GENNAIO 2003 - NUMERO 1 - ANNO 1 L'editoriale del Presidente Carissimi amici, è con grande entusiasmo che mi accingo ad introdurre, sia pur brevemente, la storia che ci vede coinvolti nella vita dell'Associazione AIMEN. Siamo nati nel 1998 per iniziativa di un piccolissimo numero di persone che, dopo aver percorso tutte le tappe di un intricato cammino hanno da subito creduto fermamente che solo dall'unione di tante sofferenze si potesse giungere a qualche significativo traguardo. Come è noto, le patologie MEN presentano ancora grandi difficoltà nell'essere diagnosticate. In Italia pochi centri e pochi specialisti sono in grado da subito di intervenire e quindi il malato e la famiglia rischiano di brancolare nell'incertezza per mesi, talvolta per anni, come è successo anche a me, sciupando tempo preziosissimo. Ecco il perché di un'Associazione che si pone molti ed ambiziosi obiettivi, primo fra tutti il diffondersi della conoscenza di tali Sindromi, attraverso una fitta rete di comunicazione che deve veder coinvolto non solo il malato con i propri familiari ma il personale medico, l'industria farmaceutica, le Istituzioni e soprattutto la ricerca. Ecco il punto cruciale: la ricerca. Tutti noi sappiamo che il nostro Paese non dedica grandi risorse alla ricerca. I successi che in qualche caso possiamo definire "miracoli" sono il frutto del lavoro certosino di individui che, come noi ora, partono facendo piccoli passi e poi crescono, si sviluppano, ramificano, e via via dal bisbiglio si arriva ad echeggiare. Ecco, far rumore è il futuro e questo è quello che desidero trasmettere come Presidente AIMEN a tutti coloro che si uniranno a noi. I nostri obiettivi sono semplici: dobbiamo reclutare malati e sostenitori, sensibilizzare gli apparati ospedalieri competenti, trovare fondi per finanziare la ricerca. Solo così le Sindromi MEN potranno entrare a pieno titolo nella comunità scientifica. Ogni nostro passo avanti è una battaglia vinta. I malati e i loro sostenitori, mi auguro vincano al più presto la guerra! Se ci crediamo, ci riusciremo. Il Presidente Davide Desco L'editoriale del Direttore Scientifico Carissimi, è con grande piacere che ho accettato l’invito a stendere un messaggio augurale per l’Associazione AIMEN 1 e 2. Molte sono le ragioni che mi legano a questa Associazione e nell’ultima decade so di avervi conosciuti personalmente o di aver conosciuto la vostra storia. Il mio interesse per le Sindromi MEN nasce circa venti anni fa quando iniziai a studiarne la clinica e la genetica. All’epoca i geni che sottendono alla patogenesi di queste due Sindromi non erano noti, anche se le caratteristiche cliniche erano state in gran parte descritte e sarebbero state poi confermate dagli studi di genetica molecolare. Nel 1988 al ritorno in Italia, cercai tramite un gruppo di studio Nazionale di promuovere la conoscenza delle Sindromi MEN all’interno della Comunità Endocrinologica Italiana. Successivamente a livello Toscano mi adoperai per rendere possibile la diagnosi genetica delle Sindromi MEN. In tutto questo ciclopico lavoro sono stata accompagnata da un gruppo di giovani ricercatori e clinici che in silenzio e senza tangibili riconoscimenti materiali, hanno permesso la nascita di un Centro di Riferimento Regionale sui Tumori Endocrini Ereditari che abbiamo fiducia possa presto avere i necessari aiuti per operare nell’interesse dei pazienti. Oggi, la nascita dell’Associazione AIMEN 1 e 2 ed il Meeting congiunto del Centro di Riferimento Toscano e dell’Associazione promettono di promuovere l’informazione e la conoscenza nel settore delle Sindromi MEN e delle patologie ad esse correlate. Per tutte queste ragioni e per l’amicizia che mi lega a molti di voi e la comprensione che nutro per tutti voi ed i vostri familiari desidero augurarvi di poter crescere ed operare con la fiducia che il mondo scientifico Italiano è con voi. Sono certa che i grandi risultati non si faranno attendere. Vostra. Maria Luisa Brandi InforMEN L'ASSOCIAZIONE Pagina 3 UNA STORIA di Davide Desco Presidente AIMEN Eravamo quattro amici al bar…. no, no mi sto confondendo!…o quasi! Beh, eravamo io, Cristina e Claudia nel settembre del 1998. Mia sorella Claudia era appena stata operata a Firenze a causa della malattia ed avevamo conosciuto, per l’occasione, la Prof.ssa Brandi. Non era un bel momento! Eravamo un po’ sconfortati, anche per la rarità della malattia e per tutto ciò che questo comporta…. Insomma, avevo una gran voglia di fare qualcosa per noi, per tirarci su di morale, per unire la forza con altri malati! .…parlando con la Prof.ssa Brandi, ci disse che al momento non esisteva alcun’associazione che comprendesse i malati di MEN. Caspita! Era l’occasione giusta per tirarmi su le maniche e realizzare qualcosa di utile! Allora mi misi in contatto con il Prof. Gasparri di Torino, che ci aveva operato alle paratiroidi e, tramite il Professore, mi misi in contatto con uno dei suoi pazienti. Così ho conosciuto Cristina. Per telefono le spiegai la mia idea e le proposi un incontro per fondare un'associazione di malati, che sarebbe poi divenuta l'AIMEN 1 & 2. Lei disse di si….e così un pomeriggio di settembre del lontano 1998, ci siamo incontrati per la prima volta in via Garibaldi a Torino…. invece di passeggiare per vedere le vetrine, ci siamo seduti intorno ad un tavolo insieme ad un notaio…. Per riconoscerci avevamo un segnale segreto agli occhi altrui, ma ben noto a noi…una bella cicatrice alla gola! La più grossa difficoltà dopo la fondazione dell'Associazione, mediante Atto Costitutivo e Statuto, è stata quella di avere tutte le autorizzazioni necessarie per lo svolgimento delle attività statutarie dalle strutture di competenza. Spesso abbiamo incontrato funzionari poco disponibili, siamo corsi da un capo all’altro della città per fare i documenti, ...vi risparmio tutto l’elenco! L’unica ancora di salvezza in quel dedalo di problemi è stato il Centro per i Servizi del Volontariato di Torino (VSSP), che ci ha materialmente aiutato nelle piccole cose, dandoci tutte le informazioni e le indicazioni che ci erano necessarie per le nostre attività. Grazie a questo Centro, abbiamo partecipato anche ad un corso di formazione per la gestione e l'organizzazione delle Organizzazioni di Volontariato (ODV), dove ci hanno istruito in merito a tutti gli aspetti che riguardano un'associazione, dal punto di vista legislativo, fiscale, gestionale. Ma eravamo ancora troppo pochi! E così è cominciata la Campagna di Reclutamento di amici e parenti che hanno creduto nella nostra iniziativa, e l’associazione ha continuato a crescere anno dopo anno. Nel 1999 si è associata un'amica, Gabriella, la nostra attuale vicepresidente, e nello stesso anno Gabriella e Cristina hanno partecipato ad un convegno a Gubbio per pubblicizzare l’associazione. Da allora non ci siamo più fermati! Iscrizione al Registro Regionale del Volontariato, Salone del Libro, Tre Giorni del Volontariato a Torino, l'iscrizione alla Federazione Uniamo, costituzione del