INDICE
SESSIONE: COMUNICAZIONE PER LA SALUTE
Abstracts delle comunicazioni
Apriamo l'area ostetrico-ginecologica ai cittadini
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Sulle tracce della salute, nelle interazioni comunicative tra curanti e
famiglie nell'Ospedale
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Accogliere per educare Dalla scuola ...all'Ospedale... Alla scuola.
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Progetto di arredo ed educazione alla prevenzione degli incidenti
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Un trekking del cuore: la montagna per guarire
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Il "campus "per ragazzi diabetici come soggiorno di istruzione
all'autocontrollo del diabete: aspetti clinici e cognitivi
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L'opuscolo che accompagna la dieta...
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"Chi non fuma vince " Iniziativa pitota contro il tabagismo della rete
veneta
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Abstracts dei posters
Progetto dell'A.VI.S. di Reggio Emilia per la promozione della salute
della comunità allargata dei donatori
100
La carta interaziendale dei servizi
101
Consenso informato: perché, come, quando
102
"Carta dei servizi" dei Servizi Amministrativi e Tecnici di un'Azienda
Sanitaria
104
Una carta dei servizi per i dipartimenti: l'esperienza dell'Azienda USL
di Modena
106
Educazione Sanitaria e Nozioni di Primo Soccorso
107
Ascoltando il cittadino lavoriamo per lui
108
"Consenso del cittadino al trattamento in Day Surgery: una scelta
consapevole"
110
Carta dei servizi e libertà di scelta
111
La valutazione di un progetto di miglioramento della qualità di vita del
bambino ospedalizzato
113
Promozione della salute nell'età postmenopausale
114
2000: Anno dell'accoglienza: dai "valori" alle azioni
116
Alla scoperta di quel mondo chiamato Ospedale
117
Progettare la comunicazione
119
L'emergenza extraospedaliera nell'Azienda USL Bologna Nord
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
SESSIONE:
"COMUNICAZIONE PER LA SALUTE"
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
COMUNICAZIONI
APRIAMO L'AREA OSTETRICO-GINECOLOGICA AI CITTADINI
Progetto
realizzato
dalle
Ostetriche
ed
Ausiliarie
Punto
del Presidio Spedali Civile di Brescia
Dipartimento ostetrico-ginecologico presidio Spedali Civili di Brescia
Direttori: Prof u.a. Bianchi - Prof. S.Pecorelli
Nascita
Ogni anno presso il Presidio Spedali Civili nascono circa 4000 bambini. Questo dato
sottolinea che un buon numero di famiglie bresciane vive o ha vissuto tra le pareti del
Punto Nascita uno dei momenti più significativi della propria vita. Consapevoli
dell'importanza di questi momenti, i Direttori dell'Area Ostetrico-Ginecologico e
dell'Azienda Ospedaliera hanno deciso di dedicare una giornata ai bambini di tutte le età
che hanno vissuto nel nostro ospedale le prime ore di vita.
OBIETTIVI:
ƒ aprire l'Area Ostetrico-Ginecologica ai cittadini;
ƒ sottolineare che l'Ospedale della città è presente in tutte le fasi della vita della
persona;
ƒ riflettere con i bambini sull'evento della nascita e sull'importanza che esso
avvenga in una struttura accogliente.
LUOGHI DELLA FESTA:
ƒ ingresso principale del Presidio Civile;
ƒ atrio interno prima della galleria dei quadri;
ƒ atrio del Punto Nascita;
ƒ auletta del VI piano allestita a Sala della nascita;
ƒ atrio del Puerperio e Neonatologia;
ƒ ingresso principale del Presidio di Gardone V.T.;
ƒ spazi comuni U.O. Ostetricia e Ginecologia.
ARTICOLAZIONE DELLA FESTA:
1) Accoglienza dei bambini e genitori all'ingresso principale dell'Ospedale da parte di
pagliacci. Le hostess forniranno informazioni sui luoghi della Festa, mentre i
pagliacci regaleranno palloncini colorati;
2) Saluto di benvenuto e auguri da parte di Babbo Natale con distribuzione di caramelle;
bambini e genitori verranno poi accompagnati all'ascensore che li porterà al sesto
piano dove si trova il Punto Nascita;
3) Visita guidata a piccoli gruppi (non più di cinque bambini accompagnati dai genitori)
che, insieme con un'ostetrica, conosceranno la Sala della loro Nascita;
4) Al termine della visita, i bambini riceveranno il " Diploma della nascita degli Spedali
Civili" , compilato al momento su un Diploma prestampato:
5) Presenza di punti di divertimento:
- Musica; al mattino con orchestra dei Babbi Natale che eseguirà le tradizionali
arie natalizie nel pomeriggio Coro del gruppo adolescenti che esguiranno
musiche natalizie odierne
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
-
Trucco; gruppo di volontari per effettuare trucchi ai bambini
Video; stanza adibita alla trasmissione di cartoni animati a finalità educativa
Gioco; posizionamento di giochi per piccolissimi (a norma legislativa)
RISORSE UMANE:
Tutte le ostetriche, i medici, le ausiliarie e le segretarie dell'Area sono invitati a
partecipare attivamente alla Festa. Sono comunque necessari: tre pagliacci, tre Babbi
Natale, sei hostess, otto guide, tre segretarie.
RISORSE MATERIALI:
Cinque abiti da pagliaccio, due abiti da Babbo Natale, 50Kg di caramelle gommose, 5000
Diplomi di nascita, 10.000 palloncini colorati, venti manifesti di pubblicità dell'iniziativa,
scrivanie, tavolini e sedie di piccole dimensioni, addobbi natalizi, un letto, poster e
fotografie, un copriletto, due bambolotti (uno di colore), una vaschetta da bagno per
neonati, un televisore, un videolettore, un fasciatoio, una culla, una termoculla,una
poltrona relax, un cardiotocografo, un registratore con cassetta con BCF registrato,
cuscini vari.
SULLE TRACCE DELLA SALUTE, NELLE INTERAZIONI COMUNICATIVE TRA
CURANTI E FAMIGLIE NELL'OSPEDALE
Elena Molinari, medico psicoterapeuta, Servizio Educazione Sanitaria ASL Pavia
Nel nuovo scenario epistemologico della promozione della salute si è sviluppata una
sensibilità verso un'azione che pone al centro la relazione tra operatore sanitario ed
utente, dentro processi di comunicazione e costruzione sociale. Se ciò non avviene, il
soggetto malato finisce per delegare ad altri la propria salute, abdicando alla possibilità
che l'esperienza della malattia si configuri come un processo maturativo, ossia di sviluppo
della capacità di riflessione, di consapevolezza, di giudizio. All'interno di un progetto
finanziato dalla legge 285/ 97 per il biennio 98-2000, "a tutela dei diritti del bambino
malato e ospedalizzato" (art.4) attuato dall'ASL di Pavia in collaborazione con la clinica
Pediatrica dell'IRCCS Policlinico S.Matteo, è stata svolta una ricerca qualitativa mirata
ad esplorare i percorsi che le informazioni relative alla malattia compiono nella mente
delle persone coinvolte, e come tali informazioni si integrino con il saper profano.
OBIETTIVI DELLA RICERCA:
Obiettivo generale: riconoscere e valorizzare il sapere delle famiglie, affinare le capacità
osservative del personale curante, sviluppare la cultura della promozione della salute nei
percorsi di cura.
Obiettivo specifico: analizzare il processo di interazione e comunicazione tra medici e
genitori e tra genitori e bambini, rispetto alla malattia, alla terapia, all'idea di salute ad
esse sottesa (indicatore: effettuazione di interviste) rintracciare e descrivere stili diversi
rispetto alle aree individuate, evidenziandone potenzialità e problemi (indicatore: analisi
delle interviste); costruire strumenti mirati al raggiungimento degli obiettivi generali del
progetto (indicatore: realizzazione di strumenti differenziati per i target individuati).
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della saluteMETODO:
E' stato utilizzato lo strumento delle depth inteview analizzate e discusse all'interno di un
gruppo di lavoro integrato.
TARGET:
Si sono scelti come target:
- le madri di bambini in terapia presso il Day Hospital oncoematologico, in quanto
interlocutori privilegiati della comunicazione con i sanitari e con il bambino;
- medici e infermieri.
ATTIVITÀ:
Condivisione del progetto fra i diversi attori coinvolti e stesura del progetto; realizzazione
delle interviste; analisi del contenuto; individuazione di descrittori e loro codifica
all'interno di una griglia di osservazione; realizzazione di opuscoli per i genitori.
VALUTAZIONE:
Gli obiettivi specifici sono. stati valutati attraverso i seguenti indicatori di percorso:
coinvolgimento degli operatori interessati e costruzione di un percorso condiviso
attuazione delle azioni previste nei tempi prestabiliti.
INDICATORI DI ESITO:
Realizzazione di incontri di condivisione e integrazione della cultura sanitaria bio-medica
con quella della promozione della salute.
Realizzazione di una griglia di osservazione e suo utilizzo nel lavoro routinario nel dayhospital. Realizzazione di due opuscoli che raccolgono le parole delle persone intervistate
e loro utilizzo come strumento di mutuo aiuto per le famiglie più isolate.
Attivazione di azioni a cascata (gruppo di auto-mutuo aiuto per i genitori, aumento
dall'attività di counselling)
ACCOGLIERE PER EDUCARE. DALLA SCUOLA... ALL'OSPEDALE... ALLA
SCUOLA PROGETTO DI ARREDO ED EDUCAZIONE ALLA PREVENZIONE
DEGLI INCIDENTI
Dott. U. Tondo, Dott. C. Amoretti, U. O. Pediatria Presidio Ospedaliero di Imperia
Dott. R. Predonzani, Dirigente Medico di Igiene e Organizzazione Servizi Ospedalieri
Azienda USL 1 Imperiese; A.S.V
R. Gagno, Settore Educazione Sanitaria, Direzione Sanitaria, Azienda USL 1 Imperiese,
Prof.ssa M. Novaro, Istituto d'Arte della Città di Imperia
La Divisione Pediatrica e L'Istituto D'Arte di Imperia hanno realizzato un progetto
d'addobbo per il reparto pediatrico ove sono al contempo considerate l'accoglienza e
l'educazione e prevenzione agli incidenti.
Lo studio preparatorio ha considerato:
a) la tipologia dell'utenza (0/18 anni, multietnia, assistiti in ricovero, DH, ambulatorio o
urgenza, i genitori);
b) aspetti psicologici correlati al ricovero specie in urgenza;
c) la prevalenza degli incidenti nella morbilità e mortalità in Italia e nel nostro territorio;
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
d) il significato del colore e del disegno nella psicologia infantile.
Nel progetto di arredo trova particolare risalto l'addobbo del corridoio. Il corridoio luogo
di incontro e di attesa, diviene anche spazio educativo. Su un'onda multicolore si sviluppa
una città che è il luogo comune di vita del bambino nella quale sono evidenziate
attraverso pannelli gli elementi di pericolo e le relative norme di comportamento
preventivo.
Nel progetto di prevenzione degli incidenti in età infantile si vuole promuovere la cultura
della prevenzione e sensibilizzare gli insegnanti al ruolo di "educatore alla salute" per lo
specifico argomento. Approfondire le conoscenze scientifiche e saper adottare il
comportamento necessario in caso di primo soccorso.
OBIETTIVI:
- rendere il reparto più idoneo all'accoglienza dei bambini secondo le indicazioni
della carta di EACH;
- utilizzare l'accoglienza come momento di educazione nella prevenzione della
prima causa di morte in molte fasce di età infantile;
- offrire motivi di educazione alla salute anche per gli allievi dell'Istituto d'Arte ed
attraverso loro alla comunità adolescenziale;
- completare la promozione dell'attenzione alla prevenzione degli incidenti offrendo
agli insegnanti delle scuole materne ed elementari strumenti didattici ed operativi
(PBLS) per ridurre gli incidenti e i loro esiti.
