Latina Oggi Venerdì 27 Aprile 2012 Borghi e Quartieri 13 IL RACCONTO: LA FAMIGLIA DEL BOSS CI CHIEDEVA SOLDI PER AVVIARE LE PRATICHE DELLA RESIDENZA Sistema Al Karama scardinato dalle donne nuncia di una delle vittime. «Dovevamo pagare per qualsiasi cosa - racconta ancora la donna - Ad esempio era la figlia del capo che ci offriva supporto quando avevamo bisogno di presentare richieste particolari al Comune. Per avviare le pratiche per ottenere la residenza voleva mille euro, ma io rifiutai. Alla nascita dei nostri figli si era offerta di aiutarci per ottenere un contributo dal Comune, ma Due rom hanno rivelato anni di soprusi SONO state due donne a rivelare dieci anni di soprusi perpetrati nella comunità rom dalla famiglia che aveva finito per assumere il controllo totale del campo nomadi all’ex Al Karama, in via Monfalcone. Le mogli di due giovani zingari finiti, come tanti loro coetanei, nella morsa del boss. Sono state loro due a raccontare alla polizia, pochi giorni fa, i particolari del sistema Al Karama, un sistema di estorsioni e atti intimidatori ben consolidato che, a quanto pare, era ben noto a buona parte dei servizi sociali. Due giorni fa avevamo pubblicato il racconto di una delle donne che avevano trovato il coraggio di denunciare, mentre ieri abbiamo ascoltato l’altra rom, una ragazza che vive nel capoluogo pontino da più tempo. Un volto provato dalla povertà il suo: occhi vispi, sui quali è stampata però l’espressione di chi è costretto a strappare compassione per necessità. «Il capo della comunità rom racconta la 23enne, che arrivò per la prima volta a Latina ap- Per anni il campo nomadi di via Monfalcone è stato in mano ad una famiglia rom pena 15enne - ci contattò alcuni anni fa quando con mio marito vivevamo ancora in Romania. Ci propose di venire in Italia, avrebbe pensato lui a trovarci un lavoro. Ma non fu così. Anzi, pretese 7 euro al giorno a testa per consentirci di vivere con la sua comunità all’ex campo profughi. Poi venimmo spostati a Valle della Speranza, dove continuavamo a pagare l’affitto al boss, prima di arrivare definitivamente all’ex Al Karama». Come avviene anche negli al- tri campi rom del centro Italia era una famiglia a tenere in mano le sorti dell’intera comunità zingara. La famiglia del capo, arrestato grazie alla de- IL RETROSCENA Gli spalleggiatori del boss del campo vittime del racket Il progetto: realizzato un opuscolo didattico sulle energie alternative con i disegni dei bambini Studenti alle prese con le rinnovabili L’iniziativa della Escolazio nella scuola di Borgo Santa Maria Escolazio in collaborazione con la Scuola Primaria di Borgo Santa Maria, ha intrapreso un percorso di approfondimento durante il quale è stato illustrato ai bambini delle 5 classi l’importanza dell’uso delle energie alternative in sostituzione a quelle generate da sostanze fossili. Nello specifico è stato illustrato il funzionamento dell’impianto a biogas sito in Borgo Bainsizza. La visita all’impianto del 29 marzo ha suscitato grande entusiasmo e interesse negli alunni, tale da estendere il percorso didattico alle serre della Selecta, azienda a cui l’impianto fornisce energia termica per il riscaldamento. L’esperienza formativa ha prodotto una serie di elaborazioni grafiche, realizzate dagli alunni e sotto la direzione delle insegnanti, di grande valore educativo e didattico. È nata quindi l’idea di utilizzare questa preziosa documentazione per realizzare un libriccino illustrato sulla funzione del- le energie alternative e dell’impianto a biogas. In ringraziamento al contributo fornito dai bambini, oggi alle 12, presso il plesso scolastico di Borgo Santa Maria, l’Escolazio e L’Agri Power Plus, proprietari e gestori dell’impianto, doneranno a tutti i bambini una copia del libriccino realizzato con i loro lavori grafici e, contestualmente, consegneranno al dirigente didattico una targa commemorativa ed un presente. dovevamo dividere con lei la somma che avvremmo ricevuto. Rifiutai anche in quell’occasione e mi recai ai servizi sociali senza di lei, ma il Comune non accetto la nostra richiesta». Tra le vittime sono compresi anche gli spalleggiatori del boss, il braccio armato del sistema Al Karama. Gli stessi giovani romeni arrestati con il capo erano stati costretti, sotto minaccia, ad intimidire gli altri zingari che si rifiutavano di pagare. A.R.