NEV ­ NOTIZIE EVANGELICHE protestantesimo ­ ecumenismo ­ religioni 13 dicembre 2006 settimanale ­ anno XXVII ­ numero 50 * EDITORIALE: Sana e insana laicità, debole e forte evangelizzazione, di Paolo Naso * INTERVISTA: Letizia Tomassone sulle coppie di fatto * Il presidente FCEI: difendere la verità storica della Shoah da ogni strumentalizzazione * La giunta comunale di Torino istituisce il Tavolo delle religioni * Concluso il Congresso FDEI con l’elezione della presidente Margherita van der Veer * Il tema della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani 2007 viene dal Sudafrica * Appello delle chiese europee all'UE per il reinsediamento dei rifugiati * Il messaggio di Natale del segretario generale del CEC, Samuel Kobia * TELEGRAFO: Notizie in breve * APPUNTAMENTI ____________________________________________________________________________ ABBONAMENTI 2007 Gentili abbonati, come sempre, con l’approssimarsi della fine dell’anno, vi ricordiamo di rinnovare l’abbonamento al bollettino NEV. LE TARIFFE PER IL 2007 NON SONO CAMBIATE! settimanale e­mail: euro 16; supplemento mensile su carta con rassegna stampa: euro 25, estero: euro 30; edizione settimanale e­mail + supplemento mensile su carta: euro 31. Rinnovate subito il vostro abbonamento utilizzando il conto corrente postale n. 82441007 intestato a: NEV­Notizie Evangeliche, via Firenze 38, 00184 Roma. ____________________________________________________________________________ EDITORIALE Sana ed insana laicità, debole e forte evangelizzazione di Paolo Naso, direttore di “Confronti” Nel suo discorso ai giuristi cattolici pronunciato lo scorso 9 dicembre, papa Benedetto XVI ha ribadito la sua idea di “sana laicità”: quella che implica l'autonomia della sfera terrena da quella ecclesiastica ma non dall'ordine morale. L’espressione è ormai ricorrente e costituisce un punto fermo della filosofia politica di Joseph Ratzinger. Già nel 2002, l’allora cardinale Prefetto per la Congregazione della dottrina della fede, aveva affermato che “per la dottrina morale cattolica la laicità intesa come autonomia della sfera civile e politica da quella religiosa ed ecclesiastica ­ ma non da quella morale ­ è un valore acquisito e riconosciuto dalla Chiesa…”. Il problema sta tutto in quell’inciso nel quale la Chiesa cattolica ribadisce che sui temi morali non può esistere un’autonomia della sfera civile. Detto più prosaicamente, la Chiesa di Roma non entra direttamente nella battaglia politica tra destra e sinistra, ma scende in trincea per difendere i propri valori etici e morali. Ed è esattamente quello che accade quando si parla di coppie omosessuali, di “pacs”, di eutanasia, di fecondazione assistita. Su questi temi il classico principio laico di distinzione tra la sfera della decisione politica e quella delle convinzioni religiose decadrebbe: sana
2 laicità, secondo le parole del papa; “laicità dimezzata” secondo i principi della classica filosofia politica liberale. Se ne deduce che l’altra laicità, quella “insana”, è quella che tende invece a mantenere questa distinzione anche nel campo etico e morale. Sarebbe quindi “insana” quella laicità che affida al Parlamento il compito di produrre leggi negli interessi generali della comunità civile, anche se in contrasto con i valori etici e morali di una comunità di fede, sia pure quella maggioritaria. Il problema è che, in un sistema democratico, laicità è proprio questo: riconoscere che esistono opzioni religiose, etiche e morali diverse che possono coesistere solo se lo Stato non ne assume una in esclusiva, ignorando o peggio calpestando le altre. Ed è esattamente il caso delle società europee, sempre più pluraliste e secolarizzate e quindi caratterizzate da una pluralità di modelli etici: in questo contesto nessuna chiesa detiene il monopolio dei “valori” o ne può rivendicare l’esclusiva. E questo criterio si può applicare tanto ai temi morali che ai presepi. In molti – più politici che religiosi in verità – si sono lamentati del fatto che gli italiani comprino poche statuine e mangiatoie e che in alcune sedi istituzionali non campeggino crocifissi e statue della Madonna. E partono vere e proprie campagne di risacralizzazione degli spazi scolastici o dei tribunali. E’ un’evangelizzazione debole e di facciata, più legata alle logiche della politica che a quelle della fede. Ed è per questo che i protestanti la respingono. Non perché siano dei “laicisti” o perché non condividano la preoccupazione per una società sempre più secolarizzata e disincantata rispetto ai temi della fede. Semplicemente perché non credono che una riconsacrazione al Signore delle coscienze degli italiani passi per una norma che imponga i crocifissi o che non riconosca le convivenze di fatto. L’evangelizzazione non passa per una debole via giuridica, ma attraverso una forte predicazione di Cristo rivolta agli uomini ed alle donne di oggi. Tanto più forte quanto convinta e coerente, vicina a chi