Commissione Europea
D i r e z i o n e G e n e r a l e d e l l ‘A g r i c o l t u r a
e de llo Sviluppo rurale
Commissione europea
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La riforma del
settore vitivinicolo
dell’Unione europea:
© Comunità europee, 2007
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un potenziale da rafforzare
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Etichettatura dei vini –
Occorre dare ai consumatori le
informazioni di cui hanno bisogno
L’Europa è la patria dei più grandi vini del mondo ed offre la scelta più vasta in
assoluto. La viticoltura è praticata da più della metà dei 27 Stati membri dell’Unione e tra i vini prodotti si annoverano i vini di qualità eccelsa di regioni come il Bordeaux, il Chianti, la Rioja, la Franconia, il Douro e il Tokaj, per
nominarne solo alcune, oltre ai moltissimi ottimi vini di altre regioni.
I vini europei sono i migliori vini del mondo e sono il fiore all’occhiello della
nostra agricoltura. Sono prodotti in alcune delle zone più belle d’Europa. Ma
nonostante la perizia e la tradizione secolare della vitivinicoltura europea c’è
qualcosa che non va. Stiamo perdendo quote di mercato a favore dei produttori
dinamici del «Nuovo Mondo». Spendiamo troppo per liberarci delle eccedenze
anziché investire le risorse per riconquistare questi mercati. Ecco perché intendo riformare radicalmente il modo in cui l’Europa sosterrà il settore vitivinicolo. Possiamo fare molto per liberare l’enorme potenziale del settore. In questo
opuscolo esponiamo le nostre idee in proposito.
Vi invito vivamente a leggerlo per capire che cosa abbiamo in mente di fare e se
avete osservazioni sarò lieta di leggerle sul mio blog:
http://blogs.ec.europa.eu/fischer-boel
Mi auguro che troviate questa pubblicazione interessante e informativa.
L’Europa offre una gamma di vini per tutti i gusti e tutte le tasche, con una scelta così vasta che molti vini sono sconosciuti ai consumatori, i quali cercano di
orientarsi in base alle indicazioni fornite in etichetta. Ma le norme in vigore per
l’etichettatura dei vini europei non permettono di indicare su tutti vini alcune
informazioni di base come l’anno della vendemmia o il vitigno, che figurano
invece sistematicamente sull’etichetta dei vini del Nuovo Mondo.
Altri consumatori si basano sulla notorietà di determinate regioni, ma le indagini di mercato hanno dimostrato che i consumatori si destreggiano male nella
moltitudine di indicazioni geografiche e difficilmente si lanciano alla scoperta
della ricchezza e diversità dei vini europei.
Per questo la Commissione propone di:
• Applicare a tutti i vini le stesse regole di base in materia di etichettatura,
• Indicare su tutti i vini l’anno della vendemmia e il vitigno;
• Creare un quadro chiaro e coerente delle indicazioni geografiche per tutto il
territorio dell’Unione europea;
• Riservare uno specifico stanziamento di bilancio alla realizzazione di campagne di informazione destinate a spiegare le indicazioni geografiche europee ai consumatori dell’Unione europea e dei paesi terzi.
Mariann Fischer Boel
Commissaria per l’Agricoltura
e lo sviluppo rurale
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Dare ai consumatori le informazioni di cui hanno bisogno
Prefazione
Nei prodotti alimentari i consumatori danno importanza innanzitutto alla qualità, all’origine e alla sicurezza. Per il vino, si tratta di sapere che cosa entra nella
sua composizione e come è prodotto. I consumatori europei desiderano inoltre
che siano tutelate le migliori tradizioni della vinificazione anche con il ricorso
alle nuove tecnologie che permettono di migliorare la qualità, la tracciabilità e
spesso anche la convenienza.
L’origine deve essere chiaramente indicata e, per evitare frodi, convalidata da
sistemi di tracciabilità e di controllo.
