gli
interventi e non si sostituiscono a queste ultime)
• compatibilità e conformità con i Trattati, le politiche comunitarie e gli atti derivati, comprese le
norme sulla concorrenza, gli appalti pubblici, la tutela dell’ambiente e le pari opportunità.
Possono partecipare ai finanziamenti dei fondi: enti, organismi pubblici e privati, imprese e singole persone.
L’accesso ai finanziamenti è regolato da una serie di documenti programmatici: Quadro Comunitario di
Sostegno, Programmi Operativi regionali, Programmi Operativi nazionali, Docup.
I fondi finanziano inoltre:
• iniziative comunitarie per la cooperazione transfrontaliera, lo sviluppo rurale, la lotta alle
discriminazioni e lo sviluppo urbano sostenibile;
• azioni innovative per sostenere lo sviluppo di metodi e pratiche innovative con lo scopo di
migliorare la qualità degli interventi nelle zone obiettivo 1, 2 e 3;
• assistenza tecnica per studi, diffusione di informazioni a operatori e cittadini, elaborazione di metodi
di valutazione e scambio di buone prassi.
Con la riforma dei fondi strutturali, gli obiettivi prioritari dell’azione europea sono stati ridotti a tre (dai sei
del periodo di programmazione 1994-1999):
• obiettivo 1
promuovere lo sviluppo e l’adeguamento strutturale delle
regioni che presentano ritardi nello sviluppo
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Glossario dell’impresa
•
obiettivo 2
favorire la riconversione economica e sociale delle zone
con difficoltà strutturali
• obiettivo 3
favorire l’adeguamento e l’ammodernamento delle
politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione
www.dps.tesoro.it
Grande impresa
Impresa che occupa 500 addetti ed oltre.
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Impresa
Unità giuridico-economica che produce beni e servizi destinabili alla vendita e che, in base alle leggi vigenti
o a proprie norme statutarie, ha facoltà di distribuire i profitti realizzati ai soggetti proprietari, siano essi
privati o pubblici. Il responsabile è rappresentato da una o più persone fisiche, in forma individuale o
associata, o da una o più persone giuridiche. Tra le imprese sono comprese: le imprese individuali, le società
di persone, le società di capitali, le società cooperative, le aziende speciali di comuni o province o regioni.
Sono considerate imprese anche i lavoratori autonomi e i liberi professionisti.
www.istat.it
Incentivi:
– in conto capitale: forme di incentivi che vanno ad incidere solo sullo Stato Patrimoniale dell’impresa, ossia
trasferimenti, di solito pubblici, che si ripercuotono sul valore (netto) di un investimento dell’azienda senza
transitare sul Conto Economico;
– in conto produzione: trasferimenti che incidono sul profitto d’impresa, ossia che vanno ad aumentare i
ricavi di produzione; generalmente, vengono concessi per unità di prodotto venduto e/o realizzato;
– in conto reddito: trasferimenti che incidono sul profitto d’impresa, ossia che vanno ad aumentare i ricavi,
ma non sono specifici della produzione; sono quindi contributi di tipo generale, ad esempio i minori interessi
per crediti agevolati.
www.fondazioneambiente.org
Intensità massime di aiuto
Per le aree del Centro-Nord "Obiettivo 2", vedi il D.M. 7.8.2001 pubblicato nel supplemento ordinario n. 235
alla G.U. n. 224 del 26.9.2001.
Con deroga
PMI
30%
art. 87.3c
GI
20%
Obiettivo 2
PI
15%
Senza deroga
Territori della
MI
7,5%
art. 87.3c
Regione Abruzzo
GI
/
Fuori obiettivo
Con deroga
art. 87.3c
PMI
GI
30%
20%
PI = piccola impresa MI = media impresa GI = grande impresa
I comuni 87.3.c del Sangro Aventino sono: Altino, Atessa, Archi, Bomba, Casoli, Castelfrentano, Civitella
Messer Raimondo, Colledimacine, Colledimezzo, Fallo, Fara San Martino, Fossacesia, Frisa, Gessopalena,
Lama Dei Peligni, Lanciano, Lettopalena, Montenerodomo, Mozzagrogna, Paglieta, Palena, Palombaro,
Pennadomo, Perano, Pietraferrazzana, Rocca San Giovanni, Roccascalegna, Santa Maria Imbaro,
Sant’Eusanio del Sangro, San Vito Chietino, Taranta Peligna, Torino di Sangro, Tornareccio, Torricella
Peligna, Treglio, Villa Santa Maria.
