Commissione Europea D i r e z i o n e G e n e r a l e d e l l ‘A g r i c o l t u r a e de llo Sviluppo rurale Commissione europea Il testo della presente pubblicazione è esclusivamente di carattere informativo e non è giuridicamente vincolante. Per ulteriori informazioni Rue de la Loi 200, B-1049 Bruxelles, Belgio Telefono Linea diretta (+32) 2 295 63 63 Centralino (+32) 2 299 11 11 Fax (+32) 2 299 17 61 Internet http://ec.europa.eu/agriculture/capreform/wine/index_it.htm Europe Direct è un servizio a vostra disposizione per aiutarvi a trovare le risposte ai vostri interrogativi sull‘Unione europea Numero verde unico (1): 00 800 6 7 8 9 10 11 (1) Alcuni gestori di telefonia mobile non consentono l’accesso ai numeri 00 800 o non ne accettano la gratuità. La riforma del settore vitivinicolo dell’Unione europea: © Comunità europee, 2007 Printed in Germany STAMPATO SU CARTA SBIANCATA SENZA CLORO un potenziale da rafforzare fotolia.com 1, 3 , 4 , 5, 6, 7 , 9 , 10 , 11 KF-78-07-074-IT-C © photo Etichettatura dei vini – Occorre dare ai consumatori le informazioni di cui hanno bisogno L’Europa è la patria dei più grandi vini del mondo ed offre la scelta più vasta in assoluto. La viticoltura è praticata da più della metà dei 27 Stati membri dell’Unione e tra i vini prodotti si annoverano i vini di qualità eccelsa di regioni come il Bordeaux, il Chianti, la Rioja, la Franconia, il Douro e il Tokaj, per nominarne solo alcune, oltre ai moltissimi ottimi vini di altre regioni. I vini europei sono i migliori vini del mondo e sono il fiore all’occhiello della nostra agricoltura. Sono prodotti in alcune delle zone più belle d’Europa. Ma nonostante la perizia e la tradizione secolare della vitivinicoltura europea c’è qualcosa che non va. Stiamo perdendo quote di mercato a favore dei produttori dinamici del «Nuovo Mondo». Spendiamo troppo per liberarci delle eccedenze anziché investire le risorse per riconquistare questi mercati. Ecco perché intendo riformare radicalmente il modo in cui l’Europa sosterrà il settore vitivinicolo. Possiamo fare molto per liberare l’enorme potenziale del settore. In questo opuscolo esponiamo le nostre idee in proposito. Vi invito vivamente a leggerlo per capire che cosa abbiamo in mente di fare e se avete osservazioni sarò lieta di leggerle sul mio blog: http://blogs.ec.europa.eu/fischer-boel Mi auguro che troviate questa pubblicazione interessante e informativa. L’Europa offre una gamma di vini per tutti i gusti e tutte le tasche, con una scelta così vasta che molti vini sono sconosciuti ai consumatori, i quali cercano di orientarsi in base alle indicazioni fornite in etichetta. Ma le norme in vigore per l’etichettatura dei vini europei non permettono di indicare su tutti vini alcune informazioni di base come l’anno della vendemmia o il vitigno, che figurano invece sistematicamente sull’etichetta dei vini del Nuovo Mondo. Altri consumatori si basano sulla notorietà di determinate regioni, ma le indagini di mercato hanno dimostrato che i consumatori si destreggiano male nella moltitudine di indicazioni geografiche e difficilmente si lanciano alla scoperta della ricchezza e diversità dei vini europei. Per questo la Commissione propone di: • Applicare a tutti i vini le stesse regole di base in materia di etichettatura, • Indicare su tutti i vini l’anno della vendemmia e il vitigno; • Creare un quadro chiaro e coerente delle indicazioni geografiche per tutto il territorio dell’Unione europea; • Riservare uno specifico stanziamento di bilancio alla realizzazione di campagne di informazione destinate a spiegare le indicazioni geografiche europee ai consumatori dell’Unione europea e dei paesi terzi. Mariann Fischer Boel Commissaria per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale 2 3 Dare ai consumatori le informazioni di cui hanno bisogno Prefazione Nei prodotti alimentari i consumatori danno importanza innanzitutto alla qualità, all’origine e alla sicurezza. Per il vino, si tratta di sapere che cosa entra nella sua composizione e come è prodotto. I consumatori europei desiderano inoltre che siano tutelate le migliori tradizioni