ISTITUTO COMPRENSIVO DI MINERBE SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO "BERTO BARBARANI" 1963-2013: CINQUANT’ANNI DI SCUOLA MEDIA UNIFICATA A MINERBE Stampato in proprio luglio 2013, versione aggiornata al 31.07.2013 ISTITUTO COMPRENSIVO “B. Barbarani” Via Verdi, 114 – 37046 MINERBE (VR) Tel. 0442640144/0442640074 r.a. Fax 0442649508 C. F. 82000470235 E-Mail istituzionale: [email protected] / altra e-mail: [email protected] Pec: [email protected] Sito: www.icminerbe.it 2 INTRODUZIONE Ci sono tanti modi di raccontare una storia. E allora, senza pretese di organicità e di oggettività, una storia si può anche raccontare, come si è provato a fare, a partire da dove ci si trova a vivere, non solo a partire dall'esperienza che fu, ma anche dall’esperienza che è. E forse perfino dal futuro che piacerebbe sognare. Secondo O. Marquand, quando i progressi culturali sono un successo raramente suscitano entusiasmo. Vengono dati per scontati e l’attenzione si concentra sui mali che continuano ad esistere. È la legge sull’importanza crescente di ciò che persiste: più elementi negativi scompaiono dalla realtà, più irritano gli elementi negativi che rimangono. Ma oggi che il futuro non sembra più essere tanto positivo, siamo portati a vedere di più quello che di buono è stato fatto. Non possiamo quindi non pensare al successo culturale che in Italia ha avuto l’istituzione della scuola media unificata. Da allora sono passati cinquant’anni, ma sembra ieri. La legge n. 1859, quella che introdusse la Scuola Media Unificata e allungò a otto anni l’obbligo scolastico rappresenta indubbiamente una delle pagine più belle della storia politica e sociale italiana. Fu la rottura delle tradizionali barriere di classe che escludeva i figli dei ceti disagiati, destinandoli ai posti più umili al contrario di chi poteva permettersi di andare a scuola. Il tasso di quattordicenni in possesso di licenza media, nei dieci anni successivi, divenne quasi il doppio. Già nell’anno successivo all’approvazione della legge, ‘le nuove scuole medie aprirono le porte a ben 600 mila ragazzi e ragazze, figli di operai, contadini, artigiani, piccoli commercianti e braccianti, che fino ad allora non erano andati oltre la quinta elementare o l’avviamento professionale’. Si può quindi ragionevolmente affermare che la scuola media unificata è stata una delle poche grandi rivoluzioni riuscite. Ha dato una nuova prospettiva a milioni di ragazzi prima esclusi e messi ai margini, ha sancito il principio che il sapere e la conoscenza non possono essere di pochi, ha rimescolato il paesaggio sociale dando la possibilità a tutti di scegliere il proprio percorso, professionale e di vita. Da quella riforma sono passati cinquant’anni. Tenerne vivo il ricordo è lo scopo del presente lavoro. 3 INDICE INTRODUZIONE ...........................................................................................................................................3 EVOLUZIONE NORMATIVA DELL’ORDINAMENTO DELLA SCUOLA MEDIA UNICA ...........4 GLI ESAMI DI TERZA MEDIA ....................................................................................................................5 LA NASCITA DELLA SCUOLA MEDIA UNIFICATA ...........................................................................6 LA NUOVA SCUOLA MEDIA UNIFICATA A MINERBE .....................................................................7 LA PARTENZA ..............................................................................................................................................9 I PRIMI CARTEGGI .....................................................................................................................................10 L’ANNO SCOLASTICO 1961-62 ................................................................................................................11 GLI ASPETTI ORGANIZZATIVI INIZIALI .............................................................................................12 L’ANNO 1962-63 ..........................................................................................................................................13 UNA PRIMA VALUTAZIONE ...................................................................................................................16 GLI INSEGNAMENTI FACOLTATIVI ......................................................................................................17 LE SQUADRE DI EDUCAZIONE FISICA ................................................................................................19 GLI ORGANI COLLEGIALI ........................................................................................................................19 I CONSIGLI DI CLASSE...............................................................................................................................20 I PRESIDI ........................................................................................................................................................24 DA SCUOLA SECONDARIA AUTONOMA A ISTITUTO COMPRENSIVO .....................................25 I SEGRETARI .................................................................................................................................................27 I BIDELLI ........................................................................................................................................................28 LA PRECARIETÀ INIZIALE .......................................................................................................................29 NELLA NUOVA SEDE.................................................................................................................................36 INTITOLAZIONE DELLA SCUOLA .........................................................................................................38 I DOCENTI DEGLI INIZI.............................................................................................................................39 INTERVISTA ALLA PROF.SSA ELISA SPIAZZI .....................................................................................42 LA SUA TESTIMONIANZA .......................................................................................................................43 GLI ALTRI DOCENTI DAL 1966 AL 1982 ................................................................................................47 I DOCENTI ATTUALI ..................................................................................................................................49 IL PRIMO FURTO .........................................................................................................................................50 I BACHI DA SETA ........................................................................................................................................51 LA FESTA DEGLI ALBERI ..........................................................................................................................52 ATTREZZATURE E SUSSIDI ......................................................................................................................54 L’INSEGNAMENTO DELLE LINGUE STRANIERE ..............................................................................61 IL TEMPO PROLUNGATO .........................................................................................................................63 PERICOLI SCAMPATI .................................................................................................................................63 LA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO DI MINERBE NEL TEMPO .............................................66 DUE TRADIZIONI CONSOLIDATE .........................................................................................................69 IL TROFEO BERTO BARBARANI ..............................................................................................................69 I GIOCHI MATEMATICI .............................................................................................................................73 I PRIMI CINQUANT’ANNI DELLA SCUOLA MEDIA ITALIANA IN SINTESI ..............................76 ARTICOLO DI MARCO ROSSI DORIA SU LA STAMPA DEL 21.04.2013 ..........................................81 LE RISPOSTE AL QUESTIONARIO SULLA SCUOLA DEI GENITORI ................................................................................................................................84 DEGLI STUDENTI DELLA CLASSE III A...................................................................................93 DEGLI STUDENTI DELLE CLASSI III B E III C.....................................................................101 4 EVOLUZIONE NORMATIVA DELL’ORDINAMENTO DELLA SCUOLA MEDIA UNICA A quindici anni dalla promulgazione della Costituzione (in G.U. 7 dicembre 1947), il Parlamento italiano con la Legge n. 1859 del 31.12.1962, istitutiva della nuova scuola media unificata, dà finalmente concreta attuazione all’art. 34 che recita: ‘La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso’. Nel tempo la scuola media ha subito modifiche ordinamentali a seguito di altri interventi normativi e precisamente: 1963 Nuovi programmi per la scuola media unica (D.M. 23.4.1963) 1969 Modifiche agli esami di licenza media (D.L. 9) 1974 Decreti delegati di cui alla legge 477/1973 1977 Modifiche parziali all’ordinamento della scuola media e nuove norme per la valutazione degli alunni con abolizione degli esami di riparazione e istituzione di moduli di recupero e potenziamento dell’integrazione degli alunni handicappati (L. n. 517) Abolizione del latino come materia della scuola media (L. 348) con eliminazione del principio della facoltatività e contemporanea estensione delle aree delle discipline obbligatorie aventi tutte uguale valore e dignità Le applicazioni tecniche divennero educazione tecnica, resa obbligatoria e non più differenziata tra maschile e femminile, e anche l'educazione musicale venne estesa a tre anni. L'orario settimanale è così portato a 30 ore. 1979 Nuovi programmi per la scuola media (D.M. 9.8.1979) 1984 Abolizione del libretto scolastico degli alunni della scuola dell’obbligo (L. 13) 1985: Ratifica del nuovo Concordato tra Stato e Chiesa e nuove norme sull’insegnamento della religione cattolica (L. 121) 1999 Nuove norme sull’obbligo scolastico a 15 anni (L. 9) Innalzamento dell’obbligo formativo a 18 anni (L. 144) Regolamento organico sull’autonomia delle scuole (DPR 275) 2003-4 Legge n. 53 del 28/03/2003 (Riforma Moratti) e D.lgs. n. 59 del 19/02/2004 con i quali si prevedono che nella scuola secondaria di I grado sia impartito, dall'anno scolastico 2004/2005, l'insegnamento di due lingue comunitarie. 2008 D.P.R. n. 89 del 20 marzo 2009 (Riforma Gelmini) che entra in vigore il 1 settembre 2009 e sviluppa due diversi piani settimanali fissi, il primo a tempo normale, che comprende 30 ore settimanali, con la riduzione del tempo prolungato, che va da un minimo di 36 ad un massimo di 40 ore settimanali, la valutazione numerica decimale nella scuola secondaria di primo grado e l’introduzione della prova nazionale dell’INVALSI di Italiano e Matematica, nell'esame finale di licenza media. 5 GLI ESAMI DI TERZA MEDIA In parallelo ai cambiamenti ordinamentali della scuola media, anche la normativa sugli esami finali di classe terza, al termine del percorso scolastico, registra modifiche e cambiamenti e precisamente: Legge 31 dicembre 1962, n. 1859 Con l’art. 6 di questa legge, si afferma che l’esame di licenza media è esame di Stato che consente l’iscrizione a qualsiasi tipo di scuola superiore (tranne il liceo classico, per il quale occorre superare anche la prova di latino). Il DM 24 aprile 1963 indica le materie d’esame con la relativa tipologia. Gli esami prevedono tre prove scritte: italiano, matematica e lingua straniera e quella di latino per chi intenda proseguire nel liceo classico, la prova grafica di educazione artistica e la prova orale. Sono ancora presenti le due sessioni estiva e autunnale riservata ai rimandati. La valutazione è in decimi. Il D.M. del 15 ottobre 1965 contiene i criteri orientativi per lo svolgimento delle prove d’esame. Dalla fine degli anni Settanta, s’inseriscono altre modifiche quali: Legge 4 agosto 1977 n. 517 - Legge 16 giugno 1977 n. 348 - D.M. 26 agosto 1981. Dopo circa quindi anni dall’istituzione della scuola media unificata (1962), con la legge n. 517 del 4.8.1977 sono aboliti gli esami di riparazione, quindi scompare la sessione autunnale, come pure le classi differenziali. Sono previste le attività integrative ed è introdotta la scheda di valutazione, contenente i giudizi analitici per ogni disciplina e un giudizio sul livello globale di maturazione dell’alunno. Sono aboliti i voti numerici. L’esame si conclude con un giudizio sintetico: sufficiente, buono, distinto e ottimo nel caso di superamento. Altrimenti non licenziato, se non è superato. Per effetto della legge 16 giugno 1977, n. 348, sono modificati, attraverso il D.M. 9 febbraio 1979, anche i programmi e gli orari d’insegnamento. Queste le nuove discipline obbligatorie per tutte le classi della scuola media: religione, italiano, storia, educazione civica e geografia, lingua straniera, scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali, educazione tecnica, educazione artistica, educazione musicale e educazione fisica. Gli esami di licenza media prevedono prove scritte per italiano, scienze matematiche e per la lingua straniera. L’orale riguarda tutte le altre discipline. Scompare la prova facoltativa di latino. Le scuole che attuano la sperimentazione del bilinguismo hanno anche un’altra prova per la seconda lingua straniera. Infine con il D.M. del 26 agosto 1981, a completamento delle leggi 348/1977 e 517 del 1977, sono stabiliti i criteri orientativi per gli esami di licenza media. In particolare s’introduce, al posto degli “orali”, il colloquio. Decreto Legislativo n. 59 del 19 febbraio 2004 – D.P.R. n. 89 del 20 marzo 2009 - D.P.R. n. 122 del 22 giugno 2009 Con il Decreto Legislativo n. 59 del 19 febbraio 2004, la scuola media è chiamata secondaria di primo grado e si conferma che questo ciclo termina con l’esame di Stato. Al decreto sono allegate le Indicazioni Nazionali e s’introduce il Portfolio delle Competenze (che avrà vita brevissima). La seconda lingua comunitaria (non si chiama più lingua straniera) entra a tutti gli effetti nell’ordinamento, educazione artistica si chiama arte e immagine, l’educazione fisica si trasforma in scienze motorie e sportive, educazione musicale prende il nome di musica, educazione tecnica diventa tecnologia con elementi d’informatica. Gli esami non subiscono cambiamenti, tranne il fatto che la seconda lingua straniera da sperimentale, diventa obbligatoria per tutte le scuole. Successivamente si inseriscono, con il Ministro Fioroni, le “Indicazioni per il curricolo” nel mese di settembre 2007 che avranno vita breve. 6 Con il D.P.R. n. 89 del 20 marzo 2009 si ridefinisce il quadro orario settimanale, con l’inserimento di un’ora obbligatoria per ogni classe di attività di approfondimento in materie letterarie che modifica la composizione delle sottocommissioni d’esame con la presenza del relativo docente. Infine con il D.P.R. n. 122 del 22 giugno 2009, si aboliscono i giudizi e s’introduce il voto numerico. Ciò modifica profondamente i modi di valutazione dell’esame, perché per il voto finale concorrono quelli di tutte le prove scritte e di quella orale, unitamente al voto di ammissione e a quello della prova nazionale che viene così ufficialmente inserita come prova d’esame a tutti gli effetti. Per la prima volta nella storia della scuola media, è introdotta anche la possibilità che il candidato ottenga la lode (dall’a. s. 2009/10). Le modalità di conduzione delle prove d’esame restano invariate, a parte l’inserimento della prova nazionale. Un’altra novità è costituita dalla certificazione delle competenze, descritte nel modello che ogni scuola adotta sperimentalmente in modo autonomo e nel quale sono riportati gli esiti conclusivi dell’esame di Stato del primo ciclo. LA NASCITA DELLA SCUOLA MEDIA Il principio costituzionale dell’obbligatorietà e gratuità dell’istruzione impartita per almeno otto anni (ovvero dal 6° al 14° anno d’età) trova attuazione, per la prima volta, nella L. 31-12-l962, n. 1859, istitutiva della scuola media unica, che dispone: «l’istruzione obbligatoria successiva a quella elementare è impartita gratuitamente nella scuola media, che ha la durata di tre anni ed è scuola secondaria di 1°grado». La nuova scuola secondaria, unitaria, obbligatoria e gratuita abolisce le preesistenti scuole inferiori e cioè i primi tre anni di ginnasio, i primi quattro degli istituti magistrali e tecnici, le scuole secondarie di avviamento professionale, i corsi inferiori delle scuole d’arte e dei conservatori di musica, le classi post-elementari previste dall’art. 172 del T.U. 577/1928. Il piano di studi prevede: religione, italiano, storia e educazione civica, geografia, matematica, osservazioni ed elementi di scienze naturali, lingua straniera, educazione artistica e educazione fisica. In prima sono inserite obbligatoriamente le applicazioni tecniche femminili e maschili (eredità dell’economia domestica e degli insegnamenti pratici delle scuole d’avviamento professionale abolite con tale legge) e l’educazione musicale; queste due discipline sono facoltative per le successive classi seconde e terze. Il latino come disciplina autonoma è inserita solo a partire dalla terza media. 7 LA NUOVA SCUOLA MEDIA UNIFICATA A MINERBE Da tale anno la nuova Scuola Media Unificata comincia a diffondersi in quasi tutti i paesi, spesso innestandosi su preesistenti scuole d’avviamento professionale assumendo in tal caso la forma istituzionale di ‘Scuola Avviamento con programmi di Scuola Media Unificata’, come avviene a Minerbe. La documentazione agli atti consente, infatti, di ricostruire il seguente avvio: A decorrere dal 1° ottobre 1961 a seguito di specifica domanda inoltrata dall’Amministrazione comunale, il Provveditore autorizza l’avvio di una scuola ad avviamento commerciale sempreché esista un congruo numero di alunni da iscrivere alla prima classe ed eventualmente alle classi successive (autorizzazione n.° 5013 del 16.07.1961); In data 28.08.1961 lo stesso Provveditore precisa al Comune di Minerbe che la domanda d’istituzione della scuola di avviamento commerciale potrà essere presa in considerazione dal Ministero solamente se nella scuola di avviamento medesima saranno adottati i programmi sperimentali della scuola media unificata; Il Comune accoglie la proposta e assicura l’adozione dei programmi sperimentali della scuola media unificata nella scuola d’Avviamento che sta per partire. A Minerbe pertanto a partire dall’a. s. 1961-1962, come previsto, prende avvio la Scuola d’Avviamento Commerciale, ma, di fatto, parte con contenuti, materie e programmi sperimentali di Scuola Media Unificata. La conferma di ciò si ha nella comunicazione prot. n.° 652 del 21.02.1963 nella quale il Provveditore scrive a tutti i Presidi di scuola precisando che ‘... Il superiore Ministero comunica che sono stati assegnati i fondi per l’acquisto, da parte delle dipendenti scuole medie, di avviamento e medie unificate del materiale di consumo per le esercitazioni pratiche degli alunni, di materiale didattico, scientifico e bibliografico. Premesso che il materiale didattico e i sussidi vengono forniti, a parte, dal superiore Ministero a tutte le scuole che ne facciano richiesta, si invitano le S. L. ad astenersi dall’acquistare macchine ed attrezzature in genere che non potranno essere utilizzate nella nuova Scuola Media che entrerà in funzione, com’è noto, nel prossimo ottobre 1963.’ Il Provveditore Ignazio Pierri Dall’a. s. 1963-64 entrano pertanto in vigore anche i Nuovi Programmi per la Scuola Media unica (DM 23.4.1963) che sostituiscono quelli sperimentali, precedentemente utilizzati. La documentazione agli atti consente di rilevare questo processo di riforma anche nella scuola di Minerbe. La carta intestata e i registri dei primi anni d’avvio della scuola riportano, infatti, la dicitura ‘Scuola Avviamento con Programmi di Scuola Media Unificata’ fino all’anno 1962-1963; poi dall’anno 1963-1964, con l’entrata in funzione della nuova scuola media unificata, la carta intestata riporta la dicitura di ‘Scuola Media Statale di Minerbe’. I PRIMI STUDENTI Il Registro Generale dei voti dell’anno scolastico 1961-1962 riporta la seguente dicitura:’Scuola Avviamento con Programmi di Scuola Media Unificata’ e contiene l’elenco di tutti gli studenti iscrittisi. Gli studenti di questo primo anno di partenza della nuova Scuola Media di Minerbe, innestata su Scuola d’avviamento con programmi di Scuola Media Unificata, sono raggruppati in tre classi prime (sez. A, sez. B e sez. C) così costituite: 8 Sezione A Albarello Adriano Citrea Pier Giovanni Furini Franco Gennari Rodolfo Gironda Luigino Gheller Giovanni Lanzarotto Giuliano Maron Leonardo Menegolo Armando Menon Giordano Missaggia Roberto Montresor Lorenzo Pesenato Adriano Piccolo Renato Ruffo Valerio Tacconi Bruno Testa Francesco Trarivi Dario Turcato Bruno Valle Renzo Zorzan Giuseppe Sezione B nato a Minerbe nato a Iesolo nato a S. Margherita nato a Bonavigo nato a Minerbe nato a Minerbe nato a Bonavigo nato a Minerbe nato a Minerbe nato a Minerbe nato a Legnago nato a Minerbe nato a Minerbe nato a Minerbe nato a Minerbe nato a Minerbe nato a Bevilacqua nato a Minerbe nato a Minerbe nato a Bonavigo nato ad Albaredo Antonioli Carlo Baldin Albino Bordin Franco Camilli Fausto Cavallaro Livio Cortese Flaviano Donadello Silvano Guerra Pierino Isolan Roberto Massaro Bruno Menegolo Franco Migliorini Adriano Micheletto Sergio Palma Valerio Pavan Giuseppe Peruzzi Giuseppe Trarivi Amelio Valle Cesare Zambanello Renzo Zandon G. Battista Zordan Giuseppe nato a Minerbe nato a Minerbe nato a Verona nato a Bonavigo nato a Minerbe nato a Minerbe nato a Bonavigo nato a Bonavigo nato ad Albaredo nato a Legnago nato a Minerbe nato a Minerbe nato ad Albaredo nato ad Angiari nato a Bonavigo nato ad Albaredo nato a Minerbe nato a Bonavigo nato ad Albaredo nato a Bevilacqua nato a Zermeghedo Sezione C Bertolaso Maria Teresa Cavaliere Santina Corso Patrizia Dal Soglio Laura Facchetti Alda Ferrari Rita Girardi Gabriella Guarise Loretta Guarise Maria Assunta Maron Roberta Meggiolaro Giovanna Monastero Lina Perazzolo Gelmina Ricoldi Lorena Rinetti Marisa Rossini Maria Bianca Salva Marisa Sperandio Ardimina Stella Nadia Marta Vincenzi Annalisa Zancanella Paola nata a Minerbe nata a Minerbe nata a Minerbe nata a Montagnana nata a Minerbe nata a Minerbe nata a Minerbe nata a Minerbe nata a Minerbe nata a Pressana nata a Minerbe nata a Minerbe nata a Minerbe nata a Minerbe nata a Legnago nata a Bonavigo nata a Minerbe nata a Minerbe nata a Minerbe nata a Bonavigo nata a Minerbe Il preside è il prof. Amelio Rizzini Le materie sono: Religione Lingua Italiana Osservazioni scientifiche Storia ed educazione civica Geografia Matematica Lingua straniera (Francese) Educazione artistica Educazione fisica (Maschile e Femminile) Applicazioni Tecniche (Masch. e Femm.) Educazione musicale Viene inoltre valutata anche la Condotta. L’anno è suddiviso in tre trimestri e lo scrutinio finale si conclude con la promozione, con la riparazione delle materie insufficienti oppure con la ripetizione dell’anno scolastico per essere stati respinti, in caso di numerose insufficienze. Frequenti anche i casi in cui non si procede per la mancata frequenza degli studenti iscritti. 9 LA ‘PARTENZA’ La nuova scuola media di Minerbe alla sua ‘partenza’ non ha una sede propria, ma si trova ospitata presso la scuola primaria. Con l’aumento degli alunni e delle classi, che negli anni successivi registreranno un continuo incremento, la scuola media troverà ospitalità anche in altre sedi. La consultazione dei libri pubblicati sulla storia di Minerbe consente di recuperare le seguenti informazioni riguardanti la scuola media: ‘Ottobre 1961: poiché le autorità comunali di Minerbe avevano avuto dal Ministero della Pubblica Istruzione il permesso d istituire in paese la Scuola Media Unificata, prende avvio l’anno scolastico con tre sezioni di alunni. Nel 1962 gli alunni saranno circa 100, in media 15-16 per classe1’. ‘Gennaio 1973: Dopo essere stata ospitata dapprima nell’ex casa del popolo e poi in villa Babini, attuale municipio, la Scuola media trova definitiva sede in un edificio costruito con criteri moderni e fornito d attrezzature d’avanguardia, una delle opere più funzionali di Minerbe2’. ‘Nell’ottobre del 1961, con l’istituzione della scuola media dell’obbligo, anche a Minerbe, nei locali dell’excasa del fascio (oggi Ferramenta Pesarin) vennero iniziate le lezioni. Nel giro di pochi anni il numero degli alunni crebbe in misura tale che l’edificio non fu più sufficiente ad accogliere tutti, ed alcune classi per un certo tempo vennero dislocate in altri edifici di Minerbe. Negli anni 1972-1973, grazie alla costruzione in via Verdi di un nuovo edificio per le scuole medie fu possibile riunire nuovamente tutte le classi e già fin dall’Epifania del ’73 gli alunni poterono entrare nel nuovo fabbricato munito anche di palestra3’. ‘L’edificio per la nuova scuola media, in via G. Verdi, fu costruito sul terreno dell’ex-villa Bergolo-Bottagisio. Il nuovo fabbricato venne inaugurato durante le vacanze di Natale del 1972 dal senatore Dino Limoni e benedetto da Don T. Micheletto. Alla fine delle vacanze natalizie gli alunni poterono entrare nel nuovo edificio4’. I vari trasferimenti di sede fino alla definitiva sistemazione della scuola media, avvenuto nell’a. s. 1973-74 nell’attuale edificio che la ospita, sito in via Verdi 114, e la successiva evoluzione istituzionale, che nell’a. s. 2009-2010 ha portato al superamento delle Direzioni Didattiche e delle Scuole secondarie di I grado con la loro unificazione in Istituti Comprensivi, hanno reso difficoltosa la ricerca e il reperimento di tutta la documentazione, soprattutto quella iniziale (occorrerebbero, infatti, tempi più lunghi e modalità più approfondite), ma i materiali rinvenuti consentono comunque di rilevare il quadro iniziale e il primo periodo di vita della Scuola Media Unificata di Minerbe. Diversamente da quanto riportato nei libri sulla storia di Minerbe, si è potuto così accertare che le prime tre classi della scuola media hanno trovato ospitalità presso l’edificio della scuola elementare dall’a. s. 1961-62. Per il trasferimento nella sede definitiva gli studenti dovranno aspettare fino a gennaio 1974. 1 F. Occhi, M. Favazza, A. Garau, L. Gatti, R. Ottaviani, Minerbe, una terra e la sua storia, pag. 277 Ibidem, pag. 280 3 F. Muzzolon, M. Amatino, Minerbe nel passato, pag. 83 4 Ibidem, pag. 220 2 10 I PRIMI CARTEGGI La nota prot. n. 7380 del 2 novembre 1961, del Provveditore agli studi di Verona, con cui comunica al Preside della scuola d’Avviamento di Minerbe l’invio di n.3 esemplari dell’opuscolo Ministeriale relativo agli orari e ai programmi d’insegnamento per la scuola media unificata, pregando di accusarne ricevuta, dà la conferma dell’avvio della nuova scuola Media Unificata. In data 15 marzo 1962, il Preside della Scuola di Minerbe, prof. Amelio Rizzini, scrive alla Direzione Generale dell’Assicuratrice Italiana di via Fatebenefratelli 14 di Milano: “Questa scuola è di nuova istituzione ed è frequentata da 53 alunni. Al fine di poterli assicurare, secondo le modalità descritte nella Circolare 272 del 25/9/1961 del Ministero P.I. si prega di inviare un congruo numero di moduli”. In data 9 novembre 1961, il prof. Gaetano Bicego, per conto del preside Rizzini, chiede al Magazzino compartimentale economico dell’Intendenza di Finanza di Verona “l’invio per il fabbisogno di questa scuola di nuova istituzione dei seguenti stampati inventariali: n.10 mod. 92 D (testa), n. 10 mod. 92 D (interni), n. 5 mod. E”. Sempre in data 9 novembre, al Magazzino principale stampati dell’Intendenza di Finanza di Roma in via L. Tosti, il prof. Bicego per conto del preside chiede “l’invio di stampati mod. 130 P.G.S. ed’affini’ occorrenti a questa scuola di nuova istituzione”. Il 18 novembre 1961, il prof. Bicego, per conto del preside, reitera la richiesta all’Intendenza di finanza di Verona chiedendo “l’invio per il fabbisogno di questa scuola di nuova istituzione di un congruo numero dei sottoelencati stampati: mod. 31 C.G. (nuovo) provinciale; mod. G. S. st. 2; mod. 31 bis C. G. (buono di prelevamento).” Si tratta di richieste che danno la misura di come la nuova scuola media unificata di Minerbe stia prendendo avvio e venga via via attuando tutte le procedure economico-gestionali connesse al suo funzionamento (acquisizione dei registri inventariali e contabili). Allo stesso tempo anche da parte del Ministero, tramite il Provveditorato agli studi di Verona, cominciano ad arrivare materiali e sussidi e in particolare Corsi discografici di lingua Inglese, con testo e 80 libretti di cui non si presumono l’uso né la finalità, poichè nella scuola media unificata di Minerbe, risulta essere insegnata la lingua francese. 11 L’ANNO SCOLASTICO 1961-1962 Agli atti è presente una nota del Provveditore agli studi, Ignazio Pierri, prot. n. 5013 del 26 luglio 1961, proveniente, quale copia conforme, dal Comune di Minerbe, avente a oggetto ‘Istituzione di una scuola di avviamento a tipo commerciale’ indirizzata al Signor Sindaco di Minerbe, con la quale ‘conferma quanto comunicato per le vie brevi, cioè che con telegramma n. 13230 del 22 corrente il superiore Ministero ha informato quest’ ufficio che a decorrere dal 1° ottobre p.v. deve intendersi istituita in codesto Comune una scuola di Avviamento Commerciale sempreché esista un congruo numero di alunni da iscrivere alla prima classe e, eventualmente, alle classi successive. Nell’ipotesi affermativa la S.V., secondo le istruzioni ministeriali, è autorizzata di adottare le misure necessarie per garantire il regolare funzionamento della Scuola anzidetta (fornitura di locali idonei e dell’arredamento, del personale di servizio e di segreteria necessario). Codesta amministrazione dovrà inoltre inviare la documentazione prescritta (analoga a quella già inviata per l’istituzione della scuola media). Attendo un cenno di ricevuta e notizia dei provvedimenti presi’. A tale comunicazione, sempre in copia conforme, proveniente dal Comune di Minerbe, è allegata un’altra nota del Provveditore, prot. n. 5259, datata 28 agosto 1961, con la quale comunica al Signor Sindaco di Minerbe che ‘quest’ Ufficio ha ricevuto e trasmesso la domanda inviata con la nota a margine. Tale domanda, come chiarito in via generale con telegramma ministeriale il 17 corrente mese n. 14854, potrà essere presa in considerazione soltanto nel senso che, ferma restando l’istituzione della Scuola di Avviamento professionale in codesto Comune, il Ministero si riserva di disporre che nella Scuola di Avviamento medesima siano adottati i programmi sperimentali della scuola media unificata. Si prega di inviare un cenno d’intesa, assicurando che, oltre alla fornitura dei locali, codesto Comune provvederà all’assegnazione di personale di segreteria e di servizio’. A entrambe le comunicazioni, il Sindaco di Minerbe, Bertoldi Leonello in data 12 settembre 1961, con nota prot. n. 2725, in risposta al foglio n. 5259 del 28.08.1961 avente per oggetto ‘Scuola di avviamento’, risponde all’illustrissimo Provveditore agli studi di Verona che ‘ si prende atto di quanto comunicato con la nota a margine, nell’intesa che adottati i programmi ministeriali sperimentali della scuola media unificata. Si assicura che, oltre alla fornitura dei locali, questo Comune provvederà all’assegnazione del personale di segreteria e di servizio’. In data 23.12.1961 il Provveditore, con nota prot. n. 8833 avente per oggetto ‘Edifici scolastici di nuova costruzione - Palestra di educazione fisica’, scrive al Preside della Scuola di Avviamento di Minerbe:’Per aderire ad analoga richiesta del Ministero della P.I. si prega di voler comunicare a quest’Ufficio se l’edificio, sede della scuola, è stato costruito dopo il 1° gennaio 1955 o se, trovandosi la Scuola in locali di fortuna, il nuovo edificio è in corso di costruzione. Vorrà inoltre precisare il numero delle aule normali e di quelle speciali, se esiste la palestra ginnastica o se è in corso di costruzione; infine dovrà essere indicato il numero di classi funzionanti e l’anno solare in cui l’edificio è entrato in funzione’. Non esiste la nota di riposta ufficiale inviata al Provveditorato, ma nello stesso foglio di richiesta è possibile rilevare le seguenti annotazioni, scritte a mano, con matita:’Questa scuola è di nuova istituzione e funziona con tre classi in tre aule dell’edificio scolastico elementare. Non esiste la palestra per l’educazione fisica. Il Comune ha in corso di approvazione il finanziamento per la costruzione di un edificio scolastico per la Media’. 12 Le note riportate consentono di capire che dall’anno scolastico 1961-1962, a Minerbe, presso i locali della scuola elementare, funzionano tre classi di scuola d’Avviamento (commerciale) con programmi sperimentali di scuola media. In Parlamento, infatti, è in corso di discussione il disegno di legge istitutivo della nuova scuola media che sarà approvato il 31.12.1962 con legge n. 1859, per cui anche a Minerbe, come in moltissime altre realtà, sta funzionando, a seguito di specifiche disposizioni ministeriali, un notevole numero sia di classi prime che seconde, con programmi sperimentali di scuola media unificata, presso scuole secondarie di avviamento. GLI ASPETTI ORGANIZZATIVI INIZIALI In data 5 marzo 1962, il Provveditore agli studi di Verona scrive al Comune e al Direttore della scuola di Avviamento di Minerbe che ‘con riferimento a segnalazioni ricevute dai capi d’istituto interessati, quest’ Ufficio ha deciso di assegnare a codesto Patronato la somma di L. 230.000 (duecentotrentamila) con precedenza su ogni altra spesa all’organizzazione del servizio di trasporto o al rimborso della spesa di trasporto degli alunni residenti in frazioni lontane o in altri comuni privi di scuola secondaria statale dello stesso tipo che frequentano la scuola media o di avviamento in codesta sede; alle spese di refezione scolastica, doposcuola, assistenza in genere agli stessi che appartengono a famiglie bisognose. Dell’impiego della somma dovrà essere fornito specifico rendiconto con documentazione, dal quale dovrà risultare il numero degli alunni assistiti, la natura e l’ammontare della spesa, la durata (giorni) dell’assistenza. Qualora codesto Patronato non organizzi direttamente il trasporto, possono ottenere il rimborso parziale o totale delle spese di trasporto gli alunni singoli, tramite il capo d’istituto, che attesterà la residenza fuori sede esprimendo il proprio parere, o il Comune ove organizzi o gestisca in proprio un servizio apposito e riservato per il trasporto degli alunni. Per il funzionamento della refezione e del doposcuola, dopo soddisfate le spese di trasporto, le somme possono essere impiegate direttamente da codesto Patronato, oppure corrisposte al Comitato che attua la refezione. Nell’uno e nell’altro caso deve essere allegata alla documentazione una dichiarazione del capo d’istituto con l’elenco degli alunni bisognosi che hanno fruito dell’assistenza con l’indicazione del tipo di assistenza (refezione, doposcuola, trasporto,..) e del numero dei giorni nei quali è stata praticata’. In seguito a ciò, con nota prot. n 294 del 16 marzo 1962, il Preside della scuola d’Avviamento di Minerbe scrive al Presidente del Patronato scolastico:‘ in riferimento alla circ. 41 del Provveditorato agli studi la presidenza della scuola fa la seguente proposta - Rimborso spese trasporto, alunni n. 10 per gg. 90 - £ 32.000 (ad alunni); Refezione assistiti n. 26 per gg. 75 - £ 158.000 (al Patronato scolastico); Doposcuola, alunni assistiti n. 54 per gg. 36 - £ 40.000 (a ins.te Bovolon)’. In data 25 giugno 1962, il Preside della scuola, prof. Amelio Rizzini, scrive al Presidente del Patronato scolastico di Minerbe: ‘in adempimento di quanto prescritto dalla circ. n 41 del Provveditorato agli studi id Verona, e dagli accordi presi a suo tempo, prego la S.V. di voler emettere, previo rilascio di quietanza, mandato di pagamento di £ 10.000 (diecimila) a favore del signor Borin Oreste, per prestazioni varie, durante il funzionamento della refezione scolastica distribuito agli alunni della Scuola Media Unificata di Minerbe durante l’anno scolastico 1961-1962. 13 L’ANNO SUCCESSIVO: 1962-1963 Interessante la nota prot. n 8396 del 16.10.1962 avente a oggetto ‘Classi sperimentali di scuola media unificata’ del Provveditore agli studi di Verona e genericamente rivolta ai Presidi di Scuola Avviamento. Consente, infatti, di rilevare che si è al secondo anno di attuazione dei programmi sperimentali di Scuola Media Unificata, in Scuole d’Avviamento professionale, e offre una panoramica della situazione venutasi a creare nei vari contesti territoriali. Permette inoltre di rilevare l’eco delle contemporanee discussioni parlamentari riguardo lingue moderne e latino e infine dà disposizioni in merito alla scelta delle materie opzionali da attuare nel corso dell’anno. ‘Per opportuna conoscenza e norma si trascrive integralmente la seguente C. M. n. 335, prot. 18251 del 5.11.1962. - In applicazione delle disposizioni impartite con cir. N. 281 del 3.8.1962, nell’anno scolastico 1962-1963 funziona un notevole numero sia di prime, sia di seconde classi con programmi sperimentali di scuola media unificata, presso scuole secondarie di avviamento professionale ed anche presso scuole medie normali. L’estensione dell’esperimento è diretta conseguenza dei risultati, in genere abbastanza soddisfacenti, dell’esperimento stesso nei suoi due anni di vita e dell’interesse che esso ha suscitato presso le famiglie degli alunni, le autorità locali, i capi d’istituto e docenti. Il funzionamento di un così elevato numero di prime classi sperimentali, di seconde e terze classi, derivate, rispettivamente dalle prime e dalle seconde esistenti lo scorso anno, pone taluni problemi circa la scelta delle materie opzionali, a partire dal secondo anno, l’utilizzazione del personale insegnante e la preparazione culturale e professionale di quest’ultimo. Premesso che in linea di massima restano confermate le disposizioni impartite nei precedenti anni scolastici sul funzionamento delle classi di scuola media unificata in esperimento, si ritiene utile precisare in ordine ai punti sopra indicati, quanto segue: 1) per quanto concerne le materie opzionali da scegliere nella seconda classe, si fa presente che esse sono il ‘latino’ e le ‘applicazioni tecniche’. Ed invero, stante la scarsa percentuale di opzioni per la seconda lingua moderna, verificatosi lo scorso anno e considerato, altresì, l’orientamento contrario, a tale opzione determinatosi in occasione della discussione parlamentare del disegno di legge istitutivo della nuova scuola, si ritiene di dover escludere detta lingua moderna dalla scelta di materie opzionali che gli alunni delle seconde classi devono effettuare nell’anno in corso. È appena il caso di rilevare che lo studio della seconda lingua moderna sarà, viceversa, continuato dagli alunni delle classi terze che lo abbiano iniziato lo scorso anno nelle seconde -’ Per quanto riguarda la situazione specifica della scuola media unificata di Minerbe è ricavabile dal seguente prospetto Istat, al 31 dicembre 1962, in cui viene indicato che la sede della scuola è in via Roma, 122 e che le aule in uso all’unità scolastica sono sei, costruite appositamente. Anno di corso Classi funzionanti Totale alunni di cui ripetenti M F MF M F I anno 4 53 41 94 5 2 II anno 2 32 13 45 2 - III anno - - - - - - Totale 6 85 54 139 7 2 14 Per quanto riguarda gli insegnanti si rileva la seguente situazione statistica: Categorie di personale Abilitati Insegnanti di materie letterarie e lingue straniere Insegnanti di materie scientifiche e tecniche Insegnanti di ed. fisica Insegnanti di altre materie Totale Totale M F - Senza abilitazione Con laurea Con altra Non Specifica laurea Laureati 2 1 4 2 5 M F 7 1 - 2 1 3 1 4 1 2 4 1 2 5 3 1 6 1 1 7 1 2 9 2 3 16 Esami 1961-1962: Promozione al secondo anno per scrutinio o esame Alunni scrutinati Alunni approvati M F M F M F M F M F 37 15 20 12 9 2 29 14 8 1 nella sessione estiva nella sessione autunnale Alunni respinti Totale Nella comunicazione di tali dati al Provveditorato, il Preside precisa altresì che sono stati raccolti e discussi i propositi delle famiglie circa la scelta delle materie facoltative così riassumibili: Latino 15%; Applicazioni tecniche 30%; Educazione musicale 20%. Nell’anno scolastico 1962-1963 la situazione statistica della Scuola Media di Minerbe è altresì ricavabile dal seguente prospetto che viene richiesto dal Comune di Minerbe ‘per corredare la pratica di richiesta contributo statale sulla spesa di costruzione del nuovo edificio da dare in uso alla Scuola Media unica’5. Il Preside incaricato, prof. Gaetano Bicego, con nota del 15 ottobre 1963, risponde presentando la situazione, al 1° ottobre 1963, come sotto riportata: Anno scolastico 1961-1962 1962-1963 1963-1964 Classi 3 prime 4 prime 2 seconde 4 prime 3 seconde 2 terze Totale Alunni 64 145 206 5 Comune di Minerbe, oggetto: Statistica alunni iscritti, prot. n. 3370 dell’11.10.1963 richiesta a On. Presidenza Scuola media unica Minerbe 15 Di quest’ anno scolastico si ha anche la documentazione della richiesta avanzata al Provveditore, da parte del Preside incaricato della scuola media di Minerbe, prof. Bicego, di istituzione del doposcuola. In data 7 novembre 1963, il preside scrive: ‘considerato che nella sede scolastica risultano disponibili nelle ore pomeridiane locali idonei e sufficienti in rapporto al numero dei frequentanti e che vi sono docenti tenuti a completare l’orario di cattedra (per un totale di 25 ore settimanali), si chiede di poter istituire il doposcuola, ripartendo le ore disponibili come segue: nelle classi I A/B/C/D, ore 2 settimanali; nelle classi II A/B/C ore 3 settimanali; nelle classi III A/B ore 4 settimanali. Gli alunni frequentanti corrispondono al numero degli iscritti in ciascuna classe. I docenti tenuti a completare l’orario sono: prof. Lidia Fontana, prof. Giancarlo Brunello, prof. Alessandro Foresti, prof. Mario Uderzo, prof. Elisa Spiazzi. Per assicurare un più efficiente funzionamento del doposcuola, sarebbe necessario aumentare di ore 27 (distribuiti in numero di tre in ciascuna classe) la durata delle attività, dette ore, eccedenti l’orario di cattedra, dovrebbero essere retribuite nella misura stabilita dalla legge’. Non è noto se la richiesta sia stata accolta così come proposto, ma di certo il doposcuola ha funzionato sia in quest’anno scolastico sia nel successivo, come risulta dai carteggi consultati. 