LAVORO GRUPPO ORIENTAMENTO: l’orientamento scolastico degli alunni stranieri nel passaggio dalla secondaria di primo alla secondaria di secondo grado INTRODUZIONE Il momento della scelta della scuola superiore risulta essere un appuntamento particolarmente importante nella vita di ogni ragazzo e ragazza. Lo è in particolare per i minori stranieri perché “essa assume in più le caratteristiche proprie di un evento /confine che segna un prima e un dopo, indirizza il presente verso un determinato cammino e definisce il futuro in una direzione ben precisa. F. Tawne definisce boundary events gli episodi e le situazioni che segnano il disvelamento di una condizione di minorità e l’ingresso da parte del ragazzo o ragazza in una fase dolorosa di consapevolezza della 1 propria identità” . L’orientamento quindi può portare in positivo ad una promozione e ad un inizio di percorso di inclusione non solo scolastica, ma anche lavorativa e sociale, o in negativo, ad un processo di marginalizzazione nei tre ambiti sopra descritti. Pertanto esso risulta essere un indicatore importante che influenza i tempi e le modalità di accesso al mercato del lavoro, oltre che delle condizioni sociali ed economiche del futuro di questi adulti di domani. Un percorso regolare di inserimento e frequenza in una scuola superiore diventa per questi ragazzi e ragazze un potente mezzo di inclusione positiva e di buona integrazione che va perseguito con tutti gli strumenti e le risorse possibili. A questo scopo ormai da alcuni anni in quasi tutte le realtà scolastiche vengono attivate modalità di orientamento diverse che coinvolgono allievi, insegnanti e famiglie. Nel caso dei minori stranieri, immigrati o nati in Italia, risulta necessario tenere conto anche di ulteriori fattori tra i quali: 1 - la loro storia personale e scolastica, passata e presente; - le aspettative, i desideri, le progettualità degli allievi e delle loro famiglie; Progetto Scuola facendo, p.14 (http://www.centrocome.it/) 1 - la difficoltà di entrambi di prendere decisioni di tale importanza senza a volte avere informazioni chiare ed efficaci sulle motivazioni di queste scelte, che poi influenzeranno inevitabilmente il loro futuro; - la complessità di “progettare il domani”, senza farsi condizionare dalla precarietà dell’essere migrante, tanto più in questo particolare momento storico di crisi economica e occupazionale. 2 IL QUADRO GENERALE E NORMATIVO AD OGGI Con l'approvazione delle Linee Guida Nazionali sull’Orientamento, varate dalla Conferenza unificata Stato-Regioni nella seduta del 5 dicembre 2013, il nostro Paese ha finalmente raccolto le indicazioni delle Risoluzioni Europee che negli ultimi anni hanno più volte ribadito la necessità di garantire servizi di orientamento di qualità a supporto delle scelte formative e professionali di tutti i cittadini. Si tratta di un documento importante ed innovativo per tutti coloro che si occupano a vario titolo di orientamento, nei servizi per l'impiego, nella scuola, negli sportelli di informazione e orientamento delle università, degli enti locali e delle numerose organizzazioni private che operano in questo ambito. Le Linee Guide sanciscono “il diritto all'orientamento lungo tutto l'arco della vita” che deve essere garantito tramite specifiche politiche promosse nell'ambito di un più ampio quadro di interventi nell'istruzione, formazione professionale e alta formazione, educazione degli adulti, lavoro e inclusione sociale, ovvero i contesti nei quali si sviluppa il processo di orientamento delle persone. L'orientamento diventa quindi una priorità condivisa dai diversi sistemi, a sostegno di ogni persona e a supporto di iniziative e programmi nazionali, quali la “European Youth Guarantee” 2. L'orientamento rappresenta infatti un servizio strategico, che mette al centro la persona, con le proprie esigenze educative e formative, e con le proprie aspirazioni professionali. Anche dal punto di vista metodologico ed operativo le Linee Guida rappresentano uno snodo importante, confermando l'esigenza di favorire nella persona l'acquisizione delle capacità di orientamento e gestione delle propria carriera professionale (Career Management Skills) lungo tutto l'arco della vita, per affrontare la complessità dei contesti, per prendere decisioni e superare momenti di transizione e difficoltà. Le funzioni principali che le Linee Guida