DEMOCRAZIA O CORPORATOCRAZIA? World Trade Organization & co. Quando tra il dire ed il fare ci sono di mezzo le lobby Cos'è? "There are a number of ways of looking at the World Trade Organization." Questo è l'esordio introduttivo sulla loro pagina web ufficiale "www.wto.org". Il WTO è innanzitutto un'organizzazione di libero mercato. "The goal is to help producers of goods and services, exporters, and importers conduct their business." ovvero, l'obiettivo è di aiutare i produttori di merci e servizi, esportatori ed importatori a condurre i loro affari. (fonte: http://www.wto.org/english/thewto_e/whatis_e/who_we_are_e.htm) Il WTO è nato nel 1995, dopo la conclusione di un lungo negoziato durato dal 1986 al 1994 denominato "Uruguay Round". I risultati sono stati sanciti nell' "Accordo di Marrakech". Praticamente ha ereditato il ruolo del GATT(General Agreement on Tariffs and Trades), simile accordo che si era posto come obiettivo la riduzione dei dazi e l'abbattimento degli ostacoli che impedivano un commercio liberalizzato, quest'ultimo però non aveva una struttura istituzionalizzata, il WTO si. L'oggetto della normativa del WTO abbraccia anche i servizi e le proprietà intellettuali, non considerate nel precedente trattato. Gli accordi non sono statici. Al momento sono aperte altre negoziazioni nell'ambito del "Doha Development Agenda" iniziate nel 2001. (fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_Mondiale_del_Commercio) Il WTO si presenta come un'organizzazione per l'apertura del commercio, un "forum" dove i governi possono negoziare i loro accordi, un ente per risolvere le controversie, operante attraverso un sistema di regole. Attivo al fine di rendere le politiche trasparenti e di supporto per l'economia. Essenzialmente, il WTO è quindi un posto dove i governi possono provare a risolvere i loro problemi commerciali e confrontarsi pacificamente. In pratica sarebbero, ci tengo a sottolineare il condizionale, dei paladini di libertà, commercio, integrità, imparzialità, uguaglianza, trasparenza, democrazia che si preoccupano di fare provvedimenti ad oc per aiutare i paesi in via di sviluppo, possibili vittime di discriminazioni da parte dei paesi industrializzati. Roba da fare invidia a Robin Hood insomma. (fonte: http://www.wto.org/english/thewto_e/whatis_e/who_we_are_e.htm) Le sue funzioni sono così riassunte brevemente (lettaralmente dal sito): • Amministrare ed attuare degli accordi commerciali multilaterali • Forum per le negoziazione commerciali • Gestisce le controversie • Monitoraggio delle politiche commerciali delle nazioni • Tecniche di assistenza ed addestrameto per i paesi in via di sviluppo • Cooperazione con altre organizzazioni internazionali Attualmente gli stati membri sono 153, essi rappresentano circa il 95% dell'economia mondiale. Le lingue ufficiali sono: inglese, spagnolo e francese. La sede è a Ginevra, Svizzera (non a caso). Il WTO è gestito dai suoi stati membri. Tutte le maggiori decisioni sono prese "nel complesso", sia dai ministri (che di solito si incontrano ogni due anni) che dagli ambasciatori o delegati (che si incontrano regolarmente a Ginevra). L'iter decisionale può essere per consenso o per maggioranza, il secondo in realtà non è mai stato utilizzato. I parlamenti dei paesi membri sono obbligati a rendere pubblici i loro bilanci e rispettare i trattati. Inoltre, tutti i provvedimenti sono stati ratificati, nella diffusa omertà di telegiornali e stampa. La sua organizzazione è sancita dall'Articolo IV dell'accordo istitutivo: • una Conferenza ministeriale (composta da rappresentanti di tutti gli stati membri dell'OMC) è l'organo decisionale di maggiore rilievo che si riunisce almeno una volta ogni due anni: tale Conferenza ministeriale svolge le funzioni dell'OMC ed è abilitata a prendere decisioni in relazione a tutti gli aspetti contemplati negli accordi commerciali multilaterali sottoscritti. • un Consiglio generale, formato dai rappresentanti di tutti gli stati membri, il quale - negli intervalli tra una riunione e l'altra della Conferenza dei ministri - esercita le funzioni proprie di quest'ultima; il Consiglio generale si riunisce, inoltre, ogniqualvolta necessario per esercitare le funzioni dell'organo di conciliazione previsto nell'intesa sulla risoluzione delle controversie nonché quelle dell'organo di esame delle politiche commerciali. • un "Consiglio per gli scambi di merci" (che sovrintende al funzionamento degli accordi commerciali multilaterali relativi allo scambio di merci - cosiddetto "GATT 1994"), un "Consiglio per gli scambi di servizi" (che sovrintende al funzionamento dell'accordo generale sugli scambi di servizi - cosiddetti "GATS") ed un "Consiglio per gli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio" (quest'ultimo è denominato "Consiglio TRIPS", dall'acronimo dell'accordo che ne è alla base); questi tre Consigli, operano sotto l'indirizzo del Consiglio generale e svolgono le funzioni ad essi attribuite dai rispettivi accordi e dal Consiglio generale, si riuniscono ogniqualvolta sia necessario per esercitare le loro funzioni; la partecipazione a tali Consigli è aperta ai rappresentanti di tutti i paesi membri. • una serie di Comitati specifici (il "Comitato commercio e sviluppo", il "Comitato restrizioni per motivi di bilancia dei pagamenti" ed il "Comitato bilancio, finanza e amministrazione"), per l'esercizio di specifiche funzioni attribuite loro dall'accordo istitutivo dell'OMC e dagli accordi commerciali multilaterali, nonché le eventuali ulteriori funzioni ad essi attribuite dal Consiglio generale (ad esempio, nel quadro delle sue funzioni, il "Comitato commercio e sviluppo" riesamina periodicamente le disposizioni speciali degli accordi commerciali multilaterali a favore dei paesi membri meno sviluppati e riferisce al Consiglio generale perché siano prese le opportune iniziative). • un Segretariato, diretto da un Direttore generale. Il Direttore generale dell'OMC rappresenta il più importante ufficio permanente in ambito OMC: è, infatti, responsabile della supervisione delle funzioni amministrative in seno all'organizzazione; le decisioni politiche sono prese dai rappresentanti degli stati membri però a seconda del suo profilo può giocare un ruolo molto influente. A esempio se dispone di un importante capitale politico (come per esempio Pascal Lamy) può giocare un ruolo molto proattivo e rappresentare una figura fortemente influente. Può in effetti cercare di spingere gli stati membri verso un accordo attraverso più mezzi : la diplomazia informale; aumentando la pressione sui negoziatori attraverso, per esempio, l'utilizzo dei media e attraverso la proposta di un progetto di accordo. Attraverso l'organizzazione delle conferenze ministeriali e dei negoziati a Ginevra, può anche influenzare