Interreg III
Interreg III è un iniziativa comunitaria del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) per la cooperazione
tra regioni dell'Unione europea per il periodo 2000-2006.
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Glossario dell’impresa
L'obiettivo di Interreg è di rafforzare la coesione economica e sociale nell'Unione europea promuovendo da
un lato la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale e dall'altro lato lo sviluppo
equilibrato del territorio.
Una particolare attenzione è riservata all'interesse delle regioni ultraperiferiche e delle regioni situate lungo
le frontiere esterne dell'Unione europea verso i paesi candidati all'adesione.
http://europa.eu.int/comm/regional_policy/interreg3/index_it.htm
http://europa.formez.it/interreg.html
Intesa Istituzionale di Programma
L’Intesa Istituzionale di Programma (IIP) è lo strumento di programmazione che consente a ogni Regione, o
Provincia autonoma, di concordare con il governo centrale gli obiettivi, i settori e le aree dove effettuare gli
interventi infrastrutturali di interesse comune per lo sviluppo del territorio regionale.
L’IIP è istituita con la legge n.662 del 23 dicembre 1996 che detta una nuova disciplina per la
programmazione negoziata. La delibera CIPE n.29 del 21 marzo 1997 e successive delibere integrative o
modificative specificano le finalità, le modalità attuative nonché gli impegni dei soggetti sottoscrittori
dell’IIP.
La gestione dell’Intesa è garantita dalla presenza del Comitato istituzionale di gestione (CIG), un organo
composto dai rappresentanti del Governo e della Giunta della Regione o Provincia Autonoma. Il CIG ha il
compito di verificare periodicamente il raggiungimento degli obiettivi previsti nei programmi, e si avvale,
per gli aspetti tecnici, del Comitato paritetico di attuazione (CPA), composto dai rappresentanti delle
amministrazioni di volta in volta coinvolte.
Tutte le Regioni italiane e le due Province autonome hanno sottoscritto l’Intesa e, buona parte di esse, ha già
provveduto a integrare il testo originario, individuando per lo più nuovi settori di intervento.
La possibilità di intervenire in tutti i settori consente all’IIP di coprire l’intero orizzonte degli investimenti
pubblici che rilevano per lo sviluppo del territorio regionale.
L’IIP prevede, per ciascun settore d’intervento, la stipula di un Accordo di Programma Quadro, rimandando
a quest’ultimo la definizione puntuale delle opere e dei finanziamenti, nonché le procedure per il
monitoraggio dell’attuazione degli investimenti.
www.dps.tesoro.it
Job-sharing
Forma di lavoro secondo la quale una prestazione può essere ripartita fra due o più lavoratori secondo
modalità stabilite dagli stessi.
Joint Venture
Collaborazione fra due o più imprese per la realizzazione di un progetto comune,che prevede l’utilizzo
sinergico delle risorse.
Lavoratore autonomo
Persona che con contratti d'opera "si obbliga a compiere, attraverso corrispettivo, un'opera o un servizio, con
lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente" (art. 2222
Codice civile). Le modalità, il luogo e il tempo di esecuzione dell'opera o del servizio sono controllate
liberamente dallo stesso lavoratore.
www.istat.it
Leader+
Leader+ è una delle quattro iniziative finanziate dai Fondi strutturali dell'UE e mira ad aiutare gli operatori
del mondo rurale a prendere in considerazione il potenziale di sviluppo a lungo termine della loro regione.