soffre, ha fame e sete di giustizia. E' una strada che si può percorrere laicamente ed ecumenicamente. Non è un presepe che salverà le radici cristiane dell’Europa e neanche un preambolo costituzionale ma, soltanto, la capacità delle chiese di predicare Dio che si è fatto uomo. Tanto più in questi giorni di avvento che ci conducono al Natale. (NEV/50/2006) INTERVISTA Letizia Tomassone: “ Nessuna relazione d’amore è estranea a Dio” di Gaëlle Courtens Roma (NEV), 13 dicembre 2006 – Sul tema delle "unioni di fatto", riaffiorato all’attenzione della pubblica opinione dopo l’impegno del governo di presentare una legge entro gennaio e il duro attacco che ne è conseguito da parte del mondo cattolico, abbiamo intervistato la pastora valdese Letizia Tomassone, vice­presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. Pastora Tomassone, cosa risponde a chi ritiene che la possibilità di unirsi sulla base di un " patto" diverso dal matrimonio mini alla base l'istituzione del matrimonio, o peggio, quella della famiglia? Penso che non esista una forma eterna ed assoluta di famiglia, quasi voluta da Dio. La Scrittura inizia con la creazione dell’uomo e della donna per mostrare la differenza e la parzialità originaria nella quale noi creature veniamo al mondo: abbiamo bisogno gli uni degli altri, abbiamo bisogno dell’amore. Ma abbiamo anche bisogno di forme sociali che garantiscano la libertà di tutti i soggetti in gioco. Quella che è descritta nelle prime pagine della Genesi, soprattutto nelle interpretazioni che ne sono state date in seguito, è una coppia diseguale e pesante per la donna; riflette la situazione dei credenti di quel tempo che legittimano il potere e la violenza patriarcale con quei racconti. Credo anzi che sia un bene che l’istituzione famiglia venga interrogata dalle trasformazioni della società. Non è una novità di oggi: ogni epoca ha dato forma alle strutture famigliari a partire dai problemi e dalle risorse che c’erano nel suo tempo. Oggi abbiamo bisogno di forme di vita comune capaci di dar solidità a una società in rapido cambiamento. Abbiamo bisogno che siano l’amore e il rispetto a cementare una società abitata da così tante identità culturali. E
3 anche la solidarietà sociale può essere rafforzata da unioni più aperte e meno concentrate sulla creazione di isole illusorie di felicità di coppia. In che senso lo Stato può intervenire nella regolamentazione di una relazione d'amore? Lo Stato deve essere in grado di garantire i diritti e la libertà di tutti i soggetti che formano una famiglia, deve proteggere le persone perché non cadano in condizioni di dipendenza o di sudditanza. Le leggi preservano i diritti dei più deboli, impediscono lo svilupparsi di violenze e soprusi. In questo senso anche una relazione d’amore deve essere tutelata, soprattutto, ma non solo, quando sono coinvolti dei minori. Attraverso le leggi si riconoscono le trasformazioni sociali e si trovano i modi di sostenerle nel senso della giustizia. Le situazioni difficili esistono. Penso alle coppie di fatto tra persone anziane che, nel momento in cui uno dei due è in ospedale, non sono più riconosciute come unità di vita. In queste situazioni la legge prevede che i medici non possano informare chi non è legato legalmente alla persona malata. Così chi è legato “solo” da amore e da affetto non è in grado di intervenire e di sostenere la compagna o il compagno malato, se la famiglia di sangue non crea uno spazio. Spesso sono situazioni difficili, tanto più quando il legame è visto male dalla famiglia d’origine, tanto più quando si tratta di una relazione omosessuale. Il malato o la malata sono riassorbiti nella famiglia d’origine che alza una barriera nei confronti di ogni “estraneo”, anche contro la volontà stessa della persona. Qualunque tipo di unione può essere benedetta agli occhi di Dio? Qualunque unione che si basi sull’amore, che comporta reciprocità, libertà e rispetto. La benedizione di Dio è proprio quella forza di amore che mette in relazione le persone. Se due credenti si pongono di fronte a Dio come sorgente dell’amore che esiste fra loro, riconoscono che questa benedizione già agisce nella loro relazione. Lei è membro del “ Gruppo di lavoro sull’omosessualità” , detto GLOM, una commissione battista, metodista e valdese, che sta elaborando un documento sulle benedizioni di coppie non sposate. Quali sono le basi teologiche alle quali fate riferimento per giungere alle vostre conclusioni? La riflessione delle nostre chiese procede con i tempi, lunghi ma necessari, del confronto all’interno delle comunità, confronto che tiene conto della realtà nel quadro dell’ascolto della Parola di Dio. Sarà la quarta sessione congiunta dell’Assemblea delle chiese battiste e del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste, prevista nel 2007, a far avanzare la riflessione. Quello che la commissione chiede è che le chiese diventino sempre di più dei luoghi autentici di