Donne e scienza in Europa: alcuni spunti di riflessione A cura della dott.ssa Angela Di Nocera – Centro di Documentazione Europea Università degli Studi del Molise Per buona parte della storia dell’umanità le donne sono state escluse dal mondo della scienza, ciò tuttavia non ha impedito loro – o meglio ad alcune di loro – di contribuire ai progressi della conoscenza riuscendo perfino a superare gli ostacoli di una condizione di evidente discriminazione1. Oggi il mondo della scienza e dell’innovazione tecnologica non sarebbe immaginabile senza le donne, che ne costituiscono una colonna portante, a cominciare dalle numerose scienziate insignite del Premio Nobel. Ciononostante la scienza resta ancora un ambito di lavoro prettamente maschile2: da oltre un decennio questo tema sollecita l’attenzione della Commissione Europea che al riguardo ha pubblicato nel 1999 una prima Comunicazione dal titolo “Donne e Scienza: mobilitare le donne per arricchire la ricerca europea”, in cui propone una serie di misure per stimolare il dibattito e lo scambio di esperienze tra Stati Membri e sviluppare un approccio coerente volto a promuovere le donne nelle attività di ricerca finanziate dall’Unione Europea. L’anno successivo, nel 2000, il Consiglio di Lisbona definisce l’obiettivo di fare dell’Europa l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”. A questo fine auspica che, entro il 2010, le donne rappresentino almeno il 25% delle posizioni direttive nel settore pubblico della ricerca, per una migliore rappresentanza femminile tra negli organi decisionali. Il tema delle donne nella scienza viene riproposto ancora recentemente. Nel Programma Quadro per la ricerca e l’innovazione “Horizon 2020” si sottolinea nuovamente l’esigenza di “rimuovere le barriere che impediscono alle donne una carriera scientifica di successo”. La Commissione ribadisce che “si è impegnata a raggiungere la meta del 40% di partecipazione delle donne nelle proprie strutture di consulenza e garantirà che le differenze di genere siano rispecchiate nei contenuti degli inviti a presentare proposte e nei processi di valutazione, ove appropriato, in coerenza con i principi della Strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Qual è, tuttavia, la reale condizione delle donne nel mondo della scienza attualmente in Europa? 1 Nel 2009, Anno Europeo della Creatività, per celebrare le scienziate europee nel tempo la Commissione Europea ha pubblicato un opuscolo sul tema delle “Le Donne nella Scienza”, che contiene i ritratti di alcune studiose, definite vere e proprie eroine, che hanno segnato l’evoluzione della conoscenza nel continente. 2 La DG Ricerca della Commissione Europea pubblica fin dal 2003, con cadenza triennale, “She figures”, un rapporto che fa il punto sul contributo e sulla presenza delle donne nella scienza e nell’educazione superiore. E’ in corso di pubblicazione la quarta edizione che uscirà del dicembre 2012, della quale sono state anticipate alcune informazioni qui riportate. 1 Nel settore della R&D3 nel 2010 le donne costituiscono solo il 35% del totale complessivo degli occupati, le ricercatrici rappresentano una percentuale leggermente più bassa, un terzo del totale. Solo Lituania e Lettonia sembrano aver conseguito, almeno in termini quantitativi, una condizione di pari opportunità4: qui infatti un ricercatore su due è di sesso femminile (tab. 1). Nonostante il numero delle donne nella Ricerca cresca più rapidamente di quello degli uomini - (+5%) annuo a fronte di (+3%) - la distanza tra i generi nel campo della scienza resta ancora rilevante e tale da far presumere che difficilmente sarà colmata spontaneamente. Le Università e gli Istituti pubblici impiegano la maggior parte delle donne – qui nel 2006 esse costituiscono quasi il 40% dei ricercatori – la presenza femminile è, invece, limitata nel settore privato (solo il 19% del totale). Tuttavia anche nell’ambito dell’istruzione superiore e della ricerca pubblica le donne fanno fatica ad affermarsi soprattutto nei settori dell’ingegneria