Promuovendo l'attuazione di strategie integrate, di elevata qualità e originali in materia di sviluppo durevole,
questa iniziativa mette in primo piano il partenariato e le reti di scambi di esperienza.
Leader+ è incentrato su tre azioni
Azione 1: Sostegno alle strategie pilota di sviluppo integrato del territorio fondate sull'approccio ascendente
Azione 2: Sostegno a favore della cooperazione fra territori rurali
Azione 3: Creazione di reti
http://europa.eu.int/comm/agriculture/rur/leaderplus/index.htm
http://europa.formez.it/leader_sviluppo_rurale.html
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Glossario dell’impresa
Marketplace
Mercato virtuale in cui le aziende scambiano beni e servizi minimizzando i contatti interpersonali.
Rappresentano una risposta all’esigenza di efficienza ed efficacia dei processi di acquisto e vendita.
Generalmente si individuano due tipologie di marketplace: orizzontali e verticali. I primi sono contraddistinti
dalla presenza di materiali indiretti eterogenei e da strategicità di acquisto medio-bassa. I secondi possono
essere considerati luoghi in cui diversi attori di uno stesso settore interagiscono sulla base di materiali diretti.
Non forze di lavoro
Le persone che dichiarano di essere in condizione non professionale (casalinga, studente, ritirato dal lavoro)
e di non aver svolto alcuna attività lavorativa, né di aver cercato lavoro nel periodo di riferimento; oppure di
averlo cercato ma non con le modalità già definite per le persone in cerca di occupazione. Le non forze di
lavoro comprendono, inoltre, gli inabili e i militari di leva o in servizio civile sostitutivo e la popolazione in
età fino a 15 anni.
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Obiettivo 1
In termini geografici, le regioni che rientrano nell’obiettivo 1 per il periodo di programmazione 2000-2006
sono quelle in cui il prodotto interno lordo (PIL) pro-capite è inferiore al 75% della media comunitaria. Il
PIL è misurato secondo gli standard del potere d’acquisto e calcolato sulla base dei dati disponibili al 26
marzo
1999
(regolamento
CE
n.
1260
del
1999,
articolo
3)
Per quanto riguarda l’Italia, le regioni che rientrano nell’obiettivo 1 sono Basilicata, Calabria, Campania,
Puglia, Sardegna e Sicilia. A queste si aggiunge il Molise in sostegno transitorio o phasing out.
L’elenco delle 60 regioni europee ammesse all’obiettivo 1 è stato stabilito dalla Commissione europea con
Decisione del 1° luglio 1999.
Strumenti finanziari per l’obiettivo 1
I principali strumenti finanziari con cui l’Unione europea persegue l’obiettivo 1 nel periodo 2000-2006 sono:
• i fondi strutturali
FSE: Fondo sociale europeo
FESR: Fondo europeo per lo sviluppo regionale
FEAOG: Fondo europeo per l’agricoltura - Sezione orientamento
SFOP: Strumento finanziario di orientamento per la pesca
• il fondo di coesione
Si tratta di un fondo speciale in favore degli Stati
membri dove il PIL è inferiore al 90% della media comunitaria. Attualmente rientrano in
questa categoria Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna.
Contribuisce inoltre al raggiungimento dei risultati previsti per l’obiettivo 1, ma non è uno strumento
esclusivo di questo obiettivo, la Banca europea per gli investimenti (BEI).
www.dps.tesoro.it
Obiettivo 2
L’obiettivo 2 dei fondi strutturali per il periodo 2000-2006 si concentra sulla riconversione economica e
sociale delle zone con problemi strutturali. E’ finanziato dal fondo strutturale FESR. Gli interventi
dell’obiettivo 2 sono pianificati attraverso il Documento unico di programmazione (Docup).
