17/24
banca UBS all’autorità fiscale statunitense. Per i funzionari dell’Amministrazione federale delle contribuzioni
non ci saranno vacanze fino al mese di settembre.
Per maggiori informazioni:
• Tribunale federale amministrativo; Procedura d’assistenza amministrativa nel caso UBS, Comunicato
stampa del 19 luglio 2010, in:
http://www.bvger.ch/it/20100719mmamtshilfeverfahrenubs.pdf
• Tribunale federale amministrativo; Procedura d’assistenza amministrativa nel caso UBS, Comunicato
stampa del 22 gennaio 2010, in:
http://www.bvger.ch/it/20100122mmamtshilfeurteil.pdf
Samuele Vorpe
Docente-ricercatore SUPSI
Il meccanismo del freno all’indebitamento previsto dalla
Costituzione federale è in vigore da 10 anni
Lo strumento ha dato inizio ad una politica finanziaria di successo
Il 5 luglio 2000 il Consiglio federale ha approvato il messaggio del freno all’indebitamento. Il popolo svizzero
lo ha accettato in votazione con l’85% dei consensi.
Lo strumento consiste nel creare eccedenze nelle casse della Confederazione in periodi di alta congiuntura,
in modo da compensare i disavanzi delle casse nei periodi di crisi economica; infatti prima la politica era
quella di “consumare” subito l’eccedenza che si creava nel periodo di crescita, aumentando le spese o
diminuendo il carico fiscale. In tal modo però nei periodi di crisi il deficit non poteva essere compensato in
alcun modo e l’indebitamento aumentava a dismisura:
Figura 1: Il meccanismo del freno all’indebitamento (Fonte: Cancelleria federale; Votazione popolare del 2
dicembre 2001, Spiegazioni del Consiglio federale, pagina 7)
Novità fiscali – luglio 2010
18/24
Il freno all’indebitamento vincola dunque le spese alle entrate ovvero la spesa può essere aumentata
solamente se ci sono entrate supplementari corrispondenti all’aumento.
L’articolo 13 della Legge federale sulle finanze della Confederazione stabilisce ulteriormente questo principio
con una formula matematica che vincola il tetto massimo delle uscite totali alle entrate.
Grazie a questo meccanismo la Confederazione ha potuto ridurre il debito, dal 2005 al 2010, di 19 miliardi di
franchi (da 130 miliardi a 111) mentre il tasso d’indebitamento è stato ridotto dal 53 al 40% del prodotto
interno lordo.
Il successo del freno all’indebitamento svizzero non è rimasto inosservato a livello internazionale, in
particolare in Germania, dove è stato ampiamente ripreso. Neppure in campo nazionale, dove molti Cantoni
stanno sperimentando il modello con successo.
Il Dipartimento federale delle finanze ha pubblicato un opuscolo sull’argomento, ordinabile gratuitamente.
Per maggiori informazioni:
• Cancelleria federale; Votazione popolare del 2 dicembre 2001 – Spiegazioni del Consiglio federale, in:
http://www.bk.admin.ch/themen/pore/va/20011202/index.html?lang=it
• Dipartimento federale delle finanze; Il freno all’indebitamento – anniversario di uno strumento di
successo, comunicato stampa del 5 luglio 2010, in:
http://www.efd.admin.ch/aktuell/medieninformation/00462/index.html?lang=it&msg-id=34156
• Ordinazione opuscolo “Il freno all’indebitamento – un successo”:
http://www.bundespublikationen.admin.ch/it/pubblicazioni/detailansichtit.html?tx_ttproducts_pi1[backPID]=67&tx_ttproducts_pi1[product]=107607&cHash=cc16d6cfe9
• Legge federale sulle finanze della Confederazione, RS 611.0, in:
http://www.admin.ch/ch/i/rs/6/611.0.it.pdf
Sabina Rigozzi
Assistente SUPSI
Lo shopping italiano delle regole fiscali
L’articolo 41 del decreto-legge n. 78/2010 permette alle imprese UE insediate in Italia
di scegliere il regime fiscale più conveniente tra i 27 Stati membri dell’UE
Il Governo italiano, attraverso il decreto-legge del 31 maggio 2010, n. 78, ha emanato una serie di misure
urgenti al fine di garantire la stabilizzazione finanziaria ed una maggiore competitività economica del sistema
in Italia.
In particolar modo, si è voluta giocare la carta del Fisco per rendere più attraente l’Italia agli occhi degli
operatori che intendono avviare nella Penisola nuove attività economiche, attraverso la circolazione di
sottosistemi giuridici – fiscali dei Paesi membri dell’Unione europea (UE).
In particolare l’articolo 41, rubricato “Regime fiscale di attrazione europea” recita:
“Alle imprese residenti in uno Stato membro dell’Unione europea diverso dall’Italia che intraprendono nuove
attività economiche, nonché ai loro dipendenti e collaboratori, si può applicare, in via alternativa alla
normativa tributaria italiana, la normativa tributaria vigente in uno degli Stati membri dell’Unione europea. A
tal fine, i citati soggetti interpellano l’Amministrazione finanziaria secondo la procedura di cui all’articolo 8 del
decreto legge 30 settembre 2003, n. 69 convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n.
326”.
Come si evince dalla lettera dell’articolo, il regime fiscale di attrazione consente alle imprese residenti in uno
Stato dell’UE, diverso dall’Italia, di poter dar vita ad una nuova attività produttiva, potendo scegliere il regime
fiscale che reputano più conveniente fra i ventisette esistenti all’interno dell’Unione. Tale scelta si rifletterà
Novità fiscali – luglio 2010
Scarica

- Novità fiscali