Dieci domande sull’autenticità del diario di Anne Frank Su Anne Frank e sul suo diario sono disponibili molte informazioni corrette. Eppure, a volte, su Internet o su altri mezzi di comunicazione, vengono diffuse anche delle falsità. Sono infatti in circolazione libri ed opuscoli in cui si legge che il diario è un falso, scritto da altri e non da Anne Frank stessa. Esistono siti web in cui si afferma che brani del diario sarebbero stati scritti con la penna a sfera. La Casa di Anne Frank è impegnata regolarmente, e con successo, in procedimenti giudiziari contro chi nega l’autenticità del diario. Chi comunque viene messo a confronto con delle falsità sul diario potrà trovare in queste pagine del sito i fatti più importanti inerenti alla sua autenticità, esposti in forma di domanda e risposta. Obiettivi politici Gli attacchi all’autenticità del diario devono essere considerati in una prospettiva più vasta. Coloro che hanno affermano o tuttora affermano che il diario è una falsificazione hanno degli obiettivi politici. In generale essi dicono o scrivono anche che l’Olocausto non è mai avvenuto o cercano di dimostrare che le camere a gas di Auschwitz non sono mai esistite e che il numero di sei milioni di ebrei assassinati durante la Seconda Guerra Mondiale costituisce un’esagerazione enorme. Il diario di Anne Frank è un documento importante sull’Olocausto ed Anne Frank è divenuta dopo la Seconda Guerra Mondiale il simbolo più noto in tutto il mondo della persecuzione antisemita. Quelle persone e quelle organizzazioni che negano l’esistenza dell’Olocausto o ne vogliono ridurre la gravità cercano di discolpare e di riabilitare il sistema nazionalsocialista. Oppure provano, seminando dubbi sul destino degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, di minare il diritto di esistenza dello Stato di Israele. Televisione ed Internet La diffusione di materiali in cui viene messa in dubbio l’autenticità del diario di Anne Frank – e spesso negata la storicità dell’Olocausto – in Europa e nell’America settentrionale è fortunatamente opera di poche persone. Non vi sono studiosi seri che mettano in dubbio il fatto che l'Olocausto sia veramente avvenuto o che il diario di Anne Frank sia stato effettivamente scritto da lei. Però nel Medio Oriente la negazione dell’Olocausto è divenuta in misura crescente un’arma nella lotta contro Israele e tramite la televisione ed Internet vengono diffuse apertamente e su grande scala falsità sullo sterminio degli ebrei. Molti bambini in questa regione imparano a scuola che il diario di Anne Frank è una falsificazione. Tramite la televisione satellitare queste bugie penetrano anche nel mondo occidentale. Inoltre coloro che diffondono materiali sulla negazione dell’Olocausto o che mettono in dubbio l’autenticità del diario di Anne Frank hanno trovato tramite Internet un pubblico potenzialmente vastissimo per le loro idee. Chiunque, navigando su Internet, può trovarsi davanti materiale di questo tipo – nella maggior parte dei casi senza averlo cercato espressamente – e proprio per questo la Casa di Anne Frank intende impiegare vari mezzi, quindi anche il suo sito, per sfatare le falsità relative al diario di Anne Frank. Dieci domande sull’autenticità del diario di Anne Frank: 1. In che cosa consiste precisamente l’eredità di Anne Frank? 2. Quali indagini sono state condotte per accertare l'autenticità del diario? 3. Da dove sono saltate fuori improvvisamente le cinque nuove pagine del diario? 4. C’è chi afferma che nel diario vi sono anche annotazioni a penna a sfera. È vero? 5. Quali persone e quali organizzazioni affermano che il diario di Anne Frank è una falsificazione? 6. Perché non si può affermare che il diario è falso? Eppure esiste la libertà d’espressione 7. Che cosa ha fatto Otto Frank contro gli attacchi all’autenticità del diario? 8. Che cosa ha fatto la Casa di Anne Frank contro gli attacchi all’autenticità del diario? 9. Perché è stato fatto così poco contro i siti web che negano l'Olocausto e mettono in dubbio l’autenticità del diario? 10. Dove posso trovare altre informazioni sulla negazione dell’Olocausto? 