• Costruire relazioni personali e professionali più gratificanti.
• Interagire al meglio con i tuoi colleghi, che tu sia il leader,
un partner o un collaboratore.
• Capire perché ciò che a te sembra assurdo e irrazionale per
altri è assolutamente logico.
• Migliorare la comunicazione ampliando il tuo repertorio di
«linguaggi psicologici», per farti comprendere meglio.
• Interpretare i fattori chiave per scegliere la persona più adat-
ARANCIO Opportunità/successo; competizione per raggiungere risultati; influenza; autonomia.
VERDE Armonia/amore; unione per una crescita reciproca; consapevolezza; senso di appartenenza.
SPIRAL
• Aumentare la tua leadership e rafforzare la capacità di con-
durre i team.
•
Comprendere il mondo complesso e in continuo cambiamento in cui vivi.
ROSSO Potere/azione; asserzione del sé per dominare gli altri; controllo; piacere sensuale.
BLU Stabilità/ordine; obbedienza per avere ricompense successive; significato; scopo; certezza.
THE
ta a gestire un problema, un gruppo, un processo.
BEIGE Sopravvivenza; soddisfacimento delle necessità corporee; riproduzione; appagamento dei bisogni primari.
VIOLA Placare il regno degli spiriti; onorare gli antenati; protezione dal male; legami famigliari.
Christopher C. Cowan
Natasha Todorovic
Claudio Belotti
THE
I LIVELLI DELLA SPIRALE
e quello che gli uomini di ogni mondo cercano nella vita…
• Capire perché gli altri pensano ciò che pensano.
SPIRAL
CLAUDIO BELOTTI lavora come coach e trainer da oltre vent’anni e ha
formato migliaia di persone in quattro continenti. È l’unico europeo
dei 4 Senior Trainers al mondo scelti personalmente da Anthony
Robbins. Ha il massimo livello di specializzazione in PNL ed è il solo italiano ad avere il titolo di Master Trainer in NLP for Business. È
il maggior esperto italiano in Dinamiche a Spirale e la sua società,
Extraordinary, è l’unica nel nostro Paese a erogare corsi di specializzazione in materia (www.extraordinary.it). È autore del libro La vita
come tu la vuoi, pubblicato da Sperling & Kupfer, e di molti audiocorsi bestseller su iTunes.
Tiene un blog sul suo sito www.claudiobelotti.it
Il libro che, per la prima volta in Italia, spiega la teoria alla
base delle Dinamiche a Spirale.
Un approccio che ti svelerà nuove sfumature e dimensioni
della realtà e della natura umana e che ti permetterà di:
Christopher C. Cowan
Natasha Todorovic
Claudio Belotti
CHRISTOPHER C. COWAN è stato allievo di Clare Graves, lo studioso della
teoria alla base delle Dinamiche a Spirale. Coautore di Spyral Dynamics. Mastering Values, Leadership, and Change, il testo di riferimento,
ha curato i libri più importanti pubblicati sul tema. NATASHA TODOROVIC e Christopher C. Cowan hanno accumulato un’esperienza di
cinquant’anni nella crescita personale e sono i massimi esperti della
teoria di Graves, di cui hanno continuato gli studi. Insieme tengono
conferenze e offrono consulenze in tutto il mondo su management,
leadership, trasformazioni culturali, valori e cambiamento.
www.spiraldynamics.org
Questo libro è disponibile anche in versione ebook
www.sperling.it
www.facebook.com/sperling.kupfer
Capire e prevedere
i comportamenti
degli altri con le
Dinamiche a Spirale
Vuoi capire il modo di pensare
e di comportarsi di una persona,
in una determinata situazione,
in un particolare momento?
Le Dinamiche a Spirale sono un rivoluzionario approccio psicologico basato sugli studi
dell’americano Clare Graves e applicato da
decenni in molte parti del mondo con risultati eccezionali. Un esempio su tutti: Nelson
Mandela se n’è servito nell’impresa quasi
impossibile dell’integrazione in Sudafrica.
A seconda del proprio stato di evoluzione
psicologica ed emotiva, ogni persona (ma
anche ogni gruppo, ogni comunità, addirittura ogni Paese) «orbita» intorno a uno dei
livelli della Spirale – l’immagine con cui viene visualizzata la teoria – e a ciascun livello
corrispondono convinzioni, priorità, esigenze diverse che motivano azioni e scelte. Una
volta individuato il livello più utilizzato,
applicando questo approccio è possibile
comprendere perché il nostro partner, capo, figlio, collega, amico si comporta in un
determinato modo e prevedere ciò che farà, evitando così conflitti, incomprensioni,
risentimento. Gli autori, i maggiori esperti
di questa tecnica nel panorama internazionale e italiano, spiegano con chiarezza e
moltissimi esempi pratici come utilizzarla
in famiglia, nelle relazioni, nei team. Una
straordinaria possibilità di vedere la realtà
con gli occhi dell’altro, di interpretare con
lucidità gli eventi e quindi di instaurare relazioni più proficue, empatiche ed efficaci.
GIALLO Indipendenza/autorealizzazione; adattamento a un sistema vivente; conoscenza; domande consapevoli.
TURCHESE Comunità globale/forza vitale; sopravvivenza della vita sulla Terra; coscienza.
€ 18,50
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ART DIRECTOR: Francesco Marangon
GRAPHIC DESIGNER: Laura De Mezza
28/09/12 09:19
Christopher C. cowan
natasha todorovic
claudio belotti
The spiral
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Estratto tratto da The Human Spiral: Living, Working, and Changing
Traduzione di Teresa Franzosi, Sergio Orrao e Cristina Pradella
Italian Translation of the original work,
copyright © 2012 by Christopher C. Cowan and Natasha Todorovic
All rights reserved
The SPIRAL DYNAMICS trademark is registred in the US Patent
and Trademark Office and Internationally
Spiral graphic copyright © 2009 by NVC Consulting. All rights reserved.
Used here with permission of the copyright owner.
© 2012 Sperling & Kupfer Editori S.p.A.
ISBN 978-88-200-5214-0
15-I-12
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Dinamiche a Spirale® è un marchio depositato.
Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun
volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68,
commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere
professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale
possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro
Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana 108, 20122
Milano, e-mail [email protected] e sito web www.clearedi.org
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Applicazione:
la Domanda Fondamentale
Se vuoi applicare quanto hai appreso dal programma delle Dinamiche
a Spirale, comincia a porti la Domanda Fondamentale, che poi è più
che altro uno schema progettuale. Ti preghiamo di tener a mente tutto
ciò allorché esploreremo i livelli evolutivi della Spirale Umana. Se sai
rispondere a questa domanda, ti trasformerai in un genitore, in un
coach, un insegnante o un leader migliore. Scoprirai che riuscirai a
fare un lavoro migliore nello scegliere gli strumenti più idonei dentro
la tua «cassetta degli attrezzi», così da trovare quelli più adatti caso per
caso. Inoltre godrai di una maggior pace mentale perché avrai riconosciuto che le persone sono tutte diverse una dall’altra, e lo sono i loro
bisogni, l’organizzazione di cui hanno bisogno e i sistemi di valori,
e saprai che ciò è perfettamente normale. Ecco cosa dovresti cominciare a chiederti prima di affrontare un qualsiasi progetto, che sia una
questione manageriale, il coaching di un cliente, la formazione di un
settore vendite, la scelta di un medico o l’organizzazione di una scuola:
• Come (mezzi e modalità).
• Chi (soggetto dell’azione).
• Dovrebbe (insegnare, guidare, seguire, facilitare, essere un buon
genitore eccetera: il verbo dell’azione).
• Chi (destinatario dell’azione).
• Per fare cosa (scopo).
• Quando (il momento opportuno).
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Cominciamo a illustrare tutto ciò attraverso alcuni esempi.
Come dovrebbe fare un manager per gestire la comunicazione con
la sua équipe durante una riunione? In che modo una madre dovrebbe
spiegare ai figli di stare attenti quando attraversano la strada? Come
si può convincere il fidanzato o la fidanzata a sposarsi prima della
fine dell’anno?
Molte persone obietteranno che questo «dovrebbe» sia troppo direttivo e assoluto, sebbene implichi semplicemente trovare la modalità
più idonea, non la soluzione più corretta in assoluto. Si tratta quindi
di cercare l’opzione più efficace nella serie di tutte le altre risposte.
Se vuoi qualcosa di più «aperto», sostituisci quel «dovrebbe» con un
«potrebbe».
Per scegliere il come, occorre passare in rassegna tutte le opzioni
disponibili, e differenziarle il meglio possibile. Elenca le scelte più
realistiche, così come le ipotesi più bizzarre. Trova i loro punti forti
e quelli deboli. Che cosa rende un certo approccio realmente utile?
Cos’hai già provato in precedenza? Ha funzionato o no? Perché?
Potresti uscirtene con una serie di come innovativi, mai tentati in
precedenza? Lasciati andare a una libera esposizione di idee, a un
brainstorming.