accoglienza reciproca, nei quali sia possibile vivere la libertà ricevuta da Dio nonostante e oltre le barriere e i pregiudizi che la società pone. Nella Bibbia vengono raccontate molte forme di famiglia e nessuna è indicata come quella assoluta e originaria. I criteri offerti sono piuttosto quelli dell’amore e della fedeltà che crea la possibilità della fiducia fra i due. All’interno di queste varie forme di famiglia, anche quella poligamica dei patriarchi d’Israele, Dio si mostra e agisce. Dio non sceglie una sola forma di famiglia per manifestare la sua benedizione, così come non sceglie una sola forma di società, ma si manifesta in tutte. L’accento cade piuttosto sul fatto che Dio sostiene i soggetti più deboli, di solito le donne, in quel contesto antico le donne senza figli, che erano disprezzate. E’ un Dio che fa partorire le sterili, che ribalta i criteri del potere all’interno della coppia per proporre il criterio dell’amore. Nessuna relazione d’amore è estranea a Dio, nessuna dovrebbe essere vissuta nascostamente nella chiesa. Per questo pensiamo che sarebbe più sano affrontare queste situazioni e riconoscere che ancora una volta troviamo Dio lì dove non ci aspettiamo, e che riceviamo il dono delle sue benedizioni nelle situazioni più disparate. Il presidente FCEI: difendere la verità storica della Shoah da ogni strumentalizzazione Domenico Maselli scrive all'Unione delle comunità ebraiche sul Convegno di Teheran Roma (NEV), 13 dicembre 2006 ­ Un'iniziativa “del tutto priva della scientificità necessaria e aperta a personaggi che non avrebbero ricevuto alcuna attenzione in seri ambienti accademici”. E' questo
4 il giudizio del presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Domenico Maselli, sul Convegno internazionale “Review of Holocaust”, in svolgimento in questi giorni a Teheran per iniziativa del governo iraniano. In una lettera inviata al presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane (UCEI), Renzo Gattegna, Maselli ha espresso la solidarietà e la preoccupazione della FCEI per l'aperta volontà del succitato Convegno “di strumentalizzare la storia e cancellare la memoria della Shoah. La storia e la memoria – si legge ancora nella lettera ­ non possono essere né cancellate né strumentalizzate, vanno invece riaffermate affinché ciò che un tempo è accaduto non si ripeta più. E se è vero che riguardo alla Shoah è sull'Europa che ricade una pesantissima colpa, tuttavia ogni genocidio riguarda e parla alle coscienze dell'umanità intera e non può essere minimizzato o negato in alcun modo”. Nella lettera Maselli ha quindi ribadito l'impegno della Federazione di cui è presidente a “sentirsi coinvolta nell'affermazione della verità storica riguardo alla tragedia della Shoah” e nel volerla ribadire “nelle sedi istituzionali, culturali e politiche”. (nev/lb) La giunta comunale di Torino istituisce il Tavolo delle religioni Riunite in un unico strumento organizzativo le varie esperienze di dialogo interreligioso della città Roma (NEV), 13 dicembre 2006 ­ La Giunta comunale di Torino ha deciso ieri, 12 dicembre, l’istituzione del Tavolo delle religioni. Sarà formato da tre diverse realtà che già da tempo si occupano delle tematiche inerenti allo sviluppo della cultura del confronto tra le religioni: il Comitato Interfedi, il laboratorio delle religioni del Centro Interculturale e il Comitato di “Torino Spiritualità”. Il Tavolo vuole essere uno strumento organizzativo teso ad ampliare e potenziare politiche adeguate alla complessità del panorama religioso del territorio, in una prospettiva lontana da dogmatismi e reciproche esclusioni. Lo scopo è di proseguire l'esperienza positiva del Comitato Interfedi di TORINO 2006 composto dalle diverse confessioni religiose: islam, induismo, buddismo, ebraismo, cristianesimo (cattolico, protestante, ortodosso), mormoni, ed istituito in occasione dei giochi olimpici invernali dal TOROC, per consentire agli atleti e ai loro accompagnatori una piena realizzazione della loro vita spirituale e religiosa, come previsto dal regolamento del Comitato internazionale olimpico (CIO). Ne è membro Giuseppe Platone, pastore valdese del capoluogo piemontese, che ha fortemente incoraggiato il Comitato Interfedi a proseguire la proficua collaborazione venutasi a creare tra i vari rappresentanti religiosi durante il periodo olimpico, promuovendo riflessioni sui temi della convivenza civile e del sentire religioso. “Mi sono personalmente impegnato perché tutto questo diventasse realtà e debbo dire che la risposta dell’amministrazione torinese è stata concreta e positiva – ha dichiarato Platone ­. In un tempo come il nostro, sovente caratterizzato da fanatismi e integralismi con conseguenti piccoli e grandi ‘scontri di civiltà’, avere un luogo laico dove sia possibile, sull’ampio fronte religioso, fornire informazioni, approfondimenti, e promuovere un dialogo tra fedi viventi mi sembra un’opportunità preziosa. Quest’ultima