DEMOCRAZIA O CORPORATOCRAZIA?
World Trade Organization & co.
Quando tra il dire ed il fare ci sono di mezzo le lobby
Cos'è?
"There are a number of ways of looking at the World Trade Organization." Questo è
l'esordio introduttivo sulla loro pagina web ufficiale "www.wto.org". Il WTO è
innanzitutto un'organizzazione di libero mercato.
"The goal is to help producers of goods and services, exporters, and importers conduct their business."
ovvero, l'obiettivo è di aiutare i produttori di merci e servizi, esportatori ed importatori a condurre i
loro affari.
(fonte: http://www.wto.org/english/thewto_e/whatis_e/who_we_are_e.htm)
Il WTO è nato nel 1995, dopo la conclusione di un lungo negoziato durato dal 1986 al 1994 denominato
"Uruguay Round". I risultati sono stati sanciti nell' "Accordo di Marrakech". Praticamente ha ereditato il
ruolo del GATT(General Agreement on Tariffs and Trades), simile accordo che si era posto come
obiettivo la riduzione dei dazi e l'abbattimento degli ostacoli che impedivano un commercio
liberalizzato, quest'ultimo però non aveva una struttura istituzionalizzata, il WTO si. L'oggetto della
normativa del WTO abbraccia anche i servizi e le proprietà intellettuali, non considerate nel
precedente trattato. Gli accordi non sono statici. Al momento sono aperte altre negoziazioni
nell'ambito del "Doha Development Agenda" iniziate nel 2001.
(fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_Mondiale_del_Commercio)
Il WTO si presenta come un'organizzazione per l'apertura del commercio, un "forum" dove i governi
possono negoziare i loro accordi, un ente per risolvere le controversie, operante attraverso un sistema
di regole. Attivo al fine di rendere le politiche trasparenti e di supporto per l'economia.
Essenzialmente, il WTO è quindi un posto dove i governi possono provare a risolvere i loro problemi
commerciali e confrontarsi pacificamente. In pratica sarebbero, ci tengo a sottolineare il condizionale,
dei paladini di libertà, commercio, integrità, imparzialità, uguaglianza, trasparenza, democrazia che si
preoccupano di fare provvedimenti ad oc per aiutare i paesi in via di sviluppo, possibili vittime di
discriminazioni da parte dei paesi industrializzati. Roba da fare invidia a Robin Hood insomma.
(fonte: http://www.wto.org/english/thewto_e/whatis_e/who_we_are_e.htm)
Le sue funzioni sono così riassunte brevemente (lettaralmente dal sito):
• Amministrare ed attuare degli accordi commerciali multilaterali
• Forum per le negoziazione commerciali
• Gestisce le controversie
• Monitoraggio delle politiche commerciali delle nazioni
• Tecniche di assistenza ed addestrameto per i paesi in via di sviluppo
• Cooperazione con altre organizzazioni internazionali
Attualmente gli stati membri sono 153, essi rappresentano circa il 95% dell'economia mondiale. Le
lingue ufficiali sono: inglese, spagnolo e francese. La sede è a Ginevra, Svizzera (non a caso). Il WTO è
gestito dai suoi stati membri. Tutte le maggiori decisioni sono prese "nel complesso", sia dai ministri
(che di solito si incontrano ogni due anni) che dagli ambasciatori o delegati (che si incontrano
regolarmente a Ginevra). L'iter decisionale può essere per consenso o per maggioranza, il secondo in
realtà non è mai stato utilizzato. I parlamenti dei paesi membri sono obbligati a rendere pubblici i loro
bilanci e rispettare i trattati. Inoltre, tutti i provvedimenti sono stati ratificati, nella diffusa omertà di
telegiornali e stampa.
La sua organizzazione è sancita dall'Articolo IV dell'accordo istitutivo:
• una Conferenza ministeriale (composta da rappresentanti di tutti gli stati membri dell'OMC) è l'organo
decisionale di maggiore rilievo che si riunisce almeno una volta ogni due anni: tale Conferenza
ministeriale svolge le funzioni dell'OMC ed è abilitata a prendere decisioni in relazione a tutti gli
aspetti contemplati negli accordi commerciali multilaterali sottoscritti.
• un Consiglio generale, formato dai rappresentanti di tutti gli stati membri, il quale - negli intervalli tra
una riunione e l'altra della Conferenza dei ministri - esercita le funzioni proprie di quest'ultima; il
Consiglio generale si riunisce, inoltre, ogniqualvolta necessario per esercitare le funzioni dell'organo di
conciliazione previsto nell'intesa sulla risoluzione delle controversie nonché quelle dell'organo di
esame delle politiche commerciali.
• un "Consiglio per gli scambi di merci" (che sovrintende al funzionamento degli accordi commerciali
multilaterali relativi allo scambio di merci - cosiddetto "GATT 1994"), un "Consiglio per gli scambi di
servizi" (che sovrintende al funzionamento dell'accordo generale sugli scambi di servizi - cosiddetti
"GATS") ed un "Consiglio per gli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio"
(quest'ultimo è denominato "Consiglio TRIPS", dall'acronimo dell'accordo che ne è alla base); questi tre
Consigli, operano sotto l'indirizzo del Consiglio generale e svolgono le funzioni ad essi attribuite dai
rispettivi accordi e dal Consiglio generale, si riuniscono ogniqualvolta sia necessario per esercitare le
loro funzioni; la partecipazione a tali Consigli è aperta ai rappresentanti di tutti i paesi membri.
• una serie di Comitati specifici (il "Comitato commercio e sviluppo", il "Comitato restrizioni per motivi di
bilancia dei pagamenti" ed il "Comitato bilancio, finanza e amministrazione"), per l'esercizio di
specifiche funzioni attribuite loro dall'accordo istitutivo dell'OMC e dagli accordi commerciali
multilaterali, nonché le eventuali ulteriori funzioni ad essi attribuite dal Consiglio generale (ad
esempio, nel quadro delle sue funzioni, il "Comitato commercio e sviluppo" riesamina periodicamente
le disposizioni speciali degli accordi commerciali multilaterali a favore dei paesi membri meno
sviluppati e riferisce al Consiglio generale perché siano prese le opportune iniziative).
• un Segretariato, diretto da un Direttore generale.
Il Direttore generale dell'OMC rappresenta il più importante ufficio permanente in ambito OMC: è,
infatti, responsabile della supervisione delle funzioni amministrative in seno all'organizzazione; le
decisioni politiche sono prese dai rappresentanti degli stati membri però a seconda del suo profilo può
giocare un ruolo molto influente. A esempio se dispone di un importante capitale politico (come per
esempio Pascal Lamy) può giocare un ruolo molto proattivo e rappresentare una figura fortemente
influente.
Può in effetti cercare di spingere gli stati membri verso un accordo attraverso più mezzi : la
diplomazia informale; aumentando la pressione sui negoziatori attraverso, per esempio, l'utilizzo dei
media e attraverso la proposta di un progetto di accordo. Attraverso l'organizzazione delle conferenze
ministeriali e dei negoziati a Ginevra, può anche influenzare fortemente le discussioni (per esempio,
fissare dei termini per produrre degli accordi può influenzare la loro riuscita oppure deciderne il
formato può influenzare il livello di partecipazione dei vari membri).
(fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_Mondiale_del_Commercio)
Per rendersi conto della mancanza di partecipazione dei cittadini al riguardo è sufficiente uscire di
casa e chiedere per strada quanti sanno che Renato Ruggiero, italiano è stato il primo presidente del
WTO dal 1995 al 1999.
Il WTO non potrebbe mai funzionare senza il segretariato che coordina tutte le attività. Il segretariato
è composto da uno staff di oltre 600 esperti: avvocati, economisti, statisti ed esperti della
comunicazione che assistono l'organizzazione ogni giorno per assicurarsi che il tutto vada lisco e che le
norme vengano rispettate ed applicate correttamente. La responsabilità del segretariato dell'OMC è
quello di fornire alta qualità, supporto indipendente ai governi membri per tutte le attività che
vengono svolte dall'Organizzazione, e di agire con professionalità, imparzialità e integrità.
Il Segretariato è un team multiculturale di individui altamente qualificati che possiedono le
competenze, le conoscenze e l'esperienza necessarie per gestire responsabilmente e collaborare in un
servizio efficiente, diligente, civile e internazionale.
Come vengono gestite le dispute?
Le dispute vengono gestite in modo "multilaterale" tramite il Dispute Settlement Understanding (DSU).
Le nazioni non agiscono individualmente nei confronti della controparte ma denunciano i loro problemi
al WTO se pensano che i loro diritti sono stati violati. Le giurie sono composta da tre persone che
deliberano a porte chiuse. I giudici sono esperti nominati indipendentemente e si basano
sull'interpretazione degli accordi e degli impegni presi dai singoli stati. Però l'OMC non ha un effettivo
e significativo potere per sostenere le proprie decisioni nelle dispute fra paesi membri: qualora un
paese membro non si conforma ad una delle sue decisioni, l'organismo ha solo la possibilità di
autorizzare "misure ritorsive" da parte del paese che si ritiene danneggiato, ma non può adottarne di
sue. E quindi, i paesi ad economia più sviluppata e solida possono di fatto ignorare i reclami dei paesi
economicamente più deboli questi ultimi infatti non hanno i mezzi per porre in atto misure ritorsive
realmente efficaci contro un paese molto più forte, per obbligarlo a cambiare le proprie politiche.
(fonte: http://www.wto.org/english/thewto_e/whatis_e/inbrief_e/inbr02_e.htm)
Un opuscolo consultabile interamente a questo sito, riassume così i benefici dell'organizzazione
mondiale del commercio (o meglio che "loro" dicono di avere):
http://www.wto.org/english/res_e/doload_e/10b_e.pdf
I 10 benefici:
1. Il sistema aiuta a promuovere la pace
2. Le dispute sono gestite in modo costruttivo.
3. Le regole rendono la vita più facile per tutti
4. Il libero commercio taglia il costo della vita
5. Offre più scelta di prodotti e qualità
6. Il commercio accresce i redditi
7. Il commercio stimola la crescita economica
8. I principi di base rendono la vita più efficiente
9. I governi sono protetti dalle lobby
10. Il sistema incoraggia il buon governo.
Ma davvero?
Niente da dire sul beneficio numero 6: senz'altro il commercio accresce i redditi, ora bisogna vedere i
redditi di chi. Forse quelli degli Stati, oppure dei consumatori che posso avere più qualità
risparmiando? No. Gli unici redditi che lievitano sono quelli dei pochissimi produttori, le multinazionali
private che a macchia d'olio controllano sempre di più le nostre mode, i nostri consumi e la nostra
economia globale.
La collaborazione è vasta: G8, FMI, Banca Mondiale, UNCTAD ecc.
La presentazione è simile:
"Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) è un'organizzazione di 188 paesi, lavora per promuovere la
cooperazione monetaria globale, assicurare stabilità finanziaria, facilitare il commercio
internazionale, promuovere l'occupazione elevata e una crescita economica sostenibile, e ridurre la
povertà in tutto il mondo."
(fonte: http://www.imf.org/external/about.htm)
"La Banca Mondiale è un'istituzione finanziaria internazionale che fornisce prestiti per i paesi in via di
sviluppo. Il suo fine ufficiale è ridurre la povertà"
(fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/World_Bank)
Questi buoni propositi celano un lato oscuro, probabilmente così oscuro che di "rosa" ci sono solo i loro
buoni propositi stilati nei documenti officiali, come le promesse di un bambino nella lettera a Babbo
Natale.
Per vederli tutti consultare il sito del WTO ed il suo "Annual Report 2012" scaricabile in formato pdf al
seguente link : http://www.wto.org/english/res_e/booksp_e/anrep_e/anrep12_e.pdf
Dietro alle strette di mano ed ai sorrisi sulle fotografie formato famiglia, frutto di una burocrazia
perbenista e precostituita, si celano atroci realtà come lo sfruttamento di interi popoli, le quali
condizioni rasentano la schiavitù.
Ammettendo la complessità delle questioni globali. La storia va rivista. I numeri della crisi e lo stato di
indebitamento a 7 zeri di molte nazioni, in particolare quelle in via di sviluppo come l'Indonesia.
Questi uomini in giacca e cravatta, a volte brillanti uomini in carriera altre volte solo in carriera e
meno brillanti, non sono più regolatori dell'economia ed hanno iniziato un processo di accentramento
del potere fino a diventare i nuovi padroni del mondo.
"It’s often said that good things come to those who wait.
This might not be true of all things in life but at the WTO,
patience is most assuredly a virtue. "
Questo è un messaggio dell'attuale direttore del WTO, il francese Pascal Lamy. I cittadini hanno
aspettato. Dal 1995 ad oggi cosa abbiamo ottenuto? Un tracollo economico. Ed una società sempre più
sottomessa al consumismo. Tutti ne siamo vittima. La differenza è solo tra chi se ne rende conto o
meno. Niente di più. Abbiamo tutti quanti un paio di scarpe Nike, una maglietta o almeno un paio di
calzini Adidas.
Insomma, questi i benefici esistono? Rispondere non è facile, per riflettere dobbiamo partire da un
fenomeno chiamato Globalizzazione e fare qualche passo indietro nella nostra storia moderna.
Con il termine "
GLOBALIZZAZIONE" si intende il fenomeno che considera l'intera economia
del pianeta come un unico grande sistema integrato, dove la circolazione di capitali merci e servizi è
sempre più libera e semplice.
Coloro che la sostengono, dicono di promuovere la fratellanza e l'aiuto dei più poveri. In realtà
assistiamo all'esatto contrario. I poveri sono sempre più poveri i ricchi sempre più ricchi.
