Istituzioni di Filosofia (III)
L’Ermeneutica Filosofica
Giacomo Romano
a. a. 2006/2007: 3° Quarto, Modulo II
Introduzione alla Filosofia Teoretica
Ermeneutica Filosofica
έρμηνεύειν (hermeneuin) = interpretatio
interpretazione: risalire da un segno al suo
significato
• Accezioni diverse di “interpretazione” in Platone
(Repubblica, Teeteto, Ione)* e Aristotele**;
• Tommaso con ‘interpretatio’ si riferisce alla
elucidazione dei significati oscuri di un testo
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L’interpretazione delle Sacre Scritture
• Nella cultura cristiana medievale la pratica di
elaborazione dei significati (allegorici, metaforici,
simbolici ecc.) delle Sacre Scritture è applicata ad
ogni manifestazione culturale
• L’opera di interpretazione si confonde
facilmente con l’abuso di una lettura di
significati riposti nei testi, che spesso ne
complica la comprensione
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I limiti dell’interpretazione
• La Riforma Protestante (1517) nel suo messaggio di
rinnovamento denuncia gli eccessi e l’arbitrarietà delle
interpretazioni dei testi sacri
• E’ promosso un nuovo atteggiamento per la lettura
della Scrittura (sola scriptura), che deve aderire allo spirito
originario diffuso dai Testi con maggiore attenzione filologica
e storica
• Una dottrina dell’interpretazione meno esoterica si
presta ad una applicazione anche a contesti diversi
rispetto ai testi biblici
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L’interpretazione di Schleiermacher
• Per Schleiermacher (1768-1834) l’interpretazione non è
solamente dei Testi Sacri, ma di ogni testo il cui
significato non sia perspicuo
• Il senso celato di un testo è tale per ragioni linguistiche,
storiche e culturali, non per ragioni divine!
• Ma qual è il lavoro dell’interprete? Ricostruire il senso
che l’autore voleva dare alla sua opera oppure è lecito
anche conferirle altri sensi alla luce della riflessione sulla
distanza che da essa ci separa? L’interpretazione dunque
diventa esegesi fondata su un sapere storico-culturale
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Dilthey e lo Storicismo (Tedesco)
• Wilhelm Dilthey (1833-1911), filosofo e storico
tedesco, si impegna in un programma di
fondazione del sapere storico (1883)
• Perché il sapere storico è così importante per
Dilthey e lo Storicismo Tedesco?
• Lo Storicismo Tedesco si sviluppa come una
delle reazioni al Positivismo del XIX secolo, che
aveva messo in crisi l’autonomia del pensiero
filosofico tradizionale
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Il Positivismo
• Auguste Comte (1798-1857) fonda una nuova
concezione della filosofia (1830-1842), che deve
rivolgersi all’unica vera fonte della conoscenza
• La filosofia dunque perde la sua autonomia e si
deve fare promotrice dell’unico sapere
effettivamente valido, quello scientifico
• Anche la dimensione umana deve essere studiata
con i medesimi criteri scientifici (Sociologia)
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Lo Storicismo (Tedesco)
• Il realismo storiografico (anti-romantico)
Tedesco della seconda metà dell’ ‘800 mostra
che anche gli studi storici sono rigorosi
• MA la ricerca storica non può essere svolta con
la medesima metodologia delle scienze
• C’è infatti una differenza fondamentale,
qualitativa oltre che quantitativa, tra scienze
umane (storiche) e scienze naturali
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Lo Storicismo di Dilthey
• Dilthey accentua la distinzione
tra Naturwissenschaften e
Geisteswissenschaften
• Riconosce una differenza
ontologica tra l’oggetto delle
Scienze della Natura e le Scienze
dello Spirito: le Scienze dello
Spirito studiano l’esperienza
umana concreta nella storia
• Le Scienze della Natura spiegano
(causalmente), le Scienze dello
Spirito comprendono
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Spiegazione e Comprensione
• La spiegazione scientifica si avvale di
generalizzazioni universali (scienze nomotetiche)
• La comprensione si fonda sulla capacità di
rivivere le esperienze (Erlebnisse) degli uomini
