OTTOBRE 2003 - NUMERO 2 - ANNO I L'editoriale del Presidente I successi ripagano le sconfitte! E' questo che motiva gli animi di tutti coloro che, come me, lavorano con impegno e passione nell'ambito dell'Associazione. Un lavoro difficile, in cui spesso gli esiti delle "battaglie" intraprese sono negativi: ci sconfigge l'insensibilità delle persone nei confronti della causa per cui ci muoviamo; ci sconfigge l'indifferenza delle Istituzioni, sorde alle nostre richieste di aiuto, che altro non sono che veder tutelato il diritto alla salute; ci sconfigge il disinteresse dei mass media, sensibili solo alla politica dell'audience; e ci sconfigge la morte di un paziente per un'errata o una ritardata diagnosi, e sicuramente questa è la nostra sconfitta più grave! Ma tutte queste sconfitte sono ripagate anche da un solo successo! Informare il paziente in merito ai Centri di Eccellenza, educare il personale medico ad una corretta e precoce diagnosi, sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della nostra causa, sono piccoli successi che, con fatica, entusiasmano comunque il nostro lavoro. Sono sicuro che a queste piccole vittorie se ne aggiungeranno altre; del resto un primo grande successo l'abbiamo già ottenuto con il Congresso di Firenze del 31 gennaio scorso e ne seguiranno senz'altro altri, e tutti importanti! Molti i progetti, fondamentali gli obiettivi; e sicuramente anche solo essere stati di aiuto ad una persona è per noi di grande importanza perché, come disse qualcuno (ora non ricordo chi), "chi salva una vita, salva un tesoro"! Davide Desco . Presidente AIMEN L'editoriale del Direttore Scientifico INSIEME siamo stati bravi! Forse sarebbero sufficienti queste poche parole per dare senso agli sforzi che tutti abbiamo fatto per contribuire al successo del Nostro Primo Congresso Nazionale. INSIEME siamo arrivati alla prima tappa del percorso che ci attende. A Firenze il 31 gennaio sono state poste le basi per una crescita scientifica dell'Associazione AIMEN. Il Comitato Scientifico riunitosi per la prima volta ha steso i punti caratterizzanti del proprio programma, che vede come fondamentale una campagna di informazione sulle Neoplasie Endocrine Congenite. Il Congresso ha avuto un successo superiore alle nostre aspettative. La partecipazione delle Autorità locali e la lettera inviata dal Ministro della Salute hanno aperto i lavori scientifici, che hanno visto una grande partecipazione della platea a presentazioni di eccellenza. Il Dr. Stephen J. Marx ha aperto i lavori congratulandosi con un'iniziativa unica al mondo. La sua presenza, come membro onorario del Comitato Scientifico, permetterà all'Associazione di avere una visibilità non solo Nazionale ma anche Internazionale. Ora dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare INSIEME, perché questo sia soltanto il primo dei progetti che desideriamo portare a compimento negli anni a venire. L'impegno e l'entusiasmo non mancano! Buon lavoro a tutti. Maria Luisa Brandi Presidente Comitato Scientifico AIMEN CONSIGLI E SUGGERIMENTI! S O M M A R I O dal Comitato Redazionale L'editoriale del Presidente……….…………………………………………………..pag. 1 L'editoriale del Direttore Scientifico………………………………………………pag. 1 Avete consigli o suggerimenti da proporre per il nuovo numero del giornalino? L'associazione PENSIERI….…………………………………………………………………………pag. 3 Desiderate scrivere un articolo da pubblicare sui prossimi numeri? Il Comitato Scientifico L’IDENTIKIT ROFESSIONALE..……………………..…………………………pag. 5 LA SCHEDA…………………………………………………………………………..pag. 6 Vorreste entrare a far parte del Comitato Redazionale? L'inserto scientifico IL RUOLO DEL GENE RET NELLA NEOPLASIA ENDOCRINA MULTIPLA DI TIPO 2………………………………………….pag. 7-8 Avreste piacere di diventare volontari attivi all’interno dell’Associazione? Scrivete a [email protected] o contattate la sede dell’Associazione per inoltrare le vostre proposte e le vostre richieste! DAL PROSSIMO NUMERO Flash News L’ATTIVITA’ SVOLTA………………..……….…………………………………..pag. 4 La parola alla psicologa “CHI NON L’HA VISSUTO NON PUO’ CAPIRE!”…………….……………………………………………………………….pag.9 Attività Scientifica IL PRIMO CONGRESSO NAZIONALE SULLE NEOPLASIE ENDOCRINE MULTIPLE……………………………….pag. 10/12 Spazio Associazioni I PAZIENTI IPOFISARI E L’ANIPI ITALIA………………………………………………………………………………..pag.13-14 Racconti di vita LA STORIA INFINITA……………………………………………………………pag 14-15 RINGRAZIAMENTI InforMEN Dell'Associazione AIMEN 1 & 2 Per il loro generoso aiuto: Vi invitiamo, per chi lo volesse, ad inoltrare le vostre domande ed i vostri quesiti alla psicologa Dott.ssa Barbara Piazzoni, che vi risponderà nel nuovo angolo dedicato alla posta: “ LA PSICOLOGA RISPONDE” Giovanni BOTTINELLI Renza GALLUPPI Luisa LASIO Luca MORONI Roberta PEDROTTI Barbara PIAZZONI Paola TENAGLIA Mauro ZECCONELLO e il Circolo Cooperativa di Travaino e un sentito ringraziamento a tutti gli amici che generosamente contribuiscono a rendere possibili le nostre attività e ci motivano a perseguire nella nostra causa, dimostrandoci affetto ed amicizia. A queste persone vogliamo dire ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO! GRAZIE! ANNO I - n° 2 Ottobre 2003 Comitato Redazionale Paolo Berzano Cristina Bonaudo Gabriella Cellino Lara Gattico Alessandra Londoni Elisa Pucci Collaboratori Roberto Pino Silvano Pucci Sergio Sapia Impaginazione e progetto grafico Lara Gattico Testi Cristina Bonaudo, Prof.ssa Maria Luisa Brandi, Davide Desco, Prof. Diego Ferone, Cinzia Fischetti, Lara Gattico, Luisa Lasio, Alessandra Londoni, Mariateresa Malacaria, Dott.ssa Barbara Piazzoni, Silvano Pucci, Prof. Massimo Santoro InforMEN L'ASSOCIAZIONE Pagina 3 Pensieri di Cinzia Fischetti socia AIMEN La giornata non era iniziata sotto i migliori auspici: ero in ritardo, non trovavo parcheggio, ho azzardato un’inversione con l’auto alquanto pericolosa, per poi finire al parcheggio sotterraneo in p.zza Stazione a Firenze, il che significa prepararsi a spendere un leasing per la sosta di una giornata intera! Finalmente raggiungo Palazzo Gaddi. Un po’ affannata, entro nella hall dell'Hotel, salgo le rampe che mi portano nel luogo deputato all’incontro e per prima scorgo e riconosco Antonella di Livorno che, sbagliando, ribattezzo con il nome di Anna! Lei mi sorride e già questo mi fa sentire più sollevata, ma è quando intravedo Lara ed Alessandra al