Ufficio comunicazione - stampa Stamattina – 2 agosto – presso lido Le Palme, Plaia Catania MEDUSE: COME DIFENDERSI E MITIGARE I DANNI L’Asp e il Sib hanno presentato la seconda edizione del progetto “Mare, E… state in Salute” Incubo meduse: anche quest’estate dobbiamo fare i conti con il fastidioso fenomeno delle lesioni da contatto. Un problema che però può essere affrontato seguendo pochi e semplici consigli. È con l’obiettivo di formare-informare operatori e utenti, che l’Asp Catania – Unità Educazione alla Salute (Uoesa) - e il Sindacato Italiano Balneari (Sib) , per il secondo anno consecutivo propongono il progetto “Mare, E… state in salute”, presentato questa mattina – lunedì 2 agosto durante la conferenza stampa che si è svolta al lido “Le Palme”. «Un’azione di prevenzione – spiega il presidente regionale del Sib Giuseppe Saffo - che mira alla promozione di comportamenti adeguati durante il periodo della balneazione, al fine di ridurre i rischi di esposizione, minimizzare le conseguenze e riportare una maggiore tranquillità nelle nostre aree costiere. L’anno scorso quest’iniziativa – in fase di sperimentazione – ha prodotto ottimi risultati: se da un lato abbiamo evitato falsi allarmismi, dall’altro abbiamo ridotto al minimo le conseguenze degli effetti urticanti delle meduse». Per tutti gli operatori che in questi mesi affollano le spiagge del litorale catanese e per i medici di medicina generale sono stati realizzati così opuscoli informativi: vere e proprie una guide pratiche che il responsabile dell’Uoesa, Salvatore Cacciola ha presentato e distribuito questa mattina. «Fornire un quadro chiaro del problema legato alle lesioni da meduse è di certo il primo doveroso passo – sottolinea il direttore generale Asp Catania Giuseppe Calaciura, presente insieme al direttore sanitario Domenico Barbagallo – in primo luogo, infatti, è necessario non farsi prendere dal panico e respirare normalmente. Nel caso una medusa ci si avvicini all’improvviso, è bene uscire subito dall’acqua e bagnare la ferita con acqua di mare (da evitare l’acqua dolce). Ricordare, inoltre, di non togliere i frammenti dei tentacoli con pinzette, ma rimuovere con una superficie non tagliente i residui - per esempio con un pezzo di plastica rigida o con una scheda per ricarica telefonica - e correre subito in farmacia per chiedere una pomata al cloruro d’alluminio. Se invece preferite ricorrere ai metodi naturali – poiché gli antichi rimedi della nonna che proponevano impacchi di aceto o urina sono stati messi al bando dalla medicina tradizionale - preparate un impasto di acqua e bicarbonato (che ha potere disinfettante), spalmatelo uniformemente sulla ferita e lasciatelo agire per almeno 30 secondi. Il bicarbonato vi darà sollievo immediato – come per ogni altra puntura o sensazione di prurito – e disinfetterà la zona lesa. In ogni caso evitate di strofinare la ferita con la sabbia, o con qualsiasi altra cosa, perché ciò stimolerebbe l’attività muscolare, mettendo in circolo più velocemente le sostanze tossiche». Il progetto prevede un coordinamento tra gli stabilimenti balneari e le guardie mediche, dove i pazienti vengono sottoposti a un controllo e al manifestarsi di un eventuale aggravamento dei sintomi locali (dolore intenso) o ai primi cenni di malessere (stanchezza, crampi muscolari, vertigini, febbre e vomito). Stamattina si è infatti svolto il primo degli incontri formativi rivolti agli operatori del settore sul tema della prevenzione delle lesioni da meduse e sulle strategie di comunicazione di promozione della salute, al quale hanno preso parte Salvatore