1. In che cosa consiste precisamente l’eredità di Anne Frank? Il 12 giugno 1942 Anne Frank compiva tredici anni. Tra i regali che ricevette in tale occasione vi era un cosiddetto album delle poesie, di formato pressoché quadrato con la copertina rigida a quadretti rossi, bianchi e verdi, nel quale avrebbe iniziato a tenere il suo diario. Il suo primo diario si conclude il 5 dicembre 1942. Il secondo quaderno scolastico, usato come diario, che ci è rimasto inizia il 22 dicembre 1943 e continua fino al 17 aprile 1944. È altamente improbabile che Anne Frank non abbia tenuto alcun diario tra il dicembre 1942 ed il dicembre 1943, quindi dobbiamo supporre che questa parte sia andata perduta. Il suo © 2007 Anne Frank Stichting 2 terzo ed ultimo diario, anch’esso scritto su un quaderno di scuola, inizia il 17 aprile 1944 e finisce il 1º agosto 1944. Oltre al diario, Anne ha scritto in un grande registro di cassa anche “I racconti dell’alloggio segreto”. Essa raccoglieva anche le citazioni in un registro di cassa stretto e lungo, “Il libro delle belle frasi”. Queste due raccolte sono state conservate. Due versioni A partire dal giugno 1942 i diari di Anne Frank descrivono in maniera incisiva le vicende degli otto clandestini ebrei nel nascondiglio, la casa sul retro in Prinsengracht ad Amsterdam. Anne Frank ha riscritto di suo pugno durante la clandestinità le sue annotazioni, con l’intenzione di pubblicarle dopo la guerra. Lo ha fatto su fogli di carta velina, i cosiddetti "fogli sciolti". Su di essi ha suddiviso e riscritto le sue precedenti annotazioni del diario, riordinando i testi, a volte unendo annotazioni di giorni diversi sotto un'unica data o tagliando notevolmente alcuni brani. In questo modo è nata una seconda versione di suo pungo, in cui sono state descritte anche le vicissitudini del periodo dal dicembre 1942 al dicembre 1943. I fogli sciolti sono rimasti conservati; le ultime annotazioni portano la data 29 marzo 1944. Mentre quindi la prima versione del diario non è stata conservata interamente, la seconda è rimasta incompleta. Pubblicazione Allo scopo di suscitare l’interesse di un editore a pubblicare Het Achterhuis (l'Alloggio segreto, come Anne stessa aveva intitolato la sua seconda versione), Otto Frank nell'autunno del 1945 fece battere a macchina dei brani tratti dal diario. Durante questa operazione egli omise alcuni passaggi, ne spostò altri e apportò alcuni miglioramenti al testo. In questo modo creò una versione dattilografata, che però non era ancora il libro. Su richiesta di Otto Frank, l’amico Albert Cauvern eseguì una seconda versione dattiloscritta e, autorizzato da Otto Frank, modificò tra l’altro gli pseudonimi di nove delle tredici persone che Anne stessa – pensando ad una possibile pubblicazione – aveva inventato per i clandestini dell’Alloggio segreto ed i loro benefattori. Entrambe le versioni dattilografate sono state conservate. Un redattore della casa editrice Contact ha infine rivisto, come terzo, il testo: gli errori di battitura sono stati corretti ed il manoscritto è stato uniformato al “regolamento” della casa editrice. Tutto questo portò alla prima pubblicazione in olandese dell'Alloggio segreto nel giugno del 1947. Tre versioni in un unico volume Otto Frank, deceduto il 19 agosto 1980, dispose nelle sue ultime volontà che tutti gli scritti della figlia venissero dati allo Stato dei Paesi Bassi. Le autorità olandesi hanno affidato la cura degli scritti all’Istituto statale per la documentazione bellica, (RIOD, che più tardi sarebbe diventato il NIOD, l’Istituto nazionale per la documentazione bellica). Nel 1986 il NIOD pubblicò le tre versioni del diario menzionate sopra - le annotazioni originali che sono state conservate, la © 2007 Anne Frank Stichting 3 versione riscritta da Anne Frank stessa e l’edizione che Otto Frank aveva composto e che fu pubblicata nel 1947 dalla casa editrice Contact – in un unico volume con il titolo De Dagboeken van Anne Frank (I diari di Anne Frank). Il diario originale di Anne Frank ed alcuni altri scritti di suo pugno sono esposti dal 1986 nella Casa di Anne Frank. 2. Quali indagini sono state condotte per accertare l'autenticità del diario? A causa delle continue insinuazioni sulla falsità del diario di Anne Frank, negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso sono state eseguite varie indagini sulla sua autenticità, anche su iniziativa di Otto Frank. L’esame più approfondito è stato effettuato all’inizio degli anni Ottanta dal Laboratorio giudiziario dell’Istituto olandese per le indagini forensi, su incarico dell’Istituto nazionale per la documentazione bellica dei Paesi Bassi (NIOD). I risultati dell’indagine condotta dal Laboratorio giudiziario sono stati esposti in un rapporto di oltre 250 pagine. Gran parte del rapporto è dedicata ai risultati di una