Gli effetti possono essere oggettivamente riassunti in questo modo:
•
•
•
•
internazionalizzazione del capitalismo;
standardizzazione dei comportamenti culturali;
crisi della sovranità stato-nazione;
delocalizzazione del lavoro, per cui esso viene richiesto e trasferito da un luogo all'altro del pianeta a
seconda della convenienza
Le realtà della globalizzazione più che un aiuto sono una vera sfida per i paesi in via di sviluppo. A
partire dal sovra sfruttamento delle risorse all'inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo, l'età della
globalizzazione è anche l'età della deforestazione, della mancanza dell'acqua, del tasso elevato di
cancro e delle estinzioni di massa. Il tutto su scala globale. Le attività delle multinazionali: pesticidi,
tabacco, inquinamento dell'acqua e dell'aria, gas tossici con la conseguente formazione dell'effetto
serra sono nocive per la nostra salute che è messa direttamente e seriamente in pericolo. In un
mercato globale inoltre è più facile che mai nascondere gli abusi ai consumatori che si trovano
dall'altra parte del mondo. Il prezzo più alto infatti sono proprio loro a pagarlo, i lavoratori dei paesi in
via di sviluppo. Alcune cose costano molto di più di quanto pensiamo.
(http://www.corpwatch.org/)
Dall'esterno il tutto è velato da una coltre di teorie economiche, la convinzione perentoria che
qualsiasi crescita economica giovi all'umanità nel suo complesso."Maggiore è la crescita, maggiori sono
i benefici" questo è il motto.
Le lobby sono gruppi di pressione (o gruppi d'interesse) che agiscono in modo da influenzare le
decisioni dei legislatori, gli atti del governo e degli enti di controllo.
Purtroppo i media di tutto il mondo ci mostrano spesso immagini filtrate e noi all'interno riusciamo a
vedere solo del "vago". Coloro che cercano di mettere a fuoco vengono additati come complottisti, in
realtà credo che siano solo delle persone che si pongono delle domande sul perché il mondo sia in
queste condizioni. Se un uomo ti vende della bigiotteria per oro, rimani deluso perché non ha
mantenuto la parola e non ti fidi più. Quell'uomo sono i nostri politici oggi: voi credete alle parole di
persone delle quali non vi fidate?
Solo dall'interno può uscire la verità, "loro" difficilmente ne parlano, ma uno ne ha avuto il coraggio. Il
suo nome è John Perkins ed è l'autore del libro "Dichiarazioni di un sicario dell'economia". Un libro
scomodo difficile da pubblicare, molto spesso anche le grandi case editrici sono influenzate dalle
lobby. Non dico che bisogna necessariamente credergli ma almeno ascoltiamolo. Lui per 10 anni è
stato uno di "loro".
Come sono nati i sicari dell'economia?
Il fiammifero che accese la miccia dell'impero globale: Kermit Roosvelt.
Perkins spiega come il ruolo del sicario dell'economia nacque con l'operato di Kermit Roosevelt, che
ebbe un ruolo predominante nella risoluzione della questione iraniana nel 1951, quando il leader
iraniano Mohammad Mossadeq si ribellò allo sfruttamento del petrolio nazionale da parte di una
compagnia petrolifera inglese (l'attuale BP), nazionalizzandone il patrimonio.
Per rispondere alla sua azione, e per paura di un intervento dell'URSS, il Regno Unito chiese aiuto agli
USA. Roosevelt fu inviato sul posto, minacciò e corruppe un manipolo di persone per generare rivolte
violente e far cadere Mossadeq dando l'impressione che fosse incapace ed impopolare, fecero poi salire
al trono il Mohammad Reza Pahlavi, dittatore alleato con gli USA.
Kermit Roosvelt lavorava per la CIA. Se fosse stato scoperto, era un problema. La CIA infatti non è un
privato ma è pubblicamente statunitense. Quindi per ovviare il rischio era necessario scaricare la
questione su qualcuno non direttamente legato a Washington. L'affermazione delle potenti aziende
multinazionali e organizzazioni internazionali come la Banca Mondiale e l'FMI, enti sotto la diretta
influenza del colosso occidentale, furono la risposta. Da allora un sicario dell'economia è un
professionista il cui lavoro consiste nel convincere paesi strategicamente importanti per il suo datore
di lavoro (spesso gli USA) a contrarre significativi impegni finanziari con la banca mondiale, con
l'agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) e con altre organizzazioni umanitarie.
« I sicari dell'economia sono professionisti ben retribuiti che sottraggono migliaia di miliardi di dollari a diversi
paesi in tutto il mondo. Riversano il denaro della Banca Mondiale, dell'Agenzia Statunitense per lo Sviluppo
Internazionale (USAID) e di altre organizzazioni "umanitarie" nelle casse di grandi multinazionali e nelle
tasche di un pugno di ricche famiglie che detengono il controllo delle risorse naturali del pianeta. I loro metodi
comprendono il falso in bilancio, elezioni truccate, tangenti, estorsioni, sesso e omicidio. Il loro è un gioco
vecchio quanto il potere, ma che in quest'epoca di globalizzazione ha assunto nuove e terrificanti
dimensioni.»
-Claudine, agente Chat T.Main
IL SISTEMA HA TRE OPERATORI PRINCIPALI: SICARI,SCIACALLI, ESERCITO.
Avete mai sentito parlare del WTO denunciare tutto ciò?
NSA, Peace Corps e Chas T.MAIN
Perkins dopo aver lavorato per la National Security Agency un'organizzazione spionistica meno nota,
ma non per questo meno importante degli Stati Uniti, entra nei Peace Corps,un'organizzazione
governativa di volontari per la cooperazione nei paesi del terzo mondo. Ha quindi la possibilità di
andare in Ecuador intorno al 1968, quando il petrolio nella zona era appena stato scoperto e da quel
momento in poi come spiega nel libro molte cose cambieranno. In seguito incontra un certo Einar
Greve, che era vicepresidente della Chas T.Main, Inc. (MAIN) all'epoca. Una società di consulenze che
nell'ombra che conduceva degli studi finalizzati a decidere se la Banca Mondiale dovesse prestare
miliardi di dollari all'Ecuador e ai paesi confinanti per costruire dighe idroelettriche e realizzare altri
progetti per le infrastrutture. In pratica questa società si occupava prevalentemente di progettazione
ma in realtà il suo datore di lavoro voleva che venissero fatti degli studi econometrici per provare la
fattibilità delle opere attraverso i maxi prestiti a paesi in via di sviluppo. All'interno della MAIN Perkins
troverà due cose principalmente, la prima è la sua soddisfazione professionale, il denaro e le belle
donne che non aveva mai avuto; la seconda è la scoperta del termine "Sicario dell'economia" (SDE)
perchè lui era diventato uno di loro. Infatti viene istruito da un'agente di nome Claudine sul suo ruolo
futuro. Il suo primo incarico lo avrebbe portato in Indonesia ma prima gli fu chiarito il suo ruolo in
parole franche. Proprio lui, avrebbe dovuto giustificare gli enormi prestiti che avrebbero riportato il
denaro alla MAIN, e ad altre agenzie statunitensi come la Bechtel e la Brown & Root , attraverso i
grossi progetti di edilizia ed ingegneria. Quindi bisognava prevedere crescite stellari come del 18% per
paesi come l'Indonesia, ovviamente quest'ultime non si sarebbero mai concretizzate per cifre del
genere di conseguenza i paesi restavano incatenati come un ostaggio. Un debito incontrollabile con
tanto di interessi che i lavoratori di questi paesi stanno ancora cercando di pagare. In questo modo i
paesi in via di sviluppo anziché seguire un processo di ammodernamento non finisco che
nell'asservimento e divengono facili bersagli nel caso in cui gli Stati Uniti necessitassero di favori come
l'installazione di basi militari, voti alle Nazioni Unite o accesso al petrolio ed altre risorse naturali. Più
ingente era il prestito, meglio era. Il peso del debito avrebbe penalizzato semplicemente i cittadini più
poveri che negli anni avvenire avrebbero dovuto rinunciare a spese per l'istruzione e la sanità al fine di
ripagare i debiti contratti dai loro governatori che intanto se ne stavano buoni buoni ricevendo
bustarelle. I governi, piuttosto, rafforzano la propria posizione politica, sedendo al tavolo dei vincitori,
si pavoneggiano come autori di poli industriali, centrali elettriche ed aereoporti. La maggior parte
della popolazione combatte ogni giorno per sopravvivere alla morsa della fame ma di questo alla Banca
Mondiale poco importa.