Chiedendoti chi, passi ad analizzare la persona che dovrà rendersi
responsabile di una certa azione. Che genere di competenze dovrebbe
avere? Descrivi la soluzione ideale. Cerca le possibili congruenze. Valuta
i candidati: quali sono i loro punti forti? Quali le loro lacune? Qual
è la loro strategia di coping dominante/in che punto della Spirale si
trovano? Come filtrano le informazioni? Cosa si lasciano scappare? Ci
sono sistemi e stili particolari grazie a cui si troveranno più a loro agio
rispetto ad altri? Effettua qualche previsione basandoti sulla persona
che dovrebbe essere, viste le altre risposte. (Hai notato come questa
semplice domanda metta le basi per un’analisi sistemica?)
Quale dei potenziali leader sarà più adeguato ai suoi seguaci? Se
possiamo definire le modalità con cui un’équipe segue il suo leader
in termini di Spirale Umana, trovare il leader migliore sarà molto più
semplice. Qual è la storia personale del candidato? Le esperienze di
vita hanno modellato il suo stile di educazione della prole? Sarebbe
adatto per una potenziale adozione?
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E adesso siamo giunti allo spazio vuoto da riempire, ovvero al genere di azione richiesta. Con un verbo esprimiamo l’aspetto del fare,
e quindi dobbiamo prestare particolare attenzione in quanto riflette
l’intenzione, lo scopo e lo stile. Ci troviamo ad affrontare una sfida
semantica: trovare il verbo che trasmette il significato più adeguato.
Si tratta di gestire o condurre? Quello del manager e dei leader sono
due ruoli differenti: uno si occupa dei sistemi, l’altro delle persone.
Fare coaching o consulenza? Uno ci stimola a produrre crescita, l’altro
fornisce input e direttive. Fare il trainer o il facilitatore? Uno consente
nuove scoperte fornendo input, l’altro ci permette di accedere a informazioni e materiali, quindi si fa indietro. Il bambino ha bisogno
di un insegnante o di un genitore? L’uno dà la priorità all’informazione, l’altro alla relazione. Tale termine finirà per modellare le future
operazioni, quindi va scelto con cura. È ciò che definisce la tonalità,
le caratteristiche generali, ecco perché dovrai essere certo che sia in
perfetta risonanza con le strategie di coping delle persone implicate,
e che non vada a scontrarsi con i loro valori. Inoltre dovrai essere
pronto all’eventuale cambiamento di fattori.
Abbiamo poi l’obiettivo dell’azione, l’individuo a cui ci rivolgiamo. È la persona che dovrà imparare, seguire, essere gestita, guidata,
il cliente. Secondo la prospettiva della Spirale Umana, è qualcosa che
va oltre un curriculum vitae e dati demografici; implica la comprensione delle strategie di coping in gioco relative a una o più persone.
Dobbiamo avere una certa idea della sua percezione del mondo, quale
significato attribuisca (o attribuiscano) all’apprendimento, quali siano
le sue priorità, cosa possa motivarlo (o demotivarlo) e infine di che
cosa abbia bisogno per ottenere il cambiamento voluto. Quale è la sua
storia, l’esperienza passata? Cosa potrà emergere naturalmente, e quali
saranno i probabili ostacoli? Se ci riferiamo a «loro», parliamo sempre
di una serie di individui diversi, quindi nel servirci delle Domande
Fondamentali per integrare un approccio dobbiamo effettuare con
cura le necessarie differenziazioni. Nella nostra pratica, ci serviamo di
osservazioni, strumenti di valutazione, colloqui e qualsiasi altra cosa a
disposizione che possa colmare ogni vuoto. Inoltre, lasciamo sempre
una pagina vuota, perché persone e condizioni possono trasformarsi.
Successivamente passiamo a chiederci cosa. Adesso affrontiamo la
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natura del lavoro che deve essere fatto. Quanto è complesso? Analizzane
tutti gli aspetti: estremamente prevedibile o assolutamente incerto;
in condizioni di stabilità o di caos; ripetitivo o altamente variabile;
vicino o lontano; di squadra o solitario; semplice o complicato; fisico
o intellettuale; verbale o puramente attivo; misurabile o indistinto;
dettagliato o astratto; centrato sulla clientela o sul processo; al chiuso
o all’aperto; capace di dare un feedback immediato o risultati vaghi;
relativo ad aspetti tangibili o intangibili eccetera.
Successivamente prova ad analizzare le capacità intellettuali richieste dal lavoro in esame. Come dovrebbe essere per poterlo giudicare
un successo? Questo è direttamente correlato alla scelta di chi dovrà
realizzarlo. La scelta va basata su modi di pensare, capacità e forme di
intelligenza; avendo tutto ciò a disposizione, il soggetto può acquisire
le abilità necessarie. Il vecchio concetto di QI (quoziente intellettivo) è
ormai superato perché troppo ristretto e limitante. Lavorando in questo contesto, fai riferimento a modelli come la teoria delle intelligenze
multiple di Howard Gardner. Gardner sostiene che in un individuo
c’è molto più di quanto il QI possa valutare. In sostanza, ci sono molti
modi di essere intelligente e di adattarsi con efficacia. Le forme vitali
di intelligenza possono essere:
• Spaziale: senso di relazione con gli oggetti, le distanze e le direzioni.
• Linguistica: uso dei simboli e delle parole per trasmettere significati
ed emozioni.
• Logico-matematica: percezione dei processi razionali, ragionamento
e metodi analitici, complessità e predisposizione al calcolo, spesso
espressa sotto forma di relazioni matematiche.
• Fisico-cinestetica: essere in contatto con la propria muscolatura e
sapersi esprimere attraverso movimenti fisici coordinati.
• Musicale: senso del ritmo, della tonalità, del timbro e degli effetti
sonori.
• Interpersonale: capacità di comprendere motivazioni, ragionamento
e interpretazione dei processi degli altri e nelle relazioni.
• Intrapersonale: essere in contatto con il proprio sé interiore e disporre d’una metavisione del sé nel rapportarsi con gli altri.
• Naturalistica: percezione ecologica che permette di comprendere
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lo stato di salute dei sistemi viventi e dell’ambiente in quanto esseri umani che interagiscono con esso. [Una versione precedente
di questa forma di intelligenza apparve inizialmente sulla Spirale
sotto forma di uomini primitivi capaci di sopravvivere in un ambiente selvaggio, servendosi di quanto fornito dalla natura. Oggi è
necessaria un’intelligenza naturalistica che operi su scala diversa,
più ampia e più elaborata, poiché la Spirale si espande fino alla
comprensione degli ecosistemi terrestri più complessi per recuperare l’equilibrio e la sostenibilità d’un pianeta ormai a rischio.]
Tieni a mente l’idea gardneriana delle intelligenze multiple −
molti modi per apprendere e conoscere − quale punto di partenza
per analizzare il genere di lavoro che dev’essere effettuato, e i relativi
obiettivi. Quale intelligenza risulta essenziale? Quale meno rilevante?
Il lavoro richiede più intelligenza cognitiva o fisica, corpo o mente?
Ci sono forze ambientali che assumono un significato cruciale? E che
dire della consapevolezza di sé? Le persone possono essere profonde
e intuitive in molti modi diversi. Cerca di scoprire qual è il tuo modo
migliore di risolvere un problema.
Sono state costruite molte forme di psicometria per cercare di far
combaciare meglio persone e obiettivi da raggiungere. Ogni giorno
vengono effettuati migliaia di test, i cui risultati possono determinare il
futuro di una persona. Possiamo solo aggiungere che potresti risolvere
meglio gli interrogativi di qualsiasi progetto se riuscissi ad avere una
migliore prospettiva delle condizioni di vita e dei problemi esistenziali
che un determinato compito presenta, cercando poi di combinare le
persone dotate delle strategie di coping ideali con i problemi stessi,
rivolgendoti in particolare a chi ha le capacità e l’esperienza per
portare a termine un certo compito. Ciò non ti darebbe garanzie, ma
maggiori possibilità.
Per chiudere, chiedi quando? Proprio come gli individui, anche
le organizzazioni nascono, vivono un’infanzia entusiastica e piena di
rischi, raggiungono uno stato energetico ideale, giungono a maturità,
affrontano un declino graduale, malgrado gli sforzi di rallentarlo, e in
ultima muoiono. Persone, organizzazioni e governi attraversano tutti
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dei cicli vitali. Dove si trova la persona o l’organizzazione in questione
in questo preciso momento, in quale fase del suo ciclo vitale?
Dalle prime fasi del corteggiamento agli anni dopo il matrimonio,
le condizioni sono diverse. Analogamente, variano anche gli stili educativi per i bambini che muovono i primi passi e per gli adolescenti.
Offrire consulenza a una società appena avviata è qualcosa di ben
diverso dall’intervento in un impianto di produzione con radici che
affondano in secoli di attività. Il tempismo del nostro intervento è
altrettanto importante della sua formulazione. È necessario infatti
adeguarsi al ciclo di cambiamento lungo la Spirale, poiché ognuno
dei diversi livelli definisce una serie corrispondente di aspettative e
livelli di tolleranza. Analizzeremo più profondamente i princìpi del
cambiamento e della trasformazione nella parte successiva del volume.
E quindi: «Come chi dovrebbe... [aggiungere verbo] chi per fare
cosa e quando?» È questa la domanda. Maggiore è l’attenzione con cui
elaboriamo ogni suo aspetto, migliori sono le possibilità di trovare
soluzioni adatte ai problemi, che si tratti di assumere, comunicare,
motivare, insegnare, seguire, gestire o semplicemente comprendere
meglio le persone con cui abbiamo a che fare, perché fanno ciò che
fanno, e come potrebbe evolvere la situazione.
