LA “NUOVA” ECONOMIA Antonio Forte Tutti i diritti sono riservati INTRODUZIONE Questo opuscolo ha l’obiettivo di fornire una panoramica sull’evoluzione in senso etico dell’economia. Questa tendenza e’ ormai in atto da alcuni decenni, ma solo negli ultimi anni è diventata evidente anche agli occhi dei meno esperti. Infatti, sono sempre più numerose le iniziative che danno vita a progetti economici fondati su valori etici. E’ questo un fenomeno estremamente articolato, che si manifesta in modi molto differenti. Rientrano in questo nuovo contesto economico iniziative quali il Commercio Equo e Solidale, la Finanza Etica, i Fondi comuni di investimento etici, la Banca Popolare Etica, il Microcredito e molte altre realtà economiche. La rilevanza di questo fenomeno è in continua ascesa. A livello nazionale e internazionale, il peso di queste forme di economia è in costante aumento. Ruolo fondamentale in questo grande insieme di iniziative è ricoperto dal “Terzo Settore”. Con questa definizione si sottolinea la particolarità di questo ramo dell’economia che non è classificabile utilizzando gli usuali schemi degli economisti che contemplano l’esistenza di due soli settori, quello privato e quello statale. L’obiettivo del Terzo Settore è quello di restituire al denaro la sua giusta funzione, ossia quella di strumento per la soddisfazione dei bisogni dell’uomo. Infatti, il ruolo del profitto non è più di primaria importanza. Sono i valori etici ed il rispetto dell’uomo che costituiscono il fondamento dei progetti economici del Terzo Settore. Negli ultimi anni, purtroppo, il denaro è diventato strumento di lotta fra gli uomini. Oggi, la centralità dell’uomo e dei suoi bisogni è stata quasi completamente smarrita, e ci accorgiamo sempre più che è l’uomo ad essere al servizio del denaro. Il Gruppo FUCI di Bari negli ultimi anni ha esaminato queste tematiche organizzando numerosi incontri che hanno permesso ai fucini di conoscere direttamente le nuove forme etiche dell’economia. Abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci con diversi responsabili della Banca Popolare Etica, abbiamo conosciuto le finalità del Commercio Equo e Solidale e ci siamo interrogati sul ruolo delle Multinazionali all’interno del mercato economico globale. A livello nazionale la FUCI ha inoltre organizzato, nel maggio del 2002, a Roma, un Congresso Nazionale sulla Globalizzazione. In questa occasione è stato esaminato, fra gli altri, anche l’aspetto economico di tale fenomeno, e noi fucini abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con importanti personalità che ci hanno spinto ad approfondire ancor di più questa tematica. In questo opuscolo sarà quindi riassunta l’esperienza maturata dal gruppo Fuci di Bari per realizzare un essenziale ed agile strumento di approfondimento sulla Finanza Etica, che deve essere considerata come la vera nuova forma di economia dell’era moderna. (Antonio Forte, Presidente del Gruppo Fuci - Bari) FINANZA ETICA L’accostamento dei due termini “finanza” ed “etica” potrebbe apparire ardito solo se si procedesse ad un’analisi approssimativa dello scenario economico internazionale. In realtà, il fenomeno della Finanza Etica vanta ormai diversi decenni di sperimentazione che hanno prodotto ottimi risultati. La Finanza Etica non solo costituisce uno strumento di supporto alla crescita dei Paesi in via di sviluppo, ma consente di ottenere anche risultati ragguardevoli all’interno delle stesse economie avanzate. La prima e forse più famosa declinazione della Finanza Etica è quella di fornire risorse finanziarie laddove l’attuale sistema economico manifesta le proprie lacune. Un esempio concreto di questo rapporto tra la finanza e i bisogni delle realtà più arretrate ci viene dal prof. Muhammad Yunus, chiamato il “banchiere dei poveri”. Questi nel 1976 diede vita alla Grameen Bank, una banca che eroga microcrediti a soggetti che, a causa delle disagiate condizioni di vita, non avrebbero la possibilità di ottenere finanziamenti dai normali istituti bancari. Molto bassa è la percentuale dei crediti non restituiti, e questo