Rientrano nell’obiettivo 2 le seguenti zone:
• zone industriali con tasso di disoccupazione superiore alla media comunitaria, percentuale di
posti di lavoro nel comparto industriale superiore alla media comunitaria e flessione
dell’occupazione nel settore industriale
• zone rurali con scarsa densità di popolazione o elevato tasso di occupati in agricoltura,
abbinati a un elevato tasso di disoccupazione o a una diminuzione della popolazione
• zone urbane che presentano almeno uno dei seguenti criteri: elevato tasso di disoccupazione
di lunga durata, elevato livello di povertà, ambiente degradato, criminalità e delinquenza,
basso livello di istruzione
• zone dipendenti dalla pesca con una quota significativa di occupati nel settore pesca e
diminuzione dei posti di lavoro nello stesso settore
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Glossario dell’impresa
Ogni Stato membro propone l’elenco delle zone che soddisfano i criteri (tenendo conto che almeno il 50%
della popolazione deve rientrare nei requisiti previsti per le zone industriali e rurali) e la Commissione ne
redige l’elenco definitivo. Questo è valido per 7 anni ma può essere rivisto in sede di valutazione intermedia
per inserirvi zone che hanno attraversato gravi crisi.
Il massimale di popolazione comunitaria ammissibile all’obiettivo 2 è fissato dal regolamento nella misura
del 18% (regolamento CE n. 1260 del 1999). Il massimale relativo a ciascuno Stato membro è fissato dalla
Commissione europea in base a diversi criteri (distribuzione popolazione in zone industriali e rurali, livello
di disoccupazione di lunga durata etc).
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Nel territorio del Sangro Aventino i comuni Obiettivo 2 sono: Archi, Bomba, Borrello, Casoli,
Civitaluparella, Civitella Messer Raimondo, Colledimacine, Colledimezzo, Fallo, Fara San Martino,
Gamberale, Gessopalena, Lama dei Peligni, Lettopalena, Montebello sul Sangro, Monteferrante,
Montelapiano, Montenerodomo, Palena, Palombaro, Pennadomo, Perano, Pietraferrazzana, Pizzoferrato,
Quadri, Roccascalegna, Roio del Sangro, Rosello, Taranta Peligna, Tornareccio, Torricella Peligna, Villa
Santa Maria
Obiettivo 3
L’obiettivo 3 dei fondi strutturali per il periodo di programmazione 2000-2006 consiste nell’adattamento e
ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione.
Le misure previste nell’ambito di questo obiettivo, applicabili alle zone che non rientrano nell’obiettivo 1,
promuovono:
• politiche attive del mercato del lavoro e lotta alla disoccupazione
• accesso al mercato del lavoro con un’attenzione particolare alle persone a rischio di
esclusione sociale
• potenziamento dell’occupabilità grazie a sistemi di istruzione e formazione permanenti
• misure adeguate per anticipare e favorire l’adattamento ai mutamenti economici e sociali
• pari opportunità fra l’uomo e la donna
L’obiettivo 3 è il quadro di riferimento per tutte le azioni a favore delle risorse umane sul territorio
nazionale, a prescindere dalle specificità regionali. Tiene conto di quanto previsto dal Titolo
sull’occupazione del Trattato di Amsterdam e della nuova Strategia europea per l’occupazione. L’obiettivo 3
è finanziato dal FSE.
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Occupato
La persona di 15 anni e più che all'indagine sulle forze di lavoro dichiara:
- di possedere un'occupazione, anche se nel periodo di riferimento non ha svolto attività lavorativa
(occupato dichiarato);
- di essere in una condizione diversa da occupato, ma di aver effettuato ore di lavoro nel periodo di
riferimento (altra persona con attività lavorativa).
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Patto territoriale
Il Patto territoriale è un accordo stipulato tra differenti soggetti locali – imprese, enti locali, associazioni
industriali e del lavoro, ecc. – volto ad individuare obiettivi di sviluppo condivisi, ed una batteria di
interventi produttivi ed infrastrutturali tra loro integrati, necessari per conseguirli. Lo strumento è stato
regolamentato dalla L. 662/96, art. 2, comma 203, lett. d) che definisce il Patto un "accordo, promosso da
enti locali, parti sociali, o da altri soggetti pubblici o privati (…) relativo all’attuazione di un programma di
interventi caratterizzati da specifici obiettivi di promozione dello sviluppo locale".