perizia calligrafica comparativa, ma è stata effettuata anche un’analisi tecnico-documentale. In I Diari di Anne Frank, l’edizione critica che il NIOD ha pubblicato nel 1986 (edizione italiano 2002), è inserito un riassunto di 65 pagine del rapporto steso dal Laboratorio giudiziario dell’Istituto olandese per le indagini forensi. Il rapporto integrale è disponibile per la ricerca scientifica. Questa è la conclusione del NIOD: "Il rapporto del Laboratorio forense ha dimostrato in modo convincente che entrambe le versioni del diario di Anne Frank furono scritte da lei negli anni 1942–1944. Le acuse secondo le quali sarebbero state construite (durante o dopo la guerra), sono cosí confutate in modo convincente." (I Diari di Anne Frank, 2002, p. CCXXXVII). Indagini tedesche Già prima dell’indagine eseguita negli anni Ottanta dal Laboratorio giudiziario, era stata effettuata una ricerca sull’autenticità del diario. Nel 1959, infatti, gli scritti di Anne Frank sono stati analizzati da dei periti calligrafi in Germania, in preparazione di una causa intentata da Otto Frank. I periti di Amburgo, in un rapporto di 131 pagine giunsero alla conclusione nel marzo del 1960 che, dall’esame della scrittura di Anne, tutte le annotazioni nei diari, i fogli volanti e tutti i miglioramenti e le aggiunte risultavano essere “identici”. Il rapporto affermava inoltre che i fogli sciolti non erano stati scritti prima dei tre quaderni. Ed infine si traeva la conclusione che "(...) il testo pubblicato in traduzione tedesca con il titolo Das Tagebuch der Anne Frank per quanto riguarda i contenuti e lo spirito dev'essere considerato fedele all'originale." (I Diari di Anne Frank, 2002, p. CXXVI.) Anche nel 1980 è stato condotta un’indagine in Germania, questa volta dall'Ufficio federale di Polizia criminale (BKA) di Wiesbaden, peraltro molto limitata, ugualmente in preparazione di una causa. Il © 2007 Anne Frank Stichting 4 BKA ha concluso che tutti i tipi di carta e di inchiostro usati erano stati fabbricati prima del 1950 e quindi potevano essere stati usati negli anni della guerra. 3. Da dove sono saltate fuori improvvisamente le cinque nuove pagine del diario? Nel 1998 saltarono fuori cinque pagine del diario di Anne Frank che fino a quel momento non erano note. Si trattava di cinque fogli sciolti che Otto Frank già prima della pubblicazione del diario nel 1947 aveva messo da parte. Esse sono state divulgate da Cor Suyk, un ex dipendente della Casa di Anne Frank. La spiegazione di quest’ultimo è stata che egli aveva ricevuto le cinque pagine da Otto, con la richiesta di conservarle. I fogli volanti sono stati venduti da Suyk allo Stato dei Paesi Bassi e quindi aggiunti al resto del diario, che è conservato dall’Istituto nazionale per la documentazione bellica (NIOD). Nella quinta edizione de I Diari di Anne Frank (l’edizione critica, 2001) i cinque fogli sono stati inseriti per la prima volta integralmente. Otto Frank non voleva rendere pubblici questi brani del diario della figlia, molto probabilmente perché contenevano affermazioni alquanto imbarazzanti sulla sua prima moglie, morta ad Auschwitz, e sul loro matrimonio. Con una probabilità pari quasi alla certezzza Il NIOD ha chiesto al Laboratorio giudiziario – che aveva effettuato nella prima metà degli anni Ottanta un’ampia indagine sull'autenticità del diario – di esaminare anche questi cinque fogli sciolti. Il Laboratorio giudiziario ha concluso dopo un’analisi tecnico-documentale e una perizia calligrafica che "la calligrafia presente sul materiale de analizzare e sul materiale di riferimento, consistente dei fogli volanti del diario di Anne Frank, è opera, con una probabilità pari quasi alla certezzza, della stessa scrivente." (I Diari di Anne Frank, 2002, p. CCXXXIV.). Questa è la conferma d’identità più definitiva che il Laboratorio giudiziario può dare. In altre parole: non vi è alcun motivo per dubitare che i cinque fogli volanti ritrovati non siano stati scritti da Anne Frank. 