ci insegna che anche in Paesi poveri, come ad esempio il Bangladesh, è possibile avviare con profitto attività finanziarie. La particolarità della banca fondata da Yunus risiede nel rapporto di fiducia che si instaura con i clienti. Costoro, in tal modo, si responsabilizzano e sono indotti a rispettare le scadenze concordate con la banca. Infatti, la percentuale di sofferenze della Grameen Bank non solo è minima, come già sottolineato, ma risulta essere di gran lunga inferiore rispetto a quella degli istituti di credito dei Paesi economicamente progrediti. Altro aspetto singolare di questa banca è che la maggior parte dei microcrediti è richiesta ed ottenuta da donne che si sono dimostrate molto affidabili nella utilizzazione del denaro. La Finanza Etica, anche nei mercati occidentali, ha assunto, negli ultimi anni, un ruolo di grande rilevanza. Il primo fondo comune etico, il Pioner Fund, risale addirittura al 1928 ed è ancora oggi operativo. Però, è dagli anni ’60 in poi che la Finanza Etica si è sviluppata con ritmi sempre più intensi. I mercati statunitensi sono quelli che per primi hanno registrato una larga diffusione dei fondi etici. In Europa la diffusione dei fondi etici è cominciata dalla Gran Bretagna per poi passare alle altre Nazioni europee. Rimane comunque ragguardevole la differenza fra la raccolta di denaro dei fondi etici statunitensi rispetto a quelli del Vecchio Continente. Infatti, negli U.s.a. i fondi etici raccolgono il 13% del totale degli impieghi finanziari, mentre in Europa non si supera il 10%. L’Italia, purtroppo, è in grave ritardo e, per questo motivo, i fondi etici non superano la soglia dell’1%. Ciò a dimostrazione del fatto che è possibile proporre al mercato questi strumenti finanziari riuscendo ad avere ottimi risultati, ma che la strada da percorrere, soprattutto in Italia, è ancora molto lunga. Nel quadro dello sviluppo del sistema finanziario etico s’inserisce la nascita di numerose banche etiche. Il loro obiettivo è quello di finanziare progetti che rispondono a determinati requisiti di eticità. Operando in questo modo, le banche etiche veicolano il loro credito verso iniziative che, direttamente o indirettamente, concorrono alla realizzazione di un reale sviluppo sociale. Nel nostro Paese è rilevante l’attività svolta dalla Banca Popolare Etica di Padova che rappresenta l’unica realtà nel settore bancario italiano a farsi interprete degli ideali della Finanza Etica. Settori d’investimento della Finanza Etica Ambiente: energie “verdi”, risparmio energetico, sviluppo attività eco-compatibili, attività di sensibilizzazione al rispetto dell’ambiente, tutela del patrimonio naturale, produzioni biologiche; Cultura: promozione dello sport per tutti, iniziative culturali (teatro, mostre, film, radio…), costruzione di scuole, corsi di formazione; Cooperazione sociale: servizi sociali, sanitari ed educativi, abitazioni per disabili, inserimento lavorativo; Terzo Mondo: agricoltura sostenibile, infrastrutture per l’acqua potabile, negozi di Commercio Equo, avviamento di microimprese. Siti utili: • • • • • • • www.bancaetica.com (La Banca Popolare Etica in Italia) www.grameen-info.org (La Grameen Bank, fondata da Muhammad Yunus) www.Oekobank.de (La Banca Etica Tedesca) www.triodos.co.uk (La Banca Etica della Gran Bretagna) www.abs.ch (La Banca Etica Svizzera) www.finanza-etica.it (Il portale della Finanza Etica in Italia) www.ideaetica.it (Il portale dei progetti etici) COMMERCIO EQUO E SOLIDALE Il commercio internazionale è oggi caratterizzato dal potere di poche aziende internazionali. Esse sfruttano la loro forza commerciale per imporre ai loro deboli fornitori relazioni alquanto svantaggiose. In questo modo riescono ad incrementare la loro influenza e, indisturbate, possono utilizzare risorse primarie a basso costo. E così riescono ad escludere dal commercio internazionale gli imprenditori delle aree meno sviluppate. Tali aziende diventano quindi le uniche interlocutrici dei produttori del Sud del mondo. Pertanto, i contadini e gli artigiani delle aree sottosviluppate sono costretti a vendere