ISTITUTO COMPRENSIVO DI MINERBE
SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO
"BERTO BARBARANI"
1963-2013: CINQUANT’ANNI DI SCUOLA MEDIA UNIFICATA A
MINERBE
Stampato in proprio luglio 2013, versione aggiornata al 31.07.2013
ISTITUTO COMPRENSIVO “B. Barbarani”
Via Verdi, 114 – 37046 MINERBE (VR)
Tel. 0442640144/0442640074 r.a. Fax 0442649508
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Pec: [email protected]
Sito: www.icminerbe.it
2
INTRODUZIONE
Ci sono tanti modi di raccontare una storia. E allora, senza pretese di organicità e di oggettività,
una storia si può anche raccontare, come si è provato a fare, a partire da dove ci si trova a vivere,
non solo a partire dall'esperienza che fu, ma anche dall’esperienza che è. E forse perfino dal futuro
che piacerebbe sognare.
Secondo O. Marquand, quando i progressi culturali sono un successo raramente suscitano
entusiasmo. Vengono dati per scontati e l’attenzione si concentra sui mali che continuano ad
esistere. È la legge sull’importanza crescente di ciò che persiste: più elementi negativi scompaiono
dalla realtà, più irritano gli elementi negativi che rimangono. Ma oggi che il futuro non sembra
più essere tanto positivo, siamo portati a vedere di più quello che di buono è stato fatto.
Non possiamo quindi non pensare al successo culturale che in Italia ha avuto l’istituzione della
scuola media unificata.
Da allora sono passati cinquant’anni, ma sembra ieri.
La legge n. 1859, quella che introdusse la Scuola Media Unificata e allungò a otto anni l’obbligo
scolastico rappresenta indubbiamente una delle pagine più belle della storia politica e sociale
italiana. Fu la rottura delle tradizionali barriere di classe che escludeva i figli dei ceti disagiati,
destinandoli ai posti più umili al contrario di chi poteva permettersi di andare a scuola. Il tasso di
quattordicenni in possesso di licenza media, nei dieci anni successivi, divenne quasi il doppio. Già
nell’anno successivo all’approvazione della legge, ‘le nuove scuole medie aprirono le porte a ben
600 mila ragazzi e ragazze, figli di operai, contadini, artigiani, piccoli commercianti e braccianti,
che fino ad allora non erano andati oltre la quinta elementare o l’avviamento professionale’.
Si può quindi ragionevolmente affermare che la scuola media unificata è stata una delle poche
grandi rivoluzioni riuscite.
Ha dato una nuova prospettiva a milioni di ragazzi prima esclusi e messi ai margini, ha sancito il
principio che il sapere e la conoscenza non possono essere di pochi, ha rimescolato il paesaggio
sociale dando la possibilità a tutti di scegliere il proprio percorso, professionale e di vita.
Da quella riforma sono passati cinquant’anni.
Tenerne vivo il ricordo è lo scopo del presente lavoro.
3
INDICE
INTRODUZIONE ...........................................................................................................................................3
EVOLUZIONE NORMATIVA DELL’ORDINAMENTO DELLA SCUOLA MEDIA UNICA ...........4
GLI ESAMI DI TERZA MEDIA ....................................................................................................................5
LA NASCITA DELLA SCUOLA MEDIA UNIFICATA ...........................................................................6
LA NUOVA SCUOLA MEDIA UNIFICATA A MINERBE .....................................................................7
LA PARTENZA ..............................................................................................................................................9
I PRIMI CARTEGGI .....................................................................................................................................10
L’ANNO SCOLASTICO 1961-62 ................................................................................................................11
GLI ASPETTI ORGANIZZATIVI INIZIALI .............................................................................................12
L’ANNO 1962-63 ..........................................................................................................................................13
UNA PRIMA VALUTAZIONE ...................................................................................................................16
GLI INSEGNAMENTI FACOLTATIVI ......................................................................................................17
LE SQUADRE DI EDUCAZIONE FISICA ................................................................................................19
GLI ORGANI COLLEGIALI ........................................................................................................................19
I CONSIGLI DI CLASSE...............................................................................................................................20
I PRESIDI ........................................................................................................................................................24
DA SCUOLA SECONDARIA AUTONOMA A ISTITUTO COMPRENSIVO .....................................25
I SEGRETARI .................................................................................................................................................27
I BIDELLI ........................................................................................................................................................28
LA PRECARIETÀ INIZIALE .......................................................................................................................29
NELLA NUOVA SEDE.................................................................................................................................36
INTITOLAZIONE DELLA SCUOLA .........................................................................................................38
I DOCENTI DEGLI INIZI.............................................................................................................................39
INTERVISTA ALLA PROF.SSA ELISA SPIAZZI .....................................................................................42
LA SUA TESTIMONIANZA .......................................................................................................................43
GLI ALTRI DOCENTI DAL 1966 AL 1982 ................................................................................................47
I DOCENTI ATTUALI ..................................................................................................................................49
IL PRIMO FURTO .........................................................................................................................................50
I BACHI DA SETA ........................................................................................................................................51
LA FESTA DEGLI ALBERI ..........................................................................................................................52
ATTREZZATURE E SUSSIDI ......................................................................................................................54
L’INSEGNAMENTO DELLE LINGUE STRANIERE ..............................................................................61
IL TEMPO PROLUNGATO .........................................................................................................................63
PERICOLI SCAMPATI .................................................................................................................................63
LA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO DI MINERBE NEL TEMPO .............................................66
DUE TRADIZIONI CONSOLIDATE .........................................................................................................69
IL TROFEO BERTO BARBARANI ..............................................................................................................69
I GIOCHI MATEMATICI .............................................................................................................................73
I PRIMI CINQUANT’ANNI DELLA SCUOLA MEDIA ITALIANA IN SINTESI ..............................76
ARTICOLO DI MARCO ROSSI DORIA SU LA STAMPA DEL 21.04.2013 ..........................................81
LE RISPOSTE AL QUESTIONARIO SULLA SCUOLA
DEI GENITORI ................................................................................................................................84
DEGLI STUDENTI DELLA CLASSE III A...................................................................................93
DEGLI STUDENTI DELLE CLASSI III B E III C.....................................................................101
4
EVOLUZIONE NORMATIVA DELL’ORDINAMENTO DELLA SCUOLA MEDIA UNICA
A quindici anni dalla promulgazione della Costituzione (in G.U. 7 dicembre 1947), il Parlamento
italiano con la Legge n. 1859 del 31.12.1962, istitutiva della nuova scuola media unificata, dà
finalmente concreta attuazione all’art. 34 che recita:
‘La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e
gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti
degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie
ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso’.
Nel tempo la scuola media ha subito modifiche ordinamentali a seguito di altri interventi
normativi e precisamente:
1963
Nuovi programmi per la scuola media unica (D.M. 23.4.1963)
1969
Modifiche agli esami di licenza media (D.L. 9)
1974
Decreti delegati di cui alla legge 477/1973
1977
Modifiche parziali all’ordinamento della scuola media e nuove norme per la valutazione
degli alunni con abolizione degli esami di riparazione e istituzione di moduli di recupero e
potenziamento dell’integrazione degli alunni handicappati (L. n. 517)
Abolizione del latino come materia della scuola media (L. 348) con eliminazione del
principio della facoltatività e contemporanea estensione delle aree delle discipline
obbligatorie aventi tutte uguale valore e dignità
Le applicazioni tecniche divennero educazione tecnica, resa obbligatoria e non più
differenziata tra maschile e femminile, e anche l'educazione musicale venne estesa a tre
anni. L'orario settimanale è così portato a 30 ore.
1979
Nuovi programmi per la scuola media (D.M. 9.8.1979)
1984
Abolizione del libretto scolastico degli alunni della scuola dell’obbligo (L. 13)
1985:
Ratifica del nuovo Concordato tra Stato e Chiesa e nuove norme sull’insegnamento della
religione cattolica (L. 121)
1999
Nuove norme sull’obbligo scolastico a 15 anni (L. 9)
Innalzamento dell’obbligo formativo a 18 anni (L. 144)
Regolamento organico sull’autonomia delle scuole (DPR 275)
2003-4
Legge n. 53 del 28/03/2003 (Riforma Moratti) e D.lgs. n. 59 del 19/02/2004 con i quali si
prevedono che nella scuola secondaria di I grado sia impartito, dall'anno scolastico
2004/2005, l'insegnamento di due lingue comunitarie.
2008
D.P.R. n. 89 del 20 marzo 2009 (Riforma Gelmini) che entra in vigore il 1 settembre 2009 e
sviluppa due diversi piani settimanali fissi, il primo a tempo normale, che comprende 30
ore settimanali, con la riduzione del tempo prolungato, che va da un minimo di 36 ad un
massimo di 40 ore settimanali, la valutazione numerica decimale nella scuola secondaria di
primo grado e l’introduzione della prova nazionale dell’INVALSI di Italiano e Matematica,
nell'esame finale di licenza media.
5
GLI ESAMI DI TERZA MEDIA
In parallelo ai cambiamenti ordinamentali della scuola media, anche la normativa sugli esami
finali di classe terza, al termine del percorso scolastico, registra modifiche e cambiamenti e
precisamente:
Legge 31 dicembre 1962, n. 1859
Con l’art. 6 di questa legge, si afferma che l’esame di licenza media è esame di Stato che consente
l’iscrizione a qualsiasi tipo di scuola superiore (tranne il liceo classico, per il quale occorre
superare anche la prova di latino).
Il DM 24 aprile 1963 indica le materie d’esame con la relativa tipologia. Gli esami prevedono tre
prove scritte: italiano, matematica e lingua straniera e quella di latino per chi intenda proseguire
nel liceo classico, la prova grafica di educazione artistica e la prova orale. Sono ancora presenti le
due sessioni estiva e autunnale riservata ai rimandati. La valutazione è in decimi.
Il D.M. del 15 ottobre 1965 contiene i criteri orientativi per lo svolgimento delle prove d’esame.
Dalla fine degli anni Settanta, s’inseriscono altre modifiche quali:
Legge 4 agosto 1977 n. 517 - Legge 16 giugno 1977 n. 348 - D.M. 26 agosto 1981.
Dopo circa quindi anni dall’istituzione della scuola media unificata (1962), con la legge n. 517 del
4.8.1977 sono aboliti gli esami di riparazione, quindi scompare la sessione autunnale, come pure le
classi differenziali. Sono previste le attività integrative ed è introdotta la scheda di valutazione,
contenente i giudizi analitici per ogni disciplina e un giudizio sul livello globale di maturazione
dell’alunno. Sono aboliti i voti numerici. L’esame si conclude con un giudizio sintetico: sufficiente,
buono, distinto e ottimo nel caso di superamento. Altrimenti non licenziato, se non è superato.
Per effetto della legge 16 giugno 1977, n. 348, sono modificati, attraverso il D.M. 9 febbraio 1979,
anche i programmi e gli orari d’insegnamento. Queste le nuove discipline obbligatorie per tutte le
classi della scuola media: religione, italiano, storia, educazione civica e geografia, lingua straniera,
scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali, educazione tecnica, educazione artistica,
educazione musicale e educazione fisica.
Gli esami di licenza media prevedono prove scritte per italiano, scienze matematiche e per la
lingua straniera. L’orale riguarda tutte le altre discipline. Scompare la prova facoltativa di latino.
Le scuole che attuano la sperimentazione del bilinguismo hanno anche un’altra prova per la
seconda lingua straniera.
Infine con il D.M. del 26 agosto 1981, a completamento delle leggi 348/1977 e 517 del 1977, sono
stabiliti i criteri orientativi per gli esami di licenza media. In particolare s’introduce, al posto degli
“orali”, il colloquio.
Decreto Legislativo n. 59 del 19 febbraio 2004 – D.P.R. n. 89 del 20 marzo 2009 - D.P.R. n. 122 del
22 giugno 2009
Con il Decreto Legislativo n. 59 del 19 febbraio 2004, la scuola media è chiamata secondaria di
primo grado e si conferma che questo ciclo termina con l’esame di Stato. Al decreto sono allegate
le Indicazioni Nazionali e s’introduce il Portfolio delle Competenze (che avrà vita brevissima). La
seconda lingua comunitaria (non si chiama più lingua straniera) entra a tutti gli effetti
nell’ordinamento, educazione artistica si chiama arte e immagine, l’educazione fisica si trasforma
in scienze motorie e sportive, educazione musicale prende il nome di musica, educazione tecnica
diventa tecnologia con elementi d’informatica. Gli esami non subiscono cambiamenti, tranne il
fatto che la seconda lingua straniera da sperimentale, diventa obbligatoria per tutte le scuole.
Successivamente si inseriscono, con il Ministro Fioroni, le “Indicazioni per il curricolo” nel mese di
settembre 2007 che avranno vita breve.
6
Con il D.P.R. n. 89 del 20 marzo 2009 si ridefinisce il quadro orario settimanale, con l’inserimento
di un’ora obbligatoria per ogni classe di attività di approfondimento in materie letterarie che
modifica la composizione delle sottocommissioni d’esame con la presenza del relativo docente.
Infine con il D.P.R. n. 122 del 22 giugno 2009, si aboliscono i giudizi e s’introduce il voto
numerico.
Ciò modifica profondamente i modi di valutazione dell’esame, perché per il voto finale
concorrono quelli di tutte le prove scritte e di quella orale, unitamente al voto di ammissione e a
quello della prova nazionale che viene così ufficialmente inserita come prova d’esame a tutti gli
effetti.
Per la prima volta nella storia della scuola media, è introdotta anche la possibilità che il candidato
ottenga la lode (dall’a. s. 2009/10).
Le modalità di conduzione delle prove d’esame restano invariate, a parte l’inserimento della
prova nazionale. Un’altra novità è costituita dalla certificazione delle competenze, descritte nel
modello che ogni scuola adotta sperimentalmente in modo autonomo e nel quale sono riportati gli
esiti conclusivi dell’esame di Stato del primo ciclo.
LA NASCITA DELLA SCUOLA MEDIA
Il principio costituzionale dell’obbligatorietà e
gratuità dell’istruzione impartita per almeno otto
anni (ovvero dal 6° al 14° anno d’età) trova
attuazione, per la prima volta, nella L. 31-12-l962, n.
1859, istitutiva della scuola media unica, che
dispone: «l’istruzione obbligatoria successiva a quella
elementare è impartita gratuitamente nella scuola media,
che ha la durata di tre anni ed è scuola secondaria di
1°grado». La nuova scuola secondaria, unitaria,
obbligatoria e gratuita abolisce le preesistenti scuole
inferiori e cioè i primi tre anni di ginnasio, i primi
quattro degli istituti magistrali e tecnici, le scuole
secondarie di avviamento professionale, i corsi
inferiori delle scuole d’arte e dei conservatori di
musica, le classi post-elementari previste dall’art.
172 del T.U. 577/1928.
Il piano di studi prevede: religione, italiano, storia e
educazione
civica,
geografia,
matematica,
osservazioni ed elementi di scienze naturali, lingua
straniera, educazione artistica e educazione fisica.
In prima sono inserite obbligatoriamente le
applicazioni tecniche femminili e maschili (eredità
dell’economia domestica e degli insegnamenti pratici delle scuole d’avviamento professionale
abolite con tale legge) e l’educazione musicale; queste due discipline sono facoltative per le
successive classi seconde e terze. Il latino come disciplina autonoma è inserita solo a partire dalla
terza media.
7
LA NUOVA SCUOLA MEDIA UNIFICATA A MINERBE
Da tale anno la nuova Scuola Media Unificata comincia a diffondersi in quasi tutti i paesi, spesso
innestandosi su preesistenti scuole d’avviamento professionale assumendo in tal caso la forma
istituzionale di ‘Scuola Avviamento con programmi di Scuola Media Unificata’, come avviene a
Minerbe.
La documentazione agli atti consente, infatti, di ricostruire il seguente avvio:
A decorrere dal 1° ottobre 1961 a seguito di specifica domanda inoltrata
dall’Amministrazione comunale, il Provveditore autorizza l’avvio di una scuola ad
avviamento commerciale sempreché esista un congruo numero di alunni da iscrivere alla
prima classe ed eventualmente alle classi successive (autorizzazione n.° 5013 del
16.07.1961);
In data 28.08.1961 lo stesso Provveditore precisa al Comune di Minerbe che la domanda
d’istituzione della scuola di avviamento commerciale potrà essere presa in considerazione
dal Ministero solamente se nella scuola di avviamento medesima saranno adottati i
programmi sperimentali della scuola media unificata;
Il Comune accoglie la proposta e assicura l’adozione dei programmi sperimentali della
scuola media unificata nella scuola d’Avviamento che sta per partire.
A Minerbe pertanto a partire dall’a. s. 1961-1962, come previsto, prende avvio la Scuola
d’Avviamento Commerciale, ma, di fatto, parte con contenuti, materie e programmi sperimentali
di Scuola Media Unificata.
La conferma di ciò si ha nella comunicazione prot. n.° 652 del 21.02.1963 nella quale il
Provveditore scrive a tutti i Presidi di scuola precisando che ‘... Il superiore Ministero comunica che sono
stati assegnati i fondi per l’acquisto, da parte delle dipendenti scuole medie, di avviamento e medie unificate del
materiale di consumo per le esercitazioni pratiche degli alunni, di materiale didattico, scientifico e bibliografico.
Premesso che il materiale didattico e i sussidi vengono forniti, a parte, dal superiore Ministero a tutte le scuole che ne
facciano richiesta, si invitano le S. L. ad astenersi dall’acquistare macchine ed attrezzature in genere che non potranno
essere utilizzate nella nuova Scuola Media che entrerà in funzione, com’è noto, nel prossimo ottobre 1963.’ Il
Provveditore Ignazio Pierri
Dall’a. s. 1963-64 entrano pertanto in vigore anche i Nuovi Programmi per la Scuola Media unica
(DM 23.4.1963) che sostituiscono quelli sperimentali, precedentemente utilizzati.
La documentazione agli atti consente di rilevare questo
processo di riforma anche nella scuola di Minerbe.
La carta intestata e i registri dei primi anni d’avvio della scuola
riportano, infatti, la dicitura ‘Scuola Avviamento con
Programmi di Scuola Media Unificata’ fino all’anno 1962-1963;
poi dall’anno 1963-1964, con l’entrata in funzione della nuova
scuola media unificata, la carta intestata riporta la dicitura di
‘Scuola Media Statale di Minerbe’.
I PRIMI STUDENTI
Il Registro Generale dei voti dell’anno scolastico 1961-1962
riporta la seguente dicitura:’Scuola Avviamento con Programmi
di Scuola Media Unificata’ e contiene l’elenco di tutti gli
studenti iscrittisi.
Gli studenti di questo primo anno di partenza della nuova
Scuola Media di Minerbe, innestata su Scuola d’avviamento con
programmi di Scuola Media Unificata, sono raggruppati in tre
classi prime (sez. A, sez. B e sez. C) così costituite:
8
Sezione A
Albarello Adriano
Citrea Pier Giovanni
Furini Franco
Gennari Rodolfo
Gironda Luigino
Gheller Giovanni
Lanzarotto Giuliano
Maron Leonardo
Menegolo Armando
Menon Giordano
Missaggia Roberto
Montresor Lorenzo
Pesenato Adriano
Piccolo Renato
Ruffo Valerio
Tacconi Bruno
Testa Francesco
Trarivi Dario
Turcato Bruno
Valle Renzo
Zorzan Giuseppe
Sezione B
nato a Minerbe
nato a Iesolo
nato a S. Margherita
nato a Bonavigo
nato a Minerbe
nato a Minerbe
nato a Bonavigo
nato a Minerbe
nato a Minerbe
nato a Minerbe
nato a Legnago
nato a Minerbe
nato a Minerbe
nato a Minerbe
nato a Minerbe
nato a Minerbe
nato a Bevilacqua
nato a Minerbe
nato a Minerbe
nato a Bonavigo
nato ad Albaredo
Antonioli Carlo
Baldin Albino
Bordin Franco
Camilli Fausto
Cavallaro Livio
Cortese Flaviano
Donadello Silvano
Guerra Pierino
Isolan Roberto
Massaro Bruno
Menegolo Franco
Migliorini Adriano
Micheletto Sergio
Palma Valerio
Pavan Giuseppe
Peruzzi Giuseppe
Trarivi Amelio
Valle Cesare
Zambanello Renzo
Zandon G. Battista
Zordan Giuseppe
nato a Minerbe
nato a Minerbe
nato a Verona
nato a Bonavigo
nato a Minerbe
nato a Minerbe
nato a Bonavigo
nato a Bonavigo
nato ad Albaredo
nato a Legnago
nato a Minerbe
nato a Minerbe
nato ad Albaredo
nato ad Angiari
nato a Bonavigo
nato ad Albaredo
nato a Minerbe
nato a Bonavigo
nato ad Albaredo
nato a Bevilacqua
nato a Zermeghedo
Sezione C
Bertolaso Maria Teresa
Cavaliere Santina
Corso Patrizia
Dal Soglio Laura
Facchetti Alda
Ferrari Rita
Girardi Gabriella
Guarise Loretta
Guarise Maria Assunta
Maron Roberta
Meggiolaro Giovanna
Monastero Lina
Perazzolo Gelmina
Ricoldi Lorena
Rinetti Marisa
Rossini Maria Bianca
Salva Marisa
Sperandio Ardimina
Stella Nadia Marta
Vincenzi Annalisa
Zancanella Paola
nata a Minerbe
nata a Minerbe
nata a Minerbe
nata a Montagnana
nata a Minerbe
nata a Minerbe
nata a Minerbe
nata a Minerbe
nata a Minerbe
nata a Pressana
nata a Minerbe
nata a Minerbe
nata a Minerbe
nata a Minerbe
nata a Legnago
nata a Bonavigo
nata a Minerbe
nata a Minerbe
nata a Minerbe
nata a Bonavigo
nata a Minerbe
Il preside è il prof. Amelio Rizzini
Le materie sono:
Religione
Lingua Italiana
Osservazioni scientifiche
Storia ed educazione civica
Geografia
Matematica
Lingua straniera (Francese)
Educazione artistica
Educazione fisica (Maschile e Femminile)
Applicazioni Tecniche (Masch. e Femm.)
Educazione musicale
Viene inoltre valutata anche la Condotta.
L’anno è suddiviso in tre trimestri e lo scrutinio finale si conclude con la promozione, con la
riparazione delle materie insufficienti oppure con la ripetizione dell’anno scolastico per essere
stati respinti, in caso di numerose insufficienze. Frequenti anche i casi in cui non si procede per la
mancata frequenza degli studenti iscritti.
9
LA ‘PARTENZA’
La nuova scuola media di Minerbe alla sua ‘partenza’ non ha una sede propria, ma si trova
ospitata presso la scuola primaria. Con l’aumento degli alunni e delle classi, che negli anni
successivi registreranno un continuo incremento, la scuola media troverà ospitalità anche in altre
sedi. La consultazione dei libri pubblicati sulla storia di Minerbe consente di recuperare le
seguenti informazioni riguardanti la scuola media:
‘Ottobre 1961: poiché le autorità comunali di Minerbe avevano avuto dal Ministero della Pubblica
Istruzione il permesso d istituire in paese la Scuola Media Unificata, prende avvio l’anno scolastico con tre
sezioni di alunni. Nel 1962 gli alunni saranno circa 100, in media 15-16 per classe1’.
‘Gennaio 1973: Dopo essere stata ospitata dapprima nell’ex casa del popolo e poi in villa Babini, attuale
municipio, la Scuola media trova definitiva sede in un edificio costruito con criteri moderni e fornito d
attrezzature d’avanguardia, una delle opere più funzionali di Minerbe2’.
‘Nell’ottobre del 1961, con l’istituzione della scuola media dell’obbligo, anche a Minerbe, nei locali dell’excasa del fascio (oggi Ferramenta Pesarin) vennero iniziate le lezioni. Nel giro di pochi anni il numero degli
alunni crebbe in misura tale che l’edificio non fu più sufficiente ad accogliere tutti, ed alcune classi per un
certo tempo vennero dislocate in altri edifici di Minerbe.
Negli anni 1972-1973, grazie alla costruzione in via Verdi
di un nuovo edificio per le scuole medie fu possibile riunire
nuovamente tutte le classi e già fin dall’Epifania del ’73
gli alunni poterono entrare nel nuovo fabbricato munito
anche di palestra3’.
‘L’edificio per la nuova scuola media, in via G. Verdi, fu
costruito sul terreno dell’ex-villa Bergolo-Bottagisio. Il
nuovo fabbricato venne inaugurato durante le vacanze di
Natale del 1972 dal senatore Dino Limoni e benedetto da
Don T. Micheletto. Alla fine delle vacanze natalizie gli
alunni poterono entrare nel nuovo edificio4’.
I vari trasferimenti di sede fino alla definitiva
sistemazione della scuola media, avvenuto nell’a. s.
1973-74 nell’attuale edificio che la ospita, sito in via
Verdi 114, e la successiva evoluzione istituzionale,
che nell’a. s. 2009-2010 ha portato al superamento
delle Direzioni Didattiche e delle Scuole secondarie
di I grado con la loro unificazione in Istituti
Comprensivi, hanno reso difficoltosa la ricerca e il
reperimento di tutta la documentazione, soprattutto quella iniziale (occorrerebbero, infatti, tempi
più lunghi e modalità più approfondite), ma i materiali rinvenuti consentono comunque di
rilevare il quadro iniziale e il primo periodo di vita della Scuola Media Unificata di Minerbe.
Diversamente da quanto riportato nei libri sulla storia di Minerbe, si è potuto così accertare che le
prime tre classi della scuola media hanno trovato ospitalità presso l’edificio della scuola
elementare dall’a. s. 1961-62. Per il trasferimento nella sede definitiva gli studenti dovranno
aspettare fino a gennaio 1974.
1
F. Occhi, M. Favazza, A. Garau, L. Gatti, R. Ottaviani, Minerbe, una terra e la sua storia, pag. 277
Ibidem, pag. 280
3
F. Muzzolon, M. Amatino, Minerbe nel passato, pag. 83
4
Ibidem, pag. 220
2
10
I PRIMI CARTEGGI
La nota prot. n. 7380 del 2 novembre 1961, del Provveditore agli studi di Verona, con cui comunica
al Preside della scuola d’Avviamento di Minerbe l’invio di n.3 esemplari dell’opuscolo
Ministeriale relativo agli orari e ai programmi d’insegnamento per la scuola media unificata,
pregando di accusarne ricevuta, dà la conferma dell’avvio della nuova scuola Media Unificata.
In data 15 marzo 1962, il Preside della Scuola di Minerbe, prof. Amelio Rizzini, scrive alla
Direzione Generale dell’Assicuratrice Italiana di via Fatebenefratelli 14 di Milano: “Questa scuola è
di nuova istituzione ed è frequentata da 53 alunni. Al fine di poterli assicurare, secondo le modalità descritte
nella Circolare 272 del 25/9/1961 del Ministero P.I. si prega di inviare un congruo numero di moduli”.
In data 9 novembre 1961, il prof. Gaetano Bicego, per conto del preside Rizzini, chiede al
Magazzino compartimentale economico dell’Intendenza di Finanza di Verona “l’invio per il
fabbisogno di questa scuola di nuova istituzione dei seguenti stampati inventariali: n.10 mod. 92 D (testa),
n. 10 mod. 92 D (interni), n. 5 mod. E”.
Sempre in data 9 novembre, al Magazzino principale stampati dell’Intendenza di Finanza di Roma
in via L. Tosti, il prof. Bicego per conto del preside chiede “l’invio di stampati mod. 130 P.G.S.
ed’affini’ occorrenti a questa scuola di nuova istituzione”.
Il 18 novembre 1961, il prof. Bicego, per conto del preside, reitera la richiesta all’Intendenza di
finanza di Verona chiedendo “l’invio per il fabbisogno di questa scuola di nuova istituzione di un
congruo numero dei sottoelencati stampati: mod. 31 C.G. (nuovo) provinciale; mod. G. S. st. 2; mod. 31 bis
C. G. (buono di prelevamento).”
Si tratta di richieste che danno la misura di come la nuova scuola media unificata di Minerbe stia
prendendo avvio e venga via via attuando tutte le procedure economico-gestionali connesse al suo
funzionamento (acquisizione dei registri inventariali e contabili).
Allo stesso tempo anche da parte del Ministero, tramite
il Provveditorato agli studi di Verona, cominciano ad
arrivare materiali e sussidi e in particolare Corsi
discografici di lingua Inglese, con testo e 80 libretti di
cui non si presumono l’uso né la finalità, poichè nella
scuola media unificata di Minerbe, risulta essere
insegnata la lingua francese.
11
L’ANNO SCOLASTICO 1961-1962
Agli atti è presente una nota del Provveditore agli studi, Ignazio Pierri, prot. n. 5013 del 26 luglio
1961, proveniente, quale copia conforme, dal Comune di Minerbe, avente a oggetto ‘Istituzione di
una scuola di avviamento a tipo commerciale’ indirizzata al Signor Sindaco di Minerbe, con la
quale ‘conferma quanto comunicato per le vie brevi, cioè che con telegramma n. 13230 del 22 corrente il
superiore Ministero ha informato quest’ ufficio che a decorrere dal 1° ottobre p.v. deve intendersi istituita in
codesto Comune una scuola di Avviamento Commerciale sempreché esista un congruo numero di alunni da
iscrivere alla prima classe e, eventualmente, alle classi successive. Nell’ipotesi affermativa la S.V., secondo le
istruzioni ministeriali, è autorizzata di adottare le misure necessarie per garantire il regolare funzionamento
della Scuola anzidetta (fornitura di locali idonei e dell’arredamento, del personale di servizio e di segreteria
necessario). Codesta amministrazione dovrà inoltre inviare la documentazione prescritta (analoga a quella
già inviata per l’istituzione della scuola media). Attendo un cenno di ricevuta e notizia dei provvedimenti
presi’.
A tale comunicazione, sempre in copia conforme, proveniente dal Comune di Minerbe, è allegata
un’altra nota del Provveditore, prot. n. 5259, datata 28 agosto 1961, con la quale comunica al
Signor Sindaco di Minerbe che ‘quest’ Ufficio ha ricevuto e trasmesso la domanda inviata con la nota a
margine. Tale domanda, come chiarito in via generale con telegramma ministeriale il 17 corrente mese n.
14854, potrà essere presa in considerazione soltanto nel senso che, ferma restando l’istituzione della Scuola
di Avviamento professionale in codesto Comune, il Ministero si riserva di disporre che nella Scuola di
Avviamento medesima siano adottati i programmi sperimentali della scuola media unificata. Si prega di
inviare un cenno d’intesa, assicurando che, oltre alla fornitura dei locali, codesto Comune provvederà
all’assegnazione di personale di segreteria e di servizio’.
A entrambe le comunicazioni, il Sindaco di Minerbe, Bertoldi Leonello in data 12 settembre 1961,
con nota prot. n. 2725, in risposta al foglio n. 5259 del 28.08.1961 avente per oggetto ‘Scuola di
avviamento’, risponde all’illustrissimo Provveditore agli studi di Verona che ‘ si prende atto di
quanto comunicato con la nota a margine, nell’intesa che adottati i programmi ministeriali sperimentali
della scuola media unificata. Si assicura che, oltre alla fornitura dei locali, questo Comune provvederà
all’assegnazione del personale di segreteria e di servizio’.
In data 23.12.1961 il Provveditore, con nota prot. n. 8833 avente per oggetto ‘Edifici scolastici di
nuova costruzione - Palestra di educazione fisica’, scrive al Preside della Scuola di Avviamento di
Minerbe:’Per aderire ad analoga richiesta del Ministero della P.I. si prega di voler comunicare a
quest’Ufficio se l’edificio, sede della scuola, è stato costruito dopo il 1° gennaio 1955 o se, trovandosi la
Scuola in locali di fortuna, il nuovo edificio è in corso di costruzione. Vorrà inoltre precisare il numero delle
aule normali e di quelle speciali, se esiste la palestra ginnastica o se è in corso di costruzione; infine dovrà
essere indicato il numero di classi funzionanti e l’anno solare in cui l’edificio è entrato in funzione’.
Non esiste la nota di riposta ufficiale inviata al Provveditorato, ma nello stesso foglio di richiesta è
possibile rilevare le seguenti annotazioni, scritte a mano, con matita:’Questa scuola è di nuova
istituzione e funziona con tre classi in tre aule dell’edificio scolastico elementare. Non esiste la palestra per
l’educazione fisica. Il Comune ha in corso di approvazione il finanziamento per la costruzione di un edificio
scolastico per la Media’.
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Le note riportate consentono di capire che dall’anno scolastico 1961-1962, a Minerbe, presso i locali
della scuola elementare, funzionano tre classi di scuola d’Avviamento (commerciale) con
programmi sperimentali di scuola media.
In Parlamento, infatti, è in corso di discussione il disegno di legge istitutivo della nuova scuola
media che sarà approvato il 31.12.1962 con legge n. 1859, per cui anche a Minerbe, come in
moltissime altre realtà, sta funzionando, a seguito di specifiche disposizioni ministeriali, un
notevole numero sia di classi prime che seconde, con programmi sperimentali di scuola media
unificata, presso scuole secondarie di avviamento.
GLI ASPETTI ORGANIZZATIVI INIZIALI
In data 5 marzo 1962, il Provveditore agli studi di Verona scrive al Comune e al Direttore della
scuola di Avviamento di Minerbe che ‘con riferimento a segnalazioni ricevute dai capi d’istituto
interessati, quest’ Ufficio ha deciso di assegnare a codesto Patronato la somma di L. 230.000
(duecentotrentamila) con precedenza su ogni altra spesa all’organizzazione del servizio di trasporto o al
rimborso della spesa di trasporto degli alunni residenti in frazioni lontane o in altri comuni privi di scuola
secondaria statale dello stesso tipo che frequentano la scuola media o di avviamento in codesta sede; alle spese
di refezione scolastica, doposcuola, assistenza in genere agli stessi che appartengono a famiglie bisognose.
Dell’impiego della somma dovrà essere fornito specifico rendiconto con documentazione, dal quale dovrà
risultare il numero degli alunni assistiti, la natura e l’ammontare della spesa, la durata (giorni)
dell’assistenza. Qualora codesto Patronato non organizzi direttamente il trasporto, possono ottenere il
rimborso parziale o totale delle spese di trasporto gli alunni singoli, tramite il capo d’istituto, che attesterà la
residenza fuori sede esprimendo il proprio parere, o il Comune ove organizzi o gestisca in proprio un servizio
apposito e riservato per il trasporto degli alunni. Per il funzionamento della refezione e del doposcuola, dopo
soddisfate le spese di trasporto, le somme possono essere impiegate direttamente da codesto Patronato,
oppure corrisposte al Comitato che attua la refezione. Nell’uno e nell’altro caso deve essere allegata alla
documentazione una dichiarazione del capo d’istituto con l’elenco degli alunni bisognosi che hanno fruito
dell’assistenza con l’indicazione del tipo di assistenza (refezione, doposcuola, trasporto,..) e del numero dei
giorni nei quali è stata praticata’.
In seguito a ciò, con nota prot. n 294 del 16 marzo 1962, il Preside della scuola d’Avviamento di
Minerbe scrive al Presidente del Patronato scolastico:‘ in riferimento alla circ. 41 del Provveditorato
agli studi la presidenza della scuola fa la seguente proposta - Rimborso spese trasporto, alunni n. 10 per gg.
90 - £ 32.000 (ad alunni); Refezione assistiti n. 26 per gg. 75 - £ 158.000 (al Patronato scolastico);
Doposcuola, alunni assistiti n. 54 per gg. 36 - £ 40.000 (a ins.te Bovolon)’.
In data 25 giugno 1962, il Preside della scuola, prof. Amelio Rizzini, scrive al Presidente del
Patronato scolastico di Minerbe: ‘in adempimento di quanto prescritto dalla circ. n 41 del Provveditorato
agli studi id Verona, e dagli accordi presi a suo tempo, prego la S.V. di voler emettere, previo rilascio di
quietanza, mandato di pagamento di £ 10.000 (diecimila) a favore del signor Borin Oreste, per prestazioni
varie, durante il funzionamento della refezione scolastica distribuito agli alunni della Scuola Media
Unificata di Minerbe durante l’anno scolastico 1961-1962.
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L’ANNO SUCCESSIVO: 1962-1963
Interessante la nota prot. n 8396 del 16.10.1962 avente a oggetto ‘Classi sperimentali di scuola
media unificata’ del Provveditore agli studi di Verona e genericamente rivolta ai Presidi di Scuola
Avviamento.
Consente, infatti, di rilevare che si è al secondo anno di attuazione dei programmi sperimentali di
Scuola Media Unificata, in Scuole d’Avviamento professionale, e offre una panoramica della
situazione venutasi a creare nei vari contesti territoriali. Permette inoltre di rilevare l’eco delle
contemporanee discussioni parlamentari riguardo lingue moderne e latino e infine dà disposizioni
in merito alla scelta delle materie opzionali da attuare nel corso dell’anno.
‘Per opportuna conoscenza e norma si trascrive integralmente la seguente C. M. n. 335, prot. 18251 del
5.11.1962. - In applicazione delle disposizioni impartite con cir. N. 281 del 3.8.1962, nell’anno scolastico
1962-1963 funziona un notevole numero sia di prime, sia di seconde classi con programmi sperimentali di
scuola media unificata, presso scuole secondarie di avviamento professionale ed anche presso scuole medie
normali. L’estensione dell’esperimento è diretta conseguenza dei risultati, in genere abbastanza
soddisfacenti, dell’esperimento stesso nei suoi due anni di vita e dell’interesse che esso ha suscitato presso le
famiglie degli alunni, le autorità locali, i capi d’istituto e docenti. Il funzionamento di un così elevato
numero di prime classi sperimentali, di seconde e terze classi, derivate, rispettivamente dalle prime e dalle
seconde esistenti lo scorso anno, pone taluni problemi circa la scelta delle materie opzionali, a partire dal
secondo anno, l’utilizzazione del personale insegnante e la preparazione culturale e professionale di
quest’ultimo. Premesso che in linea di massima restano confermate le disposizioni impartite nei precedenti
anni scolastici sul funzionamento delle classi di scuola media unificata in esperimento, si ritiene utile
precisare in ordine ai punti sopra indicati, quanto segue: 1) per quanto concerne le materie opzionali da
scegliere nella seconda classe, si fa presente che esse sono il ‘latino’ e le ‘applicazioni tecniche’. Ed invero,
stante la scarsa percentuale di opzioni per la seconda lingua moderna, verificatosi lo scorso anno e
considerato, altresì, l’orientamento contrario, a tale opzione determinatosi in occasione della discussione
parlamentare del disegno di legge istitutivo della nuova scuola, si ritiene di dover escludere detta lingua
moderna dalla scelta di materie opzionali che gli alunni delle seconde classi devono effettuare nell’anno in
corso. È appena il caso di rilevare che lo studio della seconda lingua moderna sarà, viceversa, continuato
dagli alunni delle classi terze che lo abbiano iniziato lo scorso anno nelle seconde -’
Per quanto riguarda la situazione specifica della scuola media unificata di Minerbe è ricavabile dal
seguente prospetto Istat, al 31 dicembre 1962, in cui viene indicato che la sede della scuola è in via
Roma, 122 e che le aule in uso all’unità scolastica sono sei, costruite appositamente.
Anno di corso
Classi funzionanti
Totale alunni
di cui ripetenti
M
F
MF
M
F
I anno
4
53
41
94
5
2
II anno
2
32
13
45
2
-
III anno
-
-
-
-
-
-
Totale
6
85
54
139
7
2
14
Per quanto riguarda gli insegnanti si rileva la seguente situazione statistica:
Categorie di personale
Abilitati
Insegnanti
di
materie
letterarie e lingue straniere
Insegnanti
di
materie
scientifiche e tecniche
Insegnanti di ed. fisica
Insegnanti di altre materie
Totale
Totale
M F
-
Senza abilitazione
Con laurea Con altra Non
Specifica
laurea
Laureati
2
1
4
2
5
M
F
7
1
-
2
1
3
1
4
1
2
4
1
2
5
3
1
6
1
1
7
1
2
9
2
3
16
Esami 1961-1962: Promozione al secondo anno per scrutinio o esame
Alunni
scrutinati
Alunni approvati
M
F
M
F
M
F
M
F
M
F
37
15
20
12
9
2
29
14
8
1
nella sessione
estiva
nella sessione
autunnale
Alunni
respinti
Totale
Nella comunicazione di tali dati al Provveditorato, il Preside precisa altresì che sono stati raccolti e
discussi i propositi delle famiglie circa la scelta delle materie facoltative così riassumibili: Latino
15%; Applicazioni tecniche 30%; Educazione musicale 20%.
Nell’anno scolastico 1962-1963 la situazione statistica della Scuola Media di Minerbe è altresì
ricavabile dal seguente prospetto che viene richiesto dal Comune di Minerbe ‘per corredare la
pratica di richiesta contributo statale sulla spesa di costruzione del nuovo edificio da dare in uso
alla Scuola Media unica’5.
Il Preside incaricato, prof. Gaetano Bicego, con nota del 15 ottobre 1963, risponde presentando la
situazione, al 1° ottobre 1963, come sotto riportata:
Anno scolastico
1961-1962
1962-1963
1963-1964
Classi
3 prime
4 prime
2 seconde
4 prime
3 seconde
2 terze
Totale Alunni
64
145
206
5
Comune di Minerbe, oggetto: Statistica alunni iscritti, prot. n. 3370 dell’11.10.1963 richiesta a On. Presidenza Scuola media
unica Minerbe
15
Di quest’ anno scolastico si ha anche la documentazione della richiesta avanzata al Provveditore,
da parte del Preside incaricato della scuola media di Minerbe, prof. Bicego, di istituzione del
doposcuola. In data 7 novembre 1963, il preside scrive: ‘considerato che nella sede scolastica risultano
disponibili nelle ore pomeridiane locali idonei e sufficienti in rapporto al numero dei frequentanti e che vi
sono docenti tenuti a completare l’orario di cattedra (per un totale di 25 ore settimanali), si chiede di poter
istituire il doposcuola, ripartendo le ore disponibili come segue: nelle classi I A/B/C/D, ore 2 settimanali;
nelle classi II A/B/C ore 3 settimanali; nelle classi III A/B ore 4 settimanali. Gli alunni frequentanti
corrispondono al numero degli iscritti in ciascuna classe. I docenti tenuti a completare l’orario sono: prof.
Lidia Fontana, prof. Giancarlo Brunello, prof. Alessandro Foresti, prof. Mario Uderzo, prof. Elisa Spiazzi.
Per assicurare un più efficiente funzionamento del doposcuola, sarebbe necessario aumentare di ore 27
(distribuiti in numero di tre in ciascuna classe) la durata delle attività, dette ore, eccedenti l’orario di
cattedra, dovrebbero essere retribuite nella misura stabilita dalla legge’.
Non è noto se la richiesta sia stata accolta così come proposto, ma di certo il doposcuola ha
funzionato sia in quest’anno scolastico sia nel successivo, come risulta dai carteggi consultati.
16
UNA PRIMA VALUTAZIONE
In data 30.11.1964 il Preside incaricato della Scuola Media di Minerbe, prof. Gaetano Bicego,
trasmette al Provveditore agli studi di Verona la Relazione sull’Attuazione del nuovo
ordinamento scolastico che consente diverse letture della situazione della nuova scuola di
Minerbe: il numero delle classi e degli alunni, la mancanza di aule (non ci sono né locali, né mezzi
per attuare il doposcuola), i compensi insignificanti ai docenti per le attività del pomeriggio, le
materie opzionali,..
Va comunque precisato che la refezione scolastica e le attività di doposcuola risultano essere attivi
nei primi anni di funzionamento della nuova scuola.