della vinificazione anche con il ricorso alle nuove tecnologie che permettono di migliorare la qualità, la tracciabilità e spesso anche la convenienza. L’origine deve essere chiaramente indicata e, per evitare frodi, convalidata da sistemi di tracciabilità e di controllo. I produttori devono poi adattarsi ai mutamenti nei gusti dei consumatori e adottare le migliori pratiche moderne della vinificazione. Ma il regime attuale sfavorisce sotto questo profilo i produttori europei di vino: mentre infatti i produttori non europei possono liberamente adottare nuove pratiche enologiche non appena sono riconosciute unanimemente dall’Organizzazione internazionale della Vigna e del Vino, i produttori dell’Unione europea devono aspettare che tali pratiche siano riconosciute a livello dell’UE dai Ministri dell’agricoltura, processo che può durare anni. Nel frattempo, adattandosi più rapidamente alla domanda dei consumatori, i loro concorrenti dei paesi terzi riescono a conquistare nuove quote di mercato. Gustare il vino sì, ma con moderazione Il vino è una bevanda meravigliosa, che sprigiona aromi seducenti e sapori squisiti, ma rimane una bevanda alcolica che deve essere consumata in maniera responsabile. È nata una nuova generazione di consumatori di vino che dà più importanza al gusto e non subordina la qualità di un vino ad una gradazione alcolica elevata. Da indagini di mercato è emerso anche che esiste una domanda di vini meno alcolici, che rispecchia la politica di contenimento dei consumi di alcol per motivi di salute pubblica. Per questo la Commissione propone di: • Cofinanziare campagne di informazione che incoraggiano un consumo di vino responsabile e moderato. Per questo la Commissione propone di: • Istituire sistemi di tracciabilità e strumenti di controllo per la gestione della qualità dei vini; • Mantenere in essere il divieto di sovrapressatura delle uve, per garantire la qualità del vino; • Autorizzare i vinificatori dell’Unione europea ad utilizzare le pratiche enologiche riconosciute a livello internazionale, immediatamente per i vini destinati all’esportazione e dopo una procedura semplificata di riconoscimento a livello UE per i vini da commercializzare nell’UE; • Mantenere in essere il divieto di utilizzare mosto importato per la vinificazione all’interno dell’Unione europea o il taglio di vini europei con vini importati, vista la difficoltà tecnica di controllare tali pratiche. 4 5 Rispondere alla domanda dei consumatori Rispondere alla domanda dei c o n s u m a t o r i : l a q u a l i t à , l ’o r i g i n e e le migliori pratiche enologiche Spesso i vini europei sono associati ai paesaggi meravigliosi in cui si coltiva la vite, dove i vigneti hanno plasmato l’ambiente e regalato speciali caratteristiche a molte regioni. È importante preservare questi paesaggi ed è per questo che la Commissione vuole far sì che la riforma del settore vitivinicolo migliori l’impatto ambientale della viticoltura, in particolare per quanto riguarda l’erosione del suolo e l’inquinamento, l’uso di erbicidi e pesticidi e la gestione dei rifiuti. È molto importante anche minimizzare l’impatto ambientale dell’estirpazione delle viti. Se si cessa la produzione occorrerà rispettare determinate norme ambientali e fare in modo che la terra continui ad essere curata e mantenuta in buone condizioni agronomiche. In alcune regioni particolarmente vulnerabili l’estirpazione dei vigneti può costituire una minaccia per l’ambiente e deve essere pertanto limitata o esclusa. Per questo la Commissione propone di: • Inserire tutte le regioni viticole nel regime che già si applica agli altri prodotti agricoli, che subordina l’erogazione di un sostegno finanziario al rispetto di norme minime, in particolare norme ambientali; • Subordinare l’estirpazione dei vigneti al rispetto di norme ambientali rigorose e dare alle autorità nazionali la facoltà di limitare l’estirpazione in regioni particolarmente vulnerabili; • Prevedere la possibilità di concedere un sostegno finanziario per il mantenimento dei vigneti nelle regioni che considerano le zone viticole paesaggi indissociabili dal patrimonio culturale locale. 