16 UNA PRIMA VALUTAZIONE In data 30.11.1964 il Preside incaricato della Scuola Media di Minerbe, prof. Gaetano Bicego, trasmette al Provveditore agli studi di Verona la Relazione sull’Attuazione del nuovo ordinamento scolastico che consente diverse letture della situazione della nuova scuola di Minerbe: il numero delle classi e degli alunni, la mancanza di aule (non ci sono né locali, né mezzi per attuare il doposcuola), i compensi insignificanti ai docenti per le attività del pomeriggio, le materie opzionali,.. Va comunque precisato che la refezione scolastica e le attività di doposcuola risultano essere attivi nei primi anni di funzionamento della nuova scuola. In data 7.02.1963, vale a dire nel corso dell’a. s 1962-1963 (II anno di funzionamento della scuola media di Minerbe) il Provveditore, con nota prot. n. 485/A, ai Presidi delle scuole medie e di avviamento della provincia, nonché ai Presidenti dei Patronati scolastici scrive ‘…di inviare la segnalazione dell’eventuale fabbisogno di spesa per refezione, apprestamento di doposcuola, di ambienti di sosta ed intrattenimento per gli alunni residenti fuori della sede i quali si trovino nelle condizioni per usufruire del trasporto gratuito, cioè appartengano a famiglie che versino in stato di effettivo bisogno, considerandosi tali le famiglie il cui reddito ai fini dell’imposta complementare progressiva non sia superiore a quello per il quale si è esonerati da tale imposta (£ 720.000), maggiorata di £ 250.000 per ogni figlio a carico. Se i figli a carico siano 5 o 6, il reddito non deve essere superiore a £ 2.500.000; se siano almeno 7, non superiore a £ 5.000.000. Lo stato di bisogno dovrà essere comprovato con l’esibizione dello stato di famiglia recante una dichiarazione dell’ufficio distrettuale delle Imposte dirette che l’interessato si trova nelle condizioni su indicate riguardanti il reddito ai fini dell’imposta complementare. La segnalazione dovrà contenere: 1) tipo di assistenza; 2) numero alunni assistiti; 3) durata (dal al); 4) spesa complessiva’. Il preside, in data 8.2.1963, risponde ‘…facendo seguito al colloquio di ieri avuto con S.V. ILL./ma mi permetto insistere per una sollecita ed abbondante assegnazione di fondi per la somministrazione della refezione scolastica agli alunni di questa scuola. L’erogazione di questa assistenza condiziona il funzionamento del doposcuola; gli studenti confluiscono alla scuola di Minerbe da sei comuni e da oltre una decina di frazioni, quindi da una zona molto vasta e scarsamente fornita di mezzi di linea. Credo di non sbagliare affermando che, fra le scuole esistenti, la nostra è topograficamente la più infelice. Le classi sono sei: quattro prime e due seconde. Gli alunni frequentanti sono 139. Gli alunni ai quali è necessario dare la refezione scolastica sono circa 75. La spesa presunta, per quattro mesi è di circa £ 800.000. Nutro fiducia di benevola, particolare attenzione di V.S. ILL./ma verso i ‘figli lontani’ della Bassa Veronese. Con ossequi ringrazio. Il Preside Gaetano Bicego’. I dati che accompagnano la nota sono i seguenti: Tipo di assistenza: refezione calda e ritrovo; Numero alunni assistiti: 75; Durata dal 7 gennaio al 7 maggio 1963: Spesa complessiva: £ 800.000. Dalla Relazione sull’andamento del doposcuola della scuola Media Unificata di Minerbe, che il Preside incaricato, prof. Gaetano Bicego, trasmette al Preside titolare, prof. Amelio Rizzini di Verona, si possono inoltre ricavare le seguenti valutazioni: ‘Le trasmetto le relazioni degli Insegnanti di Lettere delle singole classi sull'andamento del doposcuola, convinto che dalla loro lettura, anche se in qualche punto contradditoria, potrà ricavare un giudizio globale, che mi auguro positivo. Le lezioni si sono svolte sempre regolarmente. Le assenze degli Insegnanti quasi inesistenti; scarse quelle degli alunni. Regolare lo svolgimento del programma. Ottimo l'andamento disciplinare. 17 Il doposcuola è stato attuato nel limite del possibile e nel quadro delle disposizioni superiori. L’orario, comunque articolato, riuscirà sempre infelice, soprattutto perché gli Insegnanti non vorrebbero essere occupati nel pomeriggio. Iniziare il doposcuola a breve distanza dal termine delle lezioni è pesante per i ragazzi che sono ancora affaticati dalle lezioni del mattino. Porre un notevole intervallo tra le due attività, significa trovarsi davanti alunni ancor più affaticati dal gioco. Le distanze tra la scuola e le abitazioni influiscono negativamente sul doposcuola, perché o impediscono ai ragazzi il ritorno, specialmente in caso di cattivo tempo, o li fanno ritornare stanchi. Il mancato o ridotto funzionamento della refezione scolastica (fondi assegnati in aprile!) nei mesi invernali, ha aggravato i lati negativi. Necessita un ambiente di ristoro e di sosta, una sala di lettura, l'assistenza scolastica agli alunni anche da parte degli insegnanti di materie scientifiche. Occorrono altri sussidi didattici; ma non è vero che manchino del tutto, perché, ad esempio, vi sono filmine adatte per tutte le materie. La frequenza è stata sempre elevata; le lamentele vengono da un certo settore, per cause già da me identificate. Il risultato generale è decisamente soddisfacente; con ambiente e mezzi superiori agli attuali, si potrà ottenere molto di più’. Con Ossequio, Gaetano Bicego’. GLI INSEGNAMENTI FACOLTATIVI Come riportato nell’Opuscolo sugli orari e sui Programmi d’insegnamento per la scuola media unificata, l’Ordinamento iniziale risulta essere il seguente: Materie d’insegnamento Ore settimanali I classe II classe III classe Religione 1 1 1 Italiano 6 5 5 Storia, educazione civica, geografia 4 4 4 Lingua straniera 2 2 2 Matematica 3 3 3 Osservazioni scientifiche 2 2 2 Educazione tecnica 2 2 2 Educazione artistica 2 2 2 Educazione musicale 1 1 1 23 22 22 2 2 2 25 24 24 Latino . 4 4 Applicazioni tecniche - 4 4 25 28 28 Materie comuni Educazione fisica Materie orientative a scelta dell’alunno 18 Giova ricordare che inizialmente tra gli insegnamenti facoltativi da scegliere, per la seconda classe, c’erano: il Latino, le Applicazioni Tecniche, l’educazione musicale e la Lingua Straniera. Considerato, però l’orientamento contrario a tale opzione in sede parlamentare, già dal 1962-63, la lingua straniera viene resa obbligatoria. Resta invece fino all’a. s. 1976-77 la scelta tra le altre opzionalità: Latino - Applicazioni tecniche. Nel 1977, con la Legge n.° 348 viene abolito l’insegnamento del latino come materia della scuola media e le Applicazioni tecniche divennero Educazione tecnica, resa obbligatoria e non più differenziata tra maschile e femminile; anche l'Educazione musicale venne estesa alle tre classi. Nei primi anni d’avvio, la nuova Scuola Media Unificata si trova pertanto a rilevare, di anno in anno, a partire dalla classe seconda, quali siano gli insegnamenti facoltativi scelti dagli alunni, in quanto ad essi è correlata la pianta organica dei docenti. Nella scuola media di Minerbe rispetto a tali opzionalità, nell’a. s. 1966-1967, con riferimento alle classi seconde, si ha la seguente situazione: Classe Alunni Applicazioni tecniche Educazione musicale II A 20 8 1 II B 20 8 2 II C 21 - 2 II D 20 14 5 Con riferimento alle classi terze si invece il seguente quadro: Classe Alunni Applicazioni tecniche Educazione musicale Latino III A 18 - - - III B 17 9 1 6 III C 19 7 3 13 III D 18 8 8 7 In relazione al numero delle classi prime, seconde e terze della scuola, risulta pertanto la seguente situazione: materia opzionale Classe Ore settimanali alunni/classi Applicazioni Prime 6 ore sett. n. 3 classi tecniche maschili Seconde 4 ore sett. II A-II B Terze 3 ore sett. III B: 10 alunni Applicazioni Prime 4 ore sett. n.2 classi tecniche femminili Seconde 2 ore sett. II D: 14 alunni Terze 6 ore sett. III C e III D Prime 4 ore sett. n.4 classi Seconde 1 ora sett. 10 alunni Terze 1 ora sett. 12 alunni Terze 12 ore sett. n. 3 classi (III B/C/D) Educazione musicale Latino 19 LE SQUADRE DI EDUCAZIONE FISICA Nella fase di avvio, nella nuova scuola media vi è anche la suddivisione in squadre maschili e femminili dell’insegnamento dell’educazione fisica. Anche per tale aspetto, di anno in anno si rende necessaria la rilevazione della situazione in quanto connessa al fabbisogno organico dei docenti. Sempre con riferimento all’a. s 1966-1967 per quanto riguarda tale aspetto si ha la seguente situazione: classi I Maschi Femm. Classi II Maschi Femm. Classi III Maschi Femm. I A ms. 17 8 II A m. 20 - III A m. 17 - I B m. 15 - II B m. 20 - III B m. 17 - 25 II C ms. 10 10 III C f. - 19 5 II D f. - 20 III D ms. 5 13 I C f. I D ms. 10 Totale maschi 131; totale femmine 100 Il numero delle squadre risulta pertanto essere il seguente: Squadre maschili II A+ ID IB II A II B II C + III D Squadre femminili IA+ II C IC ID+ III D II d III C III A III B La rilevazione è trasmessa in data 29.9.1966 al Provveditore agli studi quale proposta per la formazione delle squadre di educazione fisica. Nella comunicazione si precisa altresì che nell’anno scolastico 1965-1966 sono stati incaricati delle lezioni di educazione fisica i seguenti insegnanti: per i maschi prof. Gregorio Mazzali, per le femmine prof.ssa Maria Perezzani. GLI ORGANI ‘COLLEGIALI’ Com'è noto gli Organi Collegiali della scuola saranno istituzionalizzati nel 1974. Prima di allora per quanto riguarda il ‘governo’ della nuova scuola media unificata di Minerbe le uniche notizie rinvenute sono due note, una relativa all’anno scolastico 1961-1962 e una relativa all’anno successivo, il 1962-1963 che il preside incaricato, prof. Gaetano Bicego, invia al Provveditore agli studi di Verona e che riguardano la Costituzione del Consiglio di Presidenza. La prima riporta la data del 30 novembre 1961 dove il prof. Bicego scrive: ‘Comunico che è stato eletto, in seduta ordinaria plenaria, il Consiglio di Presidenza di questa scuola nelle persone del prof. Gaetano Bicego e della prof.ssa Elisa Spiazzi’. La seconda riporta la data del 6 dicembre 1962 e in essa il preside, prof. Bicego, scrive: ‘Comunico che è stato eletto, in seduta plenaria, il Consiglio di Presidenza di questa scuola nelle persone della prof.ssa Elisa Spiazzi e del prof. Enzo Rigatelli’. 20 I CONSIGLI DI CLASSE Un organo fondamentale per la scuola è il Consiglio di classe, costituito dai docenti che vi operano. Lo è tutt’oggi e sicuramente lo sarà stato anche nei primi anni di avvio della nuova scuola media. Unitamente agli altri organi scolastici istituzionali, sarà regolamentato nel 1974 con i cosiddetti Decreti delegati del ministro dell’Istruzione Malfatti. Ma già la stessa legge istitutiva della nuova scuola media unificata lo prevede e dà a esso precisi compiti, anche se a Minerbe non verrà reso immediatamente operativo. Di questo troviamo riscontro nella Relazione che il Preside invia al Provveditore. In tale relazione, infatti, datata 8 luglio 1964, il Prof. Bicego riferisce le sue idee in proposito e allo stesso tempo espone il risultato dell’esperienza di un anno di attività del nuovo Consiglio di classe. Egli scrive: ‘La legge 31 dicembre 1962, n·1859, attribuisce al Consiglio di classe un compito nuovo, quello di “assicurare, con la partecipazione attiva di tutti gli Insegnanti, la necessaria unità d’insegnamento". Dico subito che questo compito nuovo del Consiglio di classe è stato raggiunto solo in parte, anche se si son fatti tutti gli sforzi per tradurlo in realtà, e le cause sono le seguenti: a) qualche insegnante conserva una certa gelosia della propria materia b) alcuni insegnanti hanno scarsa conoscenza dei programmi, qualcuno è incerto dei limiti annuali della propria materia c) le cognizioni psicologiche, pedagogiche e didattiche di qualche insegnante non sono delle migliori nonostante riunioni, chiarificazioni, suggerimenti e inviti da me fatti, un insegnante continuava a tenere le lezioni di osservazioni scientifiche usando come unico strumento il libro di testo; d) gli insegnanti di educazione musicale, educazione fisica, educazione tecnica, applicazioni tecniche, educazione artistica e di altre materie che completano l’orario di cattedra presso altro istituto incontrano notevoli difficoltà a partecipare alle riunioni. Buona parte degli insegnanti con orario completo di cattedra nella nostra scuola hanno la dimora familiare in altro comune e mal sopportano l'ordine del Preside per le riunioni. Nonostante queste difficoltà le riunioni dei consigli di classe sono state tenute regolarmente una volta il mese, e di ognuna di esse è stato redatto verbale. Oltre alle riunioni ufficiali ho abituato gli insegnanti a scambiare tra loro idee, comunicare esperienze, osservazioni ecc. in occasione degli incontri giornalieri, durante l’intervallo e nelle ore di attesa tra una lezione e l’altra; tutto ciò è stato prezioso lavoro di preparazione alle riunioni mensili e abitudine alla fattiva collaborazione tra i docenti. Gli insegnanti impediti a partecipare alle riunioni dei consigli di classe hanno fatto pervenire al coordinatore osservazioni e proposte per iscritto. Il coordinatore ha portato a conoscenza degli assenti le conclusioni delle riunioni. A quasi tutte le riunioni di classe è stato presente il Preside, nonostante il lavoro di coordinamento nella classe sia stato devoluto a un professore di fiducia, normalmente al professore di lettere. In un settore importante si è raggiunto un risultato nettamente positivo e precisamente nella valutazione individuale degli alunni e delle classi; i vari insegnanti, riuniti in consiglio, hanno messo a confronto i propri dati con quelli dei colleghi, li hanno modificati, ampliati o corretti, e con il concorso dì tutti è stata definita e precisata la figura dì ogni alunno e della classe in generale, con conseguente adeguamento da parte di ogni insegnante della propria materia alle capacità, all’attitudine, al livello raggiunto da ogni alunno. In questo modo i singoli insegnanti hanno constatato che la loro personalità non veniva annullata, ma si accordava e si sommava con quella data dagli altri, sulla via che porta alla vera unità dell’insegnamento. Questa, in termini onesti, l’esperienza del nuovo consiglio di classe, con ossequio, Gaetano Bicego’. 21 La situazione riguardo ai Consigli di classe nella nuova scuola media, avrà presentato qualche difficoltà e incertezza e probabilmente la loro esecuzione non sarà stata facile. Il Ministro Gui, infatti, con circolare n. 194 del 24 aprile 1967, sente il bisogno di precisare quanto segue: ‘Questo Ministero ha avuto modo di costatare che, durante il primo triennio di attuazione della scuola media, i criteri adottati presso le varie scuole per il funzionamento degli organi collegiali e per le operazioni di verbalizzazione delle riunioni di tali organi nonché per registrazione delle valutazioni trimestrali e finali, dei giudizi e dei profili degli alunni, hanno dato luogo a qualche incertezza e, in alcuni casi, hanno determinato per Presidi, docenti e personale di segreteria un sovraccarico di lavoro in conseguenza sia del numero delle riunioni degli organi sopra menzionati, sia della ripetuta trascrizione di uno stesso atto su registri e stampati vari. Si è avuto modo, inoltre, di costatare che presso le scuole sono stati via via diffusi e adottati come normali stampati didattici e d'ufficio, modelli di schede e tipi di registri (oltre a quelli prescritti dalle norme vigenti per tutte le scuole secondarie), quanto mai vari, talvolta eccessivamente complicati per il numero delle voci elencate e soprattutto per la natura di tali voci, implicanti osservazioni, valutazioni e annotazioni psicologiche e caratterologiche non del tutto consigliabili e opportune. Dopo questa prima fase, nella quale si è avuto modo di raccogliere sufficienti elementi di valutazione in merito a quanto sopra esposto, si ritiene necessario fornire, con la presente circolare, alcune indicazioni tali da far conseguire una maggiore semplificazione nel funzionamento dei preindicati organi collegiali e nella compilazione e trascrizione degli atti relativi all‘attività didattica dei docenti, assicurando nel contempo il minimo indispensabile di documentazione giuridica. 1. RIUNIONI DEL CONSIGLIO DI CLASSE Per quanto concerne le riunioni del Consiglio di classe, appare consigliabile attenersi alla periodicità mensile cui si fa cenno nell’art.2, ultimo comma, della legge 31 dicembre 1962, n.1859, istitutiva della scuola media e nella circolare n.13712 dell’8 agosto 1963, con la quale si fornirono a suo tempo le indicazioni essenziali riguardanti il funzionamento del Consiglio di classe. È evidente, comunque, che il Preside potrà convocare il Consiglio medesimo tutte le volte in cui ricorrano motivi di particolare necessità e urgenza. Sempre in relazione ai fini assegnati dalla legge 1962/1859 all’attività del Consiglio di classe, si suggerisce che la prima riunione di tale organo sia tenuta dopo che, iniziatosi l’anno scolastico, la classe, con l’assegnazione ad essa di tutti i docenti, abbia raggiunto una sufficiente stabilità organizzativa e sia trascorso un periodo minimo di tempo, durante il quale i docenti abbiano avuto la possibilità di orientarsi sulla situazione generale della classe loro affidata e, per quanto possibile, anche sulle situazioni individuali degli alunni e particolarmente su quelle più bisognose di attenzione. Per quanto riguarda, poi, la partecipazione dei docenti alle riunioni del Consiglio di classe, si consente che il Preside dispensi dalla presenza effettiva da alcune di dette riunioni quei professori che per obiettive difficoltà non potessero agevolmente parteciparvi. Ci si riferisce, ad esempio, agli insegnanti di educazione musicale, di religione, di educazione artistica, di applicazioni tecniche, i quali, essendo normalmente impegnati nell'insegnamento in numerose classi, a volte anche di diverse scuole, incontrano difficoltà a partecipare alle riunioni di tutti i relativi consigli di classe. Gli elementi che gli insegnanti sopra indicati riterranno utile fornire per le riunioni del Consiglio di classe, a cui non potranno essere personalmente presenti, saranno, in tal caso, raccolti preventivamente dal Preside o dal coordinatore. a) Piano di lavoro annuale della classe I piani di lavoro sono certamente l‘espressione più significativa della nuova funzione didattica assegnata al Consiglio di classe dalla legge istitutiva della scuola media. Considerata, pertanto, l’importanza che tali piani assumono per tutto lo sviluppo della vita scolastica di ogni singola scuola e le interpretazioni fin qui manifestatesi sulla natura, i fini, la struttura e la pratica compilazione di essi, si ritiene utile prospettare, sulla base della ricca esperienza acquisita durante il primo triennio, alcuni criteri di massima che potranno essere utilmente tenuti presenti dai Consigli di classe. Il piano di classe è un'ipotesi di lavoro che il Consiglio di classe propone a se stesso come prospettiva di comune azione educativa, da sviluppare durante l‘intero anno scolastico. Tale piano tende ad attuare in concreto l’unità educativa didattica della classe. Esso muove da un primo accertamento del grado di preparazione della classe e deve tenere conto anche degli eventuali squilibri di partenza degli alunni per renderne evidenti la natura e i limiti. Non vi è dubbio, infatti, che soltanto con tali presupposti si rende possibile un procedere operativo nell’ambito della classe, mediante il quale ciascun alunno trovi facilitato l’apprendimento di una realtà culturale che va facendosi sempre più complessa. 22 Il piano di classe, quindi, deve essere concepito ed attuato come valido strumento di una coerente e proficua azione didattica. Esso, per essere rispondente alle finalità sopra indicate, oltre che prendere in considerazione la realtà della classe e dei singoli alunni, quali si presenta, sotto il profilo umano e culturale, nella fase iniziale dell'anno scolastico, deve contenere gli obiettivi che si intendono fare conseguire agli alunni medesimi, in vista della loro personale maturazione. Il piano annuale dovrà quindi articolarsi sostanzialmente nei seguenti punti: a) presentazione della situazione iniziale della classe; b) individuazione degli obiettivi da conseguire al termine dell'anno scolastico c) traccia del lavoro da svolgere durante l‘intero anno scolastico con cenni sull'impostazione didattica che si intende dare a tale lavoro d) precisazione dei criteri da seguire nella valutazione degli alunni. Occorrerà evitare che il piano si riduca ad una mera elencazione di mete educative generali e che prescinde dai contenuti e dalle finalità delle singole materie di insegnamento; altrimenti si rischierebbe di cadere, inevitabilmente, in estrinseche quanto inutili generalizzazioni pedagogico-didattiche o in formule vuote e artificiose. Non sembra dubbio, alla luce della stessa premessa agli orari e programmi d‘insegnamento che il piano annuale di classe debba sostanzialmente creare il presupposto per consentire che “le prescrizioni ed i suggerimenti riguardanti le singole discipline siano inquadrati in una considerazione unitaria ....( che ) è dovere comune di tutti gli insegnanti e si concreta in una coordinazione costante". Si ritiene cioè che il piano annuale trovi la sua sostanziale concretezza e la sua validità didattico-operativa, ove sia concepito non già come una semplice ipotesi generica, né come la somma o la estrinseca giustapposizione dei piani di lavoro dei singoli insegnanti e tanto meno come un fatto di ordine burocratico, bensì come una comune intesa sui fini e sui metodi in relazione al programma generale da svolgere durante l'anno, in base all'esame delle prime valutazioni e dei primi orientamenti degli insegnanti, per l'impostazione del proprio lavoro secondo le esigenze peculiari delle rispettive materie d’insegnamento, tenuto conto delle situazioni individuali degli alunni e delle caratteristiche dell'ambiente. Il piano di classe resta però sempre un’ipotesi di lavoro, che in base a valutazioni iniziali viene collegialmente formulata e che può essere rettificata, sempre in sede di Consiglio di classe, vie via che ciò si renda necessario in relazione all'acquisizione di nuovi elementi sulla situazione della classe e degli alunni e all'effettivo andamento dell'attività didattica. In tale piano dovranno essere previste le capacità che gli alunni alla fine dell'anno dovrebbero avere acquisito sia nell'ordine espressivo, sia nell'ordine della sistemazione dei contenuti culturali che dovranno essere posseduti dagli alunni medesimi in armonia con le indicazioni di programmi ministeriali e in base ai piani di lavoro di ciascun docente. In sostanza, le previsioni delle capacità che gli alunni dovranno acquisire alla fine dell’anno non dovranno essere ispirate a finalismi aprioristici e generici, ma dovranno essere messe in relazione ad una chiara precisazione, sia pure in termini generali, di ciò che si pensa di dover insegnare agli alunni in ciascuna materia durante l'anno. Si tratta, cioè, di delineare le ipotesi relative alle capacità degli alunni non in astratto, ma riferite specificamente all’ordine espressivo, a quello matematico, a quello delle osservazioni scientifiche e delle attività tecniche ed artistiche nonché all’educazione fisica, civica e religiosa, sulla base di quei problemi e di quegli aspetti che, nel processo di apprendimento e di sistemazione culturale di ciascuna materia, devono assumere valore di soluzioni e di momenti chiave. Conclusivamente, il piano di classe così concepito e strutturato diviene un documento-guida per tutti gli insegnanti, secondo il quale le singole discipline svolgano il loro ruolo, in vista del comune intento di promuovere un effettivo ed unitario processo di apprendimento, in cui ogni acquisizione culturale viene valorizzata mediante un'adeguata organizzazione dei contenuti del sapere. 2. Piano di lavoro dell’insegnante Tale piano è opera di ciascun insegnante, che con esso assume un impegno di lavoro che investe la sua generale responsabilità di educatore e la sua specifica esperienza didattica riferita alla propria disciplina. Mentre nel piano di classe si sarà proceduto, come si è detto, a stabilire le linee generali di orientamento ed i punti di raccordo, in riferimento ai quali l’azione educativa di tutti i docenti si dovrà muovere per conseguire in una data situazione scolastica ed ambientale i fini di un armonico sviluppo della personalità degli alunni, sul piano di lavoro dei singoli insegnanti si dovrà procedere ad una indicazione particolareggiata e concreta dei temi, degli aspetti e dei modi che, in relazione alla predetta situazione scolastica ed ambientale, si ritengono opportuni per promuovere negli alunni l'apprendimento dei contenuti culturali ritenuti basilari in relazione alle rispettive discipline. 23 Nel piano di lavoro dell’insegnante non si dovrà trascurare quindi un'indicazione relativamente analitica di quanto dovrà essere in concreto oggetto di insegnamento nella sequenza dei vari momenti dell’azione didattica. Tale indicazione, non che [anziché] rendere statico e aprioristicamente predeterminato il piano d’insegnamento, favorirà invece, mediante le capacità didattiche dell’insegnante e l’intelligente uso di appropriati sussidi didattici, il conseguimento degli obiettivi ritenuti in partenza essenziali in relazione al piano di insegnamento della materia, in quella situazione scolastica, per quegli alunni di quella classe. I vari momenti dell’azione didattica devono quindi assumere un preciso valore funzionale nel piano di sviluppo previsto come itinerario di esperienza culturale, sia in senso quantitativo che qualitativo, da far compiere all’alunno nell'arco dell‘anno scolastico nelle singole materie. 1. Verbalizzazione delle riunioni del Consiglio di classe Per la verbalizzazione delle riunioni del Consiglio di classe non è necessario un particolare modello: è sufficiente un comune registro. In tale registro dovranno essere scritti i verbali delle riunioni del Consiglio di classe in quanto l'atto ufficiale di tali riunioni è, appunto, il verbale. Questo dovrà essere redatto dal docente che nella riunione medesima svolge le funzioni di segretario del Consiglio e sarà firmato da quest'ultimo e dal Preside (o dal coordinatore). A ciascuna classe dovrà essere destinato un registro in modo da rendere possibile, al termine del corso, di cogliere l'evoluzione subita dalla classe e dai singoli alunni durante l’intero triennio e consentire tra l'altro la compilazione della relazione del Consiglio di classe, a norma dei criteri orientativi per l'esame di licenza approvati con decreto ministeriale 15 ottobre 1965. I verbali delle riunioni dovranno contenere in forma sintetica una breve esposizione della discussione svoltasi e delle conclusioni a cui si sarà pervenuti. Nel registro dei verbali del Consiglio di classe va riportato il piano di classe con le eventuali rettifiche durante il corso dell'anno. In tale registro, invece, non va riportato il piano di lavoro individuale dei singoli insegnanti, che va consegnato al Preside, a sua richiesta, in foglio a parte. Da ciò consegue che il piano di lavoro individuale degli insegnanti dovrà essere loro opera personale, sia pure in armonia con quanto è stato deliberato collegialmente, e pertanto non dovrà essere trascritto nel registro dei verbali del Consiglio di classe, ma ad esso allegato in unica copia. Nelle riunioni mensili del Consiglio di classe, saranno oggetto di verbalizzazione (sempre con riferimento all’ordine del giorno fissato preventivamente e riportato nel verbale) i rilievi sulla situazione generale della classe, le difficoltà eventualmente incontrate dai singoli insegnanti nello svolgimento del proprio lavoro, e conseguenzialmente la maggiore o minore rispondenza del piano annuale di classe alle reali possibilità degli alunni nonché - come già precisato - le eventuali rettifiche da apportare al piano medesimo. Si curerà inoltre di riassumere in modo chiaro e significativo le conclusioni sulla discussione svoltasi intorno a quelli alunni che, per la loro particolare situazione, sono stati oggetto di esame da parte del Consiglio di classe, nonché l'azione individualizzata che a loro favore il Consiglio stesso ha concordato di svolgere. È superfluo ricordare che nel registro dei verbali del Consiglio di classe devono essere contenuti anche i verbali di ogni altra seduta che il Consiglio abbia tenuto in adempimento delle disposizioni vigenti, quali quelle per scrutini ed esami di promozione, per trasferimento di alunni, per provvedimenti disciplinari, ecc. Nel registro dei verbali saranno altresì redatti i giudizi sui singoli alunni, espressi collegialmente in sede di scrutinio di ammissione agli esami dal Consiglio di classe, ai sensi dell'art.2 del D.P.R. 14 maggio l966, n. 362, nonché la sintetica relazione richiesta nella premessa ai criteri orientativi dell'esame di licenza di cui al decreto ministeriale 15 ottobre l965. Tale relazione, per la parte relativa agli "elementi utili a delineare la personalità dei singoli candidati" potrà fare riferimento ai giudizi complessivi predetti’. 24 I PRESIDI La prima informazione che si ha riguardo alla Presidenza della nuova Scuola Media Unificata di Minerbe è una domanda di esonero dall’insegnamento del doposcuola avanzata dal preside incaricato, prof. Gaetano Bicego, al Provveditore agli Studi di Verona, datata 8 gennaio 1962 (quindi anno scolastico 1961-1962 - primo anno d’avvio della nuova scuola media unificata a Minerbe) nella quale scrive: ‘Faccio seguito al colloquio avuto con la S.V. ILL./ma lunedì mattina. Ho l’incarico di insegnamento di lettere–italiano-latino-storia e geografia per un totale di ore 13 di lezione settimanali nella classe II A di questa Scuola Media Unificata. Ho pure l’incarico di presidenza della scuola, come da foglio n. 7729 del 2 ottobre 1962. Per completare l’orario di cattedra - ore 18 – devo prestare la mia opera per 5 ore nell’attività del doposcuola. Faccio presente che per il buon funzionamento della Scuola è necessario affrontare un notevole lavoro per la direzione e il controllo didattico e disciplinare. La scuola ha 139 frequentanti, divisi in sei classi, quattro prime e due seconde. Mi permetto di chiedere a S.V. ILL./ma l’esonero dall’obbligo delle 5 ore di dopo scuola, per dedicare tempo maggiore alla direzione e alle altre attività della scuola stessa. Ringrazio, con ossequio. Il preside incaricato Gaetano Bicego’. Da ricordare comunque che il Preside ‘titolare’ o ‘ufficiale’ risulta essere il prof. Rizzini. Nei carteggi si trovano infatti diversi riscontri che attestano tale sua funzione; in più lettere, note o comunicazioni si può infatti riscontrare la dicitura: ‘Il Preside: prof. Amelio Rizzini’. Le comunicazioni a firma del prof. Bicego, relativamente a tale anno scolastico, riportano invece la dicitura di ‘preside incaricato’. Ma va precisato che la funzione del preside Rizzini Amelio (preside della scuola media “Betteloni” di Verona), non è quella di Preside ‘tout court’ della nuova scuola media di Minerbe, quanto quella di ‘Preside incaricato dal superiore Ministero, per tramite di questo Ufficio, della funzione di vigilanza sul funzionamento delle classi sperimentali di Scuola media unificata’ come precisa la nota del Provveditore agli studi di Verona del 20.1.1962 al Preside della Scuola Media di Avviamento di Minerbe avente a oggetto: ‘Vigilanza sul funzionamento delle classi sperimentali di scuola media unificata’. La documentazione che riguarda il preside Bicego consente altresì di rilevare che è stato preside incaricato della presidenza della scuola media di Minerbe per diversi anni; con nota del 17 ottobre 1963 scrive, infatti, al Provveditore di accettare la presidenza della scuola media di Minerbe per l’anno scolastico 1963-64. Stessa cosa anche nell’anno successivo, il 1964-65. Emerge inoltre che era un maestro laureato in quanto in data 3 marzo 1964 scrive al Provveditore per chiedere un giorno di permesso per partecipare a Roma al Congresso nazionale dei maestri laureati. Si rileva anche che svolgeva la funzione di Sindaco, nel paese di residenza, Bonavigo, in quanto, in data 21 maggio 1963, chiede al Provveditore l’autorizzazione a partecipare, il 25 maggio 1963, in Peschiera, a un convegno di tutti i Sindaci dei Comuni della provincia. 25 L’elenco completo dei capi d’istituto che si sono succeduti nella Scuola secondaria di I grado di Minerbe risulta essere il seguente: Amelio Rizzini anno 1961-1962 Preside con funzioni di vigilanza sul funzionamento delle classi sperimentali di scuola media unificata Gaetano Bicego anni: dal 1961/62 al 1967/68 (7 anni) Oliviero Baldo anno: 1968/1969 (1 anno) Alfredo Galipò anno: 1968/1969 (1 anno) Mario Visentin anno: dal 1969/1970 al 1970-71 (2 anni) Raimondo Zaffuto anni: dal 1971/72 al 1975/1976 (5 anni) Bruna Bigini anno: 1976/1977 (1anno) Giovanni Guidorizzi anno: dal 1978/1979 al 1981/1982 (4 anni) Oliviero Baldo anno: 1982/1983 (1 anno) Agostina Cacciato Poletto anno: dal 1983/1984 al 1994/1995 (12 anni) Alfredo Passarin anni: dal 1995/1996 al 1998/1999 (4 anni) Silvana Zamboni anni: dal 1999/2000 al 2007/2008 (8 anni di Istituto Comprensivo più gli anni precedenti alla guida della Direzione Didattica) 6 Loretta Bertassello anno: dal 2008/2009 ad oggi. DA SCUOLA SECONDARIA ‘AUTONOMA’ A ’ISTITUTO COMPRENSIVO’ L’anno scolastico 1999/2000 vede la nascita, in varie realtà territoriali, di nuove tipologie di aggregazioni scolastiche: gli istituti comprensivi caratterizzati da una verticalità che di norma comprende scuole dell’infanzia, unite assieme a scuole primarie e secondarie di I grado, sotto un unico centro organizzativo. Il 2000 viene così a essere un anno significativo per il sistema educativo italiano ma anche di profonda trasformazione per il servizio scolastico delle varie realtà territoriali. Con l’istituzione dei “Comprensivi” si realizza, infatti, una unitarietà e continuità del sistema scolastico non solo formale ma reale e si semplificano i rapporti con famiglie e Istituzioni. Da ricordare che a partire da quest’ anno scolastico nella provincia e nella regione, seguirà un costante processo di ‘comprensività’ che porterà alla scomparsa di tutte le scuole secondarie quali realtà autonome con propria presidenza e al loro ‘inglobamento’ nella nuova realtà degli istituti comprensivi; processo che oggi può definirsi completamento concluso. 6 Da ricordare che dall’anno scolastico 1999/2000 la Direzione Didattica di Minerbe e la Presidenza della scuola Media di I grado di Minerbe vengono fatte confluire in un’unica nuova Istituzione Scolastica: l’ Istituto Comprensivo di Minerbe che risulta così costituito: due scuole dell’infanzia, cinque primarie e due scuole secondarie di primo grado per un totale di 883 alunni. 26 I SEGRETARI Il Comune di Minerbe, a seguito degli impegni assunti con l’istituzione della nuova scuola d’avviamento, in data 19 gennaio 1962, comunica al sig. M° Costantini Luigi e per conoscenza anche al Preside della scuola di Avviamento Commerciale ‘…che con deliberazione della Giunta municipale n° 137 del 20/11/1961-approvata dalla G.P.A., in seduta del 9/1/1962 n° 3477/2^, è stato ratificato l’incarico precario in favore di V.S. per il servizio di segreteria presso la locale scuola di avviamento commerciale, con programmi di scuola media unificata. Detto incarico decorre dal 1° novembre 1961 e cesserà il 30.9.1962 e verrà compensato totalmente con la somma di £ 200.000 (duecentomila). Distinti ossequi. Il Sindaco Leonello Bertoldi’. In data 9/11/1962 un’altra comunicazione del Comune al sig. M° Costantini Luigi e per conoscenza anche al Preside della Scuola di Avviamento Commerciale notifica che ‘con recente provvedimento di questo Consiglio comunale è stato confermato l’incarico precario in favore di V.S. per il servizio di Segreteria presso la locale scuola di avviamento commerciale con programmi di scuola media unificata. Detto incarico decorre dal 1° settembre 1962 e cessa il 30 settembre 1963; verrà compensato totalmente con la somma di £ 260.000 (duecentosessantamila). Distinti ossequi. Il Sindaco Leonello Bertoldi’. Negli anni successivi il registro dello stato del personale non insegnante consente di rilevare i segretari che si sono succeduti: Tognon Nerino, nominato il 16.11.1963 che svolge il servizio di vice segretario della scuola fino al 30.9.1968. Cucchiara Salvatore, nominato vicesegretario supplente dal 12.11.1968 al 30.9.1969, trasferito dal 1° ottobre 1969 alla scuola media di Dossobuono. Zecchetto Iole n. Segala, con qualifica di vice-segretario di ruolo dall’1.10. 1969 al 30.9.1970; di segretario aggiunto di ruolo dall’1.10.1970 al 30.10.1971; di segretario di ruolo dal 1.10.1971 al 31.8.1987; dall’1.9.1987, data di dimissioni dal servizio. L’elenco completo risulta essere il seguente: Dall’anno scolastico 1961/1962 al 1967/1968: Anno scolastico 1968/1969: Dall’anno scolastico 1969/1970 al 1985/1986: Anno scolastico 1986/1987: Dall’anno scolastico 1987/1988 al 1988/1989: Anno scolastico 1989/1990: Tognon Nerino Cucchiara Salvatore Zecchetto Iole Pavan Marisa Bassi Elena Doretta Incaricati vari con durate limitate ad alcuni mesi: (F. M. Gonzato-E. Barbieri-E. D. Bassi-M.N. Gianesini) Anno scolastico 1990/1991: Pulvirenti Antonino Anno scolastico 1991/1992: Vicentini Cristina Anno scolastico 1992/1993: Incaricati vari con durate limitate ad alcuni mesi (L. Montati-M. Todeschini-M. Pavani) Dall’anno scolastico 1993/1994 al 1994/1995: Pavan Marisa Anno scolastico 1995/1996: Maistrello Maria Dall’anno scolastico 1996/1997 al 1998/1999: Modenese Cinzia Dall’anno scolastico 1999/2000 ad oggi: Marocco Giovanna 27 I ‘BIDELLI’ Il registro dello stato di servizio del personale non insegnante consente altresì di rilevare la presenza, nei primi anni della scuola media di Minerbe, dei seguenti bidelli. In particolare si rileva quanto segue: Rossetto Francesco Presta servizio nella scuola media di Minerbe dal 14.11.1963 all’1.9.1990 Vivaldi Lina Presta servizio nella scuola media di Minerbe dal 14.11.1963 al 31.8.1987 Andreoni Giuseppe Presta servizio presso la scuola media di Minerbe dal 29.12.1965 al 31.8.1987 Ottaviani Maria n. Presta servizio nella scuola media di Minerbe dal 21.12.1970 al 31.8.1987 Vicentini Tommasino Carmelo Presta servizio nella scuola media di Minerbe dal 30.11.1973 al 31.8.1987 Righetti Maria Presta servizio nella scuola media di Minerbe dal 13.10.1976 al 9.9.1984 28 LA ‘PRECARIETÀ’ INIZIALE L’iniziale collocazione ‘precaria’ o ‘di fortuna’ della nuova Scuola Media unificata a Minerbe, con il crescere degli alunni e delle classi, comporta inevitabili difficoltà di cui si trova traccia nel carteggio relativo ai rapporti tra Comune e Presidenza della scuola. I primi anni: 1961-1964 Nei primi anni della scuola media, la convivenza con la scuola elementare non deve essere stata del tutto neutra. In data 18 novembre 1963, infatti, il Direttore della Direzione Didattica di Minerbe, Dott. Eugenio Biroli, scrive al Preside della scuola media: ‘ Si prega la S.V. di voler cortesemente sgomberare il locale annesso alla direzione Didattica. Detto locale necessita a questo Ufficio per collocarvi l’archivio’. Anno scolastico 1963-64 La Relazione finale del Preside, relativa all’a. s. 1963-64, trasmessa al Provveditore agli studi di Verona, in data 26 ottobre 1964, consente di rilevare che, in questo periodo, la scuola media è sita in via Roma 122 (edificio delle scuole elementari), ha nove classi per un totale di 207 alunni. Anno scolastico 1964-1965 Anche la relazione del Preside al Provveditore agli studi di Verona, relativa all’a. s. 1964-65 consente di rilevare che ‘la scuola media statale ha sede nell’edificio delle scuole elementari in Minerbe, via Roma, n. 122, ove occupa 10 locali, dei quali uno destinato a presidenza, uno a segreteria, un altro a sala professori. Gli altri sette locali sono normai aule. Di esse tre sono state dimezzate con tramezzo per avere le dieci aule corrispondenti al numero delle classi. L’arredamento è in buono stato. La scuola manca di palestra; i corridoi sono angusti e le lezioni di educazione fisica sono state svolte nelle aule o all’aperto, tempo permettendo. Le applicazioni tecniche maschili e femminili sono state fatte in aula o in un locale di fortuna, per mancanza di aule attrezzate allo scopo. Le lezioni di educazione musicale sono state svolte nelle singole aule sia pure con l’ausilio di un giradischi e di una pianola, in ambienti non adatti e con risultati modesti. Anno scolastico 1965-1966 La Relazione finale del Preside concernente l’a. s. 65-66 consente di rilevare il seguente quadro: la scuola media ha sede in un edificio di proprietà comunale in Minerbe, via Roma, n. 41. Il fabbricato è una vecchia casa di abitazione, adattata a scuola. Vi sono sistemate n. 8 (otto) classi, la Presidenza, la Segreteria, un locale destinato a sala per Professori. Le rimanenti n. 3 (tre) classi sono provvisoriamente ospitate nell’edificio delle scuole elementari in via Roma, n. 122. L’arredo è in buono stato. La scuola possiede le poche attrezzature tecniche scientifiche fornite dal Ministero. Manca di gabinetti scientifici e di aule di educazione artistica. La biblioteca raggiunge il numero di 591 volumi: 110 per i professori e 482 per gli alunni. In generale lo svolgimento dei Programmi è avvenuto senza particolari difficoltà per quasi tutte le materie, tranne che per l’educazione fisica, per le applicazioni tecniche maschili e femminili e per l’educazione musicale. La scuola manca di palestra, i corridoi sono angusti e le lezioni di educazione fisica sono state svolte nelle aule o all’aperto, tempo permettendo. Le applicazioni tecniche maschili e femminili sono state fatte in aula o in un locale di fortuna, per mancanza di aule attrezzate allo scopo. Le lezioni di educazione musicale sono state svolte nelle singole aule sia pure con l’ausilio di una pianola, in ambienti non adatti e con risultati modesti. 