Lo storico italiano Federico Chabod contrappone due antitetiche concezioni proprio riguardo a “L’idea di nazione” nell’omonima opera: quella naturalistica tedesca e quelle volontaristica rivoluzionario-francese, e successivamente risorgimentale italiana. La genesi dello Stato francese appare come risultato di un processo di accentramento politico che ha il suo apice nel diciassettesimo secolo, con il sovrano Luigi XIV.Inizialmente la Francia si presenta dunque come uno Stato assolutista, in cui gli uomini sono uniti non certo per la “volonté générale” del popolo, quanto a forza del il diritto divino del “Re Sole”. La Rivoluzione Francese giunge dopo più di un secolo sia come plausibile reazione contro un potere non più concepito come legittimo sia come ultimo stadio di quel processo di formazione della nazione stessa. Il nuovo clima rivoluzionario ha conferito ancora maggiore importanza alla necessità di definire cosa sia una nazione e quali sfumature di significato essa assuma nei singoli casi; infatti molti storici e filosofi hanno cominciato a pubblicare opere proprio su questa tematica. Tra questi, interessante è la definizione di Ernest Renan (1823-1892), secondo cui la Nazione è un “plebiscito quotidiano”, rimarcando, così, l'idea che una Nazione è tale in quanto è espressione della libera volontà degli individui. Già durante la Rivoluzione, tuttavia, l'abate Emmanuel Joseph Sieyès(1748-1836) nel suo opuscolo “Che cos'è il terzo Stato?” aveva identificato lo Stato con il popolo, sottolineando l'inadeguatezza del potere principesco. L’appartenenza alla nazione francese si definisce quindi come adesione volontaria a un bagaglio di ideali sintetizzati dalla celebre formula di “egalité , fraternité , liberté”. Pertanto,quella francese è una “nazione filosofica” a cui si è legati per comunanza di valori piuttosto che per una questione biologica: in questo modello nazionale vige il cosiddetto “ius soli”. Diametralmente opposta è la tesi tedesca, secondo cui la nazione si fonda sul cosiddetto "ius sanguinis", ossia è basata su questioni di discendenza, sangue, perfino razza: è, dunque, definita “nazione etnica”. Autori tedeschi come il filosofo Johann Gottfried Herder (1744-1803) hanno sottolineato come un carattere distintivo di una Nazione sia la lingua, che è espressione dell' “anima di un popolo”. “ ...la generazione nazionale resta la stessa per millenni se non ha mescolanza estranee e opera con più forza se rimane avvinta alla sua terra come una pianta...”. Successivamente si interpreteranno le tesi di Herder anche come spunto fondamentale per tesi razziste e naziste del Novecento; si dimostrerà dunque quanto simili ideologie siano insediate nella cultura tedesca non senza un precedente. Alessia Colantoni, Alessandra Morgia, Antonella Olita Anno VI- numero I 17 marzo 2011 P a g i n a |3 Anno dell’unità d’Italia □ 1861 □1870 □1871 □1960 □altro ______________ Roma capitale d’Italia □1961 □1871 □1870 □1860 □altro_______________ L’obiettivo della Giovine Italia era rendere l’Italia □Monarchia assoluta □ Repubblica democratica unitaria □rRepubblica federale □Monarchia costituzionale Chi fu soprannominato “l’Eroe dei due mondi” □Mazzini □Cavour □Colombo □Garibaldi La dinastia del Regno delle due Sicilie □Borbone □Savoia □ Asburgo □Valois Il papa che dopo la presa di Roma si chiuse nel Vaticano disconoscendo il Regno d’Italia □Pio XII □ Pio X □Pio IX □Pio XVI Il re dell’unità d’Italia □Vittorio Emanuele III □Umberto I □Vittorio Emanuele II □Emanuele Filiberto IV Chi sono questi uomini? 