I produttori devono poi adattarsi ai mutamenti nei gusti dei consumatori e
adottare le migliori pratiche moderne della vinificazione. Ma il regime attuale
sfavorisce sotto questo profilo i produttori europei di vino: mentre infatti i produttori non europei possono liberamente adottare nuove pratiche enologiche
non appena sono riconosciute unanimemente dall’Organizzazione internazionale della Vigna e del Vino, i produttori dell’Unione europea devono aspettare
che tali pratiche siano riconosciute a livello dell’UE dai Ministri dell’agricoltura, processo che può durare anni. Nel frattempo, adattandosi più rapidamente
alla domanda dei consumatori, i loro concorrenti dei paesi terzi riescono a conquistare nuove quote di mercato.
Gustare il vino sì, ma con
moderazione
Il vino è una bevanda meravigliosa, che sprigiona aromi seducenti e sapori
squisiti, ma rimane una bevanda alcolica che deve essere consumata in maniera
responsabile. È nata una nuova generazione di consumatori di vino che dà più
importanza al gusto e non subordina la qualità di un vino ad una gradazione
alcolica elevata.
Da indagini di mercato è emerso anche che esiste una domanda di vini meno
alcolici, che rispecchia la politica di contenimento dei consumi di alcol per
motivi di salute pubblica.
Per questo la Commissione propone di:
• Cofinanziare campagne di informazione che incoraggiano un consumo di
vino responsabile e moderato.
Per questo la Commissione propone di:
• Istituire sistemi di tracciabilità e strumenti di controllo per la gestione della
qualità dei vini;
• Mantenere in essere il divieto di sovrapressatura delle uve, per garantire la
qualità del vino;
• Autorizzare i vinificatori dell’Unione europea ad utilizzare le pratiche enologiche riconosciute a livello internazionale, immediatamente per i vini destinati all’esportazione e dopo una procedura semplificata di riconoscimento a
livello UE per i vini da commercializzare nell’UE;
• Mantenere in essere il divieto di utilizzare mosto importato per la vinificazione all’interno dell’Unione europea o il taglio di vini europei con vini
importati, vista la difficoltà tecnica di controllare tali pratiche.
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Rispondere alla domanda dei consumatori
Rispondere alla domanda dei
c o n s u m a t o r i : l a q u a l i t à , l ’o r i g i n e e
le migliori pratiche enologiche
Spesso i vini europei sono associati ai paesaggi meravigliosi in cui si coltiva la
vite, dove i vigneti hanno plasmato l’ambiente e regalato speciali caratteristiche
a molte regioni.
È importante preservare questi paesaggi ed è per questo che la Commissione
vuole far sì che la riforma del settore vitivinicolo migliori l’impatto ambientale
della viticoltura, in particolare per quanto riguarda l’erosione del suolo e l’inquinamento, l’uso di erbicidi e pesticidi e la gestione dei rifiuti.
È molto importante anche minimizzare l’impatto ambientale dell’estirpazione delle viti. Se si cessa la produzione occorrerà rispettare determinate norme
ambientali e fare in modo che la terra continui ad essere curata e mantenuta
in buone condizioni agronomiche. In alcune regioni particolarmente vulnerabili l’estirpazione dei vigneti può costituire una minaccia per l’ambiente e deve
essere pertanto limitata o esclusa.
Per questo la Commissione propone di:
• Inserire tutte le regioni viticole nel regime che già si applica agli altri prodotti agricoli, che subordina l’erogazione di un sostegno finanziario al rispetto
di norme minime, in particolare norme ambientali;
• Subordinare l’estirpazione dei vigneti al rispetto di norme ambientali rigorose e dare alle autorità nazionali la facoltà di limitare l’estirpazione in regioni
particolarmente vulnerabili;
• Prevedere la possibilità di concedere un sostegno finanziario per il mantenimento dei vigneti nelle regioni che considerano le zone viticole paesaggi
indissociabili dal patrimonio culturale locale.
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P e r c h é s o n o t u t t i d ’a c c o r d o s u l l a
necessità di riformare il settore
v i t i v i n i c o l o e u r o p e o?
L’Europa è di gran lunga il maggior produttore, il maggior esportatore e il maggior importatore mondiale di vino. Ma non possiamo permetterci di dormire
sugli allori e nonostante l’enorme esperienza e il duro lavoro che tanto successo
sono valsi ai vini europei, non si può dire che tutto vada per il meglio per il vino
dell’UE.