desk, destinato all’accoglienza visitatori, che il mio sorriso si allarga fino alle orecchie! Lara ed Alessandra sono tra le persone più rassicuranti che abbia mai incontrato, anche se, all’occorrenza, sanno bene come raggiungere i loro scopi! Mentre sono diligentemente in coda per entrare nella Sala del Congresso si avvicina il nostro presidente. NO! Non Berlusconi, ma un Presidente ben più importante per noi: Davide Desco, Presidente appunto dell’Associazione AIMEN. Terminati i saluti entro finalmente nell’ Auditorium, pieno fino all’inverosimile, proprio mentre il relatore è il Prof. S.J. Marx (USA). Non conoscendo bene l'inglese, seguo il suo intercalare ad orecchio, per cercare di capire di che importanza può essere il suo intervento per me, aiutata dalle diapositive che scorrono sul mega schermo che giganteggia sul fondo della sala. Ma quando mi vedo sfilare davanti agli occhi un topo disegnato e poi un altro, per spiegare non so cosa, mi chiedo : “ Ma quella sono io? Come posso essere ASSOCIAZIONE ITALIANA NEOPLASIE ENDOCRINE MULTIPLE DI TIPO 1 & 2 AIMEN 1 & 2 - ONLUS In questa rubrica, dedicata alla vita associativa, pubblichiamo un simpatico testo di Cinzia Fischetti, scritto a 'pensieri liberi' dopo il Congresso di Firenze sulle MEN del 31 gennaio. studiata come un topo?” Forse mi sto sbagliando, per fortuna non parlo bene la sua lingua, ma di una cosa sono certa: IO NON SONO UN TOPO! A volte tendo ad identificarmi troppo con quel che vedo sul maxi-schermo ed è anche quello che succede ad Anna di Roma, che è vicina a me, e commenta ad alta voce quel che passa in quell’istante. Tutti gli interventi dei relatori, secondo il mio modesto parere, sono stati molto interessanti. Un po’ di delusione l’ho provata quando è stato il turno del nostro presidente Davide Desco, e la sala si è dimezzata! Ma abbiamo risolto concentrando la nostra attenzione su quanto Davide esponeva e dedicandogli un sentito applauso finale. Alla fine della serata ho sentito il desiderio di rimanere con gli amici dell’AIMEN ancora un po’, perché stando con loro riesco a parlare della malattia con più distacco e di conseguenza riesco ad esporlo anche agli altri. Ho notato, per esempio, che già la sera stessa sono riuscita a trasmettere la mia esperienza agli amici che frequento, per cui l’importante è iniziare, anche se la strada è lunga! Ciao! PER ASSOCIAZIONI E DONAZIONI BONIFICO BANCARIO Corso Francia 220/a 10093 Collegno (TO) Tel. 011/415.15.58 - Fax 011/35.18.72 Website: www.aimen.it-E-mail: [email protected] Accreditato sul c/c. n° 000847566630, Banca Sella di Orbassano - ABI 03268 CAB 30680, intestato a Associazione AIMEN 1 & 2 - Corso Francia 220/a - Collegno (inviandoci per posta fotocopia del bonifico e richiedendo, ai numeri dell'Associazione, il modulo sui dati personali da compilare e restituire FONDATORI: Cristina Bonaudo, Claudia Desco, Davide ASSEGNO BANCARIO Desco IL PRESIDENTE: Davide Desco LA VICEPRESIDENTE: Gabriella Cellino LA SEGRETARIA: Cristina Bonaudo IL CONSIGLIO DIRETTIVO Lara Gattico, Alessandra Londoni, Beniamino Malacaria, Silvano Pucci Intestato a Associazione AIMEN 1 & 2, non trasferibile e "barrato", consegnato a un membro del Direttivo, unitamente al modulo sui dati personali debitamente compilato CONTO CORRENTE POSTALE Mediante versamento sul c/c. n° 38498473, intestato a Associazione AIMEN 1 & 2 - C.so Francia 220/a - Collegno (TO) InforMEN FLASH NEWS Pagina 4 L'ATTIVITA' SVOLTA dalla Toscana Firenze - 30 Gennaio 2003 RELAZIONE ASSEMBLEA SOCI 2003 Di Cristina Bonaudo Il 30 gennaio scorso si è svolta l’annuale assemblea dei soci, con la discussione dei seguenti punti: - Approvazione bilancio consuntivo 2002 Approvazione bilancio preventivo 2003 Relazione andamento dell’associazione Versamento quote associative Presentazione nuovo opuscolo Presentazione giornalino dell’Associazione, l’INFORMEN Apertura conto corrente postale Agevolazioni fiscali per le ONLUS Intervento dott.sa Loredana Nasta, Presidente Federazione UNIAMO Ciò è stato fortemente voluto dalla Regione Toscana che ha deliberato in Giunta Regionale un articolato protocollo d’intesa tra il Forum delle Associazioni delle Malattie Rare e il Dipartimento Diritto alla Salute e delle Politiche di Solidarietà. Abbiamo richiesto l’inserimento della nostra Associazione nel Forum al fine di seguire questa importante iniziativa Regionale. dalla Lombardia ADESIONE PROGETTO ORPHANET Di Lara Gattico Firenze - Febbraio 2003 L'Associazione ha aderito al progetto ORPHANET che, coordinato dall'Istituto CSSMendel di Roma, prevede la realizzazione di una pubblicazione che vuole costituirsi come la prima raccolta ufficiale delle Associazioni di malattie rare, con particolare riguardo circa gli aspetti organizzativi dell'Associazione, le caratteristiche principali delle patologie, i Centri di Eccellenza, i progetti futuri. IL FORUM DELLE ASSOCIAZIONI TOSCANE DI MALATTIE RARE LAVORI IN CORSO - dalla Toscana Di Silvano Pucci Il 19 Aprile, presso la sede della Regione Toscana è stato presentato il Forum Associazioni Toscane Malattie Rare alla presenza dell’Assessore Regionale Enrico Rossi. Il Forum vuole rappresentare un punto di riferimento diretto ed insostituibile per quanti “Malati di Malattie Rare” necessitano di informazioni e supporti difficilmente reperibili. RICHIESTE MINISTERO DELLA SALUTE Sono state inoltrate al Ministero della Salute alcune importanti richieste: 1. Richiesta di inserimento delle Sindromi MEN nell'elenco delle Malattie Rare istituito presso il Centro Malattie Rare dell'Istituto Superiore di Sanità, per ottenere il riconoscimento istituzionale e il relativo codice di esenzione; 2. Richiesta spot ministeriale, al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica e il personale medico ed infermieristico sull'esistenza di tali patologie e sulle attività dell'Associazione; 3. Richiesta di finanziamento del RINEM - Registro Italiano Neoplasie Endocrine Multiple di Firenze - unico Registro presente in Italia che raccoglie i dati dei pazienti affetti da MEN; è stato richiesto inoltre che tutti i dati relativi a pazienti affetti da tali patologie in cura presso altri istituti ospedalieri del territorio nazionale, confluiscano al Registro per evitare una dispersione dei dati e garantire la prosecuzione della ricerca clinica. LAVORI IN CORSO