6 P e r c h é s o n o t u t t i d ’a c c o r d o s u l l a necessità di riformare il settore v i t i v i n i c o l o e u r o p e o? L’Europa è di gran lunga il maggior produttore, il maggior esportatore e il maggior importatore mondiale di vino. Ma non possiamo permetterci di dormire sugli allori e nonostante l’enorme esperienza e il duro lavoro che tanto successo sono valsi ai vini europei, non si può dire che tutto vada per il meglio per il vino dell’UE. Se è vero che le esportazioni europee sono in crescita, quelle dei vini del Nuovo Mondo sono in piena espansione. Nei paesi che stanno cominciando a scoprire i piaceri del vino i produttori europei non stanno conquistando abbastanza quote di mercato. Parallelamente, l’Europa rigurgita di vino che non trova sbocchi. Ciò significa che l’UE spende troppo – circa mezzo miliardo di euro l’anno – per smaltire, immagazzinare o distillare le eccedenze di vino. Questi soldi potrebbero essere spesi più utilmente per riequilibrare il mercato, migliorare la qualità e promuovere le vendite dei vini europei fuori dell’UE. Per questo la Commissione propone di: • Aumentare la competitività dei produttori europei di vino, consolidare la reputazione dei vini europei di qualità che sono i migliori del mondo, riconquistare vecchi mercati e conquistarne nuovi dentro e fuori l’Unione, • Istituire un regime vitivinicolo comunitario dalle regole semplici, chiare ed efficaci, che favorisca l’equilibrio tra domanda e offerta, • Porre in atto un regime che, nel rispetto delle migliori tradizioni della vitivinicoltura europea, rafforzi il tessuto socio-ambientale di molte zone rurali. 7 Riformare il settore vitivinicolo preservando l’ambiente e le tradizioni Pr e s e r v a r e i v i g n e t i e u r o p e i c h e sono tra i più bei paesaggi d’Europa Dal giugno 2006 a oggi: un anno di intenso dialogo e attento ascolto Per preparare la sua proposta di riforma del settore del vino la Commissione ha consultato esperti indipendenti, governi, viticoltori e altri soggetti interessati. Negli ultimi dodici mesi la Commissaria per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale, Mariann Fischer Boel, ha reso visita a molte regioni viticole per sentire la loro posizione, ascoltare e spiegare le sue idee. Uno degli obiettivi principali è quello di riequilibrare il mercato riducendo le eccedenze croniche di vino. Gli attuali aiuti finanziari, infatti, non si sono dimostrati efficaci. Per rendere disponibili risorse da destinare al finanziamento di misure costruttive la Commissione propone di abolire tutti gli aiuti finanziari a favore della distillazione, dell’ammasso e dell’uso del mosto, dimostratisi inefficaci per ridurre le eccedenze di vino. La grande maggioranza dei soggetti interessati è d’accordo sulla necessità di una profonda riforma e sui suoi obiettivi e condivide l’analisi delle cause che stanno alla base degli squilibri del mercato. Le maggiori preoccupazioni emerse riguardano: • I rischi socio-economici connessi a estirpazioni di vigneti troppo rapide e troppo estese; • L’urgenza di intervenire a favore della commercializzazione e della promozione dei vini europei; • I rischi, a livello della qualità, se venisse a cadere il divieto di utilizzare nella vinificazione i mosti importati o se fosse autorizzato il taglio di vini europei con vini importati. Sono queste posizioni e preoccupazioni che hanno guidato la Commissione nell’elaborazione della presente proposta dopo l’adozione della relazione del Parlamento europeo sulla riforma del settore vitivinicolo nel febbraio 2007. Adozione di misure costruttive adatte alle esigenze locali dei viticoltori Esiste una serie di misure costruttive capaci di rafforzare la competitività dei viticoltori europei: si tratta ad esempio di modernizzare la produzione, di migliorare la qualità e l’orientamento al mercato attraverso il reimpianto o la conversione verso varietà di viti diverse e di promuovere i vini europei sui mercati di esportazione, e infine di istituire una rete di sicurezza per le situazioni di crisi. Data la grande diversità