a guisa di cupola. In una ho osservato un un banco di pietra alla maniera greca ed in un’altra due finestre. Ad eccezione di poche più grandi queste tombe sono così anguste che un uomo non può starvi che carponi. È molto difficile di conoscere, in quale posizione potessero qui collocarsi i cadaveri se non bruciati. V’è chi suppone che gli si desse la posizione che avevano nel ventre della madre. Una di queste tombe Ddieri in Sperano dev’essere una specie di piccolo θολος [tolos], un fabbricato di sassi poligoni, i cui intervalli sono riempiti con altri piccoli sassi. Ottanta di simili tombe si trovano in Pinita e senza numero in altri luoghi. Qui chiamo l’attenzione sull’opuscolo che tratta di queste tombe Ddieri del dotto di Palazzuolo dottore Gaetano Italia Nicastro, Ricerca per l’istoria dei popoli Acrensi anteriori alle colonie elleniche, Messina, 1856. Al medesimo dotto vado debitore di alcune comunicazioni in iscritto intorno nuove scoverte in un secondo luogo, di cui voleva ancor parlare, cioè intorno alle cosidette tombe ferinee nell’Acrocoro detto della Torre presso S.Giovanni egualmente sulla Pinita. Già il baron Giudica120 avea ivi trovato 228 vasi più centinaia di tazze, ampolle, armille, aghi, crinali, affreschi ferinj, e sopra una tazza un’iscrizione punica sopra due mense di pietra calcarea due altre iscrizioni l’una di 7 e l’altra di 11 righe. Ora furono anche scoverte altre tombe scavate nel duro masso chiuse con coperchi di pietra ed ora coperte di terra piante e brecce. Il suono vuoto che dava il terreno fu indizio al loro rinvenimento. Tra grandi e piccole se ne sono trovate 30 colla direzione per la maggior parte da est ad ovest, altre però da nord a sud. Le tombe verso la prima direzione erano di donne, come si vede dalle ossa calcinate, dalle spille e dai braccialetti che in esse si rinvennero; quelle nell’altra direzione erano per gli uomini. In queste principalmente si trovarono tazze a fianco e sul petto dei scheletri; si osservò peraltro una tazza anche nella tomba di una donna e posta in posizione oscena coll’apertura verso i piedi. Nelle piccole arche stavano piccolissime bottiglie e vasetti di forma singolare e di materia grossolana, il loro colore era per lo più nero piombo con un colore carminio sottoposto che in altro era marrone scuro. Varie tazze avevano due zone, l’una nero piombo, l’altra di un bianco sporco; le spille e i braccialetti erano tutti di rame. La lunghezza ordinaria delle arche è di m 1,50 e m.tro 1,80. Appena si comincia ad aprire una tomba, esalava da ogni piccola fessura un fetore nauseante di cadavere, il quale producea certamen_________________________________ 120 Ma Judica. 64