affidano all'orientamento, in questa prospettiva, sono: la funzione educativa, proprio per promuovere in ogni persona, già dalla scuola primaria e per tutto l'arco della vita, quegli atteggiamenti e quelle competenze necessarie a gestire in modo autonomo le proprie scelte formative e professionali. La seconda funzione che l'orientamento deve garantire è la funzione informativa, intesa non solo come diffusione di dati sulle opportunità, ma soprattutto nel garantire ad ogni 2 The European Youth Guarantee is a guarantee that ensures that every young person in Europe is offered a job, further education or work-focused training at the latest four months after leaving education or after becoming unemployed. (http://www.youth-guarantee.eu/) 3 persona l'accesso alle opportunità e alla conoscenza strategica, attraverso la capacità di selezionare e valutare le informazioni disponibili e ricercare altre informazioni utili e necessarie. La terza funzione invece si riferisce alle attività di accompagnamento durante specifiche esperienze di transizione, per aiutare le persone nei complessi processi di passaggio e adattamento, tra i vari contesti educativi ed il mondo del lavoro. La quarta funzione è legata al delicato momento della consulenza orientativa individuale, quando l'operatore entra in relazione diretta con la soggettività della persona per favorire la costruzione di un progetto di sviluppo professionale. Questa funzione è particolarmente importante soprattutto per le persone che sperimentano situazioni di maggiore difficoltà, disorientamento e disagio. L'ultima funzione, infine, si riferisce alle azioni di sistema, per coordinare e promuovere la qualità dei servizi in tutti i contesti locali e regionali, al fine di garantire a tutti i migliori standard di servizio e le migliori risorse umane e tecnologiche. Tra gli obiettivi specifici del documento, alla voce Contrastare il disagio formativo si legge: riduzione della dispersione e del fallimento formativo nella scuola, nella formazione, nell’università. Dai dati riportati dal Servizio statistico del MIUR 3, emerge chiaramente che nella scelta del percorso dell’istruzione secondaria di secondo grado, gli alunni stranieri prediligono la formazione tecnica (scelta dal 41,1% dei nati in Italia e dal 38,2% dei nati all’estero) e professionale (scelta dal 29,8% dei nati in Italia e dal 39,8% dei nati all’estero) e guardano con interesse il liceo scientifico (14,8% e 10,1%). I dati rilevati nell’anno 2012/2013 mostrano che ben il 38,2% degli alunni stranieri (di tutti gli ordini di scuola), si trova in una situazione di ritardo scolastico (dovuta spesso all’inserimento degli stessi in classi non corrispondenti all’età anagrafica), a fronte di un ben più contenuto numero di alunni con cittadinanza italiana (11,6%). La percentuale è più elevata all’innalzarsi della loro età. Nella scuola primaria i bambini in ritardo rappresentano il 16,3% fra quelli con cittadinanza non italiana e il 2,0% fra quelli con cittadinanza italiana; nella scuola secondaria di primo grado sono l’44,1% fra gli stranieri contro il 8,0% di quelli italiani; nella scuola secondaria di secondo grado la percentuale di alunni 3 Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - Direzione Generale per gli Studi, la Statistica e per i Sistemi Informativi – Servizio Statistico: <<Gli alunni stranieri nel sistema scolastico italiano. A.S. 2012-13>>, ottobre 2013, pp. 3-4. 4 stranieri in ritardo nel percorso scolastico è molto elevata: 67,1%, contro il 23,9% degli italiani. Risulta dunque evidente che per un ragazzo o una ragazza straniera è molto facile cadere in un circolo vizioso che si genera dalla sua condizione di migrante. Tale processo può partire da un inserimento penalizzante nella scuola, seguito da una probabilità maggiore di avere un esito negativo alla fine di ogni ordine di scuola. Spesso può manifestarsi anche in una marginalità nel vissuto extrascolastico ed un confronto con altri compagni con performance superiori. Risulta evidente che esso non può che fungere da moltiplicatore e produrre un radicato processo di demotivazione in questi alunni stranieri. A fronte di tutto quanto finora esaminato, risulta essere sempre più necessario, addirittura si potrebbe affermare fondamentale, attribuire un’attenzione forte a tutti gli interventi di orientamento messi in campo, in particolare con gli studenti stranieri, da parte di tutti gli operatori coinvolti in tale processo. 