La natura del PIL di un paese può essere ingannevole, infatti la crescita di quest'ultimo potrebbe
verificarsi anche quando a trarne beneficio è una sola azienda di servizio pubblico, mentre la
popolazione è oppressa dal debito. Tutto doveva essere molto ottimistico infatti a seguito delle nuove
centrali elettriche ed alle linee di distribuzione un paese come l'Indonesia che per secoli era stata già
saccheggiata dai coloni dai coloni Francesi, Spagnoli, Inglesi e Olandesi sarebbe finalmente decollata
come l'Apollo11.
QUESTIONE ECUADOR
L'Ecuador deve essere un posto meraviglioso. Più di 30 vulcani attivi, giungla amazzonica, montagne
innevate, valli vulcaniche adagiate a un'altitudine di 2800 metri. Inizialmente era un posto puro e
incontaminato, da quelle parti vivono ancora delle tribù indigene. Ma a partire dalla scoperta del
petrolio un oleodotto transandino, costruito di pronta risposta, ha riversato oltre mezzo milione di
barili di petrolio nella fragile foresta pluviale, più del doppio di quello rilasciato dalla Exxon Valdez
nell'incidente del 1989. Inoltre fu costruito un altro oleodotto di 500 chilometri, promuovendo
l'Ecuador come uno dei primi dieci fornitori di petrolio degli Stati Uniti. Vaste aree della foresta sono
state distrutte, i pappagalli ed i giaguari dell'area sono quasi estinti, i fiumi sono diventati fogne. Le
popolazioni locali anche se questo non è rilevante ai nostri media, hanno da tempo iniziato a reagire.
Ad esempio il 7 maggio 2003 un gruppo di avvocati americani che rappresentavano oltre trentamila
ecuadoriani ha fatto causa dalla Chevron Texaco Corp. per un miliardo di dollari. La denuncia
sosteneva che tra il 1971 ed il 1992 il gigante petrolifero abbia riversato in corsi d'acqua e fossi più di
15 milioni di litri al giorno di acque di scarico contaminate da petrolio, metalli pesanti e sostanze
cancerogene, e che la compagnia si sia lasciata dietro quasi 350 discariche a cielo aperto che
continuano a uccidere persone ed animali.
(fonte:Abby Ellin"Suit Says Chevron Texaco Dumped Poisons in Ecuador, The New York Times 8 maggio
2003)
Per l'operato dei sicari di cui John Perkins faceva parte, oggi l'Ecuador è in condizioni peggiori di
quanto non lo fosse prima che gli imponessero i nostri miracoli economici, finanziando quelli che
sono i progressi dell'ingegneria moderna. Dal 1970 (periodo del boom petrolifero) il livello ufficiale
di povertà è salito dal 50% al 70%, la disoccupazione dal 15% al 70%, la quota di risorse nazionali
distribuite alle fasce più povere è scesa dal 20 al 6% mentre il debito pubblico lievitava da 240
milioni a 16 miliardi.
Una gigantesca diga sull'impetuoso fiume Pastaza, devia le acque dentro enormi tunnel scavati dentro
le montagne e trasforma l'energia dell'acqua in elettricità. La centrale elettrica Agoyan, è da 156 MW.
Queste
infrastrutture
costruite nel posto giusto
possono essere una cosa
senz'altro positiva ma in
questo caso non lo è: le
industrie alimentate non
fanno altro che arricchire
un pugno di famiglie ricche
ecuadoriane e provocare
sofferenze alle popolazioni
indigene che vivono lungo il
fiume. L'Ecuador a seguito
dei prestiti è immerso in un
debito enorme, l'impero
globale
esige
la
restituzione
dei
finanziamenti sotto forma
di concessioni petrolifere. La richiesta si è fatta più pressante dopo l'11 settembre quando gli
americani temevano di dover rinunciare ai rifornimento mediorientali. Per ogni 100 dollari di greggio
estratto dalle foreste pluviali ecuadoriane, le compagnie petrolifere ricevono 75 dollari. Dei restanti
25 dollari, tre quarti va a coprire il debito estero e le spese di governo. Rimangono circa 2 dollari e
mezzo che vengono investiti per la sanità, l'istruzione e nelle misure per la povertà ed
approssimativamente 50 centesimi di dollaro per ciascuno possono bastare. Questa situazione non è
purtroppo molto diversa da altre.
Intorno al 1978 però un nuovo uomo emerse nel panorama politico ecuadoriano. Il suo nome era Jaime
Ròldos. Si era fatto la fama di populista e nazionalista che credeva fermamente nei diritti dei poveri e
nella responsabilità della classe politica. Era nettamente avverso alle compagnie petrolifere e la sua
politica fu finalizzata a mettere fine allo scempio di sfruttamento da parte di queste ultime. Accusò il
Summer Institute Of Linguistics (SIL) un gruppo missionario evangelico proveniente dagli Stati Uniti di
sinistre collisioni con le compagnie petrolifere. Era emerso un fatto inquietante: quando i sismologi
rilevavano in una zona che c'era possibilità di trovare petrolio e lo comunicavano alle compagnie, il SIL
interveniva ed incoraggiava prontamente le popolazioni indigene a trasferirsi nelle riserve missionarie
e lasciare quel territorio. Loro avrebbero fornito agli indigeni cibo, alloggio, vestiti gratuitamente ma
in cambio dovevano cedere le loro terre alle compagnie petrolifere. Roldòs non era un comunista bensì
un uomo che sosteneva il diritto del suo paese a essere artefice del proprio destino. All'inizio del 1981
presentò ufficialmente in Parlamento la sua nuova legge sugli idrocarburi che, se attuata, avrebbe
riformato completamente il rapporto del paese con le compagnie petrolifere. La sua influenza inoltre
poteva estendersi ben oltre l'Ecuador. Naturalmente le società petrolifere cercarono di bloccarla.