4. C’è chi afferma che nel diario vi sono anche annotazioni a penna a sfera. È vero? No, non è vero. Tutte le annotazioni del diario sono state scritte con differenti tipi di inchiostro e matite (colorate), ma non con la penna a sfera. L’indagine tecnicodocumentale del Laboratorio giudiziario ha dimostrato che gran parte del diario e dei fogli sciolti è stata scritta con un inchiostro grigio blu per stilografica. Inoltre è stato usato anche un inchiostro rosso molto fluido, una matita colorata verde, una rossa e una matita nera, ma non la penna a sfera. Tuttavia nei forum su Internet, tra l'altro di estremisti di destra, si legge ancora regolarmente che brani del diario di Anne Frank sono scritti con la penna a sfera. Con disprezzo si parla della “ragazzina della penna a sfera A. Frank” e viene quindi spiegato che la © 2007 Anne Frank Stichting 5 penna a sfera è divenuta di uso comune in Europa soltanto dopo la Seconda Guerra Mondiale. La conclusione a cui queste insinuazioni vogliono giungere è che i testi nel diario non siano stati scritti da Anne Frank stessa. Foglietti con note La fonte della “storia sulla penna a sfera” è il rapporto di quattro pagine pubblicato nel 1980 dall'Ufficio Federale di Polizia Criminale (BKA) di Wiesbaden. In questa indagine sui vari tipi di carta e di inchiostro usati nei diari di Anne Frank si constata che su alcuni fogli sciolti sono state apportate "correzioni con penna a sfera". Il BKA aveva l’incarico di prendere nota di tutti i testi che reperiva nel diario, quindi anche delle annotazioni che sono state fatte sui manoscritti di Anne dopo la guerra. L’indagine olandese del Laboratorio giudiziario (a metà degli anni Ottanta) mostra però che la penna a sfera è stata usata solo su due foglietti sciolti scritti da periti che avevano esaminato precedentemente i testi e che essi non hanno alcuna rilevanza per l'effettivo contenuto del diario. Non vi è infatti ombra di dubbio che essi siano stati inseriti successivamente. Inoltre i ricercatori del Laboratorio giudiziario concludono che la calligrafia di questi due foglietti di note è "estremamente" diversa da quella del diario. La pubblicazione del NIOD riporta le fotografie dei foglietti (Si veda: I Diari di Anne Frank, 2002, p. CCXV e CCXVII). Il signor Ockelmann di Amburgo aveva scritto nel 1987 che i foglietti erano di pugno della madre. La signora Ockelmann faceva infatti parte della squadra di periti che verso il 1960 aveva effettuato la perizia calligrafica sulla scrittura di Anne Frank. Una storia manipolata Insomma, la “storia della penna a sfera” è facilmente sfatabile. La formulazione poco accurata, o in ogni caso ambigua, che si trovava nel rapporto del 1980 del BKA – un rapporto che comunque non metteva in dubbio in nessun modo l’autenticità del diario – è stata manipolata nelle cerchie di estrema destra. La storia della penna a sfera si basa sul semplice fatto che verso il 1960 due foglietti sciolti con note sono finiti tra i fogli originali. Le note sono state scritte da un perito calligrafico e non sono inserite in nessuna edizione del diario (ad eccezione della edizione critica, in cui è stampata la fotografia dei foglietti). Nel luglio del 2006 il BKA ha ritenuto necessario dichiarare tramite un comunicato stampa che l’indagine del 1980 non poteva essere usata per mettere in dubbio l’autenticità del diario. 5. Quali persone e quali organizzazioni affermano che il diario di Anne Frank è una falsificazione? Ad eccezione di qualche raro caso isolato, tutte le persone (ed i gruppi) che nel pieno delle loro capacità mentali affermano che il diario di Anne Frank o brani del diario sono una falsificazione appartengono alla categoria dei negazionisti, cioè di coloro che negano l’esistenza dell’Olocausto. Si tratta di persone che attaccando il diario cercano di seminare dubbi sul fatto che l’Olocausto sia mai © 2007 Anne Frank Stichting 6 avvenuto. Che non sono stati assassinati sei milioni di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale e che il nazionalsocialismo non ha costruito le camere a gas. Sono persone che hanno un obiettivo politico: negando l’Olocausto essi cercano di dimostrare o perlomeno di rendere plausibile il fatto che il nazionalsocialismo era, ed è, un sistema molto meno dannoso di quanto si pensi generalmente. Essi cercano così di trovare adepti per l’ideologia nazista. Poiché il diario viene spesso usato come accessibile introduzione all’argomento dell’Olocausto in numerose scuole di tutto il mondo, esso è un obiettivo molto popolare per questi nazisti e neonazisti. Argomenti pseudoscientifici I negazionisti, coloro che negano la storicità dell’Olocausto, sono di molti tipi diversi. Alcuni celano il loro vero volto sotto una maschera scientifica: si definiscono revisionisti o revisionisti storici (revisionismo significa aspirare appunto ad una revisione). Adducendo argomenti pseudoscientifici, cercano di rivedere la storia della Seconda Guerra Mondiale. Uno