5 ORIENTARSI … MA COME? 4 L’investimento sull’orientamento è molto importante in quanto gli alunni stranieri appaiono a lungo disorientati non solo nel momento dell’ingresso nel nostro sistema scolastico ma anche per l’assenza di adeguata conoscenza della scuola italiana e per la fatica ad adattarsi al nostro sistema. Gli insegnanti necessitano rispetto all’orientamento di conoscere maggiormente le rappresentazioni che gli allievi e le rispettive famiglie possiedono della scuola e dell’investimento scolastico. Questo aspetto pare importante soprattutto quando si ha a che fare con allievi in parte scolarizzati nel Paese d’origine. Tuttavia, nel caso di allievi che hanno iniziato la scolarità in Italia, risulterebbe ugualmente utile per conoscere la visione della scuola interiorizzata attraverso la socializzazione famigliare. Approfondire tali aspetti permetterebbe di conoscere il livello di formazione raggiunto in termini di competenze e saperi. Tali conoscenze faciliterebbero la comprensione della scuola dei genitori, un aspetto di primaria importanza in quanto gran parte della motivazione scolastica si costruisce, infatti, nella sfera famigliare. Sul tema dell’orientamento, il problema maggiore riguarda non tanto la non corrispondenza tra le aspirazioni dell’adolescente e le effettive competenze disciplinari di cui è in possesso, quanto la difficoltà degli istituti superiori ad accettare giovani brillanti ma che devono ancora perfezionare la loro padronanza dell’italiano. Tale atteggiamento di chiusura dipende anche dalla volontà implicita di conservare il prestigio di status tipico di alcune filiere, un tempo costituite solo dai licei ma oggi affiancate anche da alcuni istituti tecnici. È all’interno di questa rappresentazione dei diversi indirizzi delle secondarie di II grado che gli istituti professionali sono percepiti come lo spazio scolastico adatto e adeguato all’utenza straniera. Questa forma mentis, oltre che dallo stereotipo secondo cui quello professionale è il percorso adatto per l’utenza svantaggiata, dipende anche dalla debolezza nell’offerta formativa delle secondarie di I grado, soprattutto per quanto riguarda l’insegnamento dell’italiano. L’allievo “svantaggiato” si inserisce, quindi, bene nelle “filiere per gli svantaggiati”, ben sapendo che l’emancipazione da una tale condizione, ad 4 I dati informativi riportati nel presente paragrafo sono tratti dal testo: Il mondo a scuola. Alunni stranieri e istituzioni formative in provincia di Cuneo, collana Quaderni della Fondazione CRC, n. 18, settembre 2013 6 esempio quando si tratta di inserirsi nel mercato del lavoro, risulterà molto difficile. 5 È necessario pensare a momenti di formazione sulle caratteristiche dei sistemi scolastici di origine: questi potrebbero essere realizzati con la collaborazione delle famiglie. Si tratta di una strategia dalle duplici intenzioni, perché non solo renderebbe un servizio utile ai docenti, ma permetterebbe di avvicinare i genitori alla realtà scolastica dei figli – anche nell’ottica di una scuola inclusiva, stando agli ultimi orientamenti della normativa 6 – valorizzando i loro vissuti e le esperienze di cui sono portatori. Al tempo stesso, tali momenti possono essere l’occasione per (in)formare maggiormente le famiglie e gli allievi sulle caratteristiche del sistema scolastico italiano e del singolo istituto nel quale si trovano coinvolti 7. Un tentativo in tal senso è rappresentato dal progetto “Non uno di meno”, attività formativa nata dal coordinamento interscolastico U.T.S. Alba, denominato “ACCOGLIENZA ED INTEGRAZIONE SCOLASTICA MINORI IMMIGRATI ED EDUCAZIONE INTERCULTURALE”: costituito nell’anno scolastico 1998-1999, si tratta di un vero e proprio tavolo di confronto formato da insegnanti, responsabile area minori e famiglia del Consorzio Socio Assistenziale “Alba Langhe e Roero”, operatori del servizio stranieri del Comune di Alba e mediatori interculturali, che ha come obiettivo l’approfondimento delle “buone prassi” che le singole realtà scolastiche attuano su aspetti e tematiche legate all’accoglienza ed integrazione scolastica. Il corso di formazione “Non uno di meno” è stato realizzato nei mesi di Novembre e Dicembre 2010 e ha permesso di approfondire aspetti e prassi legati alla tematica “dell’accoglienza” di minori (migranti e non) e delle loro famiglie all’interno del contesto scolastico. Nell’ambito di tale progetto, viene valorizzato il ruolo del rappresentante di classe in quanto figura STRATEGICA che, rispetto alla problematica dell'integrazione degli alunni di culture diverse, può farsi promotore di BUONE PRASSI attraverso atteggiamenti e azioni specifiche. ALLEGATO1:report progetto “Non uno di meno” 5 Ibidem, pp. 150-152 6 Direttiva 27/12/2012; Circolare ministeriale n. 8 06/03/2013; Nota prot. n. 1551 del 27 giugno 2013 (Piano Annuale per l’Inclusività) 7 Ibidem p. 170 7 L’ORIENTAMENTO SCOLASTICO: descrizione dell’esistente In genere, la situazione in essere nelle nostre scuole non prevede una prassi speciale, ad hoc, per gli alunni stranieri, per orientarli e guidarli, insieme alle loro famiglie, alla scelta. Se ciò avviene, questo può dipendere dall’esistenza di progetti o accordi di rete realizzati da singoli istituti (ALLEGATO 2: esperienza di rete scolastica nel territorio di Bra - CN) oppure da iniziative prese a livello di Consiglio di Classe o, più frequentemente, dalla buona volontà del singolo insegnante che può richiedere l’intervento di un mediatore nel caso in cui ci siano difficoltà di comunicazione con la famiglia oppure prendere contatti con la scuola superiore a cui lo studente è orientato per favorirne il passaggio. Di conseguenza, gli alunni stranieri, compresi i NAI 8, partecipano, insieme al gruppo classe, agli incontri (ultimamente, per ragioni economiche, sempre più sporadici) con lo psicologo del Centro per l’Impiego che, a partire dalla fine della classe seconda, intrattiene i ragazzi con attività mirate alla conoscenza di sé e delle proprie attitudini per poi intervenire nuovamente, all’inizio di terza, con la presentazione delle varie scuole superiori e la descrizione delle loro caratteristiche e di tutte le possibili opzioni ed indirizzi. Nella migliore delle ipotesi, il nostro alunno straniero può trovarsi a frequentare una secondaria di primo grado che aderisce ad un progetto in rete con altre scuole (anche istituti superiori) del territorio: in tal caso, l’orientamento diventa – in presenza di fondi adeguati: è bene dirlo - una realtà più strutturata e più complessa che, oltre al percorso di Educazione alla Scelta (che può iniziare anche in classe seconda), comprende la visita in orario scolastico a tutti gli istituti superiori del territorio i quali illustrano la propria offerta formativa e danno la possibilità di assistere a lezioni o laboratori di varie discipline. Ad esempio, per quanto riguarda la formazione professionale, l’attività di orientamento prevede giornate nelle quali gli allievi, selezionati dagli Istituti di primo grado, possono conoscere meglio l’offerta formativa delle Agenzie stesse. Il servizio di trasporto è messo a disposizione dalle agenzie stesse. L’iniziativa ha come punto di forza la possibilità di conoscere in modo più approfondito le caratteristiche specifiche dei corsi di formazione, attraverso 8 Per alunni NAI si intendono gli Alunni Neoarrivati in Italia, affatto o poco italofoni. La definizione comprende anche gli alunni inseriti nel sistema scolastico italiano da meno di due anni. Per questi allievi, la cui conoscenza dell’italiano L2 potrebbe essere ancora al livello di lingua per la comunicazione di base, il linguaggio utilizzato dagli esperti dell’orientamento durante la fase informativa può risultare incomprensibile. 8 un’esperienza diretta nei laboratori professionali (elettrici, meccanici, estetici, di acconciatura ecc.). Durante la permanenza nell’agenzia, i gruppi sono seguiti da insegnanti delle materie professionali e, in alcuni casi, anche da allievi delle classi già frequentanti i corsi di formazione, che li guidano nella realizzazione di piccoli lavori (circuiti elettrici, piccole acconciature su testine ecc.), con l’obiettivo di “sollecitare” o scoprire la loro predisposizione per le attività manuali. La presenza di allievi più grandi, già inseriti nei corsi, in affiancamento, rappresenta una scelta ottimale e molto motivante sia per questi ultimi sia per gli alunni da orientare. Un aspetto che a volte rende difficile la gestione dei gruppi è il numero eccessivo degli allievi e, in alcuni casi, lo scarso interesse verso le attività proposte. Per ovviare a questo problema, con alcuni Istituti più grandi, o