TARGET:
piccoli pazienti ricoverati e loro famiglie; operatori sanitari del reparto di Pediatria;
insegnanti delle scuole materne ed elementari del Il' e III' Circolo Didattico della Città di
Imperia.
INDICATORI:
realizzazione del progetto di arredo con decorazione degli ambienti; corso di formazione
per insegnanti in materia di primo soccorso (PBLS); materiale informativo distribuito ai
genitori dei piccoli ricoverati in materia di prevenzione degli incidenti in età infantile.
REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:
- 1998/1999 anno di studio del colore e della struttura; mostra dei lavori preparatori
presentati dagli allievi dell'Istituto d'Arte; scelta del progetto di decorazione da
realizzare nella struttura ospedaliera
- 1999/2000 realizzazione del progetto di arredo, "ritorno" alla scuola con corsi di
prevenzione agli incidenti e PBLS per gli insegnanti di scuola materna ed
elementare.
VALUTAZIONE DEI RISULTATI:
Mostra pubblica dei lavori; Realizzazione del progetto decorativo nei tempi previsti;
Realizzazione del corso di formazione agli insegnanti entro l'anno scol. 1999/2000;
Elaborazione e diffusione di una guida alla prevenzione degli incidenti in età infantile.
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
UN TREKKING DEL CUORE: LA MONTAGNA PER GUARIRE
E. Violi, G.Zobbi, D.Manari, L.Ceretti, U.Guiducci.
Az.Ospedaliera e AUSL di Reggio E. -Centro di Riabilitazione Cardiologica.
Nei programmi di riabilitazione cardiologica sono tradizionalmente inserite le attività
fisiche di tipo aerobico (jogging, ciclismo, nuoto, sci di fondo) in un contesto che
mantiene spesso una forte valenza sanitaria. Le difficoltà di mantenere nel tempo i
programmi di attività fisica da parte dei soggetti reduci da un evento cardiaco acuto
(infarto miocardico, bypass aorto-coronarico, angioplastica ecc.) sono anche il risultato di
una mancata integrazione degli schemi riabilitativi nella realtà dei comportamenti
quotidiani,unica garanzia per conservare a distanza i benefici ottenuti. L'abitudine ad una
attività fisica rimane relegata nell'ambito di palestre, ambulatori, centri fisioterapici, in
cui il paziente è oggetto di una "prescrizione"motoria, vissuta come un obbligo da
sopportare e non come un modo di riappropriarsi dell'abitudine al movimento. Come
conseguenza di questo legame
sanitario, rimane la difficoltà di trovare ed autogestire un proprio programma di
allenamento fisico in contesti ambientali "non protetti", soprattutto per la mancanza di
informazioni sulle opportunità e sui luoghi idonei a tal fine. Compito di una struttura di
riabilitazione è perciò anche quello di indicare i traguardi possibili ed i contesti più adatti
per un recupero del benessere non solo fisico, mettendo a disposizione oltre al proprio
bagaglio tecnico professionale,anche le conoscenze ambientali, integrandosi con altre
figure non sanitarie (naturalisti, guide escursionistiche,operatori turistici e di tutela del
territorio). Il nostro gruppo cardiologico ha pertanto individuato alcuni percorsi in
ambiente montano sul crinale dell'Appennino Reggiano, vagliandone le difficoltà e le
caratterisfiche per essere adatti ad una popolazione di cardiopatici stabilizzati ed allenati
ad una pratica motoria quotidiana. L'ambiente compreso tra i 1000 ed i 2000 m, in zone
accessibili anche da eventuali mezzi di soccorso in tempi accettabili, con percorsi
giornalieri di 4-5 ore di cammino, nella stagione da maggio a ottobre ha costituito la
nostra nuova palestra. La scelta dei soggetti da coinvolgere è stata ispirata ad alcuni
criteri: la stabilità clinica, l'abitudine alle tecniche di automisurazione dei parametri
cardio-respiratori (dopo opportuno addestramento), la propensione ad accettare nuovi stili
di vita,la capacità di relazione al fine di costituire un gruppo che possa autogestire
ulteriori programmi. Una prima iniziativa ha coinvolto 14 soggetti di sesso maschile, età
media 50 anni, reduci da bypass aorto-coronarico,angioplastica od infarto miocardico,in
un percorso dal P.so delle Radici a Ligonchio nell'arco di due giorni per un totale di 10
ore di cammino,con pernottamento in rifugio a circa 1800 m, accompagnati da medici,
paramedici,alpinisti esperti,personale del Corpo Forestale ed esperti naturalisti. Il risultato
di tale esperienza è stato talmente positivo da indurre una seconda iniziativa,in una sola
giornata per poter coinvolgere un maggior numero di soggetti (30 persone di entrambi i
sessi, accompagnati anche da familiari) con patologie più complesse accomunate dal
beneficio derivante dall'attività fisica regolare: dal P.so del Cerreto,attraverso il P.so
dell'Ospedalaccio fino a Pratizzano tra 1220 e 1500 m., per 5 ore di cammino. Il contesto
organizzativo è stato in queste fasi abbastanza complesso ed improntato alla ricerca di
totale sicurezza per i pazienti,dovendo dimostrare la fattibilità ed incoraggiarne la ripetizione anche in gruppi autogestiti,con minor tutela sanitaria, rispettando le distanze, i
tempi ed i ritmi di cammino appresi nelle prime esperienze. L'avviamento alla montagna
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
ha rappresentato un momento strettamente legato all'apprendimento delle regole che
guidano le escursioni in sicurezza ,migliorando il grado di autostima e rafforzando
rapporti personali tra i pazienti e col personale sanitario. Le tappe successive di questo
progetto saranno costituite dalla definizione di un calendario continuativo di iniziative
meno impegnative con minor supporto logistico e quindi più liberamente praticabili anche
da piccoli gruppi, identificando una mappa di percorsi pesati per difficoltà, creando
quindi una rete di opportunità all'interno della quale i pazienti potranno liberamente
muoversi.
Allegati: è disponibile un video per completare la presentazione, oltre a documenti
fotografici.
IL “CAMPUS” PER RAGAZZI DIABETICI COME SOGGIORNO DI ISTRUZIONE
ALL'AUTOCONTROLLO DEL DIABETE: ASPETTI CLINICI E COGNITIVI.
Chiari G, Vanelli M, Gruppi L, Simonelli F*, Baroni M*.
Cl. Pediatrica, Università di Parma, Servizio regionale di Diabetologia Pediatrica
* Ospedale "S. Anna" Castelnovo ne' Monti (RE)
CONTESTO:
Il "campus" per ragazzi diabetici rappresenta una valida opportunità per migliorare
l'autonomia e il controllo sul proprio stato di salute, da parte dei bambini e degli
adolescenti con Diabete. In particolare, rappresenta una straordinaria concentrazione di
elementi logistici, sanitari, didattici, ludici, che consente di realizzare una opportunità
educativa motivante e istruttiva, in grado di sviluppare e "fissare" nei destinatari
comportamenti di autotutela della salute, spesso decisivi.
Da oltre 10 anni il Servizio regionale di Diabetologia Pediatrica della Clinica Pediatrica
di Parma, con la collaborazione del Reparto di pediatria dell'Ospedale "S. Anna" di
Castelnovo ne' Monti e con il supporto organizzativo dell'AGD Parma tiene dei "campus"
estivi nell'Appennino reggiano.
OBIETTIVI:
Fornire ai ragazzi conoscenze sanitarie sul diabete; stimolare motivazioni alla autotutela
della salute; facilitare comportamenti e accorgimenti idonei; `normalizzare' la convivenza
con la malattia.
POPOLAZIONE TARGET:
bambini e ragazzi in età 8-17 anni
ATTIVITÀ:
Il campus consiste nella convivenza di un gruppo omogeneo di ragazzi in albergo, per un
periodo di 3/7 giorni, a stretto contatto con un gruppo multiprofessionale composto dal
Diabetologo, dal Pediatra, dalla Dietista, da Infermieri professionali, da Educatori ed
Animatori, che sviluppa un programma di educazione, animazione, istruzione sanitaria.
INDICATORI:
- di gradimento (mediante questionario di fine-campus)
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
- di apprendimento (miglioramento tecniche di esecuzione, di preparazione teorica)
RISULTATI:
Quali sono le aspettative dei giovani che vi prendono parte? Lo vivono come una
vacanza o quasi come un prolungamento del ricovero ospedaliero? Per valutare questi
aspetti abbiamo indagato, oltre alle conoscenze pratiche e teoriche, anche il vissuto
emozionale di 53 ragazzi diabetici (31 maschi 3 22 femmine età 8.1-15.7 anni; durata del
diabete da 2 mesi a 10 anni e Emoglobina glicata 6.5-12.6%). E' stato possibile osservare
un miglioramento della tecnica di esecuzione dell'iniezione, un aumento del numero di
risposte esatte ad un questionario riguardante vari aspetti del diabete somministrato
all'inizio e alla fine del campo. Alla fine del campo sono stati raccolti i disegni eseguiti
dai ragazzi. Da essi è stato possibile osservare che il 78% di loro aveva vissuto
l'esperienza come giocosa, un 11% ne accentuava l'aspetto medico, mentre per il
rimanente 11% era preponderante quello educativo. Coloro i quali hanno visto il campo
soprattutto come un momento educativo erano mediamente più grandi degli altri (11.5 ±
2 vs. 13.9±1 anni, p<0.05).
CONCLUSIONI GENERALI:
Il "campus" si è rivelato nel corso degli anni un'esperienza insostituibile al fine di
ottenere una progressiva autonomizzazione del bambino/adolescente con diabete. Lo
studio da noi condotto ne conferma l'efficacia come strumento educativo, riservandolo di
preferenza ai ragazzi con più di 12 anni di età, che manifestano i migliori risultati di
apprendimento.
L'OPUSCOLO CHE ACCOMPAGNA LA DIETA....
Dietiste:Ernestina Grana e Monica Malaguti - Ospedale S.Salvatore di S.Giovanni in
Persiceto
Az. USL Bo Nord via E. Palma 1 - 40017 S. Giovanni in Persiceto (BO) tel. 051/6813212
PREMESSA:
L'esperienza maturata al servizio dei Pazienti ospedalieri e degli Utenti ambulatoriali, ci
hanno fatto constatare quanto sia fondamentale, ai fini della traduzione pratica della dieta,
la spiegazione dettagliata delle modalità di esecuzione della stessa. La chiara
comprensione:
- Della "rotazione consigliata" per le alternative permesse.
- Dei metodi di cottura consentiti
- Dell'utilizzo di cibi e bevande non considerato nel calcolo dietetico.
- Anche dei piccoli dettagli che possono prestarsi ad essere fraintesi...
…è fondamentale affinché si instauri un comportamento corretto e conforme agli
insegnamenti senza lasciare margine a nessun errore con il rischio di vanificare i risultati
attesi.
Ci sono però situazioni in cui il colloquio personale fra Dietista e Utente diventa più
difficoltoso es:
Paziente anziano con scarsa motivazione.
Persone intimorite e quindi non predisposte a fare domande di chiarimento.
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
Numerosi poi sono uomini che debbono affidare l'esecuzione della dieta ad altre persone
(mogli, figlie,...) e di conseguenza debbono tramandare quanto a loro è stato spiegato con
il rischio della perdita di una buona percentuale di dettagli.
Infine, anche se noi privilegiamo il colloquio con l'Utente interessato, al momento della
consegna - spiegazione dieta, può succedere che, per ragioni di forza maggiore, ci si trovi
a spiegare l'impostazione del regime dietetico ad un accompagnatore o ad un familiare.
OBIETTIVO:
Costruire uno strumento utile:
... alla Dietista al momento del colloquio personalizzato che sia pro-memoria per
affrontare tutti gli argomenti fondamentali da chiarire al Paziente.
....al Paziente - Utente, quale istruzione chiara e dettagliata per la messa in pratica della
dieta.