e della tecnologia, sono invece più rappresentate nei settori delle scienze umane e sociali, in quelle mediche, in quelle agrarie e veterinarie. Tabella 1 – Ricercatrici in % sul totale, Europa 2009 % di donne ricercatrici, 2009 60,0 50,0 30,0 50,350,4 48,4 40,0 41,6 30,231,6 38,5 37,6 34,2 32,4 30,1 26,0 20,6 20,0 48,8 45,644,8 42,2 38,2 33,7 30,429,1 38,1 33,4 29,8 22,4 22,3 Turkey Croatia Iceland Sweden Slovakia Slovenia Romania Portugal Poland Austria Malta Hungary Luxembourg Lithuania Latvia Cyprus Italy Spain Ireland Estonia Germany Denmark Czech Republic Bulgaria Belgium 0,0 European Union (27… 10,0 Fonte: Eurostat, 2012 Non mancano tuttavia segnali di cambiamento, che, come è facile e, peraltro, auspicabile attendersi, vengono dalle più giovani studiose. 3 Secondo la definizione assunta da Eurostat per personale occupato nel settore R&D si intendono quanti sono impiegati direttamente nelle attività di ricerca ma anche coloro che forniscono servizi diretti, come quelli amministrativi, contabili e gestionali. 4 I dati sono di fonte Eurostat. Al riguardo si confronti la pubblicazione Science, technology and innovation in Europe, 2012. Non sono, tuttavia, disponibili dati aggiornati, disaggregati per sesso, per tutti i paesi europei. 2 Tra gli studenti universitari le donne sono la maggioranza e tendono ad aumentare anche negli ambiti disciplinari tradizionalmente “maschili”. Nei settori “tecnologici”, quali quello ingegneristico, ad esempio, il numero delle donne laureate tende crescere più di quello degli uomini - (+5.4%) tra il 2002 e il 2010 a fronte del 3% riferito agli uomini. Una tendenza analoga emerge nei percorsi di istruzione superiore. Tra quanti conseguono un dottorato di ricerca la percentuale femminile è pari al 45%, in media in Europa in dodici paesi UE tuttavia questo indicatore supera il 50%. Ciò si deve anche al fatto che negli ultimi anni, 2004-09, il numero delle donne che hanno conseguito un dottorato di ricerca è cresciuto del 4.9% all’anno mentre quello dei colleghi uomini del 3.4% Anche nelle aree disciplinari prettamente scientifiche e tecnologiche, peraltro, si osserva un incremento dei dottori di ricerca di sesso femminile che supera quello riscontrato tra gli uomini, pur con ampie differenze tra un settore di studio e l’altro. Fig. 1- Dottorandi in discipline scientifiche e tecnologiche – donne in % della popolazione di età compresa tra 20 e 29 anni. Anche nel mondo della scienza, come in altri settori, il soffitto di cristallo, che frena l’ascesa delle donne verso posizioni elevate della carriera, è ancora ben saldo. Basti guardare ai percorsi accademici per verificare che tra i professori di prima fascia, le donne, anche se in aumento, rappresentano una percentuale che varia, da paese a paese, tra il 10 e il 30%, con punte più elevate nei settori delle scienze umanistiche e sociali. 3 La presenza femminile è limitata anche nei Comitati scientifici e negli organi che guidano le Istituzioni universitarie, pur essendo molto diversa da paese a paese: se ad esempio in Svezia nei consigli di amministrazione delle Università circa metà dei componenti è donna, in Italia questa percentuale cala al 17%, collocando il nostro paese praticamente agli ultimi posti in Europa, seguito solo da Repubblica Ceca, Slovacchia e Lussemburgo. Ne consegue che è molto raro trovare una donna al vertice di una istituzione: in Europa solo il 9% delle Università è infatti retto da una donna. Alla luce di questi dati emergono alcuni interrogativi importanti non solo per le donne ma per il futuro stesso dell’Europa. Può l’Unione, che si propone di diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva al mondo, trascurare di valorizzare tanta parte del suo capitale di conoscenza e di creatività? Come possono le donne contribuire a definire le strategie di politica della ricerca in Europa e come le questioni legate alle differenze di genere possono entrare nei contenuti delle attività di ricerca se le donne non sono tra coloro che decidono in merito? Come mai le donne