29 Si ha inoltre notizia del fatto che in data 24 agosto 1965, il Provveditore agli studi di Verona, dott. Ignazio Pierri, scrive al signor Sindaco e p.c. al Preside della scuola media e al Direttore della Direzione Didattica di Minerbe, la nota prot. n. 3599 avente a oggetto - Sede staccata di scuola elementare- nella quale chiede: ‘si prega di far conoscere se i locali al piano terra del fabbricato di proprietà comunale, ex casa del fascio, sono stati sgomberati dalla famiglia che li occupava. Inoltre si gradirebbe avere notizia dei provvedimenti adottati da codesta amministrazione per dare miglior sistemazione alle due scuole d’obbligo’. Anno scolastico 1966-1967 La relazione finale successiva riguardante l’a. s. 1966-67 consente di rilevare che la scuola media è collocata in due edifici di proprietà comunale, uno in Minerbe via Roma n. 41, l’altro in via Marconi n. 22. I fabbricati sono vecchie case di abitazione, adattate a scuola. In via Roma, n. 41 sono alloggiate n. 7 (sette) classi, la Presidenza, la Segreteria, un locale destinato a sala professori. In via Marconi n. 22 sono alloggiate le rimanenti 5 (cinque) classi. L’arredamento è in buono stato. Le attrezzature tecnico-scientifiche sono quelle fornite dal Ministero e sono insufficienti. Mancano gabinetti scientifici e aule di educazione artistica, musicale e applicazioni tecniche. La scuola non ha insegnanti di ruolo. Quattro sono incaricati triennali gli altri sono supplenti annuali e insegnanti elementari laureati. Parecchi hanno fatto la loro prima esperienza nella scuola media sperimentale e insegnano in questa scuola media statale per riconferma da più di un anno. Sono evidenti i benefici della continuità didattica. Le assenze degli insegnanti sono minime o quasi nulle. Tutti gli insegnanti hanno buona conoscenza dei Programmi ufficiali dei quali si discute nelle frequenti riunioni e soprattutto nei consigli di classe. Qualche difficoltà si è incontrata per lo svolgimento dei programmi di educazione fisica, di applicazioni tecniche maschili e femminili e di educazione musicale per la nota carenza di locali. La scuola manca di palestra. I corridoi sono angusti e le lezioni di educazione fisica sono state svolte nelle aule o all’aperto, tempo permettendo. Le applicazioni tecniche maschili e femminili sono state svolte in aula o in sala professori. Le lezioni di educazione musicale sono state svolte nelle singole aule, con l’ausilio di una pianola, in ambienti non adatti e con risultati modesti. La documentazione agli atti consente inoltre di rilevare quanto segue. In data 2 agosto 1966, il Preside della Scuola Media scrive al Sindaco di Minerbe per far presente che ‘il Signor Provveditore, con lettera del 18 giugno 1966, invita i Presidi a segnalare alle Amministrazioni comunali eventuali lavori di restauro e manutenzione degli edifici scolastici. È nota alla S.V. la situazione riguardante i locali e l’arredamento della scuola media. Siamo sempre in attesa di banchi e armadi, cortesemente più volte promessici. È necessario però che io richiami l’attenzione di V.S. sul numero dei locali. Probabilmente quest’anno le classi saranno dodici. È indispensabile un locale per le esercitazioni di educazione artistica. È pure indispensabile che il locale d’entrata, dove per l’a. s. 1965-1966 è stata sistemata la classe II A, resti a disposizione per l’affissione degli ordini e delle notizie, per il controllo da parte dei bidelli di chi entra ed esce, per la sosta dei bidelli stessi e per evitare che chiunque abbia bisogno di accedere agli uffici di Presidenza e Segreteria sia costretto a entrare per la porta di servizio che si apre nei gabinetti di decenza. Ricordo a S.V. che la Presidenza e la Segreteria sono sistemate in un unico locale, accoppiamento non troppo felice per il buon funzionamento del servizio. Si rende pertanto indispensabile il reperimento di almeno altri due locali per una sistemazione temporanea, non certamente definitiva, della Scuola Media. Segnalo a S.V. la notizia secondo la quale il Signor Direttore Didattico vorrebbe a sua disposizione le tre aule da noi occupate nell’edificio delle scuole elementari. Mi tengo a disposizione di V. S. per eventuali altre informazioni, pregandola di cortese riscontro, dovendo tenere informato il Signor Provveditore, con ossequio, Gaetano Bicego’. 30 In risposta a tale richiesta, il 16 settembre 1966, il Sindaco di Minerbe scrive al Signor Provveditore e p.c. al preside di Minerbe la seguente nota, prot. n. 3449, avente a oggetto: Disponibilità intero edificio per la scuola elementare del capoluogo. ‘Mi pregio segnalare alla S.V. ILL./ma che questa Amministrazione, con atto deliberativo n. 113 del 31.8.1966. in corso di approvazione tutoria, ha disposto di porre a disposizione della locale scuola media statale alcuni vani di un edificio di proprietà comunale con relativi servizi e ampio cortile, sito in via Marconi, n. 22 di questo capoluogo. Tale decisione è stata motivata dalla necessità di un maggior numero di locali prospettata dal Signor Preside della scuola media per l’a. s. 1966/1967 e dalla opportunità, al fine anche di evitare la suddivisione degli alunni di detta scuola in ben tre edifici, di togliere dall’edificio delle scuole elementari del capoluogo le tre classi di scuola media che vi avevano trovato ospitalità durante il decorso anno scolastico. Certo che la S.V. consapevole della difficoltà di questa Pubblica Amministrazione per una razionale sistemazione della scuola media, in mancanza di un edificio di specifica costruzione ad uso scolastico, vorrà concedere nulla osta per la soluzione precaria e temporanea su indicata, ringrazio e porgo doverosi ossequi. Il Sindaco Bertoldi Leonello. In data 28 ottobre il Sindaco trasmette al Preside della Scuola Media copia del parere sanitario relativo all’uso dei locali, ex abitazione del medico condotto, per sede di scuola media. Il parere, indirizzato al Sindaco del Comune di Minerbe, è redatto dall’Ufficiale sanitario, dott. Renzo Tessari, del Consorzio per la Vigilanza igienico-sanitaria e profilassi di Legnago e riporta quanto segue: ‘Come da richiesta ho eseguito sopraluogo alla casa di proprietà comunale (ex abitazione del medico condotto) allo scopo di accertare se essa possa (dal punto di vista igienico-sanitario) essere adibita ad uso scuola media. In linea di massima esprimo parere favorevole al predetto uso (purché l’edificio sia idoneo dal punto di vista statico) a condizione che vengano almeno eseguite le seguenti opere: tinteggiatura dei servizi igienici con materiale impermeabile e lavabile almeno fino all’altezza di m. 1,60; allacciamento delle fosse settiche, ivi esistenti, alla fognatura dinamica ormai funzionante; sistemazione del pavimento dell’antigabinetto’. Il Comune provvede altresì, come precisato dall’ufficiale sanitario, a rilevare le condizioni di stabilità dell’edificio da adibire a scuola media. In data 30 dicembre il Sindaco può così tramettere al Preside la seguente relazione sulle condizioni di stabilità del fabbricato sottoscritta, in data 1.10.1966, dal tecnico incaricato, geom. Ruggero Carrara: ’A seguito di richiesta fatta da codesta Amministrazione, relativa alla stabilità del fabbricato da adibirsi in parte a scuola media del capoluogo, da rilievi e verifiche effettuate, espongo quanto in appresso. Il fabbricato è di vecchia costruzione con murature perimetrali interne in cotto ed impalcati in legno. Da quanto ho potuto verificare ed osservare al piano terra ed al primo piano, dove i locali saranno trasformati in aule, le strutture si presentano, attualmente, in condizioni di conservazione e di manutenzione tali da ritenersi sufficienti a garantire la stabilità del fabbricato stesso’. Anno scolastico 1967-1968 Di quest’ anno manca la Relazione finale del preside, ma la documentazione agli atti consente di rilevare che nella sede di via Roma (ex casa del fascio) la sistemazione delle classi non deve essere stata del tutto ideale, se in data 7 ottobre 1967 il preside Bicego, rivolgendosi al sindaco di Minerbe scrive: ’sono costretto a richiamare la sua cortese attenzione sullo stato dei cortili adiacenti ai due fabbricati scolastici in uso alla scuola media statale. Il cortile della scuola di Via Marconi 22 è letteralmente ingombro di materiali di ogni genere, che limitano lo spazio disponibile e costituiscono pericolo per l’incolumità degli alunni. Appesa al muro del fabbricato, a brevissima distanza dalla porta di accesso, vi è addirittura una malsicura cassetta per presa di corrente elettrica a uso industriale. È stata abbattuta la rete di cinta sul lato ovest del cortile e gli alunni hanno via libera verso un cantiere edile. Nel cortile di via Roma 41 è necessario sia sistemata una buca con sabbia per le possibili esercitazioni di educazione fisica. La rete metallica nel lato ovest, in confine con i sigg. Pesarin, deve essere saldamente fissata al muro per impedire che gli alunni passino nella bottega del confinante. Con ossequio, il preside inc., Gaetano Bicego’. 31 Appressandosi il tempo invernale, in data 25 ottobre 1967 il preside Bicego scrive al Signor Sindaco: ‘come ho avuto occasione di farle presente negli incontri dei giorni scorsi, sarebbe necessaria la fornitura di due stufe, di dieci sedie e la costruzione di un tramezzo nel vano antistante i gabinetti nell’edificio di via Roma 41, per ricavare l’ufficio di Presidenza’. L’Amministrazione comunale di questi anni, dimostra di farsi carico di ogni richiesta avanzata dalla scuola, ma la precarietà della situazione rimane. In data 2 febbraio 1967 il Provveditore, dovendo dare il prescritto parere alla delibera del Comune di Minerbe relativa a ‘parziale destinazione del fabbricato comunale, ex abitazione del medico condotto, a sede temporanea, di alcune classi per la scuola media’, scrive al Preside chiedendo ‘se possa considerarsi una soluzione, anche se a carattere temporaneo, accettabile sotto il profilo della funzionalità e del rispetto delle norme igieniche’. Il preside Bicego risponde che ‘l’aumento del numero degli alunni e delle classi di questa scuola media ha provocato la richiesta al sindaco di Minerbe di reperimento di locali da adibire ad aule scolastiche. La Giunta municipale di Minerbe, con delibera del 31 agosto 1966 destinava l’ex abitazione del medico condotto a sede temporanea di alcune classi di scuola media. A richiesta di questa Presidenza, l’amministrazione comunale faceva eseguire nell’ex abitazione del medico lavori per assicurare la stabilità dell’edificio, la funzionalità e l’accettabilità sotto il profilo igienico. L’occupazione dei locali è avvenuta dopo il rilascio di dichiarazioni scritte, di cui questa scuola possiede copia, da parte del tecnico comunale e dell’Ufficio medico consorziale, riferentesi rispettivamente alla stabilità del fabbricato e all’osservanza delle norme igieniche. L’autorizzazione dell’occupazione è stata data per via telefonica dal Signor Provveditore agli studi del tempo. La destinazione dei locali costituenti l’ex abitazione del medico condotto ad uso scolastico è stata e rimane l’unica soluzione possibile; deve considerarsi a carattere strettamente temporaneo, anche se accettabile per la funzionalità e per l’osservanza delle norme igieniche. Questa scuola media conta nel presente anno scolastico n. 240 alunni divisi in 12 classi. Sette classi con la Presidenza e la Segreteria trovano alloggio in via Roma n. 41, nell’ex casa del fascio; cinque classi sono sistemate in via Marconi n. 22 nell’ex casa del medico condotto. La distanza tra i due fabbricati è di m. 250 circa. Rimane sempre urgente il problema della costruzione di un edificio scolastico razionale, per il quale l’Amministrazione comunale ha fatto più volte ripetute richieste di finanziamento. Con ossequio, il Preside incaricato, prof. Gaetano Bicego’. Anno scolastico 1968-1969 La relazione finale del preside relativa all’a. s. 1968-69, consente di rilevare che la scuola media è ancora sistemata in due locali di fortuna con un arredo insufficiente per cui si spera nell’assegnazione di un contributo ministeriale per la costruzione di una sede idonea, ormai indispensabile per le esigenze sempre più crescenti della popolazione. La documentazione agli atti consente inoltre di rilevare che anche nel corso del corrente anno l’Amministrazione comunale provvede nuovamente a rilevare la situazione dell’edificio di via Marconi, ex casa del medico condotto. Per quanto riguarda la staticità della struttura, in data 12 febbraio 1968, il geometra del comune, Ruggero Carrara, conferma il parere precedentemente espresso, mentre l’Ufficiale sanitario, dott. Renzo Tessari, in data 12 dicembre 1967, dà al Sindaco di Minerbe la seguente relazione: ‘come da sua richiesta ho eseguito (prima dell’inizio dell’anno scolastico) un sopraluogo alla scuola media di Minerbe. la scuola predetta è ubicata in due edifici di vecchia costruzione. Devesi tuttavia rilevare che i locali hanno aereazione ed illuminazione sufficiente, che i servizi igienici hanno una sistemazione abbastanza razionale e che non esistono cause manifeste di insalubrità. L’approvvigionamento idrico e lo smaltimento delle acque nere, sono razionali. Per quanto sopra descritto l’edificio in linea di massima presenta requisiti igienici abbastanza conformi allo spirito delle vigenti leggi sanitarie in materia di edilizia scolastica’. 32 Anno scolastico 1969-1970 In data 19 settembre 1969, il sindaco di Minerbe, Leonello Bertoldi, scrive al Provveditore degli studi di Verona e per conoscenza anche al preside della scuola media di Minerbe quanto segue: ‘Mi pregio segnalare alla S.V. Ill.ma che questa Amministrazione, con atto deliberativo n. 98, in data 12.9.1969, in corso di approvazione tutoria, ha disposto di porre a disposizione della locale scuola media statale alcuni vani di un edificio di proprietà comunale (ex Villa Babini) con relativi servizi e cortile, sito in via G. Marconi n. 43, di questo capoluogo. Tale decisione è stata motivata dalla necessità di trasferire le aule scolastiche ricavate in altro fabbricato comunale, recentemente ceduto al Dr. Bertolaso Ottorino, per uso privato, per alienazione disposta dal Consiglio Comunale. Nel nuovo fabbricato troveranno ospitalità quelle classi di scuola media che, per insufficienza di locali, non potranno essere sistemate nell’altro fabbricato comunale sito in via Roma, n. 41 e, se del caso, gli uffici di Presidenza e Segreteria della scuola stessa. Certo che la S. V. Ill.ma, consapevole delle difficoltà di questa pubblica Amministrazione per una razionale sistemazione della scuola media in mancanza di un edificio di specifica costruzione ad uso scolastico, vorrà concedere nulla osta per la soluzione precaria e temporanea suindicata, ringrazio e porgo doverosi ossequi’. Anni scolastici 1970-72: mancano notizie Anno scolastico 1972-1973 In data 19 settembre 1972, il preside della scuola media di Minerbe, prof. Raimondo Zaffuto scrive al provveditore agli studi di Verona la seguente nota, prot. n. 879, per far presente la situazione in merito al funzionamento delle classi: ‘Sottopongo all’attenzione di codesto Provveditorato le gravi carenze edilizie di questa Scuola media, particolarmente per quanto riguarda i locali della succursale di cui sono in grado di allegare la planimetria. Comunico inoltre la dislocazione di tutte le classi attualmente previste per il prossimo anno scolastico, col rispettivo numero di alunni e dimensioni delle singole aule. Mi permetto di fare osservare che i locali della Succursale che ospiteranno quest’anno ben otto classi, presentano una cubatura assolutamente insufficiente anche per le classi ad effettivi molto ridotti. Tali locali inoltre sono riscaldati da stufe a legna e illuminati da finestre molto piccole. L’attuale situazione edilizia mi ha costretto a chiedere la formazione di due seconde a effettivi alquanto ridotti. La mia richiesta è stata accolta con provvedimento in corso, di cui ho avuto notizie mediante fonogramma dell’8 settembre 1972. Tale provvedimento autorizzerebbe l’istituzione di una prima e due seconde con conseguente soppressione di una prima sulle due prime che erano autorizzate per l’a. s. 1971-72. In attesa di perfezionamento del provvedimento di cui sopra, rimango a disposizione per qualsiasi altro chiarimento e porgo deferenti ossequi’. 33 La figura a lato consente di rilevare che nell’a. s. 1972-73, nella sede Centrale, in Via G. Marconi, quattro erano le classi collocate al piano terra, tre quelle al primo piano. Nella succursale, posta in via Roma, tre erano la classi collocate al piano terra, cinque quelle al primo piano. In totale le classi erano quindici. 34 Riepilogo ‘precarietà’ delle sedi Anno scolastico 1961-62 1962-63 1963-64 1964-65 1965-66 1966-67 1967-68 1968-69 1969-70 1970-71 1971-72 1972-73 1973-74 Sede/i della scuola media /numero classi Scuola elementare, via Roma 122 tre classi Scuola elementare, via Roma 122 sei classi Scuola elementare, via Roma 122 nove classi Scuola elementare, via Roma 122 dieci classi Via Roma 122, elementari cinque classi Via Roma, 41 (ex casa del popolo) sette classi scuole via Roma, n. 41 (ex casa del popolo) sei classi via Marconi, 22 (ex casa del medico condotto, dott. Bertolaso) cinque classi Via Roma, 41 via Marconi, 22 (ex casa del popolo) (ex casa del medico condotto, dott. sette classi Bertolaso) cinque classi Via Roma, 41 via Marconi, 22 (ex casa del popolo) (ex casa del medico condotto, dott. sette classi Bertolaso) cinque classi Villa Angiari o Babini, attuale Via Roma, 41 Via Marconi 22 sede municipale, sita in via (ex casa del (ex casa medico Marconi n. 43 popolo) condotto) Mancano notizie Mancano notizie Via Marconi, sede centrale Via Roma, sede succursale 7 classi 8 classi Via Verdi 114, attuale sede Tutte le 15 classi a partire dal 7 gennaio 1974 35 NELLA NUOVA SEDE Il trasferimento nel nuovo edificio scolastico avviene il 7 gennaio 1974 ed è comprovato da una comunicazione del preside, prof. Raimondo Zaffuto al Provveditorato agli studi di Verona, prot. n. 727/9, del 24 settembre 1974, relativa all’anno scolastico 1974-75, nella quale informa che la popolazione scolastica è di 321 alunni e che il nuovo edificio è in funzione dal 7 gennaio 1974 con un numero di aule appena sufficiente in quanto si son dovute già sacrificare ad uso di aule normali le aule speciali. Ha così termine il lungo periodo di precarietà della sede scolastica della nuova scuola media istituita nell’anno scolastico 1961-1962 e partita con tre classi con iniziale collocazione nell’edificio della scuola elementare, posto in via Roma 122. Negli anni successivi, le classi furono ospitate negli ambienti dell’ex casa del fascio in via Roma, 41, per cui la scuola media si trovò ripartita su due sedi. Risulta inoltre che nell’a. s. 1969 le classi della scuola media fossero ospitate in ben tre edifici (presso la casa del popolo, in via Roma 41, presso l’abitazione dell’ex medico condotto, in via Marconi 22 e presso Villa Babini-Angiari, in via Marconi 43). Il nuovo edificio, dotato di un’ampia palestra si ebbe solo nell’a. s. 1973-1974. La nuova scuola media, infatti, fu costruita più tardi, nel terreno della Villa Bergolo-Bottagisio, in via Verdi 144. Il nuovo edificio venne inaugurato durante le vacanze del 1973 e così nei primi giorni del 1974, gli studenti poterono entrare direttamente nella nuova scuola. Il preside Zaffuto che nel gennaio del 1974 ha ‘traghettato’ studenti e classi nella nuova sede riguardo all’edificio scolastico afferma: ‘Mi è gradito e doveroso ricordare la sensibilità per la Scuola riscontrata negli Amministratori Comunali. Ricordo in particolare la figura del Sig. Bertoldi, Sindaco pro tempore di Minerbe, la cui disponibilità e premura furono da tutti apprezzate, anche negli aspetti materiali, sia nella bella vecchia villa sia nel nuovo edificio scolastico, particolarmente curato dal punto di vista estetico sì da essere diventato meta di visite da parte di responsabili scolastici di Mantova e di osservatori pervenuti in elicottero da altra provincia’7. 7 Intervista rilasciata dal preside Raimondo Zaffuto in occasione della cerimonia di riconoscimento ai Direttori Didattici, ai Presidi e ai Dirigenti Scolastici che hanno governato l’Istituzione scolastica di Minerbe, avvenuta a Minerbe il 13.12.2008 presso il Teatro parrocchiale. 36 Le Delibere del Consiglio Comunale che portarono alla costruzione del nuovo edificio della scuola media di Minerbe Anno 1972 Delibera n. 56 del 28/10/1972: Anno 1973 Delibera n. 38 del 06/04/1973: Delibera n. 63 del 12/07/1973: Delibera n. 94 del 09/12/1973: Anno 1974 Delibera n. 70 del 18/10/1974: Delibera 18/10/1974: approvazione perizia di variante suppletiva al progetto esecutivo dei lavori di costruzione dell’edificio scolastico occorrente alla Scuola Media Statale in Minerbe capoluogo. nuova opera di costruzione e arredamento edificio per la Scuola Media Statale di Minerbe. Esame e approvazione perizia suppletiva per opere, attrezzature ed arredi di completamento. Progettista Ing. Isaia Chiavegato, di Cologna Veneta, impresa costruttrice, sig. Varco Gino concessione in uso gratuito alloggio di servizio al custode dell’edificio per la Scuola Media Statale di Minerbe. opera di completamento strade perimetrali per la nuova Scuola Media Statale in Via Verdi. esame e approvazione revisione prezzi per l’appalto dei lavori di costruzione nuovo edificio per la Scuola Media Statale di Minerbe. Impresa Varco di Belfiore d’Adige. esame e approvazione revisione prezzi per l’appalto dei lavori di costruzione dell’impianto termico idrico ad uso del nuovo edificio per la Scuola Media. assunzione oneri conseguenti all’anticipato pagamento del compenso revisionale dei prezzi per l’appalto di opere murali e affini relative alla costruzione dell’edificio per la Scuola Media di Minerbe. Anno 1975 Delibera 21 marzo 1975: Anno 1976 Delibera 8/01/1976: revoca deliberazione consiliare n 71. del 18/10/1974, esame e approvazione revisione prezzi per l’appalto lavori costruzione nuovo edificio Scuola Media Statale di Minerbe. Lavori fornitura per costruzione Scuola media Statale di Minerbe. Legge 28 luglio: ulteriori oneri per la realizzazione dell’opera. 37 I recenti interventi Anno 2008 Istallazione dell’ascensore (inaugurazione: 14 maggio 2009) Anno 2010 Rifacimento strutturale della palestra (inaugurazione: sabato 2 ottobre 2010) Anno 2011 Sostituzione infissi Anno 2012 Completamento sostituzione infissi, installazione antifurto INTITOLAZIONE DELLA SCUOLA Nuova scuola media: quale nome? A questa esigenza già in data 2 aprile 1966 preside e docenti della scuola media di Minerbe intendono dare una risposta. In tale data, infatti, il Preside Bicego invia al Provveditore agli studi di Verona due copie del Verbale del Collegio docenti della scuola e due copie del profilo del personaggio al nome del quale è proposta l’intitolazione. Il Verbale del Collegio dei Professori per l’intitolazione della scuola media statale di Minerbe riporta la seguente delibera: ‘Il giorno 30 marzo 1966, alle ore 15 presso l’edificio scolastico della scuola media di Minerbe si riunisce il Collegio dei professori, regolarmente convocati. Presiede il preside prof. Gaetano Bicego; è segretario il prof. Francesco Favalli. Sono presenti i professori: Baldin Renzo, Baldo Oliviero, Bottone D’Agostino Maria, Foresti Giovanni, Giordano Ferrari Annamaria, Guarinoni Pietro, Lovato Giuseppe, Maschi Davide, Merlin Agostino, Salvatore Teresa, Spiazzi Amalia, Spiazzi Elisa, Tobaldini Claudia, Tollin Gustavo, Venturini Monte Teresa, Catri Giuseppe, Mazzali Gregorio, e Perezzani Maria. Sono assenti i professori: Rigatelli Enzo, Padovani Sandra e Ancardo don Alfonso. Omissis… Il Preside, uditi proposte e pareri da tutti gli insegnanti, propone che la scuola sia intitolata al poeta dialettale veronese Berto Barbarani. Detta proposta ottiene l’unanimità dei consensi. Il Segretario del Collegio: fir.to Favalli Francesco Il Preside: fir.to Bicego Gaetano Berto Barbarani: Profilo Nacque a Verona il 5 dicembre 1872 da famiglia di modeste condizioni economiche tanto che, alla morte del padre (1883), per mancanza di mezzi, dovette interrompere la frequenza al ginnasio-liceo Scipione Maffei di Verona. Ottenuta ugualmente la maturità classica, pubblicò a vent’anni una prima raccolta di poesie: El rosario del cor, sul settimanale cittadino Can della Scala. La pubblicazione di questi versi permise al poeta di entrare nella redazione del quotidiano Il Gazzettino. Nel 1900 la sua fama varcò i confini della città e Barbarani fu invitato a Milano dalla “famiglia artistica” di quel luogo ed ebbe così la possibilità di conoscere i maggiori poeti dialettali del tempo fra i quali Trilussa e Di Giacomo. Nonostante il loro invito Barbarani non volle mai abbandonare la sua Verona per stabilirsi nella città lombarda. 38 A Verona dunque il poeta trascorse tutta la sua vita e a Verona volle anche morire. Era il 4 gennaio 1945. Le sue numerose poesie sono state raccolte in quattro ‘Canzonieri’ suddivisi in diversi libri. Fra le liriche che meritano di essere citate: San Zen che ride, El Campanar de Avesa, Ah Santa Libara, El me Adese el capita a Verona, El Cristo su la scala, I Pitochi e il poemetto Giulietta e Romeo. Per la procedura dell’intitolazione della scuola, per quanto riguarda il Titolo degli Istituti Medi di Istruzione, il Preside fa riferimento alla circolare n. 35 del Ministero P.I. del 31 marzo 1928; per quanto riguarda invece le procedure alla circolare ministeriale n. 4452/48 del 25 giugno 1947. Essendo prevista l’acquisizione del parere del Sindaco del comune viene inoltre richiesto al Sindaco di esprimersi in merito. Il Sindaco, Leonello Bertoldi, con nota n 735 del 17 febbraio 1966, avente a oggetto: Intitolazione Scuola Media locale, risponde al preside che ‘a conoscenza che l’argomento è di stretta competenza dell’autorità scolastica, quest’Amministrazione ritiene superflua l’indicazione richiesta’. Dall’a. s. 1966-1967 la nuova scuola media di Minerbe si chiamerà pertanto ‘Scuola Media statale Berto Barbarani di Minerbe’. I DOCENTI DEGLI INIZI Il Registro dello Stato personale dei professori, relativo all’a. s. 1961-1962, consente di rilevare i nomi dei primi professori che hanno insegnato nella scuola d’avviamento di Minerbe con programmi di scuola media unificata. Si riportano nello stesso ordine in cui sono registrati: Bicego Gaetano, nato il 29.09.1913 a Bonavigo; servizio d’ins.te elem. dall’1.1.1935. Ins.te di Materie letterarie dal 2.10.1961 al 30.9.1962; Preside incaricato dall’1.10.1962 al 30.9.1968; Bovolon Ivana, n. Carrara, nata il 25.2.1932 a Minerbe; laurea in Farmacia; abilitazione Osservazioni scientifiche; servizi presso Ist. Mag. di Badia Polesine, presso la scuola d’avviamento agrario di Cerea, presso la scuola d’avviamento agrario di Cologna Veneta, presso la scuola professionale di Legnago, presso la scuola d’avviamento di Minerbe. Ins.te di Matematica e Osservazioni scientifiche con decreto del Provveditore agli studi dal 2.10.1961 al 30.9.1962; Carrara Ruggero, nato il 29.10.1929 a Minerbe; diploma di geometra. Insegnante di educazione tecnica presso la scuola d’avviamento di Minerbe con nomina del capo d’Istituto dal 16.11.1961 al 30.9 1964. Fidanza Antonio, nato il 6.8.1932 a Oppido Lucano (PT); Giusti don Giovanni, sacerdote, nato il 21,10,1930 a Ronco all’Adige, ins.te di Religione con nomina del capo d’istituto dall’1.10.1961 al 30.9 1965; Giordano Anna Maria, in Ferrari, nata il 15.2.1938 a Legnago, diploma di liceo artistico, ins.te di educazione artistica dal 2.10.1961 al 30.9.1966; Paganotto Germana, nata il 9.7.1932 a Minerbe, ins.te di economia domestica e educazione fisica nell’a. s 1961/2, con nomina del capo d’istituto; insegna economia domestica dal 16.10.1962 al 30.9.1964 con nomina triennale del Provveditore; dall’1.10.1964 passa alla scuola media statale di Solcio di Liso, Novara; Pelloso Remigio, nato il 6.11.1936 a Lonigo, ins.te di Francese con nomina del capo d’istituto, dal 16.11.1961 al 30.9.1962; 39 Soave Giovanni Battista, nato il 6.11.1901 a Cerea, abilitazione in musica e canto, ins.te di educazione musicale con nomina del Provveditore agli studi dal 2.10.1961 al 30.9.1962 Spiazzi Elisa, nata il 14.12.1937, a Bonavigo, Laurea in Pedagogia, ins.te di Materie Letterarie con nomina del capo d’istituto dal 23.10.1961 al 30.9.1962; del Provveditore agli studi dall’1.10.1962 al 30.9.1966; Bertolini Lea, nata a Legnago il 22.5.1933, ins.te di Materie Letterarie con nomina del capo d’istituto dall'1.3.1962 Rigatelli Enzo, nato il 15 aprile 1924 a Cerea, laurea in Farmacia, ins.te di Matematica e osservazioni scientifiche con decreto del Provveditore dall’1.10.1961 al 30.9.1966; Salvatore Teresa, nata il 19.1.1934 a Legnago, laurea in lingue e letterature straniere, ins.te di Francese con nomina del Provveditore dall’1.10.1961 al 30.9.1966; Favalli Francesco, nato il 23.7.1933 a san Pietro di Morubio, laurea in Pedagogia, ins.te di Materie Letterarie con nomina del Provveditore, dall’1.10.1963 al 30.9.1966; Soave Maria Mirella, n. Negri, nata il 26.11.1927 a Legnago, laurea in Matematica, ins.te di Matematica e osservazioni scientifiche con nomina del provveditore dall’1.10.1963 al 30.9.1965; Scudellari Vincenzo, nato il 24.9.1913 a Oppeano, laurea in Economia e Commercio, ins.te di Applicazioni Tecniche con nomina del Provveditore dall’1.10.1963 al 30.9.1965; Catri Giuseppe nato il 29.7.1917 a Panni (Foggia), laurea in Economia e Commercio, ins.te di Applicazione Tecniche, comandato a Minerbe dall’1.10.1964 al 30.9.1966; Brunello Giancarlo nato il 5.10.1935 ad Albaredo d’Adige, studente universitario, ins.te di materie letterarie con nomina del capo d’istituto dal 29.10.1962 al 30.9.1965; Spiazzi Amalia Rosa, nata il 10.6.1941 a Bonavigo, laurea in Pedagogia, ins.te di Materie letterarie con nomina del capo d’istituto dal 21.10.1963 al 30.9.1966; Baldo Oliviero, nato il 28.5.1934 a Legnago, laurea in Scienze biologiche, ins.te di Matematica e osservazioni scientifiche con nomina del Provveditore dal 31.10 1962 al 30.9.1966; Foresti Giovanni, nato il 13.9.1936 a Minerbe, studente universitario (laurea in Giurisprudenza nel novembre 1965), ins.te di Materie Letterarie con nomina del capo d’Istituto dal 13.10.1964 al 30.9. 1966; Baldin Renzo, nato il 18.4.1939 ad Albaredo d’Adige, studente universitario, ins.te di Materie Letterarie con nomina del capo d’istituto dal 13.10.1964 al 30.9.1966; Ferrari Gabriella nata il 24.6.1944, a Minerbe, studentessa, ins.te di Francese con nomina del capo d’istituto dal 9.11.1964 al 20.1.1966; But Giuseppe, nato il 26.11.1936 a Genova, ins.te di Materie letterarie con nomina del capo d’istituto dal 13.10.1964 al 30.9.1965; Bottone Maria n. D’Agostino il 9.3.1913 a Gravina di Puglia (Bari), diplomata in Pianoforte, ins.te di educazione musicale con nomina del Provveditore dall’1.10.1962 al 30.9.1965 Perezzani Maria, nata il 18.7.1938 a Bovolone, studentessa iscritta all’ISEF di Bologna, ins.te di educazione fisica con nomina del capo d’istituto dal 29.10. 1963 al 30.9.1966; Mazzonelli Italo, nato il 7.7.1940 a Terlago (Trento), studente universitario, ins.te di educazione fisica con nomina del capo d’istituto dal 15.10.1964 al 30.9.1965; Guarinoni Pietro, nato il 27.6.1942 a Isola Rizza, studente universitario, ins.te di Materie letterarie con nomina del capo d’istituto dal 15.10.1965 al 30.9.1966; Lovato Giuseppe, nato il 9.10.1940 a Villa Bartolomea, studente universitario, ins.te di Materie letterarie con nomina dl capo d’istituto dal 15.10.1965 al 30.9.1966; Merlin Agostino, nato il 29.11.1931 a Cerea, ins.te di Matematica e osservazioni scientifiche con nomina del Provveditore dall’1.10.1965 al 30.9.1966; Tobaldini Claudia, nata il 19.1.1943 a Bevilacqua, studentessa universitaria, ins.te di Materie letterarie con nomina del capo d’istituto dal 15.10.1965 al 30.9.1966; 40 Mazzali Giuseppe, nato il 26.4.1922 a Correzzo, maestro elementare, ins.te di educazione fisica con nomina del capo d’istituto dal 15.10.1965 al 30.9.1966; Anoardo don Alfonso, nato il 22.2. 1941 a Colognola ai Colli, ins.te di Religione con nomina del capo d’istituto su designazione della Curia vescovile di Verona, dall’1.10.1065 al 30.9.1966; Venturini Teresa n. Monte il 2.3.1916 a Padova, ins.te di Applicazioni tecniche, incaricata triennale dall’1.10.1964 al 30.9.1965; Guiotto Cesira n. Barollo, diploma di economia domestica, ins.te di Applicazioni tecniche, incaricata a tempo indeterminato dall’1.10.1963 al 9.1.1966; Guerrato Antonio nato l’8.4.1927 a Verona, ins.te di Matematica e osservazioni scientifiche con nomina del capo d’istituto dal 6.11.1965 al 30.9.1966; Tollin Gustavo nato il 4.4.1942 a Cologna veneta, diploma univ. di Statistica, ins.te di Matematica e osservazioni scientifiche dal 15.2.1966 al 30.9.1967 Padovani Sandra nata il 22.9.1940 a Nogara, diploma di liceo artistico, abilitata, ins.te con incarico triennale dall’1.10.1065 al 30.9.1966. Anoardo don Alfonso Baldin Renzo, Baldo Oliviero Bertolini Lea Bottone D’Agostino Maria Bovolon Ivana Carrara Brunello Giancarlo But Giuseppe Carrara Ruggero Catri Giuseppe Favalli Francesco Ferrari Gabriella Foresti Giovanni Fidanza Antonio Giordano Ferrari Annamaria Giusti don Giovanni Guarinoni Pietro Guerrato Antonio Guiotto Barollo Cesira Lovato Giuseppe Mazzali Gregorio Mazzonelli Italo Merlin Agostino Padovani Sandra Paganotto Germana Pelloso Remigio Perezzani Maria Rigatelli Enzo Salvatore Teresa Scudellari Vincenzo Soave Giovanni Battista Soave Negri Maria Mirella Spiazzi Amalia Spiazzi Elisa Tobaldini Claudia Tollin Gustavo Venturini Monte Teresa 1965/6 1964/5, 1965/6 1962/3, 1963/4, 1964/5, 1965/6 1961/2 1962/3, 1963/4, 1964/5 1961/1962 1962/3, 1963/4, 1964/5 1964/5 1961/2, 1962/3, 1963/4 1964/5, 1965/6 1963/4, 1964/5, 1965/6 1964/5, 1965/6 1964/5, 1965/6 1961/2 1961/2, 1962/3, 1963/4, 1964/5, 1965/6 1961/2, 1962/3, 1963/4, 1964/5 1965/6 1965/6 1963/4, 1964/5, 1965/6 1965/6 1965/6 1964/5 1965/6 1965/6 1961/2, 1962/2, 1963/4, 1961/2 196374, 1964/5, 1965/6 1961/2, 1962/3, 1063/4, 1964/5, 1965/6 1961/2, 1962/3, 1963/4, 1964/5, 1965/6 1963/4, 1964/5 1961/2 1963/4, 1964/5 1963/4, 1964/5, 1965/6 1961-1981 1965/6 1966/7 1964/5, 1965/6, 41 INTERVISTA ALLA PROF.SSA ELISA SPIAZZI, DOCENTE DI LETTERE CHE HA INSEGNATO ALLA SCUOLA MEDIA DI MINERBE DALL’ANNO DEL SUO AVVIO In che anno ha cominciato a insegnare nella scuola media di Minerbe? Quanti anni aveva? E per quanti anni ha insegnato? Ho cominciato a insegnare nel novembre del 1961 quando a Minerbe è stata instituita la scuola media unificata. Avevo 25 anni e ho insegnato per 30 anni. Che materie insegnava? Insegnavo materie letterarie (italiano, latino, storia e geografia). Dove ha insegnato durante la sua carriera? Oltre a Minerbe (20 anni) ho insegnato alla scuola media Cavalcaselle di Legnago. Qui a Minerbe quante classi c’erano? E quanti alunni per classe? Erano classi miste? Nei primi due anni del mio insegnamento vi erano 2 sezioni per anno, una maschile e una femminile. Al terzo anno gli alunni furono raggruppati in un’unica sezione mista. In seguito il numero degli alunni aumentò fino a formare le sezioni dalla A fino alla F. C'erano circa dai 20 ai 26 alunni per classe. Chi erano i suoi colleghi? Alcuni insegnano ancora? Ricordo il cognome di alcuni colleghi: Paganotto, Soave, Salvatore, Giri, Ferrari, Baldo, Rango, Pranovi, Carrara, Papi, Malandrin, Alberti, Morello, Polo, Baldini, Tarantino ecc. L'unica che è ancora in servizio è la prof.ssa Papi. Che ricordo ha del primo preside con cui ha lavorato? Il primo preside, il professor Bicego, amava scherzare sia con gli insegnanti sia con gli alunni e nello stesso tempo sapeva essere severo. Come si comportavano i ragazzi? Sono cambiati i rapporti tra insegnanti e alunni? Ai miei tempi non c'erano particolari problemi di disciplina e gli alunni erano rispettosi degli insegnanti, del personale ausiliare e della struttura della scuola. Non posso giudicare i rapporti attuali tra insegnanti e alunni perché non sono più in servizio. Oggi gli alunni hanno la possibilità di scegliere il tempo normale (30 ore) o quello prolungato (36 ore). Anche ai suoi tempi era così? Al tempo della scuola media unificata vi erano anche lezioni pomeridiane, poi solo il mattino. C’erano molti compiti scritti? C’erano materie più importanti di altre? Sì, c'erano molti riassunti, temi, esercizi di analisi grammaticale e logica. Le materie letterarie e scientifiche ai quei tempi erano considerate le più importanti e determinanti per la promozione o la bocciatura di un alunno. Le piaceva il suo lavoro? Era severa? Quali difficoltà ha incontrato? Ho sempre insegnato con molto entusiasmo fino all'ultimo giorno di scuola. Ho cercato di stare vicino e aiutare i miei alunni a conoscere se stessi per potersi realizzare nella vita. Ero dolce e severa allo stesso tempo e non ho incontrato particolari difficoltà se non quelle normali di conciliare il lavoro con la famiglia e gli interessi personali. 42 Che cosa ricorda con piacere dei primi anni della sua carriera? L'entusiasmo, l'impegno nel trovare le parole giuste per fare amare ai ragazzi la scuola e lo studio e la collaborazione con i colleghi. Può raccontare un episodio significativo che le è rimasto impresso? Un giorno un ragazzino dopo l'appello in cortile non è entrato in classe. Preoccupati, l'abbiamo cercato per tutto l'edificio ma non c'era. Allora io e un bidello con il permesso del preside siamo andati a cercarlo lungo la strada di casa. A un tratto l'abbiamo visto in mezzo a un campo di grano, ci siamo fermati, mi sono avvicinata, gli ho parlato ed è ritornato a scuola con noi. Il giorno dopo la mamma è venuta a ringraziarci per il modo con cui eravamo intervenuti e il ragazzino non è più scappato ed ha concluso positivamente l'anno scolastico. LA SUA TESTIMONIANZA Quanti anni ha insegnato in tutto? In quali scuole? Le è piaciuto fare l’insegnante? Ha rimpianti per non aver fatto altri mestieri? Lo rifarebbe? In tutto ho insegnato trenta anni, venti alla scuola media di Minerbe, dieci alla scuola media Cavalcaselle di Legnago. Fin da piccola il mio sogno era di fare l'insegnante come la mamma. Dal primo giorno d'insegnamento fino all'ultimo ho fatto scuola con entusiasmo, accoglienza cura della mia preparazione professionale. Sono sempre stata convinta e ancora lo sono che quella era l'attività che mi permetteva di realizzarmi come persona e ritornerei a rifare l'insegnante non semplicemente come mestiere ma come si diceva allora “per missione educativa”. Lei ha insegnato sin dall’avvio della nuova scuola media a Minerbe, vale a dire dall’a. s. 19611962? Si chiamava scuola media o scuola d’avviamento professionale con programmi di scuola media unificati? Quando si è chiamata definitivamente Scuola Media? La scuola d’avviamento a Minerbe c’era anche prima o è partita anch’essa dall’a. s. 1961-1962? Quando vi è venuta a insegnare era già laureata o si è laureata dopo? A Minerbe non esisteva né la Scuola Media, né la Scuola di Avviamento. Nell'anno scolastico 1961/62 è stata istituita la scuola di avviamento con programmi di Scuola Media Unificata dove ho incominciato ad insegnare circa un mese prima della laurea. Dall'anno scolastico 1964/65 si è chiamata Scuola Media. 