STRUMENTO:
Le Dietiste hanno ideato un fascicoletto di facile lettura, composto da un' introduzione,
che elenca tutte le raccomandazioni e i consigli di comportamento più vantaggiosi; un
commento ad ogni portata del pasto (minestra-pietanza-contorno-frutta-....) definendo i
dettagli e le precisazioni per ogni alimento; informazioni riguardo eventuali contatti di
chiarimento con l'ambulatorio o il Servizio Dietetico. Nell'ideare questo fascicoletto
abbiamo anche voluto dare una risposta ai quesiti che più frequentemente ci venivano
posti, anticipando così le curiosità più comuni degli Utenti.
METODOLOGIA DI APPLICAZIONE:
Per un lungo periodo le Dietiste si sono annotate le problematiche più frequentemente
esposte dai Pz. Utenti. Hanno commentato ogni portata che compone il pasto con i
dettagli anche più evidenti, ma proprio per questo, molto spesso soggetti a interpretazioni
personali.
Hanno riportato in calce luoghi, n. telefonici e orari di reperibilità dell'ambulatorio e del
servizio dietetico, per fornire un'assistenza continuativa a tutti coloro che hanno necessità
di chiarire dei dubbi. In 1° pagina, quale introduzione, sono suggeriti comportamenti, che
pur nella loro evidenza è bene fare conoscere. Il fascicoletto così impostato è stato
condiviso da tutto il Personale operante nell'ambulatorio per il trattamento delle Malattie
metaboliche, ed è diventato strumento comune da cui attingere le raccomandazioni da
suggerire ai Pazienti.
RISULTATO OTTENUTO:
Il colloquio fra Dietista e Utente supportato da questo fascicoletto è reso più scorrevole,
preciso e non v'è timore di scordare dettagli ritenuti importanti.
Se il Paziente ascolta la spiegazione della Dietista seguendo le precisazioni riportate per
scritto si imprime con maggior facilità i concetti.
Il Paziente si sente sicuro perché sa di avere un elenco prezioso in supporto alla sua
memoria, particolarmente utile nel caso in cui debba tramandare le conoscenze acquisite
ad una seconda persona.
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
"CHI NON FUMA VINCE". L'INIZIATIVA PILOTA CONTRO IL TABAGISMO
DELLA RETE VENETA
Simone Tasso (*) , Carlo Favaretti (* *)Anna Maria Brosolo (*), Gruppo di lavoro
"chi non fuma ... VINCE!" (* * *)
(*)Direzione Medica Ospedaliera; Azienda ULSS 8 Asolo (TV)
(**)Coordinatore Nazionale Rete HPH. Direzione Generale Azienda Sanitaria Trento
(***) Vedere composizione in Appendice
Nell'ambito del Progetto "Ospedale e Servizi Socio Sanitari senza Fumo" della Rete
Veneta HPH, 11 Aziende Sanitarie hanno dato vita ad un insieme di azioni rivolte verso
gli studenti delle scuole medie del proprio territorio. Il Concorso è stato realizzato con la
fattiva collaborazione della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. L'obiettivo era
quello di testare in campo regionale l'esperienza maturata in ambito locale nella Azienda
ULSS n. 8 della Regione Veneto (Ospedali di Castelfranco Veneto e Montebelluna). Si è
cercato di attuare un modello di intervento sulle giovani generazioni che fosse al tempo
stesso efficace nel raggiungere la popolazione target, sufficientemente economico per le
Aziende, che permettesse di lavorare in sinergia con altre istituzioni presenti nella
comunità, dando ampia e positiva visibilità alla Rete HPH Si è costituito un gruppo di
lavoro regionale HPH che ha cercato di trasferire nella pratica quotidiana i concetti
espressi nei più importanti documenti di educazione alla Salute (Carta di Ottawa;
Dichiarazione di Budapest; Raccomandazioni di Vienna). E' stato organizzato un
Concorso (dal titolo "Chi non fuma ...VINCE!") ed un insieme di interventi ad esso
correlati rivolti agli studenti delle scuole medie inferiori . Per partecipare al Concorso i
singoli ragazzi o le classi dovevano produrre spot pubblicitari oppure disegni con tema la
lotta al tabagismo. Il Concorso prevedeva premiazioni locali di ULSS ed una premiazione
regionale cui partecipavano i migliori classificati di ULSS. In questo modo si è cercato di
garantire capillarità di azione (attività locale) ed ampia visibilità (premiazione regionale
organizzata il 31 Maggio 2000 Giornata Mondiale senza Tabacco) . Per pubblicizzare il
Concorso sono stati identificati testimonial (Deborah Compagnoni ed Aldo Serena), che
hanno accettato di comparire in specifici poster contro il tabagismo distribuiti nelle scuole
e negli ospedali. Inoltre Aldo Serena ha accettato di essere ospite d'onore alla Finalissima
Regionale, premiando personalmente gli studenti. Sono state strette alleanze importanti
all'interno delle stesse aziende Sanitarie : fondamentale è stato l'apporto dato dai Servizi
di Educazione alla Salute e dai Servizi per le Tossicodipendenze. Inoltre, sono state
strette alleanze con istituzioni esterne alle ULSS: 1) I Provveditorati agli Studi 2) Gli
Ordine dei Medici ; 3) 1 Collegi Infermieri Professionali 4) Numerosi Comuni e
Provincie del Veneto. Attorno al Concorso, in alcune realtà, si è organizzato un Corso
rivolto a docenti delle scuole medie su argomento" Educazione Sanitaria e Tabagismo".
Si è data la massima diffusione della iniziativa ai mass media sia per mezzo di conferenze
stampa che per mezzo di comunicati : TV e giornali locali hanno ampiamente prodotto
servizi su di esso. Si sono organizzati incontri con gli studenti (in particolare questa
attività è stata realizzata da personale competente della Lega Tumori) sia per presentare il
Concorso sia per sensibilizzare le classi alla lotta al tabagismo. Si sono istituite alleanze
con un altro importante Concorso ("Smoke Free Class Competition) contro il tabagismo.
Sono state istituite Commissioni Locali per giudicare il materiale in ciascuna ULSS ed
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
una Commissione Regionale per valutare i finalisti regionali. Le Commissioni sono state
istituite cercando di nominare personalità riconosciute della comunità ed appartenenti a
diverse realtà (scuola , mondo dell'arte, mass media, volontariato). In conclusione il
Concorso ha coinvolto nel Veneto 4.035 studenti appartenenti a 87 scuole e 216 classi,
raggiungendo un grado di sviluppo complessivamente incoraggiante tanto che per l'anno
scolastico 2000-2001 si vorrebbe ripetere l'esperienza.
APPENDICE
1° Concorso Regionale
Gruppo di Lavoro
Coordinamento: Simone Tasso (Responsabile), Maria Teresa Rossato Villanova, Aldo
Munaretto, Leopoldo Celegon, Massimo Melloni, Rita Cagnin, Roberto Latini, Marina
Turchetto.
Referenti Aziende Sanitarie: Spiridione Della Lucia (Belluno); Sandro Artusi e Luigi
Cazzola (Feltre), Ester Chermaz (Pieve di Soligo); Flora Sartorato (Treviso); Simone
Tasso (Asolo); Maria Pina Rizzo (Chioggia); Lorena Gottardello (Padova); Maria Chiara
Pavarin (Rovigo);Andrea Finessi (Adria); Lorena Zambelli (Legnago).
Aziende ULSS partecipanti: ULSS n.l Belluno
ULSS n.2 Feltre (BL)
ULSS n.4 Alto Vicentino (VI)
ULSS n. 7 Pieve di Soligo (TV)
ULSS n.8 Asolo(TV)
ULSS n.9 Treviso
ULSS n.14 Chioggia (VE)
ULSS n.16 Padova ULSS n.18 Rovigo
ULSS n. 19 Adria (RO) ULSS n.21 Legnago (VR)
TOTALE SCUOLE=87
TOTALE CLASSI=216
99
TOTALE STUDENTI=4035
- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
POSTERS
PROGETTO DELL'AVIS DI REGGIO EMILIA PER LA PROMOZIONE DELLA
SALUTE DELLA COMUNITA' ALLARGATA DEI DONATORI:
Rappresentanti dell’A.VI.S. Provinciale di Reggio Emilia
CONTESTO, MOTIVAZIONE, COERENZA CON LA MISSION: la necessità che il donatore di
sangue sia un individuo globalmente e durevolmente sano per se stesso, per coloro che
beneficiano del suo dono e per tutti quelli che possono essere spinti ad imitarlo.
Il donatore può diventare promotore di salute in tutti i contesti di vita.
Sviluppando le sue abilità comunicative interagisce più efficacemente con gli altri,
informa e attiva gli altri perché tutti possano contribuire a un maggior livello di salute.
OBIETTIVI DEL PROGETTO: avviare un programma sistematico di promozione alla salute,
cominciando da un aspetto che contribuisce sensibilmente al benessere individuale e
gruppale: la comunicazione interpersonale.
METODOLOGIA: sono previsti laboratori pratici con prevalente lavoro a piccoli gruppi,
condotti da persone già formate alle tecniche della comunicazione efficace.
Nel corso del laboratorio si provvede alla realizzazione di differenti compiti e alla verifica
dei risultati, realizzata dagli stessi conduttori e da tutti i partecipanti sia attraverso
l'autovalutazione che l'osservazione esterna.
Il donatore in buona salute sta bene
nel corpo
nella mente
nello spirito
con gli altri
Al donatore interessa stare sempre meglio.
Sa che stare semre meglio è il risultato di :
quello che fa
quello che sa fare
quello che si aspetta
quello che sceglie
IN TUTTI I CAMPI DELLA VITA
IN FAMIGLIA, NEL LAVORO, A SCUOLA, NEL TEMPO LIBERO
FIDUCIA
SI VIVE MEGLIO se si è dotati di:
CAPACITA' DI FARE PROGETTI
COMUNICAZIONE
EFFICACE
CONTROLLO DELLO STRESS
COME SI OTTENGONO QUESTE CAPACITA'?
LA RISPOSTA E': IMPARANDO!
L'A.V I.S. PROVINCIALE DI REGGIO EMILIA INTENDE OFFRIRE AI SUOI ASSOCIATI
OCCASIONI PER APPRENDERE E POTENZIARE ALCUNE DI QUESTE CAPACITA'.
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
Poiché la COMUNICAZIONE EFFICACE è una delle capacità più importanti per migliorare la
qualità della vitti degli individui e dei gruppi, l'A.V.I.S. di Reggio Emilia ha avviato un
programma di promozione della salute dei donatori, mirato a quest'obiettivo complesso:
COMUNICARE PER: creare rapporti
mantenere relazioni
esprimersi chiaramente
ottenere informazioni
trasmettere esperienze
facilitare l'apprendimento
riconoscere, valorizzare
motivare all'azione
ottenere consenso
dire di no
ridurre lo stress
ottenere il rispetto delle regole
analizzare, valutare i risultati discutere
costruttivamente
mediare i conflitti, condividere valori
costruire progetti comuni
MEGLIO
IL DONATORE A.V. I.S. E' PROMOTORE DI SALUTE
NELLA FAMIGLIA E NELLA COMUNITA'
IL DONATORE PORTA PIU' SALUTE IN TUTTI GLI AMBIENTI DI VITA
LA CARTA INTERAZIENDALE DEI SERVIZI
Fabrizio Giovanelli, Maria Ravelli, Chiara Camilletti, Raffaella Paglia
Azienda Usl Reggio Emilia - Azienda Ospedaliera Reggio Emilia “Villa Verde” - "Salus"
La Carta interaziendale costituisce un `primo passo' verso la costruzione del `sistema
curante provinciale', una linea strategica aziendale che punta a coinvolgere Enti locali,
Aziende pubbliche e private, Forze sociali e produttive, Associazioni di volontariato nella
costruzione di un `sistema per la salute' che su scala provinciale sviluppi relazioni
sistemiche orientate a migliorare la tutela della salute della popolazione, in un'ottica di
'welfare community'. Il progetto di elaborazione della `Carta interaziendale dei servizi' è
stato avviato nell'agosto 1998 a Reggio Emilia, dalle quattro Aziende sanitarie della
provincia di Reggio Emilia (AUSL di Reggio Emilia, Arcispedale S. Maria Nuova, Casa
di cura Villa Verde, Casa di cura Salus), che rappresentano le principali Aziende sanitarie
pubbliche e private del territorio reggiano e che perseguono obiettivi di cooperazione
interaziendale.