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Persona in cerca di occupazione
La persona di 15 anni e più che all'indagine sulle forze di lavoro dichiara:
- una condizione professionale diversa da quella di occupato;
- di non aver effettuato ore di lavoro nel periodo di riferimento;
- di essere alla ricerca di un lavoro;
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Glossario dell’impresa
- di aver effettuato almeno un'azione di ricerca di lavoro nei trenta giorni che precedono il periodo di
riferimento;
- di essere immediatamente disponibile (entro due settimane) ad accettare un lavoro, qualora gli venga
offerto.
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PMI
In tutti i casi in cui le normative di agevolazione contengono riferimenti alla dimensione di impresa, si
applicano i parametri per la definizione di piccola e media impresa adottati dalla Commissione europea con
apposite disposizioni.
Tali parametri sono stati adeguati e recepiti nella normativa nazionale attraverso decreti del Ministero delle
Attività Produttive. In base a tali disposizioni, l'individuazione della dimensione di impresa - piccola, media
o grande - si basa sul rispetto dei diversi limiti massimi fissati con riferimento al numero di dipendenti, al
fatturato o al totale di bilancio e al criterio di indipendenza da imprese partecipanti.
Occorre tuttavia tener presente che la Commissione europea ha adottato una nuova definizione per le imprese
europee di ridottissime, piccole e medie dimensioni che verrà utilizzata a partire dall'1 gennaio 2005. (vedi
scheda informativa a latere)
ATTIVITA’ ESTRATTIVE E
PARAMETRI DI
FORNITURA DI SERVIZI
MANIFATTURIERE
IDENTIFICAZIONE DELLE
PMI
PI
MI
PI
MI
DIPENDENTI (°)
50
250
20
95
1
meno di (numero)
FATTURATO (*) (°)
7
40
2,7
15
2
non superiore a (milioni
di Euro)
TOTALE DI
BILANCIO (*) (°) non
5
27
1,9
10,1
3
superiore a (milioni di
Euro)
INDIPENDENZA DA Il capitale sociale o i diritti di voto non devono essere detenuti per il 25%
4
o più da una impresa, o congiuntamente da più imprese, non conformi
IMPRESE
alle definizioni di piccola e di media impresa, secondo il caso.
PARTECIPANTI
(*) Requisiti alternativi
Per rientrare nella relativa fascia devono essere soddisfatti tutti i tre requisiti.
(°) I dipendenti, il fatturato o il totale di bilancio annuo, sono cumulati con quelli delle imprese partecipate,
direttamente o indirettamente, per il 25% o più dalla impresa richiedente.
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Popolazione attiva
Secondo la definizione dell’ISTAT è la somma delle persone occupate, di quelle disoccupate alla ricerca di
nuova occupazione e delle persone in cerca di prima occupazione.
Popolazione non attiva
Secondo la definizione dell’ISTAT è costituita dalla popolazione in condizione non professionale meno le
persone in cerca di prima occupazione.
Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato (Pil)
Il risultato finale dell'attività di produzione delle unità produttrici residenti. Corrisponde alla produzione
totale di beni e servizi dell'economia, diminuita dei consumi intermedi ed aumentata dell'Iva gravante e delle
imposte indirette sulle importazioni. È altresì pari alla somma dei valori aggiunti ai prezzi di mercato delle
varie branche di attività economica, aumentata dell'Iva e delle imposte indirette sulle importazioni, al netto
dei servizi di intermediazione finanziaria indirettamente misurati (Sifim).