degli scritti revisionisti più spesso tradotto e maggiormente diffuso sul diario di Anne Frank è lo “studio” che lo scienziato francese Robert Faurisson ha pubblicato nel 1978 con il titolo Le Journal d’Anne Frank est-il authentique? (Il diario di Anne Frank è autentico?) Faurisson è stato condannato in Francia varie volte, con o senza sospensione condizionale della pena, e sottoposto a sanzioni pecuniarie, per aver diffuso l’idea diffamatoria che durante la Seconda Guerra Mondiale non esistevano le camere a gas e per aver incitato alla discriminazione e all’odio razziale. Propaganda sionista La negazione dell’Olocausto non è solo un fenomeno occidentale, ma anche – e negli ultimi anni in misura crescente – del Medio Oriente. Qui il negazionismo è soprattutto usato come arma nella lotta contro lo Stato di Israele. La divulgazione di dubbi sul destino degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale e l'annuncio che il diario di Anne Frank non è autentico sono fatte innanzitutto per “dimostrare” che l’Olocausto è “propaganda sionista”. In questo modo si cerca di minare il diritto di esistenza dello Stato d’Israele. In Iran la negazione dell’Olocausto è perfino l’ideologia ufficiale di Stato, ma anche nel mondo arabo – ed ugualmente in misura crescente in Turchia – i negazionisti vengono presentati dai media come scienziati seri. Degno di nota è il fatto che molta letteratura revisionista circolante nel Medio Oriente (sia su Internet che tramite altri canali) è di origine europea o americana. 6. Perché non si può affermare che il diario è falso? Eppure esiste la libertà d’espressione La libertà d’espressione è un importante diritto fondamentale in qualsiasi società democratica e significa che ogni cittadino è libero di esprimere pubblicamente idee, opinioni e posizioni, senza alcuna censura preliminare. Tuttavia la libertà d'espressione non implica che chiunque possa dire o affermare pubblicamente © 2007 Anne Frank Stichting 7 qualsiasi cosa senza essere punito. Come per gli altri diritti fondamentali, anche per la libertà d’espressione vi sono dei limiti che non devono essere oltrepassati. L’istigazione all’odio, all’omicidio o alla violenza e la diffusione di diffamazioni è punibile. La divulgazione di falsità dimostrabili sul diario di Anne Frank non è soltanto estremamente offensiva per i suoi parenti, ma è anche discriminazione e rappresenta un insulto a tutte le vittime dell’Olocausto e ai loro discendenti. Punibile o non punibile La verifica se la manifestazione di un’opinione sia effettivamente passibile di pena può avvenire soltanto a posteriori, ad opera di un giudice. Degno di nota è il fatto che gli Stati Uniti e i paesi membri dell'Unione Europea abbiano in questi casi tradizioni diverse. Negli Stati Uniti non sarà posto velocemente un limite alla libertà d’espressione. Infatti il Primo emendamento della Costituzione statunitense determina che non possano essere emanate leggi che limitano inutilmente la libertà d'espressione. In Europa, invece, si porranno prima limiti alla libertà d’espressione se è in gioco il diritto di difesa contro la discriminazione. Negli Stati Uniti negare in pubblico la storicità dell’Olocausto non è punibile, in Germania, Francia ed alcuni altri paesi europei vi sono leggi che puniscono la diffusione di bugie su “Auschwitz”, e pertanto anche falsità sul diario di Anne Frank. Una grossa parte dei libri e dei siti web in cui il diario di Anne Frank viene attaccato proviene infatti dagli Stati Uniti. 7. Che cosa ha fatto Otto Frank contro gli attacchi all’autenticità del diario? Otto Frank, dalla fine degli anni Cinquanta fino alla sua morte nel 1980, ha lottato con le parole, con i suoi scritti ma anche tramite vie legali contro chi affermava che il diario è una falsificazione. Le prime insinuazioni contro il diario risalgono al 1957 e al 1958 e sono comparse in oscure riviste svedesi e norvegesi in cui si sosteneva, tra l'altro, che il giornalista e scrittore americano Meyer Levin fosse l’autore del diario. Levin voleva scrivere negli Stati Uniti una riduzione teatrale e cinematografica del diario, ma non ottenne l'appoggio di Otto Frank. Il conflitto tra Meyer Levin ed Otto Frank giunse sulle pagine dei giornali e venne usato dagli estremisti di destra come argomento per mettere in dubbio l'autenticità del diario. Non è chiaro se Otto Frank abbia visto queste prime insinuazioni sull’autenticità del diario, comunque egli non ha intentato alcuna causa