Iniziarono ad infangarlo ed i lobbisti giravano per Quito con le borse piene di minacce e bustarelle. Ma
Roldòs non si fermò, di tutta risposta ordinò al SIL di lasciare il paese e minacciò le compagnie
petrolifere e non solo, che in caso di mancata attuazione dei piani a favore della popolazione
sarebbero state costrette a lasciare l'Ecuador. Tenne un importante discorso a Quito e partì alla volta
di una comunità nel sud dell'Ecuador. Morì in un incidente aereo il 24 maggio 1981. La sua visione del
mondo era in contrasto con quella degli SDE. Il mondo fu sotto shock, molti gridarono al complotto.
Non si provò mai nulla però testimoni oculari hanno dichiarato che da un po' il presidente viaggiava su
due aerei diversi proprio per questo timore e quel giorno uno dei suoi addetti alla sicurezza lo aveva
convinto a cambiare aereo all'ultimo momento. I giornali non ne parlarono molto. La sua fine somiglia
molto a quella di un altro presidente Omar Torrijos l'uomo che restituì il Canale al suo legittimo
proprietario: Panama.
QUESTIONE PANAMA
Fino al 1901 Panama fu sotto il governo della
Colombia. Negli anni precedenti maturò l'idea di
un canale che attraverso l'istmo avrebbe
permesso il passaggio di navi dall'Atlantico al
Pacifico, il progetto francese fallì ma l'idea agli
Stati Uniti piacque particolarmente. Così nel
1901 gli Stati Uniti ottennero dal governo
colombiano l'autorizzazione per costruire e
gestire il Canale per 100 anni. Nel 1903 però il
governo della Colombia, in un sussulto di
orgoglio nazionale, decise di non ratificare
l'accordo. Gli USA allora non esitarono a
organizzare una sommossa a Panamá e
minacciarono l'intervento dell'esercito se fosse avvenuta la reazione del governo legittimo. Panama fu
dichiarata indipendente e governata da un'oligarchia di ricche famiglie legate a Washington. Grandi
imprese americane come la Standard Oil di Rockfeller e la United Fruit Company avevano campo
fertile. Un colpo di stato però nel 1968 rovesciò il dittatore fantoccio e Omar Torrijos si impose come
capo di stato, anche se mai in modo ufficiale. Torrijos godeva della stima della classe borghese e
operaia di Panama. Egli era noto per la sua disponibilità ad ascoltare i diseredati, teneva assemblee
nei bassifondi dove i politici difficilmente osavano metter piede, offriva le sue pur limitate risorse
finanziarie alle famiglie colpite dalla malattia o da qualche disgrazia. Torrijos faceva della sua nazione
un rifugio per chi scappava dalle persecuzioni, Panama era un luogo che offriva asilo per tutti gli
schieramenti politici dagli oppositori di sinistra di Pinochet in Cile, ai guerriglieri anticastristi di
destra. Fu anche un personaggio controverso, forse principalmente per l'attività denigratrice della
stampa. Infatti molti in realtà lo consideravano un operatore di pace che teneva dura la sua linea.
John ricorda nel libro il manifesto di Panama con Omar Torrijos sul quale c'era scritto: "L'ideale si
Omar è la liberta. Non è ancora stato inventato un missile che possa uccidere gli ideali". Perkins come
SDE avrebbe dovuto convincere Torrijos a dare appalti alle società di ingegneria americane ed ebbe un
colloquio con quest'ultimo. Torrijos disse che se il canale fosse stato ampliato e restituito a Panama lui
avrebbe dato la mano d'opera necessaria per i lavori ma doveva essere davvero per il bene di Panama,
inoltre mostrò la sua avversione per la Bechtel uno dei principali concorrenti della MAIN. Il patto fu
stipulato e l'indebitamento non esitò ad arrivare, il presidente però si oppose anche alla School Of the
Americans ed al centro di addestramento in guerra tropicale entrambi nella zona del Canale che
apparteneva agli Stati Uniti, la differenza di benessere tra la Zona del Canale ed il resto di Panama era
evidente. I latinoamericani odiavano queste strutture perché ne beneficiavano solo pochi ricchi, come
i figli dei comandanti militari. Inoltre Torrijos non voleva allearsi con la Russia, la Cina o Cuba e
dichiarava di non essere contro gli Stati Uniti ma a favore dei poveri, il maggiore successo di Torrijos
furono i trattati con il presidente Carter, gli Stati Uniti avrebbero così rinunciato alla loro sovranità sul
Canale a partire dal 1° gennaio 2000. In seguitoil Congresso provò a rinegoziare ma Torrijos non ebbe
più voce in capitolo: morì in un incidente aereo il 31 luglio 1981.
Due presidenti, una fine.
Il presidente dell'Ecuador di oppone alle compagnie petrolifere, e muore in un incidente aereo.
Torrijos si riprende il Canale e come Roldòs aveva espulso il SIL dal suo paese. A partire dal gennaio
1981 si era insediato il nuovo presidente Reagan, noto conservatore, molto diverso dal democratico
Carter (premio nobel per la pace nel 2002). L'amministrazione Reagan voleva rivedere la questione del
Canale ma Torrijos aveva rifiutato. Solo 68 giorni dopo Roldòs muore, sempre per "incidente" aereo.
Niente fu mai provato, ma qualcosa di strano evidentemente fu orchestrato ed il coinvolgimento della
CIA non è da escludere.
Nel sistema dei sicari, questo è una sorta di asso nella manica. Infatti se fallisce il sicario responsabile
della parte contrattuale burocratica e quindi il presidente non è corruttibile entrano in scena i
cosidetti "sciacalli dell'economia" che eliminano fisicamente l'ostacolo. Nel caso dovessero fallire
anche loro, entra in scena l'esercito. Due casi in cui entrò in scena l'esercito furono l'Iraq e il
Venezuela ma la loro è un'altra storia altrettanto complessa.
QUESTIONE INDONESIANA
L'Indonesia è sempre stata ricca di tesoro, per
tutta l'epoca coloniale fu forse considerata un
tesoro più prezioso delle Americhe, in passato si
era guadagnata il soprannome di "Isole delle
spezie" e faceva parte del circolo di quei paesi
orientali con i quali l'occidente aspirava
commerciale per le loro preziose stoffe. Una terra
di misticismo e bellezza facile preda dei coloni
spagnoli, portoghesi, inglesi e olandesi. Questi
ultimi furono i primi a spuntarla poi i Giapponesi
invasero l'Indonesia durante la seconda guerra
mondiale, le forze olandesi naturalmente si opposero ma dopo la resa dei giapponesi emerse un
carismatico leader di nome Sukarno che dichiarò l'indipendenza. Governare un arcipelago di 17500
isole pieno di divergenze etniche, decine di lingue e dialetti secolari non era semplice. Sukarno
accentrò il suo potere e strinse alleanze con governi comunisti, il che non fu visto di buon occhio dagli
USA. Voleva che la sua terra diventasse indipendente anche economicamente e scacciò la Banca
Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale. Uno dei suoi generali Suharto nel 1965 fece un colpo di
stato. Molti insinuarono che USA e Inghilterra sapevano tutto e piuttosto avevano cospirato per
supportato il generale. La cosa peggiore ma anche la più misteriosa è la mancanza di chiarezza
sull'entità di un massacro poi definito dalla CIA come uno dei peggiori genocidi del ventesimo secolo.