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Glossario dell’impresa
Produttività
La ricchezza di un paese dipende non solo dalla quantità delle proprie risorse ma anche dalla capacità di
impiegarle in maniera efficiente, sia da un punto di vista economico che sociale. La produttività è un
indicatore che quantifica tale capacità ed è misurata dal rapporto esistente tra la quantità del prodotto
ottenuto ed il volume di uno o più fattori, richiesti per la sua produzione. Può essere calcolata rispetto ad uno
di tali fattori che concorrono alla produzione: lavoro, capitale ed input intermedi (produttività parziale), o si
può costruire un indicatore che tenga conto contemporaneamente di tutti i fattori utilizzati, della loro
combinazione e dei loro legami (produttività globale o totale dei fattori).
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Progetti Integrati Territoriali (PIT)
I Progetti Integrati Territoriali sono un complesso di azioni intersettoriali, strettamente coerenti e collegate
tra loro, che convergono verso un comune obiettivo di sviluppo del territorio e giustificano un approccio
attuativo unitario. Il Progetto Integrato Territoriale si articola dunque in componenti progettuali
esplicitamente collegate dalla finalizzazione comune allo sviluppo territoriale. Il PIT rappresenta una
specifica modalità di attuazione degli interventi cofinanziati dal Quadro Comunitario di Sostegno per le
regioni Obiettivo1 e, nello specifico, dal DocUP Abruzzo Obiettivo 2.
Programma Operativo Nazionale (PON)
Il Programma Operativo (PO) è il documento di attuazione del Quadro Comunitario di Sostegno (QCS).
Il documento descrive nel dettaglio le priorità generali fissate dal QCS ed è composto da un insieme di
interventi articolati in misure pluriennali. Le misure annunciate nei Programmi Operativi vengono specificate
nel Complemento di Programmazione (CdP), che indica i modi di attuazione di ogni singolo intervento e la
relativa ripartizione dei fondi strutturali (i PO sono cofinanziati dai fondi strutturali comunitari e da quelli
nazionali pubblici e privati). Il Cdp è adottato dall’Autorità di gestione e trasmesso alla Commissione
europea per informazione.
I PON italiani per l’obiettivo 1 si concentrano su: ricerca, scuola, sicurezza, sviluppo locale, trasporti, pesca,
assistenza tecnica.
Trattandosi di programmi nazionali, le Autorità di gestione sono i Ministeri di riferimento: Istruzione e
Ricerca, Interno, Infrastrutture, Politiche agricole, Economia e Finanza.
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Programma Operativo Regionale (POR)
Il Programma Operativo (PO) è il documento di attuazione del Quadro Comunitario di Sostegno (QCS).
Il documento descrive nel dettaglio le priorità generali fissate dal QCS ed è composto da un insieme di
interventi, articolati in misure pluriennali. Le misure annunciate nei Programmi Operativi vengono
specificate nel Complemento di programmazione (CdP), che indica i modi di attuazione di ogni singolo
intervento e la relativa ripartizione dei fondi strutturali (i PO sono cofinanziati dai fondi strutturali
comunitari e da quelli nazionali pubblici e privati). Il Cdp deve essere trasmesso alla Commissione europea
per informazione.
In Italia il QCS 2000-2006 per le regioni obiettivo 1 prevede 14 Programmi Operativi: 7 regionali (POR) e 7
nazionali (PON). Ogni regione elabora il suo POR, che deve essere approvato dalla Commissione europea
con apposita decisione.
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Quadro Comunitario di Sostegno (QCS)
Il Quadro comunitario di sostegno (QCS) è il documento approvato dalla Commissione europea, d’intesa con
lo Stato membro interessato, sulla base della valutazione del Piano presentato dallo stesso Stato. Il QCS
contiene la fotografia della situazione di partenza, la strategia, le priorità d’azione, gli obiettivi specifici, la
ripartizione
delle
risorse
finanziarie,
le
condizioni
di
attuazione.
Il QCS è articolato in assi prioritari e attuato tramite uno o più Programmi operativi.
In Italia, il processo formativo di tali documenti è stato avviato nel dicembre 1998 con il coordinamento del
Ministero dell’Economia e delle Finanze Tesoro. I soggetti coinvolti sono stati: regioni, amministrazioni
nazionali, enti locali e parti economiche e sociali.