con i quali negli anni si è stabilita una collaborazione più stretta, si sono studiati dei percorsi ad hoc (di solito una mattinata) per permettere agli allievi interessati di fare esperienze specifiche presso le Agenzie. Anche in questo caso, per gli alunni stranieri e le loro famiglie non è prevista una modalità specifica nelle attività sopra elencate. Nel caso delle visite o giornate di orientamento, organizzate in collaborazione con le Secondarie di primo grado, nel caso di allievi stranieri con problemi di lingua, sono gli stessi docenti accompagnatori a fare da supporto e a svolgere una sorta di mediazione linguistica durante la presentazione dell’Agenzia formativa e lo svolgimento delle attività. Nelle giornate di Scuola Aperta, nel caso di allievi stranieri e delle loro famiglie, i docenti dell’agenzia che svolgono le attività di accoglienza e di orientamento nei laboratori professionali, quando possibile, affiancano allievi della stessa nazionalità nelle attività proposte. Questo favorisce uno scambio positivo tra i ragazzi e veicola le informazioni attraverso dei “mediatori linguistici”, individuati tra gli allievi già frequentanti l’agenzia formativa. La figura professionale (psicologo o educatore) che si occupa dell’Educazione alla scelta può anche rendersi disponibile a svolgere colloqui individuali con gli alunni “più disorientati” (o eventualmente anche con le loro famiglie) che ne facciano richiesta. Alcune realtà scolastiche o di rete prevedono l’attivazione di uno Sportello di Ascolto che funga da Punto Informativo e Orientativo 9. Purtroppo, ultimamente, anche questa, come altre risorse, risente del taglio 9 Ibidem, pp. 15-16 9 di fondi di cui soffre la scuola. Il problema è: come pagare gli operatori impegnati nello sportello? Si ricorre sempre di meno a personale esterno e anche gli insegnanti hanno meno ore da mettere a disposizione per attività di questo genere; inoltre, se fanno ore aggiuntive, rischiano di non essere pagati. Durante le attività di Educazione alla scelta viene normalmente fornito materiale informativo sull’organizzazione degli istituti superiori del territorio: si tratta di un materiale chiaro ed esaustivo. Peccato che sia redatto esclusivamente in lingua italiana. I ragazzi stranieri, in particolare i NAI, rischiano così di non comprendere appieno né la spiegazione degli operatori dell’orientamento né il contenuto degli opuscoli informativi. Sicuramente, in difficoltà ancora maggiori incorrono i loro genitori quando si tratta di capire, ad esempio, quanto esplicato durante gli incontri pomeridiani o serali organizzati dal distretto o dai singoli istituti superiori cui sono invitati a partecipare. Lo stesso dicasi per le giornate dedicate alle cosiddette “Scuole Aperte”: senza la mediazione di un traduttore o di qualche insegnante particolarmente paziente, diventa davvero arduo cogliere tutte le sfumature e forse anche le opportunità che le singole realtà scolastiche offrono. Inoltre, nella scuola secondaria di primo grado dovrebbe esserci un percorso di orientamento, strutturato nei tre anni, con l’obiettivo di consolidare il metodo di lavoro e l’autonomia e di promuovere il senso di autoefficacia degli studenti; un percorso che accompagni ogni alunno fino al raggiungimento dell’autocoscienza e maturità e lo porti a compiere una scelta orientativa adatta alle sue aspirazioni e adeguata alle sue reali capacità 10. Solitamente, invece, il progetto orientamento è riservato alla sola classe terza e sono interamente delegate all’insegnante di Lettere attività “orientative” quali, ad esempio, l’intervista ad alunni che hanno da poco finito la scuola secondaria di primo grado o, eventualmente, ai genitori per ricevere testimonianze dal mondo del lavoro. Si può anche decidere di invitare docenti delle scuole superiori del territorio che si rendano disponibili ad illustrare nelle classi l’offerta formativa del proprio istituto. Tutto il percorso confluisce nella compilazione, da parte del Consiglio di Classe, di un consiglio orientativo – il cui format è spesso molto diverso da una secondaria di primo grado all’altra - da consegnare ai genitori durante un colloquio personale prima dell’iscrizione alla scuola superiore. 