43 Chi le ha dato l’incarico? Com’era lo stipendio? Qual era l’orario d’insegnamento settimanale? In orario antimeridiano o anche pomeridiano? Il primo incarico mi è fu dato dal preside Rizzini della Scuola Media Bettelloni di Verona che reggeva anche la scuola di Minerbe: lo stipendio era di lire 57 mila lire per 17 o 19 ore settimanali in orario antimeridiano e pomeridiano. C’era il doposcuola e com’era strutturato? Era collegato alle ore del mattino o aggiuntivo, sia per i tempi che per le attività? Quale finalità si proponeva? È durato a lungo? Vi ha insegnato anche lei? Da quanti alunni/e era frequentato? Per quanto ricordo l'orario pomeridiano era collegato alle ore del mattino; è durato per i primi tre anni; ricordo in particolare i turni di sorveglianza durante la mensa di cui si occupava la prof.ssa Germana Paganotto, insegnante di applicazione tecnica, e certe lezioni di grammatica e geografia il pomeriggio. Il numero di alunni per classe non superava la ventina. Com’erano gli studenti di allora e le loro famiglie? Era una scuola selettiva? Gli esiti scolastici quali erano? Molti respinti, promossi, rimandati?... Erano generalmente ragazzi, che dopo il diploma, non intendevano proseguire gli studi e le famiglie, sempre in generale, non avevano grandi aspettative sugli studi dei figli. E quindi non era una scuola selettiva e vi erano pochi bocciati (il perché avrebbe bisogno di un lungo discorso). Come era la frequenza? Andavano tutti a scuola o l’obbligo non era molto osservato? Perché secondo lei? Da quello che ricordo tutti i ragazzi dell'età dell'obbligo frequentavano la scuola, anche se qualche famiglia doveva essere sollecitata per l'invio dei figli a scuola. Ci può raccontare la 'storia del latino' (a partire da quale classe s’insegnava e quanti lo richiedevano)? Con la scuola media il latino divenne materia facoltativa ma la frequenza alle lezioni e quindi l'esame finale positivo in terza media era necessario per potersi iscrivere al ginnasio. Erano due o tre lezioni la settimana, ma non ricordo bene. Ci può indicare anche quali erano le altre attività opzionali e com’erano scelte? Non ricordo con sicurezza quali altre attività opzionali ci fossero. A questa domanda potrebbe rispondere meglio il prof. Ruggero Carrara o la prof.ssa Clemenza Pranovi, docenti allora di Applicazioni Tecniche. Ci interesserebbe conoscere anche com’era il governo della scuola media prima dei decreti delegati e precisamente al suo inizio quale organo di governo c’era? Il primo preside fu il prof. Rizzini, preside della scuola Betteloni di Verona poi il prof. Bicego. Ero nel consiglio di Presidenza. Sostituivo il preside in sua assenza, assegnavo la supplenza necessaria, davo il mio parere sull'andamento della scuola ed ero nel comitato di valutazione docenti. Abbiamo visto che lei è stata eletta, almeno nei primi anni d’avvio della scuola, nel Consiglio di Presidenza. Che cosa era e a cosa serviva? I primi anni, poiché era una scuola sperimentale, si cercava di attivare l'interdisciplinarietà delle materie, ci s’incontrava e si discuteva sul programma, ma non ricordo come fosse chiamata la convocazione. 44 Quando ci sono stati i primi Consigli di classe e come sono stati accolti dai docenti? Non ricordo neppure l'anno esatto dell’istituzione dei consigli di classe. Ricordo di certo che furono accolti positivamente come momento importante di progettazione, verifica del programma, della situazione della classe e occasione per una migliore conoscenza tra colleghi. C'era il preside come figura quale intendiamo oggi? Dalla documentazione reperita il preside Bicego risulta insegnare nelle classi e allora quando faceva il preside? E in che cosa consisteva soprattutto l’impegno di un Preside di allora? Agli inizi le classi erano poche e quindi il prof Bicego poteva insegnare e dirigere la scuola. In seguito con l'aumento delle classi fu esonerato dall'insegnamento. La sua attività riguardava il buon funzionamento della scuola, il controllo delle assenze degli alunni, il rapporto con gli insegnanti e le famiglie; presiedeva agli scrutini e ai collegi docenti, controllava le pratiche amministrative. C'era il Collegio docenti? Il collegio docenti era convocato all'inizio dell'anno scolastico, per la scelta dei libri di testo e per gli esami di riparazione Il segretario c'era, ma gli applicati di segreteria? I primi anni il maestro Costantini faceva funzioni di segretario sia per la scuola elementare sia per la scuola di avviamento. Mi sembra ci sia stato poi per un anno il signor Cucchiara, poi la signora Iole Segala, cui in seguito è stata assegnata una applicata. A questa domanda e alle successive N°19 e 20 può rispondere adeguatamente la signora Segala. Il primo anno (61-62) abbiamo trovato che era Preside il prof. Amelio Rizzini delle Betteloni di Verona e che Bicego era il preside incaricato e che tale è stato anche negli anni successivi almeno fino all’a.s. 1967-1968. Che cosa ha fatto poi? Dove è andato? Le risulta che fosse anche Sindaco? E di che paese eventualmente? Il professor Bicego era sindaco di Bonavigo. Da pensionato andò a vivere con i figli a Verona. È stato un preside importante per gli inizi della scuola media di Minerbe? È stato un preside importante per gli inizi della scuola media perché conosceva bene il territorio e tutti gli aspetti burocratici della scuola. Di quale altro preside si ricorda di più? E perché? Si ricorda di eventi particolari, di premi, di riconoscimenti raggiunti dalla scuola? Tutto quello che ricorda, conosce o le viene in mente può essere utile. Ricordo in modo particolare il preside Visentini uomo di lettere, studioso della storia di Cologna Veneta e dintorni, innamorato della scuola. Era una gioia vederlo entrare in classe, prendersi una seggiola e partecipare alle lezioni: Leggeva tutti i temi dei ragazzi e se noi insegnanti non li correggevamo bene, ci riprendeva bonariamente. Insieme ai ragazzi scrivemmo ai poeti Diego Valeri e Davide Maria Turoldo, che gentilmente ci risposero. Perché la scuola media di Minerbe è stata intitolata a Berto Barbarani? C’erano motivazioni particolari? A chi è venuta l’idea? Non so perché la scuola fu intitolata a Berto Barbarani, io penso che il nome fosse stato scelto dal preside Rizzini e dal direttore didattico il prof Chiaromonte di cui eravamo ospiti nella scuola elementare. 45 Si ricorda di qualche alunno in particolare veramente capace e meritevole? Non so di alunni che abbiano raggiunto una certa fama, ma di bravi professionisti sì, e di questi non voglio fare nomi per non dimenticarne qualcuno. Inoltre mi sembrerebbe venir meno a quello che dicevo sempre ai miei alunni: “non mi importa quanto siete intelligenti piuttosto quanto ognuno di voi riesca a capire che in sé ha delle potenzialità da riconoscere e sviluppare per sé e per gli altri”. Con questo ovviamente nulla voglio togliere al merito di chi, dotato per natura, si impegna per trafficare i suoi talenti e raggiunge ottimi risultati. Anzi con gioia ne prendo atto. Come sono stati i primi anni d’avvio della scuola media di Minerbe? La precarietà della struttura ha condizionato le attività? Come si poteva fare ed. fisica, ed. tecnica, ed. artistica, ed. musicale?.... L'entusiasmo per la scuola, la voglia di sperimentare la collaborazione tra docenti facevano superare ogni difficoltà. Si ricorda di qualche collega in particolare con il quale ha condiviso idee e orientamenti? Dei primi anni ricordo in modo particolare le professoresse Giordano, Paganotto, Salvatore, Soave, poi degli anni seguenti molti altri di cui serbo un ricordo affettuoso. Come vede la scuola attuale? Anche nella realtà attuale è sempre fondamentale per il Paese e sempre importante per i giovani anche con i suoi difetti o…. Sono fuori servizio da molti anni ma la presenza di nipoti in età scolare, la lettura di giornali, la partecipazione al progetto di Educazione relazionale affettiva del Consultorio familiare Legnago, gli incontri di formazione per insegnanti sempre presso il Consultorio in via don Bosco mi fanno apprezzare il continuo rinnovamento della scuola, l'impegno di dirigenti e docenti chiamati a operare in un contesto socio-culturale non sempre disponibile a cogliere e apprezzare lo sforzo della scuola e il suo impegno per formare bravi e onesti cittadini, professionalmente preparati, duttili, disponibili a mettersi in gioco sempre aperti al dialogo, al confronto, rispettosi della diversità. 46 GLI ALTRI DOCENTI DAL 1966 AL 1982 Abriani Adriana in Tobaldini Alberti Paola n.Veronese Altafini Marta Andreoli Rosetta n.Battocchio Artioli Ermelina Baldo Costantini Flora Baratella Marisa n.Bragato Bigardi Giorgio Bologna Luigi Bonalberti Fernanda n.Filippi Bonuzzi Elisabetta Braggio Elisa n.Spiazzi CadelliM.Luisa n.Abondi Caltran Silvana Camera Olivetta Carrara Ruggero Cavazzuti Luciana n.Fiorini Cereghini Maria Lisa Cudia Giuseppe Dal Dosso Luigi Di Giovannantonio Teresa Eminente Franco Falconi Angiola Farella Bianca n.Vallini Fava Paola n.Tessari Felici Franca n.Galli Ferrari Giuseppe Ferrari Loredana n.Baccomo Ferrarini Luigi Ferrini Grazia Finotti Graziella Foresti Alessandro Gianola Claudia in Zardini Giri Alfonsa in Piubello Giri Oliveto Graziani Elves Graziosi Nadia GrisettiGraziamaria Guidorizzi Giovanni Carlo Guidorzi Franca Izzo Rosa Liverani Amalia Lucchini Maria Nives n.Zanelli Magnani Sandra Mainente Marcello Malandrin Gianfranco Marini Emiliana Lettere Lettere Applicaz. Tecniche Femm.li Matem. Osserv. Scientifiche Lettere Educ. Musicale Educ. Fisica Femminile Applicaz. Tecniche Maschili Lettere Applicaz.Tecniche Femm.li Matem. Osserv. Scientifiche Lettere Francese Applicazioni Tecniche Lettere Applicazioni Tecniche Lettere Lettere Applicazioni Tecniche Inglese Lettere Matem. Osserv. Scientifiche Educazione Artistica Matem. Osserv. Scientifiche Lettere Lettere Matem. Osserv. Scientifiche Matem. Osserv. Scientifiche Educazione Artistica Inglese Lettere Francese Lettere Lettere Applicazioni Tecniche Matem. Osserv. Scientifiche Applicaz. Tecniche Femm.li Inglese Matem. Osserv. Scientifiche Applicazioni Tecniche Francese Educ. Artistica Educ. Fisica Femminile Lettere Applicaz. Tecniche Maschili Educ. Fisica Inglese 47 Masin Antonio Massignan Flavio Mazzali Marisa Merlin Paola n.Merlin Modenese Gabriella in Furia Montresor don Cornelio Morello Annamaria Moro Gianni Nezzo Loredana n. Marchetto Nicolini Paola Notarangelo Mario Orlando Enrica in Brandi Padovani Sandra Papi Caterina Pelacchi Gilberto Pellini Luisa Peroni Lida Peterle Romano Piubello Alfonsa Piva Giampiero Poletti Maria Cristina Polo Cesarina Prando Maria Antonietta Pranovi Clemenza in Rango Quinzan Aldo Rango Giancarlo Restani Mario Ricciardi Adelaide n.Cipriano Rossi Franca Rotta Gabriella n.Pavoncelli Sitta Giuseppe Soave Don Giovanni Spiazzi Amalia Rosa Stoppazzola Mariella Tarantino Pietro Tasetti Antonella Tedaldi Paola Terzi Carolina n.Olivieri Tin Marisa Valdo Antonio Valdo Tenzon Lida Vedovato Angelo Viviani Clarice Zanardi Mara Zocca don Giovanni Applicazioni Tecniche Applicaz. Tecniche Maschili Applicaz. Tecniche Femm.li Matem. Osserv. Scientifiche Francese Religione Lettere Lettere Applicaz. Tecniche Femm.li Lettere Applicaz. Tecniche Maschili Lettere Educazione Artistica Matem. Osserv. Scientifiche Lettere Applicaz. Tecniche Femm.li Inglese Inglese Lettere Lettere Lettere Lettere Matem. Osserv. Scientifiche Applicaz. Tecniche Femm.li Lettere Educazione Musicale Applicaz. Tecniche Maschili Francese Lettere Educazione Artistica Lettere Religione Lettere Educ. Fisica Matem. Osserv. Scientifiche Educazione Artistica Lettere Educazione Musicale Francese Matem. Osserv. Scientifiche Lettere Educazione Musicale Applicazioni Tecniche Educ. Artistica Religione 48 I DOCENTI ATTUALI (a. s. 2012-13) Docente Materie d’insegnamento Tavellin Elena Ongaro Cristina Altafini Paola Lettere Storia-geografia-approfondimento Lettere Storia-geografia-approfondimento Lettere Storia-geografia-approfondimento Italiano Storia-geografia-approfondimento Lettere Italiano Lettere Italiano Matematica-scienze Matematica/scienze Matematica/scienze Matematica/scienze Scienze Inglese Inglese Maresca Rosalia Bordin Valeriana Manzardo Antonella Guerra Giovanna Sorrentino Giuseppe Morin Giovanni Canoso Paola Vaccari Daniela Ortolan Laura Murari Laura Zanon Maria Elena Tedesco Tecnologia Ed. Musicale Ed. Artistica Ed. fisica Religione Cattolica Sostegno Sostegno Sostegno Sostegno Sostegno Ferrarini Silvia Fontana Monica Giacometti Serena Princivalle Ornella Quinzan Marta Merlin Renzo Papi Caterina Prando Antonietta Bonetto Barbara Classi d’insegnamento III A III B IIA II B IA IC III B III C IB II B II C IC II A-III-A I A-II-C-III C I B-II B-III B IC I A-I B IA-IIA-III A I B - II B - III B I C - II C - III C Tutte le classi Tutte le classi Tutte le classi Tutte le classi Tutte le classi Tutte le classi III A - III B - III C I B – II B I C-- III C IA II A 49 IL PRIMO FURTO In data 9 ottobre 1963, il Preside Bicego informa il signor Provveditore del furto alle scuole elementari di Minerbe con queste parole: ’Ladri, finora ignoti, hanno consumato, nella notte tra l’uno e il due ottobre un furto nelle scuole elementari del capoluogo di Minerbe, ove funziona anche la scuola media unificata. Oltre a materiale didattico (apparecchi radio e fonovalige) è stato asportato denaro in contanti per circa £ 500.000 (cinquecentomila); parte d’esso e precisamente £ 307.620 era l’importo dello stipendio di settembre, non ritirato in tempo, di quattro professori e di un modesto residuo cassa della Scuola Media; il resto era denaro (cassa, contributi, elargizioni per borse di studio ecc.) della scuola elementare. L’ultimo consegnatario del denaro è stato il maestro Luigi Costantini, Segretario della Direzione Didattica e della Scuola Media. Egli lo custodiva sotto chiave, le porte d’accesso agli uffici erano chiuse; i ladri hanno dovuto forzare le serrature. L’infortunio di cui egli è stato vittima poteva capitare a chiunque altro. Segnalo il fatto a codesto On/le Ufficio, perché penso sia l’unico che possa, tra i fondi che amministra, trovare, e giustificatamente devolvere, una somma a sollievo del danno patito dalla scuola media ed elementare. I verbali attestanti il furto sono in possesso del locale Comando stazione Carabinieri e della Polizia Scientifica di Verona. Con ossequio, Bicego’. Il Provveditore in data 9 marzo 1964 (dopo cinque mesi) risponde al Preside di Minerbe: ‘In relazione al furto avvenuto nella notte fra il 1° e il due settembre 1963, durante il quale sono stati asportati l’importo di quattro stipendi pari a £ 268.790 e la somma di £ 38.830 residuo contributi cassa, questo ufficio desidera conoscere i risultati conseguiti dalle indagini delle autorità di Polizia. Si prega inoltre la S.V. di fornire ragguagli circa le cautele che erano state adottate per garantire la conservazione degli stipendi. Per quanto riguarda le 38.830 lire di residuo contributi di cassa, si prega di specificare meglio la natura e l’origine del denaro e il motivo per cui veniva conservato in liquido e non sotto forma di conto corrente postale’. Il Preside risponde: ‘Fornisco tutti i possibili chiarimenti. Sono state denunciate e deferite all’autorità giudiziaria, da parte della Questura di Rieti quattro persone, delle quali tre residenti a Legnago e una residente a Concesio (Bs), le quali, oltre ad altri furti perpetrati in località diverse, hanno confermato in maniera circonstanziata anche il furto negli uffici di questa scuola. Nella nota precedente ho reso noto che la scuola media è alloggiata nell’edificio delle scuole elementari e che il segretario della Direzione Didattica era segretario protempore della scuola media. Gli stipendi dei professori erano stati ritirati all’Ufficio postale dalla prof.ssa Germana Paganotto a ciò delegata, e per pura cortesia il segretario aveva accettato di fare la distribuzione del denaro. Quattro professori non si sono premurati di ritirare lo stipendio assieme agli altri e pertanto l’importo è rimasto nell’ufficio di segreteria. Anche la somma di £ 38.830 era nelle mani del segretario, perché era stata versata dagli alunni nella mattinata per l’acquisto delle pagelle scolastiche. Pertanto la somma di £ 38.830 devesi intendere come contributo di cassa, e non come residuo di cassa perché la scuola non aveva fondi di cassa scolastica. Le due somme erano state messe nel cassetto della scrivania metallica, chiuso a chiave, in attesa sia della consegna degli stipendi, sia della spedizione dell’importo delle pagelle che doveva avvenire il giorno seguente. I ladri hanno forzato non solo le serrature dei cassetti, ma anche quelle delle porte di accesso agli uffici. Oltre alla nota inviata il 5 ottobre, il sottoscritto ha inviato anche al Centro provinciale per i sussidi audiovisivi specifica mota nella speranza di avere un aiuto per il danno patito, ma senza esito’. Ad oggi, non è dato conoscere se la scuola abbia avuto ristoro, parziale o completo, del danno patito, oppure no. Né se i professori abbiano ricevuto il loro stipendio. 50 I BACHI DA SETA Nel corso dell’anno scolastico 1968/69, la scuola media di Minerbe avvia una particolare iniziativa didattica: l’allevamento dei bachi da seta. La proposta arriva dall’Ufficio Semi-bachi dell’Ente Nazionale Serico e dall’Associazione Nazionale Bachicoltori che propongono alle scuole interessate, esistendo le possibilità ambientali, l’allevamento didattico dei bachi da seta con l’invio della quantità di 1 grammo di semi-bachi. L’Ente precisa che per l’allevamento di questa quantità di bachi occorrono circa 20 chilogrammi di foglia di gelso e che il seme bachi potrà essere distribuito gratuitamente a più insegnati del plesso utilizzando per l’allevamento diversi locali della scuola. L’Ente assicura inoltre l’invio di una tavola murale a colori con le fasi caratteristiche dell’allevamento e un opuscolo per l’insegnamento della tenuta di un corretto allevamento. Le scuole dovranno invece provvedere l’attrezzatura per l’allevamento oltre che la foglia di gelso per cui è necessario che prima di inviare la richiesta di semi-bachi le scuole si assicurino di poter trovare nelle vicinanze piante di gelso per avere a disposizione la foglia occorrente per l’alimentazione dei bachi. Al termine dell’allevamento l’Ente Nazionale Serico premierà con un diploma gli inseganti che si saranno distinti, e con un diploma e medaglia quelli ritenuti particolarmente meritevoli. Anche i docenti della scuola media di Minerbe si cimentano nell’attività. Lo attesta la seguente reazione finale: ’La sericoltura, quale industria eminentemente autarchica, nei vari settori che la compongono, è una necessità per l’economia nazionale. La seta occupa ancora nella politica degli scambi un posto preponderante; richiede pertanto il maggior potenziamento possibile. Essa deve varcare la frontiera per rispondere ad una necessità dell’economia italiana, poiché non può essere che valutata secondo l’antico concetto: la seta è oro. Tenuto conto di questa realtà nazionale e anche per andare incontro alle bisognose condizioni della maggior parte dei nostri alunni si pensò di orientarli verso l’allevamento del baco da seta. Allevamento che loro, in una zona che vanta tradizioni antichissime, potrebbero fare quasi per gioco a casa propria, dando un valido contributo alla famiglia. La scuola dal canto suo, fece arrivare dall’ente serico nazionale un grammo di semi bachi. Poi l’insegnante di scienze in collaborazione con quello di applicazioni tecniche realizzarono l’impianto dell’allevamento. Gli insegnanti di lettere e di storia diedero agli alunni un ampio quadro storico dell’allevamento del baco da seta e fecero il punto sulle condizioni attuali della bachicoltura italiana. L’allevamento ha riscosso un sincero interessamento invogliando più di qualche alunno a cercare di ripeterlo l’anno prossimo nella propria abitazione. Infatti i risultati ottenuti sono davvero soddisfacenti, anche perché si sono potuti raccogliere e portare sul mercato un numero quasi totale di bozzoli. Un particolare elogio va rivolto al Signor Preside, che ha cercato in ogni maniera di favorire questa iniziativa. Importante è stata l’opera svolta dai bidelli, i quali si preoccupavano continuamente di fornire la foglia necessaria al nutrimento del baco’. 51 Una foto documenta l’esperienza che viene chiusa con la seguente richiesta formulata dai bidelli: ‘All’ill./mo signor Preside, i sottoscritti bidelli della scuola media di Minerbe, rivolgono rispettosa domanda alla S. V. affinché li autorizzi a dividere equamente il ricavato della vendita dei bozzoli dei bachi da seta prodotti dall’allevamento effettuato presso questa scuola media. L’incasso della vendita è stato di £ 5.455. Minerbe, 3/7/1969, Andreoni Giuseppe, Cosimi Ottorino, Mantovani Lina, Rossetto Francesco’. LA FESTA DEGLI ALBERI In data 18 novembre 1966, il Sindaco di Minerbe scrive al Preside della Scuola Media e al Direttore Didattico della Scuola Elementare di Minerbe e per conoscenza sia al Corpo Forestale dello Stato che alla Onorevole Prefettura di Verona la seguente nota prot. n. 4307, avente come oggetto Celebrazione della festa degli alberi: ‘Con riferimento alla festa degli alberi, essendo praticamente impossibile organizzarne la celebrazione per il 21 novembre e giorni immediatamente successivi, quest’amministrazione è dell’avviso di effettuarla il 21 marzo 1967. Con tale rinvio, a prescindere dall’attuale inclemenza della stagione, si può tempestivamente predisporre l’ordinazione delle piantine da porre a dimora, il terreno da destinare alla piantagione, ed un programma di canti ed inni degli alunni tale da dare alla cerimonia l’importanza che merita. Doverosi ossequi. Il Sindaco Leonello Bertoldi. Tante le altre note simili rinvenibili nella documentazione agli atti, da cui si può desumere come la celebrazione della Festa degli alberi fosse una sentita e condivisa tradizione tra Amministrazione Comunale e Scuola. UN ALBERO PER IL PROF. GASPARINI L’albero oltre a costituire un elemento fondamentale dell’ambiente è importante per gli innumerevoli significati che può veicolare. L’albero, infatti, può essere assunto a metafora della stessa vita. Come l’uomo, infatti, è dotato di radici (il contesto in cui si vive) e di foglie (le ali) che possono rappresentare le tensioni e gli aneliti al progresso e allo sviluppo sociale, ma anche la vita stessa che continua a trasformarsi in un ciclo continuo. Può anche rappresentare continuità e ricordi ed essere assunto quindi a simbolo di protezione (ombra) e riparo, a insegnamento che resta e che orienta ai valori e soprattutto al rispetto dell’ambiente in generale, delle persone, degli animali, delle cose… in altre parole può essere assunto quale simbolo a baluardo e difesa del creato in generale. 52 A maggior ragione l’albero può rappresentare la funzione educativa della scuola e dell’insegnamento dove le radici servono per dare l’energia necessaria agli studenti affinché possano crescere e vivere stabili, forti e integrati nell’ambiente familiare e sociale che li circonda. Ali affinché possano crescere ed essere autonomi e liberi, per volare in alto, attratti dalla luce e dal sole, nel cielo della piena autonomia e della realizzazione personale e quindi nell’incontro e nel confronto con gli altri e nel futuro che doneranno a loro stessi e al mondo. Tutti devono impegnarsi per poter essere queste radici per i giovani e in particolare la scuola, il territorio e la famiglia stessa. Ma soprattutto la scuola perché il sapere è il patrimonio al quale i giovani non possono e non devono rinunciare. Un albero, piantato in occasione della celebrazione della ricorrenza dei cinquant’anni di storia della scuola media italiana, nel giardino antistante la scuola, un ligustrum japonicum, alto e dritto verso il cielo, a ricordo della funzione educativa espressa dal prof. Stefano Gasparini, docente di Matematica, nella scuola media di Minerbe dal 10 settembre 1981 al 31 agosto 2012 sta a significare tutto questo. 53 ATTREZZATURE E SUSSIDI La partenza non deve essere stata facile: la nuova scuola media unificata non solo non disponeva di un edificio dedicato (era ospitata presso la scuola elementare), ma soprattutto era tutta da ‘impiantare’ nel senso che al suo crescere, occorreva via via dotarla di banchi, armadi, sedie, scaffali, lavagne, macchine per gli uffici e soprattutto sussidi e attrezzature varie. Da questo punto di vista, la documentazione agli atti consente di rilevare che ciò è avvenuto attraverso tre vie: con l’invio diretto da parte del Provveditorato di sussidi e strumenti tecno-didattici attraverso l’intervento del comune di Minerbe che ha contribuito a dotare la scuola di quanto necessario, sollecitato in tal senso dal Preside da parte della scuola stessa attraverso richieste di contributo agli istituti di credito del paese Gli interventi del Provveditorato Le prime comunicazioni alla nuova scuola di Minerbe delle dotazioni strumentali disposte dal Provveditorato agli studi di Verona sono datate 10 ottobre 1961 e riportano tutte il numero di protocollo 5655/… seguito da vari numeri che le differenziano tra di loro. Si tratta di note intestate direttamente alle Ditte prescelte per la fornitura delle attrezzature cui viene affidato il compito di farle pervenire direttamente alle singole scuole destinatarie alle quali la comunicazione viene inviata per conoscenza. La nota provveditoriale che comunica alla scuola di avviamento di Minerbe la fornitura di una bilancia didattica completa di pesi e doppio cilindro riporta, infatti, la data del 10 ottobre 1961 e il numero di protocollo 5655/33 ed è indirizzata alla Ditta Officine Galileo di Milano alla quale il Provveditore scrive di ‘inviare il materiale in oggetto (Bilancia didattica completa di pesi e doppio cilindro) alle scuole indicate (tra cui la scuola di Minerbe) che sono pregate all’atto di ricevimento di accusare subito ricevuta a quest’ ufficio e di provvedere agli adempimenti che vengono prescritti con circolare a parte.’ Sempre in data 10 ottobre 1961, si susseguono molte altre note provveditoriali: - Per attrezzature tecnologiche audiovisive: la nota prot n. 5655/44 alla Ditta Alfa Tecnica di Roma, e p. c. alle scuole destinatarie, tra cui la scuola di Minerbe, con cui si comunica di inviare una serie di cinque filmine a colori; la nota prot. n. 5655/42 che assegna la fornitura di un proiettore per filmine e diapositive (ditta Bemporad Firenze); la nota prot. n. 5655/25 che assegna un giradischi mod. ‘Lesaphon 50 B’ (Ditta Lesa Milano); l a nota prot. n. 5655/41 che assegna 10 filmine fisse a colori e in bianco e nero (ditta Bemporad Firenze); la nota prot. n. 5655/27 con cui si comunica la fornitura di un proiettore cinematografico sonoro, a passo ridotto, 16 mm. Mod. ‘micron 25 B’ (ditta Microtecnica Torino); la nota prot. n 5655/26 che fornisce un registratore a nastro magnetico mod. Renas A 2 completo di microfono e cavi (ditta Lesa Milano); la nota prot. n. 5655/28 che fornisce una serie di dieci dischi didattici di letture poetiche con album (Casa editrice RADAR Padova); 54 - Per strumenti musicali: la nota prot. 5655/30 che assegna una Pianola elettrica a 61 tasti a tre registri mod. camping (ditta RADAR Padova); - Per materiali scientifico-matematici: la nota prot. 5655/35 alla società L.I.G.P. di Roma con cui si comunica di inviare alla scuola di Minerbe, una serie di dieci solidi geometrici in plastica trasparenti di cui quattro scomponibili; la nota prot. n. 5655/39 con cui si comunica alla Ditta Amatori di Roma di inviare alla scuola di Minerbe una serie di 50 vetrini per microscopia (ditta Amatori Roma); la nota prot. n. 5655/40 che destina una serie di quattro strumenti per microscopia (lente, ago di sezione, pinza e forbice) (ditta Amatori Roma); la nota prot. n. 5655/32 con cui si assegna la fornitura di un microscopio didattico con due oculari (Officine Galileo Milano); la nota prot. n. 6555/38 che destina alla scuola di Minerbe la fornitura di un termometro maxmin con calamita (Ditta Amatori Roma); la nota prot. n. 5655/37 che assegna la fornitura di un termometro a tre scale R.C. F. (ditta Amatori Roma); la nota prot. n. 5655/22 con cui si assegnano una serie di quattro plastici murali del corpo umano (cm. 70 x 100) (ditta Rico Firenze); la nota prot. n. 5655/23 con cui si assegnano quattro plastici murali di botanica (cm. 70 x 100) (ditta Rico Firenze); la nota prot. n. 5655 del 16 gennaio 1962 con la quale alla scuola di Minerbe arriva la comunicazione della fornitura di attrezzatura tecnica didattica di preparati microscopici (serie di 10 preparati in scatola) (Ditta Paravia Torino). 55 - Per materiali storico-geografici: la nota prot. n. 5655/9 con cui si fornisce alla scuola di Minerbe una carta dell’impero romano (cm. 190 x 140) (ditta De Agostini); la nota prot. n. 5655/5 che fornisce una Carta dell’Europa 1492 (145 x 125) (Paravia Torino); la nota prot. n. 5655/17 che fornisce una Carta delle civiltà dell’antico Oriente ( ditta Vallardi Milano); la nota prot. n. 5655/18 che assegna una Carta dell’Europa 1812-1815 (Vallardi Milano); la nota prot. n 5655/19 che assegna una carta dell’Italia 1815.1819 (ditta Vallardi Milano); la nota prot. n. 5655/1 che fornisce una Carta dei Grandi Viaggi d’esplorazione (100 x 140) (Paravia Torino); la nota 5655/13 che fornisce una carta dell’Africa fisico-politica (138 x 190) (ditta De Agostini); la nota prot. n 5655/11 che assegna la fornitura di una carta dell’Europa fisico-politica (210 x 186) (ditta De Agostini); la nota prot. n. 5655/3 che fornisce una Carta dell’Europa politica ( 120 x 2010) (Paravia Torino); la nota prot. n. 5655/14 che assegna la fornitura di una carta dell’America settentrionale fisicopolitica (138 x 190) (ditta De Agostini); la nota prot. n. 5655/12 che assegna una carta dell’Asia fisico-politica (214 x 170) (ditta De Agostini); la nota prot.n. 5655/15 che fornisce una carta dell’Italia fisico-politica (180 x 215) (ditta De Agostini); la nota prot. n. 5655/21 che comunica la fornitura di un plastico murale della regione di residenza (Veneto) (Ditta Rico Firenze); la nota prot. n. 5655/2 che fornisce una carta dell’Italia politica (120 x 210) (Paravia Torino); la nota prot. n. 5655/15 che assegna una carta dell’America meridionale fisico-politica (138 x 190) (ditta De Agostini); la nota prot. n 5655/16 con cui si fornisce una carta dell’Oceania fisico-politica (175 x 200) (ditta De Agostini); la nota prot. n. 5655/8 con cui si fornisce un Globo terrestre luminoso, in plastica, fisco-politico del diametro di cm. 42,5 (Istituto De Agostini); la nota prot. n. 5655/7 che fornisce una bussola con la rosa dei venti (ditta Paravia Torino); - Per materiali tecnologici: la nota prot. n. 5655/34 che comunica l’invio di un cofano con attrezzi per la lavorazione del ferro, del legno,..(Ditta F.lli Borra Roma); la nota prot. n. 5655/6 che assegna una serie di quattro strumenti per lavagna (riga, squadra, compasso, rapportatore) (ditta Paravia Torino); - Per materiali artistici: la nota prot. n 5655/20 che assegna una Carta degli stili architettonici ( ditta Vallardi Milano) Ed ancora la nota prot. n 5655/45 del 14 ottobre 1961 con cui il Provveditore comunica alla scuola di Minerbe l’invio di un pacco con circa 115 volumi vari per le biblioteche scolastiche (Ditta Ente Nazionale Biblioteche Popolari e Scolastiche di Roma). Verso la fine dell’anno scolastico, e precisamente da febbraio a maggio 1962, si susseguono, da parte del preside, varie comunicazioni al Provveditore di riscontro dell’arrivo dei vari materiali, della loro integrità e buon funzionamento (a seguito di specifico collaudo) nonché la loro presa in carico negli appositi registri inventariali. 56 Si può così dire che nel giro di poco più di un anno, grazie alle assegnazioni strumentali disposte sia pure in modo centralizzato e verticistico dal Provveditorato, la scuola di Minerbe è venuta ad acquisire tutte le più moderne strumentazioni per articolare una didattica innovativa e attiva in ogni settore disciplinare. Verbali di collaudo e relativi costi delle attrezzature tecnico-strumentali assegnate In data 9 maggio 1962, alle ore dieci, presso una sala della scuola media di Minerbe si riunisce la Commissione incaricata di procedere al collaudo dei materiali e delle attrezzature pervenute a seguito degli ordinativi emessi dal Provveditorato agli studi di Verona con nota n. 5655 dell’ottobre 1961 costituita dal Preside, Amelio Rizzini e dai professori Carrara Ruggero di educazione tecnica e Soave Giobatta di educazione musicale. Il verbale, redatto al termine della riunione, riporta che la commissione ha controllato minutamente in ogni parte le varie attrezzature e ne ha constatato il buon funzionamento ritenendole collaudate. Vengono quindi riportate in dettaglio le singole attrezzature e relativi costi: Giradischi mod. Lesaphon, Lesa Milano , £ 14.000 Registratore a nastro magnetico, mod. Renas A 2, Lesa Milano, £ 41.000 10 dischi didattici, Radar, Milano, £ 5.000 Pianola elettrica a 61 tasti e tre registri, mod. Camping, Radar, Padova, £ 37.700 Apparecchio radio a mod. di frequenza, serie Anie, Radiomarelli, Milano, £ 16.000 Proiettore per filmine e diapositive, Bemporad, Firenze, £ 13.000 Microscopio didattico con due oculari, off. Galileo, Milano, £ 36.000 Proiettore cinematografico sonoro, 16 mm. mod. Micron 25 B, Microtecnica, Roma, £ 198.000 Cofano con attrezzi per lavorazione ferro, legno,… F.lli Borra, Roma, £ 82.050 Termometro a tre scale R.C.F., ditta Amatori, Roma, £ 890 Termometro mx-min con calamita, Amatori, Roma, £ 1500 Serie di quattro strumenti per microscopio Amatori, Roma, £ 6.000 Gli interventi del Comune La prima richiesta della scuola al Comune di Minerbe riporta la data dell’1 febbraio 1962. In essa il preside, prof. Amelio Rizzini, scrive al Signor Sindaco per richiedere la fornitura del seguente materiale: ‘10 vasi di terracotta, 1 foglio di compensato dello spessore di mm.4, qualche foglio di cartone con spessore di 1,5 mm., dei listelli o tavole di abete dello spessore di 7mm., qualche paio di forbici e un paio per tagliare il cartone, qualche boccetta di gomma liquida, una macchina da cucire (meglio se a noleggio), un ferro da stiro. Dato il modesto costo degli oggetti indicati ritengo che la presente richiesta sia esaudita con urgenza. Ringrazio ed ossequio.’ Il Sindaco in data 12 febbraio 1962 risponde: ‘In esito alla richiesta ho il pregio di assicurare che quest’Amministrazione autorizza l’esecuzione di piccole spese per un massimo di £ 20.000 (ventimila) con esclusione di eventuali spese per la macchina da cucire. Resta inteso che le forniture commissionate da codesta onorevole presidenza, saranno liquidate direttamente da questa giunta municipale. Distinti ossequi, Il sindaco Bertodi Leonello. A parte la macchina da cucire, la risposta del Comune alla richiesta della scuola si dimostra, sin dagli inizi, sempre tempestiva e adeguata. Così anche per tutte le successive richieste sia di arredo sia di materiali. 57 Le richieste della scuola alle Banche La documentazione agli atti consente di rilevare che la scuola non ha trascurato neppure la via del reperimento autonomo di risorse con domande alle banche locali. Le domande si susseguono negli anni. Il 3 febbraio 1962 è il preside Rizzini che scrive sia alla Cassa di risparmio sia alla Banca mutua popolare di Minerbe. In particolare si rivolge ai Direttori delle due banche con la seguente lettera: ‘ Come probabilmente sarà noto alla S.V. si è aperta quest’anno a Minerbe una Scuola Media unificata con tre classi prime. Al funzionamento della scuola, per quel che riguarda aule e professori, provvedono il Comune e lo Stato. Ma la scuola non è fatta soltanto di aule e professori; occorrono libri per la Biblioteca alunni, carte geografiche, materiale per le esercitazioni pratiche, che per questo tipo di scuola sono interessanti e assai educative, qualche sussidio ad alunni poveri e meritevoli ecc. ecc. Per i sussidi didattici qualche cosa fa lo stato, ma è ancora troppo poco. Non possiamo rivolgerci alle famiglie degli alunni come fanno gli istituti della città, perché di condizioni economiche modeste. Mi permetto perciò di rivolgermi alla Banca da Lei diretta e di cui sono note in Provincia la serietà e la generosità, onde avere un contributo per poter fare fronte alle necessità più urgenti della vita della Scuola che, riteniamo, onori il comune di Minerbe. Il 2 dicembre 1964 è il preside Bicego che scrive al direttore di entrambe le Banche la seguente lettera: ‘La scuola media di Minerbe è entrata al quarto anno di vita; aperta nell’ottobre del 1961 con 42 alunni, ospita oggi 249 studenti. La crescita meravigliosa della scuola è onore e vanto del Comune che l’ha voluta. Ma col numero degli alunni sono cresciuti i bisogni della scuola, soprattutto per quel che riguarda i sussidi didattici e l’assistenza. La cassa scolastica è vuota! Mi rivolgo con fiducia, signor Direttore, alla sua personale sensibilità, perché veda di farci giungere, se possibile, a mezzo dell’Ente da lei presieduto, un aiuto concreto per gli scopi sopraccennati. Ringrazio con stima.’ Seguono altre richieste anche negli anni successivi; quanto al loro riscontro risulta che in data 5 maggio 1965 il Direttore della Cassa di Risparmio ha emesso un assegno circolare di £ 20.000 quale contributo ai bisogni di attrezzature didattiche della scuola media. Di diecimila lire sembra invece essere il contributo elargito dalla Banca mutua alla scuola media nel 1964, stando all’annotazione a matita presente nella domanda inviata. La macchina per cucire In data 24 febbraio 1962 il Provveditore agli studi di Verona con nota prot. n. 1425 avente per oggetto ‘Dotazione in denaro per l’acquisto di materiale didattico e materiale di consumo per l’anno scolastico 1961-1962’, scrive al Preside della scuola d’avviamento di Minerbe per comunicare l’assegnazione di £ 130.000. In particolare nella comunicazione si precisa che il preside dovrà provvedere all’acquisto del materiale nei limiti della somma assegnata trasmettendo al Provveditorato le regolari fatture munite di visto, dello scontrino di carico in inventario del materiale didattico acquistato e del verbale di collaudo. Sulle fatture stesse dovrà essere indicato il numero del c/corrente postale della ditta, oppure le generalità della persona incaricata a rilasciare quietanza. Sulle fatture non dovrà essere corrisposta né l’ige né la tassa di quietanza e dovranno pervenire entro e non oltre il 30 aprile. 58 La somma assegnata consente finalmente alla scuola di provvedere all’acquisto della tanto desiderata macchina per cucire precedentemente richiesta anche al Comune. La macchina viene acquistata dalla Ditta Borletti, presso il negozio di Verona, in via Corso Portoni Borsari n. 18 ed ha le seguenti caratteristiche: Testa 1100 V. 220, matricola 23821 su tavolo B (prezzo speciale per scuole e Istituti). Costa £ 93.000. Il verbale di collaudo riporta la data del 27 aprile 1962 e la Commissione risulta costituita dal Preside, prof. Amelio Rizzini, dal prof. Ruggero Carrara di educazione tecnica e dalla prof.ssa Germana Paganotto di economia domestica. Nel verbale si precisa che la macchina per cucire è stata acquistata dalla scuola con i fondi messi a disposizione dal provveditorato agli studi di Verona con nota prot. n. 1425 del 24.02.1962 e che la commissione in contradditorio con un rappresentante della ditta Borletti ha controllato minutamente in ogni sua parte la macchina per cucire e ne ha constatato il buon funzionamento ritenendola pertanto collaudata. La macchina per cucire, acquistata dalla scuola nel 1962 è attualmente collocata nell’archivio assieme ai numerosi altri strumenti sopra elencati. Vi giacciono impolverati e inutilizzati da anni. Non si sa se siano ancora funzionati, ma, di fatto, attirano l’attenzione di tutti quelli che per motivi vari si recano in tale ambiente. Non hanno una collocazione adeguata perché servirebbero vetrine e scaffali adeguati su cui esporli, togliendoli da dove si trovano e consentendone una visione pubblica a riscontro dell’evoluzione scientifica intervenuta negli anni in ogni settore e soprattutto in quello tecnologico e multimediale. In un periodo in cui la cultura materiale viene sempre meno, conoscerli, esporli e capirne il funzionamento e nel caso imparare anche a riutilizzarli, non sarebbe una cosa inutile. Oggi come oggi, infatti, è sempre più difficile trovare ragazze che sappiano attaccare un bottone, fare un orlo, e ragazzi che sappiano aggiustare la bicicletta, riparare una gomma, sistemare una maniglia, mettere a posto un rubinetto che perde,.. Chiaramente sono cambiati i tempi e i contesti di vita e questo necessariamente ha modificato gli stili di vita. Ed ecco così che non sanno allacciarsi le scarpe, fare un’asola, bere dal bicchiere ed essere autonomi. Non è colpa loro s’intende, ma è così. Perdere, oggi come oggi, questo tipo d’intelligenza pratico-manuale può rivelarsi pertanto una cosa seria. 