Comitato Scientifico... oramai non riesco a tenere più il conto di tutte le cose che abbiamo realizzato insieme da allora… L' augurio è quello di continuare a fare insieme a tutti voi sempre nuove inizative! Buon lavoro! ASSOCIAZIONE ITALIANA NEOPLASIE ENDOCRINE MULTIPLE DI TIPO 1 & 2 AIMEN 1 & 2 - ONLUS Corso Francia 220/a 10093 Collegno (TO) Tel. 011/415.15.58 - Fax 011/35.18.72 Website: www.aimen.it-E-mail: [email protected] FONDATORI: Cristina Bonaudo, Claudia Desco, Davide Desco IL PRESIDENTE: Davide Desco LA VICEPRESIDENTE: Gabriella Cellino LA SEGRETARIA: Cristina Bonaudo IL CONSIGLIO DIRETTIVO Lara Gattico, Alessandra Londoni, Beniamino Malacaria, Silvano Pucci PER ASSOCIAZIONI E DONAZIONI BONIFICO BANCARIO Accreditato sul c/c. n° 000847566630, Banca Sella di Orbassano - ABI 03268 CAB 30680, intestato a Associazione AIMEN 1 & 2 - Corso Francia 220/a - Collegno (inviandoci per posta fotocopia del bonifico e richiedendo, ai numeri dell'Associazione, il modulo sui dati personali da compilare e restituire ASSEGNO BANCARIO Intestato a Associazione AIMEN 1 & 2, non trasferibile e "barrato", consegnato a un membro del Direttivo, unitamente al modulo sui dati personali debitamente compilato CONTO CORRENTE POSTALE Mediante versamento sul c/c. n° 38498473, intestato a Associazione AIMEN 1 & 2 - C.so Francia 220/a - Collegno (TO) InforMEN LA SEGRETERIA SCIENTIFICA Pagina 4 IL CENTRO DI RIFERIMENTO REGIONALE SU TUMORI ENDOCRINI EREDITARI di Maria Luisa Brandi Direttore Scientifico AIMEN Da anni il gruppo Fiorentino coordinato dalla Prof.ssa Maria Luisa Brandi e che fa dal 1999 capo al “Centro di Riferimento su Tumori Endocrini Ereditari”, afferente all’U.O. di Clinica Medica IV dell’Azienda Ospedaliera Careggi, si occupa degli aspetti genetici ed ereditari dei tumori endocrini. L’esperienza acquisita in settori quali quello delle Neoplasie Endocrine Multiple (MEN) ha reso l’Unità Fiorentina un Centro di Riferimento Italiano nel settore. Nel corso degli anni, dalla sua costituzione ad oggi, il “Centro di Riferimento su Tumori Endocrini Ereditari” ha svolto la propria attività non limitandosi all’ambito territoriale del comprensorio Fiorentino, né al solo contesto clinico di tali patologie, ma occupandosi anche di proporsi come Centro di raccoglimento di dati clinico-epidemiologici e genetici e di promuovere la conoscenza di tali patologie organizzando corsi di aggiornamento a livello nazionale e preparando materiale divulgativo per pazienti, per medici di medicina generale e per strutture Ospedaliere della Regione Toscana. Di fatto il Centro ha una reputazione nazionale ed internazionale nel settore delle Sindromi MEN e ne è riconosciuta l’eccellenza clinica in tale area della medicina. Con il termine di Sindrome MEN si indica un disordine congenito raro caratterizzato dalla presenza di neoplasie in almeno due tessuti endocrini. Alcune combinazioni tumorali occorrono ripetutamente e generalmente riflettono mutazioni di geni critici. Le due principali sindromi endocrine multiple sono la MEN di tipo 1 (MEN 1) e la MEN di tipo 2 (MEN 2). La MEN 1, ereditata come carattere autosomico dominante, è caratterizzata da varie combinazioni tra diversi tipi di tumore: tumori delle ghiandole paratiroidee, dell’ipofisi anteriore e del pancreas endocrino. Il gene responsabile della Sindrome MEN 1 è il gene men 1. La sindrome MEN 2 comprende tre principali entità cliniche: 1) la sindrome MEN 2A, caratterizzata da carcinoma midollare della tiroide (MTC), iperparatiroidismo primario e feocromocitoma; 2) la sindrome MEN 2B, nella quale l’MTC si sviluppa più precocemente rispetto al quello associato alla MEN 2A e che presenta feocromocitoma, neuromi multipli della mucosa gastroenterica ed un tipico habitus marfanoide; e 3) la sindrome FMTC, nella quale è presente il solo MTC e che è definita familiare perché almeno 4 membri della famiglia sono affetti da MTC. Il gene responsabile della Sindrome MEN 2 è il Dalla sua costituzione, l'Associazione AIMEN collabora con il Centro di Riferimento su Tumori Endocrini Ereditari di Firenze, nostro stretto interlocutore in qualità di consulente e segretariato scientifico gene RET. I casi ad oggi segnalati e seguiti dal Centro superano le 600 unità. Nel Centro vengono eseguite le indagini genetiche relative ad ambedue le Sindromi. Il Centro si occupa anche della diagnosi clinica e del follow-up dei pazienti affetti dalle due Sindromi ed ha inoltre sviluppato collaborazioni con l’Unità Operativa di Chirurgia Generale dell’A.O.C. diretta dal Prof. Francesco Tonelli, favorendo la creazione di un punto di eccellenza clinica per la terapia chirurgica delle varie lesioni neoplastiche associate a tali patologie e permettendo di risolvere a Firenze casi segnalati da tutto il Paese. Nel corso degli anni il Centro di Riferimento ha esteso la propria attività clinica a numerose sindromi endocrine ereditarie, l’Iperparatiroidismo Familiare Isolato, l’Iperparatiroidismo Associato a Tumori Mascellari, l’Ipercalcemia Familiare Benigna, l’Iperparatiroidismo Neonatale Grave, la Sindrome di Cowden, l’Iperaldosteronismo Familiare, i Tumori Ipofisari Familiari, il Feocromocitoma Familiare, i Tumori Gastroenteropancreatici Familiari, la Sindrome di Von HippelLindau ed il Complesso di Carney. Il “Centro di Riferimento su Tumori Endocrini Ereditari” continuerà la sua attività diagnostica e terapeutica di alto livello per poter rispondere alle esigenze diagnostiche e terapeutiche dei pazienti. A tale scopo l’Assessorato alla Sanità della Regione Toscana si sta impegnando per fornire mezzi e strutture adeguate. Nell’ambito delle attività del Centro è stato programmato un meeting congiunto con l’Associazione Italiana delle Neoplasie Endocrine Multiple (AIMEN 1 e 2) che si terrà a Firenze il 31 Gennaio 2003. Al Convegno parteciperanno anche rappresentanti del Centro per le Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità. LA SCHEDA: informazioni utili Centro di Riferimento Regionale Tumori Endocrini Ereditari Dipartimento di Medicina Interna - Responsabile: Prof.ssa Maria Luisa Brandi Azienda Ospedaliera Careggi Viale Pieraccini, 6 - 50139 FIRENZE Tel. 055 / 429.65.86 - Fax 055 / 429.65.85 - E-mail: [email protected] InforMEN LA SEGRETERIA SCIENTIFICA Pagina 5 LA SCHEDA Centro di Riferimento Regionale Tumori Endocrini Ereditari Attività cliniche e diagnostiche genetiche del Centro Iperparatiroidismo primitivo Iperparatiroidismo primitivo familiare - Neoplasie Endocrine Multiple tipo 1 e 2 - Iperparatiroidismo familiare isolato - Iperparatiroidismo primitivo associato a tumori mascellari - Ipercalcemia ipocalciurica familiare e iperparatiroidismo neonatale grave Carcinoma midollare tiroideo Carcinoma midollare tiroideo familiare - Neoplasia Endocrina Multipla tipo 2A e 2B - Carcinoma Midollare Familiare “only” Tumori epiteliali tiroidei Tumori epiteliali tiroidei familiari - Sindrome di Cowden - Complesso di Carney Tumori ipofisari Tumori ipofisari familiari - Neoplasia Endocrina Multipla