RICHIESTE di FINANZIAMENTO A CASE FARMACEUTICHE Sono stati presentati i progetti dell'Associazione ad alcune case farmaceutiche, al fine di ottenere dei finanziamenti per garantirne la fattibilità economica. I progetti prevedono campagne di informazione ed educazione rivolte prevalentemente a medici di base e specialisti. Ad oggi siamo ancora in attesa di risposta. InforMEN IL COMITATO SCIENTIFICO Pagina 5 L'IDENTIKIT PROFESSIONALE Intervista a MARIA LUISA BRANDI Quali motivazioni l'hanno spinta ad intraprendere la carriera medica ed in particolare a scegliere la specialità dell'endocrinologia? La scelta di seguire la carriera medica è stata guidata dal desiderio di apprendere le basi biologiche della vita. Successivamente diventare endocrinologa ha significato sottolineare la scelta conoscitiva originale per il profilo di ricerca che caratterizza questa specialità. Occuparsi delle patologie MEN è stato uno dei casi fortuiti nei quali la "serendipity" gioca un ruolo particolare. Che ruolo ha avuto l'esperienza di studio negli Stati Uniti? L'esperienza statunitense, sotto la guida del Dott. Gerald D. Aurbach, mi ha permesso di portare a frutto tutte le nozioni accumulate negli anni di studio teorico. Gli insegnamenti del Maestro americano mi hanno permesso una crescita clinica e di ricercatrice di base. Qual' è stato l'impatto con la realtà italiana, una volta rientrata in Italia? Il ritorno in Italia nel 1998 ha segnato la terza svolta nella mia vita. Forse se un rammarico c'è, è quello di aver dovuto, una volta tornata nel mio Paese, lottare spesso contro i mulini a vento, con poche e spuntate armi. Nonostante ciò le attività scientifiche nel settore delle Sindromi MEN, la nascita del Centro di Riferimento Regionale su Tumori Endocrini ereditari, la crescita del Registro Italiano RINEM, la collaborazione con valenti colleghi italiani, quali il Prof. Cesare Bordi e la Prof.ssa Paola Tomassetti, hanno permesso di raggiungere risultati insperati. Quali sono i suoi futuri obiettivi nel campo delle MEN? Oggi l'ultimo traguardo è quello di fare del Centro di Riferimento Regionale sui Tumori Endocrini Ereditari della Toscana un esempio che serva a L'angolo del Comitato Scientifico riserva in questo numero uno spazio dedicato alla Professoressa Maria Luisa Brandi, Presidente dell'organo scientifico dell'Associazione. Nel prossimo numero tale angolo riserverà il proprio spazio ad un altro membro del Comitato, il Professor Franco Mantero. modello per le altre realtà geografiche. Le Istituzioni dovranno infine riconoscere gli sforzi che ricercatori di grande livello stanno facendo per poter costruire una realtà clinica e di ricerca di eccellenza. In questo lavoro posso contare su collaboratori di grande spessore scientifico, come il Dott. Alberto Falchetti e la Dott.ssa Laura Masi. La collaborazione con i pazienti sarà necessaria per raggiungere gli scopi prefissati. InforMEN IL COMITATO SCIENTIFICO Pagina 6 LA SCHEDA MARIA LUISA BRANDI Indirizzo: Dipartimento di Medicina Interna, Università degli Studi di Firenze, Viale Pieraccini 6, 50139 Firenze Telefono: 055 4296586 Fax: 055 2337867 E-mail: [email protected] Curriculum vitae Professore Straordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo presso l’Università di Firenze, Responsabile del “Centro Regionale di Riferimento su Tumori Endocrini Ereditari” E’ Autrice di oltre 300 pubblicazioni in esteso, di cui 200 su riviste internazionali con “peer review”, tra cui New England Journal of Medicine, Proceedings of the National Academy of Science, Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, Journal of Bone and Mineral Research, Human Molecular Genetics, American Journal of Human Genetics, Journal of Cell Biology. Il suo IF (Impact Factor) globale è superiore a 700. Ha svolto oltre 400 letture e seminari su invito a Congressi Internazionali e Nazionali. E’ stata Autrice di 86 libri, in tema di Endocrinologia Cellulare e Molecolare Ha ricevutonumerosi premi quali: Premio Roussel Italia, The European Osteoporosis Foundation Award, Premio Schering of the Italian Endocrine Society, The Sandoz Foundation for Gerontologic Research Award, Helena Rubinstein Award: "Women in Science". E’ membro del Comitato Editoriale di numerose riviste, tra cui Endocrinology, Calcified Tissue International, e del Comitato Direttivo e Scientifico di numerose Organizzazioni e Società Scientifiche, tra cui la International Osteoporosis Foundation, la Società Italiana dell’Osteoporosi, l’International Committee on Multiple Endocrine Neoplasia Syndromes. Ha ricevuto numerose citazioni quali: J.A.M.A, Women in Science NIH, Who's Who in the World, Who's Who in Science and Engineering, Who’s Who in Medicine and Health Care, On-Going Research in Cancer Epidemiology, International Agency for Research on Cancer, Who’s Who The Europe 500. E’ rappresentante dell’Università di Firenze all’interno del Consorzio PROGEN e Delegato del Rettore per i rapporti con gli Stati Uniti d’America. Ha prodotto autonomamente 6 linee cellulari continue e clonali da mammiferi (WRT, PTR, BPE, HPE, BBE; FLG 29.1), quando uno sola potrebbe rappresentare per se un traguardo di grande prestigio per un ricercatore. E’ signataria di 7 brevetti Internazionali di cui 3 per lo sviluppo di nuovi modelli cellulari di colture continue. Ricerca attuale e metodologie usate • • • • • • • • • • • • Neoplasie Endocrine Multiple Studi Clinici e di Base su Malattie Metaboliche dell’Osso Studi Clinici e di Base su Malattie Paratiroidee Biologia Cellulare dell’Osso Biologia Cellulare dei Tessuti Endocrini Genetica di Malattie Metaboliche ed Endocrine Biologia Molecolare del Recettore Estrogenico Genetica dell’Osteoporosi Terapie Cellulari Tumorigenesis del Cancro del Colon Clinical Trials nell’Area dell’Osteoporosi Sindrome da Ipercalciuria Primitiva. InforMEN L'INSERTO SCIENTIFICO Pagina 7 Il ruolo del gene RET nella Neoplasia Endocrina Multipla di tipo 2 di Massimo Santoro Comitato Scientifico AIMEN INTRODUZIONE Le neoplasie sono causate da alterazioni dei geni e in alcuni casi sono ereditarie. La sindrome MEN2 predispone allo sviluppo di carcinomi midollari della tiroide e di altri tumori, ed e’ trasmessa in maniera familiare in seguito alla mutazione di un gene chiamato RET. Queste scoperte, che risalgono alla meta’ degli anni ’90, hanno aperto importanti prospettive per la diagnosi precoce della malattia e potrebbero aprire, in un prossimo futuro, straordinarie prospettive terapeutiche. LA SINDROME MEN2 I tumori della tiroide rappresentano le piu' frequenti neoplasie del sistema endocrino (1). Essi, molto frequentemente, originano dalle cellule follicolari della tiroide, che provengono nel corso dello sviluppo embrionale dal faringe primitivo. Piu’ raramente (meno del 10% dei casi) originano da quelle parafollicolari, di origine nervosa. I tumori delle cellule para-follicolari sono maligni e sono chiamati carcinomi midollari della tiroide (MTC). Gli MTC secernono nel sangue l’ormone calcitonina e possono essere ereditari (meno della meta’ dei casi) nei pazienti affetti dalla sindrome da neoplasia endocrina multipla di tipo 2 (MEN2) (2, 3). La trasmissione ereditaria della MEN2 e’ di tipo dominante: e’ sufficiente che uno solo dei genitori sia affetto perche’ il 50% dei figli abbia un’elevata probabilita’ di sviluppare la malattia. Esistono tre sottotipi di MEN2: MEN2A, MEN2B e FMTC. Tutti e tre i sottotipi predispongono allo sviluppo di MTC; la MEN2A e MEN2B anche allo sviluppo di un tumore della ghiandola surrenale: il feocromocitoma. L’FMTC, la forma meno grave, causa solo MTC; la MEN2B, la forma piu’ grave, predispone anche a malformazioni scheletriche e tumori nervosi. IL GENE RET La scoperta dei geni responsabili di malattie tumorali ha un'enorme importanza pratica in Oncologia. Le alterazioni di questi geni possono essere utilizzate come marcatori per la diagnosi; d'altro canto, é possibile mettere a punto nuove strategie terapeutiche dirette selettivamente alla neutralizzazione delle proteine oncògene causa di tumore. Il gene che causa i tre sottotipi di MEN2 e’ RET. RET codifica per una proteina che si localizza a livello della membrana delle cellule para-follicolari tiroidee dove funziona come recettore per fattori di crescita (Figura 1). Le proteine di questa famiglia hanno un ruolo straordinariamente importante nello sviluppo di vari tessuti ma, quando mutate, esse possono causare tumori, come nel caso di HER2 e TRK nel ca. della mammella, di KIT e PDGFR nei tumori interstiziali del colon, di MET nei tumori ereditari del rene (4). RET e’ anche importante nello sviluppo; infatti la mancanza di RET, in alcuni pazienti, causa difetti del normale sviluppo dell’innervazione dell’intestino con gravi problemi alla peristalsi (megacolon o morbo di Hirschsprung) (5). A volte il megacolon si associa alla MEN2A. Le MEN2 sono causate da specifiche mutazioni puntiformi (cioe’ sostituzione di specifici aminoacidi) di RET (illustrate nella Figura 1) che vengono trasmesse dal genitore malato ai figli. Queste mutazioni attivano RET, convertendolo in un potente oncogéne in grado di causare tumori (6). Alcune di queste mutazioni si trovano anche in MTC sporadici. In maniera rapidissima, la scoperta del ruolo di RET nella MEN2 ha rivoluzionato il modo di fare diagnosi della malattia. In passato la diagnosi di portatore di MEN2 era basata sul dosaggio della calcitonina nel sangue, un test valido ma poco sensibile e che soprattutto si positivizza quando la neoplasia e’ già in atto. Oggi esistono linee guida internazionali ben standardizzate che prescrivono che la diagnosi di MEN2 si debba fare con l’analisi del DNA su un prelievo di sangue per la ricerca della mutazione di RET. In questo modo, non appena si scopre la presenza della mutazione é possibile intervenire in età pediatrica con adeguate misure terapeutiche (la rimozione chirurgica preventiva della ghiandola) eradicando la malattia (7). PROSPETTIVE TERAPEUTICHE Attualmente l’unica possibilita’ terapeutica disponibile per l’MTC e gli altri tumori associati alla MEN2 e’ la chirurgia; ne’ la radioterapia, ne’ la chemioterapia tradizionale hanno molta efficacia (8). Enorme attenzione sta dedicando la ricerca InforMEN L'INSERTO SCIENTIFICO Pagina 8 Segue da pag. 7 oncologica allo sviluppo di nuovi farmaci che possano curare i tumori contrastando l’azione delle proteine che li causano. Le proteine della famiglia di RET hanno una particolare attivita’ enzimatica, che consiste nella capacita’ di trasferire dei gruppi fosfato su proteine substrato (chinasi). Dunque, esse possono essere facilmente inibite dall’utilizzo di composti analoghi all’ATP (una piccola molecola che funziona da cofattore essenziale delle chinasi). Questo approccio, illustrato schematicamente nella Figura 2, e’ oggi attivamente perseguito per sviluppare nuove terapie per i tumori causati da mutazioni di proteine con funzione chinasica: l’esempio piu’ clamoroso e’ dato dall' "Imatinib", un nuovo farmaco che ha rivoluzionato il trattamento della Leucemia Mieloide Cronica (9). Gia’ esistono interessanti prospettive per applicare questo approccio a RET. Un nuovo composto (10) e’ in fase di studio pre-clinico perche’ ha dimosrato notevole efficacia nel bloccare RET. 9) Dancey J, Sausville EA. Issues and progress with protein kinase inhibitors for cancer treatment. Nat Rev Drug Discov. 2003 Apr; 2(4):296-313. 10) Carlomagno F, Vitagliano D, Guida T, Ciardiello F, Tortora G, Vecchio G, Ryan AJ, Fontanini G, Fusco A, Santoro M. ZD6474, an orally available inhibitor of KDR tyrosine kinase activity, efficiently blocks oncogenic RET kinases. Cancer Res. 2002 Dec 15; 62(24):7284-90. Prof. Massimo Santoro Dipartimento di Biologia e Patologia Cellulare e Molecolare - Universita' Federico II via S. Pansini 5 - 80131 Napoli - Italy Ph +39-081-7463056 - Fax +39-081-7463037 e-mail: [email protected] Bibliografia 1) Sherman SI. Thyroid carcinoma. Lancet. 2003 Feb 8; 361(9356):501-11. 2) Hansford JR, Mulligan LM. Multiple endocrine 3) 4) 5) 6) 7) neoplasia type 2 and RET: from neoplasia to neurogenesis. J Med Genet. 2000 Nov;3 7(11):817-27. OMIM, Online Mendelian Inheritance in Man: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/dispomim.cgi?id=1 71400 Blume-Jensen P, Hunter T. Oncogenic kinase signalling. Nature. 2001 May 17; 411(6835):355-65. Manie S, Santoro M, Fusco A, Billaud M. The RET receptor: function in development and dysfunction in congenital malformation. Trends Genet. 2001 Oct; 17(10):580-9. Santoro M, Carlomagno F, Romano A, Bottaro DP, Dathan NA, Grieco M, Fusco A, Vecchio G, Matoskova B, Kraus MH. Activation of RET as a dominant transforming gene by germline mutations of MEN2A and MEN2B. Science. 