In data 7.02.1963, vale a dire nel corso dell’a. s 1962-1963 (II anno di funzionamento della scuola
media di Minerbe) il Provveditore, con nota prot. n. 485/A, ai Presidi delle scuole medie e di
avviamento della provincia, nonché ai Presidenti dei Patronati scolastici scrive ‘…di inviare la
segnalazione dell’eventuale fabbisogno di spesa per refezione, apprestamento di doposcuola, di ambienti di
sosta ed intrattenimento per gli alunni residenti fuori della sede i quali si trovino nelle condizioni per
usufruire del trasporto gratuito, cioè appartengano a famiglie che versino in stato di effettivo bisogno,
considerandosi tali le famiglie il cui reddito ai fini dell’imposta complementare progressiva non sia superiore
a quello per il quale si è esonerati da tale imposta (£ 720.000), maggiorata di £ 250.000 per ogni figlio a
carico. Se i figli a carico siano 5 o 6, il reddito non deve essere superiore a £ 2.500.000; se siano almeno 7,
non superiore a £ 5.000.000. Lo stato di bisogno dovrà essere comprovato con l’esibizione dello stato di
famiglia recante una dichiarazione dell’ufficio distrettuale delle Imposte dirette che l’interessato si trova
nelle condizioni su indicate riguardanti il reddito ai fini dell’imposta complementare. La segnalazione dovrà
contenere: 1) tipo di assistenza; 2) numero alunni assistiti; 3) durata (dal al); 4) spesa complessiva’.
Il preside, in data 8.2.1963, risponde ‘…facendo seguito al colloquio di ieri avuto con S.V. ILL./ma mi
permetto insistere per una sollecita ed abbondante assegnazione di fondi per la somministrazione della
refezione scolastica agli alunni di questa scuola. L’erogazione di questa assistenza condiziona il
funzionamento del doposcuola; gli studenti confluiscono alla scuola di Minerbe da sei comuni e da oltre una
decina di frazioni, quindi da una zona molto vasta e scarsamente fornita di mezzi di linea. Credo di non
sbagliare affermando che, fra le scuole esistenti, la nostra è topograficamente la più infelice. Le classi sono
sei: quattro prime e due seconde. Gli alunni frequentanti sono 139. Gli alunni ai quali è necessario dare la
refezione scolastica sono circa 75. La spesa presunta, per quattro mesi è di circa £ 800.000. Nutro fiducia di
benevola, particolare attenzione di V.S. ILL./ma verso i ‘figli lontani’ della Bassa Veronese. Con ossequi
ringrazio. Il Preside Gaetano Bicego’.
I dati che accompagnano la nota sono i seguenti:
Tipo di assistenza: refezione calda e ritrovo; Numero alunni assistiti: 75; Durata dal 7 gennaio al 7
maggio 1963: Spesa complessiva: £ 800.000.
Dalla Relazione sull’andamento del doposcuola della scuola Media Unificata di Minerbe, che il
Preside incaricato, prof. Gaetano Bicego, trasmette al Preside titolare, prof. Amelio Rizzini di
Verona, si possono inoltre ricavare le seguenti valutazioni:
‘Le trasmetto le relazioni degli Insegnanti di Lettere delle singole classi sull'andamento del doposcuola,
convinto che dalla loro lettura, anche se in qualche punto contradditoria, potrà ricavare un giudizio globale,
che mi auguro positivo.
Le lezioni si sono svolte sempre regolarmente. Le assenze degli Insegnanti quasi inesistenti; scarse quelle
degli alunni. Regolare lo svolgimento del programma. Ottimo l'andamento disciplinare.
17
Il doposcuola è stato attuato nel limite del possibile e nel quadro delle disposizioni superiori.
L’orario, comunque articolato, riuscirà sempre infelice, soprattutto perché gli Insegnanti non vorrebbero
essere occupati nel pomeriggio. Iniziare il doposcuola a breve distanza dal termine delle lezioni è pesante per
i ragazzi che sono ancora affaticati dalle lezioni del mattino. Porre un notevole intervallo tra le due attività,
significa trovarsi davanti alunni ancor più affaticati dal gioco.
Le distanze tra la scuola e le abitazioni influiscono negativamente sul doposcuola, perché o impediscono ai
ragazzi il ritorno, specialmente in caso di cattivo tempo, o li fanno ritornare stanchi.
Il mancato o ridotto funzionamento della refezione scolastica (fondi assegnati in aprile!) nei mesi invernali,
ha aggravato i lati negativi. Necessita un ambiente di ristoro e di sosta, una sala di lettura, l'assistenza
scolastica agli alunni anche da parte degli insegnanti di materie scientifiche. Occorrono altri sussidi
didattici; ma non è vero che manchino del tutto, perché, ad esempio, vi sono filmine adatte per tutte le
materie.
La frequenza è stata sempre elevata; le lamentele vengono da un certo settore, per cause già da me
identificate. Il risultato generale è decisamente soddisfacente; con ambiente e mezzi superiori agli attuali, si
potrà ottenere molto di più’. Con Ossequio, Gaetano Bicego’.
GLI INSEGNAMENTI FACOLTATIVI
Come riportato nell’Opuscolo sugli orari e sui Programmi d’insegnamento per la scuola media
unificata, l’Ordinamento iniziale risulta essere il seguente:
Materie d’insegnamento
Ore settimanali
I classe
II classe
III classe
Religione
1
1
1
Italiano
6
5
5
Storia, educazione civica, geografia
4
4
4
Lingua straniera
2
2
2
Matematica
3
3
3
Osservazioni scientifiche
2
2
2
Educazione tecnica
2
2
2
Educazione artistica
2
2
2
Educazione musicale
1
1
1
23
22
22
2
2
2
25
24
24
Latino
.
4
4
Applicazioni tecniche
-
4
4
25
28
28
Materie comuni
Educazione fisica
Materie orientative a scelta dell’alunno
18
Giova ricordare che inizialmente tra gli insegnamenti facoltativi da scegliere, per la seconda classe,
c’erano: il Latino, le Applicazioni Tecniche, l’educazione musicale e la Lingua Straniera.
Considerato, però l’orientamento contrario a tale opzione in sede parlamentare, già dal 1962-63, la
lingua straniera viene resa obbligatoria. Resta invece fino all’a. s. 1976-77 la scelta tra le altre
opzionalità: Latino - Applicazioni tecniche. Nel 1977, con la Legge n.° 348 viene abolito
l’insegnamento del latino come materia della scuola media e le Applicazioni tecniche divennero
Educazione tecnica, resa obbligatoria e non più differenziata tra maschile e femminile; anche
l'Educazione musicale venne estesa alle tre classi.
Nei primi anni d’avvio, la nuova Scuola Media Unificata si trova pertanto a rilevare, di anno in
anno, a partire dalla classe seconda, quali siano gli insegnamenti facoltativi scelti dagli alunni, in
quanto ad essi è correlata la pianta organica dei docenti.
Nella scuola media di Minerbe rispetto a tali opzionalità, nell’a. s. 1966-1967, con riferimento alle
classi seconde, si ha la seguente situazione:
Classe
Alunni
Applicazioni tecniche
Educazione musicale
II A
20
8
1
II B
20
8
2
II C
21
-
2
II D
20
14
5
Con riferimento alle classi terze si invece il seguente quadro:
Classe
Alunni
Applicazioni tecniche
Educazione musicale
Latino
III A
18
-
-
-
III B
17
9
1
6
III C
19
7
3
13
III D
18
8
8
7
In relazione al numero delle classi prime, seconde e terze della scuola, risulta pertanto la seguente
situazione:
materia opzionale
Classe
Ore settimanali
alunni/classi
Applicazioni
Prime
6 ore sett.
n. 3 classi
tecniche maschili
Seconde
4 ore sett.
II A-II B
Terze
3 ore sett.
III B: 10 alunni
Applicazioni
Prime
4 ore sett.
n.2 classi
tecniche femminili
Seconde
2 ore sett.
II D: 14 alunni
Terze
6 ore sett.
III C e III D
Prime
4 ore sett.
n.4 classi
Seconde
1 ora sett.
10 alunni
Terze
1 ora sett.
12 alunni
Terze
12 ore sett.
n. 3 classi (III B/C/D)
Educazione musicale
Latino
19
LE SQUADRE DI EDUCAZIONE FISICA
Nella fase di avvio, nella nuova scuola media vi è anche la suddivisione in squadre maschili e
femminili dell’insegnamento dell’educazione fisica. Anche per tale aspetto, di anno in anno si
rende necessaria la rilevazione della situazione in quanto connessa al fabbisogno organico dei
docenti. Sempre con riferimento all’a. s 1966-1967 per quanto riguarda tale aspetto si ha la
seguente situazione:
classi I
Maschi
Femm. Classi II
Maschi Femm.
Classi III
Maschi Femm.
I A ms.
17
8
II A m.
20
-
III A m.
17
-
I B m.
15
-
II B m.
20
-
III B m.
17
-
25
II C ms.
10
10
III C f.
-
19
5
II D f.
-
20
III D ms.
5
13
I C f.
I D ms.
10
Totale maschi 131; totale femmine 100
Il numero delle squadre risulta pertanto essere il seguente:
Squadre
maschili
II A+
ID
IB
II A
II B
II C +
III D
Squadre
femminili
IA+
II C
IC
ID+
III D
II d
III C
III A
III B
La rilevazione è trasmessa in data 29.9.1966 al Provveditore agli studi quale proposta per la
formazione delle squadre di educazione fisica. Nella comunicazione si precisa altresì che nell’anno
scolastico 1965-1966 sono stati incaricati delle lezioni di educazione fisica i seguenti insegnanti: per
i maschi prof. Gregorio Mazzali, per le femmine prof.ssa Maria Perezzani.
GLI ORGANI ‘COLLEGIALI’
Com'è noto gli Organi Collegiali della scuola saranno istituzionalizzati nel 1974. Prima di allora
per quanto riguarda il ‘governo’ della nuova scuola media unificata di Minerbe le uniche notizie
rinvenute sono due note, una relativa all’anno scolastico 1961-1962 e una relativa all’anno
successivo, il 1962-1963 che il preside incaricato, prof. Gaetano Bicego, invia al Provveditore agli
studi di Verona e che riguardano la Costituzione del Consiglio di Presidenza.
La prima riporta la data del 30 novembre 1961 dove il prof. Bicego scrive: ‘Comunico che è stato
eletto, in seduta ordinaria plenaria, il Consiglio di Presidenza di questa scuola nelle persone del prof.
Gaetano Bicego e della prof.ssa Elisa Spiazzi’.
La seconda riporta la data del 6 dicembre 1962 e in essa il preside, prof. Bicego, scrive: ‘Comunico
che è stato eletto, in seduta plenaria, il Consiglio di Presidenza di questa scuola nelle persone della prof.ssa
Elisa Spiazzi e del prof. Enzo Rigatelli’.
20
I CONSIGLI DI CLASSE
Un organo fondamentale per la scuola è il Consiglio di classe, costituito dai docenti che vi
operano. Lo è tutt’oggi e sicuramente lo sarà stato anche nei primi anni di avvio della nuova
scuola media. Unitamente agli altri organi scolastici istituzionali, sarà regolamentato nel 1974 con i
cosiddetti Decreti delegati del ministro dell’Istruzione Malfatti.
Ma già la stessa legge istitutiva della nuova scuola media unificata lo prevede e dà a esso precisi
compiti, anche se a Minerbe non verrà reso immediatamente operativo.
Di questo troviamo riscontro nella Relazione che il Preside invia al Provveditore. In tale relazione,
infatti, datata 8 luglio 1964, il Prof. Bicego riferisce le sue idee in proposito e allo stesso tempo
espone il risultato dell’esperienza di un anno di attività del nuovo Consiglio di classe.
Egli scrive: ‘La legge 31 dicembre 1962, n·1859, attribuisce al Consiglio di classe un compito nuovo, quello
di “assicurare, con la partecipazione attiva di tutti gli Insegnanti, la necessaria unità d’insegnamento".
Dico subito che questo compito nuovo del Consiglio di classe è stato raggiunto solo in parte, anche se si son
fatti tutti gli sforzi per tradurlo in realtà, e le cause sono le seguenti:
a) qualche insegnante conserva una certa gelosia della propria materia
b) alcuni insegnanti hanno scarsa conoscenza dei programmi, qualcuno è incerto dei limiti annuali della
propria materia
c) le cognizioni psicologiche, pedagogiche e didattiche di qualche insegnante non sono delle migliori
nonostante riunioni, chiarificazioni, suggerimenti e inviti da me fatti, un insegnante continuava a
tenere le lezioni di osservazioni scientifiche usando come unico strumento il libro di testo;
d) gli insegnanti di educazione musicale, educazione fisica, educazione tecnica, applicazioni tecniche,
educazione artistica e di altre materie che completano l’orario di cattedra presso altro istituto incontrano
notevoli difficoltà a partecipare alle riunioni. Buona parte degli insegnanti con orario completo di
cattedra nella nostra scuola hanno la dimora familiare in altro comune e mal sopportano l'ordine del
Preside per le riunioni.
Nonostante queste difficoltà le riunioni dei consigli di classe sono state tenute regolarmente una volta il
mese, e di ognuna di esse è stato redatto verbale. Oltre alle riunioni ufficiali ho abituato gli insegnanti a
scambiare tra loro idee, comunicare esperienze, osservazioni ecc. in occasione degli incontri giornalieri,
durante l’intervallo e nelle ore di attesa tra una lezione e l’altra; tutto ciò è stato prezioso lavoro di
preparazione alle riunioni mensili e abitudine alla fattiva collaborazione tra i docenti. Gli insegnanti
impediti a partecipare alle riunioni dei consigli di classe hanno fatto pervenire al coordinatore osservazioni e
proposte per iscritto. Il coordinatore ha portato a conoscenza degli assenti le conclusioni delle riunioni.
A quasi tutte le riunioni di classe è stato presente il Preside, nonostante il lavoro di coordinamento nella
classe sia stato devoluto a un professore di fiducia, normalmente al professore di lettere.
In un settore importante si è raggiunto un risultato nettamente positivo e precisamente nella valutazione
individuale degli alunni e delle classi; i vari insegnanti, riuniti in consiglio, hanno messo a confronto i
propri dati con quelli dei colleghi, li hanno modificati, ampliati o corretti, e con il concorso dì tutti è stata
definita e precisata la figura dì ogni alunno e della classe in generale, con conseguente adeguamento da parte
di ogni insegnante della propria materia alle capacità, all’attitudine, al livello raggiunto da ogni alunno.
In questo modo i singoli insegnanti hanno constatato che la loro personalità non veniva annullata, ma si
accordava e si sommava con quella data dagli altri, sulla via che porta alla vera unità dell’insegnamento.
Questa, in termini onesti, l’esperienza del nuovo consiglio di classe, con ossequio, Gaetano Bicego’.
21
La situazione riguardo ai Consigli di classe nella nuova scuola media, avrà presentato qualche
difficoltà e incertezza e probabilmente la loro esecuzione non sarà stata facile.
Il Ministro Gui, infatti, con circolare n. 194 del 24 aprile 1967, sente il bisogno di precisare quanto
segue: ‘Questo Ministero ha avuto modo di costatare che, durante il primo triennio di attuazione della scuola media,
i criteri adottati presso le varie scuole per il funzionamento degli organi collegiali e per le operazioni di verbalizzazione
delle riunioni di tali organi nonché per registrazione delle valutazioni trimestrali e finali, dei giudizi e dei profili degli
alunni, hanno dato luogo a qualche incertezza e, in alcuni casi, hanno determinato per Presidi, docenti e personale di
segreteria un sovraccarico di lavoro in conseguenza sia del numero delle riunioni degli organi sopra menzionati, sia
della ripetuta trascrizione di uno stesso atto su registri e stampati vari.
Si è avuto modo, inoltre, di costatare che presso le scuole sono stati via via diffusi e adottati come normali
stampati didattici e d'ufficio, modelli di schede e tipi di registri (oltre a quelli prescritti dalle norme vigenti per tutte le
scuole secondarie), quanto mai vari, talvolta eccessivamente complicati per il numero delle voci elencate e soprattutto
per la natura di tali voci, implicanti osservazioni, valutazioni e annotazioni psicologiche e caratterologiche non del
tutto consigliabili e opportune.
Dopo questa prima fase, nella quale si è avuto modo di raccogliere sufficienti elementi di valutazione in merito
a quanto sopra esposto, si ritiene necessario fornire, con la presente circolare, alcune indicazioni tali da far conseguire
una maggiore semplificazione nel funzionamento dei preindicati organi collegiali e nella compilazione e trascrizione
degli atti relativi all‘attività didattica dei docenti, assicurando nel contempo il minimo indispensabile di
documentazione giuridica.
1. RIUNIONI DEL CONSIGLIO DI CLASSE
Per quanto concerne le riunioni del Consiglio di classe, appare consigliabile attenersi alla periodicità mensile cui si fa
cenno nell’art.2, ultimo comma, della legge 31 dicembre 1962, n.1859, istitutiva della scuola media e nella circolare
n.13712 dell’8 agosto 1963, con la quale si fornirono a suo tempo le indicazioni essenziali riguardanti il
funzionamento del Consiglio di classe. È evidente, comunque, che il Preside potrà convocare il Consiglio medesimo
tutte le volte in cui ricorrano motivi di particolare necessità e urgenza.
Sempre in relazione ai fini assegnati dalla legge 1962/1859 all’attività del Consiglio di classe, si suggerisce che la
prima riunione di tale organo sia tenuta dopo che, iniziatosi l’anno scolastico, la classe, con l’assegnazione ad essa di
tutti i docenti, abbia raggiunto una sufficiente stabilità organizzativa e sia trascorso un periodo minimo di tempo,
durante il quale i docenti abbiano avuto la possibilità di orientarsi sulla situazione generale della classe loro affidata e,
per quanto possibile, anche sulle situazioni individuali degli alunni e particolarmente su quelle più bisognose di
attenzione. Per quanto riguarda, poi, la partecipazione dei docenti alle riunioni del Consiglio di classe, si consente che
il Preside dispensi dalla presenza effettiva da alcune di dette riunioni quei professori che per obiettive difficoltà non
potessero agevolmente parteciparvi. Ci si riferisce, ad esempio, agli insegnanti di educazione musicale, di religione, di
educazione artistica, di applicazioni tecniche, i quali, essendo normalmente impegnati nell'insegnamento in numerose
classi, a volte anche di diverse scuole, incontrano difficoltà a partecipare alle riunioni di tutti i relativi consigli di
classe. Gli elementi che gli insegnanti sopra indicati riterranno utile fornire per le riunioni del Consiglio di classe, a
cui non potranno essere personalmente presenti, saranno, in tal caso, raccolti preventivamente dal Preside o dal
coordinatore.
a) Piano di lavoro annuale della classe
I piani di lavoro sono certamente l‘espressione più significativa della nuova funzione didattica assegnata al Consiglio
di classe dalla legge istitutiva della scuola media.
Considerata, pertanto, l’importanza che tali piani assumono per tutto lo sviluppo della vita scolastica di ogni singola
scuola e le interpretazioni fin qui manifestatesi sulla natura, i fini, la struttura e la pratica compilazione di essi, si
ritiene utile prospettare, sulla base della ricca esperienza acquisita durante il primo triennio, alcuni criteri di massima
che potranno essere utilmente tenuti presenti dai Consigli di classe. Il piano di classe è un'ipotesi di lavoro che il
Consiglio di classe propone a se stesso come prospettiva di comune azione educativa, da sviluppare durante l‘intero
anno scolastico. Tale piano tende ad attuare in concreto l’unità educativa didattica della classe. Esso muove da un
primo accertamento del grado di preparazione della classe e deve tenere conto anche degli eventuali squilibri di
partenza degli alunni per renderne evidenti la natura e i limiti. Non vi è dubbio, infatti, che soltanto con tali
presupposti si rende possibile un procedere operativo nell’ambito della classe, mediante il quale ciascun alunno trovi
facilitato l’apprendimento di una realtà culturale che va facendosi sempre più complessa.
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Il piano di classe, quindi, deve essere concepito ed attuato come valido strumento di una coerente e proficua azione
didattica. Esso, per essere rispondente alle finalità sopra indicate, oltre che prendere in considerazione la realtà della
classe e dei singoli alunni, quali si presenta, sotto il profilo umano e culturale, nella fase iniziale dell'anno scolastico,
deve contenere gli obiettivi che si intendono fare conseguire agli alunni medesimi, in vista della loro personale
maturazione.
Il piano annuale dovrà quindi articolarsi sostanzialmente nei seguenti punti:
a) presentazione della situazione iniziale della classe;
b) individuazione degli obiettivi da conseguire al termine dell'anno scolastico
c) traccia del lavoro da svolgere durante l‘intero anno scolastico con cenni sull'impostazione didattica che si
intende dare a tale lavoro
d) precisazione dei criteri da seguire nella valutazione degli alunni.
Occorrerà evitare che il piano si riduca ad una mera elencazione di mete educative generali e che prescinde dai
contenuti e dalle finalità delle singole materie di insegnamento; altrimenti si rischierebbe di cadere, inevitabilmente, in
estrinseche quanto inutili generalizzazioni pedagogico-didattiche o in formule vuote e artificiose. Non sembra dubbio,
alla luce della stessa premessa agli orari e programmi d‘insegnamento che il piano annuale di classe debba
sostanzialmente creare il presupposto per consentire che “le prescrizioni ed i suggerimenti riguardanti le singole
discipline siano inquadrati in una considerazione unitaria ....( che ) è dovere comune di tutti gli insegnanti e si
concreta in una coordinazione costante".
Si ritiene cioè che il piano annuale trovi la sua sostanziale concretezza e la sua validità didattico-operativa, ove sia
concepito non già come una semplice ipotesi generica, né come la somma o la estrinseca giustapposizione dei piani di
lavoro dei singoli insegnanti e tanto meno come un fatto di ordine burocratico, bensì come una comune intesa sui fini
e sui metodi in relazione al programma generale da svolgere durante l'anno, in base all'esame delle prime valutazioni
e dei primi orientamenti degli insegnanti, per l'impostazione del proprio lavoro secondo le esigenze peculiari delle
rispettive materie d’insegnamento, tenuto conto delle situazioni individuali degli alunni e delle caratteristiche
dell'ambiente.
Il piano di classe resta però sempre un’ipotesi di lavoro, che in base a valutazioni iniziali viene collegialmente
formulata e che può essere rettificata, sempre in sede di Consiglio di classe, vie via che ciò si renda necessario in
relazione all'acquisizione di nuovi elementi sulla situazione della classe e degli alunni e all'effettivo andamento
dell'attività didattica. In tale piano dovranno essere previste le capacità che gli alunni alla fine dell'anno dovrebbero
avere acquisito sia nell'ordine espressivo, sia nell'ordine della sistemazione dei contenuti culturali che dovranno essere
posseduti dagli alunni medesimi in armonia con le indicazioni di programmi ministeriali e in base ai piani di lavoro di
ciascun docente.
In sostanza, le previsioni delle capacità che gli alunni dovranno acquisire alla fine dell’anno non dovranno essere
ispirate a finalismi aprioristici e generici, ma dovranno essere messe in relazione ad una chiara precisazione, sia pure
in termini generali, di ciò che si pensa di dover insegnare agli alunni in ciascuna materia durante l'anno.
Si tratta, cioè, di delineare le ipotesi relative alle capacità degli alunni non in astratto, ma riferite specificamente
all’ordine espressivo, a quello matematico, a quello delle osservazioni scientifiche e delle attività tecniche ed artistiche
nonché all’educazione fisica, civica e religiosa, sulla base di quei problemi e di quegli aspetti che, nel processo di
apprendimento e di sistemazione culturale di ciascuna materia, devono assumere valore di soluzioni e di momenti
chiave.
Conclusivamente, il piano di classe così concepito e strutturato diviene un documento-guida per tutti gli insegnanti,
secondo il quale le singole discipline svolgano il loro ruolo, in vista del comune intento di promuovere un effettivo ed
unitario processo di apprendimento, in cui ogni acquisizione culturale viene valorizzata mediante un'adeguata
organizzazione dei contenuti del sapere.
2. Piano di lavoro dell’insegnante
Tale piano è opera di ciascun insegnante, che con esso assume un impegno di lavoro che investe la sua generale
responsabilità di educatore e la sua specifica esperienza didattica riferita alla propria disciplina.
Mentre nel piano di classe si sarà proceduto, come si è detto, a stabilire le linee generali di orientamento ed i punti di
raccordo, in riferimento ai quali l’azione educativa di tutti i docenti si dovrà muovere per conseguire in una data
situazione scolastica ed ambientale i fini di un armonico sviluppo della personalità degli alunni, sul piano di lavoro dei
singoli insegnanti si dovrà procedere ad una indicazione particolareggiata e concreta dei temi, degli aspetti e dei modi
che, in relazione alla predetta situazione scolastica ed ambientale, si ritengono opportuni per promuovere negli alunni
l'apprendimento dei contenuti culturali ritenuti basilari in relazione alle rispettive discipline.
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Nel piano di lavoro dell’insegnante non si dovrà trascurare quindi un'indicazione relativamente analitica di quanto
dovrà essere in concreto oggetto di insegnamento nella sequenza dei vari momenti dell’azione didattica.
Tale indicazione, non che [anziché] rendere statico e aprioristicamente predeterminato il piano d’insegnamento,
favorirà invece, mediante le capacità didattiche dell’insegnante e l’intelligente uso di appropriati sussidi didattici, il
conseguimento degli obiettivi ritenuti in partenza essenziali in relazione al piano di insegnamento della materia, in
quella situazione scolastica, per quegli alunni di quella classe.
I vari momenti dell’azione didattica devono quindi assumere un preciso valore funzionale nel piano di sviluppo
previsto come itinerario di esperienza culturale, sia in senso quantitativo che qualitativo, da far compiere all’alunno
nell'arco dell‘anno scolastico nelle singole materie.
1. Verbalizzazione delle riunioni del Consiglio di classe
Per la verbalizzazione delle riunioni del Consiglio di classe non è necessario un particolare modello: è sufficiente un
comune registro. In tale registro dovranno essere scritti i verbali delle riunioni del Consiglio di classe in quanto l'atto
ufficiale di tali riunioni è, appunto, il verbale.
Questo dovrà essere redatto dal docente che nella riunione medesima svolge le funzioni di segretario del Consiglio e
sarà firmato da quest'ultimo e dal Preside (o dal coordinatore). A ciascuna classe dovrà essere destinato un registro in
modo da rendere possibile, al termine del corso, di cogliere l'evoluzione subita dalla classe e dai singoli alunni durante
l’intero triennio e consentire tra l'altro la compilazione della relazione del Consiglio di classe, a norma dei criteri
orientativi per l'esame di licenza approvati con decreto ministeriale 15 ottobre 1965.
I verbali delle riunioni dovranno contenere in forma sintetica una breve esposizione della discussione svoltasi e delle
conclusioni a cui si sarà pervenuti. Nel registro dei verbali del Consiglio di classe va riportato il piano di classe con le
eventuali rettifiche durante il corso dell'anno. In tale registro, invece, non va riportato il piano di lavoro individuale
dei singoli insegnanti, che va consegnato al Preside, a sua richiesta, in foglio a parte. Da ciò consegue che il piano di
lavoro individuale degli insegnanti dovrà essere loro opera personale, sia pure in armonia con quanto è stato deliberato
collegialmente, e pertanto non dovrà essere trascritto nel registro dei verbali del Consiglio di classe, ma ad esso
allegato in unica copia.
Nelle riunioni mensili del Consiglio di classe, saranno oggetto di verbalizzazione (sempre con riferimento all’ordine
del giorno fissato preventivamente e riportato nel verbale) i rilievi sulla situazione generale della classe, le difficoltà
eventualmente incontrate dai singoli insegnanti nello svolgimento del proprio lavoro, e conseguenzialmente la
maggiore o minore rispondenza del piano annuale di classe alle reali possibilità degli alunni nonché - come già
precisato - le eventuali rettifiche da apportare al piano medesimo.
Si curerà inoltre di riassumere in modo chiaro e significativo le conclusioni sulla discussione svoltasi intorno a quelli
alunni che, per la loro particolare situazione, sono stati oggetto di esame da parte del Consiglio di classe, nonché
l'azione individualizzata che a loro favore il Consiglio stesso ha concordato di svolgere.
È superfluo ricordare che nel registro dei verbali del Consiglio di classe devono essere contenuti anche i verbali di ogni
altra seduta che il Consiglio abbia tenuto in adempimento delle disposizioni vigenti, quali quelle per scrutini ed esami
di promozione, per trasferimento di alunni, per provvedimenti disciplinari, ecc. Nel registro dei verbali saranno altresì
redatti i giudizi sui singoli alunni, espressi collegialmente in sede di scrutinio di ammissione agli esami dal Consiglio
di classe, ai sensi dell'art.2 del D.P.R. 14 maggio l966, n. 362, nonché la sintetica relazione richiesta nella premessa ai
criteri orientativi dell'esame di licenza di cui al decreto ministeriale 15 ottobre l965.
Tale relazione, per la parte relativa agli "elementi utili a delineare la personalità dei singoli candidati" potrà fare
riferimento ai giudizi complessivi predetti’.
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I PRESIDI
La prima informazione che si ha riguardo alla Presidenza della nuova Scuola Media Unificata di
Minerbe è una domanda di esonero dall’insegnamento del doposcuola avanzata dal preside
incaricato, prof. Gaetano Bicego, al Provveditore agli Studi di Verona, datata 8 gennaio 1962
(quindi anno scolastico 1961-1962 - primo anno d’avvio della nuova scuola media unificata a
Minerbe) nella quale scrive: ‘Faccio seguito al colloquio avuto con la S.V. ILL./ma lunedì mattina. Ho
l’incarico di insegnamento di lettere–italiano-latino-storia e geografia per un totale di ore 13 di lezione
settimanali nella classe II A di questa Scuola Media Unificata. Ho pure l’incarico di presidenza della scuola,
come da foglio n. 7729 del 2 ottobre 1962. Per completare l’orario di cattedra - ore 18 – devo prestare la mia
opera per 5 ore nell’attività del doposcuola. Faccio presente che per il buon funzionamento della Scuola è
necessario affrontare un notevole lavoro per la direzione e il controllo didattico e disciplinare. La scuola ha
139 frequentanti, divisi in sei classi, quattro prime e due seconde. Mi permetto di chiedere a S.V. ILL./ma
l’esonero dall’obbligo delle 5 ore di dopo scuola, per dedicare tempo maggiore alla direzione e alle altre
attività della scuola stessa. Ringrazio, con ossequio. Il preside incaricato Gaetano Bicego’.
Da ricordare comunque che il Preside ‘titolare’ o ‘ufficiale’ risulta essere il prof. Rizzini. Nei
carteggi si trovano infatti diversi riscontri che attestano tale sua funzione; in più lettere, note o
comunicazioni si può infatti riscontrare la dicitura: ‘Il Preside: prof. Amelio Rizzini’.
Le comunicazioni a firma del prof. Bicego, relativamente a tale anno scolastico, riportano invece la
dicitura di ‘preside incaricato’. Ma va precisato che la funzione del preside Rizzini Amelio
(preside della scuola media “Betteloni” di Verona), non è quella di Preside ‘tout court’ della nuova
scuola media di Minerbe, quanto quella di ‘Preside incaricato dal superiore Ministero, per tramite di
questo Ufficio, della funzione di vigilanza sul funzionamento delle classi sperimentali di Scuola media
unificata’ come precisa la nota del Provveditore agli studi di Verona del 20.1.1962 al Preside della
Scuola Media di Avviamento di Minerbe avente a oggetto: ‘Vigilanza sul funzionamento delle
classi sperimentali di scuola media unificata’.
La documentazione che riguarda il preside Bicego consente altresì di rilevare che è stato preside
incaricato della presidenza della scuola media di Minerbe per diversi anni; con nota del 17 ottobre
1963 scrive, infatti, al Provveditore di accettare la presidenza della scuola media di Minerbe per
l’anno scolastico 1963-64. Stessa cosa anche nell’anno successivo, il 1964-65.
Emerge inoltre che era un maestro laureato in quanto in data 3 marzo 1964 scrive al Provveditore
per chiedere un giorno di permesso per partecipare a Roma al Congresso nazionale dei maestri
laureati. Si rileva anche che svolgeva la funzione di Sindaco, nel paese di residenza, Bonavigo, in
quanto, in data 21 maggio 1963, chiede al Provveditore l’autorizzazione a partecipare, il 25 maggio
1963, in Peschiera, a un convegno di tutti i Sindaci dei Comuni della provincia.
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L’elenco completo dei capi d’istituto che si sono succeduti nella Scuola secondaria di I grado di
Minerbe risulta essere il seguente:
Amelio Rizzini
anno
1961-1962
Preside con funzioni di vigilanza sul
funzionamento delle classi sperimentali di scuola media unificata
Gaetano Bicego
anni:
dal 1961/62 al 1967/68
(7 anni)
Oliviero Baldo
anno:
1968/1969
(1 anno)
Alfredo Galipò
anno:
1968/1969
(1 anno)
Mario Visentin
anno:
dal 1969/1970 al 1970-71
(2 anni)
Raimondo Zaffuto
anni:
dal 1971/72 al 1975/1976
(5 anni)
Bruna Bigini
anno:
1976/1977
(1anno)
Giovanni Guidorizzi
anno:
dal 1978/1979 al 1981/1982
(4 anni)
Oliviero Baldo
anno:
1982/1983
(1 anno)
Agostina Cacciato Poletto anno:
dal 1983/1984 al 1994/1995
(12 anni)
Alfredo Passarin
anni:
dal 1995/1996 al 1998/1999
(4 anni)
Silvana Zamboni
anni:
dal 1999/2000 al 2007/2008
(8 anni di Istituto
Comprensivo più gli anni precedenti alla guida della Direzione
Didattica) 6
Loretta Bertassello
anno:
dal 2008/2009 ad oggi.
DA SCUOLA SECONDARIA ‘AUTONOMA’ A ’ISTITUTO COMPRENSIVO’
L’anno scolastico 1999/2000 vede la nascita, in varie realtà territoriali, di nuove tipologie di
aggregazioni scolastiche: gli istituti comprensivi caratterizzati da una verticalità che di norma
comprende scuole dell’infanzia, unite assieme a scuole primarie e secondarie di I grado, sotto un
unico centro organizzativo.
Il 2000 viene così a essere un anno significativo per il sistema educativo italiano ma anche di
profonda trasformazione per il servizio scolastico delle varie realtà territoriali.
Con l’istituzione dei “Comprensivi” si realizza, infatti, una unitarietà e continuità del sistema
scolastico non solo formale ma reale e si semplificano i rapporti con famiglie e Istituzioni. Da
ricordare che a partire da quest’ anno scolastico nella provincia e nella regione, seguirà un
costante processo di ‘comprensività’ che porterà alla scomparsa di tutte le scuole secondarie quali
realtà autonome con propria presidenza e al loro ‘inglobamento’ nella nuova realtà degli istituti
comprensivi; processo che oggi può definirsi completamento concluso.
6
Da ricordare che dall’anno scolastico 1999/2000 la Direzione Didattica di Minerbe e la Presidenza della scuola Media di I grado di
Minerbe vengono fatte confluire in un’unica nuova Istituzione Scolastica: l’ Istituto Comprensivo di Minerbe che risulta così
costituito: due scuole dell’infanzia, cinque primarie e due scuole secondarie di primo grado per un totale di 883 alunni.
26
I SEGRETARI
Il Comune di Minerbe, a seguito degli impegni assunti con l’istituzione della nuova scuola
d’avviamento, in data 19 gennaio 1962, comunica al sig. M° Costantini Luigi e per conoscenza
anche al Preside della scuola di Avviamento Commerciale ‘…che con deliberazione della Giunta
municipale n° 137 del 20/11/1961-approvata dalla G.P.A., in seduta del 9/1/1962 n° 3477/2^, è stato
ratificato l’incarico precario in favore di V.S. per il servizio di segreteria presso la locale scuola di
avviamento commerciale, con programmi di scuola media unificata. Detto incarico decorre dal 1° novembre
1961 e cesserà il 30.9.1962 e verrà compensato totalmente con la somma di £ 200.000 (duecentomila).
Distinti ossequi. Il Sindaco Leonello Bertoldi’.
In data 9/11/1962 un’altra comunicazione del Comune al sig. M° Costantini Luigi e per
conoscenza anche al Preside della Scuola di Avviamento Commerciale notifica che ‘con recente
provvedimento di questo Consiglio comunale è stato confermato l’incarico precario in favore di V.S. per il
servizio di Segreteria presso la locale scuola di avviamento commerciale con programmi di scuola media
unificata. Detto incarico decorre dal 1° settembre 1962 e cessa il 30 settembre 1963; verrà compensato
totalmente con la somma di £ 260.000 (duecentosessantamila). Distinti ossequi. Il Sindaco Leonello
Bertoldi’.
Negli anni successivi il registro dello stato del personale non insegnante consente di rilevare i
segretari che si sono succeduti:
Tognon Nerino, nominato il 16.11.1963 che svolge il servizio di vice segretario della scuola fino al
30.9.1968.
Cucchiara Salvatore, nominato vicesegretario supplente dal 12.11.1968 al 30.9.1969, trasferito dal
1° ottobre 1969 alla scuola media di Dossobuono.
Zecchetto Iole n. Segala, con qualifica di vice-segretario di ruolo dall’1.10. 1969 al 30.9.1970; di
segretario aggiunto di ruolo dall’1.10.1970 al 30.10.1971; di segretario di ruolo dal 1.10.1971 al
31.8.1987; dall’1.9.1987, data di dimissioni dal servizio.
L’elenco completo risulta essere il seguente:
Dall’anno scolastico 1961/1962 al 1967/1968:
Anno scolastico 1968/1969:
Dall’anno scolastico 1969/1970 al 1985/1986:
Anno scolastico 1986/1987:
Dall’anno scolastico 1987/1988 al 1988/1989:
Anno scolastico 1989/1990:
Tognon Nerino
Cucchiara Salvatore
Zecchetto Iole
Pavan Marisa
Bassi Elena Doretta
Incaricati vari con durate limitate ad alcuni mesi:
(F. M. Gonzato-E. Barbieri-E. D. Bassi-M.N.
Gianesini)
Anno scolastico 1990/1991:
Pulvirenti Antonino
Anno scolastico 1991/1992:
Vicentini Cristina
Anno scolastico 1992/1993:
Incaricati vari con durate limitate ad alcuni mesi (L.
Montati-M. Todeschini-M. Pavani)
Dall’anno scolastico 1993/1994 al 1994/1995: Pavan Marisa
Anno scolastico 1995/1996:
Maistrello Maria
Dall’anno scolastico 1996/1997 al 1998/1999: Modenese Cinzia
Dall’anno scolastico 1999/2000 ad oggi:
Marocco Giovanna
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I ‘BIDELLI’
Il registro dello stato di servizio del personale non insegnante consente altresì di rilevare la
presenza, nei primi anni della scuola media di Minerbe, dei seguenti bidelli.
In particolare si rileva quanto segue:
Rossetto Francesco
Presta servizio nella scuola media di Minerbe dal 14.11.1963 all’1.9.1990
Vivaldi Lina
Presta servizio nella scuola media di Minerbe dal 14.11.1963 al 31.8.1987
Andreoni Giuseppe
Presta servizio presso la scuola media di Minerbe dal 29.12.1965 al
31.8.1987
Ottaviani Maria n. Presta servizio nella scuola media di Minerbe dal 21.12.1970 al 31.8.1987
Vicentini
Tommasino Carmelo
Presta servizio nella scuola media di Minerbe dal 30.11.1973 al 31.8.1987
Righetti Maria
Presta servizio nella scuola media di Minerbe dal 13.10.1976 al 9.9.1984
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LA ‘PRECARIETÀ’ INIZIALE
L’iniziale collocazione ‘precaria’ o ‘di fortuna’ della nuova Scuola Media unificata a Minerbe, con
il crescere degli alunni e delle classi, comporta inevitabili difficoltà di cui si trova traccia nel
carteggio relativo ai rapporti tra Comune e Presidenza della scuola.
I primi anni: 1961-1964
Nei primi anni della scuola media, la convivenza con la scuola elementare non deve essere stata
del tutto neutra. In data 18 novembre 1963, infatti, il Direttore della Direzione Didattica di
Minerbe, Dott. Eugenio Biroli, scrive al Preside della scuola media: ‘ Si prega la S.V. di voler
cortesemente sgomberare il locale annesso alla direzione Didattica. Detto locale necessita a questo Ufficio per
collocarvi l’archivio’.
Anno scolastico 1963-64
La Relazione finale del Preside, relativa all’a. s. 1963-64, trasmessa al Provveditore agli studi di
Verona, in data 26 ottobre 1964, consente di rilevare che, in questo periodo, la scuola media è sita
in via Roma 122 (edificio delle scuole elementari), ha nove classi per un totale di 207 alunni.
Anno scolastico 1964-1965
Anche la relazione del Preside al Provveditore agli studi di Verona, relativa all’a. s. 1964-65
consente di rilevare che ‘la scuola media statale ha sede nell’edificio delle scuole elementari in
Minerbe, via Roma, n. 122, ove occupa 10 locali, dei quali uno destinato a presidenza, uno a
segreteria, un altro a sala professori. Gli altri sette locali sono normai aule. Di esse tre sono state
dimezzate con tramezzo per avere le dieci aule corrispondenti al numero delle classi.
L’arredamento è in buono stato. La scuola manca di palestra; i corridoi sono angusti e le lezioni di
educazione fisica sono state svolte nelle aule o all’aperto, tempo permettendo. Le applicazioni
tecniche maschili e femminili sono state fatte in aula o in un locale di fortuna, per mancanza di
aule attrezzate allo scopo. Le lezioni di educazione musicale sono state svolte nelle singole aule sia
pure con l’ausilio di un giradischi e di una pianola, in ambienti non adatti e con risultati modesti.
Anno scolastico 1965-1966
La Relazione finale del Preside concernente l’a. s. 65-66 consente di rilevare il seguente quadro: la
scuola media ha sede in un edificio di proprietà comunale in Minerbe, via Roma, n. 41.
Il fabbricato è una vecchia casa di abitazione, adattata a scuola. Vi sono sistemate n. 8 (otto) classi,
la Presidenza, la Segreteria, un locale destinato a sala per Professori. Le rimanenti n. 3 (tre) classi
sono provvisoriamente ospitate nell’edificio delle scuole elementari in via Roma, n. 122. L’arredo è
in buono stato.
La scuola possiede le poche attrezzature tecniche scientifiche fornite dal Ministero. Manca di
gabinetti scientifici e di aule di educazione artistica. La biblioteca raggiunge il numero di 591
volumi: 110 per i professori e 482 per gli alunni. In generale lo svolgimento dei Programmi è
avvenuto senza particolari difficoltà per quasi tutte le materie, tranne che per l’educazione fisica,
per le applicazioni tecniche maschili e femminili e per l’educazione musicale. La scuola manca di
palestra, i corridoi sono angusti e le lezioni di educazione fisica sono state svolte nelle aule o
all’aperto, tempo permettendo.
Le applicazioni tecniche maschili e femminili sono state fatte in aula o in un locale di fortuna, per
mancanza di aule attrezzate allo scopo. Le lezioni di educazione musicale sono state svolte nelle
singole aule sia pure con l’ausilio di una pianola, in ambienti non adatti e con risultati modesti.
29
Si ha inoltre notizia del fatto che in data 24 agosto 1965, il Provveditore agli studi di Verona, dott.
Ignazio Pierri, scrive al signor Sindaco e p.c. al Preside della scuola media e al Direttore della
Direzione Didattica di Minerbe, la nota prot. n. 3599 avente a oggetto - Sede staccata di scuola
elementare- nella quale chiede: ‘si prega di far conoscere se i locali al piano terra del fabbricato di
proprietà comunale, ex casa del fascio, sono stati sgomberati dalla famiglia che li occupava. Inoltre si
gradirebbe avere notizia dei provvedimenti adottati da codesta amministrazione per dare miglior
sistemazione alle due scuole d’obbligo’.