i propri prodotti a queste multinazionali per esportare manufatti o produzioni agricole. In tal modo, gran parte del prezzo pagato dai consumatori dei mercati occidentali contribuisce solo ad aumentare la ricchezza delle grandi multinazionali senza avere alcuna ricaduta positiva sui produttori del Terzo Mondo. Il commercio internazionale è inoltre condizionato dalle politiche dei Paesi più industrializzati. Infatti, sia l’Europa che gli Stati Uniti impongono ancora oggi dazi su alcune importazioni agricole che impediscono ai prodotti del Terzo Mondo di avere accesso ai nostri mercati. La situazione è anche aggravata dai contributi elargiti dai governi delle nazioni industrializzate alle imprese agricole nazionali con la finalità di mantenere artificialmente bassi i prezzi. Anche questa componente contribuisce a tagliare fuori dalla vendita i prodotti dei Paesi in via di sviluppo. Siamo quindi in presenza di un commercio che è definito erroneamente libero. In realtà, il mercato internazionale è dominato da poche aziende multinazionali e da pochi Paesi industrializzati. Infatti, sono sempre più frequenti le richieste, da parte dei Paesi africani, di poter accedere liberamente ai nostri mercati senza subire dazi. Allo stesso modo, i produttori dei Paesi sottosviluppati chiedono la fine dei contributi che l’U.E. e gli U.S.A. concedono ai propri agricoltori. Purtroppo, la situazione non sta cambiando, ma, fortunatamente, già oggi abbiamo la possibilità di aggirare questi ostacoli. Tale possibilità ci è offerta dal Commercio Equo e Solidale. L’obiettivo di fondo del C.E.S. è quello di acquistare direttamente i prodotti dai contadini e dagli artigiani pagando un prezzo equo. In questo modo si aiutano i produttori del Terzo Mondo a liberarsi dalle costrizioni cui oggi sono soggetti. Il C.E.S. elimina l’intermediazione delle multinazionali ed elude l’intervento di commercianti senza scrupoli, facendo sì che il prezzo pagato vada solo a beneficio dei piccoli produttori. In Italia ci sono molte realtà che offrono prodotti del Commercio equo e Solidale. Fra queste possiamo citare le cosiddette Botteghe del Mondo, presenti con 200 punti vendita su tutto il territorio nazionale, che provvedono alla distribuzione dei prodotti del Fair Trade. Acquistando i prodotti di questi empori, si può creare uno scambio con le realtà del Sud del Mondo che non risponde ai meccanismi ormai diffusi del commercio tradizionale e che ci permette di contribuire direttamente allo sviluppo dei Paesi economicamente arretrati. Caratteristiche del Commercio Equo e Solidale • Instaura rapporti diretti con i piccoli produttori evitando intermediari; • paga i prezzi equi stabiliti dagli stessi produttori; • privilegia i produttori disagiati (donne, rifugiati, minoranze); • promuove i prodotti biologici e salvaguarda le coltivazioni locali. Siti utili: • www.4net.com/comalt (cooperativa Commercio Alternativo) • www.mondosolidale.it (Alimentari e artigianato del commercio equo e solidale) • www.mondoetico.it (Un modo per distinguere qualità, sevizio, prezzo, etica) • www.altromercato.it (CTM, consorzio che diffonde in Italia il commercio equo e solidale) • www.citinv.it/equo (Sito dedicato al commercio equo e solidale) • www.gvo.it/ccf/ccf.html (Le Botteghe del Mondo acquistano e vendono prodotti direttamente dal Terzo Mondo) • www.e-quita.it (Portale italiano del consumo critico) • www.consumietici.it (Sito dell’associazione per i consumi etici alternativi) • www.emporioalcatraz.it (Emporio di prodotti alimentari biologici e del Commercio Equo e Solidale) • www.unsolomondo.org (Associazione che commercializza i prodotti equosolidali e sostiene il Commercio Equo e Solidale) SVILUPPO SOSTENIBILE Il problema ambientale rientra fra quelli posti dalla “nuova” economia perché è legato in modo inscindibile al sistema economico attuale. Anche in questo campo, fortunatamente, stiamo assistendo a radicali cambiamenti. Infatti, sono sempre più frequenti i summit internazionali per trovare soluzioni ai problemi dell’inquinamento, sono sempre più numerose le associazioni che