Il progetto si propone di realizzare un passaggio significativo da un clima competitivo che ha caratterizzato la precedente storia delle relazioni interaziendali - ad un clima
maggiormente cooperativo, definendo una cornice comune di finalità, obiettivi, principi e
ruoli, entro cui sviluppare le rispettive attività e valorizzare le differenze riconosciute,
contribuendo complessivamente a qualificare il sistema di offerta dei servizi sanitari
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
locale e avviando così un deciso percorso di costruzione del `sistema curante provinciale'.
La Carta interaziendale dichiara:
- un comune quadro di riferimento relativo ai diritti/doveri del Cittadino/utente;
- un omogeneo iter procedurale per la presentazione e gestione del reclamo;
- alcuni standards di qualità del servizio erogato.
Al momento attuale si stanno programmando le verifiche degli impegni dichiarati nella
Carta interaziendale e per la primavera del 2001 è prevista la presentazione del primo
report di valutazione dello stato di attuazione.
Le principali `tappe' dello sviluppo del progetto sono:
2. Condivisione del progetto da parte delle Direzioni aziendali e costituzione di un
gruppo tecnico interaziendale;
3. Predisposizione della bozza di Carta interaziendale dei servizi sanitari;
4. Consultazione dei Comitati Misti Consultivi;
5. Validazione delle Direzioni del testo definitivo;
6. Predisposizione di un sistema di monitoraggio dell'attuazione degli impegni;
7. Conferenza pubblica di presentazione alla Cittadinanza ed agli Operatori;
8. Diffusione della Carta (Associazioni di volontariato, Comitati Misti Consultivi,
Medici di Medicina Generale, Medici e Caposala ospedalieri) e pubblicizzazione
attraverso i mass-media locali;
9. Verifica dello stato di attuazione degli impegni dichiarati.
CONSENSO INFORMATO: PERCHÉ, COME, QUANDO
Dr. A A. De Palma, Medico Legale - Serv. Igiene Pubblica Az. USL Modena
Dr. A E Novaco, Resp. Sistema Qualita' Az. USL Modena
DrA N. Poppi, Collaboratore Amm. vo Sistema Qualità Az. USL Modena
Sistema Qualità Azienda USL Modena - Via S. Giovanni del Cantone, 23 - 41100
MODENA
CONTESTO, MOTIVAZIONI ED ASPETTI:
Il progetto si inserisce nel percorso più complessivo di costruzione e valutazione degli
standard ed impegni assunti attraverso la Carta dei Servizi (anno 1999). In tale contesto,
diversi stimoli e richieste - interne ed esterne - avevano evidenziato la necessità di
occuparsi del consenso informato nelle sue implicazioni etiche e medico-legali.
Nello specifico:
¾ gli incontri fatti con le Unità operative per la definizione degli standard ed impegni
pubblicati nella Carta dei Servizi hanno diverse volte messo in luce una
disomogeneità nei comportamenti degli operatori rispetto all'acquisizione del
consenso informato;
¾ gli stessi operatori hanno richiesto la predisposizione di procedure e relativa
modulistica condivisa ed il più possibile omogenea a livello aziendale;
¾ i rappresentanti dei cittadini (Comitati Consultivi Misti) hanno sottolineato che il
consenso informato rientra tra i fattori di qualità più "sensibili" per l'utente;
¾ gli audit fatti dai rappresentanti degli utenti per la verifica degli standard ed impegni
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
hanno messo in evidenza la scarsa presenza di protocolli di comportamento e
procedure condivise relativamente all'acquisizione del consenso informato;
¾ il nuovo Codice di Deontologia Medica che dedica l'intero Capo IV al tema
Informazione e Consenso;
¾ il recente PSR che individua, tra gli strumenti principali del governo clinico la
gestione del rischio clinico quale sistematica identificazione, valutazione e
promozione di azioni tese alla riduzione dei rischi per i pazienti e il personale
sanitario attraverso tre tipologie di interventi: l'informazione-comunicazione, la
mappatura delle situazioni di rischio e le verifiche sulla sicurezza delle prestazioni
erogate.
Il Sistema Qualità, coerentemente alla propria mission di stimolo allo sviluppo di una
cultura di responsabilità condivisa e di partecipazione di tutti gli attori coinvolti nel
sistema sanitario a percorsi e progetti nell'ottica del miglioramento continuo,ha attivato
un gruppo di lavoro multidisciplinare che ha finora prodotto:
1. La redazione di un opuscolo - rivolto agli operatori - sul tema del consenso informato
in cui vengono chiariti gli aspetti tecnici (come e perchè richiedere il consenso
informato) ed etici della professione sanitaria: riconoscere cioè il diritto delle persone
ad essere "protagoniste" del processo decisionale che riguarda la loro salute.
2. La redazione di apposite schede per la richiesta del consenso informato da consegnare
e far firmare ai pazienti per la esecuzione di prestazioni di area medica, chirurgica e
per i prelievi ematici in caso di contatto accidentale.
Inoltre sono in programma le seguenti attività:
3. Un percorso seminariale rivolto ai professionisti ed operatori sanitari ed anche alla
cittadin za sul tema del consenso informato nelle connotazioni etiche e medico-legali.
4. Una ricerca-intervento presso uno stabilimento ospedaliero pilota con l'obiettivo di
sensib zare i pazienti sul tema del consenso informato e contemporaneamente di
valutare le loro as tative e percezioni in merito all'informazione ricevuta circa i
percorsi terapeutici ed i piani ass tenziali proposti.
OBIETTIVI:
1. Informare i professionisti e gli operatori circa il significato e l'importanza del
consenso inf mato nei suoi aspetti etici e medico-legali.
2. Definire una procedura unica a livello aziendale per l'acquisizione del consenso
informato pazienti prima della esecuzione dei trattamenti sanitari.
3. Predisporre una modulistica unica a livello aziendale - tradotta in inglese, francese,
arabo cinese- per l'acquisizione del consenso, facilmente comprensibile da parte dei
pazienti "accattivante" nella veste grafica.
4. Informare i professionisti ed i cittadini circa il diritto del paziente a ricevere una
spiegazi chiara, comprensibile ed esaustiva relativamente alle proposte diagnosticoterapeutiche ed eventuali alternative esistenti, stimolando la consapevolezza del
paziente ad essere protago delle scelte da effettuare per la propria salute in un
rapporto paritario e non subordinato ai fessionisti sanitari.
5. Mettere a punto un sistema integrato per lo sviluppo della funzione di governo clinico
attrav so una combinazione di tre strumenti: gestione del rischio clinico, gestione dei
reclami (pon do particolare attenzione al monitoraggio delle fonti di rischio e dei
comportamenti tecnico fessionati) ed il consenso informato quale modalità principale
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
di informazione e comunicazio ai pazienti.
POPOLAZIONE TARGET:
• Operatori e professionisti
• Cittadini e pazienti
INDICATORI DI STRUTTURA, DI PROCESSO E DI ESITO:
• Presenza di una procedura aziendale per l'acquisizione del consenso informato.
• Presenza di moduli aziendali per l'acquisizione del consenso informato (per
prestazioni di medica, chirurgica e per prelievi ematici) tradotte in diverse lingue.
• Disponibilità di un sistema integrato per lo sviluppo del governo clinico che utilizzi:
gestio del rischio clinico, gestione dei reclami (soprattutto nella parte riguardante le
fonti di rischio i comportamenti tecnico-professionali) ed il consenso informato quale
modalità principale informazione e comunicazione ai pazienti.
• Monitoraggio dei reclami e delle segnalazioni dei cittadini per mancato
coinvolgimento e sc informazione sulle proposte terapeutiche .
• Monitoraggio delle cause legali intraprese per mancata acquisizione del consenso
informato analisi delle cause relative.
• Monitoraggio della percezione dei pazienti rispetto al loro grado di coinvolgimento
nei perco diagnostico-terapeutici.
"CARTA DEI SERVIZI" DEI SERVIZI AMMINISTRATIVI E TECNICI DI
UN'AZIENDA SANITARIA
Sistema Qualità-Ausl Modena:
Lorena Franchini - Dirigente Biologo;
Francesca Novaco -Dirigente Medico;
Monica Pivetti - Psicologo del Lavoro - Servizio Ingegneria Clinica;
Giampiero Pirini - Ingegnere
Il progetto Sistema Qualità per i servizi di Supporto (SQSS) nasce in primo luogo dalla
consapevolezza che quanto erogato da una azienda sanitaria è soltanto la tappa finale di
un processo al quale partecipano tutti i servizi interni e che la qualità del prodotto/servizio
offerto dipende dalla capacità di integrare e coordinare tutti i sotto-processi presenti. E'
possibile infatti in un'azienda sanitaria distinguere tre tipologie di processi : direzionali,
erogativi e di supporto. Tra i servizi di supporto, i servizi tecnici e amministrativi
(Attività tecniche, Controllo di gestione, Economico finanziario, Ingegneria clinica,
Gestione personale, Prevenzione protezione, Provveditorato-economato, Segreteria
Generale, Sistema informativo) svolgono un ruolo centrale nell'organizzazione in quanto:
• presiedono l'attività di approvvigionamento di beni e servizi necessari all'erogazione
delle prestazioni sanitarie
• supportano la direzione aziendale nella gestione economico patrimoniale, nei processi
decisionali, fornendo il necessario supporto informativo
• contribuiscono alla diffusione delle informazioni di parametri economici e di attività
attinenti alla gestione globale dell'Azienda.
Sono quindi fornitori di servizi interni indispensabili per il buon funzionamento
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
dell'azienda.
Per queste ragioni si è ritenuto opportuno far condividere alle unità sopra menzionate,
oltre che una comune conoscenza dei relativi processi, anche una metodologia di
redazione/revisione degli stessi.
Gli obiettivi del progetto SOSS:
• diffondere una cultura di gestione per processi.
• permettere a ciascun servizio una attività di analisi della propria organizzazione,
individuando i core process, definendo una matrice delle responsabilità,
caratterizzando gli standard di prodotto/servizio e le relative modalità di
fornitura/erogazione, evidenziando le interfacce interne ed esterne al servizio;
• rendere noto agli utenti/clienti interni il ruolo, le competenze e le attività svolte dal
servizio allo scopo di facilitarne l'accesso e l'utilizzo corretto.
A fronte di tali obiettivi i risultati prodotti sono stati:
• la realizzazione da parte di ciascuna unità di supporto di una propria Carta dei servizi
contenente elementi di politica (mission, vision), di pianificazione (definizione degli
obiettivi), di struttura organizzativa (organigramma) e di gestione (mappa dei core
process, descrizione degli standards di prodotto e sviluppo di indicatori di qualità);
• la realizzazione di specifiche schede in cui sono contenuti gli elementi fondamentali
del contratto che ciascun fornitore, responsabile del processo in oggetto, si impegna a
rispettare e migliorare nei confronti del cliente interno. L'esistenza all'interno di tale
scheda di una sezione relativa ai reclami ad uso degli utenti permette un continuo
monitoraggio dell'efficacia del servizio.
Il progetto si è sviluppato adottando una metodologia bottom-up: dall'analisi delle attività
esistenti e svolte da ciascun servizio, si sono individuati i processi principali e definite le
interfacce.