fortemente le discussioni (per esempio, fissare dei termini per produrre degli accordi può influenzare la loro riuscita oppure deciderne il formato può influenzare il livello di partecipazione dei vari membri). (fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_Mondiale_del_Commercio) Per rendersi conto della mancanza di partecipazione dei cittadini al riguardo è sufficiente uscire di casa e chiedere per strada quanti sanno che Renato Ruggiero, italiano è stato il primo presidente del WTO dal 1995 al 1999. Il WTO non potrebbe mai funzionare senza il segretariato che coordina tutte le attività. Il segretariato è composto da uno staff di oltre 600 esperti: avvocati, economisti, statisti ed esperti della comunicazione che assistono l'organizzazione ogni giorno per assicurarsi che il tutto vada lisco e che le norme vengano rispettate ed applicate correttamente. La responsabilità del segretariato dell'OMC è quello di fornire alta qualità, supporto indipendente ai governi membri per tutte le attività che vengono svolte dall'Organizzazione, e di agire con professionalità, imparzialità e integrità. Il Segretariato è un team multiculturale di individui altamente qualificati che possiedono le competenze, le conoscenze e l'esperienza necessarie per gestire responsabilmente e collaborare in un servizio efficiente, diligente, civile e internazionale. Come vengono gestite le dispute? Le dispute vengono gestite in modo "multilaterale" tramite il Dispute Settlement Understanding (DSU). Le nazioni non agiscono individualmente nei confronti della controparte ma denunciano i loro problemi al WTO se pensano che i loro diritti sono stati violati. Le giurie sono composta da tre persone che deliberano a porte chiuse. I giudici sono esperti nominati indipendentemente e si basano sull'interpretazione degli accordi e degli impegni presi dai singoli stati. Però l'OMC non ha un effettivo e significativo potere per sostenere le proprie decisioni nelle dispute fra paesi membri: qualora un paese membro non si conforma ad una delle sue decisioni, l'organismo ha solo la possibilità di autorizzare "misure ritorsive" da parte del paese che si ritiene danneggiato, ma non può adottarne di sue. E quindi, i paesi ad economia più sviluppata e solida possono di fatto ignorare i reclami dei paesi economicamente più deboli questi ultimi infatti non hanno i mezzi per porre in atto misure ritorsive realmente efficaci contro un paese molto più forte, per obbligarlo a cambiare le proprie politiche. (fonte: http://www.wto.org/english/thewto_e/whatis_e/inbrief_e/inbr02_e.htm) Un opuscolo consultabile interamente a questo sito, riassume così i benefici dell'organizzazione mondiale del commercio (o meglio che "loro" dicono di avere): http://www.wto.org/english/res_e/doload_e/10b_e.pdf I 10 benefici: 1. Il sistema aiuta a promuovere la pace 2. Le dispute sono gestite in modo costruttivo. 3. Le regole rendono la vita più facile per tutti 4. Il libero commercio taglia il costo della vita 5. Offre più scelta di prodotti e qualità 6. Il commercio accresce i redditi 7. Il commercio stimola la crescita economica 8. I principi di base rendono la vita più efficiente 9. I governi sono protetti dalle lobby 10. Il sistema incoraggia il buon governo. Ma davvero? Niente da dire sul beneficio numero 6: senz'altro il commercio accresce i redditi, ora bisogna vedere i redditi di chi. Forse quelli degli Stati, oppure dei consumatori che posso avere più qualità risparmiando? No. Gli unici redditi che lievitano sono quelli dei pochissimi produttori, le multinazionali private che a macchia d'olio controllano sempre di più le nostre mode, i nostri consumi e la nostra economia globale. La collaborazione è vasta: G8, FMI, Banca Mondiale, UNCTAD ecc. La presentazione è simile: "Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) è un'organizzazione di 188 paesi, lavora per promuovere la cooperazione monetaria globale, assicurare stabilità finanziaria, facilitare il commercio internazionale, promuovere l'occupazione elevata e una crescita economica sostenibile, e ridurre la povertà in tutto il mondo." (fonte: http://www.imf.org/external/about.htm) "La Banca Mondiale è un'istituzione finanziaria internazionale che fornisce prestiti per i paesi in via di sviluppo. Il suo fine ufficiale è ridurre la povertà" (fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/World_Bank) Questi buoni propositi celano un lato oscuro, probabilmente così oscuro che di "rosa" ci sono solo i loro buoni propositi stilati nei documenti officiali, come le promesse di un bambino nella lettera a Babbo Natale. Per vederli tutti consultare il sito del WTO ed il suo "Annual Report 2012" scaricabile in formato pdf al seguente link : http://www.wto.org/english/res_e/booksp_e/anrep_e/anrep12_e.pdf Dietro alle strette di mano ed ai sorrisi sulle fotografie formato famiglia, frutto di una burocrazia perbenista e precostituita, si celano atroci realtà come lo sfruttamento di interi popoli, le quali condizioni rasentano la schiavitù. Ammettendo la complessità delle questioni globali. La storia va rivista. I numeri della crisi e lo stato di indebitamento a 7 zeri di molte nazioni, in particolare quelle in via di sviluppo come l'Indonesia. Questi uomini in giacca e cravatta, a volte brillanti uomini in carriera altre volte solo in carriera e meno brillanti, non sono più regolatori dell'economia ed hanno iniziato un processo di accentramento del potere fino a diventare i nuovi padroni del mondo. "It’s often said that good things come to those who wait. This might not be true of all things in life but at the WTO, patience is most assuredly a virtue. " Questo è un messaggio dell'attuale direttore del WTO, il francese Pascal Lamy. I cittadini hanno aspettato. Dal 1995 ad oggi cosa abbiamo ottenuto? Un tracollo economico. Ed una società sempre più sottomessa al consumismo. Tutti ne siamo vittima. La differenza è solo tra chi se ne rende conto o meno. Niente di più. Abbiamo tutti quanti un paio di scarpe Nike, una maglietta o almeno un paio di calzini Adidas. Insomma, questi i benefici esistono? Rispondere non è facile, per riflettere dobbiamo partire da un fenomeno chiamato Globalizzazione e fare qualche passo indietro nella nostra storia moderna. Con il termine " GLOBALIZZAZIONE" si intende il fenomeno che considera l'intera economia del pianeta come un unico grande sistema integrato, dove la circolazione di capitali merci e servizi è sempre più libera e semplice. Coloro che la sostengono, dicono di promuovere la fratellanza e l'aiuto dei più poveri. In realtà assistiamo all'esatto contrario. I poveri sono sempre più poveri i ricchi sempre più ricchi. Gli effetti possono essere oggettivamente riassunti in questo modo: • • • • internazionalizzazione del capitalismo; standardizzazione