Talvolta sentiamo dire: «Io faccio già tutto questo». Forse è vero, ma
probabilmente è anche vero che lo potresti fare con più accuratezza,
differenziazione e integrazione. Ciò che ti stiamo chiedendo ora è richiamare alla mente questo interrogativo in tutto il percorso lungo la
Spirale Umana, facendo visita ai diversi livelli e alle transizioni dall’uno
all’altro. Se noi facciamo il nostro lavoro, tu avrai una quantità più
ampia di risposte migliori alla stessa domanda.
ATTIVITÀ
Prova la seguente attività: riempi gli spazi bianchi con tutte le
possibili alternative a cui riesci ad arrivare. Pensa alla persona specifica con cui interagisci. Scrivi il suo nome nello spazio CHI, quindi
aggiungi il verbo che rappresenta la vostra relazione. In altre parole,
fai brainstorming relativamente a questo schema progettuale, finché
non riesci a trovare un approccio innovativo:
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Come (fai la lista di tutti i possibili approcci realistici)
Dovrei (utilizza un verbo di relazione, come «guidare, seguire, convincere, addestrare, insegnare, vendere, occuparmi dei figli, amare,
mantenere il rapporto con» eccetera)
Chi (scrivi qui il nome della persona che hai scelto)
Per fare (descrivi l’obiettivo, l’attività, il compito da portare a termine,
da parte tua)
Quando (qual è il momento più opportuno?)
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La Spirale Umana:
otto livelli di esistenza
Sin qui hai svolto il lavoro preparatorio. Ora sei pronto ad approfondire
i sistemi di coping all’interno della Spirale Umana. Troverai persone
convinte che le Dinamiche a Spirale siano solo un codice di colori o
un modello di valori. Ma questa è solo una piccola parte, è perlopiù
solo Spirale senza Dinamiche. A questo punto hai preso familiarità
con la proprietà emergente, con la ciclicità e con l’interazione della
doppia elica. Hai descritto l’adulto maturo come credi che sia. E hai
capito che se le condizioni della vita cambiano, e compaiono nuovi
problemi, noi potremmo attivare un nuovo modo di pensare per
affrontarli, anche se forse non lo faremo. Ti sei reso conto che se il
pensiero cambiasse dall’interno di noi, potremmo iniziare a vedere il
mondo «là fuori» in modo molto diverso − non perché sia cambiato,
ma perché siamo cambiati noi − riformulando in tal modo il nostro
senso del significato della vita.
Ciò che è fondamentale per le Dinamiche è che entrambi gli elementi a doppia elica contribuiscano ai livelli − condizioni esterne e
neurologia all’interno – e che entrambi vengano calcolati negli sforzi
di cambiamento, sia personali sia collettivi. Quando le due metà
dell’elica sono allineate, la loro interazione produce un sistema stabile
di coping, cioè un «pacchetto» di sensori percettivi e comportamenti
che possiamo definire un livello di esistenza.
Permettici di ricordarti ancora una volta che i livelli «superiori»
non sono migliori di quelli «inferiori». Questa non è una scala di
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valutazione. Sono modi diversi di conferire senso al mondo, e di
agire di conseguenza. Sono sottosistemi dentro di noi più che «tipi»
di noi. Questa non è una gerarchia qualitativa di valori dal peggio al
meglio all’ottimo, benché comporti una maggior capacità di gestire
le complessità. Il passaggio attraverso ciascun livello aggiunge un
ulteriore strato alla «cipolla». A ogni strato aumentano le opzioni di
comportamento, ovvero un più ampio insieme di strategie di coping
per la gestione dei vari ambienti. Solitamente, chi è passato a livelli
più elaborati ha maggiori livelli di libertà d’azione di chi si trova a
un livello inferiore, con minori possibilità di scelta. Ciò però non
significa che sia più intelligente, più benevolo o più saggio, ma solo
che probabilmente scorge più possibilità. Senza tener conto di intelligenza, carattere, temperamento e molti altri elementi, non possiamo
sapere se eserciterà le sue scelte con saggezza o oculatamente. Forse
sarà qualcuno con meno opzioni che si ritroverà ad avere l’opzione
perfetta per una data situazione e saprà usarla brillantemente.
In generale, i sistemi di coping più elaborati offrono una maggior
capacità esplicativa, più modi per capire che cosa stia succedendo, e una
più ampia gamma di alternative comportamentali, perché ciascuno di
essi include strategie di coping di sistemi precedenti, aggiungendovi
poi qualcos’altro. È un po’ come gli anelli di crescita di un albero. Esattamente come i sistemi dentro di noi, gli anelli presentano differenze
di spessore a seconda di com’era un dato anno: alcuni sono larghi,
altri sottili. Il tutto varia da persona a persona, da un albero all’altro.
E non è detto che la persona con molti anelli sia migliore, ma se ha
una mente aperta probabilmente avrà maggiori possibilità, una più
ampia varietà di esperienze, e forse una visione più inclusiva.
Con un cambiamento dei sistemi gravesiani, pur restando nello
stesso corpo diventiamo persone nuove. L’intero «pacchetto» esistenziale muta: stile di apprendimento, relazioni, approccio organizzativo,
persino le priorità, ciò che conta davvero nella vita. A ogni svolta
scopriamo che i problemi precedenti ora vengono risolti in modo
lievemente diverso da prima. Sono «sussunti» (inghiottiti, riportati dal
caso specifico a quello generale) nel nuovo sistema, che ora focalizza
l’energia su qualcos’altro che prima non ci aspettavamo di vedere.
I vecchi sistemi non vengono però eliminati, e molti di noi sono
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in grado di tornare, se le circostanze lo richiedono, a delle loro forme
«risorte», sebbene non esattamente identiche alle precedenti. Nel
complesso, noi impiliamo nuovi modi di pensare sui vecchi come gli
strati di una cipolla, fintantoché se ne presenta la necessità e noi abbiamo l’energia e il potenziale per farlo. Quando abbiamo nuovamente
raggiunto uno stato di equilibrio, il nuovo livello si stabilizza e inizia
a sembrarci normale, un successivo status quo raggiunto. Non esiste
un numero prestabilito per queste autotrasformazioni nel corso di
una vita, anche se ben pochi di noi le attraversano tutte, e d’altronde
non è neppure necessario.
Finora, nelle ricerche basate sul pensiero di Graves sono stati
identificati otto livelli primari di esistenza, con fasi di transizione
tra l’uno e l’altro. Questi otto livelli primari sono rappresentati, nei
programmi delle Dinamiche a Spirale, dagli otto colori primari dei
sistemi di coping. Come abbiamo già detto, questi non sono «contenitori» per le persone, bensì modi di pensare a qualcosa che usiamo.
Alcuni di noi pensano alla maggior parte delle cose allo stesso modo,
e così hanno l’impressione di esser fermi a un colore. Altri si basano
su una combinazione di due sistemi contigui, magari con un piede nel
Blu e l’altro nell’Arancione, o uno nell’Arancione e l’altro nel Verde,
o magari a cavallo tra il Verde e il Giallo. Altri ancora creano compartimenti, e sembrano affrontare il lavoro in un modo, la famiglia e
i figli in un altro, e magari la propria fede religiosa in un terzo, come
se intingessero le dita in due o tre colori; in questi casi devi prestare
attenzione a quello dominante, e agire di conseguenza.
Denominare i sistemi
Abbiamo visto che i livelli possono essere denominati in modi
diversi. Il consiglio che ti diamo è: usa il modo che funziona per te,
quello che riesci a ricordare meglio. Nessuna di queste etichette è sacra
o magica; puoi ricorrere persino a nomi di verdure, se vuoi. All’inizio
delle sue ricerche, Graves usò i numeri: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 eccetera.
La relativa verbalizzazione sarebbe, pressappoco: il «coping di terzo
livello», il «pensiero di settimo livello», o l’«uomo di quinto livello» fa
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questo o quello. Questo uso lessicale è ancora popolare presso alcuni
trainer PNL della vecchia scuola, che insegnano versioni della teoria
soprattutto come modello e tipologia di valori. Ma a volte il lessico
basato sui numeri conduce ai problemi di Korzybski cui abbiamo
accennato in precedenza, con commenti del tipo: «I 4 fanno questo
e i 5 quest’altro. Lei è un 6, ma lui è solo un 3». Tutte le sfumature
verrebbero così annullate da una semplificazione eccessiva e indebita.
Una simile propensione a mettere etichette è il segno distintivo del
novizio che non conosce ancora bene la teoria, o di chi sta cercando
di volgarizzarla o è troppo pigro per darsi la pena di spiegarla.
Nella nostra prassi, per lo più rifuggiamo dai numeri perché ricordano i punteggi dei giudici olimpici; l’ordine gerarchico ti premia
o ti punisce su una scala da 1 a 8. La gente poi è tentata di dare a chi
apprezza e rispetta numeri alti per mera simpatia, e non perché il
numero descriva appropriatamente le sue condizioni di vita o la sua
neurologia. Alcune delle persone più amabili, sagge e generose al mondo
vivono nella foresta dei numeri bassi, sulla Spirale. Inoltre, i numeri
interi rendono molto difficile la trattazione dei vari sottosistemi e
degli stati transizionali intermedi.