della viticoltura europea dobbiamo riuscire a escogitare soluzioni su misura per le diverse esigenze locali. Per questo la Commissione propone di: • Stanziare risorse per ogni paese produttore dell’Unione europea, sotto forma di dotazioni nazionali, per permettere a ciascun paese di finanziare misure rispondenti alle necessità locali; • Limitare l’uso di tali risorse ad un preciso menu di misure costruttive, come la ristrutturazione dei vigneti e/o la conversione varietale, la promozione nei paesi terzi e la gestione delle situazioni di crisi; • Istituire norme comuni per evitare distorsioni della concorrenza. 8 9 Misure elaborate dopo un anno di dialogo Affrontare alla radice le cause delle eccedenze di vino Molti produttori sono già competitivi o lo diventeranno ancor più grazie alla riforma proposta. Esistono però produttori che ormai sono diventati dipendenti dal magazzinaggio delle loro eccedenze di vino che, per finire, viene distrutto a spese dell’UE. In un mercato sempre più competitivo, in cui si concede un sostegno finanziario non più per l’eliminazione delle eccedenze ma per l’adozione di misure costruttive sarà per loro impossibile continuare come prima. In situazioni di difficoltà economica i viticoltori avranno la possibilità di percepire un sostegno finanziario per l’estirpazione definitiva dei vigneti, se scelgono questa soluzione: in seguito potranno coltivare altri prodotti. Molti però sono del parere che la decisione definitiva sul futuro dei vigneti non dovrebbe essere lasciata ai viticoltori, soprattutto in zone sensibili dal punto di vista ambientale. Per questo la Commissione propone di: • Istituire un regime temporaneo, dal 2008 al 2013, che prevede la concessione di un aiuto finanziario ai viticoltori che cessano definitivamente la viticoltura, nei limiti di una superficie totale di circa 200.000 ha; • Mantenere le limitazioni sull’impianto di nuovi vigneti fino al 2013 per evitare abusi al regime; • Dare agli Stati membri la possibilità di limitare l’estirpazione nelle zone di montagna e nelle zone con particolari vincoli ambientali per evitare uno sfavorevole impatto ambientale. Dare ai produttori competitivi la possibilità di realizzare le loro ambizioni Attualmente il successo di determinati produttori è frenato dal divieto di espansione del loro vigneto, espansione che permetterebbe di migliorare la competitività grazie a economie di scala. Se le limitazioni connesse alle indicazioni geografiche sono del tutto giustificate, impedire l’espansione dei viticoltori più bravi non lo è di certo. Dato che l’Unione europea non acquisterà più le eccedenze di vino, ci si aspetta che i viticoltori saranno più prudenti e più focalizzati sulla domanda del mercato nel pianificare la produzione. Per questo la Commissione propone di: • Liberalizzare gli impianti di vigneti a partire dal 1° gennaio 2014 per mettere i viticoltori europei su un piede di parità con i loro concorrenti non europei; • Mantenere le limitazioni relative alle zone e alle condizioni di produzione per i vini a indicazione geografica. Usare gli strumenti già a disposizione per rafforzare il settore vitivinicolo europeo Dal 2000 la Commissione partecipa insieme agli Stati membri al finanziamento di programmi a favore dello sviluppo delle zone rurali, che contemplano la possibilità di sostenere l’ammodernamento del settore vitivinicolo. Finora però tale possibilità non è stata molto utilizzata. Tra le misure previste troviamo un aiuto per l’insediamento dei giovani agricoltori, misure intese a ridurre i danni ambientali e a preservare il paesaggio rurale, aiuti agli investimenti, aiuti per la commercializzazione e la trasformazione e aiuti per il prepensionamento dei produttori più anziani. Per incoraggiare le regioni viticole ad applicare queste misure di sviluppo rurale, la Commissione propone di trasferire parte degli stanziamenti del settore vitivinicolo al bilancio dello sviluppo rurale, riservandoli alle regioni produttrici di vino. 10 11 Sviluppare l’enorme potenziale del settore vitivinicolo dell’UE Of frire alternative ai produttori meno competitivi