Ogni servizio ha elaborato un primo documento di carta dei servizi contenente:
• l'elenco delle prestazioni offerte esplicitando le modalità di attivazione e erogazione;
• i riferimenti per individuare i referenti di ciascuna prestazione;
• i fattori di qualità, gli indicatori e gli standard idonei per le prestazioni offerte;
• gli strumenti per verificare e monitorare gli impegni presi.
Elementi di miglioramento sono emersi dal confronto (focus group) tra gli operatori dei
servizi e i propri clienti comportando modifiche al documento per meglio assolvere alle
esigenze dei clienti. Il processo di diffusione e aggiornamento della Carta dei servizi ha
costituito l'ultima fase del progetto SQSS. Sulla rete intranet aziendale è prevista una
pagina WEB che permette ai servizi di supporto di aggiornare i documenti relativi alle
proprie prestazioni. In questo modo il contratto mantiene la sua validità nel tempo,
evitando il rischio di lasciare informazioni obsolete e inutilizzabili.
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
UNA CARTA DEI SERVIZI PER I DIPARTIMENTI: L'ESPERIENZA
DELL'AZIENDA USL DI MODENA
Sistema Qualità Azienda USL Modena - Via S. Giovanni del Cantone, 23 - 41100
MODENA
Dr. F. Candini, Medico Anestesista Osp. Sassuolo Az. USL Modena
Dr. C. D'Angelo, Medico Anestesista Osp. Mirandola Az. USL Modena
Dr.a M. Musiani, Medico Anestesista Osp. Civile Az. USL Modena
Dr.a F. Novaco, Resp. Sistema Qualita'Az. USL Modena
Dr.A N. Poppi, Collaboratore Amm.vo Sistema Qualità Az. USL Modena
Prof G.Zennaro, Resp. Dipartimento Area Critica
CONTESTO, MOTIVAZIONI ED ASPETTI
L'Azienda USL di Modena sta procedendo alla revisione della Carta dei Servizi attraverso
un percorso che vede protagonisti i Dipartimenti nella comunicazione con i cittadini e
nell'assunzione di precisi standard ed impegni. Infatti, in linea con il recente Piano
Sanitario Regionale, i Dipartimenti sono a pieno titolo riconosciuti come il livello
produttivo ed erogativo "ottimale" in cui definire gli standard qualitativi assistenziali e
valutarne il rispetto. Inoltre in una Azienda sanitaria complessa e di grandi dimensioni quale quella modenese - articolata in diversi distretti e stabilimenti ospedalieri, assicurare
che unità operative "simili" per caratteristiche e prestazioni (livello dipartimentale) eroghi
prestazioni connotate da standard qualitativi omogenei, garantisce ai cittadini una
maggiore equità e trasparenza nell'accesso.
Il progetto ha interessato in prima battuta i Servizi di Anestesia e Rianimazione
(Dipartimenti di Area Critica) ed il Dipartimento di Pediatria (unità operative territoriali
ed ospedaliere); gradualmente si estenderà agli altri Dipartimenti. Ai cittadini che
accedono ai Servizi, viene consegnata una brochure attraverso cui gli operatori si
presentano e comunicano le prestazioni offerte (catalogo dei servizi e delle prestazioni),
come e quando accedere ed alcune notizie ed informazioni utili. Inoltre, vengono
esplicitati e comunicati gli standard qualitativi e quantitativi assicurati e le modalità
utilizzate per monitorarne e valutarne il rispetto. In merito a quest'ultimo punto sono state
individuate tre modalità fondamentali: 1) i questionari di gradimento; 2) audit dei
rappresentanti dei cittadini (adeguatamente formati e già esperti nella conduzione delle
tecniche di audit) e 3) analisi dei suggerimenti e reclami: infatti i cittadini vengono
invitati, anche attraverso questa brochure, ad esprimere le proprie valutazioni in merito al
servizio ricevuto attraverso osservazioni, suggerimenti e commenti.
L’iniziative riprende i principi di riferimento dell'interno percorso "Carta dei Servizi":
migliorare ascolto e rendere trasparente il rapporto fra servizi sanitari e cittadini
attraverso la definizione precisi impegni rispetto alla qualità dei servizi resi, mettendo in
condizioni i cittadini e gli utenti conoscere le potenzialità della struttura a cui si rivolge e
di esprimere le proprie valutazioni a qualità delle prestazioni ricevute.
OBIETTIVI:
• Attivare un percorso con i Dipartimenti per l'individuazione di standard ed impegni
significativi per i cittadini ed utenti, che divengano anche riferimento per l'agire
quotidiano dei professionisti.
• Rendere i Dipartimenti protagonisti nell'individuazione delle modalità significative
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
di erogazione dei servizi e nell'individuazione del catalogo delle prestazioni.
• Proseguire il rapporto di collaborazione - già attivo da diverso tempo - con i
rappresentanti dei cittadini nella fase di condivisione degli standard assicurati e di
monitoraggio e verifica del rispetto degli stessi.
• Garantire equità ai cittadini, nelle diverse articolazioni aziendali, rispetto a standard
qualitativi assicurati.
• Innescare meccanismi di autovalutazione da parte delle unità operative e orientare
all'eccellenza le organizzazioni professionali.
• Rendere la "Carta dei Servizi" uno strumento di facile utilizzo - anche quotidiano - da
parte dei pazienti.
POPOLAZIONE TARGET:
Operatori e professionisti dei Dipartimenti
Cittadini e pazienti
INDICATORI DI STRUTTURA, DI PROCESSO E DI ESITO:
• Presenza di brochure dipartimentali attraverso cui ogni unita operativa comunica ai
cittadini/pazienti: prestazioni erogate, livelli qualitativi assicurati e modalità di
monitoraggio e verifica degli stessi.
• Attivazione di un sistema integrato per il monitoraggio e la verifica del rispetto degli
standard ed impegni che comprenda: somministrazione di questionari ed interviste a
cittadini/pazienti; audit di rappresentanti di cittadini aderenti ai C.C.M.; feed-back
provenienti da reclami e suggerimenti degli utenti.
EDUCAZIONE SANITARIA E NOZIONI DI PRIMO SOCCORSO
Mirco Capellari, Laura Cardinale
Infermieri professionali Dipartimento Emergenza/Urgenza e PS Azienda USL BO Nord
Telefono 051-6900055
Realizzare uno strumento per l'educazione sanitaria nelle scuole medie ed elementari,
improntata soprattutto su "cosa fare" e "cosa non fare" in caso di incidenti stradali e
infortuni domestici.
Formnire indicazioni su come chiamare correttamente il sistema di Emergenza Sanitaria
118.
Preparazione di un set di diapositive e manuale di primo soccorso per tenere le lezioni
teoriche e fornire un supporto cartaceo agli allievi.
OBETTIVO GENERALE:
Visto il numero sempre crescente di incidenti stradali e infortuni domestici, si è pensato
di cominciare ad educare i ragazzi delle scuole elementari e medie sul comportamento da
tenere in caso di persone coinvolte negli incidenti ed infortuni più frequenti. Obiettivo
generale è quello di fornire indicazioni sulla prevenzione e sul comportamento da tenere,
per evitare di essere coinvolti nell'evento e/o peggiorare la situazione dell'infortunato.
OBIETTIVO SPECIFICO:
differenziazione, in base all'età degli allievi, degli argomenti da trattare:
107
- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
Per le scuole elementari, soprattutto nozioni di prevenzione e di come chiamare aiuto in
caso di emergenza:
Che cos'è la Centrale Operativa. I mezzi di soccorso. Cos'è il 118 e quando chiamarlo.
Quali informazioni fornire in caso di evento traumatico. Quali informazioni fornire in
caso di evento non traumatico. Cosa fare e soprattutto cosa non fare in caso di incidente
stradale. Prevenzione degli infortuni domestici. Discussione di casi successi ai bambini
Per le scuole medie, anche nozioni su cosa fare e non fare in caso di: Ustioni.
Folgorazione. Emorragie. Avvelenamenti. Annegamento.
METODO E PERCORSO:
• preparazione di un set di diapositive (in allegato, memorandum stampate su carta) e di
un manuale (in allegato) per fornire un supporto cartaceo alle lezioni teoriche.
• Incontro con preside ed insegnanti delle scuole per la programmazione delle ore di
docenza nelle varie classi.
• Lezione frontale degli argomenti da trattare con gli alunni delle varie classi. Per i
bambini delle scuole elementari, simulazioni pratiche di chiamate di soccorso alla
Centrale Operativa. Discussione di casi di urgenza/emergenza successi ai ragazzi e/o
alle loro famiglie.
RISULTATI ATTESI:
• Fornire al cittadino, iniziando dall'età scolare, quelle indicazioni elementari, ma
spesso ignorate, di come attivare nel modo corretto il sistema di emergenza 118 e
fornire indicazioni comportamentali utili sulle più frequenti emergenze domestiche.
• Stimolare l'attenzione dei bambini delle scuole elementari sulla molteplicità di
pericoli che quotidianamente li circondano insegnandogli a riconoscere i pericoli e
quindi ad evitarli.
• Su richiesta degli insegnanti delle scuole Medie ed Elementari del Comune di
Molinella, si sta programmando una serie di nuovi incontri di "educazione sanitaria"
per le classi alle quali non è stato possibile partecipare sia del paese, che delle
frazioni, con l'ambizione di estendere queste semplici, ma fondamentali nozioni anche
alle scuole di altri Comuni.
ASCOLTANDO IL CITTADINO LAVORIAMO PER LUI
Gruppo interaziendale HPH - Emilia Romagna. Coordinatore: Sonia Cavallini
PREMESSA
Il progetto si riferisce ai principi della “Dichiarazione di Alma Ata sull'assistenza
sanitaria primaria” che individua il “diritto delle persone e anche il dovere di partecipare
individualmente e collettivamente alla progettazione e alla realizzazione dell'assistenza
sanitaria” e sulla “Carta di Lubiana” che dichiara principi fondamentali sui valori centrati
sulla popolazione, sulla qualità ,sullo sviluppo delle politiche orientate alla salute.
All'intervento progettuale hanno aderito sei Aziende Sanitarie con i rispettivi Ospedali:
- Il presidio MAGGIORE-BELLARIA dell'AUSL città di Bologna
- OSPEDALI INFERMI di Rimini
108
- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
- PRESIDIO BUFALINI di Cesena
- PRESIDIO OSPEDALIERO di Fidenza (Parma)
- OSPEDALE di Bentivoglio dell'AUSL Bologna Nord
- OSPEDALE di Reggio Emilia
DESTINATARI:
Pazienti (cittadini), gli operatori - comunità (associazioni)
OBIETTIVI:
Il progetto, ha lo scopo di incorporare concetti e valori e gli standard e gli strumenti della
promozione, vale a dire mettere nella possibilità le persone e le comunità di aumentare il
controllo della propria salute in un modello di qualità. Determinare insieme ai cittadini,
agli operatori e alle associazioni di volontariato cosa significa autotutela e salvaguardia
della propria salute, al fine di sviluppare una nuova "la Cultura della salute" riconosciuta
da tutti gli attori.
METODOLOGIA:
Predisposizione di questionari orientati su tre punti di vista:
il cittadino-cliente esterno
I professionisti (medico-infermieri prof.) cliente interno
Il volontariato -cliente esterno -interno
E' stato individuato con calcoli statistici la composizione del campione rispetto ai tre
target esaminati:
degenti, professionisti ospedalieri, associazioni di volontariato.
Somministrazione da parte di personale specificatamente formato o dagli stessi operatori
dell'Ufficio relazioni con il pubblico (URP).
Ai degenti, i questionari sono stati somministrati in una precisa giornata
contemporaneamente a tutti gli ospedali del progetto e in specifiche Unità Operative:
cardiologia- ortopedia lungo degenti (geriatria) ostetricia-ginecologia, ed a persone in
dimissione. Per gli operatori, la scelta del campionamento, è avvenuta tramite sorteggio
dei reparti presenti nei rispettivi Ospedali.