Un’altra terminologia per i sistemi è quella dei colori. Questa è
la più comune. Come ormai sai, il codice dei colori fu introdotto in
applicazioni della teoria gravesiana e per scopi di training per sfuggire
alla gerarchia dei numeri. Graves stesso lo aveva accettato e talvolta ne
utilizzava la terminologia, ma non ne fu mai un grande fan, in parte
perché, come si è già detto, era parzialmente daltonico. E poi i colori
erano qualcosa di troppo aleatorio e non sufficientemente scientifico
per il suo gusto accademico, mentre lui desiderava una maggior precisione per la sua terminologia.
Comunque sia, noi pensiamo che i colori siano utili per almeno
un paio di motivi. Innanzitutto, sono piuttosto facili da imparare e
da ricordare: Beige per le praterie della savana; Viola per i rituali e il
magico; Rosso per l’emozione calda e l’ego; Blu per la giustizia celeste; Arancione per il progresso e lo sviluppo industriale; Verde per la
coscienza ecologica e i sistemi viventi; Giallo per il campo energetico
solare; Turchese per la Terra come sfera interdipendente coperta da
acque, nel vasto cosmo.
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In secondo luogo, a differenza dei numeri, con i colori non c’è
un ovvio ordine gerarchico; è più facile dire che sono neutri, e che
nessuno di loro è di per sé buono o cattivo. Il migliore è una questione di scelta e di adeguatezza alla situazione: ciascuno può essere il
migliore in una data circostanza. Possiamo avere delle preferenze in
base al nostro gusto, ma l’Arancione non è migliore o peggiore, cioè
qualitativamente superiore o inferiore, rispetto al Blu. Sono diversi,
tutto qua. Una delle cose più difficili da afferrare, per i neofiti del
modo di pensare a Spirale, è che i livelli sono tutti logici all’interno
dei loro contesti; ciascuno ha perfettamente senso nel contesto del
suo mondo. Ciascuno rappresenta una sorta di maturità in un dato
contesto. Esistono perché funzionano come mezzi adattivi per i vari
mondi che coesistono sul nostro piccolo, complicato pianeta.
Dire: «Lui è nel suo Rosso, ma lei è nel suo Verde» ha un senso
per chi sa qualcosa della Spirale Umana, e nel contempo non è una
terminologia così apertamente gerarchica come i numeri. Prova, per
esempio, a confrontarlo con: «Lui è un Rosso, ma lei è una Verde»
o a: «Lui è un 3 e lei è un 6». Avverti la tipologia? A Korzybski non
piacerebbe, e a noi neppure, perché la natura umana non è così semplice. Noi definiamo questo usare rozzamente i colori per etichettare
le persone «Spiral Paintballing»;* è facile, sì, ma dimostra anche una
scarsa comprensione dell’approccio.
Il terzo tipo di terminologia è costituito da coppie di lettere. La terminologia preferita da Graves mostra l’allineamento della doppia elica
facendo corrispondere una lettera della prima metà dell’alfabeto (A-M
per la prima elica), con una della seconda metà (N-Z per la seconda
elica), per esempio A-N, B-O, C-P, D-Q, E-R, F-S, G-T e simili. Per ora,
ti basti sapere che la prima lettera descrive un particolare insieme di
condizioni esistenziali nell’Elica 1 e di problemi esistenziali presenti nel
mondo: che cosa significa vivere per una persona, un gruppo o una
società, e come essi sentono di dover investire la propria energia vitale.
La seconda lettera di ciascuna associazione rappresenta invece
* Il paintball è uno sport il cui scopo è eliminare l’avversario colpendolo con
delle palline di gelatina riempite di vernice vivacemente colorata, sparate mediante
appositi strumenti ad aria compressa chiamati markers (marcatori). (N.d.T.)
72
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nell’Elica 2 il complesso di capacità neurologiche del cervello umano
che possiedono i mezzi necessari per affrontare tale mondo, il pensiero
che si adatta alle condizioni esistenziali. Si tratta del tipo di potenza
cerebrale richiesto per sopravvivere a tale mondo, la capacità minima
di pensiero. Quando le cose corrispondono, il sistema è in equilibrio,
allineato e congruente. Ma se cambia una delle due, la barca, prima
stabile, inizia a beccheggiare. Più avanti useremo variazioni di queste
lettere per descrivere le fasi del cambiamento e della trasformazione,
perché è un modo ancor più potente per descrivere come questi sistemi
operano nella vita reale.
Man mano che passeremo in rassegna i vari sistemi, troverai forse
sulle prime alcuni livelli fastidiosi, o addirittura bizzarri, e ti sentirai
invece a tuo agio con altri. Cerca per il momento di sospendere il giudizio, e accontentati semplicemente di comprenderli tutti in quanto
componenti necessari della Spirale Umana e fasi che molti di noi hanno
attraversato o attraverseranno. Ciascuno è stato un tempo l’avanguardia
delle strategie umane di coping: lo stato dell’arte e il meglio che noi
esseri umani sapevamo fare in quel dato momento. Senz’altro anche
tu ne avrai attraversati parecchi, e forse ne attraverserai ancora altri.
Tieni a mente che i tuoi pre-giudizi si basano sulle tue esperienze
di vita personali e su tutto ciò che già sai circa questi livelli. Cerca di
far piazza pulita dei tuoi preconcetti, tanto quelli favorevoli quanto
quelli sfavorevoli, di neutralizzarli, in quanto ciascun livello può
essere espresso in molti modi diversi, alcuni più attraenti di altri.
Come la tazzina di caffè, questi sistemi sono dei meri contenitori. È il
contenuto che vi viene versato a fare una buona tazza di tè o di caffè
o di cioccolata. Non criticare il contenitore per un contenuto amaro,
e ricorda che in un test di degustazione alla cieca, la bontà esiste a
prescindere dal recipiente. Dire: «Questo è un caffè perfetto» ci fa
capire assai poco della tazza. Dire: «Che bella tazza» non ci fa capire
nulla del caffè. L’esperienza che abbiamo dipende dall’interazione tra
loro − un buon sapore più una gradevole esperienza tattile e visiva:
«Che ottima tazza di caffè!»
Ciascuna delle «tazze» psicologiche che descriveremo ha costituito la strategia di coping più sofisticata a un certo punto della storia
umana, e alcune rientrano nell’evoluzione di ogni singolo individuo
73
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nell’itinerario dall’infanzia a una sana età adulta. Diciamo «alcune»
e non «tutte» perché, anche se il potenziale per tutte queste strategie
di coping esiste, e noi lo sperimentiamo, non necessariamente esse si
attivano in noi fino in fondo o allo stesso grado. Piuttosto, compaiono
nella misura in cui il nostro mondo lo richiede e la nostra neurologia
è in grado di gestirle. Noi andiamo solo fin dove abbiamo bisogno di
andare, e fin dove siamo in grado di andare in base alla nostra storia
personale, alla nostra costituzione biologica e al mondo in cui viviamo.
Le varie misure nella catasta
Non c’è fine alla Spirale Umana, e non c’è bisogno di collezionare
livelli per arrivare a possedere un set completo. Qui non stiamo facendo
dell’alpinismo: non c’è una vetta da raggiungere. Se sei altamente competitivo o autocritico, non ci crederai, anzi, starai già pensando: Dove
starò adesso, e come posso arrivare in vetta? Chi ho davanti a me, chi
è più evoluto di me? Che cosa devo fare per spostarmi sempre più in
alto lungo la Spirale? Che cos’è il top, e come posso diventarlo? Okay,
sappi soltanto che presto capirai perché tutto questo conta tanto per te.
Un mucchio di persone e programmi di formazione sosterranno
di poterti portare in terre promesse, a livelli sempre più alti e oltre
ancora. Noi non lo facciamo perché il posto migliore in cui essere è
dove le cose funzionano bene per te, dove tu trovi equilibrio e felicità,
dove ti allinei con il mondo in cui ti trovi e con le persone a cui tieni.
Se sei soddisfatto, allora sei esattamente la persona che devi essere.
Non lasciare che qualcuno ti venda dell’infelicità di cui non hai certo
bisogno. Renditi conto che altri trovano la felicità a modo loro. Se non
sei soddisfatto di come sei oggi, allora forse noi ti apriremo alcune
porte da prendere in considerazione. Entrarci o meno dipenderà solo
da te. È facile imparare nuove cose su cui riflettere; non lo è altrettanto
cambiare il tuo modo di pensare le cose.
Se stai leggendo questo libro per acquisire una nuova prospettiva
e una maggiore comprensione di te stesso e degli altri, allora sei nel
posto giusto. E anche se stai leggendolo perché ti senti perso nella vita,
ti trovi in difficoltà perché pur mettendocela tutta non riesci a gestire
74
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i tuoi problemi, ti senti fuori sincrono con il mondo che ti circonda,
o semplicemente non sai come uscire da una trappola, allora forse
possiamo darti qualche aiuto e qualche speranza, in queste pagine. Noi
non possiamo cambiare le persone, ma sappiamo che alcune persone
possono cambiare. Prova ad aprire la tua mente e a lasciare che un po’
di queste idee entrino e si muovano liberamente.
Quindi, rilassati. Questa non è una gara né una competizione.
