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MARTEDÌ
5 FEBBRAIO 2013
Maxi truffa da 64 milioni a medici
Piemonte, scandalo contributi per i siti internet
False fatture per i rimborsi dalla Regione: 140 indagati
CASERTA. Una maxitruffa da
64milioni di euro ai danni di decine di
migliaia di medici italiani è stata
scoperta dalla Guardia di Finanza di
Caserta. Ai sanitari venivano inviati
opuscoli promozionali con un modulo
di iscrizione e l’aggiornamento delle
notizie in una banca dati on line
apparentemente gratuita. Al
prestampato era allegata una lettera: i
medici hanno rispedito indietro
l’opuscolo trovandosi
inconsapevolmente sottoscrittori di
un contratto di tre anni dall’importo
di 1.300 euro all’anno.
La Guardia di Finanza di Caserta ha
denunciato due donne, una di origine
svizzera, l’altra di italiana, dipendente
delle Poste, già nota alle forze
dell’ordine per reati analoghi.
L’indagine è partita nell’agosto 2011
dalla denuncia di un medico. Il raggiro
TORINO. Siti internet a costi gonfiati
BUROCRAZIA
E DIRITTI
è stato realizzato tramite un sito
internet di proprietà di una società
portoghese, e mediante l’uso di una
casella postale ubicata presso la filiale
di Poste Italiane di Lodi, intestata ad
una cittadina svizzera residente in
Dopo due anni di indagini
la Finanza arresta due donne
Si facevano rispedire opuscoli
che nascondevano contratti
da 1300 euro all’anno
Portogallo. Ai medici venivano inviati
opuscoli promozionali contenenti un
modulo di iscrizione e aggiornamento
delle notizie in una banca dati on line
apparentemente gratuita. Al
prestampato era allegata anche una
Clamorosa protesta del
direttore della Casa della
carità di Milano. La donna,
mamma di tre bambini, è
lettera che lasciava intendere ai
destinatari che l’apposizione della
crocetta nello spazio indicato sul
modulo e la successiva rispedizione
dello stesso avrebbe comportato il
recesso dal contratto gratuito, per cui
molti medici hanno rispedito indietro
l’opuscolo, trovandosi però
inconsapevolmente sottoscrittori di
un contratto di tre anni dall’importo
di 1300 euro all’anno. Molti
professionisti, protestando, sono
riusciti a farsi ridurre la somma
annuale di 300 e 500 euro. Fin quando
non sono iniziate le indagini. La
condotta truffaldina è stata
riconosciuta anche dall’Autorità
garante della concorrenza e del
mercato, che ha stabilito che si
trattava di pubblicità ingannevole, e ha
inflitto alla società portoghese la
sanzione pecuniaria di 100mila euro.
per percepire contributi a fondo
perduto. Così oltre 250 tra negozianti
e imprenditori piemontesi sono finiti
nella rete della procura e della
Guardia di finanza di Torino che, in
due differenti inchieste, hanno
accertato l’esistenza di una gigantesca
truffa ai danni di Finpiemonte,
finanziaria della Regione nata allo
scopo di promuovere lo sviluppo
economico.
Ieri è arrivato a una svolta il secondo
ramo dell’indagine, condotto di
iniziativa dalle Fiamme Gialle, che ha
riguardato 140 persone, nei confronti
dei quali sono stati eseguiti sequestri
di beni per 2,2 milioni di euro, grosso
modo la cifra indebitamente percepita
dall’ente.
Il meccanismo della truffa, la
medesima in entrambi i filoni
accusata di
vagabondaggio e deve
ancora scontare sei mesi
Un appello al ministero
dell’inchiesta era tutto sommato
semplice: venivano presentate false
fatture che attestavano il pagamento
di una cifra di molto superiore a quella
effettivamente spesa per realizzare il
sito internet e si chiedeva a
Finpiemonte il rimborso del 50% della
somma, che veniva erogata mediante
un finanziamento dell’Unione Europea.
In questo modo, la cifra intascata dai
I NUMERI
titolari delle aziende era pari
all’ammontare dell’intera spesa per il
sito o, nella maggior parte dei casi,
addirittura superiore.