Per il volontariato, invece la somministrazione è avvenuta con i partecipanti di ogni
Comitato consultivo Misto CCM delle rispettive Azienda USL"
• Analisi ed elaborazione dei dati
• Valutazione
• Alcuni dati
La composizione del campione dei degenti estrapolato, con calcoli statistici ha portato ad
un numero pari a 221 questionari
DATI ANAGRAFICI
ETA'
18-30
DOMANDA N. 1:
durante il suo ricovero ha appreso qualcosa di
nuovo che riguarda il suo stato di salute?
21%
31 - 56
42%
57 - 75
37%
NO
114
75 e oltre
SESSO
M
24%
F
76%
109
SI
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della saluteINDICATORI:
- "DI RISULTATO "
Vantaggi per il cittadino
- Aumento delle conoscenze
- Aumento della capacità di gestione delle problematiche legate alle patologie
Vantaggi per i professionisti
- ideazione di strumenti operativi in grado di rilevare la storia clinica del paziente
- instaurazione dei flussi informativi tra il professionista ospedaliero, distrettuale e di
base
- maggiore conoscenza dell'organizzazione nell'ottica della PROMOZIONE della
salute, non solo sull'aspetto diagnostico .
Vantaggi per le associazioni di volontariato
- Riduzione del disagio espresso dai cittadini (Istanze)
- Aumento della soddisfazione
RISULTATI:
Adozione di un processo condiviso dai vari attori.
Sviluppare oltre le sinergie, anche una standardizzazione di procedure in termini di
modalità operative condivise per assicurare" Promozione alla salute"
Valutazione conclusiva effettuata da monitoraggi periodici , attraverso l'analisi delle
diagnosi riportate nelle cartelle cliniche.
Numero dei ricoveri ripetuti
"CONSENSO DEL CITTADINO AL TRATTAMENTO IN DAY SURGERY: UNA
SCELTA CONSAPEVOLE"
Maurizio Miselli, Rino Mastrovito, Annalisa Bizzocchi, Maria Capalbo, Mario Salsi,
Raffaele Pilla
Distretto di Montecchio Emilia, Ospedale "Ercole Franchini"
PREMESSA
Alla luce degli indirizzi generali del Piano Sanitario Nazionale e Regionale tesi a
ricercare ed attuare una serie di programmi speciali per l'avvio dell'attività chirurgica di
giorno, 1'AUSL di Reggio Emilia ha attivato nei 5 ospedali da cui è composto il Presidio
Ospedaliero l'attività di day surgery, con percorsi predefiniti ed obiettivi specifici in linea
con quanto previsto dalla delibera regionale 559 12000. Sono pertanto già definiti i
modelli organizzativi, la eleggibilità dei pazienti, la tipologia degli interventi e la gestione
dell'intero processo terapeutico - assistenziale.
OBIETTIVI:
Gli obiettivi che ci siamo posti sono: 1) favorire una scelta più consapevole prima del
ricovero; 2) garantire una maggiore consapevolezza di quanto avviene durante il periodo
di ricovero; 3) aumentare la capacità di gestione del proprio stato di salute dopo la
dimissione; 4)facilitare psicologicamente e socialmente i pazienti e le loro famiglie; 5)
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
semplificare le procedure di accesso ai servizi; 6) creare una relazione terapeutica più
intensa tra il professionista e il paziente che consenta di raggiungere gli obiettivi previsti
dal PSR.
METODI:
Si intende analizzare la tipologia di informazioni che vengono attualmente fornite al
paziente che deve accedere alla day surgery, le modalità attraverso le quali queste
informazioni vengono fornite; quali informazioni vengono date al paziente per meglio
affrontare il periodo post ricovero ed in tal modo creare le condizioni per l'autogestione
del proprio stato di salute.
AZIONI:
Identificazione: a) degli elementi informativi maggiormente utili al paziente prima e dopo
il ricovero; b) degli strumenti e criteri procedurali per veicolare tali informazioni al
paziente, in attesa di ricovero e all'atto della dimissione, attraverso l'esame del materiale
presente in Azienda e reperito su internet; c) individuazione e predisposizione di una
griglia di informazione tipo da utilizzare per tutte le patologie risolvibili con interventi in
day surgery ( vedi allegati 1, 2, 4, e 4); d) somministrazione di questionari di gradimento
all'utenza; e) verifica dei rientri in ospedale per inosservanza delle norme di
comportamento fornite.
RISULTATI ATTESI:
Migliorare l'autonomia del cittadino nelle scelte riguardanti il proprio stato di
salute;
verifica dell'utilizzo dei materiali prodotti e sulla qualità degli stessi tramite questionari
distribuiti ai pazienti che sono stati dimessi e sullo stato di salute prodotto.
Aumentare la consapevolezza e la capacità di mantenimento dello stato di salute
recuperato; Miglioramento della qualità complessiva della vita
RISORSE UMANE UTILIZZATE:
Personale dipendente dell'azienda
CARTA DEI SERVIZI E LIBERTÀ DI SCELTA
G. Cambié (1), V Paladini (2), M. Piazza (3), M. Stroili (3), A. Belloli (4)
(1) Ufficio Qualità, (2) URP, (3) Direzione Sanitaria aziendale, (4) Direttore Generale.
ASL sperimentale della Provincia di Lodi
Il D D.L. 502/92 e successive modifiche affermarono per la prima volta il diritto del
cittadino alla libera scelta del soggetto erogatore delle prestazioni. La Legge 241/90,
la Dir. P.C.M. 27 gennaio 1994 e il materiale successivamente diffuso dal Ministero della
Sanità circa la Carta dei servizi pubblici sanitari attribuivano all'utente un potere di
controllo diretto sulla qualità dei servizi erogati, fondato su una esauriente informazione.
In particolare, per quanto riguarda l'accesso alle prestazioni specialistiche e diagnostiche,
ogni Azienda sanitaria è tenuta a predisporre e pubblicizzare informazioni finalizzate a
tutelare i diritti dell'utente come ad es. l'elenco delle prestazioni, la sede di erogazione, i
tempi di attesa, il costo... Tuttavia il rispetto dei citati diritti implica anche la
definizione degli standard di qualità attesi del servizio offerto. "I soggetti erogatori
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
...adottano ...standard di qualità ... di cui assicurano il rispetto... accompagnati da una
relazione illustrativa nella quale si descrivono le modalità previste per il loro
conseguimento, i fattori principali esterni al soggetto erogatore e indipendenti dal suo
controllo che potrebbero incidere significativamente sul conseguimento degli standard, i
metodi di valutazione utilizzati per fissare o rivedere gli standard, con una previsione
relativa alle valutazioni future" (Dir. P.C.M. 27 gennaio 1994). A tale proposito riteniamo
che l'informazione all'utente possa utilmente coniugare i requisiti organizzativi strutturati
nell'ISO 9000 con le specifiche tecniche di riferimento per ogni singola realtà sanitaria.
Infatti, in un ambito in cui la crescita culturale e l'educazione sanitaria in particolare
hanno ampliato le esigenze esplicite dell'utenza, la libertà di scelta, per essere pienamente
consapevole, dovrebbe prendere avvio da una conoscenza dei principali fattori che
concorrono a definire la qualità dei servizi erogati. Nella nostra realtà aziendale, nata
dalla fusione di tre differenti U.S.S.L. e ormai in fase avanzata di organizzazione
dipartimentale, la definizione dei fattori di qualità (oltre che la comunicazione e
condivisione interna e la comunicazione delle informazioni pertinenti ai potenziali
"clienti") costituisce un passaggio importante verso l'integrazione, il miglioramento e la
standardizzazione dei livelli qualitativi delle prestazioni e la competitività con le strutture
private e pubbliche poste nelle vicinanze. Il progetto concordato con l'Ufficio Qualità
/Accreditamento e l'Ufficio Relazioni con il Pubblico ha come obiettivi:
• la costituzione di un gruppo di lavoro, rappresentativo delle differenti componenti
aziendali, con
funzioni di revisione del materiale informativo esistente, aggiornamento e pianificazione
dell'in
formazione,
• colloqui con i responsabili di Dipartimento finalizzati a focalizzare le esigenze
informative ritenute prioritarie, i servizi giudicati qualificanti e le linee di sviluppo
future,
• confronto con le associazioni di volontariato e gli organismi di difesa dei diritti dei
pazienti,
• predisposizione ed elaborazione di questionari per la raccolta di dati circa le
caratteristiche generali dei servizi offerti da ogni Unità Operativa e Strutturale,
• redazione e diffusione di materiale informativo in duplice formato, relativamente al
complesso di servizi aziendali ed a quelli dipartimentali, con differenti destinatari,
livelli di dettaglio, esplicitazione di dati soggetti a frequente revisione, integrazione di
informazioni concernenti le modalità di accesso e la qualità dei servizi erogabili.
In particolare, per quanto riguarda i fattori di qualità, verranno offerte agli utenti
informazioni circa il livello di specializzazione raggiunto dall'equipe erogatrice di servizi
"qualificanti", gli indicatori pertinenti di qualità e risultato, i metodi attuati per la gestione
e la valutazione della qualità, i con. trolli effettuati-su fornitori, materiali di consumo,
apparecchiature e presidi, le modalità di partecipazione dell'utente, comprensive delle
caratteristiche del servizio valutabili e le relative condizioni di accettabilità, l'eventuale
necessità di servizi complementari, i principali problemi riscontrabili in fase di
erogazione e le prevedibili soluzioni, le previsioni di ulteriori sviluppi. In fase
sperimentale, entro giugno 2001, tale schema verrà applicato alle dieci aree dipartimentali
che partecipano al progetto di sviluppo di sistemi qualità conformi alla norma ISO 9000.
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
LA VALUTAZIONE DI UN PROGETTO DI MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ
DI VITA DEL BAMBINO OSPEDALIZZATO
Cuppone M.T. *, Albani I. *, Coppola L.°, Scetti S.<, Arpesella M.<, Pelissero G.<
* Istituto Policlinico San Donato; < Università di Pavia - Dip.to di Medicina Preventiva
Occupazionale e di Comunità, Sez. Igiene; ° CENDES - Centro di Documentazione in Ed.
Sanitaria e Promozione della Salute - ASL di Pavia
L’ ospedalizzazione del bambino è un evento traumatico che interrompe abitudini e
relazioni quotidiane. Fattori quali la lontananza dalla famiglia, l'estraneità dell'ambiente,
le pratiche mediche ed infermieristiche spesso dolorose creano situazioni psicologiche di
disagio ed un generale stato di ansia e di paura. Migliorare complessivamente la qualità
della vita dei piccoli ospedalizzati è una delle condizioni essenziali per ridurre le
sofferenze proprie di tale esperienza. Il progetto di cui descriviamo alcune fasi di
valutazione si è posto l'obiettivo di rispondere al bisogno di salute psichica e sociale del
bambino ospedalizzato, creando nella struttura un ambiente di vita favorevole e
stimolante attraverso l'adozione di nuove modalità di informazione ed accoglienza,
l'allestimento di occasioni di gioco e di svago, l'adeguamento degli ambienti, la modifica
di alcune proceure e la modifica dei menù in termini di appetibilità,
OBIETTIVI DEL PROGETTO:
Gli obiettivi specifici del progetto (tuttora in corso) sottoposti ad una prima fase di
valutazione sono stati i seguenti:
• sensibilizzare il personale medico ed infermieristico sull'importanza di garantire in
ospedale un ambiente di vita favorevole al bambino inteso nella sua complessità
• adeguare i modelli organizzativi dei reparti di degenza interessati e di alcune procedure
organizzative in modo da garantire la maggiore presenza possibile da parte dei genitori
e il "miglior clima" per i bambini
• aumentare un'adeguata informazione ai bambini circa l'ambiente che li ospita (i locali,
le attrezzature, le figure professionali, ecc.) e le attività infermieristiche e mediche a cui
dovrà sottoporsi sperimentare l'introduzione di cibi più appetibili per i piccoli degenti.