In seguito l'economia dell'Indonesia è stata ridisegnata al tavolo dalla corporatocrazia ma ciò
probabilmente è costato la vita di migliaia di persone che hanno cercato di opporsi. Per gli stati Uniti
fu come trovare una miniera d'oro, innanzitutto i progressi fatti in Indonesia avrebbero avuto
ripercussioni positive nel mondo islamico e nella peggiore delle ipotesi c'era il petrolio, non se ne
conosceva l'entità reale ma le compagnie petrolifere e i sismologi erano molto ottimisti. Fu aperto
l'accesso alla mano d'opera a basso costo, l'FMI e la Banca Mondiale tornarono e vennero pubblicizzate
positivamente. Suharto fu supportato dai grandi dell'occidente, la stampa Time compreso elogiava il
tutto. Nel 1967 fu fatta una conferenza in Svizzera e venne così pianificata la conquista
imprenditoriale dell'Indonesia. Tutti i colossi rappresentati dagli uomini più potenti dell'Occidente
parteciparono: David Rockfeller, General Motors, compagnie petrolifere, banche, British American
Tobacco, Leheman Brothers (poi travolta nello questione titoli Subprime), American Express e molti
altri. I leader indonesiani approvati dal generale Suharto negozionarono con loro per 3 giorni. Le
conseguenze furono particolari: una sorta di socialismo per i ricchi e capitalismo per i poveri, in
pratica la solita storia i ricchi sarebbero diventati sempre più ricchi i poveri sempre più poveri. John
Arnold (Chairman, British chamber of commerce Jakarta) presidente della camera di commercio
britannica a Jakarta quando gli fu chiesto nel 2003 se quando trattarono con Suharto conoscevano la
sua natura di assassino e nepotista rispose con qualche secondo di silenzio poi disse che gli sembrava
una domanda "molto generica".
Purtroppo alla bellezza, ai colori ed ai profumi dell'Indonesia si contrappose un'altra realtà molto
differente dagli alberghi di lusso e dai palazzi di epoca coloniale: i campi di lavoro dove abitano gli
operai sono baracche fatiscenti ed invivibili, sporche e senza acqua potabile. I lavoratori vengono
pagati circa un dollaro al giorno, i dormitori sono fatti di lamiere e cassette della frutta. I bambini
sono malnutriti e rischiano di morire per varie malattie. Lebbrosi per strada, ragazzine offrono il
proprio corpo per pochi spiccioli. All'interno delle fabbriche il ritmo è frenetico, la temperatura
difficilmente sostenibile, sotto la luce dei neon le condizioni sono allo stremo. Quando c'è necessità di
esportazione devono fare anche gli straordinari, fino ad arrivare a turni estenuanti di 24 ore, talvolta
anche in piedi per 16 ore. La gente accetta qualsiasi lavoro e le grandi firme come la Nike e la Gap
hanno terreno fertile. Ad esempio per un paio di scarpe da tennis che vengono vendute a 100 sterline
un lavoratore indonesiano riceve 40 pence. I profitti della gap sono stati 1,38 miliardi di dollari una
cifra normale per molti multinazionali (2002). Loro fingono di attivare i codici di condotta per oscurare
le critiche, ed i governi sbandierano il fatto che la
manodopera sia bassa per attirare un maggior numero di
investimenti stranieri. I poveri in Indonesia erano e
probabilmente sono tanti. Documenti interni alla Banca
Mondiale, ente che si prefigge la sfida di ridurre la
povertà nel mondo (http://www.worldbank.org/) ,
confermano che un terzo dei prestiti concessi al
generale Suharto sono finiti nelle tasche dei suoi
funzionari corrotti, si parla di circa 8 miliardi di dollari.
Dal 1989 al 1997 l'economia indonesiana crebbe ad un
ritmo medio di oltre il 7% annuo, a Perkins che si era
recato lì per giustificare la costruzione di un impianto
elettrico sull'isola di Giava era stato chiesto di
prevedere una crescita annuale intorno al 20%. In seguito quando i paesi occidentali chiesero indietro i
loro prestiti nel 1998 il miracolo crollò e la rupia si svalutò drasticamente. La nike aumentò facilmente
i suoi profitti. Il paese era sull'orlo della rivoluzione e l'economia in crisi. Suharto si ritirò dopo aver
rubato 15 miliardi di dollari e distribuito tutti i servizi pubblici a parenti ed amici. Un ente come la
Banca Mondiale che doveva promuovere libertà e sviluppo aveva sostenuto un regime totalitario,
paradossale. L'instabilità politica dal 1998, la lentezza delle riforme economiche e la corruzione a vari,
segnarono però una natura frammentaria del recupero. La crescita del PIL, tuttavia, superò il 5% sia
nel 2004 che nel 2005, con ulteriori previsioni di aumento. Questo tasso di crescita non fu sufficiente a
limitare significativamente il tasso di disoccupazione, e nemmeno la crescita dei salari ne trasse
beneficio, bensì l’aumento del prezzo dei carburanti e dei prodotti alimentari peggiorarono il livello di
povertà. Al momento sembra che la crescita sia stabile ed il debito pubblico sia in diminuzione, ma è
importante rendersi conto che queste cose non devono accadere in un mondo che si definisce
"moderno".
(fonte: "I NUOVI PADRONI DEL MONDO" Di John Pilger. Vincitore Prix Leonardo 2003 per un futuro
sostenibile. Film documentario sulla globalizzazione, lo sfruttamento del terzo mondo, le
multinazionali.)
Visibile qui:
http://www.youtube.com/watch?v=jcqLjwkhlh8&feature=autoplay&list=FLGDoAy451JwROfmXxSdfVpg&play
next=3
Il popolo di Seattle
« Think global, act local»
-Barash, Peace and Conflict
La diretta critica al WTO ed alle altre organizzazioni simili si manifesto nel 1999, il popolo di Seattle fu
la prima risposta americana alla globalizzazione e per la prima volta proiettò la questione
all'attenzione della stampa mondiale. Decine di migliaia di persone provenienti da tutto il mondo si
diedero appuntamento.
Il movimento no-global o movimento anti-globalizzazione (o anche, per antonomasia, il movimento)
indica un insieme internazionale di gruppi, organizzazioni non governative, associazioni e singoli
individui relativamente eterogenei dal punto di vista politico e accomunati dalla critica all'attuale
sistema economico neoliberista, la cui prima comparsa si ritiene comunemente avvenuta intorno al
1999 in occasione della Conferenza Ministeriale della WTO (l'Organizzazione Mondiale del Commercio)
a Seattle negli Stati Uniti. Di quello che è stato inizialmente chiamato "popolo di Seattle" non è mai
stata data una denominazione unica, data l'enorme varietà e complessità delle organizzazioni che a
Seattle si sono incontrate. In altri paesi infatti non si è data una denominazione unica a un tale
insieme di elementi di natura tanto eterogenea, oppure sono state usate altre espressioni.