Anno scolastico 1966-1967
La relazione finale successiva riguardante l’a. s. 1966-67 consente di rilevare che la scuola media è
collocata in due edifici di proprietà comunale, uno in Minerbe via Roma n. 41, l’altro in via
Marconi n. 22.
I fabbricati sono vecchie case di abitazione, adattate a scuola. In via Roma, n. 41 sono alloggiate n.
7 (sette) classi, la Presidenza, la Segreteria, un locale destinato a sala professori. In via Marconi n.
22 sono alloggiate le rimanenti 5 (cinque) classi. L’arredamento è in buono stato.
Le attrezzature tecnico-scientifiche sono quelle fornite dal Ministero e sono insufficienti. Mancano
gabinetti scientifici e aule di educazione artistica, musicale e applicazioni tecniche. La scuola non
ha insegnanti di ruolo. Quattro sono incaricati triennali gli altri sono supplenti annuali e
insegnanti elementari laureati. Parecchi hanno fatto la loro prima esperienza nella scuola media
sperimentale e insegnano in questa scuola media statale per riconferma da più di un anno. Sono
evidenti i benefici della continuità didattica. Le assenze degli insegnanti sono minime o quasi
nulle. Tutti gli insegnanti hanno buona conoscenza dei Programmi ufficiali dei quali si discute
nelle frequenti riunioni e soprattutto nei consigli di classe. Qualche difficoltà si è incontrata per lo
svolgimento dei programmi di educazione fisica, di applicazioni tecniche maschili e femminili e di
educazione musicale per la nota carenza di locali. La scuola manca di palestra. I corridoi sono
angusti e le lezioni di educazione fisica sono state svolte nelle aule o all’aperto, tempo
permettendo. Le applicazioni tecniche maschili e femminili sono state svolte in aula o in sala
professori. Le lezioni di educazione musicale sono state svolte nelle singole aule, con l’ausilio di
una pianola, in ambienti non adatti e con risultati modesti.
La documentazione agli atti consente inoltre di rilevare quanto segue.
In data 2 agosto 1966, il Preside della Scuola Media scrive al Sindaco di Minerbe per far presente
che ‘il Signor Provveditore, con lettera del 18 giugno 1966, invita i Presidi a segnalare alle
Amministrazioni comunali eventuali lavori di restauro e manutenzione degli edifici scolastici. È nota alla
S.V. la situazione riguardante i locali e l’arredamento della scuola media. Siamo sempre in attesa di banchi e
armadi, cortesemente più volte promessici. È necessario però che io richiami l’attenzione di V.S. sul numero
dei locali. Probabilmente quest’anno le classi saranno dodici. È indispensabile un locale per le esercitazioni
di educazione artistica. È pure indispensabile che il locale d’entrata, dove per l’a. s. 1965-1966 è stata
sistemata la classe II A, resti a disposizione per l’affissione degli ordini e delle notizie, per il controllo da
parte dei bidelli di chi entra ed esce, per la sosta dei bidelli stessi e per evitare che chiunque abbia bisogno di
accedere agli uffici di Presidenza e Segreteria sia costretto a entrare per la porta di servizio che si apre nei
gabinetti di decenza. Ricordo a S.V. che la Presidenza e la Segreteria sono sistemate in un unico locale,
accoppiamento non troppo felice per il buon funzionamento del servizio.
Si rende pertanto indispensabile il reperimento di almeno altri due locali per una sistemazione temporanea,
non certamente definitiva, della Scuola Media.
Segnalo a S.V. la notizia secondo la quale il Signor Direttore Didattico vorrebbe a sua disposizione le tre
aule da noi occupate nell’edificio delle scuole elementari. Mi tengo a disposizione di V. S. per eventuali altre
informazioni, pregandola di cortese riscontro, dovendo tenere informato il Signor Provveditore, con
ossequio, Gaetano Bicego’.
30
In risposta a tale richiesta, il 16 settembre 1966, il Sindaco di Minerbe scrive al Signor Provveditore
e p.c. al preside di Minerbe la seguente nota, prot. n. 3449, avente a oggetto: Disponibilità intero
edificio per la scuola elementare del capoluogo.
‘Mi pregio segnalare alla S.V. ILL./ma che questa Amministrazione, con atto deliberativo n. 113 del
31.8.1966. in corso di approvazione tutoria, ha disposto di porre a disposizione della locale scuola media
statale alcuni vani di un edificio di proprietà comunale con relativi servizi e ampio cortile, sito in via
Marconi, n. 22 di questo capoluogo. Tale decisione è stata motivata dalla necessità di un maggior numero di
locali prospettata dal Signor Preside della scuola media per l’a. s. 1966/1967 e dalla opportunità, al fine
anche di evitare la suddivisione degli alunni di detta scuola in ben tre edifici, di togliere dall’edificio delle
scuole elementari del capoluogo le tre classi di scuola media che vi avevano trovato ospitalità durante il
decorso anno scolastico. Certo che la S.V. consapevole della difficoltà di questa Pubblica Amministrazione
per una razionale sistemazione della scuola media, in mancanza di un edificio di specifica costruzione ad uso
scolastico, vorrà concedere nulla osta per la soluzione precaria e temporanea su indicata, ringrazio e porgo
doverosi ossequi. Il Sindaco Bertoldi Leonello.
In data 28 ottobre il Sindaco trasmette al Preside della Scuola Media copia del parere sanitario
relativo all’uso dei locali, ex abitazione del medico condotto, per sede di scuola media. Il parere,
indirizzato al Sindaco del Comune di Minerbe, è redatto dall’Ufficiale sanitario, dott. Renzo
Tessari, del Consorzio per la Vigilanza igienico-sanitaria e profilassi di Legnago e riporta quanto
segue: ‘Come da richiesta ho eseguito sopraluogo alla casa di proprietà comunale (ex abitazione del medico
condotto) allo scopo di accertare se essa possa (dal punto di vista igienico-sanitario) essere adibita ad uso
scuola media. In linea di massima esprimo parere favorevole al predetto uso (purché l’edificio sia idoneo dal
punto di vista statico) a condizione che vengano almeno eseguite le seguenti opere: tinteggiatura dei servizi
igienici con materiale impermeabile e lavabile almeno fino all’altezza di m. 1,60; allacciamento delle fosse
settiche, ivi esistenti, alla fognatura dinamica ormai funzionante; sistemazione del pavimento
dell’antigabinetto’.
Il Comune provvede altresì, come precisato dall’ufficiale sanitario, a rilevare le condizioni di
stabilità dell’edificio da adibire a scuola media. In data 30 dicembre il Sindaco può così tramettere
al Preside la seguente relazione sulle condizioni di stabilità del fabbricato sottoscritta, in data
1.10.1966, dal tecnico incaricato, geom. Ruggero Carrara: ’A seguito di richiesta fatta da codesta
Amministrazione, relativa alla stabilità del fabbricato da adibirsi in parte a scuola media del capoluogo, da
rilievi e verifiche effettuate, espongo quanto in appresso. Il fabbricato è di vecchia costruzione con murature
perimetrali interne in cotto ed impalcati in legno. Da quanto ho potuto verificare ed osservare al piano terra
ed al primo piano, dove i locali saranno trasformati in aule, le strutture si presentano, attualmente, in
condizioni di conservazione e di manutenzione tali da ritenersi sufficienti a garantire la stabilità del
fabbricato stesso’.
Anno scolastico 1967-1968
Di quest’ anno manca la Relazione finale del preside, ma la documentazione agli atti consente di
rilevare che nella sede di via Roma (ex casa del fascio) la sistemazione delle classi non deve essere
stata del tutto ideale, se in data 7 ottobre 1967 il preside Bicego, rivolgendosi al sindaco di Minerbe
scrive: ’sono costretto a richiamare la sua cortese attenzione sullo stato dei cortili adiacenti ai due fabbricati
scolastici in uso alla scuola media statale. Il cortile della scuola di Via Marconi 22 è letteralmente ingombro
di materiali di ogni genere, che limitano lo spazio disponibile e costituiscono pericolo per l’incolumità degli
alunni. Appesa al muro del fabbricato, a brevissima distanza dalla porta di accesso, vi è addirittura una
malsicura cassetta per presa di corrente elettrica a uso industriale. È stata abbattuta la rete di cinta sul lato
ovest del cortile e gli alunni hanno via libera verso un cantiere edile. Nel cortile di via Roma 41 è necessario
sia sistemata una buca con sabbia per le possibili esercitazioni di educazione fisica. La rete metallica nel lato
ovest, in confine con i sigg. Pesarin, deve essere saldamente fissata al muro per impedire che gli alunni
passino nella bottega del confinante. Con ossequio, il preside inc., Gaetano Bicego’.
31
Appressandosi il tempo invernale, in data 25 ottobre 1967 il preside Bicego scrive al Signor
Sindaco: ‘come ho avuto occasione di farle presente negli incontri dei giorni scorsi, sarebbe necessaria la
fornitura di due stufe, di dieci sedie e la costruzione di un tramezzo nel vano antistante i gabinetti
nell’edificio di via Roma 41, per ricavare l’ufficio di Presidenza’.
L’Amministrazione comunale di questi anni, dimostra di farsi carico di ogni richiesta avanzata
dalla scuola, ma la precarietà della situazione rimane.
In data 2 febbraio 1967 il Provveditore, dovendo dare il prescritto parere alla delibera del Comune
di Minerbe relativa a ‘parziale destinazione del fabbricato comunale, ex abitazione del medico
condotto, a sede temporanea, di alcune classi per la scuola media’, scrive al Preside chiedendo ‘se
possa considerarsi una soluzione, anche se a carattere temporaneo, accettabile sotto il profilo della
funzionalità e del rispetto delle norme igieniche’.
Il preside Bicego risponde che ‘l’aumento del numero degli alunni e delle classi di questa scuola media ha
provocato la richiesta al sindaco di Minerbe di reperimento di locali da adibire ad aule scolastiche. La Giunta
municipale di Minerbe, con delibera del 31 agosto 1966 destinava l’ex abitazione del medico condotto a sede
temporanea di alcune classi di scuola media. A richiesta di questa Presidenza, l’amministrazione comunale
faceva eseguire nell’ex abitazione del medico lavori per assicurare la stabilità dell’edificio, la funzionalità e
l’accettabilità sotto il profilo igienico. L’occupazione dei locali è avvenuta dopo il rilascio di dichiarazioni
scritte, di cui questa scuola possiede copia, da parte del tecnico comunale e dell’Ufficio medico consorziale,
riferentesi rispettivamente alla stabilità del fabbricato e all’osservanza delle norme igieniche.
L’autorizzazione dell’occupazione è stata data per via telefonica dal Signor Provveditore agli studi del
tempo. La destinazione dei locali costituenti l’ex abitazione del medico condotto ad uso scolastico è stata e
rimane l’unica soluzione possibile; deve considerarsi a carattere strettamente temporaneo, anche se
accettabile per la funzionalità e per l’osservanza delle norme igieniche. Questa scuola media conta nel
presente anno scolastico n. 240 alunni divisi in 12 classi.
Sette classi con la Presidenza e la Segreteria trovano alloggio in via Roma n. 41, nell’ex casa del fascio;
cinque classi sono sistemate in via Marconi n. 22 nell’ex casa del medico condotto.
La distanza tra i due fabbricati è di m. 250 circa. Rimane sempre urgente il problema della costruzione di un
edificio scolastico razionale, per il quale l’Amministrazione comunale ha fatto più volte ripetute richieste di
finanziamento. Con ossequio, il Preside incaricato, prof. Gaetano Bicego’.
Anno scolastico 1968-1969
La relazione finale del preside relativa all’a. s. 1968-69, consente di rilevare che la scuola media è
ancora sistemata in due locali di fortuna con un arredo insufficiente per cui si spera
nell’assegnazione di un contributo ministeriale per la costruzione di una sede idonea, ormai
indispensabile per le esigenze sempre più crescenti della popolazione.
La documentazione agli atti consente inoltre di rilevare che anche nel corso del corrente anno
l’Amministrazione comunale provvede nuovamente a rilevare la situazione dell’edificio di via
Marconi, ex casa del medico condotto. Per quanto riguarda la staticità della struttura, in data 12
febbraio 1968, il geometra del comune, Ruggero Carrara, conferma il parere precedentemente
espresso, mentre l’Ufficiale sanitario, dott. Renzo Tessari, in data 12 dicembre 1967, dà al Sindaco
di Minerbe la seguente relazione:
‘come da sua richiesta ho eseguito (prima dell’inizio dell’anno scolastico) un sopraluogo alla scuola media di
Minerbe. la scuola predetta è ubicata in due edifici di vecchia costruzione. Devesi tuttavia rilevare che i
locali hanno aereazione ed illuminazione sufficiente, che i servizi igienici hanno una sistemazione
abbastanza razionale e che non esistono cause manifeste di insalubrità. L’approvvigionamento idrico e lo
smaltimento delle acque nere, sono razionali. Per quanto sopra descritto l’edificio in linea di massima
presenta requisiti igienici abbastanza conformi allo spirito delle vigenti leggi sanitarie in materia di edilizia
scolastica’.
32
Anno scolastico 1969-1970
In data 19 settembre 1969, il sindaco di Minerbe, Leonello Bertoldi, scrive al Provveditore degli
studi di Verona e per conoscenza anche al preside della scuola media di Minerbe quanto segue:
‘Mi pregio segnalare alla S.V. Ill.ma che questa Amministrazione, con atto deliberativo n. 98, in
data 12.9.1969, in corso di approvazione tutoria, ha disposto di porre a disposizione della locale
scuola media statale alcuni vani di un edificio di proprietà comunale (ex Villa Babini) con relativi
servizi e cortile, sito in via G. Marconi n. 43, di questo capoluogo. Tale decisione è stata motivata
dalla necessità di trasferire le aule scolastiche ricavate in altro fabbricato comunale, recentemente
ceduto al Dr. Bertolaso Ottorino, per uso privato, per alienazione disposta dal Consiglio
Comunale.
Nel nuovo fabbricato troveranno ospitalità quelle classi di scuola media che, per insufficienza di
locali, non potranno essere sistemate nell’altro fabbricato comunale sito in via Roma, n. 41 e, se del
caso, gli uffici di Presidenza e Segreteria della scuola stessa.
Certo che la S. V. Ill.ma, consapevole delle difficoltà di questa pubblica Amministrazione per una
razionale sistemazione della scuola media in mancanza di un edificio di specifica costruzione ad
uso scolastico, vorrà concedere nulla osta per la soluzione precaria e temporanea suindicata,
ringrazio e porgo doverosi ossequi’.
Anni scolastici 1970-72: mancano notizie
Anno scolastico 1972-1973
In data 19 settembre 1972, il preside della scuola media di Minerbe, prof. Raimondo Zaffuto scrive
al provveditore agli studi di Verona la seguente nota, prot. n. 879, per far presente la situazione in
merito al funzionamento delle classi: ‘Sottopongo all’attenzione di codesto Provveditorato le gravi
carenze edilizie di questa Scuola media, particolarmente per quanto riguarda i locali della
succursale di cui sono in grado di allegare la planimetria.
Comunico inoltre la dislocazione di tutte le classi attualmente previste per il prossimo anno
scolastico, col rispettivo numero di alunni e dimensioni delle singole aule.
Mi permetto di fare osservare che i locali della Succursale che ospiteranno quest’anno ben otto
classi, presentano una cubatura assolutamente insufficiente anche per le classi ad effettivi molto
ridotti.
Tali locali inoltre sono riscaldati da stufe a legna e illuminati da finestre molto piccole. L’attuale
situazione edilizia mi ha costretto a chiedere la formazione di due seconde a effettivi alquanto
ridotti.
La mia richiesta è stata accolta con provvedimento in corso, di cui ho avuto notizie mediante
fonogramma dell’8 settembre 1972.
Tale provvedimento autorizzerebbe l’istituzione di una prima e due seconde con conseguente
soppressione di una prima sulle due prime che erano autorizzate per l’a. s. 1971-72.
In attesa di perfezionamento del provvedimento di cui sopra, rimango a disposizione per qualsiasi
altro chiarimento e porgo deferenti ossequi’.
33
La figura a lato consente di rilevare che
nell’a. s. 1972-73, nella sede Centrale, in
Via G. Marconi, quattro erano le classi
collocate al piano terra, tre quelle al
primo piano.
Nella succursale, posta in via Roma, tre
erano la classi collocate al piano terra,
cinque quelle al primo piano.
In totale le classi erano quindici.
34
Riepilogo ‘precarietà’ delle sedi
Anno
scolastico
1961-62
1962-63
1963-64
1964-65
1965-66
1966-67
1967-68
1968-69
1969-70
1970-71
1971-72
1972-73
1973-74
Sede/i della scuola media /numero classi
Scuola elementare,
via Roma 122
tre classi
Scuola elementare,
via Roma 122
sei classi
Scuola elementare,
via Roma 122
nove classi
Scuola elementare,
via Roma 122
dieci classi
Via
Roma
122,
elementari
cinque classi
Via Roma, 41
(ex casa del popolo)
sette classi
scuole via Roma, n. 41 (ex casa del popolo)
sei classi
via Marconi, 22
(ex casa del medico condotto, dott.
Bertolaso)
cinque classi
Via Roma, 41
via Marconi, 22
(ex casa del popolo)
(ex casa del medico condotto, dott.
sette classi
Bertolaso)
cinque classi
Via Roma, 41
via Marconi, 22
(ex casa del popolo)
(ex casa del medico condotto, dott.
sette classi
Bertolaso)
cinque classi
Villa Angiari o Babini, attuale Via Roma, 41
Via Marconi 22
sede municipale, sita in via (ex casa del (ex casa medico
Marconi n. 43
popolo)
condotto)
Mancano notizie
Mancano notizie
Via Marconi, sede centrale
Via Roma, sede succursale
7 classi
8 classi
Via Verdi 114, attuale sede
Tutte le 15 classi a partire dal 7 gennaio 1974
35
NELLA NUOVA SEDE
Il trasferimento nel nuovo edificio scolastico avviene il 7 gennaio 1974 ed è comprovato da una
comunicazione del preside, prof. Raimondo Zaffuto al Provveditorato agli studi di Verona, prot.
n. 727/9, del 24 settembre 1974, relativa all’anno scolastico 1974-75, nella quale informa che la
popolazione scolastica è di 321 alunni e che il nuovo edificio è in funzione dal 7 gennaio 1974 con
un numero di aule appena sufficiente in quanto si son dovute già sacrificare ad uso di aule
normali le aule speciali.
Ha così termine il lungo periodo di precarietà della sede scolastica della nuova scuola media
istituita nell’anno scolastico 1961-1962 e partita con tre classi con iniziale collocazione nell’edificio
della scuola elementare, posto in via Roma 122.
Negli anni successivi, le classi furono ospitate negli ambienti dell’ex casa del fascio in via Roma,
41, per cui la scuola media si trovò ripartita su due sedi.
Risulta inoltre che nell’a. s. 1969 le classi della scuola media fossero ospitate in ben tre edifici
(presso la casa del popolo, in via Roma 41, presso l’abitazione dell’ex medico condotto, in via
Marconi 22 e presso Villa Babini-Angiari, in via Marconi 43).
Il nuovo edificio, dotato di un’ampia palestra si ebbe solo nell’a. s. 1973-1974.
La nuova scuola media, infatti, fu costruita più tardi, nel terreno della Villa Bergolo-Bottagisio, in
via Verdi 144. Il nuovo edificio venne inaugurato durante le vacanze del 1973 e così nei primi
giorni del 1974, gli studenti poterono entrare direttamente nella nuova scuola.
Il preside Zaffuto che nel gennaio del 1974 ha ‘traghettato’ studenti e classi nella nuova
sede riguardo all’edificio scolastico afferma: ‘Mi è gradito e doveroso ricordare la
sensibilità per la Scuola riscontrata negli Amministratori Comunali. Ricordo in particolare
la figura del Sig. Bertoldi, Sindaco pro tempore di Minerbe, la cui disponibilità e premura
furono da tutti apprezzate, anche negli aspetti materiali, sia nella bella vecchia villa sia nel
nuovo edificio scolastico, particolarmente curato dal punto di vista estetico sì da essere
diventato meta di visite da parte di responsabili scolastici di Mantova e di osservatori
pervenuti in elicottero da altra provincia’7.
7
Intervista rilasciata dal preside Raimondo Zaffuto in occasione della cerimonia di riconoscimento ai Direttori Didattici, ai Presidi e ai Dirigenti Scolastici che
hanno governato l’Istituzione scolastica di Minerbe, avvenuta a Minerbe il 13.12.2008 presso il Teatro parrocchiale.
36
Le Delibere del Consiglio Comunale che portarono alla costruzione del nuovo edificio della scuola
media di Minerbe
Anno 1972
Delibera n. 56 del 28/10/1972:
Anno 1973
Delibera n. 38 del 06/04/1973:
Delibera n. 63 del 12/07/1973:
Delibera n. 94 del 09/12/1973:
Anno 1974
Delibera n. 70 del 18/10/1974:
Delibera 18/10/1974:
approvazione perizia di variante suppletiva al progetto esecutivo
dei lavori di costruzione dell’edificio scolastico occorrente alla
Scuola Media Statale in Minerbe capoluogo.
nuova opera di costruzione e arredamento edificio per la Scuola
Media Statale di Minerbe. Esame e approvazione perizia
suppletiva per opere, attrezzature ed arredi di completamento.
Progettista Ing. Isaia Chiavegato, di Cologna Veneta, impresa
costruttrice, sig. Varco Gino
concessione in uso gratuito alloggio di servizio al custode
dell’edificio per la Scuola Media Statale di Minerbe.
opera di completamento strade perimetrali per la nuova Scuola
Media Statale in Via Verdi.
esame e approvazione revisione prezzi per l’appalto dei lavori di
costruzione nuovo edificio per la Scuola Media Statale di
Minerbe. Impresa Varco di Belfiore d’Adige.
esame e approvazione revisione prezzi per l’appalto dei lavori di
costruzione dell’impianto termico idrico ad uso del nuovo
edificio per la Scuola Media.
assunzione oneri conseguenti all’anticipato pagamento del
compenso revisionale dei prezzi per l’appalto di opere murali e
affini relative alla costruzione dell’edificio per la Scuola Media di
Minerbe.
Anno 1975
Delibera 21 marzo 1975:
Anno 1976
Delibera 8/01/1976:
revoca deliberazione consiliare n 71. del 18/10/1974, esame e
approvazione revisione prezzi per l’appalto lavori costruzione
nuovo edificio Scuola Media Statale di Minerbe.
Lavori fornitura per costruzione Scuola media Statale di
Minerbe. Legge 28 luglio: ulteriori oneri per la realizzazione
dell’opera.
37
I recenti interventi
Anno 2008
Istallazione dell’ascensore (inaugurazione: 14 maggio 2009)
Anno 2010
Rifacimento strutturale della palestra (inaugurazione: sabato 2 ottobre 2010)
Anno 2011
Sostituzione infissi
Anno 2012
Completamento sostituzione infissi, installazione antifurto
INTITOLAZIONE DELLA SCUOLA
Nuova scuola media: quale nome?
A questa esigenza già in data 2 aprile 1966 preside e docenti della scuola media di Minerbe
intendono dare una risposta. In tale data, infatti, il Preside Bicego invia al Provveditore agli studi
di Verona due copie del Verbale del Collegio docenti della scuola e due copie del profilo del
personaggio al nome del quale è proposta l’intitolazione.
Il Verbale del Collegio dei Professori per l’intitolazione della scuola media statale di Minerbe
riporta la seguente delibera:
‘Il giorno 30 marzo 1966, alle ore 15 presso l’edificio scolastico della scuola media di Minerbe si
riunisce il Collegio dei professori, regolarmente convocati. Presiede il preside prof. Gaetano
Bicego; è segretario il prof. Francesco Favalli. Sono presenti i professori: Baldin Renzo, Baldo
Oliviero, Bottone D’Agostino Maria, Foresti Giovanni, Giordano Ferrari Annamaria, Guarinoni
Pietro, Lovato Giuseppe, Maschi Davide, Merlin Agostino, Salvatore Teresa, Spiazzi Amalia,
Spiazzi Elisa, Tobaldini Claudia, Tollin Gustavo, Venturini Monte Teresa, Catri Giuseppe, Mazzali
Gregorio, e Perezzani Maria. Sono assenti i professori: Rigatelli Enzo, Padovani Sandra e Ancardo
don Alfonso.
Omissis…
Il Preside, uditi proposte e pareri da tutti gli insegnanti, propone che la scuola sia intitolata al
poeta dialettale veronese Berto Barbarani. Detta proposta ottiene l’unanimità dei consensi.
Il Segretario del Collegio: fir.to Favalli Francesco
Il Preside: fir.to Bicego Gaetano
Berto Barbarani: Profilo
Nacque a Verona il 5 dicembre 1872 da famiglia di modeste condizioni
economiche tanto che, alla morte del padre (1883), per mancanza di
mezzi, dovette interrompere la frequenza al ginnasio-liceo Scipione
Maffei di Verona. Ottenuta ugualmente la maturità classica, pubblicò a
vent’anni una prima raccolta di poesie: El rosario del cor, sul settimanale
cittadino Can della Scala. La pubblicazione di questi versi permise al
poeta di entrare nella redazione del quotidiano Il Gazzettino.
Nel 1900 la sua fama varcò i confini della città e Barbarani fu invitato a
Milano dalla “famiglia artistica” di quel luogo ed ebbe così la possibilità
di conoscere i maggiori poeti dialettali del tempo fra i quali Trilussa e Di
Giacomo. Nonostante il loro invito Barbarani non volle mai abbandonare
la sua Verona per stabilirsi nella città lombarda.
38
A Verona dunque il poeta trascorse tutta la sua vita e a Verona volle anche morire. Era il 4 gennaio
1945. Le sue numerose poesie sono state raccolte in quattro ‘Canzonieri’ suddivisi in diversi libri.
Fra le liriche che meritano di essere citate: San Zen che ride, El Campanar de Avesa, Ah Santa Libara,
El me Adese el capita a Verona, El Cristo su la scala, I Pitochi e il poemetto Giulietta e Romeo.
Per la procedura dell’intitolazione della scuola, per quanto riguarda il Titolo degli Istituti Medi di
Istruzione, il Preside fa riferimento alla circolare n. 35 del Ministero P.I. del 31 marzo 1928; per
quanto riguarda invece le procedure alla circolare ministeriale n. 4452/48 del 25 giugno 1947.
Essendo prevista l’acquisizione del parere del Sindaco del comune viene inoltre richiesto al
Sindaco di esprimersi in merito.
Il Sindaco, Leonello Bertoldi, con nota n 735 del 17 febbraio 1966, avente a oggetto: Intitolazione
Scuola Media locale, risponde al preside che ‘a conoscenza che l’argomento è di stretta competenza
dell’autorità scolastica, quest’Amministrazione ritiene superflua l’indicazione richiesta’.
Dall’a. s. 1966-1967 la nuova scuola media di Minerbe si chiamerà pertanto ‘Scuola Media statale
Berto Barbarani di Minerbe’.
I DOCENTI DEGLI INIZI
Il Registro dello Stato personale dei professori, relativo all’a. s.
1961-1962, consente di rilevare i nomi dei primi professori che
hanno insegnato nella scuola d’avviamento di Minerbe con
programmi di scuola media unificata.
Si riportano nello stesso ordine in cui sono registrati:
Bicego Gaetano, nato il 29.09.1913 a Bonavigo; servizio d’ins.te
elem. dall’1.1.1935. Ins.te di Materie letterarie dal 2.10.1961 al
30.9.1962; Preside incaricato dall’1.10.1962 al 30.9.1968;
Bovolon Ivana, n. Carrara, nata il 25.2.1932 a Minerbe; laurea in
Farmacia; abilitazione Osservazioni scientifiche; servizi presso
Ist. Mag. di Badia Polesine, presso la scuola d’avviamento
agrario di Cerea, presso la scuola d’avviamento agrario di
Cologna Veneta, presso la scuola professionale di Legnago,
presso la scuola d’avviamento di Minerbe. Ins.te di Matematica
e Osservazioni scientifiche con decreto del Provveditore agli
studi dal 2.10.1961 al 30.9.1962;
Carrara Ruggero, nato il 29.10.1929 a Minerbe; diploma di
geometra. Insegnante di educazione tecnica presso la scuola d’avviamento di Minerbe con nomina
del capo d’Istituto dal 16.11.1961 al 30.9 1964.
Fidanza Antonio, nato il 6.8.1932 a Oppido Lucano (PT);
Giusti don Giovanni, sacerdote, nato il 21,10,1930 a Ronco all’Adige, ins.te di Religione con
nomina del capo d’istituto dall’1.10.1961 al 30.9 1965;
Giordano Anna Maria, in Ferrari, nata il 15.2.1938 a Legnago, diploma di liceo artistico, ins.te di
educazione artistica dal 2.10.1961 al 30.9.1966;
Paganotto Germana, nata il 9.7.1932 a Minerbe, ins.te di economia domestica e educazione fisica
nell’a. s 1961/2, con nomina del capo d’istituto; insegna economia domestica dal 16.10.1962 al
30.9.1964 con nomina triennale del Provveditore; dall’1.10.1964 passa alla scuola media statale di
Solcio di Liso, Novara;
Pelloso Remigio, nato il 6.11.1936 a Lonigo, ins.te di Francese con nomina del capo d’istituto, dal
16.11.1961 al 30.9.1962;
39
Soave Giovanni Battista, nato il 6.11.1901 a Cerea, abilitazione in musica e canto, ins.te di
educazione musicale con nomina del Provveditore agli studi dal 2.10.1961 al 30.9.1962
Spiazzi Elisa, nata il 14.12.1937, a Bonavigo, Laurea in Pedagogia, ins.te di Materie Letterarie con
nomina del capo d’istituto dal 23.10.1961 al 30.9.1962; del Provveditore agli studi dall’1.10.1962 al
30.9.1966;
Bertolini Lea, nata a Legnago il 22.5.1933, ins.te di Materie Letterarie con nomina del capo
d’istituto dall'1.3.1962
Rigatelli Enzo, nato il 15 aprile 1924 a Cerea, laurea in Farmacia, ins.te di Matematica e
osservazioni scientifiche con decreto del Provveditore dall’1.10.1961 al 30.9.1966;
Salvatore Teresa, nata il 19.1.1934 a Legnago, laurea in lingue e letterature straniere, ins.te di
Francese con nomina del Provveditore dall’1.10.1961 al 30.9.1966;
Favalli Francesco, nato il 23.7.1933 a san Pietro di Morubio, laurea in Pedagogia, ins.te di Materie
Letterarie con nomina del Provveditore, dall’1.10.1963 al 30.9.1966;
Soave Maria Mirella, n. Negri, nata il 26.11.1927 a Legnago, laurea in Matematica, ins.te di
Matematica e osservazioni scientifiche con nomina del provveditore dall’1.10.1963 al 30.9.1965;
Scudellari Vincenzo, nato il 24.9.1913 a Oppeano, laurea in Economia e Commercio, ins.te di
Applicazioni Tecniche con nomina del Provveditore dall’1.10.1963 al 30.9.1965;
Catri Giuseppe nato il 29.7.1917 a Panni (Foggia), laurea in Economia e Commercio, ins.te di
Applicazione Tecniche, comandato a Minerbe dall’1.10.1964 al 30.9.1966;
Brunello Giancarlo nato il 5.10.1935 ad Albaredo d’Adige, studente universitario, ins.te di materie
letterarie con nomina del capo d’istituto dal 29.10.1962 al 30.9.1965;
Spiazzi Amalia Rosa, nata il 10.6.1941 a Bonavigo, laurea in Pedagogia, ins.te di Materie letterarie
con nomina del capo d’istituto dal 21.10.1963 al 30.9.1966;
Baldo Oliviero, nato il 28.5.1934 a Legnago, laurea in Scienze biologiche, ins.te di Matematica e
osservazioni scientifiche con nomina del Provveditore dal 31.10 1962 al 30.9.1966;
Foresti Giovanni, nato il 13.9.1936 a Minerbe, studente universitario (laurea in Giurisprudenza nel
novembre 1965), ins.te di Materie Letterarie con nomina del capo d’Istituto dal 13.10.1964 al 30.9.
1966;
Baldin Renzo, nato il 18.4.1939 ad Albaredo d’Adige, studente universitario, ins.te di Materie
Letterarie con nomina del capo d’istituto dal 13.10.1964 al 30.9.1966;
Ferrari Gabriella nata il 24.6.1944, a Minerbe, studentessa, ins.te di Francese con nomina del capo
d’istituto dal 9.11.1964 al 20.1.1966;
But Giuseppe, nato il 26.11.1936 a Genova, ins.te di Materie letterarie con nomina del capo
d’istituto dal 13.10.1964 al 30.9.1965;
Bottone Maria n. D’Agostino il 9.3.1913 a Gravina di Puglia (Bari), diplomata in Pianoforte, ins.te
di educazione musicale con nomina del Provveditore dall’1.10.1962 al 30.9.1965
Perezzani Maria, nata il 18.7.1938 a Bovolone, studentessa iscritta all’ISEF di Bologna, ins.te di
educazione fisica con nomina del capo d’istituto dal 29.10. 1963 al 30.9.1966;
Mazzonelli Italo, nato il 7.7.1940 a Terlago (Trento), studente universitario, ins.te di educazione
fisica con nomina del capo d’istituto dal 15.10.1964 al 30.9.1965;
Guarinoni Pietro, nato il 27.6.1942 a Isola Rizza, studente universitario, ins.te di Materie letterarie
con nomina del capo d’istituto dal 15.10.1965 al 30.9.1966;
Lovato Giuseppe, nato il 9.10.1940 a Villa Bartolomea, studente universitario, ins.te di Materie
letterarie con nomina dl capo d’istituto dal 15.10.1965 al 30.9.1966;
Merlin Agostino, nato il 29.11.1931 a Cerea, ins.te di Matematica e osservazioni scientifiche con
nomina del Provveditore dall’1.10.1965 al 30.9.1966;
Tobaldini Claudia, nata il 19.1.1943 a Bevilacqua, studentessa universitaria, ins.te di Materie
letterarie con nomina del capo d’istituto dal 15.10.1965 al 30.9.1966;
40
Mazzali Giuseppe, nato il 26.4.1922 a Correzzo, maestro elementare, ins.te di educazione fisica con
nomina del capo d’istituto dal 15.10.1965 al 30.9.1966;
Anoardo don Alfonso, nato il 22.2. 1941 a Colognola ai Colli, ins.te di Religione con nomina del
capo d’istituto su designazione della Curia vescovile di Verona, dall’1.10.1065 al 30.9.1966;
Venturini Teresa n. Monte il 2.3.1916 a Padova, ins.te di Applicazioni tecniche, incaricata triennale
dall’1.10.1964 al 30.9.1965;
Guiotto Cesira n. Barollo, diploma di economia domestica, ins.te di Applicazioni tecniche,
incaricata a tempo indeterminato dall’1.10.1963 al 9.1.1966;
Guerrato Antonio nato l’8.4.1927 a Verona, ins.te di Matematica e osservazioni scientifiche con
nomina del capo d’istituto dal 6.11.1965 al 30.9.1966;
Tollin Gustavo nato il 4.4.1942 a Cologna veneta, diploma univ. di Statistica, ins.te di Matematica e
osservazioni scientifiche dal 15.2.1966 al 30.9.1967
Padovani Sandra nata il 22.9.1940 a Nogara, diploma di liceo artistico, abilitata, ins.te con incarico
triennale dall’1.10.1065 al 30.9.1966.
Anoardo don Alfonso
Baldin Renzo,
Baldo Oliviero
Bertolini Lea
Bottone D’Agostino Maria
Bovolon Ivana Carrara
Brunello Giancarlo
But Giuseppe
Carrara Ruggero
Catri Giuseppe
Favalli Francesco
Ferrari Gabriella
Foresti Giovanni
Fidanza Antonio
Giordano Ferrari Annamaria
Giusti don Giovanni
Guarinoni Pietro
Guerrato Antonio
Guiotto Barollo Cesira
Lovato Giuseppe
Mazzali Gregorio
Mazzonelli Italo
Merlin Agostino
Padovani Sandra
Paganotto Germana
Pelloso Remigio
Perezzani Maria
Rigatelli Enzo
Salvatore Teresa
Scudellari Vincenzo
Soave Giovanni Battista
Soave Negri Maria Mirella
Spiazzi Amalia
Spiazzi Elisa
Tobaldini Claudia
Tollin Gustavo
Venturini Monte Teresa
1965/6
1964/5, 1965/6
1962/3, 1963/4, 1964/5, 1965/6
1961/2
1962/3, 1963/4, 1964/5
1961/1962
1962/3, 1963/4, 1964/5
1964/5
1961/2, 1962/3, 1963/4
1964/5, 1965/6
1963/4, 1964/5, 1965/6
1964/5, 1965/6
1964/5, 1965/6
1961/2
1961/2, 1962/3, 1963/4, 1964/5, 1965/6
1961/2, 1962/3, 1963/4, 1964/5
1965/6
1965/6
1963/4, 1964/5, 1965/6
1965/6
1965/6
1964/5
1965/6
1965/6
1961/2, 1962/2, 1963/4,
1961/2
196374, 1964/5, 1965/6
1961/2, 1962/3, 1063/4, 1964/5, 1965/6
1961/2, 1962/3, 1963/4, 1964/5, 1965/6
1963/4, 1964/5
1961/2
1963/4, 1964/5
1963/4, 1964/5, 1965/6
1961-1981
1965/6
1966/7
1964/5, 1965/6,
41
INTERVISTA ALLA PROF.SSA ELISA SPIAZZI, DOCENTE DI LETTERE CHE HA INSEGNATO
ALLA SCUOLA MEDIA DI MINERBE DALL’ANNO DEL SUO AVVIO
In che anno ha cominciato a insegnare nella scuola media di Minerbe? Quanti anni aveva? E per
quanti anni ha insegnato?
Ho cominciato a insegnare nel novembre del 1961 quando a Minerbe è stata instituita la scuola
media unificata. Avevo 25 anni e ho insegnato per 30 anni.
Che materie insegnava?
Insegnavo materie letterarie (italiano, latino, storia e geografia).
Dove ha insegnato durante la sua carriera?
Oltre a Minerbe (20 anni) ho insegnato alla scuola media Cavalcaselle di Legnago.
Qui a Minerbe quante classi c’erano? E quanti alunni per classe? Erano classi miste?
Nei primi due anni del mio insegnamento vi erano 2 sezioni per anno, una maschile e una
femminile. Al terzo anno gli alunni furono raggruppati in un’unica sezione mista. In seguito il
numero degli alunni aumentò fino a formare le sezioni dalla A fino alla F. C'erano circa dai 20 ai
26 alunni per classe.
Chi erano i suoi colleghi? Alcuni insegnano ancora?
Ricordo il cognome di alcuni colleghi: Paganotto, Soave, Salvatore, Giri, Ferrari, Baldo, Rango,
Pranovi, Carrara, Papi, Malandrin, Alberti, Morello, Polo, Baldini, Tarantino ecc. L'unica che è
ancora in servizio è la prof.ssa Papi.
Che ricordo ha del primo preside con cui ha lavorato?
Il primo preside, il professor Bicego, amava scherzare sia con gli insegnanti sia con gli alunni e
nello stesso tempo sapeva essere severo.
Come si comportavano i ragazzi? Sono cambiati i rapporti tra insegnanti e alunni?
Ai miei tempi non c'erano particolari problemi di disciplina e gli alunni erano rispettosi degli
insegnanti, del personale ausiliare e della struttura della scuola. Non posso giudicare i rapporti
attuali tra insegnanti e alunni perché non sono più in servizio.
Oggi gli alunni hanno la possibilità di scegliere il tempo normale (30 ore) o quello prolungato (36
ore). Anche ai suoi tempi era così?
Al tempo della scuola media unificata vi erano anche lezioni pomeridiane, poi solo il mattino.
C’erano molti compiti scritti? C’erano materie più importanti di altre?
Sì, c'erano molti riassunti, temi, esercizi di analisi grammaticale e logica. Le materie letterarie e
scientifiche ai quei tempi erano considerate le più importanti e determinanti per la promozione o
la bocciatura di un alunno.
Le piaceva il suo lavoro? Era severa? Quali difficoltà ha incontrato?
Ho sempre insegnato con molto entusiasmo fino all'ultimo giorno di scuola. Ho cercato di stare
vicino e aiutare i miei alunni a conoscere se stessi per potersi realizzare nella vita. Ero dolce e
severa allo stesso tempo e non ho incontrato particolari difficoltà se non quelle normali di
conciliare il lavoro con la famiglia e gli interessi personali.
42
Che cosa ricorda con piacere dei primi anni della sua carriera?
L'entusiasmo, l'impegno nel trovare le parole giuste per fare amare ai ragazzi la scuola e lo studio
e la collaborazione con i colleghi.
Può raccontare un episodio significativo che le è rimasto impresso?
Un giorno un ragazzino dopo l'appello in cortile non è entrato in classe. Preoccupati, l'abbiamo
cercato per tutto l'edificio ma non c'era. Allora io e un bidello con il permesso del preside siamo
andati a cercarlo lungo la strada di casa. A un tratto l'abbiamo visto in mezzo a un campo di
grano, ci siamo fermati, mi sono avvicinata, gli ho parlato ed è ritornato a scuola con noi. Il giorno
dopo la mamma è venuta a ringraziarci per il modo con cui eravamo intervenuti e il ragazzino
non è più scappato ed ha concluso positivamente l'anno scolastico.
LA SUA TESTIMONIANZA
Quanti anni ha insegnato in tutto? In quali scuole? Le è piaciuto fare l’insegnante? Ha rimpianti
per non aver fatto altri mestieri? Lo rifarebbe?
In tutto ho insegnato trenta anni, venti alla scuola media di Minerbe, dieci alla scuola media
Cavalcaselle di Legnago. Fin da piccola il mio sogno era di fare l'insegnante come la mamma. Dal
primo giorno d'insegnamento fino all'ultimo ho fatto scuola con entusiasmo, accoglienza cura
della mia preparazione professionale. Sono sempre stata convinta e ancora lo sono che quella era
l'attività che mi permetteva di realizzarmi come persona e ritornerei a rifare l'insegnante non
semplicemente come mestiere ma come si diceva allora “per missione educativa”.
Lei ha insegnato sin dall’avvio della nuova scuola media a Minerbe, vale a dire dall’a. s. 19611962? Si chiamava scuola media o scuola d’avviamento professionale con programmi di scuola
media unificati? Quando si è chiamata definitivamente Scuola Media? La scuola d’avviamento a
Minerbe c’era anche prima o è partita anch’essa dall’a. s. 1961-1962? Quando vi è venuta a
insegnare era già laureata o si è laureata dopo?
A Minerbe non esisteva né la Scuola Media, né la Scuola di Avviamento. Nell'anno scolastico
1961/62 è stata istituita la scuola di avviamento con programmi di Scuola Media Unificata dove
ho incominciato ad insegnare circa un mese prima della laurea. Dall'anno scolastico 1964/65 si è
chiamata Scuola Media.
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Chi le ha dato l’incarico? Com’era lo stipendio? Qual era l’orario d’insegnamento settimanale? In
orario antimeridiano o anche pomeridiano?
Il primo incarico mi è fu dato dal preside Rizzini della Scuola Media Bettelloni di Verona che
reggeva anche la scuola di Minerbe: lo stipendio era di lire 57 mila lire per 17 o 19 ore settimanali
in orario antimeridiano e pomeridiano.
C’era il doposcuola e com’era strutturato? Era collegato alle ore del mattino o aggiuntivo, sia per
i tempi che per le attività? Quale finalità si proponeva? È durato a lungo? Vi ha insegnato anche
lei? Da quanti alunni/e era frequentato?