è resa possibile grazie all’esperienza internazionale delle Olimpiadi. Come protestanti torinesi abbiamo molto da dire su questa stagione assetata di spiritualità e di sacro. E oggi abbiamo la possibilità di farlo intorno ad un tavolo in cui le religioni cittadine sono rappresentate non per il peso del loro numero ma per la qualità degli argomenti che sapranno svolgere”. Il primo incontro del Tavolo è previsto per il 23 gennaio prossimo. (nev/gc) Concluso il Congresso FDEI con l’elezione della nuova presidente Margherita van der Veer Roma (NEV), 13 dicembre 2006 ­ “Non abbiate paura. Andate a dire…”: questo versetto, tratto dall’evangelo di Matteo, è stato l’idea guida del IX Congresso della Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) che si è tenuto alla Casa Internazionale delle donne di Roma dall’8 al 10 dicembre. Il tema “Comunicare la nostra fede di donne cristiane in un mondo in trasformazione” è stato affrontato da tre relatrici: Dora Bognandi, della chiesa avventista, ha sviluppato il tema della comunicazione delle donne nella Bibbia; Gianna Urizio, valdese, è intervenuta sulla comunicazione
5 della fede in un mondo affollato di fedi; e infine Victoria Munsey, della chiesa di lingua inglese di Torino, ha sviluppato una riflessione sulle capacità necessarie per una comunicazione efficace. La FDEI costituisce, nel panorama evangelico italiano, una rete tra le organizzazioni femminili delle diverse chiese. In 30 anni di lavoro ha proposto studi e ricerche per gruppi locali, fornendo materiali, approfondimenti, e coordinando iniziative comuni, come ad esempio il “Decennio per sconfiggere la violenza” del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) che terminerà tra due anni, e la giornata di preghiera mondiale delle donne che coinvolge anche gruppi di donne cattoliche. Il congresso si è concluso con l’elezione di un nuovo Comitato, nonché della nuova presidente, la diacona metodista Margherita van der Veer, attuale presidente delle donne metodiste in Europa. Tra le iniziative approvate, una riflessione, a 40 anni dall'istituzione del pastorato femminile in Italia, sull’essere uomini e donne nella chiesa, con proposte che coinvolgano la Federazione delle chiese evangeliche in Italia e le varie chiese, a livello nazionale e locale. (nev/gu) Il tema della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani 2007 viene dal Sudafrica "Fa sentire i sordi e fa parlare i muti" (Marco 7:31­37), un motto per rompere il tabù dell’AIDS Roma (NEV), 13 dicembre 2006 ­ "Fa sentire i sordi e fa parlare i muti!" (Marco 7:31­37) è il tema della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani 2007, promossa congiuntamente dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) e dal Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, che si svolgerà, come di consueto, dal 18 al 25 gennaio prossimi. Il materiale liturgico e omiletico quest’anno è stato preparato da un gruppo ecumenico sudafricano della regione di Umlazi, vicino Durban. Ogni anno una bozza di testi per la Settimana di preghiera viene preparata da un particolare gruppo ecumenico locale e successivamente adattato ad un uso internazionale per poi essere diffuso nel mondo intero. I testi proposti quest’anno riflettono le preoccupazioni e le esperienze di un popolo vittima di grandi sofferenze. In origine Umlazi è sorta sotto l’apartheid come una delle tante “township” destinate ad una popolazione in larga parte nera: razzismo, disoccupazione, povertà, criminalità, violenza, continuano a rappresentare delle sfide quotidiane per i suoi abitanti. Ma oggi, sopra tutte, si aggiunge quale più grande difficoltà il flagello dell’AIDS. Si calcola che il 50% dei residenti di Umlazi è portatore del virus HIV. Emarginazione, mutismo, vergogna e rimozione sono tra le reazioni più diffuse a questo dramma. Rompere il silenzio ed imparare insieme ad ascoltare e a vedere di nuovo: è a questo che con il versetto di Marco ci chiamano i cristiani delle chiese e comunità ecumeniche del Sudafrica. “L’AIDS ha bisogno di una chiesa unita, non divisa!” è un motto ricorrente in questo paese, quasi a dire che le chiese, per dare una testimonianza credibile nel mondo, non possono fare a meno di ricercare l’unità. “Le situazioni di sofferenza in alcuni luoghi nel mondo, lontani ma anche vicini alle nostre case, impongono ai cristiani di agire insieme per alleviare la sofferenza umana e ristabilire la dignità della persona. Ciò che ci unisce, nel desiderio di superare queste condizioni, è il nostro comune battesimo”, si legge nella presentazione dell'edizione italiana del materiale per la Settimana, firmata congiuntamente da Gianni Long, già presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI); Vincenzo Paglia, vescovo di Terni­Narni­Amelia e presidente della Commissione per l'ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale italiana (CEI); e Traian Valdman, arciprete ortodosso e delegato per