tipo 1 - Acromegalia familiare Tumori neuroendocrini del tratto gastroenterico Tumori neuroendocrini del tratto gastroenterico familiari - Neoplasia Endocrina Multipla tipo 1 - Altre varianti familiari Feocromocitoma Feocromocitoma familiare - Neoplasia Endocrina Multipla di tipo 2 - Sindrome di von Hippel-Lindau - Neurofibromatosi 1 - Mutazioni geni SDHB ed SDHD Tumori cortico-surrenalici Tumori cortico-surrenalici familiari - Neoplasia Endocrina Multipla di tipo 1 - Altre varianti familiari InforMEN IL COMITATO SCIENTIFICO Pagina 6 LA COSTITUZIONE DEL COMITATO SCIENTIFICO A cura del comitato redazionale L'Associazione AIMEN ha voluto costituire un Comitato Scientifico, per meglio svolgere le proprie iniziative e perseguire i propri obiettivi, selezionato tra esperti nei settori di riferimento delle patologie MEN. Fanno parte del Comitato Scientifico i Proff.: M.L. Brandi, F. Mantero, P. Tomassetti, M Santoro e F. Tonelli. Il Comitato Scientifico avrà il compito di promuovere le attività di ricerca clinica e di base nel settore delle Sindromi MEN nel nostro Paese. Inoltre, attraverso il Comitato Scientifico verranno programmati interventi formativi per clinici e ricercatori. Le attività scientifiche promosse e portate avanti verranno ampiamente pubblicizzate nel sito dell'Associazione e Il Comitato Scientifico si occuperà anche di tenere contatti continui con Associazioni ed Organismi di Ricerca Nazionali ed Internazionali per promuovere la ricerca scientifica nel settore delle Sindromi MEN. Prof.ssa Maria Luisa BRANDI Firenze Prof. Franco MANTERO Padova Prof.ssa Paola TOMASSETTI Bologna Un altro passo decisivo è stato fatto! NEI PROSSIMI NUMERI VI VERRA' PRESENTATO CIASCUN MEMBRO DEL COMITATO SCIENTIFICO, CON MAGGIOR RICCHEZZA DI INFORMAZIONI IN MERITO ALLA LORO ATTIVITA' PROFESSIONALE Prof. Massimo SANTORO Napoli Prof. Francesco TONELLI Firenze SUL SITO DELL'ASSOCIAZIONE www.aimen.it NELLA SEZIONE DEDICATA AL FORUM DEI PAZIENTI, E' POSSIBILE INOLTRARE I PROPRI QUESITI: GLI ESPERTI RISPONDERANNO! InforMEN L'INSERTO SCIENTIFICO Pagina 7 IL GENE MEN 1 di Alberto Falchetti consulente scientifico AIMEN INTRODUZIONE La Neoplasia Endocrina Multipla di tipo 1 (MEN1) è una sindrome complessa trasmessa con un’eredità di tipo autosomico (non legata ai cromosomi sessuali, X ed Y) dominante. Ciò implica che un genitore affetto abbia una probabilità del 50% di trasmettere alla propria progenie, indipendentemente dal sesso di quest’ultima, una copia “malata” del gene MEN1. Oltre 20 tipi di tumori, endocrini e non endocrini, sono descritti associati alla sindrome, ma quelli più frequenti, definibili come tipici, sono gli adenomi delle paratiroidi, adenomi ipofisari e le neoplasie della componente neuroendocrina gastro-pancreatica. Le manifestazioni cliniche sono generalmente legate all’aumentata produzione di ormoni da parte delle di queste lesioni, come ad esempio: ipercalcemia per aumento dei valori circolanti di ormone paratiroideo, disturbi del ciclo mestruale (femmine) e della libido (maschi) per aumento dei livelli plasmatici di prolattina (prodotta da adenomi ipofisari), aumentata acidità gastrica e/o presenza di ulcere multiple gastro-duodenali, diarrea, per aumentata produzione di gastrina da parte delle cellule neuroendocrine, cosiddette cellule G (duodeno e pancreas endocrino), ipoglicemia dovuta ad un aumento dei valori di insulina prodotta dalle cellule β pancreatiche. DEFINIZIONE La definizione più pratica della MEN1 consiste in un caso con almeno 2 delle 3 lesioni endocrine tipiche (vedi sopra). Di conseguenza la definizione di forma familiare è riassumibile in un caso di MEN1 (definito come sopra riportato) più 1 parente di primo grado con almeno una delle lesioni endocrine tipiche. ASPETTI DI GENETICA per la tumorigenesi del retinoblastoma: la prima mutazione, germinale, viene ereditata dal genitore affetto ed è presente in tutte le cellule dell’organismo dell’individuo, mentre il secondo evento mutazionale, somatico, si verifica a livello del tessuto patologico e prevede la perdita della copia del gene proveniente dal genitore non affetto, con il risultato netto di assenza o mancata funzione della proteina prodotta dal gene. Tutte queste osservazioni hanno suggerito che il gene deficitario appartenesse alla categoria dei cosiddetti anti-oncogeni, cioè geni capaci di esercitare, se integri, un controllo, in senso inibitorio, della proliferazione cellulare. Mediante analisi di clonaggio di posizione e mutazionale, nel 1997, è stato identificato il gene MEN1, il cui prodotto proteico è stato denominato menin. GENE MEN1 Il gene MEN1 è suddiviso in 10 esoni (parti del gene che saranno tradotti in proteina) di cui il primo esone e la parte terminale del 10 sono silenti (parti in rosso nella Figura 1). La proteina codificata da tale gene, chiamata menin, è composta da 610 aminoacidi. Non si conosce ancora molto della funzione di menin. Menin è una proteina contenuta nel nucleo delle cellule di molti tessuti, anche non endocrini, ed è nota interagire direttamente con diverse altre proteine, creando una rete di interazioni molecolari che controllano la crescita, la funzione cellulare e la replicazione e riparazione del DNA. MUTAZIONI DEL GENE MEN1 Fino ad oggi sono oltre 300 le mutazioni MEN1, germinali e somatiche, riportate in letteratura, disperse lungo tutta la sequenza codificante del gene, senza esistenza convincente di "zone calde" (cioè zone del gene in cui le mutazioni sarebbero più frequenti). Le mutazioni del gene comportano la perdita della funzione della proteina menin, alterando le regioni della proteina preposte all’interazione con le altre Studi combinati di "linkage" o segregazione, nelle famiglie 1 2 3 4 567 8 9 10 Figura 1 affette e di delezioni tumorali hanno permesso di localizzare, inizialmente, il difetto genetico a livello del braccio lungo del cromosoma 11, regione q13. L’evidenza che la copia dell’allele perso a livello tumorale derivasse dal genitore non affetto dalla sindrome era in perfetto accordo con quanto postulato con l’ipotesi dei due eventi formulata da Knudson proteine cellulari, fino ad oggi identificate come partners di menin (Figura 2). In circa il 10-15% delle famiglie MEN1 la mutazione può non essere identificata. Le mutazioni sono in genere cosiddette “private”, cioè ogni famiglia MEN1 ha, nella maggioranza dei casi, una propria mutazione diversa da quella di altre famiglie, a meno di un origine antenatale InforMEN L'INSERTO SCIENTIFICO comune (come ad esempio una provenienza da una zona geografica ristretta), in presenza di quell’effetto che i genetisti chiamano “effetto fondatore” (origine da uno o pochi antenati comuni). Purtroppo l’assenza di correlazione fra tipo di mutazione e manifestazione clinica (eterogenea) della sindrome, fa sì che l’identificazione della mutazione non permetta di effettuare una prevenzione delle patologie con potenziale evolutivo aggressivo, né di curare in modo radicale tali lesioni, come ad esempio avviene nella