contro tali calunnie. Lothar Stielau e Heinrich Buddeberg Otto Frank ha intrapreso tre volte azioni legali in Germania contro persone che avevano affermato la non autenticità del diario di sua figlia. All’inizio del 1959 egli sporse denuncia contro Lothar Stielau (insegnante d’inglese a Lubecca e membro del partito di estrema destra Deutsche Reichspartei) per diffamazione, calunnia, offesa, calunnia dolosa della memoria di un defunto ed espressioni antisemite. Lothar aveva scritto nel giornale della scuola: “I diari falsi di Eva Braun, della regina d’Inghilterra e quello non molto più autentico di Anne Frank, © 2007 Anne Frank Stichting 8 hanno fruttatore alcuni milioni ai profittatori della sconfitta tedesca, tuttavia ci hanno resi estremamente sensibili.” La denuncia di Otto Frank riguardava anche Heinrich Buddeberg, compagno di partito di Stielau, che aveva preso le difese di quest'ultimo in una lettera inviata al giornale Lübecker Nachrichten. Dopo un'ampia ed approfondita perizia calligrafica sull'autenticità degli scritti di Anne Frank, il Tribunale di Lubecca ha sentenziato che il diario era autentico e che quindi la denuncia di Otto Frank era fondata. Non vi è stata alcuna condanna perchè Stielau e Buddeberg, sulla base delle indagini preliminari, avevano ritirato le loro insinuazioni. L’indagine e l’interrogatorio dei testimoni li aveva infatti convinti dell’autenticità del diario. Essi dichiararono di essere pentiti di ciò che avevano scritto e che lo avevano fatto senza compiere alcuna ricerca. A seguito di questa dichiarazione Otto Frank accettò di giungere ad un'intesa, cosa di cui egli in un secondo momento si pentì di aver fatto: "Se avessi saputo che ci sono persone a cui un accomodamento non basta come prova, avrei portato avanti il processo." (I Diari di Anne Frank, 2002, p. CXXX.) Heinz Roth Nel 1976 Otto Frank intentò davanti al Tribunale di Francoforte un procedimento sommario contro Heinz Roth, proveniente dal paese tedesco di Odenhausen. Roth diffondeva tramite una propria casa editrice svariati depliant nazisti con titoli come Anne Frank’s Tagebuch – eine Fälschung (Il diario di Anne Frank – una falsificazione) e Anne Frank’s Tagebuch – Der Grosse Schwindel (Il diario di Anne Frank – la grande frode). Dopo due anni il giudice condannò Roth ad una sanzione pecuniaria di 500.000 marchi tedeschi (circa € 250.000) o a sei mesi di detenzione, con il divieto di ripetere pubblicamente queste affermazioni o di esprimerne delle simili. Nel suo ricorso in appello Roth presentò il rapporto dello storico francese Robert Faurisson, ma anche tale rapporto non fu ritenuto convincente dal Tribunale tedesco. Il ricorso di Roth fu rigettato nel 1979. Sebbene egli fosse deceduto nel 1978, la causa fu portata in Cassazione presso la Corte federale di giustizia, che nel 1980 la rinviò alla Corte d’appello di Francoforte. Secondo la Cassazione, Roth non aveva avuto sufficienti opportunità di dimostrare le sue affermazioni; nella revisione del processo gli doveva essere data tale possibilità. Il fatto che l’imputato fosse deceduto due anni prima non fu considerato importante in questa sentenza. Comunque il caso non venne mai dibattuto presso la Corte d’appello di Francoforte. Ernst Römer e Edgar Geiss Un terzo processo in Germania in cui Otto Frank era coinvolto (in veste di accusa insieme ad altri) è durato dal 1976 al 1993. Tutto iniziò quando Ernst Römer, dopo le rappresentazioni teatrali di “Il diario di Anne Frank” distribuì opuscoli intitolati “Best seller – una frode”. Il Pubblico Ministero decise di processare Römer e successivamente anche Edgar Geiss, che ne condivideva le idee e distribuì nella sala del Tribunale gli stessi opuscoli. I due processi furono uniti e Römer e Geiss furono condannati rispettivamente al pagamento di una multa di 1.500 marchi tedeschi (circa € 750) e a sei mesi di detenzione. Essi ricorsero in appello. Il fatto che il processo si sia trascinato così a lungo in appello dipende da vari fattori: prima è stata avviata un’indagine dal Bundeskriminalamt, l’Ufficio © 2007 Anne Frank Stichting 9 federale di Polizia criminale, quindi la Corte ha deciso di attendere l’uscita della traduzione tedesca di I diari di Anne Frank (l’edizione critica), che è stata pubblicata nel 1989 e ha potuto essere addotta come prova. Römer, a causa dell’età avanzata, decise di rinunciare al ricorso in appello e quindi rimase soltanto Geiss. Una delle difese da lui presentate fu efficace: la diffusione di calunnie tramite opuscoli è soggetta in Germania al termine di prescrizione relativamente breve di sei mesi. Il processo è stato dunque archiviato perché caduto in prescrizione. 