Stiamo invitandoti a fare per un po’ il turista psicologico, a esplorare
altri modi di pensare e di essere, a fare un giro in mongolfiera per lo
spazio concettuale. Concediti il lusso di vivere per un po’ nei panni
degli altri e di comprendere la loro logica. I viaggi di scoperta iniziano
recidendo i legami con la sicurezza del già noto. Stiamo partendo per
un viaggio lungo la Spirale Umana: dunque liberati e scopri una nuova
visione della natura umana.
Anteprima del percorso
Iniziamo il nostro viaggio con una sorta di opuscolo turistico che
fornisce un’anteprima al viaggio evolutivo con l’ausilio di una piccola
storia. Visitiamo innanzitutto il Beige. Immagina la storia di un essere
umano, una femmina. Durante i primi mesi di vita, la neonata vuole
soddisfare solo i bisogni biologici primari in risposta ai suoi sensi:
mangiare, bere, dormire, urinare e defecare; in altre parole, soddisfare le
necessità fisiologiche primarie e imperative. Abbastanza presto a questa
lista si unirà il sesso. Il piccolo essere umano impara rapidamente grazie
al movimento e all’osservazione del mondo, soprattutto quand’essa
fornisce sensazioni di feedback. Il gattonamento e il contatto fisico
stimolano le reti neurali e creano connessioni cerebrali, nei bambini
e poi ancora negli adulti. Muovere i muscoli muove anche la mente.
Un po’ di Beige risiede ancor sempre nella memoria genetica laddove
albergano gli istinti di sopravvivenza. E il cervello affamato assorbe
costantemente. Presto, la piccola scopre che può far succedere delle
cose piangendo, sorridendo, scalciando e creando reazioni causali.
Persino in questa fase iniziale, lei ha una comprensione intuitiva della
meccanica semplice. Se vede qualcosa davanti a sé o le viene posta di
75
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fronte una barriera, sa che dovrebbe ancora essere lì: rimuovila dalla
sua vista ed esprimerà sorpresa. Lei inizia a usare le cose per agire su
altre cose.
Poiché un bambino è piccolo e vulnerabile, a volte non cogliamo
le capacità di coping del Beige, ma se trasferisci questi mezzi a un
corpo adulto e lo poni nel giusto tipo di ambiente, questa è una forma
perfettamente valida di esistenza umana adulta. Gli istinti e i sensi
serviranno sufficientemente bene a far assumere cibo, bere acqua e,
grazie agli ormoni, a condurre alla riproduzione. Uno stato da Età
della Pietra o, se si è fortunati, da Paradiso Terrestre.
Quando il nostro piccolo essere umano diventa una bimba in
grado di camminare e si muove dal Beige verso il Viola, acquisisce
forza e coordinazione muscolare. I suoi movimenti diventano più
deliberati, e lei inizia ad agire sul mondo che la circonda. Comincia a
riconoscere i segni e i simboli delle cose, cosicché le rappresentazioni
hanno ora un significato, per lei. Sta sviluppando capacità linguistiche, oltre che visive. Guarda, ascolta, tocca, annusa, gusta. E memorizza le sensazioni che prova, per poi tornare a farvi riferimento in
seguito. Inizia a manipolare forme mentre si rende conto che le cose
accadono per una ragione, e che lei non coincide con quelle cose. La
sua copertina rosa è speciale. Il suo orsacchiotto è il fido compagno,
non un semplice peluche imbottito di cotone. Inizia a denominare le
cose per differenziarle. Vede che i grandi (che poi diverranno papà e
mamma, e in seguito gli anziani, nel senso di «saggi per età») la fanno
sentire bene e al sicuro. Per contro, inizia a concettualizzare un vago
senso di in-sicurezza. Fa affidamento sugli altri per soddisfare i suoi
bisogni; in cambio impara a compiacerli con gongolii, risatine e gesti
di afferramento.
Man mano che le sue competenze linguistiche si ampliano, la piccola
inizia a imparare dagli esempi contenuti nelle fiabe e dall’osservazione
diretta. Fiabe e racconti popolari forniscono spiegazioni del perché
le cose accadono, a questo livello di complessità. Babbo Natale porta
doni buoni ai bambini buoni, e il mostro che vive nel ripostiglio buio
porta pericolo. Compaiono i concetti di bene e male. La bimba inizia
a personificare le proprie bambole. La piccola umana comincia anche
76
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a capire di far parte di un gruppo, di un nucleo famigliare. Ha ancora
bisogno di qualcuno più grande, più forte e più saggio da cui dipendere.
Applica tutto questo all’età adulta e alla storia umana mentre
giungiamo al coping Viola. Si tratta di un modo di pensare antico, che
resta ancor oggi profondamente radicato in noi. I miti e i racconti dei
popoli che fanno ancora affidamento su questo sistema contengono
spesso tesori di saggezza e scoperte sulle piante e sulla natura acquisiti
in secoli e secoli di apprendimento, attraverso tentativi ed errori. Tabù
e superstizioni derivano spesso da un’esperienza millenaria. Questo
livello viene a volte sbrigativamente etichettato come primitivo e
superstizioso, ma non lasciarti ingannare: questo approccio alla vita
sul pianeta Terra è durato infinitamente più a lungo della nostra
storia scritta.
Dopo un po’, la nostra bambina ne ha abbastanza di dipendere
dagli altri e smette di fare ciò che le viene detto. Non ha più così tanta
paura del mostro nel ripostiglio. Ora è pronta a fare da sola. Sa di
essere se stessa e non il gruppo, però a volte non capisce che gli altri
non sono estensioni di sé, e non vedono attraverso i suoi occhi, né
condividono sempre il suo punto di vista. Il pensiero, a questo terzo
livello, il Rosso, è egocentrico. La bambina sa contare e persino classificare per similitudine e differenza. Sa rapportarsi al tempo: passato/
presente/subito. Ma la sua attenzione si focalizza sul momento: «Lo
voglio adesso!» Inizia a distinguere rapporti di dominio e di potere,
inizialmente esercitandoli con bambole e peluche, poi con gli animali
domestici, poi con fratelli e genitori. Questa fase del «provare le proprie
ali individualistiche» è talora detta «i terribili due anni» perché è il
primo esercizio di indipendenza Rossa. Un vero senso di colpa non
esiste ancora, benché la parola «scusa» − priva però di un senso pieno
delle conseguenze − venga facile.
Il compiacere se stessi ora sopravanza di gran lunga il compiacere
gli altri. Streghe e angeli, principesse e incantesimi ben si sposano a tale
mentalità, in quanto si allineano a questa visione quasi feudale della
vita. L’immaginazione è attiva, sebbene le cose importanti debbano
essere concrete e tangibili. Man mano che l’indipendenza egocentrica
cresce, la bambina si accorge anche che i coetanei che non obbediscono
ai grandi – i bambini cattivi − a volte ottengono più di lei. È diver77
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tente testare i limiti e crearne dei propri, per esempio visitare la casa
«infestata» all’angolo e tornarne indenne, o andare sulle spaventose
montagne russe: «Ti sfido!» Il Rosso compare in quegli adolescenti
che vogliono ciò che vogliono e lo vogliono subito, senza pensare alle
conseguenze né aver la pazienza di attendere. «Non dirmi cosa fare.
Non ho bisogno di permessi. Decido io per me.» «Dammi i tuoi soldi
per la merenda se vuoi che sia tuo amico.»
Porta tutto questo a livello sociale e avrai il mondo dei cavalieri
e delle dame, dei contadini e della nobiltà. Il mondo dei dittatori e
degli sfruttatori, in cui una minoranza domina e i più lottano per
sopravvivere. È un tipo di posto alla «cane-mangia-cane», in cui la
vita vale poco. Per averne un’idea, visita Mogadiscio o una prigione
in Honduras. Chiedi a un bambino soldato in Costa d’Avorio o nella
Repubblica del Congo che ti descriva la personalità matura operativa. Nel mondo Rosso, l’infanzia è un lusso breve, se mai esiste. La
sopravvivenza fino a domani non è sicura, sicché conviene vivere alla
giornata. Nella storia, questo è il pensiero che conquista mondi e apre
frontiere. È coraggioso e spesso eroico, e ha sentimenti di tenerezza per
pochi intimi, mentre la maggior parte della gente è reificata, ridotta
a mero oggetto.
Agire impulsivamente senza pensare alle conseguenze a volte funziona, a volte no. Se la nostra bambina inizia ad assumersi la responsabilità
dei propri fallimenti anziché incolpare qualcun altro o la sfortuna, sta
muovendosi nella Spirale Umana verso il Blu. Capisce che non fare i
compiti porta a brutti voti, e a problemi con il prossimo. Una stanza
disordinata significa niente dolce a cena. Fare le faccende domestiche
invece frutta una mancetta. Seguendo certe regole non si resta chiusi in
casa in castigo dopo la scuola. Seguendone altre ed essendo puntuali,
gli insegnanti trattano meglio che non se si è in ritardo. Comportarsi
male per ottenere l’attenzione altrui lascia il posto al conformismo
e all’obbedienza all’autorità per ottenerne l’approvazione. Questo
porta a imitare l’autorità e a punire il cane, il fratellino minore o la
bambola. La ragazzina inizia a vedere gli effetti delle proprie azioni su
se stessa e, soprattutto, sugli altri. Inizia a vedere le cose dal punto di
vista altrui. Applica standard, comincia a valutare in termini di giusto
e sbagliato. Categorizza le cose. Vede tanto il nero-e-bianco quanto il
78
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bianco-e-nero. Il contare diventa matematica, il disegno geometria,
l’immediatezza si estende nella pazienza e la magia diventa religione.