La critica principale del movimento è volta verso le multinazionali: secondo gli aderenti, il loro potere
è così forte da condizionare le scelte dei singoli governi verso politiche non sostenibili da un punto di
vista ambientale ed energetico, imperialiste, non rispettose delle peculiarità locali e dannose per le
condizioni dei lavoratori.
Quindi il movimento no global non ha confini netti, anche se fa riferimento a gruppi e movimenti
estranei al mondo politico tradizionale; esso contiene moltissime istanze della società civile, che
spesso si esprimono politicamente e operano in ambiti limitati e con caratteristiche peculiari. Vuole di
fatto essere un momento di rinascita della società civile, promuove la democrazia diretta e
partecipativa, promuove il consumo critico e lo sviluppo sostenibile, è pacifista, ambientalista e
antiproibizionista.
Coerentemente con la propria collocazione al di fuori delle tradizionali logiche partitiche, le tecniche
di azione politica del movimento sono di tipo diverso dalla tradizionale raccolta di consenso finalizzata
alla vittoria nel confronto elettorale con altre forze politiche democratiche e si allontanano anche
nettamente dalle dottrine di ispirazione marxista che vedevano nella rivoluzione armata il momento
centrale dell'azione politica, cui la lotta di classe avrebbe dovuto necessariamente convergere.
Gli strumenti di lotta politica del movimento consistono infatti principalmente nel boicottaggio, nelle
manifestazioni, nella controinformazione (o mediattivismo) e di uno stile di vita energeticamente e
ambientalmente sostenibile.
(fonte:Wikipedia)
Nonostante la maggior parte dei manifestanti siano pacifisti e non violenti sembra che le proteste dei
no global non facciano scalpore quando se non c'è violenza. Invece, il sopruso e la violenza usata dalla
corporatocrazia difficilmente viene tirata in causa. Un esempio è quello che è successo in Inghilterra
per il May Day a Londra.
--------------------------------------------------------"Sa qual è la differenza tra la Tanzania e la Goldman Sachs Group, Inc. ? La prima è una nazione che ha
un prodotto nazionale lordo di 2,2 miliardi di dollari suddivisi tra 25 milioni di persone, la seconda è
una società di investimenti che ha profitti annui di 2,2 miliardi di dollari suddivisi tra 161 soci."
-Dr.Susan George, author "A fate worse than debt"
"Mai prima d'ora la razza umana ha goduto una tale incredibile capacità di creare ricchezza e ridurre la
povertà ma mai prima d'ora il divario tra i ricchi e i poveri è stato così vasto e la disuguaglianza così
diffusa."
-John Pilger
Conclusioni
Quasi tutti i paesi che sono stati messi sotto la "protezione" dell'impero globale hanno subito un simile
destino. Il debito dei paesi del terzo mondo è arrivato a oltre 2500 miliardi di dollari,e gli interessi
(oltre 375 miliardi all'anni al 2004) sono superiori all'intera spesa per la sanità e l'istruzione nel terzo
mondo e venti volte gli aiuti che i paesi in via di sviluppo ricevono annualmente dall'estero. Oltre la
metà della popolazione mondiale sopravvive con meno di 2 dollari al giorno, grosso modo la stessa
cifra di cui disponeva all'inizio degli anni '70. Dov'è finito il trio Robin Hood BM, FMI, WTO? L'1% delle
ricche famiglie del terzo mondo detiene dal 70% al 90% di tutto il patrimonio privato e delle proprietà
immobiliari del proprio paese; ovviamente la percentuale può variare da una nazione all'altra.
(fonte:James S.Henry "Where the money went", in Acriss the Board, marzo/aprile 2004, pp.42-45)
Queste percentuali mi ricordano l'Ancient Régime recentemente studiato sul mio libro di storia. In
realtà malgrado tutto, non sembra che siano cambiate troppe cose. Gli abitanti di questi paesi sono
potenziali ribelli e terroristi, e sono tenuti attentamente a bada ma non perché credano al comunismo,
all'anarchia in quanto molti non hanno idea di cosa sia e sono condannati a rimanere analfabeti e
morire prematuramente in giovane età per malattie curabili e neanche perché siano essenzialmente
malvagie, più semplicemente: sono disperate.
Qualcuno potrebbe dire che questi documenti come il libro, o il documentario sono relativamente
datati diversi anni fa ormai e che la Banca Mondiale ha esplicitato la sua volontà di cancellare i debiti
a carico dei paesi del terzo mondo. Però come possiamo credere loro se la forbice della povertà, cioè
il divario tra ricchi e poveri si sta allargando sempre di più? Purtroppo la sola cancellazione del debito
non risolverà il problema i paesi in via di sviluppo vengono ugualmente sedotti con l'utilizzo di belle
parole che consistono nelle condizioni. Spesso le imprese vengono privatizzate e finiscono in mano alle
multinazionali. Il controllo è solido. Molte persone continuano a denunciare la questione perché
purtroppo è tutt'altro che chiusa. Infatti il comportamento delle multinazionali non è troppo diverso da
quello degli imprenditori della rivoluzione industriale che sfruttavano i lavoratori come macchine.
Nacque infatti la cosiddetta "questione sociale! I loro sfruttamenti generarono rivolte che finirono con
l'approvazione di leggi a tutela dei lavoratori e la creazione dei sindacati. Il problema è che queste
leggi esistono solo nei paesi più avanzati, tutti possiamo vedere che la targhetta dei nostri jeans porta
la scritta "Made in Indonesia" o "Made in China"... quindi le cose non sono ancora cambiate anzi è
sempre più difficile trovare il "Made in Italy" che tanto abbiamo elogiato.
Probabilmente il risultato che si contempla oggi è molto diverso da ciò che si immaginavano coloro che
auspicavano uno sviluppo migliore per tutti in un villaggio globale. L'economista Ricardo con la teoria
dei costi comparati ci dimostrò che ogni qualvolta c'è una divergenza tra, appunto, i costi comparati
prendendo ad esame due beni prodotti in due nazioni diverse e presupponendo che l'esportazione e
l'importazione devono essere reciproche, lo scambio conviene per entrambe le nazioni. Diversi studi
dimostrano che un mercato libero dove c'è concorrenza è stimolato e permette ad ognuno di
specializzarsi nel bene che più gli conviene al contrario un sistema chiuso e protezionista finisce per
sprofondare in un'economia stagnante, bloccando il progresso. Il problema è: probabilmente questi
studi economici non avevano previsto che a seguito di questa libertà di commercio mondiale chiamata
GLOBALIZZAZIONE si sarebbero formate le cosiddette MULTINAZIONALI e la finanza virtuale avesse
acquisito maggiore importanza di quella reale. L'isteria del mondo finanziario post-subprime è davvero
preoccupante. Io credo che questa non è una questione di democratici o repubblicani, americani e
non: è questione che la morsa della corporatocrazia va combattuta con persone che sostengano delle
idee, queste idee non appartengono alla destra o alla sinistra ma portano con sé il valore della
giustizia. A questi paesi viene tolta la libertà e questo non è giusto. Il sistema di corporatocrazia dal
libero mercato che promuove una selezione naturale ci porta fino ad una selezione innaturale dove
contempliamo una piramide simile a quella feudale. Il divario tra i ricchi e "gli altri" cresce, e crescerà
in maniera sempre più opprimente se non facciamo qualcosa. La corporatocrazia è l'idea che lo
sviluppo e il profitto vengono prima di tutto, non è ha confini nazionali, è solo l'avidità insita nell'uomo
e va combattuta: è necessario abolire enti come il WTO dove un plotone di 600 funzionari in 17 anni di
operato non ha cambiato un bel niente.