10 Per un potenziamento delle competenze degli alunni, nell’ottica della prevenzione degli insuccessi scolastici, si consiglia il testo: F. Pazzaglia, A. Moè, G. Friso, R. Rizzato, EMPOWERMENT COGNITIVO E PREVENZIONE DELL’INSUCCESSO – Attività metacognitive per gli insegnanti e gli alunni, Edizioni Erickson, 2002. 10 L’azione di orientamento può diventare più complicata ancora con i ragazzi stranieri neo arrivati, dal momento che molte volte il loro inserimento nel sistema scolastico italiano avviene in ritardo (magari a partire dalla seconda media) e non sempre nella classe corrispondente all’età anagrafica; ne consegue che questo, unito alle inevitabili barriere linguistiche e culturali, limiti parecchio la possibilità di conoscerli ed induca molto spesso gli insegnanti (anche per una forma di protezione nei loro confronti, è bene dirlo) ad indirizzarli verso istituti professionali o a breve termine e comunque poco impegnativi dal punto di vista strettamente intellettuale. 11 AZIONI DI SISTEMA: spunti di lavoro Alcune scuole diffuse sul territorio cuneese (Alba, Cuneo, Saluzzo) stanno attuando iniziative organizzate in partenariato , attivando specifici servizi di orientamento alla scelta. Si tratta di iniziative che si fondano sulla collaborazione di esperti e sul peer tutoring, potenziando la capacità dei pari di accompagnare le scelte scolastico-formative di giovani italiani e stranieri delle scuole secondarie di primo grado. Un esempio è rappresentato dal progetto Riuscire di+, realizzato sul territorio di Alba-Bra (ALLEGATO N. 3: report progetto Riuscire di+). Per prevenire gli esiti negativi di un errato orientamento, sono stati inoltre costituiti specifici protocolli per la prevenzione dell’abbandono scolastico, basati sulla collaborazione tra pubblico e privato, scuola, famiglia e servizi, dispositivi molto efficaci, ma purtroppo destinati a essere sospesi per mancanza di finanziamenti. Alcuni istituti, tra cui anche le agenzie formative, hanno aderito al progetto di sperimentazione “Costruire un modello e pratiche d’intervento per azioni di supporto alle reti locali di orientamento”, proposta dalla Regione Piemonte a tutte le Scuole Secondarie di Primo e Secondo Grado, del software S.or.prendo 11. Tale sperimentazione prevede la presentazione da parte di un tutor orientatore del software sul quale ogni allievo può effettuare una navigazione individuale, accedendovi tramite una postazione Internet. Tale navigazione avviene collegandosi all’indirizzo web ed effettuando il login con le credenziali, preventivamente fornite dal tutor. Il software consiste in un database di 438 professioni, indicizzate secondo un modello volto ad avvicinarsi in modo non casuale, con un orientamento lifelong (in un processo di costruzione di identità personale) basato sulle career management skills. Nel 2013 viene introdotta la versione online del software (ufficialmente S.OR.PRENDO 5), aprendo anche alla consultazione online la banca dati di S.OR.PRENDO. Quest'ultima versione di S.OR.PRENDO integra molte nuove funzioni tra le quali spiccano: la possibilità di confrontare le professioni preferite, creare un piano per il raggiungimento del proprio obiettivo professionale e aggiungere note personali al proprio profilo. 11 Per ulteriori informazioni, consultare il sito: www.sorprendo.it 12 Informazioni utili e proposte didattiche interessanti si possono anche trovare nel sito della Fondazione per la Scuola - Compagnia di San Paolo- Percorsi formativi on line 12. 12 Cfr: dispersione scolastica/buone pratiche ed esperienze in atto/orientamento, riorientamento, progettazione. Consultare il sito: www.fondazionescuola.it 13 CHE COSA E’ OPPORTUNO FARE E PERCHE’ INDICAZIONI PER UN'EFFICACE AZIONE DI ORIENTAMENTO DEGLI ALUNNI STRANIERI Una buona prassi di orientamento richiede l'azione sinergica di più soggetti: A. LA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO B. LA FAMIGLIA C. LA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO D. L'EXTRASCUOLA A. LA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO E’ importante: 1) Porre l'attenzione sull'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri e sulla rilevazione delle loro competenze in modo da predisporre un adeguato Piano Didattico Personalizzato 13, condiviso da tutti i docenti e dalla famiglia, nel quale ci sia, oltre ad un adattamento delle programmazioni disciplinari, un eventuale inserimento di insegnamenti/attività che valorizzino la lingua d'origine e di progetti di educazione interculturale 14. 