Per quanto ricordo l'orario pomeridiano era collegato alle ore del mattino; è durato per i primi tre
anni; ricordo in particolare i turni di sorveglianza durante la mensa di cui si occupava la prof.ssa
Germana Paganotto, insegnante di applicazione tecnica, e certe lezioni di grammatica e geografia
il pomeriggio. Il numero di alunni per classe non superava la ventina.
Com’erano gli studenti di allora e le loro famiglie? Era una scuola selettiva? Gli esiti scolastici
quali erano? Molti respinti, promossi, rimandati?...
Erano generalmente ragazzi, che dopo il diploma, non intendevano proseguire gli studi e le
famiglie, sempre in generale, non avevano grandi aspettative sugli studi dei figli. E quindi non era
una scuola selettiva e vi erano pochi bocciati (il perché avrebbe bisogno di un lungo discorso).
Come era la frequenza? Andavano tutti a scuola o l’obbligo non era molto osservato? Perché
secondo lei?
Da quello che ricordo tutti i ragazzi dell'età dell'obbligo frequentavano la scuola, anche se qualche
famiglia doveva essere sollecitata per l'invio dei figli a scuola.
Ci può raccontare la 'storia del latino' (a partire da quale classe s’insegnava e quanti lo
richiedevano)?
Con la scuola media il latino divenne materia facoltativa ma la frequenza alle lezioni e quindi
l'esame finale positivo in terza media era necessario per potersi iscrivere al ginnasio. Erano due o
tre lezioni la settimana, ma non ricordo bene.
Ci può indicare anche quali erano le altre attività opzionali e com’erano scelte?
Non ricordo con sicurezza quali altre attività opzionali ci fossero. A questa domanda potrebbe
rispondere meglio il prof. Ruggero Carrara o la prof.ssa Clemenza Pranovi, docenti allora di
Applicazioni Tecniche.
Ci interesserebbe conoscere anche com’era il governo della scuola media prima dei decreti delegati
e precisamente al suo inizio quale organo di governo c’era?
Il primo preside fu il prof. Rizzini, preside della scuola Betteloni di Verona poi il prof. Bicego. Ero
nel consiglio di Presidenza. Sostituivo il preside in sua assenza, assegnavo la supplenza
necessaria, davo il mio parere sull'andamento della scuola ed ero nel comitato di valutazione
docenti.
Abbiamo visto che lei è stata eletta, almeno nei primi anni d’avvio della scuola, nel Consiglio di
Presidenza. Che cosa era e a cosa serviva?
I primi anni, poiché era una scuola sperimentale, si cercava di attivare l'interdisciplinarietà delle
materie, ci s’incontrava e si discuteva sul programma, ma non ricordo come fosse chiamata la
convocazione.
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Quando ci sono stati i primi Consigli di classe e come sono stati accolti dai docenti?
Non ricordo neppure l'anno esatto dell’istituzione dei consigli di classe. Ricordo di certo che
furono accolti positivamente come momento importante di progettazione, verifica del
programma, della situazione della classe e occasione per una migliore conoscenza tra colleghi.
C'era il preside come figura quale intendiamo oggi? Dalla documentazione reperita il preside
Bicego risulta insegnare nelle classi e allora quando faceva il preside? E in che cosa consisteva
soprattutto l’impegno di un Preside di allora?
Agli inizi le classi erano poche e quindi il prof Bicego poteva insegnare e dirigere la scuola. In
seguito con l'aumento delle classi fu esonerato dall'insegnamento. La sua attività riguardava il
buon funzionamento della scuola, il controllo delle assenze degli alunni, il rapporto con gli
insegnanti e le famiglie; presiedeva agli scrutini e ai collegi docenti, controllava le pratiche
amministrative.
C'era il Collegio docenti?
Il collegio docenti era convocato all'inizio dell'anno scolastico, per la scelta dei libri di testo e per
gli esami di riparazione
Il segretario c'era, ma gli applicati di segreteria?
I primi anni il maestro Costantini faceva funzioni di segretario sia per la scuola elementare sia per
la scuola di avviamento. Mi sembra ci sia stato poi per un anno il signor Cucchiara, poi la signora
Iole Segala, cui in seguito è stata assegnata una applicata. A questa domanda e alle successive
N°19 e 20 può rispondere adeguatamente la signora Segala.
Il primo anno (61-62) abbiamo trovato che era Preside il prof. Amelio Rizzini delle Betteloni di
Verona e che Bicego era il preside incaricato e che tale è stato anche negli anni successivi almeno
fino all’a.s. 1967-1968. Che cosa ha fatto poi? Dove è andato? Le risulta che fosse anche Sindaco?
E di che paese eventualmente?
Il professor Bicego era sindaco di Bonavigo. Da pensionato andò a vivere con i figli a Verona.
È stato un preside importante per gli inizi della scuola media di Minerbe?
È stato un preside importante per gli inizi della scuola media perché conosceva bene il territorio e
tutti gli aspetti burocratici della scuola.
Di quale altro preside si ricorda di più? E perché? Si ricorda di eventi particolari, di premi, di
riconoscimenti raggiunti dalla scuola? Tutto quello che ricorda, conosce o le viene in mente può
essere utile.
Ricordo in modo particolare il preside Visentini uomo di lettere, studioso della storia di Cologna
Veneta e dintorni, innamorato della scuola. Era una gioia vederlo entrare in classe, prendersi una
seggiola e partecipare alle lezioni: Leggeva tutti i temi dei ragazzi e se noi insegnanti non li
correggevamo bene, ci riprendeva bonariamente. Insieme ai ragazzi scrivemmo ai poeti Diego
Valeri e Davide Maria Turoldo, che gentilmente ci risposero.
Perché la scuola media di Minerbe è stata intitolata a Berto Barbarani? C’erano motivazioni
particolari? A chi è venuta l’idea?
Non so perché la scuola fu intitolata a Berto Barbarani, io penso che il nome fosse stato scelto dal
preside Rizzini e dal direttore didattico il prof Chiaromonte di cui eravamo ospiti nella scuola
elementare.
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Si ricorda di qualche alunno in particolare veramente capace e meritevole?
Non so di alunni che abbiano raggiunto una certa fama, ma di bravi professionisti sì, e di questi
non voglio fare nomi per non dimenticarne qualcuno. Inoltre mi sembrerebbe venir meno a quello
che dicevo sempre ai miei alunni: “non mi importa quanto siete intelligenti piuttosto quanto
ognuno di voi riesca a capire che in sé ha delle potenzialità da riconoscere e sviluppare per sé e
per gli altri”. Con questo ovviamente nulla voglio togliere al merito di chi, dotato per natura, si
impegna per trafficare i suoi talenti e raggiunge ottimi risultati. Anzi con gioia ne prendo atto.
Come sono stati i primi anni d’avvio della scuola media di Minerbe? La precarietà della struttura
ha condizionato le attività? Come si poteva fare ed. fisica, ed. tecnica, ed. artistica, ed.
musicale?....
L'entusiasmo per la scuola, la voglia di sperimentare la collaborazione tra docenti facevano
superare ogni difficoltà.
Si ricorda di qualche collega in particolare con il quale ha condiviso idee e orientamenti?
Dei primi anni ricordo in modo particolare le professoresse Giordano, Paganotto, Salvatore, Soave,
poi degli anni seguenti molti altri di cui serbo un ricordo affettuoso.
Come vede la scuola attuale? Anche nella realtà attuale è sempre fondamentale per il Paese e
sempre importante per i giovani anche con i suoi difetti o….
Sono fuori servizio da molti anni ma la presenza di nipoti in età scolare, la lettura di giornali, la
partecipazione al progetto di Educazione relazionale affettiva del Consultorio familiare Legnago,
gli incontri di formazione per insegnanti sempre presso il Consultorio in via don Bosco mi fanno
apprezzare il continuo rinnovamento della scuola, l'impegno di dirigenti e docenti chiamati a
operare in un contesto socio-culturale non sempre disponibile a cogliere e apprezzare lo sforzo
della scuola e il suo impegno per formare bravi e onesti cittadini, professionalmente preparati,
duttili, disponibili a mettersi in gioco sempre aperti al dialogo, al confronto, rispettosi della
diversità.
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GLI ALTRI DOCENTI DAL 1966 AL 1982
Abriani Adriana in Tobaldini
Alberti Paola n.Veronese
Altafini Marta
Andreoli Rosetta n.Battocchio
Artioli Ermelina
Baldo Costantini Flora
Baratella Marisa n.Bragato
Bigardi Giorgio
Bologna Luigi
Bonalberti Fernanda n.Filippi
Bonuzzi Elisabetta
Braggio Elisa n.Spiazzi
CadelliM.Luisa n.Abondi
Caltran Silvana
Camera Olivetta
Carrara Ruggero
Cavazzuti Luciana n.Fiorini
Cereghini Maria Lisa
Cudia Giuseppe
Dal Dosso Luigi
Di Giovannantonio Teresa
Eminente Franco
Falconi Angiola
Farella Bianca n.Vallini
Fava Paola n.Tessari
Felici Franca n.Galli
Ferrari Giuseppe
Ferrari Loredana n.Baccomo
Ferrarini Luigi
Ferrini Grazia
Finotti Graziella
Foresti Alessandro
Gianola Claudia in Zardini
Giri Alfonsa in Piubello
Giri Oliveto
Graziani Elves
Graziosi Nadia
GrisettiGraziamaria
Guidorizzi Giovanni Carlo
Guidorzi Franca
Izzo Rosa
Liverani Amalia
Lucchini Maria Nives n.Zanelli
Magnani Sandra
Mainente Marcello
Malandrin Gianfranco
Marini Emiliana
Lettere
Lettere
Applicaz. Tecniche Femm.li
Matem. Osserv. Scientifiche
Lettere
Educ. Musicale
Educ. Fisica Femminile
Applicaz. Tecniche Maschili
Lettere
Applicaz.Tecniche Femm.li
Matem. Osserv. Scientifiche
Lettere
Francese
Applicazioni Tecniche
Lettere
Applicazioni Tecniche
Lettere
Lettere
Applicazioni Tecniche
Inglese
Lettere
Matem. Osserv. Scientifiche
Educazione Artistica
Matem. Osserv. Scientifiche
Lettere
Lettere
Matem. Osserv. Scientifiche
Matem. Osserv. Scientifiche
Educazione Artistica
Inglese
Lettere
Francese
Lettere
Lettere
Applicazioni Tecniche
Matem. Osserv. Scientifiche
Applicaz. Tecniche Femm.li
Inglese
Matem. Osserv. Scientifiche
Applicazioni Tecniche
Francese
Educ. Artistica
Educ. Fisica Femminile
Lettere
Applicaz. Tecniche Maschili
Educ. Fisica
Inglese
47
Masin Antonio
Massignan Flavio
Mazzali Marisa
Merlin Paola n.Merlin
Modenese Gabriella in Furia
Montresor don Cornelio
Morello Annamaria
Moro Gianni
Nezzo Loredana n. Marchetto
Nicolini Paola
Notarangelo Mario
Orlando Enrica in Brandi
Padovani Sandra
Papi Caterina
Pelacchi Gilberto
Pellini Luisa
Peroni Lida
Peterle Romano
Piubello Alfonsa
Piva Giampiero
Poletti Maria Cristina
Polo Cesarina
Prando Maria Antonietta
Pranovi Clemenza in Rango
Quinzan Aldo
Rango Giancarlo
Restani Mario
Ricciardi Adelaide n.Cipriano
Rossi Franca
Rotta Gabriella n.Pavoncelli
Sitta Giuseppe
Soave Don Giovanni
Spiazzi Amalia Rosa
Stoppazzola Mariella
Tarantino Pietro
Tasetti Antonella
Tedaldi Paola
Terzi Carolina n.Olivieri
Tin Marisa
Valdo Antonio
Valdo Tenzon Lida
Vedovato Angelo
Viviani Clarice
Zanardi Mara
Zocca don Giovanni
Applicazioni Tecniche
Applicaz. Tecniche Maschili
Applicaz. Tecniche Femm.li
Matem. Osserv. Scientifiche
Francese
Religione
Lettere
Lettere
Applicaz. Tecniche Femm.li
Lettere
Applicaz. Tecniche Maschili
Lettere
Educazione Artistica
Matem. Osserv. Scientifiche
Lettere
Applicaz. Tecniche Femm.li
Inglese
Inglese
Lettere
Lettere
Lettere
Lettere
Matem. Osserv. Scientifiche
Applicaz. Tecniche Femm.li
Lettere
Educazione Musicale
Applicaz. Tecniche Maschili
Francese
Lettere
Educazione Artistica
Lettere
Religione
Lettere
Educ. Fisica
Matem. Osserv. Scientifiche
Educazione Artistica
Lettere
Educazione Musicale
Francese
Matem. Osserv. Scientifiche
Lettere
Educazione Musicale
Applicazioni Tecniche
Educ. Artistica
Religione
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I DOCENTI ATTUALI (a. s. 2012-13)
Docente
Materie d’insegnamento
Tavellin Elena
Ongaro Cristina
Altafini Paola
Lettere
Storia-geografia-approfondimento
Lettere
Storia-geografia-approfondimento
Lettere
Storia-geografia-approfondimento
Italiano
Storia-geografia-approfondimento
Lettere
Italiano
Lettere
Italiano
Matematica-scienze
Matematica/scienze
Matematica/scienze
Matematica/scienze
Scienze
Inglese
Inglese
Maresca Rosalia
Bordin Valeriana
Manzardo Antonella
Guerra Giovanna
Sorrentino Giuseppe
Morin Giovanni
Canoso Paola
Vaccari Daniela
Ortolan Laura
Murari Laura
Zanon Maria Elena
Tedesco
Tecnologia
Ed. Musicale
Ed. Artistica
Ed. fisica
Religione Cattolica
Sostegno
Sostegno
Sostegno
Sostegno
Sostegno
Ferrarini Silvia
Fontana Monica
Giacometti Serena
Princivalle Ornella
Quinzan Marta
Merlin Renzo
Papi Caterina
Prando Antonietta
Bonetto Barbara
Classi
d’insegnamento
III A
III B
IIA
II B
IA
IC
III B
III C
IB
II B
II C
IC
II A-III-A
I A-II-C-III C
I B-II B-III B
IC
I A-I B
IA-IIA-III A
I B - II B - III B
I C - II C - III C
Tutte le classi
Tutte le classi
Tutte le classi
Tutte le classi
Tutte le classi
Tutte le classi
III A - III B - III C
I B – II B
I C-- III C
IA
II A
49
IL PRIMO FURTO
In data 9 ottobre 1963, il Preside Bicego informa il signor Provveditore del furto alle scuole
elementari di Minerbe con queste parole: ’Ladri, finora ignoti, hanno consumato, nella notte tra l’uno e
il due ottobre un furto nelle scuole elementari del capoluogo di Minerbe, ove funziona anche la scuola media
unificata. Oltre a materiale didattico (apparecchi radio e fonovalige) è stato asportato denaro in contanti per
circa £ 500.000 (cinquecentomila); parte d’esso e precisamente £ 307.620 era l’importo dello stipendio di
settembre, non ritirato in tempo, di quattro professori e di un modesto residuo cassa della Scuola Media; il
resto era denaro (cassa, contributi, elargizioni per borse di studio ecc.) della scuola elementare. L’ultimo
consegnatario del denaro è stato il maestro Luigi Costantini, Segretario della Direzione Didattica e della
Scuola Media. Egli lo custodiva sotto chiave, le porte d’accesso agli uffici erano chiuse; i ladri hanno dovuto
forzare le serrature. L’infortunio di cui egli è stato vittima poteva capitare a chiunque altro. Segnalo il fatto
a codesto On/le Ufficio, perché penso sia l’unico che possa, tra i fondi che amministra, trovare, e
giustificatamente devolvere, una somma a sollievo del danno patito dalla scuola media ed elementare. I
verbali attestanti il furto sono in possesso del locale Comando stazione Carabinieri e della Polizia Scientifica
di Verona. Con ossequio, Bicego’.
Il Provveditore in data 9 marzo 1964 (dopo cinque mesi) risponde al Preside di Minerbe: ‘In
relazione al furto avvenuto nella notte fra il 1° e il due settembre 1963, durante il quale sono stati asportati
l’importo di quattro stipendi pari a £ 268.790 e la somma di £ 38.830 residuo contributi cassa, questo ufficio
desidera conoscere i risultati conseguiti dalle indagini delle autorità di Polizia. Si prega inoltre la S.V. di
fornire ragguagli circa le cautele che erano state adottate per garantire la conservazione degli stipendi. Per
quanto riguarda le 38.830 lire di residuo contributi di cassa, si prega di specificare meglio la natura e
l’origine del denaro e il motivo per cui veniva conservato in liquido e non sotto forma di conto corrente
postale’.
Il Preside risponde: ‘Fornisco tutti i possibili chiarimenti. Sono state denunciate e deferite all’autorità
giudiziaria, da parte della Questura di Rieti quattro persone, delle quali tre residenti a Legnago e una
residente a Concesio (Bs), le quali, oltre ad altri furti perpetrati in località diverse, hanno confermato in
maniera circonstanziata anche il furto negli uffici di questa scuola. Nella nota precedente ho reso noto che la
scuola media è alloggiata nell’edificio delle scuole elementari e che il segretario della Direzione Didattica era
segretario protempore della scuola media.
Gli stipendi dei professori erano stati ritirati all’Ufficio postale dalla prof.ssa Germana Paganotto a ciò
delegata, e per pura cortesia il segretario aveva accettato di fare la distribuzione del denaro. Quattro
professori non si sono premurati di ritirare lo stipendio assieme agli altri e pertanto l’importo è rimasto
nell’ufficio di segreteria. Anche la somma di £ 38.830 era nelle mani del segretario, perché era stata versata
dagli alunni nella mattinata per l’acquisto delle pagelle scolastiche. Pertanto la somma di £ 38.830 devesi
intendere come contributo di cassa, e non come residuo di cassa perché la scuola non aveva fondi di cassa
scolastica.
Le due somme erano state messe nel cassetto della scrivania metallica, chiuso a chiave, in attesa sia della
consegna degli stipendi, sia della spedizione dell’importo delle pagelle che doveva avvenire il giorno
seguente. I ladri hanno forzato non solo le serrature dei cassetti, ma anche quelle delle porte di accesso agli
uffici. Oltre alla nota inviata il 5 ottobre, il sottoscritto ha inviato anche al Centro provinciale per i sussidi
audiovisivi specifica mota nella speranza di avere un aiuto per il danno patito, ma senza esito’.
Ad oggi, non è dato conoscere se la scuola abbia avuto ristoro, parziale o completo, del danno
patito, oppure no. Né se i professori abbiano ricevuto il loro stipendio.
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I BACHI DA SETA
Nel corso dell’anno scolastico 1968/69, la scuola media di Minerbe avvia una particolare iniziativa
didattica: l’allevamento dei bachi da seta.
La proposta arriva dall’Ufficio Semi-bachi dell’Ente Nazionale Serico e dall’Associazione
Nazionale Bachicoltori che propongono alle scuole interessate, esistendo le possibilità ambientali,
l’allevamento didattico dei bachi da seta con l’invio della quantità di 1 grammo di semi-bachi.
L’Ente precisa che per l’allevamento di questa quantità di bachi occorrono circa 20 chilogrammi di
foglia di gelso e che il seme bachi potrà essere distribuito gratuitamente a più insegnati del plesso
utilizzando per l’allevamento diversi locali della scuola. L’Ente assicura inoltre l’invio di una
tavola murale a colori con le fasi caratteristiche dell’allevamento e un opuscolo per l’insegnamento
della tenuta di un corretto allevamento. Le scuole dovranno invece provvedere l’attrezzatura per
l’allevamento oltre che la foglia di gelso per cui è necessario che prima di inviare la richiesta di
semi-bachi le scuole si assicurino di poter trovare nelle vicinanze piante di gelso per avere a
disposizione la foglia occorrente per l’alimentazione dei bachi.
Al termine dell’allevamento l’Ente Nazionale Serico premierà con un diploma gli inseganti che si
saranno distinti, e con un diploma e medaglia quelli ritenuti particolarmente meritevoli.
Anche i docenti della scuola media di Minerbe si cimentano nell’attività. Lo attesta la seguente
reazione finale:
’La sericoltura, quale industria eminentemente autarchica, nei vari settori che la compongono, è una
necessità per l’economia nazionale. La seta occupa ancora nella politica degli scambi un posto preponderante;
richiede pertanto il maggior potenziamento possibile. Essa deve varcare la frontiera per rispondere ad una
necessità dell’economia italiana, poiché non può essere che valutata secondo l’antico concetto: la seta è oro.
Tenuto conto di questa realtà nazionale e anche per andare incontro alle bisognose condizioni della maggior
parte dei nostri alunni si pensò di orientarli verso l’allevamento del baco da seta. Allevamento che loro, in
una zona che vanta tradizioni antichissime, potrebbero fare quasi per gioco a casa propria, dando un valido
contributo alla famiglia. La scuola dal canto suo, fece arrivare dall’ente serico nazionale un grammo di semi
bachi.
Poi l’insegnante di scienze in collaborazione con quello di applicazioni tecniche realizzarono l’impianto
dell’allevamento.
Gli insegnanti di lettere e di storia diedero agli alunni un ampio quadro storico dell’allevamento del baco da
seta e fecero il punto sulle condizioni attuali della bachicoltura italiana. L’allevamento ha riscosso un sincero
interessamento invogliando più di qualche alunno a cercare di ripeterlo l’anno prossimo nella propria
abitazione. Infatti i risultati ottenuti sono davvero soddisfacenti, anche perché si sono potuti raccogliere e
portare sul mercato un numero quasi totale di bozzoli. Un particolare elogio va rivolto al Signor Preside, che
ha cercato in ogni maniera di favorire questa iniziativa. Importante è stata l’opera svolta dai bidelli, i quali si
preoccupavano continuamente di fornire la foglia necessaria al nutrimento del baco’.
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Una foto documenta l’esperienza che viene chiusa con la seguente richiesta formulata dai bidelli:
‘All’ill./mo signor Preside, i sottoscritti bidelli della scuola media di Minerbe, rivolgono rispettosa domanda
alla S. V. affinché li autorizzi a dividere equamente il ricavato della vendita dei bozzoli dei bachi da seta
prodotti dall’allevamento effettuato presso questa scuola media. L’incasso della vendita è stato di £ 5.455.
Minerbe, 3/7/1969, Andreoni Giuseppe, Cosimi Ottorino, Mantovani Lina, Rossetto Francesco’.
LA FESTA DEGLI ALBERI
In data 18 novembre 1966, il Sindaco di Minerbe scrive al Preside della Scuola Media e al Direttore
Didattico della Scuola Elementare di Minerbe e per conoscenza sia al Corpo Forestale dello Stato
che alla Onorevole Prefettura di Verona la seguente nota prot. n. 4307, avente come oggetto Celebrazione della festa degli alberi:
‘Con riferimento alla festa degli alberi, essendo praticamente impossibile organizzarne la celebrazione per il
21 novembre e giorni immediatamente successivi, quest’amministrazione è dell’avviso di effettuarla il 21
marzo 1967. Con tale rinvio, a prescindere dall’attuale inclemenza della stagione, si può tempestivamente
predisporre l’ordinazione delle piantine da porre a dimora, il terreno da destinare alla piantagione, ed un
programma di canti ed inni degli alunni tale da dare alla cerimonia l’importanza che merita. Doverosi
ossequi. Il Sindaco Leonello Bertoldi.
Tante le altre note simili rinvenibili nella documentazione agli atti, da cui si può desumere come
la celebrazione della Festa degli alberi fosse una sentita e condivisa tradizione tra
Amministrazione Comunale e Scuola.
UN ALBERO PER IL PROF. GASPARINI
L’albero oltre a costituire un elemento fondamentale dell’ambiente è importante per gli
innumerevoli significati che può veicolare.
L’albero, infatti, può essere assunto a metafora della stessa vita.
Come l’uomo, infatti, è dotato di radici (il contesto in cui si vive) e di foglie (le ali) che possono
rappresentare le tensioni e gli aneliti al progresso e allo sviluppo sociale, ma anche la vita stessa
che continua a trasformarsi in un ciclo continuo.
Può anche rappresentare continuità e ricordi ed essere assunto quindi a simbolo di protezione
(ombra) e riparo, a insegnamento che resta e che orienta ai valori e soprattutto al rispetto
dell’ambiente in generale, delle persone, degli animali, delle cose… in altre parole può essere
assunto quale simbolo a baluardo e difesa del creato in generale.
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A maggior ragione l’albero può rappresentare la funzione educativa della scuola e
dell’insegnamento dove le radici servono per dare l’energia necessaria agli studenti affinché
possano crescere e vivere stabili, forti e integrati nell’ambiente familiare e sociale che li circonda.
Ali affinché possano crescere ed essere autonomi e liberi, per volare in alto, attratti dalla luce e dal
sole, nel cielo della piena autonomia e della realizzazione personale e quindi nell’incontro e nel
confronto con gli altri e nel futuro che doneranno a loro stessi e al mondo.
Tutti devono impegnarsi per poter essere queste radici per i giovani e in particolare la scuola, il
territorio e la famiglia stessa.
Ma soprattutto la scuola perché il sapere è il patrimonio al quale i giovani non possono e non
devono rinunciare.
Un albero, piantato in occasione della celebrazione della ricorrenza dei cinquant’anni di storia
della scuola media italiana, nel giardino antistante la scuola, un ligustrum japonicum, alto e dritto
verso il cielo, a ricordo della funzione educativa espressa dal prof. Stefano Gasparini, docente di
Matematica, nella scuola media di Minerbe dal 10 settembre 1981 al 31 agosto 2012 sta a significare
tutto questo.
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ATTREZZATURE E SUSSIDI
La partenza non deve essere stata facile: la nuova scuola media unificata non solo non disponeva
di un edificio dedicato (era ospitata presso la scuola elementare), ma soprattutto era tutta da
‘impiantare’ nel senso che al suo crescere, occorreva via via dotarla di banchi, armadi, sedie,
scaffali, lavagne, macchine per gli uffici e soprattutto sussidi e attrezzature varie.
Da questo punto di vista, la documentazione agli atti consente di rilevare che ciò è avvenuto
attraverso tre vie:
con l’invio diretto da parte del Provveditorato di sussidi e strumenti tecno-didattici
attraverso l’intervento del comune di Minerbe che ha contribuito a dotare la scuola di quanto
necessario, sollecitato in tal senso dal Preside
da parte della scuola stessa attraverso richieste di contributo agli istituti di credito del paese
Gli interventi del Provveditorato
Le prime comunicazioni alla nuova scuola di Minerbe delle dotazioni strumentali disposte dal
Provveditorato agli studi di Verona sono datate 10 ottobre 1961 e riportano tutte il numero di
protocollo 5655/… seguito da vari numeri che le differenziano tra di loro.
Si tratta di note intestate direttamente alle Ditte prescelte per la fornitura delle attrezzature cui
viene affidato il compito di farle pervenire direttamente alle singole scuole destinatarie alle quali
la comunicazione viene inviata per conoscenza.
La nota provveditoriale che comunica alla scuola di avviamento di Minerbe la fornitura di una
bilancia didattica completa di pesi e doppio cilindro riporta, infatti, la data del 10 ottobre 1961 e il
numero di protocollo 5655/33 ed è indirizzata alla Ditta Officine Galileo di Milano alla quale il
Provveditore scrive di ‘inviare il materiale in oggetto (Bilancia didattica completa di pesi e doppio
cilindro) alle scuole indicate (tra cui la scuola di Minerbe) che sono pregate all’atto di ricevimento
di accusare subito ricevuta a quest’ ufficio e di provvedere agli adempimenti che vengono
prescritti con circolare a parte.’
Sempre in data 10 ottobre 1961, si susseguono molte altre note provveditoriali:
- Per attrezzature tecnologiche audiovisive:
la nota prot n. 5655/44 alla Ditta Alfa Tecnica di Roma, e p. c. alle scuole destinatarie, tra cui la
scuola di Minerbe, con cui si comunica di inviare una serie di cinque filmine a colori;
la nota prot. n. 5655/42 che assegna la fornitura di un proiettore per filmine e diapositive (ditta
Bemporad Firenze);
la nota prot. n. 5655/25 che assegna un giradischi mod. ‘Lesaphon 50 B’ (Ditta Lesa Milano); l
a nota prot. n. 5655/41 che assegna 10 filmine fisse a colori e in bianco e nero (ditta Bemporad
Firenze);
la nota prot. n. 5655/27 con cui si comunica la fornitura di un proiettore cinematografico
sonoro, a passo ridotto, 16 mm. Mod. ‘micron 25 B’ (ditta Microtecnica Torino);
la nota prot. n 5655/26 che fornisce un registratore a nastro magnetico mod. Renas A 2
completo di microfono e cavi (ditta Lesa Milano);
la nota prot. n. 5655/28 che fornisce una serie di dieci dischi didattici di letture poetiche con
album (Casa editrice RADAR Padova);
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-
Per strumenti musicali:
la nota prot. 5655/30 che assegna una Pianola elettrica a 61 tasti a tre registri mod. camping
(ditta RADAR Padova);
-
Per materiali scientifico-matematici:
la nota prot. 5655/35 alla società L.I.G.P. di Roma con cui si comunica di inviare alla scuola di
Minerbe, una serie di dieci solidi geometrici in plastica trasparenti di cui quattro scomponibili;
la nota prot. n. 5655/39 con cui si comunica alla Ditta Amatori di Roma di inviare alla scuola di
Minerbe una serie di 50 vetrini per microscopia (ditta Amatori Roma);
la nota prot. n. 5655/40 che destina una serie di quattro strumenti per microscopia (lente, ago
di sezione, pinza e forbice) (ditta Amatori Roma);
la nota prot. n. 5655/32 con cui si assegna la fornitura di un microscopio didattico con due
oculari (Officine Galileo Milano);
la nota prot. n. 6555/38 che destina alla scuola di Minerbe la fornitura di un termometro maxmin con calamita (Ditta Amatori Roma);
la nota prot. n. 5655/37 che assegna la fornitura di un termometro a tre scale R.C. F. (ditta
Amatori Roma);
la nota prot. n. 5655/22 con cui si assegnano una serie di quattro plastici murali del corpo
umano (cm. 70 x 100) (ditta Rico Firenze);
la nota prot. n. 5655/23 con cui si assegnano quattro plastici murali di botanica (cm. 70 x 100)
(ditta Rico Firenze);
la nota prot. n. 5655 del 16 gennaio 1962 con la quale alla scuola di Minerbe arriva la
comunicazione della fornitura di attrezzatura tecnica didattica di preparati microscopici (serie
di 10 preparati in scatola) (Ditta Paravia Torino).
55
-
Per materiali storico-geografici:
la nota prot. n. 5655/9 con cui si fornisce alla scuola di Minerbe una carta dell’impero romano
(cm. 190 x 140) (ditta De Agostini);
la nota prot. n. 5655/5 che fornisce una Carta dell’Europa 1492 (145 x 125) (Paravia Torino);
la nota prot. n. 5655/17 che fornisce una Carta delle civiltà dell’antico Oriente ( ditta Vallardi
Milano);
la nota prot. n. 5655/18 che assegna una Carta dell’Europa 1812-1815 (Vallardi Milano); la nota
prot. n 5655/19 che assegna una carta dell’Italia 1815.1819 (ditta Vallardi Milano);
la nota prot. n. 5655/1 che fornisce una Carta dei Grandi Viaggi d’esplorazione (100 x 140)
(Paravia Torino);
la nota 5655/13 che fornisce una carta dell’Africa fisico-politica (138 x 190) (ditta De Agostini);
la nota prot. n 5655/11 che assegna la fornitura di una carta dell’Europa fisico-politica (210 x
186) (ditta De Agostini);
la nota prot. n. 5655/3 che fornisce una Carta dell’Europa politica ( 120 x 2010) (Paravia
Torino);
la nota prot. n. 5655/14 che assegna la fornitura di una carta dell’America settentrionale fisicopolitica (138 x 190) (ditta De Agostini);
la nota prot. n. 5655/12 che assegna una carta dell’Asia fisico-politica (214 x 170) (ditta De
Agostini);
la nota prot.n. 5655/15 che fornisce una carta dell’Italia fisico-politica (180 x 215) (ditta De
Agostini);
la nota prot. n. 5655/21 che comunica la fornitura di un plastico murale della regione di
residenza (Veneto) (Ditta Rico Firenze);
la nota prot. n. 5655/2 che fornisce una carta dell’Italia politica (120 x 210) (Paravia Torino);
la nota prot. n. 5655/15 che assegna una carta dell’America meridionale fisico-politica (138 x
190) (ditta De Agostini);
la nota prot. n 5655/16 con cui si fornisce una carta dell’Oceania fisico-politica (175 x 200) (ditta
De Agostini);
la nota prot. n. 5655/8 con cui si fornisce un Globo terrestre luminoso, in plastica, fisco-politico
del diametro di cm. 42,5 (Istituto De Agostini);
la nota prot. n. 5655/7 che fornisce una bussola con la rosa dei venti (ditta Paravia Torino);
-
Per materiali tecnologici:
la nota prot. n. 5655/34 che comunica l’invio di un cofano con attrezzi per la lavorazione del
ferro, del legno,..(Ditta F.lli Borra Roma);
la nota prot. n. 5655/6 che assegna una serie di quattro strumenti per lavagna (riga, squadra,
compasso, rapportatore) (ditta Paravia Torino);
-
Per materiali artistici:
la nota prot. n 5655/20 che assegna una Carta degli stili architettonici ( ditta Vallardi Milano)
Ed ancora la nota prot. n 5655/45 del 14 ottobre 1961 con cui il Provveditore comunica alla scuola
di Minerbe l’invio di un pacco con circa 115 volumi vari per le biblioteche scolastiche (Ditta Ente
Nazionale Biblioteche Popolari e Scolastiche di Roma).
Verso la fine dell’anno scolastico, e precisamente da febbraio a maggio 1962, si susseguono, da
parte del preside, varie comunicazioni al Provveditore di riscontro dell’arrivo dei vari materiali,
della loro integrità e buon funzionamento (a seguito di specifico collaudo) nonché la loro presa in
carico negli appositi registri inventariali.
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Si può così dire che nel giro di poco più di un anno, grazie alle assegnazioni strumentali disposte
sia pure in modo centralizzato e verticistico dal Provveditorato, la scuola di Minerbe è venuta ad
acquisire tutte le più moderne strumentazioni per articolare una didattica innovativa e attiva in
ogni settore disciplinare.
Verbali di collaudo e relativi costi delle attrezzature tecnico-strumentali assegnate
In data 9 maggio 1962, alle ore dieci, presso una sala della scuola media di Minerbe si riunisce la
Commissione incaricata di procedere al collaudo dei materiali e delle attrezzature pervenute a
seguito degli ordinativi emessi dal Provveditorato agli studi di Verona con nota n. 5655
dell’ottobre 1961 costituita dal Preside, Amelio Rizzini e dai professori Carrara Ruggero di
educazione tecnica e Soave Giobatta di educazione musicale. Il verbale, redatto al termine della
riunione, riporta che la commissione ha controllato minutamente in ogni parte le varie
attrezzature e ne ha constatato il buon funzionamento ritenendole collaudate.
Vengono quindi riportate in dettaglio le singole attrezzature e relativi costi:
Giradischi mod. Lesaphon, Lesa Milano , £ 14.000
Registratore a nastro magnetico, mod. Renas A 2, Lesa Milano, £ 41.000
10 dischi didattici, Radar, Milano, £ 5.000
Pianola elettrica a 61 tasti e tre registri, mod. Camping, Radar, Padova, £ 37.700
Apparecchio radio a mod. di frequenza, serie Anie, Radiomarelli, Milano, £ 16.000
Proiettore per filmine e diapositive, Bemporad, Firenze, £ 13.000
Microscopio didattico con due oculari, off. Galileo, Milano, £ 36.000
Proiettore cinematografico sonoro, 16 mm. mod. Micron 25 B, Microtecnica, Roma, £ 198.000
Cofano con attrezzi per lavorazione ferro, legno,… F.lli Borra, Roma, £ 82.050
Termometro a tre scale R.C.F., ditta Amatori, Roma, £ 890
Termometro mx-min con calamita, Amatori, Roma, £ 1500
Serie di quattro strumenti per microscopio Amatori, Roma, £ 6.000
Gli interventi del Comune
La prima richiesta della scuola al Comune di Minerbe riporta la data dell’1 febbraio 1962. In essa il
preside, prof. Amelio Rizzini, scrive al Signor Sindaco per richiedere la fornitura del seguente
materiale: ‘10 vasi di terracotta, 1 foglio di compensato dello spessore di mm.4, qualche foglio di
cartone con spessore di 1,5 mm., dei listelli o tavole di abete dello spessore di 7mm., qualche paio
di forbici e un paio per tagliare il cartone, qualche boccetta di gomma liquida, una macchina da
cucire (meglio se a noleggio), un ferro da stiro. Dato il modesto costo degli oggetti indicati ritengo
che la presente richiesta sia esaudita con urgenza. Ringrazio ed ossequio.’
Il Sindaco in data 12 febbraio 1962 risponde: ‘In esito alla richiesta ho il pregio di assicurare che
quest’Amministrazione autorizza l’esecuzione di piccole spese per un massimo di £ 20.000
(ventimila) con esclusione di eventuali spese per la macchina da cucire. Resta inteso che le
forniture commissionate da codesta onorevole presidenza, saranno liquidate direttamente da
questa giunta municipale. Distinti ossequi, Il sindaco Bertodi Leonello.
A parte la macchina da cucire, la risposta del Comune alla richiesta della scuola si dimostra, sin
dagli inizi, sempre tempestiva e adeguata. Così anche per tutte le successive richieste sia di arredo
sia di materiali.
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Le richieste della scuola alle Banche
La documentazione agli atti consente di rilevare che la scuola non ha trascurato neppure la via del
reperimento autonomo di risorse con domande alle banche locali. Le domande si susseguono negli
anni.
Il 3 febbraio 1962 è il preside Rizzini che scrive sia alla Cassa di risparmio sia alla Banca mutua
popolare di Minerbe.
In particolare si rivolge ai Direttori delle due banche con la seguente lettera: ‘ Come probabilmente
sarà noto alla S.V. si è aperta quest’anno a Minerbe una Scuola Media unificata con tre classi
prime.
Al funzionamento della scuola, per quel che riguarda aule e professori, provvedono il Comune e
lo Stato.
Ma la scuola non è fatta soltanto di aule e professori; occorrono libri per la Biblioteca alunni, carte
geografiche, materiale per le esercitazioni pratiche, che per questo tipo di scuola sono interessanti
e assai educative, qualche sussidio ad alunni poveri e meritevoli ecc. ecc.
Per i sussidi didattici qualche cosa fa lo stato, ma è ancora troppo poco. Non possiamo rivolgerci
alle famiglie degli alunni come fanno gli istituti della città, perché di condizioni economiche
modeste.
Mi permetto perciò di rivolgermi alla Banca da Lei diretta e di cui sono note in Provincia la serietà
e la generosità, onde avere un contributo per poter fare fronte alle necessità più urgenti della vita
della Scuola che, riteniamo, onori il comune di Minerbe.
Il 2 dicembre 1964 è il preside Bicego che scrive al direttore di entrambe le Banche la seguente
lettera: ‘La scuola media di Minerbe è entrata al quarto anno di vita; aperta nell’ottobre del 1961
con 42 alunni, ospita oggi 249 studenti.
La crescita meravigliosa della scuola è onore e vanto del Comune che l’ha voluta.
Ma col numero degli alunni sono cresciuti i bisogni della scuola, soprattutto per quel che riguarda
i sussidi didattici e l’assistenza. La cassa scolastica è vuota! Mi rivolgo con fiducia, signor
Direttore, alla sua personale sensibilità, perché veda di farci giungere, se possibile, a mezzo
dell’Ente da lei presieduto, un aiuto concreto per gli scopi sopraccennati. Ringrazio con stima.’
Seguono altre richieste anche negli anni successivi; quanto al loro riscontro risulta che in data 5
maggio 1965 il Direttore della Cassa di Risparmio ha emesso un assegno circolare di £ 20.000 quale
contributo ai bisogni di attrezzature didattiche della scuola media. Di diecimila lire sembra invece
essere il contributo elargito dalla Banca mutua alla scuola media nel 1964, stando all’annotazione a
matita presente nella domanda inviata.
La macchina per cucire
In data 24 febbraio 1962 il Provveditore agli studi di Verona con nota prot. n. 1425 avente per
oggetto ‘Dotazione in denaro per l’acquisto di materiale didattico e materiale di consumo per
l’anno scolastico 1961-1962’, scrive al Preside della scuola d’avviamento di Minerbe per
comunicare l’assegnazione di £ 130.000. In particolare nella comunicazione si precisa che il preside
dovrà provvedere all’acquisto del materiale nei limiti della somma assegnata trasmettendo al
Provveditorato le regolari fatture munite di visto, dello scontrino di carico in inventario del
materiale didattico acquistato e del verbale di collaudo. Sulle fatture stesse dovrà essere indicato il
numero del c/corrente postale della ditta, oppure le generalità della persona incaricata a rilasciare
quietanza. Sulle fatture non dovrà essere corrisposta né l’ige né la tassa di quietanza e dovranno
pervenire entro e non oltre il 30 aprile.
58
La somma assegnata consente finalmente alla scuola di provvedere all’acquisto della tanto
desiderata macchina per cucire precedentemente richiesta anche al Comune.
La macchina viene acquistata dalla Ditta Borletti, presso il negozio di Verona, in via Corso Portoni
Borsari n. 18 ed ha le seguenti caratteristiche: Testa 1100 V. 220, matricola 23821 su tavolo B
(prezzo speciale per scuole e Istituti). Costa £ 93.000.
Il verbale di collaudo riporta la data del 27 aprile 1962 e la Commissione risulta costituita dal
Preside, prof. Amelio Rizzini, dal prof. Ruggero Carrara di educazione tecnica e dalla prof.ssa
Germana Paganotto di economia domestica. Nel verbale si precisa che la macchina per cucire è
stata acquistata dalla scuola con i fondi messi a disposizione dal provveditorato agli studi di
Verona con nota prot. n. 1425 del 24.02.1962 e che la commissione in contradditorio con un
rappresentante della ditta Borletti ha controllato minutamente in ogni sua parte la macchina per
cucire e ne ha constatato il buon funzionamento ritenendola pertanto collaudata.
La macchina per cucire, acquistata dalla scuola nel 1962 è attualmente collocata nell’archivio
assieme ai numerosi altri strumenti sopra elencati.
Vi giacciono impolverati e inutilizzati da anni.
Non si sa se siano ancora funzionati, ma, di fatto, attirano l’attenzione di tutti quelli che per motivi
vari si recano in tale ambiente.
Non hanno una collocazione adeguata perché servirebbero vetrine e scaffali adeguati su cui
esporli, togliendoli da dove si trovano e consentendone una visione pubblica a riscontro
dell’evoluzione scientifica intervenuta negli anni in ogni settore e soprattutto in quello tecnologico
e multimediale.
In un periodo in cui la cultura materiale viene sempre meno, conoscerli, esporli e capirne il
funzionamento e nel caso imparare anche a riutilizzarli, non sarebbe una cosa inutile. Oggi come
oggi, infatti, è sempre più difficile trovare ragazze che sappiano attaccare un bottone, fare un orlo,
e ragazzi che sappiano aggiustare la bicicletta, riparare una gomma, sistemare una maniglia,
mettere a posto un rubinetto che perde,..
Chiaramente sono cambiati i tempi e i contesti di vita e questo necessariamente ha modificato gli
stili di vita.
Ed ecco così che non sanno allacciarsi le scarpe, fare un’asola, bere dal bicchiere ed essere
autonomi. Non è colpa loro s’intende, ma è così.
Perdere, oggi come oggi, questo tipo d’intelligenza pratico-manuale può rivelarsi pertanto una
cosa seria.
