Corso di Formazione sulla Valutazione e Controllo del Dolore
Il perché della gestione del dolore oggi
Cenni legislativi
Aspetti che possono influenzare la qualità percepita
Prof . Franco Henriquet
Comitato “Gigi Ghirotti”
Ospedale Evangelico Internazionale
di Genova
S.C. di Anestesia e Rianimazione
Direttore: Dott. ssa D.C. Roccatagliata
Corso di Formazione sulla Valutazione e Controllo del Dolore
Premessa
Il 20 Settembre 2000 il Ministro della Sanità Umberto Veronesi istituì una
Commissione Ministeriale per elaborare un progetto dal titolo:
“Ospedale senza Dolore”.
Il Ministro prese l’iniziativa per la consapevolezza dell’insufficiente
considerazione data al problema del dolore nei malati ricoverati in ospedale
e quindi per un conseguente suo inadeguato trattamento. E’ un dato
notorio, denunciato largamente in letteratura, proprio di ogni Paese nel
mondo e dal quale non sono esenti gli ospedali in Italia.
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Le cause si possono far risalire a una molteplicità di fattori.
• Il fine oggi preminente della medicina è il raggiungimento della diagnosi per adottare
tempestivamente la terapia atta a risolvere favorevolmente la malattia. Questo
percorso diagnostico terapeutico, sempre più folto di esami e procedure anche
fortemente intrusive, è inevitabilmente segnato da momenti di dolori più o meno
intensi, sia di tipo fisico che psicologico. Nella pratica medica corrente prevale la
tensione volta al conseguimento della possibile guarigione e in minor misura si è
attenti ad alleviare alla persona il carico di dolore che accompagna il percorso
dell’esperienza della malattia.
• In questa ottica la medicina oggi è sempre più finalizzata all’applicazione di tutte le
più moderne e sofisticate metodiche cliniche che consentono più lunghe
sopravvivenze senza porsi più meditate riflessioni sul dolore e la sofferenza che le
nuove possibilità tecniche comportano, sia nell’atto della loro applicazione sia per le
conseguenze che ne derivano in termini di qualità di vita.
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•
Persiste ancora radicato il concetto che il dolore non vada mascherato perché della
massima importanza ai fini diagnostici, quindi un fatto secondario rispetto al
perseguimento della terapia che è rivolta alla rimozione del male.
•
La presenza sempre più numerosa negli ospedali di malati anziani con patologie
croniche nei quali il dolore non è più utile ai fini diagnostici ma è sovente la
connotazione principale di una malattia già ben inquadrata.
•
Infine la remora all’impiego degli oppiodi ancora fortemente operante anche nella
pratica medica ospedaliera
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La legislazione sul dolore.
• Il problema del trattamento del dolore fu assunto ufficialmente dallo Stato sotto la
spinta delle organizzazioni di volontariato che sin dagli anni settanta diedero vita a
servizi di terapia del dolore e cure palliative, sia all’interno degli ospedali che sul
territorio, con prevalente finalizzazione ai malati oncologici.
• La legge 39 del Febbraio 1999 fu la prima legge nazionale che si occupò del problema
del dolore attraverso un finanziamento alle Regioni per la realizzazione di strutture
residenziali dedicate prevalentemente al ricovero di malati oncologici in fase avanzata
(Hospice). La legge stabilì che le strutture Hospice fossero il centro di riferimento per
una assistenza più allargata a livello domiciliare nell’area territoriale di riferimento.
Successivi decreti ministeriali stabilirono gli standard strutturali minimi degli Hospice e
le modalità assistenziali per le cure palliative con ulteriori finanziamenti dedicati.
• Il 12 Febbraio 2001 una legge nazionale apportò modifiche al Testo Unico di
regolazione delle sostanze stupefacenti introducendo agevolazioni per la prescrivibilità
dei farmaci oppiodi per la cura del dolore.
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La Commissione Ministeriale
• Il Ministro della Sanità diede alla Commissione il compito di progettare interventi
all’interno degli ospedali affinchè nella pratica assistenziale corrente fosse prevista la
necessità di contrastare il dolore e ogni sofferenza evitabile consentito dai mezzi
attualmente disponibili della medicina.
• La Commissione doveva esaurire il suo compito entro un massimo di tre riunioni.
• Furono designati undici membri, scelti tra persone note per essersi dedicate in vario
modo e in diversi ambiti ai problemi del dolore. In prevalenza medici ma con
presenza anche di infermieri e psicologi. Presidente fu designato il Prof. Vittorio
Ventafridda.
• La Commissione elaborò un documento che consegnò al Ministro il 17.1.2001, quattro
mesi dopo la sua costituzione.
• La Commissione previde interventi in fasi successive.
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Fase preparatoria
• Costituzione all’interno di ogni ospedale di un Comitato, il “Comitato ospedale
senza dolore”(COSD), con una determinata composizione e compiti precisi.
•
Tra i compiti iniziali sono stati previsti:
l’attivazione dello studio di prevalenza del dolore nella popolazione ospedaliera
attraverso modalità di competenza della COSD;
• la ricerca, in collaborazione con il personale dei reparti e servizi ospedalieri, delle
modalità appropriate per il trattamento del dolore con elaborazione delle linee guida
generali;
• la richiesta di inserimento nella cartella clinica di un parametro di rilevazione del
dolore da registrare quotidianamente nel diario clinico.
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Fase applicativa
• Avvio della rilevazione del dolore nella cartella clinica;
• applicazione degli indirizzi elaborati per il suo trattamento;
• rilevazione periodica di quanto l’esperienza ha fatto emergere nel corso
dell’attività con le opportune modificazioni correttive;
• valutazione periodica dei risultati raggiunti.
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Fase formativa
• Predisposizione di materiale informativo e didattico sul dolore con
programmazione per la sua diffusione;
• incontri di formazione del personale ospedaliero con particolare riferimento
alle problematiche del dolore nelle diverse tipologie di malati;
• incontri di sensibilizzazione e informazione per il pubblico sull’attività che si
vuole svolgere nell’ospedale per alleviare il più possibile il dolore.
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Relazione