Il 28 gennaio 2010 l’Associazione “La Rondinella” è stata invitata alla riunione di tutte le Società di Calcio della Provincia di Macerata, di tutti gli allenatori e degli arbitri Buonasera a tutti, con un grazie particolare al Presidente Guido Andrenelli per averci invitato. L’Associazione “La Rondinella” è nata dalla perdita di mio figlio, che è venuto a mancare per una overdose di cocaina. Da questa perdita io e mia moglie anziché rinchiuderci nel nostro dolore immenso, abbiamo voluto creare questa Associazione che ora conta 60 operatori volontari, 60 candele accese su un cammino di speranza e di riscatto. Il nostro slogan, “riporta la primavera nel tuo cuore … per ricominciare a volare!” significa il ritorno della primavera, il ritorno delle rondini ai loro nidi e vuole significare l’inizio di una vita nuova per tanti ragazzi in modo da poter …., come diciamo noi della Rondinella, tornare a volare! Voglio portare a vostra conoscenza che a fine maggio verrà giocata una partita di calcio a Corridonia tra vecchie glorie del calcio nazionale contattate da Massimo Ciocci e la squadra della Rondinella rafforzata da giocatori locali. Questa partita sarà giocata per dare un ulteriore messaggio a coloro che vogliono tenere alta l’attenzione su questi temi. Stasera voglio consegnare al Presidente Guido Andrenelli il distintivo della nostra Associazione: sono sicuro che lo porterà con orgoglio come facciamo tutti noi della Rondinella. Voglio lasciarvi anche degli opuscoli da dare a qualche famiglia dove è spiegato come accorgersi se qualcosa non va, dei pieghevoli che illustrano la nostra attività, dei fogli con tutti i danni che le droghe fanno al nostro corpo e anche dei santini con la preghiera del Volontario della Rondinella, perché a volte occorre anche raccomandarsi a Qualcuno più in alto di noi e pregare. Il 15 gennaio scorso è stato presentato nella Sala Comunale di Corridonia il logo della Rondinella stampato sulle maglie del Corridonia Calcio. Questo è un messaggio di vita essenziale perché lo sport va concepito come una gioia, la competizione va fatta in maniera sana e, se anche si perde qualche partita, non è un dramma, l’importante è poter vincere la gara della vita. Voi non potete mai immaginare quanto sono fragili questi ragazzi di oggi: molto bravi con il computer, maestri di abilità con telefonini e play station, piloti alla Schumacher con le auto, ma dentro il loro animo sono fragilissimi come un vetro di Murano. La Rondinella è un progetto di vita e questo progetto è nato per dare una speranza ai tanti, troppi giovani finiti nella strada impervia delle dipendenze. Sono già 4 anni che operiamo nel territorio delle Marche sia assistendo tante famiglie, ma soprattutto cercando di spingere di più nella prevenzione che per noi è diventata la parte più importante. Io mi auguro che stasera, da questo Teatro, parta una collaborazione tra noi della Rondinella e voi Società Sportive per prevenire e combattere questa piaga dei nostri giorni. E ciò perché intervenire dopo, a danni fatti, è doloroso e causa sofferenze inaudite non solo ai giovani, ma anche alle loro famiglie, è un Calvario senza fine. La droga va combattuta con ogni mezzo: smettiamola di giudicare chi usa canne come se fosse una banalità; si dice “tanto non fa nulla”: questo è un messaggio incosciente e devastante che è stato fatto passare per troppi anni causando danni micidiali e troppe volte irreversibili. Non esistono droghe leggere o droghe pesanti, la droga è droga e basta. Cominciamo a reagire tutti assieme contro ogni eccesso, battiamoci contro locali troppo permissivi come certe discoteche, certi luoghi di ritrovo dove tutto è lecito; se facciamo rete tutti, dal primo all’ultimo, sicuramente riusciremo a debellare questo malessere che mina le basi della nostra società. Purtroppo siamo arrivati a queste cifre: ragazzi dai 13 ai 30 anni che fanno uso abituale, attenzione abituale non saltuario, di droga o alcol, sono tra il 65 e il 75 per cento, cifre allucinanti. E’ importante sensibilizzare i giovani su quanto sta succedendo. Lo sport si colloca in prima linea in questa sensibilizzazione perché lo sport è da sempre sinonimo di salute, di vita all’aria aperta, di sano agonismo. Non possiamo essere tutti campioni, non possiamo vincere tutti, non possiamo arrivare tutti primi, qualcuno dovrà pure perdere, accettiamoci per quello che siamo, con i pregi e io difetti che ognuno di noi ha. Purtroppo i messaggi che ci arrivano leggendo i giornali o guardando la televisione sono questi: le ragazze e i ragazzi devono essere tutti di bella presenza, tutti intelligenti e soprattutto tutti vincenti. In un recente sondaggio si è chiesto ai giovani quali aspettative hanno per il futuro: il 90 % ha risposto di voler fare la velina o il calciatore, ce ne fosse uno che ha detto di voler diventare come Rita Levi Montalcini, c’è da mettersi le mani nei capelli. Voglio raccontarvi un episodio della mia vita per dimostrarvi quanto siamo inadeguati come genitori: una volta mio figlio uscì di strada con la vettura; mi chiama dall’ospedale, non si era fatto nulla, mi precipito e come arrivo lui mi dice: “che stai a fare qui, non mi sono fatto nulla, vai via che la tua presenza qui non serve. Io mi sono offeso per essere stato trattato così. Dopo un anno durante una sua crisi mi dice: “quella volta all’ospedale non hai trovato il tempo per stare 4 ore con me”. Quindi lui da un lato mi cacciava via, ma dall’altro voleva che stessi con lui. Questo sta a significare che io di mio figlio non avevo capito nulla e quando ripenso a questo precipito nella disperazione per essere stato un genitore non all’altezza e per non aver mai capito veramente mio figlio. Io mi rivolgo a voi, dirigenti di società sportive, a voi allenatori e a tutti coloro che seguono questi giovani: avete un ruolo importantissimo perché siete i primi a poter vedere se c’è qualcosa che non va in questi giovani, a notare i primi segnali allarmanti; purtroppo le famiglie in gran parte non si accorgono di nulla o peggio fanno finta di non vedere: quindi occorre farsi carico di questi problemi, non possiamo non vedere, occorre avvertire anche i genitori che hanno queste colpevoli disattenzioni, occorre cercare la loro collaborazione, ma allo stesso tempo preparatevi anche ad avere qualche delusione per reazioni sconsiderate di questi genitori, può capitare anche questo, mettetelo in conto; però fate tutto ciò che va fatto, non aspettatevi ringraziamenti, il ringraziamento viene dato dalla vostra coscienza di uomini. Bisogna far sentire ai ragazzi che se sbagliano saranno sanzionati, che non c’è spazio per chi cerca prestazioni alterate da miscugli infernali. Quindi animo, abbiate più coraggio, qui si parla di vita, non possiamo sorvolare o minimizzare. Questi giovani hanno bisogno di essere guidati in modo da avere le idee più chiare e far sì che trovino la forza di dire no a chi li vuole spingere verso scelte sbagliate, essere aiutati a prendere decisioni responsabili quando si trovano di fronte a certi bivi dove è facile perdersi. Si ha paura di perdere l’onorabilità, si ha paura che si sappia in giro che c’è un figlio con problemi anche se poi si scopre che è risaputo da tutti: ricordiamoci che ognuno di noi è a rischio, siamo tutti uguali, nessuno è immune da questi problemi, può capitare ad ognuno. Il nostro vuole essere un messaggio di vita e di speranza, un messaggio che punta sulla famiglia, sugli educatori scolastici, su voi dirigenti di società sportive e su voi allenatori. Siete importantissimi perché anche voi dovete essere educatori, avete un ruolo di responsabilità non comune, perché la gente che è nel mondo dello sport ha un grande spirito di fratellanza e un grande cuore, l’altruismo e l’abnegazione fanno parte del vostro bagaglio umano. Il messaggio che noi della Rondinella vogliamo dare è che se siamo tutti uniti possiamo veramente farcela, è questa la vera vittoria, è questo il traguardo da tagliare per primi perché è il traguardo della vita. Grazie