59
L’intelligenza del fare consente, infatti, di acquistare nuove dimensioni cognitive (spazialità,
profondità, misura, prospettiva, immagini mentali delle cose, …) in grado di arricchire la persona
e aumentarne le abilità e le competenze.
Nella scuola di base purtroppo si è persa di vista questa prospettiva educativa.
Soprattutto nella scuola secondaria di I grado “Tecnologia” non ha più niente a che fare con la
manualità e con l’intelligenza pratica.
È diventata un insegnamento i cui contenuti sono costituti da “conoscenze di” più che da
“conoscenze da”.
Conoscenze di materiali, fasi, procedure,… più che conoscenze derivanti dal fare, dall’applicare,
dal costruire,…
Ben venga quindi la possibilità di far sperimentare ai ragazzi l’avventura della creazione di un
oggetto, di una cosa che possano sentire come propria, quale frutto del loro lavoro.
Una sfida da accogliere
L’idea che si lancia è quella di trovare il modo di recuperare, dallo scantinato della scuola,
attrezzature in disuso da tempo e dare loro visibilità, attenzione conoscenza.
Vi giacciono ormai da anni e sarebbe giusto riportarle alla luce per diversi motivi.
Innanzi tutto per evitare il pericolo che chi non ha attenzione, cura e sensibilità per le cose in
generale e non ne capisce la storia e la funzione per l’affermarsi sempre più della cultura dell’ “usa
e getta”, se ne disfi destinandole alla discarica.
E quindi dare loro rilievo e nuova visibilità potrebbe portare le persone a pensare che forse non
sono cose proprio da buttare, salvaguardandole così da questo potenziale pericolo.
Ma l’intendimento non è solo questo.
Accanto all’esigenza di conservarle per poterle consegnare al futuro, occorrerebbe trovare anche il
modo di metterle in mostra, così che sia facile vederle, conoscerne la funzione e l’utilizzo, il
contesto temporale di riferimento, l’evoluzione tecnologica che ne è scaturita,..
Si tratta di sussidi didattici e di attrezzature tecniche utilizzate a scuola molti anni fa, di cui non
c’è più memoria.
Risulterà quasi impossibile credere che si utilizzassero giradischi e registratori simili, che si
vedessero filmine fisse con appositi proiettori e che per la proiezione di film si avesse bisogno di
macchine così ingombranti. Eppure è tutto vero e, da quelle macchine, la tecnologia ha fatto
progressi da gigante che può essere utile conoscere e mettere a confronto con le versioni attuali.
Mettere in mostra tali sussidi può inoltre essere utile a dare l’idea, a chi vive nella scuola e a chi vi
entra, di come la scuola e l’insegnamento sia profondamente cambiato, ma anche come si sia
mantenuta l’esigenza di fondo di interessare gli studenti con un’adeguata metodologia in grado di
sostenere e mantenere vivo il loro l’interesse.
Fare lezione teoriche di storia, di geografia, di scienze, di arte,…è altra cosa dal mostrare immagini
di eroi, guerrieri, battaglie,.. parlare di città, monumenti, di opere d’arte e musei è altra cosa dal
poterli vedere e osservare attraverso diapositive, filmati,..
Nella loro tecnica primordiale le attrezzature che s’intendono “riportare alla luce” come del resto
anche la loro versione moderna (PC, LIM, I-Pad,..) soddisfano questa esigenza.
L’occasione della ricorrenza dei primi 50 anni della scuola media unificata dovrebbe servire anche
a questo: a recuperare quei sussidi e al contempo la storia stessa della scuola per sottolinearne
l’insostituibile ruolo che ha svolto e continua a svolgere come “collante culturale” di questo nostro
Paese.
A noi piace pensare che con questa macchina per cucire, come del resto con la cassetta degli
attrezzi, arrivata a scuola con tutto il necessario per lavorare il ferro e il legno, a tanti alunni si sia
provato a insegnare un ‘mestiere’ e appassionarli al "fare", impiegando le loro infinite potenzialità,
magari sommerse e sconosciute.
60
Ma soprattutto ci piace pensare che tanti insegnanti siano riusciti a valorizzare la loro creatività e
abbiano formato discenti volitivi, tenaci, curiosi, indipendenti, disposti a un ragionevole rischio, di
chiara identità, di precisi obiettivi, versatili, flessibili, sensibili verso il bello.
Insegnanti di cui oggi purtroppo si è persa traccia, ma che esistono ancora in alcune scuole per cui
ricordarne l’esperienza può risultare un’opportunità imperdibile.
L’INSEGNAMENTO DELLE LINGUE STRANIERE
La scuola media di Minerbe parte con l’insegnamento del francese, lingua a quei tempi in assoluto
più insegnata nelle scuole della provincia.
L’insegnamento della lingua Inglese comincia ad attuarsi nell’a. s. 1971-72 in due classi prime e
precisamente nella sez. E e nella sez. F. In questo periodo il preside è il prof. Zaffuto. L’anno
seguente pertanto, l’Inglese è insegnato in una classe prima (sez. E) e in due seconde (sez. E e sez.
F), nell’anno successivo in tutto il corso E, nella prima, nella seconda e nella terza E in quanto
viene soppressa la terza F.
In relazione alle scelte delle famiglie per tale tipologia di tempo scolastico, ogni anno, nella scuola
di Minerbe, prendono avvio una o al massimo due classi prime con l’insegnamento dell’inglese. E
questo fino agli anni ottanta.
Negli anni novanta la scuola media di Minerbe aderisce all’opportunità prevista dal D. M. 6678
del 26.04.1991, e avvia la sperimentazione dell’insegnamento della doppia lingua straniera
(francese e inglese), bene accolta dalle famiglie con l’adesione totale di tutte le classi.
Infine, con l’attuazione del bilinguismo nella scuola secondaria di I grado, a seguito della legge n.
53 del 28/03/2003 (Riforma Moratti) e del D. lgs. n. 59 del 19/02/2004, dall'anno scolastico
2004/2005, viene generalizzato l'insegnamento di queste due lingue comunitarie e precisamente
Inglese e Francese, con modifiche sul piano orario, rispetto alla precedente sperimentazione che
prevedeva 3 ore settimanali d’insegnamento per entrambe. La prima lingua viene, infatti, a essere
l’inglese che conserva quindi un orario settimanale di tre ore; la seconda lingua comunitaria viene
invece a essere il francese con un insegnamento settimanale di due ore.
Dall’anno scolastico 2009-2010, la scuola media di Minerbe riesce ad ottenere il cambio della
seconda lingua comunitaria e le tre classi prime partono con il tedesco che andrà a regime nei due
anni successivi.
Questa in sintesi l’evoluzione dell’insegnamento delle lingue straniere nella scuola media di
Minerbe nel corso dei primi cinquant’anni:
anno
1961-62
1971-72
1972-73
1973-74
1981-82
1982-83
1983-84
1984-85
Lingua/e straniera/e
Francese in tutte le classi
Francese nelle classi dei corsi A-D
Inglese nella classe I E e I F
Francese nei corsi A-D
Inglese nelle classi I E- II E e II F
Francese nei corsi A-D
Inglese nelle classi I E- II E - III E
Francese nelle classi dei corsi A-D
Inglese nella classe I E
Francese nelle classi dei corsi A-D
Inglese nelle classi I E e II E
Francese nelle classi dei corsi A-D
Inglese nelle classi I E - II E- III E
Francese nelle classi dei corsi A-D
Inglese nelle classi II E e III E
61
1985-85
1985-86
1986-87
1987-88
1988-89
1989-90
1990-91
1991-92
1992-92
1993-94
e segg.
2009-10
2010-11
2011-12
Francese nelle classi dei corsi A-D
Inglese nella classe III E
Francese in tutte le classi
Francese in tutte le classi tranne che nella I D a tempo
prolungato dove si attua l’insegnamento dell’Inglese
Francese in tutte le classi tranne
che nella I D e II D a tempo prolungato dove si attua
l’insegnamento dell’Inglese
Francese in tutte le classi tranne
che nella I D - II D e III D a tempo prolungato dove si
attua l’insegnamento dell’Inglese
Francese in tutte le classi tranne
che nella I D, II D e III D a tempo prolungato dove si
attua l’insegnamento dell’Inglese
Francese in tutte le classi tranne
che nella II D e III D a tempo prolungato dove si attua
l’insegnamento dell’Inglese (in quest’anno non ‘partono’
classi prime a tempo prolungato)
Avvio della sperimentazione del bilinguismo (inglesefrancese) in tutte le classi prime della scuola
I A- I B- I C
Francese in tutte le classi seconde e terze, tranne che in
III D a tempo prolungato dove si attua l’insegnamento
dell’Inglese
La sperimentazione del bilinguismo (inglese-francese)
si estende nelle classi prime e seconde della scuola
Solo Francese in tutte le classi terze
Il bilinguismo va a regime e si attua l’insegnamento del
Francese e dell’Inglese in tutte le classi della scuola
Inglese in tutte le nove classi (3 prime, 3 seconde e 3
terze)
Francese nelle tre classi seconde e nelle tre classi terze
Parte l’insegnamento del Tedesco in tutte le tre classi
prime
Inglese in tutte le nove classi (3 prime, 3 seconde e 3
terze)
Francese nelle tre classi terze
Tedesco si estende alle tre classi prime e alle tre seconde
Inglese in tutte le nove classi (3 prime, 3 seconde e 3
terze)
Tedesco in tutte le nove classi (3 prime, 3 seconde e 3
terze)
62
IL TEMPO PROLUNGATO
Dai registri dei Consigli di classe è stato possibile ricavare che questa tipologia di ordinamento
scolastico che prevedeva un tempo scuola ‘lungo’ vale a dire di 36 ore settimanali con due rientri
pomeridiani arricchito pertanto con ore ‘aggiuntive’ di Lettere, delle varie educazioni (musicale,
artistica, fisica) e di lingua inglese con le quali attuare attività laboratoriali, è stato avviato nell’a. s.
1986-87 in una classe prima, nella sez. D. In tale classe inoltre si attua l’insegnamento della lingua
Inglese. Il tempo prolungato si attuerà nel corso D fino all’anno scolastico 1991-92 quando anche la
classe III D terminerà il percorso avviato tre anni prima.
Dall’a. s. 1990-91, infatti, nella scuola media di Minerbe, non sono più ‘partite’ classi prime a
tempo prolungato.
Nell’a. s. 1991-92 parte però una nuova forma organizzativa connessa alla sperimentazione del
bilinguismo cui aderiscono via via tutte le classi prime in entrata.
Prevede un orario aggiuntivo di tre ore settimanali, con un rientro pomeridiano, per attuare
l’insegnamento dell’inglese accanto al francese.
Anche tale forma subisce nel tempo modifiche. A seguito della legge n. 53 del 28/03/2003
(Riforma Moratti) e del D. lgs. n. 59 del 19/02/2004, dall'anno scolastico 2004/2005, viene, infatti,
generalizzato in tutte le scuole medie l'insegnamento di due lingue comunitarie, con modifiche sul
piano orario, rispetto alla precedente sperimentazione che prevedeva 3 ore settimanali
d’insegnamento per entrambe. La prima lingua viene a essere l’inglese che conserva quindi un
orario settimanale di tre ore; la seconda lingua comunitaria viene invece a essere il francese con un
insegnamento settimanale di due ore ed entrambe rientrano nell’orario settimanale ordinario delle
trenta ore.
Il tempo prolungato, sia pure nella nuova forma prevista dalla Riforma Gelmini (due ore
aggiuntive settimanali di Italiano e di Matematica) tornerà però a essere attuato nella scuola
secondaria di Minerbe a partire dall’ a. s. 2009-2010 (nella classe terza, sez. A e in una prima,
sempre nella sez. A).
Attualmente le classi a tempo prolungato sono quattro: due prime (sez. A e B), una seconda (sez.
A) e una terza ( sez. A).
PERICOLI SCAMPATI
In data 14 dicembre 1994 si riunisce il Consiglio d’istituto della scuola media statale di Minerbe.
Al quarto punto all’ordine del giorno è prevista la discussione dell’argomento ’Razionalizzazione
della Rete scolastica’.
Svolge le funzioni di Presidente, la sig.ra Luciana Gatti. Il Consiglio dà la parola al Preside, prof.
Alfredo Passarin, che passa alla lettura del Documento Propositivo del Consiglio d’Istituto da
inviare al Signor Provveditore agli studi di Verona, al Presidente del Consiglio Scolastico
Provinciale e Distrettuale e ai Sindaci dei comuni di Minerbe, Bevilacqua e Roverchiara. Il
Consiglio delibera inoltre di predisporre un modulo per la raccolta delle firme dei genitori degli
alunni che sarà effettuata da parte dei rappresentanti dei genitori (dal Verbale del Consiglio
d’Istituto n. 23 del 14.12.1994).
63
Due mesi dopo, in data 27 febbraio 1995, il Consiglio d’Istituto si ritrova ancora a discutere di
Razionalizzazione della Rete scolastica, in quanto la situazione non si è ancora chiarita.
Al punto 11 della seduta è, infatti, posto l’argomento ‘Razionalizzazione scolastica’.
Il Consiglio viene, infatti, informato, in modo quasi ufficiale, ‘dell’accorpamento della scuola
media di Minerbe a quella di Porto. Il Provveditore ha preso questa decisione e manca solo
l’approvazione del Ministro della P.I.
Il Consiglio d’Istituto decide di inviare una lettera a sostegno dell’autonomia della scuola media di
Minerbe al Consiglio Scolastico Provinciale e Distrettuale, ai Presidi interessati, ai Sindaci dei
Comuni coinvolti e al Provveditore. La lettera viene redatta e approvata all’unanimità (dal Verbale
n.24 del Consiglio d’Istituto del 27.02.1995)’.
Gli appelli hanno esito positivo e alla fine la soluzione viene trovata con l’aggregazione della
scuola media di Roverchiara alla scuola media di Minerbe che pertanto a partire da quest’anno
scolastico (1995-1996) si stacca da quella di Oppeano.
Il pericolo della perdita della presidenza e della segreteria, presso la scuola media di Minerbe, per
il momento si allontana.
Ma non passa molto tempo che si profila un’ulteriore minaccia di perdita dell’autonomia.
Il pericolo ‘Razionalizzazione della Rete scolastica’, con tutto quello che comporta in termini di
accorpamenti e tagli, si ripresenta, infatti, di lì a poco.
In data 17.01.1996, il Consiglio d’istituto della scuola media di Minerbe, regolarmente riunito sotto
la presidenza della sig.ra Isolani Loreta, con la presenza dei componenti - Cavallini Rosetta,
vicepresidente, Passarin Alfredo, preside, Tarantino Pietro, Rossi Marta, Papi Caterina, Ghisellini
Rina e Bolan Armando, in qualità di docenti, del bidello, Rossetto Francesco, dei signori Mattioli
Giovanni, Veronese Franco, Lanzarotto M. Giovanna, Bazzoni Renata, genitori - si ritrova, infatti,
a ridiscutere sull’ordine del giorno ‘Razionalizzazione della rete scolastica’.
Ne consegue la delibera n. 38 del 17.01.1996 nella quale il Consiglio d’Istituto, ancora una volta,
‘Preso atto che sono state presentate delle proposte ai Consigli Scolastici Distrettuali e Provinciali che
metterebbero in discussione l’autonomia della scuola Media di Minerbe, con sezione staccata di Roverchiara,
ritiene opportuno attivare quegli strumenti propositivi che mettano in risalto la posizione degli operatori
scolastici e dei rappresentanti eletti negli organismi Collegiali sulla questione sollevata.
La Scuola media di Minerbe come dimostrano i dati relativi al numero degli alunni presenti nelle scuole
elementari dei comuni di Minerbe, Bonavigo, Bevilacqua ha la possibilità di mantenere il numero attuale di
classi per il prossimo quinquennio; unitamente alla sezione staccata di Roverchiara supera il limite minimo
delle dodici classi previsto dall’attuale normativa per ospitare la sede di una presidenza. Gli amministratori
dei comuni di provenienza degli allievi della sede centrale di Minerbe e della sezione staccata di Roverchiara
hanno già manifestato la preferenza a che venga mantenuta la situazione del corrente anno scolastico Si
sottolinea il fatto che la scuola media di Minerbe e di Roverchiara appartengono allo stesso distretto
scolastico e che rimettere continuamente in discussione l’accorpamento tra queste due scuole può creare
disorientamento nelle famiglie degli utenti di queste ultime. Vengono poste in risalto le altre motivazioni che
consigliano di mantenere l’attuale situazione:
l’appartenenza dei comuni di Minerbe e di Roverchiara alla stessa USL;
l’attività di promozione culturale che la scuola media di Minerbe, con la sua presidenza può svolgere
coinvolgendo i comuni limitrofi,
l’attuazione di progetti di sperimentazione che hanno durata pluriennale
l’essere punto di riferimento per la comunità ‘Il Cedro’ che ospita minori in età compresa nella fascia
dell’obbligo scolastico
la disponibilità di un edificio funzionale e ben collegato agli impianti sportivi nel comune di Minerbe’
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Si conviene inoltre di raccogliere le motivazioni sopra elencate in un unico documento che viene
approvato all’unanimità dal Consiglio d’Istituto. Il documento sarà inviato al Provveditore agli
studi di Verona, ai Presidenti dei Consigli scolastici Provinciali e Distrettuali, ai Sindaci dei
comuni interessati (dal Verbale del Consiglio d’Istituto n. 3 del 17.01.1996).
Alla delibera del Consiglio d’Istituto viene così allegato il Documento a sostegno dell’autonomia
della scuola media di Minerbe con la sua sezione staccata di Roverchiara, che esprime il pensiero
dei componenti il Consiglio stesso. In esso si afferma:
-
-
-
-
-
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-
‘In continuità di orientamento con quanto l'amministrazione del comune di Minerbe ha proposto negli anni
scorsi, che il Consiglio d‘Istituto ha pienamente condiviso e che i genitori degli alunni della scuola media e delle
classi quinte della scuola elementare hanno pienamente approvato attraverso una corposa raccolta di firme inviata
al Provveditore agli studi di Verona per il tramite dell’Amministrazione Comunale di Minerbe, il Consiglio
d’Istituto si pronuncia, con fermezza, per l'autonomia della Scuola Media di Minerbe con la sua sezione staccata
di Roverchiara.
Il comune di Roverchiara e il comune di Minerbe territorialmente appartengono alla stessa Unità Sanitaria Locale
n°21 e allo stesso Distretto Scolastico n° 55 di Legnago.
Da un’indagine fatta presso la Direzione Didattica di Minerbe il n° di alunni, frequentanti i plessi da lei
dipendenti (dalla prima alla quinta elementare), è più che sufficiente per assicurare nei prossimi anni scolastici
l'attuale, numero di classi della scuola media di Minerbe, senza quindi ulteriori diminuzioni bensì in una
prospettiva di stabilità. Sommando le classi della Scuola Media di Minerbe con quelle della Scuola Media di
Roverchiara, si ottiene un totale di 15 classi, stabile nel prossimo quinquennio, che numericamente è molto
superiore alle 12 richieste dal D. Lgs. 16.4.94, n°297 per mantenere autonoma una scuola media.
Alla sede di Minerbe affluiscono alunni provenienti da un vasto territorio che comprende oltre il comune di
Minerbe anche i comuni di Bonavigo e Bevilacqua; entrambi privi di una struttura scolastica trovano nella Scuola
Media di Minerbe un sicuro punto di riferimento della loro popolazione scolastica.
L’estensione del territorio che comprende più comuni abbisogna di una struttura scolastica autonoma che faccia
della presidenza anche un centro di promozione culturale, rivolto alle famiglie degli alunni ed a tutta la
popolazione presente nella zona a prevalente insediamento agricolo e comunque omogeneo per situazione socioeconomica.
Nel Comune di Minerbe è presente la Comunità Il Cedro, centro specializzato e riconosciuto dall’USL e dal
Tribunale dei Minori per l’accoglimento e l’affidamento di minori. Tutti gli alunni che sono ospitati nella
Comunità sopracitata e che rientrano nella fascia dell’obbligo frequentano la Scola Media di Minerbe, trovando
nella presidenza un sicuro, immediato, quotidiano e costante punto di riferimento per portare avanti il processo di
integrazione e inserimento scolastico e sociale di ragazzi che oltre al venire meno della famiglia in alcuni casi
presentano anche situazione di handicap.
Il Consiglio d'Istituto nelle sue componenti vuole porre in risalto come questa scuola si è fatta promotrice al di là
dei normali programmi didattici, di varie iniziative e dal 26.04.1991 con DD.MM. 6678/2A/PS della
sperimentazione della doppia lingua straniera (francese e inglese), bene accolta dalle famiglie con l’adesione totale
di tutte le classi e il progetto di prevenzione e recupero degli insuccessi formativi, di supporto psicopedagogico e
orientamento scolastico (D.I. 132 del 15.4.94 – “dispersione scolastica”)
Altro punto da sottolineare è la consistenza dell'edificio scolastico, che risalta nel paese per importanza,
gradevolezza estetica e modernità. Il complesso è organizzato strutturalmente e dal punto di vista dei servizi anche
esterni (adiacente ad esso ci sono tutte le strutture sportive del paese), in modo da definirsi ottimale. Dotato di
capienza, funzionalità e di ogni requisito per essere sede di Presidenza e Segreteria, non può essere relegato al
ruolo secondario di succursale.
Il Consiglio d'Istituto vuole infine sottolineare quanto mai opportuna sia la presenza nell'ambito della scuola del
Preside, ove egli svolge un ruolo di controllo reale ed immediato per quanto attiene al buon funzionamento della
vita scolastica nel suoi molteplici aspetti, nonché dell'ufficio di segreteria per un rapido e puntuale disbrigo delle
richieste burocratico-amministrative (diplomi, certificati, attestati, ecc. ) della popolazione dei comuni di Minerbe,
Bonavigo, Bevilacqua e Roverchiara. Sulla base di quanto sopra esposto, nel sottoscrivere all'unanimità, il
presente documento, questo Consiglio di Istituto conferma la propria decisa posizione a difesa del ruolo primario
della scuola con il mantenimento della Presidenza e della Segreteria nella sede di Minerbe con la sua sezione
staccata di Roverchiara; respingendo fermamente altre proposte che vorrebbero Minerbe come sezione staccata
della Scuola Media "Cavalcaselle" di Legnago e la sezione staccata di Roverchiara aggregata alla Scuola Media di
Oppeano dipendente da altro distretto scolastico ( n° 41 di Zevio).
Il Presidente del consiglio, Isolani Loreta
65
LA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO DI MINERBE NEL TEMPO
Il funzionamento della scuola media di Minerbe, come si è potuto riscontrare, si ha a partire
dall’anno scolastico 1961/1962 subito dopo l’Istituzione della Scuola Media Unificata approvata
dal Parlamento italiano nel 1962.
L’introduzione della “scuola media unica” e obbligatoria sino ai 14 anni di età favorì, infatti, la
graduale immissione nella scuola secondaria di I grado degli alunni economicamente più
svantaggiati.
Si avviava così quel processo di “scolarizzazione di massa” che ha fatto sì che anche a Minerbe
fosse istituita la cosiddetta “scuola media unica” e che un sempre maggior numero di studenti vi
si iscrivessero per continuare gli studi, non solo dopo la scuola elementare ma anche ben oltre fino
alla secondaria e all’università e ciò grazie anche alle mutate condizioni economiche conseguenti
allo sviluppo industriale del dopo guerra e alla correlata crescita demografica.
Nel primo anno di apertura della scuola media risultano funzionanti tre classi prime. Nell’a. s.
1962/1963, funzionano 4 classi prime e due classi seconde. Gli studenti di classe prima in tutto
sono 95, quelli di seconda sono 45 per un totale di 140 studenti.
L’anno successivo funzionano 4 classi prime, 4 seconde e 2 terze e in tutto gli studenti sono
rispettivamente 97, 76, 41 per un totale di 214.
In questi anni fino al 1967/1968 il preside è il prof. Bicego Gaetano.
Questo numero di classi: 4 prime, 4 seconde e 3 terze resta sempre tale anche negli anni successivi
sia durante la presidenza del prof. Oliviero Baldo, nell’anno scolastico 1967/1968, sia durante
quella di Alfredo Galipò, nell’anno scolastico 1968/’69.
Nel 1969/1970 sotto la presidenza di Mario Visentin le classi passano a 12 in quanto anche le terze
diventano quattro.
Nel 1970/1971, con la presidenza del Prof. Raimondo Zaffuto, che guiderà la Scuola fino all’anno
scolastico 1975/1976, le classi prime sono 5, le seconde e le terze sono invece 4, rispettivamente di
90, 80, 72 alunni per un totale di 242 alunni.
Anche negli anni successivi il numero varia: nel 1971 si hanno 6 classi prime per un totale di 114
alunni in entrata, l’anno successivo le prime sono 5 per un totale di 108 alunni; sono di nuovo 6
nell’anno 1974/1975 per un totale di 149 alunni in ingresso; si hanno invece 5 prime nell’anno
scolastico successivo, vale a dire nel 1975/’76 con 134 alunni.
La popolazione scolastica complessiva, in questi primi anni di vita della scuola media di Minerbe,
oscilla quindi intorno ai 250 alunni per diventare 321 nel 1974, 369 nel 1975, 392 nel 1976 con la
preside Bruna Bigini che viene ad essere il massimo di popolazione scolastica riscontrato.
Nell’anno scolastico 1977/1978 subentra il preside Giovanni Guidorizzi che guiderà la scuola
media di Minerbe sino all’anno scolastico 1981/1982; in questi anni la popolazione scolastica
comincia a scendere: nel 1977 gli studenti sono 365 e le classi 15 e quindi 5 per ogni anno di corso;
nel 1978 gli studenti calano a 355; nel 1979 scendono a 337 e nel 1980 sono 311.
L’anno successivo, nel 1981, diminuiscono ancora e passano a 310, ma è nell’anno 1982, con il
preside Baldo Oliviero, che subentra a Guidorizzi, che il numero degli studenti scende a quota 284
e le classi passano a 14.
Nell’anno scolastico 1983/1984 alla guida della scuola arriva la preside Agostina Cacciato Poletto,
che resterà fino all’anno scolastico 1994/1995. In questi anni, e precisamente fino all’anno
scolastico 1989/1990, il numero delle classi si colloca a 12 mentre gli studenti scendono ancora per
attestarsi intorno ai 250.
66
E’ dall’anno successivo che gli studenti registrano un forte calo passando a poco più di 200 e le
classi così scendono a 9, tre per ciascun anno.
Alla graduale diminuzione della popolazione scolastica, che impone scelte di razionalizzazione
del sistema, consegue una aggregazione, al centro organizzativo della scuola media di Minerbe,
di altre scuole secondarie.
E’ così che a partire dall’anno scolastico 1989/1990, la scuola secondaria di I grado di Bevilacqua
passa dalla scuola media Frattini di Legnago, sotto la presidenza della scuola media di Minerbe.
Le classi della scuola media di Bevilacqua, collocata in via Stazione, 14, in tutto sono tre per un
totale di 51 alunni.
Resterà sezione staccata della scuola media di Minerbe fino all’anno 1994/1995, ultimo anno di
funzionamento.
A partire dall’anno scolastico 1995/1996 alla scuola media di Minerbe viene però aggregata la
scuola media di Roverchiara.
Nella scuola media di Minerbe, nello stesso anno, si registra anche il cambio della presidenza in
quanto alla sig.ra Agostina Cacciato Poletto subentra il Prof. Passarin Alfredo che resterà alla
guida della scuola media fino all’istituzione del comprensivo che avviene a partire dall’anno
scolastico 1999/2000.
Scuola Media di Minerbe con sedi aggregate: evoluzione dati Alunni e Classi nel tempo
a.s.
1961-62
1962-63
1963-64
1964-65
1965-66
1966-67
1967-68
1968-69
1969-70
1970-71
1971-72
1972-73
1973-74
1974-75
1975-76
1976-77
1977-78
1978-79
1979-80
1980-81
1981-82
1982-83
1983-84
1984-85
1985-86
1986-87
1987-88
1988-89
1989-90
1990-91
1991-92
1992-93
1993-94
1994-95
Minerbe
al.
cl.
64
3
145
6
207
9
243
10
253
11
242
12
240
12
249
11
247
12
250
13
273
15
292
14
321
15
355
15
369
15
392
17
365
15
355
15
337
16
311
15
310
15
284
14
273
14
255
13
252
12
243
12
255
13
263
13
252
13
210
11
185
10
171
9
189
9
197
9
Roverchiara
al.
cl.
Bevilacqua
al.
cl.
51
41
43
40
28
16
3
3
3
3
2
1
67
1995-96
1996-97
1997-98
1998-99
1999-00
2000-01
2001-02
2002-03
2003-04
2004-05
2005-06
2006-07
2007-08
2008-09
2009-10
2010-11
2011-12
2012-13
205
190
176
179
186
190
204
206
196
190
177
185
193
189
186
190
189
199
9
9
9
9
9
9
9
9
9
9
9
9
9
9
9
9
9
9
97
100
114
116
111
111
106
114
125
108
93
97
111
103
97
109
110
116
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
6
68
DUE TRADIZIONI CONSOLIDATE
Nella scuola secondaria di I grado di Minerbe, come ricordano i genitori intervistati, un’esperienza
risulta particolarmente gradita ed attesa ogni anno dagli studenti: i giochi sportivi del trofeo Berto
Barbarani. Una giornata speciale tutta dedicata allo sport che, di anno in anno, si ripeteva con il
coinvolgimento di tutti gli studenti in diverse gare cui seguiva la premiazione dei vincitori.
IL TROFEO BERTO BARBARANI
La targa ricordo
Il punto di partenza alla ricerca d’archivio svolta per trovare le notizie concernenti la storia del
“Trofeo B, Barbarani” è stato dato dalla lettura di una targa ricordo appesa in salone.
Vi sta scritto:
25° anniversario1983-2008
“Trofeo Berto Barbarani”
Assessorato allo sport
Consulta dello Sport
Dirigente Scolastico
Si tratta di una targa apposta nel mese di maggio dell’anno scolastico 2007-2008, per celebrarne il
25° anniversario, che permette di far risalire gli inizi di tale manifestazione sportiva all’anno
scolastico 1982-1983.
Si sono pertanto reperiti i registri di classe di tale anno, il 1982-1983, che hanno consentito di
rilevare quanto segue:
69
Le classi della scuola media di Minerbe in quell’anno erano 14 e precisamente 4 corsi completi (il
corso A-B-C-D) più le prime due classi del corso E.
A quel tempo l’educazione fisica veniva fatta per squadre: l’insegnante maschile seguiva i maschi
di una classe mentre un’insegnante femminile, in contemporanea, seguiva le alunne femmine
della stessa classe.
L’insegnante maschile di quell’anno era il professor Malandrin, l’insegnante femminile la
professoressa Vicentini Daniela.
Le classi erano così costituite:
Classi
Prima
Seconda
Terza
Totale alunni
Corso A
19
16 alunni
dato non reperito
35
Corso B
19
22
15
56
Corso C
20
20
23
63
Corso D
20
21
27
68
Corso E
20
20
/
40
In tutto gli studenti erano 262 cui sono da aggiungere gli alunni della classe III A il cui numero
non è noto.
I maschi, stando ai dati che si sono potuti rinvenire, erano in tutto 115, le femmine 123 cui sono da
aggiungere maschi e femmine della terza A e della terza C, il cui numero non è stato possibile
rilevare.
La composizione delle classi con riguardo al numero dei maschi e delle femmine era infatti la
seguente:
Classi
Prima
Seconda
Terza
Totale
alunni
Corso A
n°
Maschi
9
5
?
14
n°
Fem.
10
11
?
21
Corso B
n°
Maschi
11
8
9
28
n°
Fem.
8
14
6
28
Corso C
n°
Maschi
11
14
?
25
n°
Fem.
9
6
?
15
Corso D
n°
Maschi
10
5
13
28
n°
Fem.
10
16
14
40
Corso E
n°
Maschi
12
8
/
20
n°
Fem.
8
12
/
20
I registri riportano che, in quell’anno, era Preside della scuola il professor Oliviero Baldo ed
ancora che la manifestazione sportiva, cui parteciparono tutte le classi, si tenne nella mattinata del
3 giugno presso il campo sportivo.
Non si trova invece notizia sulle gare svolte né è dato rilevare se la manifestazione si chiamasse
già “Trofeo Berto Barbarani”
Una curiosità
L’Istituto ha in dotazione una “pistola” che viene utilizzata proprio in occasione di tale
manifestazione.
Serve soprattutto per dare il via alla corsa veloce evitando o riducendo così le false partenze.
Si tratta di una pistola modello Olimpic, calibro 380 - 9 mm. K, fabbricata dalla Bruni Srl di
Milano, con una capacità di caricamento di 5 pallottole a salve.
70
È stata comperata dall’istituto comprensivo nel giugno del 2000 ed è stata pagata € 28,60.
È uguale a un’altra pistola, ancora presente a scuola, precedentemente in dotazione alla scuola
secondaria di Minerbe, guastatasi nel corso del tempo e quindi non più funzionante.
Alcune delle medaglie utilizzate nelle varie manifestazioni
Gli sport delle Gare del Trofeo Berto Barbarani:
La corsa
La staffetta
Il salto
Il salto in lungo
Il salto in alto
Il lancio del Vortex
STORIA DEL TROFEO BERTO BARBARANI
Il prof. Malandrin, artefice della nascita e dello sviluppo dei giochi sportivi, sollecitato in
proposito, ne ricostruisce la storia.
Da precisare che il prof. Gianfranco Malandrin è stato docente di educazione fisica nella scuola
media di Minerbe dal primo ottobre 1969 ininterrottamente fino al 31 agosto 2002.
Non si può parlare del “Trofeo” senza ricordare il contesto da cui è scaturito. Il percorso coincide
più o meno con la mia carriera scolastica.
Infatti, ho cominciato a Minerbe nel lontano 1969, anno successivo alle Olimpiadi di Città del
Messico. In tale manifestazione i risultati sportivi furono per l’Italia catastrofici, per cui il Ministro
della P.I. decise, in accordo col Coni, di dar vita ad una nuova stagione per lo sport italiano,
facendo leva su una partecipazione di massa. Solo mediante il coinvolgimento della scuola si
poteva dare risposta a tale problema.
Nacquero così nel 1969 i Giochi della Gioventù. Le scuole vi aderirono con entusiasmo e così pure
la Scuola Media di Minerbe (allora ubicata in tre sedi: attuale Municipio, ferramenta Pesarin,
abitazione dott. Bertolaso). Mancava tutto, tranne la buona volontà. Non c’era la palestra, gli spazi
coperti erano gli atri o i corridoi delle tre sedi. All’aperto c’era un piccolo cortile o il vecchio
campo sportivo.
71
Poiché è “importante partecipare …”, abbiamo accolto molteplici proposte che venivano offerte
dalle varie scuole o dalle istituzioni locali della Provincia: corsa campestre sull’argine dell’Adige
di Albaredo, atletica leggera nello stadio rinnovato di Legnago, atletica leggera e pallavolo a
Valeggio sul Mincio, pallavolo a Castel d’Azzano, fasi di qualificazioni sia di pallavolo che di
pallacanestro in varie altre scuole della Provincia, corsa veloce “Il ragazzo più veloce” organizzata
dal giornale L’Arena, annuali campestri organizzate da Scuola-Esercito nei pressi della città di
Verona. Abbiamo partecipato anche a gare di sci alpino e di fondo.
Naturalmente assidua è stata la partecipazione alle fasi provinciali dei Giochi della Gioventù per
quanto riguarda l’atletica leggera, la corsa campestre e meno per la pallavolo e la pallacanestro. Le
qualificazioni di atletica leggera ci hanno portato a competere talora anche alle fasi regionali in
varie località del Veneto. Ma ciò che ricordo con molto piacere è la nostra partecipazione alla fase
nazionale dei Giochi della Gioventù del 1990 a Roma con la squadra maschile di atletica leggera
che aveva vinto la fase provinciale. Anche nella capitale ci siamo fatti onore conseguendo il 6°
posto assoluto.
Come in tutte le cose, c’è chi ci crede e chi non, chi è disponibile ad organizzare e seguire i ragazzi
nelle varie manifestazioni e chi non. L’entusiasmo iniziale, che ha coinvolto pressoché tutte le
scuole d’Italia, ha cominciato a scemare, ma la Scuola di Minerbe, una delle poche o spesso l’unica
rappresentante della Bassa veronese, non mancava mai ai vari appuntamenti con le scuole della
città e del lago. Io ho continuato a crederci fino all’ultimo anno del mio insegnamento.
Naturalmente nel corso degli anni ci si è resi conto che se da un lato era positiva la partecipazione,
dall’altro era evidente che un buon numero di scolari non avrebbero avuto il confronto con i
ragazzi almeno delle altre classi, se non delle altre scuole. Bisognava riparare! Ecco che l’idea di
dar vita al “Trofeo B. Barbarani” veniva a rispondere, anche se in parte, all’esigenza di confronto
esteso a tutta la scuola, aprendo la partecipazione anche ai meno dotati e ai diversamente abili,
magari con mansioni collaborative.
Lo si è organizzato sempre a fine anno scolastico per non “disturbare” la normale attività
didattica, anche se sarebbe stato utile svolgerlo in corso d’anno quale selezione alla fase
provinciale de Giochi della Gioventù che si svolgeva in genere nel mese di aprile.
Ecco in sintesi come è nato il “Trofeo B. Barbarani” e con quale scopo.
Per quanto riguarda l’artefice principale, ritengo che l’idea sia scaturita dal naturale dialogo con la
collega di allora o precedente. Eravamo già nell’attuale unica sede, con palestra sufficientemente
attrezzata, con possibilità della fruizione, non sempre facile, del campo sportivo retrostante la
scuola e con spazi importanti ora occupati dai campi da tennis.
Si svolgevano al mattino, negli ultimi tempi anche di pomeriggio, nel campo sportivo dietro alla
scuola con le seguenti specialità di atletica leggera: corsa veloce, corsa di resistenza, corsa ad
ostacoli da quando furono acquistati gli ostacoli, staffetta, getto del peso, salto in lungo, mentre il
salto in alto lo svolgevo in palestra nei giorni precedenti nelle normali ore di Ed. Fisica, per
garantire una maggiore sicurezza.
Vi partecipavano tutti gli scolari, anche quelli diversamente abili magari con mansioni
collaborative, distinti in gare maschili e femminili, in classi prime, seconde e terze.
Alla fine stilavo una classifica generale per ogni singola specialità con le suddivisioni suaccennate.
Mettevo poi insieme i vari risultati ed ottenevo così una classifica per classe data dalla somma dei
risultati dei maschi e delle femmine.
Le premiazioni avvenivano, con medaglie messe a disposizione del Comune, in un mattino degli
ultimi giorni di scuola. I risultati avevano rilievo solo all’interno della scuola e comunque non
poteva essere diversamente data la precarietà delle strutture in cui si gareggiava.
72
Un tempo le cattedre di Ed. Fisica erano o maschili o femminili, cioè l’insegnamento era rivolto ai
maschi da insegnanti maschi e alle femmine da insegnanti femmine. Per conseguenza le classi
erano o solo maschili o solo femminili. Nel rispondere quali fossero le motivazioni di tale
separazione, mi viene in mente la divisione esistente un tempo in chiesa, da una parte gli uomini
e dall’altra le donne (non so se calza l’esempio). Stando così le cose, era più facile combinare
l’orario interno di tutta scuola. Poi le graduatorie vennero unificate e per conseguenza le classi
diventarono miste con lo scopo di razionalizzare le spese in vista del rinnovo del contratto degli
insegnanti. Non sempre le squadre maschili erano formate dalle stesse classi che formavano quelle
femminili.
L’avviamento alla pratica sportiva era abbastanza diffuso in paese: gioco del calcio per i maschi,
quello della pallavolo per le femmine; io tenevo lezioni di pallavolo in palestra ai maschi per due o
tre ore, due o tre volte la settimana. I ragazzi erano una ventina.
Le specialità del trofeo sono rimaste pressoché le stesse, l’unica variante ha riguardato i lanci
propedeutici al lancio del giavellotto: dalla palla con manico si è passati alla pallina ed ora al
vortex.
L’idea dell’uso della pistola penso sia stata mia data la frequente partecipazione a gare di atletica
leggera in cui era scontato usare tale strumento; le gare stesse acquistavano maggiore importanza.
La prima, quella in dotazione è la seconda, è stata acquistata probabilmente nei primi anni del
trofeo.
Il nome “Trofeo” è nato dalla partecipazione a vari trofei della provincia, anche se il trofeo è
rimasto sempre virtuale, mentre il nome “B. Barbarani” è stato dato per dedicarlo alla scuola in cui
ha mosso i primi passi. La premiazione è sempre stata rivolta ai primi tre, le medaglie venivano
fornite dal Comune.
Con grande soddisfazione ricordo i molti risultati significativi, ma dal momento che il trofeo si
svolgeva, e ancora si svolge, con attrezzature non specialistiche e spazi adatti, non potevano
essere attendibili ed in genere erano inferiori a quelli conseguiti in strutture regolari.
Altrimenti in gare ufficiali posso nominare il salto in alto con m. 1,76 di Cagalli Lanfranco, il salto
in lungo con m.6,42 di Brasiè Andrea, il getto del peso di Kg.4 con m. 12,27 di Bonfante Giovanni,
il lancio della pallina di gr. 400 con m. 55,52, m. 2.000 col tempo di 6.50.77 di Milanese Emanuele,
la staffetta 4X100 composta da Brasiè Andrea-Bonfante Giovanni-Brasiè Alberto-Zenatello Simone
col tempo 50.85 e risultati di tanti altri ragazzi.
Sicuramente in molti è rimasta la voglia di fare dello sport per anni ancora. Sia i presidi sia i
docenti mi aiutavano volentieri nello svolgimento del trofeo.
La scuola secondaria di Roverchiara ha iniziato a partecipare qualche anno dopo essere diventata
sezione staccata di Minerbe; prima era un trofeo solo interno alla scuola media di Minerbe.
Penso che sia una tradizione da continuare se non altro per l’importante coinvolgimento di tutti i
ragazzi della scuola in un leale spirito di competizione anche con l’apporto migliorativo dei nuovi
insegnanti.
73
I GIOCHI MATEMATICI
La seconda iniziativa è invece più recente e riguarda la partecipazione degli studenti ai giochi e
alle gare matematiche dell’Università Bocconi e della Statale di Milano. Fino all’anno 2012, ne è
stato l’artefice il prof. Stefano Gasparini, ora la sua eredità è stata raccolta dalla prof.ssa Barbara
Bonetto.
Dice il prof. Gasparini: la Matematica non è una materia arida, sebbene troppo spesso sia stata e
sia tuttora proposta agli allievi in modo tale da non stimolarne la creatività.
La didattica della matematica deve tendere a rendere la disciplina più interessante; la ricerca di
soluzioni diverse a piccoli e simpatici problemi proposti come gioco deve abituare a dare soluzioni
diverse ai piccoli problemi di tipo matematico che tutti incontrano nella vita quotidiana.
E' esperienza diffusa che gli alunni di prima media hanno una grande aspettativa nei confronti
della matematica, sono desiderosi di acquisire nuove conoscenze e dimostrano un atteggiamento
positivo verso questa disciplina.
Ma a partire generalmente dalla seconda classe (talvolta anche prima) l'insegnante si accorge che
l'entusiasmo è crollato, che lo studio è diventato più difficile, noioso, riservato agli allievi che "la
capiscono"; il "piacere di fare matematica" diventa l'obbligo di rispettare quelle regole, di applicare
quel dato teorema…
Di qui l’idea di ‘catturare’ gli studenti con i ‘giochi matematici’ per la loro valenza didattica ed
educativa.
Con il gioco matematico è facile divertirsi insieme, stimolandosi vicendevolmente alla ricerca di
nuove e differenti soluzioni ai problemi proposti; sentirsi gratificati dalla scoperta di “regole”
matematiche e dalla creazione di nuovi fantasiosi problemi.