Se è vero che le esportazioni europee sono in crescita, quelle dei vini del Nuovo
Mondo sono in piena espansione. Nei paesi che stanno cominciando a scoprire i piaceri del vino i produttori europei non stanno conquistando abbastanza quote di mercato. Parallelamente, l’Europa rigurgita di vino che non trova
sbocchi. Ciò significa che l’UE spende troppo – circa mezzo miliardo di euro
l’anno – per smaltire, immagazzinare o distillare le eccedenze di vino. Questi
soldi potrebbero essere spesi più utilmente per riequilibrare il mercato, migliorare la qualità e promuovere le vendite dei vini europei fuori dell’UE.
Per questo la Commissione propone di:
• Aumentare la competitività dei produttori europei di vino, consolidare la
reputazione dei vini europei di qualità che sono i migliori del mondo, riconquistare vecchi mercati e conquistarne nuovi dentro e fuori l’Unione,
• Istituire un regime vitivinicolo comunitario dalle regole semplici, chiare ed
efficaci, che favorisca l’equilibrio tra domanda e offerta,
• Porre in atto un regime che, nel rispetto delle migliori tradizioni della vitivinicoltura europea, rafforzi il tessuto socio-ambientale di molte zone rurali.
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Riformare il settore vitivinicolo preservando l’ambiente e le tradizioni
Pr e s e r v a r e i v i g n e t i e u r o p e i c h e
sono tra i più bei paesaggi d’Europa
Dal giugno 2006 a oggi: un anno di
intenso dialogo e attento ascolto
Per preparare la sua proposta di riforma del settore del vino la Commissione ha
consultato esperti indipendenti, governi, viticoltori e altri soggetti interessati.
Negli ultimi dodici mesi la Commissaria per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale,
Mariann Fischer Boel, ha reso visita a molte regioni viticole per sentire la loro
posizione, ascoltare e spiegare le sue idee.
Uno degli obiettivi principali è quello di riequilibrare il mercato riducendo
le eccedenze croniche di vino. Gli attuali aiuti finanziari, infatti, non si sono
dimostrati efficaci.
Per rendere disponibili risorse da destinare al finanziamento di misure
costruttive la Commissione propone di abolire tutti gli aiuti finanziari a
favore della distillazione, dell’ammasso e dell’uso del mosto, dimostratisi
inefficaci per ridurre le eccedenze di vino.
La grande maggioranza dei soggetti interessati è d’accordo sulla necessità di
una profonda riforma e sui suoi obiettivi e condivide l’analisi delle cause che
stanno alla base degli squilibri del mercato.
Le maggiori preoccupazioni emerse riguardano:
• I rischi socio-economici connessi a estirpazioni di vigneti troppo rapide e
troppo estese;
• L’urgenza di intervenire a favore della commercializzazione e della promozione dei vini europei;
• I rischi, a livello della qualità, se venisse a cadere il divieto di utilizzare nella
vinificazione i mosti importati o se fosse autorizzato il taglio di vini europei
con vini importati.
Sono queste posizioni e preoccupazioni che hanno guidato la Commissione
nell’elaborazione della presente proposta dopo l’adozione della relazione del
Parlamento europeo sulla riforma del settore vitivinicolo nel febbraio 2007.
Adozione di misure costruttive
adatte alle esigenze locali dei
viticoltori
Esiste una serie di misure costruttive capaci di rafforzare la competitività dei
viticoltori europei: si tratta ad esempio di modernizzare la produzione, di
migliorare la qualità e l’orientamento al mercato attraverso il reimpianto o la
conversione verso varietà di viti diverse e di promuovere i vini europei sui mercati di esportazione, e infine di istituire una rete di sicurezza per le situazioni
di crisi. Data la grande diversità della viticoltura europea dobbiamo riuscire a
escogitare soluzioni su misura per le diverse esigenze locali.