1995 Jan 20; 267(5196):381-3. Brandi ML, Gagel RF, Angeli A, Bilezikian JP, BeckPeccoz P, Bordi C, Conte-Devolx B, Falchetti A, Gheri RG, Libroia A, Lips CJ, Lombardi G, Mannelli M, Pacini F, Ponder BA, Raue F, Skogseid B, Tamburrano G, Thakker RV, Thompson NW, Tomassetti P, Tonelli F, Wells SA Jr, Marx SJ. Guidelines for diagnosis and Figura 1 therapy of MEN type 1 and type 2. J Clin Endocrinol Metab. 2001 Dec; 86(12):5658-71. 8) Vini L, Harmer C. Management of thyroid cancer. Lancet Oncol. 2002 Jul; 3(7):407-14. Figura 2 InforMEN LA PAROLA ALLA PSICOLOGA Pagina 9 "Chi non l’ha vissuto non può capire!" di Barbara Piazzoni Dottoressa in Psicologia e socia AIMEN "Chi non l'ha vissuto non può capire!" Quante volte abbiamo sentito questa frase, spesso riferita a differenti circostanze negative e dolorose! Ma cosa significa realmente vivere l'esperienza della malattia cronica? Perché ci si sente soli di fronte ad uno scenario simile? Solitamente il momento della diagnosi ci appare il più difficile, in quanto è il risultato di varie visite specialistiche, analisi anche dolorose e pareri medici discordanti. Ma poi ci si sveglia la mattina seguente e ci si domanda: ora cosa si fa? C'è chi si abbandona alla malattia e si fa vincere da essa; ma c'è anche chi, e questo è l'atteggiamento da promuovere, prova a piccoli passi a "convivere" con la malattia. Esistono vari modi per rendere tale convivenza un po' meno scomoda: l'associazione rappresenta un'ottima opportunità per affrontare questa nuova esperienza. Essa permette al malato di guardarsi intorno e ritrovare se stesso in coloro che vivono le stesse problematiche, gli stessi Dubbi e il timore di non sopportare una prova simile. L'associazione serve quindi ad autocommiserarsi? No! Ciò che importa è il sentirsi GRUPPO, sostenendosi, crescendo insieme, superando gli ostacoli, comunicando la propria esperienza ed ascoltare quella altrui, con la consapevolezza di non essere giudicati, anche se nel confronto possono emergere idee diverse, ma legittime nella stessa misura. Il condividere le difficoltà della malattia porta anche sollievo: si possono fare progetti futuri, si tenta di risolvere i piccoli problemi quotidiani legati alla reperibilità dei medicinali, al costo degli esami e delle visite mediche, si possono dare anche consigli sulle strutture ospedaliere a cui rivolgersi per gli interventi. E per ottenere questo traguardo è necessario prima di tutto dare un nome alla malattia, accettarla come tale: qualcosa per cui ci si deve curare, ma dalla quale non lasciarsi annientare. PER I TUOI APPUNTI ______________________________________________________________________________ ______________________________________________________________________________________________________ ______________________________________________________________________________________________________ ______________________________________________________________________________________________________ ______________________________________________________________________________________________________ InforMEN ATTIVITA' SCIENTIFICA I SALUTI ISTITUZIONALI ALL'APERTURA DEL CONGRESSO Dal Ministero della Salute Gentile Professoressa Brandi, desidero ringraziarLa dell'invito a partecipare alla Cerimonia di Apertura del 1° Congresso Nazionale sulle "Neoplasie Endocrine Multiple", che si svolgerà il prossimo 31 gennaio a Firenze. Pur condividendo la rilevanza dell'evento, sono costretto a declinare l'invito per impegni istituzionali già assunti in tale data. Formulo comunque i migliori auguri per il successo dell'incontro unitamente a quelli di buon lavoro e, con l'occasione, Le invio i miei migliori saluti. Prof. Girolamo Sirchia Dall’Assessore al Diritto alla Salute - Regione Toscana Pagina12 IL PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.15 Apertura dei lavori PARTE I - Moderatori:Cesare Bordi, Renato Lauro 8.45 Lettura Magistrale Le Sindromi MEN 1 e MEN 2 negli anni 2000 - Stephen J. Marx 9.30 Presentazione e decorso clinico dell’iperparatiroidismo primitivo nella Sindrome MEN 1 -Maria Luisa Brandi 10.00 Aspetti clinici dei tumori Neuroendocrini nella Sindrome MEN 1 - Paola Tomassetti PARTE II - Moderatori: Mario Serio, Calogero Surrenti 11.00 La patologia ipofisaria nella Sindrome MEN 1 - Guido Tamburrano 11.30 La patologia ipofisaria nella Sindrome MEN 1 - Anna Spada 12.00 La diagnosi e la consulenza genetica nella Sindrome MEN 1 Alberto Falchetti 12.30 Terapia chirurgica nell’iperparatiroidismo dei tumori neuroendocrini nella Sindrome MEN 1- Francesco Tonelli 13.00 La terapia medica dei tumori neuroendocrini nella MEN 1 Gianfranco Delle Fave PARTE III - Moderatori Alberto Angeli, Marco Boscaro 15.00 Il carcinoma midollare della tiroide nella Sindrome MEN 2 Furio Pacini 15.30 Il feocromocitoma nella Sindrome MEN 2 - Massimo Mannelli 16.00 La Sindrome di Hirschsprung Giovanni Romeo Cara Maria Luisa, improrogabili impegni istituzionali mi tengono in questi giorni lontano da Firenze e mi impediscono pertanto di partecipare ai lavori dell'importante appuntamento che ha luogo nella nostra città. Conosci bene l'importanza che la Regione attribuisce a patologie che proprio in ragione della loro rarità sono fonte di problematiche mediche complesse, con ricadute d'imponente rilievo sia sociale che economico. Nel caso specifico, grazie alla tua professionalità, Firenze è divenuto un prestigioso punto di riferimento a livello internazionale. Sperando di potervi incontrare in un'altra occasione, auguro a te e a tutti i partecipanti al Congresso proficue giornate di lavoro. Con i miei più cordiali saluti. Enrico Rossi 16.30 Coffe break PARTE IV - Moderatori: Sebastiano Filetti, Giancarlo Vecchio 17.00 Ruolo del gene RET nella Sindrome MEN 2: diagnosi e consulenza genetica - Francesca Carlomagno 17.30 La terapia chirurgica del carcinoma midollare della tiroide e del feocromocitoma nella Sindrome MEN 2 - Paolo Miccoli PARTE V Moderatori: Gaetano Lombardi, Franco Mantero 18.00 L'AIMEN 1 e 2: il presente e il futuro Davide Desco 18.15 Il Registro Italiano delle Sindromi MEN (RINEM) - Valentina Ghinoi 18.30 Il Centro di Riferimento Regionale su Tumori Endocrini Ereditari Maria Luisa Brandi 18.45 Il Centro Nazionale Malattie Rare