Il gioco matematico può aiutare inoltre gli studenti che si sentono "bloccati" nello studio della
Matematica tradizionale, recuperando alcuni di coloro che affermano di non gradire questa
materia.
L'introduzione del gioco matematico si è articolata in tre momenti:
a) nel corso delle lezioni curriculari per riproporre e approfondire argomenti già sviluppati e per
stimolare la creatività con la ricerca di metodi diversi per la risoluzione di problemi.
Gli alunni sono poi stati invitati a formulare nuovi giochi, simili a quelli esaminati, e a proporre
questi ultimi ai propri amici e conoscenti (il sentirsi padroni di un gioco o di una strategia dà
soddisfazione, stimola la creatività e consolida la conoscenza di una operazione, di un
ragionamento).
b) partecipazione a gare di giochi matematici organizzati dal Centro Pristem dell’Università
“Bocconi” di Milano (Giochi di Autunno, Campionati Internazionali, Giochi di Primavera) e dal
Gruppo Kangourou Italia dell’Università Statale di Milano (Giochi Kangourou).
c) Festa della Matematica aperta a tutti: alunni, genitori, parenti, amici. (l’abbiamo fatta alcuni
anni)
Il progetto Creatività matematica (Giochi Matematici) dovrebbe servire in particolare a suscitare
un interesse che stimoli le capacità intuitive degli alunni e a condurre, gradualmente, a verificare
la validità delle intuizioni e delle congetture con ragionamenti via via più organizzati.
Credo che l’idea di proporre questa attività sia venuta nell’anno 2000/01.
Abbiamo iniziato con l’Università Bocconi (Giochi d’Autunno e Primavera, Semifinali nazionali a
Verona, Finale nazionale, ogni anno a Milano nel mese di Maggio.
Il primo alunno a darci la gioia di giungere in finale a Milano, per ben due anni consecutivi, è stato
Marocco Lorenzo di Bonavigo. Alla finale si è classificato entro i primi 100, di oltre 1000
partecipanti.
Siamo poi andati a Milano (‘mitica’ Università Bocconi) con Cavatton Elia (2 volte), Verdolin
Filippo, Meggiolaro Alessio (3 volte), Marangoni Arianna (2 volte), GaborLuiza, Broggio Lorenzo
di Roverchiara (2 volte).
74
I più brillanti sono stati Alessio Meggiolaro, sempre nei primi 100 nazionali e un anno addirittura
6° (i primi 5 sono andati a Parigi con la maglia della nazionale italiana Giochi Matematici) e
Lorenzo Broggio, sempre nei primi 100 classificati e un anno 13° con 10 quesiti esatti su 10, battuto
solo per una questione di tempo da 12 suoi avversari.
Qualche anno dopo (nel 2006) abbiamo iniziato a gareggiare anche nei giochi Kangourou della
matematica, organizzati dall’Università Statale di Milano.
Anche in questa competizione ci siamo sempre distinti, con un buon numero di alunni classificati
nei primi 1000 (su circa 25000 partecipanti in Italia, avendo sempre rispettato le regole!).
Per andare alla finale di Mirabilandia bisognava classificarsi in sede nazionale entro il 50° posto.
Siamo stati a Mirabilandia con due nostri alunni: il solito Alessio Meggiolaro per ben due anni
consecutivi (risultato finale 13°) e Carlo Motteran (posizione finale 45°).
Per l’insegnante sono cose che non si dimenticano, ma sono sicuro che sono esperienze molto
importanti anche per gli alunni e per i loro genitori (ho avuto il piacere di vivere insieme a loro le
gare di finale, di un giorno a Milano e di ben tre giorni a Mirabilandia).
Alcuni dei risultati conseguiti dagli studenti:
‘MATEMATICI’ A MINERBE
Alessio Meggiolaro arriva alla finale di Mirabilandia dei Giochi Kangourou e alla finale di Milano
dei Giochi dell’Università Bocconi, dove si fa ammirare per gli ottimi piazzamenti: 13° nella
categoria Benjamin dei giochi Kangourou (47 erano i finalisti) e 45° a Milano nella categoria C1, su
circa 1'600 aspiranti “campioni della matematica”.
Ma molti altri della “squadra”, pur non arrivando alle finali, si sono fatti valere:
Verdolin Filippo è giunto 65°, Cavatton Elia 78° e Castagna Alessandra 104°, su quasi 15'000
partecipanti alle gare Kangourou, svoltesi il 15 marzo 2007.
E alle semifinali di Verona, del 24 marzo 2007, per poter approdare alla finale di Milano, oltre ai
soliti Meggiolaro e Verdolin, si sono distinte Veronica Chiavenato e Katia Cagalli.
Tra i ragazzi di terza media, in entrambe le competizioni il migliore dei “nostri” è stato Simone
Borasca, 340° nei giochi Kangourou e 13° alle semifinali di Verona.
Molto bravi sono stati anche Stefano Milanese (504°), Castagna Mattia e Michele Marini (erano
circa 10'000 i concorrenti in questa categoria).
75
I PRIMI CINQUANT’ANNI DELLA SCUOLA MEDIA ITALIANA IN SINTESI
La legge 31 dicembre 1962, n. 1859, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 30 gennaio 1963 ‘Istituzione e
ordinamento della scuola media statale’ ha compiuto cinquanta anni.
Si è trattato della più importante riforma scolastica del secondo dopo guerra, fortemente voluta da
Luigi Gui, ministro dell'Istruzione del governo guidato da Aldo Moro, in pieno clima politico
dominato dal centro sinistra. La legge recepiva quanto previsto dalla Costituzione e rendeva la
scuola pubblica meno elitaria, più equa e capace di rispondere ai nuovi bisogni sociali degli anni
Sessanta. Non a caso, la legge del 1962 fu definita una vera e propria riforma sociale.
Camillo Tamborlini, direttore del Centro Didattico Nazionale per la Scuola Secondaria del
Ministero della Pubblica Istruzione tra il 1951 e il 1953, descrisse così la nascente scuola media: ‘Si
tratta prima di tutto di una riforma sociale: l’educazione e l’istruzione sono inserite nel sistema di
formazione e di protezione sociale che in vista del miglioramento delle condizioni, dei tenori di vita, per
ognuno e per la comunità, lo Stato offre a ogni cittadino. Esso esprime lo sforzo sociale che, frutto della
solidarietà organizzata, caratterizza la società contemporanea, la struttura della società, la vita intera delle
nazioni, della comunità internazionale’.
Si chiudeva un’epoca caratterizzata dall’accesso all’istruzione vincolato a condizioni sociali e
territoriali: la legge del 1962 rendeva la scuola media obbligatoria, i Patronati dovevano sostenere
gli alunni disagiati e le scuole dovevano essere istituite in tutti i comuni con più di tremila
abitanti: ‘A partire dal 1° ottobre 1963, le preesistenti scuole medie, le scuole secondarie di
avviamento professionale e ogni altra scuola secondaria di primo grado sono trasformate in scuole
medie in conformità al nuovo ordinamento’.
Il dibattito politico che precedette l’approvazione della legge fu animato e si concentrò sulla
questione del latino. Si discusse a lungo se e in che misura il latino dovesse essere una materia
curricolare, fino a giungere alla decisione per cui il latino divenne una materia facoltativa, mentre
era obbligatoria per chi volesse iscriversi al liceo classico.
Prima di allora, per la fascia di età compresa fra gli 11 e i 14 anni era prevista l'opzione tra una
scuola media triennale, istituita dalla riforma Bottai nel 1940, cui si accedeva con un impegnativo
esame di ammissione, e altre specializzazioni professionalizzanti, tutte di derivazione gentiliana.
Mentre la prima opportunità consentiva il successivo proseguimento degli studi in tutti i settori
dell’istruzione secondaria superiore, l’altra scelta non lo permetteva.
Si tratta, in questo secondo caso – scelta generalmente riservata alle fasce sociali meno abbienti - di
optare o per i corsi di avviamento professionale o per i percorsi di scuola post-elementare. Scelte
però vincolanti l'eventuale proseguimento degli studi solamente in scuole e istituti professionali.
Una scuola formativa e orientante: il primo periodo dal 1962 al 1979
La celebrazione dei cinquant’anni della scuola media unica consente di ricordare il clima politico
dell'epoca e le opposizioni tra intellettuali di sinistra e democristiani sulla riforma della scuola
pubblica italiana come risposta a bisogni nuovi e a problemi vecchi.
“La Scuola media unica è una necessità urgente e chiara nell’Italia ‘del miracolo’. In cinque anni gli alunni
delle medie e dell’avviamento sono passati "da 900 mila a 1 milione e mezzo. È un sintomo incoraggiante,
ma l’attuale sistema pone ostacoli sempre più gravi a questo progresso. La divisione tra scuola media per i
privilegiati e istituti per apprendisti, non è soltanto ingiusta ed inadeguata alla realtà economico-sociale;
rende molto più difficile creare, anche nei piccoli centri, delle scuole per i ragazzi dagli undici ai quattordici
anni. Le resistenze contro la ‘media unica’ derivano da pregiudizio dalla fede in tradizioni superate: per
prima la falsa cultura classica, basata sull’insegnamento in massa del latino”, scriveva su La Stampa del
14 marzo 1962 il giovane Alberto Ronchey che seguì con attenzione il dibattito di quel periodo.
76
L’Italia era in pieno boom economico, i costumi degli italiani cambiavano in fretta e la scuola fu
investita dall’ondata di nuove e pressanti richieste, come racconta in quegli anni Ronchey sulle
pagine de La Stampa: "Ogni aspetto della vita quotidiana nasconde ormai notizie degne di scoperta. Le
nuove ondate che investono le scuole elementari e medie costituiscono forse il fenomeno più ignoto, anche
perché i rilievi dell'Istat sono in ritardo di anni, non si collegano strettamente agli altri moti profondi della
società: l’ascesa del reddito medio; l’emigrazione dalle campagne alle città, dal Sud al Nord, dall'Italia
all’Europa; la corsa delle donne al lavoro (l'occupazione femminile ha raggiunto sei milioni di posti di lavoro
in questi giorni); la diffusione delle ambizioni sociali e persino del ‘consumo di cultura' (le vendite dei libri
si raddoppiano ormai ogni tre anni). Ogni ora, si trasforma un particolare della vecchia società; non può
vederlo chi segue la sua routine giorno per giorno, ma lo vede a occhio nudo, per esempio, chi ritorna
dall'estero dopo alcuni anni. Il boom economico è l’ipocentro e quello della scuola l’epicentro del terremoto
sociale".
Prima dell’approvazione della legge, il Ministero dell'Istruzione aveva avviato una
sperimentazione in 2400 classi a livello nazionale con risultati più che soddisfacenti. Su La Stampa
del 17 giugno 1962·Carlo Casalegno scrive: "È un esperimento rivoluzionario, che ha tentato di
applicare subito i fondamenti di una riforma radicale: nel reclutamento degli alunni, nel piano degli studi,
nei programmi, nei metodi didattici. È abolita per i ragazzi iscritti a tali corsi la distinzione classista tra
scuola media e scuola d’avviamento. Alcuni presidi e professori parlano di miracolo, hanno inviato delle
relazioni piene di soddisfatto entusiasmo, pur riconoscendo le perplessità e lo sconforto dei primi tempi. Altri
rapporti sono pessimisti, denunciano insufficienze gravi e poveri frutti”.
I programmi e gli orari di insegnamento della nuova scuola media furono stabiliti dal decreto
ministeriale del 24 aprile 1963 di cui vale la pena riportare un passaggio che evidenzia la portata
sociale della sua istituzione: "Come ogni scuola è ampliamento e approfondimento della sollecitudine
educativa delle famiglia, dalla cui collaborazione consapevole e convinta attende un apporto particolare per
corrispondere all’attesa dell'intera società italiana e per consolidarsi, la dove sinora è mancata la
consuetudine con un’istruzione obbligatoria dopo il corso quinquennale della scuola primaria" e ancora "la
scuola media accoglie gli alunni nel periodo del passaggio dalla fanciullezza all'adolescenza, ne prosegue
l'orientamento educativo e persegue con sviluppi originali conformi alla sua natura di scuola secondaria il
completamento dell’istruzione di base come la premessa indispensabile per ogni ulteriore impegno".
Seppure circondata da dubbi e polemiche, la scuola media unica si radicò sul territorio nazionale e
si affermò come segmento specifico del percorso scolastico, distinto dal precedente e dal
successivo.
Nel 1977, cioè dopo solo quindici anni dalla sua nascita, la scuola media italiana subì il primo
importante cambiamento attraverso l’emanazione di due leggi.
La legge 348/77 ‘Modifiche di alcune norme della legge 31 dicembre 1962 n. 1859, sulla istituzione
dell’ordinamento della scuola media statale’, modificò parzialmente l’assetto ordinamentale della
scuola media, aggiungendo in tutte le classi l’educazione musicale e sostituì le applicazioni
tecniche con l’educazione tecnica non più diversificata per sesso. Inoltre, cambia denominazione
l’insegnamento della matematica per assumere quello di ‘scienze matematiche, chimiche, fisiche e
naturali’. La legge assegna alla scuola media il compito di rafforzare l’educazione linguistica sia
dell’italiano che delle lingue straniere, non dimenticando l’origine latina della nostra lingua.
L’esame di licenza assume le caratteristiche di quello attuale: due prove scritte, un colloquio
pluridisciplinare alla presenza della Commissione composta da tutti i docenti della classe e da un
presidente esterno. Il titolo rilasciato permette l’iscrizione a tutte le scuole del secondo grado. In
sostanza, non è più necessario l'esame di latino per accedere al liceo classico.
La legge 517/77 ‘Norme sulla valutazione degli alunni e sull'abolizione degli esami di riparazione nonché
altre norme di modifica dell’ordinamento scolastico’ è ricordata soprattutto per avere introdotto
importanti cambiamenti nella valutazione e per l’inserimento nelle scuole pubbliche degli alunni
disabili.
77
È bene evidenziare che la 517/77 rappresentò una vera e propria rivoluzione per la scuola
pubblica: abolì gli esami di riparazione, decretò la fine delle classi differenziali riconoscendo il
diritto allo studio per gli studenti disabili attraverso il sostegno didattico da parte di docenti
specializzati, sostituì la pagella con la scheda di valutazione che conteneva giudizi analitici per le
singole discipline, una valutazione complessiva sul grado di maturazione raggiunto dallo
studente e un giudizio sintetico finale.
Da ricordare inoltre che la 517/77 avviò il processo di apertura dei locali scolastici anche in orario
successivo a quello delle lezioni, permettendo ad associazioni sportive e culturali di utilizzare gli
spazi delle scuole come centri di promozione culturale, sociale e civile.
Nel 1979 i Programmi della scuola media appaiono in linea con il suo profilo: una scuola della
formazione dell’uomo e del cittadino, una scuola che colloca nel mondo, una scuola orientativa.
Non va dimenticato che qualche anno prima, nel 1974, il mondo della scuola era stato
profondamente trasformato da quattro decreti noti come ”decreti delegati” che regolamentarono
la partecipazione dei genitori alla vita della scuola, istituirono gli organi collegiali come elemento
fondante di una scuola democratica, introdussero il principio della sperimentazione didattica.
Il testo dei programmi per la scuola media del 1979 rivela un’alta considerazione del ruolo dei
docenti ai quali si richiedono una specifica capacità professionale e un'approfondita preparazione
sia culturale che didattica.
Ne consegue la necessità dell’aggiornamento professionale quale diritto/dovere di ogni
insegnante.
Nella scuola media degli anni Settanta/Ottanta il consiglio di classe concorda ed elabora la
programmazione didattica, secondo una precisa impostazione metodologica che presuppone un
progetto educativo e didattico.
Il ruolo delle discipline è di concorrere allo sviluppo unitario dell'alunno attraverso l’acquisizione
di competenze trasversali.
Per la prima volta si parla esplicitamente di socializzazione quale compito formativo della scuola
che deve educare "al vivere insieme, all'operare in spirito di solidarietà con gli altri nella
costruzione del bene comune"; il lavoro di gruppo diventa lo strumento "principale per sviluppare
la cooperazione e come esercizio di democrazia.
Il programma di educazione civica riassume tutti i principi ispiratori dei Programmi del 1979.
Infatti, “…l’educazione civica, intesa come finalità essenziale dell’azione formativa della scuola, esige il
responsabile impegno di tutti i docenti e la convergenza educativa di tutte le discipline e di ogni aspetto della
vita scolastica; essa è, pertanto un grande campo di raccordo culturale, interdisciplinare, che ha anche suoi
contenuti specifici rappresentati dalle informazioni sulle forme e sulle caratteristiche principali della vita
sociale e politica del Paese e che richiede interventi coordinati del Consiglio di classe intesi a far maturare la
coscienza delle responsabilità morali, civiche, politiche, sociali, personali e comunitarie di fronte ai problemi
dell’umanità, nel contesto sociale italiano, europeo, mondiale e, quindi, a fare acquisire comportamenti
civilmente e socialmente responsabili".
La nascita degli istituti comprensivi
La scuola media proseguirà il suo cammino per oltre vent’anni, senza subire particolari
cambiamenti fino all’avvento degli istituti comprensivi e alla legge 53 del 2003 e con le Nuove
Indicazioni Nazionali.
La scuola media, nata nel 1962, si trova coinvolta, quasi per caso, in una nuovissima
organizzazione: l'istituto comprensivo.
E’ curioso il fatto che i primi ventidue istituti comprensivi nascono per risolvere il problema delle
scuole di montagna con la legge 97 del 1994 ‘Nuove disposizioni per le zone montane”.
78
Nell'intento del legislatore la priorità è la salvaguardia dei territori a rischio di spopolamento e
non quello di introdurre innovazioni didattiche. Tuttavia, in pochi anni, gli istituti comprensivi si
moltiplicano e nel corso di un decennio, plessi e succursali si accorpano a sedi centrali per dare
vita a migliaia di istituti comprensivi.
In anni recenti la razionalizzazione della rete scolastica, resasi necessaria per il contenimento della
spesa pubblica, ha portato definitivamente a regime la scuola del primo ciclo che trova la sua
espressione negli istituti comprensivi.
Mentre il modello dell’istituto comprensivo si evolve e tende ad assestarsi, nuovi importanti
cambiamenti coinvolgono la scuola media per opera di due ministri che firmano le riforme del
primo decennio del duemila: la riforma Moratti (2003) e la riforma Gelmini (2009).
Trai due dicasteri, quello di Giuseppe Fioroni che con il decreto n.139/2007 innalza l'obbligo
scolastico fino a dieci anni.
La legge delega 53 del 2003 che porterà al decreto legge 59 del 2004, ridefinisce il sistema di
istruzione che si articola in scuola dell’infanzia, primo ciclo e scuola secondaria di secondo grado.
Il primo ciclo dura otto anni e costituisce il primo segmento in cui si realizza il diritto/dovere
all'istruzione e formazione.
La scuola secondaria di primo grado è organizzata in un biennio e in un terzo anno e assicura il
raccordo e l’orientamento con il secondo grado di istruzione.
La denominazione di scuola media è sostituita da quell'attuale di scuola secondaria di primo
grado.
Nel 2009 il DPR n.89 introduce alcuni cambiamenti nell’ordinamento del primo ciclo che ne
riorganizza il funzionamento.
Tra le novità, l’ora di approfondimento, l’insegnamento di ‘Tecnologia’ quale materia autonoma,
la seconda lingua comunitaria.
La lunga serie di provvedimenti normativi che cambiano in pochi anni il volto della scuola
pubblica italiana, modificano, di fatto, l’identità dell’ex scuola media unica.
La scomparsa della scuola media ?
Il cinquantenario dell'istituzione della scuola media unica in Italia ha coinciso con un momento
difficile per il Paese: la crisi di governo sullo sfondo di uno scenario internazionale dominato da
pesanti problemi nell’economia dei singoli Stati.
Nello specifico, poi, la scuola italiana è stata percorsa da un brivido che ha rianimato una classe di
lavoratori provata e indebolita da tanti cambiamenti in pochi anni e da un ruolo sociale sempre
meno significativo: la questione delle ventiquattro ore di servizio per i docenti di medie e
superiori.
Archiviata l’emergenza, superato almeno per ora il rischio di aumentare di sei ore l'orario di
cattedra dei docenti della scuola secondaria, la classe docente del segmento conclusivo del primo
ciclo di istruzione appare disorientata tra un prima (la scuola media unica) e un dopo (la scuola
secondaria di primo grado) incardinato nella logica degli istituti comprensivi e delle nuove
Indicazioni Nazionali.
Il Rapporto sulla scuola in Italia del 2011 della Fondazione Giovanni Agnelli è impietoso nei
confronti della scuola secondaria di primo grado. I dati sui risultati degli apprendimenti rivelano
un calo elevato nel passaggio dalla quarta classe della scuola primaria alla classe finale del primo
ciclo. I ricercatori nel tentare di dare risposta alla evidente ‘caduta’ di rendimento si pongono
alcune legittime domande: è colpa dei pre-adolescenti italiani ‘più difficili dei coetanei esteri’? è
colpa degli insegnanti anziani, demotivati e poco aggiornati? O è proprio questo segmento
scolastico a rivelarsi inadeguato e privo di una chiara mission educativa?
79
Secondo la ricerca della FGA gli adolescenti italiani amano poco la scuola, sicuramente molto
meno dei loro coetanei tedeschi, inglesi, francesi e americani. Infatti, solo il 7% dei ragazzi e l’11%
delle ragazze italiane pensa che la scuola gli/le piaccia molto contro il 52% dei tedeschi e il 62%
delle tedesche.
Ma perché il rapporto degli adolescenti italiani con la scuola è tanto negativo?
La ricerca della FGA evidenzia alcuni dati sui quali è necessario riflettere: il 52,1% degli insegnanti
della ex scuola media ha un’età media introno ai sessant’anni, il 35% di loro non resta nella stessa
scuola da un anno all’altro e risultano essere i meno soddisfatti tra i colleghi degli altri gradi e
ordini scolastici, della formazione iniziale in merito a competenze essenziali per il proprio lavoro.
Per fare qualche esempio, il 47% del campione della ricerca ritiene di non avere avuto una
formazione iniziale adeguata nella gestione della comunicazione con i genitori, il 46% nello
sviluppo di competenze digitali, il 44% nella conduzione e nell’organizzazione di classi
multiculturali e il 39% nella gestione in generale della classe.
E oggi? Qual è la missione della scuola media? O meglio si può affermare che la scuola media
unica del 1962 abbia realizzato la sua missione?
Stando ai dati della FGA l’obiettivo di garantire l’uguaglianza delle opportunità scolastiche se
valutato in termini di successo scolastico e non soltanto come accesso alla scuola, sembra essere
fallito. Infatti, gli studenti i cui genitori hanno un livello di istruzione superiore (diploma e/o
laurea) hanno risultati scolastici migliori. Il divario è pressoché inesistente nella scuola primaria
come mostrano i dati sugli apprendimenti di matematica e scienze in rapporto al titolo di studio
dei genitori: nella scuola primaria i bambini raggiungono gli stessi risultati indipendentemente dal
titolo di studio dei genitori. Che fare? La ricerca della FGA individua alcune possibili strade:
personalizzazione dei percorsi che richiede la scuola nel pomeriggio e maggiore diversità di
approcci didattici in aula;
progettazione comune, come nelle elementari e organizzazione per dipartimenti;
apprendimento cooperativo che favorisce la motivazione degli studenti e sfrutta l’effetto
”pari”;
modello dell’istituto comprensivo e adozione di curricoli verticali;
essenzializzazione, ovvero concentrazione su poche materie con l’introduzione di materie
opzionali.
Il vero cambiamento, tuttavia, potrà realizzarsi con il concorso di diversi fattori: innanzi tutto
attraverso gli insegnanti, possono infatti essere il motore dell’innovazione se il turn over potrà
costituire un'opportunità non solo occupazionale, ma poi occorreranno anche ingenti investimenti
strutturali e tecnologici e adeguate spinte motivazionali nei confronti del sapere da parte degli
studenti e delle loro famiglie.
Solo così si potrà superare il gap sociale che ancora oggi connota negativamente un segmento
scolastico che, paradossalmente cinquanta anni fa nasceva per essere equo e coerente con la
Costituzione.
80
Da La Stampa del 21.04.2013 di Marco Rossi Doria:
Pochi giorni prima del Natale del 1962 venne approvata dal primo centrosinistra la legge n. 1859,
che istituì la scuola media unificata, applicando finalmente la Costituzione della Repubblica che
prevedeva otto anni di scuola gratuita e obbligatoria per tutti. La scuola media unica, insieme alla
statalizzazione dell’energia elettrica, fu parte delle condizioni programmatiche poste dal partito
socialista per terminare l’opposizione e avvicinarsi a un governo insieme alla Dc superando
l’alleanza frontista con i comunisti che durava dal 1948. Così, nell’anno successivo, il 1963/64, le
nuove scuole medie aprirono le porte a ben 600 mila ragazzi e ragazze, figli di operai, contadini,
artigiani, piccoli commercianti e braccianti, che fino ad allora non erano andati oltre la quinta
elementare o l’‘avviamento professionale’ secondo le norme del 1928.
Immaginiamo la scena.
Nell’ottobre del 1962 Gianni e sua cugina Carla, figli di un salumiere e di un operaio edile,
finiscono a pieni voti la quinta elementare. Hanno dieci anni. E le famiglie decidono di non
mandare i due ragazzi alla scuola media - allora unica via d’accesso ai licei e poi, forse,
all’università - ma semmai all’‘avviamento’, dove per tre anni, sei giorni a settimana, con tuta e
arnesi per l’officina o grembiule e attrezzi per i cosiddetti ‘lavori domestici’, tutti comprati dalle
famiglie, ci si ‘ammaestrava’ al lavoro e basta. Senza accesso al sapere del mondo. Ed ecco che, con
la nuova legge, nell’autunno del 1963, i fratelli di poco minori di Gianni e Carla entrano invece a
scuola e studiano Italiano, Matematica, Storia, Geografia, Scienze, Arte, Inglese o Francese,
Ginnastica, Musica. E - quel che più conta - hanno le porte aperte all’accesso agli studi superiori.
Inoltre fanno almeno un anno di latino - la materia simbolo dell’idea stessa di conoscenza delle
classi medie italiane - che fu, infatti, l’oggetto intorno al quale si concentrò la polemica politica.
Anche se oggi vi è un proficuo dibattito sui limiti della nostra scuola media, va ribadito che la
riforma fu una conquista storica in termini di eguaglianza. E non solo. La riforma, infatti, ebbe un
successo multidimensionale perché, partendo dai diritti, spinse in avanti l'economia e la società
italiane. Il tasso di quattordicenni in possesso di licenza media passò, nei dieci anni successivi, dal
46,8% all'82,3%. E decine di migliaia di giovani entrarono, poi, nei licei ma soprattutto nelle scuole
tecniche e professionali con una più forte cultura di base, potenziando il sapere diffuso,
avvicinando sapere e lavoro, contribuendo alla trasformazione dell’agricoltura, di ogni settore
manifatturiero e del crescente sistema dei servizi. Inoltre l’espansione delle iscrizioni spinse alla
costruzione e all’ammodernamento di migliaia di edifici scolastici, favorendo ulteriormente il
boom economico e occupazionale già in atto. Il movimento verso la scuola non riguardò solo la
generazione direttamente interessata dalla riforma ma tutta la vasta parte ‘popolare’ del Paese.
Non solo i bambini e ragazzi ma gli adulti e anche gli anziani - che in precedenza non avevano
raggiunto le conoscenze più basilari - furono investiti dall’onda positiva dell’effetto-traino e spinti
a conquistare almeno la licenza elementare. Così, le bambine delle campagne e dei ghetti urbani
poveri furono finalmente tutte mandate alle elementari; le scuole serali si riempirono di giovani
adulti; la Rai ampliò i suoi programmi di alfabetizzazione consolidando l’idea che per imparare
‘non è mai troppo tardi’.
L’analfabetismo totale - il non sapere leggere, scrivere e far di conto in alcun modo -passò dal 13%
del 1951 a percentuali comparabili con il resto d'Europa.
Ma torniamo a quel dicembre di mezzo secolo fa, all’aula di Montecitorio. Lì proprio attorno
all’idea di uguaglianza vi fu un decisivo dibattito parlamentare. Con motivazioni tese ad aprire
scuola e società e superando anche conservatorismi interni, votarono a favore della scuola media
unica socialisti, socialdemocratici, democristiani, repubblicani. Invece votarono contro tutte le
destre: monarchici, missini, liberali e - con motivazioni opposte e speculari - i comunisti.
81
La destra avversò ogni messa in discussione di una scuola rigidamente divisa tra quella per le
classi medie, che si prolunga nel tempo, comprende le discipline del sapere universale necessario
per comandare e guadagnare bene e quella per le classi popolari, limitata nel tempo e dedicata ad
allenarsi al lavoro manuale.
Il provincialismo conservatore italiano si unì a quello reazionario e rimase immobile, convinto, in
particolare, che qualsiasi ridimensionamento del latino comportasse una svalutazione dell’idea
stessa di cultura. Ma, ben oltre i conservatorismi della nostra destra, era estraneo a grande parte
delle élites italiane l'argomento secondo il quale lo sviluppo economico è legato alla promozione
della mobilità sociale, a sua volta possibile grazie all’acquisizione di conoscenze diverse umanistiche, scientifiche, tecniche, unite dal rigore del metodo e dall'intreccio tra fare e sapere e
dal laboratorio didattico come fondamento dei processi di apprendimento che richiedono la
partecipazione attiva di bambini e ragazzi. Quello che era accettato in tutto il mondo - dagli Usa
all’Inghilterra alla Germania fino ai paesi in via di decolonizzazione in Africa e Asia - non lo era
da noi. E la riforma del 1962 spezzava un tabù profondamente radicato nella nostra idea di sapere
e apriva al futuro; ma l'evoluzione successiva, è stata troppo lenta e faticosa... A votare contro la
riforma vi fu anche il Partito Comunista Italiano. La mediazione individuata nel corso dei lavori fu
di introdurre - soltanto in terza media - il latino come materia facoltativa ma necessaria per
iscriversi al ginnasio. Dichiaratosi a favore dell’innalzamento dell’obbligo come ‘fatto di conquista
democratica’ il Pci tuttavia si oppose proprio per questo dettaglio: ‘perché bisognava offrire il
latino a tutti, altrimenti il nuovo obbligo mostrava un problema grave di contenuti culturali’. In
aula, a rispondere alla così motivata dichiarazione di voto contrario del comunista Mario Alicata
fu il deputato del Psi, Tristano Codignola: «un movimento popolare dell’importanza del Pci non
può affermare il valore della legge e nel contempo annunciare il voto contrario sostenendo
l’equivoco discorso dei contenuti culturali, quando si sa che una legge non sostituisce mai l’uomo
che deve applicarla e quindi è in questa nuova struttura di scuola che si apre il discorso dei
contenuti...». Cinque anni dopo la riforma, nel 1967, con Lettera a una professoressa, fu don Milani,
insieme ai ragazzi di Barbiana, a denunciare ciò che ne impediva la piena applicazione: «il
principale difetto della scuola italiana sono i ragazzi che ancora perde». E indicò come porvi
rimedio, proponendo di dare di più a chi parte con meno nella vita. Nelle democrazie si chiama
‘discriminazione positiva’. Ed è l’opposto dell’eguaglianza formale perché va alla sostanza delle
cose, proprio come dice l’articolo 3 della Costituzione: ‘È compito della Repubblica rimuovere gli
ostacoli che, limitando di fatto l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana...». Ma oggi, il terribile 18,2% di ragazzi che abbandonano scuola e formazione, ci
dice che l’Italia deve affrontare ancora questa sfida. E che, pur con tutti i progressi, non abbiamo
creato sufficiente scuola del sapere e del fare. E che non siamo stati in grado di sviluppare appieno
la discriminazione positiva soprattutto perché abbiamo conservato una scuola basata su un’idea
povera di eguaglianza: dare a tutti la stessa cosa nel medesimo tempo.
Mentre è possibile un’eguaglianza molto ben articolata, che sappia dare di più e meglio a ciascuno
perché prende in considerazione le parti forti e deboli, le inclinazioni, le parti da scoprire di ogni
persona in crescita. Molte scuole già lo fanno. Lo facciamo integrando migliaia di bambini non
italiani e di bambini con disabilità, in modo migliore di quanto si faccia altrove. Eppure
l’organizzazione standardizzata è ancora troppo presente; e tante esperienze che sperimentano i
modi per conquistare alla scuola chi ne è ancora fuori devono ogni volta misurarsi con questo. E
con la mancanza di risorse. La sfida contro troppi abbandoni della scuola deve diventare politica
nazionale, sostenuta, finanziata, difesa dalla comunità tutta. E davvero non è più possibile pensare
di tagliare i fondi per la scuola quando perdiamo per strada non solo troppi ragazzi ma tante
risorse per la crescita del Paese che, oggi più che mai, è intimamente legata alle conoscenze.
82
Ed è interessante notare come, a pagina 38 del «documento dei saggi» consegnato al Presidente
Napolitano, vi sia un capitolo dedicato al contrasto dell’abbandono scolastico come fattore
determinante per la crescita. Perciò: è una necessità ridare a scuola, università e ricerca come
investimento per il nostro futuro - gli 8,4 miliardi tagliati dal 2008 al 2011. Questo è, per quanto
complicato, un passaggio politico decisivo della nuova auspicata stagione italiana, che riveste la
medesima importanza della restituzione dei crediti alle imprese. Proprio il successo della riforma
di cinquant’anni fa, insieme con la ferita aperta degli abbandoni scolastici, ci mostra che è questa
la via da prendere.
Marco Rossi Doria, sottosegretario al Ministero dell’Istruzione (21.04.2013)
83
Dati ricavati dai questionari restituiti dai genitori sui ‘primi 50 anni di scuola media’
Età di chi risponde: alcuni giovani di 20, 21 e 25
anni, gli altri dai 30 ai 75 anni
1
I maschi che rispondono sono 10, il resto femmine
Lei ha frequentato la nuova scuola media unificata o altra tipologia di scuola? Quale? Dove? Quante classi
c’erano? In quale sezione era lei? Le classi erano numerose? Si ricorda da quanti alunni era composta la sua
classe? Si ricorda dei compagni? Di qualcuno in particolare? Ha ancora rapporti con qualcuno di loro?
Ho frequentato la media di Minerbe, non molti anni fa (ho 35 anni). Le classi erano tante quante sono ora e
c’erano sia la palestra sia i vari laboratori.
Quando l’ho frequentata io c’erano nove classi e quindi tre sezioni. Io ero nella sezione A. Erano composte
più o meno dallo stesso numero di alunni, circa 22-23 per classe. Sì, mi ricordo di tutti i miei compagni e con
alcuni di loro ci si sente e ci si vede ancora.
Sì, ho frequentato la media di Minerbe, ero nella sezione D. A quel tempo le classi andavano fino alla lettera
E che faceva Inglese.
Ho frequentato la media unificata a Cologna; c’erano otto classi, io ero nella sezione B ed eravamo in 36.
Non ho ricordi particolari, né mi vedo con i compagni di allora.
Ho frequentato la nuova scuola media unificata di Minerbe.
Quando ho frequentato la media di Minerbe c’erano 10 classi. Io ero nella sezione B di 24 alunni. Mi ricordo
di tutti loro e due di essi sono stati anche miei testimoni di nozze.
Ho frequentato la scuola in Ghana, Africa.
Ho frequentato la scuola a Pressana. Vi erano sei classi non numerose; la mia era di diciotto alunni.
Ho frequentato in Marocco con quaranta alunni per classe.
Ho frequentato a Veronella: c’erano tre classi di circa venti alunni.
Ho frequentato questa scuola quando c’era fino alla sezione E.
Ho frequentato la scuola media di Minerbe: c’erano quattro sezioni fino alla D ed io ero nella sezione C. Mi
ricordo che in classe con me c’erano dei ripetenti ma soprattutto mi ricordo della mia compagna di banco.
Ho frequentato la scuola d’avviamento commerciale a Legnago; Ho frequentato la scuola media unificata a
Legnago (4); L’ho frequentata a Casette; L’ho frequentata a S. Pietro di Legnago; L’ho frequentata ad
Albaredo; L’ho frequentata a Roverchiara; L’ho frequentata a Ronco; L’ho frequentata a Montagnana;
Quando io frequentavo la media di Minerbe c’erano 12 classi (6).
La scuola media di Minerbe che io ho frequentato non era quella attuale, ma si trovava in un edificio posto
sulla piazza del paese. C’era una classe tutta femminile, una tutta maschile e una mista. Erano composte da
circa venticinque alunni ciascuna. In particolare mi ricordo di tre mie compagne: Anna, Nadia, Giovanna,
ma anche di Angiolina che non c’è più.
Ai miei tempi c’era solo la palestra e i laboratori si facevano in classe.
Sì, ho frequentato la Scuola Media “Berto Barbarani”.
Ero nella sezione E, l’unica sezione dove si imparava la lingua inglese. Sì, mi ricordo di tutti. Alcuni li vedo
spesso, altri non li ho più visti.
Ho frequentato la scuola media a Casette nella sezione A. C’erano 6 classi. Le classi non erano numerose.
Non ricordo da quanti alunni era composta la mia classe. Mi ricordo di qualcuno in particolare. Non ho
rapporti con nessuno di loro.
Ho frequentato l’attuale scuola media A-B-C-D-E-F. Io ero in B, composta da circa 23 -25 alunni.
Mi ricordo dei compagni perché alcuni avevano fatto con me la scuola elementare. Qualche volta ci si vede
alle udienze a scuola in quanto abbiamo figli coetanei. Alcuni compagni non li ho più rivisti in quanto
hanno iniziato a lavorare subito dopo la terza media oppure si sono sposati dopo pochi anni.
Ho frequentato la scuola media “B. Barbarani” negli anni ’90. C’erano molte più sezioni e meno aule
laboratorio.
Ho frequentato la scuola media di Casaleone. C’erano molte classi fino alla sezione E. Io ero in C ed
eravamo in 24 alunni.
Ho frequentato la scuola media di Albaredo d’Adige nella sezione B. Le classi erano numerose. Non ricordo
quante classi c’erano né quanti alunni; mi ricordo di alcuni compagni e di una in particolare di nome
Giovanna. Non ho rapporti con nessuno di loro.
Ho frequentato la scuola media di Porto, c’erano sei sezioni. Io ero in E; le classi erano numerose. Mi ricordo
di alcuni compagni e saltuariamente ci troviamo ancora.
Ho frequentato la Scuola Secondaria “B. Barbarani” di Minerbe . C’erano tante classi fino alla sezione E ed
erano numerose. La mia era la sezione B composta da 20 alunni. Mi ricordo ancora dei compagni e con
qualcuno ho ancora dei contatti.
84
Ho frequentato la scuola media unificata “B. Barbarani “ di Minerbe. Le classi erano 18, 6 sezioni per classe.
Sì, mi ricordo di tutti ed ho ancora rapporti con alcuni di loro.
No, non ho frequentato la scuola media unificata, ma l’altra tipologia di scuola.
Ricordo tutti i miei compagni e con molti ho ancora rapporti. Ho frequentato la scuola media a Legnago, ma
non ricordo molto.
Ho frequentato la scuola media a Minerbe; c’erano 15 classi . Io ero nella sezione D. In III Media eravamo in
12 alunni. Comunque in generale non erano molto numerose. Mi ricordo dei miei compagni e con certi ho
ancora rapporti.
Ho frequentato la scuola media “Barbarani” a Minerbe. C’erano 12 classi ed erano numerose. Io ero nella
sezione A. La mia classe era composta da 25 alunni. Mi ricordo dei miei compagni e di qualcuno in
particolare. Con qualcuno ho ancora dei rapporti.
Ho frequentato la scuola media Barbarani di Minerbe. C’erano 18 classi. Io ero nella sezione E. Le classi
erano numerose e la mia classe era composta da 25 alunni. Mi ricordo dei miei compagni e di qualcuno
particolare; uno di loro è mio marito.
Ho frequentato la scuola media ”Barbarani” di Minerbe. C’erano 5 sezioni. Io ero nella sezione B. Le classi
erano composte da 20 alunni. Mi ricordo dei compagni, ma non ho molti rapporti con loro. Ci vediamo
saltuariamente.
2
Come raggiungeva la scuola media?
Raggiungevo la scuola in bicicletta (9), in pullman (7), automobile (1), a piedi(2).
In bicicletta (14), a piedi (10), in macchina (4), con l’autobus/pullman (6), treno.
3
L’ha terminata? Ha ripetuto qualche anno?
Ho ripetuto il 3° anno. (3)
Ho terminato la scuola senza ripetere. (14)
L’ho terminata senza mai ripetere (tutti gli altri intervistati); ho ripetuto la prima perché andavo a lavorare
in campagna; ho ripetuto un anno la prima.
4
Quali ricordi conserva? La disciplina come era? E le valutazioni? C’erano i voti o i giudizi? C’era il trimestre
o il quadrimestre? C’era tanto da studiare? Come erano i compiti e le interrogazioni? Come erano i libri, le
cartelle, i quaderni? Usava materiali? Quali materie preferiva?
I ricordi sono tutti positivi, la disciplina era più ferrea o meglio noi alunni eravamo più rispettosi.
Le valutazioni erano discrete; c’erano i voti e l’anno era suddiviso in quadrimestri; c’erano tanti compiti e
interrogazioni e molto da studiare. Le cartelle erano leggere e i libri erano pochi. Preferivo la storia e i lavori
manuali. Usavo particolari materiali per il disegno.
Non c’erano voti ma giudizi.
Ricordo l’insegnamento e le amicizie. Gli insegnanti erano severi e giusti. C’era il trimestre e si doveva
studiare tanto. I compiti e le illustrazioni erano adeguate al programma. I testi erano poveri di illustrazioni.
La materia che preferivo era italiano.
Ho dei buoni ricordi. I professori davano note, quando necessario. I compiti assegnati a casa venivano
regolarmente controllati. Le interrogazioni erano regolari. Il materiale era simile a quello attuale. Mi ricordo
che con l’insegnante di arte abbiamo fatto delle uscite per disegnare dal “vero”(la piazza, la stazione).
In prima media c’è stata un’uscita didattica alla centrale del latte a Legnago, al museo Fioroni e anche al
lago Maggiore. In educazione musicale si suonava il flauto e siamo andati a suonarlo alla casa di riposo.
Mi ricordo il saggio di musica con i flauti al teatro parrocchiale.
Ho ricordi piacevoli principalmente, ma anche ricordi di qualche litigio con i compagni. La disciplina era
severa. Le valutazioni erano in decimi. C’era il trimestre. Non c’era molto da studiare. I compiti e le
interrogazioni erano facili per me. Le cartelle erano di stoffa, i quaderni erano per lo più piccoli e avevamo
un quadernone. Le materie che preferivo erano italiano e lingua straniera.
I professori erano severi e le valutazioni pertinenti a quello che veniva presentato. Si usavano i giudizi e
non i voti; l’anno scolastico era suddiviso in quadrimestri. C’era molto da studiare e lo facevamo sui libri di
testo adottati dai docenti. Preferivo storia, musica ed educazione fisica.
Beh, ovviamente mi ricordo le giornate con i miei compagni. Eravamo una classe bella tosta, quindi
eravamo spesso puniti. Le valutazioni non erano sempre giuste e dovevamo studiare molto. Le
interrogazioni non erano molte ma facevamo tanti compiti. Gli zaini erano molto pesanti. Io adoravo
educazione fisica poi anche musica.
Preferivo la matematica.
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La disciplina era abbastanza rigida; le valutazioni concrete e c’erano i voti. C’era il trimestre e studiavamo
molto. Mi piacevano molto le interrogazioni e preferivo la matematica.
Conservo bei ricordi con i miei compagni. La disciplina era buona ma senza confronto con adesso; c’era
tanto da studiare e la cartella era diversa da oggi.