Neoplasia Endocrina Multipla di tipo 2 (MEN 2), dove a seconda del tipo di mutazione del gene RET si eseguirà, nei soggetti portatori, in tempi più o meno precoci la tiroidectomia totale, poichè oltre il 95% dei casi sviluppa il Pagina 8 carcinoma midollare tiroideo. L’analisi mutazionale MEN1, comunque, oltre a confermare quando positiva la diagnosi clinica, permette sempre di identificare i soggetti portatori del difetto genico ancorché asintomatici. Solo tali individui saranno quindi “arruolati” in un protocollo di screening clinicostrumentale [generalmente prelievi ematochimici annuali e diagnosi per immagine (TAC, RMN…) ogni 3 anni] che permetterà di identificare precocemente l’anomalia biochimica o la lesione neoplastica e quindi di mettere in atto tutte quelle misure, farmacologiche e chirurgiche, necessarie alla correzione di tali disordini. Partners molecolari I vari rettangoli rappresentano le regioni della proteina menin che interagiscono con le proteine-partners di menin Figura 2 PER I TUOI APPUNTI__________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________ InforMEN LA PAROLA A… Pagina 9 … ALLA PSICOLOGA di Barbara Piazzoni socia AIMEN La parola CANCRO comporta ancora oggi tabù e credenze più o meno errate, evoca concetti di incurabilità e morte, implica solitudine e abbandono, spesso lo si ritiene contagioso e lo si considera motivo di vergogna. Questo accade nonostante la nostra società disponga di tecnologie avanzate, mass-media tramite cui vengono condotte campagne informative. Tuttavia la convinzione dell'inguaribilità rimane ben radicata, talvolta impedendo di individuare coloro che avrebbero ottimi motivi per temere di esserne affetti, oppure facendo affluire ai centri soggetti ansiosi o ipocondriaci. Nel momento in cui il cancro si manifesta nella vita di una persona, si verifica improvvisamente una situazione di "emergenza": risulta immediata la salvezza della vita, quindi eliminare la malattia. Le neoplasie lasciano una traccia indelebile non solo sul corpo, ma anche nella mente, nei sentimenti; anche dopo la remissione rimangono nel paziente oncologico gli elementi stessi della malattia da un punto di vista psicologico: la paura della morte, lo sradicamento dalla normale vita di ogni giorno, la necessità di rivedere i propri progetti e le speranze per il futuro, e infine, la dipendenza dalla malattia che impone comunque la necessità di sottoporsi a cure pesanti spesso mutilanti. L'atteggiamento di fronte alla malattia varia da paziente a paziente e per lo stesso paziente nei vari momenti della malattia: in massima parte è dovuto a chi egli è, alla sua visione della vita, all'educazione ricevuta, alla sua cultura e religione, all'età, al sesso e alla posizione sociale, infine alle numerose variabili di tipo psicologico. In base a studi condotti sul paziente oncologico, si possono evidenziare delle fasi principali che egli attraversa durante la malattia, quali mezzi di difesa. La fase diagnostica è uno dei momenti più difficili sia per il malato sia per la famiglia: il paziente accoglie la diagnosi di neoplasia con disperazione ed angoscia, si sente crollare il mondo addosso, non vede più un futuro. Per superare il trauma spesso mette in atto meccanismi di difesa, come la negazione stessa della malattia. In alcuni soggetti questo momento viene superato per lasciare posto ad una lenta presa di coscienza della realtà, talvolta accompagnata da depressione, talvolta dalla speranza in cure efficaci. L'impatto della malattia sul nucleo familiare ha enormi implicazioni: l'intera famiglia viene investita massivamente dall'evento e dalle connotazioni estremamente negative, con conseguenti ripercussioni sulle relazioni familiari e sull'equilibrio dell'intera struttura. La famiglia affronta un lungo e difficile percorso insieme al paziente, prescindendo dall'esito favorevole o infausto; esso può essere considerato un modo di conoscere e conoscersi, in cui la malattia rappresenterebbe una sorta di catalizzatore. Spesso il medico delega un familiare nel compito di comunicare al paziente la diagnosi o gli lascia la decisione di comunicarla o meno; si realizza pertanto una connivenza tra medico, paziente e familiari, la quale frequentemente incrementa le angosce del paziente. Vi è inoltre la tendenza comune a molti familiari di non parlare della malattia: ciò esprime l'atteggiamento di diniego, negazione nei confronti della nuova realtà e mira teoricamente ad evitare al malato risposte depressive. Al contrario questo atteggiamento lo priva di un'importante possibilità di cambiamento, condivisione e reciproca consolazione. E' determinante superare gli ostacoli dovuti a timori, pregiudizi e pudore nell'affrontare questi temi: fornire alla famiglia e al personale ospedaliero gli strumenti che permettano di relazionarsi nel modo migliore con il malato; ciò è possibile tramite l'istituzione di consulenze, gruppi in cui scambiare informazioni ed esperienze e trovare quindi supporto alle esigenze personali. L'informazione diminuisce il senso di smarrimento e di incontrollabilità, favorendo una partecipazione più attiva all'intero processo terapeutico. PER I TUOI APPUNTI________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ InforMEN FLASH NEWS Pagina 10 LE INIZIATIVE DELL'ASSOCIAZIONE dalla Lombardia RESTYLING BROCHURE Di Lara Gattico Nuovo make-up per la brochure informativa dell'Associazione AIMEN, arricchita di informazioni ed abbellita nell'estetica, e che va a costituire la componente fondamentale del corredo divulgativo dell'Associazione. dalla Lombardia I NUOVI LIBRETTI Di Lara Gattico Preparati e stampati i nuovi libretti informativi, che raccolgono le informazioni principali in merito alle patologie MEN, e che vogliono soddisfare l'esigenza di "informazione e conoscenza" da parte dei pazienti. è posto l'obiettivo di migliorare la conscenza sulle patologie ipofisarie. Il linguaggio "elementare" e la disponibilità dei medici relatori hanno dato vita ad un incontro alla portata di ogni malato. Sono state così presentate le diverse patologie, le relative cure, gli aspetti diagnostici e le terapie sostitutive, lasciando ampio spazio ai quesiti dei pazienti e dei loro familiari. La collaborazione tra l'ANIPI e l'AIMEN, nata recentemente e ancora in fase di "rodaggio", muove dall'esigenza di aiutarsi per diventare una voce più forte a favore dei diritti dei malati affetti da patologie rare, con l'intento di garantire pari opportunità di trattamento sociosanitario a tutti i soggetti malati. Dalla Lombardia dalla Lombardia Varese - 8 Settembre 2002 GARA CICLISTICA Di Lara Gattico In occasione della Prima Gara Ciclistica organizzata dal Circolo Cooperativa di Travaino , sono stati distribuiti gli inviti a sostenere l'Associazione AIMEN. La manifestazione è stata un'occasione per la distribuzione di materiale informativo sugli obbiettivi e sulle attività dell'Associazione. Varese - 13 Ottobre 2002 CASTAGNATA AUTUNNALE Di Lara Gattico Durante la Prima Castagnata organizzata