SERVIZIO FITOSANITARIO REGIONALE Piralide del bosso Cydalima (Diaphania o Glyphodes) perspectalis Larva matura di Cydalima perspectalis (foto wikipedia.org) ORIGINE E DIFFUSIONE Cydalima perspectalis è un Lepidottero fitofago della famiglia Piralidae, di origine asiatica (Cina, Giappone e Corea). L’insetto è giunto per la prima volta in Europa accidentalmente, con piante di bosso infestate, dapprima in Germania (2007) e successivamente in Svizzera (2008), Francia (2008), Austria (2009) e Olanda (2009). Il suo primo rinvenimento in Italia, in Lombardia, risale al luglio 2011. Nel Lazio la presenza è stata segnalata nel 2013 e confermata ufficialmente nel 2014. Attualmente l’areale di diffusione del parassita è ancora in espansione e, nonostante l’EPPO (European and Mediterranean Plant Protecion Organization) l’abbia inserito da subito nell’alert list, è considerato organismo nocivo non da quarantena la cui eradicazione è praticamente irrealizzabile. Cydalima perspectalis ha capacità di volo che gli consentono di colonizzare nuovi areali attraverso dispersione naturale e può invadere areali molto distanti con il trasporto di piante ospiti infestate da uova, larve e pupe. PIANTE OSPITI Il bosso (Buxus spp.) costituisce l’ospite preferenziale. Risultano particolarmente suscettibili agli attacchi del lepidottero le specie Buxus microphylla, Buxus sempervirens e Buxus sinica. L’insetto può svilupparsi, meno frequentemente, anche a spese della Pachysandra terminalis, pianta 1 sempreverde tappezzante, anch’essa appartenente alla famiglia delle Buxaceae. Nei territori di origine Cydalima perspectalis è stata osservata anche su Ilex purpurea, Euonymus japonicus ed Euonymus alatus. Di recente l’insetto è stato segnalato su evonimo anche in Italia. BIOLOGIA L’adulto di Cydalima perspectalis è una farfalla con ali bianche (apertura alare: 40 mm ca) munite di una evidente fascia marrone distale. Esiste anche una forma melanica, caratterizzata da ali brune. Le uova, di colore giallo chiaro, appiattite e di forma tondeggiante, con diametro di 0,8-1,0 mm, sono deposte in ovoplacche di 15-20 elementi sulla pagina inferiore delle foglie. Dopo 2-3 giorni le larve di prima età, lunghe 1,5 mm circa e di colore giallo con capo nero. Adulto di Cydalima perspectalis (foto wikipedia.org) Ovoplacche deposte nella pagina inferiore di foglie di bosso (foto schmetterling-raupe.de) Le larvette neonate iniziano a fuoriuscire dalle uova e si nutrono in forma gregaria sulla pagina inferiore delle foglie, risparmiando solo l’epidermide superiore. A partire dalla terza età, si nutrono dell’intera foglia, rispettandone solo le nervature e tessono fili sericei con cui avvolgono le foglie fino a formare dei nidi al cui interno si riparano e dove, in seguito, si incrisalidano. Larve di prima età (foto schmetterling-raupe.de) Le larve possono intaccare anche la corteccia dei rametti. Lo sviluppo avviene attraverso 5 o 6 stadi larvali via via più grandi e con colorazione più intensa, con tinta di fondo giallo verde e bande laterali nere, fino a raggiungere 35-38 mm di lunghezza. Il capo, nero lucente, presenta negli ultimi stadi un caratteristico disegno bianco a forma di ipsilon. Le crisalidi, lunghe circa 20 mm, sono di colore 2 dapprima verde chiaro, poi bruno. In Italia, l’insetto compie 2/3 generazioni all’anno e sverna come larva in un bozzolo tessuto in autunno tra le foglie. L’anno successivo, con l’arrivo delle miti temperature primaverili, la larva completa il suo sviluppo e, dopo circa 4 settimane di alimentazione, si impupa nascosta nella vegetazione. A maturità sfarfallano gli adulti che, dopo l’accoppiamento, danno inizio alla prima generazione. DANNI Lo sviluppo di più generazioni e l’elevato numero di uova deposte, in assenza di interventi di controllo, favoriscono lo sviluppo di attacchi molto intensi. Le larve, erodendo oltre alle foglie anche la corteccia dei rametti, nell’arco di pochi giorni possono provocare il disseccamento di intere siepi che virano dal colore verde intenso, tipico di questo arbusto sempreverde, a una tonalità bruno-grigiastra, con presenza abbondante, tra il fogliame secco, dei diversi stadi