Il sistema non è meno pericoloso di quello che noi chiamiamo "mafia", è semplice associare due termini
come sicario e usuraio, possiamo considerarli come due sinonimi. Entrambi portano il più debole ad un
indebitamento incontrollato e lo sfruttano, talvolta uccidono. La differenza è che questo sistema è in
perfetta simbiosi con i governi e le banche, probabilmente più della mafia. Il loro operato è
considerato normale e legale, un imperialismo sottile di dimensioni gigantesche. Nessuna pistola
puntata l'asservimento è deciso a tavola magari davanti a un caffé caldo e sul divano di un hotel a 5
stelle. I politici ed i sicari collaborano, entrambi negoziano quelli che saranno i loro benefici reciproci
in tutto questo.
Panama, Ecuador, Venezuela, Guatemala sono vicini, ma non solo geograficamente. Le loro storie sono
tristemente accomunate da uno sfruttamento ancor più subdolo di quello coloniale che le aveva
afflitte in passato. Nel Venezuela quando fu rovesciato Chàvez, altro oppositore della corporatocrazia,
dall'amministrazione Bush l'operato della CIA fu così eclatante che il New York Times dedicò un
articolo alla questione:
"Gli Stati Uniti [...] hanno appoggiato regimi autoritari in tutta l'America centrale e meridionale
durante e dopo la guerra fredda in difesa dei propri interessi economici e politici. Nel minuscolo
Guatemala, la CIA organizzò un colpo di stato che rovesciò il governo democraticamente eletto nel
1954 e spalleggiò i successivi governi di destra contro piccoli gruppi di ribelli di sinistra per
quarant'anni. Morirono 200.000 civili. [...] "
-New York TimesLe foreste pluviali del centro America sono un capolavoro di bellezza naturale, habitat dove si possono
trovare centinaia di migliaia di specie di animali, insetti, rettili, pesci e uccelli. Un ecosistema
delicato che assorbe i micidiali gas prodotti dalle nostre industrie. Gli alberi producono l'ossigeno che
respiriamo. Gran parte di queste zone sono ormai fogne a cielo aperto, le compagnie petrolifere non
hanno scrupoli. Proteggerle è nostro dovere. Ma non solo, ugualmente importanti sono infatti le
foreste del Nord America, le savane dell'Africa, le montagne di Giava, le steppe dell'Asia, gli atolli nel
Pacifico...
Questo non è un processo agli Stati Uniti ma una critica alle multinazionali private, che hanno
trasformato la globalizzazione in uno strumento distruttivo di diseguaglianza e sfruttamento. Gli stessi
padri fondatori, riflette Perkins, non approverebbero nulla di tutto questo. Thomas Paine, Jefferson
avevano contribuito a liberare l'America dalla prepotenza Inglese, molti di loro economicamente non
stavano affatto male. Hanno reagito ugualmente. Perché supportare lo stesso tipo di imperialismo
della corona inglese contrastato in passato? La consapevolezza è fondamentale. Ripensando ai 10
benefici del WTO non credo che possano essere veritieri: è una menzogna.
Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti D'America 1776.
"Noi riteniamo che sono per stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati uguali; che
essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la vita, la libertà,
e la ricerca della felicità [...] che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi
fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di instituire un nuovo governo fondato su tali principi
e di organizzare i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua sicurezza e
la sua felicità."
La realtà della corporatocrazia è presente anche al livello "locale" italiano. A questo sito è possibile
consultare quanto la relazione sia potere. C'è infatti un Web, che non è quello dei social Network, che
intesse la nostra economia. Le aziende italiane sono più intrigate del Labirinto di Cnosso. Noi però non
abbiamo un solo minotauro.
Buon divertimento! http://mappadelpotere.casaleggio.it/
Joseph Stigliz, ex economista capo della Banca Mondiale, premio Nobel per l'economia e professore
alla Columbia University di New York tra il 1997 e il 2001 : "La globalizzazione, com'è stato detto,
spesso sembra sostituire vecchie dittature delle élite nazionali con nuove dittature della finanza
internazionale... Per far sembrare che i suoi programmi [dell'FMI] funzionino, per far quadrare le
cifre, è necessario adeguare le previsioni economiche. [...] Le previsioni del PIL non si basano su un
modello statistico sofisticato, e nemmeno sulle stime più accurate di chi conosce bene l'economia,
ma sono semplici cifre negoziate nel contesto di un programma dell'FMI."
Ma se questi soldi non vengono restituiti come farà la Banca Mondiale? Il turnover è enorme e
l'accentramento facilita i "magheggi", però la risposta sta nella moneta chiave, il dollaro. La sua
quantità non è vincolata da riserve auree e può essere stampato con facilità. Relativamente alle
previsioni, sono manipolabili. Ad esempio un modello econometrico basato sugli scritti di un
matematico russo di inizio '900 è lo strumento ideale. Il metodo Markov sfruttando una sorta di
interpretazione soggettiva dei numeri, sviluppato da un giovane matematico del MIT su commissione di
Perkins, "prova" scientificamente che loro stavano facendo un favore ai paesi in via di sviluppo.
Portandoli ad annegare nel debito. Il metodo difficile da mettere in dubbio se non da un economista
esperto con molta esperienza alle spalle divenne famoso in tutto il mondo.
L'attuale sistema economico è iniquo e folle. Dobbiamo smetterla di vedere la crescita economica
come un'ossessione perché un sistema che corre troppo veloce è destinato ad inciampare. "L'energia
infinita non può essere creata, ed un'economia basata sulla crescita infinita è insostenibile"
La fonte di quest'ultimo slogan è il nuovo album dei Muse
che uscirà a settembre, un ringraziamento particolare va a
Michael Jackson che durante la sua vita ha sensibilizzato
milioni di persone su questo tema sostenendo la difesa
delle nostre bellezze naturali con canzoni come Earth
Song e la difesa dei più deboli; e Matthew Bellamy, senza
ascoltare la musica e le interviste di quest'ultimo
probabilmente non avrei mai letto il libro "Dichiarazioni
di un sicario dell'economia" fondamentale nello
svolgimento di questo piccolo elaborato che mi ha
permesso di scoprire molte cose. La mia ricerca vuole
essere una umile riflessione alla ricerca della
consapevolezza maggiore sul mondo in cui viviamo. Alla
luce dei fatti storici accaduti più o meno direttamente a
causa della globalizzazione e degli enti che ne sono
promotori.
Sara Manzi
Giugno 2012
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