1 ______________________________ 2_______________________________ 3_______________________________ 4_______________________________ “Dell’elmo di Scipio si è cinta la testa”…ma chi è Scipio? □Un famoso patriota italiano □Un generale romano □Uno dei 7 re di Roma □Un eroe garibaldino Quali città italiane rimasero irredente dopo il 1870? □Roma e Torino □ Trento e Trieste □Trento e Venezia □Milano e Roma Quale fu la capitale d’Italia prima di Roma? □Genova □Venezia □Milano □Firenze □Torino Chi è l’attuale presidente della repubblica? □Giorgio Napolitano □Silvio Berlusconi □Gianfranco Fini □Carlo Azeglio Ciampi Quando è stata l’ultima volta che la nazionale italiana di calcio ha vinto i mondiali □1998 □2002 □2006 □2010 Quale di questi allenatori ha vinto lo stesso anno Campionato, Coppa Italia, Champions League □Jose Mourinho □Rafael Benitez □Fabio Capello □Sir Alex Ferguson Come si chiama l’arbitro che diresse la partita Italia- Corea Del Sud nei mondiale nippocoreani □Frisk □Webb □Moreno □Helizondo Chi è stato il vincitore dell’ultima edizione del Festival di Sanremo? □Marco Carta □Povia □Valerio Scanu □Alexia Anno VI- numero I 17 marzo 2011 P a g i n a |4 Come si chiamano questi noti calciatori 1________________________ 2________________________ 3________________________ 4________________________ Come si chiamano questi notissimi stilisti? 1_______________________ 2_______________________ 3_______________________ 4_______________________ A cura della redazione Anno VI- In numero I 17 marzo 2011 occasione del centocinquantesimo dell'unità d'Italia, abbiamo pensato di testare le conoscenze in proposito nel nostro liceo. Abbiamo quindi distribuito un sondaggio in alcune classi a campione volto a testare conoscenze basilari di storia risorgimentale mettendole a paragone con il grado di informazione che i ragazzi dimostrano su temi che ritenevamo per loro di maggiore interesse. Abbiamo riportato in un grafico le risposte sbagliate disponendo dalla uno alla quattordici le domande di argomento storico e nella seconda parte quelle relative all'attualità. Ad una prima osservazione risulta evidente come gli errori siano concentrati prevalentemente nella prima parte del grafico. Fra queste la risposta più conosciuta era quella relativa all'anno dell'Unità (ma si deve tenere comunque presente che la ricorrenza ricada proprio quest'anno). Il riconoscimento delle personalità più importanti del Risorgimento come Mazzini,Garibaldi,Vittorio Emanuele II, Cavour attraverso delle immagini, è stato invece P a g i n a |5 ciò che ha suscitato maggiori difficoltà per molti studenti, in modo particolare per la figura di Vittorio Emanuele II. Tutto ciò appare alquanto significativo se si considera che le immagini da noi proposte potevano trovarsi abitualmente, fino a cinquant'anni fa, nelle case degli italiani. Altre domande che sono state oggetto di dubbio riguardavano la data in cui Roma è stata proclamata capitale d'Italia e quale città, tra quelle proposte, era stata indicata come prima capitale dello Stato. Per ciò che riguarda le domande di attualità, quelle che sono state maggiormente oggetto di dubbio riguardavano l'identità egli stilisti, da abbinare alle relative immagini, e, soprendentemente, l'arbitro della partita Italia-Corea Del Sud nei mondiali nippocoreani. Altro fattore importante da rilevare è la presenza di errori, seppur in minor misura, nella risposta relativa al nome dell’attuale Presidente della Repubblica. Antonella Olita, Alessandra Morgia, Giulia Cordaro, Alessia Colantoni Anno VI- numero I 17 marzo 2011 P a g i n a |6 Anno VI- numero I 17 marzo 2011 P a g i n a |7 Goffredo Mameli scrisse il testo de Il Canto degli Italiani durante l’autunno del 1847. Il 10 Novembre lo inviò al maestro Michele Novaro, che lo mise in musica. L inno debuttò il 10 Dicembre al Piazzale del santuario della nostra Signora di Loreto a Oregina per festeggiare il centenario della cacciata degli austriaci. Gli inni patriottici come l’inno di Mameli sono stati uno strumento decisivo per la propagazione degli ideali del Risorgimento. Quando l’inno si Mameli divenne cominciò a guadagnarsi una certa popolarità, le autorità dei vari Stati italiani, considerandolo eversivo, tentarono di censurarlo, soprattutto l'ultima parte, che appariva fortemente anti-austriaca. L’Inno di Mameli fu registrato per la prima volta nel 1915, esattamente il 9 Giugno, dal