dei comportamenti culturali; crisi della sovranità stato-nazione; delocalizzazione del lavoro, per cui esso viene richiesto e trasferito da un luogo all'altro del pianeta a seconda della convenienza Le realtà della globalizzazione più che un aiuto sono una vera sfida per i paesi in via di sviluppo. A partire dal sovra sfruttamento delle risorse all'inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo, l'età della globalizzazione è anche l'età della deforestazione, della mancanza dell'acqua, del tasso elevato di cancro e delle estinzioni di massa. Il tutto su scala globale. Le attività delle multinazionali: pesticidi, tabacco, inquinamento dell'acqua e dell'aria, gas tossici con la conseguente formazione dell'effetto serra sono nocive per la nostra salute che è messa direttamente e seriamente in pericolo. In un mercato globale inoltre è più facile che mai nascondere gli abusi ai consumatori che si trovano dall'altra parte del mondo. Il prezzo più alto infatti sono proprio loro a pagarlo, i lavoratori dei paesi in via di sviluppo. Alcune cose costano molto di più di quanto pensiamo. (http://www.corpwatch.org/) Dall'esterno il tutto è velato da una coltre di teorie economiche, la convinzione perentoria che qualsiasi crescita economica giovi all'umanità nel suo complesso."Maggiore è la crescita, maggiori sono i benefici" questo è il motto. Le lobby sono gruppi di pressione (o gruppi d'interesse) che agiscono in modo da influenzare le decisioni dei legislatori, gli atti del governo e degli enti di controllo. Purtroppo i media di tutto il mondo ci mostrano spesso immagini filtrate e noi all'interno riusciamo a vedere solo del "vago". Coloro che cercano di mettere a fuoco vengono additati come complottisti, in realtà credo che siano solo delle persone che si pongono delle domande sul perché il mondo sia in queste condizioni. Se un uomo ti vende della bigiotteria per oro, rimani deluso perché non ha mantenuto la parola e non ti fidi più. Quell'uomo sono i nostri politici oggi: voi credete alle parole di persone delle quali non vi fidate? Solo dall'interno può uscire la verità, "loro" difficilmente ne parlano, ma uno ne ha avuto il coraggio. Il suo nome è John Perkins ed è l'autore del libro "Dichiarazioni di un sicario dell'economia". Un libro scomodo difficile da pubblicare, molto spesso anche le grandi case editrici sono influenzate dalle lobby. Non dico che bisogna necessariamente credergli ma almeno ascoltiamolo. Lui per 10 anni è stato uno di "loro". Come sono nati i sicari dell'economia? Il fiammifero che accese la miccia dell'impero globale: Kermit Roosvelt. Perkins spiega come il ruolo del sicario dell'economia nacque con l'operato di Kermit Roosevelt, che ebbe un ruolo predominante nella risoluzione della questione iraniana nel 1951, quando il leader iraniano Mohammad Mossadeq si ribellò allo sfruttamento del petrolio nazionale da parte di una compagnia petrolifera inglese (l'attuale BP), nazionalizzandone il patrimonio. Per rispondere alla sua azione, e per paura di un intervento dell'URSS, il Regno Unito chiese aiuto agli USA. Roosevelt fu inviato sul posto, minacciò e corruppe un manipolo di persone per generare rivolte violente e far cadere Mossadeq dando l'impressione che fosse incapace ed impopolare, fecero poi salire al trono il Mohammad Reza Pahlavi, dittatore alleato con gli USA. Kermit Roosvelt lavorava per la CIA. Se fosse stato scoperto, era un problema. La CIA infatti non è un privato ma è pubblicamente statunitense. Quindi per ovviare il rischio era necessario scaricare la questione su qualcuno non direttamente legato a Washington. L'affermazione delle potenti aziende multinazionali e organizzazioni internazionali come la Banca Mondiale e l'FMI, enti sotto la diretta influenza del colosso occidentale, furono la risposta. Da allora un sicario dell'economia è un professionista il cui lavoro consiste nel convincere paesi strategicamente importanti per il suo datore di lavoro (spesso gli USA) a contrarre significativi impegni finanziari con la banca mondiale, con l'agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) e con altre organizzazioni umanitarie. « I sicari dell'economia sono professionisti ben retribuiti che sottraggono migliaia di miliardi di dollari a diversi paesi in tutto il mondo. Riversano il denaro della Banca Mondiale, dell'Agenzia Statunitense per lo Sviluppo Internazionale (USAID) e di altre organizzazioni "umanitarie" nelle casse di grandi multinazionali e nelle tasche di un pugno di ricche famiglie che detengono il controllo delle risorse naturali del pianeta. I loro metodi comprendono il falso in bilancio, elezioni truccate, tangenti, estorsioni, sesso e omicidio. Il loro è un gioco vecchio quanto il potere, ma che in quest'epoca di globalizzazione ha assunto nuove e terrificanti dimensioni.» -Claudine, agente Chat T.Main IL SISTEMA HA TRE OPERATORI PRINCIPALI: SICARI,SCIACALLI, ESERCITO. Avete mai sentito parlare del WTO denunciare tutto ciò? NSA, Peace Corps e Chas T.MAIN Perkins dopo aver lavorato per la National Security Agency un'organizzazione spionistica meno nota, ma non per questo meno importante degli Stati Uniti, entra nei Peace Corps,un'organizzazione governativa di volontari per la cooperazione nei paesi del terzo mondo. Ha quindi la possibilità di andare in Ecuador intorno al 1968, quando il petrolio nella zona era appena stato scoperto e da quel momento in poi come spiega nel libro molte cose cambieranno. In seguito incontra un certo Einar Greve, che era vicepresidente della Chas T.Main, Inc. (MAIN) all'epoca. Una società di consulenze che nell'ombra che conduceva degli studi finalizzati a decidere se la Banca Mondiale dovesse prestare miliardi di dollari all'Ecuador e ai paesi confinanti per costruire dighe idroelettriche e realizzare altri progetti per le infrastrutture. In pratica questa società si occupava prevalentemente di progettazione ma in realtà il suo datore di lavoro voleva che venissero fatti degli studi econometrici per provare la fattibilità delle opere attraverso i maxi prestiti a paesi in via di sviluppo. All'interno della MAIN Perkins troverà due cose principalmente, la prima è la sua soddisfazione professionale, il denaro e le belle donne che non aveva mai avuto; la seconda è la scoperta del termine "Sicario dell'economia" (SDE) perchè lui era diventato uno di loro. Infatti viene istruito da un'agente di nome Claudine sul suo ruolo futuro. Il suo primo incarico lo avrebbe portato in Indonesia ma prima gli fu chiarito il suo ruolo in parole franche. Proprio lui, avrebbe dovuto giustificare gli enormi prestiti che avrebbero riportato il denaro alla MAIN, e ad altre agenzie statunitensi come la Bechtel e la Brown & Root , attraverso i grossi progetti di edilizia ed ingegneria. Quindi bisognava prevedere