8. Che cosa ha fatto la Casa di Anne Frank contro gli attacchi all’autenticità del diario? Anche la Casa di Anne Frank si è opposta, verbalmente, per iscritto e in alcuni casi adendo vie legali, a chi negava l’autenticità del diario. La Casa di Anne Frank, insieme ad Otto Frank, presentò presso il Tribunale di Francoforte nel 1976 domanda di provvedimenti urgenti contro Heinz Roth (si rimanda alla domanda precedente). Libera Ricerca Storica Anche dopo la morte di Otto Frank, avvenuta nel 1980, la Casa di Anne Frank si è impegnata nella lotta contro la diffusione di falsità offensive riguardo al diario. Insieme ad altre organizzazioni essa ha promosso un’azione giudiziaria contro il centro di distribuzione revisionista Vrij Historisch Onderzoek (Libera Ricerca Storica, VHO), uno dei maggiori diffusori nell’aria linguistica neerlandese di materiale in cui viene negato l’Olocausto e viene attaccata l’autenticità del diario di Anne Frank. La Fondazione VHO, con sede ad Anversa (Belgio), diffondeva dal 1985 la traduzione olandese del rapporto Le Journal d’Anne Frank est-il authentique di Robert Faurisson e pubblicava nel 1991 il volumetto Il ‘Diario’ di Anne Frank: un approccio critico. Il libretto conteneva il rapporto di Faurisson accompagnato da un’introduzione scritta dall’editore del VHO, Siegfried Verbeke, e veniva inviato, senza essere stato richiesto, a biblioteche e a privati nei Paesi Bassi. Procedimento civile Insieme all’Anne Frank Fonds di Basilea, la Casa di Anne Frank decise di agire contro il VHO e fu avviato un procedimento civile contro Verbeke, Faurisson e la Fondazione per la Libera Ricerca Storica. L’Anne Frank Fonds e la Casa di Anne Frank chiesero il divieto di diffusione del libretto nei Paesi Bassi, sotto pena di una sanzione pecuniaria di 25.000 fiorini (circa € 11.500). Il Tribunale di Amsterdam accordò tale domanda agli attori nel dicembre del 1998 ed assegnò loro quanto avevano richiesto, una sentenza che non fu modificata dal ricorso in appello avvenuto nel 2000. Contro il VHO e Siegfried Verbeke, che hanno ampliato fortemente le loro attività tramite Internet, sono stati in corso dal 1992 anche altri procedimenti giudiziari. © 2007 Anne Frank Stichting 10 9. Perché è stato fatto così poco contro i siti web che negano l'Olocausto e mettono in dubbio l’autenticità del diario? Negli ultimi decenni del secolo scorso l’autenticità del diario di Anne Frank è stata messa in dubbio soprattutto tramite libretti, opuscoli e depliant pubblicati da oscure case editrici naziste. La maggior parte di queste pubblicazioni non trova, o trova raramente, canali di distribuzione per raggiungere i comuni lettori. Con l’avvento di Internet, invece, chi diffonde materiali che negano l’Olocausto ha maggiori possibilità. Digitando in un motore di ricerca “Anne Frank”, non si viene rimandati soltanto a siti web contenenti informazioni corrette e fondate, ma anche a siti che diffondono bugie e falsità sul diario. E digitando il termine “Olocausto” s'incontrano immediatamente siti revisionisti. In questo senso Internet non è soltanto una grande biblioteca, stupenda ed inimmaginabile, ma anche un vero e proprio immondezzaio. La difficoltà della lotta giuridica La lotta alla negazione dell’Olocausto su Internet è ancora ai primi passi, del resto proprio come la lotta contro quei siti che incitano all’odio e alla violenza contro le minoranze, la lotta al terrorismo cibernetico e alla criminalità cibernetica o alla diffusione di pornografia infantile tramite la Rete. La questione sulla maniera migliore e più efficace di contrastare la divulgazione della negazione dell’Olocausto e le falsità sul diario di Anne Frank in rete rimane complessa. Il carattere transfrontaliero di Internet rende difficile la lotta giuridica. Infatti alcuni gruppuscoli revisionisti e neonazisti cercano dei provider fuori dai confini europei proprio per evitare denunce e processi. Gli Stati Uniti hanno una tradizione diversa in materia di lotta giuridica contro la diffamazione e quindi la negazione dell’Olocausto non comporta facilmente l’avvio di un’azione legale. Negli Stati Uniti vengono però realizzati e mantenuti in vita alcuni siti che confutano in maniera approfondita gli “argomenti” addotti dai negazionisti (si rimanda anche all’ultima domanda). In questi siti le falsità dei rapporti revisionisti vengono contestate con fatti, cifre e documenti, nell’ottica che i fatti sono l’unico e il migliore rimedio contro la diffusione di falsità. 