cantante Giuseppe Godono. Una seconda registrazione fu realizzata a Londra dalla Banda del Grammofono. Dopo la dichiarazione di guerra contro l’Austria (1915), le bande militari lo suonarono senza posa, tanto che le autorità italiane dovette sospendere ogni forma di censura del testo. Manolo Novelli, Emanuele Falcone,Tiziano Casarcia. Anno VI- numero I 17 marzo 2011 Goffredo Mameli fu una delle figure più importanti del Risorgimento italiano. Nacque a Genova il 5 Settembre 1827. I nonni appartenevano alla famiglia aristocratica sarda dei Mammeli. Figlio di Giorgio, ufficiale della Marina sarda, l’educazione di Goffredo fu affidata alla madre, la marchesa Adelaide Zaogli. Quest’ultima era amica d’infanzia di Giuseppe Mazzini, del quale condivideva i sentimenti patriottici e liberali che cercò di trasmettere ai figli fin dall'infanzia. Istruito nelle scuole Pie di Genova, fu autore nel 1847 del Canto degli Italiani conosciuto anche come Inno di Mameli. Per la sua amata scrisse versi riboccanti di passione: La vergine e l’amante, Leggenda araba, Il giovane crociato, Alla poesia, L’ultimo canto, questi ultimi intonati a desolato sconforto. Nel 1847 Goffredo entrò a far parte di un’accademia, chiamata Società Entelema, dapprima letteraria, divenuta poi politica, e formata in gran parte da giovani appassionati sostenitori degli ideali patriottici e liberali. Per tutto il 1847 Mameli, specialmente insieme con l’animoso Nino Bixio, prese parte alle dimostrazioni patriottiche di cui fu teatro la sua Genova. Come anticipato, nel Novembre scrisse l’inno Fratelli d’Italia, che fu cantato per più giorni per le vie di Genova fra immenso entusiasmo. Non appena corse a Genova la notizia che Milano era insorta , Mameli, al comando di trecento giovani, prese la via del Ticino. Entrato trionfante a Milano il 24 Giugno, si arruolò, col grado di capitano, nella legione di volontari guidata da Torres. Scioltasi questa legione, si congiunse con la colonna mantovana guidata da Longoni, della quale seguì le sorti fino alla fine della prima guerra di Indipendenza italiana. Le poesie del Mameli furono per prima volta riunite dall’amico Canale e successivamente ristampate. Morì il 6 Luglio del 1849. Manolo Novelli, Emanuele Falcone,Tiziano Casarcia INNI NAZIONALI L'inno nazionale è un componimento musicale di tipo patriottico, in genere P a g i n a |8 viene adottato per la prima volta nei periodi in cui le nazioni prendono coscienza di sé medesime, e viene scelto per la sua capacità di rappresentarne i caratteri fondanti e allo stesso tempo di costituirne i segni musico-verbali caratteristici o simbolici (ufficiali). Si distingue da quelli religiosi, ma ha in comune con questi l'esaltazione di un’identità superiore ai singoli. La maggior parte degli inni sono stati composti dopo il diciannovesimo e durante il ventesimo secolo. Essi vengono eseguiti in occasioni speciali quali, ad esempio, visite ufficiali dei capi di Stato, cerimonie di Stato, feste nazionali, ma anche manifestazioni sportive. Uno dei più antichi è certamente La Marseillaise (composta da Claude Joseph Rouget de Lisle nel 1792). Durante il periodo che va dal Risorgimento al Fascismo avranno particolare rilevanza per l’Italia l’Inno di Mameli (1847, musica di M. Novaro) ,l’Inno di Garibaldi (1860, parole di L. Mercantini, musica di A. Olivieri), l’Inno di Tripoli, la Canzone del Piave. Il movimento fascista trovò il Anno VI- numero I 17 marzo 2011 proprio inno in Giovinezza, divenuto inno ufficiale del regime fascista e spesso eseguita nel Ventennio assieme alla Marcia Reale. Marcia Reale Italiana (Inno Sabaudo) La Marcia Reale Italiana è stato l'inno del Regno di Sardegna, composto nel P a g i n a |9 1831 da Giuseppe Gabetti. È stato anche l'Inno Nazionale Italiano fino all'avvento della Repubblica (1946). L'inno è stato ritenuto in passato troppo banale e utile solamente per far marciare i soldati ma non per rappresentare un paese. Questo componimento più dinastico che patriottico fu scelto tramite un concorso, al cui vincitore sarebbe stato assegnato un premio corrispondente alla somma di 50 lire. Manolo Novelli, Emanuele Falcone,Tiziano Casarcia (Gianluca De Santis) La lingua letteraria volgare nasce in Italia alcuni secoli più tardi che in Francia ed assorbe già quegli elementi preumanistici1 che segnano invece la trasformazione dell’antico francese. Al lento processo di unificazione linguistico-letteraria fa da sfondo la molteplicità delle culture locali dialettali. DAL LATINO AL VOLGARE. 