crescite stellari come del 18% per paesi come l'Indonesia, ovviamente quest'ultime non si sarebbero mai concretizzate per cifre del genere di conseguenza i paesi restavano incatenati come un ostaggio. Un debito incontrollabile con tanto di interessi che i lavoratori di questi paesi stanno ancora cercando di pagare. In questo modo i paesi in via di sviluppo anziché seguire un processo di ammodernamento non finisco che nell'asservimento e divengono facili bersagli nel caso in cui gli Stati Uniti necessitassero di favori come l'installazione di basi militari, voti alle Nazioni Unite o accesso al petrolio ed altre risorse naturali. Più ingente era il prestito, meglio era. Il peso del debito avrebbe penalizzato semplicemente i cittadini più poveri che negli anni avvenire avrebbero dovuto rinunciare a spese per l'istruzione e la sanità al fine di ripagare i debiti contratti dai loro governatori che intanto se ne stavano buoni buoni ricevendo bustarelle. I governi, piuttosto, rafforzano la propria posizione politica, sedendo al tavolo dei vincitori, si pavoneggiano come autori di poli industriali, centrali elettriche ed aereoporti. La maggior parte della popolazione combatte ogni giorno per sopravvivere alla morsa della fame ma di questo alla Banca Mondiale poco importa. La natura del PIL di un paese può essere ingannevole, infatti la crescita di quest'ultimo potrebbe verificarsi anche quando a trarne beneficio è una sola azienda di servizio pubblico, mentre la popolazione è oppressa dal debito. Tutto doveva essere molto ottimistico infatti a seguito delle nuove centrali elettriche ed alle linee di distribuzione un paese come l'Indonesia che per secoli era stata già saccheggiata dai coloni dai coloni Francesi, Spagnoli, Inglesi e Olandesi sarebbe finalmente decollata come l'Apollo11. QUESTIONE ECUADOR L'Ecuador deve essere un posto meraviglioso. Più di 30 vulcani attivi, giungla amazzonica, montagne innevate, valli vulcaniche adagiate a un'altitudine di 2800 metri. Inizialmente era un posto puro e incontaminato, da quelle parti vivono ancora delle tribù indigene. Ma a partire dalla scoperta del petrolio un oleodotto transandino, costruito di pronta risposta, ha riversato oltre mezzo milione di barili di petrolio nella fragile foresta pluviale, più del doppio di quello rilasciato dalla Exxon Valdez nell'incidente del 1989. Inoltre fu costruito un altro oleodotto di 500 chilometri, promuovendo l'Ecuador come uno dei primi dieci fornitori di petrolio degli Stati Uniti. Vaste aree della foresta sono state distrutte, i pappagalli ed i giaguari dell'area sono quasi estinti, i fiumi sono diventati fogne. Le popolazioni locali anche se questo non è rilevante ai nostri media, hanno da tempo iniziato a reagire. Ad esempio il 7 maggio 2003 un gruppo di avvocati americani che rappresentavano oltre trentamila ecuadoriani ha fatto causa dalla Chevron Texaco Corp. per un miliardo di dollari. La denuncia sosteneva che tra il 1971 ed il 1992 il gigante petrolifero abbia riversato in corsi d'acqua e fossi più di 15 milioni di litri al giorno di acque di scarico contaminate da petrolio, metalli pesanti e sostanze cancerogene, e che la compagnia si sia lasciata dietro quasi 350 discariche a cielo aperto che continuano a uccidere persone ed animali. (fonte:Abby Ellin"Suit Says Chevron Texaco Dumped Poisons in Ecuador, The New York Times 8 maggio 2003) Per l'operato dei sicari di cui John Perkins faceva parte, oggi l'Ecuador è in condizioni peggiori di quanto non lo fosse prima che gli imponessero i nostri miracoli economici, finanziando quelli che sono i progressi dell'ingegneria moderna. Dal 1970 (periodo del boom petrolifero) il livello ufficiale di povertà è salito dal 50% al 70%, la disoccupazione dal 15% al 70%, la quota di risorse nazionali distribuite alle fasce più povere è scesa dal 20 al 6% mentre il debito pubblico lievitava da 240 milioni a 16 miliardi. Una gigantesca diga sull'impetuoso fiume Pastaza, devia le acque dentro enormi tunnel scavati dentro le montagne e trasforma l'energia dell'acqua in elettricità. La centrale elettrica Agoyan, è da 156 MW. Queste infrastrutture costruite nel posto giusto possono essere una cosa senz'altro positiva ma in questo caso non lo è: le industrie alimentate non fanno altro che arricchire un pugno di famiglie ricche ecuadoriane e provocare sofferenze alle popolazioni indigene che vivono lungo il fiume. L'Ecuador a seguito dei prestiti è immerso in un debito enorme, l'impero globale esige la restituzione dei finanziamenti sotto forma di concessioni petrolifere. La richiesta si è fatta più pressante dopo l'11 settembre quando gli americani temevano di dover rinunciare ai rifornimento mediorientali. Per ogni 100 dollari di greggio estratto dalle foreste pluviali ecuadoriane, le compagnie petrolifere ricevono 75 dollari. Dei restanti 25 dollari, tre quarti va a coprire il debito estero e le spese di governo. Rimangono circa 2 dollari e mezzo che vengono investiti per la sanità, l'istruzione e nelle misure per la povertà ed approssimativamente 50 centesimi di dollaro per ciascuno possono bastare. Questa situazione non è purtroppo molto diversa da altre. Intorno al 1978 però un nuovo uomo emerse nel panorama politico ecuadoriano. Il suo nome era Jaime Ròldos. Si era fatto la fama di populista e nazionalista che credeva fermamente nei diritti dei poveri e nella responsabilità della classe politica. Era nettamente avverso alle compagnie petrolifere e la sua politica fu finalizzata a mettere fine allo scempio di sfruttamento da parte di queste ultime. Accusò il Summer Institute Of Linguistics (SIL) un gruppo missionario evangelico proveniente dagli Stati Uniti di sinistre collisioni con le compagnie petrolifere. Era emerso un fatto inquietante: quando i sismologi rilevavano in una zona che c'era possibilità di trovare petrolio e lo comunicavano alle compagnie, il SIL interveniva ed incoraggiava prontamente le popolazioni indigene a trasferirsi nelle riserve missionarie e lasciare quel territorio. Loro avrebbero fornito agli indigeni cibo, alloggio, vestiti gratuitamente ma in cambio dovevano cedere le loro terre alle compagnie petrolifere. Roldòs non era un comunista bensì un uomo che sosteneva il diritto del suo paese a essere artefice del proprio destino. All'inizio del 1981 presentò ufficialmente in Parlamento la sua nuova legge sugli idrocarburi che, se attuata, avrebbe riformato completamente il rapporto del paese con le compagnie petrolifere. La sua influenza inoltre poteva estendersi ben oltre l'Ecuador. Naturalmente le società petrolifere cercarono di bloccarla. Iniziarono ad infangarlo ed i lobbisti giravano per Quito con le borse piene di minacce e bustarelle. Ma Roldòs non si fermò, di tutta risposta ordinò al SIL di lasciare il paese e minacciò