• Lo studioso delle scienze umane applica una
forma di conoscenza differente rispetto a quella
scientifica, perché egli appartiene al medesimo
genere del suo oggetto di studio, un soggetto
attivo, non inerme
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Dilthey, padre dell’Ermeneutica
• L’insistenza sulla affinità tra soggetto e oggetto
implica che nel momento in cui il primo è
rivolto al secondo partecipa della sua esperienza
• C’è interpretazione ogni qualvolta in cui si studia
un ambito in cui è coinvolta l’attività umana
• I fatti degli uomini si conoscono mediante un
processo empatico a priori
• La comprensione è relativa (coscienza storica)
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Heidegger e la svolta esistenziale
• M. Heidegger (1889-1976)
coglie nell’interpretazione il
significato ontologico, oltre che
metodologico, della condizione
umana: siamo in quanto
comprendiamo, e la nostra
comprensione determina il
nostro essere
• La comprensione è a
fondamento di ogni attività
umana (anche della scienza)
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Heidegger e il primato della
comprensione
• La possibilità di comprendere un fenomeno si fonda
solamente sulla pre-comprensione che ne abbiamo
(Ermeneutischer Zirkel)
• Il sapere scientifico non gode di questa peculiarità, non
si fonda su sé stesso, ma su un altro sapere
• La pre-comprensione è la condizione per la
consapevolezza del nostro esser-ci, ma noi ci troviamo
gettati in questa dimensione già data
• Il veicolo della pre-comprensione è il LINGUAGGIO:
l’essere è linguaggio e il linguaggio plasma l’essere
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Linguaggio e interpretazione
• Nell’attenzione al linguaggio l’Ermeneutica
Filosofica (non biblica, giuridica, ecc.), in quanto
teoria generale dell’interpretazione, preserva lo
spirito delle origini
• In un certo senso tutto è linguaggio per
l’Ermeneutica, e come tale deve essere
interpretato (cfr. il biblico “In principio era il
Verbo”). Ogni elemento della nostra ontologia è
interpretabile come un testo scritto.
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Storia e interpretazione
• L’interpretazione dell’Essere, dei fenomeni, del
mondo, dipende dalla storia
• L’Essere infatti è sempre storicamente determinato,
relativo a contingenze storiche
• L’Essere è sempre storicamente compreso, relativo ad
interpretazioni storicamente relative
• L’Essere dunque dipende dalla storia sia per la
sua relatività temporale che epistemologica
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La pre-comprensione
• Tutto ci è comprensibile perché tutto ci è in
qualche modo reso comprensibile dal linguaggio
che permea la nostra facoltà di comprensione
• Il linguaggio è costituito e costituisce la nostra
storia, la cultura di cui facciamo parte, determina
anche le nostre capacità critiche
• Nel momento in cui ci accingiamo ad affrontare
un determinato problema ne abbiamo già una
forma di comprensione (cfr. Sein und Zeit, incipit)
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Il Circolo Ermeneutico
• La pre-comprensione si auto-fonda su una
circolarità naturale dell’interpretazione
• Il fatto di sapere (riconoscere) implicitamente
quello di cui si sta parlando è una forza del
linguaggio e dell’interpretazione
• E’ una forma di conoscenza per analogia e
identificazione (cfr. Empedocle: “Il simile
conosce il simile”)
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Caratteristiche della comprensione
• Proprio in quanto la comprensione è fondata sulla
circolarità consente di cogliere l’essere nella sua
limitatezza storica
• Il linguaggio dà sempre dell’Essere un’immagine
incompiuta; e l’indagine ermeneutica non è mai
compiuta, ma è sempre in divenire, come del resto
l’Essere stesso, che non è ipostatizzabile
• Bisogna ricordare che l’interpretazione è funzionale alla
comprensione delle differenze, che sono rese accessibili
grazie alla partecipazione ad un sostrato comune
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Gadamer e la comprensione come pratica
• Come procede la
comprensione ermeneutica?