l’ecumenismo del Vicariato ortodosso romeno d’Italia. L'opuscolo, approntato come tutti gli anni dalla Società Biblica in Italia, fornisce un utile supporto teologico­pastorale, nonché suggerimenti per l'organizzazione della Settimana di preghiera. (nev/gc) Appello delle chiese europee all'UE per il reinsediamento dei rifugiati CCME: “Fornire protezione è una responsabilità internazionale che deve essere condivisa” Roma (NEV), 13 dicembre 2006 – “Proteggere i rifugiati, condividere la responsabilità: rendere praticabile il reinsediamento!” Questo il titolo di una lettera inviata dalla Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME) alla presidenza finlandese e agli Stati membro dell'Unione europea, in occasione del consiglio dei ministri della Giustizia e dell'Interno dell'UE, riunitosi il 4­5
6 dicembre. La lettera individua dieci ragioni per cui più paesi europei dovrebbero impegnarsi nei programmi di “resettlement”, cioè di reinsediamento dei rifugiati in paesi terzi. Partendo dalla considerazione che il numero di richiedenti­asilo che raggiungono l'Europa è considerevolmente diminuito negli ultimi anni, il documento afferma che “fornire protezione è una responsabilità internazionale che richiede condivisione” e inoltre che “il reinsediamento è un atto di solidarietà con i paesi che oggi ricevono la maggior parte dei rifugiati”. Secondo il CCME è necessario un programma comune dell'UE, per “facilitare i necessari meccanismi e strumenti per il reinsediamento – collaborazione con l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, comunicazione, scambio, cooperazione con paesi di asilo e ONG”. Alla lettera era allegata una brochure (disponibile in inglese sul sito www.ccme.be) pubblicata dal CCME nell'ambito del progetto “Comprendere il reinsediamento in pratica”, realizzato congiuntamente da CCME, Servizio diaconale per i rifugiati in Austria, Chiesa evangelica luterana in Finlandia, Commissione delle chiese per la giustizia razziale nel Regno Unito e Servizio rifugiati e migranti (SRM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). “Abbiamo scelto di partecipare a questo progetto europeo – ha dichiarato Franca Di Lecce, direttrice del SRM –, perché siamo convinti che il reinsediamento sia uno strumento importante di solidarietà internazionale e di protezione dei rifugiati che non possono tornare nel loro paese di origine perché non sono venuti meno i motivi che li hanno portati alla fuga (guerre, persecuzioni, violenze) ed allo stesso tempo non hanno trovato un'accoglienza dignitosa nel paese in cui hanno chiesto primo asilo. Tuttavia – prosegue Di Lecce – i programmi di reinsediamento (che auspichiamo possano essere intrapresi anche dall'Italia) non devono essere in alcun modo un elemento sostitutivo, ma aggiuntivo, del diritto di chiedere spontaneamente asilo e ricevere protezione sul territorio italiano, diritto fondamentale garantito dall'art. 10 della Costituzione italiana”. (nev/eva) Il messaggio di Natale del segretario generale del CEC, Samuel Kobia I pastori di Betlemme si trasformano in angeli e ci incoraggiano alla testimonianza di pace Roma (NEV), 13 dicembre 2006 ­ "Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà", è il brano del Vangelo di Luca 2:10 che il pastore Samuel Kobia, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), ha scelto per il suo messaggio natalizio indirizzato a tutte le chiese membro dell'organismo ecumenico che raggruppa 348 chiese in 120 paesi del mondo. Il messaggio si concentra sul ruolo dei pastori che pascolano nei campi intorno a Betlemme, che sono i primi cui gli angeli annunciano la buona notizia della nascita del salvatore Gesù. Secondo il racconto evangelico i pastori riferiscono ad altre persone ciò che hanno visto e sentito: “e tutti coloro che li sentivano, scrive Kobia, erano meravigliati a ciò che raccontavano i pastori. Meravigliati, senza dubbio, perché si trattava di pastori, persone del tutto ordinarie, che portavano questa buona notizia; pastori, disprezzati ed esclusi dalla loro società perché badavano agli animali e dormivano nei campi. Ma i pastori sono stati trasformati, prosegue Kobia; diventano messaggeri, diventano 'angeli' nel senso originario del termine, che vuol dire appunto 'messaggeri'. Esclusi dalla società antica, i pastori del Vangelo di Luca ci parlano attraverso i secoli e fino al nostro tempo delle tante persone che escludiamo nelle nostre società di oggi”. Kobia riallaccia la trasformazione dei pastori nel loro incontro con Gesù con la preghiera che ha costituito il motto dell'assemblea del CEC svoltasi nel febbraio di quest'anno a Porto Alegre (Brasile): “Dio, nella tua grazia, trasforma il mondo”. “L'Assemblea, afferma Kobia, ha udito storie potenti da molti messaggeri diversi. Molti hanno parlato della speranza, ma anche delle sfide della pace”. Il segretario del CEC ha ricordato le situazioni di conflitto in Uganda del Nord, Israele e Palestina, Sudan, Filippine. “Questi messaggi, continua Kobia, parlano della dolorosa testimonianza della chiesa dell'amore e della pace che Cristo può offrire. La storia evangelica di Luca ci incoraggia a vedere che se dei pastori possono diventare angeli, allora ciascuno di noi ha la speranza di diventare un angelo, testimoniando come la grazia di Dio sta trasformando il mondo”. Il messaggio di Natale del pastore Kobia si conclude con alcuni stralci della preghiera finale dell'Assemblea di Porto Alegre (vedi Documentazione su NEV 9/06). (nev/eva)