Alla fine erano tutti avevano la loro
parte. E tutti sono stati indagati: gli
imprenditori e negozianti, i
professionisti che realizzavano i siti
internet, gli intermediari e anche
alcuni consulenti addetti alle
certificazioni delle spese per conto di
Finpiemonte, che giudicavano come
congrue spese di migliaia di euro per
siti internet che, a volte, ne costavano
soltanto qualche centinaio.
«Si tratta di episodi che tolgono
risorse vitali alla nostra buona
economia – ha detto Massimo
Giordano, assessore regionale allo
Sviluppo economico – . I contributi
indebitamente percepiti sono in fase
di recupero, e in parte già recuperati».
LA STRUTTURA
160 MILA
I ROM IN ITALIA
Digiuno di protesta
per la mamma rom
7.157
IN LOMBARDIA
Don Colmegna
IN OTTO ANNI
ACCOLTE
OLTRE 1.500
PERSONE
La sede della Casa della
carità, un’ex scuola di
via Brambilla a Milano,
viene inaugurata il 24
novembre 2004. Due
anni prima era nata, per
volontà del cardinale
Carlo Maria Martini, la
Fondazione Casa della
carità «Angelo Abriani».
L’obiettivo dichiarato,
viene spiegato sul sito
della Fondazione, è
quello di «promuovere
la dignità della persona»,
assistendo gli ospiti «sul
piano sanitario e della
tutela dei diritti». In
otto anni di attività la
Casa della Carità ha
accolto più di 1500
persone di 89
nazionalità diverse.
Circa novecento, invece,
le persone che hanno
fatto colloqui e
usufruito di un percorso
di formazione, mentre
gli inserimenti lavorativi
andati a buon fine sono
stati oltre 500.
Don Colmegna: senza cibo finché non verrà scarcerata
Ha casa e lavoro. E si stava ricostruendo una vita onesta
DA MILANO
DANIELA FASSINI
n digiuno ad oltranza finché
Anna (il nome è di pura fantasia), una donna rom di 27
anni, non sarà scarcerata. Don Virginio Colmegna alza la voce e questa volta lo fa anche con uno sciopero della
fame. «Ma non chiamatelo così – ci tiene subito a precisare il presidente della Fondazione Casa della carità di Milano – preferisco chiamarlo digiuno».
Il tema è quello fra i più cari al sacerdote: la storia di una donna rom che
dalla strada è riuscita a costruirsi una
vita e che, improvvisamente e inaspettatamente, alcuni giorni fa, si ritrova a dover scontare una pena detentiva di sei mesi per un fatto commesso nel 2006. Il reato è quello di accattonaggio con minore.
Anna era appena arrivata a Milano,
con tre bambini piccoli. Era sola, il marito l’aveva abbandonata. E con alcune altre ragazze trascorreva la giornata in metropolitana chiedendo l’elemosina. Qualcuno deve aver fatto il
suo nome. E da lì è partito l’iter giudiziario. Ma Anna non lo sapeva. Nel
frattempo, aiutata dalla Casa della Carità è riuscita a trovare alcuni lavoretti saltuari e a mandare i bambini a
scuola. Poi il grande salto: una signora milanese prende a cuore il suo caso e le offre un lavoro. Anna diventa
collaboratrice domestica e con i soldi
che guadagna riesce a pagarsi l’affitto
di una casa per lei e per i suoi bambini. Nel frattempo, però, a sua insaputa, viene denunciata, indagata e poi
processata. Nessuna notifica. Neppure dall’avvocato d’ufficio. Eppure Anna è rintracciabile: domiciliata alla casa della Carità prima e poi la residenza nella nuova casa. E ci sono anche i
versamenti che regolarmente fa all’Inps.
«È una situazione assurda, quella donna non deve stare in carcere» denun-
U
BORSE DI STUDIO
UNIVERSITARI
IN ALLARME
Studenti universitari in
allarme per l’arrivo di
un decreto che, a loro
parere, riduce la
possibilità di ricevere
una borsa di studio. Il
ministro Profumo aveva
già spiegato che gli
interventi previsti
favoriscono studenti
svantaggiati e fuorisede.