dal Circolo Cooperativa di Travaino, è stato allestito, con l'aiuto di amici e volontari, il "Banco delle Torte", il cui ricavato è stato devoluto all'Associazione AIMEN. Anche in questa occasione sono stati distribuiti gli opuscoli informativi sugli obbiettivi e sulle attività dell'Associazione. dalla Lombardia Dalla Lombardia Milano - Ottobre 2002 CONVEGNO ANIPI Di Alessandra Londoni L'Associazione AIMEN, rappresentata dal Consigliere Alessandra Londoni, ha partecipato al Convegno "Dalla parte del paziente", organizzato dall'ANIPI, Associazione Nazionale Italiana Patologie Ipofisarie, che ci ha gentilmente concesso di partecipare e diffondere il nostro materiale informativo. L' incontro, rivolto ai pazienti affetti da tali patologie e ai loro familiari, si INSERIMENTO DATABASE TELETHON Di Alessandra Londoni Finalmente siamo riusciti ad essere inseriti nel database di Telethon! Potremo così partecipare ai bandi di concorso istituiti per essere selezionati a ricevere fondi per la ricerca scientifica dalla Lombardia IL GIRASOLE Di Alessandra Londoni È stato scelto come logo dell'AIMEN, il girasole, in quanto simbolo dell'amicizia e della solidarietà. Anche i nuovi gadget dell'Associazione avranno riportato tale immagine, come le pietre ollari, preparate per essere vendute durante gli incontri e le iniziative più importanti. dalla Toscana LANCIATO IL SITO AIMEN Di Elisa e Silvano Pucci Da alcuni mesi è stato realizzato il sito internet dell'Associazione: www.aimen.it Questo strumento di informazione e comunicazione, si pone come veicolo dell'attività dell'Associazione ma soprattutto come punto di riferimento e di conoscenza delle patologie MEN. Ad esso possono fare riferimento sia i pazienti che i medici che vogliono conoscere ed approfondire i temi legati alle MEN. E' stato impostato per dare una risposta alle domande più frequenti inerenti la nostra malattia. E' corredato di una relazione scientifica pubblicata su "The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism" redatta dalla Prof.ssa M.L.Brandi riguardante la Guida alla Diagnosi ed alla Terapia per MEN di Tipo 1 e 2, che è punto di riferimento clinico per i medici. La sezione Forum del sito è stata divisa in un Forum Scientifico, per le informazioni e le richieste che provengono dalla classe medica, e da un Forum dei pazienti per le richieste di delucidazione ed informazione sulla patologia Men 1 e 2. Le risposte ai quesiti che perverranno ai Forum saranno date dalla Prof.ssa M. L. Brandi. Inoltre sono stati inseriti i Link ai più importanti siti nazionali che trattano gli argomenti di nostro interesse per permettere una navigazione agevole a coloro che volessero approfondire i temi. Lo scopo è di far diventare, nel tempo, il sito AIMEN un punto sul quale sia i pazienti che i medici possano convergere per approfondire la conoscenza della MEN, una diffusione della conoscenza che è la base principale per la diagnosi precoce della malattia e per il raggiungimento di una migliore qualità di vita dei pazienti. InforMEN FLASH NEWS Pagina 11 segue da pag. 10 Dalla Toscana Firenze - Agosto 2002 L'ASSOCIAZIONE AIMEN INCONTRA L'ASSESSORE ALLA SANITA' DELLA REGIONE TOSCANA ENRICO ROSSI di Elisa e Silvano Pucci L'incontro tra la delegazione dell'Associazione composta dalla Prof.ssa M.L. Brandi, Elisa Pucci, Silvano Pucci, e l'Assessore alla Sanita' Dott. Enrico Rossi, si è svolto in una atmosfera costruttiva durante la quale il Dott. Rossi ha dimostrato disponibilità e sensibilità per le problematiche esposte. La delegazione ha fatto presente quali siano le difficoltà che i malati si trovano ad affrontare per la mancanza di strutture dedicate ai check-up diagnostici, al day-hospital e all'assistenza ambulatoriale nonché alla carenza del personale medico del Centro di Riferimento diretto dalla Prof.ssa Brandi. Da qui la Prof.ssa Brandi ha avanzato la richiesta di strutturare una o due unità di personale medico dedicato e dei posti letto riservati alla patologia MEN. L'Assessore Rossi al fine di risolvere positivamente quanto esposto, ha proposto un incontro con la Direzione Sanitaria dell'A.O.Careggi e la Prof.ssa Brandi per la definizione delle carenze segnalate. Inoltre l'Assessore si è impegnato a far approvare una delibera della Regione Toscana con la quale verranno esentati dai Ticket Sanitari i farmaci, gli esami biochimici e strumentali necessari alla cura e alla diagnosi delle patologie MEN. L'Assessore ha accettato a nome della Regione, di Patrocinare il Convegno Nazionale che si terrà a Firenze il 31 Gennaio e a partecipare all'apertura dei lavori a testimonianza della Sua attenzione nei confronti della nostra Associazione. Dal Veneto Venezia - Agosto 2002 di Lara Gattico e Alessandra Londoni CONVEGNO UNIAMO Il 31 agosto e il 1° settembre 2002, l'Associazione AIMEN 1 & 2, rappresentata da Lara Gattico e Alessandra Londoni, , ha partecipato alla Prima Giornata Nazionale di Sensibilizzazione per Malattie Rare e Farmaci Orfani, organizzata dall'Uniamo, Federazione Italiana Malattie Rare, a cui abbiamo recentemente aderito come soci. L'esperienza vissuta è stata per noi estremamente stimolante per quanto emerso dal Convegno e per i nuovi contatti che abbiamo potuto stabilire con relatori e partecipanti. I protagonisti di queste due giornate, chiamati a illustrare la situazione e le problematiche in corso in questo momento, in merito al tema trattato, erano principalmente tre: • Le Istituzioni Nazionali e Internazionali • La Ricerca • Le Associazioni Gli esponenti istituzionali hanno illustrato il quadro generale sulle malattie rare, insistendo non solo sulla varietà di queste, ne esistono oggi 5000-6000 casi in tutto il mondo, ma anche sulla loro grande variabilità specifica: è infatti emerso il concetto di una medicina individuale, che sappia adattarsi alle esigenze dei singoli pazienti, poiché la ricerca ha dimostrato che la stessa patologia può manifestarsi in maniera diversa nei pazienti che ne sono affetti. Questo concetto è stato infatti ribadito anche dagli esponenti della ricerca scientifica: alcuni relatori hanno insistito sulla diversità e sulla specificità di ogni singolo caso, se pur appartenente alla stessa patologia. A questa conclusione è infatti giunta la ricerca genetica, recentemente occupatasi anche di Malattie Rare, sensibilizzata da associazioni e pazienti nel trattamento delle problematiche ad esse connesse; si tratta infatti di malattie croniche ed invalidanti, dagli alti costi fisici, psicologici nonché economici. La disinformazione del personale medico e paramedico sulle patologie rare comporta molto spesso per il malato una diagnosi errata o ritardata, con le implicazioni che da ciò ne conseguono, aggravamento ed avanzamento della malattia in modo molto spesso irreversibile. E' per questo che i medici Chiamati ad intervenire come relatori hanno messo in evidenza gli obbiettivi che associazioni e malati dovrebbero perseguire e su cui hanno insistito: 1. garantire la formazione dei medici di