7 TELEGRAFO (NEV/VE) – La vescova luterana Margot Kässmann è stata nominata “donna dell’anno” dai lettori e dalle lettrici della rivista tedesca Funk Uhr. “Margot Kässmann, madre di quattro figlie e vescova, svolge un lavoro che è nel contempo una professione e una vocazione ­ ha detto Jan von Frenckell, redattore capo della rivista, in occasione della consegna del premio ­. Malgrado il fatto che le sia stato diagnosticato un tumore maligno al seno, Margot Kässmann ha saputo affrontare la sua malattia in modo tale da dare coraggio a molte altre donne che vivono lo stesso problema”. Kässmann, 48 anni, eletta nel 1999 vescova della Chiesa evangelica luterana di Hannover ­ la più grande chiesa evangelica regionale tedesca, con oltre tre milioni di membri ­, si è detta sorpresa, stupita e riconoscente per il premio attribuitole. Ha inoltre ricordato che per molte altre donne la vita è più difficile della sua e ha voluto dedicare il premio alle donne che sono malate e soffrono. “La Bibbia dice: rallegratevi nella speranza. Parole che mi hanno accompagnato negli ultimi mesi e mi sono state di grande conforto". (NEV) ­ “Non si può consentire che una confessione religiosa, in forza del suo numero, imponga la presenza nella scuola pubblica di un suo rappresentante in veste ufficiale, e non di semplice cittadino come gli altri”. E' quanto ha replicato il Comitato degli insegnanti evangelici italiani (CIEI) alla lettera del ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, riguardo alla visita pastorale del vescovo Mattiazzo alla scuola di Vigodarzere (Padova). Rispondendo ad una precedente missiva del CIEI, Fioroni ha sostenuto la legittimità della presenza a scuola del vescovo cattolico: “la Chiesa cattolica italiana è più che mai oggi strumento di accoglienza e condivisione verso tutte le forme di religione, nel rispetto della piena libertà dello spirito. Non vi è quindi motivo di precludere l'intervento di un suo autorevole rappresentante in un ambito scolastico”. Secondo il CIEI l'inaccettabilità della visita del vescovo sta nel fatto che essa non consisteva in “un qualunque momento di incontro e conoscenza”, ma facendo parte delle sue funzioni di pastore, “rientrava nella sua missione evangelizzatrice. Ed è proprio questo che non si può più fare nelle scuole dopo la revisione del Concordato del 1985”. Per protestare contro la visita pastorale del vescovo Mattiazzo è intervenuta più volte la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) attraverso dichiarazioni del proprio presidente, pastore Domenico Maselli, e l'associazione “31 ottobre per una suola laica e pluralista” (vedi NEV 46/06 e 47/06). (NEV) ­ Che cosa raccontano gli Atti degli apostoli? Perché proprio l'evangelista Luca, e lui solo, ha continuato a scrivere la storia delle prime comunità dopo Gesù? Nella sua narrazione quanto vi può essere di storico e quanto di "racconto edificante" della chiesa delle origini? Sono solo alcuni dei temi che verranno affrontati nelle sette conversazioni radiofoniche con Paolo Ricca “E molti credettero! La chiesa delle origini negli Atti degli apostoli”, trasmesse nell'ambito del programma di RADIOTRE “Uomini e profeti”, a cura di Gabriella Caramore. Le prossime puntate andranno in onda ogni domenica alle 9.30 su RADIOTRE. (NEV/ENI) – Le comunità di fede statunitensi hanno colto l'occasione del 10 dicembre, Giornata mondiale per i diritti umani, per organizzare una manifestazione in favore della regione sudanese del Darfur. L'organizzazione “Salviamo il Darfur”, composta da oltre 70 chiese e organizzazioni religiose degli USA, ha promosso una protesta davanti all'ambasciata del Sudan a Washington per protestare contro gli atti di violenza sessuale perpetrati nei tre anni del conflitto del Darfur, una guerra che ha già causato centinaia di migliaia di morti e oltre due milioni di rifugiati. “Dobbiamo sostenere in preghiera e in azioni il Darfur e continuare a sperare per la fine delle violenze”, ha dichiarato nell'occasione il pastore Bob Edgar, segretario generale del Consiglio nazionale delle chiese cristiane degli USA (NCCCUSA), tra i promotori della manifestazione. Il governo sudanese ha ripetutamente respinto le accuse di genocidio, negando di controllare le milizie responsabili delle violenze nel sud del paese. Lo stesso governo ha tuttavia sempre rifiutato l'ingresso in Darfur di un contingente internazionale di pace ONU.