sensibilizzano i cittadini verso questi problemi e anche fra le imprese si assiste ad una sempre maggiore attenzione alle problematiche ambientali. Ultimamente anche alcuni Governi hanno cominciato ad occuparsi più seriamente di questa problematica. Di seguito sono riportate strategie, attualmente utilizzate a livello internazionale, per cercare di dar vita ad atteggiamenti più rispettosi dell’ambiente. • Debiti- Natura. Alcune importanti associazioni ambientaliste stanno cercando di convincere i Paesi industrializzati a cancellare parte dei debiti esteri contratti da nazioni che si impegnano a porre sotto protezione aree di interesse ambientale. Ad esempio, gli Stati Uniti hanno eliminato 5,5 milioni di dollari di crediti che vantavano nei confronti del Perù perché questo Paese ha creato un’area protetta di foresta tropicale, estesa 11 milioni di ettari. • Concessioni per la conservazione. Alcuni gruppi ambientalisti stanno acquistando aree verdi per proteggerle. In questo modo comprano zone che i governi avrebbero concesso ad aziende che impiegano il legname ottenuto dal taglio degli alberi. • Ecoturismo. Gli ambientalisti che comprano aree per porle sotto protezione cercano, in alcuni casi, di incentivare il turismo. In tal modo offrono la possibilità di visitare aree incontaminate e riescono ad ottenere dal turismo i fondi necessari per continuare a proteggere e a valorizzare i loro parchi. • Guerra allo spreco. È sempre più sentita, anche fra gli industriali, la necessità di ripensare il modo di progettare per eliminare gli sprechi. Si cerca di limitare l’impatto sull’ambiente sia di piccoli oggetti sia di intere costruzioni civili o industriali. Uno degli architetti all’avanguardia in questo settore è William McDonough, che ha di recente progettato un nuovo centro produttivo della Ford. Egli, ad esempio, ha deciso di ricoprire il tetto di questo impianto industriale con piante ed erba per isolarlo in modo naturale dall’ambiente e per ridurre i consumi energetici. • Trasporti e ambiente. In questo settore l’obiettivo è quello di sviluppare quanto prima le “fuel cells”. Queste speciali celle combinano ossigeno e idrogeno per produrre elettricità. L’emissione di questi motori è costituita da semplice acqua. Questo nuovo “motore”, che potrà essere usato per tutti i mezzi di trasporto, potrà dare un contributo fondamentale per la riduzione delle sostanze inquinanti. Sviluppo Sostenibile “Lo sviluppo che è in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri” Rapporto Brundtland Il Nostro futuro Comune (1987) “Viviamo in un pianeta inserito in una delicata ed intricata rete di relazioni ecologiche, sociali, economiche e culturali che regolano le nostre esistenze. Se vogliamo raggiungere uno sviluppo sostenibile, dovremo dimostrare una maggiore responsabilità nei confronti degli ecosistemi dai quali dipende ogni forma di vita, considerandoci parte di una sola comunità umana, e nei confronti delle generazioni che seguiranno la nostra” Kofi Annan, Segretario generale ONU Siti utili: • www.svilupposostenibile.org (Progetto della strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile); • www.ecosalus.com (Sito dedicato allo sviluppo sostenibile, ambientalismo) • www.minambiente.it/svs (Ministero dell’ambiente); • www.unimondo.org (Sito interculturale per lo sviluppo umano sostenibile); • www.erambiente.net (Servizi per la gestione ecocompatibile dell’impresa, delle risorse e del territorio); • www.via.minambiente.it/andrea (Archivio Nazionale di Documentazione e Ricerca per l’Educazione Ambientale); • www.unive.it/cesd (Centre of Excellence for Sustainable Development, istituto per la ricerca e la promozione di attività educative nell'ambito dello sviluppo sostenibile); • www.enerprom.casaccia.enea.it/premio (L'Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente ha istituito il premio Sviluppo Sostenibile per sostenere e sviluppare realizzazioni, opere e ricerche che consentono di coniugare lo sviluppo socio economico, il rispetto delle risorse energetiche ed ambientali e il principio della qualità della vita).