1 Caratteristici periodo del XIII e XIV secolo in cui si assiste a un mutamento profondo della concezione dell'uomo, fino a quell'affermazione della centralità dell'uomo rispetto alla natura, che sarà propria dell'umanesimo. Anno VI- numero I 17 marzo 2011 P a g i n a | 10 Una poderosa funzione innovatrice nel lessico latino fu esercitata dal cristianesimo, particolarmente sul piano della modificazione semantica2, e tracce notevoli sono state lasciate anche dai popoli stranieri che dopo la caduta dell’ Impero romano hanno invaso la penisola (longobardi, franchi e bizantini in particolar modo). È certo che una notevole frammentazione accompagnò la diffusione del latino in Italia, poiché le popolazioni che lo adottarono erano linguisticamente differenti e quindi incapaci di pronunziarlo senza deformazioni. A ciò si oppose la forza accentratrice di Roma imperiale, ma già in epoca dioclezianea (285-312) il ruolo di Milano come centro politico nell’Italia settentrionale provocò una frattura con la penisola. Lentamente ma inesorabilmente, nel latino, che continua ad essere di uso comune fino all’inizio del VII secolo, trapelano le innovazioni, ma mancano ancora documenti diretti di una coscienza linguistica volgare fino all’ Indovinello veronese: Se pareba boves, alba pratalia araba Albo versorio teneba, et negro semen seminaba. Gratias tibi agimus onnipotens sempiterne Deus. Traduzione del testo Originale Soluzione dell’indovinello Teneva davanti a sé i buoi le dita della mano arava i bianchi prati le pagine bianche di un libro e aveva un bianco aratro la penna d'oca, con cui si era soliti scrivere. e un nero seme seminava l'inchiostro. Se ne deduce dunque che la soluzione dell'indovinello sia: lo scrivano. Dall’interferenza di elementi volgari nasce in Europa quel latino medievale che fu sostanzialmente il riflesso della diffusa diglossia3 che portava a leggere diversamente da come si scriveva e a scrivere diversamente da come si sentivano pronunciare i vocaboli. La riforma carolingia accelerò un processo di progressiva distinzione fino al vero e proprio bilinguismo. Nel concilio di Tours dell’813 fu affermato che una scrittura latina doveva essere letta con accurata pronuncia oppure tradotta. IL PRIMO DOCUMENTO IN VOLGARE. 2 Analisi e studio del linguaggio dal punto di vista del significato; in logica, studio del rapporto fra i segni e i concetti cui si riferiscono. 3 Presenza nella stessa comunità di due lingue o varietà della stessa lingua, una alta, l'altra bassa (es. lingua nazionale e dialetti; arabo classico unitario e arabo nazionale, ecc.). Anno VI- numero I 17 marzo 2011 P a g i n a | 11 ll Giuramento di Strasburgo (“Sacramenta Argentariae” in latino) è ritenuto la prima testimonianza scritta di una lingua romanza. Il 14 febbraio dell'anno 842 Carlo II il Calvo (re dei franchi occidentali) e Ludovico II il Germanico (re dei franchi orientali) si trovano a Strasburgo per giurarsi fedeltà reciproca, e per affermare che nessuno di loro stringerà patti di alleanza con Lotario I (imperatore e fratello di Carlo e Ludovico). I due sovrani giurarono ognuno usando il dialetto volgare dell’altro. Quindi, Ludovico in volgare romanzo francese e Carlo in volgare tedesco. Qui di seguito riportiamo il testo in volgare romanzo francese: Ludovico (in volgare romanzo francese): TESTO ORIGINALE TRADUZIONE Pro Deo amur Per l'amore di Dio et pro christian poblo e per il popolo cristiano