La ragazza rispetta l’autorità e l’anzianità, imparando a evitare le
punizioni e a inseguire premi anche fortemente differiti nel futuro:
la laurea, la pensione, la salvezza.
La nostra personalità in evoluzione ora desidera una struttura e
princìpi organizzativi che guidino il suo comportamento e strutturino il caos del mondo. Pensa in modo più astratto e inizia a porsi
domande del tipo: «Per essere felice domani, che cosa devo fare oggi?
Se seguo le regole, eviterò di soffrire? Qual è il libro giusto da seguire
per imparare l’unica Verità, il senso e lo scopo della mia vita? Qual
è il modo giusto e corretto di vivere come persona per bene?» Cerca
risposte fuori di sé e della famiglia. In realtà, guarda sopra tutti i
mortali perché ora vede la loro debolezza e ha bisogno di qualcosa di
più perfetto, meno fallibile, meno fragilmente mondano. Ha scoperto
di sentirsi in armonia con l’approccio sociale e psicologico del Blu.
In alcune società, il Blu è gestito da una classe sacerdotale o di sangue
blu più che da élite di potere. L’autorità sta nella discendenza di sangue
e nella posizione, non nella forza bruta o in una pistola veloce. Pensa
all’Inghilterra vittoriana, o all’immagine tradizionale della gerarchia
ecclesiastica. È un modello del mondo che ha servito eserciti e governi,
organizzazioni laiche e religiose per secoli. Missione, senso e scopo
della vita sono le motivazioni principali. Ricompense e punizioni sono
all’ordine del giorno. Conoscere e/o trovare il proprio posto giusto e
corretto porta alla pace mentale. Sacrificare l’interesse personale per
il bene altrui frutta ricompense eterne in una vita futura. A volte si
tratta di un’esistenza estremamente pacifica di contemplazione, altre di
quella estremamente bellicosa del soldato in un’interminabile battaglia
cosmica del bene contro il male. Molti si fermano a questo livello e
vivono tutta la vita seguendo il percorso del Vero Blu che è stato loro
dato e che li guida circa ciò che è giusto o sbagliato.
Ma per la nostra ragazza ancora in evoluzione, l’obbedienza può
diventare noiosa. La stabilità e l’ordine del Blu iniziano a sembrarle
una costrizione. Potrebbe tornare al Rosso e attraversare una fase
turbolenta, come fanno molti adolescenti di nuovo impulsivi, in balia
delle tempeste ormonali e del senso di invulnerabile immortalità. E
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ovviamente potrebbe anche cedere e biasimarsi per i suoi dubbi e il
suo egoismo, cercando un’assoluzione e facendo penitenza per i suoi
peccati e trasgressioni. Ma nel suo caso, l’allettamento delle possibilità è troppo grande. Passa risolutamente all’Arancione e − «Oh, mio
Dio!» − si trova di fronte a scelte, opzioni, contraddizioni, e soprattutto
all’autosufficienza, alla convinzione di poter fare da sé. La sua fede
ora è tutta riposta nelle proprie potenzialità e nella propria capacità
di cambiare le cose; si sente autorizzata ad agire. Dio vuole che abbia
successo e si faccia strada nella vita, adesso. È lei stessa ora la propria
autorità legittima, e gode di una fase espressiva più strategica e ponderata di quella tipica dell’impulsivo periodo Rosso, anche se a un
osservatore casuale, che si chieda solo cosa stia facendo anziché perché
lo faccia, potrebbe risultare simile.
Seguire regole fatte da altri in vista di una ricompensa futura può
portare alla domanda: «E il qui e ora? Non è possibile avere la botte
piena e la moglie ubriaca?» La ragazza vede che le regole che fornivano
stabilità non devono necessariamente essere così rigide; possono essere
usate e manipolate, se si è astuti. «Non sei bloccato nel tuo ruolo; puoi
crearne uno nuovo e migliore. Puoi cambiare le regole!»
Lei è ben consapevole del fatto che anche gli altri hanno desideri
e bisogni, e si rende conto che può tornarle utile non turbarli o innervosirli inutilmente. Impara a far calcoli, confrontare possibilità,
usare diplomazia. Gli impulsi scatenati nel Rosso, che lei ha tanto
severamente represso con il senso di colpa nel Blu per paura di cedere
alla tentazione e al male, vengono nuovamente liberati, ma con moderazione e sotto il suo controllo. La ragazza usa le proprie emozioni e,
nel farlo, inizia a veder svanire parte della fiducia che altri nutrivano
in lei. Spinta dal desiderio di confrontarsi, competere e vincere, inizia
a capire che ci sono espedienti ed escamotage per risolvere i problemi
della vita. Impara il compromesso, impara a farsi strada e a negoziare
quid pro quo. Negozia persino con Dio.
Il quinto livello, l’Arancione, è sorto con il Rinascimento e l’Illuminismo. Non più signori della guerra e feudatari come nel Rosso, e
la verità si espande al di là della classe sacerdotale che ne era la custode
– in ambito religioso o scolastico − per raggiungere la classe media,
curiosa e in crescita, che vuole decidere da sé e scegliere la propria verità.
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Questo è il mondo dell’imprenditorialità e dei mercati, dei profitti e
delle invenzioni. L’avversione al rischio del Blu viene messa da parte
quando l’uomo ottimista conclude che tutto è possibile perché Dio
ci ha consegnato questo mondo affinché lo usassimo, ci evolvessimo
e migliorassimo come ci detta la nostra ragione.
Il nostro essere umano in via di sviluppo inizia a quantificare,
misurare, catalogare e poi sperimentare per vedere se le cose possono
essere migliorate. Tenta di essere logico e apprezza la razionalità, ma è
pragmatico. L’ideologia viene ora sottoposta a verifica; interrogativi e
dubbi non sono eresia. Il passato è un trampolino di lancio verso un
futuro migliore: non conservare, evolvere, è il suo motto. La giovane
anela a un risultato rapido, ma è anche disposta a investire un po’ di
tempo e di fatica per ottenerlo, anziché volere tutto e subito come
nel Rosso.
Questo sistema di coping è alla base di gran parte del business,
della governance e dell’istruzione moderni. Il training e il coaching
di milioni di persone si basa, oggi, su questo sistema, così come pure
le vendite e il marketing. Esso è spesso contraddistinto da una sfumatura di egoistica indipendenza. Ma i conflitti tra Arancione e Blu
alimentano anche molti dei conflitti geopolitici attuali, perché le fazioni
basate sul Blu vedono l’Arancione come una minaccia terribile per le
verità assolute che esse hanno giurato di difendere, mentre le fazioni
basate sull’Arancione vedono il progresso tecnologico come l’unica
speranza per il futuro dell’umanità, e con i loro azzardi mettono a
repentaglio il pianeta.
Può essere che il nostro essere umano in via di sviluppo trovi la sua
versione di successo e di soddisfazione nell’Arancione, e si fermi lì;
se così fosse, quello potrebbe essere il punto più lontano sulla Spirale
Umana in cui ha bisogno di andare. E come a qualunque altro livello,
la nostra giovane donna potrebbe trascorrervi un’esistenza felice e
gratificante, nella propria versione della «dolce vita». Oppure potrebbe
scoprire che il coping secondo il modello Arancione crea nuovi problemi, che né competere con gli altri, né ammassare ricchezze, né cercare
di rendere le cose sempre più grandi e migliori riescono a risolvere.
Può avvertire le lacune create durante il suo passaggio nell’Arancione.
«Per arrivare in cima mi sono lasciata alle spalle delle persone.» «Per
81
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ottenere ciò che volevo ho calpestato qualcuno.» «Ho il rispetto degli
altri, ma non la loro fiducia.» «Sono al vertice, ma mi sento sola.» «Ho
tutto ciò che voglio, però ho danneggiato la natura e l’ambiente... e
inquinato i rapporti umani.» «Sicuramente la me stessa glamour che
conosco non è la mia intera personalità», dice, mentre ricomincia a
guardare verso l’esterno in cerca di punti fermi a cui ancorarsi.
Man mano che il Verde si risveglia in lei, ha bisogno di relazionarsi
con gli altri grazie all’attivazione di quei neuroni che ci permettono
di essere veramente empatici; esce finalmente fuori da se stessa e
inizia a capire davvero gli altri. Le verità assolute del Blu, che si erano
trasformate in opzioni tra cui scegliere pragmaticamente il meglio
nell’Arancione, sono ora diventate un campo relativistico assolutamente privo di risposte facili, soluzioni semplici, al di là del bene e del
male. Tutto è sempre relativo alle situazioni e a chi ne fa parte. Per la
nostra persona in evoluzione, la vera felicità ora viene dall’appartenenza e da un senso di contribuire intimamente, non da beni, status
sociale, successi o risultati: cose che le appaiono ormai vuote. A spingerla non è più la brama di competere e raggiungere il top; desidera
invece sentirsi emotivamente legata, appartenere, perché è grazie alla
sinergia di quei vincoli che il suo spirito interiore si libera. Sente una
forza d’amore che la trascende, ma che è senza forma e senza nome.