più giovani non trovano abbastanza interessanti gli studi nei settori scientifici e tecnologici? Forse per assenza di consolidati modelli di comportamento femminile in questi campi che le inducono a ripiegare su figure più tradizionali? Da un’indagine recente emerge che solo il 18% delle ragazze sono convinte che le donne siano portate per la ricerca mentre i ragazzi non si pongono affatto il problema…(Agodi, C., 2007). Come colmare il gap tra sessi nel mondo della scienza? Certo non si può trascurare l’importanza di procedure di selezione e valutazione trasparenti che assicurino pari opportunità a tutti, come pure la 4 necessità di politiche di conciliazione per donne occupate in un lavoro impegnativo e di responsabilità. Una recente Risoluzione del Parlamento Europeo, adottata il 21 maggio 2008 sul tema donne e scienza individua alcune possibili misure d’intervento, tra le quali: un monitoraggio più attento della situazione della donna in questo campo, dal momento che i dati suddivisi per genere sono ancora insufficienti; nuovi criteri di formazione delle commissioni di valutazione che impongano una composizione equilibrata sotto il profilo della rappresentanza di genere; introduzione di criteri di valutazione dei progetti di ricerca che tengano in particolare considerazione la presenza femminile nelle unità proponenti; criteri di valutazione del personale e dell’attività di ricerca che superino quelli basati sul numero delle pubblicazioni considerando altre capacità quali quella di costituire equipe di ricerca e formare giovani di talento; risorse finanziarie destinate specificamente al sostegno di progetti proposti da donne che tipicamente accedono con maggior difficoltà ai finanziamenti per la ricerca; misure volte a incoraggiare le donne a seguire percorsi di studio ad indirizzo scientificotecnologico. E’ fondamentale, infine, favorire un cambiamento culturale rimuovendo gli stereotipi che influenzano la percezione della scienza, che si formano nei bambini fin dai loro primi anni di scuola e coltivando l’interesse per la conoscenza e la tecnologia soprattutto nelle ragazze (Helsinky Group on Women in Science, 2009). Bibliografia Commissione Europea, Direzione Generale Ricerca (2012): She Figures 2012, Gender in Research and Innovation Statistics and Indicators, in corso di pubblicazione. Comunicazione della Commissione Europea al Parlamento, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale al Comitato delle Regioni Horizon 2020 - The Framework Programme for Research and Innovation, COM (2011), 808 def. Eurostat (2012): Science, technology and innovation in Europe. Gender and Research beyond 2009, Position Paper by Helsinki Group on Women in Science. Risoluzione del Consiglio del 27 novembre 2003 sulla parità di accesso e di partecipazione delle donne e degli uomini alla società dei saperi per la crescita e l'innovazione (2003/C 317/03). Risoluzione del Parlamento Europeo del 21 maggio 2008 su donne e scienza. Sitografia http://ec.europa.eu/research/science‐society/document_library/pdf_06/she_figures_2012_en.pdf (She figures 2012 : Gender in research and innovation : Statistics and indicators”, 2012) 5 http://science‐girl‐thing.eu/ (European Commission – Science: it’s a girl thing!”, 2012) http://ec.europa.eu/research/science‐society/index.cfm?fuseaction=public.topic&id=1297&lang=1 (“Research and innovation – Science in society ‐ Gender and research”) http://ec.europa.eu/research/science‐society/document_library/pdf_06/wist2_sustainable‐careers‐ report_en.pdf (“Women in science and technology : Creating sustainable careers”, 2009 http://ec.europa.eu/research/science‐society/index.cfm?fuseaction=public.topic&id=1406 (e‐library – Gender and research) http://ec.europa.eu/research/index.cfm?lg=en&pg=wisaudiobook (“Women in science”, 2009 versione navigabile) oppure http://ec.europa.eu/research/audio/women‐in‐science/pdf/wis_en.pdf#view=fit&pagemode=none (versione pdf) http://daily.wired.it/news/scienza/2012/06/25/spot‐donne‐scienza‐europa‐51213.html (Curiosità) 6