59 L’intelligenza del fare consente, infatti, di acquistare nuove dimensioni cognitive (spazialità, profondità, misura, prospettiva, immagini mentali delle cose, …) in grado di arricchire la persona e aumentarne le abilità e le competenze. Nella scuola di base purtroppo si è persa di vista questa prospettiva educativa. Soprattutto nella scuola secondaria di I grado “Tecnologia” non ha più niente a che fare con la manualità e con l’intelligenza pratica. È diventata un insegnamento i cui contenuti sono costituti da “conoscenze di” più che da “conoscenze da”. Conoscenze di materiali, fasi, procedure,… più che conoscenze derivanti dal fare, dall’applicare, dal costruire,… Ben venga quindi la possibilità di far sperimentare ai ragazzi l’avventura della creazione di un oggetto, di una cosa che possano sentire come propria, quale frutto del loro lavoro. Una sfida da accogliere L’idea che si lancia è quella di trovare il modo di recuperare, dallo scantinato della scuola, attrezzature in disuso da tempo e dare loro visibilità, attenzione conoscenza. Vi giacciono ormai da anni e sarebbe giusto riportarle alla luce per diversi motivi. Innanzi tutto per evitare il pericolo che chi non ha attenzione, cura e sensibilità per le cose in generale e non ne capisce la storia e la funzione per l’affermarsi sempre più della cultura dell’ “usa e getta”, se ne disfi destinandole alla discarica. E quindi dare loro rilievo e nuova visibilità potrebbe portare le persone a pensare che forse non sono cose proprio da buttare, salvaguardandole così da questo potenziale pericolo. Ma l’intendimento non è solo questo. Accanto all’esigenza di conservarle per poterle consegnare al futuro, occorrerebbe trovare anche il modo di metterle in mostra, così che sia facile vederle, conoscerne la funzione e l’utilizzo, il contesto temporale di riferimento, l’evoluzione tecnologica che ne è scaturita,.. Si tratta di sussidi didattici e di attrezzature tecniche utilizzate a scuola molti anni fa, di cui non c’è più memoria. Risulterà quasi impossibile credere che si utilizzassero giradischi e registratori simili, che si vedessero filmine fisse con appositi proiettori e che per la proiezione di film si avesse bisogno di macchine così ingombranti. Eppure è tutto vero e, da quelle macchine, la tecnologia ha fatto progressi da gigante che può essere utile conoscere e mettere a confronto con le versioni attuali. Mettere in mostra tali sussidi può inoltre essere utile a dare l’idea, a chi vive nella scuola e a chi vi entra, di come la scuola e l’insegnamento sia profondamente cambiato, ma anche come si sia mantenuta l’esigenza di fondo di interessare gli studenti con un’adeguata metodologia in grado di sostenere e mantenere vivo il loro l’interesse. Fare lezione teoriche di storia, di geografia, di scienze, di arte,…è altra cosa dal mostrare immagini di eroi, guerrieri, battaglie,.. parlare di città, monumenti, di opere d’arte e musei è altra cosa dal poterli vedere e osservare attraverso diapositive, filmati,.. Nella loro tecnica primordiale le attrezzature che s’intendono “riportare alla luce” come del resto anche la loro versione moderna (PC, LIM, I-Pad,..) soddisfano questa esigenza. L’occasione della ricorrenza dei primi 50 anni della scuola media unificata dovrebbe servire anche a questo: a recuperare quei sussidi e al contempo la storia stessa della scuola per sottolinearne l’insostituibile ruolo che ha svolto e continua a svolgere come “collante culturale” di questo nostro Paese. A noi piace pensare che con questa macchina per cucire, come del resto con la cassetta degli attrezzi, arrivata a scuola con tutto il necessario per lavorare il ferro e il legno, a tanti alunni si sia provato a insegnare un ‘mestiere’ e appassionarli al "fare", impiegando le loro infinite potenzialità, magari sommerse e sconosciute. 60 Ma soprattutto ci piace pensare che tanti insegnanti siano riusciti a valorizzare la loro creatività e abbiano formato discenti volitivi, tenaci, curiosi, indipendenti, disposti a un ragionevole rischio, di chiara identità, di precisi obiettivi, versatili, flessibili, sensibili verso il bello. Insegnanti di cui oggi purtroppo si è persa traccia, ma che esistono ancora in alcune scuole per cui ricordarne l’esperienza può risultare un’opportunità imperdibile. L’INSEGNAMENTO DELLE LINGUE STRANIERE La scuola media di Minerbe parte con l’insegnamento del francese, lingua a quei tempi in assoluto più insegnata nelle scuole della provincia. L’insegnamento della lingua Inglese comincia ad attuarsi nell’a. s. 1971-72 in due classi prime e precisamente nella sez. E e nella sez. F. In questo periodo il preside è il prof. Zaffuto. L’anno seguente pertanto, l’Inglese è insegnato in una classe prima (sez. E) e in due seconde (sez. E e sez. F), nell’anno successivo in tutto il corso E, nella prima, nella seconda e nella terza E in quanto viene soppressa la terza F. In relazione alle scelte delle famiglie per tale tipologia di tempo scolastico, ogni anno, nella scuola di Minerbe, prendono avvio una o al massimo due classi prime con l’insegnamento dell’inglese. E questo fino agli anni ottanta. Negli anni novanta la scuola media di Minerbe aderisce all’opportunità prevista dal D. M. 6678 del 26.04.1991, e avvia la sperimentazione dell’insegnamento della doppia lingua straniera (francese e inglese), bene accolta dalle famiglie con l’adesione totale di tutte le classi. Infine, con l’attuazione del bilinguismo nella scuola secondaria di I grado, a seguito della legge n. 53 del 28/03/2003 (Riforma Moratti) e del D. lgs. n. 59 del 19/02/2004, dall'anno scolastico 2004/2005, viene generalizzato l'insegnamento di queste due lingue comunitarie e precisamente Inglese e Francese, con modifiche sul piano orario, rispetto alla precedente sperimentazione che prevedeva 3 ore settimanali d’insegnamento per entrambe. La prima lingua viene, infatti, a essere l’inglese che conserva quindi un orario settimanale di tre ore; la seconda lingua comunitaria viene invece a essere il francese con un insegnamento settimanale di due ore. Dall’anno scolastico 2009-2010, la scuola media di Minerbe riesce ad ottenere il cambio della seconda lingua comunitaria e le tre classi prime partono con il tedesco che andrà a regime nei due anni successivi. Questa in sintesi l’evoluzione dell’insegnamento delle lingue straniere nella scuola media di Minerbe nel corso dei primi cinquant’anni: anno 1961-62 1971-72 1972-73 1973-74 1981-82 1982-83 1983-84 1984-85 Lingua/e straniera/e Francese in tutte le classi Francese nelle classi dei corsi A-D Inglese nella classe I E e I F Francese nei corsi A-D Inglese nelle classi I E- II E e II F Francese nei corsi A-D Inglese nelle classi I E- II E - III E Francese nelle classi dei corsi A-D Inglese nella classe I E Francese nelle classi dei corsi A-D Inglese nelle classi I E e II E Francese nelle classi dei corsi A-D Inglese nelle classi I E - II E- III E Francese nelle classi dei corsi A-D Inglese nelle classi II E e III E 61 1985-85 1985-86 1986-87 1987-88 1988-89 1989-90 1990-91 1991-92 1992-92 1993-94 e segg. 2009-10 2010-11 2011-12 Francese nelle classi dei corsi A-D Inglese nella classe III E Francese in tutte le classi Francese in tutte le classi tranne che nella I D a tempo prolungato dove si attua l’insegnamento dell’Inglese Francese in tutte le classi tranne che nella I D e II D a tempo prolungato dove si attua l’insegnamento dell’Inglese Francese in tutte le classi tranne che nella I D - II D e III D a tempo prolungato dove si attua l’insegnamento dell’Inglese Francese in tutte le classi tranne che nella I D, II D e III D a tempo prolungato dove si attua l’insegnamento dell’Inglese Francese in tutte le classi tranne che nella II D e III D a tempo prolungato dove si attua l’insegnamento dell’Inglese (in quest’anno non ‘partono’ classi prime a tempo prolungato) Avvio della sperimentazione del bilinguismo (inglesefrancese) in tutte le classi prime della scuola I A- I B- I C Francese in tutte le classi seconde e terze, tranne che in III D a tempo prolungato dove si attua l’insegnamento dell’Inglese La sperimentazione del bilinguismo (inglese-francese) si estende nelle classi prime e seconde della scuola Solo Francese in tutte le classi terze Il bilinguismo va a regime e si attua l’insegnamento del Francese e dell’Inglese in tutte le classi della scuola Inglese in tutte le nove classi (3 prime, 3 seconde e 3 terze) Francese nelle tre classi seconde e nelle tre classi terze Parte l’insegnamento del Tedesco in tutte le tre classi prime Inglese in tutte le nove classi (3 prime, 3 seconde e 3 terze) Francese nelle tre classi terze Tedesco si estende alle tre classi prime e alle tre seconde Inglese in tutte le nove classi (3 prime, 3 seconde e 3 terze) Tedesco in tutte le nove classi (3 prime, 3 seconde e 3 terze) 62 IL TEMPO PROLUNGATO Dai registri dei Consigli di classe è stato possibile ricavare che questa tipologia di ordinamento scolastico che prevedeva un tempo scuola ‘lungo’ vale a dire di 36 ore settimanali con due rientri pomeridiani arricchito pertanto con ore ‘aggiuntive’ di Lettere, delle varie educazioni (musicale, artistica, fisica) e di lingua inglese con le quali attuare attività laboratoriali, è stato avviato nell’a. s. 1986-87 in una classe prima, nella sez. D. In tale classe inoltre si attua l’insegnamento della lingua Inglese. Il tempo prolungato si attuerà nel corso D fino all’anno scolastico 1991-92 quando anche la classe III D terminerà il percorso avviato tre anni prima. Dall’a. s. 1990-91, infatti, nella scuola media di Minerbe, non sono più ‘partite’ classi prime a tempo prolungato. Nell’a. s. 1991-92 parte però una nuova forma organizzativa connessa alla sperimentazione del bilinguismo cui aderiscono via via tutte le classi prime in entrata. Prevede un orario aggiuntivo di tre ore settimanali, con un rientro pomeridiano, per attuare l’insegnamento dell’inglese accanto al francese. Anche tale forma subisce nel tempo modifiche. A seguito della legge n. 53 del 28/03/2003 (Riforma Moratti) e del D. lgs. n. 59 del 19/02/2004, dall'anno scolastico 2004/2005, viene, infatti, generalizzato in tutte le scuole medie l'insegnamento di due lingue comunitarie, con modifiche sul piano orario, rispetto alla precedente sperimentazione che prevedeva 3 ore settimanali d’insegnamento per entrambe. La prima lingua viene a essere l’inglese che conserva quindi un orario settimanale di tre ore; la seconda lingua comunitaria viene invece a essere il francese con un insegnamento settimanale di due ore ed entrambe rientrano nell’orario settimanale ordinario delle trenta ore. Il tempo prolungato, sia pure nella nuova forma prevista dalla Riforma Gelmini (due ore aggiuntive settimanali di Italiano e di Matematica) tornerà però a essere attuato nella scuola secondaria di Minerbe a partire dall’ a. s. 2009-2010 (nella classe terza, sez. A e in una prima, sempre nella sez. A). Attualmente le classi a tempo prolungato sono quattro: due prime (sez. A e B), una seconda (sez. A) e una terza ( sez. A). PERICOLI SCAMPATI In data 14 dicembre 1994 si riunisce il Consiglio d’istituto della scuola media statale di Minerbe. Al quarto punto all’ordine del giorno è prevista la discussione dell’argomento ’Razionalizzazione della Rete scolastica’. Svolge le funzioni di Presidente, la sig.ra Luciana Gatti. Il Consiglio dà la parola al Preside, prof. Alfredo Passarin, che passa alla lettura del Documento Propositivo del Consiglio d’Istituto da inviare al Signor Provveditore agli studi di Verona, al Presidente del Consiglio Scolastico Provinciale e Distrettuale e ai Sindaci dei comuni di Minerbe, Bevilacqua e Roverchiara. Il Consiglio delibera inoltre di predisporre un modulo per la raccolta delle firme dei genitori degli alunni che sarà effettuata da parte dei rappresentanti dei genitori (dal Verbale del Consiglio d’Istituto n. 23 del 14.12.1994). 63 Due mesi dopo, in data 27 febbraio 1995, il Consiglio d’Istituto si ritrova ancora a discutere di Razionalizzazione della Rete scolastica, in quanto la situazione non si è ancora chiarita. Al punto 11 della seduta è, infatti, posto l’argomento ‘Razionalizzazione scolastica’. Il Consiglio viene, infatti, informato, in modo quasi ufficiale, ‘dell’accorpamento della scuola media di Minerbe a quella di Porto. Il Provveditore ha preso questa decisione e manca solo l’approvazione del Ministro della P.I. Il Consiglio d’Istituto decide di inviare una lettera a sostegno dell’autonomia della scuola media di Minerbe al Consiglio Scolastico Provinciale e Distrettuale, ai Presidi interessati, ai Sindaci dei Comuni coinvolti e al Provveditore. La lettera viene redatta e approvata all’unanimità (dal Verbale n.24 del Consiglio d’Istituto del 27.02.1995)’. Gli appelli hanno esito positivo e alla fine la soluzione viene trovata con l’aggregazione della scuola media di Roverchiara alla scuola media di Minerbe che pertanto a partire da quest’anno scolastico (1995-1996) si stacca da quella di Oppeano. Il pericolo della perdita della presidenza e della segreteria, presso la scuola media di Minerbe, per il momento si allontana. Ma non passa molto tempo che si profila un’ulteriore minaccia di perdita dell’autonomia. Il pericolo ‘Razionalizzazione della Rete scolastica’, con tutto quello che comporta in termini di accorpamenti e tagli, si ripresenta, infatti, di lì a poco. In data 17.01.1996, il Consiglio d’istituto della scuola media di Minerbe, regolarmente riunito sotto la presidenza della sig.ra Isolani Loreta, con la presenza dei componenti - Cavallini Rosetta, vicepresidente, Passarin Alfredo, preside, Tarantino Pietro, Rossi Marta, Papi Caterina, Ghisellini Rina e Bolan Armando, in qualità di docenti, del bidello, Rossetto Francesco, dei signori Mattioli Giovanni, Veronese Franco, Lanzarotto M. Giovanna, Bazzoni Renata, genitori - si ritrova, infatti, a ridiscutere sull’ordine del giorno ‘Razionalizzazione della rete scolastica’. Ne consegue la delibera n. 38 del 17.01.1996 nella quale il Consiglio d’Istituto, ancora una volta, ‘Preso atto che sono state presentate delle proposte ai Consigli Scolastici Distrettuali e Provinciali che metterebbero in discussione l’autonomia della scuola Media di Minerbe, con sezione staccata di Roverchiara, ritiene opportuno attivare quegli strumenti propositivi che mettano in risalto la posizione degli operatori scolastici e dei rappresentanti eletti negli organismi Collegiali sulla questione sollevata. La Scuola media di Minerbe come dimostrano i dati relativi al numero degli alunni presenti nelle scuole elementari dei comuni di Minerbe, Bonavigo, Bevilacqua ha la possibilità di mantenere il numero attuale di classi per il prossimo quinquennio; unitamente alla sezione staccata di Roverchiara supera il limite minimo delle dodici classi previsto dall’attuale normativa per ospitare la sede di una presidenza. Gli amministratori dei comuni di provenienza degli allievi della sede centrale di Minerbe e della sezione staccata di Roverchiara hanno già manifestato la preferenza a che venga mantenuta la situazione del corrente anno scolastico Si sottolinea il fatto che la scuola media di Minerbe e di Roverchiara appartengono allo stesso distretto scolastico e che rimettere continuamente in discussione l’accorpamento tra queste due scuole può creare disorientamento nelle famiglie degli utenti di queste ultime. Vengono poste in risalto le altre motivazioni che consigliano di mantenere l’attuale situazione: l’appartenenza dei comuni di Minerbe e di Roverchiara alla stessa USL; l’attività di promozione culturale che la scuola media di Minerbe, con la sua presidenza può svolgere coinvolgendo i comuni limitrofi, l’attuazione di progetti di sperimentazione che hanno durata pluriennale l’essere punto di riferimento per la comunità ‘Il Cedro’ che ospita minori in età compresa nella fascia dell’obbligo scolastico la disponibilità di un edificio funzionale e ben collegato agli impianti sportivi nel comune di Minerbe’ 64 Si conviene inoltre di raccogliere le motivazioni sopra elencate in un unico documento che viene approvato all’unanimità dal Consiglio d’Istituto. Il documento sarà inviato al Provveditore agli studi di Verona, ai Presidenti dei Consigli scolastici Provinciali e Distrettuali, ai Sindaci dei comuni interessati (dal Verbale del Consiglio d’Istituto n. 3 del 17.01.1996). Alla delibera del Consiglio d’Istituto viene così allegato il Documento a sostegno dell’autonomia della scuola media di Minerbe con la sua sezione staccata di Roverchiara, che esprime il pensiero dei componenti il Consiglio stesso. In esso si afferma: - - - - - - - ‘In continuità di orientamento con quanto l'amministrazione del comune di Minerbe ha proposto negli anni scorsi, che il Consiglio d‘Istituto ha pienamente condiviso e che i genitori degli alunni della scuola media e delle classi quinte della scuola elementare hanno pienamente approvato attraverso una corposa raccolta di firme inviata al Provveditore agli studi di Verona per il tramite dell’Amministrazione Comunale di Minerbe, il Consiglio d’Istituto si pronuncia, con fermezza, per l'autonomia della Scuola Media di Minerbe con la sua sezione staccata di Roverchiara. Il comune di Roverchiara e il comune di Minerbe territorialmente appartengono alla stessa Unità Sanitaria Locale n°21 e allo stesso Distretto Scolastico n° 55 di Legnago. Da un’indagine fatta presso la Direzione Didattica di Minerbe il n° di alunni, frequentanti i plessi da lei dipendenti (dalla prima alla quinta elementare), è più che sufficiente per assicurare nei prossimi anni scolastici l'attuale, numero di classi della scuola media di Minerbe, senza quindi ulteriori diminuzioni bensì in una prospettiva di stabilità. Sommando le classi della Scuola Media di Minerbe con quelle della Scuola Media di Roverchiara, si ottiene un totale di 15 classi, stabile nel prossimo quinquennio, che numericamente è molto superiore alle 12 richieste dal D. Lgs. 16.4.94, n°297 per mantenere autonoma una scuola media. Alla sede di Minerbe affluiscono alunni provenienti da un vasto territorio che comprende oltre il comune di Minerbe anche i comuni di Bonavigo e Bevilacqua; entrambi privi di una struttura scolastica trovano nella Scuola Media di Minerbe un sicuro punto di riferimento della loro popolazione scolastica. L’estensione del territorio che comprende più comuni abbisogna di una struttura scolastica autonoma che faccia della presidenza anche un centro di promozione culturale, rivolto alle famiglie degli alunni ed a tutta la popolazione presente nella zona a prevalente insediamento agricolo e comunque omogeneo per situazione socioeconomica. Nel Comune di Minerbe è presente la Comunità Il Cedro, centro specializzato e riconosciuto dall’USL e dal Tribunale dei Minori per l’accoglimento e l’affidamento di minori. Tutti gli alunni che sono ospitati nella Comunità sopracitata e che rientrano nella fascia dell’obbligo frequentano la Scola Media di Minerbe, trovando nella presidenza un sicuro, immediato, quotidiano e costante punto di riferimento per portare avanti il processo di integrazione e inserimento scolastico e sociale di ragazzi che oltre al venire meno della famiglia in alcuni casi presentano anche situazione di handicap. Il Consiglio d'Istituto nelle sue componenti vuole porre in risalto come questa scuola si è fatta promotrice al di là dei normali programmi didattici, di varie iniziative e dal 26.04.1991 con DD.MM. 6678/2A/PS della sperimentazione della doppia lingua straniera (francese e inglese), bene accolta dalle famiglie con l’adesione totale di tutte le classi e il progetto di prevenzione e recupero degli insuccessi formativi, di supporto psicopedagogico e orientamento scolastico (D.I. 132 del 15.4.94 – “dispersione scolastica”) Altro punto da sottolineare è la consistenza dell'edificio scolastico, che risalta nel paese per importanza, gradevolezza estetica e modernità. Il complesso è organizzato strutturalmente e dal punto di vista dei servizi anche esterni (adiacente ad esso ci sono tutte le strutture sportive del paese), in modo da definirsi ottimale. Dotato di capienza, funzionalità e di ogni requisito per essere sede di Presidenza e Segreteria, non può essere relegato al ruolo secondario di succursale. Il Consiglio d'Istituto vuole infine sottolineare quanto mai opportuna sia la presenza nell'ambito della scuola del Preside, ove egli svolge un ruolo di controllo reale ed immediato per quanto attiene al buon funzionamento della vita scolastica nel suoi molteplici aspetti, nonché dell'ufficio di segreteria per un rapido e puntuale disbrigo delle richieste burocratico-amministrative (diplomi, certificati, attestati, ecc. ) della popolazione dei comuni di Minerbe, Bonavigo, Bevilacqua e Roverchiara. Sulla base di quanto sopra esposto, nel sottoscrivere all'unanimità, il presente documento, questo Consiglio di Istituto conferma la propria decisa posizione a difesa del ruolo primario della scuola con il mantenimento della Presidenza e della Segreteria nella sede di Minerbe con la sua sezione staccata di Roverchiara; respingendo fermamente altre proposte che vorrebbero Minerbe come sezione staccata della Scuola Media "Cavalcaselle" di Legnago e la sezione staccata di Roverchiara aggregata alla Scuola Media di Oppeano dipendente da altro distretto scolastico ( n° 41 di Zevio). Il Presidente del consiglio, Isolani Loreta 65 LA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO DI MINERBE NEL TEMPO Il funzionamento della scuola media di Minerbe, come si è potuto riscontrare, si ha a partire dall’anno scolastico 1961/1962 subito dopo l’Istituzione della Scuola Media Unificata approvata dal Parlamento italiano nel 1962. L’introduzione della “scuola media unica” e obbligatoria sino ai 14 anni di età favorì, infatti, la graduale immissione nella scuola secondaria di I grado degli alunni economicamente più svantaggiati. Si avviava così quel processo di “scolarizzazione di massa” che ha fatto sì che anche a Minerbe fosse istituita la cosiddetta “scuola media unica” e che un sempre maggior numero di studenti vi si iscrivessero per continuare gli studi, non solo dopo la scuola elementare ma anche ben oltre fino alla secondaria e all’università e ciò grazie anche alle mutate condizioni economiche conseguenti allo sviluppo industriale del dopo guerra e alla correlata crescita demografica. Nel primo anno di apertura della scuola media risultano funzionanti tre classi prime. Nell’a. s. 1962/1963, funzionano 4 classi prime e due classi seconde. Gli studenti di classe prima in tutto sono 95, quelli di seconda sono 45 per un totale di 140 studenti. L’anno successivo funzionano 4 classi prime, 4 seconde e 2 terze e in tutto gli studenti sono rispettivamente 97, 76, 41 per un totale di 214. In questi anni fino al 1967/1968 il preside è il prof. Bicego Gaetano. Questo numero di classi: 4 prime, 4 seconde e 3 terze resta sempre tale anche negli anni successivi sia durante la presidenza del prof. Oliviero Baldo, nell’anno scolastico 1967/1968, sia durante quella di Alfredo Galipò, nell’anno scolastico 1968/’69. Nel 1969/1970 sotto la presidenza di Mario Visentin le classi passano a 12 in quanto anche le terze diventano quattro. Nel 1970/1971, con la presidenza del Prof. Raimondo Zaffuto, che guiderà la Scuola fino all’anno scolastico 1975/1976, le classi prime sono 5, le seconde e le terze sono invece 4, rispettivamente di 90, 80, 72 alunni per un totale di 242 alunni. Anche negli anni successivi il numero varia: nel 1971 si hanno 6 classi prime per un totale di 114 alunni in entrata, l’anno successivo le prime sono 5 per un totale di 108 alunni; sono di nuovo 6 nell’anno 1974/1975 per un totale di 149 alunni in ingresso; si hanno invece 5 prime nell’anno scolastico successivo, vale a dire nel 1975/’76 con 134 alunni. La popolazione scolastica complessiva, in questi primi anni di vita della scuola media di Minerbe, oscilla quindi intorno ai 250 alunni per diventare 321 nel 1974, 369 nel 1975, 392 nel 1976 con la preside Bruna Bigini che viene ad essere il massimo di popolazione scolastica riscontrato. Nell’anno scolastico 1977/1978 subentra il preside Giovanni Guidorizzi che guiderà la scuola media di Minerbe sino all’anno scolastico 1981/1982; in questi anni la popolazione scolastica comincia a scendere: nel 1977 gli studenti sono 365 e le classi 15 e quindi 5 per ogni anno di corso; nel 1978 gli studenti calano a 355; nel 1979 scendono a 337 e nel 1980 sono 311. L’anno successivo, nel 1981, diminuiscono ancora e passano a 310, ma è nell’anno 1982, con il preside Baldo Oliviero, che subentra a Guidorizzi, che il numero degli studenti scende a quota 284 e le classi passano a 14. Nell’anno scolastico 1983/1984 alla guida della scuola arriva la preside Agostina Cacciato Poletto, che resterà fino all’anno scolastico 1994/1995. In questi anni, e precisamente fino all’anno scolastico 1989/1990, il numero delle classi si colloca a 12 mentre gli studenti scendono ancora per attestarsi intorno ai 250. 66 E’ dall’anno successivo che gli studenti registrano un forte calo passando a poco più di 200 e le classi così scendono a 9, tre per ciascun anno. Alla graduale diminuzione della popolazione scolastica, che impone scelte di razionalizzazione del sistema, consegue una aggregazione, al centro organizzativo della scuola media di Minerbe, di altre scuole secondarie. E’ così che a partire dall’anno scolastico 1989/1990, la scuola secondaria di I grado di Bevilacqua passa dalla scuola media Frattini di Legnago, sotto la presidenza della scuola media di Minerbe. Le classi della scuola media di Bevilacqua, collocata in via Stazione, 14, in tutto sono tre per un totale di 51 alunni. Resterà sezione staccata della scuola media di Minerbe fino all’anno 1994/1995, ultimo anno di funzionamento. A partire dall’anno scolastico 1995/1996 alla scuola media di Minerbe viene però aggregata la scuola media di Roverchiara. Nella scuola media di Minerbe, nello stesso anno, si registra anche il cambio della presidenza in quanto alla sig.ra Agostina Cacciato Poletto subentra il Prof. Passarin Alfredo che resterà alla guida della scuola media fino all’istituzione del comprensivo che avviene a partire dall’anno scolastico 1999/2000. Scuola Media di Minerbe con sedi aggregate: evoluzione dati Alunni e Classi nel tempo a.s. 1961-62 1962-63 1963-64 1964-65 1965-66 1966-67 1967-68 1968-69 1969-70 1970-71 1971-72 1972-73 1973-74 1974-75 1975-76 1976-77 1977-78 1978-79 1979-80 1980-81 1981-82 1982-83 1983-84 1984-85 1985-86 1986-87 1987-88 1988-89 1989-90 1990-91 1991-92 1992-93 1993-94 1994-95 Minerbe al. cl. 64 3 145 6 207 9 243 10 253 11 242 12 240 12 249 11 247 12 250 13 273 15 292 14 321 15 355 15 369 15 392 17 365 15 355 15 337 16 311 15 310 15 284 14 273 14 255 13 252 12 243 12 255 13 263 13 252 13 210 11 185 10 171 9 189 9 197 9 Roverchiara al. cl. Bevilacqua al. cl. 51 41 43 40 28 16 3 3 3 3 2 1 67 1995-96 1996-97 1997-98 1998-99 1999-00 2000-01 2001-02 2002-03 2003-04 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 205 190 176 179 186 190 204 206 196 190 177 185 193 189 186 190 189 199 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 9 97 100 114 116 111 111 106 114 125 108 93 97 111 103 97 109 110 116 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 68 DUE TRADIZIONI CONSOLIDATE Nella scuola secondaria di I grado di Minerbe, come ricordano i genitori intervistati, un’esperienza risulta particolarmente gradita ed attesa ogni anno dagli studenti: i giochi sportivi del trofeo Berto Barbarani. Una giornata speciale tutta dedicata allo sport che, di anno in anno, si ripeteva con il coinvolgimento di tutti gli studenti in diverse gare cui seguiva la premiazione dei vincitori. IL TROFEO BERTO BARBARANI La targa ricordo Il punto di partenza alla ricerca d’archivio svolta per trovare le notizie concernenti la storia del “Trofeo B, Barbarani” è stato dato dalla lettura di una targa ricordo appesa in salone. Vi sta scritto: 25° anniversario1983-2008 “Trofeo Berto Barbarani” Assessorato allo sport Consulta dello Sport Dirigente Scolastico Si tratta di una targa apposta nel mese di maggio dell’anno scolastico 2007-2008, per celebrarne il 25° anniversario, che permette di far risalire gli inizi di tale manifestazione sportiva all’anno scolastico 1982-1983. Si sono pertanto reperiti i registri di classe di tale anno, il 1982-1983, che hanno consentito di rilevare quanto segue: 69 Le classi della scuola media di Minerbe in quell’anno erano 14 e precisamente 4 corsi completi (il corso A-B-C-D) più le prime due classi del corso E. A quel tempo l’educazione fisica veniva fatta per squadre: l’insegnante maschile seguiva i maschi di una classe mentre un’insegnante femminile, in contemporanea, seguiva le alunne femmine della stessa classe. L’insegnante maschile di quell’anno era il professor Malandrin, l’insegnante femminile la professoressa Vicentini Daniela. Le classi erano così costituite: Classi Prima Seconda Terza Totale alunni Corso A 19 16 alunni dato non reperito 35 Corso B 19 22 15 56 Corso C 20 20 23 63 Corso D 20 21 27 68 Corso E 20 20 / 40 In tutto gli studenti erano 262 cui sono da aggiungere gli alunni della classe III A il cui numero non è noto. I maschi, stando ai dati che si sono potuti rinvenire, erano in tutto 115, le femmine 123 cui sono da aggiungere maschi e femmine della terza A e della terza C, il cui numero non è stato possibile rilevare. La composizione delle classi con riguardo al numero dei maschi e delle femmine era infatti la seguente: Classi Prima Seconda Terza Totale alunni Corso A n° Maschi 9 5 ? 14 n° Fem. 10 11 ? 21 Corso B n° Maschi 11 8 9 28 n° Fem. 8 14 6 28 Corso C n° Maschi 11 14 ? 25 n° Fem. 9 6 ? 15 Corso D n° Maschi 10 5 13 28 n° Fem. 10 16 14 40 Corso E n° Maschi 12 8 / 20 n° Fem. 8 12 / 20 I registri riportano che, in quell’anno, era Preside della scuola il professor Oliviero Baldo ed ancora che la manifestazione sportiva, cui parteciparono tutte le classi, si tenne nella mattinata del 3 giugno presso il campo sportivo. Non si trova invece notizia sulle gare svolte né è dato rilevare se la manifestazione si chiamasse già “Trofeo Berto Barbarani” Una curiosità L’Istituto ha in dotazione una “pistola” che viene utilizzata proprio in occasione di tale manifestazione. Serve soprattutto per dare il via alla corsa veloce evitando o riducendo così le false partenze. Si tratta di una pistola modello Olimpic, calibro 380 - 9 mm. K, fabbricata dalla Bruni Srl di Milano, con una capacità di caricamento di 5 pallottole a salve. 70 È stata comperata dall’istituto comprensivo nel giugno del 2000 ed è stata pagata € 28,60. È uguale a un’altra pistola, ancora presente a scuola, precedentemente in dotazione alla scuola secondaria di Minerbe, guastatasi nel corso del tempo e quindi non più funzionante. Alcune delle medaglie utilizzate nelle varie manifestazioni Gli sport delle Gare del Trofeo Berto Barbarani: La corsa La staffetta Il salto Il salto in lungo Il salto in alto Il lancio del Vortex STORIA DEL TROFEO BERTO BARBARANI Il prof. Malandrin, artefice della nascita e dello sviluppo dei giochi sportivi, sollecitato in proposito, ne ricostruisce la storia. Da precisare che il prof. Gianfranco Malandrin è stato docente di educazione fisica nella scuola media di Minerbe dal primo ottobre 1969 ininterrottamente fino al 31 agosto 2002. Non si può parlare del “Trofeo” senza ricordare il contesto da cui è scaturito. Il percorso coincide più o meno con la mia carriera scolastica. Infatti, ho cominciato a Minerbe nel lontano 1969, anno successivo alle Olimpiadi di Città del Messico. In tale manifestazione i risultati sportivi furono per l’Italia catastrofici, per cui il Ministro della P.I. decise, in accordo col Coni, di dar vita ad una nuova stagione per lo sport italiano, facendo leva su una partecipazione di massa. Solo mediante il coinvolgimento della scuola si poteva dare risposta a tale problema. Nacquero così nel 1969 i Giochi della Gioventù. Le scuole vi aderirono con entusiasmo e così pure la Scuola Media di Minerbe (allora ubicata in tre sedi: attuale Municipio, ferramenta Pesarin, abitazione dott. Bertolaso). Mancava tutto, tranne la buona volontà. Non c’era la palestra, gli spazi coperti erano gli atri o i corridoi delle tre sedi. All’aperto c’era un piccolo cortile o il vecchio campo sportivo. 71 Poiché è “importante partecipare …”, abbiamo accolto molteplici proposte che venivano offerte dalle varie scuole o dalle istituzioni locali della Provincia: corsa campestre sull’argine dell’Adige di Albaredo, atletica leggera nello stadio rinnovato di Legnago, atletica leggera e pallavolo a Valeggio sul Mincio, pallavolo a Castel d’Azzano, fasi di qualificazioni sia di pallavolo che di pallacanestro in varie altre scuole della Provincia, corsa veloce “Il ragazzo più veloce” organizzata dal giornale L’Arena, annuali campestri organizzate da Scuola-Esercito nei pressi della città di Verona. Abbiamo partecipato anche a gare di sci alpino e di fondo. Naturalmente assidua è stata la partecipazione alle fasi provinciali dei Giochi della Gioventù per quanto riguarda l’atletica leggera, la corsa campestre e meno per la pallavolo e la pallacanestro. Le qualificazioni di atletica leggera ci hanno portato a competere talora anche alle fasi regionali in varie località del Veneto. Ma ciò che ricordo con molto piacere è la nostra partecipazione alla fase nazionale dei Giochi della Gioventù del 1990 a Roma con la squadra maschile di atletica leggera che aveva vinto la fase provinciale. Anche nella capitale ci siamo fatti onore conseguendo il 6° posto assoluto. Come in tutte le cose, c’è chi ci crede e chi non, chi è disponibile ad organizzare e seguire i ragazzi nelle varie manifestazioni e chi non. L’entusiasmo iniziale, che ha coinvolto pressoché tutte le scuole d’Italia, ha cominciato a scemare, ma la Scuola di Minerbe, una delle poche o spesso l’unica rappresentante della Bassa veronese, non mancava mai ai vari appuntamenti con le scuole della città e del lago. Io ho continuato a crederci fino all’ultimo anno del mio insegnamento. Naturalmente nel corso degli anni ci si è resi conto che se da un lato era positiva la partecipazione, dall’altro era evidente che un buon numero di scolari non avrebbero avuto il confronto con i ragazzi almeno delle altre classi, se non delle altre scuole. Bisognava riparare! Ecco che l’idea di dar vita al “Trofeo B. Barbarani” veniva a rispondere, anche se in parte, all’esigenza di confronto esteso a tutta la scuola, aprendo la partecipazione anche ai meno dotati e ai diversamente abili, magari con mansioni collaborative. Lo si è organizzato sempre a fine anno scolastico per non “disturbare” la normale attività didattica, anche se sarebbe stato utile svolgerlo in corso d’anno quale selezione alla fase provinciale de Giochi della Gioventù che si svolgeva in genere nel mese di aprile. Ecco in sintesi come è nato il “Trofeo B. Barbarani” e con quale scopo. Per quanto riguarda l’artefice principale, ritengo che l’idea sia scaturita dal naturale dialogo con la collega di allora o precedente. Eravamo già nell’attuale unica sede, con palestra sufficientemente attrezzata, con possibilità della fruizione, non sempre facile, del campo sportivo retrostante la scuola e con spazi importanti ora occupati dai campi da tennis. Si svolgevano al mattino, negli ultimi tempi anche di pomeriggio, nel campo sportivo dietro alla scuola con le seguenti specialità di atletica leggera: corsa veloce, corsa di resistenza, corsa ad ostacoli da quando furono acquistati gli ostacoli, staffetta, getto del peso, salto in lungo, mentre il salto in alto lo svolgevo in palestra nei giorni precedenti nelle normali ore di Ed. Fisica, per garantire una maggiore sicurezza. Vi partecipavano tutti gli scolari, anche quelli diversamente abili magari con mansioni collaborative, distinti in gare maschili e femminili, in classi prime, seconde e terze. Alla fine stilavo una classifica generale per ogni singola specialità con le suddivisioni suaccennate. Mettevo poi insieme i vari risultati ed ottenevo così una classifica per classe data dalla somma dei risultati dei maschi e delle femmine. Le premiazioni avvenivano, con medaglie messe a disposizione del Comune, in un mattino degli ultimi giorni di scuola. I risultati avevano rilievo solo all’interno della scuola e comunque non poteva essere diversamente data la precarietà delle strutture in cui si gareggiava. 72 Un tempo le cattedre di Ed. Fisica erano o maschili o femminili, cioè l’insegnamento era rivolto ai maschi da insegnanti maschi e alle femmine da insegnanti femmine. Per conseguenza le classi erano o solo maschili o solo femminili. Nel rispondere quali fossero le motivazioni di tale separazione, mi viene in mente la divisione esistente un tempo in chiesa, da una parte gli uomini e dall’altra le donne (non so se calza l’esempio). Stando così le cose, era più facile combinare l’orario interno di tutta scuola. Poi le graduatorie vennero unificate e per conseguenza le classi diventarono miste con lo scopo di razionalizzare le spese in vista del rinnovo del contratto degli insegnanti. Non sempre le squadre maschili erano formate dalle stesse classi che formavano quelle femminili. L’avviamento alla pratica sportiva era abbastanza diffuso in paese: gioco del calcio per i maschi, quello della pallavolo per le femmine; io tenevo lezioni di pallavolo in palestra ai maschi per due o tre ore, due o tre volte la settimana. I ragazzi erano una ventina. Le specialità del trofeo sono rimaste pressoché le stesse, l’unica variante ha riguardato i lanci propedeutici al lancio del giavellotto: dalla palla con manico si è passati alla pallina ed ora al vortex. L’idea dell’uso della pistola penso sia stata mia data la frequente partecipazione a gare di atletica leggera in cui era scontato usare tale strumento; le gare stesse acquistavano maggiore importanza. La prima, quella in dotazione è la seconda, è stata acquistata probabilmente nei primi anni del trofeo. Il nome “Trofeo” è nato dalla partecipazione a vari trofei della provincia, anche se il trofeo è rimasto sempre virtuale, mentre il nome “B. Barbarani” è stato dato per dedicarlo alla scuola in cui ha mosso i primi passi. La premiazione è sempre stata rivolta ai primi tre, le medaglie venivano fornite dal Comune. Con grande soddisfazione ricordo i molti risultati significativi, ma dal momento che il trofeo si svolgeva, e ancora si svolge, con attrezzature non specialistiche e spazi adatti, non potevano essere attendibili ed in genere erano inferiori a quelli conseguiti in strutture regolari. Altrimenti in gare ufficiali posso nominare il salto in alto con m. 1,76 di Cagalli Lanfranco, il salto in lungo con m.6,42 di Brasiè Andrea, il getto del peso di Kg.4 con m. 12,27 di Bonfante Giovanni, il lancio della pallina di gr. 400 con m. 55,52, m. 2.000 col tempo di 6.50.77 di Milanese Emanuele, la staffetta 4X100 composta da Brasiè Andrea-Bonfante Giovanni-Brasiè Alberto-Zenatello Simone col tempo 50.85 e risultati di tanti altri ragazzi. Sicuramente in molti è rimasta la voglia di fare dello sport per anni ancora. Sia i presidi sia i docenti mi aiutavano volentieri nello svolgimento del trofeo. La scuola secondaria di Roverchiara ha iniziato a partecipare qualche anno dopo essere diventata sezione staccata di Minerbe; prima era un trofeo solo interno alla scuola media di Minerbe. Penso che sia una tradizione da continuare se non altro per l’importante coinvolgimento di tutti i ragazzi della scuola in un leale spirito di competizione anche con l’apporto migliorativo dei nuovi insegnanti. 73 I GIOCHI MATEMATICI La seconda iniziativa è invece più recente e riguarda la partecipazione degli studenti ai giochi e alle gare matematiche dell’Università Bocconi e della Statale di Milano. Fino all’anno 2012, ne è stato l’artefice il prof. Stefano Gasparini, ora la sua eredità è stata raccolta dalla prof.ssa Barbara Bonetto. Dice il prof. Gasparini: la Matematica non è una materia arida, sebbene troppo spesso sia stata e sia tuttora proposta agli allievi in modo tale da non stimolarne la creatività. La didattica della matematica deve tendere a rendere la disciplina più interessante; la ricerca di soluzioni diverse a piccoli e simpatici problemi proposti come gioco deve abituare a dare soluzioni diverse ai piccoli problemi di tipo matematico che tutti incontrano nella vita quotidiana. E' esperienza diffusa che gli alunni di prima media hanno una grande aspettativa nei confronti della matematica, sono desiderosi di acquisire nuove conoscenze e dimostrano un atteggiamento positivo verso questa disciplina. Ma a partire generalmente dalla seconda classe (talvolta anche prima) l'insegnante si accorge che l'entusiasmo è crollato, che lo studio è diventato più difficile, noioso, riservato agli allievi che "la capiscono"; il "piacere di fare matematica" diventa l'obbligo di rispettare quelle regole, di applicare quel dato teorema… Di qui l’idea di ‘catturare’ gli studenti con i ‘giochi matematici’ per la loro valenza didattica ed educativa. Con il gioco matematico è facile divertirsi insieme, stimolandosi vicendevolmente alla ricerca di nuove e differenti soluzioni ai problemi proposti; sentirsi gratificati dalla scoperta di “regole” matematiche e dalla creazione di nuovi fantasiosi problemi. Il gioco matematico può aiutare inoltre gli studenti che si sentono "bloccati" nello studio della Matematica tradizionale, recuperando alcuni di coloro che affermano di non gradire questa materia. L'introduzione del gioco matematico si è articolata in tre momenti: a) nel corso delle lezioni curriculari per riproporre e approfondire argomenti già sviluppati e per stimolare la creatività con la ricerca di metodi diversi per la risoluzione di problemi. Gli alunni sono poi stati invitati a formulare nuovi giochi, simili a quelli esaminati, e a proporre questi ultimi ai propri amici e conoscenti (il sentirsi padroni di un gioco o di una strategia dà soddisfazione, stimola la creatività e consolida la conoscenza di una operazione, di un ragionamento). b) partecipazione a gare di giochi matematici organizzati dal Centro Pristem dell’Università “Bocconi” di Milano (Giochi di Autunno, Campionati Internazionali, Giochi di Primavera) e dal Gruppo Kangourou Italia dell’Università Statale di Milano (Giochi Kangourou). c) Festa della Matematica aperta a tutti: alunni, genitori, parenti, amici. (l’abbiamo fatta alcuni anni) Il progetto Creatività matematica (Giochi Matematici) dovrebbe servire in particolare a suscitare un interesse che stimoli le capacità intuitive degli alunni e a condurre, gradualmente, a verificare la validità delle intuizioni e delle congetture con ragionamenti via via più organizzati. Credo che l’idea di proporre questa attività sia venuta nell’anno 2000/01. Abbiamo iniziato con l’Università Bocconi (Giochi d’Autunno e Primavera, Semifinali nazionali a Verona, Finale nazionale, ogni anno a Milano nel mese di Maggio. Il primo alunno a darci la gioia di giungere in finale a Milano, per ben due anni consecutivi, è stato Marocco Lorenzo di Bonavigo. Alla finale si è classificato entro i primi 100, di oltre 1000 partecipanti. Siamo poi andati a Milano (‘mitica’ Università Bocconi) con Cavatton Elia (2 volte), Verdolin Filippo, Meggiolaro Alessio (3 volte), Marangoni Arianna (2 volte), GaborLuiza, Broggio Lorenzo di Roverchiara (2 volte). 