2) Realizzare laboratori per l'insegnamento dell'italiano L2 e per la preparazione all'esame di terza media, che costituisce un insuperabile scoglio per gli studenti di nazionalità non italiana in quanto le disposizioni normative non accennano a misure dispensative o speciali per gli allievi non italofoni. 13 Nella C.M. n.8 06/03/2013 si legge: per gli alunni <<che sperimentano difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana - per esempio alunni di origine straniera di recente immigrazione e, in specie, coloro che sono entrati nel nostro sistema scolastico nell’ultimo anno - è parimenti possibile attivare percorsi individualizzati e personalizzati, oltre che adottare strumenti compensativi e misure dispensative>> 14 Cfr. Progetto Dyslang, realizzato con il contributo della Commissione Europea: tale progetto intende sensibilizzare sull’importanza dell’apprendimento delle lingue straniere sia come fonte di arricchimento personale sia come strumento volto a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro. Il progetto mira ad offrire supporto principalmente a coloro che hanno difficoltà nell’apprendimento delle lingue straniere e/o che hanno sviluppato un atteggiamento poco positivo nei confronti di questo tipo di apprendimento. Per maggiori informazioni, consultare il sito: www.dyslang.eu 14 (ALLEGATO n.4: cosa dice la normativa) 3) Avviare, anche in collaborazione con associazioni ed enti extrascolastici, percorsi di doposcuola e di aiuto allo studio per venire incontro alle difficoltà degli studenti stranieri, specialmente dei NAI. 4) Realizzare una valutazione formativa che tenga conto delle reali capacità e delle potenzialità degli allievi, senza attribuire un eccessivo peso alle competenze linguistiche. 5) Superare una mentalità riduttiva o falsamente protettiva che relega il ragazzo straniero unicamente alla frequenza di istituti professionali o di percorsi a breve termine. 6) Distribuire gli interventi di orientamento su un arco temporale più lungo ( a partire dalla fine della classe prima) e in modo continuativo cosicché la scuola riesca realmente a progettare un percorso di crescita e di individuazione delle attitudini anche con l'aiuto di esperti ( mediatori interculturali, psicologi, operatori dell’extrascuola). educatori, counselors, A questo proposito sarebbe utilissimo attivare lo Sportello di orientamento ed informazione, già presente in molte realtà scolastiche, che consiste in uno spazio d’incontro e di consulenza in presenza, on-line o telefonica, rivolto agli alunni stranieri (in particolare a quelli neoarrivati o arrivati da poco in Italia) e alle loro famiglie, gestito dalla scuola (organizzato dal referente per l’orientamento), utilizzando docenti con formazione specifica in merito oppure semplicemente a disposizione (magari per recupero ore) e coinvolgendo gli operatori che si occupano di orientamento scolastico territoriale. Finalità dello sportello di ascolto: • prevenire la dispersione e il disagio inteso come causa dell’insuccesso scolastico • promuovere un’azione di Orientamento Individuale tramite colloquio • condividere con ogni studente il proprio progetto formativo e favorirne la realizzazione • accogliere e ascoltare genitori e alunni in tutte quelle che possono essere le problematiche legata alla scelta formativa • sviluppare e promuovere un rapporto di collaborazione tra scuola e famiglia, sostenere l’insegnante nella sua funzione di agente di orientamento 15 ( ALLEGATO n.5: lo sportello) 7) Utilizzare opuscoli informativi plurilingui relativi all’istruzione superiore. (ALLEGATO n.6:opuscoli informativi plurilingui) 8) Adottare linee progettuali comuni, ad esempio: • la rivisitazione del curricolo in termini interculturali; • l'informazione di tutti gli operatori scolastici sulla normativa vigente; • l'aggiornamento dei docenti su tematiche di inclusione ed inerenti l'orientamento; • la disponibilità ad una maggiore flessibilità organizzativa; • la ricerca e l'impiego di metodologie e strumenti didattici inclusivi. 9) Istituire, in accordo con altri enti ed istituzioni, una borsa di studio destinata a favorire la prosecuzione degli studi dei ragazzi stranieri. 