dell'Istituto Superiore di Sanità Domenica Taruscio 19.00 Chiusura dei lavori congressuali InforMEN SPAZIO ASSOCIAZIONE Pagina 13 I pazienti ipofisari e l'ANIPI Italia di Luisa Lasio e di Diego Ferone Presidente ANIPI ITALIA, Professore al DiSEM - Università di Genova Il fine esclusivo della nostra associazione è sviluppare la solidarietà fra le persone colpite da questa patologia e il mondo affettivo e sociale che li circonda, e gli obiettivi che essa si propone di raggiungere sono strettamente legati al bisogno di comunicare, di informare e di essere informati, presente in tutti i pazienti ed in chi vive vicino ad essi. All’interno di ANIPI Italia, infatti, fondamentale importanza ricopre la comunicazione, per cui si favorisce la nascita di un rapporto empatico fra pazienti. Le persone cosiddette sane non possono evidentemente provare per gli ammalati un sentimento di totale compartecipazione (il che equivarrebbe ad identificarsi in essi); si limitano a provare compassione, non nel significato originario che questo sostantivo aveva, (dal latino: cum- passio - sentire e “patire” insieme) ma nella connotazione un poco negativa e che ne destruttura il ruolo inizialmente paritario, per cui il rapporto è tra malato e sanoche-fa-del-bene. Noi abbiamo immaginato l’associazione come un universo in equilibrio, all’interno del quale i pazienti sentono il bisogno di aprire le loro finestre di “monadi” chiuse, per comunicare sentimenti, emozioni, stati d’animo, dubbi e incertezze. Anche i medici sono entrati a far parte di questo universo con il compito di rispondere, di tranquillizzare e di dare consigli. La loro presenza appare fondamentale e consente una sicura, efficace e rapida disposizione delle attività. I ritardi nelle diagnosi, alcune volte, provocano nei pazienti sfiducia nella comunità medica, sentimento questo che può creare problemi e conflitti, sanabili attraverso un dialogo costruttivo da entrambe le parti. L’ANIPI, in questo caso, si pone come mediatrice di un rapporto equilibrato tra medico e paziente. Ogni giorno gli ammalati lottano per far comprendere agli altri le proprie difficoltà, in particolare se sono affetti da patologie rare, ancora semisconosciute, e delle quali si sa poco quanto a sintomi e alla loro evoluzione . Le patologie ipofisarie sono rare e sconosciute al grande pubblico e per i pazienti più gravi non è affatto semplice trovare comprensione, specialmente nel mondo del lavoro, dove in ogni caso deve trionfare l’efficienza. Chi ormai sente venir meno l’energia psichica e la forza fisica, si ritrova a confrontarsi con una realtà emarginante e frustrante e nell’impossibilità, talvolta, di poter chiarire e chiarirsi scientificamente i propri danni, ormai irreversibili. Un compito dell’associazione è quello di promuovere la ricerca medica, che possa ampliarne le conoscenze, per meglio affrontare un discorso di prevenzione e di cura e diffondere quindi tali ricerche tra i medici di famiglia, pazienti e popolazione. Le patologie ipofisarie sono abbastanza rare e, in alcuni casi, rarissime. Esse si insinuano subdole e striscianti; si nascondono nel corpo, mandando segnali strani, ma inizialmente troppo deboli per essere immediatamente captati. Indeboliscono il fisico e la mente, mutano i tratti somatici con determinazione: senza “pietà”, spesso, trasformano le mani più sottili e delicate in due estremità tozze ed esteticamente brutte. Alcuni ormoni messi in circolo in gran quantità, quasi sempre a causa della presenza di un adenoma ipofisario, dopo alcuni anni, determinano danni irreversibili, tali da minare per sempre la qualità della vita dei pazienti, a meno che non vi sia una diagnosi Questa rubrica vuole essere uno spazio dedicato, di volta in volta, alle Associazioni di Malattie Rare che, come noi, si muovono per una migliore qualità della vita delle persone affette da tali patologie e per garantire che venga rispettato l'applicazione del diritto alla salute. Lo spirito collaborativo è presupposto fondamentale del nostro operare, al fine di condividere progetti e obiettivi comuni perché, solo unendo le nostre forze, possiamo diventare una potenza in grado di farsi ascoltare e giungere a risultati concreti, soprattutto in termini di politica sanitaria. precoce ed un adeguato intervento terapeutico. La ghiandola ipofisaria è composta da due aree funzionali distinte: la neuroipofisi (posteriore) e l’adenoipofisi (anteriore), contenute in una struttura ossea del cranio, la sella turcica, ed entrambe caratterizzate dalla presenza di importanti ormoni che regolano moltissime funzioni del nostro organismo. Le principali patologie ipofisarie si possono inquadrare in due grandi categorie: le sindromi da iperproduzione ormonale e quelle legate invece alla carenza di uno o più ormoni dell’ipofisi. Tuttavia, spesso la situazione diviene molto più complessa poiché il quadro clinico di alcuni pazienti è il risultato dell’eccessiva produzione di un ormone ipofisario da un lato, e della carenza di altri ormoni dall’altro. Inoltre, l’ipofisi controlla e dirige l’attività di molti altri organi endocrini, pertanto un danno a livello ipofisario può coinvolgere tutto il sistema endocrino, determinando quadri clinici complicati e di difficile gestione. Una delle cause più comuni di disfunzione ipofisaria è la presenza di un adenoma o di altre lesioni espansive dell’area sellare e parasellare , come il craniofaringioma, le cisti, più raramente i meningiomi e altre neoplasie del sistema nervoso centrale, o anche metastasi di altri tumori. Inoltre, l’ipofisi può essere interessata anche da lesioni infiltranti di natura infiammatoria e granulomatosa, che spesso mimano la presenza di un adenoma ipofisario. L’adenoma ipofisario è un tumore nel 99% dei casi benigno, ma che origina e cresce in un area molto delicata del nostro organismo. Possiamo trovare macroadenomi e microadenomi (una suddivisione puramente dimensionale), tumori a sviluppo solamente intrasellare o tumori che si estendono oltre la sede naturale dell’ipofisi (la sella turcica), spesso verso l’alto, ma InforMEN SPAZIO ASSOCIAZIONE Pagina 14 Segue da pag. 13 anche lateralmente o più raramente in basso, danneggiando le strutture nervose, vascolari ed ossee adiacenti. La presenza di un adenoma ipofisario, a secondo della sua natura (secernente o non