I dogmi e le dottrine del Blu ora non le servono più. Prova una gran
sete di spiritualità, ma non di religione. È entrata nella zona Verde.
Su larga scala, rinveniamo aspetti di Verde in alcune aziende multiculturali che hanno capito come i dipendenti siano esseri umani con
famigliari, genitori, amici e animali domestici, e che tutte queste cose
contribuiscano alla nostra personalità. Hanno capito che i dipendenti
sono autentici se lavorano in modo socialmente responsabile e per
profitti ecologici. Nel Verde il nostro lavoro si svolge in un contesto
comunitario, i fattori umani e l’appartenenza sono considerazioni di
primaria importanza. Il Verde si manifesta in alcuni partiti politici e,
nel recente caso della Norvegia, nella reazione della gente alla tragedia della strage. I gruppi che lavorano in contesti ambientali e sociali
a volte adottano davvero il pensiero F-S, altre volte semplicemente
si «travestono» di Verde per meri scopi di marketing. Dunque non
confondere dichiarazioni di obiettivi umanitari ed ecologici con il
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pensiero di sesto livello: per essere Verde ci devono essere al tempo
stesso i contenuti e il coping, l’Elica 1 e l’Elica 2. Il coping F-S Verde
comporta relativismo e consapevolezza del contesto, non certezza o
autorità imposta.
Forse la nostra persona in evoluzione troverà la sua pace nel Verde.
Se i problemi che incontra nel suo mondo si risolvono pensando in
questo modo, fa benissimo a trovare un equilibrio e a stabilizzarsi qui.
Questo sarà il suo «tanto mi basta». O forse si stancherà della collaborazione e delle attività collettive e inizierà a cercare un percorso più
individualista. Per farlo potrà tornare all’Arancione oppure spingersi
verso il Giallo.
Benché non ci siano ancora molte persone potenti che vivono e
operano a questo livello F-S Verde, molti stanno iniziando a riconoscere i problemi e a passare progressivamente verso il Verde. Questo
approccio riconosce le disuguaglianze sociali ed economiche e mira
a ridurre il divario tra chi ha e chi non ha, chi sa e chi non sa, perché
è caratterizzato da equità e sensibilità. Quando accade qualcosa di
brutto, ne cerca le ragioni anziché la vendetta; mira all’armonia anziché al conflitto.
Graves diceva che, per la nostra specie, il sesto livello potrebbe essere
quello di più breve durata dei primi sei perché il coping condotto in
questo modo consuma una gran quantità di energia psichica – avere
sensibilità, sollecitudine, relazionarsi e cooperare consumano l’individualismo – e nel contempo ci apre gli occhi a problemi esistenziali
ancor più grandi, che richiedono più della cooperazione per essere
risolti, i problemi G-T Gialli. E per molti bloccati nell’Arancione questo
luogo psicologico è temibile, detestabile, una perdita di tempo: perché
lottare tanto duramente per ammassare beni se poi dai via tutto?
Ricorda che quando la nostra persona in evoluzione era ancora
nella sua fase Blu, razionalizzava la vita e la morte, la battaglia del
bene contro il male, e le classi che dividono gli esseri umani con un
progetto provvidenziale dove tutto è già scritto; era un’attrice in una
commedia messa in scena da un regista invisibile che richiedeva la
sua fiducia. Era del tutto sottomessa a un potere superiore. E per un
po’ si era sentita bene.
Quando era passata all’Arancione, aveva sentito il regista dirle
83
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di improvvisare sul palcoscenico della vita. Niente copione, né ruoli
assegnati al momento della nascita. Nell’Arancione era lei l’artefice
del proprio destino; poteva riscrivere il copione con le sue abili scelte:
nuovi inizio, svolgimento e finale, mentre sceglieva di ricreare se stessa.
Era convinta che lo sforzo diligente e la ricerca intelligente, congiunti
a una buona dose di volontà e di immaginazione, potessero trovare
soluzione a tutti i problemi e darle l’indipendenza che desiderava.
Stava, nella sua fantasia, diventando una star!
Con il Verde ha però iniziato ad avvertire una libertà che era anche
incertezza e confusione. Il suo bisogno di celebrità, di essere una star,
ha iniziato a svanire per far posto al desiderio di rendere altri delle
star. «Così tanti sentimenti, così poco tempo per sperimentarli. Così
tante persone, come posso conoscerle tutte?» Essere una star significa
essere al di sopra degli altri, essere venerati e invidiati. Ma si è soli,
lassù al top. La nostra giovane in evoluzione ha scoperto di aver perso
il contatto con le altre persone; anzi, di aver perso il contatto con il
suo stesso essere interiore.
Autonomia nell’Arancione significava separazione, e con il Verde
lei ha sacrificato parte della sua ritrovata individualità per adattarsi
al gruppo e provare la sensazione di una vera appartenenza. Ma il suo
passaggio attraverso l’Arancione era necessario; le ha dato i mezzi
per costruire nuovi ponti e connessioni che l’hanno arricchita come
persona, non solo nella carriera. Ora finalmente si chiede, senza
timori e con coraggiosa curiosità: «Chi sono io, davvero? Che ruolo
ho in questo meraviglioso universo? Che contributo posso dare alla
vita degli altri? Quello che faccio come influisce sulla loro esistenza?
Quali sono gli influssi invisibili delle mie azioni e delle mie attività?
E gli altri, come si percepiscono l’un l’altro e come percepiscono il
loro mondo?»
Mentre alcuni tornano al Blu per trovare la propria versione di
queste risposte, una regressione a uno stadio di pensiero precedente
non porta alla nostra persona in evoluzione delle risposte che soddisfino le esigenze di questo livello di complessità. Comprensione,
appartenenza, sollecitudine, condivisione e collaborazione hanno
ri-energizzato la sua individualità e rimodellato la sua sensazione
di saperne di più rispetto al gruppo, talvolta, e di non avere bisogno
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di dogmi. Ci sono molte verità simultanee e coesistenti tra cui deve
destreggiarsi, eppure deve sceglierne una e agire in base a essa. Così
facendo esce della comunità del Verde ed entra in quella del Giallo.
Scopre ancora una volta di vedere il mondo in modo nuovo; inizia
a vedere dov’è stata con nuova chiarezza. Poiché non desidera più
l’autonomia quanto nell’Arancione, né ha più il bisogno spasmodico
di appartenere e sentirsi inclusa come nel Verde, non ha più bisogno
né di negare il suo prossimo né di aggrapparcisi. In realtà, non brama
più nulla; i timori che la intrappolavano sono in gran parte scomparsi.
Vuole solo sperimentare l’essere.
Ciascuno dei sei passaggi che ha attraversato l’ha lasciata con una
nuova visione del mondo e un nuovo senso di come funzionano le
cose, un nuovo anello nel suo albero. A ogni nuovo anello è cambiata
come persona, e ha cambiato la sua visione del mondo e delle cose,
nonché il suo modo di pensare. Ora inizia a capire che ciascuna fase,
ciascun anello le ha dato punti di forza e punti deboli, e come tanto
gli uni quanto gli altri hanno contribuito alla sua crescita. Lei non è
necessariamente una persona migliore per aver fatto questo viaggio,
ma una viaggiatrice più esperta, con una maggiore facilità a vivere
nel mondo e insieme un minor compiacimento nei suoi confronti.
Si rende conto, da questa nuova collocazione sulla Spirale Umana,
di quanto le migliori soluzioni che ciascun livello precedente aveva da
offrirle fossero soluzioni adeguate a quel livello, ma nessuna sufficiente
per questo livello di complessità. Ora intravede nuovi problemi, che
influiscono sull’intero sistema e su ogni essere a tutti i livelli, simultaneamente. È colta da una sorta di timore reverenziale, ed è preoccupata perché, come nel Beige, è in gioco la sopravvivenza stessa. E
questa volta non la sopravvivenza individuale, ma quella dell’Homo
sapiens. Però non ha paura, sa che non serve a niente, né si ripropone
di sistemare le cose: sa che a questo livello non può farlo, e che alcuni
problemi non hanno soluzioni facili. Sceglie di vivere in modo da non
danneggiare altre persone o il pianeta, e cerca di dare un contributo
positivo con la propria esistenza, eppure vive per se stessa e persegue i
propri interessi, mentre contempla i sei sistemi che sono ancora attivi
nel suo mondo. Sa che la complessità è grande.
Se il modello della teoria gravesiana prosegue, nello stadio suc85
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cessivo la nostra persona in evoluzione inizierà a guardare fuori di
sé per cercare qualcosa di più grande cui sente di partecipare − un
campo energetico, magari, che ospiti quanto la sua mente cosciente
ha creato come suo «sé». Lei sentirà e vivrà la sua vita come un frattale
di un tutto più grande rispetto a tribù, fedi o la consapevolezza di
Gaia. Questa è una strategia di coping per vivere come partecipante
attivo in questo mondo, con tutti i suoi abitanti e le sue conoscenze
e i suoi problemi, non su qualche altro piano. La nostra persona in
evoluzione guarderà fuori di sé per cercare un orientamento e sentirà
un’affinità con la vita − non solo con le altre persone − ma non si
ammanterà di gerghi esistenzialisti e vesti da mistico. Perché? Perché
gli esseri individuali indipendenti devono connettersi per risolvere i
problemi dell’ordine successivo, e questi coinvolgono un complesso
sistema esistenziale che stiamo solo iniziando a comprendere. Fisica
e metafisica si stanno avvicinando. E questo richiederà nuovi modi
di pensare che si estenderanno ben al di là dei social network e di Internet. Che forma prenderà tutto questo, e quali ne saranno gli effetti
e le ripercussioni, ce lo dirà il futuro.