le compagnie petrolifere e non solo, che in caso di mancata attuazione dei piani a favore della popolazione sarebbero state costrette a lasciare l'Ecuador. Tenne un importante discorso a Quito e partì alla volta di una comunità nel sud dell'Ecuador. Morì in un incidente aereo il 24 maggio 1981. La sua visione del mondo era in contrasto con quella degli SDE. Il mondo fu sotto shock, molti gridarono al complotto. Non si provò mai nulla però testimoni oculari hanno dichiarato che da un po' il presidente viaggiava su due aerei diversi proprio per questo timore e quel giorno uno dei suoi addetti alla sicurezza lo aveva convinto a cambiare aereo all'ultimo momento. I giornali non ne parlarono molto. La sua fine somiglia molto a quella di un altro presidente Omar Torrijos l'uomo che restituì il Canale al suo legittimo proprietario: Panama. QUESTIONE PANAMA Fino al 1901 Panama fu sotto il governo della Colombia. Negli anni precedenti maturò l'idea di un canale che attraverso l'istmo avrebbe permesso il passaggio di navi dall'Atlantico al Pacifico, il progetto francese fallì ma l'idea agli Stati Uniti piacque particolarmente. Così nel 1901 gli Stati Uniti ottennero dal governo colombiano l'autorizzazione per costruire e gestire il Canale per 100 anni. Nel 1903 però il governo della Colombia, in un sussulto di orgoglio nazionale, decise di non ratificare l'accordo. Gli USA allora non esitarono a organizzare una sommossa a Panamá e minacciarono l'intervento dell'esercito se fosse avvenuta la reazione del governo legittimo. Panama fu dichiarata indipendente e governata da un'oligarchia di ricche famiglie legate a Washington. Grandi imprese americane come la Standard Oil di Rockfeller e la United Fruit Company avevano campo fertile. Un colpo di stato però nel 1968 rovesciò il dittatore fantoccio e Omar Torrijos si impose come capo di stato, anche se mai in modo ufficiale. Torrijos godeva della stima della classe borghese e operaia di Panama. Egli era noto per la sua disponibilità ad ascoltare i diseredati, teneva assemblee nei bassifondi dove i politici difficilmente osavano metter piede, offriva le sue pur limitate risorse finanziarie alle famiglie colpite dalla malattia o da qualche disgrazia. Torrijos faceva della sua nazione un rifugio per chi scappava dalle persecuzioni, Panama era un luogo che offriva asilo per tutti gli schieramenti politici dagli oppositori di sinistra di Pinochet in Cile, ai guerriglieri anticastristi di destra. Fu anche un personaggio controverso, forse principalmente per l'attività denigratrice della stampa. Infatti molti in realtà lo consideravano un operatore di pace che teneva dura la sua linea. John ricorda nel libro il manifesto di Panama con Omar Torrijos sul quale c'era scritto: "L'ideale si Omar è la liberta. Non è ancora stato inventato un missile che possa uccidere gli ideali". Perkins come SDE avrebbe dovuto convincere Torrijos a dare appalti alle società di ingegneria americane ed ebbe un colloquio con quest'ultimo. Torrijos disse che se il canale fosse stato ampliato e restituito a Panama lui avrebbe dato la mano d'opera necessaria per i lavori ma doveva essere davvero per il bene di Panama, inoltre mostrò la sua avversione per la Bechtel uno dei principali concorrenti della MAIN. Il patto fu stipulato e l'indebitamento non esitò ad arrivare, il presidente però si oppose anche alla School Of the Americans ed al centro di addestramento in guerra tropicale entrambi nella zona del Canale che apparteneva agli Stati Uniti, la differenza di benessere tra la Zona del Canale ed il resto di Panama era evidente. I latinoamericani odiavano queste strutture perché ne beneficiavano solo pochi ricchi, come i figli dei comandanti militari. Inoltre Torrijos non voleva allearsi con la Russia, la Cina o Cuba e dichiarava di non essere contro gli Stati Uniti ma a favore dei poveri, il maggiore successo di Torrijos furono i trattati con il presidente Carter, gli Stati Uniti avrebbero così rinunciato alla loro sovranità sul Canale a partire dal 1° gennaio 2000. In seguitoil Congresso provò a rinegoziare ma Torrijos non ebbe più voce in capitolo: morì in un incidente aereo il 31 luglio 1981. Due presidenti, una fine. Il presidente dell'Ecuador di oppone alle compagnie petrolifere, e muore in un incidente aereo. Torrijos si riprende il Canale e come Roldòs aveva espulso il SIL dal suo paese. A partire dal gennaio 1981 si era insediato il nuovo presidente Reagan, noto conservatore, molto diverso dal democratico Carter (premio nobel per la pace nel 2002). L'amministrazione Reagan voleva rivedere la questione del Canale ma Torrijos aveva rifiutato. Solo 68 giorni dopo Roldòs muore, sempre per "incidente" aereo. Niente fu mai provato, ma qualcosa di strano evidentemente fu orchestrato ed il coinvolgimento della CIA non è da escludere. Nel sistema dei sicari, questo è una sorta di asso nella manica. Infatti se fallisce il sicario responsabile della parte contrattuale burocratica e quindi il presidente non è corruttibile entrano in scena i cosidetti "sciacalli dell'economia" che eliminano fisicamente l'ostacolo. Nel caso dovessero fallire anche loro, entra in scena l'esercito. Due casi in cui entrò in scena l'esercito furono l'Iraq e il Venezuela ma la loro è un'altra storia altrettanto complessa. QUESTIONE INDONESIANA L'Indonesia è sempre stata ricca di tesoro, per tutta l'epoca coloniale fu forse considerata un tesoro più prezioso delle Americhe, in passato si era guadagnata il soprannome di "Isole delle spezie" e faceva parte del circolo di quei paesi orientali con i quali l'occidente aspirava commerciale per le loro preziose stoffe. Una terra di misticismo e bellezza facile preda dei coloni spagnoli, portoghesi, inglesi e olandesi. Questi ultimi furono i primi a spuntarla poi i Giapponesi invasero l'Indonesia durante la seconda guerra mondiale, le forze olandesi naturalmente si opposero ma dopo la resa dei giapponesi emerse un carismatico leader di nome Sukarno che dichiarò l'indipendenza. Governare un arcipelago di 17500 isole pieno di divergenze etniche, decine di lingue e dialetti secolari non era semplice. Sukarno accentrò il suo potere e strinse alleanze con governi comunisti, il che non fu visto di buon occhio dagli USA. Voleva che la sua terra diventasse indipendente anche economicamente e scacciò la Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale. Uno dei suoi generali Suharto nel 1965 fece un colpo di stato. Molti insinuarono che USA e Inghilterra sapevano tutto e piuttosto avevano cospirato per supportato il generale. La cosa peggiore ma anche la più misteriosa è la mancanza di chiarezza sull'entità di un massacro poi definito dalla CIA come uno dei peggiori genocidi del ventesimo secolo. In seguito l'economia dell'Indonesia è stata ridisegnata al tavolo