Il processo si è concluso con l’elaborazione di questi documenti:
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Glossario dell’impresa
- Programma di sviluppo per il Mezzogiorno (PSM)
- Programmi operativi regionali (POR)
- Programmi operativi nazionali (PON)
Il QCS 2000-2006 per le regioni italiane obiettivo 1 comprende 7 POR (Programmi operativi regionali) e 7
PON (Programmi operativi nazionali).
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Sistema Informativo Territoriale
Un insieme complesso di componenti hardware, software, umane ed intellettive per acquisire, processare,
analizzare, immagazzinare e restituire in forma grafica ed alfanumerica dati riferiti ad un territorio.
Sistemi locali del lavoro
Le unità territoriali identificate da un insieme di comuni contigui legati fra loro dai flussi degli spostamenti
quotidiani per motivi di lavoro, rilevati in occasione dei censimenti della popolazione. Nella costruzione si
prescinde da altre classificazioni amministrative.
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Struttura ricettiva turistica (o Esercizi ricettivi)
Comprende le strutture di ogni tipo: alberghi, motels, villaggi-alberghi, residenze turistico-alberghiere,
campeggi, villaggi turistici, alloggi agro-turistici, esercizi di affittacamere, case ed appartamenti per vacanze,
case per ferie, ostelli per la gioventù, rifugi alpini.
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Studi di fattibilità
La legge 144 del 1999 prevede lo studio di fattibilità per le opere di costo complessivo superiore a 10,3
milioni di euro (20 miliardi delle vecchie lire) come strumento ordinario preliminare ai fini dell’assunzione
delle decisioni di investimento da parte delle Amministrazioni pubbliche; gli studi di fattibilità approvati
dalle Amministrazioni costituiscono inoltre certificazione di utilità degli investimenti ai fini dell’accesso
preferenziale ai fondi disponibili per la progettazione preliminare, e costituiscono titolo preferenziale ai fini
della valutazione dei finanziamenti delle opere.
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Tasso di attività
Rapporto tra le persone appartenenti alle forze di lavoro e la popolazione di 15 anni e più.
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Tasso di disoccupazione
Rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro.
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Tasso di occupazione
Secondo la definizione dell’ISTAT è il rapporto tra il numero degli occupati e la popolazione totale.
Unità locale
Luogo fisico nel quale un'unità giuridico-economica (impresa, istituzione) esercita una o più attività
economiche. L'unità locale corrisponde ad un'unità giuridico-economica o ad una sua parte, situata in una
località topograficamente identificata da un indirizzo e da un numero civico. In tale località, o a partire da
tale località, si esercitano delle attività economiche per le quali una o più persone lavorano (eventualmente a
tempo parziale) per conto della stessa unità giuridico-economica. Costituiscono esempi di unità locale le
seguenti tipologie: agenzia, albergo, ambulatorio, bar, cava, deposito, domicilio, garage, laboratorio,
magazzino, miniera, negozio, officina, ospedale, ristorante, scuola, stabilimento, studio professionale,
ufficio, ecc.
Urban II
Urban II è l'iniziativa comunitaria del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) a favore dello sviluppo
sostenibile di città e quartieri in crisi dell'Unione europea per il periodo 2000-2006.
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Glossario dell’impresa
Dopo una fase Urban I nel periodo 1994-1999, Urban II è intesa più specificamente a promuovere
l'elaborazione e l'attuazione di modelli di sviluppo innovativi a favore del recupero socioeconomico delle
zone urbane in crisi. Tale iniziativa prevede inoltre un potenziamento dello scambio di informazioni e di
esperienze in materia di sviluppo urbano sostenibile nell'Unione europea.
http://europa.eu.int/comm/regional_policy/urban2/index_it.htm
http://europa.formez.it/urban.html
Venture Capital
Attività di investimento in capitale di rischio realizzata da operatori professionali e finalizzata all'avvio di
nuove imprese o al sostegno di progetti di sviluppo di imprese già esistenti.
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