Cacciola (dirigente responsabile Unità operativa educazione alla salute Asp Catania); Sebastiano Scavo (dipartimento Medico Chirurgico Sezione di Dermatologia – Facoltà di Medicina Università di Catania); Manuela Falautano biologa marina dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale di Palermo (Ispra); Gabriella Dardanoni (dirigente responsabile Servizio Promozione della Salute – assessorato regionale Sanità) e Salvatore Anastasi (dirigente Servizio Farmaceutico Asp Catania). Ufficio comunicazione - stampa MEDUSE URTICANTI CHRYSAORA HYSOSCELLA • Nome comune: medusa bruna Come riconoscerla – dimensioni sino a 30 cm di diametro, ombrella a cupola caratterizzata dalla presenza di 16 bande radiali triangolari color ruggine. Braccia orali lunghe e frastagliate, tentacoli molto lunghi e sottili. Colorazione rosa o bruno chiaro con bande marroni sull’ombrella • PELAGIA NOCTILUCA Nome comune: medusa luminosa Come riconoscerla – dimensioni sino a 10 cm di diametro, ombrella a cupola con margine ondulato. Braccia orali a margini fortemente frastagliati. Tentacoli molto lunghi e sottili. Colorazione rosa-violacea con numerose macchie brune. • CHARYBDEA MARSUPIALIS Nome comune: medusa cubica Come riconoscerla – dimensioni sino a 6 cm di larghezza, ombrella trasparente cubica con ispessimenti a margine, in corrispondenza degli angoli, da cui si dipartono i tentacoli. Quattro tentacoli molto lunghi e sottili che originano dagli ispessimenti agli angoli dell’ombrella. Ufficio comunicazione - stampa PHYSALIA PHYSALIS Nome comune: caravella portoghese Come riconoscerla – dimensioni 10-20 cm di larghezza della sacca. Forma a sacca galleggiante con riflessi blu-violetto, sormontata da una cresta obliqua tipo vela, che sta fuori dalla superficie dell’acqua. Tentacoli lunghi e sottili di colore blu, che possono diventare pericolosi solo se di grandi dimensioni. n.b. P. Physalis non è una vera e propria medusa ma una colonia di idrozoi. MEDUSE NON URTICANTI • COTHYLORIZA TUBERCULATA Nome comune: medusa cassiopea Come riconoscerla – dimensioni sino a 30 cm di diametro. Ombrella a forma di disco giallomarroncino chiaro con margine frangiato. Braccia orali corte e fortemente ramificate. Tentacoli corti che terminano con dischetti di colore bianco o bluviolaceo. Ufficio comunicazione - stampa • RHIZOSTOMA PULMO Nome comune: polmone di mare Come riconoscerla – dimensioni sino a 60 cm di diametro. Ombrella a campana di colore bianco opaco, con il margine sfrangiato di colore blu-violaceo. Otto braccia orali piuttosto sviluppate, robuste e frastagliate. Priva di tentacoli marginali. La colorazione è trasparente negli esemplari più giovani. • VELELLA VELELLA Nome comune: barchetta di San Pietro Come riconoscerla – dimensioni sino a 6-7 cm di diametro. Struttura a disco allungato avente, in posizione longitudinale, una cresta triangolare simile a una vela che sta fuori la superficie dell’acqua. I tentacoli, molto piccoli, presenti nella parte sommersa del disco, non sono urticanti. La colorazione è violetto-blu intenso. Si aggrega in gruppi numerosissimi che spesso spiaggiano. n.b. V. Velella non è una vera e propria medusa ma un idrozoo coloniale. AURELIA AURITA Nome comune: medusa quadrifoglio Come riconoscerla – dimensioni sino a 40 cm di diametro, ma solitamente entro i 10 cm. Ombrella trasparente, circolare e appiattita con 4 cerchi ben definiti violetti al centro. Quattro braccia nastriformi, traslucide. Numerosissimi tentacoli, sottili, corti e semitrasparenti, che originano dal margine dell’ombrella e appaiono come una frangia. 2 agosto 2010