dalla corporatocrazia ma ciò probabilmente è costato la vita di migliaia di persone che hanno cercato di opporsi. Per gli stati Uniti fu come trovare una miniera d'oro, innanzitutto i progressi fatti in Indonesia avrebbero avuto ripercussioni positive nel mondo islamico e nella peggiore delle ipotesi c'era il petrolio, non se ne conosceva l'entità reale ma le compagnie petrolifere e i sismologi erano molto ottimisti. Fu aperto l'accesso alla mano d'opera a basso costo, l'FMI e la Banca Mondiale tornarono e vennero pubblicizzate positivamente. Suharto fu supportato dai grandi dell'occidente, la stampa Time compreso elogiava il tutto. Nel 1967 fu fatta una conferenza in Svizzera e venne così pianificata la conquista imprenditoriale dell'Indonesia. Tutti i colossi rappresentati dagli uomini più potenti dell'Occidente parteciparono: David Rockfeller, General Motors, compagnie petrolifere, banche, British American Tobacco, Leheman Brothers (poi travolta nello questione titoli Subprime), American Express e molti altri. I leader indonesiani approvati dal generale Suharto negozionarono con loro per 3 giorni. Le conseguenze furono particolari: una sorta di socialismo per i ricchi e capitalismo per i poveri, in pratica la solita storia i ricchi sarebbero diventati sempre più ricchi i poveri sempre più poveri. John Arnold (Chairman, British chamber of commerce Jakarta) presidente della camera di commercio britannica a Jakarta quando gli fu chiesto nel 2003 se quando trattarono con Suharto conoscevano la sua natura di assassino e nepotista rispose con qualche secondo di silenzio poi disse che gli sembrava una domanda "molto generica". Purtroppo alla bellezza, ai colori ed ai profumi dell'Indonesia si contrappose un'altra realtà molto differente dagli alberghi di lusso e dai palazzi di epoca coloniale: i campi di lavoro dove abitano gli operai sono baracche fatiscenti ed invivibili, sporche e senza acqua potabile. I lavoratori vengono pagati circa un dollaro al giorno, i dormitori sono fatti di lamiere e cassette della frutta. I bambini sono malnutriti e rischiano di morire per varie malattie. Lebbrosi per strada, ragazzine offrono il proprio corpo per pochi spiccioli. All'interno delle fabbriche il ritmo è frenetico, la temperatura difficilmente sostenibile, sotto la luce dei neon le condizioni sono allo stremo. Quando c'è necessità di esportazione devono fare anche gli straordinari, fino ad arrivare a turni estenuanti di 24 ore, talvolta anche in piedi per 16 ore. La gente accetta qualsiasi lavoro e le grandi firme come la Nike e la Gap hanno terreno fertile. Ad esempio per un paio di scarpe da tennis che vengono vendute a 100 sterline un lavoratore indonesiano riceve 40 pence. I profitti della gap sono stati 1,38 miliardi di dollari una cifra normale per molti multinazionali (2002). Loro fingono di attivare i codici di condotta per oscurare le critiche, ed i governi sbandierano il fatto che la manodopera sia bassa per attirare un maggior numero di investimenti stranieri. I poveri in Indonesia erano e probabilmente sono tanti. Documenti interni alla Banca Mondiale, ente che si prefigge la sfida di ridurre la povertà nel mondo (http://www.worldbank.org/) , confermano che un terzo dei prestiti concessi al generale Suharto sono finiti nelle tasche dei suoi funzionari corrotti, si parla di circa 8 miliardi di dollari. Dal 1989 al 1997 l'economia indonesiana crebbe ad un ritmo medio di oltre il 7% annuo, a Perkins che si era recato lì per giustificare la costruzione di un impianto elettrico sull'isola di Giava era stato chiesto di prevedere una crescita annuale intorno al 20%. In seguito quando i paesi occidentali chiesero indietro i loro prestiti nel 1998 il miracolo crollò e la rupia si svalutò drasticamente. La nike aumentò facilmente i suoi profitti. Il paese era sull'orlo della rivoluzione e l'economia in crisi. Suharto si ritirò dopo aver rubato 15 miliardi di dollari e distribuito tutti i servizi pubblici a parenti ed amici. Un ente come la Banca Mondiale che doveva promuovere libertà e sviluppo aveva sostenuto un regime totalitario, paradossale. L'instabilità politica dal 1998, la lentezza delle riforme economiche e la corruzione a vari, segnarono però una natura frammentaria del recupero. La crescita del PIL, tuttavia, superò il 5% sia nel 2004 che nel 2005, con ulteriori previsioni di aumento. Questo tasso di crescita non fu sufficiente a limitare significativamente il tasso di disoccupazione, e nemmeno la crescita dei salari ne trasse beneficio, bensì l’aumento del prezzo dei carburanti e dei prodotti alimentari peggiorarono il livello di povertà. Al momento sembra che la crescita sia stabile ed il debito pubblico sia in diminuzione, ma è importante rendersi conto che queste cose non devono accadere in un mondo che si definisce "moderno". (fonte: "I NUOVI PADRONI DEL MONDO" Di John Pilger. Vincitore Prix Leonardo 2003 per un futuro sostenibile. Film documentario sulla globalizzazione, lo sfruttamento del terzo mondo, le multinazionali.) Visibile qui: http://www.youtube.com/watch?v=jcqLjwkhlh8&feature=autoplay&list=FLGDoAy451JwROfmXxSdfVpg&play next=3 Il popolo di Seattle « Think global, act local» -Barash, Peace and Conflict La diretta critica al WTO ed alle altre organizzazioni simili si manifesto nel 1999, il popolo di Seattle fu la prima risposta americana alla globalizzazione e per la prima volta proiettò la questione all'attenzione della stampa mondiale. Decine di migliaia di persone provenienti da tutto il mondo si diedero appuntamento. Il movimento no-global o movimento anti-globalizzazione (o anche, per antonomasia, il movimento) indica un insieme internazionale di gruppi, organizzazioni non governative, associazioni e singoli individui relativamente eterogenei dal punto di vista politico e accomunati dalla critica all'attuale sistema economico neoliberista, la cui prima comparsa si ritiene comunemente avvenuta intorno al 1999 in occasione della Conferenza Ministeriale della WTO (l'Organizzazione Mondiale del Commercio) a Seattle negli Stati Uniti. Di quello che è stato inizialmente chiamato "popolo di Seattle" non è mai stata data una denominazione unica, data l'enorme varietà e complessità delle organizzazioni che a Seattle si sono incontrate. In altri paesi infatti non si è data una denominazione unica a un tale insieme di elementi di natura tanto eterogenea, oppure sono state usate altre espressioni. La critica principale del movimento è volta verso le multinazionali: secondo gli aderenti, il loro potere è così forte da condizionare le scelte dei singoli governi verso politiche non sostenibili da un punto di vista ambientale ed energetico, imperialiste, non rispettose delle peculiarità locali e dannose per le condizioni dei lavoratori. Quindi il movimento no global