8 (NEV/KEK) – La tappa finale della Terza assemblea ecumenica europea (AEE3) a Sibiu (Romania) intende incoraggiare la partecipazione giovanile, soprattutto nell'ambito del programma che coinvolgerà 100 “steward” tra i 18 e i 30 anni, con buona conoscenza dell’inglese, nell'organizzazione dell'evento. Gli steward non solo saranno addetti all'assistenza nella registrazione, documentazione, plenaria, ufficio stampa, culti ecc., ma avranno anche un'opportunità unica per vivere una grande esperienza ecumenica e trovare ispirazione nel proprio impegno per l'unità dei cristiani. Il programma prevede un incontro pre­assembleare di orientamento dal 31 agosto al 3 settembre e la partecipazione attiva all'assemblea dal 4 al 9 settembre. Vitto e alloggio sono a carico della Conferenza delle chiese europee (KEK) e del Consiglio delle conferenze episcopali europee (CCEE); il viaggio è a carico dell’interessato, ma è possibile richiedere un sussidio alla propria chiesa di appartenenza oppure alla KEK o al CCEE. Le richieste vanno presentate entro il 15 febbraio 2007; la brochure informativa e il modulo di domanda in inglese sono disponibili sul sito www.eea3.org; per informazioni rivolgersi alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI): tel. 06 48 25 120, e­mail: [email protected]. (NEV/ENI) – Le comunità religiose romene sono contrarie alla rimozione di immagini religiose dalle scuole pubbliche. E' questa la reazione delle chiese ortodossa e cattolica, e delle comunità ebraica e islamica alla richiesta del Consiglio nazionale romeno contro la discriminazione di limitare l'esposizione di immagini sacre – nella fattispecie icone ortodosse – agli spazi destinati all'insegnamento religioso, per non discriminare gli alunni agnostici. “La presenza di simboli religiosi nelle scuole non è il risultato di un'imposizione, ma piuttosto del desiderio di genitori, insegnanti e studenti – si legge in una nota del Patriarcato ortodosso ­. La decisione di rimuoverle rappresenterebbe una brutale e ingiustificata misura contro la libertà religiosa”. Una dichiarazione, questa, sostenuta dalle altre comunità religiose: “L'esistenza di altri simboli religiosi in luoghi pubblici non ci ha mai infastidito prima e non ci infastidisce ora”, ha commentato il muftì Iusuf Muurat. La questione arriverà comunque in parlamento dal quale è attesa una decisione. (NEV/ENI) – Le alternative alla teoria evoluzionistica di Darwin non possono essere insegnate nel programma di scienza nelle scuole finanziate da fondi pubblici in Inghilterra e Galles. Questa è stata la risposta del governo alla recente distribuzione, da parte del gruppo “Verità nella scienza”, di materiale per la promozione dell'insegnamento della teoria del “disegno intelligente”, incentrata sull'idea che l'universo è stato creato da un potere supremo. “Poiché né il disegno intelligente né il creazionismo sono riconosciuti come teorie scientifiche, il pacchetto informativo di “Verità nella scienza” non è un sussidio utilizzabile per il curriculum scientifico”, ha dichiarato una portavoce del Dipartimento per l'istruzione del governo britannico. Ken Boston, capo dell'Autorità governativa per le qualifiche e il curriculum, ha dichiarato: “Sono assolutamente contrario all'insegnamento del creazionismo. Onestamente non lo prendo più seriamente di qualcuno che voglia insegnare la teoria della terra piatta”. Nessuna delle maggiori chiese britanniche ha mai sostenuto l'insegnamento della teoria del disegno intelligente nelle scuole. (NEV/BWA) – E' in corso a Birmingham, Alabama, la prima di una nuova serie di Conversazioni teologiche tra rappresentanti dell'Alleanza battista mondiale (BWA) e il Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani. Le Conversazioni riprendono i dialoghi intrattenuti nel 1990 e prevedono la discussione di argomenti quali l'autorità di Cristo nelle Scritture e nella tradizione, battesimo e cena del Signore, e l'ascolto della Parola di Dio nel contesto contemporaneo. “Sono contento che il Consiglio generale della BWA abbia approvato all'unanimità questi incontri – ha dichiarato Denton Lotz, segretario generale della BWA –. In un tempo segnato dal terrorismo e dalla persecuzione religiosa in molte parti del mondo, è importante che uomini e donne di fede si ritrovino per parlarsi”. L'incontro, iniziato domenica 10, si concluderà venerdì 15 dicembre. (NEV) ­ La Bibbia è ricca di immagini che appartengono alla nostra esperienza e che ci aiutano ad accostarci con gioia, insieme ai bambini, a temi che potrebbero essere astratti e di difficile comprensione. Il libro “Raccontami com'è Dio” (ed. Claudiana/Elledici, pagg. 43, euro 8), attraverso i testi di Laura Lattughini e Franco Scaramuccia e le illustrazioni di Silvia Gastaldi, vuole raccontare ai piccoli lettori Dio come padre, madre, luce, pastore, guida; Gesù come amico,
