to e da 960, one ngedo la bisoguao dal e Siale e enti, sone i Fito il arie eiro, ie di dal alla o asnora ordirocattigioers, 0 0 0 Avvenire 12/16/2012 Lazio sette RIETI Vita diocesana AVVENIRE DOMENICA 16 DICEMBRE 2012 regio ne Credenti e attenti come Abramo «L’occasione della conclusione della Visita Pastorale e dell’Anno Eucaristico che ho voluto indire per ravvivare la fede nell’Eucaristia, come pure l’Anno della Fede indetto per la Chiesa universale dal Sommo Pontefice Benedetto XVI, mi ha fatto determinare a rivolgermi ancora una volta alla Chiesa reatina per leggere con lo sguardo della Sacra Scrittura la realtà attuale e dare alcune indicazioni per il futuro della nostra Comunità diocesana»: inizia così la Lettera pastorale con cui monsignor Lucarelli torna a rivolgersi al suo gregge partendo nuovamente da un’icona biblica, come già in precedenti documenti. Stavolta, a fornire lo spunto per una rilettura scritturistica in chiave spirituale e di riflessione pastorale è il celebre episodio dell’accoglienza offerta da Abramo ai tre misteriosi uomini presso le querce di Mamre. La Lettera pastorale porta la data del 9 settembre, giorno che, nella ricorrenza liturgica dell’anniversario della Dedicazione della Cattedrale, segna per la diocesi l’avvio dell’anno pastorale (e in appendice il documento riporta anche l’omelia tenuta dal vescovo in tale occasione). La consegna dell’opuscolo, fresco di stampa, è però avvenuta il giorno di Cristo Re, alla celebrazione di chiusura del Congresso eucaristico diocesano. L’evento congressuale ha concluso l’anno speciale dedicato in diocesi all’eucaristia e introdotto nell’Anno della fede universale: i due motivi che, assieme alla sua seconda sacra visitatio alla diocesi, hanno spinto monsignor Delio a offrire alla Chiesa reatina quest’altro piccolo tassello di magistero episcopale. Il testo del documento – disponibile anche on line sul sito diocesano – trova dunque spazio nell’opuscolo, che in copertina riporta la celebre immagine della Trinità di Rublev, icona che richiama proprio l’episodio veterotestamentario delle querce di Mamre: la tradizione cristiana vede infatti nei tre rappresentanti di Dio accolti da Abramo un’allegorica prefigurazione delle tre Persone Divine. Tutto il brano della Genesi, riportato all’inizio, viene riletto dal vescovo come spunto per la meditazione offerta alla Diocesi nel segno di quella fede di cui il patriarca è iniziatore, ma pure come richiamo a quelle attenzioni pastorali che vengono richieste a una Chiesa davvero credente. Su queste colonne, settimana dopo settimana, scorreremo insieme il documento. 00 Copyright © Avvenire Page : L03 Copy Reduced to 72% from original to fit letter page 3 SANTA BARBARA MARCETELLI Quando la fede tocca la vita In festa per il diacono e per l’abate Dirompente omelia – come accennavamo già su questa pagina domenica scorsa – quella pronunciata da monsignor Lucarelli per la festa della patrona. Cattedrale piena, al pontificale in onore di santa Barbara, concelebrato dal vescovo con numerosi presbiteri, presenti le autorità (in prima fila sindaco e prefetto), il gonfalone della città, il picchetto dei Vigili del fuoco, i gagliardetti delle associazioni combattentistiche dei Marinai di Rieti e degli Artiglieri di Scandriglia (la comunità della località sabina erede dell’antica Numanzia, terra del martirio della santa, era rappresentata da parroco, sindaco e Pro loco, e all’offertorio hanno donato al vescovo l’olio della Sabina destinato alla mensa dei poveri). Addobbata a festa la cappella barocca dedicata alla martire, secondo tradizione vi ha fatto sosta, per l’inchino di rito, la processione introitale diretta verso l’altare maggiore contenente l’urna – per l’occasione aperta e illuminata – con le reliquie di colei che è da secoli invocata come celeste protettrice della Chiesa reatina. Modello di una fede risoluta, ha voluto dire il vescovo nell’omelia, richiamandosi all’Anno della fede con l’intento di «sfatare, se così mi lasciate dire, alcuni luoghi comuni relativi alla fede stessa, come il suo presunto contrasto con la ragione e con la scienza». Non si può infatti, ha