non ha confini netti, anche se fa riferimento a gruppi e movimenti estranei al mondo politico tradizionale; esso contiene moltissime istanze della società civile, che spesso si esprimono politicamente e operano in ambiti limitati e con caratteristiche peculiari. Vuole di fatto essere un momento di rinascita della società civile, promuove la democrazia diretta e partecipativa, promuove il consumo critico e lo sviluppo sostenibile, è pacifista, ambientalista e antiproibizionista. Coerentemente con la propria collocazione al di fuori delle tradizionali logiche partitiche, le tecniche di azione politica del movimento sono di tipo diverso dalla tradizionale raccolta di consenso finalizzata alla vittoria nel confronto elettorale con altre forze politiche democratiche e si allontanano anche nettamente dalle dottrine di ispirazione marxista che vedevano nella rivoluzione armata il momento centrale dell'azione politica, cui la lotta di classe avrebbe dovuto necessariamente convergere. Gli strumenti di lotta politica del movimento consistono infatti principalmente nel boicottaggio, nelle manifestazioni, nella controinformazione (o mediattivismo) e di uno stile di vita energeticamente e ambientalmente sostenibile. (fonte:Wikipedia) Nonostante la maggior parte dei manifestanti siano pacifisti e non violenti sembra che le proteste dei no global non facciano scalpore quando se non c'è violenza. Invece, il sopruso e la violenza usata dalla corporatocrazia difficilmente viene tirata in causa. Un esempio è quello che è successo in Inghilterra per il May Day a Londra. --------------------------------------------------------"Sa qual è la differenza tra la Tanzania e la Goldman Sachs Group, Inc. ? La prima è una nazione che ha un prodotto nazionale lordo di 2,2 miliardi di dollari suddivisi tra 25 milioni di persone, la seconda è una società di investimenti che ha profitti annui di 2,2 miliardi di dollari suddivisi tra 161 soci." -Dr.Susan George, author "A fate worse than debt" "Mai prima d'ora la razza umana ha goduto una tale incredibile capacità di creare ricchezza e ridurre la povertà ma mai prima d'ora il divario tra i ricchi e i poveri è stato così vasto e la disuguaglianza così diffusa." -John Pilger Conclusioni Quasi tutti i paesi che sono stati messi sotto la "protezione" dell'impero globale hanno subito un simile destino. Il debito dei paesi del terzo mondo è arrivato a oltre 2500 miliardi di dollari,e gli interessi (oltre 375 miliardi all'anni al 2004) sono superiori all'intera spesa per la sanità e l'istruzione nel terzo mondo e venti volte gli aiuti che i paesi in via di sviluppo ricevono annualmente dall'estero. Oltre la metà della popolazione mondiale sopravvive con meno di 2 dollari al giorno, grosso modo la stessa cifra di cui disponeva all'inizio degli anni '70. Dov'è finito il trio Robin Hood BM, FMI, WTO? L'1% delle ricche famiglie del terzo mondo detiene dal 70% al 90% di tutto il patrimonio privato e delle proprietà immobiliari del proprio paese; ovviamente la percentuale può variare da una nazione all'altra. (fonte:James S.Henry "Where the money went", in Acriss the Board, marzo/aprile 2004, pp.42-45) Queste percentuali mi ricordano l'Ancient Régime recentemente studiato sul mio libro di storia. In realtà malgrado tutto, non sembra che siano cambiate troppe cose. Gli abitanti di questi paesi sono potenziali ribelli e terroristi, e sono tenuti attentamente a bada ma non perché credano al comunismo, all'anarchia in quanto molti non hanno idea di cosa sia e sono condannati a rimanere analfabeti e morire prematuramente in giovane età per malattie curabili e neanche perché siano essenzialmente malvagie, più semplicemente: sono disperate. Qualcuno potrebbe dire che questi documenti come il libro, o il documentario sono relativamente datati diversi anni fa ormai e che la Banca Mondiale ha esplicitato la sua volontà di cancellare i debiti a carico dei paesi del terzo mondo. Però come possiamo credere loro se la forbice della povertà, cioè il divario tra ricchi e poveri si sta allargando sempre di più? Purtroppo la sola cancellazione del debito non risolverà il problema i paesi in via di sviluppo vengono ugualmente sedotti con l'utilizzo di belle parole che consistono nelle condizioni. Spesso le imprese vengono privatizzate e finiscono in mano alle multinazionali. Il controllo è solido. Molte persone continuano a denunciare la questione perché purtroppo è tutt'altro che chiusa. Infatti il comportamento delle multinazionali non è troppo diverso da quello degli imprenditori della rivoluzione industriale che sfruttavano i lavoratori come macchine. Nacque infatti la cosiddetta "questione sociale! I loro sfruttamenti generarono rivolte che finirono con l'approvazione di leggi a tutela dei lavoratori e la creazione dei sindacati. Il problema è che queste leggi esistono solo nei paesi più avanzati, tutti possiamo vedere che la targhetta dei nostri jeans porta la scritta "Made in Indonesia" o "Made in China"... quindi le cose non sono ancora cambiate anzi è sempre più difficile trovare il "Made in Italy" che tanto abbiamo elogiato. Probabilmente il risultato che si contempla oggi è molto diverso da ciò che si immaginavano coloro che auspicavano uno sviluppo migliore per tutti in un villaggio globale. L'economista Ricardo con la teoria dei costi comparati ci dimostrò che ogni qualvolta c'è una divergenza tra, appunto, i costi comparati prendendo ad esame due beni prodotti in due nazioni diverse e presupponendo che l'esportazione e l'importazione devono essere reciproche, lo scambio conviene per entrambe le nazioni. Diversi studi dimostrano che un mercato libero dove c'è concorrenza è stimolato e permette ad ognuno di specializzarsi nel bene che più gli conviene al contrario un sistema chiuso e protezionista finisce per sprofondare in un'economia stagnante, bloccando il progresso. Il problema è: probabilmente questi studi economici non avevano previsto che a seguito di questa libertà di commercio mondiale chiamata GLOBALIZZAZIONE si sarebbero formate le cosiddette MULTINAZIONALI e la finanza virtuale avesse acquisito maggiore importanza di quella reale. L'isteria del mondo finanziario post-subprime è davvero preoccupante. Io credo che questa non è una questione di democratici o repubblicani, americani e non: è questione che la morsa della corporatocrazia va combattuta con persone che sostengano delle idee, queste idee non appartengono alla destra o alla sinistra ma portano con sé il valore della giustizia. A questi paesi viene tolta la libertà e questo non è giusto. Il sistema di corporatocrazia dal libero mercato che promuove una selezione naturale ci porta fino ad una selezione innaturale dove contempliamo una piramide simile a quella feudale. Il divario tra i ricchi e "gli altri" cresce, e