74 I più brillanti sono stati Alessio Meggiolaro, sempre nei primi 100 nazionali e un anno addirittura 6° (i primi 5 sono andati a Parigi con la maglia della nazionale italiana Giochi Matematici) e Lorenzo Broggio, sempre nei primi 100 classificati e un anno 13° con 10 quesiti esatti su 10, battuto solo per una questione di tempo da 12 suoi avversari. Qualche anno dopo (nel 2006) abbiamo iniziato a gareggiare anche nei giochi Kangourou della matematica, organizzati dall’Università Statale di Milano. Anche in questa competizione ci siamo sempre distinti, con un buon numero di alunni classificati nei primi 1000 (su circa 25000 partecipanti in Italia, avendo sempre rispettato le regole!). Per andare alla finale di Mirabilandia bisognava classificarsi in sede nazionale entro il 50° posto. Siamo stati a Mirabilandia con due nostri alunni: il solito Alessio Meggiolaro per ben due anni consecutivi (risultato finale 13°) e Carlo Motteran (posizione finale 45°). Per l’insegnante sono cose che non si dimenticano, ma sono sicuro che sono esperienze molto importanti anche per gli alunni e per i loro genitori (ho avuto il piacere di vivere insieme a loro le gare di finale, di un giorno a Milano e di ben tre giorni a Mirabilandia). Alcuni dei risultati conseguiti dagli studenti: ‘MATEMATICI’ A MINERBE Alessio Meggiolaro arriva alla finale di Mirabilandia dei Giochi Kangourou e alla finale di Milano dei Giochi dell’Università Bocconi, dove si fa ammirare per gli ottimi piazzamenti: 13° nella categoria Benjamin dei giochi Kangourou (47 erano i finalisti) e 45° a Milano nella categoria C1, su circa 1'600 aspiranti “campioni della matematica”. Ma molti altri della “squadra”, pur non arrivando alle finali, si sono fatti valere: Verdolin Filippo è giunto 65°, Cavatton Elia 78° e Castagna Alessandra 104°, su quasi 15'000 partecipanti alle gare Kangourou, svoltesi il 15 marzo 2007. E alle semifinali di Verona, del 24 marzo 2007, per poter approdare alla finale di Milano, oltre ai soliti Meggiolaro e Verdolin, si sono distinte Veronica Chiavenato e Katia Cagalli. Tra i ragazzi di terza media, in entrambe le competizioni il migliore dei “nostri” è stato Simone Borasca, 340° nei giochi Kangourou e 13° alle semifinali di Verona. Molto bravi sono stati anche Stefano Milanese (504°), Castagna Mattia e Michele Marini (erano circa 10'000 i concorrenti in questa categoria). 75 I PRIMI CINQUANT’ANNI DELLA SCUOLA MEDIA ITALIANA IN SINTESI La legge 31 dicembre 1962, n. 1859, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 30 gennaio 1963 ‘Istituzione e ordinamento della scuola media statale’ ha compiuto cinquanta anni. Si è trattato della più importante riforma scolastica del secondo dopo guerra, fortemente voluta da Luigi Gui, ministro dell'Istruzione del governo guidato da Aldo Moro, in pieno clima politico dominato dal centro sinistra. La legge recepiva quanto previsto dalla Costituzione e rendeva la scuola pubblica meno elitaria, più equa e capace di rispondere ai nuovi bisogni sociali degli anni Sessanta. Non a caso, la legge del 1962 fu definita una vera e propria riforma sociale. Camillo Tamborlini, direttore del Centro Didattico Nazionale per la Scuola Secondaria del Ministero della Pubblica Istruzione tra il 1951 e il 1953, descrisse così la nascente scuola media: ‘Si tratta prima di tutto di una riforma sociale: l’educazione e l’istruzione sono inserite nel sistema di formazione e di protezione sociale che in vista del miglioramento delle condizioni, dei tenori di vita, per ognuno e per la comunità, lo Stato offre a ogni cittadino. Esso esprime lo sforzo sociale che, frutto della solidarietà organizzata, caratterizza la società contemporanea, la struttura della società, la vita intera delle nazioni, della comunità internazionale’. Si chiudeva un’epoca caratterizzata dall’accesso all’istruzione vincolato a condizioni sociali e territoriali: la legge del 1962 rendeva la scuola media obbligatoria, i Patronati dovevano sostenere gli alunni disagiati e le scuole dovevano essere istituite in tutti i comuni con più di tremila abitanti: ‘A partire dal 1° ottobre 1963, le preesistenti scuole medie, le scuole secondarie di avviamento professionale e ogni altra scuola secondaria di primo grado sono trasformate in scuole medie in conformità al nuovo ordinamento’. Il dibattito politico che precedette l’approvazione della legge fu animato e si concentrò sulla questione del latino. Si discusse a lungo se e in che misura il latino dovesse essere una materia curricolare, fino a giungere alla decisione per cui il latino divenne una materia facoltativa, mentre era obbligatoria per chi volesse iscriversi al liceo classico. Prima di allora, per la fascia di età compresa fra gli 11 e i 14 anni era prevista l'opzione tra una scuola media triennale, istituita dalla riforma Bottai nel 1940, cui si accedeva con un impegnativo esame di ammissione, e altre specializzazioni professionalizzanti, tutte di derivazione gentiliana. Mentre la prima opportunità consentiva il successivo proseguimento degli studi in tutti i settori dell’istruzione secondaria superiore, l’altra scelta non lo permetteva. Si tratta, in questo secondo caso – scelta generalmente riservata alle fasce sociali meno abbienti - di optare o per i corsi di avviamento professionale o per i percorsi di scuola post-elementare. Scelte però vincolanti l'eventuale proseguimento degli studi solamente in scuole e istituti professionali. Una scuola formativa e orientante: il primo periodo dal 1962 al 1979 La celebrazione dei cinquant’anni della scuola media unica consente di ricordare il clima politico dell'epoca e le opposizioni tra intellettuali di sinistra e democristiani sulla riforma della scuola pubblica italiana come risposta a bisogni nuovi e a problemi vecchi. “La Scuola media unica è una necessità urgente e chiara nell’Italia ‘del miracolo’. In cinque anni gli alunni delle medie e dell’avviamento sono passati "da 900 mila a 1 milione e mezzo. È un sintomo incoraggiante, ma l’attuale sistema pone ostacoli sempre più gravi a questo progresso. La divisione tra scuola media per i privilegiati e istituti per apprendisti, non è soltanto ingiusta ed inadeguata alla realtà economico-sociale; rende molto più difficile creare, anche nei piccoli centri, delle scuole per i ragazzi dagli undici ai quattordici anni. Le resistenze contro la ‘media unica’ derivano da pregiudizio dalla fede in tradizioni superate: per prima la falsa cultura classica, basata sull’insegnamento in massa del latino”, scriveva su La Stampa del 14 marzo 1962 il giovane Alberto Ronchey che seguì con attenzione il dibattito di quel periodo. 76 L’Italia era in pieno boom economico, i costumi degli italiani cambiavano in fretta e la scuola fu investita dall’ondata di nuove e pressanti richieste, come racconta in quegli anni Ronchey sulle pagine de La Stampa: "Ogni aspetto della vita quotidiana nasconde ormai notizie degne di scoperta. Le nuove ondate che investono le scuole elementari e medie costituiscono forse il fenomeno più ignoto, anche perché i rilievi dell'Istat sono in ritardo di anni, non si collegano strettamente agli altri moti profondi della società: l’ascesa del reddito medio; l’emigrazione dalle campagne alle città, dal Sud al Nord, dall'Italia all’Europa; la corsa delle donne al lavoro (l'occupazione femminile ha raggiunto sei milioni di posti di lavoro in questi giorni); la diffusione delle ambizioni sociali e persino del ‘consumo di cultura' (le vendite dei libri si raddoppiano ormai ogni tre anni). Ogni ora, si trasforma un particolare della vecchia società; non può vederlo chi segue la sua routine giorno per giorno, ma lo vede a occhio nudo, per esempio, chi ritorna dall'estero dopo alcuni anni. Il boom economico è l’ipocentro e quello della scuola l’epicentro del terremoto sociale". Prima dell’approvazione della legge, il Ministero dell'Istruzione aveva avviato una sperimentazione in 2400 classi a livello nazionale con risultati più che soddisfacenti. Su La Stampa del 17 giugno 1962·Carlo Casalegno scrive: "È un esperimento rivoluzionario, che ha tentato di applicare subito i fondamenti di una riforma radicale: nel reclutamento degli alunni, nel piano degli studi, nei programmi, nei metodi didattici. È abolita per i ragazzi iscritti a tali corsi la distinzione classista tra scuola media e scuola d’avviamento. Alcuni presidi e professori parlano di miracolo, hanno inviato delle relazioni piene di soddisfatto entusiasmo, pur riconoscendo le perplessità e lo sconforto dei primi tempi. Altri rapporti sono pessimisti, denunciano insufficienze gravi e poveri frutti”. I programmi e gli orari di insegnamento della nuova scuola media furono stabiliti dal decreto ministeriale del 24 aprile 1963 di cui vale la pena riportare un passaggio che evidenzia la portata sociale della sua istituzione: "Come ogni scuola è ampliamento e approfondimento della sollecitudine educativa delle famiglia, dalla cui collaborazione consapevole e convinta attende un apporto particolare per corrispondere all’attesa dell'intera società italiana e per consolidarsi, la dove sinora è mancata la consuetudine con un’istruzione obbligatoria dopo il corso quinquennale della scuola primaria" e ancora "la scuola media accoglie gli alunni nel periodo del passaggio dalla fanciullezza all'adolescenza, ne prosegue l'orientamento educativo e persegue con sviluppi originali conformi alla sua natura di scuola secondaria il completamento dell’istruzione di base come la premessa indispensabile per ogni ulteriore impegno". Seppure circondata da dubbi e polemiche, la scuola media unica si radicò sul territorio nazionale e si affermò come segmento specifico del percorso scolastico, distinto dal precedente e dal successivo. Nel 1977, cioè dopo solo quindici anni dalla sua nascita, la scuola media italiana subì il primo importante cambiamento attraverso l’emanazione di due leggi. La legge 348/77 ‘Modifiche di alcune norme della legge 31 dicembre 1962 n. 1859, sulla istituzione dell’ordinamento della scuola media statale’, modificò parzialmente l’assetto ordinamentale della scuola media, aggiungendo in tutte le classi l’educazione musicale e sostituì le applicazioni tecniche con l’educazione tecnica non più diversificata per sesso. Inoltre, cambia denominazione l’insegnamento della matematica per assumere quello di ‘scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali’. La legge assegna alla scuola media il compito di rafforzare l’educazione linguistica sia dell’italiano che delle lingue straniere, non dimenticando l’origine latina della nostra lingua. L’esame di licenza assume le caratteristiche di quello attuale: due prove scritte, un colloquio pluridisciplinare alla presenza della Commissione composta da tutti i docenti della classe e da un presidente esterno. Il titolo rilasciato permette l’iscrizione a tutte le scuole del secondo grado. In sostanza, non è più necessario l'esame di latino per accedere al liceo classico. La legge 517/77 ‘Norme sulla valutazione degli alunni e sull'abolizione degli esami di riparazione nonché altre norme di modifica dell’ordinamento scolastico’ è ricordata soprattutto per avere introdotto importanti cambiamenti nella valutazione e per l’inserimento nelle scuole pubbliche degli alunni disabili. 77 È bene evidenziare che la 517/77 rappresentò una vera e propria rivoluzione per la scuola pubblica: abolì gli esami di riparazione, decretò la fine delle classi differenziali riconoscendo il diritto allo studio per gli studenti disabili attraverso il sostegno didattico da parte di docenti specializzati, sostituì la pagella con la scheda di valutazione che conteneva giudizi analitici per le singole discipline, una valutazione complessiva sul grado di maturazione raggiunto dallo studente e un giudizio sintetico finale. Da ricordare inoltre che la 517/77 avviò il processo di apertura dei locali scolastici anche in orario successivo a quello delle lezioni, permettendo ad associazioni sportive e culturali di utilizzare gli spazi delle scuole come centri di promozione culturale, sociale e civile. Nel 1979 i Programmi della scuola media appaiono in linea con il suo profilo: una scuola della formazione dell’uomo e del cittadino, una scuola che colloca nel mondo, una scuola orientativa. Non va dimenticato che qualche anno prima, nel 1974, il mondo della scuola era stato profondamente trasformato da quattro decreti noti come ”decreti delegati” che regolamentarono la partecipazione dei genitori alla vita della scuola, istituirono gli organi collegiali come elemento fondante di una scuola democratica, introdussero il principio della sperimentazione didattica. Il testo dei programmi per la scuola media del 1979 rivela un’alta considerazione del ruolo dei docenti ai quali si richiedono una specifica capacità professionale e un'approfondita preparazione sia culturale che didattica. Ne consegue la necessità dell’aggiornamento professionale quale diritto/dovere di ogni insegnante. Nella scuola media degli anni Settanta/Ottanta il consiglio di classe concorda ed elabora la programmazione didattica, secondo una precisa impostazione metodologica che presuppone un progetto educativo e didattico. Il ruolo delle discipline è di concorrere allo sviluppo unitario dell'alunno attraverso l’acquisizione di competenze trasversali. Per la prima volta si parla esplicitamente di socializzazione quale compito formativo della scuola che deve educare "al vivere insieme, all'operare in spirito di solidarietà con gli altri nella costruzione del bene comune"; il lavoro di gruppo diventa lo strumento "principale per sviluppare la cooperazione e come esercizio di democrazia. Il programma di educazione civica riassume tutti i principi ispiratori dei Programmi del 1979. Infatti, “…l’educazione civica, intesa come finalità essenziale dell’azione formativa della scuola, esige il responsabile impegno di tutti i docenti e la convergenza educativa di tutte le discipline e di ogni aspetto della vita scolastica; essa è, pertanto un grande campo di raccordo culturale, interdisciplinare, che ha anche suoi contenuti specifici rappresentati dalle informazioni sulle forme e sulle caratteristiche principali della vita sociale e politica del Paese e che richiede interventi coordinati del Consiglio di classe intesi a far maturare la coscienza delle responsabilità morali, civiche, politiche, sociali, personali e comunitarie di fronte ai problemi dell’umanità, nel contesto sociale italiano, europeo, mondiale e, quindi, a fare acquisire comportamenti civilmente e socialmente responsabili". La nascita degli istituti comprensivi La scuola media proseguirà il suo cammino per oltre vent’anni, senza subire particolari cambiamenti fino all’avvento degli istituti comprensivi e alla legge 53 del 2003 e con le Nuove Indicazioni Nazionali. La scuola media, nata nel 1962, si trova coinvolta, quasi per caso, in una nuovissima organizzazione: l'istituto comprensivo. E’ curioso il fatto che i primi ventidue istituti comprensivi nascono per risolvere il problema delle scuole di montagna con la legge 97 del 1994 ‘Nuove disposizioni per le zone montane”. 78 Nell'intento del legislatore la priorità è la salvaguardia dei territori a rischio di spopolamento e non quello di introdurre innovazioni didattiche. Tuttavia, in pochi anni, gli istituti comprensivi si moltiplicano e nel corso di un decennio, plessi e succursali si accorpano a sedi centrali per dare vita a migliaia di istituti comprensivi. In anni recenti la razionalizzazione della rete scolastica, resasi necessaria per il contenimento della spesa pubblica, ha portato definitivamente a regime la scuola del primo ciclo che trova la sua espressione negli istituti comprensivi. Mentre il modello dell’istituto comprensivo si evolve e tende ad assestarsi, nuovi importanti cambiamenti coinvolgono la scuola media per opera di due ministri che firmano le riforme del primo decennio del duemila: la riforma Moratti (2003) e la riforma Gelmini (2009). Trai due dicasteri, quello di Giuseppe Fioroni che con il decreto n.139/2007 innalza l'obbligo scolastico fino a dieci anni. La legge delega 53 del 2003 che porterà al decreto legge 59 del 2004, ridefinisce il sistema di istruzione che si articola in scuola dell’infanzia, primo ciclo e scuola secondaria di secondo grado. Il primo ciclo dura otto anni e costituisce il primo segmento in cui si realizza il diritto/dovere all'istruzione e formazione. La scuola secondaria di primo grado è organizzata in un biennio e in un terzo anno e assicura il raccordo e l’orientamento con il secondo grado di istruzione. La denominazione di scuola media è sostituita da quell'attuale di scuola secondaria di primo grado. Nel 2009 il DPR n.89 introduce alcuni cambiamenti nell’ordinamento del primo ciclo che ne riorganizza il funzionamento. Tra le novità, l’ora di approfondimento, l’insegnamento di ‘Tecnologia’ quale materia autonoma, la seconda lingua comunitaria. La lunga serie di provvedimenti normativi che cambiano in pochi anni il volto della scuola pubblica italiana, modificano, di fatto, l’identità dell’ex scuola media unica. La scomparsa della scuola media ? Il cinquantenario dell'istituzione della scuola media unica in Italia ha coinciso con un momento difficile per il Paese: la crisi di governo sullo sfondo di uno scenario internazionale dominato da pesanti problemi nell’economia dei singoli Stati. Nello specifico, poi, la scuola italiana è stata percorsa da un brivido che ha rianimato una classe di lavoratori provata e indebolita da tanti cambiamenti in pochi anni e da un ruolo sociale sempre meno significativo: la questione delle ventiquattro ore di servizio per i docenti di medie e superiori. Archiviata l’emergenza, superato almeno per ora il rischio di aumentare di sei ore l'orario di cattedra dei docenti della scuola secondaria, la classe docente del segmento conclusivo del primo ciclo di istruzione appare disorientata tra un prima (la scuola media unica) e un dopo (la scuola secondaria di primo grado) incardinato nella logica degli istituti comprensivi e delle nuove Indicazioni Nazionali. Il Rapporto sulla scuola in Italia del 2011 della Fondazione Giovanni Agnelli è impietoso nei confronti della scuola secondaria di primo grado. I dati sui risultati degli apprendimenti rivelano un calo elevato nel passaggio dalla quarta classe della scuola primaria alla classe finale del primo ciclo. I ricercatori nel tentare di dare risposta alla evidente ‘caduta’ di rendimento si pongono alcune legittime domande: è colpa dei pre-adolescenti italiani ‘più difficili dei coetanei esteri’? è colpa degli insegnanti anziani, demotivati e poco aggiornati? O è proprio questo segmento scolastico a rivelarsi inadeguato e privo di una chiara mission educativa? 79 Secondo la ricerca della FGA gli adolescenti italiani amano poco la scuola, sicuramente molto meno dei loro coetanei tedeschi, inglesi, francesi e americani. Infatti, solo il 7% dei ragazzi e l’11% delle ragazze italiane pensa che la scuola gli/le piaccia molto contro il 52% dei tedeschi e il 62% delle tedesche. Ma perché il rapporto degli adolescenti italiani con la scuola è tanto negativo? La ricerca della FGA evidenzia alcuni dati sui quali è necessario riflettere: il 52,1% degli insegnanti della ex scuola media ha un’età media introno ai sessant’anni, il 35% di loro non resta nella stessa scuola da un anno all’altro e risultano essere i meno soddisfatti tra i colleghi degli altri gradi e ordini scolastici, della formazione iniziale in merito a competenze essenziali per il proprio lavoro. Per fare qualche esempio, il 47% del campione della ricerca ritiene di non avere avuto una formazione iniziale adeguata nella gestione della comunicazione con i genitori, il 46% nello sviluppo di competenze digitali, il 44% nella conduzione e nell’organizzazione di classi multiculturali e il 39% nella gestione in generale della classe. E oggi? Qual è la missione della scuola media? O meglio si può affermare che la scuola media unica del 1962 abbia realizzato la sua missione? Stando ai dati della FGA l’obiettivo di garantire l’uguaglianza delle opportunità scolastiche se valutato in termini di successo scolastico e non soltanto come accesso alla scuola, sembra essere fallito. Infatti, gli studenti i cui genitori hanno un livello di istruzione superiore (diploma e/o laurea) hanno risultati scolastici migliori. Il divario è pressoché inesistente nella scuola primaria come mostrano i dati sugli apprendimenti di matematica e scienze in rapporto al titolo di studio dei genitori: nella scuola primaria i bambini raggiungono gli stessi risultati indipendentemente dal titolo di studio dei genitori. Che fare? La ricerca della FGA individua alcune possibili strade: personalizzazione dei percorsi che richiede la scuola nel pomeriggio e maggiore diversità di approcci didattici in aula; progettazione comune, come nelle elementari e organizzazione per dipartimenti; apprendimento cooperativo che favorisce la motivazione degli studenti e sfrutta l’effetto ”pari”; modello dell’istituto comprensivo e adozione di curricoli verticali; essenzializzazione, ovvero concentrazione su poche materie con l’introduzione di materie opzionali. Il vero cambiamento, tuttavia, potrà realizzarsi con il concorso di diversi fattori: innanzi tutto attraverso gli insegnanti, possono infatti essere il motore dell’innovazione se il turn over potrà costituire un'opportunità non solo occupazionale, ma poi occorreranno anche ingenti investimenti strutturali e tecnologici e adeguate spinte motivazionali nei confronti del sapere da parte degli studenti e delle loro famiglie. Solo così si potrà superare il gap sociale che ancora oggi connota negativamente un segmento scolastico che, paradossalmente cinquanta anni fa nasceva per essere equo e coerente con la Costituzione. 80 Da La Stampa del 21.04.2013 di Marco Rossi Doria: Pochi giorni prima del Natale del 1962 venne approvata dal primo centrosinistra la legge n. 1859, che istituì la scuola media unificata, applicando finalmente la Costituzione della Repubblica che prevedeva otto anni di scuola gratuita e obbligatoria per tutti. La scuola media unica, insieme alla statalizzazione dell’energia elettrica, fu parte delle condizioni programmatiche poste dal partito socialista per terminare l’opposizione e avvicinarsi a un governo insieme alla Dc superando l’alleanza frontista con i comunisti che durava dal 1948. Così, nell’anno successivo, il 1963/64, le nuove scuole medie aprirono le porte a ben 600 mila ragazzi e ragazze, figli di operai, contadini, artigiani, piccoli commercianti e braccianti, che fino ad allora non erano andati oltre la quinta elementare o l’‘avviamento professionale’ secondo le norme del 1928. Immaginiamo la scena. Nell’ottobre del 1962 Gianni e sua cugina Carla, figli di un salumiere e di un operaio edile, finiscono a pieni voti la quinta elementare. Hanno dieci anni. E le famiglie decidono di non mandare i due ragazzi alla scuola media - allora unica via d’accesso ai licei e poi, forse, all’università - ma semmai all’‘avviamento’, dove per tre anni, sei giorni a settimana, con tuta e arnesi per l’officina o grembiule e attrezzi per i cosiddetti ‘lavori domestici’, tutti comprati dalle famiglie, ci si ‘ammaestrava’ al lavoro e basta. Senza accesso al sapere del mondo. Ed ecco che, con la nuova legge, nell’autunno del 1963, i fratelli di poco minori di Gianni e Carla entrano invece a scuola e studiano Italiano, Matematica, Storia, Geografia, Scienze, Arte, Inglese o Francese, Ginnastica, Musica. E - quel che più conta - hanno le porte aperte all’accesso agli studi superiori. Inoltre fanno almeno un anno di latino - la materia simbolo dell’idea stessa di conoscenza delle classi medie italiane - che fu, infatti, l’oggetto intorno al quale si concentrò la polemica politica. Anche se oggi vi è un proficuo dibattito sui limiti della nostra scuola media, va ribadito che la riforma fu una conquista storica in termini di eguaglianza. E non solo. La riforma, infatti, ebbe un successo multidimensionale perché, partendo dai diritti, spinse in avanti l'economia e la società italiane. Il tasso di quattordicenni in possesso di licenza media passò, nei dieci anni successivi, dal 46,8% all'82,3%. E decine di migliaia di giovani entrarono, poi, nei licei ma soprattutto nelle scuole tecniche e professionali con una più forte cultura di base, potenziando il sapere diffuso, avvicinando sapere e lavoro, contribuendo alla trasformazione dell’agricoltura, di ogni settore manifatturiero e del crescente sistema dei servizi. Inoltre l’espansione delle iscrizioni spinse alla costruzione e all’ammodernamento di migliaia di edifici scolastici, favorendo ulteriormente il boom economico e occupazionale già in atto. Il movimento verso la scuola non riguardò solo la generazione direttamente interessata dalla riforma ma tutta la vasta parte ‘popolare’ del Paese. Non solo i bambini e ragazzi ma gli adulti e anche gli anziani - che in precedenza non avevano raggiunto le conoscenze più basilari - furono investiti dall’onda positiva dell’effetto-traino e spinti a conquistare almeno la licenza elementare. Così, le bambine delle campagne e dei ghetti urbani poveri furono finalmente tutte mandate alle elementari; le scuole serali si riempirono di giovani adulti; la Rai ampliò i suoi programmi di alfabetizzazione consolidando l’idea che per imparare ‘non è mai troppo tardi’. L’analfabetismo totale - il non sapere leggere, scrivere e far di conto in alcun modo -passò dal 13% del 1951 a percentuali comparabili con il resto d'Europa. Ma torniamo a quel dicembre di mezzo secolo fa, all’aula di Montecitorio. Lì proprio attorno all’idea di uguaglianza vi fu un decisivo dibattito parlamentare. Con motivazioni tese ad aprire scuola e società e superando anche conservatorismi interni, votarono a favore della scuola media unica socialisti, socialdemocratici, democristiani, repubblicani. Invece votarono contro tutte le destre: monarchici, missini, liberali e - con motivazioni opposte e speculari - i comunisti. 81 La destra avversò ogni messa in discussione di una scuola rigidamente divisa tra quella per le classi medie, che si prolunga nel tempo, comprende le discipline del sapere universale necessario per comandare e guadagnare bene e quella per le classi popolari, limitata nel tempo e dedicata ad allenarsi al lavoro manuale. Il provincialismo conservatore italiano si unì a quello reazionario e rimase immobile, convinto, in particolare, che qualsiasi ridimensionamento del latino comportasse una svalutazione dell’idea stessa di cultura. Ma, ben oltre i conservatorismi della nostra destra, era estraneo a grande parte delle élites italiane l'argomento secondo il quale lo sviluppo economico è legato alla promozione della mobilità sociale, a sua volta possibile grazie all’acquisizione di conoscenze diverse umanistiche, scientifiche, tecniche, unite dal rigore del metodo e dall'intreccio tra fare e sapere e dal laboratorio didattico come fondamento dei processi di apprendimento che richiedono la partecipazione attiva di bambini e ragazzi. Quello che era accettato in tutto il mondo - dagli Usa all’Inghilterra alla Germania fino ai paesi in via di decolonizzazione in Africa e Asia - non lo era da noi. E la riforma del 1962 spezzava un tabù profondamente radicato nella nostra idea di sapere e apriva al futuro; ma l'evoluzione successiva, è stata troppo lenta e faticosa... A votare contro la riforma vi fu anche il Partito Comunista Italiano. La mediazione individuata nel corso dei lavori fu di introdurre - soltanto in terza media - il latino come materia facoltativa ma necessaria per iscriversi al ginnasio. Dichiaratosi a favore dell’innalzamento dell’obbligo come ‘fatto di conquista democratica’ il Pci tuttavia si oppose proprio per questo dettaglio: ‘perché bisognava offrire il latino a tutti, altrimenti il nuovo obbligo mostrava un problema grave di contenuti culturali’. In aula, a rispondere alla così motivata dichiarazione di voto contrario del comunista Mario Alicata fu il deputato del Psi, Tristano Codignola: «un movimento popolare dell’importanza del Pci non può affermare il valore della legge e nel contempo annunciare il voto contrario sostenendo l’equivoco discorso dei contenuti culturali, quando si sa che una legge non sostituisce mai l’uomo che deve applicarla e quindi è in questa nuova struttura di scuola che si apre il discorso dei contenuti...». Cinque anni dopo la riforma, nel 1967, con Lettera a una professoressa, fu don Milani, insieme ai ragazzi di Barbiana, a denunciare ciò che ne impediva la piena applicazione: «il principale difetto della scuola italiana sono i ragazzi che ancora perde». E indicò come porvi rimedio, proponendo di dare di più a chi parte con meno nella vita. Nelle democrazie si chiama ‘discriminazione positiva’. Ed è l’opposto dell’eguaglianza formale perché va alla sostanza delle cose, proprio come dice l’articolo 3 della Costituzione: ‘È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che, limitando di fatto l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana...». Ma oggi, il terribile 18,2% di ragazzi che abbandonano scuola e formazione, ci dice che l’Italia deve affrontare ancora questa sfida. E che, pur con tutti i progressi, non abbiamo creato sufficiente scuola del sapere e del fare. E che non siamo stati in grado di sviluppare appieno la discriminazione positiva soprattutto perché abbiamo conservato una scuola basata su un’idea povera di eguaglianza: dare a tutti la stessa cosa nel medesimo tempo. Mentre è possibile un’eguaglianza molto ben articolata, che sappia dare di più e meglio a ciascuno perché prende in considerazione le parti forti e deboli, le inclinazioni, le parti da scoprire di ogni persona in crescita. Molte scuole già lo fanno. Lo facciamo integrando migliaia di bambini non italiani e di bambini con disabilità, in modo migliore di quanto si faccia altrove. Eppure l’organizzazione standardizzata è ancora troppo presente; e tante esperienze che sperimentano i modi per conquistare alla scuola chi ne è ancora fuori devono ogni volta misurarsi con questo. E con la mancanza di risorse. La sfida contro troppi abbandoni della scuola deve diventare politica nazionale, sostenuta, finanziata, difesa dalla comunità tutta. E davvero non è più possibile pensare di tagliare i fondi per la scuola quando perdiamo per strada non solo troppi ragazzi ma tante risorse per la crescita del Paese che, oggi più che mai, è intimamente legata alle conoscenze. 82 Ed è interessante notare come, a pagina 38 del «documento dei saggi» consegnato al Presidente Napolitano, vi sia un capitolo dedicato al contrasto dell’abbandono scolastico come fattore determinante per la crescita. Perciò: è una necessità ridare a scuola, università e ricerca come investimento per il nostro futuro - gli 8,4 miliardi tagliati dal 2008 al 2011. Questo è, per quanto complicato, un passaggio politico decisivo della nuova auspicata stagione italiana, che riveste la medesima importanza della restituzione dei crediti alle imprese. Proprio il successo della riforma di cinquant’anni fa, insieme con la ferita aperta degli abbandoni scolastici, ci mostra che è questa la via da prendere. Marco Rossi Doria, sottosegretario al Ministero dell’Istruzione (21.04.2013) 83 Dati ricavati dai questionari restituiti dai genitori sui ‘primi 50 anni di scuola media’ Età di chi risponde: alcuni giovani di 20, 21 e 25 anni, gli altri dai 30 ai 75 anni 1 I maschi che rispondono sono 10, il resto femmine Lei ha frequentato la nuova scuola media unificata o altra tipologia di scuola? Quale? Dove? Quante classi c’erano? In quale sezione era lei? Le classi erano numerose? Si ricorda da quanti alunni era composta la sua classe? Si ricorda dei compagni? Di qualcuno in particolare? Ha ancora rapporti con qualcuno di loro? Ho frequentato la media di Minerbe, non molti anni fa (ho 35 anni). Le classi erano tante quante sono ora e c’erano sia la palestra sia i vari laboratori. Quando l’ho frequentata io c’erano nove classi e quindi tre sezioni. Io ero nella sezione A. Erano composte più o meno dallo stesso numero di alunni, circa 22-23 per classe. Sì, mi ricordo di tutti i miei compagni e con alcuni di loro ci si sente e ci si vede ancora. Sì, ho frequentato la media di Minerbe, ero nella sezione D. A quel tempo le classi andavano fino alla lettera E che faceva Inglese. Ho frequentato la media unificata a Cologna; c’erano otto classi, io ero nella sezione B ed eravamo in 36. Non ho ricordi particolari, né mi vedo con i compagni di allora. Ho frequentato la nuova scuola media unificata di Minerbe. Quando ho frequentato la media di Minerbe c’erano 10 classi. Io ero nella sezione B di 24 alunni. Mi ricordo di tutti loro e due di essi sono stati anche miei testimoni di nozze. Ho frequentato la scuola in Ghana, Africa. Ho frequentato la scuola a Pressana. Vi erano sei classi non numerose; la mia era di diciotto alunni. Ho frequentato in Marocco con quaranta alunni per classe. Ho frequentato a Veronella: c’erano tre classi di circa venti alunni. Ho frequentato questa scuola quando c’era fino alla sezione E. Ho frequentato la scuola media di Minerbe: c’erano quattro sezioni fino alla D ed io ero nella sezione C. Mi ricordo che in classe con me c’erano dei ripetenti ma soprattutto mi ricordo della mia compagna di banco. Ho frequentato la scuola d’avviamento commerciale a Legnago; Ho frequentato la scuola media unificata a Legnago (4); L’ho frequentata a Casette; L’ho frequentata a S. Pietro di Legnago; L’ho frequentata ad Albaredo; L’ho frequentata a Roverchiara; L’ho frequentata a Ronco; L’ho frequentata a Montagnana; Quando io frequentavo la media di Minerbe c’erano 12 classi (6). La scuola media di Minerbe che io ho frequentato non era quella attuale, ma si trovava in un edificio posto sulla piazza del paese. C’era una classe tutta femminile, una tutta maschile e una mista. Erano composte da circa venticinque alunni ciascuna. In particolare mi ricordo di tre mie compagne: Anna, Nadia, Giovanna, ma anche di Angiolina che non c’è più. Ai miei tempi c’era solo la palestra e i laboratori si facevano in classe. Sì, ho frequentato la Scuola Media “Berto Barbarani”. Ero nella sezione E, l’unica sezione dove si imparava la lingua inglese. Sì, mi ricordo di tutti. Alcuni li vedo spesso, altri non li ho più visti. Ho frequentato la scuola media a Casette nella sezione A. C’erano 6 classi. Le classi non erano numerose. Non ricordo da quanti alunni era composta la mia classe. Mi ricordo di qualcuno in particolare. Non ho rapporti con nessuno di loro. Ho frequentato l’attuale scuola media A-B-C-D-E-F. Io ero in B, composta da circa 23 -25 alunni. Mi ricordo dei compagni perché alcuni avevano fatto con me la scuola elementare. Qualche volta ci si vede alle udienze a scuola in quanto abbiamo figli coetanei. Alcuni compagni non li ho più rivisti in quanto hanno iniziato a lavorare subito dopo la terza media oppure si sono sposati dopo pochi anni. Ho frequentato la scuola media “B. Barbarani” negli anni ’90. C’erano molte più sezioni e meno aule laboratorio. Ho frequentato la scuola media di Casaleone. C’erano molte classi fino alla sezione E. Io ero in C ed eravamo in 24 alunni. Ho frequentato la scuola media di Albaredo d’Adige nella sezione B. Le classi erano numerose. Non ricordo quante classi c’erano né quanti alunni; mi ricordo di alcuni compagni e di una in particolare di nome Giovanna. Non ho rapporti con nessuno di loro. Ho frequentato la scuola media di Porto, c’erano sei sezioni. Io ero in E; le classi erano numerose. Mi ricordo di alcuni compagni e saltuariamente ci troviamo ancora. Ho frequentato la Scuola Secondaria “B. Barbarani” di Minerbe . C’erano tante classi fino alla sezione E ed erano numerose. La mia era la sezione B composta da 20 alunni. Mi ricordo ancora dei compagni e con qualcuno ho ancora dei contatti. 84 Ho frequentato la scuola media unificata “B. Barbarani “ di Minerbe. Le classi erano 18, 6 sezioni per classe. Sì, mi ricordo di tutti ed ho ancora rapporti con alcuni di loro. No, non ho frequentato la scuola media unificata, ma l’altra tipologia di scuola. Ricordo tutti i miei compagni e con molti ho ancora rapporti. Ho frequentato la scuola media a Legnago, ma non ricordo molto. Ho frequentato la scuola media a Minerbe; c’erano 15 classi . Io ero nella sezione D. In III Media eravamo in 12 alunni. Comunque in generale non erano molto numerose. Mi ricordo dei miei compagni e con certi ho ancora rapporti. Ho frequentato la scuola media “Barbarani” a Minerbe. C’erano 12 classi ed erano numerose. Io ero nella sezione A. La mia classe era composta da 25 alunni. Mi ricordo dei miei compagni e di qualcuno in particolare. Con qualcuno ho ancora dei rapporti. Ho frequentato la scuola media Barbarani di Minerbe. C’erano 18 classi. Io ero nella sezione E. Le classi erano numerose e la mia classe era composta da 25 alunni. Mi ricordo dei miei compagni e di qualcuno particolare; uno di loro è mio marito. Ho frequentato la scuola media ”Barbarani” di Minerbe. C’erano 5 sezioni. Io ero nella sezione B. Le classi erano composte da 20 alunni. Mi ricordo dei compagni, ma non ho molti rapporti con loro. Ci vediamo saltuariamente. 2 Come raggiungeva la scuola media? Raggiungevo la scuola in bicicletta (9), in pullman (7), automobile (1), a piedi(2). In bicicletta (14), a piedi (10), in macchina (4), con l’autobus/pullman (6), treno. 3 L’ha terminata? Ha ripetuto qualche anno? Ho ripetuto il 3° anno. (3) Ho terminato la scuola senza ripetere. (14) L’ho terminata senza mai ripetere (tutti gli altri intervistati); ho ripetuto la prima perché andavo a lavorare in campagna; ho ripetuto un anno la prima. 4 Quali ricordi conserva? La disciplina come era? E le valutazioni? C’erano i voti o i giudizi? C’era il trimestre o il quadrimestre? C’era tanto da studiare? Come erano i compiti e le interrogazioni? Come erano i libri, le cartelle, i quaderni? Usava materiali? Quali materie preferiva? I ricordi sono tutti positivi, la disciplina era più ferrea o meglio noi alunni eravamo più rispettosi. Le valutazioni erano discrete; c’erano i voti e l’anno era suddiviso in quadrimestri; c’erano tanti compiti e interrogazioni e molto da studiare. Le cartelle erano leggere e i libri erano pochi. Preferivo la storia e i lavori manuali. Usavo particolari materiali per il disegno. Non c’erano voti ma giudizi. Ricordo l’insegnamento e le amicizie. Gli insegnanti erano severi e giusti. C’era il trimestre e si doveva studiare tanto. I compiti e le illustrazioni erano adeguate al programma. I testi erano poveri di illustrazioni. La materia che preferivo era italiano. Ho dei buoni ricordi. I professori davano note, quando necessario. I compiti assegnati a casa venivano regolarmente controllati. Le interrogazioni erano regolari. Il materiale era simile a quello attuale. Mi ricordo che con l’insegnante di arte abbiamo fatto delle uscite per disegnare dal “vero”(la piazza, la stazione). In prima media c’è stata un’uscita didattica alla centrale del latte a Legnago, al museo Fioroni e anche al lago Maggiore. In educazione musicale si suonava il flauto e siamo andati a suonarlo alla casa di riposo. Mi ricordo il saggio di musica con i flauti al teatro parrocchiale. Ho ricordi piacevoli principalmente, ma anche ricordi di qualche litigio con i compagni. La disciplina era severa. Le valutazioni erano in decimi. C’era il trimestre. Non c’era molto da studiare. I compiti e le interrogazioni erano facili per me. Le cartelle erano di stoffa, i quaderni erano per lo più piccoli e avevamo un quadernone. Le materie che preferivo erano italiano e lingua straniera. I professori erano severi e le valutazioni pertinenti a quello che veniva presentato. Si usavano i giudizi e non i voti; l’anno scolastico era suddiviso in quadrimestri. C’era molto da studiare e lo facevamo sui libri di testo adottati dai docenti. Preferivo storia, musica ed educazione fisica. Beh, ovviamente mi ricordo le giornate con i miei compagni. Eravamo una classe bella tosta, quindi eravamo spesso puniti. Le valutazioni non erano sempre giuste e dovevamo studiare molto. Le interrogazioni non erano molte ma facevamo tanti compiti. Gli zaini erano molto pesanti. Io adoravo educazione fisica poi anche musica. Preferivo la matematica. 85 La disciplina era abbastanza rigida; le valutazioni concrete e c’erano i voti. C’era il trimestre e studiavamo molto. Mi piacevano molto le interrogazioni e preferivo la matematica. Conservo bei ricordi con i miei compagni. La disciplina era buona ma senza confronto con adesso; c’era tanto da studiare e la cartella era diversa da oggi. Ricordo una scuola severa ma molto educativa. C’erano i giudizi e il quadrimestre. C’era molto da studiare e molte interrogazioni e compiti. Io preferivo Artistica, Italiano e Tecnica. C’era il trimestre e c’erano sia i voti che i giudizi. I compiti erano difficili e c’era tanto da studiare. La mia materia preferita era la matematica. Per tecnica si usavano compensato, seghetto, colla, cacciaviti… Preferivo Arabo, Matematica, Francese. Ho un ricordo positivo della scuola; c’era da studiare e io preferivo matematica, latino e italiano. Conservo ricordi poco belli riguardo la disciplina per la presenza di più ripetenti turbolenti: telefonate anonime ed evacuazioni per presenza di presunte bombe. Conservo buoni ricordi; tutti i professori erano abbastanza severi e ci davano molto da studiare ma con un po’ di organizzazione si riusciva a fare. Nell’ora di ginnastica si correva fuori; c’era molto da studiare; non c’erano materiali; i libri erano usati e la cartella di stoffa. Ho frequentato la media Cavalcaselle. Ricordo di essere uscito indenne da quella classe di paura, assolutamente ingestibile, per cui ho ricordi spiacevoli. All’inizio della prima eravamo in ventiquattro solo sette hanno finito regolarmente la terza. I miei ricordi sono quelli della solitudine, quando ti manca un genitore non conti niente. Le punizioni erano frequenti; i compiti erano uguali per tutti ma l’interrogazione era più approfondita per chi rendeva meno. Non ho ricordi. Ho rimosso quasi tutto. Gli unici ricordi sono spiacevoli. 