base, pediatri, medici specialisti e personale infermieristico, per garantire diagnosi precoce e adeguatezza delle cure e dell'assistenza ai portatori di patologie rare; 2.informare e sensibilizzare l'opinione pubblica in merito all'esistenza di queste problematiche; 3.premere presso i governi e le istituzioni per rendere disponibili fondi per la ricerca scientifica e clinica. Su quest'ultimo punto hanno insistito anche gli esponenti delle case farmaceutiche presenti, ritenendo questo uno dei nostri primi compiti da svolgere, ricorrendo anche al finanziamento dei privati. L'industria ha infatti posto l'accento sul loro più importante problema: l'assenza di fondi. I diversi protagonisti hanno così delineato il ruolo che le Associazioni di malati dovrebbero avere nella nostra società, interlocutori costanti tra istituzioni, personale medico e pazienti. Per loro le associazioni devono essere degli alleati, dei "partners" con cui avere un dialogo ed una collaborazione attiva e costante. Non a caso ritengono che ciò che negli ultimi anni si stia facendo in Italia in materia di Malattie Rare e Farmaci Orfani, ( in notevole ritardo rispetto agli Stati Uniti) sia merito della spinta che le Associazioni stanno esercitando sulle Istituzioni e sui Governi per garantire che sia applicato il "principio all'equità", che ribadisce ugual trattamento sociosanitario a tutti i pazienti che devono possedere lo stesso diritto alla salute di un qualsiasi altro paziente "convenzionale". Ciò che in Italia si sta facendo è ancora però molto poco rispetto alle reali esigenze dei malati: questo infatti è emerso nei lunghi ed animati dibattiti intercorsi tra relatori e Associazioni , in cui è emerso il più totale ed assoluto distacco con quanto detto nei vari interventi. A nostro giudizio tutte le iniziative che fino ad ora sono state fatte o che sono in "corso d'opera" sono lodevoli, ma molto spesso sono ancora parole e parole che nella realtà non hanno nessun riscontro concreto. InforMEN FLASH NEWS Pagina 12 Segue da pag. 11 Le domande più frequenti dei malati erano legittime, ma non hanno molto spesso trovato riscontro nelle risposte degli interlocutori: pazienti in trattamento con cure provvisorie per assenza o irreperibilità dei farmaci, indisponibilità di assistenza specialistica per malattie degenerative e a lungo termine mortali, assenza di informazioni specifiche sul decorso della malattia. Interessanti e meritevoli di attenzione le iniziative sulle Malattie Rare promosse dall'Istituto Superiore di Sanità e dall'Istituto Mario Negri, ma che contribuiscono in maniera ancor troppo limitativa alla vastità dei reali problemi con cui ogni malato deve quotidianamente confrontarsi. Nonostante il nostro critico giudizio in merito alle effettive risposte date dalle istituzioni e dal mondo della ricerca alla tematica delle Malattie Rare, abbiamo riscontrato una generale sensibilità e disponibilità dagli stessi verso le necessità di tutti i portatori di questo tipo di patologie, intenzionati a creare una rete di dialogo e collegamenti tra tutti gli organismi interessati. Questa è operazione fondamentale per evitare di isolarsi all'interno di politiche sanitarie regionaliste, dal momento che i problemi sono comuni a tutti e non trattabili a scala così esigua. L'invito rivolto a tutte le Associazioni è stato quello di "UNIRSI" perché "da soli siamo deboli, ma insieme siamo una forza politica" (Eurordis). Dal punto di vista più pratico, per la nostra Associazione la presenza è stata molto utile per stringere rapporti e stabilire contatti con: • • • • Dott.ssa Domenica Taruscio, che interverrà anche al Congresso di Firenze; Dott.ssa Loredana Nasta, Presidente Uniamo, che si è dimostrata attenta alle nostro proposte; Sig.ra Luisa Lasio, Presidente ANIPI, Associazione Italiana Patologie Ipofisarie, con cui abbiamo già iniziato a discutere di possibili collaborazioni; Sig. Marcon Egidio, Presidente ANIDI, Associazione Italiana Diabete Ipofisario, che ci ha proposto un suo aiuto. Soddisfatte della nostra partecipazione e sicure degli importanti stimoli che ne sono conseguiti, ci auguriamo che i prossimi mesi siano ricchi di idee e iniziative per la nostra Associazione. RASSEGNA STAMPA: COSA DICONO DI NOI Notizia Oggi -10 Giugno 2002 Cristina Bonaudo spiega gli obiettivi dell'associazione AIMEN 1&2 Sensibilizzare i vercellesi Sulle malattie endocrine L'Associazione Italiana Neoplasie Endocrine Multiple di tipo 1&2 (AIMEN 1&2) è un ente di volontari costituito nel 1998 a Collegno, grazie all'impegno di alcuni giovani che, direttamente o attraverso familiari, hanno conosciuto le patologie Men. "Queste malattie sono di origine genetica e interessano il sistema endocrino umano - spiega Cristina Bonaudo, biologa Vercellese segretaria dell'AIMEN 1&2 - colpiscono i due sessi e non dimostrano alcuna preferenza geografica, razziale o etnica. Per fortuna sono rare: la Men 1 colpisce infatti 3-20 individui su 100.000, mentre la Men 2 si presenta con una prevalenza di 1-10 persone su 100.000.Il fattore che le ha rese oggetto di più recenti studi Scientifici è la loro alta trasmissibilità: un individuo colpito da uno di questi disordini ha infatti una probabilità pari al 50% di trasmettere la patologia alla prole. I disordini legati alle due patologie hanno all'origine una mutazione genetica che provoca un'iperattività delle principali ghiandole endocrine; questo porta solitamente ad una eccessiva produzione di particolari ormoni con conseguente alterazione nel normale funzionamento dell'organismo". La Men 1 può colpire organi quali paratiroidi, pancreas e ipofisi, che tendono a diventare iperfunzionanti, con formazione di adenomi. La Men 2 interessa la tiroide, le ghiandole surrenali e le paratiroidi, con forma- zione di neoplasie come il carcinoma midollare della tiroide, il feocromocitoma e adenomi alle paratiroidi. "Nella maggior parte dei casi non sono mortali - spiega Bonaudo sono piuttosto le disfunzioni provocate all'organismo a generare complicanze che possono comportare il decesso". Le terapie di cura più diffuse consiste nell'assunzione di farmaci che contrastano gli effetti di un'eccessiva secrezione, o quella chirurgica, che consiste nell'asportazione totale o parziale della ghiandola ipertrofica. I procedimenti diagnostici usati fin' ora aggiunge la segretaria AIMEN - sono i tradizionali test biochimici (esame del sangue); ora, grazie alle recenti acquisizioni nel campo della genetica InforMEN FLASH NEWS Pagina 13 Segue da pag. 12 molecolare è possibile effettuare i test genetici, che vantano un'altissima percentuale di accuratezza". "La diagnosi genetica è finalmente possibile presso centri specializzati - dice con soddisfazione Bonaudo - e consente, specie in ceppi familiari colpiti di individuare il portatore del difetto genetico che spesso può rimanere latente per molti anni, ma essere comunque trasmesso. Se un paziente con MEN ha problemi nel decidere se mettere al mondo un figlio, una consulenza genetica appropriata potrà aiutarlo a comprendere le conseguenze della malattia e anche a conoscere i mezzi diagnostici e terapeutici oggi a disposizione". Anche l'educazione sanitaria è dunque uno degli obiettivi che l'AIMEN si è posta, InforMEN oltre alla sensibilizzazione di medici Notizia oggi e specialisti circa l'importanza di una VERCELLI diagnosi precoce e alla collaboraziome con altre associazioni. "E' in via di Lunedi15 Luglio 2002 elaborazione anche un sito internet che verrà presto reso noto - conclude Cristina Bonaudo; nel frattempo tengo a far AIMEN VERCELLI: E' sapere ai lettori di Vercelli e provincia ATTIVO IL SITO INTERNET che possono fare capo a me per qualsiasi Il sito internet dell'associazione AIMEN informazione. 