dell’insetto, deiezioni larvali e teli sericei. Crisalide (foto schmetterling-raupe.de) Anche le fasi iniziali degli attacchi, con la comparsa di chiazze di vegetazione disseccate, diminuiscono notevolmente il valore estetico delle formazioni realizzate con questa essenza ornamentale il cui lento sviluppo rende molto difficile il recupero di siepi o sculture vegetali sottoposte a drastici tagli di rimonda delle parti infestate. La preoccupazione maggiore degli attacchi di Piralide del bosso riguarda ovviamente le caratteristiche e storiche siepi di Buxus, simbolo e protagonista dell’antica tradizione del giardino all’italiana Gradevole veduta di un labirinto di siepe di bosso Attacco iniziale su pianta di bosso Presenza di diversi stadi dell’insetto e teli sericei 3 CONTROLLO E CONTENIMENTO Dato il recente arrivo in Italia del fitofago, non risultano ancora registrate sostanze attive per l’impiego specifico contro questa avversità. Trattandosi di un lepidottero si può far ricorso a insetticidi utilizzati contro specie affini, autorizzati all’uso su piante ornamentali o in vivaio. La gravità dei danni che lo sviluppo delle larve è in grado di arrecare richiede un attento e costante controllo delle piante di bosso nel periodo di attività dell’insetto, dalla primavera all’autunno. Bosso completamente essiccato dopo forte infestazione Solo agendo tempestivamente, alla comparsa dei primi sintomi, si può contenere l’estendersi dei disseccamenti. Le siepi colpite da Piralide del bosso si trovano spesso in aree pubbliche, di uso pubblico, o comunque aperte al pubblico dove è fondamentale applicare protocolli di lotta a basso o nullo impatto. In questi casi, contro i primi stadi larvali, più sensibili, utilizzare formulati a base di Bacillus thuringiensis var. kurstaki, che, ammessi anche in agricoltura biologica, risultano innocui per l’uomo e gli animali. Il Bacillus thuringiensis è attivo per ingestione sugli stadi larvali di tutti i lepidotteri nei confronti dei quali esplica la sua attività per azione della delta-endotossina contenuta nei cristalli proteici della spora batterica. Tale tossina viene degradata grazie al pH alcalino presente nell’intestino delle larve di lepidotteri e provoca una serie di alterazioni che portano alla morte dell’insetto. Nel caso di attacchi primaverili, sostenuti da larve svernanti, queste sostanze attive potrebbero risultare non sufficientemente efficaci. Oltre a ripetere il trattamento a distanza di qualche giorno, in queste situazioni si può in alternativa ricorrere all’utilizzo di prodotti ad elevata azione di contatto (es. piretroidi: deltametrina, cipermetrina, ecc.), impiegabili anche su stadi larvali più avanzati e sugli adulti. In questi casi è necessario interdire il sito trattato all’accesso o al transito del pubblico se ci si trova in ambiente urbano. In vivaio può essere giustificato l’impiego prodotti ad azione neurotossica e ad ampio spettro d’azione, oltre ai già citati piretroidi, risultano efficaci gli esteri fosforici (clorpirifos, in formulazioni microcapsulate) e i regolatori della crescita (Teflubenzuron) registrati per l’utilizzo su piante ornamentali con cui si possono ottenere buoni risultati relativamente al controllo delle forme giovanili. E’ importante che il trattamento contro la Piralide del bosso (indipendentemente dal prodotto utilizzato) venga eseguito in modo accurato, distribuendo la soluzione in modo uniforme, su tutti i lati della siepe/cespuglio. Le larve di Piralide del bosso rimangono nascoste all’interno delle piante, e la caratteristica vegetazione compatta del bosso rende difficoltoso l’ingresso dei prodotti fitosanitari. I trattamenti devono essere effettuati da personale qualificato nel pieno rispetto delle legislazioni vigenti relative ai prodotti fitosanitari. Vista la lentezza di crescita del bosso, può essere utile integrare la difesa chimica con opportune concimazioni al terreno per favorire la nuova emissione di foglie e sostenere la ripresa della pianta. E’ bene ricordare che i trattamenti sono esclusivamente curativi e non preventivi, devono essere quindi eseguiti solo in presenza di infestazione di Cydalima perspectalis. 4