funzionanate) e delle cellule da cui deriva, può determinare sindromi cliniche complesse come l’iperprolattinemia, l’acromegalia, il Morbo di Cushing, l’ipertiroidismo “centrale”, e anche sindromi più sfumate sostenute dall’ipersecrezione di gonadotropine, o anche dalla secrezione contemporanea di più ormoni dell’ipofisi anteriore. In molti casi, invece, l’adenoma ipofisario non produce ormoni, o perlopiù secerne molecole senza attività biologica: ci troviamo di fronte al cosiddetto adenoma non funzionante (o non secernente). Tuttavia, queste lesioni determinano danni, spesso irreversibili, delle cellule ipofisarie normali, inducendo un quadro clinico spesso di difficile individuazione e caratterizzazione che si chiama ipopituitarismo. L’ipopituitarismo può essere di vario grado: abbiamo quadri clinici determinati dal danno di un singolo gruppo cellulare, fino a quelli che derivano dalla distruzione di tutte le cellule ipofisarie, il cosiddetto panipopituitarismo anteriore, spesso accompagnato dal diabete insipido, che è un’altra patologia molto complessa determinata da alterazioni della funzione dell’ipofisi posteriore (neuroipofisi). La carenza di ormoni ipofisari può causare sindromi cliniche anche molto gravi poiché viene a mancare lo stimolo funzionale per molte altre ghiandole dell’organismo, che cessano di produrre i propri ormoni, alcuni dei quali sono essenziali per la sopravvivenza. Per questi motivi, le alterazioni ipofisarie devono essere rapidamente riconosciute ed adeguatamente trattate da specialisti endocrinologi con una buona esperienza nel campo della patologia ipofisaria. L’endocrinologo esperto in patologia ipofisaria deve lavorare a stretto contatto principalmente con validi neurochirurghi (specializzati sull’ipofisi), ma anche con neuroradiologi e altri specialisti di volta in volta coinvolti nella gestione del paziente affetto da una disfunzione ipofisaria. Il trattamento delle patologie ipofisarie, in particolare degli adenomi e dell’ipopituitarismo, si avvale oggi dei notevoli progressi della ricerca degli ultimi 20 anni. La neurochirurgia moderna attraverso l’approccio transfenoidale (per via nasale) ha reso l’intervento di asportazione degli adenomi ipofisari un evento molto meno traumatico per il paziente, più sicuro e con scarsi rischi operatori. Dall’altro lato, importanti scoperte in campo farmacologico hanno spinto la terapia medica verso un ruolo primario per alcuni forme di adenoma ipofisario che prima potevano essere trattate soltanto chirurgicamente. Per contrastare l’eccesso di alcuni ormoni, negli ultimi anni sono state messe a punto terapie mediche di notevole efficacia Un esempio sono gli analoghi della somatostatina, di largo impiego oggi per l’acromegalia. Sono farmaci che hanno significativamente migliorato la qualità di vita di questi pazienti, abbattendo addirittura quasi totalmente il rischio aumentato di mortalità di questi soggetti. Ancora, poi i moderni dopamino-agonisti che hanno ridotto quasi a zero il numero di interventi neurochirurgici nei prolattinomi (adenomi ipofisari che producono un eccesso di prolattina), ma che vengono impiegati anche in altre forme di adenoma ipofisario. Infine, la ricerca continua a fornire nuovi farmaci più attivi, che in un prossimo futuro porteranno importanti risultati in campo endocrinologico per il trattamento dei tumori neuroendocrini. Inoltre, la terapia sostitutiva ormonale permette in pratica il ripristino di tutte le funzioni ipofisarie, e delle altre ghiandole, atrofizzatesi a causa di un tumore o altro evento traumatico a carico dell’ipofisi. Per gli adenomi ipofisari, la radioterapia viene oggi meno usata, ma resta un valido trattamento coadiuvante in alcune forme di tumore più aggressivo. Le malattie ipofisarie possono alterare completamente lo stato della vita e poiché i sintomi in molti casi si presentano dubbi o parzialmente comuni a quelli di altre patologie, i medici di famiglia sono spesso fuorviati e non riescono a focalizzarle tempestivamente Si hanno pertanto diagnosi tardive, con conseguenze spesso disastrose. E’ assai importante sottolineare come le patologie ipofisarie, adeguatamente trattate, possono essere del tutto controllate e, non poche volte, completamente guarite. Hanno un ruolo molto importante la fiducia e la collaborazione medicopaziente, poiché spesso una patologia ipofisaria può richiedere un iter diagnostico-terapeutico lungo e complesso, ma che, se eseguito correttamente, può riportare il paziente ad una qualità di vita praticamente normale. La nascita di questa associazione risale a cinque anni fa e le adesioni sono di continuo in crescita. Negli ultimi due anni, si sono raddoppiati gli iscritti, e i medici, gli infermieri e i Centri di cura, che hanno partecipato alle nostre iniziative, sono numerosi. Credo che la serietà e la tenacia, dimostrata nel mettere in pratica programmi anche molto faticosi, abbia conquistato il mondo dell’endocrinologia-ipofisaria, determinando collaborazioni fattive e concrete. L’ANIPI ITALIA è una federazione di associazioni regionali autonome e regolarmente iscritte nel registro regionale del volontariato. Ne fanno parte: il Piemonte, la Lombardia, La Liguria, la Toscana, L’Emilia Romagna, la Sardegna, la Campania e il Veneto; altre ANIPI si stanno organizzando ed entro il prossimo mese conteremo anche sull’ANIPI del Lazio. Le ANIPI regionali hanno il compito di iscrivere i pazienti e di mantenere con loro i contatti, sostenendoli e aiutandoli ad affrontare i problemi; organizzano le attività che vengono svolte in collaborazione con i Centri di Cura; si occupano di porsi come tramite per mantenere i rapporti con le Istituzioni, in particolare con gli assessorati regionali alla Sanità; forniscono informazioni circa i Centri di cura e i medici specialisti presenti nella regione. L’Associazione Nazionale coordina le associazioni regionali, ponendole in comunicazione, stabilendo obiettivi comuni e organizzando attività che saranno realizzate successivamente in collaborazione con le organizzazioni regionali. Inoltre, essa si pone come fronte unico, stabilendo linee di comportamento etico e filosofico. Per l’ANIPI è fondamentale anche il rapporto di collaborazione con le altre associazioni di pazienti, alle quali da tempo stiamo aprendo le porte, ottenendo una rispondenza