TARGET:
bambini affetti da cardiopatie congenite ricoverati presso la cardiochirurgia dell'Istituto
Policlinico San Donato (annualmente circa n° 380) ed i loro genitori.
INDICATORI DI STRUTTURA, DI PROCESSO E DI ESITO:
Per favorire il raggiungimento degli obiettivi posti da questo progetto, si è inizialmente
provveduto ad ampliare il reparto di cardiochirurgia pediatrica istituendo una sala giochi
ove i bambini potessero liberamente dedicarsi al gioco ed alla lettura insieme ai genitori o
alle volontarie dell'ABIO (Associazione, Bambini, In Ospedale). Sono stati coinvolti
inoltre il personale medico ed infermieristico, nonché una collaboratrice esterna, esperta
in letture per bambini, appartenete ai Servizi Culturali inviata dall'Amministrazione
Locale. Lo scopo principale prefisso è stato posto nell'adattare, per quanto possibile, la
degenza ospedaliera con la sua organizzazione ed i suoi ritmi ben definiti, alle necessità
di maggiore libertà e di divertimento dei bambini. Pertanto l'esito di tutto questo lavoro
sfocia nel gradimento espresso dai bimbi e dai genitori attraverso la compilazione di tre
questionari.
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salutePROGRAMMA DELLA ATTIVITÀ:
Per attuare il progetto sono stati redatti tre questionari così suddivisi: a) questionario
intitolato "La mia esperienza in ospedale", distribuito sia ai bambini in età prescolare,
oltre i due anni, aiutati dal genitore nella compilazione, sia ai bambini in età scolare; b)
questionario intitolato "Ti è gradito il nostro menù appetitoso?", con distribuzione
analoga al precedente e con una parte riservata ai genitori; c) questionario di "valutazione
e riscontro della procedura di accompagnamento del bimbo in Sala Operatoria",
consegnato solo ai genitori.
VALUTAZIONE DEI RISULTATI:
La valutazione dei risultati è in corso e si prevede di potere elaborare i primi dati a breve.
EVENTUALI ALLEGATI Schemi dei questionari.
PROMOZIONE DELLA SALUTE NELL'ETÀ POSTMENOPAUSALE
Coordinatore Progetto: Dr Umberto Omodei, Dipartimento Ostetricia e Ginecologia Azienda Ospedaliera Spedali Civili di
Staff Programma: Operatori sanitari laureati e non laureati del Dipartimento di
Ostetricia e Ginecologia.
Alleanze: ASL della Provincia di Brescia.
ANALISI DEL CONTESTO:
In Italia si calcola attualmente che oltre 1/3 delle donne (oltre 10 milioni) si trovi in postmenopausa.
L'O.M.S. prevede che nel mondo nei prossimi 30 anni, il numero delle donne si
triplicherà raggiungendo l'incredibile cifra di 1 miliardo e 200 milioni. L'aspettativa di
vita della donna è aumentata dai 59 anni all'inizio del `900 agli attuali 82 anni. E' evidente
come la menopausa da fenomeno marginale di scarso interesse "sanitario", stia
assumendo un ruolo sempre più centrale. Il climaterio e la menopausa rappresentano
eventi di crescente rilevanza sanitaria e sociale, sia per l'allungamento della durata della
vita, sia per l'affermarsi del concetto di migliore qualità della vita e di benessere del
singolo e della collettività. La carenza ormonale che si stabilisce nell'organismo
femminile in menopausa può determinare una serie di conseguenze che possiamo
distinguere in effetti a breve e lungo termine. La patologia cardiovascolare rappresenta la
principale causa di mortalità e disabilità femminile; venuti meno gli ormoni ovarici , il
rischio aumenta progressivamente in funzione di altri fattori quali fumo ed abuso di
alcolici. La perdita ossea, grandemente accelerata dal crollo di produzione di ormoni
sessuali, può portare ad uno stato osteoporotico. Partendo da questo presupposti il
Dipartimento di OstericiaGinecologia dell'Azienda Spedali Civili di Brescia ha deciso di
organizzare gli "Incontri menopausa".
DESTINATARI:
Popolazione femminile, afferente al Centro della menopausa, circa 1200 persone anno.
OBIETTIVI GENERALI:
L'obiettivo generale degli "Incontri" si prefigge di dare informazioni alle donne per
quanto riguarda la promozione della salute attraverso la lotta contro i fattori rischio, la
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
promozione di quelli di protezione, l'autocura semplice e, in particolare, l'adozione di una
politica di accesso più informato alle cure da parte della donna in menopausa, al
trattamento ormonale sostitutivo gli interventi informativi sviluppano modalità operative
di interventi sanitari prima e stili di vita poi che trovano il loro fondamento nel
"Paradigma della salute". Il Servizio Menopausa (SM) dell'Azienda Ospedaliera Spedali
Civili ha deciso di avere una visione dinamica della salute e apportare una crescente
attenzione agli aspetti soggettivi della salute. Il SM rivolge il suo interesse a prestazioni a
persone fondamentalmente sane che vivono principalmente una fase di cambiamento del
ciclo vitale, ma dove i sintomi del cambiamento o la patologia cronico-degenerativa.
Visione dinamica: porta una gestione della salute delle utenti basata su prestazioni di
"somministrazione" di indicatori di salute e qualità di vita, impiegando strumenti di
informazione ed educazione. Basandosi su una relazione paritaria tra l'équipe sanitaria e
utenti, dove gli obiettivi degli interventi sono definiti su base contrattuale.
L'organizzazione del gruppo di lavoro coinvolge diverse figure professionali che operano
in parallelo.
La salute delle utenti diviene un processo globale che coinvolge utenti ed erogatori del
servizio di assistenza.
L’equità avviene tra: salute, autonomia e soddisfazione. Valutare quindi la soddisfazione
del cliente diviene quindi determinante e ricopre oggi un ruolo chiave. La soddisfazione
del cliente rappresenta una misura del risultato ottenuto dagli interventi e questa
prospettiva permette certamente di avere una visione più equilibrata del sistema di
processo di cura.
OBIETTVI SPECIFICI:
Modificazione delle condizioni di salute individuali e collettive
- Aiutare la donna a comprendere i cambiamenti fisici .e mentali che accompagnano
la menopausa ed il normale processo di invecchiamento
- Fornire informazioni, consigli, oppure modelli e programmi di attività specifici per
preservare la salute, ed il benessere
- Aiutare le donne a distinguere i cambiamenti fisici e mentali che accompagnano il
normale processo di invecchiamento da quelli che dovranno essere considerati
anormali.
METODOLOGIA DI INTERVENTO:
La metodologia degli "Incontri menopausa" è da ritenersi integrata.
Tre le tecniche del Dease Management (DM) e dei ,gruppi di autoaiuto.
Le tecniche del DM con approccio multidisciplinare integrato hanno la finalità di
migliorare la qualità della vita, la prevenzione delle patologie concomitanti e la
presentazione di percorsi diagnostici-terapeutici dedicati.
Le tecniche dei Gruppi Autoaiuto (GA) sono fondamentali per il programma di
conduzione. Il GA si distingue dal gruppo terapeutico sia per le motivazioni delle
partecipanti sia le modalità di conduzione. Due sono le fasi specifiche: il contatto e le
informazioni.
Il contatto, Yalon (1974) individua nei GA le seguenti caratteristiche: l'infusione della
speranza e, l’universalità, l'altruismo e la catarsi. Le informazioni assumono due aspetti di
descrizione: dal di fuori con i conduttori, dal di dentro tra il gruppo e i conduttori.
TEMPI PREVISTI:
Progetto in attuazione con continuità dal 1995.
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della saluteRISORSE E STRUMENTI:
Operatori sanitari laureati e non laureati
Risorse strumentali
Materiale cartaceo informativo
Questionari di gradimento
Questionari di efficacia
VALUTAZIONE-RISULTATI
La valutazione dei risultati è l'elemento determinante degli "Incontri Menopausa", questi
sono suddivisi in categorie quantitative e qualitative (soddisfazione del cliente, qualità
della vita) cliniche.
2000 ANNO DELL'ACCOGLIENZA: DAI "VALORI" ALLE AZIONI
Autori dell'Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio: Dott.ssa Renata Vaiani-dirigente
medico responsabile Staff Qualita' e Front Office, Sig. ra Grazia Menegotto componente
Staff Qualità, Dr Franco Turtù-Responsabile Staff Marketing e coordinatore della rete
locale HPH, Sig.ra Carnaghì Flavia - componente Staff Qualità, Dr Antonio Urti Responsabile Staff Comunicazione.
CONTESTO DI ATTUAZIONE, OBIETTIVI POPOLAZIONE-TARGET:
il tema dell'Accoglienza, intesa come "prendersi cura di ...", comunicare con
...,interagire con..., (rivolto sia ai cittadini che agli operatori), scelta per l'anno 2000
come motivo conduttore dell'intervento di Miglioramento Continuo di Qualità, risponde
pienamente alla dichiarazione di intenti dell'Azienda: "Persona al Centro". Un'Azienda
che si incammina verso l'attenzione all'accoglienza inizia un percorso che tende a
modificare la Qualità Percepita e che incide necessariamente su tutte le caratteristiche del
Sistema Qualità quali i valori, la formazione, il coinvolgimento del personale, la
condivisione degli obiettivi da parte di tutti, la professionalità, i processi lavorativi. Il
Progetto accoglienza coinvolge attivamente, in un lavoro comune, anche diverse associazioni di volontariato. In sintesi il progetto, fortemente voluto dalla Direzione, vuole
coinvolgere al massimo tutte le componenti dell'Azienda, i cittadini i medici del territorio
e il volontariato per trovare un'integrazione e una sinergia per offrire "LA MIGLIOR
ACCOGLIENZA POSSIBILE". L'obiettivo principale è formare una mentalità più civile e
più umana negli operatori che diventi "contagiosa per tutti", migliorando la capacità di
comunicazione, la disponibilità e il comportamento. Altri obiettivi sono: migliorare e
sviluppare negli operatori il rispetto dell'altro mirando alla piena soddisfazione del
cliente, comunicare con i clienti valorizzandone i pareri di ritorno (interviste, questionari,
"Question time"), riscoprire l'importanza della cura dell'ambiente offerto sia esterno
(percorsi giardino, segnaletica adeguata) che interno ( cura del comfort con attenzione
all'arredo, creando "spazi vivibili"), umanizzare l'assistenza riconoscendo l'importanza di
poter conservare in ospedale abitudini personali (mangiare a tavola, personalizzazione dei
menù nel rispetto delle diverse culture, ecc...), Interagire con diverse etnie (strumenti
informativi interculturali, migliorare la comunicazione con i Medici di Medicina Generale
e i Pediatri di Libera Scelta (Call center, indirizzo di Medicina di Comunità per alcune
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
Unità Operative di Medicina Interna, periodico di informazione Flash.com)
INDICATORI DI PROCESSO:
1) grado di coinvolgimento e partecipazione dei degenti alla compilazione del
questionario di gradimento Valutazione: 60% di questionari compilati
2) partecipazione ai corsi di formazione proposti
Valutazione: partecipazione di ogni operatore per un numero di ore non < 80%
3) "Question time" per gli operatori Valutazione: Numero di Question Time indette
nell'anno
INDICATORI DI ESITO:
1) Materiale di comunicazione e informazione prodotto e distribuito Gradimento dei
servizi offerti valutato sul numero di risposte positive = a 50% attivazione di "Call
Center" per medici di medicina generale
INDICATORE DI STRUTTURA:
miglioramento del comfort valutato sul numero di soggiorni rinnovati
PROGRAMMA DELLE ATTIVITÀ
Corsi per sviluppare nuove abilità e competenze del personale di Front line: ovvero
comunicazione efficace (6 edizioni Gennaio-Febbraio, Maggio Giugno, NovembreDicembre 2000 e tutto il 2001). Indagine di clima Aziendale con distribuzione di
questionari a tutto il personale aziendale (gennaio 2000). Elaborazione dei dati e
periodicità annuale. Attuazione di azioni correttive. 1 ° Edizione di Flash.com per i
Medici di Medicina generale Pubbl. bimestrale ( da Luglio 2000) - "La città e il suo
ospedale " interviste ai cittadini
(Dicembre 2000 e Gennaio 2001) Attuazione del Call Center per i Medici di Medicina
Generale (Dicembre 2000) - Distribuzione delle Cartelline di accoglienza. ( dal novembre
2000)
-Elaborazione dei dati Trimestrale.