Ricordo una scuola severa ma molto educativa. C’erano i giudizi e il quadrimestre. C’era molto da studiare
e molte interrogazioni e compiti. Io preferivo Artistica, Italiano e Tecnica.
C’era il trimestre e c’erano sia i voti che i giudizi. I compiti erano difficili e c’era tanto da studiare. La mia
materia preferita era la matematica.
Per tecnica si usavano compensato, seghetto, colla, cacciaviti…
Preferivo Arabo, Matematica, Francese.
Ho un ricordo positivo della scuola; c’era da studiare e io preferivo matematica, latino e italiano.
Conservo ricordi poco belli riguardo la disciplina per la presenza di più ripetenti turbolenti: telefonate
anonime ed evacuazioni per presenza di presunte bombe.
Conservo buoni ricordi; tutti i professori erano abbastanza severi e ci davano molto da studiare ma con un
po’ di organizzazione si riusciva a fare.
Nell’ora di ginnastica si correva fuori; c’era molto da studiare; non c’erano materiali; i libri erano usati e la
cartella di stoffa.
Ho frequentato la media Cavalcaselle. Ricordo di essere uscito indenne da quella classe di paura,
assolutamente ingestibile, per cui ho ricordi spiacevoli. All’inizio della prima eravamo in ventiquattro solo
sette hanno finito regolarmente la terza.
I miei ricordi sono quelli della solitudine, quando ti manca un genitore non conti niente. Le punizioni erano
frequenti; i compiti erano uguali per tutti ma l’interrogazione era più approfondita per chi rendeva meno.
Non ho ricordi. Ho rimosso quasi tutto. Gli unici ricordi sono spiacevoli.
5
Ha ricordi particolari o episodi piacevoli/spiacevoli da raccontare?
Non ho ricordi particolari (9)
Ricordo il tempo passato con gli amici.
Ricordo lo spettacolo di fine anno con musiche di Michael Jackson e le scenografie fatte con la Prof. Guerra
e in inglese ricordo una corrispondenza con ragazzi inglesi durata poi molti anni.
Ricordo il giornalino scolastico, i cartelloni e le ricerche di gruppo.
Ricordo molti ragazzi turbolenti e le gare sportive al campo di calcio “vecchio”.
Ricordo la gentilezza e l’aiuto di tutti gli insegnanti.
Ho molti ricordi belli, tranne qualche insufficienza nei compiti in classe, ricordo alcune scenette fatte con la
prof. di italiano che venivano fatte durante lo spettacolo di fine anno.
Ricordo le gite.
Ricordo un compagno di classe molto aggressivo.
Ho molti ricordi piacevoli, mi piaceva andare a scuola e studiare, ricordo anche una discussione con un
professore e con alcuni compagni.
Mi ricordo la recita sugli dei dell’Olimpo.
Mi ricordo che eravamo una classe molto affiatata; ci si dava veramente una mano fra compagni, ma
soprattutto c’era il rispetto verso i professori.
Sì, quando in Tecnica facevamo dei lavoretti con lampadine, batterie, filo di rame... facevamo semafori o
altre cose.
Ho un ricordo particolare del professore di matematica che era un bravo insegnante.
Di tutti e tre gli anni conservo buoni ricordi; il più bello è collegato alla gita di due giorni a Pisa e Lucca,
eravamo insieme alle altre due sezioni.
Spesso d’inverno chi poteva portava un pezzo di legna assieme ai libri per far funzionare la stufa di
terracotta presente in aula.
I ricordi spiacevoli sono quelli di quando venivi accusato di cose che non commettevi; quelli piacevoli sono
legati ai tornei dei giochi che vincevo: ping-pong, dama, calcetto…
Purtroppo si prendevano in giro gli studenti timidi e ci si divertiva a farlo.
Ho un ricordo molto piacevole di una recita fatta a Budrio. Era una esibizione fatta di balletti, canti e
recitato realizzata con il prof. di musica.
Non ho ricordi spiacevoli e tornerei volentieri a scuola al posto di mia figlia.
Ricordo l’antipatia per alcuni professori, non per la materia, ma per il modo di valutare basandosi sui
cognomi di ciascuno di noi.
6
Si ricorda di premi, di concorsi, di eventi particolari?
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Ricordo i tornei di pallavolo contro altre scuole. (2)
Ricordo la staffetta, ho vinto la medaglia d’oro.
Ricordo i giochi della gioventù. (4)
Ricordo il trofeo “B. Barbarani”.
Ricordo gli esami di terza media, molti non avevano le possibilità di continuare gli studi.
Non ricordo. (8)
Mi ricordo l’esperimento ‘l’evaporazione dell’acqua’.
Mi ricordo la corsa campestre e il trofeo Berto Barbarani.
Mi ricordo il trofeo Barbarani: bellissimo.
Mi ricordo che sono arrivata prima nella corsa.
Mi ricordo delle gare di atletica e di pallavolo a cui ho partecipato. Mi ricordo inoltre di un concorso che ho
vinto con un disegno sugli alpini.
Mi ricordo di aver partecipato a giochi calcistici.
Sì mi ricordo quando sono arrivato secondo sui 100 metri, su venti qualificati.
Mi ricordo i giochi della gioventù di atletica leggera.
Mi ricordo la corsa campestre: ho ricevuto la medaglia d’argento nella corsa di resistenza.
Mi ricordo dei giochi sportivi di fine anno; li facevamo di pomeriggio e poi la sera festeggiavamo ballando
con delle coreografie create da noi.
Ricordo di aver ritirato un premio per aver disegnato un francobollo.
L’unico premio che ho vinto è stata la medaglia di bronzo ai giochi della gioventù (sono arrivata terza).
Mi ricordo del trofeo Barbarani e degli incontri annuali in teatro.
7
Tra i professori di chi si ricorda maggiormente e per quali motivi?
Il Prof. Schiavo, molto bravo.
Il professore di matematica e di ed. fisica, con i quali ci si incontra ancora.
La prof. di matematica, era molto severa; il prof. di italiano era molto bravo.
Il prof. di italiano perché aveva un bel modo di fare.
La Prof.ssa Caltran, molto severa.
Mi ricordo di un insegnante in particolare, per la sua bravura e serietà.
La Prof.ssa Bordin, molto paziente.
Ricordo l’insegnante di lettere, molto severo.
Il Prof. Gasparini di matematica, spronava tutti i suoi alunni a dare il meglio.
Il Prof. Gasparini, per i continui richiami all’attenzione.
Ammiravo tanto la prof.ssa di ginnastica, ci ha trasmesso principi e valori per la vita oltre che per la
disciplina sportiva.
L’insegnante Bordin, perché ha insegnato a tutti e tre i miei figli.
Mi ricordo la Prof. Guerra.
Il prof. di matematica e la prof. di tecnica molto buoni.
La Prof. Papi, Bordin e Guerra. Erano le materie che mi piacevano di più.
Ricordo i professori di italiano e matematica e il prof. di disegno, mi ha insegnato la prospettiva.
L’insegnante di religione, Soave, non era un insegnante convenzionale nel modo di insegnare, in
Matematica avevo il Prof. Tarantino, d’italiano la Prof. Bertolaso.
Il mio ricordo va alla prof.ssa Papi, molto brava a spiegare.
Mi ricordo maggiormente della prof.ssa Papi di matematica.
Mi ricordo del prof. Gasparini perché diceva che non ero brava in matematica; ma in questa materia alle
superiori sono poi uscita a pieni voti.
Mi ricordo anche della prof. Guerra perché la sua era la materia più rilassante e quindi si faceva confusione.
Mi ricordo della prof. Papi perché era severa ma disponibile con chi si impegnava; mi ricordo anche del
prof. Carrara perché mi ha fatto fare il telaio. Ed ancora del prof. di Religione, Don Soave.
Mi ricordo del prof. di Tecnica che prendeva per le orecchie i miei compagni maschi quando doveva
rimproverarli.
Mi ricordo del professore di Italiano: riusciva a capire i ragazzi e li aiutava.
Mi ricordo del professore di Matematica (Tarantino) della prof.ssa Guerra e Bordin (Artistica e Tecnica) che
erano le mie materie preferite.
Mi ricordo la prof.ssa di matematica perché quando uno di noi non capiva qualcosa lei si soffermava fino a
farglielo capire il più possibile.
La prof.ssa di Musica perché io non ero brava e lei riusciva ad aiutarmi.
La prof.ssa di musica perché spiegava bene le opere.
Mi ricordo delle prof.sse Felici e Abriani per la loro professionalità.
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Ho un bellissimo ricordo della prof.ssa Biancardi che insegnava lettere, del prof. Gasparini, della prof.ssa
Andreoni, delle prof.sse Smaltino, Guerra, Bordin e Manzardo.
Ho frequentato a Legnago; mi ricordo del prof. di matematica che era un po’ strano: ci raccontava della
seconda guerra mondiale.
Mi ricordo della prof.ssa Papi che è ancora in servizio, della preside, prof.ssa Bigini e delle prof.ssa
Bertolaso e Polo nonché dei professori Baratella, Malandrin e Carrara.
Mi ricordo del prof. Quinzan di italiano sempre sorridente.
Mi ricordo della prof.ssa Papi di matematica che sta insegnando ancora oggi che è stata e penso lo sia
ancora, ottima e severa nell’insegnamento e nell’educazione (anche se prendevo qualche nota).
Frequentavo la sezione F e mi ricordo solo della professoressa di matematica ingiusta.
Mi ricordo della prof.ssa Papi perché il suo insegnamento era rapido ma con ottimi risultati.
Mi ricordo del prof. Foresti perché era simpatico.
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Si ricorda anche di qualche bidello e per quale motivo?
Ricordo le signore che sferruzzavano, i bidelli erano pochi e ci assistevano se avevamo dei malesseri. Mi
ricordo una bidella, era la mamma di una mia compagna di classe.
No, non ricordo.
Ricordo il bidello Francesco che faceva delle collane e orecchini di perline che a fine anno ci regalava.
Ricordo del bidello Pino, era molto simpatico.
Ricordo il bidello Severino, era molto cattivo.
Ricordo Rino e Marica per i lavori a maglia.
C’erano molti bidelli: Carmelo, Francesco, Pino, Lina, Maria e Bertilla.
Ricordo una bidella molto severa.
Ricordo i bidelli: tutti molto simpatici.
Si, ne ricordo uno in particolare perché era il custode.
Ricordo un bidello molto alto.
Beh, i bidelli! Tutti dei grandi: i migliori, sempre disponibili, sempre pronti per tutti: Gianpaola, Nellina,
Donatella, Marco. Tutti bravi!
In Africa non c’erano bidelli.
Mi ricordo che quando arrivavamo in anticipo loro ci facevano entrare nell’atrio per ripararci dal freddo e
dalla pioggia.
Mi ricordo di Carmelo.
Mi ricordo di Francesco Rossetto: era come un secondo papà e custode esemplare della scuola.
Mi ricordo di Marco e delle gentilissime Donatella, Nellina e Gianpaola.
Mi ricordo di Maria che faceva i lavori a maglia e di Rino.
Mi ricordo di Francesco Rossetto e di Bertilla.
Mi ricordo della bidella Assunta per la sua simpatia.
Mi ricordo della bidella Bertilla, la madre di Marco Biscola (fa anche lui il collaboratore scolastico).
Mi ricordo della bidella Bertilla: stava sempre a pulire ogni volta che si andava in bagno.
Mi ricordo di Maria perché era buonissima e anche di Bertilla che era molto severa.
Mi ricordo di Bertilla perché era gentile.
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Quali ricordi ha della struttura e delle aule della scuola frequentata?
Aule ampie e corridoi spaziosi (media di Legnago).
Buona perché moderna. Una struttura moderna.
La struttura delle aule e come quella attuale, tranne l’aula di arte (media di Minerbe).
Era in buono stato (media di Porto).
Non ho particolari ricordi.
Una scuola molto bella, con molti spazi (media di Minerbe).
La struttura era abbastanza buona e anche le classi ampie e spaziose (media di Casaleone).
La struttura era adatta ai ragazzi con ampi spazi anche per correre (Media Minerbe).
Ricordo una bella scuola (media Minerbe).
La struttura era abbastanza datata, mentre le aule erano strette e lunghe (media di Albaredo).
La scuola era un po’ vecchia, ma la sede era provvisoria perché la stavano costruendo nuova (media
Minerbe).
E’ sempre stata una scuola pulita, calda e soprattutto accogliente (media di Minerbe).
La struttura è ancora uguale (media Minerbe).
Le aule erano spaziose e luminose, mi piaceva la palestra e il giardino (media Minerbe).
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Era un po’ vecchia come struttura e la sede era per di più provvisoria perché stavano costruendo la nuova
scuola (media di Minerbe).
Le aule e la scuola erano pulite, ordinate e ben strutturate.
L’aula Magna era la più bella, grande luminosa, con il suo schermo molto grande. Proprio bella. La palestra
era un po’ messa male, ma ho avuto modo di rivederla di recente e adesso è proprio bella!
La scuola era tenuta bene.
Io ero in C e nel primo anno abbiamo inaugurato la sezione.
In Africa avevamo solo l’aula d’informatica.
Ho frequentato in Calabria e le aule erano stanze in appartamenti senza riscaldamento; non c’erano
laboratori e l’educazione fisica si faceva all’aperto.
Nella scuola di Veronella non c’erano palestre né laboratori.
La scuola media di Minerbe che ho frequentato io non era molto diversa da ora. Si entrava da dietro, mentre
i professori avevano il parcheggio davanti.
Ho il ricordo di una struttura moderna, pulita e funzionale.
La scuola media di Minerbe mi è sempre piaciuta come struttura perché è grande ed ha molti spazi sia
all’interno che all’esterno per accogliere bene i ragazzi.
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Era dotata di palestra o di laboratori? Quali?
La stessa palestra e le stesse attrezzature di oggi.
C’era l’aula di ed. musicale, di arte, la palestra, il laboratorio di scienze.
C’era la palestra e l’aula di musica.
Sì, avevamo la palestra dove due ore la settimana facevamo ginnastica. C’era anche l’aula di laboratorio
dove nell’ora di scienze facevamo gli esperimenti.
Sì era dotata di laboratorio di tecnica, laboratorio di arte, laboratorio di scienze e c’era la palestra.
La palestra c’era con i suoi spogliatoi.
Sì, c’era la palestra e anche il laboratorio di fotografia che io ho usato.
Sì c’era la palestra ed il laboratorio di applicazioni tecniche.
Sì, c’era la palestra e tutti i laboratori necessari: musica, informatica, artistica…
Sì avevamo tutto: palestra e laboratori.
La palestra c’era, ma non ancora i laboratori.
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Si ricorda di aver effettuato gite, uscite o visite guidate e dove?
Sì, sono andata ad Assisi e alle grotte di Frasassi, a Ravenna, a Verona e a Vicenza (media di Casaleone).
Non le abbiamo mai fatte (media Albaredo).
Sì ho fatto una gita a Firenze (media Porto).
Sì, ogni anno si faceva la gita scolastica accompagnati dai professori: mi ricordo che la migliore è stata a
Venezia (media Minerbe).
Sì, si facevano, ma non ricordo dove (media Minerbe) (5)
Mi ricordo Padova, Venezia, Mantova...(media Minerbe).
Mi ricordo quella fatta a Ravenna e quella in Val Camonica (media Minerbe).
Mi ricordo quella a Torino in terza media (Minerbe).
Mi ricordo di aver fatto gite a Mantova e a Redipuglia (media Minerbe).
Sì, al Vittoriale (media Minerbe).
Sì, un anno a Napoli con una visita guidata che è durata quattro giorni.
Sì mi ricordo che abbiamo fatto un’unica gita; non ci hanno concesso di farne altre per punizione.
Mi ricordo di qualche gita fatta ma non dove.
Mi ricordo una gita a Pisa, a Trieste e a San Marino.
Siamo stati alle Cinque Terre, a Parma e a Verona.
Mi ricordo che siamo andati in alcune centrali idroelettriche.
Mi ricordo di essere andato a Garda e di avere fatto il giro del lago in traghetto.
Mi ricordo della visita alla centrale del Latte di Vangadizza.
Si facevano le gite solitamente organizzate dal prof. Gasparini.
Mi ricordo della due giorni passata allo Stelvio.
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I suoi genitori andavano a udienze? Erano contenti del suo profitto o la rimproveravano? La potevano
seguire nei compiti o doveva arrangiarsi e fare tutto da solo?
Andavano sempre a udienze ed erano contenti del mio profitto. Mi arrangiavo nei compiti: erano alla mia
portata.
Sì: ci rimproveravano e dovevamo arrangiarci.
Mamma andava alle udienze e come sempre i professori riferivano il solito: ‘può fare di più perché ha le
potenzialità’! Per i compiti mi arrangiavo perché i miei genitori avevano solo la licenza elementare.
Sì mia mamma andava a udienze ma per i compiti mi arrangiavo da sola.
I miei genitori sono andati poche volte alle udienze perché del mio profitto erano abbastanza soddisfatti; i
compiti li svolgevo da sola perché non avevano tempo di aiutarmi.
No, non andavano spesso a udienze perché erano contenti dei miei risultati anche se dovevo arrangiarmi da
sola.
Mia madre andava alle udienze e anche se il profitto non era dei migliori non mi rimproveravano. Mi
aiutavano nei compiti ma facevo tutto da sola.
Sì, andavano alle udienze e mi dicevano che dovevo fare di più. Per i compiti mi arrangiavo.
Non erano molto contenti, d’altra parte facevo tutto da sola sia perché i miei genitori lavoravano sia perché
dovevo badare anche al mio fratellino.
Erano parzialmente contenti.
A volte erano contenti, altre un po’ meno; nei compiti ero seguita nelle cose più difficili.
Sì, i miei genitori sono sempre andati alle udienze; se andavo male erano parole, ma anche se andavo bene
c’era sempre un però…chiacchieravo…Se volevo mi aiutavano… però ho sempre preferito arrangiarmi da
sola.
Alle udienze andava mia madre e se facevo tanti sbagli mi strappava le pagine.
I miei genitori andavano alle udienze per seguire il mio andamento scolastico ma raramente mi aiutavano
nei compiti, per fortuna avevo l’aiuto di mia sorella maggiore.
I miei genitori non erano molto contenti: si aspettavano di più; facevo i compiti da sola, ma c’era mamma a
guardarmi.
I miei erano contenti del profitto, ma mi seguivano raramente per cui dovevo tutto fare da solo.
Ci andava mio padre ma non era abbastanza contento… mi dovevo arrangiare da solo.
I miei genitori non andavano ai colloqui ma erano molto contenti dei profitti e io riuscivo ad arrangiarmi da
sola.
I miei genitori erano contenti del profitto ma non mi hanno mai aiutato nei compiti perché mi arrangiavo.
Mio padre andava alle udienze e mi insegnava ad eseguire i problemi di matematica la sera quando tornava
dal lavoro.
Sì, i miei andavano a udienza ed erano abbastanza contenti anche se dovevo fare tutto da sola.
I miei genitori andavano ad udienze, contenti dei miei risultati nonostante non potessero aiutarmi nei
compiti.
I miei genitori per mancanza di tempo e di cultura non andavano a udienze. Non mi rimproveravano
perché si fidavano del mio lavoro; infatti non mi seguivano nemmeno nei compiti perché ero autonoma e
con profitto.
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La scuola è stata importante per lei? Perché?
Molto importante sia per ciò che ho imparato sia per chi ho incontrato. Si impara a relazionarsi.
Sì è importante.
Ho avuto più soddisfazione scolastica in terza media anche per gli argomenti importanti svolti.
La scuola è importante perché fornisce un bagaglio di conoscenze indispensabili. Arricchisce molto e se
potessi ritornerei volentieri a scuola.
Lo è stata perché ho appreso cose importanti.
Certo, è una grande esperienza di vita. La scuola oltre all’istruzione insegna a vivere insieme agli altri e a
crescere accumulando esperienze sia tristi che felici.
Sì, è stata importante perché oltre alle conoscenze di base mi ha insegnato a stare con gli altri.
Sì perché ho appreso le basi della vita.
Sì perché mi ha dato l’istruzione per affrontare al meglio il lavoro.
Sì, perché senza di essa non avrei potuto andare al lavoro.
Sì, molto per cultura personale e per aver imparato cose importanti.
Sì, è stata importante perché mi ha insegnato tante cose.
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Perché mi ha dato le basi per frequentare l’istituto Minghetti, diplomarmi ragioniere e avere le possibilità di
rapportarmi con persone diverse che tuttora frequento.
Sì, la scuola è stata molto importante perché mi ha dato una buona educazione.
Sì, molto perché mi ha creato una cultura e al mondo d’oggi mi accorgo che si impara sempre e vorresti
andare sempre a scuola.
Sì, l’istruzione serve sempre.
È stata una scuola di transito con pochi ricordi belli; non avevo nessun compagno dalle elementari mentre
molti dei nuovi erano ripetenti assai turbolenti.
È stata molto importante perché mi ha aiutato a crescere e a formarmi sia come persona sia come studente
L’ho interrotta ma poi me ne sono pentito.
Come oggi anche allora è stata importante perché mi ha dato le basi per la crescita della mia persona.
Mi ha trasformato da bimba a ragazzina pronta ad affrontare le scuole superiori.
È stata molto importante perché mi ha dato cultura.
È stata importante perché studiavo per un futuro lavoro.
È stata importante perché mi ha dato le conoscenze per poter proseguire negli studi.
È stata molto importante, mi ha aiutato a crescere e a imparare molte cose. È ottima come scuola soprattutto
perché c’è stata e c’è ancora buona direzione, professori e collaboratori.
Non è stata un’esperienza importante. Mi sentivo inadeguata e allontanata da compagni e docenti.
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Si ricorda di compagni della sua classe o di altre classi che nel tempo per il loro impegno nel lavoro come
nello studio si sono distinti professionalmente, sono riusciti ad occupare posti di lavoro significativi, sono
diventati imprenditori, liberi professionisti, amministratori, politici… La invitiamo a fornircene i nominativi
per poterli sentire e intervistare quali esempi di impegno e di buona volontà. Si prega di indicare nome,
cognome, luogo di residenza, professione o altro ritenuto significativo.
Angelica Facchetti, maestra
Facchetti Stefano, architetto
Don Davide Vicentini, direttore del Centro Toniolo a Verona
Menegolo Savina, psicologa
Facchetti Chiara, insegnante di matematica (è figlia della maestra Cecilia Bonfà
Michela Villardi (figlia di Nereo), pittrice, artista anche all’estero
Rossi Francesca neurologo
Fante Andrea
Magagnin Maurizio, imprenditore agricolo
Isabella Tecchiato, assistente sociale
Faccioli Federico, architetto, Bevilacqua
Emanuele Campolongo
Giovanna Marocco, attuale segretaria dell’Istituto
Facchetti Stefano, architetto
Zanon Stefano, imprenditore
Menegazzi Domenico, imprenditore
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Secondo lei se i ragazzi non sfruttano le possibilità che la scuola dà di conoscere ed accrescere il proprio
sapere e le proprie conoscenze perdono occasioni importanti, sprecano opportunità o fa lo stesso perché la
vita è un’altra cosa? Secondo lei la scuola è ancora importante oggi? Cosa ne pensa?
La scuola è sicuramente molto importante, ritengo tuttavia ci sia ancora troppa diversità tra scuola e mondo
del lavoro. Sono su piani diversi; si fa molta teoria che non viene poi calata nella pratica (sarebbero molto
utili periodi di stage nelle aziende per ragazzi e professori).
I ragazzi non prendono sul serio lo studio.
La scuola deve creare degli interessi, sviluppare le curiosità. Non deve esserci il sapere per il sapere, ma
anche concretezza, un legame del sapere con la realtà. La scuola obbligatoria essendo obbligatoria può
anche risultare non interessante per i ragazzi. Importante è che vi siano degli insegnanti che educhino
veramente, che siano carismatici, che sappiano far vivere il sapere.
Secondo me la scuola è ancora molto importante anche oggi perché non si finisce mai di imparare; l’unica
cosa negativa è che nonostante i tanti anni di scuola e i nostri sacrifici non ci siano opportunità di lavoro
una volta finito di studiare.
Sì, la scuola è ancora oggi molto importante e, secondo me, se i giovani non sfruttano queste possibilità
perdono occasioni molto importanti.
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Sprecano opportunità e occasioni importanti. Penso che la scuola, assieme alla famiglia, abbiano un ruolo
molto importante nella crescita dei ragazzi.
La scuola è stata importante e lo sarà sempre perché insegna a vivere e a confrontarsi con gli altri aiutandoti
a realizzare i tuoi progetti o sogni per il futuro...
La scuola è molto importante perché insegna i valori, le conoscenze, lo stare assieme…
L’istruzione è molto importante e non solo per preparare le persone al mondo del lavoro ma soprattutto
perché deve formare i giovani e farli crescere interiormente. Purtroppo mi sembra che il ruolo della scuola
nel formare la ‘persona’ sia oggi molto poco considerato soprattutto dai governanti mentre dovrebbe essere
il compito principale di uno stato.
Sì perché la scuola aiuta a vivere meglio in quanto ampia in modo significativo le conoscenze che aprono la
strada alle opportunità; inoltre benché la vita sia imprevedibile e non si sappia quindi quale possa essere la
strada da seguire, l’andare a scuola apre comunque le menti.
Sprecano opportunità perché lo studio è molto importante, più di una volta.
Sì la scuola è molto importante perché senza la scuola non c’è futuro.
Sì, molto importante perché al giorno d’oggi se non si frequenta una buona scuola è già quasi impossibile
trovare un buon lavoro.
La scuola è importante ora e lo sarà sempre perché dà la possibilità di imparare molte cose. Tutti pertanto
dovrebbero sfruttare questa importante opportunità.
Oggi la scuola è fondamentale, senza non si va da nessuna parte. E poi dato che non c’è molto lavoro
meglio studiare che stare disoccupati anche se studiare rappresenta un bel costo.
Secondo me la scuola è molto importante oggi perché ti aiuta a mettere le basi per le decisioni che dovrai
prendere quando sarai cresciuto.
Sicuramente i ragazzi se la prendono un po’ alla leggera ma ancora oggi la scuola può insegnare molte cose
per il loro cammino.
Sprecano molte possibilità. La scuola è molto importante per noi stessi e per affrontare meglio la vita perché
quando si studia si possono avere molte più possibilità nel modo del lavoro.
La scuola è importante ancora oggi se strutturata in maniera corretta e se si mantengono le distanze tra
alunni e professori portando rispetto reciproco; inoltre è una base per affrontare la vita sia per le conoscenze
che ti dà, sia per i rapporti interpersonali che consente di fare fra alunni, bidelli, professori.
Sì perché mi ha insegnato molte cose.
Secondo me sprecano occasioni importanti perché qualunque cosa si impara, prima o poi nella vita diventa
utile.
Secondo me perdono occasioni importanti e sprecano opportunità perché la scuola è la cosa più importante.
I ragazzi devono sfruttare tutte le possibilità che la scuola pubblica mette a disposizione per una crescita
interiore e per essere preparati per le scuole superiori. Secondo me la scuola è ancora uno dei pilastri
fondamentali per l’istruzione e per la crescita intellettuale dei ragazzi.
Le opportunità vanno sempre accolte.
La scuola è ancora oggi un’opportunità per accrescere il proprio sapere; mi piacerebbe che ci fossero sempre
insegnanti preparati e capaci di trasmettere interesse per le materie insegnate.
La scuola ancora oggi è molto importante e i giovani devono capire che bisogna sfruttare tutte le
opportunità che essa offre.
La scuola è fondamentale per la persona e l’introduzione del computer o della lingua straniera sin da subito
è assolutamente positivo. Positivo è anche estendere la scuola dell’obbligo sino ai sedici anni. Io proporrei
anche che la scuola dell’obbligo arrivasse, magari con qualche anno in più, a dare un attestato o un diploma
per immettere i giovani nel modo del lavoro.
La scuola serve perché l’esperienza nella vita è importante, ma la cultura personale serve per saper
affrontare tutte le situazioni e per poter sfruttare ed apprezzare quanto ci circonda. La scuola inoltre
insegna la convivenza con gli altri.
Credo che una buona madre deve insistere con i propri figli per farli applicare nello studio perché la scuola
offre un futuro.
La scuola è importantissima, purtroppo i quattordicenni lo capiranno più avanti.
La scuola è ancora molto importante. È comunque necessario renderla sempre stimolante e al passo con i
tempi, senza dimenticare regole e disciplina che servono anche a formare il carattere e ad essere più
responsabili delle proprie azioni.
È fondamentale per il progresso scientifico e tecnologico.
I ragazzi di adesso vorrebbero tutto e subito, dunque hanno solo fretta di crescere e non capiscono
l’importanza di fare scelte giuste per il loro futuro.
La scuola è fondamentale per ‘aprire’ la mente e l’anima a tutto ciò che ci circonda, vicino e lontano. Senza
cultura e senza consapevolezza non si diventa ‘cittadini del mondo’ rimanendo così chiusi ottusamente
dentro al proprio io credendola l’unica vera realtà di vita.
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Dati ricavati dai questionari restituiti dagli studenti della terza A sui ‘primi 50 anni di scuola media’
1
Ora, che sei al termine del tuo percorso scolastico in questa scuola, ti sembra che in essa sia pienamente
realizzato il principio di una scuola accogliente e formativa nei confronti di tutti i ragazzi qualsiasi sia la
loro condizione e situazione?
Sì, penso che sia una scuola molto accogliente con dei professori molto bravi.
Si, penso che questa scuola sia perfetta; nel lato di insegnamento spiegano molto bene, quindi si adatterebbe
a qualsiasi situazione.
Questa scuola è molto accogliente e accetta qualsiasi ragazzo e per i disabili ha delle professoresse molto
brave che li seguono molto bene.
Si. Ma i bambini che hanno dei problemi non sono tanto coinvolti nella lezione di arte.
Secondo me sì, perché ci ha permesso di conoscere nuovi compagni di qualsiasi nazionalità e religione. Poi
le attività di qualsiasi materia sono state sempre diverse in modo che non ci annoiassimo.
Secondo il mio punto di vista oggi la scuola si è migliorata nelle tecnologie e quindi ai ragazzi piace di più
andare a scuola perché sanno che ogni giorno ci sono argomenti nuovi da trattare e che ogni giorno lo
potranno fare in modo diverso anche attraverso l'uso delle LIM,ossia le lavagne interattive multimediali.
In tutti i tre anni mi sono impegnato al massimo quindi posso essere sicuro di essere pronto al massimo.
Si, molti della mia classe sono nelle condizione di poter portare a termine questi compiti, altri ragazzi per la
loro pigrizia no.
Anche nella mia scuola come in tutte ci sono stati degli episodi che hanno messo a disagio me o altri
compagni, tipo incomprensioni con i prof e con alcuni ragazzi però nel complesso sono stati tre anni
tranquilli.
Sicuramente questa scuola offre opportunità a tutti indistintamente e chiunque le sappia cogliere gode di
buone possibilità.
Per me, la scuola che sto frequentando, è avanzata rispetto le altre: vi sono molte LIM, un'aula computer e
un'aula magna fornita di strumenti all'avanguardia. Si può dire che mi piaccia venire a scuola anche grazie
a questi fattori... però ci sarebbero delle migliorie da fare: bisognerebbe che gli insegnanti fossero più istruiti
sull'uso dei computer e delle LIM e magari utilizzare i libri interattivi.
Si, ma si dovrebbe migliorare il servizio bibliotecario.
Sì, è stata abbastanza accogliente e nei momenti di difficoltà i professori erano e sono sempre disponibili.
Sì. Ognuno è accolto più che bene.
Secondo me, questa scuola per fortuna è riuscita a realizzare il principio di una scuola accogliente e
formativa, perché ha sempre dato la possibilità anche agli studenti con problemi di poter partecipare alle
attività scolastiche tipo gite, uscite, ecc.
Si, perché è una scuola molto accogliente e i ragazzi sono trattati nello stesso modo. Questa scuola poi fa
molte attività belle e divertenti, ma da cui si impara anche qualcosa.
Si il principio della scuola accogliente è stato applicato perché dà pari opportunità a tutti i ragazzi.
Sì, secondo la mia esperienza ho potuto constatare che a tutti i ragazzi, qualsiasi sia la loro condizione e
situazione, hanno potuto avere la possibilità di formarsi in una scuola accogliente e aperta a tutti.
Sì, secondo me è una scuola molto accogliente nonostante ci siano certi ragazzi che hanno problemi.
Sì, penso che sia stata una scuola accogliente e pronta a intervenire sulle varie situazioni e a volte anche
prendere i giusti provvedimenti.
Credo che questa scuola sia pienamente realizzata per essere accogliente ed è formativa nei confronti di tutti
i ragazzi qualsiasi sia la loro condizione e situazione perché fornisce qualunque cosa ci sia utile ed è anche
molto rinnovata nella tecnologia, non in tutte le scuole hanno la possibilità di avere una LIM in tutte le
classi.
Si, perché tutti vengono trattati allo stesso modo e chi ha difficoltà viene aiutato.
2
Tutti i ragazzi che la frequentano sono messi nelle condizioni di potersi impegnare, farsi valere ed essere
riconosciuti nel loro impegno e nel loro lavoro scolastico?
Sì, siamo trattati tutti allo stesso modo. Anzi chi si impegna poco viene incoraggiato ad applicarsi di più per
la promozione.
Si potrebbero farsi valere e venire riconosciuti per il loro lavoro, poi dipende dal fatto che si studi o meno.
Tutti i ragazzi che ci sono nella mia scuola ricevono lo stesso trattamento, e se hanno dei voti bassi vengono
spronati dai professori per migliorare.
Si tutti i ragazzi sono messi nelle condizioni di potersi impegnare, dopo spetta a noi sfruttare o meno queste
opportunità.
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Sì, perché viene data a tutti la possibilità di recuperare o impegnarsi sempre di più, soprattutto nelle ore di
recupero e poi gli insegnanti sono sempre disponibili per rispiegare.
Tutti i ragazzi sono messi nelle condizioni di potersi impegnare; a volte però, se ne fregano della scuola, e
quindi i risultati non potranno mai essere positivi. Invece se un ragazzo si impegna sarà fiero dei risultati
che otterrà e sarà ben felice di andare a scuola ogni giorno e di faticare per una buona causa, la sua
istruzione.
Sì perché i professori spiegano nel loro modo migliore: sta all’alunno decidere se impegnarsi o meno.
Credo di sì.
Sì, tutti i ragazzi possono essere riconosciuti per l'impegno a patto che questo sia presente perché se una
persona non si impegna non può essere riconosciuta la sua predisposizione per qualcosa.
Penso che ogni ragazzo sappia come è messo con lo studio, sa come si sta preparando; e ognuno di noi ha
un proprio metodo di studio.
Sì, tutti i ragazzi possono distinguersi, i prof sono sempre disponibili; l'unica cosa che può mancare è
l'impegno da parte dello studente....
Si, ma il risultato finale lo dobbiamo dare noi all’ esame finale con buoni voti.
Sì, la scuola offre tutto il necessario per essere “i migliori”.
Si, anzi chi si impegna poco e ha le potenzialità di recuperare viene spronato ad applicarsi.
Si, secondo me tutti i ragazzi possono, e hanno avuto, la possibilità di essere riconosciuti oppure di farsi
valere; anche se con modi diversi (esempio: letture in teatro, presentazioni, attività in aula magna, progetti
vari, spettacoli di fine anno).
Si, perché i professori sono disponibili ad aiutarti e non si fanno problemi a rispiegarti gli argomenti di cui
non hai appreso molto.
Si tutti quanti hanno la stessa possibilità di riuscita, basta impegnarsi.
Sì, tutti i ragazzi hanno queste possibilità, sta poi ad ognuno saperle sfruttare per la propria crescita
formativa.
Sì, sono messi nelle condizioni di potersi impegnare. E i professori incoraggiano a studiare per gli esami.
Credo che ognuno di noi abbia delle capacità ottime, ma ci vuole impegno e volontà individuale e se
ognuno ci mette tutto questo, otterrà ottimi risultati per un domani, e così potrà essere fiero di tutto il
lavoro.
Penso che i ragazzi che frequentano questa scuola sono messi nelle condizioni di potersi impegnare, farsi
valere ed essere riconosciuti nel loro impegno e nel loro lavoro scolastico. Tutto questo grazie alle
partecipazioni ai vari corsi.
Si, perché noi tutti adesso sappiamo cosa fare in futuro.
Si potrebbero farsi valere ed essere riconosciuti per il lavoro svolto, sempre che si impegnino.
3
Secondo te la scuola oggi è ancora molto importante? Perché?
Sì, secondo me la scuola è ancora oggi molto importante perché se non si ha un titolo di studio o un
diploma non si può avere nessun lavoro...al giorno d' oggi se non si ha qualcosa in mano i datori di lavoro
non assumono...
Secondo me la scuola è importante perché ci sono sempre cose nuove da imparare oltre alle materie come
ad es.: stare con le persone e vivere il mondo.
Secondo me la scuola è molto importante, perché ti indirizza al lavoro che un domani vorrai fare.
Per me sono importanti le elementari perché ti insegnano le cose basilari, e le superiori perché impari il
lavoro che vuoi fare tu.
Secondo me sì, perché ci prepara ad un futuro al di fuori di questo edificio, anche se a volte servirebbe fare
lezioni con un po’ più di pratica per “un domani”.
Secondo me la scuola oggi è ancora molto importante perché ti consente di costruire un futuro, e di trovare
un lavoro.
Sicuramente sì perché senza scuola anche i lavori più facili diventano difficili.
Secondo me la scuola è molto importante per avere una preparazione generale per l'anno prossimo.
Sì è ancora molto importante perché senza scuola non posso prepararmi per andare a fare il lavoro che
vorrei, soprattutto adesso che c’è un sacco di disoccupazione.
La scuola è molto importante perché senza essa non si potrà trovare un lavoro in futuro e sicuramente una
persona rimpiangerà di non aver studiato solo quando ormai è troppo tardi.
Sì, perché ci danno una cultura adeguata alla nostra età.
Secondo me la scuola è molto importante, a molti non può piacere la scuola, e in certi casi concordo, ma
dopo tutto la scuola serve per crearti un futuro e portare avanti la vita futura.
Per me la scuola è molto importante, soprattutto oggi che senza un'istruzione è molto difficile trovare
lavoro, anche per una cultura personale.
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Si perché dalle medie si decide il futuro di molti studenti.
Sì, perché è importante saper parlare e scrivere correttamente una lingua e fare dei semplici calcoli…
Si; perché solo studiando si possono avere risultati nella vita.
Si, secondo me la scuola oggi è ancora molto importante perché fornisce, non solo l’intelligenza e la
sapienza, ma anche ti insegna l’educazione, i modi di relazionarsi e come poi proseguire una vita adeguata.
Per me è ancora oggi molto importante, perché ti insegna molto e senza quella non puoi trovarti un lavoro
serio e vivere allo stesso modo delle altre persone.
Si è molto importante perché fornisce ai ragazzi delle conoscenze che a casa non si possono comprendere.
Sì, perché serve a formare i giovani e a far sviluppare le loro caratteristiche personali, e fare in modo che
abbiano la possibilità di scegliere il loro futuro.
Secondo me la scuola è ancora oggi molto importante, per il nostro futuro, per il nostro lavoro che sarà.
Secondo me, la scuola è importante perché si impara la cultura generale, ma non solo, anche perché, senza
titolo di studio non si può fare nulla nella vita.
Per me la scuola è molto importante, perché ci dà la conoscenza e ci dà l’opportunità di diventare qualcuno.
Si, perché senza lo studio delle cose basilari risulterebbe condizionato ciò che vogliamo fare da grandi.
Secondo me la scuola è importante perché consente di imparare cose nuove, prepara per il mondo che c’è
fuori e per un futuro lavoro.
4
Secondo te se i ragazzi non sfruttano le possibilità che la scuola dà di conoscere ed accrescere il proprio
sapere e le proprie conoscenze perdono occasioni importanti, sprecano opportunità o fa lo stesso, tanto la
vita è un’altra cosa? Tu cosa ne pensi?
Secondo me se i ragazzi non sfruttano le possibilità date dalla scuola sprecano opportunità molto
importanti per la vita...penso che bisogna fare tesoro di tutte le informazioni date dai professori e utilizzarle
quando bisogna...
Penso che quei ragazzi che fanno cosi un domani si troveranno ad essere come degli asini e verrà loro in
mente tutte le volte che hanno rifiutato la scuola.
Secondo me bisogna sempre cogliere le occasioni che si hanno per scoprire cose nuove.
Per me fa lo stesso perché conosco persone che non hanno la terza media ed hanno un’azienda per conto
proprio.
Secondo me è importante che noi ragazzi sfruttiamo al massimo le possibilità che la scuola ci offre, ma
penso anche che in certi aspetti la scuola deve prepararci alla vera vita al di fuori di essa.
La scuola offre a tutti gli studenti, la possibilità di arricchire il proprio livello culturale. È un'opportunità che
tutti dovrebbero sfruttare, perché ti consente di crearti nuovi orizzonti per il futuro. I ragazzi che non
sfruttano queste possibilità sono un “caso perso”: non potranno mai fare carriera!
La scuola è una sola e se non viene sfruttata è un’occasione persa, per questo, secondo me, la scuola è
importante, anche perché senza di essa non si farebbe molto.
Se i ragazzi non sfruttano le opportunità date dalla scuola si perdono una grande occasione e con il passare
del tempo se ne pentiranno.
Penso che per noi giovani sia difficile concentrarsi solo sulla scuola e capire il legame che c’è fra istruzione e
lavoro. Quando ad esempio studiamo capitoli interi di materie noiose come musica come si fa a pensare che
serva per trovare un lavoro? E’ vero che nella vita non c’è solo lo studio, ma occupa talmente tanto tempo
che noi ragazzi non riusciamo a fare tutte le altre cose piacevoli che vorremmo fare e quindi finiamo per
sprecare davvero alcune possibilità che la scuola dà.
Secondo me quasi nessuno di noi dà il massimo.
Penso che tutto dipenda dal tipo di lavoro che vorrà fare da grande il ragazzo, poi a molti può interessare e
ad altri no, secondo me si dovrebbe prendere la palla al balzo e accogliere con favore la proposta formativa
che essa dà.
Ogni ragazzo dovrebbe impegnarsi perché le opportunità che si trovano a scuola non si ripresentano più. Sì,
secondo me, uno che non studia perde una grossa occasione.
I ragazzi che non sfruttano queste possibilità in futuro se ne pentiranno.
Certi ragazzi non sfruttano la possibilità che la scuola offre perché a questa età non sappiamo che valore ha,
mentre altri ragazzi non hanno la fortuna di andare a scuola perché o non hanno soldi per permetterselo o
sono costretti a lavorare fin da piccoli. Secondo me, è necessaria la scuola per imparare varie cose.
Penso che chi non usa queste opportunità si perda parte della vita più importante.
Secondo me, sprecano la possibilità, poiché la scuola per i ragazzi della nostra età è uno dei principali, se
non il principale, impegno che si ha, e del quale bisogna avere responsabilità.
Per me, sprecare delle occasioni, vorrebbe dire fregarsene. Le occasioni che ti vengono richieste sarebbe da
prenderle al “lampo” e non sprecarle, perché potrebbero essere utili nella propria vita. I ragazzi che non
sfruttano queste opportunità, si perdono molte cose.
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Secondo me i ragazzi come noi devono sfruttare l’occasione che la scuola fornisce e non sprecarla perché la
vita si basa anche sulle nostre conoscenze.
Io penso che i giovani non devono sprecare tutte la possibilità a loro offerte, perché così facendo è come se
buttassero via la propria vita.
Secondo me se i ragazzi non sfruttano le possibilità date dalla scuola, perdono occasioni molto importanti
perché si imparano molte cose che servono per la vita.
Secondo il mio punto di vista alcuni ragazzi non sfruttano al meglio le loro capacità, perdendo occasioni
importanti che magari in futuro potranno servire. Altri invece cercano di prendere al volo le opportunità
che vengono date, e accrescono sempre di più il proprio sapere e le proprie conoscenze.