10) Monitorare il percorso scolastico degli alunni non italofoni, anche dopo il loro inserimento nel sistema d'istruzione superiore, per avere un feedback che consenta la verifica delle azioni intraprese e la continuità dell'accompagnamento messo in atto nella secondaria di primo grado. B. LA FAMIGLIA Appare necessario intensificare i rapporti con le famiglie degli alunni stranieri sia in fase di progettazione di interventi specifici (PDP 15), sia in fase di educazione alla scelta vera e propria, vagliando con esse la motivazione, le aspirazioni e i progetti di vita dei figli, se necessario, usufruendo della mediazione – che in questo caso diventa davvero culturale e non solo linguistica - nonché dell'opportunità di accedere allo Sportello di orientamento e di consultare gli opuscoli informativi plurilingui. 15 Con la sigla PDP si intende il Percorso Didattico Personalizzato 16 C. LA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO E’ indispensabile operare un'efficace continuità fra i diversi ordini di scuola che implichi: 1) Il raccordo tra le Scuole Secondarie di primo e di secondo grado attraverso incontri tra i rispettivi insegnanti, per mettere in evidenza le competenze in uscita e condividere notizie “utili” relative agli alunni. 2) La stipula di convenzioni fra scuole per la realizzazione di attività di peer tutoring da parte di studenti (preferibilmente stranieri) degli istituti superiori nei confronti di allievi stranieri della scuola media; attività che possano proseguire anche nel primo anno della scuola secondaria di secondo grado. 3) La preparazione di opuscoli multilingue sempre aggiornati e la possibilità di usufruire dell'intervento di mediatori durante la visita della scuola da parte di ragazzi e famiglie non italofoni. 4) La disponibilità, da parte degli istituti superiori, ad effettuare al loro interno degli stages di più giorni, allo scopo di coinvolgere nell’ambito dell’offerta formativa gli studenti interessati, debitamente accompagnati da qualche operatore che faciliti la comprensione del percorso stesso. 5) L'attivazione di percorsi di ri-motivazione, ri-orientamento e di eventuale reindirizzo verso un altro istituto. D. L'EXTRASCUOLA Considerate le esigenze sempre più pressanti di scuola e società e la sempre maggiore esiguità dei fondi a disposizione, è più che mai auspicabile riuscire a “fare rete”, coinvolgendo nel processo formativo altre realtà territoriali con finalità educative e sociali: quali enti, associazioni, istituzioni pubbliche e private per la condivisione di risorse e spese. Perciò si potrebbero prevedere, oltre ai già citati consueti interventi di psicologi, educatori, mediatori…, anche quelli di associazioni di volontariato o cooperative per la realizzazione di doposcuola o attività di sostegno allo studio dei ragazzi stranieri. Inoltre, sarebbe molto utile rafforzare i contatti ed il confronto con gli operatori dei vari settori professionali che sappiano fornire indicazioni realistiche sulle odierne prospettive e tendenze del mercato del lavoro, nonché una sapiente descrizione delle caratteristiche delle diverse professioni e delle abilità richieste dai corrispondenti mestieri. 17 CONCLUDENDO, appare chiara l’esigenza di creare e diffondere un modello che possa essere assunto dalla generalità degli istituti scolastici, al fine di evitare, nella poca chiarezza legislativa e nel silenzio istituzionale in materia, che l’accoglienza e l’integrazione, così come le pratiche di orientamento ed inserimento degli allievi stranieri, avvengano in maniera discrezionale, con prassi molto difformi tra le varie scuole del medesimo territorio e siano molto spesso affidate al caso, al buon senso o alla buona volontà dei singoli. (ALLEGATO 7: normativa sull’obbligo scolastico) “La riflessione sul contesto scolastico di accoglienza, sulle criticità nei percorsi di inserimento e di studio impone la ricerca di risposte innovative e di qualità per aiutare e sostenere i percorsi di inclusione degli allievi stranieri neo-arrivati rendendo indispensabile e urgente un patto istituzionale di territorio che formalizzi ciò che in questi anni si sta facendo con la rete di scuole aderenti ai vari progetti in atto. Questo per limitare la dispersione scolastica e per non privare la società di enormi risorse umane, come sono i cittadini stranieri, capaci di azioni positive per una crescita economica della società nel suo insieme.” 16 GRUPPO LAVORO ORIENTAMENTO: Sara Comba Daniela Girello Daniela Ternavasio 16 cfr. Scuola Facendo, relazione progetto del Centro Come 18