1&2 è pronto. Su www.aimen.it sarà ora possibile ricevere più informazioni sulle Neoplasie Endocrine Multiple e sui PROMUOVERE centri in cui è possibile effettuare test genetici. Per eventuali domande la INFORMAZIONE E segretaria dell'AIMEN Cristina SENSIBILIZZAZIONE E' Bonaudo resta sempre a disposizione. UNO DEGLI OBIETTIVI DELL'AIMEN SPAZIO ASSOCIAZIONI Pagina 13 "UNIAMO LE FORZE" di Loredana Nasta Presidente UNIAMO La Federazione Italiana Malattie Rare “Uniamo”, fondata nel 1999, è la prima alleanza nazionale tra associazioni di pazienti di diverse patologie, allo scopo di coordinarle a livello nazionale, difendere i diritti e migliorare la qualità di vita di tutte le persone affette da malattie rare (MR). I principali obiettivi di “Uniamo” (E-mail: [email protected]) si possono riassumere in quattro punti: 1. proporre e sostenere azioni legislative nazionali ed europee che favoriscano gli aspetti socio-sanitari, la ricerca e lo sviluppo di nuove terapie; 2. migliorare le conoscenze su queste malattie, sulla loro epidemiologia, le cause e le nuove terapie; 3. offrire la possibilità alle associazioni indipendentemente dalla loro dimensione o dalla frequenza della loro patologia - di far sentire la propria voce, coordinandone le azioni a livello nazionale; 4. diventare un mediatore attento agli interessi dei pazienti presso le diverse strutture della sanità pubblica e delle istituzioni nazionali. “Uniamo” - oltre che essere membro della Commissione Ministeriale formata nel giugno di quest’anno - fa parte di un network europeo di dieci alleanze nazionali di altrettanti Paesi ed è partner del progetto Pard, finanziato dalla CE per la creazione di una rete transnazionale sulle malattie rare. Ha organizzato alla fine dell' Agosto scorso, a Venezia, la prima Giornata Nazionale di Sensibilizzazione in favore delle Malattie Rare e Farmaci Orfani, che si è sviluppata in alcune fasi ben distinte: esercitare pressione sulle autorità, ottenere norme, incentivi e agevolazioni fiscali sulla ricerca nel campo delle terapie orfane e, proprio perché l’Italia aderisca all’applicazione del Regolamento Europeo 141/2000, ha promosso presso il Parlamento il Disegno di Legge 1388, centrato sui bisogni emergenti delle persone affette da malattie rare, anche se attualmente non si può non guardare con preoccupazione agli interventi in materia di spesa sanitaria recentemente adottati. Grazie alla Giornata Nazionale di Venezia, importanti linee guida istituzionali sono state programmate, a testimonianza che la collaborazione tra associazioni di pazienti della stessa nazione sviluppano una voce forte a livello nazionale che non può non essere ascoltata. InforMEN RACCONTI DI VITA Pagina 15 Segue da pag.14 Lessi moltissimo, capii e me ne feci una ragione tanto che fui io a spiegare a mio marito, che nel frattempo si destreggiava tra lavoro, figli e me in maniera ammirevole, ciò che mi stava accadendo e che cosa avremmo dovuto ancora sopportare. Trascorso un mese dal primo intervento, fui richiamata per l’asportazione della tiroide; naturalmente, i medici scelsero di non parlare molto apertamente di quanto stava accadendomi, perché temevano in una mia negativa reazione e si meravigliarono quando, appena risvegliata dall’intervento di tiroidectomia, chiesi, sapendo già la risposta, se mi avevano asportato tutta la tiroide perché avevo un carcinoma midollare. Naturalmente l’asportazione della tiroide comportò l’assunzione giornaliera della terapia sostitutiva, ma ciò non mi preoccupò molto; anzi mi ritenevo fortunata a non aver subito l’asportazione dei surreni bilateralmente in quanto ciò mi avrebbe costretta alla terapia sostitutiva anche per essi e sicuramente non si sarebbe trattato dell’assunzione di una sola pasticca. Purtroppo la fortuna non durò molto: a distanza di circa due anni dall’intervento incominciarono a presentarsi vari sintomi che lasciavano presagire la formazione del feocromocitoma anche al surrene destro. Nel 1991 fui costretta a sottopormi all’asportazione dell’altro surrene e quindi al disagio della terapia sostitutiva costituita da cortisone e da un farmaco che, ancor oggi, per ottenerlo, sono costretta a chiederne l’erogazione alla A.S.L. di appartenenza in quanto, detto farmaco, solo in Italia non è registrato e quindi occorre acquistarlo all’estero. Oggi, a distanza di sedici anni dall’inizio della storia, la malattia si sta ripresentando; i controlli effettuati periodicamente mi dicono che dovrò aspettarmi la recidiva del carcinoma e un altro eventuale intervento per l’asportazione di una neoformazione di tessuto cromoaffine che, per ora, sta rivelando la sua presenza, ma che non si riesce ancora a localizzare. A questo punto potrei dire che sto toccando con mano e sperimentando, sulla mia pelle, il limite della medicina che è vero non ha certezze ma che, in questo caso, non ha nemmeno le conoscenze adeguate per potermi curare velocemente, perché è ormai certo che prima s’interviene e meglio si guarisce, se di guarigione si possa parlare. A me ciò che interessa è poter andare avanti, non mollare a dispetto dei sintomi che a volte si fanno sentire e riuscire ad avere una qualità di vita più o meno normale. Attendendo che la ricerca possa fare questo miracolo continuo a sperare che si possa giungere ad una cura definitiva per questi casi che, sebbene rari, purtroppo esistono. STORIE DI VITA QUOTIDIANA: LA CASCINA di Pierino Berzano scrittore Era già vecchia quando la costruirono – come del resto tutte le cascine di una volta – e nelle sue poche case si stipava più gente di quanta ce ne sia ora in un paese. Non so quale nome avesse avuto ai vecchi tempi, ma da quella volta che un maledetto temporale vi schiacciò contro uno sgorbio di fulmine, venne detta “La Bruciata”. Dalla sorgente che c’era in cortile sgorgava un’acqua pura e fresca come le ragazzone che abitavano in cascina; i contadini che lavoravano nei campi venivano anche da lontano per riempire i loro barilotti e per immergere la faccia sotto quella doccia ristoratrice. Dai primi tepori di marzo alla fine di ottobre, tonnellate di bambocci – le guance rosse come mele mature e in mano una fetta di polenta del giorno avanti – si rincorrevano per l’ampio cortile a piedi nudi pestando indifferentemente terra fango o pietre ed i