10. Dove posso trovare altre informazioni sulla negazione dell’Olocausto? Esistono alcuni volumi e siti web che presentano buone informazioni sulla negazione dell’Olocausto e sui negazionisti. Chi desidera avere maggiori informazioni su questo argomento può consultare presso il Centro di documentazione della Casa di Anne Frank il materiale elencato qui sotto o visitare uno dei seguenti siti. © 2007 Anne Frank Stichting 11 Articoli: Barnouw, David Attachi all'autenticità del diario. – In: I diari di Anne Frank / a cura dell' Istituto per la documentazione bellica dei Paesi Bassi ; introd. di David Barnouw, Harry Paape e Gerrold van der Stroom ; sintesi della relazione del laboratorio forense di H.J.J. Hardy ; testo neerlandese stabilito da David Barnouw e Gerrold van der Stroom ; ed. italiana a cura di Frediano Sessi ; trad. Del neerlandse di Laura Pignatti. - Torino : Einaudi, cop. 2002. – P. cxxi-cxliii. Libri: Colloti, Enzo Fascismo e antifascismo : rimozioni, revisioni, negazioni / a cura di Enzo Collotti. - Roma [etc.] : Laterza, 2000. - (Storia e società). Evans, Richard J. Telling lies about Hitler : the Holocaust, history and the David Irving trial / Richard. J. Evans. - Londen [etc.] : Verso, cop. 2002. Finkielkraut, Alain. The politics of negation : reflections on the question of genocide / Alain Finkielkraut ; transl. [from the French] by Mary Byrd Kelly ; with an introd. by Richard J. Golsan. Lincoln, NE [etc.] : University of Nebraska Press, 1998. - (Texts and contexts). Guttenplan, D.D. The Holocaust on trial : history, justice and the David Irving libel case / D. D. Guttenplan. - Londen : Granta Books, cop. 2001. Kahn, Robert A. Holocaust denial and the law : a comparative study / Robert A. Kahn. - New York, NY [etc.] : Palgrave Macmillan, 2004. Kuttner, Paul. The Holocaust : hoax or history? : The book of answers to those who would deny the holocaust / Paul Kuttner. - New York, NY : Dawnwood Press, 1997. Lipstadt, Deborah. Denying the Holocaust : the growing assault on truth and memory / Deborah E. Lipstadt. - 2nd pr. - New York, NY : Free Press, cop. 1993. Lipstadt, Deborah. History on trial : my day in court with David Irving / Deborah E. Lipstadt. - New York, NY : Ecco, cop. 2005. Pelt, Robert Jan van. The case for Auschwitz : evidence from the Irving Trial / Robert Jan van Pelt. Bloomington, [etc.] : Indiana University Press, cop. 2002. © 2007 Anne Frank Stichting 12 Seidel, Gill. The Holocaust denial : antisemitism, racism & the new right / Gill Seidel. - Leeds : Beyond the Pale Collective, 1986. Shermer, Michael. Denying the Holocaust : who says the Holocaust never happened and why do they say it? / Michael Shermer & Alex Grobman. - Berkeley, CA [etc.] : University of California Press, 2000. Vidal-Naquet, Pierre. Assassins of memory : essays on the denial of the Holocaust / Pierre Vidal-Naquet ; transl. [from the French] and with a forew. by Jeffrey Mehlman. - New York, NY : Colombia University Press, 1992. - (European perspectives). Siti web: The Nizkor Project: Deceit and Misrepresentation: The Techniques of Holocaust Denial English language website that discusses the techniques of Holocaust denial. Includes a FAQ section and details the denial of science, the toxicity of hydrogen cyanide, misrepresentation of the Holocaust, and fabrications concerning the Holocaust. http://www.nizkor.org/features/techniques-of-denial MEMRI: The Middle East Media Research Institute English language website that that offers information on holocaust denial in the Middle East. http://www.memri.org/ Holocaust Denial on Trial: Truth Triumphs in 2000 Historical Court Victory David Irving, a British writer, sued American professor and author Deborah Lipstadt and her British publisher, Penguin Books Ltd., for libel in a trial that took place in London, England, in 2000. Lipstadt is the author of the book "Denying the Holocaust - the Growing Assault on Truth and Memory," which was published by Penguin Books Ltd. The judge found in favor of the defendants. Transcripts, testimony, and news articles in English relating to the trial are available online. Emory University and the Institute for Jewish Studies present the information. http://www.holocaustdenialontrial.org/ © 2007 Anne Frank Stichting 13