Per questo la Commissione propone di:
• Stanziare risorse per ogni paese produttore dell’Unione europea, sotto forma
di dotazioni nazionali, per permettere a ciascun paese di finanziare misure
rispondenti alle necessità locali;
• Limitare l’uso di tali risorse ad un preciso menu di misure costruttive, come
la ristrutturazione dei vigneti e/o la conversione varietale, la promozione nei
paesi terzi e la gestione delle situazioni di crisi;
• Istituire norme comuni per evitare distorsioni della concorrenza.
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Misure elaborate dopo un anno di dialogo
Affrontare alla radice le cause
delle eccedenze di vino
Molti produttori sono già competitivi o lo diventeranno ancor più grazie alla
riforma proposta. Esistono però produttori che ormai sono diventati dipendenti
dal magazzinaggio delle loro eccedenze di vino che, per finire, viene distrutto
a spese dell’UE. In un mercato sempre più competitivo, in cui si concede un
sostegno finanziario non più per l’eliminazione delle eccedenze ma per l’adozione di misure costruttive sarà per loro impossibile continuare come prima.
In situazioni di difficoltà economica i viticoltori avranno la possibilità di percepire un sostegno finanziario per l’estirpazione definitiva dei vigneti, se scelgono questa soluzione: in seguito potranno coltivare altri prodotti.
Molti però sono del parere che la decisione definitiva sul futuro dei vigneti non
dovrebbe essere lasciata ai viticoltori, soprattutto in zone sensibili dal punto di
vista ambientale.
Per questo la Commissione propone di:
• Istituire un regime temporaneo, dal 2008 al 2013, che prevede la concessione
di un aiuto finanziario ai viticoltori che cessano definitivamente la viticoltura, nei limiti di una superficie totale di circa 200.000 ha;
• Mantenere le limitazioni sull’impianto di nuovi vigneti fino al 2013 per evitare abusi al regime;
• Dare agli Stati membri la possibilità di limitare l’estirpazione nelle zone di
montagna e nelle zone con particolari vincoli ambientali per evitare uno sfavorevole impatto ambientale.
Dare ai produttori competitivi
la possibilità di realizzare le loro
ambizioni
Attualmente il successo di determinati produttori è frenato dal divieto di
espansione del loro vigneto, espansione che permetterebbe di migliorare la
competitività grazie a economie di scala. Se le limitazioni connesse alle indicazioni geografiche sono del tutto giustificate, impedire l’espansione dei viticoltori più bravi non lo è di certo. Dato che l’Unione europea non acquisterà
più le eccedenze di vino, ci si aspetta che i viticoltori saranno più prudenti e più
focalizzati sulla domanda del mercato nel pianificare la produzione.
Per questo la Commissione propone di:
• Liberalizzare gli impianti di vigneti a partire dal 1° gennaio 2014 per mettere
i viticoltori europei su un piede di parità con i loro concorrenti non europei;
• Mantenere le limitazioni relative alle zone e alle condizioni di produzione per
i vini a indicazione geografica.
Usare gli strumenti già a
disposizione per rafforzare il
settore vitivinicolo europeo
Dal 2000 la Commissione partecipa insieme agli Stati membri al finanziamento di programmi a favore dello sviluppo delle zone rurali, che contemplano la
possibilità di sostenere l’ammodernamento del settore vitivinicolo. Finora però
tale possibilità non è stata molto utilizzata. Tra le misure previste troviamo un
aiuto per l’insediamento dei giovani agricoltori, misure intese a ridurre i danni
ambientali e a preservare il paesaggio rurale, aiuti agli investimenti, aiuti per
la commercializzazione e la trasformazione e aiuti per il prepensionamento dei
produttori più anziani.
Per incoraggiare le regioni viticole ad applicare queste misure di sviluppo
rurale, la Commissione propone di trasferire parte degli stanziamenti del
settore vitivinicolo al bilancio dello sviluppo rurale, riservandoli alle
regioni produttrici di vino.
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Sviluppare l’enorme potenziale del settore vitivinicolo dell’UE
Of frire alternative ai produttori
meno competitivi
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La riforma del settore vitivinicolo dell`Unione europea