costruttiva. E ringrazio l’AIMEN per aver compreso appieno il nostro spirito collaborativo, consentendoci la pubblicazione di questo articolo informativo sulla patologie ipofisarie e sull’organizzazione dell’ANIPI ITALIA. PER INFORMAZIONI ANIPI Italia - Associazione Italiana Patologie Ipofisarie Nazionale SEDE OPERATIVA Via Paleocapa 16/3B - 17100 SAVONA Tel. 347/1484168 Website: http://www.anipi.org E-mail: [email protected] SEDE LEGALE Via Vacciano 60 - 50015 Bagno a Ripoli (Firenze) IL PRESIDENTE: Luisa Lasio InforMEN RACCONTI DI VITA Pagina 15 La storia infinita di Mariateresa Malacaria socia AIMEN Ciao a tutti! Quando mi è stato chiesto dalla redazione del giornalino di raccontare la mia storia, non sapevo da dove cominciare, né come dovevo scriverla. Poi ho pensato di raccontarvela come faccio sempre: “scherzandoci sù”. La protagonista della "storia infinita" è mia madre. Era il 1986. Mamma iniziò ad accusare i primi sintomi, mostrando i primi seri disturbi allo stomaco. Erano momenti difficili, e la nostra vita aveva perso quella serenità e quella tranquillità che la caratterizzava. Preoccupati dalla situazione, mio padre chiese diversi consulti a specialisti del settore, ma nessuno fu in grado di aiutarla. Tanti dottori, quanti gli anni che trascorrevano… e mia mamma stava sempre male! La svolta arrivò quando, dopo diversi anni, uno di essi le prescrisse una terapia farmacologica a base di un farmaco, ”l’omeprazolo”, per un periodo di tempo non superiore ai 30 giorni. I miglioramenti nelle condizioni di salute di mia mamma non si fecero attendere. La situazione riprecipitò con la sospensione della cura, e i benefici fino ad allora ottenuti svanirono. Tornata dal medico che gli aveva prescritto la cura, questi affermò che i disturbi della paziente erano di natura psicosomatica! Determinato più che mai, papà decise allora di partire al seguito di Bologna. Era il 1991. Affrontando onerose spese, e sottoscrivendo anche alcuni debiti, giunse al Sant'Orsola e conobbe la Prof.ssa. Tomassetti che, con estrema scrupolosità, eseguì accurati esami diagnostici, arrivando finalmente al verdetto: Sindrome di Wermer o Men 1. Il panico e lo sconforto ci assalirono. Mamma cadde in una pesante forma di depressione, anche per i forti sensi di colpa che la pervasero, essendo io e mio fratello positivi al test genetico. Fortunatamente, in questa difficile situazione, papà non perse la sua lucidità e la sua forza d'animo; iniziò a studiare testi sulle Neoplasie Endocrine Multiple, cercando di capire e conoscere la patologia, i sintomi e il decorso. Capì che il problema non doveva essere sottovalutato, ma bensì affrontato. Questa rubrica è riservata agli articoli di tutti coloro che vogliono raccontare la loro "esperienza" di malati, pensando che possa essere di aiuto a molti. L'ottimismo, la forza di volontà, la dignità che traspare da questo racconto nell'affrontare la malattia, ci auguriamo possa essere un esempio per altri. Ma ci auguriamo anche che questa storia fatta di lungaggini diagnostiche, di disinformazione, di incompetenza professionale, possa essere un esempio in negativo per chi, dall'altra parte, si occupa di MEN. Se anche tu vuoi raccontare la tua storia, inviala presso la sede dell'Associazione o inoltrala alla casella di posta elettronica [email protected]. Iniziò così un continuo "andirivieni" da Catanzaro a Bologna. Mamma affrontò il primo intervento alle paratiroidi per ipercalcemia, mediante asportazione. Qui le prescrissero nuovamente il farmaco a base di omeprazolo che, contrariamente a quanto le era stato detto a Catanzaro, avrebbe dovuto assumere per sempre, e non solo per trenta giorni! La vita riprese il suo normale corso e ritrovammo un po’ di tranquillità, nonostante i controlli semestrali a cui mia mamma, mio fratello ed io eravamo sottoposti. Dopo alcuni anni, una nuova complicazione: un'accurata gastroscopia le rilevò la presenza di gastronomi duodenali e di due carcinoidi, la cosiddetta sindrome di Zollinger-Ellison. Fu sottoposta ad una cura sperimentale a base di octeotride, mediante iniezioni cadenzate, prima ogni 15 giorni, poi ogni 28gg. La terapia ebbe successo, e i tumori sono oggi quasi scomparsi. Nel 1998 fu il turno di Antonio, mio fratello maggiore, subendo l'intervento di paratiroidectomia per ipercalcemia elevata, tale da perdere, a volte, addirittura InforMEN RACCONTI DI VITA Pagina 16 Segue da pag. 15 conoscenza. A quel punto pensai che non c'era due senza tre. Sarebbe forse toccato anche a me!? E fu proprio così! Dopo alcuni anni di tranquillità, iniziai anch'io ad avere i primi disturbi: gli esami effettuati rilevarono la presenza di adenoma ipofisario prolattino-secernente. Iniziai la terapia con capergolina e l'adenoma si ridusse. Poco tempo dopo, iniziai ad avere altri disturbi: irsutismo, aumento ponderale di peso, strie rubre. Così iniziarono anche per me controlli e ricoveri "a tutto spiano". Valori dell'ormone ACTH alto, grave osteopenia e calcemia alta, in poche parole Morbo di Cushing. L’anno scorso, nel mese di marzo, sono stata sottoposta ad intervento con tecnica endoscopica transnasosfenoidale, con asportazione di prolattinoma e cellule di Cushing dall’ipofisi, a cui seguì, sei mesi dopo, l'asportazione delle paratiroidi . Questa è la mia storia. Ho cercato di essere sintetica, per lasciare spazio ad alcuni miei pensieri. Per mio volere, tra le righe non si legge l’ansia e l’angoscia. Durante questi anni, ho imparato ad essere positiva ed ottimista in tutte le sfere della vita, anche nella malattia! Non si risolve nulla piangendosi addosso, né tanto meno ignorando la malattia poiché, nonostante uno scelga questa strada, il male avanza e ti distrugge. Bisogna cercare di vivere la malattia nel migliore dei modi, accettandola e cercando di conviverci, anche se a volte la sconforto per le sofferenze e le difficoltà da superare ti assale. Ho imparato ad autoconsolarmi, pensando che c’è chi muore appena nato, chi muore senza arrivare all’adolescenza e chi soffre per un male di cui conosce solo il nome. Tutto sommato la nostra è ancora una vita "normale"! ASSOCIAZIONE ITALIANA NEOPLASIE ENDOCRINE MULTIPLE DI TIPO 1 & 2 AIMEN 1 & 2 - ONLUS Corso Francia 220/a - 10093 Collegno (TO) Tel. 011/415.15.58 - Fax 011/35.18.72 Website: www.aimen.it - E-mail: [email protected]