Penso, che alcune materie fuori dalla scuola non servano molto, ma a volte quella materia che sembra
inutile, ampia le conoscenze.
Beh dato la mia esperienza di occasioni ne ho perse ma sto cercando di rimediare agli errori che ho
commesso in tutti questi anni.
Penso che quei ragazzi che ‘saltano’ la scuola, prima o poi, si pentano della loro scelta perché quelli come
loro finiscono quasi sempre a dormire per strada.
5
Ti piace studiare? Quali materie preferisci? Come è l’impegno richiesto? Tanto, poco, adeguato,…trovi
qualche difficoltà,…in quali attività riesci meglio o ti attirano di più….?
A me non piace molto studiare...preferisco materie come matematica, motoria, tecnica, musica...l’impegno
richiesto è molto, soprattutto in questo ultimo anno scolastico...trovo qualche difficoltà in qualche materia
come scienze, storia...
Studiare a me non è mai piaciuto, di materia mi piace motoria perché è l’unica in cui puoi “sfogarti”, il mio
impegno non è il massimo e come dicono tutti potrei dare di più; le difficoltà le trovo soprattutto nello
studio perché non riesco a concentrarmi come si deve.
A me non piace tanto studiare. La materia che preferisco è geografia. L’impegno richiesto è adeguato. In
questa materia trovo poche difficoltà.
No non mi piace studiare, le mie materie preferite sono grammatica ed eduzione fisica, l’impegno richiesto
cambia dalle materie; le materie in cui riesco meglio sono grammatica, antologia ed educazione fisica.
Credo che studiare piaccia a pochi, infatti a me non piace molto però mi impregno sempre e do il massimo.
Le materie che preferisco sono inglese, matematica e italiano. Non saprei dire com’è l’impegno richiesto
perché io cerco di dare sempre molto, comunque penso sia adeguato alla nostra età. Trovo difficoltà in
tedesco con l’arrivo della nuova professoressa, mentre riesco meglio in inglese, matematica, italiano.
A me piace molto studiare: ogni giorno c'è sempre qualcosa da imparare. La materia che preferisco in
assoluto è Italiano. L'impegno richiesto nello studio è adeguato in tutte le materie. Ho trovato qualche
difficoltà nell'affrontare certi argomenti, ma ciò non mi ha impedito di superarle al meglio.
Diciamo di sì, anche se qualche volta ci metto più del dovuto. La mia materia preferita è la matematica,
soprattutto perché non trovo difficoltà particolari.
Non è che sia appassionato dello studio ma se serve per darmi soddisfazioni e ampliare le conoscenze, in
questo caso sì.
La materia che preferisco è matematica e serve molta concentrazione per riuscire bene.
Le attività in cui riesco meglio sono quelle di studio.
Non mi piace proprio né musica né arte perché le trovo noiose. Faticavo molto a studiare storia e prendevo
sempre 4, poi con lo psicologo dello sportello d’ascolto che è venuto a scuola ho trovato un metodo di
studio giusto e adesso prendo sempre bei voti come 8 e ho molte soddisfazioni, non solo in storia. Mi piace
la matematica perché ragionando sui problemi riesco a trovare la soluzione abbastanza in fretta. Nel
complesso però credo di avere troppa quantità di studio. Ci sono giorni in cui vado a letto dopo mezzanotte
per riuscire a finire compiti e studio e poter mantenere la mia grande passione che è il calcio (anche se faccio
solo 4 ore di allenamento alla settimana!).
Mi piace abbastanza studiare e le materie che preferisco sono matematica e italiano e l'impegno richiesto è
giusto in base alla materia che si sta affrontando. Non riesco molto bene nelle attività manuali e per questo
cerco di evitarle anche se qualche volta mi piace provare qualcosa di diverso dal classico studio sui libri.
A me non piace studiare, ma riesco ad ottenere risultati alti grazie all’attenzione dedicata alle lezioni.
Sinceramente studiare non è proprio il mio forte, penso che quando sarò alle superiori e potrò applicarmi,
specialmente su quello che più mi piace, magari il mio interesse aumenterà.
A dire il vero non mi piace molto studiare ma lo faccio con impegno. La mia materia preferita è l'inglese e
riesco molto bene, e, per paradosso, il tedesco è la materia in cui vado peggio... ma questo solo da quando è
arrivata la nuova prof; comunque ho la sufficienza. L'impegno richiesto in certe materie è minimo ma in
certe altre è massimo, quindi se si fa la media si può dire che sia adeguato.
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Lo studio non è la mia passione. La mia materia preferita è scienze e impegnandomi sto migliorando perché
l’impegno è richiesto per l’esame. Riesco meglio in educazione fisica.
Non sono così affezionata allo studio. Preferisco l'inglese, l'italiano e a volte la storia, il mio impegno è
abbastanza adeguato. Trovo difficoltà a imparare a memoria il tedesco.
Non mi piace studiare. La mia materia preferita è inglese. Serve un poco di impegno ovviamente.
Come alla maggior parte dei ragazzi non mi piace studiare, però lo faccio lo stesso, poiché senza lo studio
secondo me non si potrebbe vivere in una maniera decente. Le materie che preferisco sono l’inglese e
l’italiano poiché mi piacciono in generale le lingue. L’impegno richiesto è adeguato e in queste materie per
fortuna non trovo nessuna difficoltà. Le attività che mi attirano di più sono per la maggior parte educazione
fisica e tecnologia, poiché mi trovo bene con i professori e le materie mi interessano.
Sinceramente non sono una ragazza cui piace molto studiare, ma questo non vuol dire che non mi applichi.
Non ho una materia preferita, ma trovo qualche difficolta in matematica, non riesco proprio a capirla, ma
per fortuna ho un professore molto bravo e che spiega molto bene. Il mio impegno a scuola è abbastanza
adeguato. Riesco abbastanza bene in grammatica perché riesco a capirla anche senza studiare. Mi attira
molto motoria perché quando la faccio mi diverto.
Mi piace abbastanza studiare. Le mie materie preferite sono: storia, scienze, motoria. L’impegno richiesto è
molto ma viene ricompensato con un bel voto.
Mi piace studiare soprattutto le materie che preferisco, che sono matematica, geografia e inglese; l’impegno
richiesto è alla portata di tutti, ed io personalmente non trovo difficoltà. Le materie in cui riesco meglio
sono: educazione fisica, matematica, geografia e inglese.
A me non piace molto studiare, di materie preferisco geografia, storia, italiano,.. trovo qualche difficoltà in
qualche materia, ma non sempre.
Sinceramente non mi piace studiare ma cerco di metterci tutto l’impegno possibile. Preferisco fare arte che è
la mia più grande passione e infatti è la materia in cui riesco meglio ma anche italiano e motoria mi
attirano molto.
Non sono un amante dello studio. La materia che preferisco è Italiano e l’impegno richiesto è adeguato per
la nostra età. Le attività in cui riesco in meglio sono: Italiano ed Arte.
Studiare non è il mio forte e le materie che preferisco sono l’inglese e un po’ l’italiano; l’impegno è tanto
adesso perché stanno arrivando gli esami.
Studiare a me non è mai piaciuto, la materia che mi piace è motoria perché è l’unica in cui puoi “sfogarti”, il
mio impegno non è il massimo e come dicono tutti potrei dare di più; il fatto è che nello studio non riesco a
concentrarmi come si deve.
6
Anche per i tuoi genitori la scuola è importante? Ti lasciano fare da solo o ti seguono aiutandoti nelle
eventuali difficoltà? Sono contenti di come vai a scuola?
Per i miei genitori la scuola è molto ma molto importante...in alcuni casi quando ho qualche difficoltà mi
aiutano...non sono molto contenti di come vado a scuola...mi hanno detto che in questi ultimi mesi devo
‘alzare’ le materie in cui non ho un bel voto...
Si, per i miei genitori è molto importante infatti ci tengono molto. I miei genitori mi lasciano fare da solo e
sono abbastanza contenti di come vado a scuola.
Per i miei genitori la scuola è importante, loro mi aiutano soltanto quando ne ho bisogno. Loro sono
contenti di come vado, ma se ‘alzassi’ i voti sarebbero ancora più contenti.
Si, se non ho difficoltà mi lasciano svolgere da solo i compiti e se invece ho qualche e difficoltà mi aiutano.
Si tranne in tedesco e matematica.
Certo, anche per i miei genitori la scuola è importante e quando faccio i compiti sono molto indipendente e
spesso sono io che non chiedo aiuti a loro, ma credo che se lo facessi mi darebbero il loro contributo.
Per mio papà la scuola è molto importante perché offre un futuro. Lui, quando può mi aiuta a fare i compiti,
soprattutto quelli di geometria. Però in questo anno scolastico non mi ha aiutata molto in quanto l'anno
prossimo dovendo andare alle superiori, vuole che io impari a cavarmela da sola. Io quest'anno ho avuto un
esito positivo in quasi tutte le verifiche e quindi spero di superare gli esami e di entrare alla scuola
superiore.
Si molto perché se delle mattine volessi stare a casa, non per malattia ma per noia, non me lo
consentirebbero. Son anche molto contenti del mio andamento.
La scuola per i miei genitori è molto importante, ma comunque mi lasciano fare da solo.
Loro sono molto soddisfatti di come vado e devo continuare così.
I miei genitori tengono moltissimo a come vado a scuola. Mi seguono chiedendomi se ho bisogno di aiuto,
ma mi lasciano indipendente. Sono molto contenti di come vado quest’anno visto che gli scorsi anni avevo
delle insufficienze mentre adesso ho voti abbastanza alti.
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La scuola è stata ed è tutt'ora molto importante anche per i miei genitori che mi aiutano quando non riesco a
fare da sola e sono contenti dei miei risultati.
I miei genitori sono contenti di come vado a scuola e mi hanno sempre lasciato fare le cose da solo.
Si, anche i miei genitori cercano di aiutarmi, in particolare mia mamma continua ad incoraggiarmi, ma
purtroppo, anche se cerco di impegnarmi i voti non si alzano.
Per i miei genitori la scuola è molto importante, ma non possono seguirmi perché sono al lavoro e
comunque riesco bene anche da solo. Loro sono contenti di come vado a scuola ma richiedono sempre di
più...
Per i miei genitori la scuola è una delle cose principali per riuscire nella vita e se ho qualche difficoltà mi
aiutano sempre.
Anche per i miei genitori è importante la scuola, mi lasciano fare da sola e mi aiutano quando ho difficoltà,
credo e spero che siano contenti del mio rendimento scolastico.
E la cosa più importante.. mi lasciano fare tutto da solo perché non riescono ad aiutarmi. No, non sono
contenti.
Si, anche per i miei genitori la scuola è molto importante. Inoltre i miei genitori mi danno un po’ di fiducia,
ma appena trovano un momento preferiscono controllarmi e darmi una mano anche quando non ne ho
bisogno. Sono abbastanza contenti di come vado a scuola.
Per i miei genitori è molto importante la scuola. Alle elementari mi aiutavano se avevo qualche difficoltà,
anche adesso mi aiutano, ma molto raramente, perché ormai mi ritengono autonoma. Sono abbastanza
contenti del mio rendimento scolastico, a parte quando, ovviamente, prendo brutti voti.
Per i miei genitori la scuola è molto importante. Inoltre sono felici di come vado a scuola.
Soprattutto per i miei genitori la scuola è importante, continuano a invitarmi a impegnarmi nello studio per
mantenere un buon rendimento scolastico. Credo che siano contenti di come vado a scuola anche se
continuano sempre a dirmi di impegnarmi di più.
La scuola è molto importante per i miei genitori, mi lasciano fare da sola, in caso di bisogno mi aiutano, non
sono molto contenti di come vado a scuola dovrei impegnarmi di più.
La scuola per i miei genitori è molto importante perché senza di essa non potrei imparare niente. Sono
contenti di come vado a scuola e quando non capisco qualcosa a volte mi aiutano, ma spesso mi lasciano
fare da sola perché ho le capacità di apprendere.
Anche per i miei genitori la scuola è molto importante, perché vogliono che io diventi qualcuno.
Mi lasciano fare da sola però quando ho difficoltà a fare i compiti per casa e chiedo aiuto, sono sempre
pronti a darmi una mano. Sono contenti di come vado a scuola perché sanno che mi impegno molto per
ottenere i risultati che ottengo.
Faccio da solo i compiti e di rado chiedo che mi aiutino.
Si, per i miei genitori è molto in portante infatti ci tengono molto. Mi lasciano fare da solo e sono abbastanza
contenti di come vado a scuola.
7
Pensi che serberai un bel ricordo di questi tre anni, dei tuoi compagni di classe, dei professori, delle varie
esperienze che hai avuto modo di fare,…racconta
Per mia sfortuna non ho potuto passare tutti e tre gli anni in questa scuola...sono arrivata dalla scuola di
Albaredo che sapevo poco niente...poi pian pianino ho iniziato a recuperare il passo e a mettermi alla pari
degli altri...in questi pochi mesi fatti in questa scuola penso di aver conosciuto dei professori bravissimi ad
insegnare.. a parte il prof Merlin che conoscevo già perché l’ho avuto il primo e il secondo anno alle medie
di Albaredo.. e penso che mi resterà un bellissimo ricordo di tutti loro (professori e compagni).
Si, penso che ricorderò molto la scuola media per tutto, per gli insegnanti che sono sempre stati a nostra
disposizione soprattutto la nostra prof. Tavellin con cui passiamo più tempo e siamo più aperti, poi per i
miei compagni con cui siamo cresciuti insieme perché è questa l’età in cui si comincia a capire bene le cose
e poi per la simpatia di tutti.
Secondo me mi resterà un bel ricordo di questa scuola, perché ho una bella classe e dei bravi insegnanti.
Avrò un bel ricordo solo di due miei compagni di classe e della professoressa Elena Tavellin.
Penso di sì soprattutto le esperienze fatte con la classe, le gite, le recite, le uscite didattiche. Ma anche alcuni
professori mi lasceranno un bel ricordo.
Questi tre anni, sono stati molto importanti per me. Oltre ad avermi creato una cultura personale (grazie
agli insegnamenti che mi hanno dato i miei professori), ho passato dei momenti indimenticabili con i miei
compagni di classe. Spero di rimanere in buoni rapporti con loro una volta finita la scuola.
Penso di sì anche perché in tutti i tre anni sono successe un sacco di cose: i brutti voti, uno strano
compagno, degli strani prof., ecc.
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Penso proprio che serberò un bel ricordo di tutti e tre gli anni.
Soprattutto dei miei compagni e del corpo docente perché mi ha veramente sostenuto e invitato a dare il
massimo.
Sì avrò dei bei ricordi dei miei amici e di alcuni insegnanti. Non di tutti perché credo di non stare simpatica
ad alcuni di loro. Comunque non vedo l’ora di iniziare la scuola superiore e provare qualcosa di nuovo e
diverso.
Ricorderò molte cose belle di questi tre anni anche se qualche litigio c'è stato si può comunque conservare
qualcosa di positivo.
Io credo che quello che ho vissuto alle medie sarà un’esperienza indimenticabile.
In genere avrò un bel ricordo della scuola escluso di certi\e professori\esse. Esclusi questi però mi sono
piaciute le gite, il resto dei prof, i compagni e il plesso stesso.
Penso che ci siano più brutti ricordi che belli. Comunque i più bei ricordi li conservo delle gite.
Ovvio che avrò un bel ricordo di questa scuola, dei miei compagni di scuola e dei professori anche perché
passo più tempo con loro che con i miei genitori, ormai posso dire che loro sono la mia seconda famiglia.
Si mi sono fatto amici e penso anche nemici... i prof sono bravi e la professoressa Tavellin è la migliore.
Si, penso che questi anni per me saranno veramente indimenticabili. Soprattutto i professori e i compagni di
classe con i quali ho provato molte emozioni: mi sono divertita, emozionata, ma anche ho avuto qualche
difficoltà... inoltre non scorderò mai tutte le esperienze vissute insieme, magari anche i rischi che abbiamo
corso e ci siamo aiutati a vicenda come veri amici.
Avrò sicuramente un bel ricordo di questa scuola, perchè ho fatto molte attività divertenti e ho avuto dei
bravissimi professori. Sinceramente, alcuni compagni mi mancheranno, altri per niente.
Penso di ricordarmi per sempre l’esperienza delle scuole medie. Sono felice di aver avuto questi compagni
di classe.
In questi tre anni di scuola che dall’infanzia mi portano all’adolescenza ho avuto tante esperienze sia
positive sia negative che mi hanno fatto crescere, ho avuto molte amicizie e molti bravi e simpatici
professori, quindi per me sono stati tre anni bellissimi pieni di ricordi che non dimenticherò mai.
Penso che questa scuola sia magnifica, dei miei compagni serberò un bellissimo ricordo, anche se li
ritroverò alle superiori, mi ricorderò di tutte le gite fatte, di tutti i lavori fatti, dei professori...penso che mi
ricorderò di tutto.
Penso che questi tre anni siano stati un’infinità di emozioni e molti ricordi piacevoli che porterò con me. Ho
potuto imparare molte cose e ho potuto divertirmi con i compagni nelle gite scolastiche e nei vari progetti
scolastici
Penso, di aver vissuto tre anni meravigliosi, di sicuro mi ricorderò delle bellissime persone che ho
conosciuto dai miei compagni di classe ai professori.
Ho vissuto tantissime esperienze belle e brutte alle medie. Belle nel senso che ho conosciuto persone
splendide con cui spero di tenermi in contatto dopo le medie, professori sempre pronti ad aiutarti in
qualunque modo possibile ed immaginabile. Credo di essermi affezionata a questa scuola e sarà difficile
separarmi da essa.
Si anche se questa classe la conosco solo da poco ci sono già affezionato.
Si, penso che ricorderò molto la scuola media per tutto, per gli insegnanti, poi per i miei compagni con cui
ho un bel rapporto e infine per la scuola, molto bella e grande.
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Prova a definire in poche parole la scuola che frequenti, vale a dire le sue caratteristiche prevalenti che
secondo te la denotano e la identificano maggiormente.
Puoi farlo liberamente ma ad es. anche completando la seguente frase:
la mia scuola è ……
La mia scuola è ……come un libro con tante informazioni e più lo sfogli più impari le cose che ci sono al suo
interno....i professori sono come i protagonisti del racconto...e la dirigente è come l'autore del libro...penso
sia una scuola fantastica...in quei pochi mesi che ci sono stata ho imparato molte cose...
La mia scuola è …… molto bella, non manca quasi niente anzi siamo più avanti possiamo dire abbiamo
pure le LIM, poi come aspetto è molto grande e non è vecchia; a livello di professori sono quasi tutti
simpatici e spiegano molto bene a parte un caso.
La mia scuola è ……grande e molto tecnologica, infatti abbiamo una LIM in ogni classe e una buona sala
computer. Nella mia scuola ci sono anche molte stanze utili, come la sala per scienze e la sala di musica e
l’aula magna dove si fanno molte attività.
La mia scuola è ……ampia ha una biblioteca che si potrebbe anche utilizzare, ha una palestra molto bella ed
una sala computer che è molto innovativa. Ha un cortile grande dove si passano dei bei momenti con i
propri compagni.
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La mia scuola è ……la mia scuola è grande, accogliente e moderna, infatti presenta una LIM per ogni classe
che ci premette di fare lezioni diverse e più coinvolgenti. La maggior parte dei professori ci aiutano e ci
consigliano.
La mia scuola è accogliente: ha un grande atrio all'entrata, dove alla mattina i ragazzi che vogliono entrare
si riuniscono attendendo il suono della prima campanella, che sta ad indicare che gli studenti devono
entrare in classe. Inoltre ha un bel cortile; d'estate si riempie di fiori e di una bella erbetta verde.
La mia scuola è molto spaziosa, soprattutto l’atrio. Le aule sono grandi, anche se la mia sembra piccola per
il numero di alunni. Per il resto non c’è niente da dire.
La mia scuola è ……molto accogliente e grande. Dispone di tutti i gadget che uno studente deve avere ed è
bella spaziosa con infissi e alcune stanze moderne.
La mia scuola è vecchia però dotata di una bella palestra, ampia e con tanti attrezzi. E’ molto ampia.
La mia scuola è ……grande, accogliente, da possibilità a tutti e io mi sono trovata molto bene.
La mia scuola è …. bella, accogliente, ma credo che nel portico del cortile sia stato fatto un errore di
costruzione perché bisogna mettere tutto sotto-tetto.
La mia scuola è …… una scuola come tutte le altre, solo che lì ci sono tutti i miei amici e tutti i prof. che ho
avuto da quando ho cominciato le medie; è una bella scuola ma forse dovrebbe modernizzarsi un po' di più,
giusto per essere un po' più accogliente.
La mia scuola è ……una scuola evoluta, tecnologica, ben fornita con delle regole che mi tutelano e
proteggono, sicura ed accogliente!
La mia scuola è tecnologica visto che in ogni aula è presente una LIM. si dovrebbero restaurare alcune aule
e rendere più efficiente la biblioteca scolastica.
La mia scuola è fantastica perché dà la possibilità a tutti i ragazzi di capire.
La mia scuola è …… molto all’avanguardia tecnologicamente e sono tutti bravi… non si fanno
discriminazioni di nessun tipo.
La mia scuola è….la mia scuola è grande, spaziosa e accogliente.
Io migliorerei magari il colore sulle pareti e avrei ingrandito la palestra. Come è strutturata mi piace molto,
poiché c’è l’atrio grande e in più, nelle varie pause si possono fare i giri attorno alla scuola.
La mia scuola è …… un luogo molto accogliente, con professori molto bravi e che insegnano bene. In questa
scuola ho passato belli, ma anche brutti ricordi, fortunatamente sono di più i ricordi belli. Anche se non
sono una ragazza “amante” della scuola, devo dire che mi è piaciuto molto stare in questa scuola, e che mi
mancheranno molto i professori.
E’ una scuola molto spaziosa e accogliente e con una bella palestra appena ristrutturata.
La mia scuola è….grande, spaziosa, ben curata, ma soprattutto moderna perché in ogni aula ci sono le
lavagne digitali, le quali aiutano i professori nella ricerca di materiali scolastici, ma soprattutto nelle
presentazioni in Power Point con cui si possono fare lezioni sull’argomento esposto.
La mia scuola è una scuola bellissima che mi ha fatto vivere momenti meravigliosi...penso che non li
scorderò mai...
La mia scuola è grande e accogliente. Penso che sia ben attrezzata soprattutto perché abbiamo le LIM, e non
tutte le scuole le hanno.
La mia scuola è molto grande, è di colore giallo ocra ed è circondata da uno splendido giardino contornato
da un cancello rosso. E’ molto moderna. Appena entri la prima cosa che si nota è l’enorme corridoio che
porta ad ogni classe. Alla destra vi è la segreteria dove gli insegnanti si riuniscono e dove vi è anche lo
studio della preside. Andando sempre dritti ci sono le classi della sezione della A.
E’ molto grande come scuola ci sono ben 9 classi e in più aule di scienze, arte, sala computer, mense, bagni
e palestra.
Quando ero in prima non conoscevo molto il luogo cosi mi fermavo a guardare nella piantina dove mi
trovavo. Con tutte le scuole che potevo scegliere di fare dopo le elementari sono contenta di aver scelto la
Scuola “Berto Barbacani”
La mia scuola è ……la più bella 
La mia scuola è …… molto bella esteticamente per la forma ed è molto grande, molto avanzata perché
possiede le LIM.
100
Dati raccolti dai questionari restituiti dagli studenti di terza B e C sui ‘primi 50 anni di scuola media’
1
Ora, che sei al termine del tuo percorso scolastico in questa scuola, ti sembra che in essa sia pienamente
realizzato il principio di una scuola accogliente e formativa nei confronti di tutti i ragazzi qualsiasi sia la
loro condizione e situazione?
Si, lo ha sempre dimostrato.
Infatti aiutava i ragazzi stranieri ad arrivare allo stesso livello degli altri studenti e non ha mai fatto
differenza tra loro.
Si, specialmente quando sono arrivata nella scuola tre anni fa, sono stata accolta calorosamente.
Si, questa è una scuola praticamente perfetta.
A mio parere sì! La scuola usufruisce di lavagne digitali che rendono le lezioni gradevoli e facili da
comprendere, vi sono professori con ottime capacità di insegnare.
Diciamo che non è una brutta o disaccogliente.
Si, per me questa scuola è molto accogliente e formativa con tutti i ragazzi, qualunque sia la loro
condizione.
Si, è una scuola che contribuisce alla formazione degli studenti, qualunque sia la loro situazione,
proponendo metodi di studio efficaci e soddisfacenti per tutti i ragazzi.
Si, secondo il mio parere la scuola è accogliente nei confronti di tutti.
Si, mi sembra che nel mio percorso scolastico sia pienamente realizzato il principio di scuola accogliente e
formativa nei confronti di tutti i ragazzi qualsiasi sia la loro condizione e situazione.
Sì, questa scuola ha realizzato pienamente il principio di accoglienza e formazione degli studenti
Sì, in questa scuola sono riconosciuti pienamente tutti i diritti costituzionali che permettono l’istruzione di
ogni individuo.
Sì, nel corso di questi tre anni la scuola si è sempre dimostrata accogliente nei confronti di tutti i ragazzi
qualsiasi fosse stata la nostra situazione.
Sì, lo ha dimostrato molto, non avendo mai fatto distinzioni tra nero-bianco, italiano- marocchino; ci ha
sempre dimostrato di considerarci uguali qualunque fosse la nostra religione, nazionalità, situazione o
colore.
2
Tutti i ragazzi che la frequentano sono messi nelle condizioni di potersi impegnare, farsi valere ed essere
riconosciuti nel loro impegno e nel loro lavoro scolastico?
Si, ma non tutti, approfittano di questa opportunità, piuttosto preferiscono approfittarsi del fatto che ci sono
amici, in pochi parole per loro la scuola è un luogo di divertimento.
Molti considerano la scuola una perdita di tempo e non tengono conto dell’importanza dello studiare
Principalmente tutti potrebbero impegnarsi, ma come in ogni scuola, vi è quella piccola parte che non
riconosce l’importanza dello studio e dell’impegno.
Si potrebbero impegnare ma molti non lo fanno.
Si perché vi sono bravi professori in grado di spiegare bene.
Si, tutti hanno pari opportunità.
No, secondo me non tutti gli studenti sono messi nelle condizioni di potersi impegnare, farsi valere ed
essere riconosciuti nel loro impegno e nel loro lavoro scolastico. Alcuni studenti danno il massimo, mentre
altri anche se hanno le possibilità non si applicano perché non hanno un’adeguata volontà di studiare o
impegnarsi.
Si, tutti i ragazzi sono liberi di esprimersi in concorsi o in ciò che riesce loro meglio senza essere lasciati da
parte.
Sì, tutti i ragazzi sono messi nelle condizioni di potersi impegnare.
Sì, qui è assicurata la libera partecipazione alla vita scolastica per tutti gli studenti.
No, perché pur aiutando i ragazzi disabili non danno loro grande modo di trascorrere del tempo con i
compagni di classe, e non danno modo a noi di capire come sia la vita reale, cioè piena di difficoltà da
superare.
La scuola ci ha sempre dato la possibilità di impegnarci usando la nostra testa e le nostre capacità ma,
purtroppo, non tutti trovano stimolante quello che la scuola ci propone e allora preferiscono fregarsene e
aspettare che arrivi quello che riescono a fare meglio al posto di imparare e interessarsi di qualcosa di
nuovo.
101
3
Secondo te la scuola oggi è ancora molto importante? Perché?
Si, è molto importante perché ci aiuta a crescere e dobbiamo approfittare di questa opportunità, che altre
persone non hanno.
Si perché offre un’ istruzione per muoversi correttamente nel mondo del lavoro.
Si, perché, come nella vita normale, anche nel mondo del lavoro, sono necessarie varie conoscenze.
Sì, perché al giorno d’oggi serve la conoscenza per trovare un buon lavoro.
Si, perché è la base per un futuro roseo e promettente.
Sì, secondo me è importante: essa dà una cultura, un’educazione, la creazione di legami sociali e un futuro
nel mondo del lavoro.
Si perché senza un istruzione non si può trovar lavoro.
Si è molto importante perché ci insegna a comportarci bene in futuro.
Si, forse anche di più di anni fa, direi che la scuola per noi ragazzi di oggi è tutto, grazie ad essa siamo
pronti ad affrontare professionalmente il mondo di oggi, nel quale se hai studiato riesci in tutto quello che
vuoi fare.
Si, perché ormai la scuola è diventata un luogo di scuola di vita, oltre che di insegnamento.
Si, secondo me la scuola oggi è ancora molto importante per inserirsi meglio nella nostra società e in futuro,
grazie allo studio, si potrà avere un lavoro soddisfacente e alla nostra portata.
Per me la scuola è molto importante perché il mondo di oggi chiede delle conoscenze maggiori del passato.
Sì, secondo me la scuola ancora oggi è importante perché dà ai ragazzi un’istruzione e conoscenze che
possono essere molto utili nel loro futuro.
Non lo so, perché adesso come adesso, non si trova lavoro pur avendo licenze scolastiche e titoli di studio.
Sì, DEVE formare la popolazione italiana del futuro.
Sì, perché al giorno d’oggi senza lo studio non si trova lavoro.
Sì, perché essa ci aiuta a capire quello che vogliamo essere nel nostro domani, nel nostro futuro e nella
nostra vita.
4
Secondo te se i ragazzi non sfruttano le possibilità che la scuola dà di conoscere ed accrescere il proprio
sapere e le proprie conoscenze perdono occasioni importanti, sprecano opportunità o fa lo stesso, tanto la
vita è un’altra cosa? Tu cosa ne pensi?
Secondo me nessuno deve perdere questa possibilità che non tutti hanno. A dire il vero anch’io tre anni fa
pensavo che la scuola non serviva affatto, ma con il tempo ho capito che è molto importante perché di
sicuro ci aiuterà nel nostro futuro.
Secondo il mio parere i ragazzi che non frequentano la scuola perdono l’occasione di imparare cosa li
attenderà nel mondo là fuori.
Ci sono ragazzi che sfruttano al massimo le possibilità e le conoscenze che la scuola offre loro, mentre altri
ragazzi sprecano queste opportunità, non dando loro peso.
Secondo il mio parere la scuola serve per il futuro.
Si, sprecano la più importante e l’unica opportunità che hanno per arricchire il proprio sapere.
Perdono occasioni importanti di cui si pentiranno in futuro! Io conosco molte persone o familiari che si sono
pentiti di non aver portato a termine la scuola media o superiore, per la questione del lavoro.
Sono importanti le possibilità che offre, ma per alcuni lavori, ad esempio, non serve la materia “arte”.
Se viene data una possibilità, bisogna sempre prendere la palla al balzo, penso che noi siamo ragazzi
fortunati, perché ci viene data la possibilità di studiare, farci valere e formarci.
Secondo me sprecano una grande opportunità.
Secondo me, tutti i ragazzi dovrebbero sfruttare la possibilità di poter studiare, dato che in futuro tutto
quello che si è imparato ci sarà utile.
Secondo me perdono un grande vantaggio perché la scuola è molto importante per la propria formazione e
magari in futuro si troveranno faccia a faccia con altre persone più brave di loro e magari si sentiranno
inferiori.
Io penso che se i ragazzi non sfruttano le possibilità che la scuola offre loro perdono una opportunità di
conoscere molte cose che potrebbero essere molto utili nel mondo del lavoro.
Purtroppo non tutti apprendono che la scuola è fondamentale ed è spesso messa in secondo piano. Tuttavia
gli studenti di oggi potranno educare i propri figli a sfruttare pienamente le possibilità che offre la scuola.
“la sapienza è figlia dell’esperienza”.
Si, perdono opportunità, perché nella vita non ti si presenteranno molte occasioni, e quelle poche
dovremmo coglierle al volo.
102
Penso che finché ne abbiamo l’occasione, sarebbe meglio approfittarsi di questa risorsa che ci permette di
imparare cose che, magari ora ci sembrano inutili, ma che in futuro ci potrebbero aiutare in situazioni che
ora non pensiamo succedano mai.
5
Ti piace studiare? Quali materie preferisci? Come è l’impegno richiesto? Tanto, poco, adeguato,…trovi
qualche difficoltà,…in quali attività riesci meglio o ti attirano di più….?
In verità non mi piace tanto studiare ma sono obbligata a studiare per riuscire a realizzare i miei sogni.
A me piacciono tutte le materie tranne matematica.
Non sono un tipo che studia molto, le materie che preferisco sono tecnologia, motoria e storia.
Si, in generale, mi piace studiare, soprattutto le materie linguistiche. L’impegno richiesto non è troppo; a
volte trovo delle difficoltà, ma che sono facilmente superabili. Le materie che mi appassionano e che mi
attirano maggiormente sono le materie linguistiche.
Non mi piace molto studiare; le materie che preferisco sono educazione fisica e inglese; l’impegno richiesto
non è esagerato ed è adeguato.
No, non mi piace studiare e la mia materia preferita è motoria. Trovo particolare difficoltà in tedesco e
nessuna in inglese.
Beh, dipende dall’argomento di studio. Le mie materie preferite sono inglese e tedesco. L’impegno richiesto
è adeguato. Le attività che mi attirano di più sono i lavori di gruppo.
Sinceramente non amo studiare, preferisco motoria o tecnologia, in queste materie l’impegno è alto.
Per loro la scuola è importante tuttavia mi arrangio, ma come già detto non sono molto bravo e non sono
contenti
Insomma, non sono un grande studioso, ma le mie materie preferite sono scienze e geografia. Sono 2
materie molto interessanti in cui non è richiesto, secondo me, moltissimo impegno.
Dipende dall’argomento trattato e da come mi viene proposto un argomento. Mi piace inglese perché la
lezione è coinvolgente. L’impegno richiesto è tanto ma penso che se uno si pone l’obbiettivo di uscire con
un bel voto ha già fatto metà strada, come in una partita sportiva, bisogna caricarsi di energia positiva e
impiegare al meglio le proprie capacità.
Insomma, studio ma non è esattamente il mio passatempo preferito ma lo faccio comunque. la materia che
preferisco è la matematica, e l’impegno richiesto non è eccessivo.
No, a me non piace studiare, ma cerco comunque di impegnarmi. A volte cerco di dare il massimo, anche se
spesso non raggiungo i risultati che vorrei. Le materie in cui mi sento più coinvolta sono: educazione fisica e
tecnologia. Educazione fisica perché di solito si gioca a pallavolo, il mio sport preferito, mentre tecnologia
perché scopro anche l’uso degli oggetti “nuovi” come il computer, il cellulare, cioè le cose che usiamo
spesso noi giovani.
Si, mi piace studiare. io preferisco matematica. l’impegno varia da persona a persona: chi studia avrà meno
difficoltà sicuramente di chi non studia e cerca di recuperare l’anno intero alla fine della scuola. per me la
difficoltà è soggettiva.
A me non piace studiare. La mia materie preferita è matematica l’impegno richiesto è tanto.
No, preferisco, matematica perché la capisco, adeguato, si, Musica e matematica.
Sì, adoro studiare e apprendere nuove nozioni. Preferisco, fra le tante materie, matematica e storia. L’
impegno richiesto è adeguato, proporzionato alle nostre possibilità. Non trovo difficoltà e sono di gran
lunga attirato dalla storia.
Non mi piace molto studiare, preferisco le materie pratiche, per esempio matematica. Verso la fine dell’anno
mi sono impegnata, anche se trovo ancora qualche difficoltà sulle materie di studio. Riesco meglio nelle
materie come matematica.
Non credo che studiare sia un gran piacere per alcuno, ma se nella vita si vuole diventare quel qualcuno dei
nostri sogni è necessario impegnarsi adesso piuttosto che farsi bocciare e perdere degli importanti anni
della nostra vita. Le mie materie preferite sono scienze, italiano e motoria perché mi insegnano cose
interessanti per il mio futuro. In esse mi sono impegnata molto e per questo a volte ne vengo anche
ripagata.
6
Anche per i tuoi genitori la scuola è importante? Ti lasciano fare da solo o ti seguono aiutandoti nelle
eventuali difficoltà? Sono contenti di come vai a scuola?
I miei mi danno la possibilità di studiare anche se non mi aiutano, visto che loro non sanno la lingua
italiano mi devo arrangiare da sola.
I miei genitori pensano che la scuola sia importante e la pensano come me, se trovo della difficoltà mi
aiutano volentieri.
103
Per i miei genitori la scuola è molto importante, quando ho bisogno di aiuto loro ci sono sempre per
aiutarmi.
Si, sono abbastanza soddisfatti del mio andamento scolastico, anche se vorrebbero un po’ più di impegno.
Anche per i miei genitori la scuola è importante, mi aiutano nelle eventuali difficoltà e sono contenti di
come vado a scuola.
Si, anche per loro è importante; sono felici del mio andamento scolastico anche perché mi lasciano fare da
solo.
Per i miei genitori la scuola è tutto. Loro sono fieri di me e se ho una piccola difficoltà mia mamma mia
aiuta, ma i casi sono rari dato che riesco a cavarmela da sola.
Si. Io a casa faccio da solo i compiti e anche nello studio mi aiutano solamente in occasioni di estrema
difficoltà. A volte sono contenti di come vado a scuola, ma a volte anche no.
Si, per i miei genitori la scuola è molto importante, da quando ho iniziato questo percorso scolastico non mi
hanno mai aiutato, sono abbastanza contenti di come vado a scuola anche se secondo loro si può sempre
migliorare e fare di meglio…hanno ragione.
Si, anche per i miei genitori la scuola è importante ma di solito non mi faccio aiutare nello studio.
Si, i miei genitori mi seguono molto, e se ho qualche difficoltà cercano subito di aiutarmi. A volte sono
contenti dei miei profitti, altre invece sono un po’ delusi.
Anche per i miei genitori la scuola è importante. io riesco a fare i compiti autonomamente ma a volte mi
faccio aiutare dalla mamma.
Per i miei genitori la scuola è importante. Molto spesso mi lasciano fare i compiti da solo ma quando ho
qualche difficoltà mi aiutano.
Sì sono contenti di come vado a scuola.
Si, mi aiutano i miei cugini, No, non molto.
Sì, la scuola per loro è importante. Sono sempre stato autosufficiente e non ho mai chiesto un contributo da
parte loro, d'altronde questo è il nostro lavoro e dobbiamo impegnarci al massimo a svolgerlo. Sono molto
contenti di come vado a scuola.
Anche per i miei genitori la scuola è molto importante, mi seguono aiutandomi nelle difficoltà e sono
contenti del mio profitto.
Per i miei genitori la scuola è importantissima ma mi capiscono e consolano quando mi trovo in difficoltà e
quando ho bisogno di una mano cui aggrapparmi, mi porgono la loro e cercano di sorreggermi.
7
Pensi che serberai un bel ricordo di questi tre anni, dei tuoi compagni di classe, dei professori, delle varie
esperienze che hai avuto modo di fare,…racconta
Si. Sicuramente i professori di cui mi ricorderò saranno la prof. Papi, la prof. Giacometti, con le sue lunghe
spiegazioni, ma utili.
Si, specialmente delle nuove amicizie. Anche con dei professori ho un buon legame, e di certo sentirò la loro
mancanza negli anni successivi.
Di questi 3 anni ricorderò gli amici, i professori, le tante ore noiose, le gite, le esperienze, le nuove e vecchie
amicizie.
Si, avrò ricordi felici.
Penso di sì. Rispetto alle elementari ho legato con molte delle persone dalle quali mi spiace allontanarmi
nei prossimi anni di scuola superiore. Ammetto che mi mancherà la paura delle interrogazioni o i classici
ripassi pre-verifica e le ricreazioni passate con i miei amici.
Conserverò i ricordi dei miei compagni, le esperienze con gli amici e le amiche, gli affetti ricevuti da alcune
persone che ora considero compagni di vita.
Si, penso che questi tre anni di scuola siano stati molto belli e difficilmente li scorderò. Lo stesso vale per le
persone che ho conosciuto in questa scuola.
Si, sentirò la mancanza dei miei compagni di classe e anche dei professori con i quali ho trascorso 3 anni
pieni e meravigliosi.
Si, credo di si, credo che mi ricorderò dei tanti bei momenti passati insieme agli amici e ai compagni.
Si, mi dispiace solo che in questi anni non ho legato molto con alcune mie compagne di classe, mentre altri
mi mancheranno molto nei prossimi anni. Tra i professori mi mancherà soprattutto la professoressa Bordin
perché ci ha aiutato molto. Mi dispiace inoltre che in questi anni le gite siano state scarse.
Sicuramente avrò un bel ricordo di tutti i compagni e di tutti i professori, ma avrò un ricordo particolare di
un professore: la professoressa Papi. Lei mi ha insegnato a giocare con la matematica senza aver paura di
sbagliare e per questo le sarò sempre grato.
Sì penso che serberò un bel ricordo di questa scuola non soltanto per gli amici ma anche per i professori.
Si, molto belli, soprattutto le esperienze in classe con specifici professori.
104
Sì, la scuola secondaria di primo grado è una tappa fondamentale per la propria istruzione. Mi rimarranno
impresse le formidabili lezioni di alcuni docenti, come matematica e storia, e tutte le interessanti attività
extrascolastiche svolte negli anni.
Sì, soprattutto dei miei compagni. E in particolare delle esperienze passate con loro, per esempio durante il
terremoto dell’anno scorso ci siamo aiutati ad affrontare la paura. Ricorderò anche dei professori, dai più
severi ai più buoni.
Sono stati degli anni particolari grazie ai quali ho fatto varie amicizie e ho incontrato molti tipi di professori,
alcuni bravi, altri un po’ meno ma ricorderò lo stesso.
8
Prova a definire in poche parole la scuola che frequenti, vale a dire le sue caratteristiche prevalenti che
secondo te la denotano e la identificano maggiormente.
Puoi farlo liberamente ma ad es. anche completando la seguente frase:
la mia scuola è ……
La mia scuola è ……accogliente.
La mia scuola è, secondo me, una delle scuole più ben organizzate della zona: sia per i professori, sia per
l’ambiente scolastico.
La mia scuola è ……un punto di riferimento per intraprendere poi la propria strada alle superiori.
La mia scuola è una bella esperienza.
La mia scuola è …..un’area educativa e sociale.
La mia scuola è …..molto tecnologica dal momento che in ogni aula fortunatamente sono presenti lavagne
interattive e tutto ciò è molto positivo.
La mia scuola è bella ed educativa……
La mia scuola è ……bene organizzata e umanitaria.
La mia scuola è un luogo di scambio di esperienze, un luogo dove si sono fatte molte esperienze positive e
negative.
È speciale, accogliente, moderna, ricca di possibilità.
La mia scuola è ……molto grande perché ha tanti posti dove passare la ricreazione.
La mia scuola è …… ben equipaggiata di aule e apparecchi, come lavagne interattive e pc.
La mia scuola è …… accogliente, dotata di molti apparecchi elettronici nuovi, forse troppi; pulita ed aperta
ad ogni ragazzo, con qualsiasi difficoltà.
La mia scuola è …… accogliente e grande.
La mia scuola è …… libera e sana competitività, un luogo dove apprendere e socializzare, un punto di
riferimento per il paese e per la sua popolazione.
105
VISITE GUIDATE E VIAGGI D’ISTRUZIONE: RICORDI FOGRAFICI
Al Trenino di Pontremoli
Al Lago d’Iseo
A Pontremoli
A Belluno
Val Camonica
Oasi Le Bine
106
Al Vajont
Oasi Val Predina
Marano Lagunare
Risiera San Sabba
A Rovereto
Val Camonica
107
Valle Vecchia Caorle
Verso Urbino
Saline di Cervia
Val del Mis
Laboratorio a Capodiponte
A Ravenna
108
A Schwabenheim
A Padova
Ad Argenta
Alla Caserma Donato Briscese
109
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Storia della scuola media unificata di Minerbe