5 Ha ricordi particolari o episodi piacevoli/spiacevoli da raccontare? Non ho ricordi particolari (9) Ricordo il tempo passato con gli amici. Ricordo lo spettacolo di fine anno con musiche di Michael Jackson e le scenografie fatte con la Prof. Guerra e in inglese ricordo una corrispondenza con ragazzi inglesi durata poi molti anni. Ricordo il giornalino scolastico, i cartelloni e le ricerche di gruppo. Ricordo molti ragazzi turbolenti e le gare sportive al campo di calcio “vecchio”. Ricordo la gentilezza e l’aiuto di tutti gli insegnanti. Ho molti ricordi belli, tranne qualche insufficienza nei compiti in classe, ricordo alcune scenette fatte con la prof. di italiano che venivano fatte durante lo spettacolo di fine anno. Ricordo le gite. Ricordo un compagno di classe molto aggressivo. Ho molti ricordi piacevoli, mi piaceva andare a scuola e studiare, ricordo anche una discussione con un professore e con alcuni compagni. Mi ricordo la recita sugli dei dell’Olimpo. Mi ricordo che eravamo una classe molto affiatata; ci si dava veramente una mano fra compagni, ma soprattutto c’era il rispetto verso i professori. Sì, quando in Tecnica facevamo dei lavoretti con lampadine, batterie, filo di rame... facevamo semafori o altre cose. Ho un ricordo particolare del professore di matematica che era un bravo insegnante. Di tutti e tre gli anni conservo buoni ricordi; il più bello è collegato alla gita di due giorni a Pisa e Lucca, eravamo insieme alle altre due sezioni. Spesso d’inverno chi poteva portava un pezzo di legna assieme ai libri per far funzionare la stufa di terracotta presente in aula. I ricordi spiacevoli sono quelli di quando venivi accusato di cose che non commettevi; quelli piacevoli sono legati ai tornei dei giochi che vincevo: ping-pong, dama, calcetto… Purtroppo si prendevano in giro gli studenti timidi e ci si divertiva a farlo. Ho un ricordo molto piacevole di una recita fatta a Budrio. Era una esibizione fatta di balletti, canti e recitato realizzata con il prof. di musica. Non ho ricordi spiacevoli e tornerei volentieri a scuola al posto di mia figlia. Ricordo l’antipatia per alcuni professori, non per la materia, ma per il modo di valutare basandosi sui cognomi di ciascuno di noi. 6 Si ricorda di premi, di concorsi, di eventi particolari? 86 Ricordo i tornei di pallavolo contro altre scuole. (2) Ricordo la staffetta, ho vinto la medaglia d’oro. Ricordo i giochi della gioventù. (4) Ricordo il trofeo “B. Barbarani”. Ricordo gli esami di terza media, molti non avevano le possibilità di continuare gli studi. Non ricordo. (8) Mi ricordo l’esperimento ‘l’evaporazione dell’acqua’. Mi ricordo la corsa campestre e il trofeo Berto Barbarani. Mi ricordo il trofeo Barbarani: bellissimo. Mi ricordo che sono arrivata prima nella corsa. Mi ricordo delle gare di atletica e di pallavolo a cui ho partecipato. Mi ricordo inoltre di un concorso che ho vinto con un disegno sugli alpini. Mi ricordo di aver partecipato a giochi calcistici. Sì mi ricordo quando sono arrivato secondo sui 100 metri, su venti qualificati. Mi ricordo i giochi della gioventù di atletica leggera. Mi ricordo la corsa campestre: ho ricevuto la medaglia d’argento nella corsa di resistenza. Mi ricordo dei giochi sportivi di fine anno; li facevamo di pomeriggio e poi la sera festeggiavamo ballando con delle coreografie create da noi. Ricordo di aver ritirato un premio per aver disegnato un francobollo. L’unico premio che ho vinto è stata la medaglia di bronzo ai giochi della gioventù (sono arrivata terza). Mi ricordo del trofeo Barbarani e degli incontri annuali in teatro. 7 Tra i professori di chi si ricorda maggiormente e per quali motivi? Il Prof. Schiavo, molto bravo. Il professore di matematica e di ed. fisica, con i quali ci si incontra ancora. La prof. di matematica, era molto severa; il prof. di italiano era molto bravo. Il prof. di italiano perché aveva un bel modo di fare. La Prof.ssa Caltran, molto severa. Mi ricordo di un insegnante in particolare, per la sua bravura e serietà. La Prof.ssa Bordin, molto paziente. Ricordo l’insegnante di lettere, molto severo. Il Prof. Gasparini di matematica, spronava tutti i suoi alunni a dare il meglio. Il Prof. Gasparini, per i continui richiami all’attenzione. Ammiravo tanto la prof.ssa di ginnastica, ci ha trasmesso principi e valori per la vita oltre che per la disciplina sportiva. L’insegnante Bordin, perché ha insegnato a tutti e tre i miei figli. Mi ricordo la Prof. Guerra. Il prof. di matematica e la prof. di tecnica molto buoni. La Prof. Papi, Bordin e Guerra. Erano le materie che mi piacevano di più. Ricordo i professori di italiano e matematica e il prof. di disegno, mi ha insegnato la prospettiva. L’insegnante di religione, Soave, non era un insegnante convenzionale nel modo di insegnare, in Matematica avevo il Prof. Tarantino, d’italiano la Prof. Bertolaso. Il mio ricordo va alla prof.ssa Papi, molto brava a spiegare. Mi ricordo maggiormente della prof.ssa Papi di matematica. Mi ricordo del prof. Gasparini perché diceva che non ero brava in matematica; ma in questa materia alle superiori sono poi uscita a pieni voti. Mi ricordo anche della prof. Guerra perché la sua era la materia più rilassante e quindi si faceva confusione. Mi ricordo della prof. Papi perché era severa ma disponibile con chi si impegnava; mi ricordo anche del prof. Carrara perché mi ha fatto fare il telaio. Ed ancora del prof. di Religione, Don Soave. Mi ricordo del prof. di Tecnica che prendeva per le orecchie i miei compagni maschi quando doveva rimproverarli. Mi ricordo del professore di Italiano: riusciva a capire i ragazzi e li aiutava. Mi ricordo del professore di Matematica (Tarantino) della prof.ssa Guerra e Bordin (Artistica e Tecnica) che erano le mie materie preferite. Mi ricordo la prof.ssa di matematica perché quando uno di noi non capiva qualcosa lei si soffermava fino a farglielo capire il più possibile. La prof.ssa di Musica perché io non ero brava e lei riusciva ad aiutarmi. La prof.ssa di musica perché spiegava bene le opere. Mi ricordo delle prof.sse Felici e Abriani per la loro professionalità. 87 Ho un bellissimo ricordo della prof.ssa Biancardi che insegnava lettere, del prof. Gasparini, della prof.ssa Andreoni, delle prof.sse Smaltino, Guerra, Bordin e Manzardo. Ho frequentato a Legnago; mi ricordo del prof. di matematica che era un po’ strano: ci raccontava della seconda guerra mondiale. Mi ricordo della prof.ssa Papi che è ancora in servizio, della preside, prof.ssa Bigini e delle prof.ssa Bertolaso e Polo nonché dei professori Baratella, Malandrin e Carrara. Mi ricordo del prof. Quinzan di italiano sempre sorridente. Mi ricordo della prof.ssa Papi di matematica che sta insegnando ancora oggi che è stata e penso lo sia ancora, ottima e severa nell’insegnamento e nell’educazione (anche se prendevo qualche nota). Frequentavo la sezione F e mi ricordo solo della professoressa di matematica ingiusta. Mi ricordo della prof.ssa Papi perché il suo insegnamento era rapido ma con ottimi risultati. Mi ricordo del prof. Foresti perché era simpatico. 8 Si ricorda anche di qualche bidello e per quale motivo? Ricordo le signore che sferruzzavano, i bidelli erano pochi e ci assistevano se avevamo dei malesseri. Mi ricordo una bidella, era la mamma di una mia compagna di classe. No, non ricordo. Ricordo il bidello Francesco che faceva delle collane e orecchini di perline che a fine anno ci regalava. Ricordo del bidello Pino, era molto simpatico. Ricordo il bidello Severino, era molto cattivo. Ricordo Rino e Marica per i lavori a maglia. C’erano molti bidelli: Carmelo, Francesco, Pino, Lina, Maria e Bertilla. Ricordo una bidella molto severa. Ricordo i bidelli: tutti molto simpatici. Si, ne ricordo uno in particolare perché era il custode. Ricordo un bidello molto alto. Beh, i bidelli! Tutti dei grandi: i migliori, sempre disponibili, sempre pronti per tutti: Gianpaola, Nellina, Donatella, Marco. Tutti bravi! In Africa non c’erano bidelli. Mi ricordo che quando arrivavamo in anticipo loro ci facevano entrare nell’atrio per ripararci dal freddo e dalla pioggia. Mi ricordo di Carmelo. Mi ricordo di Francesco Rossetto: era come un secondo papà e custode esemplare della scuola. Mi ricordo di Marco e delle gentilissime Donatella, Nellina e Gianpaola. Mi ricordo di Maria che faceva i lavori a maglia e di Rino. Mi ricordo di Francesco Rossetto e di Bertilla. Mi ricordo della bidella Assunta per la sua simpatia. Mi ricordo della bidella Bertilla, la madre di Marco Biscola (fa anche lui il collaboratore scolastico). Mi ricordo della bidella Bertilla: stava sempre a pulire ogni volta che si andava in bagno. Mi ricordo di Maria perché era buonissima e anche di Bertilla che era molto severa. Mi ricordo di Bertilla perché era gentile. 9 Quali ricordi ha della struttura e delle aule della scuola frequentata? Aule ampie e corridoi spaziosi (media di Legnago). Buona perché moderna. Una struttura moderna. La struttura delle aule e come quella attuale, tranne l’aula di arte (media di Minerbe). Era in buono stato (media di Porto). Non ho particolari ricordi. Una scuola molto bella, con molti spazi (media di Minerbe). La struttura era abbastanza buona e anche le classi ampie e spaziose (media di Casaleone). La struttura era adatta ai ragazzi con ampi spazi anche per correre (Media Minerbe). Ricordo una bella scuola (media Minerbe). La struttura era abbastanza datata, mentre le aule erano strette e lunghe (media di Albaredo). La scuola era un po’ vecchia, ma la sede era provvisoria perché la stavano costruendo nuova (media Minerbe). E’ sempre stata una scuola pulita, calda e soprattutto accogliente (media di Minerbe). La struttura è ancora uguale (media Minerbe). Le aule erano spaziose e luminose, mi piaceva la palestra e il giardino (media Minerbe). 88 Era un po’ vecchia come struttura e la sede era per di più provvisoria perché stavano costruendo la nuova scuola (media di Minerbe). Le aule e la scuola erano pulite, ordinate e ben strutturate. L’aula Magna era la più bella, grande luminosa, con il suo schermo molto grande. Proprio bella. La palestra era un po’ messa male, ma ho avuto modo di rivederla di recente e adesso è proprio bella! La scuola era tenuta bene. Io ero in C e nel primo anno abbiamo inaugurato la sezione. In Africa avevamo solo l’aula d’informatica. Ho frequentato in Calabria e le aule erano stanze in appartamenti senza riscaldamento; non c’erano laboratori e l’educazione fisica si faceva all’aperto. Nella scuola di Veronella non c’erano palestre né laboratori. La scuola media di Minerbe che ho frequentato io non era molto diversa da ora. Si entrava da dietro, mentre i professori avevano il parcheggio davanti. Ho il ricordo di una struttura moderna, pulita e funzionale. La scuola media di Minerbe mi è sempre piaciuta come struttura perché è grande ed ha molti spazi sia all’interno che all’esterno per accogliere bene i ragazzi. 10 Era dotata di palestra o di laboratori? Quali? La stessa palestra e le stesse attrezzature di oggi. C’era l’aula di ed. musicale, di arte, la palestra, il laboratorio di scienze. C’era la palestra e l’aula di musica. Sì, avevamo la palestra dove due ore la settimana facevamo ginnastica. C’era anche l’aula di laboratorio dove nell’ora di scienze facevamo gli esperimenti. Sì era dotata di laboratorio di tecnica, laboratorio di arte, laboratorio di scienze e c’era la palestra. La palestra c’era con i suoi spogliatoi. Sì, c’era la palestra e anche il laboratorio di fotografia che io ho usato. Sì c’era la palestra ed il laboratorio di applicazioni tecniche. Sì, c’era la palestra e tutti i laboratori necessari: musica, informatica, artistica… Sì avevamo tutto: palestra e laboratori. La palestra c’era, ma non ancora i laboratori. 11 Si ricorda di aver effettuato gite, uscite o visite guidate e dove? Sì, sono andata ad Assisi e alle grotte di Frasassi, a Ravenna, a Verona e a Vicenza (media di Casaleone). Non le abbiamo mai fatte (media Albaredo). Sì ho fatto una gita a Firenze (media Porto). Sì, ogni anno si faceva la gita scolastica accompagnati dai professori: mi ricordo che la migliore è stata a Venezia (media Minerbe). Sì, si facevano, ma non ricordo dove (media Minerbe) (5) Mi ricordo Padova, Venezia, Mantova...(media Minerbe). Mi ricordo quella fatta a Ravenna e quella in Val Camonica (media Minerbe). Mi ricordo quella a Torino in terza media (Minerbe). Mi ricordo di aver fatto gite a Mantova e a Redipuglia (media Minerbe). Sì, al Vittoriale (media Minerbe). Sì, un anno a Napoli con una visita guidata che è durata quattro giorni. Sì mi ricordo che abbiamo fatto un’unica gita; non ci hanno concesso di farne altre per punizione. Mi ricordo di qualche gita fatta ma non dove. Mi ricordo una gita a Pisa, a Trieste e a San Marino. Siamo stati alle Cinque Terre, a Parma e a Verona. Mi ricordo che siamo andati in alcune centrali idroelettriche. Mi ricordo di essere andato a Garda e di avere fatto il giro del lago in traghetto. Mi ricordo della visita alla centrale del Latte di Vangadizza. Si facevano le gite solitamente organizzate dal prof. Gasparini. Mi ricordo della due giorni passata allo Stelvio. 89 12 I suoi genitori andavano a udienze? Erano contenti del suo profitto o la rimproveravano? La potevano seguire nei compiti o doveva arrangiarsi e fare tutto da solo? Andavano sempre a udienze ed erano contenti del mio profitto. Mi arrangiavo nei compiti: erano alla mia portata. Sì: ci rimproveravano e dovevamo arrangiarci. Mamma andava alle udienze e come sempre i professori riferivano il solito: ‘può fare di più perché ha le potenzialità’! Per i compiti mi arrangiavo perché i miei genitori avevano solo la licenza elementare. Sì mia mamma andava a udienze ma per i compiti mi arrangiavo da sola. I miei genitori sono andati poche volte alle udienze perché del mio profitto erano abbastanza soddisfatti; i compiti li svolgevo da sola perché non avevano tempo di aiutarmi. No, non andavano spesso a udienze perché erano contenti dei miei risultati anche se dovevo arrangiarmi da sola. Mia madre andava alle udienze e anche se il profitto non era dei migliori non mi rimproveravano. Mi aiutavano nei compiti ma facevo tutto da sola. Sì, andavano alle udienze e mi dicevano che dovevo fare di più. Per i compiti mi arrangiavo. Non erano molto contenti, d’altra parte facevo tutto da sola sia perché i miei genitori lavoravano sia perché dovevo badare anche al mio fratellino. Erano parzialmente contenti. A volte erano contenti, altre un po’ meno; nei compiti ero seguita nelle cose più difficili. Sì, i miei genitori sono sempre andati alle udienze; se andavo male erano parole, ma anche se andavo bene c’era sempre un però…chiacchieravo…Se volevo mi aiutavano… però ho sempre preferito arrangiarmi da sola. Alle udienze andava mia madre e se facevo tanti sbagli mi strappava le pagine. I miei genitori andavano alle udienze per seguire il mio andamento scolastico ma raramente mi aiutavano nei compiti, per fortuna avevo l’aiuto di mia sorella maggiore. I miei genitori non erano molto contenti: si aspettavano di più; facevo i compiti da sola, ma c’era mamma a guardarmi. I miei erano contenti del profitto, ma mi seguivano raramente per cui dovevo tutto fare da solo. Ci andava mio padre ma non era abbastanza contento… mi dovevo arrangiare da solo. I miei genitori non andavano ai colloqui ma erano molto contenti dei profitti e io riuscivo ad arrangiarmi da sola. I miei genitori erano contenti del profitto ma non mi hanno mai aiutato nei compiti perché mi arrangiavo. Mio padre andava alle udienze e mi insegnava ad eseguire i problemi di matematica la sera quando tornava dal lavoro. Sì, i miei andavano a udienza ed erano abbastanza contenti anche se dovevo fare tutto da sola. I miei genitori andavano ad udienze, contenti dei miei risultati nonostante non potessero aiutarmi nei compiti. I miei genitori per mancanza di tempo e di cultura non andavano a udienze. Non mi rimproveravano perché si fidavano del mio lavoro; infatti non mi seguivano nemmeno nei compiti perché ero autonoma e con profitto. 13 La scuola è stata importante per lei? Perché? Molto importante sia per ciò che ho imparato sia per chi ho incontrato. Si impara a relazionarsi. Sì è importante. Ho avuto più soddisfazione scolastica in terza media anche per gli argomenti importanti svolti. La scuola è importante perché fornisce un bagaglio di conoscenze indispensabili. Arricchisce molto e se potessi ritornerei volentieri a scuola. Lo è stata perché ho appreso cose importanti. Certo, è una grande esperienza di vita. La scuola oltre all’istruzione insegna a vivere insieme agli altri e a crescere accumulando esperienze sia tristi che felici. Sì, è stata importante perché oltre alle conoscenze di base mi ha insegnato a stare con gli altri. Sì perché ho appreso le basi della vita. Sì perché mi ha dato l’istruzione per affrontare al meglio il lavoro. Sì, perché senza di essa non avrei potuto andare al lavoro. Sì, molto per cultura personale e per aver imparato cose importanti. Sì, è stata importante perché mi ha insegnato tante cose. 90 Perché mi ha dato le basi per frequentare l’istituto Minghetti, diplomarmi ragioniere e avere le possibilità di rapportarmi con persone diverse che tuttora frequento. Sì, la scuola è stata molto importante perché mi ha dato una buona educazione. Sì, molto perché mi ha creato una cultura e al mondo d’oggi mi accorgo che si impara sempre e vorresti andare sempre a scuola. Sì, l’istruzione serve sempre. È stata una scuola di transito con pochi ricordi belli; non avevo nessun compagno dalle elementari mentre molti dei nuovi erano ripetenti assai turbolenti. È stata molto importante perché mi ha aiutato a crescere e a formarmi sia come persona sia come studente L’ho interrotta ma poi me ne sono pentito. Come oggi anche allora è stata importante perché mi ha dato le basi per la crescita della mia persona. Mi ha trasformato da bimba a ragazzina pronta ad affrontare le scuole superiori. È stata molto importante perché mi ha dato cultura. È stata importante perché studiavo per un futuro lavoro. È stata importante perché mi ha dato le conoscenze per poter proseguire negli studi. È stata molto importante, mi ha aiutato a crescere e a imparare molte cose. È ottima come scuola soprattutto perché c’è stata e c’è ancora buona direzione, professori e collaboratori. Non è stata un’esperienza importante. Mi sentivo inadeguata e allontanata da compagni e docenti. 14 Si ricorda di compagni della sua classe o di altre classi che nel tempo per il loro impegno nel lavoro come nello studio si sono distinti professionalmente, sono riusciti ad occupare posti di lavoro significativi, sono diventati imprenditori, liberi professionisti, amministratori, politici… La invitiamo a fornircene i nominativi per poterli sentire e intervistare quali esempi di impegno e di buona volontà. Si prega di indicare nome, cognome, luogo di residenza, professione o altro ritenuto significativo. Angelica Facchetti, maestra Facchetti Stefano, architetto Don Davide Vicentini, direttore del Centro Toniolo a Verona Menegolo Savina, psicologa Facchetti Chiara, insegnante di matematica (è figlia della maestra Cecilia Bonfà Michela Villardi (figlia di Nereo), pittrice, artista anche all’estero Rossi Francesca neurologo Fante Andrea Magagnin Maurizio, imprenditore agricolo Isabella Tecchiato, assistente sociale Faccioli Federico, architetto, Bevilacqua Emanuele Campolongo Giovanna Marocco, attuale segretaria dell’Istituto Facchetti Stefano, architetto Zanon Stefano, imprenditore Menegazzi Domenico, imprenditore 15 Secondo lei se i ragazzi non sfruttano le possibilità che la scuola dà di conoscere ed accrescere il proprio sapere e le proprie conoscenze perdono occasioni importanti, sprecano opportunità o fa lo stesso perché la vita è un’altra cosa? Secondo lei la scuola è ancora importante oggi? Cosa ne pensa? La scuola è sicuramente molto importante, ritengo tuttavia ci sia ancora troppa diversità tra scuola e mondo del lavoro. Sono su piani diversi; si fa molta teoria che non viene poi calata nella pratica (sarebbero molto utili periodi di stage nelle aziende per ragazzi e professori). I ragazzi non prendono sul serio lo studio. La scuola deve creare degli interessi, sviluppare le curiosità. Non deve esserci il sapere per il sapere, ma anche concretezza, un legame del sapere con la realtà. La scuola obbligatoria essendo obbligatoria può anche risultare non interessante per i ragazzi. Importante è che vi siano degli insegnanti che educhino veramente, che siano carismatici, che sappiano far vivere il sapere. Secondo me la scuola è ancora molto importante anche oggi perché non si finisce mai di imparare; l’unica cosa negativa è che nonostante i tanti anni di scuola e i nostri sacrifici non ci siano opportunità di lavoro una volta finito di studiare. Sì, la scuola è ancora oggi molto importante e, secondo me, se i giovani non sfruttano queste possibilità perdono occasioni molto importanti. 91 Sprecano opportunità e occasioni importanti. Penso che la scuola, assieme alla famiglia, abbiano un ruolo molto importante nella crescita dei ragazzi. La scuola è stata importante e lo sarà sempre perché insegna a vivere e a confrontarsi con gli altri aiutandoti a realizzare i tuoi progetti o sogni per il futuro... La scuola è molto importante perché insegna i valori, le conoscenze, lo stare assieme… L’istruzione è molto importante e non solo per preparare le persone al mondo del lavoro ma soprattutto perché deve formare i giovani e farli crescere interiormente. Purtroppo mi sembra che il ruolo della scuola nel formare la ‘persona’ sia oggi molto poco considerato soprattutto dai governanti mentre dovrebbe essere il compito principale di uno stato. Sì perché la scuola aiuta a vivere meglio in quanto ampia in modo significativo le conoscenze che aprono la strada alle opportunità; inoltre benché la vita sia imprevedibile e non si sappia quindi quale possa essere la strada da seguire, l’andare a scuola apre comunque le menti. Sprecano opportunità perché lo studio è molto importante, più di una volta. Sì la scuola è molto importante perché senza la scuola non c’è futuro. Sì, molto importante perché al giorno d’oggi se non si frequenta una buona scuola è già quasi impossibile trovare un buon lavoro. La scuola è importante ora e lo sarà sempre perché dà la possibilità di imparare molte cose. Tutti pertanto dovrebbero sfruttare questa importante opportunità. Oggi la scuola è fondamentale, senza non si va da nessuna parte. E poi dato che non c’è molto lavoro meglio studiare che stare disoccupati anche se studiare rappresenta un bel costo. Secondo me la scuola è molto importante oggi perché ti aiuta a mettere le basi per le decisioni che dovrai prendere quando sarai cresciuto. Sicuramente i ragazzi se la prendono un po’ alla leggera ma ancora oggi la scuola può insegnare molte cose per il loro cammino. Sprecano molte possibilità. La scuola è molto importante per noi stessi e per affrontare meglio la vita perché quando si studia si possono avere molte più possibilità nel modo del lavoro. La scuola è importante ancora oggi se strutturata in maniera corretta e se si mantengono le distanze tra alunni e professori portando rispetto reciproco; inoltre è una base per affrontare la vita sia per le conoscenze che ti dà, sia per i rapporti interpersonali che consente di fare fra alunni, bidelli, professori. Sì perché mi ha insegnato molte cose. Secondo me sprecano occasioni importanti perché qualunque cosa si impara, prima o poi nella vita diventa utile. Secondo me perdono occasioni importanti e sprecano opportunità perché la scuola è la cosa più importante. I ragazzi devono sfruttare tutte le possibilità che la scuola pubblica mette a disposizione per una crescita interiore e per essere preparati per le scuole superiori. Secondo me la scuola è ancora uno dei pilastri fondamentali per l’istruzione e per la crescita intellettuale dei ragazzi. Le opportunità vanno sempre accolte. La scuola è ancora oggi un’opportunità per accrescere il proprio sapere; mi piacerebbe che ci fossero sempre insegnanti preparati e capaci di trasmettere interesse per le materie insegnate. La scuola ancora oggi è molto importante e i giovani devono capire che bisogna sfruttare tutte le opportunità che essa offre. La scuola è fondamentale per la persona e l’introduzione del computer o della lingua straniera sin da subito è assolutamente positivo. Positivo è anche estendere la scuola dell’obbligo sino ai sedici anni. Io proporrei anche che la scuola dell’obbligo arrivasse, magari con qualche anno in più, a dare un attestato o un diploma per immettere i giovani nel modo del lavoro. La scuola serve perché l’esperienza nella vita è importante, ma la cultura personale serve per saper affrontare tutte le situazioni e per poter sfruttare ed apprezzare quanto ci circonda. La scuola inoltre insegna la convivenza con gli altri. Credo che una buona madre deve insistere con i propri figli per farli applicare nello studio perché la scuola offre un futuro. La scuola è importantissima, purtroppo i quattordicenni lo capiranno più avanti. La scuola è ancora molto importante. È comunque necessario renderla sempre stimolante e al passo con i tempi, senza dimenticare regole e disciplina che servono anche a formare il carattere e ad essere più responsabili delle proprie azioni. È fondamentale per il progresso scientifico e tecnologico. I ragazzi di adesso vorrebbero tutto e subito, dunque hanno solo fretta di crescere e non capiscono l’importanza di fare scelte giuste per il loro futuro. La scuola è fondamentale per ‘aprire’ la mente e l’anima a tutto ciò che ci circonda, vicino e lontano. Senza cultura e senza consapevolezza non si diventa ‘cittadini del mondo’ rimanendo così chiusi ottusamente dentro al proprio io credendola l’unica vera realtà di vita. 92 Dati ricavati dai questionari restituiti dagli studenti della terza A sui ‘primi 50 anni di scuola media’ 1 Ora, che sei al termine del tuo percorso scolastico in questa scuola, ti sembra che in essa sia pienamente realizzato il principio di una scuola accogliente e formativa nei confronti di tutti i ragazzi qualsiasi sia la loro condizione e situazione? Sì, penso che sia una scuola molto accogliente con dei professori molto bravi. Si, penso che questa scuola sia perfetta; nel lato di insegnamento spiegano molto bene, quindi si adatterebbe a qualsiasi situazione. Questa scuola è molto accogliente e accetta qualsiasi ragazzo e per i disabili ha delle professoresse molto brave che li seguono molto bene. Si. Ma i bambini che hanno dei problemi non sono tanto coinvolti nella lezione di arte. Secondo me sì, perché ci ha permesso di conoscere nuovi compagni di qualsiasi nazionalità e religione. Poi le attività di qualsiasi materia sono state sempre diverse in modo che non ci annoiassimo. Secondo il mio punto di vista oggi la scuola si è migliorata nelle tecnologie e quindi ai ragazzi piace di più andare a scuola perché sanno che ogni giorno ci sono argomenti nuovi da trattare e che ogni giorno lo potranno fare in modo diverso anche attraverso l'uso delle LIM,ossia le lavagne interattive multimediali. In tutti i tre anni mi sono impegnato al massimo quindi posso essere sicuro di essere pronto al massimo. Si, molti della mia classe sono nelle condizione di poter portare a termine questi compiti, altri ragazzi per la loro pigrizia no. Anche nella mia scuola come in tutte ci sono stati degli episodi che hanno messo a disagio me o altri compagni, tipo incomprensioni con i prof e con alcuni ragazzi però nel complesso sono stati tre anni tranquilli. Sicuramente questa scuola offre opportunità a tutti indistintamente e chiunque le sappia cogliere gode di buone possibilità. Per me, la scuola che sto frequentando, è avanzata rispetto le altre: vi sono molte LIM, un'aula computer e un'aula magna fornita di strumenti all'avanguardia. Si può dire che mi piaccia venire a scuola anche grazie a questi fattori... però ci sarebbero delle migliorie da fare: bisognerebbe che gli insegnanti fossero più istruiti sull'uso dei computer e delle LIM e magari utilizzare i libri interattivi. Si, ma si dovrebbe migliorare il servizio bibliotecario. Sì, è stata abbastanza accogliente e nei momenti di difficoltà i professori erano e sono sempre disponibili. Sì. Ognuno è accolto più che bene. Secondo me, questa scuola per fortuna è riuscita a realizzare il principio di una scuola accogliente e formativa, perché ha sempre dato la possibilità anche agli studenti con problemi di poter partecipare alle attività scolastiche tipo gite, uscite, ecc. Si, perché è una scuola molto accogliente e i ragazzi sono trattati nello stesso modo. Questa scuola poi fa molte attività belle e divertenti, ma da cui si impara anche qualcosa. Si il principio della scuola accogliente è stato applicato perché dà pari opportunità a tutti i ragazzi. Sì, secondo la mia esperienza ho potuto constatare che a tutti i ragazzi, qualsiasi sia la loro condizione e situazione, hanno potuto avere la possibilità di formarsi in una scuola accogliente e aperta a tutti. Sì, secondo me è una scuola molto accogliente nonostante ci siano certi ragazzi che hanno problemi. Sì, penso che sia stata una scuola accogliente e pronta a intervenire sulle varie situazioni e a volte anche prendere i giusti provvedimenti. Credo che questa scuola sia pienamente realizzata per essere accogliente ed è formativa nei confronti di tutti i ragazzi qualsiasi sia la loro condizione e situazione perché fornisce qualunque cosa ci sia utile ed è anche molto rinnovata nella tecnologia, non in tutte le scuole hanno la possibilità di avere una LIM in tutte le classi. Si, perché tutti vengono trattati allo stesso modo e chi ha difficoltà viene aiutato. 2 Tutti i ragazzi che la frequentano sono messi nelle condizioni di potersi impegnare, farsi valere ed essere riconosciuti nel loro impegno e nel loro lavoro scolastico? Sì, siamo trattati tutti allo stesso modo. Anzi chi si impegna poco viene incoraggiato ad applicarsi di più per la promozione. Si potrebbero farsi valere e venire riconosciuti per il loro lavoro, poi dipende dal fatto che si studi o meno. Tutti i ragazzi che ci sono nella mia scuola ricevono lo stesso trattamento, e se hanno dei voti bassi vengono spronati dai professori per migliorare. Si tutti i ragazzi sono messi nelle condizioni di potersi impegnare, dopo spetta a noi sfruttare o meno queste opportunità. 93 Sì, perché viene data a tutti la possibilità di recuperare o impegnarsi sempre di più, soprattutto nelle ore di recupero e poi gli insegnanti sono sempre disponibili per rispiegare. Tutti i ragazzi sono messi nelle condizioni di potersi impegnare; a volte però, se ne fregano della scuola, e quindi i risultati non potranno mai essere positivi. Invece se un ragazzo si impegna sarà fiero dei risultati che otterrà e sarà ben felice di andare a scuola ogni giorno e di faticare per una buona causa, la sua istruzione. Sì perché i professori spiegano nel loro modo migliore: sta all’alunno decidere se impegnarsi o meno. Credo di sì. Sì, tutti i ragazzi possono essere riconosciuti per l'impegno a patto che questo sia presente perché se una persona non si impegna non può essere riconosciuta la sua predisposizione per qualcosa. Penso che ogni ragazzo sappia come è messo con lo studio, sa come si sta preparando; e ognuno di noi ha un proprio metodo di studio. Sì, tutti i ragazzi possono distinguersi, i prof sono sempre disponibili; l'unica cosa che può mancare è l'impegno da parte dello studente.... Si, ma il risultato finale lo dobbiamo dare noi all’ esame finale con buoni voti. Sì, la scuola offre tutto il necessario per essere “i migliori”. Si, anzi chi si impegna poco e ha le potenzialità di recuperare viene spronato ad applicarsi. Si, secondo me tutti i ragazzi possono, e hanno avuto, la possibilità di essere riconosciuti oppure di farsi valere; anche se con modi diversi (esempio: letture in teatro, presentazioni, attività in aula magna, progetti vari, spettacoli di fine anno). Si, perché i professori sono disponibili ad aiutarti e non si fanno problemi a rispiegarti gli argomenti di cui non hai appreso molto. Si tutti quanti hanno la stessa possibilità di riuscita, basta impegnarsi. Sì, tutti i ragazzi hanno queste possibilità, sta poi ad ognuno saperle sfruttare per la propria crescita formativa. Sì, sono messi nelle condizioni di potersi impegnare. E i professori incoraggiano a studiare per gli esami. Credo che ognuno di noi abbia delle capacità ottime, ma ci vuole impegno e volontà individuale e se ognuno ci mette tutto questo, otterrà ottimi risultati per un domani, e così potrà essere fiero di tutto il lavoro. Penso che i ragazzi che frequentano questa scuola sono messi nelle condizioni di potersi impegnare, farsi valere ed essere riconosciuti nel loro impegno e nel loro lavoro scolastico. Tutto questo grazie alle partecipazioni ai vari corsi. Si, perché noi tutti adesso sappiamo cosa fare in futuro. Si potrebbero farsi valere ed essere riconosciuti per il lavoro svolto, sempre che si impegnino. 3 Secondo te la scuola oggi è ancora molto importante? Perché? Sì, secondo me la scuola è ancora oggi molto importante perché se non si ha un titolo di studio o un diploma non si può avere nessun lavoro...al giorno d' oggi se non si ha qualcosa in mano i datori di lavoro non assumono... Secondo me la scuola è importante perché ci sono sempre cose nuove da imparare oltre alle materie come ad es.: stare con le persone e vivere il mondo. Secondo me la scuola è molto importante, perché ti indirizza al lavoro che un domani vorrai fare. Per me sono importanti le elementari perché ti insegnano le cose basilari, e le superiori perché impari il lavoro che vuoi fare tu. Secondo me sì, perché ci prepara ad un futuro al di fuori di questo edificio, anche se a volte servirebbe fare lezioni con un po’ più di pratica per “un domani”. Secondo me la scuola oggi è ancora molto importante perché ti consente di costruire un futuro, e di trovare un lavoro. Sicuramente sì perché senza scuola anche i lavori più facili diventano difficili. Secondo me la scuola è molto importante per avere una preparazione generale per l'anno prossimo. Sì è ancora molto importante perché senza scuola non posso prepararmi per andare a fare il lavoro che vorrei, soprattutto adesso che c’è un sacco di disoccupazione. La scuola è molto importante perché senza essa non si potrà trovare un lavoro in futuro e sicuramente una persona rimpiangerà di non aver studiato solo quando ormai è troppo tardi. Sì, perché ci danno una cultura adeguata alla nostra età. Secondo me la scuola è molto importante, a molti non può piacere la scuola, e in certi casi concordo, ma dopo tutto la scuola serve per crearti un futuro e portare avanti la vita futura. Per me la scuola è molto importante, soprattutto oggi che senza un'istruzione è molto difficile trovare lavoro, anche per una cultura personale. 94 Si perché dalle medie si decide il futuro di molti studenti. Sì, perché è importante saper parlare e scrivere correttamente una lingua e fare dei semplici calcoli… Si; perché solo studiando si possono avere risultati nella vita. Si, secondo me la scuola oggi è ancora molto importante perché fornisce, non solo l’intelligenza e la sapienza, ma anche ti insegna l’educazione, i modi di relazionarsi e come poi proseguire una vita adeguata. Per me è ancora oggi molto importante, perché ti insegna molto e senza quella non puoi trovarti un lavoro serio e vivere allo stesso modo delle altre persone. Si è molto importante perché fornisce ai ragazzi delle conoscenze che a casa non si possono comprendere. Sì, perché serve a formare i giovani e a far sviluppare le loro caratteristiche personali, e fare in modo che abbiano la possibilità di scegliere il loro futuro. Secondo me la scuola è ancora oggi molto importante, per il nostro futuro, per il nostro lavoro che sarà. Secondo me, la scuola è importante perché si impara la cultura generale, ma non solo, anche perché, senza titolo di studio non si può fare nulla nella vita. Per me la scuola è molto importante, perché ci dà la conoscenza e ci dà l’opportunità di diventare qualcuno. Si, perché senza lo studio delle cose basilari risulterebbe condizionato ciò che vogliamo fare da grandi. Secondo me la scuola è importante perché consente di imparare cose nuove, prepara per il mondo che c’è fuori e per un futuro lavoro. 4 Secondo te se i ragazzi non sfruttano le possibilità che la scuola dà di conoscere ed accrescere il proprio sapere e le proprie conoscenze perdono occasioni importanti, sprecano opportunità o fa lo stesso, tanto la vita è un’altra cosa? Tu cosa ne pensi? Secondo me se i ragazzi non sfruttano le possibilità date dalla scuola sprecano opportunità molto importanti per la vita...penso che bisogna fare tesoro di tutte le informazioni date dai professori e utilizzarle quando bisogna... Penso che quei ragazzi che fanno cosi un domani si troveranno ad essere come degli asini e verrà loro in mente tutte le volte che hanno rifiutato la scuola. Secondo me bisogna sempre cogliere le occasioni che si hanno per scoprire cose nuove. Per me fa lo stesso perché conosco persone che non hanno la terza media ed hanno un’azienda per conto proprio. Secondo me è importante che noi ragazzi sfruttiamo al massimo le possibilità che la scuola ci offre, ma penso anche che in certi aspetti la scuola deve prepararci alla vera vita al di fuori di essa. La scuola offre a tutti gli studenti, la possibilità di arricchire il proprio livello culturale. È un'opportunità che tutti dovrebbero sfruttare, perché ti consente di crearti nuovi orizzonti per il futuro. I ragazzi che non sfruttano queste possibilità sono un “caso perso”: non potranno mai fare carriera! La scuola è una sola e se non viene sfruttata è un’occasione persa, per questo, secondo me, la scuola è importante, anche perché senza di essa non si farebbe molto. Se i ragazzi non sfruttano le opportunità date dalla scuola si perdono una grande occasione e con il passare del tempo se ne pentiranno. Penso che per noi giovani sia difficile concentrarsi solo sulla scuola e capire il legame che c’è fra istruzione e lavoro. Quando ad esempio studiamo capitoli interi di materie noiose come musica come si fa a pensare che serva per trovare un lavoro? E’ vero che nella vita non c’è solo lo studio, ma occupa talmente tanto tempo che noi ragazzi non riusciamo a fare tutte le altre cose piacevoli che vorremmo fare e quindi finiamo per sprecare davvero alcune possibilità che la scuola dà. Secondo me quasi nessuno di noi dà il massimo. Penso che tutto dipenda dal tipo di lavoro che vorrà fare da grande il ragazzo, poi a molti può interessare e ad altri no, secondo me si dovrebbe prendere la palla al balzo e accogliere con favore la proposta formativa che essa dà. Ogni ragazzo dovrebbe impegnarsi perché le opportunità che si trovano a scuola non si ripresentano più. Sì, secondo me, uno che non studia perde una grossa occasione. I ragazzi che non sfruttano queste possibilità in futuro se ne pentiranno. Certi ragazzi non sfruttano la possibilità che la scuola offre perché a questa età non sappiamo che valore ha, mentre altri ragazzi non hanno la fortuna di andare a scuola perché o non hanno soldi per permetterselo o sono costretti a lavorare fin da piccoli. Secondo me, è necessaria la scuola per imparare varie cose. Penso che chi non usa queste opportunità si perda parte della vita più importante. Secondo me, sprecano la possibilità, poiché la scuola per i ragazzi della nostra età è uno dei principali, se non il principale, impegno che si ha, e del quale bisogna avere responsabilità. Per me, sprecare delle occasioni, vorrebbe dire fregarsene. Le occasioni che ti vengono richieste sarebbe da prenderle al “lampo” e non sprecarle, perché potrebbero essere utili nella propria vita. I ragazzi che non sfruttano queste opportunità, si perdono molte cose. 95 Secondo me i ragazzi come noi devono sfruttare l’occasione che la scuola fornisce e non sprecarla perché la vita si basa anche sulle nostre conoscenze. Io penso che i giovani non devono sprecare tutte la possibilità a loro offerte, perché così facendo è come se buttassero via la propria vita. Secondo me se i ragazzi non sfruttano le possibilità date dalla scuola, perdono occasioni molto importanti perché si imparano molte cose che servono per la vita. Secondo il mio punto di vista alcuni ragazzi non sfruttano al meglio le loro capacità, perdendo occasioni importanti che magari in futuro potranno servire. Altri invece cercano di prendere al volo le opportunità che vengono date, e accrescono sempre di più il proprio sapere e le proprie conoscenze. Penso, che alcune materie fuori dalla scuola non servano molto, ma a volte quella materia che sembra inutile, ampia le conoscenze. Beh dato la mia esperienza di occasioni ne ho perse ma sto cercando di rimediare agli errori che ho commesso in tutti questi anni. Penso che quei ragazzi che ‘saltano’ la scuola, prima o poi, si pentano della loro scelta perché quelli come loro finiscono quasi sempre a dormire per strada. 