A questo punto dobbiamo esortare a una grande cautela perché
stiamo spingendoci oltre la psicologia, verso la fisica e la filosofia.
Secondo noi, i sistemi oltre il settimo livello Giallo si stanno ancora
formando, sono idee su cui riflettere, ma non ancora modi di pensare
alle cose, almeno per quanto ne sappiamo. Perché? Perché ci pare che
il mondo al momento sia ancora dominato da problemi di livello
D-Q ed E-R con un gran discutere di problemi di livello F, ma che
le relative soluzioni non si intravedano ancora. Il settimo sistema, il
Giallo, sta appena emergendo ora, e non ha ancora avuto un influsso
abbastanza forte da attirare l’attenzione umana verso le problematiche
del livello successivo. Ancora non riusciamo a metterci d’accordo sui
cambiamenti climatici, su come ripulire gli oceani, smettere di inquinare l’atmosfera, uscire dal business della guerra, sfamare gli affamati
del pianeta o informare la gran parte del genere umano di quanto si
sa al termine del 2012.
Se fai una ricerca nell’ambito della spiritualità e della cosiddetta
«filosofia pop», troverai una montagna di chiacchiere su livelli più
elevati, coscienza estesa, profondità olistiche, stati trascendenti dell’es86
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sere e percorsi verso qualche non meglio identificato stadio finale di
illuminazione o simili. Benissimo, bellissimo. Studia e impara. Poi, per
favore, chiedi a te stesso se in tutto ciò scorgi un nuovo tipo di essere
umano, un nuovo modo di pensare, oppure un elaborato e prolisso
modo di ripresentare cose già note con un nuovo gergo e una nuova
ripresa di pensiero D-Q o F-S. Ti raccomandiamo di mantenere una
mente e uno spirito aperti, nonché di accertarti che chi dice e scrive
tante belle parole stia poi concretamente percorrendo il cammino
tracciato dalle proprie concettualizzazioni. Un sacco di persone stanno
costruendo un business e facendosi dei gran soldi intorno al Giallo
e al Turchese: attento a quello che fanno, oltre a quello che dicono.
Una volta capite e assimilate le basi di questo libro, prosegui e verificale da te. Esplora. Indaga. Ci sono molte cose che noi non sappiamo
e non pretendiamo di poter insegnare. Nel contempo, prendi anche
coscienza del fatto che molto di ciò che accade nel mondo d’oggi su
questa Terra accade perché la gente pensa nei primi sei modi, con la
maggior parte dell’umanità incentrata intorno al Blu fedele e all’Arancione industriale, una minoranza che sta entrando nel Verde sociale e
una minoranza ancor più ristretta che sta passando nel Giallo sistemico,
mentre altri sono ancora alle prese con dittature di sfruttamento del
terzo Rosso e teocrazie autoritarie, espressione del quarto Blu.
L’avanguardia e il futuro sono sempre affascinanti, ma sebbene i
problemi presenti qui e ora possano essere meno romantici e stimolanti, risolverli con saggezza è ciò che renderà possibile un domani
illuminato. Più livelli sarai in grado di comprendere, più opzioni avrai
per capire che cosa succede e come rispondere in modo congruo. E
dunque, costruisci la tua Spirale con gioia.
Nella prossima sezione approfondiremo tutti questi colori della
Spirale Umana sin qui velocemente tratteggiati come stadi di sviluppo. Sei pronto ad affrontare l’arcobaleno? Se la risposta è sì, diamo
un’occhiata in modo più dettagliato a ciascun sistema di coping.
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• Costruire relazioni personali e professionali più gratificanti.
• Interagire al meglio con i tuoi colleghi, che tu sia il leader,
un partner o un collaboratore.
• Capire perché ciò che a te sembra assurdo e irrazionale per
altri è assolutamente logico.
• Migliorare la comunicazione ampliando il tuo repertorio di
«linguaggi psicologici», per farti comprendere meglio.
• Interpretare i fattori chiave per scegliere la persona più adat-
ARANCIO Opportunità/successo; competizione per raggiungere risultati; influenza; autonomia.
VERDE Armonia/amore; unione per una crescita reciproca; consapevolezza; senso di appartenenza.
SPIRAL
• Aumentare la tua leadership e rafforzare la capacità di con-
durre i team.
•
Comprendere il mondo complesso e in continuo cambiamento in cui vivi.
ROSSO Potere/azione; asserzione del sé per dominare gli altri; controllo; piacere sensuale.
BLU Stabilità/ordine; obbedienza per avere ricompense successive; significato; scopo; certezza.
THE
ta a gestire un problema, un gruppo, un processo.
BEIGE Sopravvivenza; soddisfacimento delle necessità corporee; riproduzione; appagamento dei bisogni primari.
VIOLA Placare il regno degli spiriti; onorare gli antenati; protezione dal male; legami famigliari.
Christopher C. Cowan
Natasha Todorovic
Claudio Belotti
THE
I LIVELLI DELLA SPIRALE
e quello che gli uomini di ogni mondo cercano nella vita…
• Capire perché gli altri pensano ciò che pensano.
SPIRAL
CLAUDIO BELOTTI lavora come coach e trainer da oltre vent’anni e ha
formato migliaia di persone in quattro continenti. È l’unico europeo
dei 4 Senior Trainers al mondo scelti personalmente da Anthony
Robbins. Ha il massimo livello di specializzazione in PNL ed è il solo italiano ad avere il titolo di Master Trainer in NLP for Business. È
il maggior esperto italiano in Dinamiche a Spirale e la sua società,
Extraordinary, è l’unica nel nostro Paese a erogare corsi di specializzazione in materia (www.extraordinary.it). È autore del libro La vita
come tu la vuoi, pubblicato da Sperling & Kupfer, e di molti audiocorsi bestseller su iTunes.
Tiene un blog sul suo sito www.claudiobelotti.it
Il libro che, per la prima volta in Italia, spiega la teoria alla
base delle Dinamiche a Spirale.
Un approccio che ti svelerà nuove sfumature e dimensioni
della realtà e della natura umana e che ti permetterà di:
Christopher C. Cowan
Natasha Todorovic
Claudio Belotti
CHRISTOPHER C. COWAN è stato allievo di Clare Graves, lo studioso della
teoria alla base delle Dinamiche a Spirale. Coautore di Spyral Dynamics. Mastering Values, Leadership, and Change, il testo di riferimento,
ha curato i libri più importanti pubblicati sul tema. NATASHA TODOROVIC e Christopher C. Cowan hanno accumulato un’esperienza di
cinquant’anni nella crescita personale e sono i massimi esperti della
teoria di Graves, di cui hanno continuato gli studi. Insieme tengono
conferenze e offrono consulenze in tutto il mondo su management,
leadership, trasformazioni culturali, valori e cambiamento.
www.spiraldynamics.org
Questo libro è disponibile anche in versione ebook
www.sperling.it
www.facebook.com/sperling.kupfer
Capire e prevedere
i comportamenti
degli altri con le
Dinamiche a Spirale
Vuoi capire il modo di pensare
e di comportarsi di una persona,
in una determinata situazione,
in un particolare momento?
Le Dinamiche a Spirale sono un rivoluzionario approccio psicologico basato sugli studi
dell’americano Clare Graves e applicato da
decenni in molte parti del mondo con risultati eccezionali. Un esempio su tutti: Nelson
Mandela se n’è servito nell’impresa quasi
impossibile dell’integrazione in Sudafrica.
A seconda del proprio stato di evoluzione
psicologica ed emotiva, ogni persona (ma
anche ogni gruppo, ogni comunità, addirittura ogni Paese) «orbita» intorno a uno dei
livelli della Spirale – l’immagine con cui viene visualizzata la teoria – e a ciascun livello
corrispondono convinzioni, priorità, esigenze diverse che motivano azioni e scelte. Una
volta individuato il livello più utilizzato,
applicando questo approccio è possibile
comprendere perché il nostro partner, capo, figlio, collega, amico si comporta in un
determinato modo e prevedere ciò che farà, evitando così conflitti, incomprensioni,
risentimento. Gli autori, i maggiori esperti
di questa tecnica nel panorama internazionale e italiano, spiegano con chiarezza e
moltissimi esempi pratici come utilizzarla
in famiglia, nelle relazioni, nei team. Una
straordinaria possibilità di vedere la realtà
con gli occhi dell’altro, di interpretare con
lucidità gli eventi e quindi di instaurare relazioni più proficue, empatiche ed efficaci.
GIALLO Indipendenza/autorealizzazione; adattamento a un sistema vivente; conoscenza; domande consapevoli.
TURCHESE Comunità globale/forza vitale; sopravvivenza della vita sulla Terra; coscienza.
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ART DIRECTOR: Francesco Marangon
GRAPHIC DESIGNER: Laura De Mezza
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the Spiral - Claudio Belotti