E ieri, incontrando il
Cnsu, ha ribadito che
passerebbero da
110mila a 140mila i
beneficiari. Ma alcuni
gruppi studenteschi
annunciano battaglia e
chiedono aiuto a
Napolitano.
cia con forza il sacerdote, già direttore della Caritas Ambrosiana e dal 2004
alla guida della Fondazione voluta dal
cardinale Carlo Maria Martini per dare un tetto e una speranza agli ultimi
e ai meno fortunati di Milano. Un impegno che, col passare degli anni, ha
sempre visto don Colmegna in prima
linea, soprattutto per la popolazione
rom milanese. E proprio su questo aspetto don Colmegna alza i toni. «Questa donna ha compiuto un grande percorso – racconta il sacerdote – è stata
seguita da volontari, ha interrotto i legami con gli altri nomadi, nel 2010 è
stata accolta alla Casa della Carità e ora vive in un’altra città dove ha una casa, un lavoro, è stimata, e ha tre figli che
vanno alle elementari e all’oratorio.
Dopo tanti sforzi suoi e dei volontari
per raggiungere questa autonomia, sono arrivati i carabinieri per portarla in
carcere a Como, a scontare la pena di
sei mesi passata in giudicato».
Ma la vicenda della donna rom e il digiuno sono solo un aspetto della protesta che il fondatore della Casa della
Carità ha promosso insieme a un
gruppo di realtà milanesi. Dal capoluogo lombardo e in piena campagna
elettorale parte infatti l’iniziativa "Carcere, diritti e dignità": Un appello ai
politici sui diritti dei detenuti e sulla situazione delle carceri italiane. La speranza dei promotori è che anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che domani sarà a Milano e
fra gli impegni, anche in visita al carcere di San Vittore, possa unirsi all’appello. Il capo dello Stato incontrerà i
detenuti, il personale e i volontari e,
nell’occasione, visiterà anche un raggio dello storico istituto.
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l’etnia
Muri attorno
ai loro palazzi,
soldi alle donne
che accettano
di sterilizzarsi:
integrazione lontana
DA BUCAREST
MIHAELA IORDACHE
integrazione dei
rom in Europa è un
obiettivo ancora
lontano. Migliaia di progetti
e milioni di euro sono destinati all’inclusione della minoranza più numerosa del
L’
Sgombero di baracche rom
Vittime di emarginazione e povertà
vecchio continente, arrivata
1400 anni fa dall’India: ma
nei paesi dell’Est i piccoli
progressi convivono con le
discriminazioni.
A partire dalla Romania: secondo il censimento dello
scorso anno, il 3,2% della popolazione è di origine rom,
ma la percentuale sarebbe in
realtà più alta perché in molti preferiscono dichiararsi
romeni. I rom hanno rappresentanti nel parlamento
di Bucarest, un segretario di
stato e un’agenzia nazionale che ha in agenda una strategia di inclusione decennale. Si punta su un’integrazio-
ne possibile grazie alla scolarizzazione e all’inserimento nel mondo del lavoro.
Nel 2011, però, soltanto il
35,5% dei rom aveva una occupazione, stando allo studio effettuato dalla Fondazione Soros Romania nell’ambito del progetto «Eu inclusive. Trasferimento di dati e competenze sull’integrazione dei rom nel mercato del lavoro tra Romania,
Bulgaria, Italia e Spagna».
Così, mentre le ong e le istituzioni spingono per l’integrazione, spesso ad essere
applicata è la segregazione.