9 fratello, pane, porta, vite, via; lo Spirito Santo come colomba, difensore, nuova vita, acqua viva, dono, vento e fuoco. Claudiana, via S. Pio V 15, 10125 Torino; www.claudiana.it. Elledici, corso Francia 214, 10090 Rivoli (Torino); www.elledici.org (NEV) ­ “Educazione, bambini coccolati e felici?”, ”Rigoberta Menchu, il mondo ha smarrito l'orologio” e “Assemblea ecumenica, Chiese europee verso Sibiu” sono i servizi di copertina del numero di dicembre di “Voce Evangelica”, mensile della Conferenza delle chiese evangeliche di lingua italiana in Svizzera. In sommario, articoli su giornalismo evangelico, festa dell'Escalade, Gesù e le donne, ecumenismo, Natale, musica e libri. Completa il numero la rubrica “Vita delle comunità”. Voce Evangelica, via Landriani 10, CH 6900 Lugano. APPUNTAMENTI ROMA – Giovedì 14, il Centro Pro Unione invita alla conferenza “Relazioni tra metodisti e cattolici romani”. Relatrice Gillian Kingston, presidente del Consiglio irlandese delle chiese. Alle 18, in via Santa Maria dell'Anima 30. ROMA – Giovedì 14, riunione ecumenica di preghiera per la pace organizzata dal Movimento internazionale della riconciliazione (MIR). Alle 18 presso le Piccole sorelle di Gesù, via della Molara 4. MILANO – Giovedì 14, per il ciclo “Anche Dio ha i suoi guai... Considerazioni a partire dall'Esodo”, incontro con Gianni Genre e Paolo De Benedetti sul tema “La chiamata. Esodo 3”. Alle 18 presso l'Università degli studi, via Festa del Perdono 7. TORINO – Venerdì 15, il Centro evangelico di cultura Lodovico e Paolo Paschetto organizza un incontro con don Fabio Corazzina e Antonella Visintin, su “Giustizia sociale, diritti e mondo possibile”. Alle 21 nella Sala conferenze del Centro, via Viterbo 119. ROMA – Venerdì 15, per il ciclo “Lettura pubblica e integrale della Bibbia”, gli attori Franco Giacobini e Angela Goodwin leggono il libro delle Lamentazioni. Alle 19.30 presso la chiesa di S. Lucia del Gonfalone, via dei Banchi Vecchi 12. ROMA – Sabato 16, concerto delle corali evangeliche cinese, francofona, luterana e valdese “Cristo viene: attesa, nascita, incontro. Musiche e cori in attesa del Natale”. Alle 17 nella Chiesa valdese di Piazza Cavour. TORINO – Sabato 16, incontro di musica e preghiera “Nowell sing we!”, con il coro Claricantus e meditazioni bibliche del pastore Giuseppe Platone. Alle 20.45 presso il Tempio valdese, corso Vittorio Emanuele 23. MARSALA (Trapani) – Domenica 17, concerto Gospel organizzato dalla chiesa apostolica pentecostale. Alle 17.30 presso il teatro comunale “Eliodoro Sollima”. MILANO – Domenica 17, concerto d'Avvento con musiche per organo di Johann Sebastian Bach, eseguite dal maestro Alessio Corti. Alle 20.45 presso la Chiesa cristiana protestante, via Marco de' Marchi 9. ROMA – Lunedì 18, per il corso “Scritture, canoni e oltre” organizzato dall'Amicizia ebraico­ cristiana, lezione di Cesare Moscati e Lilli Spizzichino sul tema “Il libro dei Maccabei”. Per informazioni: 06.6833651. Alle 17 presso l'aula magna della Facoltà valdese, via P. Cossa 40. ROMA – Martedì 19, la rivista Confronti invita all’incontro “Per una legge sulla libertà religiosa”. Interviene l'on. Valdo Spini. Alle 16 presso il salone della Chiesa metodista, via Firenze 38.
10 VENEZIA – Mercoledì 20, il Centro culturale Palazzo Cavagnis invita all’incontro con il pastore Gregorio Plescan sul tema “Avvento, tempo di attesa e speranza: presentazione di quadri natalizi”. Presso la sede del Centro, Calle Lunga Santa Maria Formosa, Castello 5170. RADIO – Ogni domenica mattina alle 7.30, su RAI Radiouno, “Culto Evangelico” propone una predicazione (17 dicembre, pastora Letizia Tomassone), notizie dal mondo evangelico, appuntamenti e commenti di attualità. Le trasmissioni possono essere riascoltate collegandosi al sito di RAI Radiouno, attraverso il link alla pagina www.fedevangelica.it/servizi/ssrtv03.asp TELEVISIONE – Domenica 17, su RAIDUE dopo mezzanotte, la rubrica “Protestantesimo” manda in onda la puntata con il servizio “Le missioni di frontiera”, l'esperienza di missionari protestanti e cattolici tra la gente che vive tra il Rio delle Amazzoni e nei luoghi della grande deforestazione. La puntata sarà trasmessa in replica lunedì 18 dicembre, sempre su RAIDUE dopo mezzanotte. LE NOTIZIE NEV POSSONO ESSERE UTILIZZATE LIBERAMENTE, CITANDO LA FONTE ______________________________________________________________________________ NEV ­ Notizie Evangeliche, Servizio stampa della Federazione delle chiese evangeliche in Italia ­ via Firenze 38, 00184 Roma, Italia tel. 064825120/06483768, fax 064828728, e­mail: [email protected], sito web: http://www.fcei.it ­ registrazione del Tribunale di Roma n. 13908 del 10/5/1971 ­ settimanale ­ stampato in proprio ­ redazione: Luca Baratto, Gaëlle Courtens, Paolo Naso, Valerio Papini (direttore responsabile), Anna Pensa, Eva Valvo ­ abbonamenti 2007: edizione settimanale e­mail euro 16; supplemento mensile su carta con rassegna stampa euro 25, estero euro 30; edizione settimanale e­mail + supplemento mensile su carta euro 31 ­ versamenti sul c.c.p. n. 82441007 intestato a: NEV­Notizie Evangeliche, via Firenze 38, 00184 Roma.
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