insistito il presule, identificare conoscenza e verità con la sola tangibilità, né pretendere che scienza e ragione possano bastare, da sole, a «elaborare i principi etici». In Barbara – ha proseguito l’intensa omelia del vescovo (di cui è a disposizione la trascrizione e la videoripresa nella WebTv del sito www.frontierarieti.com) – si ammira quell’atto di fede «espresso massimamente e liberamente nell’adesione incondizionata a Cristo: è lo slancio interiore, la passione, la libertà», ma non senza un’attenzione ai contenuti, stando alla tradizione che sottolinea il suo grande amore per il mistero trinitario. La fede non è poi qualcosa di estraneo alla realtà del mondo: anzi, solo amore per Dio e amore per l’uomo, valori mai da disgiungere, possono garantire la costruzione di una società dove le cose funzionino al meglio. Ai tempi di santa Barbara, almeno, era chiaro da che parte si stesse, mentre oggi si rischia una situazione peggiore: si nota, ha detto Lucarelli senza troppi peli sulla lingua, «una pericolosa doppiezza, anche in coloro che ricoprono importanti cariche pubbliche». Ne fa le spese anche la realtà locale: «Rieti è una città doppiamente povera: da un lato è povera per le conseguenze di una politica economica globale senza fondamenti etici; dall’altra è più povera per una cattiva amministrazione e per scelte sbagliate o non avvedute», anche nell’uso del denaro pubblico. Cose che vanno dette, perché la fede non è qualcosa da relegare «nel chiuso delle chiese e delle sagrestie», ma necessita «di essere attuata nella vita concreta». La festa della patrona ha voluto così essere un richiamo a «un modo diverso di concepire la vita e l’impegno sociale. Anche perché i credenti devono avere chiaro un concetto: saranno giudicati dagli uomini, per il loro operato, ma anche da Dio. E questo timore, chiamiamolo così, è un motivo in più per operare bene». Il mese di novembre ha donato due lieti eventi alla piccola ma unita comunità di Marcetelli: l’ordinazione diaconale di un proprio figlio, Franco Tolomei, e la benedizione abbaziale di padre Giuseppe Cipolloni, paesano che ha seguito la vocazione religiosa tra i Canonici Lateranensi e nelle settimane scorse è salito ai vertici del suo ordine quale abate generale. Era presente anche lui, al paese natale, il giorno in cui, in pieno Congresso eucaristico, la Chiesa reatina ha accolto il suo diciassettesimo diacono permanente, concelebrando, assieme a don Jarek, parroco del luogo, don Giuseppe da Leofreni, il canonico don Filippo da Rieti e diversi membri della comunità diaconale, la Messa solenne durante la quale il vescovo ha imposto le mani su Franco, conferendogli il primo grado del sacramento dell’Ordine. Una vocazione maturata tra la terra d’origine e Monterotondo, quella di Franco, ufficiale dell’Esercito in pensione. È nella cittadina alle porte di Roma che vive la sua famiglia, e in rappresentanza della rispettiva comunità parrocchiale è voluto essere presente al rito di ordinazione anche il parroco, insieme a familiari e tanti amici, tra cui diversi colleghi militari. Ma non ha mai smesso, Franco, di essere legato al proprio paese nativo, che da Monterotondo raggiunge spesso prestandovi collaborazione pastorale; per volontà di don Jarik il vescovo gli ha conferito l’estate scorsa l’accolitato, aspettando il traguardo del diaconato, verso cui Tolomei ha compiuto il cammino di preparazione assieme agli altri aspiranti della diocesi reatina. A Marcetelli, nei lunghi mesi invernali, restano in pochi, specialmente durante la settimana. Il paese torna a riempirsi per le festività e per le occasioni speciali, che vedono tornare tutti gli oriundi: e occasione speciale è stata l’ordinazione di Franco, festeggiata alla grande, con la comunità marcetellana al completo attivatasi per il ricco banchetto offerto a tutti i presenti nei locali della Pro loco. Un festoso convivio seguito alla liturgia di ordinazione, che ha visto la chiesa parrocchiale gremita: i paesani c’erano tutti, in prima fila il giovane Daniele Raimondi, che vanta il record di più giovane sindaco di tutto il Lazio nonostante quello di Marcetelli sia il più