Nel 2011 a Baia Mare, nel
Nordovest della Romania, il
sindaco Catalin Chereches
ha fatto costruire un muro
alto 1,60 metri e lungo 100,
che ancora oggi separa una
strada da due palazzi abitati dai rom. «Una discriminazione, una vera prigione»,
hanno protestato questi ultimi. Niente di tutto ciò, ha
replicato il primo cittadino,
ma solo «una misura necessaria per la sicurezza di tutti», visto che su quella strada si erano registrate decine
di incidenti stradali. Altri
centinaia di rom sono stati
trasferiti in piena notte in un
vecchio laboratorio e 22
Cinque milioni per riportare a casa 24 "cervelli"
DA MILANO
inque milioni di euro
per far tornare a lavorare in Italia 24 giovani studiosi, attualmente in
servizio presso università ed
enti di ricerca stranieri. Lo
stanziamento è parte integrante del decreto firmato ieri dal ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, che
dà il via libera al Programma
Rita Levi Montalcini per il reclutamento di giovani ricercatori. Per partecipare alla
selezione gli studiosi ineressati non devono aver ricoperto, nel corso degli ultimi
tre anni di lavoro all’estero,
alcun incarico presso enti o
C
università italiane, e devono
aver completato il dottorato
di ricerca (PhD) entro il 31
ottobre 2009.
Le domande dovranno essere presentante esclusivamente per via telematica,
collegandosi al sito web
Miur-Cineca (http://cervelli.cineca.it) entro e non oltre
trenta giorni dalla data di
pubblicazione del decreto
sulla Gazzetta Ufficiale. In
seguito, il Miur contatterà le
singole università, tenuto
conto dell’ordine di preferenza dei candidati selezionati. Il Programma, intitolato alla scienziata premio Nobel recentemente scomparsa, è rivolta ai dottori di ri-
cerca, italiani e stranieri, che
abbiano conseguito il titolo
da non più di sei anni e che
siano impegnati stabilmente all’estero in attività di ricerca o didattica da almeno
tre anni. In base ai finanziamenti sono previsti un massimo di 24 contratti a tempo
determinato, di durata triennale e non rinnovabili, che le
università italiane potranno
stipulare per la realizzazione di programmi di ricerca
autonomamente proposti.
Al termine del triennio il ricercatore, se in possesso dell’abilitazione scientifica nazionale e in caso di valutazione positiva del lavoro
svolto da parte dell’ateneo,
potrà essere inquadrato nel
ruolo di professore associato.
La selezione dei progetti di
ricerca è affidata a un comitato composto dal presidente della Crui, la Conferemza
dei rettori delle università italiane, e da quattro studiosi di alta qualificazione
scientifica in ambito internazionale, nominati dal ministro. Al termine della valutazione il Comitato predisporrà l’elenco, stilato secondo una lista di priorità,
di tutte le domande valutate
positivamente e proporrà al
ministero quelle da finanziare sulla base dello stanziamento disponibile.
Francesco Profumo
Il ministro Profumo firma il
decreto che dà il via libera
al Programma Montalcini
bambini e due adulti sono
finiti in ospedale, intossicati con sostanze chimiche pericolose che si trovavano nella vecchia fabbrica. A Timisoara, invece, un gruppo estremista promette circa 70
euro per ogni donna rom
che dimostri, con un certificato medico, di essersi sterilizzata.
Intanto, negli ultimi tre anni
la Francia ha evacuato i
campi rom e organizzato i
rimpatri via aereo in Romania: chi se ne è andato "di
sua volontà" ha ricevuto dal
governo circa 300 euro per
adulto (150 per ogni bambino). Sotto la pressione di Parigi, Bucarest si è impegnata ad integrare i rom arrivati dalla Francia: ma nessuno
può impedire loro di viaggiare liberamente e, di conseguenza, di lasciare di nuovo la Romania, il secondo
paese più povero dell’Unione Europea.
Qui quasi il 40% della popolazione vive al limite della
soglia di povertà, mentre lo
stipendio medio si aggira attorno ai 200 euro. Con il divario tra ricchi e poveri che
diventa sempre più profondo. Accade lo stesso accade
anche tra i rom: la maggior
parte vive nella miseria totale, cercando cibo nelle discariche e protestando
quando queste vengono
chiuse. Dall’altra parte, in
numerosi villaggi alcuni rom
hanno edificato immensi
palazzi, uno più alto dell’altro.
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U Vittime di emarginazione e povertà Cinque milioni per riportare a