ALLA SCOPERTA DI QUEL MONDO CHIAMATO OSPEDALE
Diana Lucchini Psicoterapeuta, Maria Foschini Pediatra, Roberto Garbelli Ginecologo,
Roberta Ghidori Ostetrica, Paolo Scaroni Oculista, Elena Gilardi Ortottista, Fabio
Tosoni Anestesista, Vincenzo Pantusa Specialista in Igiene e Medicina Preventiva,
Annamaria Inverardi, Infermiera Professionale, in collaborazione con l'Assessorato alla
Pubblica Istruzione e delle Politiche Giovanili del Comune di Brescia.
Gli autori svolgono la propria attività presso la Casa di cura S. Anna di Brescia
DESCRIZIONE DELL'ESPERIENZA:
si tratta di tre percorsi guidati (Il Pronto Soccorso, Viaggio di un bambino dalla vita
intrauterina ai suoi primi giorni, La telecamera dell'uomo; come nasce la visione e come
possiamo imparare a guardare) personalizzati, adatti ad ogni età, che si svolgono durante
l'anno scolastico all'interno della Casa di cura S. Anna di Brescia.
MOTIVAZIONI: far vivere l'ospedale come un ambiente accogliente, così da sviluppare nel
bambino e nell'adolescente, atteggiamenti di collaborazione e fiducia, sia verso gli
operatori sanitari sia verso la struttura ospedaliera.
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della saluteOBIETTIVI DEL PROGETTO:
aggiornamento e formazione per gli insegnanti, acquisizione di
conoscenze per alunni e studenti, modificazione delle condizioni di salute individuali e
collettive per tutti i partecipanti
TARGET: popolazione scolastica (allievi dell'ultimo anno di scuola materna, scuola
elementare, studenti di scuola media inferiore e superiore)
INDICATORI DI STRUTTURA, PROCESSO, ESITO: grado di coinvolgimento, di
partecipazione, livello di gradimento.
PROGRAMMA DELLE ATTIVITÀ: il percorso nido si articola in due fasi (teorica ed
esperienziale). Inizialmente sono mostrati due filmati, il primo è un cartone animato che
racconta la storia di un bambino che si sta preparando per l'evento nascita; il secondo
illustra le procedure che si effettuano sul neonato dopo la nascita. Segue uno spazio
dedicato alle domande, quindi i ragazzi sono accompagnati in sala monitoraggio, in
ecografia e presso il nido. Il percorso pronto soccorso, è diverso secondo il grado di
scolarità. Per la scuola materna ed elementare, l'argomento principale riguarda gli
incidenti domestici e la piccola patologia. Segue l'insegnamento dell'utilizzo del materiale
di primo soccorso. Per la scuola media e superiore, sono date informazioni sul
funzionamento del 118, spiegazioni dei codici legati all'emergenza, descrizioni sulle
pratiche di rianimazione cardio-polmonare con l'utilizzo di un manichino. Visita guidata
all'ambulanza. Il percorso oculistico, comprende la dimostrazione della metodica
indaginistica visiva adeguata alle varie età, con strumenti medici atti allo scopo,
trasformati in stimoli attenzionali infantili, in tavole di simboli e colori, in proiezioni a
carattere giocoso. Visita alla sala operatoria. Al termine di tutti i percorsi, è consegnato a
tutti i partecipanti del materiale autoprodotto, che evidenzia le tappe principali del
percorso proposto.
VALUTAZIONE DEI RISULTATI:
al termine dell'anno scolastico sono giunti molti contributi da parte degli studenti e degli
insegnanti (temi, disegni e cartellette) accompagnati da lettere che evidenziavano un alto
grado di soddisfazione per l'esperienza proposta.
Percorso Nido
Nov.
- Apr. 2000
700 Allievi
Percorso Pronto Soccorso Nov.
2000
1400
Percorso Oculistico
Dic. 1999 - Giu. 2000
240 Allievi
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
PROGETTARE LA COMUNICAZIONE
Autori: A. D'Alfonso (Ufficio Qualità As14 - Torino) - D. Morabito
(Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva) - G. Viola (URP Asl4 –
Torino ) - N.Giorgione (Direttore Sanitario Ospedali Asl 4 - Torino) - G.Fornero
(Direttore Sanitario d'Azienda Asl4 - Torino)
Analizzando i problemi più frequentemente sottoposti all'Ufficio Relazioni con il
Pubblico da parte dei cittadini, si è notato come la mancanza di informazioni a monte, o
la riluttanza a fornirle, sia una delle cause principali di conflitto. Il concetto di
informazione, inteso in senso generale, comprende anche i chiarimenti riguardanti le
procedure per espletamento delle prestazioni sia sanitarie sia amministrative.
Informazione e comunicazione sono il punto di forza delle organizzazioni sanitarie.
Un'attenta analisi dell'osservato nell'Asl 4 ha messo in evidenza come le conoscenze delle
opportunità (intendendo per esse strutture, servizi e, quindi, prestazioni) fossero spesso
disomogenee e scarse. Da qui, l'esigenza di costruire uno strumento che, da un lato
convogliasse le informazioni e le organizzasse in modo sistematico, da un altro, le
comunicasse in modo organizzato agli utenti sia interni sia esterni.
Obiettivo del progetto è garantire l'efficacia della comunicazione, intesa come risposta ai
bisogni informativi dell'utenza, attraverso la costruzione della Carta dei Servizi dell'Asl 4.
La Carta dei Servizi è il risultato di un processo di progettazione pianificato in modo
analitico in tutte le sue fasi per far sì che il prodotto risponda effettivamente all'obiettivo
preposto. Partendo da criteri precisi quali la comprensibilità, l'originalità, la fruibilità, la
maneggevolezza del formato e, fondamentalmente, l'utilità e l'aggiornamento, il progetto
ha consentito l'elaborazione di uno strumento qualitativamente valido, che potesse essere
sottoposto a verifica. Nel processo possono essere individuate cinque fasi:
• analisi dell'osservato, intesa come livello d'approfondimento d'informazione in
possesso dell'utente, attraverso la costruzione di strumenti quali griglia di osservazione
e questionari somministrati da personale addestrato; questo ha consentito
l'identificazione del problema inteso come assenza d'informazione appropriata rispetto
alle esigenza dell'utenza;
• acquisizione delle informazioni necessarie all'utente e loro strutturazione; a questo
scopo è stata creata una rete di sensori, costruita una banca dati in cui le informazioni
fossero articolate in modo da fornire un'informazione utile e puntuale all'utente (chi,
cosa, dove, quando);
• realizzazione della Carta dei Servizi secondo una struttura che permetta la completa
integrazione fra le parti e la facilità di consultazione (modello Pagine Gialle);
• comunicazione della Carta dei Servizi, attraverso: individuazione degli obiettivi, dei
destinatari e, quindi delle modalità della comunicazione stessa;
• validazione della Carta dei Servizi, attraverso la costruzione di un questionario, in
grado di indagare l'efficacia dello strumento, attualmente in fase di somministrazione.
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- 4° Conferenza Nazionale degli Ospedali per la promozione della salute-
L'EMERGENZA EXTRAOSPEDALIERA NELL'AZIENDA USL BOLOGNA NORD
Infermiere Professionale: Mirco Capellari Dipartimento Emergenza- Urgenza
MOTIVAZIONE: Realizzazione di un filmato "amatoriale" riguardante il sistema di
emergenza extraospedaliera nell'Azienda USL Bologna Nord, con la simulazione di un
caso di arresto cardio respiratorio trattato con defibrillazione precoce dall'equipaggio
dell'ambulanza territoriale. Obiettivi: coinvolgere gli operatori addetti all'emergenza che
operano su sedi distaccate, in un progetto comune ad entrambi, per motivare e rafforzare
il lavoro di équipe degli operatori stessi e fornire allo stesso tempo un prodotto utile per
l'aggiornamento professionale e per l'educazione sanitaria.
I contenuti essenziali del progetto comprendono tutto ciò che va dall'attivazione del
sistema di emergenza sanitaria al risultato finale, in una scaletta d'immagini che spiegano
il significato e l'importanza della catena della sopravvivenza nella cura cardiaca. Vi è
anche una parte nel quale è illustrato il sistema di emergenza extraospedaliera
nell'Azienda USL Bologna Nord con una simulazione di intervento. Il metodo che
abbiamo percorso per la realizzazione del progetto è il seguente: 1) richiesta di
autorizzazione al responsabile del servizio per poter utilizzare ambulanze e materiali per
le simulazioni; 2) ricerca del luogo in cui effettuare le riprese filmate; 3) determinazione e
assegnazione di ruoli agli operatori sanitari e non, coinvolti nel progetto; 4) le riprese
sono state effettuate dagli stessi operatori facente parte del Dipartimento EmergenzaUrgenza dell'Azienda; 5) gli attori sono gli stessi operatori (autisti di ambulanza e
infermieri professionali) che operano sulle ambulanze 118 del distretto di Medicina e
Molinella; 6) realizzazione a computer di diapositive da inserire nel filmato; 7)
produzione del testo da inserire nel filmato; 8) produzione del copione per l'intervento
simulato; 9) ricerca delle musiche e montaggio del filmato in VHS. Nel progetto sono
coinvolti infermieri professionali e autisti che operano sulle ambulanze 118 dei distretti di
Medicina e Molinella, più alcuni operatori facenti parte della Protezione civile del paese
di Molinella.
RISULTATI: vista l'adesione al progetto da parte di differenti figure professionali e di
differenti sedi di appartenenza, si è riusciti a vincere la pregressa incomprensione a
campanilismo che marginalmente esisteva tra le sedi distaccate di ambulanze del distretto
di Budrio (Medicina e Molinella), riuscendo nello stesso tempo a fornire un prodotto
apprezzato ed educativo per il cittadino e per gli operatori stessi. Dato il tema principale
del filmato, si è anche pensato di farlo visionare agli altri operatori del Dipartimento di
Emergenza-Urgenza, o nell'ambito di aggiornamenti professionali alla Defibrillazione
Precoce, oppure nell'ambito di audit clinici, per stimolare e coinvolgere tutti gli operatori
ad un altro, eventuale progetto, da realizzare all'interno del Presidio. Preme, infatti, sottolineare che le procedure simulate fanno parte del protocollo messo in opera dagli
infermieri professionali dell'Azienda che operano sulle ambulanze. Il filmato è stato
proiettato in anteprima per la festa del paese di Molinella, in collaborazione con la
Protezione Civile del paese, che ha allestito per l'occasione, uno stand con maxi schermo
e un'area attrezzata per l'addestramento alle manovre di rianimazione cardio polmonare
con appositi manichini e istruttori messi a disposizione dall'Azienda USL Bo Nord. Lo
stesso è attualmente in proiezione nelle sale di attesa all'interno dell'Ospedale di
Bentivoglio nell'ambito di un ulteriore progetto aziendale. In seguito alla visione del
filmato ci si aspetta che il cittadino comprenda l'importanza della corretta attivazione del
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118 e delle necessarie manovre di supporto delle funzioni vitali (BLS) nell'arresto
cardiaco (si è cercato di stimolare il cittadino a partecipare ai corsi di rianimazione cardio
polmonare promossi dall'Azienda, per saper mettere in pratica le manovre visionate nel
filmato).
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