piccolo e anziano comune della regione; non mancava il suo predecessore Sergio Tolomei, a lungo sindaco in paese, che di Franco è fratello, assieme a moglie, figli e nipoti dell’ordinando. La presentazione di quest’ultimo, nell’apposito momento del rito, è ovviamente toccata a don Jarek: il giovane prete polacco che guida la parrocchia, al termine della celebrazione che ha inserito un nuovo ministro nelle fila del clero reatino, nel ringraziare il vescovo si è detto lieto di veder garantita al piccolo centro della valle del Salto una figura così importante quale quella diaconale. E il neo diacono non è voluto mancare, qualche settimana dopo, alla festa in onore di padre Giuseppe, che dopo l’elezione che lo ha designato nuovo generale dei Canonici Lateranensi ha ricevuto la benedizione abbaziale dalle mani del cardinale vicario Agostino Vallini. Al solenne rito, svoltosi a Roma nella basilica di S. Giuseppe sulla Nomentana, ha partecipato una nutrita schiera di marcetellani, in testa il sindaco, suore e sacerdoti originari del paese e molti altri fedeli, orgogliosi di un compaesano che ha raggiunto una carica ecclesiastica così rilevante. IN CATTEDRALE Reliquie dei santi alla delegazione ortodossa Vai a sapere che laggiù nella Tracia venerassero due martiri dell’antichità che la tradizione dice sepolti qui a Rieti, e che giungesse la richiesta di averne in dono qualche resto… Ma è proprio così: i santi Eleuterio e Anzia sono assai venerati in quel di Alexandroupolis, città portuale sull’Egeo, nella Grecia ortodossa, in una zona affrancatasi solo dopo la Grande Guerra dal dominio ottomano. In effetti erano di provenienza greca i due martiri, madre e figlio, che la letteratura agiografica vuole martirizzati a Roma e i cui corpi vennero poi sepolti nell’antica Reate, stando ad una versione latina del Martirologio greco di sant’Euleterio, in base al quale costui, giunto nell’Urbe con la madre Anzia, vi ricevette con lei il martirio, prima che i corpi venissero poi trafugati e condotti a Rieti per essere sepolti sulla via Salaria. È quel sant’Eleuterio a cui era dedicata l’antica basilica, con annesso monastero, esistente nel suburbio reatino fino al 1866, in quel sito in cui venne poi edificato l’attuale cimitero. Le reliquie dei due santi, custodite in una cassettina affidata alle monache di S. Scolastica, finirono nel dimenticatoio, finché nel 2006 furono casualmente rinvenute nella sagrestia della chiesa già benedettina di via Terenzio Varrone da monsignor Lucarelli, che provvedeva a traslarle in Cattedrale. E qui è giunta una delegazione della diocesi ortodossa di Alexandroupolis, per ricevere alcuni frammenti delle ossa dei due santi, secondo la richiesta formulata dal locale arcivescovo e trasmessa alla Curia reatina dalla Congregazione delle Chiese orientali. Accolti dal vescovo Lucarelli in S. Maria, nella sagrestia maggiore i rappresentanti hanno ricevuto il prezioso ricordo contraccambiando con un dono ed esprimendo il ringraziamento da parte del clero e dei fedeli della loro comunità, che accoglierà le reliquie nella chiesa (attualmente la seconda parrocchia della città dopo la cattedrale, hanno spiegato) dedicata proprio a sant’Eleuterio. Di tale donazione si è voluto poi redarre un atto in latino perché ne resti memoria. Avvento di fraternità, oggi la giornata «L’Anno della fede sarà anche un’occasione propizia per intensificare la testimonianza della carità… Fede e carità si integrano a vicenda, così che l’una permette all’altra di attuare il suo cammino»: cita queste parole di Benedetto XVI nel Motu proprio Porta fidei la circolare con cui la Caritas invita la comunità diocesana a vivere il tempo di Avvento e Natale nel segno della fraternità. Nell’odierna domenica, terza di Avvento, le parrocchie della diocesi reatina vivono la specifica giornata dedicata a questo aspetto. Tutte le offerte delle celebrazioni eucaristiche verranno inviate alla Caritas diocesana per sostenere l’opera di solidarietà verso i sempre più numerosi bisognosi del territorio, oltre a supportare la mensa dei poveri funzionante a S. Chiara. December 16, 2012 8:13 am / Powered by TECNAVIA / HI