crescerà in maniera sempre più opprimente se non facciamo qualcosa. La corporatocrazia è l'idea che lo sviluppo e il profitto vengono prima di tutto, non è ha confini nazionali, è solo l'avidità insita nell'uomo e va combattuta: è necessario abolire enti come il WTO dove un plotone di 600 funzionari in 17 anni di operato non ha cambiato un bel niente. Il sistema non è meno pericoloso di quello che noi chiamiamo "mafia", è semplice associare due termini come sicario e usuraio, possiamo considerarli come due sinonimi. Entrambi portano il più debole ad un indebitamento incontrollato e lo sfruttano, talvolta uccidono. La differenza è che questo sistema è in perfetta simbiosi con i governi e le banche, probabilmente più della mafia. Il loro operato è considerato normale e legale, un imperialismo sottile di dimensioni gigantesche. Nessuna pistola puntata l'asservimento è deciso a tavola magari davanti a un caffé caldo e sul divano di un hotel a 5 stelle. I politici ed i sicari collaborano, entrambi negoziano quelli che saranno i loro benefici reciproci in tutto questo. Panama, Ecuador, Venezuela, Guatemala sono vicini, ma non solo geograficamente. Le loro storie sono tristemente accomunate da uno sfruttamento ancor più subdolo di quello coloniale che le aveva afflitte in passato. Nel Venezuela quando fu rovesciato Chàvez, altro oppositore della corporatocrazia, dall'amministrazione Bush l'operato della CIA fu così eclatante che il New York Times dedicò un articolo alla questione: "Gli Stati Uniti [...] hanno appoggiato regimi autoritari in tutta l'America centrale e meridionale durante e dopo la guerra fredda in difesa dei propri interessi economici e politici. Nel minuscolo Guatemala, la CIA organizzò un colpo di stato che rovesciò il governo democraticamente eletto nel 1954 e spalleggiò i successivi governi di destra contro piccoli gruppi di ribelli di sinistra per quarant'anni. Morirono 200.000 civili. [...] " -New York TimesLe foreste pluviali del centro America sono un capolavoro di bellezza naturale, habitat dove si possono trovare centinaia di migliaia di specie di animali, insetti, rettili, pesci e uccelli. Un ecosistema delicato che assorbe i micidiali gas prodotti dalle nostre industrie. Gli alberi producono l'ossigeno che respiriamo. Gran parte di queste zone sono ormai fogne a cielo aperto, le compagnie petrolifere non hanno scrupoli. Proteggerle è nostro dovere. Ma non solo, ugualmente importanti sono infatti le foreste del Nord America, le savane dell'Africa, le montagne di Giava, le steppe dell'Asia, gli atolli nel Pacifico... Questo non è un processo agli Stati Uniti ma una critica alle multinazionali private, che hanno trasformato la globalizzazione in uno strumento distruttivo di diseguaglianza e sfruttamento. Gli stessi padri fondatori, riflette Perkins, non approverebbero nulla di tutto questo. Thomas Paine, Jefferson avevano contribuito a liberare l'America dalla prepotenza Inglese, molti di loro economicamente non stavano affatto male. Hanno reagito ugualmente. Perché supportare lo stesso tipo di imperialismo della corona inglese contrastato in passato? La consapevolezza è fondamentale. Ripensando ai 10 benefici del WTO non credo che possano essere veritieri: è una menzogna. Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti D'America 1776. "Noi riteniamo che sono per stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati uguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la vita, la libertà, e la ricerca della felicità [...] che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di instituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzare i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua sicurezza e la sua felicità." La realtà della corporatocrazia è presente anche al livello "locale" italiano. A questo sito è possibile consultare quanto la relazione sia potere. C'è infatti un Web, che non è quello dei social Network, che intesse la nostra economia. Le aziende italiane sono più intrigate del Labirinto di Cnosso. Noi però non abbiamo un solo minotauro. Buon divertimento! http://mappadelpotere.casaleggio.it/ Joseph Stigliz, ex economista capo della Banca Mondiale, premio Nobel per l'economia e professore alla Columbia University di New York tra il 1997 e il 2001 : "La globalizzazione, com'è stato detto, spesso sembra sostituire vecchie dittature delle élite nazionali con nuove dittature della finanza internazionale... Per far sembrare che i suoi programmi [dell'FMI] funzionino, per far quadrare le cifre, è necessario adeguare le previsioni economiche. [...] Le previsioni del PIL non si basano su un modello statistico sofisticato, e nemmeno sulle stime più accurate di chi conosce bene l'economia, ma sono semplici cifre negoziate nel contesto di un programma dell'FMI." Ma se questi soldi non vengono restituiti come farà la Banca Mondiale? Il turnover è enorme e l'accentramento facilita i "magheggi", però la risposta sta nella moneta chiave, il dollaro. La sua quantità non è vincolata da riserve auree e può essere stampato con facilità. Relativamente alle previsioni, sono manipolabili. Ad esempio un modello econometrico basato sugli scritti di un matematico russo di inizio '900 è lo strumento ideale. Il metodo Markov sfruttando una sorta di interpretazione soggettiva dei numeri, sviluppato da un giovane matematico del MIT su commissione di Perkins, "prova" scientificamente che loro stavano facendo un favore ai paesi in via di sviluppo. Portandoli ad annegare nel debito. Il metodo difficile da mettere in dubbio se non da un economista esperto con molta esperienza alle spalle divenne famoso in tutto il mondo. L'attuale sistema economico è iniquo e folle. Dobbiamo smetterla di vedere la crescita economica come un'ossessione perché un sistema che corre troppo veloce è destinato ad inciampare. "L'energia infinita non può essere creata, ed un'economia basata sulla crescita infinita è insostenibile" La fonte di quest'ultimo slogan è il nuovo album dei Muse che uscirà a settembre, un ringraziamento particolare va a Michael Jackson che durante la sua vita ha sensibilizzato milioni di persone su questo tema sostenendo la difesa delle nostre bellezze naturali con canzoni come Earth Song e la difesa dei più deboli; e Matthew Bellamy, senza ascoltare la musica e le interviste di quest'ultimo probabilmente non avrei mai letto il libro "Dichiarazioni di un sicario dell'economia" fondamentale nello svolgimento di questo piccolo elaborato che mi ha permesso di scoprire molte cose. La mia ricerca vuole essere una umile riflessione alla ricerca della consapevolezza maggiore sul mondo in cui viviamo. Alla luce dei fatti storici accaduti più o meno direttamente a causa della globalizzazione e degli enti che ne sono promotori. Sara Manzi Giugno 2012