• Soprattutto con H. G.
Gadamer (1900-2002)
l’ermeneutica assume i
connotati di una
interpretazione linguistica e
culturale pratica: si tratta di
una interazione linguistica e
culturale che sviluppa una
fusione degli orizzonti culturali
• Non c’è però una specifica
metodologica ermeneutica,
non c’è una tecnica
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Phrónēsis e Ermeneutica
• La comprensione è una capacità tacita, non
articolabile proposizionalmente e non deducibile
teoricamente; la si acquisisce con la Coscienza
Storica e una assimilazione dei gesti degli altri
• Come tale la comprensione è una conoscenza
affine alla phrónēsis aristotelica, una saggezza
insieme teoretica e pratica che consente di
intrattenere con l’altro una relazione dialettica
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Ermeneutica e relativismo
• L’ermeneutica, soprattutto nella versione
proposta da Gadamer, è una pratica aperta
dell’interpretazione generale
• Ma non c’è un invito al relativismo? Quali sono i
criteri per giudicare se un’interpretazione è
migliore, uguale o peggiore rispetto ad un’altra?
• Il dibattito sul relativismo dell’Ermeneutica (E.
Betti, E. Hirsch, J. Habermas, O. Apel) non è
ancora concluso
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Gli sviluppi dell’Ermeneutica
• Parallelamente a Gadamer (e
confrontandosi con lui) altri
autori sviluppano l’idea di
una teoria
dell’interpretazione su vari
fronti: a) quello di L.
Pareyson (di orientamento
esistenziale) e P. Ricoeur (che
dialoga con fecondità con le
scienza); b) quello nietscheano
di J. Derrida e G. Vattimo; c)
quello di K. O. Apel e J.
Habermas che associa
all’Ermeneutica la riflessione
della Teoria Critica (Marxista)
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Linguaggio, Ermeneutica e Analisi
• Il linguaggio rappresenta un tema centrale sia
per la Filosofia Analitica che per l’Ermeneutica
• Sia per l’Analisi Filosofica che per
L’Ermeneutica il linguaggio è lo strumento e il
filtro per le questioni metafisiche che sono
oggetto della ricerca filosofica tradizionale
• Le due tradizioni filosofiche affrontano le
questioni sul linguaggio da prospettive diverse
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La convergenza tra
Analisi ed Ermeneutica
• Alcuni autori hanno sottolineato delle affinità tra
la ricerca filosofica analitica e quella ermeneutica
• La dialettica della comprensione ricorda la
Teoria dei Giochi Linguistici di Wittgenstein e la
Speech Act Theory dei Comunlinguisti (Ricoeur)
• Tugendhat, Apel, Gadamer, hanno individuato
nel modo di trattare i problemi ontologici nella
filosofia analitica una eco di tematiche
ermeneutiche
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Il Pragmatismo Ermeneutico
• Alcuni autori di origine anglofona e con una
formazione analitica si sono progressivamente
interessati a vere e proprie questioni di
Ermeneutica Filosofica: R. Rorty, J. McDowell,
R. Brandom
• Un autore analitico per eccellenza che sembra
prestarsi ad una interpretazione ermeneutica è
Donald Davidson (menzionato dallo stesso
Gadamer)
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Ermeneutica e perplessità
• Il relativismo, per quanto esorcizzato, sembra
rimanere una costante nell’Ermeneutica
• L’Ermeneutica, per quanto ci si sforzi di
minimizzare il fatto, non ha un metodo
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Riferimenti Bibliografici
D’Agostini, F. 1997: Analitici e Continentali. Guida
alla filosofia degli ultimi trent’anni, Raffaello Cortina
(Milano) [II: 2]
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