et nostro commun salvament, e per la nostra comune salvezza, d'ist di in avant, da qui in avanti, in quant Deus savir et podir me dunat, in quanto Dio mi concede sapere e potere, si salvarai eo cist meon fradre Karlo così aiuterò io questo mio fratello Carlo et in aiudha et in cadhuna cosa, e in aiuto e in qualunque cosa, si cum om per dreit son fradra salvar dift, così come è giusto, per diritto, che si aiuti il proprio fratello, in o quid il mi altresi fazet a patto ch'egli faccia altrettanto nei miei confronti, et ab Ludher nul plaid nunquam prindrai, qui, e con Lotario non prenderò mai alcun accordo che, meon vol, per mia volontà, cist meon fradre Karle in damno sit. rechi danno a questo mio fratello Carlo. LE TESI DI DANTE ALIGHIERI. "Non ci stupisce pertanto se i giudizi degli uomini, che son presso che bestie, stimano che una stessa città abbia sempre parlato un medesimo linguaggio". Dante Alighieri Il primo scrittore che pone il problema di una lingua nazionale e che elabora un tentativo per risolverlo, è Dante Alighieri. Il testo in cui ne parla è il De Vulgari Eloquentia. La lingua nazionale si sarebbe potuta facilmente avere in Italia -secondo Dante- se ci fosse stata l'unificazione nazionale: in questo caso, alla corte del sovrano si sarebbero riuniti gli ingegni Anno VI- numero I 17 marzo 2011 P a g i n a | 12 migliori di tutta la nazione, e dal loro contatto quotidiano sarebbe nata una lingua che, senza identificarsi con un dialetto particolare, avrebbe ritenuto il meglio di tutti. Non essendo politicamente possibile l'unità, il volgare illustre non poteva essere il prodotto di fattori storici e naturali, ma solo una costruzione artificiale di scrittori, poeti, ecc... Nella Divina Commedia Dante diede il primo esempio di come fosse possibile usare il volgare (in questo caso il fiorentino) ottenendo effetti poetici di grande valore e affrontando astratti problemi filosofici, politici, culturali. Petrarca e Boccaccio proseguono sulla strada da lui indicata. Qui tuttavia va precisato che la lingua della Commedia è il fiorentino parlato medio e non tanto il volgare illustre di Firenze: si può anzi dire che l'opera sia plurilinguistica, a causa dei suoi molti gallicismi, latinismi, lombardismi, idiotismi vari e neologismi. LA SOLUZIONE DEL REBUS DELLA LINGUA NAZIONALE. Dopo Dante, entrando nell'età moderna, l'elaborazione di una lingua nazionale italiana si collegherà sempre più al problema della unificazione nazionale. Quando nel 1861 nasce il Regno d'Italia, gli “italiani” che parlano e scrivono correntemente in italiano sono ancora una percentuale infima della popolazione, circa il 2%. Sarà il sistema dell'istruzione pubblica, la scuola statale, a impostare la soluzione del rebus. Lo straordinario diffondersi dei mezzi di comunicazione di massa avvenuto nel corso del Novecento ha consentito all’italiano parlato di diventare patrimonio comune. Il cinema, la radio e la televisione hanno permesso alla lingua italiana di diventare il codice linguistico usato dalla maggioranza della popolazione. Francesca Aureli Francesca Clemente Francesca Ramaccini Gianluca De Santis Ylenia Rosati un fortissimo sviluppo economico, al quale si conseguenze: Anno VI- numero I 17 marzo 2011 l’aumento demografico; negli ultimi vent'anni il Maghreb ha conosciuto un incremento della popolazione di circa 65 milioni di unità. l'urbanizzazione; la popolazione si è sempre più concentrata nelle metropoli, in particolare, a Il Cairo, città che con il suo interland raggiunge ormai i 16 milioni di abitanti (la popolazione totale dell’Egitto è di 80 milioni). la proletarizzazione; conseguenza sociale principale sia dell'incremento demografico sia dell'urbanizzazione è il processo di proletarizzazione di migliaia di contadini che, trasferendosi dalle campagne alle città, si sono ormai trasformati in lavoratori salariati. le migrazioni; la proletarizzazione, in particolare, ha causato forti spostamenti migratori, non solo