più grandicelli, quelli di otto o nove anni, avevano la consegna di “guardare” i più piccolini e tutti insieme erano affidati alla guardia più affidabile: quella del bon Dio. C’era anche qualche bimbo che andava a scuola in paese, generalmente uno per famiglia, perché era necessario che almeno uno sapesse leggere e far di conto. E così il letterato di famiglia si spiluccava tre o quattro chilometri a piedi, infagottato alla bell’e meglio, sotto la neve, la pioggia o il sole e lungo la strada, quando non trovava compagnia, chiacchierava con gli alberi, i fossi e gli uccellini. Raccontava mio padre di essersi imbattuto in un pomeriggio ED ECCOVI UN BREVE RACCONTO SCRITTO DA PAPA' PIERINO, CHE NARRA LE CARATTERISTICHE DELLA VITA CONTADINA DEL BASSO VERCELLESE. VI AUGURIAMO BUONA LETTURA, CON LA SPERANZA DI ALLIETARVI CON LA SEMPLICITA' DELLE VICENDE DI UNA VOLTA! di dicembre– a metà strada tra il paese e la cascina – in uno di questi ragazzini avvolto in un fagotto di stracci, che dormiva profondamente accovacciato contro un salice mentre la neve lo andava ricoprendo a poco a poco. Pare una storia dei Grimm, e invece capitava per davvero e non una volta sola. “Ma appena l’ho svegliato – aggiungeva io padre – e aiutato a liberarsi dalla neve, aveva ripreso il sentiero verso casa saltellando e cantando allegramente, anche se più stonato di una campana, “E la Viuleta lava la va…” forse l’unica canzone che conosceva…" Per il lavoro, in cascina, le braccia erano sempre troppo poche, come pure le ore. Si lottava per rubare un minuto di più al cielo al fine di evitare un’eventuale grandinata, per ritirare il riso prima che piovesse, InforMEN RACCONTI DI VITA per finire di mietere prima che facesse buio… Alle tre di mattina il capo dei salariati girava per il cortile della cascina suonando la sveglia a schiocchi di frusta e aveva inizio, così, un’altra lunga massacrante giornata fino a che la notte ingoiava, nel suo buio pietoso, uomini e cose. Amaro, amarissimo riso! A San martino si verificava il grande esodo. Famiglie giungevano da altre cascine, famiglie se ne andavano in altre cascine, con le loro povere masserizie che un solo carro bastava a contenere. Alla Bruciata – e in altre cascine – chi rimaneva e rinnovava il contratto, caricava egualmente su un carretto qualche sedia e un tavolo (e rimaneva ben poco altro!), faceva il giro del cortile della cascina e, tornato davanti alla propria porta, scaricava il carretto, rimetteva la roba in casa e si faceva un po’ di allegria sturando una bottiglia tenuta con cura per l’occasione, proprio come si usava dopo ogni trasloco. ♣♣♣ Un cavallante della “Bruciata” era andato con il suo carro a fare il “sanmanrtino” per conto di un salariato che si trasferiva alla cascina Ranza. Al ritorno il cavallante – che era “il Pinot dal Brüsà” -, si era fermato all’Albergo Vapore di Vercelli per una meritata merenda e aveva lasciato un po’ di fieno per il cavallo perché se ne stesse tranquillo a piluccare. Nessuno, dopo seppe dire come si svolsero i fatti con precisione. Forse il cavallo, chi lo sa per quale motivo, si spaventò e trascinò il malandato carretto contro uno dei grossi pini, oppure andò a finire sul corso ed un camion lo fece rotolare contro le piante… Il fatto fu che quando il povero cavallante, piuttosto su di giri per la mangiata e la bevuta, tornò al suo carretto, lo trovò malamente rovesciato su un fianco, senza una ruota e con il cavallo che, strappati i finimenti, era andato a finire, con una paura boia, davanti all’ingresso del vecchio Ospedale Maggiore. Intanto s’andava facendo buio e scendeva la nebbia e il Pinot, che fino allora aveva guardato inebetito il suo carretto sconquassato, si avvicinò al cavallo fissandolo tristemente negli occhi come a chiedergli spiegazione dell’incidente. Il poveretto si trovava a una quindicina di chilometri da casa, senza più il carro, mentre il buio e il freddo e la nebbia aumentavano sempre più. A questi pensieri si lasciò prendere dalla disperazione e, appoggiato il capo al portone dell’ospedale, prese a lamentarsi con la voce rotta dai singhiozzi: - Oh, al me cartunìn..al me cartunìn.. Qualcuno si fermò, altri, vedendo il piccolo capannello, si avvicinarono, un signore gli chiese gentilmente: - Ma cos’ha che piange, signore; ha il figlio all’ospedale? E’ mica morto? Pagina 16 Il Pinot si riscosse. - Quale figlio? Io non ho bambini! - E allora, chi è il Tonin, il suo caro Tonin; è forse suo fratello? Il povero cavallante tirò su col naso e si guardò attorno. L’incombente oscurità lasciava intravedere facce buone, amiche, che avrebbero voluto consolarlo., aiutarlo in qualche modo. - E’ venuto di lontano, sopra il cavallo, a trovare suo fratello all’ospedale? – Gli chiese con affabilità un ometto, carezzandogli il braccio. Il Pinot era solamente un grosso sacco d’ossa e di carne, superanalfabeta, che viveva più con le bestie che con gli uomini, ma fino ad un certo punto riusciva ad arrivare anche lui. Comprese che ormai non poteva più tirare fuori la storia del carretto: si sarebbe vergognato maledettamente con quelli di città. Abbassò il capo e fece ceno di sì. - Ma qui si gela. Venga a dormire a casa mia e domani mattina tornerà all’ospedale e dopo andrà a casa con comodo. L’invito era caldo e cordiale e il Pinot accettò con un sorriso riconoscente. Tornò alla Bruciata il giorno dopo, a piedi, con il cavallo per mano e, a forza di prendere scorciatoie, tagliando per i campo per far più presto, impiegò un paio d’ore in più che se avesse preso la carrareccia normale. Aveva lasciato suo…fratello alla mercé dei buoni vercellesi e non sapeva neppure se doveva arrabbiarsi o sorridere. Ad ogni modi raccontò la sua avventura a quelli della cascina e lo fece un po’ alla sua maniera tanto che alla fine le cose risultarono piuttosto confuse. Comunque ci aveva rimesso un carro e questo fatto dovette bruciargli dentro a tal unto che, di colpo, sfilzò a voce alta una mezza dozzina di accidenti secchi all’innocente Albergo del vapore, ai pini di Santo Andrea e a tutta la città di Vercelli in blocco, chiamando il cielo e la terra a testimoni che, in vita sua, non si sarebbe più mosso dalla Bruciata. Neanche da morto. Aveva aggiunto in un sussulto d’orgoglio. ♣♣♣ D’inverno la cascina si riprendeva un po’ di riposo, di fiato; le fitte nevicate la isolavano quasi dal resto del mondo e la terre si godeva in pace un meritato letargo insieme alla sua gente. L’ampia stalla accoglieva tra le sue tiepide mura le famiglie dei salariati vecchi e nuovi che si scambiavano le storie della loro povera esistenza, rese più colorite dalla varietà dei rispettivi dialetti. La guizzante fiamma del lume a petrolio disegnava ombre grottesche contro gli arnesi da lavoro che riposavano anch’essi, appesi alle pareti della stalla. ASSOCIAZIONE ITALIANA NEOPLASIE ENDOCRINE MULTIPLE DI TIPO 1 & 2 - AIMEN 1 & 2 - ONLUS Corso Francia 220/a - 10093 Collegno (TO) Tel. 011/415.15.58 - Fax 011/35.18.72 Website: www.aimen.it - E-mail: [email protected]