5 Ti piace studiare? Quali materie preferisci? Come è l’impegno richiesto? Tanto, poco, adeguato,…trovi qualche difficoltà,…in quali attività riesci meglio o ti attirano di più….? A me non piace molto studiare...preferisco materie come matematica, motoria, tecnica, musica...l’impegno richiesto è molto, soprattutto in questo ultimo anno scolastico...trovo qualche difficoltà in qualche materia come scienze, storia... Studiare a me non è mai piaciuto, di materia mi piace motoria perché è l’unica in cui puoi “sfogarti”, il mio impegno non è il massimo e come dicono tutti potrei dare di più; le difficoltà le trovo soprattutto nello studio perché non riesco a concentrarmi come si deve. A me non piace tanto studiare. La materia che preferisco è geografia. L’impegno richiesto è adeguato. In questa materia trovo poche difficoltà. No non mi piace studiare, le mie materie preferite sono grammatica ed eduzione fisica, l’impegno richiesto cambia dalle materie; le materie in cui riesco meglio sono grammatica, antologia ed educazione fisica. Credo che studiare piaccia a pochi, infatti a me non piace molto però mi impregno sempre e do il massimo. Le materie che preferisco sono inglese, matematica e italiano. Non saprei dire com’è l’impegno richiesto perché io cerco di dare sempre molto, comunque penso sia adeguato alla nostra età. Trovo difficoltà in tedesco con l’arrivo della nuova professoressa, mentre riesco meglio in inglese, matematica, italiano. A me piace molto studiare: ogni giorno c'è sempre qualcosa da imparare. La materia che preferisco in assoluto è Italiano. L'impegno richiesto nello studio è adeguato in tutte le materie. Ho trovato qualche difficoltà nell'affrontare certi argomenti, ma ciò non mi ha impedito di superarle al meglio. Diciamo di sì, anche se qualche volta ci metto più del dovuto. La mia materia preferita è la matematica, soprattutto perché non trovo difficoltà particolari. Non è che sia appassionato dello studio ma se serve per darmi soddisfazioni e ampliare le conoscenze, in questo caso sì. La materia che preferisco è matematica e serve molta concentrazione per riuscire bene. Le attività in cui riesco meglio sono quelle di studio. Non mi piace proprio né musica né arte perché le trovo noiose. Faticavo molto a studiare storia e prendevo sempre 4, poi con lo psicologo dello sportello d’ascolto che è venuto a scuola ho trovato un metodo di studio giusto e adesso prendo sempre bei voti come 8 e ho molte soddisfazioni, non solo in storia. Mi piace la matematica perché ragionando sui problemi riesco a trovare la soluzione abbastanza in fretta. Nel complesso però credo di avere troppa quantità di studio. Ci sono giorni in cui vado a letto dopo mezzanotte per riuscire a finire compiti e studio e poter mantenere la mia grande passione che è il calcio (anche se faccio solo 4 ore di allenamento alla settimana!). Mi piace abbastanza studiare e le materie che preferisco sono matematica e italiano e l'impegno richiesto è giusto in base alla materia che si sta affrontando. Non riesco molto bene nelle attività manuali e per questo cerco di evitarle anche se qualche volta mi piace provare qualcosa di diverso dal classico studio sui libri. A me non piace studiare, ma riesco ad ottenere risultati alti grazie all’attenzione dedicata alle lezioni. Sinceramente studiare non è proprio il mio forte, penso che quando sarò alle superiori e potrò applicarmi, specialmente su quello che più mi piace, magari il mio interesse aumenterà. A dire il vero non mi piace molto studiare ma lo faccio con impegno. La mia materia preferita è l'inglese e riesco molto bene, e, per paradosso, il tedesco è la materia in cui vado peggio... ma questo solo da quando è arrivata la nuova prof; comunque ho la sufficienza. L'impegno richiesto in certe materie è minimo ma in certe altre è massimo, quindi se si fa la media si può dire che sia adeguato. 96 Lo studio non è la mia passione. La mia materia preferita è scienze e impegnandomi sto migliorando perché l’impegno è richiesto per l’esame. Riesco meglio in educazione fisica. Non sono così affezionata allo studio. Preferisco l'inglese, l'italiano e a volte la storia, il mio impegno è abbastanza adeguato. Trovo difficoltà a imparare a memoria il tedesco. Non mi piace studiare. La mia materia preferita è inglese. Serve un poco di impegno ovviamente. Come alla maggior parte dei ragazzi non mi piace studiare, però lo faccio lo stesso, poiché senza lo studio secondo me non si potrebbe vivere in una maniera decente. Le materie che preferisco sono l’inglese e l’italiano poiché mi piacciono in generale le lingue. L’impegno richiesto è adeguato e in queste materie per fortuna non trovo nessuna difficoltà. Le attività che mi attirano di più sono per la maggior parte educazione fisica e tecnologia, poiché mi trovo bene con i professori e le materie mi interessano. Sinceramente non sono una ragazza cui piace molto studiare, ma questo non vuol dire che non mi applichi. Non ho una materia preferita, ma trovo qualche difficolta in matematica, non riesco proprio a capirla, ma per fortuna ho un professore molto bravo e che spiega molto bene. Il mio impegno a scuola è abbastanza adeguato. Riesco abbastanza bene in grammatica perché riesco a capirla anche senza studiare. Mi attira molto motoria perché quando la faccio mi diverto. Mi piace abbastanza studiare. Le mie materie preferite sono: storia, scienze, motoria. L’impegno richiesto è molto ma viene ricompensato con un bel voto. Mi piace studiare soprattutto le materie che preferisco, che sono matematica, geografia e inglese; l’impegno richiesto è alla portata di tutti, ed io personalmente non trovo difficoltà. Le materie in cui riesco meglio sono: educazione fisica, matematica, geografia e inglese. A me non piace molto studiare, di materie preferisco geografia, storia, italiano,.. trovo qualche difficoltà in qualche materia, ma non sempre. Sinceramente non mi piace studiare ma cerco di metterci tutto l’impegno possibile. Preferisco fare arte che è la mia più grande passione e infatti è la materia in cui riesco meglio ma anche italiano e motoria mi attirano molto. Non sono un amante dello studio. La materia che preferisco è Italiano e l’impegno richiesto è adeguato per la nostra età. Le attività in cui riesco in meglio sono: Italiano ed Arte. Studiare non è il mio forte e le materie che preferisco sono l’inglese e un po’ l’italiano; l’impegno è tanto adesso perché stanno arrivando gli esami. Studiare a me non è mai piaciuto, la materia che mi piace è motoria perché è l’unica in cui puoi “sfogarti”, il mio impegno non è il massimo e come dicono tutti potrei dare di più; il fatto è che nello studio non riesco a concentrarmi come si deve. 6 Anche per i tuoi genitori la scuola è importante? Ti lasciano fare da solo o ti seguono aiutandoti nelle eventuali difficoltà? Sono contenti di come vai a scuola? Per i miei genitori la scuola è molto ma molto importante...in alcuni casi quando ho qualche difficoltà mi aiutano...non sono molto contenti di come vado a scuola...mi hanno detto che in questi ultimi mesi devo ‘alzare’ le materie in cui non ho un bel voto... Si, per i miei genitori è molto importante infatti ci tengono molto. I miei genitori mi lasciano fare da solo e sono abbastanza contenti di come vado a scuola. Per i miei genitori la scuola è importante, loro mi aiutano soltanto quando ne ho bisogno. Loro sono contenti di come vado, ma se ‘alzassi’ i voti sarebbero ancora più contenti. Si, se non ho difficoltà mi lasciano svolgere da solo i compiti e se invece ho qualche e difficoltà mi aiutano. Si tranne in tedesco e matematica. Certo, anche per i miei genitori la scuola è importante e quando faccio i compiti sono molto indipendente e spesso sono io che non chiedo aiuti a loro, ma credo che se lo facessi mi darebbero il loro contributo. Per mio papà la scuola è molto importante perché offre un futuro. Lui, quando può mi aiuta a fare i compiti, soprattutto quelli di geometria. Però in questo anno scolastico non mi ha aiutata molto in quanto l'anno prossimo dovendo andare alle superiori, vuole che io impari a cavarmela da sola. Io quest'anno ho avuto un esito positivo in quasi tutte le verifiche e quindi spero di superare gli esami e di entrare alla scuola superiore. Si molto perché se delle mattine volessi stare a casa, non per malattia ma per noia, non me lo consentirebbero. Son anche molto contenti del mio andamento. La scuola per i miei genitori è molto importante, ma comunque mi lasciano fare da solo. Loro sono molto soddisfatti di come vado e devo continuare così. I miei genitori tengono moltissimo a come vado a scuola. Mi seguono chiedendomi se ho bisogno di aiuto, ma mi lasciano indipendente. Sono molto contenti di come vado quest’anno visto che gli scorsi anni avevo delle insufficienze mentre adesso ho voti abbastanza alti. 97 La scuola è stata ed è tutt'ora molto importante anche per i miei genitori che mi aiutano quando non riesco a fare da sola e sono contenti dei miei risultati. I miei genitori sono contenti di come vado a scuola e mi hanno sempre lasciato fare le cose da solo. Si, anche i miei genitori cercano di aiutarmi, in particolare mia mamma continua ad incoraggiarmi, ma purtroppo, anche se cerco di impegnarmi i voti non si alzano. Per i miei genitori la scuola è molto importante, ma non possono seguirmi perché sono al lavoro e comunque riesco bene anche da solo. Loro sono contenti di come vado a scuola ma richiedono sempre di più... Per i miei genitori la scuola è una delle cose principali per riuscire nella vita e se ho qualche difficoltà mi aiutano sempre. Anche per i miei genitori è importante la scuola, mi lasciano fare da sola e mi aiutano quando ho difficoltà, credo e spero che siano contenti del mio rendimento scolastico. E la cosa più importante.. mi lasciano fare tutto da solo perché non riescono ad aiutarmi. No, non sono contenti. Si, anche per i miei genitori la scuola è molto importante. Inoltre i miei genitori mi danno un po’ di fiducia, ma appena trovano un momento preferiscono controllarmi e darmi una mano anche quando non ne ho bisogno. Sono abbastanza contenti di come vado a scuola. Per i miei genitori è molto importante la scuola. Alle elementari mi aiutavano se avevo qualche difficoltà, anche adesso mi aiutano, ma molto raramente, perché ormai mi ritengono autonoma. Sono abbastanza contenti del mio rendimento scolastico, a parte quando, ovviamente, prendo brutti voti. Per i miei genitori la scuola è molto importante. Inoltre sono felici di come vado a scuola. Soprattutto per i miei genitori la scuola è importante, continuano a invitarmi a impegnarmi nello studio per mantenere un buon rendimento scolastico. Credo che siano contenti di come vado a scuola anche se continuano sempre a dirmi di impegnarmi di più. La scuola è molto importante per i miei genitori, mi lasciano fare da sola, in caso di bisogno mi aiutano, non sono molto contenti di come vado a scuola dovrei impegnarmi di più. La scuola per i miei genitori è molto importante perché senza di essa non potrei imparare niente. Sono contenti di come vado a scuola e quando non capisco qualcosa a volte mi aiutano, ma spesso mi lasciano fare da sola perché ho le capacità di apprendere. Anche per i miei genitori la scuola è molto importante, perché vogliono che io diventi qualcuno. Mi lasciano fare da sola però quando ho difficoltà a fare i compiti per casa e chiedo aiuto, sono sempre pronti a darmi una mano. Sono contenti di come vado a scuola perché sanno che mi impegno molto per ottenere i risultati che ottengo. Faccio da solo i compiti e di rado chiedo che mi aiutino. Si, per i miei genitori è molto in portante infatti ci tengono molto. Mi lasciano fare da solo e sono abbastanza contenti di come vado a scuola. 7 Pensi che serberai un bel ricordo di questi tre anni, dei tuoi compagni di classe, dei professori, delle varie esperienze che hai avuto modo di fare,…racconta Per mia sfortuna non ho potuto passare tutti e tre gli anni in questa scuola...sono arrivata dalla scuola di Albaredo che sapevo poco niente...poi pian pianino ho iniziato a recuperare il passo e a mettermi alla pari degli altri...in questi pochi mesi fatti in questa scuola penso di aver conosciuto dei professori bravissimi ad insegnare.. a parte il prof Merlin che conoscevo già perché l’ho avuto il primo e il secondo anno alle medie di Albaredo.. e penso che mi resterà un bellissimo ricordo di tutti loro (professori e compagni). Si, penso che ricorderò molto la scuola media per tutto, per gli insegnanti che sono sempre stati a nostra disposizione soprattutto la nostra prof. Tavellin con cui passiamo più tempo e siamo più aperti, poi per i miei compagni con cui siamo cresciuti insieme perché è questa l’età in cui si comincia a capire bene le cose e poi per la simpatia di tutti. Secondo me mi resterà un bel ricordo di questa scuola, perché ho una bella classe e dei bravi insegnanti. Avrò un bel ricordo solo di due miei compagni di classe e della professoressa Elena Tavellin. Penso di sì soprattutto le esperienze fatte con la classe, le gite, le recite, le uscite didattiche. Ma anche alcuni professori mi lasceranno un bel ricordo. Questi tre anni, sono stati molto importanti per me. Oltre ad avermi creato una cultura personale (grazie agli insegnamenti che mi hanno dato i miei professori), ho passato dei momenti indimenticabili con i miei compagni di classe. Spero di rimanere in buoni rapporti con loro una volta finita la scuola. Penso di sì anche perché in tutti i tre anni sono successe un sacco di cose: i brutti voti, uno strano compagno, degli strani prof., ecc. 98 Penso proprio che serberò un bel ricordo di tutti e tre gli anni. Soprattutto dei miei compagni e del corpo docente perché mi ha veramente sostenuto e invitato a dare il massimo. Sì avrò dei bei ricordi dei miei amici e di alcuni insegnanti. Non di tutti perché credo di non stare simpatica ad alcuni di loro. Comunque non vedo l’ora di iniziare la scuola superiore e provare qualcosa di nuovo e diverso. Ricorderò molte cose belle di questi tre anni anche se qualche litigio c'è stato si può comunque conservare qualcosa di positivo. Io credo che quello che ho vissuto alle medie sarà un’esperienza indimenticabile. In genere avrò un bel ricordo della scuola escluso di certi\e professori\esse. Esclusi questi però mi sono piaciute le gite, il resto dei prof, i compagni e il plesso stesso. Penso che ci siano più brutti ricordi che belli. Comunque i più bei ricordi li conservo delle gite. Ovvio che avrò un bel ricordo di questa scuola, dei miei compagni di scuola e dei professori anche perché passo più tempo con loro che con i miei genitori, ormai posso dire che loro sono la mia seconda famiglia. Si mi sono fatto amici e penso anche nemici... i prof sono bravi e la professoressa Tavellin è la migliore. Si, penso che questi anni per me saranno veramente indimenticabili. Soprattutto i professori e i compagni di classe con i quali ho provato molte emozioni: mi sono divertita, emozionata, ma anche ho avuto qualche difficoltà... inoltre non scorderò mai tutte le esperienze vissute insieme, magari anche i rischi che abbiamo corso e ci siamo aiutati a vicenda come veri amici. Avrò sicuramente un bel ricordo di questa scuola, perchè ho fatto molte attività divertenti e ho avuto dei bravissimi professori. Sinceramente, alcuni compagni mi mancheranno, altri per niente. Penso di ricordarmi per sempre l’esperienza delle scuole medie. Sono felice di aver avuto questi compagni di classe. In questi tre anni di scuola che dall’infanzia mi portano all’adolescenza ho avuto tante esperienze sia positive sia negative che mi hanno fatto crescere, ho avuto molte amicizie e molti bravi e simpatici professori, quindi per me sono stati tre anni bellissimi pieni di ricordi che non dimenticherò mai. Penso che questa scuola sia magnifica, dei miei compagni serberò un bellissimo ricordo, anche se li ritroverò alle superiori, mi ricorderò di tutte le gite fatte, di tutti i lavori fatti, dei professori...penso che mi ricorderò di tutto. Penso che questi tre anni siano stati un’infinità di emozioni e molti ricordi piacevoli che porterò con me. Ho potuto imparare molte cose e ho potuto divertirmi con i compagni nelle gite scolastiche e nei vari progetti scolastici Penso, di aver vissuto tre anni meravigliosi, di sicuro mi ricorderò delle bellissime persone che ho conosciuto dai miei compagni di classe ai professori. Ho vissuto tantissime esperienze belle e brutte alle medie. Belle nel senso che ho conosciuto persone splendide con cui spero di tenermi in contatto dopo le medie, professori sempre pronti ad aiutarti in qualunque modo possibile ed immaginabile. Credo di essermi affezionata a questa scuola e sarà difficile separarmi da essa. Si anche se questa classe la conosco solo da poco ci sono già affezionato. Si, penso che ricorderò molto la scuola media per tutto, per gli insegnanti, poi per i miei compagni con cui ho un bel rapporto e infine per la scuola, molto bella e grande. 8 Prova a definire in poche parole la scuola che frequenti, vale a dire le sue caratteristiche prevalenti che secondo te la denotano e la identificano maggiormente. Puoi farlo liberamente ma ad es. anche completando la seguente frase: la mia scuola è …… La mia scuola è ……come un libro con tante informazioni e più lo sfogli più impari le cose che ci sono al suo interno....i professori sono come i protagonisti del racconto...e la dirigente è come l'autore del libro...penso sia una scuola fantastica...in quei pochi mesi che ci sono stata ho imparato molte cose... La mia scuola è …… molto bella, non manca quasi niente anzi siamo più avanti possiamo dire abbiamo pure le LIM, poi come aspetto è molto grande e non è vecchia; a livello di professori sono quasi tutti simpatici e spiegano molto bene a parte un caso. La mia scuola è ……grande e molto tecnologica, infatti abbiamo una LIM in ogni classe e una buona sala computer. Nella mia scuola ci sono anche molte stanze utili, come la sala per scienze e la sala di musica e l’aula magna dove si fanno molte attività. La mia scuola è ……ampia ha una biblioteca che si potrebbe anche utilizzare, ha una palestra molto bella ed una sala computer che è molto innovativa. Ha un cortile grande dove si passano dei bei momenti con i propri compagni. 99 La mia scuola è ……la mia scuola è grande, accogliente e moderna, infatti presenta una LIM per ogni classe che ci premette di fare lezioni diverse e più coinvolgenti. La maggior parte dei professori ci aiutano e ci consigliano. La mia scuola è accogliente: ha un grande atrio all'entrata, dove alla mattina i ragazzi che vogliono entrare si riuniscono attendendo il suono della prima campanella, che sta ad indicare che gli studenti devono entrare in classe. Inoltre ha un bel cortile; d'estate si riempie di fiori e di una bella erbetta verde. La mia scuola è molto spaziosa, soprattutto l’atrio. Le aule sono grandi, anche se la mia sembra piccola per il numero di alunni. Per il resto non c’è niente da dire. La mia scuola è ……molto accogliente e grande. Dispone di tutti i gadget che uno studente deve avere ed è bella spaziosa con infissi e alcune stanze moderne. La mia scuola è vecchia però dotata di una bella palestra, ampia e con tanti attrezzi. E’ molto ampia. La mia scuola è ……grande, accogliente, da possibilità a tutti e io mi sono trovata molto bene. La mia scuola è …. bella, accogliente, ma credo che nel portico del cortile sia stato fatto un errore di costruzione perché bisogna mettere tutto sotto-tetto. La mia scuola è …… una scuola come tutte le altre, solo che lì ci sono tutti i miei amici e tutti i prof. che ho avuto da quando ho cominciato le medie; è una bella scuola ma forse dovrebbe modernizzarsi un po' di più, giusto per essere un po' più accogliente. La mia scuola è ……una scuola evoluta, tecnologica, ben fornita con delle regole che mi tutelano e proteggono, sicura ed accogliente! La mia scuola è tecnologica visto che in ogni aula è presente una LIM. si dovrebbero restaurare alcune aule e rendere più efficiente la biblioteca scolastica. La mia scuola è fantastica perché dà la possibilità a tutti i ragazzi di capire. La mia scuola è …… molto all’avanguardia tecnologicamente e sono tutti bravi… non si fanno discriminazioni di nessun tipo. La mia scuola è….la mia scuola è grande, spaziosa e accogliente. Io migliorerei magari il colore sulle pareti e avrei ingrandito la palestra. Come è strutturata mi piace molto, poiché c’è l’atrio grande e in più, nelle varie pause si possono fare i giri attorno alla scuola. La mia scuola è …… un luogo molto accogliente, con professori molto bravi e che insegnano bene. In questa scuola ho passato belli, ma anche brutti ricordi, fortunatamente sono di più i ricordi belli. Anche se non sono una ragazza “amante” della scuola, devo dire che mi è piaciuto molto stare in questa scuola, e che mi mancheranno molto i professori. E’ una scuola molto spaziosa e accogliente e con una bella palestra appena ristrutturata. La mia scuola è….grande, spaziosa, ben curata, ma soprattutto moderna perché in ogni aula ci sono le lavagne digitali, le quali aiutano i professori nella ricerca di materiali scolastici, ma soprattutto nelle presentazioni in Power Point con cui si possono fare lezioni sull’argomento esposto. La mia scuola è una scuola bellissima che mi ha fatto vivere momenti meravigliosi...penso che non li scorderò mai... La mia scuola è grande e accogliente. Penso che sia ben attrezzata soprattutto perché abbiamo le LIM, e non tutte le scuole le hanno. La mia scuola è molto grande, è di colore giallo ocra ed è circondata da uno splendido giardino contornato da un cancello rosso. E’ molto moderna. Appena entri la prima cosa che si nota è l’enorme corridoio che porta ad ogni classe. Alla destra vi è la segreteria dove gli insegnanti si riuniscono e dove vi è anche lo studio della preside. Andando sempre dritti ci sono le classi della sezione della A. E’ molto grande come scuola ci sono ben 9 classi e in più aule di scienze, arte, sala computer, mense, bagni e palestra. Quando ero in prima non conoscevo molto il luogo cosi mi fermavo a guardare nella piantina dove mi trovavo. Con tutte le scuole che potevo scegliere di fare dopo le elementari sono contenta di aver scelto la Scuola “Berto Barbacani” La mia scuola è ……la più bella La mia scuola è …… molto bella esteticamente per la forma ed è molto grande, molto avanzata perché possiede le LIM. 100 Dati raccolti dai questionari restituiti dagli studenti di terza B e C sui ‘primi 50 anni di scuola media’ 1 Ora, che sei al termine del tuo percorso scolastico in questa scuola, ti sembra che in essa sia pienamente realizzato il principio di una scuola accogliente e formativa nei confronti di tutti i ragazzi qualsiasi sia la loro condizione e situazione? Si, lo ha sempre dimostrato. Infatti aiutava i ragazzi stranieri ad arrivare allo stesso livello degli altri studenti e non ha mai fatto differenza tra loro. Si, specialmente quando sono arrivata nella scuola tre anni fa, sono stata accolta calorosamente. Si, questa è una scuola praticamente perfetta. A mio parere sì! La scuola usufruisce di lavagne digitali che rendono le lezioni gradevoli e facili da comprendere, vi sono professori con ottime capacità di insegnare. Diciamo che non è una brutta o disaccogliente. Si, per me questa scuola è molto accogliente e formativa con tutti i ragazzi, qualunque sia la loro condizione. Si, è una scuola che contribuisce alla formazione degli studenti, qualunque sia la loro situazione, proponendo metodi di studio efficaci e soddisfacenti per tutti i ragazzi. Si, secondo il mio parere la scuola è accogliente nei confronti di tutti. Si, mi sembra che nel mio percorso scolastico sia pienamente realizzato il principio di scuola accogliente e formativa nei confronti di tutti i ragazzi qualsiasi sia la loro condizione e situazione. Sì, questa scuola ha realizzato pienamente il principio di accoglienza e formazione degli studenti Sì, in questa scuola sono riconosciuti pienamente tutti i diritti costituzionali che permettono l’istruzione di ogni individuo. Sì, nel corso di questi tre anni la scuola si è sempre dimostrata accogliente nei confronti di tutti i ragazzi qualsiasi fosse stata la nostra situazione. Sì, lo ha dimostrato molto, non avendo mai fatto distinzioni tra nero-bianco, italiano- marocchino; ci ha sempre dimostrato di considerarci uguali qualunque fosse la nostra religione, nazionalità, situazione o colore. 2 Tutti i ragazzi che la frequentano sono messi nelle condizioni di potersi impegnare, farsi valere ed essere riconosciuti nel loro impegno e nel loro lavoro scolastico? Si, ma non tutti, approfittano di questa opportunità, piuttosto preferiscono approfittarsi del fatto che ci sono amici, in pochi parole per loro la scuola è un luogo di divertimento. Molti considerano la scuola una perdita di tempo e non tengono conto dell’importanza dello studiare Principalmente tutti potrebbero impegnarsi, ma come in ogni scuola, vi è quella piccola parte che non riconosce l’importanza dello studio e dell’impegno. Si potrebbero impegnare ma molti non lo fanno. Si perché vi sono bravi professori in grado di spiegare bene. Si, tutti hanno pari opportunità. No, secondo me non tutti gli studenti sono messi nelle condizioni di potersi impegnare, farsi valere ed essere riconosciuti nel loro impegno e nel loro lavoro scolastico. Alcuni studenti danno il massimo, mentre altri anche se hanno le possibilità non si applicano perché non hanno un’adeguata volontà di studiare o impegnarsi. Si, tutti i ragazzi sono liberi di esprimersi in concorsi o in ciò che riesce loro meglio senza essere lasciati da parte. Sì, tutti i ragazzi sono messi nelle condizioni di potersi impegnare. Sì, qui è assicurata la libera partecipazione alla vita scolastica per tutti gli studenti. No, perché pur aiutando i ragazzi disabili non danno loro grande modo di trascorrere del tempo con i compagni di classe, e non danno modo a noi di capire come sia la vita reale, cioè piena di difficoltà da superare. La scuola ci ha sempre dato la possibilità di impegnarci usando la nostra testa e le nostre capacità ma, purtroppo, non tutti trovano stimolante quello che la scuola ci propone e allora preferiscono fregarsene e aspettare che arrivi quello che riescono a fare meglio al posto di imparare e interessarsi di qualcosa di nuovo. 101 3 Secondo te la scuola oggi è ancora molto importante? Perché? Si, è molto importante perché ci aiuta a crescere e dobbiamo approfittare di questa opportunità, che altre persone non hanno. Si perché offre un’ istruzione per muoversi correttamente nel mondo del lavoro. Si, perché, come nella vita normale, anche nel mondo del lavoro, sono necessarie varie conoscenze. Sì, perché al giorno d’oggi serve la conoscenza per trovare un buon lavoro. Si, perché è la base per un futuro roseo e promettente. Sì, secondo me è importante: essa dà una cultura, un’educazione, la creazione di legami sociali e un futuro nel mondo del lavoro. Si perché senza un istruzione non si può trovar lavoro. Si è molto importante perché ci insegna a comportarci bene in futuro. Si, forse anche di più di anni fa, direi che la scuola per noi ragazzi di oggi è tutto, grazie ad essa siamo pronti ad affrontare professionalmente il mondo di oggi, nel quale se hai studiato riesci in tutto quello che vuoi fare. Si, perché ormai la scuola è diventata un luogo di scuola di vita, oltre che di insegnamento. Si, secondo me la scuola oggi è ancora molto importante per inserirsi meglio nella nostra società e in futuro, grazie allo studio, si potrà avere un lavoro soddisfacente e alla nostra portata. Per me la scuola è molto importante perché il mondo di oggi chiede delle conoscenze maggiori del passato. Sì, secondo me la scuola ancora oggi è importante perché dà ai ragazzi un’istruzione e conoscenze che possono essere molto utili nel loro futuro. Non lo so, perché adesso come adesso, non si trova lavoro pur avendo licenze scolastiche e titoli di studio. Sì, DEVE formare la popolazione italiana del futuro. Sì, perché al giorno d’oggi senza lo studio non si trova lavoro. Sì, perché essa ci aiuta a capire quello che vogliamo essere nel nostro domani, nel nostro futuro e nella nostra vita. 4 Secondo te se i ragazzi non sfruttano le possibilità che la scuola dà di conoscere ed accrescere il proprio sapere e le proprie conoscenze perdono occasioni importanti, sprecano opportunità o fa lo stesso, tanto la vita è un’altra cosa? Tu cosa ne pensi? Secondo me nessuno deve perdere questa possibilità che non tutti hanno. A dire il vero anch’io tre anni fa pensavo che la scuola non serviva affatto, ma con il tempo ho capito che è molto importante perché di sicuro ci aiuterà nel nostro futuro. Secondo il mio parere i ragazzi che non frequentano la scuola perdono l’occasione di imparare cosa li attenderà nel mondo là fuori. Ci sono ragazzi che sfruttano al massimo le possibilità e le conoscenze che la scuola offre loro, mentre altri ragazzi sprecano queste opportunità, non dando loro peso. Secondo il mio parere la scuola serve per il futuro. Si, sprecano la più importante e l’unica opportunità che hanno per arricchire il proprio sapere. Perdono occasioni importanti di cui si pentiranno in futuro! Io conosco molte persone o familiari che si sono pentiti di non aver portato a termine la scuola media o superiore, per la questione del lavoro. Sono importanti le possibilità che offre, ma per alcuni lavori, ad esempio, non serve la materia “arte”. Se viene data una possibilità, bisogna sempre prendere la palla al balzo, penso che noi siamo ragazzi fortunati, perché ci viene data la possibilità di studiare, farci valere e formarci. Secondo me sprecano una grande opportunità. Secondo me, tutti i ragazzi dovrebbero sfruttare la possibilità di poter studiare, dato che in futuro tutto quello che si è imparato ci sarà utile. Secondo me perdono un grande vantaggio perché la scuola è molto importante per la propria formazione e magari in futuro si troveranno faccia a faccia con altre persone più brave di loro e magari si sentiranno inferiori. Io penso che se i ragazzi non sfruttano le possibilità che la scuola offre loro perdono una opportunità di conoscere molte cose che potrebbero essere molto utili nel mondo del lavoro. Purtroppo non tutti apprendono che la scuola è fondamentale ed è spesso messa in secondo piano. Tuttavia gli studenti di oggi potranno educare i propri figli a sfruttare pienamente le possibilità che offre la scuola. “la sapienza è figlia dell’esperienza”. Si, perdono opportunità, perché nella vita non ti si presenteranno molte occasioni, e quelle poche dovremmo coglierle al volo. 102 Penso che finché ne abbiamo l’occasione, sarebbe meglio approfittarsi di questa risorsa che ci permette di imparare cose che, magari ora ci sembrano inutili, ma che in futuro ci potrebbero aiutare in situazioni che ora non pensiamo succedano mai. 5 Ti piace studiare? Quali materie preferisci? Come è l’impegno richiesto? Tanto, poco, adeguato,…trovi qualche difficoltà,…in quali attività riesci meglio o ti attirano di più….? In verità non mi piace tanto studiare ma sono obbligata a studiare per riuscire a realizzare i miei sogni. A me piacciono tutte le materie tranne matematica. Non sono un tipo che studia molto, le materie che preferisco sono tecnologia, motoria e storia. Si, in generale, mi piace studiare, soprattutto le materie linguistiche. L’impegno richiesto non è troppo; a volte trovo delle difficoltà, ma che sono facilmente superabili. Le materie che mi appassionano e che mi attirano maggiormente sono le materie linguistiche. Non mi piace molto studiare; le materie che preferisco sono educazione fisica e inglese; l’impegno richiesto non è esagerato ed è adeguato. No, non mi piace studiare e la mia materia preferita è motoria. Trovo particolare difficoltà in tedesco e nessuna in inglese. Beh, dipende dall’argomento di studio. Le mie materie preferite sono inglese e tedesco. L’impegno richiesto è adeguato. Le attività che mi attirano di più sono i lavori di gruppo. Sinceramente non amo studiare, preferisco motoria o tecnologia, in queste materie l’impegno è alto. Per loro la scuola è importante tuttavia mi arrangio, ma come già detto non sono molto bravo e non sono contenti Insomma, non sono un grande studioso, ma le mie materie preferite sono scienze e geografia. Sono 2 materie molto interessanti in cui non è richiesto, secondo me, moltissimo impegno. Dipende dall’argomento trattato e da come mi viene proposto un argomento. Mi piace inglese perché la lezione è coinvolgente. L’impegno richiesto è tanto ma penso che se uno si pone l’obbiettivo di uscire con un bel voto ha già fatto metà strada, come in una partita sportiva, bisogna caricarsi di energia positiva e impiegare al meglio le proprie capacità. Insomma, studio ma non è esattamente il mio passatempo preferito ma lo faccio comunque. la materia che preferisco è la matematica, e l’impegno richiesto non è eccessivo. No, a me non piace studiare, ma cerco comunque di impegnarmi. A volte cerco di dare il massimo, anche se spesso non raggiungo i risultati che vorrei. Le materie in cui mi sento più coinvolta sono: educazione fisica e tecnologia. Educazione fisica perché di solito si gioca a pallavolo, il mio sport preferito, mentre tecnologia perché scopro anche l’uso degli oggetti “nuovi” come il computer, il cellulare, cioè le cose che usiamo spesso noi giovani. Si, mi piace studiare. io preferisco matematica. l’impegno varia da persona a persona: chi studia avrà meno difficoltà sicuramente di chi non studia e cerca di recuperare l’anno intero alla fine della scuola. per me la difficoltà è soggettiva. A me non piace studiare. La mia materie preferita è matematica l’impegno richiesto è tanto. No, preferisco, matematica perché la capisco, adeguato, si, Musica e matematica. Sì, adoro studiare e apprendere nuove nozioni. Preferisco, fra le tante materie, matematica e storia. L’ impegno richiesto è adeguato, proporzionato alle nostre possibilità. Non trovo difficoltà e sono di gran lunga attirato dalla storia. Non mi piace molto studiare, preferisco le materie pratiche, per esempio matematica. Verso la fine dell’anno mi sono impegnata, anche se trovo ancora qualche difficoltà sulle materie di studio. Riesco meglio nelle materie come matematica. Non credo che studiare sia un gran piacere per alcuno, ma se nella vita si vuole diventare quel qualcuno dei nostri sogni è necessario impegnarsi adesso piuttosto che farsi bocciare e perdere degli importanti anni della nostra vita. Le mie materie preferite sono scienze, italiano e motoria perché mi insegnano cose interessanti per il mio futuro. In esse mi sono impegnata molto e per questo a volte ne vengo anche ripagata. 6 Anche per i tuoi genitori la scuola è importante? Ti lasciano fare da solo o ti seguono aiutandoti nelle eventuali difficoltà? Sono contenti di come vai a scuola? I miei mi danno la possibilità di studiare anche se non mi aiutano, visto che loro non sanno la lingua italiano mi devo arrangiare da sola. I miei genitori pensano che la scuola sia importante e la pensano come me, se trovo della difficoltà mi aiutano volentieri. 103 Per i miei genitori la scuola è molto importante, quando ho bisogno di aiuto loro ci sono sempre per aiutarmi. Si, sono abbastanza soddisfatti del mio andamento scolastico, anche se vorrebbero un po’ più di impegno. Anche per i miei genitori la scuola è importante, mi aiutano nelle eventuali difficoltà e sono contenti di come vado a scuola. Si, anche per loro è importante; sono felici del mio andamento scolastico anche perché mi lasciano fare da solo. Per i miei genitori la scuola è tutto. Loro sono fieri di me e se ho una piccola difficoltà mia mamma mia aiuta, ma i casi sono rari dato che riesco a cavarmela da sola. Si. Io a casa faccio da solo i compiti e anche nello studio mi aiutano solamente in occasioni di estrema difficoltà. A volte sono contenti di come vado a scuola, ma a volte anche no. Si, per i miei genitori la scuola è molto importante, da quando ho iniziato questo percorso scolastico non mi hanno mai aiutato, sono abbastanza contenti di come vado a scuola anche se secondo loro si può sempre migliorare e fare di meglio…hanno ragione. Si, anche per i miei genitori la scuola è importante ma di solito non mi faccio aiutare nello studio. Si, i miei genitori mi seguono molto, e se ho qualche difficoltà cercano subito di aiutarmi. A volte sono contenti dei miei profitti, altre invece sono un po’ delusi. Anche per i miei genitori la scuola è importante. io riesco a fare i compiti autonomamente ma a volte mi faccio aiutare dalla mamma. Per i miei genitori la scuola è importante. Molto spesso mi lasciano fare i compiti da solo ma quando ho qualche difficoltà mi aiutano. Sì sono contenti di come vado a scuola. Si, mi aiutano i miei cugini, No, non molto. Sì, la scuola per loro è importante. Sono sempre stato autosufficiente e non ho mai chiesto un contributo da parte loro, d'altronde questo è il nostro lavoro e dobbiamo impegnarci al massimo a svolgerlo. Sono molto contenti di come vado a scuola. Anche per i miei genitori la scuola è molto importante, mi seguono aiutandomi nelle difficoltà e sono contenti del mio profitto. Per i miei genitori la scuola è importantissima ma mi capiscono e consolano quando mi trovo in difficoltà e quando ho bisogno di una mano cui aggrapparmi, mi porgono la loro e cercano di sorreggermi. 7 Pensi che serberai un bel ricordo di questi tre anni, dei tuoi compagni di classe, dei professori, delle varie esperienze che hai avuto modo di fare,…racconta Si. Sicuramente i professori di cui mi ricorderò saranno la prof. Papi, la prof. Giacometti, con le sue lunghe spiegazioni, ma utili. Si, specialmente delle nuove amicizie. Anche con dei professori ho un buon legame, e di certo sentirò la loro mancanza negli anni successivi. Di questi 3 anni ricorderò gli amici, i professori, le tante ore noiose, le gite, le esperienze, le nuove e vecchie amicizie. Si, avrò ricordi felici. Penso di sì. Rispetto alle elementari ho legato con molte delle persone dalle quali mi spiace allontanarmi nei prossimi anni di scuola superiore. Ammetto che mi mancherà la paura delle interrogazioni o i classici ripassi pre-verifica e le ricreazioni passate con i miei amici. Conserverò i ricordi dei miei compagni, le esperienze con gli amici e le amiche, gli affetti ricevuti da alcune persone che ora considero compagni di vita. Si, penso che questi tre anni di scuola siano stati molto belli e difficilmente li scorderò. Lo stesso vale per le persone che ho conosciuto in questa scuola. Si, sentirò la mancanza dei miei compagni di classe e anche dei professori con i quali ho trascorso 3 anni pieni e meravigliosi. Si, credo di si, credo che mi ricorderò dei tanti bei momenti passati insieme agli amici e ai compagni. Si, mi dispiace solo che in questi anni non ho legato molto con alcune mie compagne di classe, mentre altri mi mancheranno molto nei prossimi anni. Tra i professori mi mancherà soprattutto la professoressa Bordin perché ci ha aiutato molto. Mi dispiace inoltre che in questi anni le gite siano state scarse. Sicuramente avrò un bel ricordo di tutti i compagni e di tutti i professori, ma avrò un ricordo particolare di un professore: la professoressa Papi. Lei mi ha insegnato a giocare con la matematica senza aver paura di sbagliare e per questo le sarò sempre grato. Sì penso che serberò un bel ricordo di questa scuola non soltanto per gli amici ma anche per i professori. Si, molto belli, soprattutto le esperienze in classe con specifici professori. 104 Sì, la scuola secondaria di primo grado è una tappa fondamentale per la propria istruzione. Mi rimarranno impresse le formidabili lezioni di alcuni docenti, come matematica e storia, e tutte le interessanti attività extrascolastiche svolte negli anni. Sì, soprattutto dei miei compagni. E in particolare delle esperienze passate con loro, per esempio durante il terremoto dell’anno scorso ci siamo aiutati ad affrontare la paura. Ricorderò anche dei professori, dai più severi ai più buoni. Sono stati degli anni particolari grazie ai quali ho fatto varie amicizie e ho incontrato molti tipi di professori, alcuni bravi, altri un po’ meno ma ricorderò lo stesso. 8 Prova a definire in poche parole la scuola che frequenti, vale a dire le sue caratteristiche prevalenti che secondo te la denotano e la identificano maggiormente. Puoi farlo liberamente ma ad es. anche completando la seguente frase: la mia scuola è …… La mia scuola è ……accogliente. La mia scuola è, secondo me, una delle scuole più ben organizzate della zona: sia per i professori, sia per l’ambiente scolastico. La mia scuola è ……un punto di riferimento per intraprendere poi la propria strada alle superiori. La mia scuola è una bella esperienza. La mia scuola è …..un’area educativa e sociale. La mia scuola è …..molto tecnologica dal momento che in ogni aula fortunatamente sono presenti lavagne interattive e tutto ciò è molto positivo. La mia scuola è bella ed educativa…… La mia scuola è ……bene organizzata e umanitaria. La mia scuola è un luogo di scambio di esperienze, un luogo dove si sono fatte molte esperienze positive e negative. È speciale, accogliente, moderna, ricca di possibilità. La mia scuola è ……molto grande perché ha tanti posti dove passare la ricreazione. La mia scuola è …… ben equipaggiata di aule e apparecchi, come lavagne interattive e pc. La mia scuola è …… accogliente, dotata di molti apparecchi elettronici nuovi, forse troppi; pulita ed aperta ad ogni ragazzo, con qualsiasi difficoltà. La mia scuola è …… accogliente e grande. La mia scuola è …… libera e sana competitività, un luogo dove apprendere e socializzare, un punto di riferimento per il paese e per la sua popolazione. 105 VISITE GUIDATE E VIAGGI D’ISTRUZIONE: RICORDI FOGRAFICI Al Trenino di Pontremoli Al Lago d’Iseo A Pontremoli A Belluno Val Camonica Oasi Le Bine 106 Al Vajont Oasi Val Predina Marano Lagunare Risiera San Sabba A Rovereto Val Camonica 107 Valle Vecchia Caorle Verso Urbino Saline di Cervia Val del Mis Laboratorio a Capodiponte A Ravenna 108 A Schwabenheim A Padova Ad Argenta Alla Caserma Donato Briscese 109