dalle campagne verso le città, ma anche dall’Egitto verso le città dell'Europa. In generale tutto il bacino del Mediterraneo è interessato da questi fenomeni migratori (in questi giorni abbiamo scoperto che la Libia era piena di immigrati egiziani). Ma il fenomeno è perfino più vasto e coinvolge tutta l’Africa Sahariana (Mali, Niger, Sudan, Chad). Una causa fondamentale del processo di intenso sviluppo economico si può sicuramente indiduare nella determinante percentuale di popolazione giovanile: circa il 50 % degli egiziani è composto da giovani al di sotto dei trent’anni; al contrario, la popolazione italiana è caratterizzata dal 25 % di over sessanta. Ma, allora, che cosa ha scatenato la rivoluzione? Sicuramente l’origine degli eventi drammatici degli ultimi tempi è da attribuire alla crisi economica mondiale del 2008, che in particolare in Egitto ha comportato la chiusura di molte fabbriche, l’aumento esponenziale della disoccupazione e, inoltre, il ritorno di migliaia di emigrati. Tale disastro economico ha causato, inoltre, l’inflazione agricola (definita più precisamente “agflazione”). È interessante notare che alcuni economisti hanno catalogato come principali fattori scatenanti di questa agflazione l’aumento dei consumi alimentari in Asia e la produzione di biocarburanti. Il suddetto incremento dei consumi alimentari in Asia ha determinato drammatiche condizioni soprattutto per gli P a g i n a | 13 strati inferiori della società egiziana, tanto da scatenare una vera e proprio “rivolta del pane”. La scintilla della rivolta è databile al 17 gennaio 2011, quando al Cairo un giovane ambulante si è dato fuoco: una forma di protesta che già si era verificata nelle settimane precedenti in Tunisia. Il 20 gennaio altri due operai hanno seguito il suo esempio per protestare contro un trasferimento forzato. La vera e propria sommossa popolare si scatena il 25 gennaio, quando venticinquemila manifestanti scendono in piazza, nella capitale, per chiedere riforme politiche e sociali. La manifestazione si trasforma quindi in scontro aperto con le forze dell'ordine, con tumulti che provocano quattro vittime. La protesta si protrae fino all’11 febbraio quando Hosni Mubarak, da trent'anni presidente della Repubblica Egiziana, rassegna le dimissioni. Per arrivare a questo, l’Egitto ha dovuto affrontare diverse settimane di sanguinosi tumulti di piazza, i quali hanno segnato nel profondo la storia di questo paese. Dopo le dimissioni di Mubarak, il potere è stato consegnato al Consiglio Supremo delle forze armate, il quale redigerà una nuova costituzione più orientata in senso democratico, fino alle prossime elezioni politiche che si terranno entro 6 mesi. Molto importante da sottolineare è che tutti gli stati del Nord Africa sono in costante agitazione per ottenere nuovi diritti e libertà: dimostrazione che l’Egitto è solo la punta di un iceberg molto più grande. Ne è un esempio l’attuale rivolta in Libia, dove la situazione è molto drammatica; infatti, il presidente libico Gheddafi sta attualmente reprimendo brutalmente la rivolta, arrivando a bombardare città, aeroporti e pozzi petroliferi. La speranza dei più è che questi popoli un giorno riescano ad ottenere finalmente la possibilità di vivere in un paese libero, e che le loro proteste per ottenere un futuro migliore non siano strumentalizzate dalle potenze europee: non risulterebbe strano, né tantomeno sorprendente, che queste approfittassero della situazione per pensare ai propri interessi commerciali, soprattutto per i profitti dovuti ai pozzi petroliferi, occupando questi territori con il pretesto di esportare la democrazia con le loro “missioni di pace”. Anno VI- numero I 17 marzo 2011 P a g i n a | 14 Antonella Olita, Fabio Antonucci di Alessandro Calcaterra Anno VI- numero I 17 marzo 2011 P a g i n a | 15 “Res Cogitans” giornale scolastico a cura del laboratorio di storia Con la supervisione del prof. Giangiacomo Cavicchioli www.liceofrancescodassisi.it